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Music never lies.

Chiusi gli occhi promettendomi che la lacrima che ancora mi bagnava il viso sarebbe stata lultima di quella giornata, pur consapevole che non sarebbe accaduto affatto cos. Neanche me stessa conosceva il motivo di quel silenzioso pianto, offuscato probabilmente da quel senso di vuoto che mi giaceva nello stomaco ogni notte. Ogni notte ghiacciata, come quella. Ogni notte fredda, forse troppo. Una notte che faceva venir voglia di restar fuori a farle compagnia ma che, troppo fredda per permetterlo, sembrava facesse penetrare il gelo anche attraverso la mia pelle. Eppure fuori restavo rischiando, perch amavo fissare quella luna. Amavo sedermi su quella distesa di strada con un immancabile Ipod accompagnato da quella musica che non avrei abbandonato mai. Quella musica capace di cancellare i brividi causati dal freddo sostituendoli ai brividi causati dalle emozioni che riusciva a trasmettermi. Quella notte sembrava diversa per, quella tranquillit, il silenzio di una citt addormentata e piegata ai desideri rispecchiava il mio stato perennemente malinconico di cui, nonostante volessi, non riuscivo a liberarmene. Decisi di rientrare anche se controvoglia, la notte iniziava a diventare troppo buia e il sol pensiero di restarne inghiottita dentro mi terrorizzava. Restai sul mio sul mio letto senza smettere di fissare quella distesa scura punteggiata da quelle macchioline luccicanti; lo stesso letto su cui mi poggiavo ogni qualvolta avevo bisogno di tenermi lontana dal mondo, con la mia piccola Ibanez tra le mani. Feci vibrare quelle corde semplicemente con le mie dita nella speranza di ridurre al minimo volume ci che provavo a suonare. Mi poggiai alla finestra lasciandola aperta, sperando che quel cielo fosse stato capace dascoltare quelle note causate dalla melodia della mia inspiegabile infelicit, volevo che lui soltanto lavesse ascoltata, lui soltanto che come al solito custodiva ogni mio segreto ed ogni mio dolore. Serrai fermamente le labbra per trattenere ancora altre lacrime che sazzardavano a ribellarsi alla mia promessa. Dun tratto qualcosa parve sfiorare il mio viso, qualcosa al tatto irriconoscibile. Spalancai gli occhi e solo dopo un po mi resi conto che qualcosa dallalto

scendeva. Il cielo piangeva, anche lui con me, forse per farmi sentire meno sola, forse per far compagnia a quella mia inspiegabile sofferenza. Quelle lacrime per costrette dal freddo serano trasformate in tanti candidi fiocchi di neve che in un battito di ciglia riuscirono a ricoprire la citt, ancora intenta a sognare, di bianco. Mi fermai a fissare quei fiocchi che pacatamente ancora ricoprivano le case, poi il mio sguardo si pos involontariamente su di una finestra, quasi come le mie orecchie, attratte da unidilliaca melodia avessero comandato agli occhi di cercarla. Tante notti da quella finestra cavevo visto un ragazzo suonare al piano, macchiare su infiniti fogli, forse pentagrammi. Non avevo mai percepito prima di quel momento il suono di quel pianoforte sfiorato dalle lunghe dita di quel ragazzo. Provai a pensare cosa stesse suonando vedendo le sue mani scivolare su quei tasti zebrati ma la melodia era distante, complessa da identificare perfettamente. Mi limitai ad udire quellinsieme di crome e semiminime che in realt era stata fabbricata dalla mia mente stessa, pur consapevole che in fondo la musica non si immagina: la musica sascolta, si vive. Riposizionai il mio sguardo su tutto ci che mera circostante ritrovandoci, senza che me ne rendessi conto, tanto della mia vita. Quella canzone, quella melodia, quel suono proveniente offuscato dalla finestra lontana mapparve angosciata dal mio stesso dolore. Parve per guidarmi verso una luce, verso un qualcosa di reale, di concreto. Tanto che tutto ad un tratto si materializz nella mia mente in dei flashback: sorrisi, sorrisi di persone a cui avevo ceduto tutto il mio bene. Musica, la mia musica. Lamore quello sincero e incondizionato della mia famiglia. Quella musica, quello scenario e quei ricordi mi fecero rendere conto che in fondo non mi mancava nulla, che non avevo motivo per sentirmi in quel modo e che avevo accanto anche la persona che amavo e che sapevo di poter ritrovarmi sempre accanto, anche nei momenti di difficolt. Ci fu un attimo in cui mi parve davvertire le sue braccia avvolgermi, di vedere i nostri capelli intrecciati e unti da neve bianca. La melodia sinterruppe bruscamente e vidi lentamente sfumare tutto ci che la mia mente sera costruito. Il ragazzo richiuse delicatamente quel pianoforte e salz , in quel momento istintivamente feci altrettanto per rientrare col capo e chiudere quella finestra. Per la prima volta incroci il mio sguardo, lo abbass per un attimo osservando quella

chitarra che tenevo poggiata sulle gambe e mi sorrise, mi sorrise per un solo secondo. Poi svan nel buio di quella camera ritornata immune come ogni notte.

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