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GioBo pag.

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Logica delle proposizioni

La logica e la scienza che si occupa delle strutture Iormali del ragionamento. L`oggetto della lo-
gica e il linguaggio e le Irasi del linguaggio della logica si diIIerenziano notevolmente da quelle
del linguaggio comune perche per ogni Irase logica ha senso chiedersi se cio che enuncia e vero
o Ialso.
I concetti di vero e di Ialso sono assunti come concetti primitivi.
Le Irasi del linguaggio della logica prendono il nome di proposizioni logiche o, piu semplice-
mente, proposizioni (o enunciati) e si indicano con le lettere minuscole dell`alIabeto latino.
Una proposizione puo essere:
a) semplice o atomica;
b) composta o molecolare.
Quest`ultima e composta quando e ottenuta da due o piu proposizioni semplici collegate tra loro
da particolari operatori logici, detti connettivi, quali: 'e 'o 'se . allora, ecc.

Negazione logica
Che diIIerenza c`e tra la proposizione: 'Mario ha Iame e la proposizione: 'Mario non ha Iame?
E evidente che la seconda proposizione nega la prima. La particella 'non ha cioe trasIormato
una proposizione vera in una Ialsa. Si esprime tale situazione dicendo che 'i valori di verita si
sono scambiati. In generale, possiamo dire che se p e una proposizione qualsiasi, la negazione di
p e una proposizione con valore di verita opposto: il vero diventa Ialso, il Ialso diventa vero. La
negazione di una proposizione p, si indica con il simbolo: p, oppure p , che si legge in ogni ca-
so: 'non p. Se indichiamo 'vero con V e 'falso con F, le osservazioni che abbiamo Iatto
sull`operazione della 'nega:ione si possono riassumere nella seguente tabella, che prende il
nome di 'tabella di verita della negazione logica.

Definizione: Si chiama negazione logica, nell`insieme delle proposizioni, una
operazione (unaria) che ad ogni proposizione p associa una nuova proposi-
zione, detta negazione di p, la quale risulta vera se falsa, e falsa se p vera.


La congiunzione logica
Consideriamo ora la particella 'e.
Per poter impiegare la particella 'e come connettivo logico sono necessarie due proposizioni p e
q. Consideriamo la Irase: 'oggi piove e io apro l`ombrello. Se rappresentiamo la prima proposi-
zione (oggi piove) con p, la seconda ( io apro l`ombrello) con q, possiamo rappresentare schema-
ticamente l`intera Irase con:
p e q, oppure p q

La Irase composta 'p e q e vera se e solo se entrambe le due proposizioni
sono vere; e invece Ialsa se almeno una delle due proposizioni e Ialsa, come
risulta dalla tabella di verita riportata a lato.

Definizione: Si chiama congiunzione logica dell`insieme delle proposizioni una operazione
binaria che ad ogni coppia di proposizioni p, q associa la proposizione composta r che ve-
ra se p e q sono entrambe vere, falsa negli altri casi.

p
p
F V
V F
p q pq
F F F
F V F
V F F
V V V

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Disgiunzione logica inclusiva
Un`altra particella e la disgiunzione 'o, 'oppure.
La particella 'o puo avere due signiIicati: 'o l`uno o l`altro o entrambi, oppure 'o l`uno o
l`altro ma non tutti e due. Cosi la Irase: 'Carlo dipinge o ascolta la radio, va ritenuta vera se
Carlo dipinge, oppure se Carlo ascolta la radio, o ancora se Carlo dipinge o ascolta la radio con-
temporaneamente; va ritenuta Ialsa se non dipinge e non ascolta la radio.
Se indichiamo con p la Irase 'Carlo dipinge, e con q la Irase 'Carlo ascolta la radio, l`intera
Irase si indica con: pq, che si legge: 'p vel q, oppure 'p o q, come risulta dalla tabella di veri-
ta.

Definizione: Si chiama disgiunzione logica (inclusiva) nell`insieme delle
proposizioni una operazione (binaria) che ad ogni coppia di proposizioni
p, q associa la proposizione composta che vera se almeno una delle due
proposizioni vera, falsa se p e q sono entrambe false.

Proposizioni composte equivalenti

Definizione: Date due proposizioni m ed n, formate entrambe dalle proposizioni semplici p,
q , r.z, si dice che esse sono logicamente equivalenti o, pi semplicemente equivalenti, se
assumono gli stessi valori di verit in corrispondenza di eguali distribuzione di valori di ve-
rit per p ,q, r.z.

Propriet della congiunzione e della disgiunzione

La congiunzione e la disgiunzione godono di proprieta la cui validita si puo esprimere mediante
le tabelle di verita. Tali proprieta sono:
1) propriet associative:
a) (pq) r = p (qr); b) (pq) r = p(qr).
come risulta dalla seguente tabella di verita:

p q r pq qr (pq) r p(qr)
F F F F F F F
F F V F F F F
F V F F F F F
F V V F V F F
V F F F F F F
V F V F F F F
V V F V F F F
V V V V V V V

2) propriet commutative: pq = qp; pq, = qp di cui omettiamo la dimostrazione.
3) propriet distributive:
a) della disgiunzione rispetto alla congiunzione: p(qr) = (pq) (pr);
b) della congiunzione rispetto alla disgiunzione: p(qr) = (pq) (pr).
p q pq
F F F
F V V
V F V
V V V

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Leggi del calcolo delle proposizioni

Oltre alle proprieta delle operazioni logiche, nel calcolo delle proposizioni hanno notevole im-
portanza alcune equivalenze, dette leggi. Esse sono:
1) Leggi di idempotenza:
a) della congiunzione: pp = p;
b) della disgiunzione: p p = p.
come dimostrato nelle tabelle a Iianco

2) Leggi di assorbimento:
a) p(pq) = p;
b) p(pq) = p.
come si puo veriIicare nella tabella a Iianco

3) Leggi di DE MORGAN:
a) Date due proposizioni p e q, la negazione della loro congiunzione e equivalente alla di-
sgiunzioni delle loro negazioni:
q p q p
b) Date due proposizioni p e q, la negazione della loro disgiunzione e equivalente alla
congiunzione delle loro negazione:
q p q p
come risulta nella seguenti tabelle di verita:

p q pq
q p
p q q p
F F F V V V V
F V F V V F V
V F F V F V V
V V V F F F F


p q pq
q p
p q q p
F F F V V V V
F V V F V F F
V F V F F V F
V V V F F F F




Tautologia e contraddizione. I principi della logica

Data la proposizione p e la proposizione composta: p p , il valore di
verita di questa proposizione dipende dai valori di verita di p (e quindi
di p ) come dimostra la tabella di verita riportata aIIianco.

Osservando l`ultima colonna, possiamo aIIermare che la proposizione composta p p e sempre
vera qualunque sia il valore di verita di p.
p pp
F F
V V
p pp
F F
V V
p q pq p(pq)
F F F F
F V V F
V F V V
V V V V


p
p p p
F V V
V F V

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Quando una proposi:ione e sempre vera, indipendentemente dai valori di verita delle sue com-
ponenti, prende il nome di tautologia.
La proposizione p p esprime pertanto il principio del terzo escluso (tertium non datur) il
quale aIIerma: una proposizione puo assumere solo due valori di verita: vero o Ialso. Non esiste
un terzo valore.

Invece data una proposizione p, la proposizione composta p p , e
sempre Ialsa qualunque sia il valore di verita di p come e dimostrato
nella tabella di verita qui di Iianco.
Quando una proposi:ione logica e sempre falsa, indipendentemente dai valori di verita delle sue
componenti, prende il nome di contraddizione.
La proposizione p p essendo la negazione di una contraddizione e sempre vera, quindi e una
tautologia.

Indicando con V una tautologia e con F una contraddizione, si ha per qualsiasi proposizione lo-
gica p: pV p; pF p
Il principio del terzo escluso, il principio di non contraddizione e il principio di identita che aI-
Ierma: ogni proposizione e uguale o identica a se stessa, costituiscono i principi Iondamentali su
cui si Ionda la logica proposizionale.

Condizionale o implicazione materiale
L`operazione che viene espressa da questo connettivo prende il nome di condi:ionale o implica-
zione materiale o piu semplicemente implicazione.
Definizione: Si chiama implicazione materiale, un`operazione che ad ogni coppia di propo-
sizioni p, q associa la proposizione composta r che falsa solo quando l`antecedente vera
e la conseguente falsa ed vera in tutti gli altri casi.
La prima proposizione si chiama antecedente, mentre la seconda e il con-
seguente. Il simbolo con cui viene indicato il connettivo condizionale e:
'. Di conseguenza la proposizione composta r viene indicata con la
seguente scrittura:
q p r =
Come viene indicato nella seguente tabella di verita

Per esempio, se consideriamo la seguente proposizione logica. 'Se Mesoraca e un paese della
Calabria, allora la Calabria non ha un paese. E` Iacile intuire che tale proposizione e Ialsa in
quanto, essendo Mesoraca un paese della Calabria, non e possibile ammettere che la Calabria
non abbia un paese.

Bicondizionale o doppia implicazione materiale

La proposizione suddetta si indica con il connettivo 'se e solo se (indicato con il simbolo ').
Anche per il bicondizionale la verita o Ialsita di r dipendono dalla verita o Ialsita di p e q secon-
do la seguente
Definizione: Si chiama bicondizionale o doppia implicazione materiale, un`operazione che
ad ogni coppia di proposizioni p e q associa la proposizione composta r che vera quando
entrambe le proposizioni p e q sono vere o quando entrambe sono false, ed falsa negli al-
tri casi.
p
p p p
F V F
V F F
p q pq
F F V
F V V
V F F
V V V

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La proposizione composta r si indica con la seguente scrittura:
q p r =
La tabella di verita del suddetto connettivo e riportata a Iianco


Dimostriamo ora la seguente equivalenza Ira le due proposizioni composte: pq e
(pq)(qp), cioe. pq(pq)(qp), come risulta dalla seguente tabella di verita.

p q pq pq qp (pq)(qp)
F F V V V V
F V F V F F
V F F F V F
V V V V V V


Particolarit sull'implicazione materiale e sulla doppia implicazione materiale

Date le due proposizioni composte: pq e q p , possiamo dedurre che queste due proposizioni
aventi gli stessi valori di verita sono equivalenti, come e dimostrato dalla seguente tabella di ve-
rita. Risulta percio:
q p q = p ,
da cui discende l`equivalenza:
( ) ( ) p q q p q = p

Queste equivalenze ci permettono di esprimere il connetti-
vo: se.allora () e il connettivo: se e solo se () con i
connettivi: non (), e (), o ().
Queste considerazioni si esprimono anche dicendo che: i tre connettivi non, e, o, formano un si-
stema complesso di connettivi, nel senso che, come abbiamo detto, con essi si possono generare
gli altri due.

Leggi di dualit del calcolo delle proposizioni
Possiamo ricondurre in una tabella le proprieta e le leggi del calcolo delle proposizioni. E Iacile
osservare che scambiando tra loro i segni ' e '` e la contraddizione F con la tautologia V, si
passa da un enunciato di una colonna a quello della stessa riga nell`altra colonna.

pq qp pq qp
(pq)r p(qr) (pqr p (qr)
pp p pp p
p(pq) =p p(pq)=p
p(qr)( pq)( pr) p(qr)( pq)( pr)
pF p pJ p
p p V p p F
pJ J pF F
q p q p = q p q p =
p q pq
F F V
F V F
V F F
V V V
p q
p q p
pq
F F V V V
F V V V V
V F F F F
V V F V V


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Da cio si puo aIIermare che esiste una legge di dualita per la quale la verita di un enunciato del
calcolo delle proposizioni implica la verita dell`enunciato duale che si ottiene dal primo scam-
biando tra loro ' con '` e 'F con 'V.

Concetto di deduzione logica o inferenza
La logica della deduzione si occupa della correttezza del ragionamento, cioe del modo corretto
che si deve tenere per dedurre da afferma:ioni, ritenute vere, una afferma:ione conclusiva vera.
Quindi la logica della deduzione si occupa delle cosiddette procedure deduttive o inIerenze. Una
classica procedura deduttiva e quella che viene applicata nella dimostrazione di un teorema se-
guendo questa procedura:
a) formulare delle ipotesi H,
b) formulare una tesi T,
c) costruire una dimostra:ione.
L`ipotesi H consiste in una o piu proposizioni vere e rappresenta le premesse di un ragionamen-
to. La tesi T consiste in una o piu proposizioni da dimostrare vere. La dimostrazione e un ragio-
namento corretto che si ottiene organizzando, secondo regole opportune, una successione di ar-
gomentazioni dedotte, l`una dall`altra, a partire dalle premesse dell`ipotesi H, come gli anelli di
una catena in cui ultimo anello e la tesi T o conclusione del ragionamento. Se le regole di dedu-
zione usate sono corrette, si deduce la verita della tesi T.
Fare un ragionamento corretto significa partire da certe premesse
n
p p p ... ,
2 1
e dedurre da
queste una conclusione c, che vera ogni volta che le premesse sono ritenute vere.
Un ragionamento corretto prende il nome di deduzione logica o inferenza.
Per avere la certezza che un ragionamento sia corretto e necessario rispettare certe regole, dette
regole di deduzione o di inferenza, mediante le quali e legittimo passare da premesse ritenute
vere alla conclusione che viene dimostrata vera.







Regola di deduzione logica 'modus ponens"

La regola del modus ponens si enuncia cosi: se vera l`implicazione pq e se l`antecedente
p vera, allora anche la conseguente q vera. Cioe in Iorma simbolica si ha quanto viene in-
dicato nella tabella a Iianco, oppure:
( ) [ ] q p q p
e si legge: 'essendo vere le due proposi:ioni pq
e p, si deduce che e vera anche q.

p q vera
Premesse
p vera
Conclusione q vera
Premesse:
P
1
, P
2
,.P
n


Regole di deduzione
o inferenza

Conclusione

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E Iacile osservare che l`implicazione ( ) [ ] q p q p e sempre vera, come si puo vedere dalla
sua tavola di verita e, poiche l`antecedente (premessa) ( ) [ ] p q p e vera, allora sara vera pure
la conseguente (conclusione) q. Pertanto la proposizione ( ) [ ] q p q p e logicamente cor-
retta.
Il simbolo ' rappresenta la dedu:ione logica. La diIIerenza sostanziale Ira l`implicazione ma-
teriale e quella logica sta nel Iatto che mentre nell`implicazione materiale, pc, puo non esservi
nesso logicosemantico tra p e c e la verita di pc e deIinita dalla sua tavola di verita, per la de-
duzione logica pc vi e invece un nesso logicosemantico tra p e c, il che signiIica che 'c segue
logicamente da p. La verita di c consegue direttamente dalla verita di p, il che non e aIIatto vero
per l`implicazione materiale.

Esempi di schemi di ragionamenti
Diamo qui di seguito tre esempi di ragionamenti logici.
Esempio 1
Consideriamo le due proposizioni logiche:
1. 'sono di Mesoraca;
2. 'sono calabrese;

p q Se sono di Mesoraca, allora sono calabrese Vera
q Sono di Mesoraca Vera
q Sono Calabrese Vera

Questo schema di ragionamento si traduce nella proposizione: ( ) [ ] q p q p che rispetta le
regole del modus ponens.

Esempio 2
Supponiamo che le due proposizioni p e q siano quelle dell`esempio 1.

p q Se sono di Mesoraca, allora sono calabrese Vera
q Sono di calabrese Vera
p Sono di Mesoraca
Pu essere
falsa

Risulta pertanto che la proposizione ( ) [ ] p p q p non e uno schema valido di inIerenza.

Esempio 3
Date le premesse pq e p non sempre la conclusione q e vera. Prendiamo inIatti in considera-
zione la proposizione ( ) [ ] q p q p , e quindi lo schema seguente:

p q Se sono di Mesoraca, allora sono calabrese Vera
p
Non sono di Mesoraca Vera
q
Non sono calabrese
Non sempre
vera.

Concludendo possiamo dire che lo schema di ragionamento di sopra, assieme a quello dell'esem-
pio 3, non sono accettabili come ragionamenti corretti.

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Regola di deduzione logica 'Modus tollens"
Date le seguenti proposizioni: p: 'un numero e divisibile per 10; q: 'un numero e divisibile per
5; consideriamo come vera la seguente proposizione: (pq) q : 'se un numero e divisibile per
10, allora e divisibile per 5, e il numero non e divisibile per 5. In conclusione si deduce che la
seguente proposizione: p : 'il numero non e divisibile per 10 e vera.
Questo esempio esprime la regola della deduzione logica modus tollens, il cui enunciato e: se
vera l`implicazione pq ed vera q , negazione del conseguente q (quindi q Ialsa), allora
vera p , negazione dell`antecedente p (quindi p e Ialsa)

p q vera
Premesse
q
vera
Conclusione
p
vera

Questa implicazione materiale e sempre vera, come si puo veriIicare dalla seguente tabella di ve-
rita

p q
p q
pq (pq) q ( ) [ ] p q q p
F F V V V V V
F V V F V F V
V F F V F F V
V V F F V F V

Regola di deduzione detta sillogismo
Il sillogismo e un particolare ragionamento che si
incontra spesso nelle dimostrazioni matematiche.
Siano date tre proposizioni p, q, r, che si chiama-
no i termini del sillogismo, di cui p e r si dicono
proposizioni estreme e q proposizione media. Il sillogismo si compone delle premesse: pq e
qr, e di una conclusione pr. Se sono vere le premesse, allora e vera anche la conclusione.
Schema di sillogismo:
( ) ( ) [ ] ( ) r p r q q p
e si legge: 'Se l'implicazione p q vera e l'implicazione q r vera, allora l'implicazione
p r vera.
InIatti l`implicazione materiale: ( ) ( ) [ ] ( ) r p r q q p e sempre vera e poiche l'antece-
dente: ( ) ( ) r q q p , e vera allora anche la conseguente: pr e vera, e quindi e una dedu-
zione logica valida.

p q r pq qr pr
( ) ( ) r q q p

( ) ( ) [ ] ( ) r p r q q p

F F F V V V V V
F F V V V V V V
F V F V F V F V
F V V V V V V V
V F F F V F F V
V F V F V V F V
V V F V F F F V
V V V V V V V V
p q vera
Premesse
q r vera
Conclusione p r vera
( ) [ ] p q q p

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Diamo ora un esempio di sillogismo:
p: 'c`e il sole; q: 'vado allo stadio r: 'incontro Mario.

p q Se c` il sole allora vado allo stadio Vera
q r Se vado allo stadio allora incontro Mario Vera
p r Se c` il sole allora incontro Mario
Vera

Le regole: Modus ponens, Modus tollens e il Sillogismo sono tra i piu importanti schemi di ra-
gionamento della logica.

Quattro implicazioni fondamentali e prima legge delle inverse
Data l`implicazione H T, dove H rappresenta l`ipotesi e T la tesi dell`enunciato, chiamiamo ta-
le implicazione la diretta dell`enunciato. L`implicazione inversa invece sara: T H, mentre la
contraria T H e, inIine, sara contronominale o controinversa l`implicazione: H T .
Raccogliamo le quattro implicazioni nella tabella a
Iianco.

Se la diretta H T vera, non sempre sono vere la
inversa T H e la contraria T H .

Diamo un esempio per veriIicare quanto detto:
Data l`implicazione vera:
H T: 'se un numero e divisibile per 8, allora e divisibile per 2, la sua inversa: T H: 'Se un
numero e divisibile per 2, allora e divisibile per 8, non e sempre vera (non lo e, inIatti, se il
numero e per esempio 6).
T H : 'se un numero non e divisibile per 8, allora non e divisibile per 2, non e sempre vera
(non lo e, inIatti, se il numero e per esempio 10).
Se vera la diretta H T, allora vera la controinversa H T .
InIatti l`implicazione: (H T) ( H T ), e sempre vera come e possibile veriIicare nella se-
guente tabella di verita:

H T H T
H T H T (H T) ( H T )
F F V V V V V
F V V V F V V
V F F F V F V
V V V F F V V

Per la tabella di verita precedente la (H T) ( H T ) e vera poiche la diretta H T e vera, al-
lora anche la conclusione H T e vera secondo la regola del modus ponens espressa dallo
schema:

(H T) ( H T ) vera
Premesse
H T vera
Conclusione H T vera

Pertanto, essendo vera la diretta, e vera la contronominale.
H T
Diretta
T H
Inversa
T H
contraria
H T
controinversa o
contronominale

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D`altra parte, se e vera H T , considerata come diretta, sara vera anche la sua controinversa:
T H cioe H T. Da cio discende che la diretta e la controinversa risultano logicamente e-
quivalenti e, quindi, dimostrata la verita di una e dimostrata anche la verita dell`altra.

Per quanto aIIermato precedentemente risulta dimostrata la validita della seguente:
Prima legge delle inverse:
Se e vera la proposizione diretta H T, allora e vera anche la controinversa H T .
RiIerendoci all`esempio di prima:
H T: 'se un numero e divisibile per 8, allora e divisibile per 2.
H T 'se un numero non e divisibile per 2, allora non e divisibile per 8.
E` evidente che quest`ultima e una proposizione certamente vera.

In deIinitiva possiamo dire che l`enunciato di un teorema e espresso dalla implicazione:
se H allora T
dove H e l`ipotesi e T la tesi del teorema. In relazione a tale teorema possiamo scrivere altre tre
proposizioni, delle quali due non sono sempre vere mentre la terza e sempre vera.



BIBLIOGRAFIA

Edward Stabler 'Il pensiero matematico Universale ScientiIica Boringhieri
Ettore Casari 'Lineamenti di logica Matematica Feltrinelli Editore Milano
Walter R. Fuchs 'La nuova logica Rizzoli
Franco CianIlone 'L`algebra di Boole ed i circuiti logici Etas-Kompass

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