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Solo con il diritto Romano diventò un accordo libero fra due persone, anche se la
parità fra uomini e donne dopo il matrimonio apparteneva solo alla cultura
egiziana. In passato per unirsi in matrimonio contava solo, l'appartenenza a una
stessa religione, a una stessa razza, a una stessa classe sociale e naturalmente
la posizione economica, non c' era spazio per l'amore e i sentimenti. D'amore si
perlerà solo con il Cristianesimo, quando il matrimonio assunse il valore di
sacramento, e come tale era sacro e indissolubile, con l'unico fine della
procreazione. Secondo i giuristi romani il matrimonio era un'istituzione fondata
sul diritto naturale, definita come unione sessuale dell'uomo e della donna. In
epoca repubblicana presupponeva la sottomissione della donna all'autorità di un
uomo e si realizzava attraverso il trasferimento della patria potestas dal padre
allo sposo, che veniva ad avere perciò sulla moglie un potere analogo a quello
esercitato sui figli e sugli schiavi. Questo matrimonio, detto cum manu, fu
progressivamente sostituito da quello libero, fondato unicamente sul consenso
degli sposi.
Oggi in Italia: esistono ancora molte usanze, come nell'800, come ad esempio
l'abito bianco, i guanti la torta nuziale il ricevimento e ci si sposa per amore,
anche se alcuni fattori come le condizioni socio-economiche, le differenze
sociali, religiose o politiche, influenzano ancora le scelte delle persone. Si
preferisce sposarsi più maturi spesso dopo un periodo di convivenza, si fanno meno
figli, sia per un fattore economico che per una mancanza di tempo, le donne sono
più indipendenti lavorano fuori casa, ed hanno meno tempo da dedicare ai figli.
Tali compiti adesso sono divisi con il marito. Nonostante molte coppie decidano di
non sposarsi e di convivere, il matrimonio rimane per la maggior parte delle
persone il giorno più bello della propria vita.