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In un caff di Parigi, Milano o forse Torino

Amore a prima vista (sz) Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li un. E' bella una tale certezza ma l'incertezza pi bella. Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano una volta un faccia a faccia forse in una porta girevole? uno "scusi" nella ressa? un "ha sbagliato numero" nella cornetta? - ma conosco la risposta. No, non ricordano. Li stupirebbe molto sapere che gi da parecchio il caso stava giocando con loro. Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino

si scansava con un salto. Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o il marted scorso una fogliolina vol via da una spalla all'altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chiss, era forse la palla tra i cespugli dell'infanzia? Vi furono maniglie e campanelli in cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio infatti solo un seguito e il libro degli eventi sempre aperto a met.

Ogni caso Poteva accadere. Doveva accadere. E accaduto prima. Dopo. Pi vicino. Pi lontano. Eaccaduto non a te. Ti sei salvato perch eri il primo. Ti sei salvato perch eri lultimo. Perch da solo. Perch la gente. Perch a sinistra. Perch a destra. Perch la pioggia. Perch unombra. Perch splendeva il sole. Per fortuna l cera un bosco. Per fortuna non cerano alberi. Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno, un telaio, una curva, un millimetro, un secondo. Per fortuna sullacqua galleggiava un rasoio. In seguito a, poich, eppure, malgrado. Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba, a un passo, a un pelo da una coincidenza. Dunque ci sei? Dritto dallanimo ancora socchiuso? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da l? Non c fine al mio stupore, al mio tacerlo. Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.

CANZONE IL TRENO A.MIRO ?????????????????

Nulla due volte (Wislawa Szymborska) Nulla due volte accade N accadr. Per tal ragione Nasciamo senza esperienza, moriamo senza assuefazione. Anche agli alunni pi ottusi Della scuola del pianeta Di ripeter non dato Le stagioni del passato. Non c giorno che ritorni, non due notti uguali uguali, n due baci somiglianti, n due sguardi tali e quali. Ieri, quando il tuo nome Qualcuno ha pronunciato, mi parso che una rosa sbocciasse sul selciato. Oggi che stiamo insieme, ho rivolto gli occhi altrove. Una rosa? Ma cos? Forse pietra, o forse fiore? Perch tu, ora malvagia, di paura e incertezza? Ci sei perci devi passare. Passerai e in ci sta la bellezza. Cercheremo unarmonia, sorridenti, fra le braccia, anche se siamo diversi come due gocce dacqua

IN LODE DI MIA SORELLA Mia sorella non scrive poesie, n penso che si metter a scrivere poesie. Ha preso dalla madre, che non scriveva poesie, e dal padre, che anche lui non scriveva poesie. Sotto il tetto di mia sorella mi sento sicura: suo marito mai e poi mai scriverebbe poesie. E anche se tutto ci suona ripetitivo come una litania, nessuno dei miei parenti scrive poesie. Nei suoi cassetti non ci sono vecchie poesie, n ce n' di recenti nella sua borsetta. E quando mia sorella mi invita a pranzo, so che non ha intenzione di leggermi poesie. Fa minestre squisite senza secondi fini, e il suo caff non si rovescia su manoscritti. In molte famiglie nessuno scrive poesie, ma se accade - raro che sia uno solo. A volte la poesia scende a cascate per generazioni, creando gorghi pericolosi nel mutuo sentire. Mia sorella pratica una discreta prosa orale, e tutta la sua opera scritta consiste in cartoline il cui testo promette la stessa cosa ogni anno: che al ritorno delle vacanze tutto quanto tutto racconter.

Sulla torre di Babele - Che ora ? - S, sono felice, e mi manca solo una campanella al collo che su di te tintinni mentre dormi. - Non hai sentito il temporale? Il vento ha scosso il muro, la torre ha sbadigliato come un leone, con il portale cigolante sui cardini. - Come, ti sei scordato? Avevo un semplice vestito grigio fermato sulla spalla. - E un attimo dopo il cielo si rotto in cento lampi. - Entrare, io? Ma non eri da solo. - D'un tratto ho visto colori preesistenti alla vista. - Peccato che tu non possa promettermi. - Hai ragione, doveva essere un sogno. - Perch menti, perch mi chiami con il suo nome, la ami ancora? - Oh s, vorrei che restassi con me. - Non provo rancore, avrei dovuto immaginarlo. - Pensi ancora a lui? - Non sto piangendo. - E questo tutto? - Nessuno come te. - Almeno sei sincera. - Sta' tranquillo, lascer la citt. - Sta' tranquilla, me ne andr via. - Hai mani cos belle. - E' una vecchia storia, la lama penetrata senza toccare l'osso. - Non c' di che, mio caro, non c' di che. - Non so che ora sia e non lo voglio sapere.

TAKE ANOTHER PIECE OF MY ART Janis Joplin -

Paziente come si batte il pietrisco, Paziente come si attende la morte, paziente come matura una notizia, paziente come si culla la vendetta. Ti aspetter (le dita in treccia Cos il favorito attende la sovrana) Paziente come si aspetta un verso Paziente come si torcono le mani. Ti aspetter (in terra gli occhi, denti nelle labbra. Di sale. Selciato.) Paziente, come si prolunga il piacere Paziente come si infilano le collane. Scricchiola una slitta e stridula risponde La porta: boato di venti siberiani. arrivato il rescritto imperiale: cambio di regno, ingresso del reggente E a casa! Mai Stata. Ma mia.

I poeti 1 Da lontano il poeta prende la parola Le parole lo portano lontano. Per pianeti, sogni, segni... per le traverse vie Dellallusione. Tra il si e il no il poeta, anche spiccando il volo da un balcone trova un appiglio. Giacch il suo passo di cometa. E negli sparsi anelli della casualit e il suo nesso. Disperate voi che guardate il cielo! Leclissi del poeta non c sui calendari. Il poeta quello che imbroglia in tavola le carte, che incanta i conti e ruba il peso. Quello che interroga dal banco, che sbaraglia Kant, che sta nella bara di bastiglie come un albero nell sua bellezza... quello che non lascia tracce, il treno a cui uno arriva in tempo... giacch il suo passo di cometa: brucia e non scalda cuoce e non matura furto! Scasso! tortuoso sentiero chiomato

ignoto a tutti i calendari...

LUOMO DI METALLO - A. Mir 2. Ci sono al mondo i superflui, gli aggiunti, non registrati nell'ambito della visuale. (Che non figurano nei vostri manuali, per cui una fossa da scarico la casa). Ci sono al mondo i vuoti, i presi a spintoni, quelli che restano muti: letame, chiodo per il vostro orlo di seta! Ne ha ribrezzo il fango sotto le ruote! Ci sono al mondo gli apparenti - invisibili, (il segno: mcula da lebbrosario)! ci sono al mondo i Giobbe, che Giobbe invidierebbe se non fosse che: noi siamo i poeti - e rimiamo con i paria, ma, straripando dalle rive, noi contestiamo Dio alle Dee e la vergine agli Dei!

COSI SOLTANTO ELENA GUARDA I TETTI Cos soltanto Elena guarda ai tetti Di Troia! Nelle pupille fisse Quattro provincie dissanguate, cento secoli privati di speranza. Cos soltanto Elena al macello nuziale Sapendo: dalle mie nudezze A quattro Arabie sottratta la calura A cinque mari ogni perla Cos Elena soltanto (torcersi di mani Non aspettarti!) trasecola allo sciame Di successori al trono senza casa E capostipiti scagliati nella guerra. Cos Elena soltanto ( implorazione delle labbra Non taspettare) trasecola al fossato Straripant di successori al trono: alla sterilit di cento stirpi. Ma no! Non Elena! Non la bigama Predatrice, spiffero di morte. Ah, che tesoro hai sperperato Tu che negli occhi ci guardi. Come neppure Elena alla cena fastosa Osava nelle pupille dei suoi schiavi:

gli dei. Dalla straniera svirilito paese! Sempre di nuovo striscia come bruco.

- COSI SOLTANTO ELENA GUARDA I TETTI -

Il poema della fine 11 Perdere tutto in un colpo Niente di pi pulito... Sobborghi, confini Di giorni, ferite, carezze (carcasse di corpi e di case). Rispetto le villette vuote Come una vecchia madre. Perch gi fare svuotarsi! Chi deserto non pu. Solo non trasalire Quando il coltello apre. Periferia: per i feriti Squarcio di cicatrici. Giacch bando a parole Sontuose lamore sutura,

non benda. Non scudo sutura. Ah, non chiedere aiuto! lo stesso filo che inchioda i morti Alla terra, il punto che mi lega A te: e lo dir il tempo: se scempio, se doppio. In ogni modo, caro: per orli, per bordi, per Cuciture, stracci, brandelli... Di buono c che si aperta Da sola: di colpo, senza sfilacci. E nelle pieghe c carne Viva non marcio. Oh, non perde chi strappa! vittoria lo squarcio. Sobborghi divorzi Di fronte, memorie. Vento di esecuzioni capitali. Verdetto di periferie. Oh, non perde chi scappa Quando si accende laurora. Io ti ho cucito una vita intera Di notte, senza imbastirla. Non arrabbiarti se ora la trovi

Un p storta... sobborghi: laceri bordi di anime sfilate dal corpo, scucite... violento, feroce il passo dei sobborghi. Lo senti, sullargilla fradicia: stivale del destino? ... I miei punti alla buona giudica tu, caro, e il vivo filo tenace perdona... guarda: lultimo lampione! Qui? sguardo come Congiura. Sguardo di razze Inferiore andiamo sulla montagna Per lultima volta?.

CRY BABY - Janis Joplin -

UN AMORE FELICE Un amore felice. E' normale? serio? utile? Che se ne fa il mondo di due esseri che non vedono il mondo? Innalzati l'uno verso l'altro senza alcun merito, i primi qualunque tra un milione, ma convinti che doveva andare cos - in premio di che? Di nulla; la luce giunge da nessun luogo perch proprio su questi e non su altri? Ci offende la giustizia? S. Ci infrange i princpi accumulati con cura? Butta gi la morale dal piedistallo? S, infrange e butta gi. Guardate i due felici: se almeno dissimulassero un po', si fingessero depressi, confortando cos gli amici! Sentite come ridono - un insulto. In che lingua parlano comprensibile all'apparenza. E tutte quelle loro cerimonie, smancerie, quei bizzarri doveri reciproci che si inventano sembra un complotto contro l'umanit! E' difficile immaginare dove si finerebbe se il loro esempio fosse imitabile. Su cosa potrebbero contare religioni, poesie, di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,

chi vorrebbe restare pi nel cerchio? Un amore felice. Ma necessario? Il tatto e la ragione impongono di tacerne come d'uno scandalo nelle alte sfere della Vita. Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto. Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra, capita, in fondo, di rado. Chi non conosce l'amore felice dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice. Con tale fede gli sar pi lieve vivere e morire.

TORTURE Nulla cambiato. Il corpo prova dolore, deve mangiare e respirare e dormire, ha la pelle sottile, e subito sotto sangue, ha una buona scorta di denti e di unghie, le ossa fragili, le giunture stirabili. Nelle torture, di tutto ci si tiene conto. Nulla cambiato. Il corpo trema, come tremava prima e dopo la fondazione di Roma, nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo, le torture cerano, e ci sono, solo la terra pi piccola e qualunque cosa accada, come dietro la porta. Nulla cambiato. C soltanto pi gente, alle vecchie colpe se ne sono aggiunte di nuove, reali, fittizie, temporanee e inesistenti, ma il grido con cui il corpo ne risponde era, e sar un grido di innocenza, secondo un registro e una scala eterni. Nulla cambiato. Tranne forse i m odi, le cerimonie, le danze. Il gesto delle mani che proteggono il corpo rimasto per lo stesso. Il corpo si torce, si dimena e divincola,

fiaccato cade, raggomitola le ginocchia, illividisce, si gonfia, sbava e sanguina. Nulla cambiato. Tranne il corso dei fiumi, la linea dei boschi, del litorale, di deserti e ghiacciai. Tra questi paesaggi lanimula vaga, sparisce, ritorna, si avvicina, si allontana, a se stessa estranea, inafferrabile, ora certa, ora incerta della propria esistenza, mentre il corpo c, e c, e c e non trova riparo.

NESSUNO TOCCHI CAINO A. Mir -

PREFERISCO Preferisco il cinema. Preferisco i gatti. Preferisco le querce sul fiume Warta. Preferisco Dickens a Dostoevskij. Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l'umanit. Preferisco avere sottomano ago e filo. Preferisco il colore verde. Preferisco non affermare che l'intelletto ha la colpa di tutto. Preferisco le eccezioni. Preferisco uscire prima. Preferisco parlar d'altro coi medici. Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio. Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne. Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno. Preferisco i moralisti che non promettono nulla. Preferisco una bont avveduta a una credulona. Preferisco la terra in borghese. Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori. Preferisco avere delle riserve. Preferisco l'inferno del caos all'inferno dell'ordine. Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine. Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie. Preferisco i cani con la coda non tagliata. Preferisco gli occhi chiari perch li ho scuri. Preferisco i cassetti. Preferisco molte cose che qui non ho menzionato a molte pure qui non menzionate.

Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale. Preferisco toccar ferro. Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando. Preferisco considerare persino la possibilit che l'essere abbia una sua ragione.

Mercedes Benz J. Joplin

Finch quella donna del Rijksmuseum nel silenzio dipinto e in raccoglimento giorno dopo giorno versa il latte dalla brocca nella scodella, il Mondo non merita la fine del mondo.

RINGRAZIAMENTO Devo molto a quelli che non amo. Il sollievo con cui accetto che siano pi vicini a un altro. La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli. Mi sento in pace con loro e in libert con loro, e questo l'amore non pu darlo, ne' riesce a toglierlo. Non li aspetto dalla porta alla finestra. Paziente quasi come un orologio solare, capisco ci che l'amore non capisce, perdono ci che l'amore non perdonerebbe mai. Da un incontro a una lettera passa non un'eternit, ma solo qualche giorno o settimana. I viaggi con loro vanno sempre bene, i concerti sono ascoltati fino in fondo, le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi. E quando ci separano

sette monti e fiumi, sono monti e fiumi che si trovano in ogni atlante. E' merito loro se vivo in tre dimensioni, in uno spazio non lirico e non retorico, con un orizzonte vero, perch mobile. Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote. "Non devo loro nulla" direbbe l'amore su questa questione aperta.

- MY AND BOBBY MCGEE -

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