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Acqua ad uso potabile e industriale. Il caso di Taranto.

- Giovanni Vianello - jvianello@gmail.com - Settembre 2012 Il prelevamento e l'uso dell'acqua dolce, a scopo domestico e produttivo (industriale e agricolo) ponendo problemi di depauperamento e di inquinamento della risorsa, n riduce la disponibilit sia in termini quantitativi sia qualitativi. Questo produce inevitabilmente un forte stress idrico che, se sul piano ambientale incide negativamente sugli equilibri ecosistemici, sul piano sociale, comprime e problematizza l'accesso all'acqua potabile creando, da un lato situazioni di disparit socio-spaziale (fra cittadini) rispetto alla fruizione (qualit, condizioni, ecc.), dall'altro una concorrenza fra gli usi (domestici, industriali e irrigui). A tale riguardo, si prende a riferimento il caso della provincia di Taranto in quanto al primo posto in Puglia per consumi di acqua dolce a scopo industriale e in quanto sede dell'ILVA, la pi grande acciaieria d'Europa. In una situazione del genere, sono particolarmente eclatanti situazioni in cui si realizza la priorit dell'uso industriale sull'uso domestico e, che di fatto, penalizzano una parte della cittadinanza alla quale, di fatto, non garantito l'accesso all'acqua potabile (alle stesse condizioni degli altri cittadini). Il territorio tarantino si approvvigiona di acqua dolce potabilizzata per usi civili (Servizio Idrico Integrato) dagli invasi di Monte Cotugno e Pertusillo della Basilicata e dai pozzi dell'acquifero dell'Alta Murgia. Per gli usi industriali l'approvvigionamento avviene dall'acquifero della Murgia Tarantina, dalle sorgenti Tara e Fiumetto e dall'invaso di Monte Cotugno in Basilicata. Per usi irrigui, dagli invasi di San Giuliano e Monte Cotugno, dalla Sorgente Tara e da pozzi.

Fig.1 - Corpi idrici sotterranei principali della Regione Puglia secondo il PTA

Fig. 2 - Trasferimento Risorsa Idrica Interregionale dagli Invasi Lucani verso la Puglia e il territorio Tarantino.
Fonte: sezione della Tavola n.6 Piano di Gestione Distretto Idrografico dellAppennino Meridionale

Acqua Potabile L'acqua dolce dell'invaso del Pertusillo viene utilizzata per uso civile a Taranto dopo il trattamento fisico e chimico normale e successiva disinfezione, secondo quanto previsto dallart.80 tab.1/A dellallegato 2, parte terza del d.lgs. n.152/2006 in quanto ricade nella categoria A2 (Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile). Attualmente l'invaso per oggetto di particolare attenzione da parte dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata (ARPAB) che, in convenzione con lIstituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata (finalizzata alla ricerca di bioaccumulo di tossine nelle specie ittiche presenti nel lago e alla formulazione di eventuali proposte per la tutela delle acque dellinvaso) e con lIstituto Superiore di Sanit (finalizzata al monitoraggio e caratterizzazione di specie algali e cianobatteriche tossiche nelle acque del lago con eventuali proposte per la tutela delle acque dellinvaso), sta portando avanti il progetto Valutazione dello Stato Ecologico del lago Pertusillo - PO FESR BASILICATA 2007/2013 ASSE VII. Anche la societ civile si interessata al Pertusillo dopo la moria di pesci riscontrata lo scorso anno, effettuando analisi in data 20 maggio 2011 sotto la propria responsabilit dalla Associazione per la tutela dellambiente e della salute di Potenza 1. A seguito di queste analisi stato siglato un documento LA BASILICATA UNA GRUVIERA PETROLIFERA!2 sottoscritto da decine e decine di associazioni e gruppi della societ 1Le analisi sono pubblicate sul sito delle guardie zoofile dellOIPA Italia. Per la consultazione al documento
si rimanda al link http://www.guardiezoofilepotenza.org/documenti/analisi_pertusillo.pdf poich il documento non pu essere riprodotto parzialmente se non previa approvazione del laboratorio che lo emette).

2http://www.olambientalista.it/wp-content/uploads/2012/05/Documento-BASILICATA-GRUVIERAPETROLIFERA-vers-def..pdf

civile tra Puglia e Basilicata preoccupati delleccessiva attivit antropica nei pressi degli invasi e nella fattispecie di un elevato rilascio di concessioni per estrazioni petrolifere. Tornando al progetto Valutazione dello Stato Ecologico del lago Pertusillo, da rilevare che gli enti preposti al controllo si sono affrettati a far conoscere lattivit di valutazione, anche se non completa (in quanto durer per 3 anni), presentandola in una conferenza stampa convocata dallARBAP il 24 aprile 2012 al fine di diffondere un Report sulle risultanze tecnico-scientifiche delle attivit di Monitoraggio dellinvaso del Pertusillo 3 . In questoccasione nella presentazione del direttore dellAgenzia ing. Raffaele Vita, viene illustrato, tra l'altro, che lobbiettivo di tale attivit anche svolgere analisi mirate alla ricerca di eventuali presenze di idrocarburi, distinti per ubicazione e quantit e, nellipotesi di risposte affermative, ricerca dei possibili collegamenti tra le le attivit antropiche che si sviluppano in prossimit del lago e tali sostanze 4(ARPAB 2012). Nella presentazione inerente gli IPA, il dirigente del Laboratorio strumentale, dott.ssa Katarzyna Pilat (ARBAP, 2012) ricorda che Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici IPA sono idrocarburi costituiti da due o pi anelli aromatici fusi che si formano durante la combustione incompleta e la Pirolisi di materiali organici (ad esempio rifiuti) e Combustibili fossili (carbone, legname, petrolio) 5. Nella presentazione riferisce che a partire dal mese di Settembre 2011 nei campioni di acque superficiali del Lago Pertusillo sono stati ricercati gli Idrocarburi Policiclici Aromatici. Le stazioni totali oggetto di analisi sono 7 dislocate lungo l'invaso

Fig.3 - Monitoraggio Invaso del Pertusillo,


Fonte: Tavola 1 - slide dott.ssa Pilat pubblicata sul sito ARBAP - Conferenza stampa del 24 aprile 2012, Valutazione dello stato ecologico del Pertusillo.

3http://www.arpab.it/risorse_idriche/public/conf24042012/quotidiani.pdf 4La citazione fra riferimento alle slide di presentazione del Direttore, pubblicate sul sito dell'ARPAB e rese
pubbliche nella conferenza stampa del 24 aprile 2012.

5 Fonte: slide Pilat pubblicata sul sito ARBAP - Arpa Informa - Conferenza stampa del 24 aprile 2012, Valutazione dello stato ecologico del Pertusillo.

Le analisi riguardano non solo le acque superficiali, ma anche i sedimenti. Infatti, dalle indagini svolte sugli idrocarburi totali dei sedimenti, risulta un valore di concentrazione nella stazione 1 (innesto Agri) di Idrocarburi (c12-c40) di 90 mg/kg ss, pi alto rispetto il valore preso a riferimento di 50 mg/kg ss. I superamenti nei sedimenti, si sono verificati solo in questa stazione (Arpab, 2012).

Fig.4 - Idrocarburi totali nei sedimenti


Fonte: sezione della slide Pilat pubblicata sul sito Arpab - Arpa Informa - Conferenza stampa del 24 aprile 2012, Valutazione dello stato ecologico del Pertusillo.

Come risposte ed azioni tese al miglioramento della qualit delle acque si prospetta, da quello che si evince dalla presentazione illustrata dal Direttore dell'Agenzia Raffaele Vita ARPA Basilicata- Report Monitoraggio Lago Pertusillo - Marsico Nuovo 24 aprile 2012, un protocollo di Azione Operativo tra l'Amministrazione Provinciale Potenza, Parco Nazionale Val D Agri e ARPA Basilicata con i seguenti obbiettivi: La sorveglianza delle acque del fiume e l'individuazione e rimozione di scarichi abusivi sul punto critico dell'innesto del fiume Agri. Monitoraggio dellapporto di nutrienti, intervenendo su fonti puntuali ( scarichi di liquami domestici, zootecnici e scarichi abusivi) e su fonti diffuse ( drenaggio di suoli coltivati e di aree urbanizzate). Prosecuzione delle attivit di monitoraggio del Lago del Pertusillo e suoi maggiori affluenti per verificare costantemente lo stato di qualit delle acque. E' importante segnalare che nella conferenza stampa del 24 aprile 2012 nelle varie dichiarazioni rilasciate ai media, il giornale il Quotidiano della Basilicata che intitola Le acque della Pertusillo ai Raggi X - l'Arpa fa il punto e garantisce<<troveremo le cause e ridurremo il fenomeno>>, pubblicata mercoled 25 Aprile 2012, viene riportata la dichiarazione del Direttore dell'ARBAP, ing. Raffaele Vita, che dichiara: <<Nonostante le evidenti criticit, le acque che subiscono il processo di potabilizzazione, sono perfettamente utilizzabili, come dimostrano le analisi condotte da Acquedotto Pugliese, Arpa Basilicata e Puglia>>(il Quotidiano della Basilicata, 2012) Pur essendo trascorsi alcuni mesi dalla conferenza stampa dell'ARPAB di aprile 2012, non risultano attualmente reperibili sul sito ufficiale dell'Agenzia i dati gi acquisiti dal progetto Valutazione dello Stato Ecologico del lago Pertusillo. Anche il monitoraggio delle concentrazioni degli elementi analizzati nell'invaso del Pertusillo, risulta fermo a luglio 2011. Appare comunque evidente l'importanza di monitorare costantemente e proteggere gli invasi della Basilicata da attivit potenzialmente rischiose per la salubrit dell'acqua come le trivellazioni petrolifere che gi hanno modificato il territorio lucano. Ci necessario anche perch, fra laltro, l'acqua proveniente dal Pertusillo rifornisce parte della Puglia per uso civile.

Acqua ad uso industriale Gli acquiferi superficiali e di profondit del tarantino, sono soggetti a un forte stress idrico (rapporto tra emungimento di acqua dai pozzi e la ricarica naturale delle falde) superando di gran lunga la soglia definita come grave sia per la subarea dell'acquifero della Murgia tarantina, sia per l'acquifero superficiale dell'arco jonico, (IRSA, 2011), (tab. 1). Tab1 Stress Idrico Acquiferi Tarantini (2011) Emungimento Emungimento Prelievo per uso per uso irriguo Totale da Industriale Falda (milioni di (milioni di mc/annui) (milioni di mc/annui) mc) Ricarica falda Rapporto (milioni di mc/annui) prelievi/ricarica % Risultati Simulazione Stress Idrico 1950-2002

Murgia Tarantina

27

34

61

100

61/100 (61%)

Superficiale Arco Ionico Fonte dati: IRSA, 2011

28

28

32

28/32 (87%)

Considerato che il 20% ritenuta la soglia di attenzione e il 40% la soglia di stress idrico grave (IRSA , 2011), evidente come in entrambi i casi ci si trova di fronte a un problema di stress idrico avanzato. L'eccessivo e spropositato sfruttamento di acqua dai pozzi induce come conseguenza diretta una maggiore contaminazione salina degli acquiferi a causa della progressiva infiltrazione dell'acqua di mare nella falda. Ad ogni modo, lanalisi della attuale distribuzione del contenuto salino misurato in acque drenate per pozzi in pompaggio da pozzi trivellati, anche se risente della disomogeneit delle fonti di informazione e spesso della scarsa affidabilit del dato, consente comunque di trarre qualche considerazione sulla evoluzione del fenomeno della contaminazione salina, che sembrerebbe decisamente critico per larea di Taranto (ARPA, 2008). Questo anche perch le molteplici attivit industriali di Taranto, in primis l'Ilva che a causa ai suoi 29 pozzi attivi, pi uno trentesimo pozzo non ancora attivo (Ilva Spa, Valutazione Studio Approvigionamento Idrico, attuazione PMC AIA, 2012) autorizzata mediante concessioni quinquennali dalla Regione Puglia (Assessorato Lavori Pubblici, ufficio del Genio Civile di Taranto, Servizio Acque Sotterranee fino al 2003 e successivamente dall'Assessorato Opere Pubbliche, settore Lavori Pubblici, ufficio struttura tecnica provinciale di Taranto) a prelevare circa 22 milioni di metri cubi all'anno (somma dei volumi idrici dovuti alle concessioni da pozzi per ILVA) dall'acquifero della Murgia Tarantina (IRSA 2011), concorrono al sovrasfruttamento della falda acquifera mettendo a rischio la tutela qualitativa e quantitativa dell'acqua. Ovviamente la quantit di acqua richiesta dal polo industriale di Taranto suscettibile a variazioni a seconda della produzione e delle tecnologie adottate, per tale motivo i dati dei prelievi differiscono di anno in anno. In questo documento verranno indicati sia i consumi a consuntivo sia la possibilit di

emungimento considerando il massimo prelievo possibile in base alle autorizzazioni ottenute dall'Ilva SpA negli anni passati. Per quanto riguarda il polo industriale di Taranto invece si considereranno gli studi che si basano sulle stime dei fabbisogni (AdBP, 2008). La stima dei prelievi ad uso industriale delle acque sotterranee (Tabella 2.6 dell'Allegato 7 del Piano di Tutela Acque) di circa 27 milioni di mc annui dalla Murgia tarantina e di 35 milioni di mc anni dall'alta Murgia (questi ultimi vengono captati mentre defluiscono verso il mare tramite la Sorgente Tara e quindi non vengono prelevati tramite l'emungimento diretto dei pozzi). Oltre alla quantit utilizzata, la Relazione sullo stato dell'ambiente 2010 6 dell'Arpa rivela che nelle acque sotterranee del Sito d'Interesse Nazionale di Taranto, linquinamento prevalente rappresentato dalla presenza di diversi inquinanti come Arsenico, Selenio, Alluminio, Ferro, Manganese, Nichel, Piombo, Cianuri, Cobalto, Cromo totale, Cromo esavalente, Solfati, Nitriti, BTEX, alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni, IPA singoli e totali, Idrocarburi tot, MTBE. Vi inoltre specificato che le criticit ambientali sono determinate dalla presenza di industrie siderurgiche, petrolifere e cementiere, che rappresentano le principali fonti di inquinamento per il suolo, il sottosuolo e per le acque di falda, nonch per i sedimenti marini. Inoltre, in quanto l'Ilva SpA si approvvigiona anche dalle acque dell'invaso di Monte Cotugno c.d. acqua Sinni che anche una delle fonti direttamente coinvolte nell'approvvigionamento potabile, utilizzando nel 2010 circa 7,5 milioni di metri cubi ma grazie all'Accordo di Programma autorizzata a prelevare fino a 18 milioni di metri cubi all'anno (AdBP, 2008). Altre fonti di approvvigionamento di acqua dolce per l'Ilva sulla base di quanto pubblicato dalla stessa impresa per lanno 2007 sul sito del Ministero dell'Ambiente nella procedura per l'AIA, sono la sorgente Tara con un consumo di circa 16 milioni di mc annui, mentre le autorizzazioni permetterebbero un emungimento fino a un massimo di 47 milioni di mc (Ente per l'irrigazione di Bari, 1991) e dal Fiumetto con un consumo di 5 milioni circa di mc/a mentre le autorizzazioni permetterebbero fino a 15 milioni di mc/a (Ministero Lavori Pubblici, 1994). L'indagine conoscitiva sul fabbisogno idrico delle unit produttive, sviluppata nel 2002 dal Politecnico di Bari e dallIPRES e ripresa dal documento di sintesi del 2008 dell'Arpa per i Dati conoscitivi dellarea industriale di Taranto e Statte, pervenuta ad una valutazione dei fabbisogni per i grossi poli industriali relativi proprio agli stabilimenti ILVA ed Eni. Il risultato di tale indagine ha fornito, per il polo industriale di Taranto, un consumo globale pari a 79,34 milioni di m3/anno di acqua dolce, mentre per il manifatturiero 7,37 milioni m3/anno. Inoltre per il polo industriale di Taranto si rileva anche un enorme consumo di acqua di mare stimato, pari a 1,5 miliardi di m3/anno. Tab2 - Acqua prelevata dal Mar Piccolo dall'Ilva (milioni di mc) Anno Milioni di mc 2005 1373,32 2006 1270,37 2007 1272,31

Fonte: Dati a consuntivo. Ilva SpA. Misure dei volumi idrici derivati dai corsi dacqua ed emunti dai pozzi relativi agli anni 2005 2006 2007, Ministero dell'Ambiente, 2007

6http://www.arpa.puglia.it/web/guest/rsa2010

Sempre dal medesimo documento di dati a consultivo (tab. 2), lIlva SpA ha comunicato che nel 2007 il prelievo di acqua dolce totale stato di poco superiore a 52 milioni di metri. Tuttavia, nel caso in cui effettuassimo la somma dei volumi idrici di tutte le autorizzazioni avremmo una cifra di circa 91,6 milioni di metri cubi annui di acqua dolce autorizzati da vari Enti (Regione Puglia, Provincia di Taranto, Ente irrigazione di Bari, Ministero Lavori Pubblici), che diventano 103 milioni di mc se si dovesse prendere in considerazione anche l'accordo di Programma per l'acqua proveniente dal Sinni citato nel (AdBP 2008). Il consumo di acqua potabile di tutti i cittadini di Taranto nell'anno 2010 (consumo medio 55 mc a testa) rimasto al di sotto degli 11 milioni di metri cubi, ed 1/5 circa rispetto a quanto ha consumato l'ILVA SpA nel 2007 e circa 1/9 rispetto a quello che potrebbe consumare in base alle autorizzazioni. E' ancor pi grave e paradossale l'evidenza che in diverse ore della giornata gli stabili della citt di Taranto non forniti di autoclave e serbatoi, registrano mancanza di pressione che impedisce ai cittadini dal secondo piano in su, di avere a disposizione acqua potabile, come avviene nel complesso delle case popolari nel quartiere Paolo VI. Per ridurre il consumo per il reparto industriale delle fonti di acqua dolce stato previsto dalla Regione Puglia, lintervento di adeguamento per il riutilizzo dei reflui degli impianti di depurazione Bellavista con riutilizzo per uso industriale - Volume annuo Recuperabile di 15 milioni di m3, e il Gennarini con riutilizzo per uso Irriguo-Industriale Volume annuo Recuperabile: 23,1 milioni di m3 (ARPA, 2008) adeguamento che avverr grazie all'impianto di ultraffinamento, finanziato dal Comune di Taranto ed appaltato da AQP SpA , per la destinazione dei detti reflui allutilizzo industriale da parte dellILVA di Taranto (ATO Puglia, 2009)

Considerazioni finali Nonostante questi interventi siano apprezzabili, risulterebbero comunque insufficienti a soddisfare il fabbisogno di acqua dolce della sola ILVA SpA (tab. 3). Inoltre, non si risolverebbe il problema dello sfruttamento della falda acquifera che continuerebbe a soffrire di stress idrico e sarebbe sempre soggetta a maggiore contaminazione salina. Nella tabella successiva sono messi a confronto i consumi a consuntivo dichiarati dall'Ilva per gli anni 2005 2006 2007 con le rispettive fonti di approvvigionamento e le quantit di acqua recuperabile dai depuratori. E' necessario ricordare che gli impianti di depurazione non forniscono ancora acqua all'industria e l'esempio in tab3 vuole confrontare le differenze dei volumi idrici. In pi c' da considerare che parte dei reflui recuperati dal depuratore Gennarini sono destinati ad uso irriguo come indicato dal Piano d'Ambito 2010-2018 dell'Ato Puglia, invece nella tabella seguente l'intero quantitativo di acqua riutilizzata considerata solo per scopo industriale. Questo particolare non casuale ma stato posto di proposito per mettere in maggior risalto la difficile coesistenza di impianti cos grandi con un territorio che non dispone di ingenti fonti idriche. Concludendo, si ricorda che il polo industriale di Taranto non formato solo dall'Ilva SpA, ma nell'area sono presenti altre strutture che consumano notevoli quantit di acqua come inceneritori, raffinerie, centrali elettriche, cementifici, discariche di rifiuti speciali solo per

citarne alcune. Tab3 Relazione fra consumo di acqua da parte dellILVA SpA (suddivisa per fonti) e quantit recuperabile dai depuratori (cifre in milioni di mc approssimate), 2005-2007. Consumo Acqua dolce Ilva (milioni di metri cubi annui) Sinni, Pozzi Tara, Fiumetto Totale Quantit di acqua reflua recuperabile dai Depuratori Gennarini e Bellavista (milioni mc annui) Acqua da recuperare da Corpi idrici di acqua dolce (milioni di mc annui) differenza tra consumo e recupero dei reflui 27,95 26,89 14,09 64,9

2005 2006 2007 Prelievi massimi autorizzati con AdP per acqua Sinni

47,28 46,06 34,45 81,07

18,78 18,94 17,75 22,26

66,05 65 52,2 103

38,1 38,1 38,1 38,1

Da quanto riportato, appare evidente che una tale concentrazione di Impianti Industriali con questo fabbisogno idrico risulta incompatibile con il territorio, le sue risorse (che, invece, dovrebbero essere tutelate e impiegate in modo oculato attraverso attivit antropiche non invasive per l'ambiente e le sue reali vocazioni storiche) e, soprattutto, con la garanzia di condizioni che rendano possibile l'accesso all'acqua e, dunque, che non siano ostative della concretizzazione del diritto all'acqua.

Riferimenti bibliografici

AdBP, (2008) Studio di fattibilit Bilancio Idrico Potabile, Bari. ARPA Basilicata (2012), Report Monitoraggio Lago Pertusillo - Marsico Nuovo ARPA Puglia (2008), Dati Conoscitivi dell'Area Industriale di Taranto e Statte, Bari. ARPA Puglia (2012), Relazione sullo Stato dell'Ambiente 2010, Bari. Associazione OLA pi altri (2012), documento congiunto, La Basilicata una gruviera petrolifera! ATO Puglia (2009) Piano d'Ambito 2010-2018, Bari Ilva SpA, (2012) Valutazione Studio Approvvigionamento Idrico, attuazione PMC AIA documento, Taranto. IRSA (2011), Aggiornamento del Bilancio Idrogeologico dei Corpi Idrici Sotterranei della Regione Puglia, CNR Edizioni, Roma Ministero dell'Ambiente (2007), Dettaglio Documentazione presentata dall'ILVA SpA con domanda AIA, Informazioni Generali, A.18 Concessioni per derivazione acqua. Ministero dell'Ambiente (2011), Dettaglio Documentazione presentata dall'ILVA SpA con domanda AIA Prima AIA per impianto esistente, Accordo di programma , Acque Ministero delle Infrastrutture, Quaderni i Sistemi idrici del sud e delle isole, Tavola n.6 Piano di Gestione Distretto Idrografico dellAppennino Meridionale REGIONE PUGLIA, Servizio Tutela delle Acque (2009), Piano di tutela delle acque, Bilancio idrogeologico principali CISS, Bari. Quotidiano Basilicata (2012), Le acque della Pertusillo ai Raggi X. L'Arpa fa il punto e garantisce<<troveremo le cause e ridurremo il fenomeno>> Valutazione dello Stato Ecologico del lago Pertusillo - PO FESR BASILICATA 2007/2013 ASSE VII

http://aia.minambiente.it/DettaglioProv.aspx?id=4822 http://www.aip.gov.it/index.aspx?area=83 http://www.arpa.puglia.it/c/document_library/get_file?uuid=9d0e900f-4498-43118aa4-ed27dcbe8a40&groupId=13879 http://www.arpa.puglia.it/web/guest/rsa2010 http://www.arpab.it/risorse_idriche/public/conf24042012/quotidiani.pdf . http://www.regione.puglia.it/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=807 http://www.regione.puglia.it/index.php?page=documenti&id=29&opz=getdoc

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