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S1/BA0607/2008

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OTTOBRE 2011 - N. 13
STAMPA Tipografia Mariani via Firenze, 1 70019 Triggiano (Ba)

EDITORIALE

LEUROPA CI VEDE ARRETRATI NELL APPLICAZIONE DI POLITICHE AMBIENTALI

Tagli e ritagli
Giuseppe Angelo DALENA

Il CSS questo illustre sconosciuto ma solo in Italia


Lintroduzione dellSRF ormai comune in Germania e Finlandia

l momento tristemente critico: sacrifici amari ancora chiesti a cittadini ed imprese, gli stessi, le stesse La crescita economica langue, la Ricerca una bella parola!, lepitelio delle PMI si desquama sempre pi. Attorno alle PMI gravitano responsabilit sociali ed economiche di cui siamo orgogliosi, ma indispensabile la nostra sopravvivenza! Non annegare in queste acque impervie dura: gli istituti di credito fanno morsa attorno alle imprese, il sistema bancario in difficolt vi riversa gli effetti di errori commessi nelle transazioni speculative aumentando gli Spread e falciando gli investimenti, il Governo grava con le sue manovre pi sanguinose che lacrimevoli, i concatenati settori Trasporti e Ambiente subiscono nette sforbiciate che impattano su noi tutti. C pi di qualcosa che non va in questa Babele che ha soppiantato il Bel Paese e che ci sta rendendo insofferenti: una politica malata e demagogica che lascia spazio solo al disgusto, il mondo delle imprese agonizzante e buono quando si tratta di mungere sacrifici, discriminazioni gravanti sempre sulle stesse categorie di aziende. Ancora una volta chi si votato allAmbiente si sente Rifiutato: non valorizzato il suo impegno quotidiano per la Tutela del nostro Futuro e vano il suo grido ci siamo anche noi. Noi imprese facciamo sempre la nostra parte davanti a quello che ci dicono essere necessario ma preserviamo la dignit del nostro lavoro e ci indigniamo al cospetto del favoritismo sociale ed economico imperante. Tagli: li subiamo, augurandoci di non doverli rimettere al nostro interno. Ritagli: quelli riservati alle Imprese del Settore Ambiente, di cui opportunisticamente si dimenticano la valenza etica, economica e sociale e la missione: edificare la cultura ambientale.

risi energetica, fonti rinnovabili, esaurimento delle risorse energetiche tradizionali: argomenti ormai noti e stratificati nella pubblica opinione di qualsivoglia ordine e grado. Recupero energetico dai rifiuti: un bel problema, nascosto sotto lo sterminato tappeto delle faccende scomode, o forse urticanti, di quelle che si preferisce consegnare nelle braccia delloblio. Lanagrafica italiana riconosce i combustibili solidi secondari come sconosciuti, illustri, ma sempre tali, in attesa di collocazione.

SERVIZIO A PAGINA 4

CONSORZI

REGIONE PUGLIA

Facilitare limpiego di combustibili secondari


PIAZZA A PAGINA 5

Un nuovo progetto regionale sullamianto


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LEUROPA CI VEDE ARRETRATI NELL APPLICAZIONE DI POLITICHE AMBIENTALI INTEGRATE IN AMBITO INDUSTRIALE

Il Combustibile Solido Secondario questo illustre sconosciuto ma solo in Italia


Lintroduzione dellSRF in sostituzione ai combustibili tradizionali ormai comune in Germania e Finlandia
Giuseppe Angelo Dalena*

risi energetica, fonti rinnovabili, esaurimento delle risorse energetiche tradizionali: argomenti ormai noti e stratificati nella pubblica opinione di qualsivoglia ordine e grado. Recupero energetico dai rifiuti: un bel problema, nascosto sotto lo sterminato tappeto delle faccende scomode, o forse urticanti, di quelle che si preferisce consegnare nelle braccia delloblio. Lanagrafica italiana riconosce i combustibili solidi secondari come sconosciuti, illustri, ma sempre tali, in attesa di collocazione. Una istantanea della situazione attuale sui rifiuti evidenzierebbe: una vertiginosa crescita pro-capite, larga diffusione di sistemi produttivi energivori, uno spropositato ricorso alle discariche ed una scarsa propensione alla raccolta differenziata ed al riciclo. Ci sarebbe altro ma qui non attinentecome al solito il divario fra lItalia e la porzione evoluta dellEuropa ci vede arretrati nell applicazione di politiche ambientali integrate. Lintroduzione dell SRF (Solid Recovered Fuels) in sostituzione ai combustibili tradizionali pratica ormai comune in Germania, Finlandia, fino a percentuali di sostituzione dellordine del 70%, in altri paesi a livelli comunque considerevoli. In Italia siamo ben lontani dalle due cifre ma molto vicini ad un collasso per una non corretta gestione del ciclo di vita dei rifiuti che poggia su precisi dettami gerarchici di emanazione europea: ridurre la produzione di rifiuti, riciclare i materiali e recuperare lenergia in essi contenuta, smaltire in sicurezza ci che non pu essere trattato riducendo al minimo il ricorso alla discarica. LItalia stata precursore nello sviluppo del know-how e della tecnologia per la produzio-

A Bari il congresso nazionale di Legambiente

La Puglia, una storia di successo

egambiente a congresso. Si terr a Bari dal 2 al 4 dicembre 2011 il nono simposio nazionale di Legambiente. Un appuntamento - spiega Francesco Tarantini - di rilievo per lassociazione che sar chiamata a confrontarsi sui molteplici temi che ci vedono impegnati, a partire dalla questione energetica che rappresenta lo snodo principale per il futuro dellItalia. Un appuntamento che ci sembra ancora pi significativo perch per la prima volta il congresso di Legambiente si svolger in una citt del Mezzogiorno. La Puglia senza dubbio una storia di successo del Mezzogiorno. (s.d.b.)
attuabile per limiti economici, tecnici o legati alla qualit del materiale. Lobiettivo di ridurre drasticamente il volume dei rifiuti intesi come tali e trasformarne una cospicua frazione in Risorse, quindi in Valore strettamente connesso alla selezione a monte dei rifiuti: Si profila il vero protagonista del processo di valorizzazione: il Cittadino. Solo una separazione meno spuria possibile delle frazioni merceologiche del rifiuto pu minimizzare il ricorso allo smaltimento in discarica con tutti i benefici che ne derivano. Ci richiede un substrato che tuttora inadeguato e carente che contempli cultura ambientale e fattibilit. Il cittadino pu e deve adoperarsi per il SUO Ambiente, ma deve essere messo nelle condizioni di poter adempiere rigorosamente a questo compito attraverso opportune ed attrezzate piattaforme per la raccolta differenziata, limplementazione di tutti i servizi ad esse accessori, lesistenza di impianti in grado di trattare adeguatamente i rifiuti differenziati e per i quali sia garantito un congruo flusso in ingresso, un tessuto legislativo e sociale accogliente allo scopo. LItalia ha assunto dei doveri nei confronti della Comunit Europea e del Protocollo di Kyoto, la

ne dellex CDR (ex perch oggi questa locuzione stata sostituita dalla pi aderente CSS, combustibile solido secondario) ma linquadramento normativo incerto e la portentosa lobby discarichene hanno arrestata la corsa, intralciata anche da un mix di demagogia e conoscenza sommaria che hanno contribuito ad una scarsa accettazione da parte della pubblica opinione. I fatti sono che il CSS supplisce egregiamente i combustibili fossili tradizionali (pet coke, carbon fossile) apportando valore aggiunto su molteplici fronti. Solo qualche osservazione: limpiego del CSS nei soli cementifici determinerebbe una sensibile riduzione delle emissioni di CO2 di natura indiretta (determinate dalla voracit energetica degli impianti di produzione di cemento); prestazioni in termini di potere calorifico comparabili con quelle dei combustibili tradizionali; raggiungimento di una autosufficienza nazionale (carbone e coke da petrolio sono totalmente importati e comunque esauribili!), opportunit di aggredire seriamente la questione rifiuti. Promuovere lutilizzo del CSS e quindi la sua produzione, darebbe impulso alla raccolta differenziata ed al recupero di materia e del suo contenuto energetico, ove il riciclaggio non

cui inadempienza per la richiesta riduzione delle emissioni di CO2 genera meccanismi impietosi: il nostro Paese ha accumulato nel biennio 2008-2010 un debito pari a 700 k al giorno per il mancato raggiungimento delle soglie previste. Un contatore gira ininterrottamente ricordandoci il nostro disallineamento e non vorremmo ci mettesse in ginocchio pur avendo noi piena padronanza della tecnologia, pur conoscendo i percorsi da intraprendere, semplicemente perch il lassismo determinato dalle diatribe estenuanti e poco risolutive in materia, soffoca azioni gi abbondantemente applicate dai nostri cugini europei. La valenza del nostro Paese e linvidiabile parterre culturale che da sempre ci ha contraddistinti nel mondo intero ingiustamente continuano a risentire dei rimorchi di demagogia ed divulgazione informativa indotta. Troppo tempo speso nel rimbalzo degli interessi particolari e nella trama di complessi ed instabili gineprai normativi: il tutto mentre la tecnologia nasce, cresce, matura, volge al declino e muore per dar posto ad unaltra in un ciclo che si assottigliato sempre pi. E lItalia? Rimane a guardare.
*Presidente AIREC

Sensibilizzare allambiente le nuove generazioni


l via il progetto Differenziamoci. Nato dalla stabile cooperazione tra i centri commerciali Mongolfiera e Legambiente Puglia mira a sensibilizzare i clienti e gli operatori dei centri commerciali, sulle tematiche del riciclo, sulla salvaguardia degli spazi verdi e delle risorse ambientali del territorio. Questo progetto di rilievo - spiega Lorenzo Nicastro, assessore regionale alla qualit dellambiente ed una ricchezza per i territori. Esso si sviluppa e si svolge inoltre nei luoghi che producono ricchezza, ovvero i centri della grande distribuzione, coinvolgendo principalmente la popolazione pi giovane. (s.d.b.)

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IL RUOLO DEL CONSORZIO FACILITARE A TUTTI I LIVELLI LIMPIEGO DI COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO

Combustibile da Rifiuto: Promuovere la cultura del recupero attraverso linnovazione tecnologica


Il CDR/CSS si pu utilizzare con finalit di recupero energetico nei cementifici
Camillo PIAZZA*

erch nato il consorzio Ecocarbon? Essenzialmente i motivi sono due: dare un contributo alla riduzione dellinquinamento atmosferico attraverso la sostituzione parziale del combustibile fossile e ridurre lutilizzo delle discariche nel nostro territorio nazionale. Il ruolo del Consorzio, in sintesi, facilitare a tutti i livelli limpiego di CSS, (Combustibile Solido Secondario). Nel programma di attivit si evince che il primo passaggio di regolamentazione normativa quello di favorire la promulgazione di un Decreto Ministeriale sui CSS e ladozione di una normativa tecnica idonea di supporto per far crescere limpiego del CSS. In questo senso abbiamo attivato alcuni amici parlamentari, in particolare On. Angelo Alessandri presidente della Commissione Ambiente della Camera e i Sen. Bruno e Molinari i quali hanno presentato una risoluzione nei rispettivi rami del parlamento per chiedere al governo lemanazione del decreto legge definitivo su questo argomento. Mentre leggerete questo articolo, le risoluzioni saranno in discussione presso le commissioni. Occorre che tali principi vengano poi adottati anche a livello locale con ci intendendosi ladozione di comportamenti similari da parte di tutte le pubbliche amministrazioni nellesercizio delle rispettive competenze. Non possibile non avere una certezza del diritto uguale per tutti e soprattutto occorre che i tempi e le interpretazioni siano simili in ogni provincia. Il CDR/CSS si pu utilizzare con finalit di recupero energetico (energia elettrica e/o termica) nei cementifici; inceneritori; centrali termoelettriche; impianti per la produzione della calce; impianti siderurgici; impianti di gassificazione; centrali termiche per teleriscalda-

Dare un contributo alla riduzione dellinquinamento attraverso la sostituzione parziale del combustibile fossile
mento. Due esempi tra i pi significativi per chiarire i benefici sono: i cementifici il CDR/CSS in quanto gli elevati tempi di permanenza ad alte temperature permettono la distruzione totale delle sostanze organiche inquinanti; la miscela basica, quindi neutralizza eventuali gas acidi liberati nella combustione; eventuali metalli pesanti vengono fissati nelle ceneri e nelle polveri. Limpiego nelle centrali termoelettriche per la sostituzione del carbone. Nelle cementerie che utilizzano combustibili da rifiuti che contengono biomassa si registra un abbassamento complessivo di emissioni di CO2. Ad esempio, per ogni tonnellata di CDR/CSS utilizzata in cementeria in sostituzione del combustibile tradizionale si emettono in atmosfera circa 1,1 tonnellate di CO2 in meno. Se poi si considera che se i rifiuti non vengono utilizzati in cementeria devono comunque essere smaltiti o in termovalorizzatori o in discariche le cui emissioni si sommerebbero a quelle della cementeria, che continua a funzionare con combustibili tradizionali, si comprende quanto sia vantaggioso il recupero dei residui civili e industriali nei forni da cemento. Oggi, lindustria Italiana del cemento, con un livello di sostituzione termica dei combustibili fossili non rinnovabili con combustibili alternativi pari a solo il 6%, sta riducendo del 3% le sue emissioni di CO2 da combustione (circa 330.000 tonnellate lanno). Con un livello di produzione annua di 42 milioni di tonnellate di cemento, portare al 20% questo livello di sostituzione significherebbe risparmiare il 10% delle emissioni di CO2 da combustione (1,1 milioni di tonnellate lanno). Raggiungere i livelli di sostituzione termica pari a quelli attualmente realizzati in Germania (50%) significherebbe per il settore ridurre del 25% le emissioni di CO2 da combustione (2,7 milioni di tonnellate lanno) . Dal combustibile fossile alla raccolta differenziata, al trattamento con finalit di recupero energetico. La parziale sostituzione del carbone

con il CSS corrisponde al fattivo recupero dei materiali di fine vita non differenziabili che in alternativa vedrebbero il proprio destino nelle tradizionali discariche o impianti di termovalorizzazione. Trasparenza, Partecipazione e Comunicazione. Strumenti di condivisione, opportunit di coinvolgimento e ottenimento di consenso. Si possono ipotizzare azioni di condivisione da promuoversi capillarmente nelle regioni e provincie ospitanti impianti votati alla produzione di energia elettrica e/o energivori: incontri pubblici volti al coinvolgimento delle popolazioni interessate, con la presenza di opinion leader; sostegno a tesi-corsi in Waste Management presso le Scuole Superiori, le Universit del territorio, la promozione di percorsi didattici di eccellenza, borse di studio; azioni di comunicazione e promozione attivit impianto da concertarsi con associazioni ambientaliste e comitati/organizzazioni locali e provinciali; promozione e diffusione di supporti divulgativi/multimediali; eventuale contatto con studi/ professionisti interagenti sullarea interessata e protagonisti di attivit politica. In sintesi: muovere tutte quelle azioni volte a dimostrare ed affermare come lintroduzione del Combustibile da Rifiuto corrisponda ad efficace e realistica innovazione tecnologica e ambientale; lattestazione della capacit economica del processo di valorizzazione del CSS che risulta essere indubbiamente vantaggiosa comparata ai tradizionali combustibili attualmente utilizzati negli impianti; abbattimento dellinquinamento; non si aumenta la quantit di combustibile bruciato perch il CSS in sostituzione del carbone e non in aggiunta; si attivano risorse finanziarie ingenti che sono erogate annualmente tramite lottenimento di Certificati Verdi.
*Presidente Ecocarbon

NELLE REGIONI DEL NORD ITALIA PRESENTE IL 70% DEGLI IMPIANTI ESISTENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE

Compostaggio: passaggio obbligatorio per gli obiettivi della raccolta differenziata


Il 65% di RD ottenibile solo con la raccolta della frazione organica putrescibile
Antonio Di Biase*

l recupero della frazione organica dei rifiuti urbani costituisce passaggio obbligatorio per il raggiungimento di percentuali di raccolta differenziata coerenti con le disposizioni normative nazionali e regionali in essere. Una percentuale di raccolta differenziata del 65%, infatti, ottenibile solo se si procede alla raccolta separata della frazione organica putrescibile. Questultima, infatti, che viene riscontrata in misura pari al 33-38% del peso complessivo dei rifiuti urbani, costituisce la frazione pi importante in termini ponderali. Lampio range di variabilit , probabilmente, conseguente alle abitudini alimentari ed alla collocazione geografica delle utenze. I valori pi elevati vengono riscontrati nelle regioni meridionali ove c un maggior consumo di frutta e verdura da parte dellutenza domestica. Limportanza del recupero della Forsu nello sviluppo della raccolta differenziata evidenziato dalla percentuale (circa il 70%) che la stessa ha assunto nellambito del valore totale di raccolta differenziata sullintero territorio nazionale. Detta valutazione ha trovato piena attuazione, nello sviluppo dei sistemi integrati di gestione dei rifiuti, nelle Regioni del Nord Italia ove risulta presente circa il 70% degli impianti di compostaggio esistenti sul territorio nazionale. La quota di impianti presenti al Sud scende al 14%. Il recupero della frazione organica dei rifiuti urbani possibile mediante il compostaggio, tecnica di trattamento attraverso la quale viene controllato, accelerato e migliorato il processo naturale che subisce qualsiasi sostanza organica tramite lazione della flora microbica naturalmente presente nellambiente. Si tratta, in definitiva, di un proces-

so aerobico di decomposizione biologica della sostanza organica condotto in condizioni ambientali governate al termine del quale si ottiene un materiale biologicamente stabile nel quale la componente organica si presenta ricca di humus nonch di flora microbica attiva e di microelementi tali che rendono il compost un prodotto idoneo a svariati impieghi agronomici : dalle colture praticate in pieno campo (importante il ruolo nella coltivazione di prodotti alimentari in assenza di concimi e trattamenti chimici - cosiddetti biologici) e nel florovivaismo. Il processo di compostaggio, finalizzato alla produzione di compost di qualit in possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa nazionale, viene eseguito con diverse matrici organiche di rifiuti preselezionati (tra i quali la frazione organica raccolta dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata, i residui organici delle attivit agro-industriali e della manutenzione del verde ornamentale) e si compone essenzialmente in due fasi:

una bio-ossidazione durante la si ha ligienizzazione della massa. Questa costituisce la fase attiva durante la quale avvengono intensi processi di degradazione delle componenti organiche pi facilmente degradabili; la fase di maturazione, nella quale il digestato viene stabilizzato arricchendosi di molecole umiche: trattasi, in definitiva, della fase di cura (curing phase), durante la quale avvengono processi di trasformazione della sostanza organica con la formazione di sostanze umiche. Negli ultimi anni nel processo di compostaggio viene utilizzata sempre pi una fase primaria di digestione in assenza di aria -digestione anaerobica (DA) integrando la stessa con processo aerobico di maturazione finale. In questo caso il processo di trasformazione biologica viene effettuato in reattori chiusi (digestori), nei quali , in assenza di ossigeno, la sostanza organica subisce un processo di degradazione con produzione di biogas. Questultimo, che ha un contenuto in metano variabile dal

50 al 60%) viene utilmente recuperato ed avviato al recupero energetico. Al termine di tale fase il materiale semistabilizzato digestato costituisce matrice ideale per la formazione della miscela da avviare a compostaggio. Lintegrazione delle due tecniche consente di ottenere diversi vantaggi in termine di gestione tecnico/economica e in termini di impatto ambientale tra i quali: il miglioramento del bilancio energetico dellimpianto, potendosi adoperare una quota dellenergia termica ed elettrica derivante dallutilizzo del biogas in impianti di produzione di energia elettrica; un maggior controllo degli odori nellambiente, in quanto le fasi a maggior produzione di sostanze odorigene sono realizzate in ambiente stagno (reattori) dove le emissioni, costituite dal biogas, vengono collettate ed avviate al trattamento di recupero energetico (combustione) e non immesse in atmosfera; una maggiore razionalizzazione degli spazi utilizzati per la compattezza dei componenti impiantistici, e, quindi

minor impegno di superficie a parit di rifiuto trattato, pur considerando le superfici necessarie per la fase di maturazione aerobica successiva; una sostanziosa riduzione delle emissioni di gas serra. Tale tipologia integrata di impianto, a sua volta, pu essere realizzata in diversi modi e in particolare: con una fase di digestione anaerobica a secco in cui il rifiuto viene immagazzinato in tunnel stagni dove resta per un periodo predeterminato senza movimentazione (modalit batch) nella fase di produzione del biogas; questa tipologia di impianto prevede importanti predisposizioni di opere civili (biotunnel) e una rilevante presenza di movimentazione tramite mezzi dopera; con una fase di digestione anaerobica umida nella quale il rifiuto in ingresso viene prelavorato e miscelato in sospensione con acqua per essere immesso in un unico grande reattore nel quale avviene la fase di produzione del biogas. Il processo pi tecnologico ma ha il vantaggio, rispetto allaltro, di avere un impatto olfattivo di gran lunga inferiore , di richiedere un minor impegno di movimentazione tramite mezzi dopera, un maggior recupero energetico e una maggiore flessibilit in fase operativa. Il processo di trattamento pu essere eseguito anche per il recupero della frazione organica contenuta nei rifiuti indifferenziati. In questo caso, per, si ottiene un prodotto finale (Razione Organica Stabilizzata) non in possesso dei requisiti qualitativi propri del compost di qualit che pu essere impiegato in usi diversi da quelli agricoli ad esempio limpiego per attivit paesaggistiche e di ripristino ambientale (es. recupero di ex cave), o per la copertura giornaliera delle discariche.
*Direttore Amiu Bari Spa

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GLI STATI MEMBRI DELLUE ATTRIBUISCONO IMPORTANZA FONDAMENTALE ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

Caratterizzazione del residuo in presenza di elevate percentuali di raccolta differenziata di RSU


Il DIASS del Politecnico di Bari, ha avviato indagini sperimentali sulle caratteristiche degli RSU
Gianluca INTINI*

e norme comunitarie sulla gestione dei rifiuti, recepite dagli Stati membri e recentemente in Italia, attribuiscono importanza fondamentale alla Raccolta Differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani ai fini della stabile ed efficace chiusura del ciclo degli stessi, incentrata su riciclo e riutilizzo delle principali frazioni merceologiche ivi contenute (c.d. strategia delle 4R). In attesa che il traguardo del 65% di RD venga raggiunto in maniera non isolata n solo in piccoli comuni, appare utile stimare le caratteristiche del residuo indifferenziato della RD al fine di approfondirne le modalit di trattamento (biostabilizzazione e/o separazione), recupero (compost, combustibile solido secondario CSS) e smaltimento (discarica). A tal fine, nellambito della Convenzione di ricerca per laggiornamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani tra Regione Puglia e DIASS del Politecnico di Bari, questultimo ha avviato indagini sperimentali sulle caratteristiche fisiche, chimiche e merceologiche del residuo indifferenziato degli RSU in un Comune pugliese dove il target 65% RD risulta raggiunto. In Puglia, dove il tasso medio di RD (16-19% al 2011) risulta ben lontano dallobiettivo del 56% fissato al 2011, stato individuato quale comune pilota per la presente indagine San Pancrazio Salentino (BR), dove da qualche anno viene effettuato il servizio di raccolta porta a porta, con risultati in termini di RD65%. Caratterizzazione e trattamento sperimentale del residuo indifferenziato sono avvenuti invece presso la piattaforma di trattamento meccanico biologico gestita dalla Soc. Manduriambiente SpA a Manduria (TA). La sperimentazione stata avviata a Giugno 2011 e in tale periodo il tasso di RD nel comune pilota era intorno al 67%. Il piano della sperimentazione prevedeva che il residuo a valle della RD fosse avviato a due differenti processi: Processo 1: tutto il residuo della RD sottoposto a biostabilizzazione e successiva selezione a 80 mm (in linea con lattuale legislazione); Processo 2: soltanto la frazione di sottovaglio della selezione a 80 mm del residuo venga sottoposta a bioessiccazione. Si proceduto pertanto a valutare le caratteristiche del residuo indifferenziato e delle frazioni ottenute dai trattamenti: umidit, Indice Respirometrico Dinamico Potenziale IRDP, caratterizzazione come CSS. Gli obiettivi principali della sperimentazione erano valutare: la necessit di biostabilizzare lintero residuo della RD; lopportunit di

procedere ad ulteriori recuperi sul residuo indifferenziato. Per quanto attiene la caratterizzazione merceologica del secco residuo indifferenziato si evidenzia che: nel sottovaglio (c.d. frazione umida, 26,72%) ritenuto contenere la frazione organica biodegradabile, questa risultata pressoch trascurabile (2,8%); nel sopravaglio (c.d. frazione secca, 73,3%) si ritrovano tutte le frazioni combustibili (plastica, carta e cartone, tessili, legno), oltre ai metalli (ca. 5%). Tali dati sono giustificati da una raccolta differenziata spinta, specie dellorganico. Nonostante lelevato tasso di RD perseguito nel Comune di riferimento, possibile constatare che comunque nel residuo t.q. della RD vi sono ancora discrete aliquote di frazioni merce-

ologiche pregiate (plastica, carta e cartone, ecc.), potenzialmente recuperabili se intercettate a monte, incentivando ulteriormente la RD. Oltre il 6% della frazione cellulosica totale residua (17%) risultato ancora eventualmente recuperabile; analogamente, sarebbe ancora recuperabile il 5% della plastica ancora residua (33%). Il residuo t.q. presentava una buona stabilit biologica, tale da non renderne necessaria la biostabilizzazione. Pertanto, il piano della sperimentazione ha previsto in parallelo la biostabilizzazione del solo sottovaglio.Il Processo 1 (tutto il residuo sottoposto a biostabilizzazione) dimezza sia lattivit biologica (IRDP 51 vs. <800 mgO2 /kgSVxh prescritto dal DC n.296/02) che lumidit del rifiuto.

Il residuo biostabilizzato stato poi sottoposto a separazione ad 80 mm e, come da obiettivi dello studio, sulle due frazioni ottenute (sottovaglio e sopravaglio) sono state determinate le caratteristiche previste dalla norma EN 15359 sui Combustibili Solidi Secondari, che ne distingue la classe di qualit in base a 3 parametri, riferiti allaspetto economico (PCI), tecnico (Cl) ed ambientale (Hg) rispettivamente. Nel Processo 2, invece, la frazione di RBD ottenuta ha presentato IRDP addirittura pi elevato del tal quale: la pi accentuata attivit biologica imputabile al fatto che nel suddetto campione si concentrata praticamente tutta la sostanza organica. In alcuni casi, il PCI della frazione secca risultato addirittura superiore alle caratteristiche prima definite per il CDR-Q. Di contro, la frazione umida derivante da entrambi i processi indagati presenta un PCI eccessivo, che supera il limite di 13 MJ/kg consentito per il conferimento in discarica a partire dal 01/01/2012, salvo ulteriori rinvii. In base ai risultati della sperimentazione, non sembrerebbe necessario sottoporre lintera massa del residuo della RD a biostabilizzazione, ma la si potrebbe avviare a selezione a 80 mm, valorizzando la frazione secca per produrre CSS e sottoponendo la sola frazione umida a successiva bioessiccazione . In conclusione il presente studio ha

consentito di chiarire alcuni aspetti relativi alle caratteristiche del rifiuto indifferenziato che residua a valle di una RD >65 %. Con riferimento ad uno dei pochi Comuni pugliesi in cui tale obiettivo gi realt, lo studio ha dimostrato il basso contenuto di frazione organica nel residuo indifferenziato e quindi lo scarso bisogno di sottoporlo a biodegradazione tout court. Di contro, appare opportuno sottoporlo eventualmente a processi di separazione per sfruttare lelevato potere calorifico della frazione secca, sottoponendo il solo sottovaglio (RBD) a successiva bioessiccazione. I risultati dello studio possono offrire valido spunto per eventuali migliorie tecniche da apportare agli impianti di trattamento meccanicobiologico che trattano rifiuti con caratteristiche similari, cercando magari soluzioni tecnologicamente convenienti per sottrarre ulteriormente al flusso ancora indifferenziato frazioni merceologiche pregiate recuperabili da avviare alle specifiche filiere di recupero. Per confermare le indicazioni scaturite dallo studio nelle more che gli obiettivi di piano siano raggiunti diffusamente, ulteriori indagini sono in corso su altri Comuni pugliesi che registrano attualmente livelli di RD prossimi al 40%.
*Dipartimento di Ingegneria dellAmbiente e per lo Sviluppo (DIASS) Politecnico di Bari

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RECUPERARE I MATERIALI O GENERARE ENERGIA? UNA SCELTA PONDERATA

Gassificazione e incenerimento: ma non la stessa cosa!


I processi a freddo e i processi a caldo sono integrabili per trovare il miglior bilancio massa/energia
Claudio PAROLIN*

essuno pensa che mangiare una frittura di pesce o una sogliola al vapore abbia lo stesso effetto sul tasso di colesterolo! Si tratta sempre di pesce, e comunque di processi a caldo, ma limpatto sul fegato molto diverso. I rifiuti sono sempre rifiuti e si tratta comunque di processi a caldo ma tra lincenerimento e la gassificazione passa una differenza abissale sia in termini di impatto ambientale che di efficienza energetica, che di vantaggiosit sociale. Mettere tutti i processi nello stesso calderone, parlando genericamente di bruciare i rifiuti, non solo scorretto tecnicamente e scientificamente ma fa anche un pessimo servizio allambiente. Tornando alla metafora, tra gassificazione e incenerimento esiste per lambiente la stessa differenza che passa tra cottura al vapore e frittura per i fegato. Ma facciamo un passo indietro: La nobile utopia dellobiettivo rifiuti zero ampiamente condivisibile; non c dubbio che dobbiamo programmare per il nostro futuro la crescita della differenziata, lo sviluppo di una filiera industriale che punti al riciclo dell usato, ecc. ma programmare il futuro non deve farci trascurare i bisogni di oggi ( senza pregiudicare le soluzioni di domani). Anche perch rester comunque una quota residua da smaltire, presumibilmente ridotta al 20-30% della quota attuale. Processi a freddo e processi a caldo. Le tipologie di processo attualmente in uso sono schematizzate in due categorie: i cosiddetti trattamenti a freddo e i cosiddetti trattamenti a caldo. Nel sentire ecologista i trattamenti a freddo sono quelli buoni che riciclano e non inquinano, quelli a caldo sono cattivi perch distruggono materiali riciclabili e inquinano. Ma proprio cos? Prima domanda: perch recuperare materiali consumando energia cosa buona mentre distruggere materiali recuperando energia cosa cattiva? Il funzionamento di un impianto di selezione, triturazione, vaglio ecc., la produzione di compost in camere chiuse riscaldate ecc. consumano milioni di kw che sono prodotti bruciando carbone, petrolio e metano con gravi costi ambientali in termini di estrazione, trasporto, combustione, scorie, elettrodotti ecc., anche se questo succede da unaltra parte, in un luogo che non si vede e non ci turba. interessante provare a quantificare quanti chili di carbone si bruciano

per recuperare un chilo di plastica/ carta o produrre un chilo di compost (che in genere poi non vedr mai i campi perch inquinante). altrettanto assurdo bruciare materiali per produrre elettricit e calore in quantit inferiori allenergia necessaria per produrre quegli stessi materiali che si potrebbero recuperare e riciclare. Sia i materiali che lenergia possono essere risorse o fonti dinquinamento, o ambedue le cose contemporaneamente. La fisica moderna ci dice che materia ed energia sono la stessa cosa, manifestazioni diverse dello stesso fenomeno e come tali vanno comprese e trattate. In soldoni possiamo dire che a freddo si salvano i materiali e si spreca energia, a caldo si recupera energia e si sprecano materiali. Si stanno creando buone pratiche che integrano le due tipologie (come lenergia da biogas e la pirogassificazione) ed questa la strada da seguire. Non si tratta di etichettare processi come buoni o cattivi ma di fare un serio bilancio di massa/energia e valutare quale processo virtuoso perch consuma meno la terra valorizzando al meglio le risorse, in questo caso la risorsa rifiuto. E arriviamo finalmente al tema del titolo e dellarticolo. Non c dubbio che lincenerimento sia un processo strutturalmente sprecone e pertanto inquinante (i processi meno efficienti producono ovviamente pi scorie). Diversa la gassificazione a bassa temperatura in cui la valorizzazione

dei materiali processati molto pi efficiente con il vantaggio di produrre emissioni in scala ridotta. Gassificatore (piroscissore) Temperature basse (350 - 500 C) Carenza di ossigeno Processo lento senza fiamma Lento movimento dei fluidi Inceneritore (termovalorizzatore) Temperature medio-alte (700/900 C) Ventilazione forzata Combustione forzata Turbolenze pulverulente Linceneritore brucia i rifiuti in grandi ambienti in condizioni di ventilazione forzata, generando combustioni imperfette sia per la disomogeneit del combustibile, sia per le ampie dimensioni della camera di combustione che comportano gap termici e stechiometrici. Le turbolenze generate dalla ventilazione forzata producono grandi quantit di particolato Le temperature disomogenee (mediamente tra i 700 e i 900 C, ma con variazioni rilevanti nelle diverse zone e nelle diverse fasi del processo) creano le condizioni ottimali per

la genesi di tutti i tipi di inquinanti (diossine e furani, PCB, ossidi vari ecc.) Le temperature e la ventilazione forzata favoriscono poi levaporazione e il trascinamento dei metalli pesanti presenti nel rifiuto Le temperature non sono abbastanza alte per dissociare le molecole complesse generate per le quali sono necessarie (e la normativa prescrive) temperature tra i 900 e i 1300 C La filtrazione dei fumi, efficace solo sulle particelle di dimensioni maggiori, richiede assidue e costose manutenzioni e i filtri esausti diventano a loro volta rifiuti pericolosi che vanno inceneriti reinserendo nel ciclo le sostanze filtrate con fenomeni di accumulo. Le grandi dimensioni degli impianti (da 150 ton/giorno a 600 ton/g) generano un flusso di emissioni che, anche se inferiori in percentuale dei limiti di legge, assumono dimensioni ponderalmente massicce generando nelle zone limitrofe accumuli pericolosi di sostanze tossiche per le persone, gli animali e le piante (con i noti meccanismi di accumulo nella catena alimentare). La gassificazione a bassa temperatura con combustione del syngas ad alta temperatura. Nella gassificazione a bassa temperatura invece, il processo di estrazione del gas sintetico dai materiali processati avviene in ambiente di dimensioni limitate, in carenza di ossigeno (quindi non brucia nulla), con tempi lenti tarati sulle sue caratteristiche del rifiuto.

Le temperature basse non vaporizzano i metalli pesanti (che possono essere recuperati nelle ceneri) e lassenza di ventilazione forzata limita al massimo leffetto trascinamento. Ossidi di azoto, fluoro ecc. e diossine e similari sono ostacolati nella loro formazione dalla carenza di ossigeno, lassenza di fiamma e la bassa temperatura. Il processo lento in grado di valorizzare al massimo il potere calorifico dei materiali estraendo metano, idrogeno, ossido di carbonio, tracce di idrocarburi ecc. Se poi, come nel processo illustrato nellimmagine sottostante, il syngas prodotto viene convogliato e bruciato in ambiente chiuso a temperature attorno ai 1200 C, qualsiasi molecola complessa pericolosa viene dissociata. Impianti di questo tipo possono, anzi devono, essere piccoli per garantire omogeneit di processo nelle celle (10-15 ton a modulo) ed eventualmente, per necessit maggiori, assemblati in parallelo, garantendo cos sia la piena valorizzazione del rifiuto/risorsa, sia lalta efficienza nella produzione di energia termica ed elettrica e, soprattutto, il minimo impatto ambientale e un risparmio considerevole nelle emissioni di CO2. Una scelta di ampio respiro La scelta, in una visione ampia e prospettica, non tra processi a caldo o a freddo, ma tra una produzione di energia basata su combustibili fossili e una produzione ottenuta valorizzando il potere calorifico del rifiuto residuo (dopo il recupero e il riciclo). Lenergia prodotta da una centrale a combustibile fossile costosa sia in termini economici (costo dei carburanti), che politici (dipendenza dai paesi produttori), che ambientali (estrazione, trasporto, raffinazione, combustione, scorie ecc.) Lenergia prodotta da un pirogassificatore gratis sia in termini economici (limpianto si paga con il prezzo di conferimento del rifiuto), che politici (i rifiuti ce li produciamo da soli), che ambientali (minime emissioni disperse sul territorio in cambio del recupero delle discariche). Invece di produrre energia con una centrale a carbone (che costa) meglio produrla gassificando i rifiuti creando un circolo virtuoso che pu permettere alle collettivit (anche piccole) di smaltire sul posto i rifiuti autogenerandosi lenergia che gli serve. Questa tecnologia ci mette in condizione di creare una nuova idea sociale: lenergia a Km 0. E sar una grande conquista per la collettivit.
*Consulente Ambientale

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NUOVO DECRETO MINISTERIALE PER CONSENTIRE IN ITALIA LO SMALTIMENTO AGEVOLATO DI NUMEROSI FANGHI

Criteri di ammissibilit in discarica: i primi indirizzi applicativi della Regione Puglia


Tra le novit di rilievo le modifiche introdotte dallarticolo 6 Impianti di discarica per rifiuti speciali
Paolo Garofoli* - Antonio Antonicelli**

ome noto agli operatori del settore, il DM 27 settembre 2010 Definizione dei criteri di ammissibilit dei rifiuti in discarica, in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministero dellAmbiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005 nel rendere maggiormente rispondente ai disposti comunitari il Decreto di recepimento della Decisione 2003/33/ CE del Consiglio del 19 dicembre 2002, ha introdotto novit rispetto al precedente ed abrogato riferimento legislativo di settore. Fra le novit di rilievo, vi sono importanti modifiche introdotte dallarticolo 6 Impianti di discarica per rifiuti non pericolosi, consistenti principalmente nella previsione di non applicabilit del limite di concentrazione nelleluato, per il parametro DOC (carbonio organico disciolto) in favore di molteplici tipologie di rifiuti e nella differenziazione dei limiti di accettabilit per rifiuti non pericolosi da quelli per rifiuti pericolosi stabili e non reattivi, questi ultimi con possibilit di smaltimento in discariche per rifiuti non pericolosi. In particolare, la non applicabilit del limite di concentrazione nelleluato per il parametro DOC stata prevista per molteplici rifiuti (vedi tabella 5 art. 6 ) rappresentati da una serie di CER di cui se ne omette lelencazione : Appare, quindi, evidente il soccorso operato dal nuovo decreto ministeriale per consentire in Italia lo smaltimento agevolato di numerosi fanghi, in generale a matrice organica, per cui era evidentemente negato laccesso in discarica secondo i criteri dellabrogato DM 3 agosto 2005 a causa del mancato rispetto del paramento DOC generalmente superato per effetto dellelevato contenuto di sostanza organica presente. In realt, per alcune tipologie di

Ing. Paolo GAROFOLI

fanghi di cui alle tabelle di cui sopra, lapplicazione della normativa ministeriale determina criticit tecniche in ragione dellassenza di criteri statali che chiariscano lesatta definizione dei trattamenti di riduzione consistente dellattivit biologica e di riduzione del contenuto di sostanze organiche a cui subordinare la non applicabilit del limite di concentrazione nelleluato del parametro DOC. A conclusione di confronti interregionali promossi dalla Regione Piemonte, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome con documento 11/64/CR7a/ C5 (maggio 2011) hanno colmato lattuale carenza normativa statale definendo gli specifici processi depurativi a cui sottoporre i fanghi, associati alla lettera a) in calce alla tabella 5 del DM 27/09/2010, per garantire la riduzione dellattivit biologica necessaria alla non applicazione del parametro DOC nel relativo eluato per il conferimento in discarica per rifiuti non pericolosi, nonch il parametro idoneo per la misurazione del grado di efficacia

dei processi depurativi volti alla riduzione dellattivit biologica (Indice di Respirazione Dinamico). Con Delibera di Giunta n. 1651 del 19 luglio 2011, la Regione PUGLIA ha disciplinato i cosidetti Primi indirizzi applicativi in materia di ammissibilit di rifiuti in discarica. Il documento regionale, di complemento alla disciplina statale, si articola su due pilastri portanti: 1. principio della straordinariet per il rilascio di deroghe rispetto agli ordinari criteri di ammissibilit in discarica; 2. precisa individuazione dei trattamenti e relative prestazioni per consentire lesonero dal rispetto del parametro DOC nei fanghi di cui alla lettera a) in calce alla tabella 5 del DM 27/09/2010 (fanghi prevalentemente provenienti dallagroindustria, dalla lavorazione della carta e dal trattamento delle acque reflue urbane) ai fini dello smaltimento in discarica. Per il punto 1, riprendendo le conclusioni del parere rilasciato dallISPRA alla Regione Veneto, la Re-

gione Puglia sancisce il carattere di straordinariet che deve rivestire la concessione di deroghe rispetto ai valori limite per i parametri specifici fissati agli articoli 5, 6, 8 e 9 del DM 27/09/2010. La concessione di deroga deve essere circoscritta a casi limitati in cui, per particolari tipologie di rifiuti, si evidenziasse limpossibilit di rispettare i criteri di ammissibilit individuati dal decreto ministeriale, anche a seguito di un eventuale trattamento. Il decreto legislativo 36/2003, infatti, stabilisce allart. 7 comma 1, che i rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento e che tale disposizione pu essere disattesa solo nel caso di rifiuti inerti il cui trattamento non contribuisce allo smaltimento in condizioni di sicurezza, riducendo la quantit dei rifiuti o i rischi per la salute umana e lambiente, o non risulti indispensabile ai fini del rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente. Pertanto, con un criterio di applicazione graduale delle deroghe, la concessione di sottocategorie ai sensi dellarticolo 7 del DM 27/09/2010 pu essere valutata solo nel caso in cui le caratteristiche dei rifiuti non rispettino neanche i criteri di ammissibilit previsti dallarticolo 10 (che consente valori limite pi elevati nella misura massima di 3 volte rispetto ai limiti ordinari degli articoli 5, 6, 8 e 9) del medesimo decreto ministeriale. Passando al punto 2, la Delibera di Giunta 1651/2011 stabilisce che, nelle more di uneventuale specifica disciplina ministeriale, il parametro DOC non soggetto a limiti di concentrazione nelleluato per laccettabilit in discariche per rifiuti non pericolosi per i rifiuti di cui alla lettera a) della Tabella 5 del DM 27/09/2010 purch trattati mediante i seguenti processi idonei a ridurne lattivit biologica, quali stabilizzazione chimica con calce; stabilizzazione termica; digestione aerobica e digestione anaerobica.

Stante la rappresentativit dellIndice di Respirazione Dinamico Potenziale (determinato secondo la norma UNI/TS 11184 metodo A) quale parametro per la misurazione dellattivit biologica, la relativa riduzione in forma consistente (finalizzata sostanzialmente a contenere limpatto olfattivo) garantita solo se il fango presenta un valore di IRDP non superiore a 1.000 mgO2/kgSVh (con intervallo di tolleranza del 15%) in sintonia con quanto indicato dalla DGRP 23 aprile 2009 n. 646 in materia di parametri per lutilizzo di Rbd (rifiuto biostabilizzato da discarica) come materiale di copertura in discarica. Viene, inoltre, disciplinata la possibilit di trattamento da parte di soggetti terzi, rispetto al produttore iniziale del rifiuto, al fine della non applicabilit del limite nelleluato del parametro DOC alle condizioni che i fanghi trattati dovranno essere caratterizzati da IRD non superiore a 1.000 mgO2/kgSVh (con intervallo di tolleranza del 15%); che i fanghi trattati, contraddistinti da differenti codici CER rispetto ai fanghi da sottoporre a trattamento, dovranno essere conferiti in discarica autorizzata in sottocategoria ai sensi dellart. 7 comma 1 lettera b) con deroga per il parametro DOC e che i trattamenti dei fanghi devono essere annotati sul Registro di riduzione dellattivit biologica dei fanghi - Tabella 5 lettera a) del DM 27/09/2010 vidimato da ARPA Puglia e compilato sullo schema dellALLEGATO A. Infine, viene stabilito un periodo transitorio di 6 mesi, quale termine congruo volto a consentire agevolmente ai produttori di rifiuti e ai gestori di discariche autorizzate ladeguamento ai contenuti degli indirizzi applicativi.
*Alta Professionalit Ufficio Autorizzazione Integrata Ambientale Regione Puglia, Assessorato Ecologia e Ambiente **Regione Puglia, Dirigente Servizio Ecologia

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LA DIRETTIVA EUROPEA 2008/99/CE HA APPORTATO SOSTANZIALI MODIFICHE ALLA NORMATIVA AMBIENTALE

Non imputabile allente la responsabilit per il reato di gestione non autorizzata di rifiuti
Responsabilit solidale qualora il fatto illecito sia imputabile ad amministratori
Amleto CAROBELLO*

l D.Lvo n. 121/2001, nel recepire la direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dellambiente, ha apportato una serie di modifiche alla normativa ambientale, la pi importante delle quali lintroduzione di alcuni reati contro lambiente tra quelli per i quali scatta la responsabilit degli enti prevista dal D.Lgs n. 231/01. Tale decreto ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilit degli Enti per i reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti in posizione apicale o subordinata, purch si tratti di reati espressamente previsti dalla legge. Pur definita amministrativa, una vera e propria responsabilit penale, aggiuntiva (e non sostitutiva) rispetto a quella della persona fisica individuata quale autore del reato presupposto, e pu comportare a carico dellente lapplicazione di misure interdittive e cautelari, quali la sospensione del diritto di contrarre con la P.A., la revoca delle licenze o concessioni e la sospensione parziale dellattivit, oltre il sequestro, finalizzato alla confisca, di somme di denaro, beni o altre utilit della societ di valore equivalente al prezzo o al profitto del reato. Sino allemanazione del D.Lvo 121/11, nellelenco dei reati la cui commissione consente di estendere la responsabilit anche allente non vi erano i reati ambientali, nonostante gi un precedente disegno di legge (Bozza Pisapia) lavesse previsto. Anche lart. 192 del T.U. del 2006, disciplinando labbandono e il de-

posito incontrollato dei rifiuti, prevede al comma IV una forma di responsabilit solidale della persona giuridica qualora il fatto illecito sia imputabile ad amministratori o rappresentanti della stessa. Ma la Cassazione, con una pronuncia del 2008, ha chiarito che non imputabile allente, ai sensi del d.lg. 231/2001, la responsabilit amministrativa per il reato di gestione non autorizzata di rifiuti, in quanto, pur essendovi un richiamo a tale responsabilit nellart. 192, comma 4, d.lg. 152/06, difettano attualmente sia la tipizzazione degli illeciti che lindicazione delle sanzioni. Questo conferma la assoluta novit introdotta dal recente decreto che, per, ha esteso la responsabilit dellente, come detto, solo ad alcune fattispecie penali (ad esempio lo scarico non autorizzato di acque reflue industriali, il traffico illecito di rifiuti, le violazioni del sistema di controllo sulla tracciabilit dei

rifiuti, inquinamento atmosferico), escludendone altre che pure hanno particolare rilevanza quali, ad esempio, lipotesi di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti (il solo comma II dellart. 256 del T.U. stato lasciato fuori dallelenco, forse in ragione di quanto disposto dallart. 192 dello stesso T.U.), nonch le contravvenzioni previste per chi eserciti determinate attivit senza essere in possesso dellautorizzazione integrata ambientale, o dopo che sia stata revocata o sospesa. Secondo le schema generale previsto dal D.Lgs n. 231/01, in questo micro-sistema in cui i soggetti destinatari non sono le persone fisiche bens gli enti forniti di personalit giuridicale societ e associazioni anche prive di personalit giuridica [art. 1 comma II, D. Lgs. 231/01], sono previste sanzioni amministrative [art. 9] e specifiche misure cautelari applicabili in presenza dei presupposti di legge

[Sezione IV del Capo III]. Il D.Lvo 121/11 ha privilegiato lapplicazione delle sanzioni pecuniarie, espressamente calibrate a seconda delle ipotesi di reato elencate, con unoscillazione in media tra un minimo di 150 ed un massimo di 250 quote, e un picco massimo per lipotesi di attivit organizzate per il traffico illecito di rifiuti, quando queste abbiano ad oggetto rifiuti ad alta radioattivit, nel qual caso la sanzione oscilla tra quattrocento e ottocento quote (ai sensi dellart. 10 D.Lvo 231/2001, la quota va da un minimo di 260 a un massimo di 1549 ). Solo in alcune ipotesi, ritenute pi gravi (si pensi alla realizzazione o gestione di discarica abusiva ovvero al traffico illecito di rifiuti), alla condanna potr conseguire anche lapplicazione delle sanzioni interdittive previste dalla 231 (ad esempio interdizione dallesercizio dellattivit o sospensione e/o revoca delle autorizzazioni), per una

durata massima di sei mesi. Il legislatore delegato, inoltre, ha espressamente delimitato lapplicazione della pi grave delle sanzioni, ossia linterdizione definitiva dallesercizio dellattivit, al solo caso in cui lente o una sua unit organizzativa vengono stabilmente utilizzati allo scopo unico o prevalente di consentire o agevolare la commissione dei reati di attivit organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di inquinamento doloso provocato dalle navi. In assenza di unespressa previsione in tal senso, si deve ritenere che, al pari di quanto stabilito dal D.Lvo 231, anche rispetto ai reati am b ientali le s o ciet possano essere esonerate da tale responsabilit dando prova di aver adottato, prima della commissione dei reati, modelli di organizzazione e gestione finalizzati a prevenirli, prevedendo anche un apposito organismo, dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, che vigili sul funzionamento dei modelli adottati, curandone il loro costante aggiornamento. Si tratta dellunico rimedio efficace per andare esente da responsabilit, dimostrando che gli autori del reato lo abbiano commesso eludendo fraudolentemente le indicazioni contenute nei modelli stessi e che lorganismo di vigilanza non abbia omesso di svolgere la sua funzione, motivo per cui vi da ritenere che la novit legislativa introdotta con il recente decreto indurr gli imprenditori del settore a prestare maggiore attenzione alladozione di tali modelli, ci per evitare lapplicazione di sanzioni gravose per leconomia dellazienda. *Avvocato

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SI INASPRISCONO LE SANZIONI PENALI E AMMINISTRATIVE PER I FURBETTI DELLA GESTIONE ILLECITA DELLAMBIENTE

Gestione rifiuti: confisca obbligatoria per i reati ambientali


Il dissequestro dellautomezzo si ottiene solo con la procedura di oblazione
Rossana BALICE*

a questione oggi trattata riguarda quella se in una delle ipotesi di reato previste dallart. 256 del D.Lgs. n. 152/06, si pensi ad esempio alla fattispecie del trasporto di rifiuti senza la prescritta autorizzazione, diventi obbligatoria, previo sequestro preventivo, la confisca del mezzo di trasporto utilizzato al fine della suddetta attivit, cos come prevista, dal successivo art. 259, comma 2, del succitato decreto legislativo, dettato in tema di reato di traffico illecito di rifiuti. La risposta sarebbe essere positiva, in quanto quella in esame una confisca obbligatoria, poich il D.Lgs. n. 152/06, art. 259, comma 2, prevede che alla sentenza di condanna o a quella pronunciata a norma dellart. 444 c.p.p. consegue obbligatoriamente la confisca del mezzo utilizzato per il trasporto dei rifiuti non solo per i reati relativi al traffico illecito di rifiuti di cui al comma 1 ma anche per quelli comunque connessi al trasporto illecito di cui allart. 256 ed art. 258, comma 4, come si desume agevolmente dal rinvio a tutto lart. 256. Quindi la condanna per un qualsiasi reato previsto dallart. 256 citato comporta obbligatoriamente la confisca del mezzo. La confisca per, nelle ipotesi anzidette, pu essere applicata solo con la sentenza di condanna o con quella di patteggiamento e non pure con il decreto penale di condanna, come stabilisce la Cassazione Penale con sentenza n. 36063 del 7/7/09. (In applicazione di tale principio la Corte, nella sentenza appena citata, ha rigettato il ricorso del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi avverso la revoca di sequestro disposta con decreto penale sulla base della non ritenuta confiscabilit, a norma dellart. 259, comma 2, D.lgs. n. 152/06, del mezzo utilizzato per il trasporto illecito di rifiuti, in quanto allimputato era stato contestato il reato di cui al cit. D.Lgs., art. 256, n. 4). Quindi, secondo la giurisprudenza praticamente maggioritaria, il sequestro preventivo e successiva confisca, sono obbligatori anche se successivamente sopravviene liscrizione allAlbo dei gestori ambientali del titolare dellautomezzo adibito al trasporto di rifiuti ed consentita la revoca solo ove vengano a mancare gli elementi costituenti il fumus commissi delicti (sentenze Cassazione Penale, 12/1/11 n. 5353 e 28/1/09 n. 10710). In definitiva, sulla base dei dettati normativi di cui sopra, i giudici della Suprema Corte ritengono che la confisca dei mezzi di trasporto uti-

lizzati per la commissione dei reati in parola costituisce una misura obbligatoria sia nella ipotesi di trasporto illecito di rifiuti, sia di trasporto di rifiuti senza formulario o con formulario con dati incompleti od inesatti ovvero con uso di certificato falso durante trasporto, sia per il reato dattivit organizzate per il traffico illecito di rifiuti (ai sensi dello stesso art. 260 dello stesso decreto legislativo n. 152/06) ove siano stati commessi mediante limpiego di mezzi di trasporto. E tanto perch la obbligatoriet di tale misura e la sua non revocabilit discendono dal fatto che tale confisca ha natura e funzione di pena, cos rientrando tra le previsioni che, con la legge delega 22/2/94 n. 146 per la attuazione delle direttive in materia di rifiuti, hanno originato il precedente art. 53 del D.Lg. n. 22/97, che gi disponeva la confisca obbligatoria dei mezzi di trasporto utilizzati per la commissione del reato di raccolta di rifiuti in mancanza della iscrizione allalbo, ora sostituito dalla disposizione in commento. Dalle succitate sentenze della Cassazione Penale, 12/1/11 n. 5353 e 28/1/09 n. 10710, cui si aggiunge

anche la sentenza del 6/4/05 n. 17439, secondo cui la revoca del sequestro preventivo in relazione a fattispecie di reato per le quali prevista la confisca obbligatoria possibile soltanto nellipotesi in cui vengano a mancare gli elementi costituenti il fumus commissi delicti e che non tengono affatto conto che successivamente gli autori dellillecito si siano messi in regola provvedendo a richiedere ed ottenere la dovuta autorizzazione al trasporto, si discosta per sostanziale difformit la sentenza della Cassazione Penale n. 4100 del 16 ottobre 2007 (ma trattasi di caso isolato ove liscrizione allalbo veniva adempiuta prima dellemissione del decreto di sequestro), la quale, pur ritenendo la confisca come obbligatoria, prevede che il sequestro possa essere revocato quando vengono meno le esigenze cautelari, essendo intervenuta successivamente liscrizione nellAlbo dei gestori ambientali, cio quando il reato oltre che ultimato abbia completamente esaurito i suoi effetti, in quanto non possibile parlare in questo caso di presunzione legale di pericolosit, prevedendo unipotesi in cui la pericolosit del-

la res diventa suscettibile di valutazioni discrezionali e non solo presunta dalla legge. In generale, si pu affermare che la revoca del sequestro preventivo, disposta dallart. 321, comma 3, c.p.p. quando ne risultano mancanti le condizioni di applicabilit previste dal comma 1, vale anche per il sequestro finalizzato alla confisca, di cui al comma 2, se il bene sequestrato risulta appartenere a persona del tutto estranea al reato per il quale stato disposto il sequestro, sicch lassicurazione della libera disponibilit del bene al legittimo proprietario incolpevole non sostiene alcuna situazione di pericolo, (vedi sentenza Cassazione Penale del 14/1/99 n. 80 in cui le sole esigenze preventive poste a base del provvedimento cautelare erano state collegate al quadro di astratta garanzia relativo alla mancata iscrizione del mezzo nellalbo nazionale gestori ambientali, circostanza questa che era venuta meno con il sopraggiunto adempimento). In ogni caso i suddetti provvedimenti possono trovare applicazione anche quando i titolari di enti ed imprese ed i responsabili di enti hanno omesso di vigilare

sulloperato dei dipendenti che hanno posto in essere la condotta di abbandono, in quanto il reato di cui al D.Lgs. n. 152/06, art. 256 comma 2, sebbene reato proprio dellimprenditore o del responsabile di ente, non infatti necessariamente un reato a condotta attiva, potendo concretarsi anche in una omissione. Si pensi alla fattispecie in cui il sequestro preventivo riguardi un autocarro adibito al trasporto di rifiuti abbandonati in modo incontrollato e condotto da un dipendente del titolare dellimpresa che prospetta quanto meno unipotesi di culpa in vigilando. Si tratta della applicazione del principio generale della responsabilit per il mancato rispetto delle normativa di settore, come delineata dal D.Lgs. n. 152/06, e successive modifiche, discendente dalla attivit di produzione di beni e servizi organizzata sotto forma di impresa, individuale o societaria o gestita in via istituzionale. Inoltre lipotesi di reato di cui al comma 2 dellart. 256 ipotizzabile non soltanto in capo alle imprese o agli enti che effettuano una delle attivit indicate al comma 1 dello stesso articolo (raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti), ma a qualsiasi impresa, avente le caratteristiche di cui allart. 2082 c.c., o ente con personalit giuridica o operante di fatto (sentenza Cassazione Penale 18/5/07 n. 24736 e nota n. 7 Cass. Pen. 2008, 06, 2594). Ne consegue che, nel caso in cui lattivit di trasporto abbia avuto ad oggetto rifiuti non pericolosi e quindi lipotesi di reato rientri nella fattispecie di cui allart. 256 comma 1 possibile ottenere il dissequestro del mezzo, evitando cos la confisca obbligatoria, facendo, prima dellapertura del dibattimento ovvero del decreto di condanna, domanda di oblazione ai sensi dellart. 162 bis c.p., essendo solo in quel caso, e non in quello in cui la fattispecie riguardi rifiuti pericolosi ai sensi del comma 2 art. 256, prevista la pena alternativa dellarresto o dellammenda per cui il contravventore, facendo domanda di oblazione con contestuale deposito di 13.000 (pari alla met del massimo dellammenda stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa, lart. 256 infatti prevede precisamente al comma 1 la pena dellarresto da tre mesi a un anno o con lammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi), pu vedersi restituito lautomezzo gi sottoposto a sequestro preventivo, e vedersi estinto lafferente reato.
*Avvocato

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STRAORDINARIO ESEMPIO DI AUTOPRODUZIONE ENERGETICA LENERGIA GEOTERMICA A BASSA ENTALPIA

Il Paradigma dellautosufficienza calorica e gli strumenti dellinnovazione scientifica


Il ricorso alle fonti alternative possibile in qualsiasi contesto produttivo
Vito Felice URICCHIO*

e pi recenti innovazioni tecnologiche, unite allaccresciuta sensibilit alle questioni ambientali ed al contesto economico caratterizzato dal progressivo incremento di costo dei combustibili fossili stimola percorsi di efficientamento energetico e/o di riduzione dei consumi energetici anche attraverso il ricorso alle autoproduzioni di energia alternativa. Infatti il ricorso alle fonti energetiche alternative possibile in qualsiasi contesto dagli ambiti domestici a quelli produttivi, conseguendo il positivo effetto di stimolare ad una rinnovata attenzione alla riduzione dei consumi ed allabbattimento degli sprechi. Uno straordinario esempio di ricorso di autoproduzione energetica per la climatizzazione degli ambienti e per la produzione di acqua sanitaria lenergia geotermica a bassa entalpia che ha anche il pregio della certezza e della continuit delle risorse (a differenza delleolico e fotovoltaico fortemente dipendenti dalle condizioni meteo climatiche) evitando, altres, qualsiasi tipo dimpatto paesaggistico. Per rendersi conto dellimportanza del potenziale contributo espresso della geotermia a bassa entalpia, basta considerare che lenergia impiegata nel settore civile per il riscaldamento degli ambienti e dellacqua sanitaria, rappresenta circa il 20% del consumo energetico totale italiano e che, considerando la climatizzazione estiva, tale percentuale raggiunge quasi il 30%. Lenergia necessaria per tali utilizzi deriva, quasi esclusivamente, da combustibili, liquidi e gassosi, generando un significativo inquinamento atmosferico, che provoca a sua volta danni allambiente con effetti nocivi alla salute delluomo.

Unesempio di ricorso di autoproduzione energetica per la climatizzazione degli ambienti lenergia geotermica a bassa entalpia
La stabilit delle risorse consente anche interessanti impieghi in ambiti produttivi in cui si utilizzi la refrigerazione o il riscaldamento, ossia in qualsiasi contesto, dalla produzione dei vini (processo di vinificazione), alla produzione di latticini e formaggi (industria casearia), allacquacoltura, alla produzione floreale o ortofrutticola in serre, alla trasformazione dei prodotti alimentari, alla ristorazione e catering, allindustria farmaceutica, allindustria conciaria, alla termovalorizzazione o alla digestione anaerobica dei rifiuti, alla balneologia, etc. Interessanti ambiti applicativi possono far riferimento anche al recupero ambientale di miniere, alla utilizzazione di acque di drenaggio di aree soggette a fenomeni franosi o in gallerie, alla bonifica di aree contaminate, etc. In tale direzione occorre considerare che labbattimento dei costi energetici costituisce esso stesso elemento di competitivit incidendo direttamente sui costi di produzione e sullimmagine aziendale, in ragione della riduzione o dellannullamento delle emissioni di gas climalteranti, tra cui il CO2.

Il progetto VIGOR - Valutazione del potenzIale Geotermico delle regiOni ConveRgenza, finanziato dal POI Energia (http:// www.vigor-geotermia.it/), offre interessanti elementi per valutare concretamente le opportunit di sfruttamento delle risorse geotermiche per utilizzi diretti ed indiretti in Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Infine occorre considerare che la geotermia a bassa entalpia, rispetto ad altre fonti energiche alternative, a fine ciclo produce rifiuti di modesta entit e si pensi, inoltre, che sfruttando solo l1% del potenziale geotermico possibile soddisfare lintero fabbisogno energetico di una regione. Il passaggio allautoproduzione energetica, mirando ad obiettivi di autosufficienza, viene vista da alcuni economisti quale elemento determinante per lavvio di una terza rivoluzione industriale che dalla distribuzione centralizzata ed oligopolistica dellenergia passa alla diffusione e democratizzazione delle fonti energetiche. In tale direzione ogni abitazione o azienda (anche la pi piccola) potrebbe trasformarsi da elemento di consumo in produttore di energia, auto-alimentandosi grazie allenergia elettrica fotovoltaica o mini-eolica sul proprio tetto, a mini impianti a biomassa o digestori per la produzione di biogas, allenergia geotermica con pompe di calore o a tante piccole innovazioni che consentono di produrre energia nelle forme pi originali: piante artificiali che imitando la fotosintesi producono energia fruibile (recente scoperta del MIT - Massachussetts Institute of Technology basata su un sistema a nichel economico e catalizzatori di cobalto che consentono di effettuare una particolare fotosintesi clorofilliana che scinde lidrogeno dallossigeno ottenendo

dieci volte lenergia derivante da una semplice foglia); lautoproduttore casalingo di biogas, una sorta di digestore compatto sperimentato e realizzato dallAppropriate Rural Tecnology Institute del Maharashtr, che consiste in un bidone in cui smaltire i rifiuti organici e gli scarti alimentari sminuzzati, che si trasformano in gas da utilizzare in cucina o per la produzione di acqua sanitaria; caricabatterie ad acqua che trasformano un cucchiaino dacqua in idrogeno sufficiente per ricaricare completamente un cellulare con una piccola e leggera cella a combustibile; cellulari che si ricaricano con la voce per cui si carica parlando anzich scaricarsi, le reti intelligenti, che consentono di ottimizzare i consumi e la loro distribuzione, gestendo opportunamente i consumi di energia in fasce orarie a pi basso costo o in concomitanza con picchi di autoproduzione (qualsiasi fonte sia dal minieolico al fotovoltaico, etc.). In tale direzione occorre considerare le dispersioni di energia che si generano sia attraverso il trasporto che mediante laccumulo per cui lautoproduzione , nei termini, esso stesso un elemento di efficientamento dei consumi perch consente il risparmio di unimportantissima aliquota di energia che si disperde durante la distribuzione. Tali rilevanti orientamenti hanno il pregio di evitare il progressivo depauperamento delle risorse note di idrocarburi liquidi e gassosi, limitare la dipendenza dalle fonti energetiche importate e quindi contrastare il progressivo aumento dei prezzi dei carburanti che affliggono i cittadini ed i settori produttivi e che hanno impatti anche sulla bilancia dei pagamenti nazionale.
*Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Ricerca Sulle Acque

Riservati agli studenti 1600 biciclette


Un progetto dellassessore Guglielmo Minervini

dotta una bici. E questo il progetto dellassessorato alle Infrastrutture Strategiche e Mobilit della Regione Puglia. Partiamo dialogando con la platea pi pronta a lanciarsi in questo cambiamento - spiega Guglielmo Minervini - per sancire la rilevanza anche culturale di questo progetto che stato condiviso e sostenuto sin dalla sua origine. Agli studenti sono riservate 1.600 biciclette. Il progetto si chiama Cicloattivi Universit e coinvolge le universit pugliesi. (s.d.b.)

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LA REGIONE PUGLIA AVEVA RIGETTATO UNISTANZA FINALIZZATA ALLA COSTRUZIONE DI UN PARCO EOLICO NELLA MURGIA BARESE

Fonti alternative: La Corte di Giustizia conferma il divieto di impianti eolici in SIC e ZPS
LUE vieta linstallazione di impianti alternativi non finalizzati allautoconsumo energetico
Giorgia BARBIERI*

a Corte di Giustizia Europea, con sentenza del 21 luglio 2011, si espressa in ordine alla questione pregiudiziale sollevata dal Tar Bari con ordinanza di rimessione n. 273 del 15/12/2009 relativamente alla compatibilit della normativa regionale a tutela delle zone SIC e ZPS appartenenti alla Rete ecologica europea (Rete natura 2000), con i principi desumibili dalle direttive comunitarie a tutela degli habitat prioritari e della fauna e flora selvatiche, asserendo che la Direttiva 21 maggio 1992, 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, la direttiva del Consiglio 2 aprile 1979, 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, la direttiva del Parlamento europeo e del Consi-

glio 27 settembre 2001, 2001/77/ CEE, sulla promozione dellenergia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dellelettricit, e la direttiva del parlamento europeo e del Consiglio 23 aprile 2009, 2009/28/CEE, sulla promozione delluso dellenergia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CEE e 2003/30/ CE, devono essere interpretate nel senso che esse non ostano ad una normativa che vieta linstallazione di aerogeneratori non finalizzati allautoconsumo su siti appartenenti alla rete ecologica Natura 2000, senza alcuna previa valutazione dellincidenza ambientale del progetto sul sito specificatamente interessato, a condizione che i principi di discriminazione e di proporzionalit siano rispettati. La Regione Puglia, allepoca dei fatti che generarono il conten-

zioso, aveva rigettato unistanza finalizzata a realizzare un parco eolico nel parco nazionale dellAlta Murgia, richiamando le pertinenti disposizioni regionali che eleggevano come aree non idonee quelle scelte dal proponente ai fini della realizzazione di un impianto eolico industriale. Il Tar Puglia, investito della lite promossa dalla societ ricorrente, aveva rimesso la questione alla Corte di Giustizia, assumendo che non ci fossero i presupposti sufficienti a dirimere la questione di legittimit sottopostale ma che, viceversa, fosse necessario rimettere la suddetta questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea. La sentenza in oggetto dunque conferma la possibilit per gli Stati membri di vietare linstallazione di impianti eolici non finalizzati allautoconsumo allinterno di un sito Natura 2000, a condizione che il

divieto sia conforme alle politiche ambientali ed energetiche dellUE, che non sia contrario al principio della parit di trattamento e che non vada oltre quanto necessario per realizzare lo scopo perseguito. Gli stati, dunque, sono tenuti ad assicurare che le norme nazionali in materia di procedure di autorizzazione, certificazione e concessione di licenze applicabili agli impianti e alle connesse infrastrutture della rete di trasmissione e distribuzione per la produzione di elettricit, siano proporzionate e necessarie, approvando norme oggettive, trasparenti, proporzionate, che non contengano discriminazioni tra partecipanti e tengano pienamente conto delle specificit di ogni singola tecnologia per le energie rinnovabili. Tale sentenza ricalca quanto la Regione Puglia aveva gi intrapreso nella costruzione di una propria

ed autonoma normativa in campo energetico/ambientale, volta a preservare da iniziative imprenditoriali determinate zone del nostro territorio, ritenute particolarmente meritevoli di tutela, con particolare riferimento non solo alla normativa nazionale che, con il DM 17 ottobre 2007 aveva delegato al Ministero dellAmbiente e della tutela del territorio e del mare lindividuazione dei criteri minimi uniformi sulla base dei quali le Regioni devono adottare le misure di conservazione di cui agli artt. 4 e 6 del DPR 8 settembre 1997 n. 357, ma soprattutto a quella regionale pugliese che, dapprima con il R.R. n. 15/2007 e poi con la Legge Regionale n. 31/2008, aveva legiferato in senso protezionistico e pi tutelativo di determinati territori pugliesi particolarmente sensibili. *Avvocato

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NEL 1980 SI SVILUPPA UNA FORTE SENSIBILIT ANTIAMIANTO CUI CONSEGUE LA DEFINITIVA MESSA AL BANDO

In arrivo il nuovo progetto regionale sullamianto per monitorare in Puglia i siti a rischio salute
Una parte importante del Piano riguarder la realizzazione di un albo delle imprese specializzate
FULVIO LONGO*

e ragioni della massiccia quantit e degli svariati usi tecnologici che dellamianto sono stati fatti nei decenni passati risiedono nella sua elevata resistenza meccanica e flessibilit, nella sua elevata resistenza alle intemperie, nella non infiammabilit e nelle sue spiccate propriet termoisolanti, oltre alla facilit nel filarlo e miscelarlo con altre sostanze. Sebbene sin dalla prima met del secolo scorso svariati studi avessero svelato le propriet fibrosclerogene di tale materiale e dagli anni 60 in poi una mole di dati avessero evidenziato il legame con il mesotelioma maligno della pleura, solo negli anni 80 si sviluppa una forte opinione pubblica antiamianto cui consegue la definitiva messa al bando da tutti gli Stati europei. In Italia ci avviene con la Legge 257 del 1992 la quale prevede che tutte le Regioni si dotino di un piano di decontaminazione dallamianto. Tale norma prevede, fra laltro, che ciascuna Regione effettui un censimento dei siti interessati allinquinamento da asbesto, un censimento delle imprese addette alla bonifica e lindividuazione dei siti da utilizzare per le attivit di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto. Tuttavia la 257/92, pur vietando lestrazione, limportazione, lesportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto o di materiali contenenti amianto (MCA), non ha inibito il possesso di manufatti in opera come ad esempio serbatoi, canne fumarie o coperture in eternit in buone condizioni di conservazione. La messa al bando dellamianto consentir nei prossimi anni, pertanto, un importante riduzione dellincidenza dei tumori asbesto correlati; ci nonostante, dal momento che anche i MCA in matrice compatta sono soggetti a degrado con il passare del tempo con conseguente rilascio di fibre in atmosfera, lazzeramento del rischio appare, ad oggi, ben lungi dallessere raggiungibile. Per queste ragioni lemanando Piano regionale di protezione dellambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dallamianto Puglia si pone lambizioso obiettivo di giungere alla definitiva eliminazione dellesposizione a tale cancerogeno. Nello specifico il Piano mira anzitutto a promuovere la prosecuzione delle attivit di mappatura dellamianto in Puglia realizzate nel 2005, al fine di avere un quadro il pi possibile dettagliato dei siti ove ancora tale materiale persiste. In secondo luogo, allo scopo di

estendere a tutta la popolazione la conoscenza del rischio amianto, prevista unimportante opera di informazione e sensibilizzazione dei cittadini pugliesi, anche attraverso convegni, la pubblicazione di opuscoli o inserzioni sulla stampa e limplementazione di un sito internet interattivo. Saranno altres avviate azioni volte al controllo (attraverso direttive per la vigilanza) delle condizioni di salubrit ambientale e di sicurezza del lavoro fino alle fasi di smaltimento finale dei rifiuti nonch iniziative volte alla sorveglianza epidemiologica delle patologie asbesto correlate ed al counseling sanitario per gli ex esposti per motivi professionali o ambientali. Il piano conterr, dunque, una pri-

ma sezione riguardante i diversi utilizzi che dellamianto sono stati fatti con lo scopo di delineare le dimensioni del problema ed orientare, quindi, la ricerca ed il rinvenimento di MCA, con particolare riferimento allambito delledilizia civile e pubblica, laddove si stima che maggiori siano le quantit di MCA ancora in opera. Una parte importante del Piano riguarder la realizzazione di un albo delle Imprese Specializzate ed Autorizzate alla rimozione a costi convenzionati, eventualmente definendo un sistema standardizzato di smaltimento, con il fine del contenimento dei costi. Saranno inoltre definiti i siti di smaltimento autorizzati in Puglia e, sulla base di una stima dei quantitativi di MCA

ancora presenti sul territorio regionale, la valutazione del fabbisogno di ulteriori volumetrie per gli anni futuri. In unottica di eliminazione definitiva del problema, verr valutata lopportunit di dotarsi di un impianto di inertizzazione (torcia al plasma) che fondendo a 1600 C i MCA restituisce un materiale che pu essere riutilizzato, ad esempio, come fondo per la costruzione delle strade. Questa tecnica, gi in uso in Francia, se da un lato ha il grosso vantaggio di eliminare per sempre lasbesto azich seppellirlo, dallaltro ha il problema dei costi: per eliminare 1 tonnellata di MCA occorrono infatti 1000 euro contri i 200 circa dello smaltimento in discarica. Il capitolo Amianto in Puglia far

il punto della situazione sul tema della mappatura delle coperture di cemento amianto effettuata con il sensore iperspettrale MIVIS del CNR: questa mappa, realizzata nel 2005 tramite riprese aree attuate con un sensore in grado di leggere lo spettro di rifrazione del cemento-amianto, ha permesso di coprire lintera superficie della regione Puglia; tuttavia non pu ritenersi esaustiva non avendo potuto rilevare MCA di minori dimensioni quali piccole coperture, vasche di espansione, canne fumarie. Per tale ragione sar definito un mezzo idoneo a mappare tali manufatti, ad esempio voli a pi bassa quota di rilevazione e con maggior grado di risoluzione, non escludendo segnalazioni da parte della popolazione. E inoltre previsto un monitoraggio dei siti in cui stato accumulato materiale a seguito di operazioni di bonifica su mezzi di trasporto vari quali vagoni ferroviari, navi, barche, aerei e dei capannoni utilizzati e/o dismessi con componenti in cemento-amianto, edifici e strutture dove presente amianto spruzzato, impianti industriali dove stato usato amianto per la coibentazione di tubi e serbatoi. Il Piano conterr poi un capitolo specifico relativo alle problematiche sanitarie dovute allesposizione ad amianto: saranno rappresentate le principali patologie non neoplatistiche (asbestosi, versamenti pleurici benigni, placche pleuriche fibrose e calcifiche) e neoplastiche (tumore pleurico maligno, tumore polmonare) fornendo dati riferiti a tali malattie in Puglia acquisiti ed elaborati dallOsservatorio Epidemiologico Regionale. Infine, previsto un capitolo dedicato alla semplificazione amministrativa, pensata specificamente per la rimozione e raccolta di piccole quantit di materiali contenenti amianto in matrice cementizia o resinoide. Nel corso degli anni, inoltre, sono state rilasciati ben 4 aggiornamenti delle Linee guida per la gestione dei piani di lavoro (obbligo sancito dallart. 250 dell81/08), al fine di perseguire una semplificazione nellapplicazione delle procedure e di uniformare le modalit di rapporto con lorgano di vigilanza (Spesal). Lapplicazione di tutte le norme che dal D. Lgs. 277/91 in poi si sono succedute, fa si che oggi i lavoratori esposti ad amianto possano essere considerati fra i pi protetti in termini di prevenzione di infortuni e tecnopatie.
*Regione Puglia Dirigente del Servizio PATP Area Politiche per la promozione della Salute delle persone e delle pari opportunit

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LIMPIANTO PILOTA DOVREBBE AVERE DIMENSIONI SUFFICIENTI PER TRATTARE MILLE KG DI CEMENTO-AMIANTO

Al via il processo di trasformazione per manufatti in cemento-amianto con siero di latte esausto
Il progetto stato ideato e messo a punto presso il LEBSC dellUniversit di Bologna
Norberto ROVERI*

l processo di trasformazione di manufatti in cementoamianto con siero di latte esausto stato ideato e messo a punto presso il LEBSC (Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica) operante presso il Dipartimento di Chimica G. Ciamician dellAma Mater Studiorum, Universit di Bologna, diretto dal Prof. Norberto Roveri e costituente lUnit Operativa dell Universit di Bologna presso il CIRCMSB (Consorzio Interuniversitario di Ricerca sulla Chimica dei Metalli nei Sistemi Biologici) diretto dal Prof. Giovanni Natile dell Universit di Bari. Il processo per denaturare le fibre di amianto in manufatti di cemento amianto stato brevettato dal Chemical Center S.r.l. (Numero domanda: MI2010A001443Data di deposito: 30/07/2010 CCIAA di deposito: MILANO) e prevede di utilizzare consistenti quantit di siero esausto, avente un pH acido per decomporre a temperatura ambiente la fase cementizia (85%)e liberare le fibre di amianto (15%) in essa inglobate. Fibre che verranno poi denaturate e decomposte in ioni magnesio e silicato utilizzando altre quantit di siero di latte esausto in un processo idrotermale chiuso a 150 C e 2 bar di pressione. Il processo suddiviso nelle due fasi: 1) decomposizione del Carbonato di calcio con liberazione in acqua delle fibre di amianto e 2) decomposizione delle fibre di amianto; non disperde mai fibre di amianto in aria perch tutte le due fasi del processo avvengono sempre in siero di latte esausto. Denatura due inquinanti: amianto e siero esausto e recupera metalli Mg, Ca, Ni, Mn, produce carbonato di calcio nanostrutturato per ledilizia, idropittura, concime e fertilizzanti per lagricoltura e a fine processo non produce rifiuti liquidi o solidi. Il progetto. Limpianto pilota dovrebbe avere dimensioni sufficienti per trattare almeno kg. 1.000 di manufatti in cemento-amianto (onduline in eternit) corrispondente al comune pallet che viene confezionato in sicurezza durante il processo di rimozione, per cui la progettazione di un impianto di maggiori dimensioni, in grado di trattare contemporaneamente alte quantit di cemento-amianto, pu facilmente essere dimensionato moltiplicando semplicemente i parametri dellimpianto pilota per il fattore pi opportuno (10, 20 ..100). Reattore 1 in acciaio o vetroresina a tenuta per gas non in pressione, avente una capacit volume-

trica di ca. lt. 20.000, dotato di frese diamantate che lavorano in immersione. Nel reattore 1 vengono inseriti circa L.15.000 di siero esausto e immerso in esso un intero pallet di onduline (ca. Kg. 1000). La vasca deve essere dotata di un sistema a frese rotanti, che lavorando in immersione in grado di frantumare il pi possibile i manufatti in Eternit. Maggiore sar la frammentazione del manufatto in cemento amianto, minore diventer il tempo necessario per la sua trasformazione chimica. Dopo un numero di ore opportuno, che in funzione del grado di frantumazione prodotto, il cemento (CaCO3) verr completamente trasformato in CO2 gassoso e ioni calcio in soluzione, mentre sul fondo del recipiente si accumuleranno le fibre di amianto e i minerali non di carbonato (quarzo e silicati) utilizzati insieme al cemento e all amianto nella fase di fabbricazione delle onduline. Il CO2 gassoso non sar, grazie alla tenuta del reattore, disperso nellambiente, ma raccolto in un opportuno serbatoio di stoccaggio (Rreattore 2 ), in cui verr direttamente utilizzato o prelevato per diverse utilizzazioni. La soluzione acquosa ricca in ioni

calcio ha pH acido e pu essere asportata mediante una pompa e tubi in immersione protetti da un opportuno filtro che evita lassorbimento di fibre di amianto e di batteri, oppure delle sole fibre di amianto. Possibilit di utilizzo di questa soluzione acquosa di ioni calcio: A) reazione della soluzione acida di ioni calcio con il CO2 gassoso precedentemente immagazzinato nel reattore 2 per ottenere la precipitazione di calcite nanometrica (la ditta interessata la Banca della Calce di Bologna). B) neutralizzazione della soluzione acida di ioni calcio con soda per ottenere idrossido di calcio da usarsi per la preparazione di idropittura (ditta interessata la Banca della Calce di Bologna). Per la produzione di idropittura sarebbe forse opportuno assorbire insieme alla soluzione di ioni calcio anche i batteri che potrebbero avere da morti, per azione della soda, un effetto sulfattante. Entrambe le reazioni A) e B) potrebbero essere condotte nel reattore 2 per reazioni idrotermali in alternativa alla reazione che porta alla denaturazione delle fibre di amianto lasciate nella vasca dopo l aspirazione della soluzione ricca in ioni Calcio.

Reattore 2 reattore idrotermale, ovvero una cisterna chiusa in acciaio in grado di sopportare una pressione interna di 2 atmosfere, con un sistema riscaldante esterno che le consente di raggiungere temperature di circa 150-170 C e avente volume da definire in funzione dei costi di realizzazione tra L 5.000 e 10.000. In questo reattore senza usare la temperatura e la pressione si possono condurre le reazioni A) e B) quando non viene condotta la reazione fondamentale per cui il reattore indispensabile ovvero la reazione idrotermale di denaturazione delle fibre di amianto rimaste sul fondo del reattore 1, processo iniziale, iniziale assieme ai minerali di cui molti silicati e quarzi dopo l asportazione del liquido surnatante ricco in ioni calcio. Nel reattore 1 vengono ripetute pi volte successivamente le procedure di inserimento di pallet di eternit e siero di latte esausto nuovo per dissolvere il cemento in CO2 e ioni Ca liberando la componente minerale, i silicati e le fibre di amianto che si stratificheranno sul fondo accumulandosi pallet dopo pallet di eternit trattato con il siero. Le fibre asbestose e i minerali accu-

mulati sul fondo della vasca verranno trasferiti con una pompa idraulica nel reattore 2 idrotermale e verranno addizionati di opportune quantit di nuovo siero esausto e una piccola quantit di acido fosforico. Si inizier il processo idrotermale a 150 C a reattore chiuso ottenendo all interno la pressione corrispondente a 150 C sulla curva di equilibrio liquido-vapore del diagramma dell acqua (2 bar). Dopo 8 ore di trattamento idrotermale, tutte le fibre di amianto saranno state disciolte in ioni Mg e Silicato liberando in soluzione i metalli come Ni, Mn, Fe, Cr, in esse inglobati. Si otterr quindi una soluzione acquosa ricca di Mg, Ni, Mn,Fe, Cr.... , mentre sul fondo si depositeranno fosfati, silicati e batteri morti per cottura. Il corpo di fondo potr essere svuotato dal fondo del reattore e commercializzato come concime fertilizzante, mentre la soluzione surnatante filtrata essendo particolarmente ricco in metalli potr essere trattata con un processo elettrolitico per la separazione dei metalli contenuti , tra cui sono di particolare interesse Mg , Ni e Mn.
*Universit di Bologna

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LOBIETTIVO QUELLO DI IDENTIFICARE UN MODELLO DI FUNZIONAMENTO DEL MERCATO DEGLI ECO-SERVIZI IN PUGLIA

Il polo scientifico Magna Grecia di Taranto intreccia professionalit e competenze ambientali


Il governo regionale ha avviato un profondo processo dinnovazione nel settore ambientale
Antonio URICCHIO*

ome evidenziato dal rapporto sulloccupazione ambientale realizzato dallUNEP, lagenzia delle Nazioni Unite per lenergia e dallILO, International Labour Office (c.d. Green Jobs Report, il libro bianco dellOnu sul boom delle professioni verdi) sono circa 2,3 milioni coloro che si occupano di ricerca ambientale (dato per riferibile al 2006). Il numero comunque destinato a crescere rapidamente, i ricercatori verdi potrebbero diventare 20 milioni nel 2030 (la stima presentata da Ana Belen Sanchez, Climate Change Specialist, Policy Integration Department dellIlo). La grande trasformazione che leconomia mondiale sta subendo per effetto delle emergenza ambientali (energetiche, climatiche, delle risorse scarse come lacqua) avr un profondo impatto sui sistemi della produzione e sugli stili di vita. Fondamentale in questo contesto quindi la ricerca ambientale soprattutto nelle aree degradate (come appunto quella ionica), dove le emergenze del pianeta sono aggravate dai danni provocati allambiente e alla salute dei lavoratori e dei cittadini da insediamenti industriali pesanti ed altamente inquinanti. La Regione Puglia ha avviato un profondo processo dinnovazione nel settore ambientale, intraprendendo un percorso fortemente orientato agli obiettivi della sostenibilit, non solo mediante il finanziamento di interventi, ma soprattutto adottando politiche, articolate in Piani Programmi, in grado di indurre effetti positivi sullo sviluppo eco-compatibile. In tale contesto, formazione e occupazione nel settore ambientale assumono un ruolo rilevante nella determinazione della sostenibilit

Il Rapporto Italia 2010 dellEURISPES, evidenzia lalta incidenza delle professioni verdi. Nello scorso anno stata del 5.2%, con un incremento del 20%, il che dimostra che il mercato del lavoro ambientale pu far da traino allintero sistema economico
perch possono modificare i comportamenti delle persone, orientandoli verso la riproducibilit e la conservazione delle risorse ambientali. Linteresse per queste tematiche ha determinato una tensione positiva che ha prodotto la nascita di nuovi nuclei attivi nel settore. Nellindividuazione delle professioni verdi, lIsfol, nella ricerca Tendenze del Mercato del Lavoro Ambientale, ha effettuato una rilettura delle fonti statistiche ISTAT, con lelaborazione di una diversa aggregazione delle professioni per lambiente, sottolineando lincremento esponenziale delle professioni verdi nelle diverse aree del Paese (compreso quelle meridionali ad alto insediamento industriale come Taranto). Ci si reso necessario in quanto le figure professionali riferite a funzioni e processi lavorativi ambientali sono, o disseminate nellambito di categorie professionali non esclusivamente ambientali (ingegneri, avvocati, chimici, medici, ecc.), o arginate e compresse in una concezione troppo limitata di ambiente, interpretato in chiave esclusivamente difensivistica. Anche il Rapporto Italia 2010 dellEURISPES, evidenzia lalta incidenza delle professioni verdi sul totale delle professioni. Nello scorso anno, questa incidenza stata del 5.2%, con un incremento del 20%, il che dimostra che il mercato del lavoro ambientale pu far da traino allintero sistema economico, con un tasso di crescita doppio rispetto alla crescita occupazionale in generale. Analizzando il trend negli ultimi anni, si deve rilevare che occupati ambientali passano da 264.000 circa nel 311.300 unit nel 2003 con un incremento del 18% circa. Tra il 2003 e il 2006 si in presenza di un ulteriore incremento del 20% che - con la dovuta cautela determinata dalle diverse modalit di rilevazione Istat - conferma la connotazione positiva del mercato del lavoro ambientale. Il trend di sviluppo presenta un aumento significativo (+ 17.000 occupati) tra il 1995 e il 1996 e tra il 2001 e il 2002 (+18.400 occupati). Negli anni successivi i valori hanno andamenti discontinui, con una punta massima nel 2006 (372.000 occupati) .

TARANTO Florido chiede i danni per linquinamento ambientale

nquinamento. La triste vicenda delle cozze inquinate conferma sostanzialmente unipotesi su cui la Provincia di Taranto - spiega il Presidente Gianni Florido - sta lavorando dal 2009 con lavvio delle procedure di richiesta di risarcimento allo Stato per disastro ambientale. Era ed del tutto evidente, infatti, che la centenaria presenza di opifici industriali nella citt di Taranto abbia determinato una sedimentazione dei fattori inquinanti. (s.d.b.)

Interessanti sono i dati disaggregati nelle diverse aree del paese. Gli occupati in settori ambientali si collocano, soprattutto, nelle regioni del sud e delle isole con un peso percentuale oscillante tra il 42% e il 46%, negli anni 1993- 2003, che scende al 39% nel 2005 e nel 2006. Seguono, con valori mediamente intorno al 20%, le regioni del Centro. Loccupazione in materia ambientale peraltro fortemente qualificata. I diplomati e i laureati passano rispettivamente dal 32,4 % e 7,7% nel 1993, al 43,6% e 9% nel 2001, con un aumento di 43.00 unit dei primi e 9.000 unit dei secondi. Questo processo di crescita tende a stabilizzarsi nel tempo e conferma, nel 2002- 2006, un trend di sviluppo che non evidenzia fratture nel corso degli anni e con un ulteriore incremento a favore della laurea (13,9%) e del diploma (48%). Al contempo, diminuiscono gli occupati senza titolo di studio e con la sola licenza elementare (dal 22,4% nel 1993 all8,1% nel 2006) e quelli in possesso della licenza media (dal 37,5% del 1993 al 30% nel 2006). Con riferimento al territorio pugliese, va ricordato lo studio Ipres intitolato Il fabbisogno di eco-professioni ed eco-servizi delle imprese pugliesi. Obiettivo quello di identificare un modello di funzionamento del mercato degli eco-sevizi in Puglia. Nel corso dellindagine lIPRES ha intervistato 204 aziende pugliesi e 51 organizzazioni no profit operanti nel settore ambiente. Dallo studio emerge una discreta percentuale di imprese (pari al 12,7% del campione intervistato) che intende assumere personale specializzato in ambito ambientale.
*Preside II facolt di giurisprudenza Universit degli studi di Bari (Aldo Moro)

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IL MINISTRO PRESTIGIACOMO HA FIRMATO QUATTRO DECRETI DI PRONUNCIA DI COMPATIBILIT AMBIENTALE

Semaforo verde per lAia alla raffineria di Taranto per limpianto di pre-raffredamento del greggio
A Brindisi al via lesercizio della nuova raffineria gestita dellEdison

l Ministro dellAmbiente Stefania Prestigiacomo ha firmato quattro decreti di pronuncia di compatibilit ambientale: per il progetto VIA/AIA congiunto per la raffineria di Taranto dellEni (Adeguamento stoccaggio del greggio proveniente dal giacimento Tempa Rossa); per il metanodotto Flaibano/Istrana della Snam Rete Gas, tra Udine e Treviso; per il progetto del gasdotto sottomarino della Progas Metano componente il sistema di trasporto e distribuzione di gas naturale allIsola di Procida (Napoli), nel tratto di mare tra il lago del Fusaro (Bacoli) e la zona porto dellisola di Procida; per il decommissioning della centrale nucleare di Latina ad opera della Sogin (Disattivazione accelerata per il rilascio incondizionato del sito. Fase 1). Inoltre, il Ministro ha espresso parere motivato favorevole alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del progetto strategico per il recupero economicoproduttivo delle aree ex CIP ed ex Carbonchimica incluse nel S.I.N. di Fidenza, nellarea produttiva ecologica attrezzata Marconi. La Raffineria di Taranto stata gi oggetto di un decreto di AIA (nel maggio 2010) e, in precedenza, aveva avuto anche un parere di compatibilit ambientale relativo al progetto di integrazione di ununit Hydrocracking nellunit esistente, per la conversione con idrogeno dei prodotti pesanti. Il progetto di adeguamento delle strutture della Raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento Tempa Rossa consiste in diverse opere, tra cui la costruzione di un nuovo impianto pre-raffreddamento greggio Tempa Rossa e di due nuovi impianti di recupero vapori a integrazione dellesistente, uno per la gestione dei vapori da caricamento greggio Tempa Rossa e uno per la gestione dei vapori da caricamento greggio Val dAgri. Il progetto del metanodotto Flaibano-Istrana fa parte del programma di potenziamento delle Rete nazionale individuato da Snam Rete Gas per lincremento delle capacit di trasporto della rete nellarea sudorientale del Friuli e lungo le dorsali principali di trasporto che attraversano il Friuli e il Veneto in direzione est-ovest. Il nuovo metanodotto sar realizzato in sostituzione dellattuale condotta, nellottica di ottimizzare lutilizzo del territorio. Il progetto del gasdotto sottomarino di Procida prevede una cabina principale di decompressione e misura, una condotta di trasporto terrestre e una sottomarina in media pressione M.P. (terza specie) opere gi realizzate per

il sistema di trasporto per lisola di Ischia nonch rese idonee per il progetto del gasdotto di Procida e una condotta di trasporto sottomarina in media pressione M.P. (terza specie), opera che sar realizzata ex-novo. La centrale di Latina, in esercizio commerciale dal 1964 al 1986, uno degli impianti nucleari soggetti allattivit di decommissioning gestita dalla Sogin. Il combustibile nucleare stato allontanato dal sito gi dal 1991 e il circuito primario, de-

pressurizzato, stato svuotato dellanidride carbonica. Limpianto attualmente gestito in sicurezza. Oggetto del provvedimento di VIA la riduzione dellimpianto e mantenimento in sicurezza dellimpianto ridotto. Il provvedimento di VAS relativo al progetto strategico speciale per il recupero economico-produttivo delle aree ex CIP ed ex Carbonchimica incluse nel S.I.N. di Fidenza, nellarea produttiva ecologicamente attrezzata Marconi, riporta il parere

motivato favorevole con alcune raccomandazioni da parte del Ministero dellAmbiente, sulla base del parere della Commissione tecnica di valutazione ambientale e delle specifiche indicazioni da parte del Ministero per i Beni culturali e sulla scorta delle indicazioni della Sovrintendenza archeologica di Bologna e di quella per i Beni architettonici e paesaggistici delle Province di Parma e Piacenza. Firmate anche cinque Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA):

Nel 2010 stato recuperato il 72,4% di alluminio

Un dato al di sopra dellobiettivo minimo stabilito per legge del 50%

cco in numeri del riciclo dellalluminio. Nel 2010 oltre 46.500 tonnellate, pari al 72,4% dellimmesso sul mercato, sono state riciclate e rese disponibili per nuovi utilizzi e applicazioni nei diversi comparti industriali, con evidenti benefici in termini ambientali. La crescita un segnale importante di ripresa economica, confermato anche dalla quantit di rottame di varie tipologie - 806mila tonnellate - trattato dalle fonderie italiane lo scorso anno e cresciuto, rispetto al 2009, di oltre il 18%. Il risultato del riciclo ben al di sopra dellobiettivo minimo stabilito per legge del 50%, assume connotati ancora pi significativi se consideriamo la quota di imballaggio sottile, pari a 3.500 tonnellate. (s.d.b.)

per il progetto di realizzazione di una centrale termoelettrica a ciclo combinato nel Comune di Flumeri, in provincia di Avellino, gestita dallEdison, per lesercizio della raffineria di Augusta (Siracusa) dellEsso e di tre stabilimenti chimici della Polimeri Europa, a Mantova, Ravenna e Brindisi. La nuova centrale alimentata a gas naturale, costituita da un gruppo di potenza netta pari a circa 352 MWe (in assetto di puro recupero) e a circa 397 MWe (in assetto di post-combustione), oltre che da una caldaia ausiliaria, sar realizzata allinterno dello stabilimento Irisbus Italia di Valle Ufita, in provincia di Avellino, su unarea a vocazione prevalentemente agricola. Nel decreto di rilascio dellAIA si prescrive che lesercizio dellimpianto avvenga nel rispetto delle prescrizioni, dei limiti autorizzati e dei valori limite di emissione indicati nel parere istruttorio, nonch, nellintegrale rispetto di quanto indicato nellistanza di autorizzazione presentata, ove non modificata dal presente provvedimento. Anche negli altri decreti AIA si prescrive che lesercizio degli impianti avvenga nel rispetto delle prescrizioni e dei valori limiti di emissione. Nel dettaglio, la raffineria di Augusta, in funzione dal 1950, uno dei maggiori impianti di raffinazione nel territorio nazionale, con capacit massima di lavorazione annua pari a 14.400.000 tonnellate di petrolio greggio e con una dotazione di 273 serbatoi e 2 pontili con 7 punti di attracco per lo stoccaggio e la movimentazione dei prodotti petroliferi. Lo stabilimento chimico di Mantova della Polimeri Europa dedicato alla produzione di stirene, chimica di base e polimeri. Si trova allinterno di un sito multisocietario ubicato sulla riva sinistra del fiume Mincio, nel quale operano anche la societ EniPower Mantova e la societ Sol. Alcuni terreni allinterno e allesterno sono di propriet della societ Syndial: su queste aree sono in corso le attivit di caratterizzazione e bonifica associate al SIN Laghi di Mantova e polo chimico. Inoltre, allinterno dello stabilimento della Polimeri Europa presente un impianto di incenerimento con forno a tamburo rotante, realizzato nel 1972 per termodistruggere rifiuti solidi e rifiuti speciali liquidi derivanti esclusivamente dalle attivit dello stabilimento. Per la futura configurazione dellimpianto, il gestore ha previsto tre modifiche principali che, come si desume dal parere della Commissione AIA/IPPC, non comporteranno modifiche sostanziali del quadro emissivo, fatto salvo un aumento del 5% delle acque inviate al biologico.

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PER LA SOLA ITALIA, LE STIME DI FATTURATO DELLA GREEN ECONOMY SI AGGIRANO GI ATTORNO AI 10 MILIARDI DI EURO

Di scena il reparto macchine con tecnologie avanzate E con Slow Food si parler delle bioplastiche
La rivoluzione eco-industriale va dunque in scena dal 9 al 12 novembre prossimi, a Rimini Fiera
ECOMONDO

la Green Economy una delle maniglie pi solide alla quale agganciare la ripresa. Ed Ecomondo la ribalta ideale delle imprese e delle pubbliche amministrazioni pi dinamiche in questo comparto. La Rivoluzione Ecoindustriale va dunque in scena dal 9 al 12 novembre prossimi, a Rimini Fiera, tradizionale palcoscenico internazionale di questo movimento impetuoso. Va infatti ricordato che, per la sola Italia, le stime sul fatturato complessivo della Green Economy si aggirano gi attorno ai 10 miliardi di euro. Positive le previsioni sullimpatto nel mercato del lavoro, tanto che ad oggi si stimano 380.000 occupati verdi. La risposta delle aziende alla proposta di Ecomondo davvero eccellente. Ad esempio, il comparto macchine movimento terra, riciclaggio inerti, frantumazione e decommissioning ha aderito con i principali attori del sistema fra cui Armofer, Atlas, Atlas Copco, Cams, CGT, Corbat, Deciced, Gasparini Impianti, General Smontaggi, Isuzu, Lieber, JCB, Meccanica Breganzese, Simex, Trevi Benne, Volvo Trucks e molti altri ancora in trattativa che esporranno le attrezzature pi green e a minor impatto. Grazie allarea demo, questanno sar possibile vedere allopera le migliori performance di questi macchinari al campo prove situato nella zona ovest della fiera. Ad Ecomondo 2011 sar anche presente la filiera delle bioplastiche biodegradabili e compostabili certificate CIC che oggi rappresenta una delle migliori opportunit per

il rilancio della chimica italiana ispirata alla sostenibilit ambientale di processi e prodotti. Novamont e i suoi partner presenteranno le nuove opportunit offerte dalla filiera delle bioplastiche e, grazie al contributo di Slow Food, sar possibile degustare le eccellenze del territorio secondo una strategia che privilegia la biodiversit e linnovazione responsabile. Colle-

gato alla filiera, verr creato un focus speciale sulla riconversione industriale di siti petrolchimici, ormai fuori mercato, in poli di eccellenza per la chimica verde. In collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico sar illustrata la case history della Polimeri Europa Eni e Novamont sullutilizzo della biomassa come fonte energetica, con i diversi vantaggi che ne con-

seguono. Preziosa la collaborazione di Federchimica. Dinamico anche il comparto delle bonifiche dei siti contaminati, dove oltre 150 aziende presenteranno A Reclaim Expo le migliori soluzioni. Fra le altre: Syndial Hera Ambiente, Consorzio Akhea, Sadi Servizi Industriali, Riccoboni, Air Bank, Demont, TRS Servizi Ambiente, Cosmo Ambiente, Petroltecnica,

Tenax, Denios, Fenice, Astra, Water and Soil Remediation. Da ricordare la costituzione del Network delle Bonifiche nel dicembre 2010, una sede di confronto permanente voluta dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Ambiente e Sicurezza del Sole 24 Ore, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico di Reclaim Expo. (s.d.b.)

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LATTENZIONE DI QUESTA PRESIDENZA SAR TESA, NEL PROSSIMO QUADRIENNIO, A FARCI RICONOSCERE PER LE NOSTRE REALT

Vinci: Vincere la sfida dei mercati europei con la progettualit e investendo in ricerca e tecnologia
Serve uniniezione di cultura manageriale per la crescita ed necessario lavorare in sinergia
Michele VINCI*

e graduatorie mondiali della produzione dei Paesi industrializzati vedono scendere lItalia dal quinto al settimo posto. Uno dei motivi principali di questo arretramento la scarsa attenzione al manifatturiero e ai servizi ad esso collegati. I dati dimostrano che questa parte del sistema produttivo agisce come primo motore delleconomia, generando ricchezza vera e posti di lavoro qualificati e stimolando la ricerca e linnovazione: produce, infatti, pi di un terzo del PIL e conta pi di 8 milioni di occupati, con un contributo allexport pari all80%. Senza il manifatturiero, insomma, leconomia italiana imploderebbe, tanto pi non disponendo di grandi quantit di materie prime. Consapevole dellimportanza della sua industria, la Germania gi da tempo ha varato misure a sostegno dellattivit manifatturiera nazionale come fonte duratura di benessere e altri Paesi come USA, Regno Unito e Francia hanno intrapreso azioni mirate in tal senso. LItalia, invece, finora si dimostrata poco attenta a questo tema, nonostante annoveri imprese manifatturiere di buon livello con vere e proprie punte di eccellenza. Pertanto, nel prossimo quadriennio, la Presidenza di Confindustria Bari e Bat punter al rilancio del manifatturiero, dei prodotti e dei servizi del territorio. Attraverso azioni strategiche decise e perseveranti, si intende valorizzare e far conoscere le produzioni e le competenze di cui il territorio ricco, ma che spesso faticano ad emergere sui mercati. Si possono fare diversi esempi, a partire dallagroalimentare. Che il nostro vino fosse buono, noi pugliesi lo sapevamo da sempre. Ma fino a qualche decennio fa, tranne qualche eccezione, al di fuori della regione, pochi lo apprezzavano. Le nostre uve, per, i nostri mosti, servivano a dare corpo ai vini piemontesi e francesi. Finalmente, ma solo da un paio di decenni, al Vinitaly di Verona si scoperta la bont del vino pugliese. Approfittando dellaccordo tra i Comuni di Milano e di Bari per EXPO 2015, potremmo giocarci una buona partecipazione nel settore agroalimentare con la dieta mediterranea, ma anche nel settore turistico. Parliamo del turismo: da poco e non nella maniera che meriterebbero - si stanno apprezzando le nostre spiagge, i nostri monumenti, il nostro clima. Sono rare le cattedrali belle come quella di Trani o monumenti affascinanti come Castel del Monte o il Romanico Pugliese delle nostre citt.

MEDIS uno dei fiori allocchiello del nostro territorio, meritevole di unadeguata rilevanza: su 26 distretti tecnologici in Italia, stato classificato dal MIUR al 2 posto per potenzialit progettuale
E che dire della moda, un tempo limitata allartigianato o alla produzione a faon e oggi molto vivace, che vede alcune delle aziende delle nostre province affermate in campo nazionale e internazionale. E ledilizia? Basti citare due realizzazioni ammirate da tutti i visitatori che arrivano a Bari: lo stadio San Nicola e il nuovo aeroporto. Entrambi sono stati costruiti da nostri associati. Un altro fior allocchiello la meccanica: abbiamo aziende di primaria importanza nazionale e mondiale nel settore dellautomotive, della diagnostica ferroviaria, dellautomazione e della meccatronica. Gli ospiti stranieri sono molto sorpresi dal numero e dai marchi delle aziende presenti sul nostro territorio. Molti per ancora non sanno che il common rail del motore diesel, che ha rivoluzionato la motoristica in campo mondiale, nato qui a Bari. E cosa dire della logistica? Quanti sanno che un nostro associato dispone di sistemi intermodali, con mezzi per il trasporto su gomma e una flotta di treni capaci di movimentare merci in maniera ultraveloce, con servizio integrato da porta a porta? E il terziario innovativo? In questo settore unazienda nata per lo sviluppo di software nel campo della pubblica amministrazione cresciuta in una sola generazione fino alla quotazione in borsa; unaltra si aggiudicata, superando importanti societ internazionali, una gara dellU.E. per lo sviluppo del geoportale dellambiente. E lo stesso si pu dire di altre aziende che operano nel campo dellenergia, della chimica, del calzaturiero, dei marmi, del legno arredo: tutti settori che vantano begli esempi di eccellenza. Lattenzione di questa presidenza, quindi, sar tutta tesa, nel prossimo quadriennio, a farci riconoscere dai mercati per quelli che siamo, a valorizzare quello che sappiamo fare. La prima e principale azione strategica mirata a questo obiettivo la comunicazione per la promozione del nostro marchio, a livello locale prima, e nazionale poi. Questa azione si articoler in una serie di iniziative e di eventi - dallinaugurazione di una sede aziendale alla presentazione di una nuova linea di produzione, allannuncio di un brevetto o di un progetto interessante, a una rappresentazione teatrale - con il coinvolgimento di media e istituzioni. Questo piano di comunicazione sar il mezzo principale di supporto al nostro manifatturiero, ma non deve rimanere isolato: sar affiancato da altre iniziative. In primo luogo punteremo sullinternazionalizzazione. Ci sono gi tante aziende che lavorano con lestero e devono rafforzare la loro presenza su quei mercati, soprattutto su quelli emergenti, perch l che i consumi e leconomia crescono ed da l che viene la ripresa; in questo modo esse potranno crescere e nello stesso tempo potranno fare da traino anche ai colleghi che vogliono un incoraggiamento per superar ei confini nazionali. I prodotti dovranno essere apprezzati dai clienti, quindi dovranno essere continuamente rinnovati, migliorati, aggiornati. Per questo motivo la ricerca e linnovazione giocheranno un ruolo importante di sostegno alle nostre aziende e noi ci impegneremo perch le collaborazioni con le Universit e il Politec-

nico possano essere incrementate. A promuovere la cultura dellinnovazione presso le aziende associate contribuir il consorzio MEDIS del Distretto tecnologico della meccatronica, di cui sono soci Confindustria Bari e Bat, lUniversit e il Politecnico, oltre ad alcune imprese. MEDIS uno dei fiori allocchiello del nostro territorio, meritevole di unadeguata rilevanza: su 26 distretti tecnologici esistenti in Italia, stato classificato dal MIUR al 2 posto per qualit e potenzialit progettuale e segnalo, inoltre, che in un recente bando del PON Ricerca, sia MEDIS sia diverse aziende locali sembrano ben posizionate in graduatoria, a conferma che la sostanza nelle nostre idee e nelle nostre imprese c. Sappiamo poi che le nostre aziende sono troppo piccole per poter fare tutto in casa. Serve quindi uniniezione di cultura manageriale per la loro crescita ed necessario aggregarsi, facendo rete con altre imprese. Su questo tema la Confindustria centrale, con il vicepresidente Bonomi, si spesa tanto, fino a farsi promotrice di una legge che prevede vantaggi fiscali per le imprese che si aggregano. Per la crescita delle nostre PMI giocano infine un ruolo importante anche la finanza, il credito, i rapporti con le banche. Oggi le banche hanno i cordoni della borsa pi stretti di prima. La garanzia che pu prestare il sistema dei Cofidi favorisce la fiducia della banca e quindi lelargizione di prestiti. Anche in questo campo serve una pi adeguata cultura del credito e delle forme di finanziamento per le attivit produttive. Decisivo poi il tema delle infrastrutture, sia materiali che immateriali. La banda larga uninfrastruttura necessaria per le nostre aziende e, in merito a questo tema, Confindustria ha inserito Bari tra le aree pilota per la rete di banda larga. Ma altrettanto importanti sono le infrastrutture relative alla logistica, alla mobilit e al territorio. da decenni che si parla della linea ferroviaria Bari-Napoli che va raddoppiata e resa veloce, o del nodo ferroviario di Bari, o di altre infrastrutture indispensabili per migliorare i nostri scambi merceologici. Continuiamo a perdere competitivit e, ci nonostante, continuiamo a correre il rischio di perdere i fondi europei che ci sono stati messi a disposizione anche per migliorare le infrastrutture e, di conseguenza, rendere pi competitive le attivit produttive. inammissibile che per incuria o per disattenzione siamo superati da altri pi svegli.
*Presidente Confindustria Bari-Bat

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ACCORDO TRA SMAU E ANCI PER PROMUOVERE IL TEMA DELLE CITT INTELLIGENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE

Sensibilizzare le istituzioni sul tema dellambiente e facilitare lincontro tra la domanda e lofferta
Incontri previsti a Bari per rilanciare leconomia e le nuove tecnologie innovative

stato siglato un protocollo dintesa tra Smau, lesposizione internazionale dellInformation& Communication, e Anci, lAssociazione dei Comuni italiani, con lobiettivo di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche sul tema delle citt intelligenti in Italia e facilitare lincontro tra la domanda e lofferta di tecnologie, ovvero le pubbliche amministrazioni da una parte e le aziende fornitrici dallaltra, sfruttando la piattaforma fieristica e di comunicazione di Smau. Il tema delle citt intelligenti - ha dichiarato Pierantonio Macola, Amministratore Delegato Smau - fino a qualche tempo fa fiore allocchiello di amministrazioni lungimiranti sta sempre pi maturando presso gli amministratori locali italiani che intravedono, nellutilizzo delle tecnologie, unopportunit per gestire in modo efficiente i servizi al cittadino e al tempo stesso operare risparmi di costo destinati a durare nel tempo. Da questi presupposti nasce la collaborazione tra Smau e Anci con lobiettivo di innescare un vero e proprio cambiamento culturale alla ricerca della via italiana allinnovazione che porti i comuni italiani grandi e piccoli ad accettare la sfida di citt pi sostenibili. Il nostro obiettivo, oltre far conoscere le eccellenze che lItalia pu offrire in questo settore anche di agire da facilitatori individuando approcci adeguati per lo sviluppo di partnership pubblicoprivate tarate sulle esigenze dei comuni. Dal canto suo, Anci ha avviato da tempo numerose iniziative che mirano a promuovere levoluzione dei Comuni italiani verso un ambito urbano sempre pi sostenibile ed intelligente. Lassociazione vuole, in questo campo, affiancare i Comuni nellidentificazione di prassi idonee per la programmazione coordinata

degli interventi di efficientamento e miglioramento dei servizi alla cittadinanza. La collaborazione appena avviata con SMAU si colloca allinterno di queste iniziative: lobiettivo, oltre a quello di promuovere la conoscenza e lanalisi degli ambiti inerenti il concetto di smart cities, soprattutto quello di facilitare lincontro fra domanda e offerta di tecnologie, stimolando, ognuno per il proprio ambito di competenza, lattivazione mirata dei soggetti interessati a realizzazioni specifiche in ambito urbano. Linteresse di Anci rivolto in particolare allindividuazione di approcci adeguati per lo sviluppo di partnership pubblico-private tarate sulle esigenze dei Comuni italiani di medie dimensioni Laccordo tra Smau e Anci prevede di utilizzare il rodato format di Smau - eventi, roadshow, pubblicazioni, newsletter, ecc - per promuovere il tema delle citt intelligenti sul territorio nazionale. Punto di partenza la creazione di un Osservatorio Smart Cities di Smau e Anci quale momento di sintesi di progettualit evolute: per gli Amministratori Pub-

blici locali una fonte di conoscenza e momento di confronto delle esperienze in corso al fine di trarne indicazioni utili e replicabili e contribuire alla definizione di linee guida in grado di facilitare e incentivare i progetti urbani verso una maggiore diffusione dei servizi al cittadino. LOsservatorio Smart Cities di

Smau e Anci guider eventi Smart City che si svolgeranno in occasione di tutti gli appuntamenti Smau, a Milano e sul territorio (Bari, Roma, Padova e Bologna). Per ogni tappa del percorso sono previsti: un convegno di apertura per far conoscere e confrontare le esperienze pi virtuose a livello nazionale e inter-

nazionale; un calendario di sessioni formative e informative della durata di 50 minuti; unarea matching per facilitare lincontro tra tutti i player coinvolti, una pubblicazione dove vengono descritti esempi di progettualit evolute e i benefici nati dalladozione delle tecnologie da parte dei comuni italiani. (s.d.b.)

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NEL 2010 IL CORRISPETTIVO VERSATO DA CONAI AI COMUNI ITALIANI PER LA DIFFERENZIATA STATO DI 285 MILIONI DI EURO

Promuovere la raccolta differenziata con il progetto Raccolta 10 Pi


La manifestazione, alla seconda edizione, si svolger nei 20 capoluoghi di regione e in tutti i comuni italiani
l via il progetto Raccolta 10 Pi promosso da CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi e dal Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con ANCI. Lobiettivo quello di spiegare ai cittadini come fare, attraverso le 10 semplici regole del Decalogo della Raccolta Differenziata di Qualit di CONAI, una raccolta differenziata di qualit e migliorare cos i risultati di riciclo degli imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro. Il miglioramento della qualit della raccolta differenziata pu fare la differenza sia in termini ambientali che economici. Questi ultimi si traducono, infatti, in maggiori corrispettivi messi a disposizione dei Comuni da parte di CONAI nellambito di un accordo quadro con ANCI volto alla promozione della raccolta differenziata. Secondo una stima CONAI, un comune di 100.000 abitanti, con una raccolta differenziata complessiva intorno al 45%, in prima fascia di qualit per la raccolta di tutti gli imballaggi, pu arrivare a ricevere corrispettivi pari a circa 1 milione di euro, quattro volte limporto che percepirebbe se la qualit degli imballaggi differenziati fosse nellultima fascia di qualit. Allo stesso modo un comune di 1 milione di abitanti potrebbe arrivare a ricevere corrispettivi pari a circa 10 milioni di euro. La manifestazione, alla seconda edizione, si svolger nei 20 capoluoghi di regione, nei 90 capoluoghi di provincia e in tutti i comuni italiani che hanno aderito e aderiranno alla manifestazione attraverso il sito www.raccoltadiecipiu.it. Varie le iniziative: dai van con il logo dellevento, ai gazebo

allestiti nei capoluoghi di regione ai materiai informativi per i cittadini. Le piazze italiane diventeranno lo snodo centrale di Raccolta 10 Pi e il luogo dove sar possibile ricevere il decalogo per la Raccolta Differenziata di Qualit. Un team di biciclette con il logo Raccolta 10 Pi gireranno per la citt distribuendo ai cittadini il

decalogo e coinvolgendoli nella manifestazione. Leconomia del riciclo - afferma il Ministro dellAmbiente, Stefania Prestigiacomo - contribuisce in maniera sostanziale alleco-efficienza generale e si segnala come una delle strade maestre da percorrere per perseguire lo sviluppo sostenibile di cui il nostro Paese

ha bisogno. Promuovere la cultura del riciclo presso il grande pubblico con iniziative come Raccolta 10 pi: il Mese del Riciclo e della Raccolta Differenziata di Qualit significa promuovere stili di vita amici dellambiente, la base da cui partire per un pianeta pi pulito e green. E per lANCI questa unimpor-

tante iniziativa - aggiunge Filippo Bernocchi, Vicepresidente dellANCI - i Comuni avranno unulteriore occasione di dialogo con i Cittadini rispetto allimportanza di collaborazione e sintonia fra chi eroga e chi fruisce dei servizi ambientali, cos da raggiungere insieme gli obbiettivi di sostenibilit attraverso i programmi di raccolta differenziata avviati sul territorio. La collaborazione fra CONAI e ANCI, che negli anni si consolidata allinterno degli Accordi quadro, sta dimostrando la capacit di arrivare ad importanti risultati, sia in termini di quantit di rifiuti sottratti alle discariche che di qualit dei materiali recuperati. Il 2010 stato per CONAI un anno da ricordare: delle 11,4 milioni di tonnellate di imballaggi immesse sul mercato, ne sono state recuperate 8,5 milioni, vale a dire il 75% (tre imballaggi su quattro sono stati recuperati). Il riciclo complessivo stato del 64,6% dellimmesso al consumo e il ricorso alla discarica ridotto ormai al 25%. Con Raccolta 10 Pi - commenta Roberto De Santis, Presidente CONAI - ci impegniamo questanno a raggiungere tutti i cittadini italiani per instaurare un dialogo diretto e spiegare come, grazie a un piccolo impegno quotidiano finalizzato al miglioramento della qualit della raccolta, sia possibile migliorare il riciclo degli imballaggi e, al contempo, permettere al proprio Comune di ottenere benefici economici derivanti dai corrispettivi pi elevati previsti dallaccordo ANCI-CONAI. Grazie alla collaborazione tra enti locali, cittadini e Sistema Consortile, nel 2010 lItalia ha raggiunto i migliori risultati di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. (s.d.b.)

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LABROGAZIONE DELLA NORMA DEL NUOVO SISTEMA HA TRAVOLTO GARANZIE SULLA QUALIT DELLAZIONE PUBBLICA

La nuova disciplina dei servizi pubblici a rilevanza economica e lincentivo alle ex municipalizzate
Con il Referendum sono state spazzate via le regole nel settore dei servizi pubblici
Gianluca SELICATO*

a disciplina dei servizi pubblici locali a rilevanza economica non trova pace. La riforma organica del settore (art. 23-bis del d.l. n. 112/2008 e suo regolamento attuativo emanato con dPR n. 168/2010) stata presto travolta dallespressione della volont popolare in risposta a quesiti referendari formulati in modo generico. Con laccusa di compromettere lacqua come bene comune, gli organizzatori del referendum del 13 giugno 2011 hanno spazzato, in un sol colpo, un sistema compiuto di regole di plurimi settori del servizio pubblico locale, dai quali restavano esclusi soltanto la distribuzione del gas, dellenergia elettrica, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali. Labrogazione della norma cardine del nuovo sistema ha travolto garanzie sulla qualit dellazione pubblica e sulla concorrenza sui mercati delle quali era da tempo avvertita lesigenza. Non si tratta solo della puntuale previsione del contenuto dei bandi di gara e dell ortopedizzazione dei contratti e delle carte dei servizi, ma anche di una condivisibile limitazione dellimpiego del modello dellinhouse providing, della distinzione tra funzioni di regolazione e di gestione, del collegamento tra durata dellaffidamento e consistenza degli investimenti in immobilizzazioni materiali; ancora, dellobbligo di cessione al gestore subentrante dei beni strumentali alla prosecuzione del servizio e del principio di reciprocit a tutela delle imprese italiane che partecipano a gare

in altri Paesi. Pur con le difficolt connesse alla verifica sulla fattibilit della gestione concorrenziale dei servizi pubblici locali che lart. 2 del Regolamento dattuazione rimetteva agli enti locali limpianto riformatore appariva, una volta tanto, limpido e adeguato agli obiettivi. Una buona norma, insomma, la cui inattesa abrogazione ha subito alimentato preoccupazioni e incertezze. Proprio per questo la manovra di ferragosto (d.l. 133/2011), allart. 4, ha affrontato tempestivamente la questione riproponendo il contenuto della disciplina appena abrogata nei settori non interessati dal voto popolare. E pur dovendosi guardare con sospetto una norma

che individua due obiettivi palesemente antitetici (volont referendaria e disciplina comunitaria), va subito riconosciuto come, nel merito, sia stata opportunamente riproposta la regola generale della scelta del gestore del servizio mediante procedure competitive ad evidenza pubblica cui fanno eccezione le sole ipotesi di affidamento in house per i servizi di valore inferiore ai 900.000 euro annui. La scarsa chiarezza sul tema dellaffidamento alle societ miste recuperata dal co. 32 della nuova norma, che individua un regime transitorio degli affidamenti non conformi di cui disposta la cessazione ope legis alla data del 31 marzo 2012 (con leccezione delle

sole gestioni affidate a societ a partecipazione mista pubblicoprivate con gare circoscritte ai soli compiti operativi connessi alla gestione del servizio - scadenza al 30 giugno 2012 - ovvero con la c.d. doppia gara che abbia avuto ad oggetto anche la qualit di socio - che cesseranno alla naturale scadenza del contratto). Meccanismi di graduale dismissione delle partecipazioni pubbliche sono stati invece previsti per gli affidamenti diretti assentiti alla data del 1 ottobre 2003 a societ a partecipazione pubblica gi quotate in borsa e a quelle da esse controllate ai sensi dellart. 2359 c.c. Si tratta di una scelta che disvela la volont politica di sostenere i processi

di liberalizzazione dei mercati, in linea con le sollecitazioni rivolte dallAutority Antitrust al Parlamento proprio a seguito del referendum abrogativo (cfr. la segnalazione al Parlamento del 26 agosto 2011, che si anche premurata di censurare la fissazione di una soglia cos elevata per laffidamento in house). Sempre a sostegno delle dismissioni di partecipazioni residue nelle societ esercenti servizi pubblici locali lart. 5 della Manovra ha introdotto interessanti incentivi per gli enti territoriali il cui processo di dismissione viene sostenuto con una quota del Fondo infrastrutture previsto dal d.l. n. 112/2008, stabilita in 250 milioni di euro, per le dimissioni effettuate entro il 31 dicembre 2012, e in altri 250 milioni per quelle effettuate entro il 2013. Le assegnazioni agli enti - da ripartire in base ad un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il MEF - saranno escluse dai vincoli del patto di stabilit interno e destinate alla realizzazione di investimenti infrastrutturali. Si tratta di disposizioni che meritano ulteriore approfondimento (la conversione del d.l. 138 appena avvenuta ad opera della legge 148 del 14 settembre 2011), ma che conferiscono apprezzabile continuit ad unazione legislativa che parrebbe indirizzata a restituire al mercato ci che non appartiene al DNA degli enti territoriali, pur con le condivisibili precauzioni che materie cos delicate esigono e con la (meno nobile) eccezione per lo schema elusivo dellin house providing.
*Universit degli Studi di Bari

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IL GRUPPO LOCCIONI PRESENTER PROGETTI SU DOMOTICA E MOBILIT ED ENEL SOLE ILLUSTRER LE AZIONI SVOLTE NEI COMUNI

Ecomondo: Confronto sui temi dellambiente per progettare, riciclare e riutilizzare il rifiuto
Legambiente, Gbc e Audis presenteranno in anteprima le linee guida per gli eco quartieri
ECOMONDO

a Citt Sostenibile una delle proposte qualificanti di Ecomondo. Nelledizione 2011 saranno moltissime le esperienze innovative proposte da unarea che si pone lobiettivo di mettere in luce una selezione di progetti nazionali e internazionali sulle migliori esperienze di citt integrate, che hanno cio applicato piani concreti di azione per migliorare i parametri della sostenibilit. Citt Sostenibile diventa, quindi, sempre pi luogo privilegiato di incontri e azioni concrete. Con il patrocinio del Ministero dellAmbiente, che sar protagonista anche in un evento specifico sui temi della mobilit, quello di ANCI e del coordinamento Agenda 21, il programma di tavole rotonde sar ricco e interessante: Patto dei Sindaci, strumenti finanziari e molto altro. Il Gruppo Loccioni presenter progetti innovativi su domotica e mobilit; Enel Sole illustrer le azioni svolte nei Comuni; eEnergia, grazie alla partnership con il gruppo spagnolo N2S, spiegher un progetto innovativo di monitoraggio e abbattimento dei consumi energetici nei grandi edifici; il Massachusetts Institute of Technology (MIT) proporr leccellenza di progetti legati al Greenbuilding; lApsti, Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani sar presente con una selezione di progetti innovativi e allavanguardia nei vari ambiti di Citt Sostenibile. Le Agende 21 Locali italiane presenteranno il progetto Champ, nel quale le autorit locali di quattro paesi (Italia, Germania, Finlandia, Ungheria) sono coinvolte per implementare un sistema di gestione integrata atto ad affrontare i problemi del cambiamento climatico. Nellarea, anche le esperienze

In un anno di economia in rosso, le aziende verdi hanno dimostrato di essere in buona salute
condotte dalla Provincia di Venezia, dal Comune di Padova e lattivit svolta dal progetto Corrente in Movimento, il viaggio interamente elettrico alla scoperta delle eccellenze italiane nel campo delle energie rinnovabili. Inoltre, Legambiente, GBC e AUDIS presenteranno in anteprima le linee guida per gli eco quartieri. Per quanto riguarda le istituzioni internazionali, saranno presenti le citt di Friburgo e Vienna (vincitrice del premio internazionale World city closed to sustainable waste management). Inoltre, la rete europea Eurocities presenter il progetto NiCE (Networking intelligent Cities for Energy Efficiency) alla presenza di Pedro Ballesteros

Torres della Direzione Generale Energia della Commissione Europea, nonch, promotore del Patto dei Sindaci. Infine, grazie allaccordo tra Citt Sostenibile. Ecomondo e lAssociazione dei Comuni Virtuosi, il Comune di Castellarano (Reggio Emilia), vincitore del premio Comuni a 5 Stelle, illustrer il proprio esempio diretto e virtuoso allinterno di una rosa di progetti innovativi selezionati tra i migliori in Europa. Un momento di sintesi dellinnovazione in termini di green economy lo si avr alla consegna dellormai tradizionale Premio Sviluppo Sostenibile, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. In un anno di economia in rosso,

le aziende verdi hanno dimostrato di essere in buona salute e confermato la validit della loro eco ricetta anti-crisi. Tre le categorie sulle quali si confrontano le imprese: rifiuti (prevenzione, riciclo e recupero energetico), energia (efficienza, risparmio, fonti rinnovabili), prodotti e servizi innovativi ad elevate prestazioni ambientali. La consegna dei premi e dei riconoscimenti avverr il 10 novembre. In contemporanea ad Ecomondo si svolgeranno Key Energy, 5 fiera internazionale per lenergia e la mobilit sostenibili e Cooperambiente, 4 manifestazione dedicata allofferta cooperativa di energia e servizi per lambiente, a cura di Lega Coop. (s.d.b.)

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