Sei sulla pagina 1di 3

La gente è stufa del bunga bunghismo, pensieri in libertà su Betty.

(22
marzo 2011)

Da qualche giorno su vari siti di blog-gossippari raccolgo l’eco di una notizia


che a Roma si può commentare semplicemente così: il più pulito c’ha la
rogna. Nelle trascrizioni delle intercettazioni, pare che il premier sia chiamato
“Betty”, a proposito di alcune scarpe griffate regalate, come dice una certa
Barbara a un’altra. Ieri su l’Unità si vede lo scoop della notizia con le foto
delle ragazze, recuperate dal telefonino di una delle gemelle de Vivo. Il titolo
definisce bordello Arcore. Poi cerco su il Giornale di B., un giornalista del
quale non mi ricordo il nome, e sinceramente non me lo voglio ricordare,
controbattere punto, punto il pezzo della “vile” Concita di Gregorio,
tacciandola di moralismo a oltranza, insomma cosa sarà mai un bacio saffico,
lesbo, tra due ragazze, tra quelle pubblicate nelle foto. Lo leggo e scoppio a
ridere, quando la foto della ragazza scollata vestita da poliziotta, con tanto di
manette sado-nano, ops scusatemi sado –maso, risulta essere una poliziotta
vera per lui con tanto di uniforme blu. Rido, pensando che una poliziotta così
sarebbe improbabile anche nella fortunata serie “Scuola di polizia atto I, II,
III,” ecc., che tanto mi ha divertita. Forse la crisi evidente dello Stato ha
optato per divise più succinte,e per risparmiare fino all’osso la tela blu?Alla
fine questo povero disgraziato di giornalista termina la sua crociata difensoria
di lui, cioè lei, cioè novella anche se decisamente anzianotta uggly Betty,
dicendo che ne’ Il Fatto quotidiano, né Repubblica, si occupano di queste
cosiddetto scoop. Ma oggi Il fatto quotidiano non resiste, e come dargli torto,
e anche lui pubblica le foto arcoriane, “eccole le eleganti feste” dice. Ormai
l’immagine della Minetti policegirl, aunagana con tanto di manganello, e di
Betty, improbabile collega o peggio in stato di arresto, e con altissime zeppe,
stile Sorelle Bandiera, tanto per fare un omaggio a 150enario è svanita, e
penso, forse hanno di meglio da scrivere gli altri giornali, cioè Repubblica e
qualche cronaca locale oldstyle. E mi potete dire a questo punto e tu, perché
scrivi di questo? Perché mi sono piaciuti tanto i commenti, della gente, che a
botta calda di queste notizie, il cosiddetto scoop, così hanno reagito.

Un certo Dario Savelli, nel suo blog, così si arrabbia: “porca puttana, siamo in
guerra e la mignottocrazia ti costringe a parlare di Berlusconi a.k.a Betty”

Una certa Anna4marzo:Betty Berlusconi prepara la successione Alfano


candidato premier nel 2013 e lui al Quirinale…ecco se dovesse avvenire una
cosa del genere, le olgettine al Quirinale, il bunga-bunga con i corazzieri…
questa Italia dovrebbe scomparire dalla faccia della terra!!!

Un altro commenta su un apposito gruppo di discussione sorto velocemente


su face book, che il Giornale e l’Unità se parlano di queste cazzate non sono
poi tanto diversi.

La gente è stufa,lo sa che il re è nudo, certo è una versione più moderna


della nota favola, un po’ come Azzurro nello Shreck III, con tanto di problema
con la mammina, un po’ troppo truccato e così amante del palcoscenico, già.

E mi viene in mente un sonetto di Pascarella, poeta romanesco, dialetto che


ormai sta scomparendo da Roma, di tanto tempo fa, ma davvero denso di
poetica ironia e attualità:

I giornalisti

Ma l’arte, amore mio, so’ tutte uguale;

E quanno le vòi fa’ senza talento,

Hai voja a faticà, ne pòi fa’ cento,

Che all’urtimo so tutte tale e quale.

Io che fo’? Venno er fojo der giornale;

Me capo er più ber fatto che c’è drento;

Je do fiato a la voce,sentimento,

E ce ricavo sempre la morale.


Guarda jeri: che c’era? Roba andante,

Er solo morto de quer fruttarolo

Che scoperse la moje co’ l’amante.

E che altro? Gnent’antro, t’aricordi?

Eppure, vedi, co’ quer morto solo

Ci ho guadagnato venticinque sòrdi.

I giornalisti

Ma le arti,cioè le professioni, amore mio sono tutte uguali:

e quando le vuoi fare senza talento,

è inutile affaticarsi tanto, ne puoi fare cento,

che comunque il risultato di esse è sempre lo stesso.

Per esempio io che faccio? Vendo un foglio di giornale;

scelgo al suo interno il fatto più bello;

cominciò a strillarlo, con sentimento,

e ci metto sempre una morale.

Guarda ieri: cosa c’era? Roba qualsiasi,

Soltanto la morte di quel fruttivendolo

Che scoprì la moglie con l’amante.

E che altro? No, nulla, ti ricordi?

Però, vedi, con soltanto quella morte

Ci ho guadagnato venticinque soldi.

Evviva Arcore, evviva i retroscena o famo strano, dove diavolo sarà finito
l’articolo sulla guerra, meno male che Betty c’è, abbiamo venduta un’altra
copia, se abbonamento meglio..

Giulia Salfi

www.giuliasalfi.blogspot.com

Potrebbero piacerti anche