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sindaci
Forse non a tutti ancora esattamente chiara la vera importanza di questa delibera che oggi intendiamo approvare, ma credo che non sia affatto esagerato affermare che, aderendo al patto europeo dei Sindaci, Novara entra a buon diritto nel ventunesimo secolo. Tra le tante cose scorrette che ancora ci portiamo dietro dal novecento, c' infatti un rapporto completamente sbagliato con l'ambiente naturale e con l'uso dell'energia, l'idea che possiamo disporre all'infinito delle risorse e della capacit di recupero della natura trasformando voracemente le miniere di risorse in discariche di rifiuti. La nostra effimera (almeno su scala geologica) civilit industriale si muove infatti tra Scilla e Cariddi: da un lato consuma risorse non rinnovabili al ritmo di oltre 340 tonnellate di petrolio equivalenti al secondo, dall'altra ogni secondo inquina l'atmosfera con 1500 tonnellate equivalenti di CO2. Per capire veramente cosa ci chiede il patto dei Sindaci dobbiamo fermarci brevemente a riflettere su questi due fatti.
Oggi per la prima volta nella storia umana c' qualcosa di nuovo sotto il sole; con il nostro stile di vita esagerato stiamo modificando il clima e quindi preparando un pianeta poco accogliente per i nostri figli e nipoti. L'energia intrappolata nel sistema atmosferico non sta solo riscaldando rapidamente il clima, ma soprattutto cambiando i ritmi tradizionali delle piogge ed aumentando gli eventi estremi: cicloni, inondazioni, siccit, incendi.
Cosa fare?
Possiamo scegliere di fare finta di niente, facendo pagare un prezzo molto alto alle generazioni future, oppure possiamo ritrovare un po' di dignit e applicare il principio di responsabilit: agisci in modo che in futuro possa esserci ancora vita umana sul pianeta. Occorre cambiare, cercando di raggiungere e possibilmente superare questi tre obiettivi entro il 2020: 1. ridurre i consumi di energia almeno del 20% 2. aumentare la quota di energia rinnovabile del 20% 3. ridurre le emissioni di CO2 del 20% Chi deve assumersi la responsabilit del cambiamento? Le grandi aziende sono ahim parte del problema e non della soluzione; ENI, invece di mettere in atto un programma sostenibile per l'uso delle biomasse, si ostina a cercare il petrolio, e vorrebbe farlo anche vicino alla nostra citt; ENEL invece di fare un piano organico per l'espansione di eolico e fotovoltaico continua a baloccarsi con le centrali a carbone; FIAT invece di promuovere una piccola auto elettrica da citt, continua con i vecchi modelli energivori e senza futuro; i governi, compreso quello italiano, sono pi attenti ai problemi della finanza, che la schiuma delle cose, invece di badare a fare piani energetici nazionali che possano fornire obiettivi strategici. Quindi ancora una volta l'onere del cambiamento ricade sulle spalle dei comuni. Gli ottomila comuni che hanno fatto l'Italia possono fare la differenza e iniziare dal basso una politica pi sostenibile nel campo dell'energia. Aderire al patto dei sindaci significa entrare in un sistema virtuoso (che ormai comprende oltre 2000 comuni italiani) in cui si intendono perseguire gli obiettivi enunciati prima con traguardi misurabili, ottenendo non solo un beneficio per l'ambiente, ma anche riconoscimenti e finanziamenti a livello europeo. E' una strada nuova, in salita e piena di incognite, ma l'unica strada percorribile. La strada maestra che stiamo oggi seguendo in discesa non pu che portarci verso un aggravamento della crisi. Auguro a tutti i presenti di poterci ritrovare tra 25 anni e di rivendicare l'orgoglio di essere stati tra coloro che hanno iniziato la transizione verso un mondo pi vivibile.