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GIOVANI SCRITTORI CRESCONO

Enrico Barbieri

Old friends
Questa foto risale al 2006. Ritrae me e Lucio con gli zaini appoggiati per terra. Siamo di passaggio in qualche stazione ferroviaria del Sud. Dietro di noi, sfocato, un treno in movimento. In partenza, o forse in arrivo. Il sole ritaglia sul marciapiede sotto la pensilina unombra piuttosto netta. Meriggia, estate. Ritrovo, inchiodata sulla mia faccia, la tracotanza del neo-laureato in ununiversit privata e possibilmente costosa. Entro pochi mesi comincer a cercare lavoro e allora la mia sicurezza vaciller. Ma qui, in questo ritratto, n io n tantomeno Lucio sembriamo contemplare il fallimento tra le eventualit. In questaltra foto sempre scattata durante quel viaggio, siamo seduti sui gradoni di una chiesa romanica. Il mio sguardo truce risulta fasullo. Lucio, che a stento trattiene una risata, agita un bel paio di corna dietro la mia testa riccioluta. Che nostalgia per quei capelli. Cominceranno a cadermi di l a qualche mese, nel pieno del mio primo anno di lavoro. Comunque: al ritorno da quel viaggio labbronzatura durer molto pi a lungo delleuforia. Sradicati dai tavolini del pub di fronte alluniversit, senza pi il rassicurante lampione di qualche sconosciuta birra trappista a illuminare le nostre digressioni fantasiose, Milano allimprovviso ci sembrer tetra ed incombente come la mascella spalancata di un capodoglio. il problema dei viaggi spartiacque come quello post-laurea. Ti concedi tutto alcol, droga, ragazze a patto di fare i conti, al rientro, con la vita vera. Quando torni nei ranghi, solo allora, misuri tutto il dramma della riconversione. Spediremo decine di curriculum. Firmeremo altrettante clausole liberatorie per la privacy. Per dio, ma cosa lo chiedevano a fare, ogni volta? Certo che autorizzavamo che i nostri dati personali fossero processati. Perch mai li avremmo spediti, senn? Permetteremo a freddi reclutatori di
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multinazionali di scandagliarci con domande surreali, del tipo: Si ritiene un leader naturale? oppure Secondo lei quante scatole di pomodori pelati servono per riempire questa stanza? Ebbene, risponderemo. Dapprima balbettando, insicuri. Ben presto, per, impareremo a recitare la parte, a nostro agio in mezzo a test psico-attitudinali e questionari per stabilire il nostro livello dinglese. Io e Lucio, intanto, continueremo a confidarci sogni e paure. Ora un filino pi concreti, almeno i miei. La mia paura di non realizzarmi. Il sogno, prima o poi, di aprire un business tutto mio e fare soldi a palate. Poter esibire, un giorno, un biglietto da visita con scritto Direttore Generale oppure, almeno, Direttore Finanziario. Lucio invece no. Le sue paure? Paura, letteralmente terrore, di non trovare i biglietti per il prossimo concerto dei Calexico, allAlcatraz. Ansia di non avere abbastanza soldi per pagarsi le lezioni di basso. I suoi sogni? Fare MilanoShangai in vespa, oppure attraversare la manica in kajak. Cose cos. Novembre e Dicembre 2006: due mesi passati in anticamera fuori da asettici uffici del personale, in attesa dessere chiamati dentro da segretarie direzionali bellissime e altrettanto legnose. Comincer a mentire a Lucio, dicendo che questo o quel posto lavevo rifiutato perch non ero certo disposto ad abbassarmi al livello di lavorare quasi gratis. Beninteso: lavrei fatto eccome come tutti solo che nessuno mi aveva ancora formulato uno straccio dofferta. Lui invece non mi mentir. Allimprovviso non sar pi sicuro di volersi prostituire in qualche banca o azienda. User proprio quella parola, prostituire, e io la trover un po offensiva. Mi raccomander, con paternalismo da vecchio hippy, di non farmi infinocchiare dal sistema capitalista. Nel giro di poche settimane, senza un apparente motivo, ci troveremo a essere due perfetti estranei: Lucio: Davvero vuoi fare lo stipendiato tutta la vita? Io: Se lo stipendio buono, s. Scambi di battute come questo diventeranno sempre pi frequenti. Dopo, generalmente ci guarderemo per qualche secondo, luno sperando di vedere

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laltro sciogliersi in una risata liberatoria. Ma resteremo sempre entrambi seri, come candidati di opposte fazioni in una tribuna politica. Poi, dopo centinaia di tentativi, io far centro. Finance di unazienda chimica. Stage di sei mesi con prospettiva dinserimento, assicurazione sanitaria, rimborso spese pi che competitivo. La prima persona a cui telefoner, non appena firmato il contratto, non sar Lucio. Il nuovo lavoro brucer lossigeno intorno a me. Non ci sar spazio per niente e per nessuno. Per molti mesi mi addormenter pensando alle bestemmie del mio capo, pregando un qualche santo protettore degli stagisti di non aver cannato il budget della divisione polietilene o il calcolo degli ammortamenti dellimpianto di polimerizzazione. Quei mesi, a fatica, ma passeranno; con Lucio, nel frattempo, ci terremo in flebile contatto via e-mail. Comunicazioni sempre pi scarne, da pianeti lontani. A un certo punto mi scriver da Londra dove, nel frattempo, si sar trasferito per seguire le tracce di una designer conosciuta al Salone del Mobile. Quante volte le avr rilette quelle parole? Brillavano sullo schermo a basso consumo energetico del mio PC aziendale al punto da farmi bruciare gli occhi. O forse era quel che cera scritto a darmi fastidio? Quass tutto ok, quindi. Sono spesso sbronzo, dalla mia finestra si vede la tribuna di Craven Cottage e fra due mesi mi sposo con rito ind. Ci sarai? Ci penser a lungo. Alla fine decider di non chiederlo, un giorno di ferie al mio capo. Giustificandomi che cascava proprio a cavallo della chiusura mensile del bilancio, scadenza intorno alla quale ruotava tutta la mia vita. E cos, niente matrimonio. Ero conscio della portata del mio gesto. In fondo, non avevo nessuna intenzione di condividere la felicit di Lucio. O almeno, non quella felicit. Non una felicit cos eretica. Lo invidiavo il mio amico, perch lui aveva avuto le palle di dire no al copione che ci avevano messo in mano appena sfornati dalluniversit. Risolver la cosa con uno stringatissimo telegramma, scritto in due minuti davanti a unimpiegata delle poste sovrappeso che, svogliata, seguiva La Prova del Cuoco in un mini-televisore tenuto appoggiato

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sulle ginocchia. Il telegramma, freddo come una circolare dellagenzia delle entrate, terminava cos: Aspetto comunque il tuo indirizzo per mandare il mio regalo di nozze. E lui? Beh, non risponder mai. Nel frattempo arriver il 2007, lanno di Giorgia. Non poteva essere che una collega. Entravo alle nove (in affanno, ero sempre uno degli ultimi a timbrare) e non ne uscivo prima delle dieci di sera. Col senno di poi credo che molti di noi stessero in ufficio pi del necessario solo in mancanza di meglio da fare. Si contavano a decine le tresche tra noi colleghi. In ufficio, scherzando, le chiamavamo intercompany, come le transazioni tra le societ di un medesimo gruppo. Il nostro amore, mio e di Giorgia, rimarr a lungo un segreto, per preservarlo dalle gelosie dei colleghi maschi soprattutto quelli pi anziani e potenti che avevano delle mire su una collega giovane e carina. Ben presto mi dimenticher di Lucio, preso dalle trappole del mio ufficio, dalle possibilit di carriera, dal mio nuovo obiettivo di scalare posizioni nella catena alimentare della business community. Comincer a frequentare il Rotary. L trover un mucchio di nuovi amici. Ognuno di loro finir con lavere associato un numero fondamentale lo stipendio lunico mio metro per giudicare una persona. Nel frattempo la sposer, Giorgia. Succeder allinizio del 2011. Non penser dinvitare Lucio. Ormai il suo ricordo era sbiadito, come il sapore di un piatto che rammenti daver mangiato anni fa, ma che non saresti pi in grado di descrivere. Il matrimonio, celebrato al Castello di Rossino, sar una parata di gente sopra i centomila. Sia io che Giorgia ambivamo a sentirci parte di una comunit ricca, chiusa, benestante. Compreremo casa entro la cerchia dei bastioni tacendo ai pi lammontare del mutuo che ci era toccato caricarci , ci iscriveremo alla Get Fit in Piazza Duomo solo per poter raccontare di aver diviso il tapis roulant con questo o quel conduttore di Mediaset, finiremo addirittura per comprare un piccolo olio di Luca Pignatelli da mettere in soggiorno, sopra il
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divano, dato che non cera un solo amico dei nostri che non possedesse almeno un Pignatelli o un Velasco Vitali. Tutto nella norma, quindi, fino al giorno in cui nella cassetta della posta trover una strana busta senza mittente. Indirizzata a me. La aprir, nellandrone del mio palazzo signorile. Allinterno, un compact disc. A giudicare dalla copertina, che ritraeva un trombettista negro, sembrava un disco di jazz. Che strano. Giorgia consumava musica mainstream. Era improbabile che si trattasse di un suo acquisto on-line. Aprir il cd, forzando il sigillo argentato SIAE. Scorrer con disattenzione i nomi dei musicisti, fin quando sentir un campanello suonarmi dentro la testa: Lucio Raimondi - Double bass. Incastrati nel booklet trover due biglietti per un concerto che Lucio e il suo gruppo avrebbero tenuto a Milano il mese successivo. Al Teatro dal Verme. Decider di andarci. In fondo, non temevo pi la sua felicit eretica. Io ero diventato un quadro, guadagnavo bene, ero inserito in un panel di talenti che lazienda dichiarava di voler valorizzare. A settembre mi aspettava un master allInsead, a Fointanbleau. Avevo tutte le carte in regola per sfondare presto il tetto dei centomila, la soglia critica per poter dire che nella business community sei qualcuno oppure no. Quella sera ne parler a Giorgia. Si stupir di quellamico riesumato da un passato a lei antecedente. Le racconter di noi, dei nostri viaggi per lEuropa, di come avessimo naturalmente scoperto di essere affini e come, altrettanto naturalmente, ci fossimo allontanati, senza un apparente motivo. Giorgia, sporgendosi dalla cabina armadio, mi chieder: Qual il look giusto per un concerto jazz? Io le chieder di essere bellissima. Abito aderente, scollato; scarpe alte, tacco 12. Lucio doveva vedermi al top delle mie possibilit. In definitiva, volevo la rivincita. Io e Giorgia arriveremo a teatro qualche minuto prima. Ritireremo i biglietti presso un botteghino riservato alla stampa e agli accrediti, saltando tutta la coda. Prenderemo posto un attimo dopo la chiusura delle porte da parte delle maschere.
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Lucio suoner da dio. A met concerto circa il cantante attaccher Old Friends di Paul Simon. Lucio mi fisser per tutto il tempo della canzone e io cercher di ignorarlo, concentrandomi sul movimento delle sue mani sulle corde del contrabbasso. Dopo lo spettacolo, nei camerini, lo troveremo rilassato, con intorno al collo un asciugamano e in mano una birra, intento a firmare copie del disco e concedersi alle foto del cronista di XL. Per prima cosa ci abbracceremo. Lui mi dir: Ti trovo bene. Poi guarder mia moglie. Bel vestito, aggiunger, ripassandola come uno scanner dalla punta dei tacchi fino alla piega dei capelli. Sempre lui, dir: Mi fermo a Milano per circa un mesetto. Ho un po di cose da fare. Magari riusciamo a recuperare un po di tempo perduto. Quella sera andremo a cena in un posto carino di Brera. Poi, durante quel mese, ci vedremo altre volte. Lui e Giorgia? Succeder lultima sera prima di tornarsene a Londra. Io rientrer dal lavoro prima del previsto, portando una bottiglia di amarone per la cena. Li trover uno sullaltra, sul divano del soggiorno. Scopavano cos forte che non si erano neppure accorti della mia presenza. Non so perch ma decider di non disturbarli. Torner sui miei passi, richiudendo la porta attento a non fare rumore. Andr al Bar Magenta. Dopo cinque gin tonic, trover finalmente il coraggio di rivolgermi a una ragazza biondo platino, russa o comunque dellest, in attesa del suo drink: Ehi bella, che ci fai a Milano? Lei scroller le spalle. Studi? Lavori? Ti diverti? Io sar troppo ubriaco per farmi intimidire dalla sua smorfia annoiata, quasi infastidita. Far segno verso di lei e, battendomi forte sul portafoglio, urler al barman: Ehi, quello della signorina lo offro io. Nonostante le proteste della bionda, lascer una banconota da cento sul bancone e mi incamminer verso Cadorna. Dove andiamo? chieder il tassista, scrutandomi dal retrovisore.
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Io ci penser qualche secondo. Poi, sporgendomi tra i due sedili anteriori, biascicher lunico indirizzo sicuro. Quello del mio ufficio.

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