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Adolescenza

Il modello teorico che il Canestrari utilizza nel caso dell'adolescenza quello della teoria psicoanalitica, che postula la crisi adolescenziale come "fisiologica" per uno sviluppo adeguato della personalit; le soluzioni di assetto della personalit, che non passano attraverso questo travaglio interno, risulterebbero monche e parziali, in quanto l'integrazione libidica o dell'Io non si organizzerebbe intorno a nuovi oggetti d'amore o ad una nuova identit, bens attorno alle antiche identificazioni e ad una gamma di attivit sublimate della tensione sessuale, tipiche dell'et della latenza. Dalle esperienze di valutazione durante i colloqui, da vari dati anamnestici si pu affermare che l'adolescente avverte in modo intenso il primato della vita interiore rispetto a quella che lo circonda e si ritrova quindi a fare i conti con le fantasie che riemergono dal mondo passato, col mondo attuale che lo circonda e col futuro, che avverte incerto e problematico. Con l'adolescenza avviene in modo spontaneo la messa in crisi delle certezze o delle difese dell'et della latenza; la certezza circa l'onniscienza degli adulti, la certezza sulla univocit della realt esterna, la certezza sulla semplificazione della vita interiore e quella sulla esistenza dello schema di riferimento esterno come guida stabile e sicura. Il conflitto di base dell'adolescenza connesso con l'entrare in posizione depressiva e al gestirla; tali conflitti trovano espressione in un disagio legato allo sviluppo - fisico, la perdita di uno schema di riferimento da parte del ragazzo, che vede il suo corpo cambiare e non sa quando si stabilizzer; soprattutto per quanto riguarda la comparsa dei caratteri sessuali secondari si possono animare ansie e preoccupazioni, in maggior misura per le ragazze, il cui eventuale sviluppo precoce le porta ad essere trattate dagli adulti come giovani donne, quando la loro maturazione emotiva ancora lontana. - sessuale, origine al modo in cui la fase orale e sadico-anale sono state superate, e soprattutto all'andamento della fase fallica (edipica); se riemergono nuclei orali, ad esempio, si possono avere alterazioni del comportamento alimentare, onicofagia e succhiamento del dito; se riemergono nuclei sadico-anali, invece, l'adolescente pu divenire sporco, trascurato (chiaro riferimento al mancato controllo sfinterico). Il menarca un altro momento importante legato a questo tipo di conflitti; la fanciulla pu vergognarsi di questo fenomeno, si sente sporca e diminuita nella persona: questo la porta alla negazione o al rifiuto dell'evento. Il menarca ha per allo stesso tempo una valenza positiva, in quanto offre alla ragazza dei punti fissi su cui pu organizzare molte sue esperienze (per la periodicit delle mestruazioni, l'inizio e la fine dei dolori etc), e stabilizza le disperse eccitazioni della fase prepuberale, indirizzandole verso il maturo modello vaginale. Altra componente importante di questo tipo di conflitti la masturbazione, vissuta dall'adolescente con forte ansiet; pu avere un significato di un movimento psichico verso la eterosessualit oppure esprimere tensioni psichiche regressive di tipo edipico. Sia per il menarca che per la masturbazione, grande importanza ha la famiglia, e l'atteggiamento con cui ha affrontato l'educazione del figlio fin dai primi anni di vita; se non ha ecceduto n in sottomissione n in dominanza nei confronti del ragazzo, quest'ultimo potr vivere il conflitto in modo meno acuto e prolungato nel tempo. - intellettuale. riguardano il passaggio da un tipo di pensiero concreto (quello del fanciullo) ad un tipo di pensiero ipotetico-deduttivo (dell'adolescente), definito anche astratto: quest'ultimo tipo di pensiero pu tener conto non solo delle situazioni o avvenimenti direttamente percepibili, ma anche di situazioni o avvenimenti "possibili": il significato di un evento accaduto non sta solo in ci che ma anche in ci che poteva essere e non stato. Lo sviluppo intellettuale porta quindi l'adolescente ad avvertire l'esigenza della dimostrazione del controllo, ad elaborare personalmente i dati sui quali fondare le proprie convinzioni; questo nuovo modo di porsi favorisce l'insorgenza di conflitti (insofferenza verso contenuti ideologici o comportamentali che gli adulti cercano di trasmettere all'adolescente senza dimostrargliene la plausibilit o la razionale motivazione, ad esempi, pu portare l'adolescente ad abbandono scolastico, fuga da casa, suicidio etc).

A seguito di questi conflitti a livello fisico, sessuale e mentale, l'adolescente pu costruirsi una serie di difese: il narcisismo, in cui la valorizzazione del proprio Io esalta l'autostima dell'adolescente e consente di tentare una ricerca di s sull'onda dell'autoesaltazione; l'ascetismo pone l'adolescente in una situazione di isolamento, con proibizioni rigorosissime, per sbarrare la via ai desideri; l'intellettualizzazione mira a trasferire il conflitto dal piano delle emozioni a quello del pensiero, per cui l'adolescente si immagina come un conquistatore, un divo o un trionfatore, a livello di fantasticherie e sogni ad occhi aperti; la scissione la difesa pi radicale contro l'esperienza dell'ansia e della colpa perch, riportando l'Io ad una situazione pre-depressiva, in cui gli oggetti buoni sono separati da quelli cattivi (posizione schizo-paranoidea dei primi mesi di vita), elimina alla radice la possibilit di provare ansia. Per effetto della scissione riemerge il controllo onnipotente, che gli permette di negare la dipendenza dai suoi genitori pretendendo la dipendenza dai suoi genitori, e riemerge inoltre l'identificazione proiettiva, per cui i genitori (e gli adulti) diventano il contenitore di tutta l'aggressivit dell'adolescente; nell'adolescente sano esiste una scissione esteriorizzata, in cui gli oggetti buoni idealizzati e quelli cattivi proiettati sono rintracciabili nella realt esterna, e in cui l'idealizzazione pi forte dell'identificazione proiettiva, e si estende ai genitori o a figure ad essi assimilabili. Gli esiti del processo adolescenziale possono essere diversi: un'adolescenza ritardata appartiene in genere ad adolescenti di famiglie borghesi, che portano avanti i loro studi, intraprendono carriere gi avviate in famiglia, sposano persone scelte o accettate dai genitori, riproducono il modello familiare dei loro genitori: in pratica, in questo caso l'adolescente non dimette le difese ossessive dell'et di latenza; un'adolescenza prolungata un esito meno frequente, ed identifica un'adolescente che si "prolunga" all'infinito, per paura di deludere le aspettative dei genitori (spesso infatti sono ragazzi che nell'infanzia erano stati sopravvalutati dai genitori); un'adolescenza sacrificata identifica adolescenti che per motivi diversi non hanno potuto affrontare l'adolescenza nella maniera corretta (apprendisti, persone costrette a lavorare al compimento del quattordicesimo anno d'et), sono persone che non colgono continuit tra passato e futuro ma vedono solo il presente; l'adolescenza dissociale quella pi preoccupante, perch sono persone che restano ancorate alle difese maniacali, paranoidee, in cui c' stato un crollo dell'idealizzazione dei genitori, che non pu essere ricostruita: sono persone che idealizzano sempre ci che i genitori e la societ in genere disapprovano, e che provengono da ambienti integrati ma rigidi nei modelli educativi, con modelli parentali ambigui (si presume anche una carenza di cure materne adeguate); un'adolescenza tossicodipendente, infine, permette, attraverso l'uso di una sostanza, un distacco dalla sofferenza relativa ai conflitti del passaggio alla vita adulta; le droghe leggere vengono di solito utilizzate per risolvere il senso di solitudine, la difficolt di inserimento in un gruppo, etc., mentre nel caso di uso di droghe pesanti c' una volont di trovare un modo di essere al mondo, una identit (a parte i casi in cui subentrano psicosi, forme di tipo borderline etc.). Il gruppo per gli adolescenti ha un'importanza decisiva; tra gli 11 e i 15/16 anni avr struttura omosessuale (soli maschi o sole femmine) e atteggiamento di tipo paranoide (le proiezioni da parte dei maschi nei confronti delle femmine e viceversa tendono ad identificare nell'altro gruppo caratteristiche negative). Quando l'adolescente all'interno di uno dei due gruppi sperimenta che il suo "odio" per i membri dell'altro gruppo non distruttivo, e che l'altro sesso si dimostra seduttivo, comincia a provare sentimenti di amore che prendono il sopravvento sul disprezzo; nasce cos la coppia (amicizia, amore), e da qui si passa al gruppo adolescenziale eterosessuale e depressivo; depressivo perch i membri di tale gruppo non hanno bisogno di proiettare all'esterno le parti sofferenti del S, ma possono trattenerle e fare esperienza della preoccupazione per l'integrit dell'oggetto amato. Si stabilisce un nuovo rapporto di dipendenza in cui oltre all'esperienza della propria impotenza e incompletezza, si fa l'esperienza dell'altro come complementare al s e allo stesso tempo ugualmente importante, incompleto e dipendente.

Il gruppo , dunque, per l'adolescente una struttura in cui egli verifica la propria capacit di stabilire rapporti sociali pi o meno duraturi, di tollerare conflitti e tensioni, di assumere una posizione in relazione a quelle degli altri membri. Per questo il rifiuto o l'accettazione da parte dei coetanei sono due tipi di esperienze importantissime per l'equilibrio psicologico dell'adolescente e per lo sviluppo della sua disponibilit a realizzare rapporti interpersonali: se accettato, trova nel gruppo un sostegno emotivo alle proprie ansie ed incertezze; se rifiutato, vivr l'esperienza della impotenza, della esclusione sociale, che finir con l'influire notevolmente sull'immagine di se stesso che egli sta edificando. Iniziare un discorso sull'adolescenza suscita perplessit perch ogni teoria (da quella proposta da Stanley Hall nel 1904 a quelle psicosociologiche pi recenti) rischia di essere contraddetta dalle osservazioni che si fanno giorno per giorno, al punto che viene il sospetto che certe tematiche conflittuali siano causate, pi che dai conflitti ritenuti tipici di quest'et, dai modelli di comprensione dell'adolescenza adottati in quel periodo storico ed in quel determinato contesto sociale. Per affrontare questo problema, pu essere fecondo utilizzare il modello della teoria psicoanalitica, che postula la crisi adolescenziale come "fisiologica" per uno sviluppo adeguato della personalit: le soluzioni di assetto della personalit che non passano attraverso questo travaglio interno, risulterebbero monche e parziali, in quanto l'integrazione libidica, o dell'Io, non si organizzerebbe intorno a nuovi oggetti d'amore o ad una nuova identit, bens attorno alle antiche identificazioni e ad una gamma di attivit sublimate della tensione sessuale, tipiche della et della latenza. Ne risulterebbero, come vedremo, delle adolescenze mancate, abortite, ritardate, prolungate, sacrificate. Sull'inizio del processo puberale, che generalmente fa da supporto al processo adolescenziale, l'osservatore dispone di rilievi abbastanza definiti attraverso l'esame somatico, come la comparsa di caratteri sessuali secondari, l'inizio del flusso mestruale ecc. Quali rilievi guidano lo psicologo durante i primi colloqui col ragazzo, al fine di verificare il non avvenuto viraggio adolescenziale, il suo incerto inizio o il suo progredire? Dalla esperienza di valutazione del contenuto del colloquio, dal rilievo delle qualit espressive del comportamento, da informazioni raccolte anche dai familiari si pu schematicamente affermare che il periodo dell'et evolutiva che ci accingiamo a trattare, si differenzia sotto molti aspetti dalla fanciullezza o terza infanzia: - nella terza infanzia la struttura mentale del fanciullo generalmente rivolta verso l'esplorazione del mondo esteriore VS. nell'adolescente l'esperienza soggettiva (la vita interiore) che viene ad essere, attraverso l'analisi introspettiva, l'oggetto di maggiore interesse; - nella fanciullezza gli interessi e le attivit hanno ancora la caratteristica "infantile" (nel senso che riguardano il presente od al massimo il futuro immediato) VS. nei processi psichici che caratterizzano l'adolescenza, gli obiettivi a lunga prospettiva temporale cominciano ad assumere un grado di realt tale da orientare le scelte fondamentali ed i criteri di giudizio sulla condotta pro pria ed altrui; - il funzionamento mentale del fanciullo si basa prevalentemente sui dati di fatto VS. il pensiero dell'adolescente, per la ragione che in questa et emerge (come vedremo) la categoria del possibile, utilizza maggiormente il piano dell'ipotesi; mentre il fanciullo, relativamente allo sviluppo della socialit, ancora legato a formule egocentriche o sociocentriche (nel senso che la socialit corrisponde sempre a dei bisogni di sicurezza, appoggio, di avere dei "compagni") VS. l'adolescente tende ad identificazioni pi selettive, pi personali (esperienza dell'" amicizia ", esperienza dell'"innamoramento"). Come si detto, i processi psichici che caratterizzano questa fase dell'et evolutiva si svolgono in una dimensione temporale di circa sei anni: alcuni autori hanno pertanto pensato utile introdurre il termine di preadolescenza per il periodo compreso fra il 12 ed il 15 anno. Nella nostra esposizione faremo a meno di utilizzare tale distinzione per il semplice fatto che la trattazione non intende essere un completo aggiornamento su tutti gli aspetti della psicologia di questo complesso

periodo dello sviluppo psichico. Dovendo fare una scelta, si pensato pi utile trattare il problema dei conflitti psichici nella condizione adolescenziale, traendo informazioni, oltre che dalle opere dei vari autori, da dirette osservazioni cliniche condotte nei consultori di orientamento scolastico o in centri medico-psico-pedagogici, nonch da esperienze di psicoterapia individuale o di gruppo specificamente dedicate ad adolescenti. Dal punto di vista etimologico la parola adolescenza deriva dal latino e significa crescita. Con questa definizione si indica una fase dello sviluppo, caratterizzata dalla complessit, in cui le modificazioni somatiche, le vicende intrapsichiche e le dinamiche psicosociali sono indistricabilmente intrecciate e interdipendenti. Questo fenomeno si declina diversamente all'interno delle diverse culture: nella civilt romana indicava un periodo di apprendistato sociale, professionale, culturale e soprattutto umano che si estendeva fino ai 30 anni di et, mentre nelle societ tribali l'adolescenza non ha una dimensione diacronica estesa ma si risolve nel rito di passaggio che sancisce in modo puntuale l'ingresso del giovane o della ragazza nella comunit degli adulti. Nel mondo occidentale l'adolescenza comporta una forma di cambiamento in cui coesistono elementi di continuit e di rottura, di armonia e di crisi, che si sottrae ad una definizione definitiva gi a partire dalla delimitazione temporale; se facile infatti identificare come limite inferiore la vistosa maturazione puberale dell'apparato genitale interno e dei caratteri secondari esterni, non altrettanto agevole da definire la conclusione della fase, che dovrebbe coincidere con l'assoluzione di importanti compiti evolutivi come il raggiungimento dell'identit adulta e della piena socializzazione lavorativa e familiare, che vengono tuttavia sempre pi parcellizzati, dilazionati, mantenuti sospesi. Molti approcci teorici si sono occupati dell'adolescenza: pensiamo in primis ai modelli fisiologici (es. Tanner) che hanno studiato le drammatiche modificazioni morfologiche, neuroendocrine e fisiologiche della pubert, ai modelli sociologici che approfondiscono l'aspetto culturale e ambientale o ancora al modello psicoanalitico che ricostruisce le travagliate vicende delle pulsioni, degli oggetti e delle identificazioni e infine ai modelli cognitivi che si focalizzano sull'evoluzione delle funzioni intellettive. Ciascun orientamento teorico, tuttavia, si occupa di un aspetto parziale, circoscritto del fenomeno, che rimane inafferrabile nel suo complesso. Di fatto si impone la necessit di adottare un approccio eclettico e comprensivo, che Marcelli definirebbe transazionale, sensibile all'interdipendenza dei molti fattori e alla costitutiva permeabilit tra interno ed esterno, tra lo psichico e l'ambientale, tra l'individuale e il sociale. In quest'ottica diviene possibile integrare i contributi di ciascuna scuola di pensiero in modo che risultino fusi in una rappresentazione a tutto tondo, dinamica, evolutiva che possa costituire una linea guida, un'ipotesi di lavoro per qualsiasi tipo di intervento da quello clinico, all'orientamento scolastico e professionale. Per quanto riguarda la dimensione intrapsichica particolarmente ricco di contributi significativi il modello psicoanalitico. Gi S. Freud sottolineava particolarmente come l'avvento della pubert, che sancisce il raggiungimento ella capacit orgasmica e riproduttiva, determina un'esplosione libidica che riattiva tutte le pulsioni pre-genitali e i conflitti pre-edipici ed edipici. La prepotente spinta delle pulsioni sottopone l'Io, impiegano nel controllo dell'Es e nella mediazione con Super Io e realt, ad una pressione potenzialmente destabilizzante, tanto da indurlo alla sperimentazione di alcune forme di meccanismi di difesa illustrate da A. Freud. Un altro aspetto cruciale dell'adolescenza la centralit del corpo, che dopo il silenzio degli organi della latenza, diventa protagonista di molteplici trasformazioni locali e globali che sortiscono profonde ripercussioni sull'immagine corporea dell'adolescente. Questo aspetto del s costituisce un punto di riferimento cardinale a molteplici livelli; il corpo, infatti, rappresenta da un lato uno strumento di misura dello spazio fisico, dall'altro un medium per l'espressione simbolica dei conflitti, oltre che un oggetto di investimento narcisistico, basti pensare

all'interesse per l'abbigliamento, all'accanimento nella decorazione anche cruenta del corpo (peircing e tatuaggi), alla trepidazione che caratterizza il rapporto dell'adolescente con lo specchio .. tutte manifestazione che tradiscono la ricerca di un confine tangibile che argini e contenga un'identit liquida e sfuggente, oltre che la necessit di indossare una divisa riconoscibile che attesti l'appartenenza ad una generazione. L'adolescente chiamato anche ad affrontare un duplice lutto: egli, infatti, deve rinunciare all'oggetto primario pre-edipico, intraprendendo quella che Blos chiama una seconda separazioneindividuazione, ma deve anche elaborare la perdita dell'oggetto edipico, investito in modo ambivalente. Questa sfida evolutiva particolarmente impegnativa e pu rendere ragione dei frequenti vissuti depressivi e abbandonici sperimentati dagli adolescenti al cospetto della caduta delle divinit genitoriali. La ricapitolazione e il completamento del compito di separazione-individuazione si intreccia strettamente con lo sviluppo delle identificazioni e con le vicende del narcisismo. In particolare, secondo autori come Blos, Kestenberg e Laufer, il narcisismo adolescenziale dipende dall'Ideale dell'Io, inteso come quella componente dinamica ed evolutiva del Super Io che rappresenta un'immagine soddisfacente ed amabile di s e che svolge funzione di supporto dell'Io nella gestione della regressione, nell'aggiustamento delle relazioni con gli oggetti interni e nell'adattamento sociale. Erikson STADIO 5 (adolescenza) stadio adolescenziale identit e rifiuto vs. dispersione didentit. Transizione tra infanzia ed et adulta con conseguente crisi didentit causata dal conflitto se rimanere nelle sicurezze infantili o passare al mondo degli adulti, visto come complesso, sconosciuto e inquietante. Ci lo porta ad una dispersione dei ruoli o alla confusione didentit. Elemento negativo di questa fase la possibile percezione del negativo in se stessi che comporta un senso di inadeguatezza rispetto al mondo. Questa identit negativa pu essere proiettata sugli altri originando atteggiamenti pregiudiziali, discriminazione razziale, rifiuto del diverso e crimine. Questa fase caratterizzata anche sul rafforzamento del senso di fedelt e di coerenza, su cui poggia lidentit; ladesione a qualche ideologia e lappartenenza al gruppo, che sono elementi fondamentali per confermare il proprio valore e il proprio modo di essere. La posta in gioco, comunque, sempre la conquista di un'identit integrata, come rileva Erikson il quale individua nella dialettica tra conquista di un'identit coesa e ricca e la dispersione la sfida evolutiva propria dell'adolescenza. L'esito di tale sfida dipende dalla qualit delle relazioni precoci, come affermano tra gli altri anche i teorici dell'attaccamento, e dalla risoluzione dell'edipo, attraverso una definitiva identificazione con il genitore dello stesso sesso, come sostiene Blos. Se la storia relazionale ha consentito l'instaurarsi di un attaccamento sicuro, la fame d'oggetto (Blos) dell'adolescente pu dunque esplicarsi nella sperimentazione di molteplici identificazioni sia mimetiche che oppositorie, di esperienze relazionali nel contesto intermedio del gruppo dei pari, che viene identificato da Laufer come il mediatore dei sistemi di identificazione e di identit, nonch luogo di proiezione e funzione vicaria dell'Ideale dell'Io. Se la scuola psicoanalitica ha approfondito gli aspetti affettivo-relazionali della fase, Piaget ha illustrato gli aspetti cognitivi dell'adolescenza. IV Stadio Periodo delle Operazioni Formali (11-15 anni), il bambino pu applicare le operazioni mentali anche ad affermazioni puramente verbali o logiche. I risultati delle operazioni concrete vengono sfruttate per generare ipotesi relative alle loro relazioni logiche. Il modo di pensare assomiglia a quello di uno scienziato. Si caratterizza per riduzione dell'egocentrismo (il bambino riesce a considerare le questioni da diversi punti di vista) e per il completamento delle strutture cognitive. (METODO SPERIMENTALE) L'esperimento consiste nel chiedere ad un ragazzo, posto di fronte ad un pendolo (una corda a cui appeso un solido), di scoprire quale dei diversi fattori determina la frequenza delle oscillazioni del pendolo. I fattori sono: la lunghezza della corda, il peso del solido, il lancio impresso al pendolo. Piaget e Inhelder sostengono, infatti, che intorno ai 12-13 anni compaia una nuova forma di intelligenza di tipo operatorio-formale, caratterizzata dall'acquisizione del pensiero ipotetico-

deduttivo. Nel dettaglio questa conquista si traduce nella capacit di utilizzare le operazioni del gruppo combinatorio INRC ovvero: identit, negazione, reciprocit, correlativit, che l'adolescente diventa in grado di applicare ai soli enunciati verbali, raggiungendo il livello di astrazione della logica delle proposizioni che definisce il mondo del possibile. In questo modo il ragazzo si rende conto che la realt non che un caso particolare rispetto alle opzioni rappresentabili. Piaget ha elaborato anche uno strumento testistico per valutare qualitativamente il livello di formalit del pensiero ipotetico deduttivo: la scala SPL, l'Echlle du Developpement de la Pense Logique. Come ho gi pi volte ribadito, artificioso distinguere l'aspetto cognitivo dalla dimensione affettiva e relazionale; basti pensare come una difficolt nell'accesso al pensiero logico formale pu essere effetto di un contesto familiare deprivato culturalmente o patologico e a sua volta pu contribuire a determinare problematiche relazionali per la scarsa padronanza dei concetti di reciprocit e mutualit o a causa dei deficit nei processi cognitivi di attribuzione, interpretazione, previsione degli stati mentali altrui, cos come uno sviluppo precoce e disarmonico della capacit intellettuale pu determinare l'isolamento del ragazzo nell'intellettualizzazione solipsistica di cui parla A. Freud. La dimensione affettiva, quella cognitiva e quella sociale, pertanto, sono aspetti costitutivamente interdipendenti. La dimensione relazionale e sociale del fenomeno imprescindibile, in quanto le conquiste affettive ed intellettuali avvengono all'interno di apprendimenti socialmente e culturalmente contestualizzati; quello dell'adolescenza infatti il momento in cui l'individuo ha la possibilit di cimentarsi in diversi ruoli e di collaudare sistemi di valori, procedendo per tentativi ed errori e in modo trasversale rispetto ai differenti contesti e gruppi sociali tra i quali si distribuisce la sua appartenenza, pensiamo ad es. al gruppo classe, all'istituzione scolastica, alle realt associative, alle compagnie informali, alla famiglia. Certamente la disponibilit di scelta tra molteplici opzioni e la possibilit di collezionare esperienze sociali, culturali diverse rappresenta una risorsa, tuttavia la frammentariet e la contraddittoriet dei modelli valoriali proposti dalla nostra societ pu costituire anche un fattore di rischio per quella che Erikson chiama la confusione dell'identit, ovvero una forma disagio che paralizza il giovane posto di fronte a richieste paradossali da parte dell'ambiente che sollecita il ragazzo ad impegnarsi in scelte esistenziali relativamente alla professione e alla vita affettiva ma offre un caleidoscopio di parametri incoerenti e frammentari. Come sostiene Brusset, nella nostra epoca si verifica un parallelismo di tematiche tra la fase adolescenziale dell'individuo e la crisi della societ post-industriale alle prese con il lutto per la miserabile deriva delle grandi utopie politiche, religiose, sociali come archetipi di figure genitoriali edipiche. L'adolescenza come prototipo esistenziale di crisi individuale con aspetti catartici ed evolutivi, rappresenta comunque un nodo cruciale dello sviluppo che presenta specifiche zone di vulnerabilit, a cui le agenzie di formazione devono essere sensibilizzate.. Da un punto di vista clinico, in senso lato, infatti, importante tenere sempre presente qualunque sia il contesto di intervento (scolastico, diagnostico-terapeutico, orientamento, ecc.) all'interno del quale si incontra l'adolescente che normalit e patologia non sono chiaramente distinguibili, al contrario si definiscono e si compenetrano reciprocamente in un'ottica dinamica, provvisoria, in continua evoluzione. Pertanto qualsiasi sintomo o problema di adattamento, dai disturbi alimentari agli insuccessi scolastici, deve essere contestualizzato all'interno di un quadro di personalit composito e fluido. E' importante, quindi, non farsi distrarre dalla platealit della singola manifestazione ma considerare complessivamente in modo gestaltico la struttura dell'individuo, cogliendone gli aspetti di rigidit e di flessibilit e soprattutto riflettendo sul significato prognostico del sintomo rispetto allo sviluppo ulteriore.

E' fondamentale, inoltre, valorizzare le risorse, le potenzialit individuali e di rete, lavorando nella direzione di un'alleanza costruttiva con l'adolescente e la sua famiglia. L'adolescenza di un figlio rappresenta, infatti, un evento critico per tutta la famiglia che chiamata a confrontarsi con la necessit di realizzare un percorso di co-individuazione, intesa come compito evolutivo congiunto che richiede ai genitori di riconsiderare la loro stessa adolescenza, di gestirne gli aspetti irrisolti e di riuscire a conciliare contenimento e flessibilit nell'aggiustamento delle distanze e nella ridefinizione dei confini generazionali. Partendo da questa visione sistemica dell'evento adolescenza, necessario procedere sempre ad un'accurata analisi della domanda che tenga in considerazione tutti gli attori coinvolti individuali e istituzionali che attivano sempre complesse dinamiche collusive e manipolatorie delle quali il professionista deve rendersi consapevole.

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