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Errata corrige
In Hiram 3/2006, nell’articolo di O. La Pera “Del simbolismo dei numeri”, sono stati riscon-
trati alcuni errori di cui si riporta la versione corretta: 1) pag. 41, tetrade santa h w h y (Yod
He Vav He); 2) pag. 42, triang. BAE 1; 3) pag. 43, triang. BAE 8.
La redazione di scusa con l’Autore.
HIRAM, 4/2006
Direttore: Gustavo Raffi
Direttore Scientifico: Antonio Panaino
Condirettori: Antonio Panaino, Vinicio Serino
Vicedirettore: Francesco Licchiello
Direttore Responsabile: Giovanni Lani
Comitato Direttivo: Gustavo Raffi, Antonio Panaino, Morris Ghezzi, Giuseppe Schiavone, Vinicio Serino, Claudio Bon-
vecchio, Gianfranco De Santis
Comitato Scientifico:
Presidente: Orazio Catarsini (Univ. di Messina)
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Perugia) - Eugenio D’Amico (LUISS di Roma) - Domenico Devoti (Univ. di Torino) - Ernesto D’Ippolito (Giurista) - Santi Fedele
(Univ. di Messina) - Bernardino Fioravanti (Bibliotecario del G.O.I.) - Paolo Gastaldi (Univ. di Pavia) - Santo Giammanco (Univ. di
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cale di Alessandria) - Giuseppe Lombardo (Univ. di Messina) - † Paolo Lucarelli (Saggista) - Pietro Mander (Univ. di Napoli L’Ori-
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Reginato (Univ. di Torino) - Giancarlo Rinaldi (Univ. di Napoli L’Orientale) - Carmelo Romeo (Univ. di Messina) - Claudio Saporet-
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(Musicologo) - Giuseppe Spinetti (Psichiatra) - Gianni Tibaldi (Univ. di Padova f.r.) - Vittorio Vanni (Saggista)
Collaboratori esterni:
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Firenze) - Michele C. Del Re (Univ. di Camerino) - Rosario Esposito (Saggista) - Giorgio Galli (Univ. di Milano) - Umberto Gori
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Questo intervento è stato presentato alla Conferenza Mondiale delle Gran Logge
Regolari (Parigi, 28-30 novembre 2006).
* The editorial staff decided not to accompany the present contribution with its short abstract as the
same is fully presented in the English version in the next pages.
•4•
EDITORIALE
tivisti nel senso che spesso si vuol far cre- restare nell’errore. Ugualmente, sappiamo
dere. Anzi, come più volte ho sottolineato, che molte delle nostre conoscenze di oggi si
se relativismo è l’opposto di assolutismo, riveleranno inadeguate domani. Tra l’atto di
noi certamente non amiamo puntare il cannocchiale di Galileo
l’Ancien Régime, che altri han- verso i satelliti di Giove, traen-
no storicamente difeso con le done le dovute conseguenze, ed
sue ineguaglianze e le sue agitare le chiavi di una prigione
ingiustizie e che vorrebbero ora come minaccia contro coloro
restaurare addossando tutte le che dubitano e si interrogano, il
colpe della società contempo- relativismo non sta certo dalla
ranea all’Illuminismo e al pen- parte di Galileo e di tutti coloro
siero democratico e critico. Ma che lo hanno seguito nel corso
vorrei dire di più. Attento alla dei secoli. La nostra fede laica è
lezione della filosofia del XX aperta alla conoscenza ed alle
secolo, affermo che sono relati- sfide della post-modernità.
visti proprio coloro che rifiuta- Come i nostri antenati, guardia-
no la sfida posta dalla società mo con cannocchiali sempre più
aperta, che credono di poter adeguati e ci interroghiamo su
sempre e comunque disporre di quel che vediamo, anche quando
una conoscenza superiore, fissa non ci piace o ci costringe a
e inamovibile, inattaccabile e cambiare e diventare così un po’
indisponibile ad essere sottopo- più saggi e meno intolleranti.
sta al principio di falsificabilità. Questo è per noi il lavoro sulla
Questi nemici del relativismo, in verità, pietra grezza. Questo è il messaggio secola-
sono i più grandi relativisti esistenti, giac- re, tradizionale ed allo stesso tempo inno-
ché il loro pensiero è incapace di uscire dal- vativo della Libera Muratoria universale,
la cornice in cui sono inseriti, non riescono una comunione che lavora sotto un cielo
neanche ad immaginare le ragioni dell’altro stellato perché nessun lavoro umano potrà
e soprattutto si rifiutano di guardare alla conchiudere definitivamente la volta del
storia ed ai suoi cambiamenti. Quando noi Tempio celeste, anche se si potrà imparare
veniamo smentiti, ed altri ci mostrano che ad apprezzarne e comprenderne una parte
una nostra supposta verità è oggi superata, sempre più grande e complessa. Questa,
noi siamo lieti di abbandonarla, per non Fratelli carissimi, è la nostra speranza.
Freemasonry in the Globalization Era
by the Most Worshipful Brother Gustavo Raffi
Grand Master
of the Grande Oriente d’Italia
Palazzo Giustiniani
Most Worshipful Grand Masters: For these reasons, the four questions
Dear Brethren, asked by the Most Worshipful Grand Master
Foellner must not be left unanswered, for
his 8th World Conference of the they do not ask general questions that can be
Regular Grand Lodges opens in answered like a catechism answer learned
an extremely discouraging by heart. These questions are vital for the
world scenario. The speech given by the identity of Freemasonry and its future. In
Most Worshipful Grand Master Jean- fact, the Most Worshipful Brother Foellner,
Charles Foellner to present this very impor- as a strict guardian of the Temple, is asking
tant event is essential and absolutely clear us to disclose the path we are following, to
about this. Without any doubt, he declares understand whether it takes us towards the
that our esoteric communions cannot be light or to another direction.
without appropriate conceptual tools to face “What will be the task and future of tra-
the anxieties of post-modernity, nor can be ditional Freemasonry?” – He asks us. In the
defended behind the ornaments and solem- continuity of tradition, we are called to con-
nity of our rituals. Any individuals knock- firm the centrality of laicity in contempo-
ing at our Temple doors cannot expect defi- rary society. This laicity does not take the
nite replies on all themes that trouble them, place of religions or sacralizes politics, but
otherwise we would become a religion or a it defends the priority of human beings as
political party. This is not our task, but those subjects, not objects, of history. Injustice
individuals have the right to find a place for and violence characterize the pages of our
critical considerations, resourceful spiritu- daily newspapers, and upset our communi-
ality, in short a sort of “think tank” support- ties; as Brother Foellner says, our societies
ed by a continuous aspiration towards the have ever-increasing doubts on the meaning
search for truth. of our destiny. Therefore, Freemasonry is
•8•
EDITORIALE
again a spiritual place, where hope is fos- In other words, avoiding any proselytism,
tered, based on dialogue and free exchange Freemasonry has to be active and testify to
of ideas between wise but also courageous the identity Freemasonry has inherited and
people; above all the courage of being inter- witnesses. The Italian experience over the
preters of present anxi- last few years shows
eties and fears. With that, when Freemasonry
regard to this, Freemason- is able to play a crucial
ry rituals are extraordi- role in the discussion
nary ways to prepare the and thinking on the
spirit and mind of our most important themes,
Brethren, who enhance as proposed also by our
their work on rough stone dear Brother Foellner,
through intellect and Freemasonry does not
thinking, thereby prepar- only acquire esteem and
ing the creation of a general consideration,
favourable context for but it also remove most
germination of new ideas of the well-known per-
and more active participa- secutory fog, which is
tion in social life. traditionally rooted in
“How can we promote antidemocratic, illiberal,
Freemasonry foundations and its values?” anti-modernist and anti-Freemasonry move-
This question is not a trivial one. ments diffused even in Europe.
Freemasonry cannot be folded back on “How can we assert Freemasonry’s role
itself and on its internal dynamics like a for- in a society affected by a crisis?”
eign body in civil society, otherwise it risks There are no easy solutions. Assuming
being marginalized like an incomprehensi- that the esoteric and spiritual training work
ble or sterile container, or – and this would for our Brothers remains the fundamental
be even worse – getting involved in very and inalienable root, the education role
profane interests, although they are cloaked played by Freemasonry should be high-
in esoteric sacredness. In an increasingly lighted as a great training tool for laic citi-
globalized world, communication is cru- zenship in modern civil society. The histor-
cial, and proper information is indispensa- ical greatness of Freemasonry is measured
ble. Living and fertile Freemasonry germi- by the ability of attracting the most free and
nates ideas and proposes peace and tole- critical spirits who are not content with
rance values, is ready to be an intercultural foregone replies, or whichever easy ortho-
and multicultural meeting place that is not doxy, but those who feel a strong need for
homologated to any profane institution, and meeting the others and enhancing their
has to speak to people to explain its reasons knowledge. Whilst the various present fun-
for being, and its ideal and concrete tasks. damentalisms propose closed survival solu-
•9•
Freemasonry in the Globalization Era, G. Raffi
that they will always have superior, fixed, tainly not on the side of Galileo and all
immovable and unquestionable knowledge, those who have followed him over the cen-
which cannot be subjected to the principle turies. Our laic faith is open to the aware-
of falsification. In reality, ness and challenges of
these enemies of relativism post-modernity. Like our
are the main existing rela- forefathers, we look with
tivists, inasmuch as their our increasingly appro-
thought cannot leave its priate telescopes, and we
unchangeable framework; question ourselves on
they cannot even imagine what we see, even when
other people’s reasons, and we do not like it, or
above all they refuse to look when we are forced to
at history and its changes. change and become a lit-
When we are disclaimed tle wiser and less intoler-
and others show us that our ant. For us, this is work-
supposed truth is now obso- ing on rough stone. This
lete, we are pleased to leave is the traditional secular,
it, and avoid being trapped and at the same innova-
in any mistakes. Equally, tive, message of univer-
we know that much of our sal Freemasonry: a com-
current knowledge will be inadequate in the munion working under a starry sky, because
future. Between Galileo pointing his tele- no human work can definitely complete the
scope to Jupiter satellites, therefore drawing vault of the celestial Temple, even if an
his conclusions, and waving the keys of a increasingly greater and complex part can
prison as a threat against those who doubt be understood and appreciated.
and question themselves, relativism is cer- This, dear Brethren, is our hope.
La questione laica nell’Italia di oggi*
di Paolo Prodi
Università di Bologna
The Author starts from the thesis that the roots of Europe are not only to be found
into the influence of Christianity, of Humanism or of the age of Enlightenment, but
also in the assertion of laity as a dualism between the field of politics and of sacer,
coming from the millennial conflicts and tensions between Church and State.
The Author proposes a speech about laity to one of the most important association
and producer of Ethics in the Western world: if Freemasonry will contribute to
mantain the dualism with power repelling its sacredness and producing rules
which represent a standpoint for individual consciences, it will be really important
also in the new contemporary time.
* Relazione presentata a Roma, Villa Il Vascello (Grande Oriente d’Italia), 15 settembre 2006.
1 F. Mill Colorni elenca ben nove significati diversi della parola “laico” nel linguaggio politico ita-
liano: Laicismo e definizioni in “Critica liberale” vol. VIII n. 67 (gennaio 2001). Non posso essere d’accor-
do sulla definizione di “laicità” come atteggiamento intellettuale caratterizzato dalla libertà di coscienza,
intesa quale libertà di conoscenza, credenza, critica e autocritica, definizione che è stata recentemente posta
alla base di una raccolta di saggi: Laicità. Una geografia delle nostre radici, a cura di G. Boniolo, Torino,
Einaudi 2006. Questa definizione risulta da una parte troppo astratta e onnicomprensiva (chi non la sotto-
scriverebbe?) e dall’altra non considera il problema storico del “potere”: ciò finisce per proporre uno sche-
• 12 •
occasione per un confronto chiaro e utile. Cercherò di parlare soltanto come storico
Perché questo avvenga occorre però che con tutti i limiti del mio mestiere e aborren-
ognuno di noi precisi do da ogni teorizza-
sin dall’inizio chi è e zione perché per noi
che tesi sostiene. ciò che è importante
Personalmente cre- è soltanto la com-
do di affrontare un prensione della realtà
ulteriore grave rischio nella sua complessità
di fraintendimento e nel suo divenire.
dato il mio cognome La tesi da cui parto è
e la catalogazione di che la radice della
appartenenza. Invite- civiltà europea non
rei quindi in primo sta tanto nei singoli
luogo tutti i parteci- apporti dati dal cri-
panti a sbarazzarsi di stianesimo, dall’u-
queste rappresenta- manesimo, dall’illu-
zioni: io almeno non minismo, ma nell’af-
mi riconosco come fermazione della lai-
attore in nessuna delle cità come dualismo
scene che vengono tra la sfera del sacro
rappresentate dalle e quella della politi-
varie parti che le gesti- ca, dualismo frutto di
scono: credo anche che queste contrapposi- una millenaria evoluzione e di tensioni e
zioni artificiali e strumentali siano di per sé conflitti istituzionali tra Chiesa e Stato. Il
una delle radici della confusione. Non sono cammino della laicità è quindi quello della
poi particolarmente competente sul caso ita- de-magificazione del mondo e della politi-
liano in primo luogo perché non credo in ca, indicato già da Max Weber con un’intui-
fondo che esista un “caso italiano” separato zione che si è venuta articolando e arric-
dal quadro generale dell’Occidente, anche chendo negli ultimi decenni. Una de-magi-
se naturalmente la presenza della sede del ficazione che però implica non l’espulsione
papato a Roma ha posto problemi particola- del sacro ma la sua presenza come “altro”
ri in rapporto all’unificazione nazionale e rispetto al potere.
ne pone tuttora di diversi nell’età della glo- Per affrontare storicamente il concetto di
balizzazione. laicità come dualismo e tensione permanen-
ma casuistico di nuovo tipo con applicazione a tutti i settori del comportamento umano (politica, diritto,
ricerca scientifica, istruzione etc.); questo “atteggiamento intellettuale” può al massimo esaltare la libertà di
coscienza e il libero pensiero, quali strumenti che attenuano la brutale logica del potere (ibidem, p. 93, dal
saggio di M. Bertolissi e U. Vincenti, Laicità e diritto).
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La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi
te tra la sfera del sacro e quella della politi- potere ha potuto permettere non soltanto la
ca, come fondamento della civiltà occiden- crescita di un dualismo istituzionale, di una
tale, si dovrebbero ana- tensione dialettica tra Sta-
lizzare due processi di to e Chiesa che ha pro-
lungo periodo, quello dotto (nonostante ogni
di secolarizzazione e ricorrente e persistente
quello di modernità. tentazione integralista)
Qui ovviamente ci si la laicizzazione della
deve limitare ad alcu- politica, ma anche lo
ni accenni soltanto. sviluppo di un doppio
piano di norme concor-
Secolarizzazione. Il
cammino è quello di renti, le norme morali e
presentare, partendo le norme positive, e di
da un accenno alla due diverse sedi di giu-
radice ebraico-cristia- dizio sulle azioni degli
na del dualismo, la uomini: come peccato o
storia dell’Occidente come reato, come disob-
non come una lotta tra bedienza alla legge
la Chiesa e lo Stato morale e come disobbe-
con un processo lineare e continuo a senso dienza alla legge positiva
unico che porta alla secolarizzazione gra- dello stato. La conclusione è che noi ora
duale, ma come un processo in due direzio- siamo forse alla fine della “città” e dello
ni: il dualismo è frutto di una tensione con- Stato di diritto nella misura in cui questo
tinua verso un monopolio del potere con un dualismo di norme sta venendo meno e nel-
processo di osmosi nel quale la tendenza la coscienza collettiva si perde il senso del-
della Chiesa ad impadronirsi del potere la differenza tra il peccato e il reato.
politico e la tendenza della politica a sacra- Il processo di modernizzazione del dirit-
lizzarsi costituiscono un continuum in cui to, processo che si era concluso con la sta-
nessuna delle due forze è riuscita a prevale- tizzazione e la positivizzazione delle norme,
re2. La tesi di partenza delle mie riflessioni con l’età delle costituzioni e dei codici, ave-
è che la città occidentale (nei suoi sviluppi va posto fine al pluralismo degli ordina-
sino allo Stato di diritto) si è potuta svilup- menti giuridici medievali ma il dualismo
pare perché e nella misura in cui la distin- non è scomparso: negli ultimi due secoli
zione tra la sfera del sacro e la sfera del sino ai nostri giorni esso ha continuato a
2 Sul concetto di secolarizzazione, in Le secolarizzazioni nel Sacro Romano Impero e negli antichi
Stati italiani, a cura di C. Donati e H. Flachenecker, Bologna-Berlino, Il Mulino-Duncker und Humblot
2005, pp. 321-337.
• 14 •
svilupparsi spostandosi tra la sfera del dirit- tutto, egli scriveva, si assiste al suo suicidio:
to positivo (civile o ecclesiastico) e la sfera Il diritto è indispensabile per la vita della
della coscienza e permet- società, ma il rifugio asso -
tendo così la espansione luto nel diritto è mortale
della città nel moderno per la negazione del calo -
Stato di diritto. re, dell’elasticità, della
La norma positiva, fluttuazione delle relazio -
statale o meta-statale ni umane che sono indi -
(nella crisi della sovrani- spensabili affinché un
tà statale comprendo in corpo sociale, quale che
questa categoria anche le sia la sua dimensione,
norme derivanti da auto- possa vivere e non solo
rità meta-statali come le funzionare [ . . . ] Un ecces -
direttive di Bruxelles o so di diritto e di rivendi -
altro) tende infatti ora a cazioni giuridiche sfocia
definire ogni aspetto del- in una situazione nella
la vita sociale occupando quale al termine il diritto
ogni giorno sempre di stesso diventa inesistente.
più i territori che sino alla Il processo di secolarizza-
nostra generazione erano regolati da altri zione, nella politica come nel diritto, non è
tipi di norme; dai rapporti sessuali a quelli un processo a senso unico, ma frutto di una
famigliari, dal gioco alla scuola, ai grandi tensione continua che non annulla il sacro
temi della morte e della vita. Sotto la pres- ma lo pone come polo “altro” rispetto alla
sione dei problemi posti dalla società com- sfera dell’universo fisico e sociale. Ciò non
plessa, dalle nuove tecnologie, dall’am- toglie che ciascuno dei due poli abbia teso e
biente, dalle manipolazioni genetiche stia- tenda continuamente a impadronirsi della
mo entrando in un mondo in cui il diritto sfera dell’altro: le Chiese, sia quella cattoli-
positivo tende a invadere ogni aspetto della ca che quelle territoriali nate dalla Riforma,
vita occupando sempre di più territori che ritentano continuamente di imporre una
sino a poco tempo fa erano sottoposti ad visione sacrale del potere; dall’altra parte lo
altre sovranità, ad altri poteri: il diritto ten- Stato moderno ha portato alla teologizza-
de ad essere – come prevedeva già trent’an- zione della politica e all’assimilazione da
ni fa Jacques Ellul – omnicomprensivo e parte del potere politico dello Stato del ruo-
onnipresente, a normare ogni aspetto della lo precedentemente esercitato dalle chiese.
vita sociale arrivando a togliere alla società La fondazione della “religione civica” ne
il respiro tra mondo interno ed esterno sen- costituisce lo sbocco, nelle sue due versioni
za il quale essa viene irrigidita e appiattita dall’unico ceppo di Rousseau: quella totali-
in una sola dimensione. Proprio nel taria che si sviluppa come religione politica
momento in cui il diritto sembra trionfare su e trova il suo sbocco più estremo nel nazi-
• 15 •
La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi
smo e quella che si sviluppa nei paesi libe- tà soltanto nei termini tradizionali dei rap-
ral-democratici, innestata nei concetti di porti tra Chiesa e Stato sembra inutile e for-
nazione e patria e nella proclamazione dei se fuorviante nel momento in cui i poteri
diritti umani universali. tradizionali si sono de-localizzati e hanno
In sostanza, per assunto nuove forme.
farmi capire, vorrei Per questo il discorso
rifarmi alla parabo- sulla modernità diven-
la evangelica della ta centrale.
cacciata dei demo-
ni (Matteo 12,43- Modernità. La mia
45): Quando lo tesi è molto semplice:
spirito immondo non esiste nel nostro
esce da un uomo, linguaggio una sola
se ne va per luoghi modernità, ma ne esi-
aridi cercando sol - stono almeno due.
lievo ma non ne Una modernità storica
trova. Allora dice: che coincide con
“Ritornerò alla un’età moderna e una
mia abitazione”, da modernità intesa nel
cui sono uscito. E tornato la trova vuota, linguaggio volgare e quotidiano come attua-
spazzata e adorna. Allora va, si prende set - lità. Credo che la confusione che esiste tra i
te altri spiriti peggiori ed entra a prendervi due diversi concetti di modernità si riper-
dimora; e la nuova condizione di quell’uo - cuota molto fortemente sugli equivoci
mo diventa peggiore della prima. E così attuali a proposito della laicità3.
avverrà anche a questa generazione perver - Intorno alla metà del secolo scorso le
sa. Così è più in generale per il demonio del persone più intelligenti e profetiche si erano
potere e per il sacro: l’Occidente nella sua rese conto che l’età moderna era finita: cre-
storia ha imparato a tenere a bada il sacro do sia stato il massimo punto d’incontro tra
senza scacciarlo e questa è la nostra conqui- grandi pensatori credenti e non credenti.
sta della laicità, conquista che ora è in peri- Pensiamo alla cosiddetta scuola di Franco-
colo sotto il duplice e opposto attacco dei forte, ad Hanna Arendt, a Romano Guardi-
fondamentalismi e delle nuove religioni ni (uno dei maestri di Joseph Ratzinger) con
politiche. Parlare e polemizzare sulla laici- il suo volume del 1949, Fine dell’epoca
3 È interessante ricordare il confronto che ha avuto luogo presso la Fondazione Michele Pellegrino
di Torino, in un convegno organizzato da Franco Bolgiani il 6 febbraio 2004, sul tema “Chiesa cattolica e
modernità”. Dagli interventi di quella giornata, che seguono il testo base predisposto da Vincenzo Ferrone,
è uscito un volume con il titolo appunto Chiesa cattolica e modernità, pubblicato da Il Mulino, con alcune
decine di testi di intellettuali cattolici e laici.
• 16 •
moderna. L’esperienza comune della trage- modello concordatario ormai superato nella
dia della seconda guerra mondiale, la storia (a mio avviso il testo del 1984 non è
coscienza della Shoa e della bomba atomi- più un concordato), invocando protezioni
ca avevano fatto crollare di colpo il mito normative e istituzionali e conducendo bat-
della modernità come taglie politiche tendenti a
continuo progresso, fare coincidere la colpa
come possibilità infi- morale con il reato cioè
nita dell’uomo di con la violazione di una
dominare la natura e legge di diritto positivo
il mondo. da difendere ad ogni
Nei decenni suc- costo (battaglie sul
cessivi, nella seconda divorzio, aborto etc.).
metà del Novecento, Da una parte i neoil-
questa coscienza si è luministi hanno insistito
a l l a rgata ai problemi ancora dal punto di
della scarsità delle vista di una modernità
risorse del pianeta, storica già tramontata
dei disastri ambienta- sostenendo la necessità
li etc. Ma mentre que- dell’accettazione dell’il-
ste tematiche hanno tro- luminismo da parte della
vato un grande riscontro sia in ambienti dei Chiesa cattolica come apertura alla moder-
credenti sia in ambienti di non appartenenti nità, accettazione, a loro avviso, non anco-
a Chiese o religioni creando movimenti ra avvenuta; si sostiene cha la modernità è
vivissimi che passano attraverso le antiche frutto dell’illuminismo e non può che esse-
frontiere confessionali (penso personalmen- re in lotta con la Chiesa in quanto tale: solo
te a quanto ha significato per me Ivan se la Chiesa si fosse pentita sarebbe stata
Illich), nelle culture ufficiali mi pare che sia ammessa a partecipare di questa grande
stata generata una specie di guerra fredda, innovazione (quindi la persistente attualità
contemporanea a quella politica, tesa a del Sillabo e quant’altro).
sostituire l’indebolimento delle ideologie Dall’altra parte il magistero romano ha
tradizionali con nuove forme di vincoli di invece spesso privilegiato durante gli ultimi
appartenenza, sia in senso confessionale che pontificati un atteggiamento opposto ma, a
in senso laico. Particolarmente in Italia la mio avviso, altrettanto parziale. Si è teso
riapertura di vecchi steccati è risultata mol- cioè a riaffermare la sostanziale identità tra
to pesante perché si è intrecciata con moti- la dottrina cattolica e un diritto naturale
vazioni e interessi molto concreti: alla per- immobile, tendente al monopolio delle nor-
dita di capacità di presa sulle coscienze da me che può prevedere al massimo una tolle-
parte della Chiesa e allo svanire del senso ranza del diverso, tacciando di “relativi-
del peccato si è reagito ricorrendo a un smo” ogni posizione critica.
• 17 •
La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi
stia trasformando in qualcosa d’altro se per- di questa che, se vogliamo, potremmo defi-
de la coscienza del dualismo di fondo che nire “modernità 2” ma che, come ho accen-
ne ha determinato le caratteristiche: la nato prima, ha caratteristiche del tutto
distinzione e la compre- diverse dalla moderni-
senza della storia umana tà storica.
e della storia della sal- Riflessioni conclu -
vezza, la separazione del sive. Adesso, come
potere, sacro e politico, detto, siamo entrati in
prima ancora che la divi- un’altra epoca, non si
sione dei poteri interni tratta più di moderni-
allo Stato. smo o antimoderni-
Esiste poi un altro con- smo, i problemi di
cetto di modernità, ma oggi sono del tutto
del tutto diverso da que- diversi. Sacro e pote-
sto: ci riferiamo all’attua- re e non soltanto
lità facendo coincidere Chiesa e Stato. Nella
l’attuale con il “moder- lunga storia dell’Oc-
no”. Si incomincia ad cidente questi due
intravedere una nuova epoca binomi sono stati sempre
che si sta aprendo anche se ovviamente i ritenuti equivalenti. Ora essi sono dissocia-
contorni sono ancora incerti. Mi riferisco ti: il potere e il sacro vagano senza recinti.
alla globalizzazione, all’informatizzazione Naturalmente anche qui non si tratta di un
telematica, ai problemi che ci assillano processo di breve periodo: i totalitarismi del
come quello della degenerazione dell’am- XX secolo ci appaiono sempre di più come
biente, dell’esaurimento delle risorse ener- religioni secolarizzate, come primo esperi-
getiche, della manipolazione genetica, del mento di questa rottura, di un sacro uscito
terrorismo diffuso ed a tante altre cose che dall’otre delle Chiese in cui con tante fati-
non hanno più nulla a che fare con la che e tante tragedie esso era stato rinchiuso
modernità. In questa mia prospettiva dun- nei secoli precedenti. Nessuna visione idil-
que la modernità storica si conclude intorno liaca anche a questo proposito: le radici
alla metà del secolo scorso e il Concilio liberali dell’Occidente affondano in queste
Vaticano II in qualche modo ne partecipa la tensioni, in queste controversie intermina-
conclusione: con il Vaticano II la Chiesa bili in cui il sacro ha sempre cercato di
cattolica ha fatto i conti con la modernità impadronirsi del potere politico/economico
proprio nel momento della sua fine. Il Con- e viceversa ma proprio attraverso queste
cilio ha effettivamente fatto i conti con la dialettiche si erano in qualche modo creati
modernità, ma contemporaneamente si è dei recipienti di contenimento, contenitori
aperto il problema della nuova storia, del rotti dalle ideologie totalitarie tese ad impa-
nuovo corso cominciato da alcuni decenni e dronirsi di tutto l’uomo.
• 19 •
La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi
Di fronte ai problemi della difesa dei tutto nuove, di fronte a “magistrature eti-
viventi e dell’ambiente, delle manipolazio- che”, sacralizzate dalla nuova scienza bio-
ni genetiche, della medica, che pos-
scarsità delle risorse, sono arrogarsi il
l’impotenza del dirit- monopolio delle
to statale positivo, decisioni sulla
della “norma ad una vita e sulla morte.
dimensione” è evi-
dente. Cosa propo- Il mondo si
niamo? Basta l’ap- disintegra e si
pello alla coscienza ricompone: oggi
personale di fronte è l’umanità nelle
all’incarnazione nei sue radici il pro-
nuovi grandi poteri blema. Certamen-
economici? Basta, in te chi prende in
senso opposto, defi- mano il libro di
nire come reato giu- Habermas su Il
ridico ogni deviazio- futuro della natu -
ne da un’etica domi- ra umana e i
nante ma non condivisa? In rapporto all’an- rischi di una genetica liberale può avere l’i-
golo di osservazione storica assunto cambia dea di quale sia oggi il problema di fondo:
la visione del bagaglio che come uomini non quello della modernità storica ormai
occidentali portiamo con noi affrontando i conclusa ma quello della manipolazione,
problemi della globalizzazione, nel cui con- della creazione di un’umanità che è al di
testo, al di là dell’Islam si affacciano altre fuori di un discorso essenziale sintetizzabi-
civiltà-religioni, come il confucianesimo e le nel problema della salvezza individuale
l’induismo, nelle quali non si pone il pro- che ha caratterizzato tutta la storia dell’Oc-
blema della coscienza e della salvezza indi- cidente. Dopo i deragliamenti della moder-
viduale che caratterizza in un modo o nel- nità, i problemi in questa civiltà planetaria
l’altro gli eredi delle religioni monoteiste sono il bene, il male, la salvezza, il peccato,
nate intorno al Mediterraneo. La program- e, nella versione secolarizzata, la responsa-
mazione della vita e della morte, attraverso bilità personale: sono queste le cose che
le manipolazioni genetiche o l’eutanasia, vengono fuori. La clonazione, l’uomo in
può rendere impossibile il “giudizio” sulle provetta, il poter avere dei figli con deter-
azioni dell’uomo e la sua responsabilità. La minate caratteristiche, al riparo da deforma-
conseguenza è che l’uomo occidentale, zioni genetiche: è ottima cosa avere un
come lo conosciamo adesso, responsabile figlio a cui non verrà mai trasmessa una ter-
delle sue azioni, delle scelte tra il bene e il ribile malattia genetica, ma cosa c’è dietro
male può scomparire. In questo quadro il questo? La conoscenza dei segreti del DNA
discorso sulla laicità acquista valenze del è separabile dalla formazione di un nuovo
• 20 •
potere dell’uomo sull’uomo nella sua prima genere. Ma fortunatamente esistono anche
programmazione pre-natale? Mi riferisco coloro, credenti e non credenti, che voglio-
qui soprattutto alla responsabilità morale: no riflettere, come illuministi non neo-illu-
un uomo programmato che non è più ministi. Si tratta di riprendere la riflessione
responsabile delle proprie azioni e quindi avanzata mezzo secolo fa sulla fine dell’età
viene a cessare il moderna con un atteg-
discorso della sal- giamento laico e religio-
vezza, discorso so al contempo per
fondamentale non a ffrontare non una
solo per il cristia- modernità passata ma il
nesimo ma per tut- futuro che ci aspetta.
te e tre le religioni
monoteiste, cri- Da questo punto di
stiana, ebraica ed vista ritengo importante
islamica. che il discorso sulla lai-
cità sia ripreso in questa
Anche oggi esi- sede, nella sede di una
stono forti pressio- delle più importanti
ni che tendono a agenzie produttrici di
strumentalizzare la “etica” che abbia creato
risposta religiosa alle ansie del nostro tem- dal suo seno la storia dell’Occidente4: se la
po nelle più diverse direzioni; queste pres- Massoneria contribuirà a mantenere il dua-
sioni diventano sempre più forti, anche da lismo con il potere respingendone la sacra-
parte di uomini di formazione laica, non lità e producendo norme che rappresentino
credenti, in proporzione alla mancanza di un punto di riferimento per le coscienze
risposte politiche, alla crisi della politica. individuali che, praticanti una chiesa o no,
Molti sono gli esempi che tutti noi abbiamo non possono essere lasciate sole di fronte
sotto i nostri occhi sia da parte di personali- alle nuove religioni politiche o economiche
tà politiche istituzionali che da parte di secolarizzate, la sua funzione potrà essere
intellettuali improvvisamente ritornati sen- importante anche nella nuova epoca che ora
sibili alla religione della patria e cose del si apre.
4 Non posso qui non ricordare lo splendido volume a cura di Gian Mario Cazzaniga La Massoneria,
uscito nei mesi scorsi come vol. 21 degli Annali della Storia d’Italia Einaudi.
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei
di V. Paolo Gastaldi
Università di Pavia
On the one hand, reactionary Catholic historiography (later used by the anti-Semit -
ic propaganda) established a compulsory overlapping between Freemasonry and
Jewish world. On the other, Masonic historiography, perhaps because of too much
confidence in the postulate of tolerance, reduced the fact that Masonic engagement
has always been oriented towards the emancipation of Jews everywhere. Referring
to a large English, French, German and Italian scientific bibliography, the Author
examines this common belief. The Author traces the different European situation
in the time between the beginning of the modern speculative Freemasonry and the
first decades of 1800, with the exclusion of the Italian situation, about which he
comes till the end of the Risorgimento. In England, very soon, the Grand Lodge of
London opened the doors of its Temples to the Jews without any difficulty. In this
case it has been surely assisted by the social debate and it anticipated the grant of
the full political citizenship to the Jews. Much more difficult the course in the Ger -
man world, where the Lodges which were not under the English dependance per -
sistently denied the access to the Jews. The influence of the system of the High
Degrees, the eighteenth-century Scottish thought and the new Knight Templar
movement hardly conditioned German Freemasonry towards the Christian exclu -
sivism, and they remained out from the cultural and political debate which was
running between the Aufklärung scholars. In the pre-revolutionary France,
Freemasonry was as much closed. Parisian intellectuals debated the matter of tol -
erance referring to the unique religious minority of the Huguenots: they were
unaware of the Hebrew world or they considered it with prejudice and hostility.
Only some provincial Academy, especially that of Metz, broke the trend of dis -
crimination. The French Revolution hardly realized the recognition of the full
nationality for the Jews, but it immediately subjugated them to new oppressions
with the politics of the Terror revolutionary government. When the religious peace
was restored, the French-Jews took part with enthusiasm to the national history and
they flocked numerous to the Lodges. The history of Italian Jews has been very com -
plicated and dramatic, as they were divided in many States ruled by different juridi -
cal systems of government. After the first Napoleonic venture (1797) they were set
free from the ghettos, but they fell victims of the clerical and absolutist reaction as
soon as Napoleon left to Egypt. At the end of the Napoleonic epopee, when the old
kings came to their thrones, ghettos and discriminations were restored everywhere;
this fact caused to the Jews a deep bitterness and they reacted developing a strong
sense of their nation with the consciousness that their emancipation was deeply
linked to the Italian Risorgimento. To this historical movement they offered a lot
and their emancipation was parallel to the beginning of the Italian Reign and the
freedom of Rome which in 1870 took to the abolition of the last ghetto.
• 22 •
di una società “neutra” nella quale la reli- viene conquistato per la prima volta il tra-
giosità e la ricerca spirituale erano la base guardo della cittadinanza. Almeno in Euro-
portante della convivenza pa. La precisazione è
civile, purché vissute d’obbligo perché al
come un fatto persona- di là dell’Atlantico,
le, privato, sottratto fin dalla proclama-
alle interferenze dei zione dell’Indipen-
poteri costituiti e non denza delle tredici
più come un pretesto colonie dalla madre-
per reciproche persecu- patria inglese (1776),
zioni e carneficine. Ciò gli americani rag-
implicava l’emancipa- giungono il traguar-
zione delle minoranze do della cittadinanza
religiose nei vari paesi, affermando l’univer-
svincolando la vita salità dei diritti poli-
sociale dai nefasti teo- tici1 e già nel 1776 un
logismi in nome di una ebreo, Francis Salva-
“religione naturale” dor, è eletto nell’as-
comune a tutti gli uomini, semblea legislativa del-
capace perciò di affratellare e non dividere. la Carolina del Sud. Di più. Gli Stati Uniti
A tale ideale di civiltà, che impegnerà d’America sono il primo esempio storico di
gran parte del dibattito culturale dell’Illu- Stato laico con una rigorosa distanza dello
minismo, erano sottesi due diversi signifi- Stato da qualunque confessione religiosa,
cati di emancipazione delle minoranze reli- sancita nella Costituzione federale del 1787
giose. Vi era un programma minimo, secon- e nel primo emendamento del 1791 che fis-
do il quale l’emancipazione si realizzava sano i due princípi mai più messi in discus-
con il godimento dei soli diritti civili (tolle- sione: la separazione tra Chiesa e Stato e la
ranza). In una prospettiva storica di lungo libertà di religione.
periodo, vi era anche quello più ardito che In Francia, invece, nel novembre 1787,
mirava alla completa integrazione degli Christian de Lamoignon de Malesherbes
individui nella società attraverso la pienez- riesce a far accettare a Luigi XVI l’idea di
za dei diritti politici (cittadinanza). concedere i diritti civili agli ugonotti, ma
Ciò precisato, è chiaro che la Rivoluzio- non ha altrettanta fortuna in favore degli
ne francese in diversi contesti è stata più ebrei. D’altra parte, se la tolleranza per gli
volte anticipata nel raggiungimento della ebrei è un obiettivo cui nessuno mostra di
meta della tolleranza; ma è solo da essa che essere sensibile, la cittadinanza di tutti i
1 Halpern 1956.
• 24 •
2 Isaac 1965.
3 Hyamson 1928 e 1951.
• 25 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
4 Roth 1934. Dello stesso autore è assai utile A History of the Jews in England.
5 Tradotto e pubblicato a cura di Paolo Bernardini, 1998.
6 Enriquez 1908.
7 Perry 1962.
• 26 •
nanza include l’esercizio dei diritti politici Fratelli “ebrei e non ebrei”. Poiché ai lavo-
attivi, ma non quelli passivi. Dopo l’aboli- ri rituali possono partecipare soltanto gli
zione del Test Act (1829) e la grande rifor- adepti e non possono assistervi i “profani”,
ma elettorale (1832), il se ne deduce che già
processo ha una note- prima di quella data,
vole accelerazione: nel alcuni ebrei hanno
1841 la giovane regina varcato le porte dei
Vittoria conferisce il Templi indossando il
titolo ereditario di baro- grembiule e i guanti
ne a Isaac Lyon Gold- bianchi. Un’altra testi-
smid, che entra così monianza ci è fornita
nella Camera dei da un certo Allegri, il
Lords, seguito nel 1846 quale, visitando una
da Moses Montefiore; Loggia di Francoforte,
nel 1855 il primo ebreo dichiara di essere sta-
(David Salomons) vie- to iniziato in una Log-
ne eletto sindaco di Londra e nel 1858 Lio- gia di Londra nel 1735. Si può continuare
nel Rothschild può entrare alla Camera dei ricordando che, già prima del 1740, negli
Comuni, prestando il giuramento con una elenchi dei partecipanti ai lavori della Gran
formula che non allude più al cristianesimo. Loggia, si leggono nomi inequivocabilmen-
C’è da chiedersi se la Massoneria inglese te ebraici, quali Mendez, De Medina, Da
abbia svolto qualche ruolo in questa linea Costa, Alvarez etc., che denotano un’origi-
evolutiva e se essa sia stata di avanguardia ne sefardita; ma vi è anche un Baruch di
o di ostacolo. Secondo la ricostruzione del- probabile origine askenazita. Addirittura nel
lo storico israeliano, già rettore dell’Uni- 1759 la richiesta di una Bolla di fondazione
versità di Gerusalemme, Jacob Katz8, la di una nuova Loggia reca la firma di 23 Fra-
Massoneria inglese della Gran Loggia, telli, metà dei quali ebrei.
coerente con i propri statuti, non ha mai
frapposto difficoltà ideologiche ad acco-
gliere ebrei tra le proprie colonne. Se vi Ben diverso è il panorama nel mondo
sono state delle riserve, hanno riguardato, germanico. La frammentazione politica sta-
come normalmente avviene, le caratteristi- bilita nella Pace di Vestfalia è da vertigini.
che personali, psicologiche e morali del Sono riconosciuti indipendenti e sovrani
richiedente, non mai la sua credenza reli- non meno di 350 Stati di dimensioni e
giosa. Così sappiamo che nel 1732 un certo importanza assai diseguali. È una babele di
Edward Rose viene iniziato alla presenza di Città libere (ossia repubbliche aristocratiche
8 Katz 1970.
• 27 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
mercantili), Contee, Ducati, Principati (sia g l o b i, che assume il ruolo di Gran Loggia
temporali che ecclesiastici), Regni, Langra- Madre Nazionale per la Prussia (1744).
viati, Burgraviati, Margraviati, e chi più ne Altre Grandi Logge sorgono qua e là nel
ha, più ne metta. Ognuno con il suo Gover- patchwork di Stati della Germania. Le
no sovrano e la sua Obbedienze si moltipli-
Corte. Di conse- cano, entrano in con-
guenza anche la sto- correnza e confliggo-
ria della Massoneria no in un intreccio
è un vero rompica- ingarbugliato e spes-
po. La Gran Loggia so contraddittorio.
d’Inghilterra non Subito emerge in
perde tempo a dare maniera chiara il
un significato preci- carattere saliente del-
so alla qualifica la Massoneria tede-
autoconferitasi di Loggia Madre del Mon- sca del XVIII sec. La sociabilità che espri-
do, e si affretta a promuovere la fondazione me è ancora di stampo molto nobiliare e
di Massonerie a lei legate, nominando dei ancien régime, desiderosa di titoli e distin-
Gran Maestri Provinciali negli Stati di Han- zioni, attenta alle differenze di ceto, duttile
nover, di Sassonia e di Vestfalia, come pure e malleabile dal potere, ma lo Stato con il
ad Amburgo e a Francoforte sul Meno. quale collabora è quello autocratico e di
Le colonne della prima Loggia sul suolo polizia. Fa eccezione una parte della Mas-
tedesco vengono innalzate ad Amburgo il 6 soneria bavarese con la Società degli Illu-
dicembre 1737; nell’agosto seguente, una minati9, fondata il primo maggio 1776 dal
sua delegazione si reca a Brunswick dove professore di diritto canonico dell’Univer-
inizia il principe ereditario di Prussia, il sità di Ingolstad, Adam Weishaupt-“Sparta-
futuro Federico II, il quale organizza in gran cus”. Negli intenti del promotore, gli Illu-
velocità una Kronprinzenloge (Loggia del minati si impegnano a contrastare duramen-
Principe ereditario) nel castello di Reins- te il dogmatismo religioso del cattolicesi-
berg e, appena asceso al trono, installa nel- mo, soprattutto espresso dai Gesuiti, perché
la reggia di Charlottenburg una Hofloge ostacola qualsiasi forma di evoluzione del-
(Loggia di Corte), nella quale inizia il fra- la società. Pur adottando i medesimi meto-
tello Guglielmo, il duca di Holstein-Beck, e di gerarchici di subordinazione e di infor-
il fratellastro, il margravio Federico di mazioni segrete dell’Ordine tanto aborrito,
Brandenburg Bayreuth. Egli poi mette sotto gli Illuminati di Weishaupt contribuiscono a
la sua protezione la Loggia berlinese Ai tre d i ffondere i valori del razionalismo e della
9 Le Forestier 1916.
• 28 •
instauratio ab imis (riforma radicale) della bach, contro Maria Teresa con la conse-
società. Banditi dal re di Baviera, Carlo guente ostilità della sovrana solo in parte
Teodoro di Wittelsbach, nel 1785, gli Illu- mitigata dalla benevola attenzione del mari-
minati esercitano una cer- to Francesco Stefano di
ta influenza sulle altre Lorena, iniziato in una
organizzazioni masso- Loggia olandese del-
niche. Non si deve l’Aia nel 1731. Per con-
mitizzare troppo (come tro, le Logge austriache
hanno fatto l’abate rimangono nella conte-
francese Barruel e, a sa o neutrali o blanda-
casa nostra, il gesuita mente lealiste10.
padre Antonio Brescia- A complicare ulte-
ni) sul ruolo di prope- riormente la situazione
deutica alla Rivoluzio- si fanno avanti i Sistemi
ne francese esercitato degli alti gradi e il mito
dagli Illuminati. In fondo è più rivoluziona- templare. Tutto inizia in Francia quando
ria la sfida dell’aria Se vuol ballare, signor André Michel cavaliere di Ramsay, scozze-
contino nelle mozartiane Nozze di Figaro, se di origine e francese di adozione, con-
che l’invocazione più luce pronunciata sul vertito al cattolicesimo da Fenélon (di cui fu
letto di morte da Goethe, ministro del minu- collaboratore e biografo) e convinto soste-
scolo Ducato di Weimar e Illuminato con il nitore della deposta dinastia degli Stuart,
nome in codice Abaris. introduce nel patrimonio storico-ideale del-
D’altro canto, non va taciuta la concor- la Massoneria il mito dei Milites Christi, i
renza spietata tra le Grandi Logge per stabi- cavalieri Templari, che, dopo il rogo del
lire la loro primazia sui vari territori. Così, Gran Maestro De Molay, sarebbero soprav-
ad esempio, nel Regno di Boemia, uno dei vissuti in alcuni gruppi segreti rifugiatisi in
domini asburgici, la Massoneria praghese, Scozia sotto la protezione di re Roberto
legata alla Gran Loggia di Sassonia e Bruce e lì si sarebbero perpetuati dietro la
capeggiata dal conte Francesco Agostino copertura della Massoneria. Sorgono allora
Rutowski, al momento della guerra di suc- i Sistemi scozzesi, Templari, della Stretta
cessione austriaca dopo la morte di Carlo Osservanza, di Swedenborg, etc., con una
VI (1640), sponsorizza per l’elezione a fioritura fantasiosissima di titoli e gradi sino
Sacro Romano Imperatore Germanico l’e- a certi Superiori Incogniti dai (supposti)
lettore di Baviera, Carlo Alberto di Wittels- saperi segreti11.
10 Kuchar 2002.
11 Le Forestier 1987, 1970; Bonvicini 1988; Francovich 1974; Maruzzi 1990; Jacob 1995; Giarriz-
zo 1994.
• 29 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
Il mito dell’ordine cavalleresco cristiano nello Schleswig, nel Nord della Germania,
condiziona non poco lo sviluppo della Mas- è rivelatrice del duplice disagio ebraico-
soneria continentale. Il forte accento cristia- tedesco. Eppure è proprio in Germania che
no da esso introdotto durante l’Illumini-
nella Libera Muratoria smo il dibattito sul-
diventa un ostacolo l’emancipazione
all’integrazione degli degli ebrei13, comin-
ebrei nelle Logge tede- ciato nel 1749 con
sche. Se alcune ammet- Die Juden di Les-
tono qualche ebreo, sing, è più intenso
molte li rifiutano e altre sia tra i cristiani, sia
addirittura frappongono tra gli ebrei14. Sul-
ostacoli ai Fratelli israe- l’argomento nume-
liti in visita, regolarmen- rose sarebbero le
te iniziati in Inghilterra o in Olanda. figure del mondo ebraico da ricordare: da
In altre parole, la Massoneria tedesca è lo Naftali Herz Wessely a Daniel Isaac Itzig, a
specchio della società circostante, nella David Friedländer… Una figura giganteg-
quale non sono ancora penetrate a fondo le gia su tutte. È quella di Moses Mendels-
idee espresse in uno dei più bei manifesti shon, il filosofo padre della Haskalah (l’Il-
della tolleranza e dell’aconfessionalità. luminismo ebraico). Egli, nel medesimo
Alludo a Nathan il Saggio (1779) di Got- tempo, affronta su un versante i pregiudizi
thold Ephraim Lessing, direttore della dei gentili, per convincerli della pari digni-
Biblioteca Statale di Wolfenbüttel il cui tà degli ebrei e, sull’altro versante, cerca di
sovrano è il duca Ferdinando di Brunswick- fugare le diffidenze delle autorità rabbini-
Lüneburg-Wolfenbüttel, Eques a Victoria che, preoccupate che la convergenza da lui
della Stretta Osservanza Templare e, dal proposta tra cultura tradizionale ebraica e
1772, Gran Maestro di tutte le Logge scoz- cultura occidentale moderna non finisca per
zesi (qualche eco Templare è leggibile per- far perdere ogni identità religiosa agli ebrei.
fino nell’opera lessinghiana). Egli sa conquistarsi un tale prestigio intel-
La storia tormentata dell’Ordine dei Fra- lettuale che nel 1771 è nominato membro
telli Asiatici12, fondato a Vienna dal bavare- dell’Accademia delle Scienze di Berlino,
se Hans Heinrich von Ecker und Eckhoffen ma il re non ne convalida la nomina perché
agli inizi degli anni Ottanta, poi trasferito ebreo. Per l’autore del Phaedon le porte del-
12 Katz 1970.
13 Katz 1964.
14 La commedia filosofica di Lessing è stata tradotta per la prima volta in italiano di recente: Les-
sing 2002. I cinque dialoghi composti tra il 1778 e il 1780 Ernst und Falk. Gespräche für Freimäurer sono
stati pubblicati nel 1975 col titolo Ernst e Falk: colloqui per massoni, traduzione e introduzione di L.
Parinetto, Milano-Roma.
• 30 •
l’Accademia restano sbarrate, come quelle nel Regno di Vestfalia nel 1807 con re
delle Logge; e se ne dorrà con l’amico Les- Gerolamo Bonaparte; nel 1811 a Francofor-
sino, appartenente alla Loggia Zu den drei te, Amburgo, Brema, Lubecca e nel
Goldenen Rosen di Meclemburgo; nel 1812 in
Amburgo. Prussia, ma il decreto rea-
Fra gli scrittori tedeschi le li esclude ancora dai
emancipazionisti non va pubblici impieghi e, ben si
dimenticato il funzionario intende, non sono previsti
prussiano amico di Men- i diritti politici.
delsshon, Christian Wil- Mendelsshon dunque
helm von Dohm, che tra il non ha mai potuto sedersi
1782 e il 1783 pubblica i nelle colonne di nessuna
due volumi del saggio Loggia ma ci ha lasciato
Über die bürgerliche Ver - uno degli insegnamenti
besserung der Juden15. più autenticamente mas-
Dohm vuole trasformare sonici. Lo scopriamo nel
gli ebrei prussiani in sudditi-soldati disci- corso del carteggio intrecciato con il pasto-
plinati con eguali diritti civili ed eguali re zurighese Johann Kaspar Lavater, misti-
doveri degli altri abitanti. Per questo insiste co e massone, che gli dedica un libro invi-
sulla bürgerliche Verbesserung ( m i g l i o r a- tandolo alla conversione. A lui Mendels-
mento civile) chiedendo agli ebrei radicali shon, il 12 dicembre 1769, replica:
mutamenti di costume ed educativi quasi
fosse necessaria una degiudaizzazione com- La mia religione, la mia filosofia e la mia
pleta per inserirli nel quadro di uno Stato condizione giuridica sono altrettanto impe -
militare assoluto. A lui, come a molta Mas- riose ragioni per evitare ogni discussione reli -
soneria tedesca del Settecento, piace l’idea giosa, e per non parlare nei miei scritti che
delle verità comuni a ogni religione. Non con
dell’ebreo non-ebreo16. La sua opera può
la polemica, ma con l’esercizio della virtù mi
forse influenzare l’imperatore Giuseppe II e
auguro di poter refutare l’opinione sprezzan -
magari alcuni intellettuali francesi della te che si ha di un ebreo17.
periferia, ma non ha seguito né in Prussia,
né negli altri Stati germanici. L’ e m a n c i p a-
zione civile degli ebrei in questa vasta zona Gli intellettuali illuministi francesi sono
europea sarà così una conquista tarda, in molto impegnati sul fronte della tolleranza
conseguenza delle conquiste napoleoniche: per fare cessare le persecuzioni contro gli
15 Bernardini 1992.
16 Sui rapporti ebraico-tedeschi in età di Aufklärung sono molto utili Stern 1950 e Meyer 1967.
17 Citato in Poliakov 1976: 205.
• 31 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
18 Citato in Poliakov 1976: 113. Sull’attitudine di Voltaire nei confronti degli ebrei restano fonda-
mentali Emmerich 1930 e Hertzberger 1968. È molto utile anche il Commento di E. Loewenthal a Voltaire
1997.
• 32 •
19 Girard 1989.
20 Sull’emancipazione degli ebrei francesi cfr. Girard 1976; Hertzberger 1968; Katz 1984; Feuer-
werker 1976.
21 Voce Juifs in Encyclopédie de la Franc-maçonnerie diretta da Eric Saunier, Librairie Générale Fran-
çaise, 2000.
22 Saunier 1998. Dello stesso autore è notevole anche L’Autre et le Frère. L’Etranger et la Franc-
Maçonnerie en France au XVIII siècle.
• 33 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
la delineata in un Catechismo massonico del Francia sono sottoposti a tre status giuridi-
1744 nel quale leggiamo: on ne peut y ci diversi. Nel Sud-Ovest, principalmente a
admettre que ceux qui portent le nom de Bordeaux e a Bayonne, ma anche nei picco-
chrétiens. Si on y trouve li centri di Bidache,
des infidèles comme les Labastide-Clairence
Juifs, les Turcs ou d’au - e Saint Esprit-lès-
tre, ils sont entrés par Bayonne (dove costi-
abus pour n’avoir pas tuiscono addirittura
été bien connus. Persino la maggioranza della
più drastico è un “rego- popolazione) vi è il
lamento” marsigliese gruppo degli ebrei
del 1767: tous profane sefarditi “portoghe-
qui aurait le malheur si”, discendenti degli
d’être Juifs, Nègres, ou ebrei battezzati a for-
Mahomettans ne doi - za nella penisola ibe-
vent point être proposés23. rica e sfuggiti agli
Insomma, lo spazio della sociabilità frater- auto-da-fè della Santa Inquisizione. Accolti
na francese prerivoluzionaria rimane molto da Enrico II con le Lettere patenti del 1550
permeabile ai pregiudizi. In ciò sta la ragio- (poi rinnovate dai monarchi successivi),
ne per la quale Jacob Katz non vuole chia- sono state loro concesse le libertà di movi-
mare la Libera Muratoria una società “neu- mento e di residenza. Inizialmente tenuti a
tra” e preferisce definirla “semineutra”. comportarsi da buoni cattolici, a poco a
Non è dunque la Massoneria francese del poco, con discrezione, hanno abbandonato
secolo dei Lumi a promuovere l’emancipa- la fede imposta e assunto le pratiche di
zione degli ebrei transalpini. Sono invece quella antica, organizzandosi in comunità
da esplorare altri luoghi privilegiati nei qua- (Bet El, Nefusot Yehouda, etc.) e ormai non
li la ricerca di una nuova sociabilità sfocia nascondono più il loro ebraismo25. In virtù
spesso in proposte innovative/rivoluziona- delle patenti ricevute, essi sono “sudditi del
rie che coniugano utilità pubblica e diritto Re” e godono di alcuni diritti civili, com-
individuale alla felicità: le Accademie pro- preso quello di proprietà immobiliare. Dedi-
vinciali. Ciò ha appunto fatto con grande ti ai commerci internazionali, sono protago-
maestria Daniel Roche24. nisti della vita economica della regione e
È necessaria una premessa descrittiva. partecipano alla vita sociale e amministrati-
Alla vigilia della Rivoluzione, gli ebrei in va senza troppe limitazioni. Quando nel
febbraio 1789 vengono convocati gli Stati dei predicatori periodicamente inviati per la
Generali, prendono parte all’elezione dei loro conversione. La loro cultura profana è
rappresentanti del Terzo Stato scarsa quanto quella
e un loro esponente, David religiosa. L’Inquisi-
Gradis, manca la nomina zione impedisce il
solo per pochi voti. Un altro possesso del Talmud
loro membro, Jacob Rodri- e dei “libri ebraici”
guès Pereire, inventore di un dai tempi controrifor-
linguaggio per sordomuti, mistici del Concilio
protegge gli ebrei parigini e tridentino e l’ultima
contribuisce ad allestire le confisca operata con
due sinagoghe di rue Saint- una perquisizione nei
André-des-Arts e di rue des ghetti è dell’agosto
Bucheries e, nel 1780, 1754. Da un punto di
acquista un terreno in rue de vista economico, il
Flandres adibito a primo gruppo negli ultimi
cimitero ebraico ufficiale di decenni si è conquista-
Parigi26. Disinvolti nella vita sociale, sono to un certo spazio con il commercio dei
altrettanto disinvolti nella pratica religiosa, bozzoli e delle seterie. Da un quarto di
lasciando scandalizzati gli ebrei osservanti secolo, tuttavia, tra gli “ebrei del Papa” e la
che li ritengono eretici: mangiano cibi proi- Francia si è stabilito un nuovo rapporto.
biti, non rispettano come si deve lo Shabbat, Infatti, durante la breve occupazione milita-
posseggono una buona cultura profana ma re dei territori papalini (1768-1774), Ver-
sono assolutamente scarsi in quella religio- sailles ha dichiarato l’annessione di Avi-
sa. In molti aspetti anticipano la figura del- gnone e del Contado incorporandone tutti
l’ebreo assimilato contemporaneo. gli abitanti come “regnicoli”, ossia sudditi
Assai meno favorevole è la situazione francesi, senza distinguere gli ebrei dai cri-
degli ebrei dell’enclave pontificia di Av i- stiani. Al ritorno della sovranità pontificia
gnone e del Contado Venessino. Gli “ebrei non cessano le rivendicazioni annessionisti-
del Papa”27 sono rinchiusi nelle quattro car - che. Ciò non significa che gli “ebrei del
rières di Carpentras, Avignone, Cavaillon e Papa” possano emigrare dove vogliono
L’Isle sur Sorgue dove vengono sottoposti a all’interno dello Stato francese, perché
tutte le angherie inventate nel corso dei devono scontrarsi con l’opposizione dei
secoli dal governo papalino: non mancano Parlamenti di Aix en Provence, o di To u l o u-
nemmeno il segno distintivo (un cappello se, e a Parigi devono addirittura contrattare
giallo) e l’obbligo di assistere ai sermoni annualmente l’autorizzazione reale.
26 Girard 1989.
27 Moulinas 1981.
• 35 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
Il gruppo più consistente di popolazione organizzati in comunità con dei capi che
ebraica è comunque quello concentrato nel rispondono alle autorità locali e mantengo-
Nord-Est, in Alsazia, Lorena no l’ordine all’interno. Essi
e nei cosiddetti “Tre Ve s c o- non sono considerati “regni-
vati” (Metz, Toul e Verdun), coli”, bensì stranieri da
province nuove, acquisite sfruttare ad arbitrio. Nel
dal Re Sole con i trattati di 1715, ad esempio, gli ebrei
Vestfalia (1648) e di di Metz e della Generalità
Ryswick (1697). Sono ebrei sono costretti a pagare un
tudesques, ossia askenaziti, contributo di 40 sous a
prevalentemente dissemina- famiglia a beneficio del
ti nei centri rurali. Il loro duca di Brancas e della con-
stanziamento è sempre pre- tessa di Fontaines (due
cario e da rinegoziare di favoriti del reggente), in
volta in volta: alcuni grandi cambio di “protezione ed
centri, come Strasburg o , abitazione”, cioè per evitare
non ne permettono la perma- l’espulsione. Il contributo
nenza sino al 1784. Sono soggetti a pedag- verrà poi trasformato nel 1720 in una rendi-
gio personale ogni qual volta entrano nella ta annuale di 20.000 livres da corrisponde-
cinta murata di una città. La struttura socio- re ai due aristocratici e ai loro eredi.
professionale genera conflitti latenti con il Il modo in cui gli ebrei askenaziti
mondo dei gentili: parlano una lingua dell’Alsazia e della Lorena vivono è tradi-
incomprensibile; vestono in maniera diver- zionalista, ma non del tutto chiuso ai movi-
sa; le loro attività economiche sono il com- menti di rinnovamento della Haskalah men-
mercio di roba usata, del bestiame e il pre- delsshoniana. Il capo degli ebrei dell’Alsa-
stito di denaro. Il punto di forza è la forni- zia, Cerf Berr, chiede a Mendelsshon di
tura di cavalli all’esercito, della quale il scrivere un’opera in difesa dei propri
facoltoso Cerf Berr ha quasi il monopolio confratelli (e il filosofo berlinese preferisce
esclusivo. Qualche esponente è molto ricco, girare l’incombenza a Dohm: il primo volu-
la massa è composta di miseri venditori me del suo saggio già ricordato verrà subito
ambulanti28. Hanno poca cultura profana, in tradotto in francese da Jean de Bernouilli
compenso posseggono una notevole cultura nel 1782)29; il capo degli ebrei della Lorena,
religiosa, mantenuta con grandi sacrifici ad Beer Isaac Berr, è un fervente seguace
altissimi livelli: la cattedra rabbinica di dell’Haskalah; a Metz, Isaïe Berr Bing tra-
Metz è tra le più ambite d’Europa. Sono duce il Fedone di Mendelsshon. Dall’altra
28 Szajkowski 1954.
29 Baurell 1984.
• 36 •
parte, il conte Honoré Gabriel Riqueti de mio, ma ribandisce il concorso per l’anno
Mirabeau pubblica nel 1787 l’importante dopo, quando verranno proclamati ex aequo
studio Sur Moses Mendelsshon et sur la tre vincitori.
réforme politique des Juifs. La scelta della Società reale di Metz ci
Ciò che può sembrare para- lascia ancora attoniti per il
dossale, anche l’ambiente coraggio e l’apertura dimo-
cristiano è attento e interes- strati. Uno dei vincitori,
sato alla questione ebraica: infatti, Claude Antoine
nel 1785 la Società Reale di Thiéry, è un avvocato di
Arti e Scienze di Metz, una Nancy, che presenta la D i s -
delle tante accademie pro- sertation sur cette question:
vinciali sapidamente studiate Est-il des moyens de rendre
da Daniel Roche30, bandisce les Juifs plus heureux et
un concorso per il 1787 sul plus utiles en France; un
tema: Est-il des moyens de altro, Baptiste Henry Gré-
rendre les Juifs plus hutiles goire, abate e curato di
et plus heureux en France?. Emberménil nella diocesi
(Vi sono dei mezzi per rende - di Metz, viene premiato per
re gli ebrei in Francia più utili e l’Essai sur la régénération
f e l i c i ?) Nel quesito è dato per scontato che physique, morale et politique des Juifs; il
nella situazione presente gli ebrei in Francia terzo, Zalkin Hourwitz, è un “ebreo polac-
non sono “utili”, ossia armonicamente inse- co” di Lublino, che ha trasmigrato in tutta
riti tra gli altri abitanti, e, di conseguenza, Europa, sempre respinto dal numero chiuso
non sono nemmeno felici. È un rimprovero degli ebrei autorizzati a risiedere, e alla fine
rivolto sia agli ebrei sia alla società che li si è arenato a Parigi, dove vive emarginato
circonda. Non soddisfatta dei testi pervenu- tra gli emarginati facendo l’ambulante irre-
ti, perché non rispondenti alle finalità prati- golare. Egli propone una Apologie des
che suggerite e auspicate – la Società reale juifs32. Come si vede, l’Accademia metzina
aspira più all’utilità che allo sfoggio, più ai va oltre la semplice tolleranza e offre un
progressi della saggezza politica e della esempio emblematico d’integrazione in
ragione generale che alla gloria delle Lette - nome della saggezza e della ragione. I tre
re31 – la giuria non attribuisce nessun pre- autori concordano nell’individuare i torti
della società cristiana e nell’indicare la state 1789 (più di 700 devono trovare ripa-
necessità di ripararli abolendo tutte le leggi ro al di là della frontiera, nel Cantone di
e le misure discriminatorie che impedisco- Basilea, dove vengono soccorsi dalle auto-
no ai discendenti di Abramo rità patriziali della
di vivere normalmente e piccola repubblica);
sviluppare le proprie attitu- poi, la formulazione
dini individuali in libertà, astratta della Dichia -
sicurezza e armonia, con razione universale dei
vantaggio personale e del- diritti dell’uomo e del
l’intera comunità che li cittadino non contie-
accoglie. ne nessun richiamo
Figlio dei Lumi, l’abate specifico agli ebrei di
Grégoire ha un approccio Francia e non li
antropologico vicino alle emancipa direttamen-
tesi di Buffon secondo le te. Anzi, nel decreto
quali alcuni segmenti del- attuativo, declassa gli
l’umanità sono degenerati ebrei “portoghesi” e
fisiologicamente con l’andare del tempo. “del papa”, parificando il loro status a quel-
Gli ebrei sono uno di questi segmenti. Con lo degli askenaziti del Nord-Est.
uno schematismo che accusa la presenza di Inizia allora un dibattito politico convul-
ancora qualche pregiudizio di fondo, egli so, fatto di petizioni, proteste, indirizzi, dis-
elenca alcuni fattori di simile dégénérescen - cussioni parlamentari con colpi di scena,
ce nelle regole alimentari, nelle condizioni rinvii, imboscate, votazioni a sorpresa. Il
igieniche e nella pratica dell’endogamia. cammino degli ebrei francesi verso la citta-
Meno tassativo di Buffon, egli però crede dinanza è tormentato e scandito in quattro
che la perfettibilità umana sia un patrimonio tempi: il 28 gennaio 1790 gli ebrei “porto-
e un dovere comune a tutte le stirpi e a tutti ghesi e spagnoli” tornano a godere dei dirit-
gli individui: ciascuno deve squadrare e ti precedentemente goduti e, s’ils remplis -
levigare in sé e da sé le pietre per la costru- sent les conditions, sono citoyens actifs; il
zione del Tempio dell’Uomo. 13 giugno del medesimo anno, gli ebrei di
Il concorso metzino si esaurisce quando Avignone diventano cittadini per volontà
ormai la società francese d’ancien régime è degli insorti avignonesi che proclamano la
entrata nella crisi economica e politica irre- loro riunificazione alla Francia con imme-
versibile. Qualche mese dopo scoppia la diata applicazione delle leggi vigenti nel
Rivoluzione che, nelle fasi iniziali, si Regno; il 10 giugno 1791 sono rivestiti del-
mostra una cattiva matrigna per gli ebrei. la cittadinanza gli ebrei del Contado Ve n e s-
Anzitutto, in Alsazia e in Lorena sono vitti- sino, i cui abitanti hanno deciso il ricon-
me di un’ondata di attacchi e saccheggi giungimento con Parigi; infine, il 27 set-
contadini durante la Grande Paura dell’e- tembre 1791, con un voto dell’Assemblea
• 38 •
Nazionale, vengono dichiarati cittadini gli Friedrich Klopstok e ancora più dall’esote-
ebrei dell’Alsazia, della Lorena e dei Tre rismo cabalistico, Franz è tra i fondatori
Vescovati. Ora soltanto gli ebrei possono dell’Ordine dei Fratelli Asiatici nelle cui
con enfasi salutare nella Francia la nuova- logge “Melchizedek” siedono insieme
antica patria: le sue “Ebrei, Turchi, Persia-
montagne sono il ni, Armeni, Copti” (in
nostro Sion, i suoi realtà ebrei e cristiani)
fiumi il nostro scambiandosi recipro-
Giordano, le sue camente i nomi: i cri-
acque, le acque del - stiani assumono nomi
la nostra libertà. ebraici e viceversa.
Non meno enfatica- Nel 1792 Franz Tho-
mente il rabbino di mas von Schoenfeld
Metz, dopo la vitto- ha la seconda muta-
ria di Valmy, com- zione. Si trasferisce a
pone un inno sull’aria della Marsigliese. Strasburgo (dove è stato attivo per un trien-
Nell’intreccio tra Logge massoniche e nio il “Filosofo sconosciuto”, Louis Claude
clubs giacobini, gli ebrei trovano una via di de Saint Martin), prende il nome di Sig-
integrazione nella patria appena acquisita. mund Gottlieb Junius Frey, si fa giacobino
Se Hourwitz diventa una figura nota nei cir- e finisce ghigliottinato il 5 aprile 1794
coli rivoluzionari33, vi è pure un altro lega- insieme a Danton.
me sotteso tra la Massoneria e le aspirazio- L’aurora della libertà è presto offuscata
ni ebraiche a un t i q q u n, rinnovamento radi- dalle cupe nuvole di nuove tempeste: la for-
cale dei tempi e della società. È quello del mula dei giuramenti civili imbarazza, ma si
frankismo e dei suoi adepti, portato in Fran- trova un compromesso; la campagna antire-
cia dai fratelli Junius ed Emmanuel Frey34. ligiosa che impone il culto della Dea Ragio-
Parenti di Jakob Frank, seguace dell’ultimo ne dai riti parodistici e neopagani ferisce la
finto Messia Shabbatai Zevi, i fratelli Frey sensibilità austera e astratta della ritualità
appartengono a una famiglia ebraica di ebraica; il nuovo calendario basato sulle
Brno, in Moravia, i Dobruska, convertita al decadi e non sulle settimane sovverte le
cattolicesimo cambiando il cognome in feste; tutte le sinagoghe vengono chiuse, gli
Schoenfeld. Nella prima metamorfosi, arredi saccheggiati; a Metz, Haguenau e in
Moses Dobruska diventa Franz Thomas molte altre località alsaziane e lorenesi si
Schoenfeld, nobilitato da Maria Teresa. ripete il lugubre spettacolo del rogo dei libri
Affascinato dalla “repubblica dei dotti” di ebraici; il Terrore miete vittime. L’incubo
33 Kahn 1898, riedito nel 1998 a cura di B. Franklin, New York, Editions historiques franco-juives.
34 Scholem 1981. Sul frankismo si veda inoltre Mandel 1984.
• 39 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
finisce nel 1795 quando è ripristinata la Pochi anni dopo, nel 1806, per inquadra-
libertà dei culti e quello ebraico può rivive- re con esattezza l’ebraismo nello Stato e per
re. A confermare la definitiva pace religiosa riorganizzare le comunità ebraiche dei suoi
con l’eguaglianza giu- domini diretti o
ridica di tutti i cittadi- mediati, Napoleone
ni indipendentemente convoca a Parigi
dalle loro convinzioni, un’assemblea
interverrà poi Napo- straordinaria com-
leone. Se con il Con- posta di 111 perso-
cordato del 1801 rista- nalità eminenti del
bilisce il cattolicesimo mondo ebraico,
come religione di Sta- scelte sia tra i rab-
to, subito si premura bini più reputati (vi
di confermare ai mem- saranno tra gli altri
bri delle minoranze i anche Jacob Israel
diritti acquisiti. Per Carmi da Reggio
questo verrà celebrato Emilia e Abram
in una serie di incisio- Vita Cologna da
ni, come quella di Mantova, già depu-
François Louis Cauche, tato della Repubbli-
riprodotta sulla copertina del saggio di Katz ca Cisalpina e cavaliere della Legion d’O-
Hors du Ghetto. Ne ricordo tuttavia anche nore) sia tra gli esponenti civili più autore-
un’altra, del 1802, particolarmente elo- voli delle varie comunità. All’assemblea
quente nell’uso della simbologia: Napoleo- Napoleone pone una serie di quesiti sui rap-
ne sta in piedi su una specie di piedistallo; porti tra ebrei e gentili nell’ottica ebraica,
nella sinistra tiene la pergamena del decre- sul trattamento dei matrimoni misti, sull’os-
to “Libertà dei Culti”; con la destra indica servanza delle leggi statali. Le risposte del-
in alto un triangolo luminoso con iscritto il l’assemblea vengono passate, per una con-
Tetragramma beneficamente irraggiante; è valida dottrinale, a un Gran Sinedrio di 71
attorniato da nove personaggi che nell’ab- membri (come l’antico Gran Sinedrio di
bigliamento individuano le fedi cattolica, Gerusalemme) appositamente riunito a
ebraica, protestante, ortodossa, armena, Parigi nel febbraio 1807. In quell’occasio-
confuciana, musulmana e, nello sfondo, c’è ne, Napoleone introduce il sistema conci-
persino l’indiano pellerossa con il tipico storiale: un Concistoro Centrale a Parigi
copricapo di piume. Nella didascalia si leg- diretto da tre rabbini e da due laici, e una
ge: Libertà dei Culti mantenuta dal Gover - serie di Concistori locali, uno per ogni
no – Un Governo saggio protegge tutte le dipartimento o gruppo di dipartimenti con
religioni – Voi siete tutti fratelli, amate tut - almeno 2000 ebrei. A tali concistori è
ti il Governo sotto il quale vivete. demandato il compito di amministrare le
• 40 •
ranti, più soddisfatti e tranquilli, circoscri- Giuseppe II, divenuto sovrano unico
vere ed eliminare le interferenze ecclesia- dopo la morte della madre Maria Teresa, è
stiche nei poteri civili, raffor- più tollerante dell’augusta
zare lo Stato sono gli obiet- genitrice e agisce in due
tivi che Giuseppe II intende direzioni. Da un lato, vuole
realizzare con una politica eliminare qualunque inter-
di rigido controllo burocra- ferenza esterna negli aff a r i
tico centralizzatore. È il dell’Impero e cerca un
metodo che egli applica alleato interno per la
anche nella riorg a n i z z a z i o- modernizzazione economi-
ne della Massoneria. A ca e sociale dei suoi domi-
riguardo è forse utile una ni: con il decreto del 25
breve divagazione. marzo 1781 proibisce a
La prima Loggia vienne- ogni Ordine profano o reli -
se è installata il 17 settem- gioso di riconoscere una
bre 174240. In essa, il 20 qualsiasi autorità straniera
gennaio 1743, viene iniziato cui inviare fondi. Taglia
Joseph Riga, esperto di lingue così la sudditanza della Mas-
orientali e Hofjude (ebreo di Corte)41 del soneria asburgica a quelle straniere e crea la
principe d’Ottingen-Spielberg. Un mese e Gran Loggia Nazionale austriaca, procla-
mezzo dopo, il 7 marzo, in occasione del- mata dai rappresentanti delle 45 Logge esi-
l’ingresso di altri sei candidati, Maria Tere- stenti nell’Impero (ad essa non aderiscono
sa, ben informata dai gesuiti, ordina un’ir- le 17 Logge dei Paesi Bassi austriaci). Dal-
ruzione armata nella Loggia, fa sequestrare l’altro lato, la volontà centralistica giusep-
gli arredi ed ordina lo scioglimento dell’Of- pina culmina l’11 dicembre 1785 nell’Edit-
ficina: da allora per la Massoneria asburg i- to che precisa il numero delle Logge per-
ca inizia un calvario di vita clandestina e messe: una per ogni città capitale dei vari
repressioni, interrotto da brevi parentesi di Stati da lui governati, con l’eccezione di un
libera espressione42. Alcune Logge cercano massimo di tre a Vienna. Inoltre, impone
la legittimità di costituzione e la protezione alle Logge superstiti di notificare alle auto-
di Potenze massoniche e di sovrani stranie- rità il piè di lista degli aderenti e il calenda-
ri quali gli Hannover (la dinastia che regna rio delle riunioni. In tale modo configura
in Inghilterra dal 1714), o gli Hohenzollern una Massoneria funzionale al potere e con-
prussiani. tigua ad esso, ma anchilosata e impoverita.
43 Sereni 1970.
44 Milano 1963 e De Felice 1955; Milano 1964.
• 44 •
V (luglio 1797), che all’art. 354 recita: A contro le comunità dell’Italia centrale cau-
niuno può essere impedito l’esercizio del sando distruzioni e morte. A Pesaro, Urbi-
culto che ha scelto, conformando - no, Lugo, Arezzo, Pitigliano, Siena, Monte
si alle leggi […] Nessuno può San Savino, Senigal-
essere obbligato a contribuire lia… i ghetti sono presi
alle spese di qualunque culto. d’assalto, saccheggiati
Poco importa poi se i principi e dati alle fiamme dalla
della libertà dei culti e dell’e - plebaglia fanatizzata da
guaglianza dei cittadini non si predicatori ignoranti e
fondono in quello dell’egua - senza scrupoli e da
glianza dei culti. Si è già paghi squadracce in cerca di
ed orgogliosi di quanto stabili- bottino. La devastazio-
to nell’art. 4 della Costituzio- ne maggiore la subisco-
ne della Repubblica Cispada- no il 7 maggio 1799 gli
na, del 27 luglio 1797: La ebrei di Monte San
Repubblica Cispadana conser - Savino (in provincia di
va la religione della Chiesa Arezzo), la cui piccola
cattolica apostolica romana. comunità non riuscirà
Non permette verun altro eser - mai più a ricostituirsi. È
cizio di pubblico culto. Solo agli ebrei per - poi la volta di Senigallia (18 giugno) dove
mette la continuazione del libero e pubblico si contano 13 trucidati, mentre per fortuna
esercizio del loro culto per tutto il territorio. gran parte della comunità si salva via mare,
Non vuole però che alcun cittadino, o abi - rifugiandosi presso i correligionari di A n c o-
tante nel suo territorio, quando viva ubbi - na protetti dall’illuminato vescovo Onorati.
diente alla legge, sia inquietato per opinio - Il 28 agosto, a Siena, le vittime della strage
ne religiosa45. saranno addirittura 1946.
L’adesione degli ebrei italiani al nuovo L’ordine si ristabilisce non appena Napo-
ordine politico è spontanea e generale. Ma leone ritorna sulla scena italiana e sgomina
la storia è pronta a tradirli. Il primo respiro gli avversari con campagne fulminee. L’e-
di libertà è brevissimo. A mano a mano che mancipazione completa è allora ripristinata
le truppe francesi si devono ritirare sotto i e gli ebrei si fanno protagonisti della vita
contraccolpi della coalizione antinapoleoni- economica, sociale e politica dei regimi sta-
ca, mentre il grande corso è impegnato nel- tali creati e rimaneggiati da Napoleone, il
la campagna d’Egitto, la reazione sanfedista quale estende gradualmente il sistema con-
e delle bande dei “Viva Maria” si scatena cistoriale anche in Italia47. Gli studi, le pro-
45 Fubini 1970.
46 Sierra 1970 e Pavoncello 1970.
47 Laras 1979 Sierra 1969.
• 45 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi
48 Laras 1973.
49 Berengo 1987. Fra i vari divieti vi è quello tassativo circa la professione di farmacista, retaggio
del medievale pregiudizio che vede nell’ebreo l’avvelenatore dei cristiani: Nissim 1970.
50 Salvadori 1993.
51 Bedarida 1961; Formiggini 1970; Foa’ 1978.
52 Milano 1963.
• 46 •
una grande manifestazione di fratellanza Poiché i protestanti valdesi sono già stati
con gli ebrei proprio nella piazzetta del emancipati con la Lettera patente del 17
ghetto56. Tuttavia, il capo- febbraio 1848 n. 673, le
scuola nell’affrontare il eccezioni riguardano
problema non tanto in chia- ormai esclusivamente gli
ve umanitaria sentimentale, ebrei, tuttora tenuti ai
ma con poderose e serrate m a rgini. In proposito,
argomentazioni storiche, assai pertinenti sono le
giuridiche, ed economiche, precisazioni di Guido
è Carlo Cattaneo nel saggio Fubini sullo Statuto
Ricerche economiche sulle Albertino, che se pur
interdizioni imposte dalla non sancì l’eguaglianza
legge civile agli Israeliti, dei diritti per gli ebrei
scritto nel 1835 e pubblica- piemontesi e liguri, aprì
to solo due anni dopo a tuttavia la strada alla
causa delle cocciute ostilità loro emancipazione57 g r a-
della censura austriaca. duale segnata dalle suc-
Le idee emancipazioni- cessive leggi: il R.
ste circolano e si radicano nel- Decreto del 29 marzo n. 688
la società italiana e, durante la “primavera concede il godimento dei diritti civili e l’ac-
delle nazioni” quarantottesca, sono recepite cesso ai gradi accademici; il Decreto Luo-
nelle carte Costituzionali che i sovrani si gotenenziale del 15 aprile n. 700 ammette
affrettano a concedere. Le più liberali e gli ebrei al servizio militare; e, infine, la
avanzate sono gli Statuti del Granducato di Legge del 19 giugno n. 753 dispone nel suo
Toscana (15 febbraio) e del Ducato di Par- articolo unico:
ma (28 marzo). Non ancora esente da pre-
giudizi è invece lo Statuto del Regno di Sar- La differenza di culto non forma eccezione
degna, concesso dall’ambiguo e bigotto al godimento dei diritti civili e politici ed alla
Carlo Alberto. Nell’art. 24, infatti, recita: ammissibilità alle cariche civili e militari.
Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro tito - È facile contrapporre al tortuoso percor-
lo e grado, sono eguali dinanzi la legge. Tut - so sabaudo la limpida formulazione dell’art.
ti godono ugualmente i diritti civili e politici, VII dei Principi Fondamentali della Costi-
sono ammissibili alle cariche civili e militari, tuzione della Repubblica Romana del 1849
salvo le eccezioni determinate dalla legge. che senza indugi proclama:
Dalla credenza religiosa non dipende l’e - sia delle comunità che lo compongono. Con
sercizio dei diritti civili e politici. buona pace dei seguaci di Barruel e Bre-
sciani, ossessionati dal-
Il richiamo alla l’idea di un rapporto
Repubblica Romana di necessario tra massoni
Giuseppe Mazzini, Car- ed ebrei coalizzati in un
lo Armellini e Aurelio fantomatico complotto
Saffi ci permette di d e m o - p l u t o - m a s s o n i-
riannodare il filo del co-giudaico, si tratta
discorso parallelo sulla piuttosto di un legame
Massoneria italiana. fatto di ideali condivisi.
Dalla sua riorganizza- Vi sono al riguardo
zione, avvenuta sotto un luogo e un perso-
l’egida napoleonica con naggio emblematici:
la fondazione del Gran- Villa il Vascello ed
de Oriente d’Italia nel Ernesto Nathan.
1805, essa non ha mai L’estrema difesa del-
precluso le sue porte agli ebrei. Discrimina- la Repubblica Romana si svolge sulle pen-
ta dalle persecuzioni poliziesche della dici del Gianicolo, per la precisione al Casi-
Restaurazione specialmente rivolte ai pub- no dei Quattro Venti e a Villa il Vascello,
blici impiegati58 e costretta a lavorare nella dove i volontari, accorsi da tutta l’Italia,
clandestinità, essa risorge a nuova vita lega- resistono eroicamente per un mese ai can-
le a Torino nel 1859, assumendo fra i propri noneggiamenti e agli attacchi delle truppe
valori fondativi anche quelli patriottici del- francesi. Molti sono i caduti nell’epica lot-
l’indipendenza e della libertà nazionale del ta. Fra di essi vi sono anche il ventitreenne
nostro e di tutti i popoli oppressi, condizio- Giacomo Venezian, venuto dalla lontana
ni indispensabili per poter creare un’effetti- Trieste59, e l’ancor più giovane Ciro Finzi,
va catena d’unione fraterna e universale. già distintosi l’anno prima sulle barricate di
Tra ebraismo e Massoneria italiana si stabi- Milano. Villa Il Vascello è ora la sede del
lisce una convergenza di ideali. Ambedue Grande Oriente d’Italia60.
anelano a uno Stato laico e democratico che Il personaggio è Ernesto Nathan61, l’i-
abolisca ogni forma di discriminazione e sraelita anglo-italiano figlio di Sarina Levi
lasci libero accesso alla ricerca del miglio- Nathan da Pesaro (colei che ospita Giusep-
ramento civile e morale sia degli individui pe Mazzini durante gli anni più amari del-
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• 52 •
rammenti di organi interni, lem- che ci passa davanti. Sono corpi sezionati, è
bi di pelle, ossa e cartilagini di la vita come non l’abbiamo mai vista, è il
ogni specie animale che abbia mondo che ci circonda visto da dentro, sia-
mai popolato la terra, il cielo o i mari. Rac- mo noi.
capriccianti feti nati deformi, insetti, scim- Questa collezione del vivente, nascosta
mie, lo stomaco di una megattera. nel cuore di Londra, racchiude gli esempla-
I vasi pieni di formalina sono illuminati ri raccolti da John Hunter (1728-1793), uno
da una luce bianca e disposti su lucide scaf- dei padri della chirurgia, un medico perva-
falature; in mezzo un lungo corridoio. L’at- so da quella curiosità di osservare che soli-
mosfera è quella che regna nei musei dove tamente appartiene ai grandi scopritori. Alla
sono custodite le opere d’arte più importan- fine del Settecento, Hunter ha raccolto,
ti. Ad ogni passo si ha la sensazione di sezionato e confrontato le parti di corpi
avanzare lungo il cammino dell’evoluzione, umani e animali che riusciva a catturare nei
le gambe si muovono lentamente, gli occhi suoi viaggi come medico di marina o che
faticano ad abituarsi ad un simile spettaco- arrivavano nella sua casa di Leicester Squa-
lo. Susann, che mi accompagna, scherza re dal vicino giardino zoologico, il cui diret-
dicendo che prova un senso di nausea. La tore non poteva mancare nel novero dei
mente sembra non volere accettare quello suoi amici.
• 56 •
Per rendere oggi lo spirito di questa rac- Con una certa scaltrezza, il nostro chi-
colta ospitata nella prestigiosa sede del rurgo doveva impadronirsi dei cadaveri che
Royal College of Sur - lo interessavano non appena
geons di Londra, si morti, prima che i tessuti
potrebbe paragonarla iniziassero a corrompersi,
all’impresa dei nostri per poter consegnare ai
giorni di costituire una posteri quanto di meravi-
banca del genoma. I glioso aveva incontrato nel-
pezzi che uno dopo la sua vita, conservare le
l’altro arrichirono la preziose testimonianze di
collezione di Hunter rare malattie o inusuali
corrispondono alle deformità, evidenziare lo
scoperte sulla decifra- straordinario risultato con
zione del codice gene- cui le varie specie animali
tico annunciate ogni risolvono le necessità biolo-
giorno sulle pagine dei giche, adattandosi ai diversi
giornali. ambienti naturali.
Ma oggi, mentre Il lettore andrà a questo
visito le sale del suo punto avvisato: la congrega
museo, Hunter, che cui iscriviamo Hunter è quel-
gode di grande e storica stima quale indaga- la dei dissotterratori di cadaveri. Se vorrà
tore del vivente mi appare piuttosto come il continuare la lettura e si accorgerà di avver-
più illustre dei raccoglitori di cadaveri. Mi tire una certa simpatia per questi personag-
sembra possa essere collocato a buon dirit- gi, allora anche per lui il nostro punto di
to tra quegli scienziati accomunati dalla partenza, l’Hunterian Museum, sarà il luo-
passione per l’avventura nei territori ine- go ideale per riflettere sulle scelte che le
splorati e proibiti della natura: il terreno del- nuove frontiere della scienza di oggi, quel-
l’indagine necroscopica. Come quegli le della genetica, ci invitano a compiere. I
esploratori, ha osato infrangere i divieti ed nuovi campi di indagine che tanto spaven-
ignorare i rigidi precetti che regolavano il tano e fanno discutere richiameranno alla
seppellimento dei corpi e aborrivano il con- mente del nostro lettore i territori percorsi
tatto con la materia morta. Appassionato dal alcuni secoli fa da questi intrepidi pionieri
contributo che sentiva di portare al progres- armati di coltello e stilo ma anche di pala e
so delle conoscenze, per perseguire i suoi piccone. Il nostro Hunter sarà in questo un
scopi non esitava a escogitare qualche testimone eccellente: i suoi studi sulla gene-
imbroglio (quando non complessi sotterfu- tica lo portarono tre secoli fa ad effettuare la
gi) o a scendere a patti con personaggi prima inseminazione artificiale che la storia
loschi più adatti al fumo delle taverne che ai della medicina ricordi, mentre il museo da
fasti delle accademie scientifiche. lui allestito costituisce la più perfetta raffi-
• 57 •
The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto, P. Delaini
gurazione di quell’albero contorto che, ses- dogli che sembrano zucche per non parlare
sant’anni dopo la sua morte, Charles Dar- dei dipinti ottocenteschi del narvalo evo-
win avrebbe adottato come metafora della canti un ippogrifo. Non potendo vedere i
sua teoria sull’evoluzione della specie. cetacei al naturale, questi diventavano
Ripercorrendo le imprese di oggetto delle più
questi medici dallo spirito fervide fantasie.
irrequieto risulterà chiaro Melville precisa
come vietare nuovi campi di che anche i più
indagine alla ricerca non ser- grandi naturali-
va a fermarne il progresso sti, di solito rigo-
ma solo a deviarlo alimen- rosi osservatori,
tando traffici illeciti e spin- avevano descrit-
gendo a gesta clamorose. to balene e tra
questi Aristotele,
Scheletri e giganti Plinio, Aldrovan-
di, Linneo, ma
Ho incontrato per la pri- che solo Hunter
ma volta John Hunter tra le ed Owen ne ave-
pagine di Moby Dick. Le balene, al tempo vano viste di vive. Hunter aveva raccolto
di Melville, erano la più grande metafora molte ossa di balena, ma nutriva molti dub-
del meraviglioso e di come le paure umane bi sul fatto che dallo scheletro arenato di
siano, in fondo, la rappresentazione di ciò una balena ci si potesse fare un’idea della
che si ignora. A quel tempo nessuno aveva sua vera figura: infatti l’ossatura dei cetacei
mai visto balene nel loro ambiente naturale. dà pochissimo l’idea della forma generale.
I disegni scientifici, come spiega lo stesso Hunter diceva che il semplice scheletro di
Melville, venivano eseguiti sugli esemplari una balena ha con l’animale rivestito lo
arenati, e somigliavano a quelli di una nave stesso rapporto che un insetto ha con la sua
naufragata, con la chiglia sfondata senza più crisalide che lo avvolge tondeggiante.
nulla della maestosità e della flessuosità Ecco anche qui il chirurgo che fin da
dell’esemplare nel suo ambiente naturale. fanciullo si ostinava ad aprire, di ogni cosa,
Nelle chiese, i predicatori evocavano i ceta- l’involucro esterno quasi fosse un baccello
cei quale simbolo stesso dell’inferno. L’i- e sgusciarne il contenuto osservandone i più
gnoranza delle cose portava a conclusioni piccoli componenti come se la realtà si
grottesche, come risulta dal modo bizzarro comprendesse solo scendendo ai suoi costi-
con cui, al tempo di Melville, venivano rap- tuenti più minuti.
presentate le balene nei libri di scuola, sulle Eppure la sua passione erano proprio i
insegne delle locande o tra le pagine dei giganti, ma non solo quelli del mare. In par-
testi biblici: balene con gobbe da dromeda- ticolare uno gli era così caro che lo volle
ri, esseri deformi con occhi enormi, capo- con lui nel suo ritratto più noto.
• 58 •
Il cimelio è conservato in fondo al corri- tal punto da impegnare tutte le sue ultime
doio del museo, dove svetta, illuminato da risorse per assicurarsi che il suo cadavere
una luce più intensa: è lo scheletro di un sarebbe sfuggito al coltello di Hunter.
uomo alto quasi tre Byrne escogitò un piano
metri. Le ossa hanno degno di un baleniere
un leggero colorito del Pequod: il suo cada-
marrone. È il segno vere, rinchiuso in una
che rimane dopo che, bara di piombo, sarebbe
attraverso la bollitura stato portato al largo nel
in acqua, si scarnifica Mare del Nord e gettato
un cadavere per con- nelle profondità marine.
servarne l’ossatura. Più Il resto della vicenda è
in basso, una didasca- cosa nota; come Hunter
lia accenna appena a riuscì a corrompere a
come quelle ossa furo- caro prezzo uno dei
no il frutto del più becchini e ad org a n i z-
astuto furto di cadave- zare, nella locanda dove
re che la storia della la carovana funebre
medicina abbia mai aveva trovato ristoro, la
contemplato. La preda, sostituzione del corpo
il più grande scheletro umano che un medi- con pietre dello stesso peso della salma in
co naturalista e collezionista come Hunter modo da non destare il minimo sospetto
potesse desiderare, giunse a Londra alla fine nella comitiva degli esecutori testamentari
del Settecento. Ma vi giunse sulle sue gam- che ripresero il loro insolito viaggio con-
be: era ancora ospitato all’interno del suo vinti di seppellire nelle profondità marine il
legittimo proprietario, un gigante irlandese mistero di quell’eccezionale creatura.
di nome Byrne. Questi si guadagnava da
vivere esibendosi per le strade come spetta- The Body Snatcher
colo mirabolante, e proprio tra i vicoli di
Londra si ammalò ancor giovane di tuber- Robert Louis Stevenson pubblicò nel
colosi. La storia che segue è quella di un 1898 uno dei suoi racconti più inquietanti,
inseguimento tra il chirurgo “cacciatore” e The Body Snatcher. “Il ladro di cadaveri”
il giovane gigante ormai allo stremo delle racconta la sordida storia di due furfanti che
forze. Questi venne presto a sapere di esse- profanano le tombe di chi poche ore prima
re braccato e che le sue spoglie sarebbero aveva ricevuto una degna sepoltura. La not-
state profanate il giorno stesso della sua te, i due malfattori trasportano sul carro i
morte per essere smembrate e studiate da cadaveri avvolti in un sacco mentre la piog-
quello che allora era il più grande chirurg o gia, bagnando l’involucro che li riveste, vi
della Gran Bretagna. L’idea lo terrorizzò a disegna i tratti del volto dei morti rivelan-
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The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto, P. Delaini
tralità che ben presto, oltre agli studenti del corpo umano risultasse evidente l’opera
suo corso, si ritrovarono ad assistervi, in divina dell’autore della creazione. Darwin
una sorta di esaltazione intellettuale, avvo- lo descriveva come ributtante, trasandato e
cati, preti, nobili e curiosi fino a quando le sempre sporco del sangue dei cadaveri. Pro-
lezioni di Knox divennero prio l’orrido aspetto dei cor-
un appuntamento obbli- pi da sezionare, pochi, mal
gato per chi ad Edimbur- conservati, e spesso riutiliz-
go volesse apparire in zati troppe volte, traumatiz-
società. Se un uomo di zò Darwin che nel 1827
cultura fosse passato da lasciò Edimburgo. Un anno
quella città, non avrebbe dopo, nel 1828, scoppiò lo
potuto mancare una visita scandalo che travolse Knox.
ad uno dei maestri dell’a- Le indagini, avviate in
natomia comparata. seguito all’omicidio di quin-
Come potè accadere dici persone, dimostrarono
che il più illustre profes- come questi erano stati
sore della prestigiosa paradossalmente provocati
scuola di medicina di dagli ostacoli che la legge
E d i m b u rgo, la stessa scuola dove venne poneva all’indagine anatomica. Il tavolo
inviato il giovane Charles Darwin quando il anatomico, la sfida tra le scuole di medici-
padre sperava di farne un medico di succes- na, e con essa il progresso della scienza,
so, finisse implicato in una squallida vicen- richiedevano continui rifornimenti di mate-
da di omicidio? Perchè si dovette giungere riale umano da sezionare. Ma, non esisten-
a commettere un crimine per perseguire uno do ancora una legge che destinasse le salme
scopo fondamentale al progresso della alla ricerca, queste dovevano essere trafu-
scienza quale studiare in un laboratorio ana- gate nei cimiteri.
tomico il corpo umano? Darwin arrivò ad Così si favorì il fiorire di un commercio
Edimburgo nel 1825, ma non si entusiasmò illegale e la nascita di una categoria di spe-
per quello che offriva la migliore scuola cialisti che vennero subito chiamati “resur-
medica della Gran Bretagna. Trovò le lezio- rezionisti”, data la tempestività con cui
ni noiose e le cattedre assegnate non per riportavano alla luce i corpi dei defunti.
meriti ma per pressioni di politici o eccle- Questa tetra attività non ebbe altrettanta
siastici. A scoraggiare definitivamente il fortuna in paesi, come la Francia o l’Au-
nostro studioso e a convincerlo a cambiare stria, che avevano varato leggi che assegna-
il suo campo di studi fu proprio l’incontro vano alle università un certo numero di cor-
con un docente di anatomia: Alexander pi per la ricerca pur essendo retti da gover-
Monro. Questi teneva lezioni di poco inte- ni di ispirazione cattolica. Altrove, invece,
resse, durante le quali sembrava preoccupa- divenne oggetto addirittura di un fenomeno
to solo di dimostrare come dall’esame del di import-export: i cadaveri passavano tran-
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The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto, P. Delaini
quillamente la frontiera se nello stato vicino muscolari e bianco delle fasce tendinee,
i cimiteri si potevano profanare con più comunicano una forte sensazione di irreal-
facilità. tà. Le pose forzate cui i corpi sono costretti
Nel 1828 durante le indagini che segui- risultano grottesche: come sono lontane le
rono agli scandali, sir forme plastiche dei dise-
Astley Cooper – un allie- gni anatomici degli
vo di Hunter – comparen- scuoiati di Leonardo da
do davanti alla commis- Vinci o quelle, scolpite
sione d’inchiesta parla- nel legno, degli spellati
mentare, annunciò che che Ercole Lelli disegnò
pagando i profanatori di per il teatro anatomico
tombe avrebbe potuto dell’Archiginnasio a
avere il corpo di ognuno Bologna. L’espressione
di loro commissari un del viso scarnificato è
giorno prima della morte. invece beffarda e sa di
monito: ricorda quella dei
Body Worlds corpi scheletrici o scortica-
ti che gli incisori rinascimentali incornicia-
Fino a pochi decenni fa visitare l’interno vano nei frontespizi dei primi trattati anato-
del corpo umano era solo uno dei sogni del- mici, a volte con una clessidra in mano qua-
la fantascienza. Il film Viaggio allucinante si a cercare nella brevità dell’esistenza il
raccontava di uomini miniaturizzati che consenso per la scena di dissezione che
navigavano in un minuscolo sottomarino occupava il centro delle loro illustrazioni.
dentro i vasi sanguigni. Quarant’anni dopo La mostra Body Worlds è frutto del
quel film, grazie alla mostra itinerante Body lavoro dell’anatomista Gunther von
Worlds, è possibile entrare nel corpo cam- Hagens, che ha perfezionato una tecnica di
minando tra cadaveri opportunamente pre- plastificazione dei tessuti immergendoli in
parati evidenziandone l’architettura interna, plexiglas liquido da cui si aspira l’aria
poi plastificati e messi in posa. Si può creando il vuoto. La tecnica porta a risulta-
osservare una struttura composta di ossa e ti sorprendenti, ma è la trasformazione cui i
muscoli intenta a giocare a basket, mentre corpi sono sottoposti o forse l’assurdità del-
uno scorticato impegnato al tiro con l’arco le pose a lasciarmi il dubbio che tutti quei
fissa i visitatori con i suoi grandi bulbi ocu- corpi abbiano davvero lasciato in vita il loro
lari dall’iride che gli acidi hanno reso azzur- consenso a tanto scempio delle carni accet-
ro intenso. Il cranio, aperto ad arte, lascia tando di finire immortalati nella plastica in
intravedere i due emisferi cerebrali. Certo atteggiamenti che scimmiottano i gesti degli
non si tratta che di parti di noi stessi, ma atleti olimpici. Sembra invece che una con-
così estrapolate dal contesto unitario e nel sistente parte dei moltissimi visitatori che
crudo contrasto dei colori rosso dei fasci nei diversi paesi del mondo vi accorrono,
• 62 •
The division of Poland in 1772 is a very important event in the European political
culture and it represents a significant phase for Freemasonry’s thought too. The
Habsburg Galicia in fact shall be a reformation ground by the hand of Joseph II,
without the Enlightenment and lighted tenor given by the emperor to the new form
of Government cancelling the vulnus to Polish rights. The main character of Ger -
man Freemasonry, of Knight Templar culture, are called to celebrate the new Gali -
cian freedom and most of all the triumph of reason above the former superstition
and intolerance.
According to the same adhesion to a propagandistic trend, Kratter and Traunpaur
show to the Reich the victories of Joseph II: they repropose the complex relationship
between the Governments of the XVIIIth century and the contemporary Freema -
sonry, considering them by the instrumental and philosophical points of view.
rivoluzione americana, mentre un terzo, Forse memore del trauma della guerra di
incentrato sul tema della Nazione, sta pren- Successione e di certo ferita dalla Realpoli-
dendo forma con gli scritti di tik prussiana che le
Rousseau, per trovare for- aveva sottratto la Sle-
ma istituzionale nella Fran- sia, Maria Teresa non
cia rivoluzionaria. volle legittimare la
Più che non costituire nuova conquista in
una presenza inedita, credo analoghi termini: al
che la comparsa della grande Kaunitz spet-
Muratoria in forma politica tò così il compito di
vada considerata in rappor- reperire una motiva-
to a queste tre linee di seco- zione giuridica che
larizzazione della società, autorizzasse l’impe-
chiedendosi sino a qual ratrice a tale mossa in
punto la Massoneria fu, di base agli schemi di
volta in volta, ispiratrice o un diritto quasi feu-
piuttosto strumento (consa- dale o premoderno.
pevole o inconsapevole) dei Poiché gli annali
poteri che già operavano riferivano che nell’XI
per tali cambiamenti. Ad secolo i due principi
esempio di tanti monarchi che aderirono o russi che dominavano il territorio avevano
semplicemente protessero la Muratoria, da accettato di riconoscersi vassalli del regno
Federico II di Prussia allo zar Paolo, quali ungherese, tutto parve risolto.
furono “convertiti” a questa visione e quan- Maria Teresa portava la Corona di Santo
ti videro piuttosto in essa uno dei tanti stru- Stefano e perciò era legittimata a rivendica-
menti di secolarizzazione e di disciplina- re le terre di quegli antichi vassalli; dai
mento del corpo sociale e ancora, i circoli nomi di questi ultimi la nuova provincia fu
muratori dalla corte di Napoli a quella di chiamata Galizia (da Halich) e Lodomeria
Vienna, imposero alle élites i nuovi filosofi (da Vladimir). Tali preoccupazioni erano
o questi ultimi trovarono in essa un comodo invece estranee al figlio dell’imperatrice e
veicolo di diffusione del loro pensiero? suo correggente, Giuseppe II, il monarca
Questi interrogativi devono essere ana- illuminista per eccellenza, l’accanito seco-
lizzati caso per caso ed è ciò che mi pro- larizzatore, protettore di filosofi e liberi
pongo di fare in rapporto alla creazione del- muratori.
la Galizia asburgica. Nel 1773, nonostante le preoccupazioni
Nel 1772 prese inizio la drammatica della madre, Giuseppe visitò la nuova pro-
divisione dello Stato polacco tra i suoi vincia e dalle sue lettere emerge lo sconcer-
potenti vicini ed un vasto territorio fu così to per un contesto anomico, per un territorio
inglobato dalla corte di Vienna. retto da mille giurisdizioni locali spesso
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La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli
confliggenti, dominato dal caos e dalla bar- territori non erano così una provincia con-
barie, in cui la nobiltà polacca aveva ridot- quistata, ma piuttosto una nazione liberata
to l’elemento contadino a uno stato di ser- dal giogo polacco.
vitù e privato di ogni dignità i ceti medi. I temi sul tappeto erano dunque molti ed
Il progetto riformatore del monarca fu esigevano una adeguata propaganda espli-
razionale e drastico: cativa; la scelta di Giu-
centralizzazione seppe II cadde su due
dell’amministrazio- importanti esponenti
ne, riordino del della Massoneria tede-
fisco, abolizione sca, che avevano visi-
dei vecchi privilegi tato la Galizia come
e liberazione dei funzionari asburgici e
contadini. Questi che dovevano ora spie-
ultimi e i ceti urba- gare al popolo del
ni venivano elevati Reich le riforme del
al ruolo di alleati monarca.
della Corona nella Nel 1786 il Kratter
durissima repres- pubblicò a Lipsia il suo
sione della nobiltà trattato sulla Galizia,
locale; anche i privi- frutto di una permanen-
legi delle Chiese, compresa quella uniate, za di sei mesi in quelle terre; l’autore del
dovevano scomparire secondo il modello voluminoso testo ebbe cura di avvertire i
immaginato per tutto l’impero. suoi lettori tedeschi che sebbene la descri-
Era necessario creare un solido impian- zione di usi e costumi così strani avrebbe
to ideologico che giustificasse queste rifor- suscitato interesse e diletto, le atrocità per-
me traumatiche. petrate dai nobili polacchi erano tali da
Giuseppe II attinse allora alle parole scuotere e turbare la sensibilità del civile
chiave del suo impero moderno: liberazione popolo del Reich.
degli oppressi dalle pastoie feudali, lotta Già nell’appello introduttivo del Kratter
all’ignoranza e alla superstizione, tolleran- cogliamo una sfumatura di sapore murato-
za religiosa assoluta e sostegno incondizio- rio, poiché l’autore si rivolge in primo luo-
nato ai ceti produttivi (cioè ai borghesi del- go agli “amici dell’umanità”.
le città). L’opera si sviluppa secondo due registri:
La conquista legittimata in termini di da un lato l’autore narra il trionfo delle
diritto feudale, assumeva ora i contorni di riforme asburgiche che hanno trasformato
una “crociata illuministica” e, poiché la la Galizia in un paese civile, bene ammini-
Galizia era per eccellenza una terra multiet- strato, in cui tutti sono uguali dinanzi alla
nica, all’imperatore sembrò utile dare spa- legge e al fisco, mentre lo Stato provvede
zio anche al concetto di Nazione; i nuovi ad imporre il principio di Tolleranza.
• 66 •
In forma manichea Kratter deve però tità antagonista. Galiziani sono dunque i
anche descrivere gli orrori del recente pas- contadini, i borghesi delle città, le minoran-
sato, quando la nobiltà polacca e la Chiesa ze e, ovviamente, anche gli ebrei; i polacchi
perpetravano ogni stessi, dismessi i
sorta di violenza panni dei crudeli
sugli infelici regni- padroni, potranno
coli: qui il testo impegnarsi a dive-
assume la forma del nire uomini civi-
romanzo, dilungan- lizzati, leali suddi-
dosi nelle descrizio- ti e dunque anche
ni di orrori e crudel- “buoni galiziani”.
tà degni della peg- In piena ade-
gior letteratura sen- renza al dettato
sazionalistica del muratorio il Krat-
tempo. ter cita costante-
È evidente la valenza ideologica di que- mente il concetto di “fratellanza umana”
sto approccio che, da un lato, attribuisce come ragione delle riforme e come approdo
poteri quasi taumaturgici al potere imperia- ultimo delle stesse.
le capace in appena un decennio di trasfor- Anche in materia religiosa tale imposta-
mare un secolare assetto sociale, mentre, zione si riproduce: con spirito invero ben
dall’altro, trasforma la certo brutale e iniqua poco tollerante, l’autore mette in ridicolo
oppressione dei ceti egemoni locali in un tradizioni, usi e liturgie della Chiesa uniate;
mostruoso regno della degenerazione dei particolarmente significative le pagine deri-
più barbarici istinti. sorie dedicate alla simbologia della trasmis-
Questa dicotomia, tanto cruda da appari- sione del bacio tra gli officianti e i fedeli.
re quasi ingenua, serve al Kratter per trac- All’opposto si pone la riflessione sulla
ciare un solco “biologico” tra la vecchia minoranza ebraica: priva di diritti, essa è la
classe dirigente e i sudditi per approdare ad componente sociale più oppressa, ma gli
una conclusione ribadita più volte anche se A s b u rgo l’hanno liberata elevandola alla
mai in forma esplicita: l’elemento polacco dignità che le spetta.
conquistò una terra multietnica, la sottomi- Per Kratter Giuseppe II è un nuovo Mosè
se alla sua violenza e ora Giuseppe II ha che ha traghettato il popolo eletto dalla
ridato ad essa la dignità di nazione. Certo il schiavitù polacca all’attuale stato di libertà.
concetto è tortuoso, ma si esplicita parlando Anche se la riscoperta dei diritti degli
dei galiziani come di una società composita Ebrei era da tempo un fattore dirimente nel
certo, ma da secoli avvezza a convivere, ad distinguere società retrive e regimi illumi-
utilizzare una stessa lingua e che anzi, pro- nati, l’enfasi dedicata al tema del “nuovo
prio in contrapposizione al feroce dominio Mosè” asburgico acquisisce una peculiare
polacco, ha costruito una propria autoiden- valenza su cui presto torneremo.
• 67 •
La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli
Nel 1787 il Traunpaur pubblica le sue ruolo centrale: come non ricordare allora
“Lettere” sulla Galizia: anch’egli, nativo di che proprio un italiano, il principe Eugenio,
Bruxelles, è un prestigioso esponente della quando si trovò a guidare di fatto l’impero,
Massoneria e, al contrario di quanto è stato diede vita ad alcune delle maggiori apertu-
scritto, la sua opera non va re verso i sudditi ebrei
letta come risposta pole- degli A s b u rgo. In ogni
mica a quella del Kratter; caso l’ufficiale si presen-
in realtà questo autore ta al lettore quale perfet-
modifica solo la forma let- ta incarnazione delle doti
teraria del suo predecesso- del viaggiatore dell’età
re, attenua certi toni enfati- dei Lumi: è curioso, ma
ci, espunge le descrizioni discreto, pronto a con-
più truculente, ma ripropo- frontarsi dialetticamente
ne le stesse conclusioni del con l’Altro, difendendo
Kratter. le proprie ragioni senza
Al di là della comune ferire la sensibilità del
appartenenza alla Murato- suo interlocutore.
ria, i due autori propongo- Come nella favolisti-
no gli stessi temi della pro- ca del tempo (o forse di
paganda imperiale; a ben ogni tempo) per conosce-
vedere il Kratter è stato il pri- re l’intimo pensiero dei
mo ad introdurre presso l’opinione pubbli- nativi, il protagonista dismette l’uniforme
ca la questione galiziana e perciò ha deciso ed assume le sembianze di un borghese; tra
di scuoterla con argomentazioni drastiche, gli incontri memorabili, quello con una
senza sfumature e con descrizioni di violen- famiglia di nobili polacchi, ospiti squisiti e
ze sconvolgenti. Ora che il pubblico ha già dotati di una moderna visione del mondo; si
recepito la drammaticità del problema, il è scritto che questa digressione narrativa
Traunpaur può abbandonare questi toni proverebbe una presa di distanze del nostro
quasi escatologici per adottare la forma di autore dai toni e dai contenuti del Kratter. In
una più sobria relazione di viaggio. realtà si tratta in primo luogo del solo epi-
L’io narrante del racconto di Traunpaur sodio in cui si loda un polacco, ma per di
è un ufficiale italiano al servizio dell’impe- più il Traunpaur subito precisa: egli faceva
ro in terra galiziana; la scelta di questa iden- onore ala sua patria, la Galizia. In altri ter-
tità non credo sia casuale perché in primo mini questo esempio dimostra la continuità
luogo ribadisce la natura multietnica del- ideale tra le due opere, poiché il Kratter
l’impero proprio in una terra abitata da aveva scritto che le riforme avrebbero civi-
popoli tanto diversi tra loro. lizzato i più sensibili tra i feroci e barbari
Va poi rilevato che in quest’opera il rap- polacchi, un assunto verificato così dall’uf-
porto con la componente ebraica assume un ficiale del racconto del Traunpaur.
• 68 •
Ma quest’ultimo autore ha toni e ambi- una forma indistinta, una massa nera che si
zioni filosofiche certo più elevate del suo rivela poi essere un ebreo profondamente
predecessore, tanto che la addormentato ed egli ne
sua opera è piena di attende il risveglio per
rimandi ai grandi pensato- poterlo interrogare circa la
ri del tempo; dal Candide condizione del suo popolo.
egli trae spunto per descri- Il protagonista appren-
vere la ancestrale confu- de che si tratta di un rabbi-
sione delle società del- no, un uomo tanto amabile
l’Europa orientale ed il e colto che i due presto
suo protagonista si parago- possono dialogare su Les-
na poi ad un novello sing e su Mendelssohn; di
Robinson. Quest’ultima fatto il rabbino si propone
citazione evoca l’idea di come una versione galizia-
un viaggiatore precipitato na di Nathan il Saggio, la
fuori dal mondo civile e fonte ideale, dunque, per
costretto ad affrontare la avere un approfondito ed
violenza di un mondo sel- equilibrato parere su quan-
vaggio: non si può non to le riforme hanno potuto
osservare che tale condi- fare per gli ebrei del paese.
zione non si adatta certo al Naturalmente il rabbino
quadro idilliaco della Galizia proposto dal- rievoca l’umiliante condizione
lo stesso Traunpaur, sempre preoccupato del suo popolo sotto il giogo polacco e vede
invece di dimostrare la quasi miracolosa in Giuseppe II una guida inviata a tutte le
trasformazione del paese derivante dalle nazioni dalla Provvidenza; egli aggiunge
riforme di Giuseppe II. poi che tutti gli ebrei delle future generazio-
Questa apparente discrasia credo costi- ni benediranno il nome dell’imperatore e
tuisca un sottile rimando dell’autore al suo quanto a sé non crede che quella dei polac-
bagaglio muratorio, in cui l’adesione alla chi sia una nazione malvagia: il mondo inte-
Massoneria e la successiva crescita cultura- ro, egli dice, è costituito da due sole oppo-
le ed esperienziale dell’adepto si propongo- ste nazioni, i buoni e gli empi.
no come un continuo viaggio iniziatico È questo un passaggio interessante per-
attraverso le tenebre della non conoscenza ché rivela la convinzione dell’autore in una
sino alla luce del sapere. più volte ribadita fratellanza di tutti gli
Istituito il riferimento ad un così puntua- uomini, il cui comportamento dipende dal
le artefice letterario, l’autore deve darg l i grado di cultura, affrancamento dalla super-
completezza; come Robinson anche il pro- stizione ed intima indole del singolo; in altri
tagonista trova il proprio interlocutore indi- termini il pensiero del Traunpaur dipende
geno: in un vicolo l’italiano scorge infatti dagli scritti di Montesquieu e Voltaire,
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La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli
anche se, per dar voce alla propaganda sono infatti temi esclusivi della Massoneria,
imperiale che esalta la rinascita di una ma piuttosto istanze condivise dal mondo
nazione galiziana, è poi illuminista tutto, a comin-
costretto a mutuare, senza ciare naturalmente dallo
vera convinzione, il con- stesso Giuseppe II.
cetto stesso di Nazione da Il Traunpaur invece ci
Herder e Rousseau. propone riferimenti assai
Da queste “affinità elet- espliciti alla cultura
tive” tra il rabbino e il pro- muratoria: si tratta spes-
tagonista nasce una amici- so solo di una simbolo-
zia forte, ma di breve dura- gia, di un lessico e di un
ta per la morte dell’ebreo sistema di metafore di
di cui l’italiano sente di carattere simbolico ove
dover onorare la memoria la citazione di figure del
come uomo giusto e razio- passato che, se lette da
nale; quest’ultimo aggetti- un iniziato, consentivano
vo credo vada riferito di riconoscere il testo
soprattutto al passaggio in come opera di un libero
cui, interrogato dall’ufficiale circa la con- muratore. I passaggi più importanti in tal
vinzione dell’attesa del Messia, si sente senso sono però quelli dedicati al dialogo
rispondere dall’amico ebreo che crede in con il rabbino: i due uomini, prodotti di due
essa solo perché ciò gli è imposto dalla sua società e due culture tanto diverse, scopro-
funzione religiosa. no quasi senza sorpresa di coltivare una
Tentando di tracciare alcune coordinate comune passione per le stesse letture, le
circa questa vasta opera, possiamo aff e r m a- stesse forme di pensiero, le stesse opere.
re che, pur rispondendo alle esigenze di una Si tratta spesso di saggi d’avanguardia,
precisa committenza imperiale, essa testi ancora poco diffusi, eppure l’uff i c i a l e
comunque ci propone continui rinvii alla italiano, scrutatore disincantato e attentissi-
cultura muratoria. mo della realtà locale, non mostra alcuno
Il Kratter, importante massone, si era stupore scoprendo che il povero rabbino di
limitato ad esporre una serie di tematiche una sperduta cittadina galiziana conosce
fondamentali per l’ideologia giuseppina e al alla perfezione i più recenti capolavori del-
tempo stesso care al mondo della legge: la la letteratura muratoria ed illuministica ger-
critica feroce delle ingiustizie feudali, la manica.
condanna del ruolo del clero come nemico Ancora una volta siamo di fronte ad un
della filosofia e sostenitore delle vecchie messaggio rivolto ad iniziati: il rabbino che
oppressioni, l’idea di tolleranza e di fratel- nelle più povere periferie d’Europa padro-
lanza umana di cui l’affrancamento degli neggia il sapere filosofico più avanzato,
ebrei costituiva il più vistoso corollario, non evoca simbolicamente Salomone, il Tempio
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e quel contesto ebraico che è alla genesi questo alveo si colloca anche il Kratter, la
della Massoneria secondo i miti delle logge, cui esaltazione di Giuseppe II come nuovo
rappresentando la culla della Massoneria ed Mosè non costituisce necessariamente una
il fondamento del suo sape- metafora massonica, trat-
re iniziatico. tandosi di un attributo rife-
Per il nostro autore, rito a molti monarchi del
vicino ai circoli templari- passato.
sti, il fatto che il rabbino Tutta muratoria è inve-
potesse comprendere ed ce la dimensione dell’epi-
amare le maggiori opere sodio del rabbino in Tr a u n-
della Muratoria tedesca era paur: il suo personaggio,
una scontata risultante del secondo lo schema templa-
sapere iniziatico celato nel- rista, emblematizza uno dei
la cultura ebraica; perciò mille rivoli in cui si è divi-
per un ebreo colto e di so il sapere iniziatico delle
indole “razionale” era origini; perciò la sua pro-
naturale decifrare il sapere messa secondo cui tutte le
massonico senza alcuna future generazioni ebraiche
fase maieutica preliminare. benediranno il nome dell’im-
La questione ebraica era centrale per gli peratore simboleggia in realtà il voto di
illuministi del tempo, ma non certo di uni- fedeltà a Giuseppe II, formulato in nome di
voca lettura: ad esempio il conte Potocki tutta la multiforme galassia massonica.
grande viaggiatore e inesausto campione di Pertanto queste due opere piuttosto che
riforme politiche e sociali, non ha difficoltà essere espressione di una componente mes-
nel riconoscere negli ebrei i migliori conti- sianica dell’ideologia Giuseppina, riprodu-
nuatori della speculazione aristotelica, cono invece le certezze di alcuni circoli
afferma che la loro persecuzione è il risulta- massonici tedeschi che vollero riconoscere
to di meschini calcoli politici, eppure crede in questo monarca l’iniziatore di una nuova
fermamente che solo il denaro sia impor- fase storica, caratterizzata dalla coinciden-
tante per essi. Molti illuministi collocano za tra gestione del potere e ideali muratori.
poi la cultura ebraica nella sfera di un esoti- Occorre perciò ritornare all’interrogativo di
co Oriente che merita tolleranza, ma che partenza, chiedersi cioè se la collaborazio-
tuttavia è estraneo alla civiltà europea. E ne tra dispotismo illuminato e Muratoria fu
l’elencazione dei pregiudizi antiebraici nei fisiologica o strumentale.
filosofi settecenteschi potrebbe continuare a Nel caso galiziano è innegabile che le
lungo. Ciò che mi preme rilevare è che il riforme imposte anche con durezza repres-
tema dei diritti dei sudditi ebrei e della loro siva dal governo di Vienna andassero tutte
tutela è un fattore molto importante nell’i- nella direzione auspicata dalla Massoneria
deologia imperiale del XVIII secolo: in germanica: la arretrata ed arrogante nobiltà
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La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli
polacca era stata umiliata, equiparando tut- del dominio polacco, ben pochi dati concre-
ti i sudditi dinanzi al primato della legge, le ti potevano produrre circa la crescita del
minoranze etniche e religiose erano ora benessere dei ceti sociali affrancati.
tutelate e la stessa L’insistenza della condi-
potenza delle Chie- zione ebraica è di certo
se, viste come cen- sincera, ma, al tempo
tri di diffusione di stesso, questa è anche la
superstizione, era problematica in rapporto
stata posta entro alla quale ogni lettore
rigidi limiti. poteva, senza alcun dub-
Per i massoni di bio, meglio rilevare un
tutta Europa le oggettivo ed indiscutibile
riforme in Galizia cambiamento in un senso
dovevano apparire univocamente favorevole
come una tappa agli antichi perseguitati.
decisiva in una Nel caso galiziano è
dimensione pro- così evidente una ambi-
gressiva della storia; gua commistione di interessi
logica perciò la scelta della corte di affidare tra Muratoria e potere statuale: la prima, di
proprio a due massoni il compito di illustra- fatto politicamente assai debole nonostante
re all’opinione pubblica questo trionfo molte magniloquenti asserzioni, aveva un
imperiale in nome della Ragione. disperato bisogno di accreditarsi come for-
Ma non tutto era in realtà così semplice: za sintonica agli interessi imperiali, cercan-
nonostante il legittimismo teresiano, nel do in tal modo di mostrarsi all’opinione
1772 era iniziata in nome della Ragion di pubblica come un centro di potere capace di
Stato una crudele spartizione di una libera incidere sulle linee di governo.
nazione che presto si sarebbe conclusa con Giuseppe II, per parte sua, cercava pen-
la scomparsa della Polonia dalla carta d’Eu- satori capaci di rivestire di uno spirito filan-
ropa. Inoltre la politica di compressione dei tropico quella che era stata una cinica ope-
privilegi nobiliari e la “equiparazione” dei razione politica.
ceti egemoni alle classi subalterne era una L’incontro tra le due parti fu pertanto
costante ideologica degli A s b u rgo da oltre naturale ed armonico poiché sia l’imperato-
un secolo: essa esprimeva una linea centra- re sia gli intellettuali massonici erano ben
lizzatrice di ascendenza antichissima e che convinti di usare strumentalmente gli uni le
non aveva certo atteso lo spirito dei Lumi o riforme del primo, l’altro la filosofia dei
la filosofia muratoria per divenire una for- secondi.
ma di governo. I circoli muratori e la corte imperiale, sia
Del resto, mentre i nostri autori possono pure con motivazioni diverse, trovavano
molto scrivere circa la iniqua oppressione così in questa utopica descrizione della
• 72 •
Galizia intesa come laboratorio di una nuo- che potesse conservare un accettabile livel-
va civiltà retta dalla Ragione, elementi utili lo di crescita senza il controllo di soldati e
a dar loro prestigio e funzionari germanici.
consensi nell’opinio- Ma l’obiezione più
ne pubblica europea. forte consisteva nel
La finzione ebbe ricordare che la Gali-
termine quando nel zia era stata tolta alla
1799 i ceti egemoni Polonia con le armi e
della Galizia asburg i- che perciò, a iure vic -
ca (i cui confini si toris, l’impero l’aveva
erano ancora allarg a t i riorganizzata a pro-
a scapito della Polo- prio piacimento, scel-
nia) facendosi inter- ta legittima poiché la
preti della “Volontà conquista annullava
generale della nazione” reclamarono la così ogni precedente impegno contratto dallo
detta Magna Charta, cioè una sorta di costi- Stato rispetto ai corpi sociali. Erano le stes-
tuzione: il testo della richiesta, pur ridando se argomentazioni già usate nel 1671 da
potere alla nobiltà, nel lessico e nei conte- Vienna per abbattere i privilegi della nobil-
nuti si ispirava al Contratto sociale e alla tà ungherese dopo che essa si era ribellata:
Dichiarazione dei Diritti Universali del- le utopie sincere e gli ambigui reciproci
l’Uomo del 1789. riconoscimenti che avevano caratterizzato
La risposta imperiale fu ovviamente un l’intesa tra massoni tedeschi e corte asbur-
rifiuto: si negava che gli Stati Generali gica per idealizzare l’occupazione della
richiesti dagli appellanti potessero conside- Galizia e le riforme ad essa imposte da Giu-
rarsi come un organo rappresentativo, che la seppe II si erano così frantumate di fronte ai
Galizia stessa fosse realmente una nazione, duri imperativi della Ragion di Stato.
La dea Cibele, mito e complesso:
un ponte antropologico dalla preistoria ai nostri tempi
uno studio sperimentale fra psicoterapia, mito e antropologia
di Mario Bulletti
Psicologo Psicoterapeuta
The discovery of the Cybele’s complex has been defined as one of the most impor -
tant news in psychology. The post-analytical stream was born after this proper
finding and it took also to a new interpretation and a revision of dialectic and of the
Freudian psychoanalytic tecnique. Many are the involvements connected to the
Cybele’s complex: they come from the new consideration of the collective fenome -
nology to that of the individual, from the field of psychophysiology to the field of
psychopathology.
Postanalysis reflects the multidisciplinary of culture and its aim is to search for the
opposites’ consonance.
della madre. La figura del padre, all’interno inconfutabilmente, a portare il peso della
del quadro familiare, si mostrava estrema- figlia per nove mesi e a partorirla con
mente remissiva, interpretando lo grande sofferenza. In tale affer-
stesso un ruolo secondario di mazione di possesso nei con-
sottomissione, la cui unica fun- fronti della figlia e di reiezione1
zione consisteva in un sot- nei confronti del padre, la
tomesso supporto alle decisioni madre precludeva2 il ruolo
della coniuge. Riconvocata la paterno del marito che veniva in
coppia parentale, la madre tal modo completamente estra-
affermò con decisione che la niato3. Così facendo la donna
scelta affettiva della figlia era affermava il suo potere sovrano
sbagliata, senza alcuna possibi- e inconfutabile sul destino della
lità di appello. Il padre, da parte figlia. Diveniva così palese-
sua, nell’esprimere il suo parere mente l’unico ente generante,
in merito alla questione, mostrò proclamando in tal modo la sua
solo qualche lievissima per- partenogenesi. Una partenogene-
plessità nei confronti della linea seguita dal- si legata anticamente al concetto della
la moglie. A rgomentò, con un bisbiglio divinità. Una posizione cultuale che fu in
sommesso: “questa povera figlia, così come anteprima matriarcale, ma che poi si ripro-
stanno le cose, non potrà mai farsi una pose nel patriarcato attraverso il culto del-
famiglia...”. Questa sua perplessità fu l’imperatore divinizzato4.
immediatamente censurata dalla coniuge Cercai a tal punto di ricondurre positiva-
che lo mise in tal modo fuori causa. Le mente alla ragione quella donna così forte-
argomentazioni dell’uomo furono rigettate mente volitiva, compiendo però in tal modo
con veemenza. La donna concluse aff e r- un errore dovuto all’inesperienza. Il tentati-
mando che era stata lei e solo lei, vo da me condotto ebbe inizio utilizzando
una strategia non direttiva. Una metodica rimase sottomessa, come direbbe Catullo,
tesa a far emergere le dinamiche attive, tras- per tutta la vita ai voleri della madre.
late in negativo5 nella circostanza. Il risulta- Riportata in tal modo la figlia a casa, la
to fallimentare non si fece atten- stessa si piegò ancora una volta
dere. Infatti la donna, come alla volontà della madre dive-
intuì che poteva attivarsi una nendo in modo definitivo colei
benché minima censura, anche che potremmo descrivere lette-
indiretta, che potesse mettere in ralmente o poeticamente come
questione la sua dialettica pul- “ancella della dea”8 madre.
sionale così nefanda6, di cui era Una madre che potremmo defi-
perfettamente cosciente, inter- nire, ora, senza alcuna ombra
ruppe immediatamente il suo di dubbio, una madre cibelica.
rapporto con lo psicologo. Dal- Attualmente, eseguendo
la figlia, rimasta in contatto con una verifica di accertamento,
me, seppi in secondo tempo, sono stato aggiornato dalla non
che la madre si recò, accompa- più giovane figlia, oramai cin-
gnata dal padre, nella casa del quantaseienne: la stessa vive
fidanzato con cui conviveva. In tale occa- ancora con la vecchissima madre rimasta
sione il padre, reso “furente di rabbia”7 (cfr. vedova pochi anni dopo l’evento da me nar-
G.V. Catulli) dalla moglie, malmenò pesan- rato. La matriarca, come mi riferisce la
temente la figlia che poi costrinse a salire, figlia, sentenziava e sentenzia a tuttoggi la
sempre con violenza, nell’auto dove l’a- frase: “ora stai con me, dopo la mia morte
spettava la madre. La madre, a sua volta, farai quello che vuoi”. Possiamo dire che
aggrediva e neutralizzava verbalmente con questo enunciato sancisce l’epitaffio con-
pesanti insulti il fidanzato che, uscito dalla clusivo e definitivo dell’evirazione operata
sua abitazione, voleva prestare soccorso alla sulla figlia. A tutt’oggi quella madre, al dire
ragazza. La storia si concluse in un definiti- della stessa, non ha perso né lucidità menta-
vo accasamento forzato della figlia che le né veemenza.
Questo caso emblematico, proprio gra- preclusi o reietti dalla potente volontà di
zie all’insuccesso terapeutico, diventerà per quella donna. Una donna che esprimeva, in
me soggetto fondamentale di studio. Venne sé e per sé e pienamente, la figura di una
da me registrato come caso A e madre così dominante da
divenne il motore di quello stu- mostrarsi come un vero e
dio pluridisciplinare che mi por- proprio centro9 ginocratico
terà a formulare la teorizzazio- della vita familiare.
ne del complesso di Cibele. Scoprirò in seguito che
anche la suocera di Sig-
Analogie fra il caso A con mund Freud separerà,
quello dei vissuti freudiani attraverso la forzatura psi-
cologica,“per lunghi anni”,
Il caso A fu per me un rivo- le due figlie, Martha e
luzionario soggetto di riflessio- Minna Bernays, dai rispet-
ne, che potrebbe essere definito tivi fidanzati. Infatti, scri-
come quello della tipica “fortu- vendo alla cognata Minna,
na del principiante”. Entrambi gli attori il padre della Psicoanalisi affermerà riguar-
maschili, padre e fidanzato, si erano mostra- do alla futura suocera: come madre, dovreb -
ti incapaci di opporsi alla ferrea volontà del- be essere felice di sapere felici per quanto è
la donna: una madre che si mostrava reite- possibile i suoi tre figli, e sacrificare i suoi
ratamente dominante sulla vita affettiva del- desideri ai loro bisogni. Non lo fa, si lamen -
la figlia. Entrambi gli uomini, marito e ta di essere superflua, di essere trascurata,
genero in erba, apparivano platealmente cosa di cui noi, per la verità, non le diamo
9 Freud 1990: lettera del 21 febbraio 1883, pp. 31-32: Vi sono questioni serie che meritano di esse -
re trattate diversamente. Probabilmente sai di che si tratta. La mamma ha deciso di andare ad Amburgo con
te, prima di tutto per fare laggiù una ricognizione, poi per mettervi le tende. Schönberg le ha detto che è egoi -
sta, e che non ha trovato in lei la madre che cercava. Furono rotti i rapporti e ci fu grande ostilità. Voglio
dirti subito che ho preso posizione, ma ti pregherei molto, se mi concedi una certa influenza in proposito, di
non prenderne partito, nelle tue lettere, per la mamma, o di credere a tutte le sue lamentele che adesso senti
su di noi. Ora non credere che io le sia ostile o abbia rinnegato l’alta opinione che ho di lei, oppure che i miei
rapporti con lei siano meno affettuosi. Non credo di farle un torto; la vedo tra noi con una grande energia,
spirituale e morale, capace di grandi cose, senza una traccia delle ridicole debolezze delle donne anziane, ma
non si può fare a meno di riconoscere che essa prende posizione, contro noi tutti, come un uomo anziano.
Per il fatto che la sua energia e il suo fascino hanno resistito così a lungo, esige ancora una piena partecipa -
zione alla vita, e non da persona anziana, bensì vuole essere il centro, la dominatrice, il fine di tutto. Ogni
uomo, giunto all’anzianità con tutti gli onori, vuole la stessa cosa, ma nella donna ciò è insolito. Come
madre, dovrebbe essere felice di sapere felici per quanto è possibile i suoi tre figli, e sacrificare i suoi deside -
ri ai loro bisogni. Non lo fa, si lamenta di essere superflua, di essere trascurata, cosa di cui noi, per la veri -
tà, non le diamo alcun motivo, vuole trasferirsi ad Amburgo per una specie di raffinato capriccio, senza tener
conto che, così facendo, separa te e Schönberg, e me e Martha per lunghi anni.
• 77 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti
alcun motivo, vuole trasferirsi ad Amburgo convivenza della cognata Minna in casa
per una specie di raffinato capriccio, senza Freud13. Del ribelle Ignaz Schönberg, con-
tener conto che, così facendo, trario ai voleri della suocera e vittima del
separa te e Schönberg, e me e conflitto con la stessa,
Martha per lunghi anni10. non rimarrà più traccia.
Nell’evidenza dei fatti, la Il genero non gradito, o
suocera di Sigmund Freud meglio forcluso dalla
avrà lo stesso comportamen- suocera, seguirà, anche
to di separazione, sebbene se in modo più diploma-
meno cruento, agito dalla tico, lo stesso destino di
madre del caso A. Infatti reiezione del fidanzato
mentre la madre del caso A del caso A.
attivava una palese forzatura Ritornando proprio
fisica, la suocera di Sigmund al caso A, dopo l’evento
Freud rendeva attiva una palese forzatura del ratto della figlia, cominciai, giustamen-
psicologica. Quindi la forzatura si eviden- te, a nutrire dei dubbi sulle dinamiche edi-
ziava come strategia privilegiata tesa a divi- piche. In questo caso non c’era una figlia
dere ed allontanare le figlie dai rispettivi innamorata del padre o un figlio innamora-
fidanzati. Una forzatura evidente nel primo to della madre ma, in tutta evidenza, una
caso, mimetica nel secondo, ma pur sempre madre ferocemente innamorata della figlia.
espressione della volontà ginocratica. Con Iniziai quindi a supporre che sia la fase
il lamentarsi di essere superflua e trascura- preedipica che quella edipica fossero diret-
ta, attivava una tecnica molto più raffinata, te e pilotate da questo complesso patologi-
quella sadico-passiva dell’algolagnia11. co evirante agito dalla madre. Un comples-
Ignaz Schönberg, fidanzato della cogna- so che sarà finalmente messo in luce nel
ta Minna, si ribellerà alla suocera dicendo- campo di indagine della postanalisi, con la
le, come ci ha testimoniato proprio Sig- nomenclatura di complesso di Cibele. Mi
mund Freud, che: [...] è egoista, e che non ha resi conto anche che il nucleo della nevrosi
trovato in lei la madre che cercava12. Il risul- non era da ascrivere né alla fase preedipica,
tato di tale ribellione vedrà, anni dopo, la come teorizzato dal padre della psicoanali-
si solo nel 193114, né a quella edipica, ma quel mio primo caso, mi spinse a ricercare
all’interno del complesso di Cibele. Esso la figura mitologica più rappresentativa del-
era il vero motore pulsionale nel quale, la madre evirante. Con mia grande meravi-
parafrasando proprio Sigmund Freud, pote- glia scoprii le icone di due dee che interagi-
vano essere definite la genesi di tut - vano in parallelo fra di loro,
te le fissazioni e rimozioni alle quali esattamente come interagi-
siamo soliti ricondurre il sorgere rono fra di loro la civiltà
delle nevrosi15. A ciò noi potremmo greca con quella romana.
aggiungere senza tema di smentita, Queste divinità erano: l’e-
ogni forma di psicopatologia. siodea Gaia o Gea: [...] d a l -
La scoperta del complesso di l’ampio petto, sede sicura
Cibele ci ha permesso di coniare il per sempre di tutti / gli
termine – postanalisi – poiché, il immortali che tengono la
campo di indagine della stessa, si vetta nevosa dell’Olimpo16, e
pone in diretta successione concet- l’anatolica Mater deum17
tuale al campo dell’indagine psicoa- Cibele. Seguendo il metodo
nalitica freudiana. dell’indagine postanalitica18,
le analogie all’interno del quadrinomio del-
le due dee si presentarono ben presto nella
L’Esiodea Gaia e la Frigia Cibele: due loro evidenza. In primo erano entrambe dee
espressioni ambivalenti del mito della incestuose. Nel narrato mitologico entram-
Grande Madre be amavano i propri figli; figli amanti pre-
destinati all’evirazione. Nella fattispecie
La forza evirante della madre cibelica di avremo Urano19 con la madre Gaia20, ed
14 Freud 1931: 64: Con ciò la fase preedipica della donna acquista un significato che finora non le
avevamo attribuito. Poiché in tale fase vi è spazio per tutte le fissazioni e rimozioni alle quali siamo soliti
ricondurre il sorgere delle nevrosi, pare necessario ritrattare la validità generale della tesi che il complesso
edipico sia il nucleo della nevrosi.
15 Freud 1931: 64.
16 Esiodo, Teogonia, 117-118.
17 T. Livii, Ab urbe condita, XXIX, 11.
18 Bulletti 2004.
19 Esiodo, T e o g o n i a,126-128: Gaia per primo generò, simile a sé, / Urano stellato, che l’avvolgesse
tutta d’intorno, / che fosse ai beati sede sicura per sempre.
20 Esiodo, Teogonia, 161-166: Presto,creata la specie del livido adamante, / fabbricò una gran falce e
si rivolse ai suoi figli / e disse, a loro - aggiungendo coraggio, afflitta nel cuore: / “Figli miei e d’un padre
scellerato, se voi volete / obbedirmi potremo vendicare il malvagio oltraggio del padre / vostro, ché per primo
concepì opere infami”.
Teogonia, 178-182: ma dall’agguato il figlio [Crono] si sporse con la mano / sinistra e con la destra prese la
falce terribile, / grande, dai denti aguzzi, e i genitali del padre / con forza tagliò, e poi via li gettò, dietro.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti
Attis21 con la madre Cibele22. Queste due sentava anch’essa la terra intera. La Grande
divinità erano le matriarche indi- Madre greca e la Mater deum
scusse del Pantheon patriarcale romana possedevano in loro una
pagano. Gaia rappresentata proprietà, quella definibile come
come metafora del “monte la più pregnante per ogni donna,
Olimpo”23 e Cibele rappresenta- legata all’essenza della fecondi-
ta come metonimia dei monti tà. Erano tutte e due madri di
Kybela. Di fatto, il nome di ogni creato, comprendendo dei e
Cibele derivava proprio da quel- uomini, animali e cose, ed anche
lo dei monti Kybela24, situati in madri di tutto il percepito, e per-
Anatolia. Nel Pantheon greco la sino del non percepibile. Quello
matriarca era esplicitamente della fecondità era un attributo,
Gaia e, per ciò che riguarda il una proprietà talmente consu-
Pantheon romano lo era, la stanziale da presentarsi come il
“Mater deum” Cibele. Gaia, in loro sinonimo più pregnante. Un
quanto Gea, rappresentava la terra intera. sinonimo che però conteneva al proprio
Cibele, a sua volta, in quanto anche Magna interno una duplice caratteristica legata alla
mater o Grande Madre dei Romani, rappre- funzione stessa. Nei fatti tale funzione pote-
21 Cattabiani 1989: 162: Egli [Attis, figlio di Cibele] torna alla madre primordiale, ridiventa andro -
gino in lei, si separa dalla propria virilità per risorgere nell’Uno. Il rito che rammentava il mito e lo attua -
lizzava per i partecipanti, si svolgeva nella seconda quindicina di marzo, intorno all’equinozio di primave -
ra: cominciava il 15, che nel calendario lunare antico era il giorno della luna piena, e culminava nei giorni
che segnavano il passaggio del sole dallo zodiaco meridionale a quello settentrionale. Questo legame con la
luna piena e il sole trionfante, su cui è superfluo spendere commenti, è testimoniato da una statua ai Musei
Vaticani dove Attis appare con il berretto frigio ornato da una falce lunare e i raggi solari.
Frazer 1973, XXXIV, Il mito e il rituale di Attis, vol. I: 546: Si davano [i novizi] in preda alla più sfrenata
eccitazione e lanciavano i pezzi tagliati del loro corpo verso la statua della crudele dea. Questi mutili stru -
menti di fertilità venivano poi impacchettati e sepolti rispettosamente in terra o in camere sotterranee sacre
a Cibele, dove, come per il sacrificio del sangue, venivano forse considerati capaci di richiamare Attis in vita
ed affrettare la risurrezione generale della natura, che allora faceva germogliare le foglie e sbocciare i fiori
sotto il sole primaverile.
22 Frazer 1973, XXXIV, Il mito e il rituale di Attis, vol. I: 546: [...] la madre di Attis concepì suo
figlio ponendosi in seno una melagrana proveniente dagli organi genitali tagliati ad un mostro chiamato
Agdestis, una specie di doppione di Attis.
23 Enciclopedia della geografia 1993: Olimpo (Grecia), il più alto (2917) massiccio montuoso della
Grecia centro-orientale, tra Tessaglia e Macedonia. Nell’antichità, sulla sua vetta, spesso nascosta dalle nubi,
si riteneva avessero la loro dimora gli dei.
24 Cassola 1991: 327: Alcuni studiosi moderni chiamano la madre degli dei «Cibele», e quest’uso,
che ha il vantaggio della semplicità, non può dirsi scorretto; ma non va dimenticato che il nome Cibele, come
Idea, Dindimene, ecc., deriva da un toponimo (i monti Kybela) […].
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va definirsi, nel suo essere ambivalente ed quel “defunto”, derivato dal rovesciamento
ambigua, come felicemente gaia od infelice, negativo di f u n t o, participio passato del ver-
rivelandosi quindi in tutta la sua dualità bo fungere. Quindi la psicogenesi psicotica,
nevrotica. Seguendo lo schema tipi- rappresentata nel mito di Cibele ed
co della nevrosi, che [...] è per agita nel complesso che da esso
così dire la negativa della per - deriva, è la messa in scena del-
versione25, potremo senza dub- l’assassinio dell’anima compiu-
bio affermare che la risultante to da ogni madre cibelica sulla
della funzione della fecondità, psiche dei figli di ambedue i
ossia il procreato, veniva prede- sessi. In tal modo, per queste
stinato ad essere sadicamente due matriarche t e r ribili e t e r ri-
evirato. Quindi nella funzione ficanti, di cui la terra è para-eti-
del creare si esprimeva chiara- mologicamente metafora, è pos-
mente l’endiadi vita-morte. Per sibile definire una fenomenolo-
giustificare tale funzione si ave- gia che vede entrambe rifletter-
va nel culto di Cibele, una litur- si nello specchio nevrotico per-
gia, per così dire, riparatoria che diveniva verso, illuminato dalla fredda luce psicoti-
remunerativa nel momento stesso in cui, tre ca. Infatti per rimemorare, anche Gaia
giorni dopo la morte, si attualizzava la indurrà l’evirazione del figlio Urano. Una
resurrezione del figlio Attis. Ciò avveniva al evirazione che, come chiarificato, simboli-
fine di permettere alla madre la reduplica- camente equivale alla morte. Una morte che
zione all’infinito dell’evirazione mortifera si trasformerà in vita con il nascere della
agita sul figlio. Una funzione questa, che dea Afrodite: [...] una figlia/nacque [nel
esprime non solo una essenza nevrotico- mare, dalla spuma dell’immortale membro],
perversa, ma anche il sintomo più tangibile e dapprima a Citera divina/giunse, e di lì
della psicosi e della psicogenesi psicotica. poi giunse a Cipro molto lambita dai flutti26.
Una funzione il cui risultato sta proprio nel- A tal punto ci sembra importante evidenzia-
l’effetto della psicosi, vera e propria morte re l’analisi riguardante il campo perverso.
dell’anima, che diviene antitesi della fun- Un campo che ci obbliga a considerare la
zione. Un’antitesi che si rende evidente in dinamica del feticismo o del “fetichismo”27.
25 Freud 1905: 477: I sintomi dunque si formano in parte a spese della sessualità anormale; la nevro-
si è per così dire la negativa della perversione. La pulsione sessuale degli psiconevrotici permette di scor-
gere tutte le aberrazioni che abbiamo studiato come variazioni della vita sessuale normale e come manife-
stazioni di quella morbosa.
a) In tutti i nevrotici (senza eccezione) si trovano nella vita psichica inconscia moti di inversione, ossia fis -
sazione della libido su persone dello stesso sesso.
26 Esiodo, Teogonia,191-193.
27 Roudinesco – Plon 2005: 322.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti
Una dinamica che interessa la parte del cor- plificato fornisce, in breve, una esemplifi-
po o la “parte del cuerpo” con il corpo inte- cazione della dialettica feticistica, o più
ro o “como sustitutos de una perso- estesamente perversa, che lega
na” (cfr. E. Roudinesco e M. Plon). dialetticamente fra di loro le
In sostanza dovremo considerare il