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Aboliamo le Province?

E il caso del Liceo Scientifico di Patti Oltre 45 anni per avere finanziata la costruzione del Liceo Scientifico di Patti; con queste parole abbiamo lanciato il sondaggio di questo mese sul nostro sito internet, chiedendo ai nostri lettori cosa pensano dellutilita delle province: se per loro sono solo fonte di spreco del denaro pubblico o se le ritengono di qualche utilita, se sono quindi favorevoli o no alla loro abolizione, se andranno a votare oppure no alle prossime elezioni del 15 Giugno. Oltre 45 anni, dicevamo, ma davamo gia per scontato che il Liceo Scientifico di Patti sarebbe stato alla fin fine comunque realizzato, e invece no. Apprendiamo, infatti, che la provincia ha utilizzato due strumenti diversi per finanziare la realizzazione delle scuole mancanti: il primo la richiesta di mutui alla Cassa Depositi e Prestiti (ed e quello che e stato fatto a quanto pare per altre scuole per le quali evidentemente sono prevalse considerazioni diverse da quelle fatte per il liceo scientifico pattese, anche se le prime sono in lista dattesa da meno di 45 anni), il secondo e quello di far ricorso alla locazione finanziaria (scelta che e stata fatta nel caso del nostro liceo). Ebbene, la differenza tra mutuo e locazione finanziaria e che, col mutuo, una volta ottenutolo, la provincia paga, con i soldi gia in suo possesso, limpresa che si aggiudichera la realizzazione dellopera; con la locazione finanziaria invece, si indice una gara cui sono invitate le imprese e, di fatto, sara lazienda che si aggiudichera la gara a finanziare la realizzazione dellopera. Evidentemente questo sistema non piace alle imprese edili, perche, per ben due volte, la gara e andata deserta e sembra che la Provincia non abbia piu intenzione di indirne una terza (in altre parole, sarebbe inutile). Ecco spiegato perch, dopo oltre 45 anni, la realizzazione del liceo scientifico di Patti rimane una chimera, con la Provincia che continuera ancora a pagare affitti, invece che un mutuo, senza poter offrire agli studenti pattesi del liceo scientifico una scuola come si deve. Servono forse altre parole per illustrare quali risultati produce un sistema chiamato provincia? Servono forse altre motivazioni per considerarle degli inutili carrozzoni, buoni appunto per sprecare soldi e alimentare clientele politiche e sistemi di favore per gli amici degli amici? E forse in questo modo che si favorisce lo sviluppo di un territorio? Affidandoci a mestieranti improvvisati che per evitare la disoccupazione certa (di chi non ha reali competenze e professionalita da esibire) si ingegna alla belle meglio per accaparrarsi una poltrona ed alimentare un sistema di effettiva schiavitu e dipendenza per i cittadini, che produce solo arretratezza e poverta? Che squallore e che tristezza nel vedere sui manifesti quei volti grassocci e sorridenti che senza alcun pudore e vergogna ti dicono: votami che qualche briciola la faro avere anche a te; sigle di partito ormai inesistenti che resuscitano per loccasione o per agevolare il cambio di casacca di qualche illustre trombato, sigle di improbabili

formazioni politiche che nascondono il vuoto di idee e di programmi che in realta caratterizza i loro promotori in cerca di poltrone; il lavoro innanzitutto dice qualcuno, fidando nello stato di bisogno che attanaglia molte famiglie. Ma perche, ce da chiedersi infine, questo sondaggio ha prodotto cosi poche reazioni da parte dei lettori? Le poche lettere pervenute esprimono critiche esplicite e suonano come bocciature impietose per i politici locali e per lintero sistema di amministrazione locale provinciale; non una lettera che decanti pregi di uomini o istituzioni che siano; piuttosto il silenzio. Personalmente compio sempre il dovere di recarmi alle urne per esprimere il mio voto, ma per questa finzione, che con la politica non ha nulla a che vedere, mi schiero tra quelli contro, e il prossimo 15 Giugno saro tra quelli che non voteranno o che se comunque si recheranno alle urne scriveranno sulla scheda basta con lo sperpero, aboliamo le province. Nino Galante In Cammino, Anno XIX - N. 5 (177), Maggio 2008, pag. 6

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