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OKB-301 Lavochkin

L’OKB-301 diretto da Semen Alekseevich Lavochkin si era distinto durante gli anni della Seconda
Guerra Mondiale nella progettazione di caccia monomotori che, passando attraverso i tipi LaGG-1 e
LaGG-3 progettati assieme agli ingegneri Gorbunov e Gudkov (da cui le due “G” della sigla),
arrivarono ai più prestanti La-5 -7 -9 e -11 che si ponevano al vertice dell’intera produzione
mondiale in fatto di prestazioni assolute ed efficacia operativa.
Chiamato a contribuire allo sviluppo dei primi aerei a reazione, Lavochkin continuò a progettare
velivoli da caccia fino alla fine degli anni ’50, per la verità con poca fortuna. Vi sono le prove
concrete che molti suoi progetti furono penalizzati dallo scarso peso politico che godeva rispetto ai
suoi diretti concorrenti (soprattutto Yakovlev e Mikoyan) e l’unico velivolo a reazione da lui
progettato che riuscì a divenire operativo, il La-15, avrebbe sicuramente potuto fare di meglio e di
più se nel corso del suo sviluppo fosse stato degnato delle stesse attenzioni prestate al più blasonato
MiG-15.
Nonostante si fosse reso protagonista di una serie di primati durante il periodo pionieristico della
propulsione a getto, durante il quale fece volare il primo aereo sovietico dotato di postbruciatore
(156), il primo con ala a freccia (160) ed il primo ad infrangere la barriera del suono (176), le
fortune di Lavochkin erano tramontate con gli ultimi caccia a motore alternativo e l’era della
turbina non gli diede mai grosse soddisfazioni.
Tra le realizzazioni meno note ne vanno ricordate alcune in campo missilistico; tra queste l’Izdeliye
275 che era un missile aria-aria a medio-lungo raggio destinato all’intercettore 250, il sistema terra-
aria S-25 Berkut che fu il primo del suo genere in URSS, il successivo S-75 Dvina che fu il più
diffuso missile terra-aria del mondo e l’Izdeliye 350 Burya, un grosso missile di crociera
supersonico.
Dopo la morte di Lavochkin avvenuta nel 1960, gli impianti dell’OKB-301 vennero assegnati
all’OKB-52 Celomei ed in seguito sotto la guida di Korolev, l’OKB-301 venne riattivato per
seguire programmi spaziali per l’esplorazione della luna e nel campo dei satelliti per
telecomunicazioni.
Le designazioni interne delle realizzazioni di Lavochkin del dopoguerra erano alquanto semplici (si
può dire minimali) e furono sempre coerenti nel corso degli anni, con la sola eccezione del Samolet
174TK che si colloca in un contesto cronologico incompatibile con la sequenza adottata. Il numero
progressivo a tre cifre che identificava il progetto era sempre pari per i caccia e probabilmente si
usava anteporre la dicitura Izdeliye1 o Samolet2. In qualche caso era seguito da una sigla che
indicava particolari versioni o variazioni rispetto al disegno base. In alcuni testi si trova la sigla
“La” a precedere il numero progressivo ma è molto improbabile che essa venisse assegnata
direttamente dall’OKB in quanto tale sistema che prevedeva l’uso delle iniziali del progettista era
riservato solo ai velivoli che entravano in servizio operativo3.

1
Izdeliye: prodotto o articolo. Si trova molto spesso nelle designazioni sovietiche in campo militare od industriale e sta
ad indicare genericamente l’oggetto di uno studio o di un progetto.
2
Samolet: aeroplano.
3
Direttiva n. 704 del 9/12/1940. Imponeva ai velivoli che entravano in servizio il codice identificativo del progettista (o
dei progettisti) seguito da un numero dispari per i caccia e pari per tutti gli altri. L’ordine di progressione era interno per
ogni OKB.

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