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Monade

definizione:

ogni elemento indivisibile, senza estensione, centro generatore di energia

etimologia:

deriva dal greco μονάς monas (a sua volta derivante da μόνος monos che significa
"uno", "singolo", "unico")

riferimenti storici:

Antica Grecia - Il termine, nel senso di "ultima unità indivisibile", comparve


molto presto nella storia della filosofia greca. Nella dottrina di Pitagora, si
ricorreva a questo termine per indicare il principio (arché) da cui derivavano
tutti i numeri, la molteplicità di entità monodimensionali e tridimensionali ed i
quattro elementi (Aria, Terra, Fuoco e Acqua) costituenti il mondo. Nei
"Dialoghi" platonici veniva usato al plurale (monadi) come sinonimo di Idee.
Nella "Metafisica" di Aristotele si ripresentava come il principio (arché) del
numero, esso stesso privo di quantità, indivisibile ed immutabile. La parola
monade veniva usata anche dai neoplatonici per indicare l'Uno. Nelle lettere
del neoplatonico cristiano Sinesio di Cirene, Dio veniva descritto come la
"Monade delle Monadi".

Leibiniz - Le monadi sono, semplici sostanze puntiformi, se per sostanza


intendiamo un centro di forza. Esse non possono avere inizio o fine se non
tramite creazione o annichilazione. Hanno un'attività interna, ma non possono
essere fisicamente influenzate da elementi esterni. In questo senso sono
indipendenti. Inoltre, ogni monade è unica; ovvero, non ci sono due monadi
uguali tra loro.
Incommensurabile
Definizione:

Ciò che non può essere misurato, dicesi di quantità che non possono misurarsi
scambievolmente per mezzo di una misura comune.

Etimologia:

composto da ‘in’ che nega, ‘cum’(con) indicante paragone e ‘mensurabilem’


che può essere misurato

Riferimenti storici:

Antica Grecia - I Pitagorici contribuirono considerevolmente allo sviluppo


della matematica, ma non si può sottacere a questo riguardo delle ispirazioni
negative contenute nelle loro
dottrine. In particolare, il divieto tassativo di divulgare notizie a proposito della
“incommensurabilità della diagonale del quadrato” segnò uno dei maggiori
drammi
della storia dei numeri.

Assioma:
Definizione:

proposizione o un principio che viene assunto come vero perché ritenuto


evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di
riferimento. Si usa preferibilmente il termine "assioma",relegando a verbo la radice dell'altro,
tipo: "questa proprietà è
indimostrabile dagli assiomi precedenti, la si postula".

Etimologia:

dal greco axíōma, cosa degna, principio autorevole

Riferimenti storici:

Aristotele considerava l'assioma come quel principio evidente che doveva necessariamente
essere posto all'inizio della catena delle dimostrazioni.

Gli stoici ne davano un altro significato, intendevano l'assioma come ogni affermazione che
poteva essere vera o falsa, cioè degna di essere presa in considerazione per il discorso logico.

Dimostrazione per assurdo

Definizione:

un tipo di argomentazione logica in cui si assume temporaneamente un'ipotesi,


si giunge ad una conclusione assurda, e quindi si dimostra che l'assunto
originale deve essere errato.

Etimologia:

dal latino absurdus composto dalla particella ab (da) che indica allontanamento
e una supposta forma volgare sardus da cui deriva l'antico verbo "sardare",
parlare saviamente.
(reductio ad absurdum).
Riferimenti storici:

Le argomentazioni di Zenone costituiscono forse i primi esempi del metodo


di dimostrazione noto come reductio ad absurdum o dimostrazione per
assurdo. Sono anche considerate un primo esempio del metodo dialettico,
usato in seguito dai sofisti e da Socrate.
Zenone ricorre in primo luogo , sulla scia del maestro Parmeenide, alla tecnica
della dimostrazione per assurdo , di cuiviene ritenuto il padre ( più ancora di
Parmenide ) . Zenone immagina di avere di fronte a sè un interlocutore fittizio
che nega le sue tesi.

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