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TPL e ATAF

Il diritto alla mobilità è un elemento cardinale per la vita di lavoratori, cittadini, studenti, per esprimere una
piena cittadinanza e una vera e piena partecipazione alla vita sociale e lavorativa; anche se il segno distintivo
di questo paese è che si muove sempre sul filo di una crisi e la fase che si sta attraversando è complicata. I
tagli del governo sono devastanti, non rispondono né ai problemi, né ai fini dell’efficacia per risolvere le
questioni del paese.
Il Federalismo in arrivo, scaricherà ancora di più sulle regioni costi e scelte, riducendo i trasferimenti dal
centro, con il pericolo di una riduzione del Welfare percepito e fruibile
C’è il pericolo che alla fine avremo altre ingiustizie: chi già subiva continuerà a subire, e in misura sempre
maggiore.
Nel settore TPL il taglio è devastante, mette in circolo meno risorse e produce effetti lineari in termini di
tagli di servizi, diminuzione di offerta ed esubero personale, con una diminuzione di forza lavoro che può
prefigurare la precarizzazione del rapporto di lavoro. Siamo ad un livello rosso di allarme. Il governo dopo
i tagli al TPL dice ai cittadini e ai lavoratori organizzatevi o ancora peggio, arrangiatevi!
Noi in Toscana, come PD, sul TPL abbiamo scelto di non avere atteggiamento passivo sui tagli del
governo, ma di elaborare una proposta per mantenere livelli che garantiscono la mobilità necessaria;
evitando taglio lineare risorse  taglio servizi  taglio occupazione, costruendo un nuovo modello, con una
nuova governance, capace di riorganizzare, efficentare, governare e controllare il sistema, recuperando
risorse; risorse pubbliche che saranno sempre meno per i tagli previsti dal governo anche nei prossimi anni.
Ma a noi tocca razionalizzare x dare efficienza, migliorando il servizio e reperendo risorse, ma la manovra
comunque pesa, per la città e i per lavoratori, che sono doppiamente penalizzati. Ci vuole allora un nuovo
modello e una nuova capacità di governo del sistema.
In questo scenario la società ATAF è un insediamento fondamentale per Firenze e l’area metropolitana, è
l’azienda più grande della Toscana, ed ha un importanza determinante, non la si può avere in graticola. Noi
non possiamo permetterci il lusso di non sapere cosa succederà a questa azienda con una sua debilitazione, a
causa della mancanza di un suo disegno strategico, sorretto da un Progetto industriale e un Progetto
economico. C’è bisogno pertanto di ritrovare la bussola con un ragionamento, una politica strategica, che
ad oggi non c’è, che porti l’ATAF ad un rilancio, con il suo riposizionamento strategico ed economico sul
mercato, che gli permetta un futuro, altrimenti si indebolirà sempre più, fino al fallimento. Non basta un
mero bilancio in pareggio, la situazione è grave, si è aggravata e ancora si aggraverà.
Visto poi che non c’è un volano economico c’è bisogno di comprendere quali alleanze sono possibili, non
solo economiche, ma anche di Know-how e risorse, per strutturarsi in modo forte nel panorama regionale e
provinciale, tali da essere in grado di erogare i servizi di mobilità richiesti e necessari, per i diritti alla
mobilità, di studio, cura, lavoro e svago.

Queste sono cose che ci riguardano da vicino, specialmente chi è rappresentante formale e sostanziale
del PD nelle istituzioni. La qualifica “democratico” del partito deve essere sostanziata non solo in
occasione delle primarie, ma costantemente, con un esercizio continuo del confronto tra le parti
interessate, TUTTE, ascoltando le ragioni, del lavoro e della città, ricercando “insieme” soluzioni
condivise.
La vendita delle quote ATAF in questa cornice, dunque, non deve essere allora solo fine a se stessa, ma
deve essere parte di una strategia, di un Piano industriale ed economico, che dia ruolo e futuro
all’azienda.
Noi, oggi, non possiamo che essere con i lavoratori e i cittadini, non per mera scelta, ma perché le
questioni che pongono sono giuste, perché il futuro di un azienda come l’Ataf e dei servizi che eroga è
patrimonio di tutti, cittadini, utenti, lavoratori. Gli amministratori e i presidenti passano, ma la città, i
cittadini, i lavoratori, con le loro richieste, rimangono, finché non vengono date risposte ai loro problemi.
Firenze 6 maggio 2011

Circolo Mobilità e Trasporti

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