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LA GABBIERA A questo punto dovrei iniziare a dirvi qualcosa.

Sto infatti parlando con tutti coloro che mi hannochiesto che cosa, secondo quello che io vedo vero, stia accadendo. Prima, per, di entrare nel vivo... della questione, vorrei portarvi con me a visitare una azienda che ha, come compito, quello disfamare gli umani e carnivori. Mi riferisco ad una azienda che si occupa di allevamento di polli inmodo industriale. Sapete, aumenta la popolazione, le citt si riempiono e vecchi e nuovi cittadini,regolari o irregolari, pur ammucchiati, devono pur mangiare (che affare per i supermercati, lammucchiamento). Vi sto mostrando un lungo capannone, senza finestre. Entriamoci insieme.Una serie lunghissima di gabbie. Un primo livello un secondo livello fino (in questo caso) aotto livelli. Le gabbie hanno una superficie di 1 metro quadrato. Un metro quadrato fatto di sediciquadratini di 25 centimetri di lato. Nella gabbia, sempre in questo caso, sono ospitate 22 galline,in ogni quadratino di 25 centimetri per lato si stringono, alternativamente in due. Le sei cheavanzano si infilano dove possono, sono le nomadi della gabbietta. Le galline, anche se in cattivit,sono solidali fra di loro; infatti nella gabbietta fanno, a turno, le tre coppie di nomadi. la fretta diprodurre che ammucchia le galline, costringendole a convivere in uno spazio ristretto.Tanto, la memoria del bel tempo antico si completamente perduta in questa generazione di gallineammucchiate una addosso allaltra; quando le galline potevano svolazzare (allora non era comeoggi, che le ali sono spezzate, allora le ali potevano essere agitate); quando potevano razzolare in ungrande spazio aperto. Pensate che si racconta da qualche gallina anzianissima (20 mesi, incredibilevero?) che i polli antichi non vivessero nel giorno perenne, come nelle gabbiere sempre illuminate,conoscevano anche la notte, sconosciuta ai polli moderni. Le galline di oggi, signori miei, sono pievolute dei loro progenitori trogloditi; vivono, volete mettere la modernit, in apposite citt (che i malevoli chiamano gabbie) dove sempre giorno; nessuna fra loro perde tempo a razzolare,svolazzare o, peggio, a dormire (c, ogni poco, un suono convincente dallesterno diconocostringente che ricorda alle galline il canto del gallo, ma non proprio il canto del gallo.).Miracoli della tecnica. Eh si, non possiamo nascondere laltra faccia della medaglia, bisognalavorare (ops, volevo dire) fare uova e farle anche buone; se no si viene licenziate; che poi vuol direessere cacciate dalla gabbiera e abbandonate ad un destino duro, senza pi protezione. A questoproposito, fra le galline, fra loro in comunicazione mentale, gira voce (pigolio) che quelle che nonproducono secondo i riconosciuti principi di moralit e legalit del, paterno ma severo, mondoproduttivo, vengono trasferite nel mattatoio, un luogo che le galline (sono polli del resto) pensano sia un manicomio; perch solo una gallina malata di mente si rifiuta di produrre, come richiestodalla legge e dalla morale (il lavoro, prima un dovere e, poi, un diritto). vero che questacredenza potrebbe essere dimostrata errata, eppure si lascia che continui ad essere sussurrata da unagallina allaltra, per precisa volont del padrone della gabbiera, dal quale arrivato anche il3suggerimento, dilagato velocemente tra le furbissime galline, di considerare il mondo, per loroappositamente costruito, dove vivono senza fare fatica (non si racconti che semplicemente fare leuova o figli se volete sia faticoso), una modernissima e tecnologicissima citt. Daltra parte,il lasciare che ogni pollo la pensi a modo suo la dimostrazione che il padrone di tutte le gabbiere siprende cura amorosa di ognuno dei suoi polli. Certo, non sempre bene raccontare la verit a mentideboli; e le galline, il padrone della gabbiera fa sapere, hanno un cervellino debole; tanto che, tra isapientissimi umani, c un detto che le riguarda, molto irriverente, invero: il detto : avere uncervello di gallina.La puzza tremenda della gabbiera offende lolfatto degli invisibili (alle galline) visitatori esterni chevengono muniti di appositi respiratori (pi che mascherine). Eppure, fra di loro, le galline,chiamano, questo fetore odore di libert: libert dal sonno, inutile e sconosciuta essendo, nellagabbiera, la notte. Libert di accettare la costrizione di vivere tutte insieme, galline bianche, nere,rosse nel reciproco doveroso rispetto; dividendosi fraternamente lo spazio (poco invero) e il cibo(che meglio non guardarci dentro, se ci fosse il tribunale dei polli avrebbe qualcosa da dire).Spazio, cibo, privazione del sonno offerti dal padrone della gabbiera al popolo gallinaceo,chiedendo in cambio solo di lavorare (ops, ancora, volevo dire) ovvero di fare le uova; un lavoroche una brava gallina deve saper fare sempre bene. Noi sappiamo che il padrone della gabbierasapr certamente tenere conto di un lavoro fatto bene; ne terr conto facendo morire dolcemente lagallina che non sapr pi fare le uova, prima di essere lessata. Una stordita ben assestata primadello stiramento di collo, se siete fortunate e comunque, dopo poco, tutto sar finito sussurra neisegreti trasmessi pensieri la gallina molto anziana (questa, ormai ha quasi 18 mesi) alle galline pigiovani. Sappiate che diventerete parte del corpo vivente degli esseri superiori dei quali schiavolo stesso padrone della gabbiera; questo il messaggio che dai tempi antichi giunge dalla grandemadre delle galline; questa la speranza di tutte noi galli e galline: diventare parte di esserisuperiori a cui offriamo le nostre uova e il nostro stesso

corpo. Avrete gi notato che le galline sitrasmettono vicendevolmente i pensieri senza cellulare, computer o altre diavolerienanotecnologiche. Dovete sapere che le galline che si ammalano, nella gabbiera, ricevono ilpensiero tranquillizzante della gallina pi anziana: Anche se siete malate, sorelle care, vi sarpermesso di contribuire a tenere vivo il corpo dei padroni del nostro padrone; la vostra carne, anchese malata, sar considerata sana, non ci sar differenza fra le galline che come me, anche con le ali rotte, possono vivere tutto il loro tempo e quelle che, come voi, muoiono per malattia. Siate grate alpadrone della gabbiera, che non fa differenza fra noi. un padrone democratico. Lo so che unaparola difficile, per voi che siete cos giovani, ma significa che abbiamo un buon padrone. E ilpadrone va sempre rispettato. Le galline anziane fra di loro ogni tanto si trasmettono dati delicati:Mi raccomando non bisogna raccontate alle galline pi giovani come vengono uccise le galline chevengono portate fuori dalla gabbiera; accade che qualcuna fra noi lo fa di nascosto. una cosasbagliata; le galline informate, sulla brutta verit del loro futuro, potrebbero fare uova cattive e peggiorerebbe la loro vita. Non si deve rivelare che il padrone della gabbiera usa le macchineammazzapolli. Non bisogna rivelare che una volta fuori da questo mondo verremo spogliate dellenostre penne; parlare di nudit sempre disdicevole per le galline.Ecco, ora che abbiamo finito di apprendere come nascono, vivono e muoiono i polli, costretti in unospazio dove la libert di razzolare in solitudine ormai cancellato anche dai sogni (che, non losapete, ma anche i polli sognano un paradiso in cui il cibo solo energia pura), posso fare unaaffermazione che non vi lascerebbe molto tranquilli, se non foste capaci di sospenderla fuori dallaobbligatoriet del giudizio. Questa affermazione va presa con beneficio di inventario; nonpermettendole di scalfire la vostra speranza nel futuro.Ledificio-gabbia che racchiude i polli, cibo degli umani, si chiama mondo economico per ipolli.Anche gli umani sono racchiusi in una gabbia, molto pi grande di quella dei polli, si chiamamondo economico per gli umani. La differenza, rispetto ai polli, che ledificio-mondoeconomico che racchiude gli umani per loro invisibile e insuperabile; mentre i muri cheimprigionano i polli, sono per loro, ma non per gli umani, invisibili e insuperabili. FONTE: NEXUS, ESTRATTO DA UN ARTICOLO DI ALBERTO ROCCATANO.

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