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Veneto Serenissimo Governo

L'autogestione come nostra unica salvezza


Longarone - 21 gennaio 2012

pag. 3 - Prefazione Antonia Jani pag. 5 - Continuit con i fondamenti etici della tradizione ebraicocristiana Edith Besozzi pag. 13 - Dichiarazione di Principio pag. 14 - Relazione del Presidente del Veneto Serenissimo Governo Luca Peroni pag. 18 - Relazione del Ministro per gli Affari Esteri Demetrio Serraglia pag. 22 - Relazione del Ministro della Giustizia Andrea Viviani pag. 27 - Relazione del Ministro per gli Affari Interni Valerio Serraglia pag. 29 - Relazione del Dipartimento per la Ricerca e lAmbiente Mario Bonamigo pag. 31 - Nomina Componenti Veneto Serenissimo Governo con affidamenti incarichi e specifici Dipartimenti di competenza

FRAMMENTI DI VETRO di patriota Afgana E buio. I nostri sono gli occhi di coloro che attendono. Nella notte brillano le stelle, qua e l. Le stelle luccicano di lacrime, di dolore e disperazione. Il mio giaciglio come in fiamme. Ma una goccia diventa una gemma Se la verso volutamente, come un giardino primaverile sotto la pioggia. Le mie sono lacrime di coraggio. E il mio coraggio un gioiello. La pioggia di dolore non mi affligge pi.

Il principio fondamentale del nostro lavoro prepararci nel modo migliore possibile in modo da poter affrontare serenamente il giorno del giudizio quando arriver, consapevoli di aver fatto tutto quello che era in nostro, potere, nel tempo che ci e stato dato Yonatan Netanyahu

PREFAZIONE
I testi presenti in questa raccolta dimostrano quanto un gruppo di persone unite da un intento comune, da una profonda relazione di stima reciproca, con una capacit di analisi storica e politica applicata con seriet ed impegno, pu proporre soluzioni percorribili ancorch rivoluzionarie per il governo di un paese. Se restiamo aperti alle possibilit ci rendiamo conto rapidamente del fatto che qui non si stanno descrivendo utopie inarrivabili, si sta parlando della vita quotidiana di ognuno di noi, della possibilit concreta di indirizzare le proprie energie fisiche, mentali, spirituali ed economiche verso una nuova possibilit di Governo. Per un attimo dimenticate ci che attorno alla possibilit di un Veneto indipendente avete ascoltato fino ad ora, provate a percorrere con la mente la regione geografica di cui stiamo parlando, potete immaginare di sbarcare a Venezia, e farvi rapire dalle bellezza e dalla possibilit unica che questa citt vi offre di vivere nella storia, di attraversarla fisicamente oggi, unico posto al mondo. Venezia pu essere considerata una parte della radice ma non il tutto, ci di cui abbiamo bisogno dopo un poco di camminare lungo i fiumi che attraversano e nutrono la terra, possiamo ripercorrerli uno ad uno ed incontrare tutto, ci che oggi, ci che stato ma anche tutto ci che pu essere grazie allo sforzo profuso da molte e molti per restare dentro la propria storia. Il Veneto porta le cicatrici di scelte fatte, alcune probabilmente con troppa leggerezza, sulla scia di un desiderio di benessere che pareva possibile semplicemente abbandonando la terra per provare ad essere altro da s, ma fortunatamente molte e molti che abitano, vivono e conoscono hanno negli ultimi anni compreso che era necessario abbandonare la frenesia produttiva e recuperare la capacit di abitare a pieno il proprio territorio e cos se continuiamo a guardarci attorno nel nostro viaggio immaginario verso le montagne scopriamo che grande la conversione dell'agricoltura veneta verso il biologico, tesa al rispetto ed al recupero delle possibilit concrete che una relazione di reciprocit tra essere umano ed ambiente pu restituire alla vita. Nel corso di questo viaggio che qui ora non possiamo descrivere per intero molto viene lasciato a voi che non avete perso la capacit d'immaginare e che non avete mai smesso del tutto di seguire questo gruppo di persone che sta percorrendo il Veneto e che attraverso le proprie azioni, l'elaborazione della propria vita, una relazione profonda di rispetto e di affetto reciproco, sta descrivendo e vivendo concretamente ci che afferma. Stiamo attraversando le citt, gioielli unici che senza posa cercano di recuperare la possibilit d'essere accoglienti e umane. Riconoscetevi le qualit che vi attraversano, l'unicit con la quale all'interno delle citt Venete si costruiscono ostinate isole di resistenza e di vita, non necessario portare un confronto con il resto delle citt della penisola perch, siamo certi, che chi abita le citt Venete conosce precisamente quanto sia diverso vivere qui o altrove. La terra si muove sinuosa e morbida verso le sue montagne. Attraversare il Veneto significa conoscere le possibilit ma anche la sofferenza di una terra fortemente sfruttata, significa scegliere di proseguire nello sfruttamento oppure

provare a ripensare l'economia, come viene proposto nei testi qui raccolti e farsi carico di scegliere come abitare la propria terra. In questo viaggio immaginario, che non pu essere compiuto con un aereo ma che piuttosto ci domanda la lentezza del cammino, alternata alla navigazione o alla ferrovia, per imparare a conoscere ci che c' e ci che manca e provare ad immaginare vie di comunicazione che non includono il traffico denso della A4, in questo viaggio dicevamo si resta nei luoghi concedendosi la possibilit d'incontrarsi, di parlarsi, ascoltare la musicalit della lingua parlata e riconoscere la capacit di accogliere di una popolazione perfettamente bilingue che non si chiude in se stessa. Chi vi conduce attraverso questo viaggio pu essere qualcuno che abita il Veneto, che lo abita da generazioni ma anche qualcuno che arrivato di recente, che semplicemente ci sta bene e vuole abitare attivamente e responsabilmente questa terra, gli scritti raccolti sono indirizzati ad entrambi questi viaggiatori-abitanti perch quello che vi viene portato attraverso questi testi il frutto di un lavoro continuo, accogliente, amorevole compiuto senza che alcuno abbia bisogno di esercitare potere sull'altro per essere riconosciuto, l'autorevolezza di Luca Peroni o di Valerio Serraglia nutre il lavoro compiuto dagli altri e ne nutrito, la puntualit e l'energia di Andrea Viviani risultano equilibrati con la lucidit e l'impeto di Demetrio Serraglia, la visione e la freschezza di Mario Bonamigo unite alla intensa energia di Marco De Cesero costituiscono la dimensione che permetter la trasmissione della capacit di andare oltre, anche le donne che non sono autrici di questi testi fanno parte e sono agenti di questo progetto politico, non soltanto come le compagne di uomini illustri ma attraverso relazioni fattive di crescita personale e politica: Lorena Corvi, Luigina Bertini, Flavia Ferrazzi, Assunta Battilana, Daniela Serraglia ed Edith Besozzi. Questi testi sono stati esposti e discussi a Longarone, luogo simbolo con la strage del Vajont della rottura della relazione tra essere umano e natura, ma anche luogo che ospita l'accoglienza profonda e franca di persone come Bepi De Cesero che con la sua generosit hanno reso possibile un nuovo inizio, attraverso la proclamazione dei primi liberi Territori Veneti, qui, momentaneamente, fermiamo il nostro viaggio. Ci raccogliamo nel silenzio della montagna ed aspettiamo che attraversando questi testi ogni Veneta ed ogni Veneto ritrovi la propria piena vocazione di Popolo, di Nazione libera di autodeterminarsi. Antonia Jani

CONTINUIT CON I FONDAMENTI ETICI DELLA TRADIZIONE EBRAICO-CRISTIANA


Quello che cercher di dire nel mio intervento riguarda un testo conosciuto da tutte noi ma in realt poco letto. Nasciamo tutti all'interno della tradizione giudaico-cristiana, molti di noi frequentano una chiesa, altri, non molti per la verit, una Sinagoga, la pi parte di noi comunque, pi o meno consapevolmente, agisce, pensa, ama, riconosce attraverso queste due tradizioni. I testi di cui parler appartengono a due libri della Bibbia che accomunano le due tradizioni, quella ebraica e quella cristiana. Si chiamano Wa-jqr che significa e chiam e Devarim che significa parole per la tradizione ebraica assumendo a titolo la prima parola del testo, nella Bibbia cristiana Levitico e Deuteronomio titoli scelti per spiegare di cosa si sta parlando. Perch sono interessanti questi due testi rispetto a noi oggi riuniti qui? Perch sono due testi che contengono, all'interno di una storia, quella del popolo ebraico e di Mos in particolare, in Devarim, molte norme. Non solo norme religiose, cos come si pu pensare considerando questi testi parzialmente. Contengono leggi, prescrizioni assai dettagliate in merito a tutto ci che attiene alla vita delle persone, sono norme che a molti possono sembrare datate ma forse se le leggiamo con un poco di attenzione possiamo scoprire che non lo sono poi molto, anzi possiamo scoprire che sono addirittura norme rivoluzionarie rispetto a quelle proposte dalle democrazie contemporanee. La prima riflessione che vi porto riguarda le parole di una della preghiere pi importanti d'Israele lo Shem ascolta Deuteronomio 6,4-9 4 Ascolta, Israele: il Signore il nostro Dio, il Signore uno solo. 5 Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. 6 Questi precetti che oggi ti d, ti stiano fissi nel cuore; 7 li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. Cosa ha di interessante per noi questo brano? La liberazione, questo brano dice di un popolo totalmente libero, libero di avere delle leggi nel cuore, da seguire, da tramandare alle generazioni future. Questo il primo elemento a mio avviso rivoluzionario, noi siamo liberi quando abbiamo delle leggi. In questo momento non interessante per noi valutare l'aspetto della fede, importante per noi comprendere che questo ci che rende libero un popolo. La libert intesa come assunzione di responsabilit su di s e nei confronti degli altri. Vivere in una comunit, comprendere che abbiamo dei limiti, che le altre persone hanno dei limiti, comprendere che ci sono obblighi reciproci, imparare ad affidarsi e a far s che gli altri possano fidarsi di noi il presupposto per una vita armonica e di crescita

rispettosa di se stessi e delle persone che ci circondano, sia quelle pi prossime a noi che quello pi lontane. Le norme che sono contenute nei brani che avete a disposizione, sono alcune tra le molte, quelle su cui vogliamo condurre la nostra riflessione qui oggi. Levitico 25,1-55 1 Il Signore disse ancora a Mos sul monte Sinai: 2 Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando entrerete nel paese che io vi d, la terra dovr avere il suo sabato consacrato al Signore. 3 Per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; 4 ma il settimo anno sar come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore; non seminerai il tuo campo e non poterai la tua vigna. 5 Non mieterai quello che nascer spontaneamente dal seme caduto nella tua mietitura precedente e non vendemmierai l'uva della vigna che non avrai potata; sar un anno di completo riposo per la terra. 6 Ci che la terra produrr durante il suo riposo servir di nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e al forestiero che presso di te; 7 anche al tuo bestiame e agli animali che sono nel tuo paese servir di nutrimento quanto essa produrr. 8 Conterai anche sette settimane di anni, cio sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. 9 Al decimo giorno del settimo mese, farai squillare la tromba dell'acclamazione; nel giorno dell'espiazione farete squillare la tromba per tutto il paese. 10 Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sar per voi un giubileo; ognuno di voi torner nella sua propriet e nella sua famiglia. 11 Il cinquantesimo anno sar per voi un giubileo; non farete n semina, n mietitura di quanto i campi produrranno da s, n farete la vendemmia delle vigne non potate. 12 Poich il giubileo; esso vi sar sacro; potrete per mangiare il prodotto che daranno i campi. 13 In quest'anno del giubileo, ciascuno torner in possesso del suo.14 Quando vendete qualche cosa al vostro prossimo o quando acquistate qualche cosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello.15 Regolerai l'acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l'ultimo giubileo: egli vender a te in base agli anni di rendita. 16 Quanti pi anni resteranno, tanto pi aumenterai il prezzo; quanto minore sar il tempo, tanto pi ribasserai il prezzo; perch egli ti vende la somma dei raccolti. 17 Nessuno di voi danneggi il fratello, ma temete il vostro Dio, poich io sono il Signore vostro Dio. 18 Metterete in pratica le mie leggi e osserverete le mie prescrizioni, le adempirete e abiterete il paese tranquilli. 19 La terra produrr frutti, voi ne mangerete a saziet e vi abiterete tranquilli. 20 Se dite: Che mangeremo il settimo anno, se non semineremo e non raccoglieremo i nostri prodotti?, 21 io disporr in vostro favore un raccolto abbondante per il sesto anno ed esso vi dar frutti per tre anni. 22 L'ottavo anno seminerete e consumerete il vecchio raccolto fino al nono anno; mangerete il raccolto vecchio finch venga il nuovo.

23 Le terre non si potranno vendere per sempre, perch la terra mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini. 24 Perci, in tutto il paese che avrete in possesso, concederete il diritto di riscatto per quanto riguarda il suolo. 25 Se il tuo fratello, divenuto povero, vende una parte della sua propriet, colui che ha il diritto di riscatto, cio il suo parente pi stretto, verr e riscatter ci che il fratello ha venduto. 26 Se uno non ha chi possa fare il riscatto, ma giunge a procurarsi da s la somma necessaria al riscatto, 27 conter le annate passate dopo la vendita, restituir al compratore il valore degli anni che ancora rimangono e rientrer cos in possesso del suo patrimonio. 28 Ma se non trova da s la somma sufficiente a rimborsarlo, ci che ha venduto rimarr in mano al compratore fino all'anno del giubileo; al giubileo il compratore uscir e l'altro rientrer in possesso del suo patrimonio. 29 Se uno vende una casa abitabile in una citt recinta di mura, ha diritto al riscatto fino allo scadere dell'anno dalla vendita; il suo diritto di riscatto durer un anno intero. 30 Ma se quella casa, posta in una citt recinta di mura, non riscattata prima dello scadere di un intero anno, rimarr sempre propriet del compratore e dei suoi discendenti; il compratore non sar tenuto a uscire al giubileo. 31 Per le case dei villaggi non attorniati da mura vanno considerate come parte dei fondi campestri; potranno essere riscattate e al giubileo il compratore dovr uscire. 32 Quanto alle citt dei leviti e alle case che essi vi possederanno, i leviti avranno il diritto perenne di riscatto. 33 Se chi riscatta un levita, in occasione del giubileo il compratore uscir dalla casa comprata nella citt levitica, perch le case delle citt levitiche sono loro propriet, in mezzo agli Israeliti. 34 Neppure campi situati nei dintorni delle citt levitiche si potranno vendere, perch sono loro propriet perenne. 35 Se il tuo fratello che presso di te cade in miseria ed privo di mezzi, aiutalo, come un forestiero e inquilino, perch possa vivere presso di te. 36 Non prendere da lui interessi, n utili; ma temi il tuo Dio e fa' vivere il tuo fratello presso di te. 37 Non gli presterai il denaro a interesse, n gli darai il vitto a usura. 38 Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese d'Egitto, per darvi il paese di Canaan, per essere il vostro Dio. 39 Se il tuo fratello che presso di te cade in miseria e si vende a te, non farlo lavorare come schiavo; 40 sia presso di te come un bracciante, come un inquilino. Ti servir fino all'anno del giubileo; 41 allora se ne andr da te insieme con i suoi figli, torner nella sua famiglia e rientrer nella propriet dei suoi padri. 42 Poich essi sono miei servi, che io ho fatto uscire dal paese d'Egitto; non debbono essere venduti come si vendono gli schiavi. 43 Non lo tratterai con asprezza, ma temerai il tuo Dio. 44 Quanto allo schiavo e alla schiava, che avrai in propriet, potrete prenderli dalle nazioni che vi circondano; da queste potrete comprare lo schiavo e la schiava. 45 Potrete anche comprarne tra i figli degli stranieri, stabiliti presso di voi e tra le loro famiglie che sono presso di voi, tra i loro figli nati nel vostro paese; saranno vostra propriet. 46 Li potrete lasciare in eredit ai vostri figli dopo di voi, come loro propriet; vi potrete servire sempre di loro come di

schiavi; ma quanto ai vostri fratelli, gli Israeliti, ognuno nei riguardi dell'altro, non lo tratterai con asprezza. 47 Se un forestiero stabilito presso di te diventa ricco e il tuo fratello si grava di debiti con lui e si vende al forestiero stabilito presso di te o a qualcuno della sua famiglia, 48 dopo che si venduto, ha il diritto di riscatto; lo potr riscattare uno dei suoi fratelli 49 o suo zio o il figlio di suo zio; lo potr riscattare uno dei parenti dello stesso suo sangue o, se ha i mezzi di farlo, potr riscattarsi da s. 50 Far il calcolo con il suo compratore, dall'anno che gli si venduto all'anno del giubileo; il prezzo da pagare sar in proporzione del numero degli anni, valutando le sue giornate come quelle di un bracciante. 51 Se vi sono ancora molti anni per arrivare al giubileo, pagher il riscatto in ragione di questi anni e in proporzione del prezzo per il quale fu comprato; 52 se rimangono pochi anni per arrivare al giubileo, far il calcolo con il suo compratore e pagher il prezzo del suo riscatto in ragione di quegli anni. 53 Rester presso di lui come un bracciante preso a servizio anno per anno; il padrone non dovr trattarlo con asprezza sotto i suoi occhi. 54 Se non riscattato in alcuno di quei modi, se ne andr libero l'anno del giubileo: lui con i suoi figli. 55 Poich gli Israeliti sono miei servi; miei servi, che ho fatto uscire dal paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio. Deuteronomio 14,22-29 22 Dovrai prelevare la decima da tutto il frutto della tua sementa, che il campo produce ogni anno. 23 Mangerai davanti al Signore tuo Dio, nel luogo dove avr scelto di stabilire il suo nome, la decima del tuo frumento, del tuo mosto, del tuo olio e i primi parti del tuo bestiame grosso e minuto, perch tu impari a temere sempre il Signore tuo Dio. 24 Ma se il cammino troppo lungo per te e tu non puoi trasportare quelle decime, perch troppo lontano da te il luogo dove il Signore tuo Dio avr scelto di stabilire il suo nome - perch il Signore tuo Dio ti avr benedetto -, 25 allora le convertirai in denaro e tenendolo in mano andrai al luogo che il Signore tuo Dio avr scelto, 26 e lo impiegherai per comprarti quanto tu desideri: bestiame grosso o minuto, vino, bevande inebrianti o qualunque cosa di tuo gusto e mangerai davanti al Signore tuo Dio e gioirai tu e la tua famiglia. 27 Il levita che abita entro le tue citt, non lo abbandonerai, perch non ha parte n eredit con te. 28 Alla fine di ogni triennio metterai da parte tutte le decime del tuo provento del terzo anno e le deporrai entro le tue citt; 29 il levita, che non ha parte n eredit con te, l'orfano e la vedova che saranno entro le tue citt, verranno, mangeranno e si sazieranno, perch il Signore tuo Dio ti benedica in ogni lavoro a cui avrai messo mano. Deuteronomio 15,1-11 1 Alla fine di ogni sette anni celebrerete l'anno di remissione. 2 Ecco la norma di questa remissione: ogni creditore che abbia diritto a una prestazione personale in pegno per un prestito fatto al suo prossimo, lascer cadere il suo diritto: non lo esiger dal suo prossimo, dal suo fratello, quando si sar proclamato l'anno di remissione per il Signore. 3 Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto al tuo diritto nei confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere. 4 Del resto, non vi sar alcun bisognoso in mezzo a voi;

perch il Signore certo ti benedir nel paese che il Signore tuo Dio ti d in possesso ereditario, 5 purch tu obbedisca fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, avendo cura di eseguire tutti questi comandi, che oggi ti d. 6 Il Signore tuo Dio ti benedir come ti ha promesso e tu farai prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai molte nazioni mentre esse non ti domineranno. 7 Se vi sar in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue citt del paese che il Signore tuo Dio ti d, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; 8 anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessit in cui si trova. 9 Bada bene che non ti entri in cuore questo pensiero iniquo: vicino il settimo anno, l'anno della remissione; e il tuo occhio sia cattivo verso il tuo fratello bisognoso e tu non gli dia nulla; egli griderebbe al Signore contro di te e un peccato sarebbe su di te. 10 Dagli generosamente e, quando gli darai, il tuo cuore non si rattristi; perch proprio per questo il Signore Dio tuo ti benedir in ogni lavoro e in ogni cosa a cui avrai messo mano. 11 Poich i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perci io ti d questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese. In questi brani sono contenute alcune delle norme previste per il settimo anno e per il settimo del settimo ovvero il cinquantesimo. La cosa su cui noi vogliamo fermarci la considerazione in ordine alla necessit di fermare tutta la produzione per un intero anno dopo sette anni. Questo assume una valenza molto precisa perch ci richiama ad una responsabilit nei confronti della terra, che va lasciata riposare, non va coltivata intensivamente. Ci viene spiegato che si pu vivere di ci che si accumulato nel corso degli anni precedenti, questo anche a determinare un minore accumulo, le risorse a nostra disposizione devono essere usate ma l'accumulo deve essere speso. Nel settimo anno si dice che devono essere rimessi i debiti e l'indicazione precisa di chi conosce la natura umana di non chiudere la mano di fronte a chi ha bisogno quando si avvicina l'anno della remissione, il testo molto concretamente ci dice che ci saranno sempre poveri e bisognosi, quindi nessuno di noi che in condizione di aiutare, di prestare deve sottrarsi poich abbiamo la responsabilit di offrire una possibilit di riscatto anche quando questo significasse perdere quanto prestato perch siamo vicini all'anno della remissione. Il testo non si limita a questo, ci dice anche che nell'anno successivo al settimo per sette, il cinquantesimo, si devono liberare gli schiavi. Ci viene ribadito anche nei brani seguenti ed in maniera ancora pi dettagliata. Si dice inoltre che il cinquantesimo anno libera dai debiti e restituisce le terre. Terra che, ci viene ribadito non di propriet di nessun'essere umano. Interessante considerare come un popolo libero, liberato dalla schiavit viene esortato a ricordare d'essere stato schiavo e a fare s che questa condizione non permanga per nessuno, che sia comunque una condizione transitoria. Importante precisare a tale proposito che quando viene usata la parola schiavo nel testo biblico non si tratta degli

schiavi cos come li immaginiamo noi oggi, s'intende coloro i quali compivano il proprio lavoro a servizio di altri, qualcosa di simile ai lavoratori dipendenti di oggi, cui per non viene neppure riconosciuta la possibilit di riscattarsi nel momento in cui progressivamente si erode l'idea che il lavoro sia una ricchezza offerta e non un dono ricevuto. Deuteronomio 15,12-18 12 Se un tuo fratello ebreo o una ebrea si vende a te, ti servir per sei anni, ma il settimo lo manderai via da te libero. 13 Quando lo lascerai andare via libero, non lo rimanderai a mani vuote; 14 gli farai doni dal tuo gregge, dalla tua aia e dal tuo torchio; gli darai ci con cui il Signore tuo Dio ti avr benedetto; 15 ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese di Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha riscattato; perci io ti d oggi questo comando. 16 Ma se egli ti dice: Non voglio andarmene da te, perch ama te e la tua casa e sta bene presso di te, 17 allora prenderai una lesina, gli forerai l'orecchio contro la porta ed egli ti sar schiavo per sempre. Lo stesso farai per la tua schiava. 18 Non ti sia grave lasciarlo andare libero, perch ti ha servito sei anni e un mercenario ti sarebbe costato il doppio; cos il Signore tuo Dio ti benedir in quanto farai. Questo popolo in grado di riconoscere che il servizio che viene portato, il lavoro, deve essere compensato e riconosciuto. Nell'ebraismo il lavoro e l'ingenio sono considerate fondamentali per lo sviluppo ed il benessere delle persone, tutte le norme contenute in questi libri ci portano ad una dimensione di amore fattivo. Ogni persona viene posta in una relazione di responsabilit rispetto a s, all'altro da s qualunque sia la sua condizione, alla natura, agli animali. Ogni azione, ci viene spiegato, prevede delle conseguenze e noi siamo in condizione di scegliere se stare nella libert che ci viene offerta, che presuppone il rispetto delle norme, la presa d'atto e di coscienza o stare nella schiavit. Deuteronomio 24,17-22 17 Non lederai il diritto dello straniero e dell'orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova, 18 ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di l ti ha liberato il Signore tuo Dio; perci ti comando di fare questa cosa. 19 Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo; sar per il forestiero, per l'orfano e per la vedova, perch il Signore tuo Dio ti benedica in ogni lavoro delle tue mani. 20 Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, per l'orfano e per la vedova. 21 Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare: sar per il forestiero, per l'orfano e per la vedova. 22 Ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'Egitto; perci ti comando di fare questa cosa.

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Quello che viene detto che qualunque comportamento, soprattutto se lesivo nei confronti dei pi bisognosi e deboli, riconduce alla propria condizione di schiavo. Ovvero nella misura in cui ognuno di noi pensa di poter compiere un'ingiustizia nei confronti dell'altro da s senza che questa gli domandi conto prima o dopo in realt schiavo poich si chiama fuori dalla possibilit d'essere popolo. Nessuno esiste per se stesso soltanto, questa condizione di libert. Pensare di bastare a s stessi condizione di schiavit. Deuteronomio 30,19-20 19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perch viva tu e la tua discendenza, 20 amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poich lui la tua vita e la tua longevit, per poter cos abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe. Queste parole sono la conclusione dell'ultimo discorso fatto da Mos prima della sua morte, sono parole dette dal Signore, per chi crede forse pi semplice riconoscere questo linguaggio che parla di benedizione e di maledizione, ma io penso che anche senza essere un credente sia possibile comprendere cosa significano queste parole, quale portata di liberazione assumono. Utile forse anche contestualizzarle. Il popolo ebraico riuscito ad uscire dall'Egitto, si trova a vagare per il deserto e da subito inizia a lamentarsi, come probabilmente capitato anche a noi di fare ogni volta che ci siamo trovati liberi, pensando di volerlo essere ma senza esserlo davvero nel profondo del nostro cuore. Quanti di noi non hanno ad un certo punto desiderato di provvedere a se stessi, di poter scegliere per se, dove, come e con chi vivere, avere a disposizione del tempo e quando questo accaduto, capitato di non sapere che fare e di pensare che magari si stava meglio dove si era prima, dove c'era qualcuno a dirci cosa fare, pensare, essere... La libert, quella vera, difficile, una scelta quotidiana. Per me personalmente una ricerca continua perch mi rendo conto di non essere mai libera completamente, di ricadere continuamente nell'idolatria, sia essa nei confronti di un'idea, una condizione, una religione. Ricado continuamente nell'incapacit di assumere totalmente la responsabilit che la mia condizione d'animale pensante e senziente esige. Scegliere la vita comporta essere in grado di fermarsi, almeno un giorno a settimana, non produrre, almeno un anno ogni sette, restituire ci che si ricevuto, almeno ogni cinquanta anni. Scegliere la vita significa assumere su di s la consapevolezza d'essere mortali e che tutto ci che ci viene offerto nel corso della nostra permanenza qui non nostro di molte e molti, anche di quelli che verranno dopo di noi.

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Scegliere la vita significa a mio parere scegliere la responsabilit di norme capaci di porci costantemente di fronte al nostro limite, per essere liberi veramente. Questa libert si esercita soltanto all'interno di una comunit, un popolo, una nazione. Nessuno libero se agisce soltanto per s. Essere popolo riconoscersi parte di questi significa, secondo me, assumersi la responsabilit di ci che si , si condivide e si abita. Questi testi, come molti altri all'interno della Bibbia ci riconducono a noi stessi, ma non alla nostra unicit egocentrica che prescinde dalla relazione con gli altri, a quella parte di noi chiamata ad assumersi la responsabilit d'essere popolo, nazione. Edith Besozzi

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VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA Dichiarazione di Principio


Il Veneto la terra in cui si formata lidentit spirituale, politica e religiosa del Popolo Veneto; qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali con portata nazionale; qui il sangue del Popolo Veneto servito alla difesa della civilt cristiana. Dopo essere stato illegalmente occupato e disperso nel mondo il Popolo Veneto non cess mai di pregare, lottare e sperare per il ritorno al nostro diritto di vivere come essere umani, liberi nella terra dei nostri padri e che sar dei nostri figli. Spinti da questo attaccamento storico e ancestrale i Veneti difenderanno il loro diritto allautodeterminazione e al libero arbitrio. Costruiremo villaggi e citt autogestite, creeremo una comunit in crescita, che controller la propria economia e la propria cultura, amante della pace e in grado di difendersi. Il Popolo Veneto lotter per la propria felicit, portando i vantaggi del progresso tra gli abitanti. Dispone con effetto immediato che il Veneto Serenissimo Governo fino a quando sar regolarmente ristabilita lautorit dello Stato, secondo quanto previsto dalla Veneta Costituzione provvisoria, operer come Governo Provvisorio della Veneta Serenissima Repubblica. Il Veneto Serenissimo Governo fa appello alle Nazioni Unite, affinch assistano il Popolo Veneto nella ricostruzione del proprio Stato, e accolgano la Veneta Serenissima Repubblica nella famiglia delle Nazioni. Il Veneto Serenissimo Governo tende una mano di pace e buon vicinato a tutti gli Stati vicini, e ai loro Popoli, e fa loro appello affinch stabiliscano legami di collaborazione e di aiuto reciproco con il Popolo Veneto. Fa inoltre appello a tutti i Veneti della diaspora, affinch si stringano attorno alla loro Patria, e sostengano gli sforzi di costruzione della Veneta Serenissima Repubblica. Il Veneto Serenissimo Governo confida nellaiuto dellOnnipotente, e chiede a San Marco e al Beato Marco dAviano di guidare le nostre menti e le nostre azioni.

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RELAZIONE DEL PRESIDENTE DEL VENETO SERENISSIMO GOVERNO


Signori ministri del Veneto Serenissimo Governo, Patriote e Patrioti, Veneti tutti, il lavoro che oggi presenteremo in questa commissione ha unimportanza fondamentale per il futuro della nostra gloriosa repubblica e per lintero popolo nostro, i tempi in cui alberghiamo sono oramai maturi per una presa di posizione netta e chiara su come dovremo salvaguardare noi stessi e tutto il nostro essere, sulla inderogabilit della via che dovremo intraprendere per salvaguardare le nostre vite, i nostri interessi, la nostra dignit le nostre famiglie, tutto quello che i nostri padri ci hanno tramandato di positivo e giusto e tutto quello che vogliamo porgere alle generazioni future perch abbiano una vita dignitosa e degna dei nostri antenati. Il tempo lavora contro di noi e non possiamo sprecare pi nessun momento, dobbiamo prendere decisioni risolutive che ci riguardano, si deve procedere a spron battuto seguendo lunica via che ci rimasta e cio quella dellautoconservazione. Conservare noi stessi significa tutelare le nostre vite, il nostro territorio, le nostre tradizioni, le nostre speranze e questo implica la lotta per la sopravvivenza contro il male dominante dei giorni nostri e cio il sistema capitalistico e tutti i suoi derivati, incluso il denaro, vero padrone di tutte le nostre esigenze. La lotta sar dura e faticosa ma non abbiamo via di uscita. Abbiamo un grosso vantaggio in questo momento: la capacit finalmente di vedere e di capire da parte di tutti noi in modo chiaro, chi il nostro nemico; adesso pi che mai, possiamo individuare chi lotta contro di noi, chi vuole impossessarsi dei nostri beni, delle nostre propriet e delle nostre speranze, chi opera a favore della disgregazione delle nostre famiglie e del mondo, arrivando a frantumare i nostri pi elementari diritti, frutto di millenarie consuetudini, per mantenere in vita un sistema corrotto, finalizzato a monopolizzare le ricchezze del pianeta nelle mani di pochi banditi senza scrupoli. Se abbiamo ben capito tutto questo, viene naturale concentrarsi su come dovremo affrontare questa fase di cambiamento, su come dovremo comportarci, su come impostare un modello di vita che non sar pi designato dal desiderio di formule magiche, ma sar forzatamente incentrato sulla difesa e la salvaguardia della comunit da attacchi che divverranno sempre pi dolorosi, fino ad arrivare al limite estremo. Il Veneto Serenissimo Governo si assunto mesi fa limpegno di aprire un tavolo di discussione per affrontare lurgente problematica e la giornata di oggi principalmente dedicata al suo approfondimento presentando una traccia atta a reggere le varie motivazioni gi citate. La scelta verso questa giornata di disamina la naturale conclusione a tutto quello che ci circonda attualmente; questo pu essere un punto di vista, una scelta, un progetto fra i tanti, ma rimane il fatto che con questo si vuole dare un segnale forte, una virata evidente verso la conservazione delle nostre famiglie collocando in primis la difesa, la conservazione e i diritti dellindividuo e di tutto lambiente che lo circonda, evadendo da quellenorme catena che ci obbliga verso un

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globalismo piramidale in contrasto con le nostre plurimillenarie tradizioni, lasciateci in eredit dai nostri antichi padri; valori questi distrutti e vessati ancor oggi in nome e per conto della catastrofe a cui irreversibilmente ci stanno obbligando famosissimi tecnici, burocrati della pace manager ecc... Non deve assolutamente stupire la modalit con cui il Veneto Serenissimo Governo questanno abbia posto i lavori per labituale riunione; consapevoli del terribile momento che dovremo affrontare, dobbiamo stringerci attorno adesso pi che mai al glorioso vessillo di San Marco, simbolo eterno di libert, giustizia e fratellanza, emblema a cui vogliamo sentirci legati nella maniera primordiale della sua essenza, andando a riscoprire le pi profonde radici del suo assunto storico, continuazione di quel rapporto tra Dio e lessere umano. Anche questanno il Veneto Serenissimo Governo, come sempre, stato in prima linea per denunciare tutti i passaggi antidemocratici che lo stato occupante italiano ha messo in opera per deprimere le libert democratiche; sono anni che si denuncia la capacit di un manipolo di speculatori che progressivamente deteriorano la libert della comunit a scopi esclusivi, rischiando di portare tutti alla bancarotta ed alla confusione totale; i risultati potete adesso sentirli interamente sulla vostra pelle, senza pi poter minimamente dubitare della nostra previsione.Abbiamo visto come in nome della crisi e dello stato italiano i celati poteri dominanti in poche ore abbiano spazzato via decenni di istituzioni parlamentari, la speranza che finalmente la societ abbia capito a cosa serve andare a votare in questo fantastico paese. Il Veneto Serenissimo Governo stato in prima linea nel segnalare le tante manipolazioni storiche portate avanti dal regime occupante, determinate da imponenti e costosissime manifestazioni per i 150 anni dellunit dItalia, autentica esasperazione, visto il loro abissale distacco dallo spirito e dalle aspirazioni della gente. Il lavoro svolto poi come sempre con incessante spirito di sacrificio per diffondere la improrogabile necessit del rifacimento del referendum truffa del 1866 come ferma via stabilita per arrivare allautodeterminazione del popolo veneto non fa che accrescere i motivi di orgoglio da parte mia verso i componenti del governo e di tutti i patrioti che collaborano con esso. Per arrivare poi allessenza di oggi cercher di essere conciso in maniera di arrivare alla sintesi del mio pensiero in maniera decisa ma chiara a tutti. Innanzi tutto,come abbiamo detto prima, gli spunti o meglio le proposte che dobbiamo prendere in esame devono andare nella direzione opposta alla generale tendenza globalizzante odierna, occorre scioglierci progressivamente dalla rapida e palese tendenza forzata verso lautocrazia piramidale data dal denaro per il denaro; dobbiamo obbligatoriamente ristabilire una struttura orrizzontale di conduzione per slegarci da una suddittanza indotta ed agevolare lavvicinamento di tutte le persone indistintamente ai diritti e ai doveri dellautogestione. Tutte le forze volontaristiche, di carit, sindacali, associazioni, istituti, gruppi, qualsiasi cosa che rappresenta la societ veneta devono impegnarsi per creare una figura, un organismo che sia una forza di pressione e contribuisca a supportare le denunce del Veneto Serenissimo Governo allimmediato ripristino della legalit internazionale nel

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territorio veneto, in primis il rifacimento del referendum truffa del 1866: lorganismo dovr anche organizzare lassistenza degli anziani, dei malati e dei pi bisognosi in genere e dovr imporsi nella maniera pi rapida possibile allorganizzazione, al passaggio ed alla trasformazione delle realt che andranno via via soppiantate. Tutte le fasi che avverranno e in particolare la progressiva dissoluzione delle istituzioni dello stato occupante e le varie fasi di smarrimento che seguiranno, legate alla sempre pi precaria situazione della sicurezza pubblica, assieme allaumento dellaggressivit della criminalit organizzata e non, devono essere orientate a favorire il vivere civile e la collaborazione fra gli uomini e in tutto questo si fa un deciso appello al senso di responsabilit, al contributo ed alla partecipazione di tutte le forze dellordine, perch collaborino e sostengano la guida del Veneto Serenissimo Governo. A questo punto, visto la bancarotta certa in cui lo stato occupante ci sta spingendo e la precariet crescente soprattutto nelle fasce pi deboli della societ con vere e proprie realt dove le persone perdono il pi piccolo barlume di dignit, e assistendo quotidianamente a scene di degrado e indigenza dovute alla fame, il Veneto Serenissimo Governo propone un immediato piano di vera e propria salvezza nazionale attraverso lo sfruttamento delle risorse rimaste nel territorio appartenenti alla collettivit. Sappiamo che enormi sono le propriet collettive in mano allo stato, alle regioni, alle province e ai comuni, sotto forma di terreni demaniali soprattutto a ridosso di fiumi, laghi, nelle coste, ma anche in territori montani e che parecchi edifici come ex caserme, fortezze, fabbricati ecc... o sono in stato effimero o sono semi abbandonati; tutto questo patrimonio deve essere messo a disposizione dagli organi competenti per cominciare un piano di autogestione finalizzato inizialmente allautosostentamento dei pi bisognosi ed alla cultura dellautogestione, questo non pu essere negato come non si pu assolutamente pensare di vendere a privati o meno ancora a entit straniere qualsiasi propriet della comunit per coprire debiti effettuati dalla solerte amministrazione locale o statale che sia. Questo spunto che da inquadrarsi nel progetto collettivo di autogestione del territorio avr lo scopo primario di mitigare i processi di regresso suddetti, dando la possibilit alle persone di riacquistare dignit lavorando e contribuendo al mantenimento alimentare, essenziale, ma non solo perch la sfida rendere il rapporto natura-societ il pi stretto possibile, finalizzato al convivere in armonia reciproca senza la quale si destinati ai disastri cui assistiamo oramai quotidianamente, provocati a dire del regime da cause metereologiche ma che in realt sono per la maggior parte imputabili al dissesto idrogeologico e allincuria nei confronti del territorio messa in atto dal sistema urbanistico attuale, intriso di logica malavitosa e corporativistica. A questo punto bene fermarci, altrimenti si rischierebbe di schematizzare il problema pi del dovuto, portando il senso del nostro discorso verso uno stato molto pi impegnativo e distinto, il che potrebbe essere controproducente visto e considerato il tempo e le opzioni che abbiamo a nostra disposizione, ricordando ancora una volta che le alternative allautogestione delle comunit sono il fallimento totale della societ come la

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conosciamo adesso con conseguenze a dir poco spaventose, avvicinandoci al tracollo civile e politico odierno ed in ultima analisi alla sua persistente continuazione, con altri mezzi di Clausewitziana memoria. Gloria agli eterni eroi veneti VIVA LA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA Luca Peroni Presidente del Veneto Serenissimo Governo

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RELAZIONE DEL MINISTRO PER GLI AFFARI ESTERI


La via che questo mondo ci ha sempre posto di fronte per uscire dalle crisi economiche sempre stata una sola: la guerra. Ovviamente non si arrivati di punto in bianco ai conflitti, prima di tutto si sono create delle situazioni lacrime e sangue per i Popoli, poi si indicato ai Popoli un nemico responsabile della crisi e di tutti i mali del mondo, i Popoli presi della disperazione si sono affidati alle politiche populiste dei leader di turno i quali hanno applicato disposizioni dittatoriali a cui le egemonie internazionali hanno risposto con atti militari per ristabilire lordine pregresso. Questo meccanismo, ovviamente infarcito da decine di milioni di morti i quali hanno sfoltito il cosiddetto esercito industriale di riserva che era divenuto troppo aggressivo nei confronti delle classi dominanti che in modo arbitrario gestiscono il potere, inoltre secondo i meccanismi del profitto sempre e comunque e ad ogni costo ogni buona guerra crea distruzioni e quindi un nuovo mercato da sfruttare e continuare a depredare. Per avere la conferma di queste tesi basta sfogliare i manuali di storia e troviamo la conferma che il sistema dello sfruttamento dellessere umano sullessere umano e la natura che lo circonda porta solo allautodistruzione. questo lo scenario drammatico in cui viviamo anche oggi, la crisi non temporanea n circoscrivibile, sta travolgendo tutto, e il Popolo la sta subendo sulle proprie carni, sulla propria esistenza, nel proprio quotidiano. Se continuiamo a perseverare in questo sistema non abbiamo nessun futuro degno da vivere, nessuna speranza se non quella di essere animali da soma per i potenti di turno locali, nazionali o mondiali. Le organizzazioni internazionali hanno dimostrato la loro inefficienza e il loro essere dei burattini in mano ai prepotenti di turno, ma noi ci ostiniamo a richiedere che il diritto internazionale venga ripristinato in Veneto attraverso un libero referendum per lindipendenza, come previsto dagli accordi internazionali del 1866 sanciti dallArmistizio di Cormons, dalla Convenzione per le Venezia e dalla Pace di Vienna, e chiediamo che questo diritto sia sostenuto da tutti gli Stati dellassise mondiale, perch non possiamo immaginare che essi preferiscano la lotta armata alla libera volont popolare attraverso un referendum. Ma ci appelliamo anche a tutti coloro che si sentono Patrioti Veneti e amanti della terra veneta sia che siano residenti nella Patria Veneta che dispersi nella diaspora perch si facciano portavoce in ogni luogo del diritto allautodeterminazione, allautogoverno e allautogestione del Popolo Veneto. Inoltre invitiamo tutti i Patrioti Veneti a sostenere la diffusione dei Liberi Territori Veneti sostenendo il nascente Fondo Nazionale Veneto, quale organismo preposto e dipendente dallufficio di Presidenza del Veneto Serenissimo Governo in cui convogliare tutte le risorse fisiche, materiali ed economiche per incrementare le terre sotto diretto controllo politico del Veneto Serenissimo Governo, tassello fondamentale per uscire dal gioco economico, finanziario politico delloccupante

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italiano. Ogni donna veneta e uomo veneto ora pi che mai sono responsabili del proprio destino, finito il tempo della delega, se vogliamo sopravvivere dobbiamo noi stessi essere gli artefici del nostro futuro, altrimenti abbiamo di fronte a noi solo la catastrofe, senza nessun futuro. Dobbiamo dimostrare al mondo che noi Veneti che amiamo il Veneto siamo un monolite che non pu essere distrutto, solo cos la nostra voce potr essere ascoltata, non dobbiamo seguire le chimere che puntualmente gli ascari del potere centralcolonialista romano ci presentano. Nessuna elezione potr sostituire la nostra azione diretta per ottenere un referendum per lindipendenza, unazione diretta che si sviluppa giorno per giorno con una pratica patriottica quotidiana in ogni luogo della nostra vita quotidiana dimostrando che un mondo diverso pu esistere e non verr certo dalla putrescente italia e dai cadaverici esponenti politici che la rappresentano. Non possiamo aspettarci nulla di buono dal Presidente dello Stato occupante italiano che oggi festeggia i 150 di uno stato criminale come litalia, infatti tale Giorgio Napolitano nel 1956, all'indomani dell'invasione dei carri armati sovietici a Budapest, si profondeva in elogi ai sovietici. L'Unione Sovietica, infatti, secondo Giorgio Napolitano, sparando con i carri armati sulle folle inermi e facendo fucilare i rivoltosi di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare la pace nel mondo. Inoltre sempre Napolitano e i suoi amici nellaprile del 1975 appoggi lavvento dei criminali khmer rossi guidati da Pol Pot. Se questa lidea di pace che ha Napolitano, allora possiamo ben capire come senza nessun rimorso possa festeggiare ed essere il principale sponsor dei 150 anni dei crimini dellitalia. Tutti i Popoli devono tener presente che questo il personaggio che guida loccupazione della penisola. Litalia, vista la propria incapacit di gestire leconomia veneta, visti i crimini che ha perpetrato in terra veneta e ai veneti tutti, visto il modo coloniale con cui occupa la nostra Veneta Patria deve andarsene con tutte le sue istituzioni, le sue leggi, i suoi lacch, non siamo disposti ad accettare altre proroghe, non siamo disposti ad accettare altri soprusi, non siamo disposti a fare parte del baraccone italia. Quello italiano uno stato antidemocratico, che ha sempre agito contro il popolo in violazione di tutte le leggi internazionali e nazionali (persino di quelle che esso stesso si dato), pretende che gli altri applichino le leggi ma il primo a disattenderle, se dovessimo seguire il suo esempio probabilmente saremmo tutti in carcere. Ci auguriamo che prima o poi chi ha commesso delitti in nome dellitalia venga processato e condannato, in ogni caso il tribunale della storia sta gi condannando gli atti di questo stato fantoccio. Ci nondimeno, visti i crimini italiani perpetrati nei suoi 150 anni di storia, ci appelliamo ai principi emersi dal Processo di Norimberga contro il nazismo, quindi nessuno pu nascondersi dietro il dito affermando che eseguiva solo degli ordini. Difatti in seguito al Processo di Norimberga del 1945 e precisamente l'11 dicembre del 1946 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite emette la Risoluzione 95/I a "Conferma dei principi di diritto internazionale riconosciuti dallo Statuto e dalla sentenza del Tribunale di Norimberga". La Risoluzione

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formula un invito alla Commissione del diritto internazionale affinch produca un documento in cui raccolga i principi emersi. La Commissione il 29 luglio del 1950 emana un Rapporto intitolato "Principi di diritto internazionale riconosciuti dallo Statuto e dalla sentenza del Tribunale di Norimberga" in cui espone sette principi fondamentali: 1 La responsabilit penale internazionale individuale. Chiunque commetta un atto costituente crimine di diritto internazionale di questo responsabile e passibile di condanna. Resta la responsabilit internazionale dello Stato se questo organizza e viola i suoi doveri di prevenzione e repressione. 2 I crimini internazionali sono indipendenti dal diritto interno dello Stato. 3- Il fatto che un soggetto abbia commesso crimine internazionale agendo in qualit di Capo di stato o Alto funzionario non lo esime dalla responsabilit penale internazionale personale. 4- Il fatto che un soggetto abbia agito in esecuzione di un ordine non lo esime dalla propria personale responsabilit penale internazionale. Parallelamente il subordinato ha il dovere di sottrarsi dall'eseguire ordini riguardanti atti criminali. 5- Il soggetto imputato di crimine internazionale ha diritto ad un equo processo imparziale e rispettoso dei principi generalmente riconosciuti. 6- I crimini che costituiscono crimine internazionale sono i crimini contro la pace, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanit. I crimini contro l'umanit sono strettamente connessi alle precedenti categorie. Riprende l'art. 6 dello Statuto del Tribunale di Norimberga. 7- La complicit costituisce crimine di diritto internazionale. Dai principi di Norimberga si evince quindi la piena responsabilit dei governanti italiani che non si sono mai dissociati con i 150 anni di crimini italiani, poco interessa che siano tecnici e politici la responsabilit oltre che collettiva singola, le lacrime di coccodrillo non servono a nulla, il libero arbitrio fondamentale e imprescindibile. Quindi ci aspettiamo che le organizzazioni internazionali preposte agiscano per condannare i criminali, e che il Popolo Veneto tutto alzi la testa contro i soprusi perch la delega non e non sar pi sufficiente per una gestione della propria terra e del bene comune. Dal punto di vista internazionale dei rapporti tra Stati confermiamo quanto pi volte detto: noi come Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, abbiamo lobbligo morale e storico di intervenire per tentare di evitare la catastrofe imminente, che se non fermata travolger tutto e tutti e proponiamo che le relazioni tra Popoli siano basate sul: Rispetto dei diritti umani fondamentali; Rispetto della sovranit e dell'integrit territoriale di tutti i Popoli; Riconoscimento dell'uguaglianza tra le razze e tra tutte le nazioni grandi e piccole;

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Non intervento e non interferenza negli affari interni di un altro Paese; Rispetto del diritto di ogni Popolo di difendersi sia individualmente che collettivamente; a) astensione dall'uso di patti di difesa collettivi che siano di beneficio agli interessi di una delle grandi potenze b) astensione dall'esercitare pressione su un altro Paese; Non esercitare atti o minacce di aggressione contro l'integrit territoriale o l'indipendenza politica di un Popolo; Soluzione di tutte le dispute internazionali con mezzi pacifici come negoziato, conciliazione, arbitrato o accordi giudiziari, Promozione di mutui interessi e cooperazione; Rispetto della giustizia e degli obblighi internazionali. Quindi il diritto allautodeterminazione dei Popoli deve essere reale e non solo scritto sulla carta dei trattati, e questo diritto non deve essere utilizzato per mascherare il terrorismo internazionale da parte dei gruppi terroristici e dagli Stati che li appoggiano. Il futuro risiede nelle capacit dei Popoli di autogestirsi e di vivere in rapporti di pace e collaborazione pacifica, le lotte per legemonia sono alla base delloscurantismo, chi rigetta tali principi sar responsabile della catastrofe. Noi come Veneto Serenissimo Governo ci impegniamo fin dora a sostenere con tutte le nostre forze quei popoli che lottano per una vera libert contro il terrorismo ed il terrore in ogni forma venga esso attuato. Anche noi sosteniamo che il mondo non governato dalle minacce militari, ma basato sulla legge internazionale e sul rispetto della libert dei Popoli. Demetrio Serraglia Ministro agli Affari Esteri e al rifacimento del Referendum del 1866 Dipartimento per i rapporti con i Veneti della Diaspora Coordinamento dell'attivit di governo per l'autogestione

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RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA


La crisi economico-finanziaria che si sta lentamente, ma inesorabilmente, allargando a tutti i paesi del globo mette a dura prova le economie e le societ di tutto il pianeta; prima colpisce i paesi pi deboli, per poi passare a quelli che fino a qualche anno fa erano considerati delle superpotenze al riparo da pericoli del genere. Oltre a questo per assistiamo al ben pi grave e pericoloso silenzio delle istituzioni politiche ed economiche mondiali sui veri motivi della crisi: parere comune che i problemi siano iniziati con il fallimento delle banche americane del 2008 che hanno innescato una recessione globale, che ci ha portato ai risultati di questi giorni. Tutti sono d'accordo che per risollevare le economie occidentali e far ripartire cos il mondo, sia sufficente agire sulle regole del mercato mettendo pi controlli statali, (con buona pace del libero mercato) obbligare i paesi, soprattutto quelli pi deboli, a regole severe sul controllo dei conti pubblici, per evitare sprechi statali che farebbero alzare la soglia di pericolo di fallimenti pericolosi per comunit legate fra loro da accordi economici, finanziari e politici, come per esempio l'Unione Europea, e per ultimo trovare quelle soluzioni che dovrebbero aiutare lo sviluppo e la crescita delle economie colpite dalla crisi. E' ferma convinzione del Veneto Serenissimo Governo che questi siano tutti pretesti utili solo a nascondere i veri motivi della crisi mondiale, che non potr certamente n essere risolta n imponendo nuove regole ne tantomeno alzando le tasse ai Popoli gi fortemente colpiti, facendo loro credere che solo facendo sacrifici si pu evitare il baratro. Il vero problema la fine del capitalismo che ormai ha fatto la sua strada e ha ripagato ampiamente il mondo, con i suoi frutti pi o meno avvelenati, e trovare un'altra forma di economia che ci possa permettere di continuare a lavorare e vivere degnamente le nostre vite. Non possiamo continuare con questo sistema super produttivo che sfrutta a pi non posso le materie prime del pianeta per soddisfare solamente chi ha come unico scopo quello di vendere, vendere e ancora vendere anche beni di cui volendo potremmo farne a meno, per farci comprare arrivano al punto di drogarci con la pubblicit facendoci credere che se non compriamo un determinato prodotto potremmo essere emarginati dalla societ come retrogradi e fuori moda. Senza contare i danni collaterali che chiaramente si manifestano portando avanti un'economia basata sul denaro e sul potere, quindi guerre per il controllo delle materie prime che prima o dopo si esauriranno, ma anche guerre economiche e finanziarie per la supremazia nel mercato globale, condotte non pi dagli stati sovrani ma dalle lobby internazionali che usano (tra le altre armi) la speculazione nei mercati globali per arricchirsi sempre di pi a scapito dei Popoli, e chiaramente lo sfruttamento delle popolazioni del terzo mondo che vengono ingannate dai potenti che approfittano in maniera ignobile delle loro sofferenze e che promettono di aiutarli portando od offrendo lavoro per la loro emancipazione ed il loro progresso ma se osserviamo bene come si svolgono i fatti solamente un diverso mercato degli schiavi, nel 1800 veniva offerta la

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possibilit di lavorare in un campo di cotone o di tabacco con la pia illusione di diventare uomini liberi, ora viene offerta una vita in conceria o in una qualsiasi altra catena di montaggio dove lavorare per gran parte delle loro vita ricevendo in cambio qualche dollaro e qualche comodit che il progresso tecnologico quotidianamente ci offre. Il sistema capitalistico ci ha insegnato che per il nostro progresso ed emancipazione dobbiamo lavorare sempre di pi per migliorare il nostro sistema di vita, secondo tutti gli esperti economici un paese che non aumenta il proprio prodotto interno ogni anno non in crescita e quindi non c' sviluppo, seguendo questa logica abbiamo continuato a creare nuove aziende e nuovi posti di lavoro, abbiamo costruito nuove infrastrutture che fossero all'altezza del mercato internazionale a cui ci siamo rivolti aumentando le nostre esportazioni, nel contempo la qualit della vita migliorava e quasi di pari passo anche quella lavorativa con una tutela, economicamente accettabile dalle istituzioni e dalle imprese, dei diritti e della salute dei lavoratori con un innalzamento continuo del costo del lavoro. Fino ad un certo punto questa poteva essere una strada forse "passabile", i problemi economici sono cominciati quando su questo nuovo mercato internazionale si sono affacciati paesi emergenti che potevano permettersi di lavorare molto al di sotto del nostro prezzo, perch non obbligati a seguire le nostre regole e sfruttando i propri Popoli, che ci hanno portato via porzioni sempre pi grandi di mercato, seguendo a pieno le regole basi del capitalismo: vendere a meno per vendere di pi. Tutta questa corsa allo sviluppo ad ogni costo e cercato con ogni mezzo, anche il pi vile, ci ha portato alla crisi globale che stiamo vivendo in questi anni: per anni assecondando le regole del consumismo abbiamo lavorato e creato posti di lavoro per stare al passo della modernit del progresso tecnologico e dello sviluppo incontrollato, ora ci troviamo nell'impossibilit di continuare su questa strada con enormi problemi di disoccupazione e di povert che avanzano nelle nostre societ, inoltre abbiamo trascurato il miglioramento socio-culturale dei nostri Popoli, il fatto che l'analfabetismo sia quasi debellato non vuol dire che la nostra gente sia progredita intellettualmente, socialmente e culturalmente, vuol solo dire che sa leggere e scrivere. A livello mondiale possiamo vedere un rallentamento di tutte le economie, anche quelle dei paesi emergenti che fino a qualche anno fa avevano un ritmo di crescita a due cifre ora stanno rallentando, alcune previsioni dicono che anche la Cina vedr un brusco rallentamento della sua crescit nel 2012, i problemi legati alla finanza spingeranno i governi a stampare altra moneta senza nessun legame ad un controvalore reale, quindi con la consapevolezza di stampare carta straccia, questo faciliter la crescita dell'inflazione, aumentando sempre pi i problemi alla gente comune inoltre se i prezzi aumentano le famiglie spendono meno, e la tanto declamata crescit sar invece una discesa vorticosa verso il baratro. A tutti questi problemi di carattere mondiale dobbiamo naturalmente aggiungere la patologica crisi economico-finanziaria e politica in cui versa lo stato occupante italiano, ormai da parecchi anni aggravata dalla casta politico-imprenditoriale che in tutta la vita di questo stato fantoccio non ha mai dato prova di onest, giustizia, senso del dovere,

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rispetto per i Popoli che si trova a governare e un minimo di lungimiranza per il futuro, tutti arroccati sulle proprie posizioni, fregandosene della situazione che via via peggiorava e pensando solo a prolungare il proprio potere e aumentare i propri privilegi. Secondo il rapporto sulla competitivit del biennio 20102011, redatto dal "World Economic Forum", l'italia al 46 posto nellindice di competitivit globale (la Germania al 6, la Francia al 16, il Regno Unito al 18e la Spagna al 38). Per la qualit delle istituzioni, invece, l'italia viene valutata al 92 posto, mentre per quanto concerne la dotazione infrastrutturale occupa la 31 posizione al mondo. Chiaramente i governi italiani negli ultimi decenni hanno sempre dato la colpa dei disservizi cronici delle amministrazoni statali e dei problemi finanziari di questo paese agli evasori fiscali, i quali non pagando le tasse sottraggono denaro che dovrebbe andare nelle casse pubbliche, per essere successivamente ridistribuito alle amministrazioni locali, ora non voglio dire che non pagare le tasse sia giusto ma bisognerebbe che fossero pi eque e perch no solidali, parole che ci ricorda sempre il presidente di questo stato fantoccio quando gli fa comodo. Secondo l'Ufficio Studi della CGIA di Mestre nel 2009 la pressione tributaria in Italia era al 29,1% 4,5 punti percentuali in pi della media dei Paesi dellarea euro (24,6%) e il 5,4% in pi della Germania (23,7%), mentre la pressione fiscale nel 2012 dovebbe sfiorare il 44%, questo secondo studi di regime. La frode fiscale non potr essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finch le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finch le sottili arti della frode rimarranno lunica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco, si potrebbe pensare che queste parole siano state dette da qualche rivoluzionario che vuole rovesciare questo paese o da qualche indipendentista che ce l'ha con il governo italiano; niente di tutto questo, quanto letto stato pronunciato nel 1907 da un certo Luigi Einaudi, che non era Veneto n tantomeno indipendentista e forse nemmeno federalista, era solo un economista e successivamente capo di questo, stato il quale sembra proprio che quando vuole si dimentica di quello che disse uno dei suoi padri fondatori. Il problema evasione fiscale comunque non il solo di questo regime e di questo sistema economico, e non saranno altre leggi contro chi non paga a risolvere questa crisi, la situazione talmente grave che la soluzione non potr essere una nuova legge finanziaria o la promessa di tagli agli sprechi dello stato, che tra l'altro tutti promettono ma nessuno mette in pratica. Possiamo tutti renderci conto della situazione in cui il nostro Veneto, ma ovviamente non solo, attraversa in questi anni con enormi problemi in tutti i settori, basti pensare alla crisi del sistema edilizio, da tutti considerato come uno dei comparti che dovrebbe spingere l'economia: secondo una stima del feneal-uil, il sindacato dei lavoratori edili, tra il 2008 ed il 2010 c' stata una perdit di occupati di oltre 5000 unit, il dato percentuale nel 2011 si attesta a -5,8% rispetto al 2008 con un picco nella provincia di Verona -18%, la compravendita ha subito una pesante battuta d'arresto rispetto al periodo pre-crisi (2007) con un -28,4% per quanto riguarda l'edilizia residenziale e -26,5% per quella non residenziale con un calo nella domanda di mutui per acquisto di immobili del 6,6%, a tutti

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questi dati dobbiamo aggiungere i notevoli ritardi che subiscono le imprese nell'incassare i pagamenti per i lavori fatti anche da parte delle pubbliche amministrazioni, nonch le lunghissime attese per ricevere aiuti dalle istituzioni. Altro settore in crisi nera quello della costruzione di mobili: solo nella provincia di Treviso, secondo la filca cisl, dall'inizio del 2009 al luglio di quest'anno 122 aziende hanno chiuso, per un totale di circa 4000 posti di lavoro in meno, con una diminuzione di 100 mila ore di lavoro. Tra le aziende che hanno chiuso anche nomi importanti del settore come la Corinto di Mareno di Piave, produttrice di divani, fallita dopo 60 anni di attivit lasciando a casa 40 dipendenti, alla Mobiltrevi di Gaiarine, azienda di mobili per interni con 40 dipendenti, la Europan di Motta di Livenza, con 80 dipendenti, la Rosada fallita a febbraio 2010 e il 90% degli oltre 80 dipendenti non ancora riuscito a ricollocarsi. Restando sempre nel settore, ma spostandoci a Padova e pi precisamente a Casale di Scodosia e Montagnana, dove negli ultimi tre anni un centinaio di aziende hanno chiuso con una perdit di trecento posti di lavoro e altri 500 rischiano di perderlo in questi mesi, e ancora nella bassa Veronese: secondo la filea-cgil di Verona tra il 2010 e il 2011, 1.000 lavoratori della Bassa Veronese sono rimasti senza lavoro, in mobilit. Le aziende in crisi sono state 2.075, i lavoratori coinvolti 22.670 e le ore di cassa integrazione ordinaria utilizzate 23.600, quelle di cassa integrazione straordinaria 45mila e quelle di cassa in deroga 31mila: si stima che oltre il 60% di questi dati riguardi lavoratori del settore del legno. Anche gli altri settori dell'economia Veneta non si salvano, per ora continuano, chi pi e chi meno, a lavorare le aziende che esportano all'estero e quindi possono sopportare meglio di chi non lo f la caduta della domanda interna, ma anche l i problemi cominciano a farsi sentire: da uno studio della Fondazione Nordest si calcola che circa il 14% delle aziende che negli ultimi anni avevano cominciato la produzione in stabilimenti esteri nell'arco degli ultimi dodici mesi hanno chiuso la sede italiana, certo non un numero impressionante ma se si calcola che fino all'anno scorso questo dato era zero forse dobbiamo cominciare a preoccuparsi, i motivi non sono solo per il minor costo del lavoro ma anche per una pressione fiscale e tributaria pi onesta e conveniente. E per finire arriviamo alle conseguenze pi tragiche che ci ha portato questa crisi: negli ultimi 3 anni pi di 40 imprenditori Veneti non riuscita a sopportare i problemi legati alle loro attivit e si sono suicidati, e oltretutto quasi tutti non erano in stato fallimentare o non trovavano clienti, il loro grosso problema era di riuscire a riscuotere i pagamenti per il lavoro effettuato, in molti casi avevano crediti anche con amministrazioni pubbliche che non pagavano: oltre il danno, la beffa: le banche che fino a qualche anno fa pur di essere creditrici nei confronti dei loro clienti concedevano mutui a chiunque li chiedeva ora hanno chiuso i rubinetti, costringendo i propri clienti a rientrare col debito, infischiandosene della loro grave situazione.

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Questa la dura e cruda realt. oltre al dissesto economico, politico, culturale e sociale che il Veneto ha subito grazie ai 145 anni di occupazione straniera che niente di buono ha portato, ora si aggiungono i problemi coseguenti alla recessione mondiale portata avanti da chi non vuol capire che il capitalismo e il consumismo sfrenato sono finiti e dobbiamo voltar pagina, stravolgendo l'economia, basandola non sul capitale, ma sull'uomo e sull'ambiente; per entrambi i problemi il Veneto Serenissimo Governo ha la risposta giusta: indipendenza subito per essere protagonisti del nostro futuro, e non nelle mani di cialtroni e parassiti, e autogestione del territorio e delle sue risorse nel rispetto dell'ambiente e dei Popoli che abitano questo pianeta, altre soluzioni non ce ne sono, solo gli aspiranti maghi e chi crede a Babbo Natale possono pensare che tutto si risolver con il federalismo fiscale o alzando le tasse come sta facendo il governo italiano; la strada piena di difficolt, ma il Veneto Serenissimo Governo sicuro della vittoria e auspica ancora una volta l'aggregazione di tutte quelle persone che vogliono lottare per la libert e per il proprio futuro. Andrea Viviani Ministro di Giustizia e Lotta all'Integralismo Dipartimento Pubblica Istruzione e Cultura Patriottica, Responsabile dell'Archivio Storico

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RELAZIONE DEL MINISTRO PER GLI AFFARI INTERNI


Nella presentazione del programma del Veneto Serenissimo Governo del Gennaio 2011 noi abbiamo cercato di porre allordine del giorno il problema dellautogestione:labbiamo chiamatoprogetto arca di No. Questo progetto ha caratteristiche epocali: si tratta di prendere atto che il sistema produttivo economico e dei rapporti sociali si concluso, questa una constatazione oggettiva, nulla ha di soggettivo. In questo contesto prendono atto e vigore le nostre indicazioni, e dimostrano la lungimiranza del progetto arca di No. Noi sosteniamo con forza e consapevolezza che i margini di sopravvivenza in questo sistema sono sempre pi stretti. Tutto dipende dalla nostra volont e dalle nostre capacit di reagire e unire i nostri popoli, e porre argine a questa catastrofe, determinata da un sistema che aveva come elemento centrale della sua sopravvivenza lo sfruttamento delluomo sulluomo , e del capitale sulla natura. Quali indicazioni possiamo avere per costruire la nostra Arca di No? C qualcuno tra di voi che si ricorda quando dicemmo, 4.5 anni fa, che bisognava uscire da questo sistema economico-sociale-politico, perch esso aveva esaurito tutte le potenzialit, e sarebbe imploso? Il Veneto Serenissimo Governo dette indicazioni di ritirare tutti i nostri risparmi dalle banche (depositi, conti correnti, bot, obbligazioni, ecc. ecc.) per da una parte salvaguardare il valore del nostro sudore e dallaltro demmo indicazioni di acquistare terreni, come elementi primari per dare vita al nuovo stato Veneto: come avvenuto, tra le altre, in Israele, tra la dichiarazione di Balfour e la proclamazione dello stato dIsraele, nel 1948. In questo contesto noi affermiamo, in maniera risoluta, che la terra ha un solo proprietario; questo non sono gli uomini, ma DIO. Pertanto noi consideriamo un crimine abbandonare la terra a se stessa; la terra appartiene a chi la lavora, non a chi la possiede. Pertanto noi sosteniamo la necessit di costruire villaggi autogestiti, che in maniera sociale e collettiva, nel pi totale rispetto della natura, rendendola utile e produttiva senza violenza. Deve essere di monito agli amministratori comunali, provinciali, regionali, statali che non tolleriamo e non tollereremo la vendita o lo sfruttamento individuale di nessun territorio demaniale, siano essi fiumi, monti, terreni che appartengono a DIO e al suo popolo. Tutto questo non frutto di un processo rivoluzionario, come rientrava negli schemi classici del 19-20secolo, bens sinquadra in un tentativo nuovo, pacifico, di ridare vigore e vitalit al nostro popolo e alla terra che DIO ci ha generosamente messo a disposizione. Questo non significa che non ci saranno sangue e dolore, da parte della nostra gente, anzi noi possiamo affermare che questa classe dirigente, e i poteri forti che la guidano, si stanno preparando a scatenare finte rivoluzioni vedi le cosiddette primavere Arabe. In realt si andr incontro a una guerra di proporzioni non quantificabili, e si tenter di

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accreditare la responsabilit allo stato dIsraele, come gi accaduto in passato. La lotta per lindipendenza della nostra Patria, va di pari passo con la lotta allantisemitismo. In questo clima noi denunciamo il blocco socialfascista italiano Napolitano-MontiDalema-De Benedetti, i giornali la stampa, repubblica, corriere della sera e altri, come massimi responsabili del processo di fascistizzazione dellItalia. Nel contempo denunciamo il centro destra, di non aver avuto capacit di opporsi ai progetti guerrafondai del blocco socialfascista . Spetta al popolo assumersi la responsabilit di bloccare questo processo socialfascista, che non altro che una variante del nazional-socialismo. A questi personaggi rammentiamo che il Veneto Serenissimo Governo non la rosa bianca, ma sapr essere allaltezza dei compiti cui la storia lha chiamato. Valerio Serraglia Ministero degli Interni Pianificazione Economia autogestita Servizio Sicurezza Generale Portavoce

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RELAZIONE DEL DIPARTIMENTO PER LA RICERCA E LAMBIENTE


Non c' dubbio che l'autogestione sia una sfida epocale per il Popolo Veneto e che il periodo di transizione dall'attuale economia capitalista, basata sullo sfruttamento dell'uomo e della natura, verso un'economia autogestita, pi giusta, in cui l'essere umano abbia imparato a convivere con il mondo intorno a lui, rappresenter un duro momento per il Popolo Veneto. Attualmente il sistema economico capitalista ha potuto abbattere il costo dei prodotti attraverso lo sfruttamento delle risorse del proprio territorio (finch queste sono state disponibili) e poi depredando le materie prime dai paesi del cosiddetto terzo mondo. Il miglioramento delle condizioni di vita nei paesi occidentali negli ultimi 200 anni innegabile, ma per poter valutare in maniera completa il sistema di produzione attuale, bisogna considerarlo nella sua interezza. Il costo che abbiamo pagato per questo tipo di progresso enorme: foreste distrutte, fiumi inquinati, popoli interi costretti all'emigrazione a causa dello sfruttamento delle proprie risorse da parte di multinazionali di altri paesi. Tutto questo frutto di un boom economico che ha come unico scopo il guadagno e non il benessere dell'intera umanit. Questa per non l'unica strada percorribile. Il 20 luglio 2008, qui a Longarone, il Veneto Serenissimo Governo ha costituito il primo di molti Liberi Territori Veneti. Nella Dichiarazione di Principio si legge: Costruiremo villaggi e citt autogestite, creeremo una comunit in crescita, che controller la propria economia e la propria cultura, amante della pace e in grado di difendersi. Il Popolo Veneto lotter per la propria felicit, portando i vantaggi del progresso tra gli abitanti. In queste parole racchiuso spirito della comunit autogestita, una comunit che decide da sola il proprio futuro e che come obiettivo primario ha il benessere dei propri cittadini. In questa nuova societ la tecnologia sar fondamentale, le sfide che si presenteranno al Popolo Veneto potranno essere superate solo attraverso un attento ed intelligente utilizzo delle risorse a disposizione. Il ruolo della ricerca sar quello di permettere alla comunit di mantenere ed aumentare gli attuali standard di sviluppo e benessere, senza per annientare un territorio gi pesantemente compromesso da 150 anni di sfruttamento spregiudicato e ben ricordando che il benessere non si misura nel numero di auto possedute, nella vacanza ai tropici o nell'ultimo cellulare appena uscito; ma attraverso un ritrovato equilibrio nel rapporto tra gli uomini e con la natura. Un facile esempio sono le fonti di energia rinnovabile, che permetterebbero di azzerare la dipendenza del Veneto dai combustibili fossili; ma che allo stato attuale in una logica puramente capitalista non sono economicamente convenienti e perci non vengono sviluppate. Una futura comunit autogestita, quando dovr decidere riguardo alla produzione di energia, opter sicuramente per le fonti rinnovabili, ed qui che la

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tecnologia dovr offrire una scelta che permetta un'efficiente produzione energetica con il minimo impatto ambientale. La comunit autogestita decider poi in base a questi requisiti e non considerando l'immediato risparmio economico. La libert della ricerca scientifica una caratteristica fondamentale. Questo per, non significa che non ci saranno dei settori che riceveranno pi attenzione. Oggi, si tende a fare ricerca solo in settori che risultano economicamente vantaggiosi, tralasciando campi pi importanti ma apparentemente meno redditizi. Nella futura societ Veneta, la comunit scientifica sar al servizio del Popolo. Verranno incentivati sviluppi nei settori critici per il benessere dell'intera popolazione che permettano un vero miglioramento della societ. Non dimentichiamo inoltre che la ricerca del sapere, sia esso scientifico, artistico o umanistico, deve essere vista come un punto di forza e non come una spesa inutile da ridurre in momenti di crisi. Il Veneto Serenissimo Governo, rinnova il suo sostegno al Mashav, l'agenzia israeliana per la cooperazione internazionale e alla sua iniziativa presso l'ONU di facilitare l'accesso alla tecnologia agricola ai paesi in via di sviluppo. Questo un concreto esempio di quanto importante sia lo sviluppo tecnologico se usato in maniera responsabile. Non basta donare vestiti o spedire container carichi di cibo e medicinali, ma dobbiamo mettere i paesi pi poveri in grado di produrre da soli la ricchezza necessaria al proprio sostentamento. Un principio simile pu essere applicato alle comunit autogestite, non importante la ricchezza immediata che deriva dall'accumulare denaro; conta maggiormente il rispetto per il territorio e il vero progresso umano e tecnologico dell'intera comunit. Mario Bonamigo Ministro consigliere Dipartimento Ricerca ed Ambiente Responsabile tecnico della Radio Nazionale Veneta

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VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA


Ufficio di Presidenza

NOMINA COMPONENTI VENETO SERENISSIMO GOVERNO


CON AFFIDAMENTI INCARICHI E SPECIFICI DIPARTIMENTI DI COMPETENZA

Io Presidente della Veneta Serenissima Repubblica Luca Peroni ho preso in esame il lavoro fin qui svolto dai miei collaboratori e dopo avere esaminato la situazione contingente veneta ed internazionale, in vista degli importanti traguardi che il Veneto Serenissimo Governo dovr affrontare negli anni a venire, con i poteri conferitemi dalla Veneta Costituzione agli articoli 47 e 49, in data 21 gennaio 2012 nomino i componenti del Governo con apposito decreto, avente effetto immediato. Nel contempo ho stabilito gli incarichi che i nuovi membri dovranno espletare nel corrente anno del loro mandato, affidando inoltre loro specifici dipartimenti di competenza, questo decreto annulla e sostituisce i precedenti decreti di nomina: Luca Peroni: Presidente e Coordinatore dei Liberi Territori Veneti Valerio Serraglia: Vicepresidente Vicario Plenipotenziario, Ministro degli Interni e Pianificazione Economia Autogestita, Servizi Sicurezza Generale, Portavoce Andrea Viviani: Vicepresidente Plenipotenziario, Ministro di Giustizia e Lotta all'Integralismo, Dipartimento Pubblica Istruzione e Cultura Patriottica, Responsabile dell'Archivio Storico Demetrio Serraglia: Vicepresidente Plenipotenziario, Ministro agli Affari Esteri e al Rifacimento del Referendum del 1866, Dipartimento per i Rapporti con i Veneti della Diaspora, Coordinamento dell'attivit di governo per l'autogestione Mario Bonamigo: Ministro Consigliere, Dipartimento Ricerca ed Ambiente, Responsabile tecnico della Radio Nazionale Veneta Marco De Cesero: Luogotenente per Belluno e delegato per le Aree Montane. Longarone, 21 gennaio 2012 Il Presidente della Veneta Serenissima Repubblica Luca Peroni

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SOTTOSCRIVI IL FONDO NAZIONALE VENETO

CONTRIBUISCI ALLA DIFFUSIONE DEI LIBERI TERRITORI VENETI


dona a Veneto Serenissimo Governo: Le coordinate bancarie: FriulAdria IBAN: IT59C0533660165000040126636 BIC: BPPNIT2P189 Causale: Fondo Nazionale Veneto

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