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IL GIORNALE DELLE MOSTRE Maggio 2012

IL GIORNALE DELLARTE, N. 320, PAGINA 30

Mostre
Roma

LAvana

Cuba s, star system no


Dopo undici edizioni, la biennale si ritiene ancora, forse anacronisticamente, in controtendenza
LAVANA . Con il tema Pratiche

In braccio a Carlo Magno


I tesori delle Marche in trasferta in Vaticano
Raffaello, R O M A. L o t t o, Sebastiano del Piombo, Guido Reni, Guerc i n o, R ub e n s, Ti z i a n o, M elozzo da Forl e il Sassoferrato sono soltanto alcuni degli autori pi famosi dei tesori conservati, come uno scrigno, dalla Regione Marche e dal 3 maggio al 10 giugno accolti nel Braccio di Carlo Magno in occasione della mostra Meraviglie dalle Marche, curata da Costanza Costanzi, Giovanni Morello e Stefano Papetti, e organizzata da Artifex Comunicare con lArte (catalogo Alleman- Mattia Preti, San Nicola di Bari in glodi & C.). Loccasione ria, Fano, Pinacoteca Comunale della mostra, che non trascura artisti meno noti, co- Resurrezione di Tiziano e me Olivuccio da Ciccarello, unintensa Piet dellanconeGirolamo Denti e Adolfo De tano Francesco Podesti, che Caro l i s, offerta dalla chiusu- nellOttocento raggiunse una ra temporanea della Pinacote- tale fama a Roma da realizzaca anconetana per ristruttura- re un affresco in Vaticano, nei zione, ma a prestare opere so- pressi delle stanze raffaelleno anche la Galleria Naziona- sche. Nellampia sezione dedile delle Marche (Urbino), le Pi- cata ai santi, spiccano la Sannacoteche di Fermo, Jesi, Fa- ta Caterina dAlessandria di briano e San Severino Marche, Raffaello, che ben si avvicina e il Museo-Tesoro della Santa alla Santa Palazia del GuerCasa di Loreto. I curatori han- cino. Infine liconografia della no compiuto una scelta di o p e- buona morte fu rilanciata in re comprese tra la fine del seguito al Concilio di Trento: XIV secolo e il primo Nove- in mostra la Morte di san c e n t o, raggruppandole su una Giuseppe del partenopeo base iconografica. Una sezio- Luca Giordano e un monune mariana, motivata dal San- mentale San Nicola di Bari tuario della Santa Casa di Lo- portato in gloria dagli angeli reto, raccoglie, tra le altre ope- del calabrese Mattia Pre t i. Il re, due tavole di Carlo Crivel- santo vescovo di Mira in Lili, lAnnunciazione di Gui- cia, oggi Demre, venerato do Reni, eseguita per la Chie- dalla chiesa cattolica, ortosa degli Oratoriani di San Pie- dossa e da diverse altre contro in Valle (Fano) e unAs- fessioni cristiane, ma molti sunzione di Maria, tessuta in non sanno che la sua figura ha arazzo su disegno di Peter Paul dato origine al mito di Santa Rubens. La sezione incentrata Claus, conosciuto in Italia cosulla figura cristologica inclu- me Babbo Natal e . de un poco noto Busto di Cri- Francesca Romana Morelli Riproduzione riservata sto di Andrea Lilli, la celebre senta al collettivo curatoriale in due tappe successive: prima spiegando la loro traiettoria art i stica e poi con un progetto specifico, che verr poi ap provato o meno, concordato diretta mente con ogni ar tista in base al tema della biennale. In ogni caso, tutte le decisioni vengono prese in maniera collettiva, a mag gioranza. La Biennale dellAvana nacque 28 anni fa con una vocazione decisamente regionale, di resistenza e contrasto tra periferia e centri di pro d u z i one artistica, di critica verso il colonialismo culturale. Cosa cambiato oggi, quando ormai i confini tra primo e terzo mondo sono confusi e obsoleti in molti campi? Penso che questa biennale rap presenti ancora una proposta alternativa allo star system mondiale, mischiando voluta mente artisti gi noti con altri emergenti, senza troppa atten zione al curriculum e alle quo tazioni di mercato, bens alle proposte concrete. Dalla sesta edizione in poi la manifestazio ne ha poi assunto un carattere pubblico e urbano inedito, uscendo dalla rete di musei e gallerie per occupare le piazze e le strade dellAvana, soprat tutto del centro storico recente mente restaurato. Siamo stati si curamente influenzati da una certa tendenza mondiale verso questo tipo di tematica artistica, ricercando comunque unart e sociale che richiami un pubbli co pi eterogeneo, che sia sem pre pi interessata alla relazio ne tra lopera e lo spettatore, al la sua partecipazione. Elisabetta Al
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artistiche e immaginario sociale si apre dall11 maggio al 22 giugno lXI edizione della Biennale dArte dellAvana. Sono 116 i progetti selezionati, provenienti da 42 nazioni, anche se la maggior parte degli artisti proviene dallAmerica Latina e dal Continente Africano. Si tratta senza dubbio di un evento sui generis che, nonostante la notoriet di alcuni dei partecipanti, come Gabriel Orozco, Marina Abramovic, Andrs Serrano o Francis Naranjo, rappresenta ancora oggi un importante scenario di informazione su tendenze e correnti artistiche provenienti dal cosiddetto sud del mondo, anche quando non in linea rispetto ai parametri e paradigmi prestabiliti dalla critica internazionale. Nata nel 1984, la biennale oggi una manifestazione in linea con un discorso pluralista sui meccanismi sociali, storici e culturali che ci si trova a vivere in determinati contesti geografici. tuttora un momento imperdibile per dare uno sguardo a tutto campo sullo stato attuale dellarte cubana, spaziando dai 36 artisti che integrano la lista ufficiale, alla ventina che espone il proprio lavoro individualmente nelle mostre collaterali, alla miriade di esposizioni parallele, ufficiali e ufficiose, che riempiono la citt, facendo uso di spazi espositivi inediti, spesso improvvisati, dallatmosfera quasi onirica e surreale. Margarita Gonzlez, che

J.R. (Francia), Los Angeles, 2011 abbiamo intervistato, laureata in storia dell arte, la vicepresidente di questa edizione, e ne coordina lquipe di otto curatori. Ed giustamente partendo dal carattere collettivo della curatoria che sviluppiamo la nostra intervista con lei. Perch nella Biennale dellAvana non esiste un curatore unico o un commissario invitato, n giurie o premi? Questo carattere collettivo piuttosto unico nel panorama internazionale. Fatta eccezio ne per le prime due edizioni (1984 e 1986), indette con par tecipazione libera e aperta, dalla terza biennale in poi si iniziato a organizzare gru p p i curatoriali, sviluppando una riflessione e una tematica. Non mai stata prevista la figura del curatore-star, del critico fa moso invitato da fuori, dato il carattere un poautarchico del la manifestazione. La selezione degli artisti compito nostro, non dei Paesi invitati. Esiste un g ruppo eterogeneo di curatori, quattro dei quali sono ancora gli stessi dal 1984, presieduto da un direttore, figura che co incide con chi dirige, al mo mento della biennale, il Centro Wifredo Lam dellAvana, sede ufficiale del comitato organiz zatore: ora Jorge Fernndez To rres. Nella pausa tra unedi zione e laltra si sviluppa un te ma, un asse curatoriale, si for mula la convocatoria e si pro cede alla selezione degli artisti da invitare. Come si organizza il lavoro dei curatori e la part e c i p a z i one degli artisti? I curatori si dividono per area geografica. Ad esempio, esiste un responsabile per Messico, Brasile e Colombia, che deve conoscere perfettamente come funziona larte in questi paesi. Partendo dal tema in questio ne, costui seleziona una serie di possibili partecipanti e li pre -

Bologna mette in campo le armi di Marsili

BOLOGNA. Il

bolognese Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) uno dei numi tutelari della cultura scientifica europea avendo fondato, nel 1711, lIstituto delle Scienze di Bologna a Palazzo Poggi incorporando lAccademia degli Inquieti nata nel 1691. Ma Marsili, appartenente a unimportante famiglia aristocratica, alle universit di Bologna e Padova studi anche anatomia, matematica e scienze naturali, prima di svolgere un lungo periodo, dal 1682, nelle fila dellesercito dellimperatore Leopoldo I dAustria presso cui si specializz in geografia, etnologia, geologia e idrologia delle regioni danubiane. Una figura a tutto tondo, dunque, alla quale, sino al 4 novembre, Palazzo Poggi Musei universitari con la Biblioteca Universitaria, lAccademia di Belle Arti, il Museo Civico Archeologico e quello Medievale dedica la rassegna Il mondo di Luigi Ferdinando Marsili. III centenario della fondazione dellIstituto delle Scienze. Nel 1711 Marsili don alla sua citt natale tutti i propri beni, nel tentativo di rilanciare la ricerca scientifica nel periodo di decadenza della pi antica Universit del mondo allArchiginnasio: libri, documenti, oggetti, armi turche, reperti archeologici e strumenti scientifici scelti per la rassegna da Fulvio Simoni. In particolare Palazzo Poggi riordina per loccasione la sezione La scienza delle armi con strumenti scientifici, modelli di piazzeforti (nella foto, modello di piazzaforte bastionata ottagonale del secolo XVIII) e di artiglierie, quadri e ritratti, trattati, manuali e disegni dedicati alle fortificazioni. A pochi metri dai Musei di Palazzo Poggi la Biblioteca universitaria ospita il nucleo bibliografico dellIstituto delle Scienze con lesposizione di preziosi documenti e libri tra cui il manoscritto Instrumentum donationis che descrive la prima raccolta di materiale messo a disposizione di studenti e docenti allepoca. Presso il Museo Civico Medievale invece la rassegna Invincibili ottomani. Armi ed insegne turche che espone le scimitarre kilij e i pugnali hangiar finemente lavorati, oltre a numerose armi da fuoco. Catalogo edito da Pendragon, cui si aggiunge la prima traduzione italiana di Vita e tempi di Luigi Fer dinando Marsili, soldato ed erudito di John Stoye (488 pp., 28 e, Pendragon, Bologna 2011). Stefano Luppi

La grandeur di Buren
PARIGI. Daniel

Minimalisti in ritiro spirituale


MILANO. Si intitola Immagine della Luce. A rtisti della contemporaneit internazionale per Villa Clerici la mostra curata da Paolo Bolpagni e Francesca Pola, in collaborazione con A arte Studio Invernizzi, per la Galleria darte sacra dei contemporanei in Villa Clerici a Niguarda, dove sono esposte in permanenza oltre 200 opere sacre di maestri del XX secolo. Dal 12 maggio al 4 luglio vi riunita una cinquantina di opere di 24 artisti italiani e internazionali di primo piano, attivi dagli anni Sessanta a oggi, accomunati da un uso di segno spirituale della luce. Come spiegano i curatori, nelle loro opere la luce diventa metafora della spiri tualit, modalit di dar vita a immagini che facciano della crea tivit artistica un vero e proprio spazio di condivisione di idea li ed esperienze esistenziali, di incontro tra lidentit umana e le sue aspirazioni alla trascendenza, tra individuale e universale. La mostra entra cos in consonanza con gli obiettivi di questa istituzione, fondata nel 1955 da Dandolo Bellini perch diventasse un laboratorio dellarte sacra del presente. In mostra si susseguono lavori di Rodolfo Aric, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Lesley Foxcroft, Igino Legnaghi, Mario Nigro, Franois Morellet, Pino Pinelli, Ulrich Rckriem, Bruno Querci, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Gnter Umberg, Grazia Varisco, Elisabeth Vary, Michel Verjux e Rudi Wach. Le opere sono state scelte fra quelle che meglio interagissero con gli spazi settecenteschi della villa, ma in alcuni casi sono state realizzate appositamente per la mostra (nella foto, un ambiente di Villa Clerici con, da sinistra, Aspro e Naturans di Rodolfo Aric e alcuni esemplari di Colonne di Carlo Ciussi). Il catalogo, bilingue, documenta tutte le opere cos come sono installate in mostra. Ada Masoero

Buren (classe 1938) lartista scelto per la quinta edizione di Monumenta, dal 10 maggio al 21 giugno. Per lo spazio della grande navata del Grand Palais, 35 metri di altezza e ampio 13.500 mq, lartista francese (nella foto) ha concepito unopera a effetti luminosi. Buren rifiuta esplicitamente la definizione di installazione per Excentriiques(s), il lavoro presentato in questa occasione, unelaborazione sulla forma del cerchio, dominante nella struttura architettonica del Grand Palais. Attraverso forme rotonde trasparenti di cinque dimensioni differenti e di quattro colori-base, viene riprodotto un antico disegno grafico arabo. I cerchi pi grandi hanno sette metri di diametro e i colori sono blu, rosso, giallo e verde. La luce viene filtrata dal materiale plastico dei cerchi, e la vetrata della cupola interamente colorata di blu. Lilluminazione, ovviamente, cambia con le ore del giorno, con il tempo meteorologico e con lilluminazione artificiale. La foresta di paletti di varie altezze che sorreggono i cerchi si ferma al centro: la zona pi im p o rt a n t e, spiega Buren, un luogo simile a una piazza pubblica . Lartista ha cambiato anche il luogo di accesso alla grande navata: si entra dalla porta nord e dopo aver attraversato un grande corridoio scuro si entra nella navata come se si stesse uscendo dalla tana di un topo, spiega sotto un portico scandito da strisce. Lopera, al termine della mostra, verr distrutta. In qualit di partner del Centre National des Arts Plastiques, illy ha collaborato al progetto di Buren e alla pubblicazione di Les Ecrits, 1965-2011 edita da Flammarion, che racchiude gli studi eff e t t u ati in oltre cinquantanni di attivit dallartista, che per loccasione ha realizzato una illy art collection. Anna Maria Merlo

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