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LA LAGUNA NORD

La gronda lagunare, pertanto, stata abitata almeno dal VI millennio avanti Cristo. Divenuto nell'800-900 a.C. il clima pi freddo e avutosi un forte aumento delle precipitazioni, nella laguna meridionale la linea di costa ha ripreso ad avanzare fino ad arrestarsi lungo una linea corrispondente a quella attuale; nella laguna nord, invece, rimasta pi o meno sulle medesime posizioni: spostata di circa quattro chilometri pi all'interno rispetto a quello che oggi il litorale. Tale mutamento avvenuto rapidamente e nel 500 a.C. Ia nuova situazione sembra gi stabilizzata. All'interno della nuova linea di costa, i bacini precedentemente lagunari, per le intense precipitazioni piovose che avevano arricchito i fiumi di sedimenti non disgiunte da nuove variazioni eustatiche, vanno riempiendosi: come conseguenza si sposta verso il mare anche il confine tra ambiente di acque dolci e salate. E a questa fase climatica, caratterizzata da dissesti idrologici ed interessante aree ben pi vaste che le sole lagune, sono state ad esempio riferite le varie opere compiute dagli Etruschi per difendere citt e colonie dall'interramento. Anche Altino, almeno un parte, deve essere rimasta coinvolta in questa vicenda in quanto si potuto appurare con certezza che era abitata almeno dal VII sec. a.C. Di un altro insediamento, ritenuto protostorico, individuato in vicinanza di Jesolo mediante foto aeree ed avente una struttura urbanistica ed un sistema di canalizzazioni artificiali simili a quanto rilevato per la citt etrusca di Spina si conosce ancora troppo poco. E se Scymno di Chio (geografo del II sec. d.C.) riporta la presenza di numerose citt venete in un'area che definisce insenatura, ancora discussa la possibilit che si riferisse proprio alla Laguna di Venezia. Gli studiosi ritengono, pertanto, che in questa et (VIII-III sec. a.C.) non ci fossero grossi insediamenti nell'area lagunare o importanti centri portuali; la stessa Altino doveva infatti essere ancora in via di espansione. E' certo, tuttavia, che queste lagune fossero sede di traffici e commerci terrestri e acquei e che pertanto esistessero luoghi di scambio, mercati, porti, sia pure non nel senso a cui siamo oggi abituati: lo confermano i numerosi ritrovamenti di oggetti etruschi e greci, tra cui frammenti di ceramica attica a fondo nero e a fondo rosso. Inoltre, secondo alcuni autori, attraverso le lagune, prima, e il Brenta, poi, si sarebbe sviluppato anche un tratto di quella Via dell'Ambra che giunta alle foci del Timavo proseguiva poi per Padova e quindi nell'entroterra padano. A che punto siamo e come pu la ricerca anche subacquea dare un contributo chiarificatore a queste et preromane?

Subacqueo in operazioni di rilevamento nei canali lagunari

Gli studi sono ormai avviati per quanto riguarda l'area circumlagunare, grazie agli scavi effettuati ad Altino e nelle zone citate, mentre sono appena agli inizi sui pochi frammenti ritrovati in laguna.

Nulla a priori esclude che qualche zona possa essere stata abitata, ma non emersa ancora alcuna prova certa, anche se in un insediamento composto prevalentemente di materiale di epoca romana, localizzato in immersione nei pressi di Burano (Laguna nord), sono state ritrovate fondazioni lignee che con il metodo radiometrico C 14 sono state attribuite al IV sec. a.C. e un frammento lungo poco pi di un metro in legno con numerose cavicchie simmetricamente disposte a V (sempre della stessa localit) stato riferito al 500 a.C. E proprio questa carenza di notizie che fa divenire importanti anche i ritrovamenti isolati: anzi, se opportunamente raccolti ed esaminati, potrebbero divenire la chiave decisiva per illuminare il buio che circonda queste et.

BURANO
Il suo nome deriverebbe da Boreana, uno dei quartieri della citt romana di Altino, o forse una delle sue porte (quella posta a Nord-Est, da dove giungeva la bora). Burano fu infatti fondata, come le altre isole vicine, dagli abitanti di questo centro stabilitisi in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare agli Unni di Attila e ai Longobardi. Interessanti, ma probabilmente prive di fondamento storico, le ipotesi riguardanti l'origine del centro date dallo storico Jacopo Filiasi (1750-1829):

Hebbe questisola il nome di Buriano, una delle porte del gi distrutto Altino, e sopra di essa la famiglia Buriana fabbric Burano, chiamato d Latini Burianus. V chi pretende che i popoli di Burano fossero accresciuti da quelli chabitavano Buranello
distrutto, chera altra isola di piccolo circuito, distante da questa in mare verso Scirocco cinque miglia, della quale sottacqua, quand limpida si veggono le vestigie.

Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall'anno Mille furono costruite case in mattoni. Burano poteva godere anche di un clima mite e salubre grazie ad una certa ventilazione che allontanava la malaria. Il governo locale, di tipo comunale, cadde ben presto sotto l'orbita di Venezia a cui rimase sempre legata. Fu comune autonomo sino al 1923, anno in cui fu aggregata a Venezia con Murano e Pellestrina. Il suo territorio si estendeva anche sull'attuale Cavallino-Treporti e sulle isole di Mazzorbo, Torcello, Santa Cristina, Montiron, La Cura, San Francesco del Deserto.

Storia della Fondazione di Burano


Gli abitanti di Altino per sfuggire alle invasioni barbariche, si rifugiarono nelle varie isole della laguna, dando a queste i nomi delle sei porte della citt: Murano, Mazzorbo, Burano, Torcello, Ammiana e Costanziaco, derivati appunto dai nomi delle porte di Altino. Il nome Burano deriva dalla "Porta Boreana" chiamata cos perch posta a Nord-Est, direzione da cui soffia la bora. Le prime abitazioni delle isole erano fatte di palafitte, con le pareti perimetrali costituite di canne intrecciate e successivamente intonacate con fango. Erano costruzioni molto leggere composte da un solo vano, perch il terreno era molle. Il pavimento era in terra battuta e i letti erano fatti di foglie secche. Successivamente questi "casoni" vennero sostituiti da costruzioni in mattoni e alcuni dei restanti furono utilizzati per le attivit di pesca e caccia. Esiste una scuola di pensiero la quale ipotizza che Burano non sia sorta dove si trova oggi. Alcuni antichi testi scrivono che l'isola era collocata pi vicino al mare e che gli abitanti l'abbandonarono a causa delle forti correnti marine che allagavano la terra e a causa dei venti che la corrodevano. Altri testi invece scrivono che Burano sia sempre stata dove risiede oggi e che abbia sempre goduto di un'ottima posizione geografica: sembra infatti che la continua ventilazione dell'isola sia riuscita a tenere lontana la malaria. Fin dai tempi della Repubblica di Venezia, Burano con la sua modesta popolazione allora di circa 8.000 persone, era un'isola di povera gente che viveva soprattutto di pesca e di agricoltura. Grazie all'abilit delle merlettaie cominci a crescere, ad arricchirsi e ad espandere l'artigianato locale anche nei paesi stranieri. Il centro abitato di Burano si divide tutt'oggi in cinque frazioni collegate da ponti: San Martino Destro, San Martino Sinistro, San Mauro, Giucecca e Terranova che sono separate tra loro dai rispettivi canali: Rio Ponticello, Rio Zuecca e Rio Terranova. L'ultima modifica morfologica apportata

Burano
Burano un'isola abitata della laguna di Venezia ed una frazione del comune di Venezia. Vi abitano circa 3.000 persone ed collegata da un ponte all'isola di Mazzorbo, che ne divenuta una sorta di appendice. nota per le sue tipiche case vivacemente colorate, ma anche per la secolare lavorazione artigianale dei merletti e per le tradizioni gastronomiche (tipici dolci sono i bussolai). Analogamente a Venezia, anche Burano divisa in sestieri che sono, nello specifico, San Martino Sinistro, San Martino Destro, San Mauro, Terranova e Giudecca (da non confondere con l'omonima isola). Il suo nome deriverebbe da Boreana, uno dei quartieri della citt romana di Altino, o forse una delle sue porte (quella posta a Nord-Est, da dove giungeva la bora). Burano fu infatti fondata, come le altre isole vicine, dagli abitanti di questo centro stabilitisi in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare agli Unni di Attila e ai Longobardi. Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall'anno Mille furono costruite case in mattoni. Burano poteva godere anche di un clima mite e salubre grazie ad una certa ventilazione che allontanava la malaria. Il governo locale, di tipo comunale, cadde ben presto sotto l'orbita di Venezia a cui rimase sempre legata. Il cuore del paese Piazza Baldassare Galuppi, realizzata interrando un canale, sulla quale si affaccia la chiesa di San Martino. nota per la lavorazione artigianale dei merletti, nonch per le sue tipiche case vivacemente colorate, sebbene il motivo e l'origine di questa usanza non sia ancora chiaro. Un'ipotesi suggerisce che ogni colore sarebbe semplicemente il simbolo di una determinata famiglia, visto che ancor oggi a Burano vi sono pochi ma molto diffusi cognomi. Per questo motivo a Burano, come in altri luoghi del Veneto, si utilizzano dei soprannomi aggiunti al cognome per distinguere un ramo familiare dall'altro. Un'altra supposizione, forse pi fondata, afferma che i colori vivaci servirebbero ai barcaioli per ritrovare la propria casa in presenza della nebbia, che a Burano si presenta particolarmente fitta. Da ricordare che per tutto il periodo del Regno d'Italia per cambiare il colore di una casa serviva chiedere il permesso ad un sovrintendente. Gli abitanti di Burano attualmente non hanno bisogno di richieste per variare il cromatismo delle loro case, mentre in qualsiasi altra isola della laguna la legge lo prevede. L'unica chiesa che si erge nell'isola quella di San Martino. Famoso il suo campanile, caratterizzato da una forte pendenza dovuta al parziale cedimento dei suoi basamenti, fondati, come alcune parti di Venezia, su palafitte. L'unica Piazza del paese la piazza Baldassare Galuppi. Tipico dolce di Burano il bussol di biscotto a ciambella giallo di uova, farina e burro, da non confondere con l'omonimo di Chioggia, un pane tostato a ciambella.

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