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Il Consorzio Te.Sa., al quale sono stati affidati i profughi dalla Protezione Civile della Regione Lazio, riceve, solo per le persone ospitate nel centro sul quale pende l'ordinanza di sgombero, circa 60 mila euro al mese che devono essere impiegati per garantire tutti i servizi di accoglienza e di integrazione (vitto, alloggio, assistenza sanitaria, mediazione culturale, formazione e inserimento lavorativo, ecc.).
Lo sgombero solo la punta di un iceberg
Lo sgombero del centro di accoglienza di Scandriglia è solo la punta di un iceberg – dichiara il coordinatore dell’ARI onlus Edo Ihaza Eastwood - il nostro sportello è quotidianamente subissato da decine di richieste di aiuto dei profughi ospitati dalle cooperative nella provincia di Rieti, che si trovano in condizioni difficili, a volte disperate e siamo spiacenti di dover constatare che da parte dei responsabili degli enti gestori abbiamo registrato una collaborazione scarsa o inesistente”.
L’ARI onlus disponibile a far fronte all’emergenza
Ora che i problemi iniziano a venire a galla - prosegue Edo Ihaza - abbiamo di nuovo scritto alla Protezione civile della Regione Lazio mettendoci a disposizione per fronteggiare la drammatica situazione emergenziale di Scandriglia, dove anche i Carabinieri sono intervenuti ripetutamente, e per prenderci cura delle condizioni di salute degli ospiti.
Da dove nasce il problema
“Il problema nasce da lontano – spiega Edo Ihaza – dallo scorso maggio quando Fabio Melilli, in qualità di Presidente della Provincia di Rieti, ha coordinato la distribuzione dei profughi nella nostra provincia coinvolgendo come enti gestori il mondo delle cooperative, con poca o nulla esperienza ed impegnate in settori completamente lontani dall’accoglienza profughi”.
“A suo tempo segnalammo di essere stati messi da parte in favore delle cooperative e con la sua risposta Melilli non ciandò per il sottile – ricorda Edo Ihaza - ma come si dice il tempo è galantuomo e oggi facciamo i conti con l’inadeguatezza nella gestione dell’emergenza da parte del Presidente Melilli che nel frattempo continua a non accogliere le nostre numerose e insistenti richieste di incontrarlo”.
Titolo originale
Vigili del fuoco e Asl boccia: Ordinanza di sgombero profughi Libici di consorzio coop TE SA_il tempo quotidiano del Lazio
Il Consorzio Te.Sa., al quale sono stati affidati i profughi dalla Protezione Civile della Regione Lazio, riceve, solo per le persone ospitate nel centro sul quale pende l'ordinanza di sgombero, circa 60 mila euro al mese che devono essere impiegati per garantire tutti i servizi di accoglienza e di integrazione (vitto, alloggio, assistenza sanitaria, mediazione culturale, formazione e inserimento lavorativo, ecc.).
Lo sgombero solo la punta di un iceberg
Lo sgombero del centro di accoglienza di Scandriglia è solo la punta di un iceberg – dichiara il coordinatore dell’ARI onlus Edo Ihaza Eastwood - il nostro sportello è quotidianamente subissato da decine di richieste di aiuto dei profughi ospitati dalle cooperative nella provincia di Rieti, che si trovano in condizioni difficili, a volte disperate e siamo spiacenti di dover constatare che da parte dei responsabili degli enti gestori abbiamo registrato una collaborazione scarsa o inesistente”.
L’ARI onlus disponibile a far fronte all’emergenza
Ora che i problemi iniziano a venire a galla - prosegue Edo Ihaza - abbiamo di nuovo scritto alla Protezione civile della Regione Lazio mettendoci a disposizione per fronteggiare la drammatica situazione emergenziale di Scandriglia, dove anche i Carabinieri sono intervenuti ripetutamente, e per prenderci cura delle condizioni di salute degli ospiti.
Da dove nasce il problema
“Il problema nasce da lontano – spiega Edo Ihaza – dallo scorso maggio quando Fabio Melilli, in qualità di Presidente della Provincia di Rieti, ha coordinato la distribuzione dei profughi nella nostra provincia coinvolgendo come enti gestori il mondo delle cooperative, con poca o nulla esperienza ed impegnate in settori completamente lontani dall’accoglienza profughi”.
“A suo tempo segnalammo di essere stati messi da parte in favore delle cooperative e con la sua risposta Melilli non ciandò per il sottile – ricorda Edo Ihaza - ma come si dice il tempo è galantuomo e oggi facciamo i conti con l’inadeguatezza nella gestione dell’emergenza da parte del Presidente Melilli che nel frattempo continua a non accogliere le nostre numerose e insistenti richieste di incontrarlo”.
Il Consorzio Te.Sa., al quale sono stati affidati i profughi dalla Protezione Civile della Regione Lazio, riceve, solo per le persone ospitate nel centro sul quale pende l'ordinanza di sgombero, circa 60 mila euro al mese che devono essere impiegati per garantire tutti i servizi di accoglienza e di integrazione (vitto, alloggio, assistenza sanitaria, mediazione culturale, formazione e inserimento lavorativo, ecc.).
Lo sgombero solo la punta di un iceberg
Lo sgombero del centro di accoglienza di Scandriglia è solo la punta di un iceberg – dichiara il coordinatore dell’ARI onlus Edo Ihaza Eastwood - il nostro sportello è quotidianamente subissato da decine di richieste di aiuto dei profughi ospitati dalle cooperative nella provincia di Rieti, che si trovano in condizioni difficili, a volte disperate e siamo spiacenti di dover constatare che da parte dei responsabili degli enti gestori abbiamo registrato una collaborazione scarsa o inesistente”.
L’ARI onlus disponibile a far fronte all’emergenza
Ora che i problemi iniziano a venire a galla - prosegue Edo Ihaza - abbiamo di nuovo scritto alla Protezione civile della Regione Lazio mettendoci a disposizione per fronteggiare la drammatica situazione emergenziale di Scandriglia, dove anche i Carabinieri sono intervenuti ripetutamente, e per prenderci cura delle condizioni di salute degli ospiti.
Da dove nasce il problema
“Il problema nasce da lontano – spiega Edo Ihaza – dallo scorso maggio quando Fabio Melilli, in qualità di Presidente della Provincia di Rieti, ha coordinato la distribuzione dei profughi nella nostra provincia coinvolgendo come enti gestori il mondo delle cooperative, con poca o nulla esperienza ed impegnate in settori completamente lontani dall’accoglienza profughi”.
“A suo tempo segnalammo di essere stati messi da parte in favore delle cooperative e con la sua risposta Melilli non ciandò per il sottile – ricorda Edo Ihaza - ma come si dice il tempo è galantuomo e oggi facciamo i conti con l’inadeguatezza nella gestione dell’emergenza da parte del Presidente Melilli che nel frattempo continua a non accogliere le nostre numerose e insistenti richieste di incontrarlo”.