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Pazzi, Volpi, Polli Scarso rifugio per Gaetano Tagli era il tendone dun fruttivendolo.

Pioveva e pioveva dal pomeriggio, e il cielo non sembrava aver ancora estinto il suo debito con la strada, contratto nellafosissimo mese precedente. Era tardi. Luna, luna e dieci, forse luna e venti. Il suo orologio non era molto affidabile, ma era tardi. Una macchina rallent in prossimit delle strisce pedonali, anche se la strada era deserta. Aveva una targa strana, straniera, con a lato una lettera: B. Belgio. Da sotto il tendone Gaetano Tagli pensava al suo divano e alla sua tv, amichevole e costante dispensatore di amenit. Pensava anche, ma meno quietamente, alla necessit di fare lautostop. Fantasmi madriformi dal suo passato pi rimpianto gli ricordavano che non si accettano passaggi e caramelle dagli sconosciuti. Ma era tardi. Ma pioveva. Ma non possono essere tutti disonesti. Mah, - si disse - lo faccio o non lo faccio?. Ancora si logorava che il suo pollice si dispiegava, timido e incertissimo, nella tipica posizione dellautostoppista sperando nel profondo che nessuno lo vedesse. Pass un auto, velocemente. Non lo vide, non lo volle vedere, gli schizz addosso lacqua di una pozzanghera. La targa era normale: lettere, numeri, I. Italia. Pass unaltra auto, meno velocemente, lo vide. Stai fresco! Far salire in macchina uno che va in giro di notte, e vestito a quel modo ?! Guarda che faccia poi! Unaltra auto, un po pi tardi, prese forma dallingarbugliata matassa che il vento aveva fatto dei fili di pioggia, dispettoso e concretissimo clinamen. Vuole un passaggio Chiese quel po di voce che aveva attraversato indenne la selva dacqua battuta dal vento. Gaetano Tagli aveva sperato che la sua muta domanda in forma di pollice fosse rimasta inascoltata, in evidente conflitto con la sua voglia di andare a casa e la sua astinenza da amenit. Aveva sperato di poter maledire anche questauto, mentre tornava nel liquido oblio dalla quale era faticosamente uscita, lo stesso indistinto oblio dellautomobilista di prima, al quale nellanima era grato. Entr in auto. L invito, perentoriamente gentile, aveva poca voglia di essere rifiutato, dopo la fatica che aveva fatto per farsi sentire. Si pent subito di essere salito in quellauto: i sedili erano intrisi di un anomalo bucolico puzzo, e lo specchietto retrovisore prese nettamente le distanze da un ritratto di Paride. Occhi piccoli, fronte bassa, cicatrici piccole e sparse, viso magro e barba incolta. Un fisiognomico avrebbe riso. Gaetano Tagli stava per svenire. Come si chiama? Gaetano Tagli. Gaetano eresse la siepe del cognome per difendersi dalla confidenza dellautomobilista. Dove la porto? il tono e la schiettezza della domanda tradirono le sicule origini dellinquisitore. Via Napoli 204 Dovr fare una piccola deviazione Gaetano Tagli si dispiacque di dargli quel dispiacere. Gaetano Tagli si dispiacque anche di abitare lontano da l, e di dover condividere ancora molto asfalto col potenziale-probabile-ormai sicuro delinquente. Che strada , questa?, chiese Gaetano malcelando una certa apprensione, dai meandri di una lattea tappezzeria dei sedili con la quale ormai condivideva puzzo e colorito. Non si preoccupi, passando di qui faremo prima, disse lautomobilista. Ora i suoi pensieri cadevano pi fitti della pioggia, ma ancora pi fradici per il sudore:

Ma dove mi sta portando, probabilmente non siamo pi neanche in citt, magari mi sta portando nel suo covo, forse ad un tratto il suo sguardo incontr quello dellautomobilista riflesso nello specchietto retrovisore. Se non avesse avuto le corde vocali legate fra loro dallangoscia, avrebbe urlato. Il suo dito corse istintivamente verso laprisportello, faceva caldo, la sicura era abbassata, sudava, lautomobilista ghignava, Gaetano non respirava, tump! Il dito di Gaetano, privato della collaborazione dellaprisportello, si avvalse di quella delle altre quattro dita della mano, nellunisono concorso di un pugno al conducente, che, mezzo stordito, pi dalla sorpresa del gesto che dalla forza che un uomo imballato nel terrore poteva sviluppare, sband. La macchina fin contro un muro, lenta abbastanza da non provocare danni ai due. Lauto, ormai appendice di una villetta color rosella, vomit un Gaetano stravolto nellaspetto e nel ciclo respiratorio. Corse come un ossesso verso una via che gli parve familiare, parallela a quella dove abitava. Lautomobilista, ripresa conoscenza, estrasse dal cruscotto una trasmittente: Qui agente Simoncelli, c un pazzo in via Bari che aggredisce gli automobilisti! Gaetano, riprese sembianze antropomorfe, avidamente afferr la cornetta, e chiam le forze dellordine. Buonasera, sono Gaetano Tagli, stavo per essere sequestrato da un pazzo a bordo di unautomobile, ma sono riuscito a liberarmi. Al momento il pazzo in via Bari, stordito dentro lautomobile Signore, un pazzo ha aggredito un passante e rubato unautomobile! Rifer lagente Polli al Brigadiere Volpi. In questo momento si trova in via Bari, stordito dentro unautomobile! Proprio mentre piove deve impazzire la gente? disse Volpi sbuffando. Senti un po, Polli, tu te la senti di infierire su un povero pazzo che magari fa il pazzo perch da piccolo non ha avuto amore e comprensione? Chi siamo noi per maramaldeggiare su una persona che soffre? Il nostro compito di punire i criminali, non di far rinsavire chi comunque non pu rinsavire. Vabb disse Polli, e torn a quel maledetto dieci verticale che lo impegnava da un quarto dora buono.

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