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e-news n.34
ingegneri professionisti Dicembre ‘10
SILP Milano
Claudio Mosca
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E’ convocata, per le ore 15:30 del giorno 16 Dicembre 2010 l’Assemblea degli iscritti presso la
sede in Milano Corso Venezia 16, col seguente ordine del giorno:
- Attività svolte dall’associazione sindacale nell’anno 2010, prospettive e rilancio 2011;
- Proposta di mutazione della denominazione dell’associazione e competenze
- Rapporti con le associazioni sindacali delle libere professioni tecniche operanti nel territorio;
- Rinnovo quote associative per l’anno 2011;
- Ricomposizione del Consiglio Direttivo;
- Varie ed eventuali.
Tutti gli iscritti e gli eventuali nuovi aderenti sono invitati a partecipare all’assemblea.
Per favorire la partecipazione all’assemblea ed il suo dibattito, nel seguito si espone una breve
analisi sui punti all’ordine del giorno a cura del Presidente Silp Milano.
Nell’anno che si sta per concludere un elemento importante è rappresentato dal bilancio delle
attività svolte e dai risultati che si sono ottenuti, ma anche dalle finalità e dagli obiettivi che si
prefiggono col nuovo anno: v’è senz’altro da dire che il 2010 si è caratterizzato per una profonda
riflessione sulle circostanze che hanno influito e talvolta modificato il ruolo del libero professionista,
sull’influenza delle nuove condizioni stabilite dalla crisi economica nelle modalità di svolgere oggi
l’attività professionale, sul rispetto e spesso anche sul disagio incontrato dai liberi professionisti
nell’esercizio delle proprie attività, sull’assenza di qualsiasi titolo di tutela legislativa a favore del
libero professionista specie in questo particolare momento di crisi, sulla ormai spesso sleale
concorrenza insistente tra i liberi professionisti, sulla declassazione e saturazione subita da talune
attività professionali con conseguente loro svalutazione economica, sulle competenze tecniche e
sui corrispettivi dei professionisti laureati con laurea breve, sui rapporti coi professionisti diplomati,
sulla necessità di una continua formazione ed aggiornamento della professionalità individuale, ma
anche sulla nuova organizzazione del lavoro svolto del libero professionista, sia esso Ingegnere,
che Architetto.
Questa riflessione, che ha riguardato fattori “pungenti” della nostra categoria, ha trovato come
risposta quella del rilancio della nostra associazione proprio per rispondere ai temi sopra citati, non
senza trascurare però altri interessi quali il servizio di tutela legale che è stato offerto agli associati,
la possibilità per i dipendenti e collaboratori degli studi professionali di seguire specifici corsi di
formazione riconosciuti, le convenzioni stipulate, l’assistenza Inarcassa.
In definitiva v’è ancora molto da fare ed è proprio questa consapevolezza che ci spinge al rilancio
in grande della nostra associazione per cui, auspicando un’ampia partecipazione all’assemblea del
16 Dicembre, si prevede di creare a breve un sito internet e di anticipare a Gennaio la campagna
di iscrizioni per l’anno 2011.
Qualche collega ha commentato l’articolo delle pagine 2 e 3 del numero precedente evidenziando
che sarebbe stato meglio che il titolo fosse stato “Professionisti in crisi tra bilico e rilancio” e
probabilmente ha avuto ragione, visto che il contenuto trattava proprio degli effetti della crisi, ormai
risentita da tutto il settore delle libere professioni, dunque anche da quelle appartenenti al settore
tecnico, e della necessità di un loro rilancio concreto per avviare quel quadro ormai indispensabile
di riforme essenziali “per mettere ordine nel mercato degli studi professionali, del loro lavoro, della
loro tutela e per la ripresa del Paese”.
Dall’ampia discussione che ha portato a tali considerazioni è emerso il già anticipato orientamento
corrente, che in base ai riscontri ricevuti può considerarsi preliminarmente condiviso, verso la
nuova denominazione della nostra associazione sindacale da Silp Milano a Asso Lombardia
Architetti e Ingegneri, al fine di creare ed organizzare una più ampia rappresentanza e presenza
sul territorio, uscendo dall’ambito provinciale ed estendendolo anche alle altre Province Lombarde:
sarà proprio l’assemblea a determinare se tale orientamento è effettivamente condiviso.
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L’ambiziosa iniziativa di contribuire a tutte le iniziative tese a rilanciare la categoria nei suoi rapporti
coi vari Enti istituzionali trova riscontro nel documento 30 Aprile 2006 in cui la nostra associazione
prendeva atto della necessità di una organizzazione tecnica operante a livello nazionale e facente
parte di una federazione interassociativa.
In quel documento il SilpMi considerava che non v’era nulla da inventare: l’organizzazione tecnica
operante a livello nazionale esisteva già e veniva individuata in AssoIngegneri, già membro della
federazione interassociativa Confprofessioni.
AssoIngegneri, si costituitì nel 2002 per rappresentare i legittimi interessi degli ingegneri italiani, in
ambito nazionale e dell'Unione Europea è presente su grande parte del territorio Nazionale con le
sezioni regionali: è sempre stata una associazione indipendente, apartitica e non a scopo di lucro,
il cui scopo principale consiste nel tutelare e promuovere gli interessi morali, intellettuali,
economici, culturali e professionali degli ingegneri liberi professionisti, attraverso la rappresentanza
sindacale della categoria, in ambito nazionale ed europeo e, allo scopo, promuove organizzazioni
rappresentative degli ingegneri liberi professionisti.
AssoIngegneri aderisce a Confprofessioni dal 01.11.2005.
Riprendendo il citato documento 30 Aprile 2006, qualunque decisione verrà presa in merito dalla
assemblea in merito alla denominazione della nostra associazione sindacale, l’intenzione è quella
di associarsi a AssoIngegneri, diventandone riferimento regionale, ed aderire a Confprofessioni.
In questo modo, dando una voce in più alla nostra categoria, potremo essere effettivamente più
forti in quanto rappresentati a livello nazionale.
Ciò non pregiudica peraltro i rapporti con le altre associazioni sindacali della categoria operanti sul
territorio, si intende in particolare quelle aderenti a Confedertecnica; al contrario, con esse, la
nostra associazione si dovrà impegnare a stringere rapporti di intesa e collaborazione su specifici
argomenti di interesse comune; Confprofessioni e Confedertecnica potrebbero fare passi comuni,
specie nei rapporti con gli Enti istituzionali dello Stato e di categoria, ad esempio sui temi delle
competenze professionali per gli Ingegneri che hanno conseguito la laurea breve, sui minimi di
tariffa inderogabili da applicare specie negli appalti pubblici, ma anche nei rapporti tra gli iscritti ed
Inarcassa, ecc.
E’ in corso di preparazione la campagna di iscrizioni per l’anno 2011 che avverrà, come di
consueto, con l’invio, ai Soci già iscritti, dei MAV: saranno accettati i pagamenti anche tramite
bonifico bancario.
Si anticipa di seguito la proposta delle nuove quote associative per il 2011, che dovrà comunque
essere approvata dall’assemblea dei soci indetta per il 16 Dicembre p.v.:
- Soci ingegneri/architetti in attività over ’35: Euro 90,00
- Soci ingegneri/architetti in attività under ’35: Euro 75,00
- Pensionati in genere: Euro 60,00
- Studi, associazioni, società aderenti: Euro 90,00.
SI precisa che la proposta delle nuove quote ha ritenuto opportuno dimezzarne l’importo rispetto
quello degli anni precedenti, in considerazione del perdurare di questa fase di crisi economica, che
coincide peraltro col rilancio delle attività della nostra associazione.
Le attività di rilancio previste col nuovo anno necessitano evidentemente di un nuovo Consiglio
Direttivo dell’associazione, considerato che quello attuale è dimissionario: i suoi componenti
potranno essere, come ormai di prassi, sia i colleghi ingegneri che gli architetti liberi professionisti
in regola col pagamento della quota di iscrizione annuale.
Tra i vari compiti del nuovo Consiglio ci sarà anche quello di intraprendere e mantenere
costantemente aggiornati i contatti con le altre associazioni sindacali tecniche operanti nel
territorio, soprattutto quelle legate a Confprofessioni, e dunque AssoIngegneri e ALA Architetti, ma
anche con le associazioni sindacali SNILP e SNALP aderenti a Confedertecnica.
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Come già anticipato in E-news 33, l'obiettivo di 'Valore professioni' consiste nel fornire soluzioni
finanziarie calibrate alle esigenze dei professionisti e degli studi professionali.
Per sostenere e promuovere il mondo delle libere professioni, il progetto mette a disposizione un
plafond di 500 milioni di Euro, cui possono accedere i professionisti e gli studi associati iscritti a
Confprofessioni attraverso una delle 15 associazioni (Andi, Anmvi, Fimmg, Plp, Adc, Anc, Ancl,
Anrev, Ungdcec, Anf, Federnotai, Ala-Assoarchitetti, AssoIngegneri, Sindagrof, Singeop), oppure
aderenti agli enti bilaterali (Fondoprofessioni, Cadiprof, Ebipro) del sistema confederale.
Per poter aderire al progetto, il professionista deve dichiarare, attraverso un apposito modulo il
proprio status di aderente associato o manifestare l’intenzione di aderire; le quttro aree con le quali
sono stati sviluppati i singoli bisogni dei professionisti sono state quelle: economia e lavoro, sanità
e salute, diritto e giustizia e ambiente e territorio.
'Valore professioni' offre un catalogo prodotti che risponde in maniera concreta alle effettive
esigenze dei professionisti nella loro attività professionale e anche sotto il profilo privato, fino a
estendersi con prodotti mirati ai clienti dei professionisti. 'Fido associati' con 10 mila euro
disponibili entro 48 ore dalla richiesta, senza alcun tipo di garanzia; 'Imprendo One-
Confprofessioni' con un conto corrente evoluto per operare on line; mutuo professionisti con
finanziamento a medio lungo termine per investimenti materiali e immateriali strumentali all’avvio o
all’espansione dell’attività professionale; 'CreditPiù Professionisti' con un finanziamento rateale a
breve per far fronte alle spese ordinarie dello studio.
E ancora, 'Anticipo parcelle' con la possibilità di anticipare esigenze di liquidità connesse alle
prestazioni erogate dai professionisti; 'Anticipo crediti e contratti' con la possibilità di anticipare
somme per esigenze di liquidità connesse alle prestazioni erogate dai professionisti verso la
Pubblica amministrazione; Leasing 'Lab' con leasing per l'acquisto di strumentazione
professionale; Leasing 'studio' con lo strumento per finanziare gli arredi e le attrezzature
informatiche necessarie per avviare o rinnovare lo studio.
Recandosi nella filiale Unicredit più vicina, basterà compilare la dichiarazione del professionista
con i propri dati anagrafici e scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze.
A seguito delle innovazioni stabilite dalle leggi n. 223/2006 e n. 248/2006, sono stati abrogati
l’ultimo periodo del comma 2 dell’art. 92 ed il comma 4 dell’art. 92, del D.Lgs. 163/2006 (i
corrispettivi determinati ai sensi del Decreto del Ministero della Giustizia 04/04/2001 sono minimi
inderogabili) e l’ultimo periodo del comma 3 dell’art. 53 (le spese di progettazione esecutiva sono
minimi inderogabili).
Prima dell’entrata in vigore della legge 248/2006, in presenza di tariffe minime stabilite per legge,
le gare per gli affidamenti di incarichi pubblici prevedevano il ribasso soltanto sulle spese per
l’espletamento dell’incarico; con l’abolizione dei minimi tariffari, il ribasso riguarda ora l’intero
importo della prestazione (onorario più spese).
Al riguardo si deve richiamare il principio di adeguatezza previsto dal secondo comma, dell’articolo
2233 del Codice Civile, secondo cui “in ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata
all’importanza dell’opera e al decoro della professione”.
Oggi le stazioni appaltanti possono affidare i servizi di ingegneria ed architettura sia con il criterio
del prezzo più basso, che con quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Stante l’abolizione dei minimi tariffari, negli affidamenti viene normalmente applicato il criterio del
prezzo più basso, che oggi è pienamente utilizzabile, mentre il criterio dell’offerta economicamente
più vantaggiosa è applicato solo ove la specificità e la complessità dei servizi richiesti comporti
aspetti qualitativi ed innovativi della prestazione, cioè quasi mai.
Resta il fatto che le stazioni appaltanti guardano per lo più il portafoglio a loro disposizione più che
gli aspetti qualitativi ed innovativi: lo dimostrano i numerosi casi ove le aggiudicazioni sono state
fatte sulla base di un ribasso, sui minimi tariffari, addirittura al 70-80%.
Ma quanto pesa qualitativamente un ribasso del 70-80% sulla prestazione professionale svolta?
Non è invece meglio stabilire il rispetto del minimo tariffario, al di sotto del quale non si può
scendere, che garantisca una prestazione qualitativa e quantitativa effettivamente affidabile?
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Il D.P.R. 5 giugno 2001 n. 328 all’art. 2 prevede che "le sezioni negli albi professionali individuano
ambiti professionali diversi in relazione al diverso grado di capacità e competenza acquisita
mediante il percorso formativo" ed istituisce, in relazione al diverso livello del titolo di accesso le
seguenti due sezioni: sezione A, cui si accede, previo esame di Stato, con il titolo di laurea
specialistica e sezione B, cui si accede, previo esame di Stato, con il titolo di laurea.
Agli iscritti nella sezione A spettano i seguenti titoli professionali:
- a) per quelli del settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile ambientale;
- b) per quelli del settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale;
- c) per quelli del settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione.
Agli iscritti nella sezione B spettano i seguenti titoli professionali:
- a) per quelli del settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale iunior;
- b) per quelli del settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale iunior;
- c) per quelli del settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione junior.
L’art. 46 del citato DPR, distingue tra attività professionali degli ingegneri iscritti alla sezione A e
attività professionali degli iscritti alla sezione B, limitando queste ultime agli ambiti individuati al
comma 3 che in particolare stabilisce, per gli ingegneri sezione B, che l'ingegnere junior iscritto
all'Albo può collaborare alle attività di progettazione, ma non può progettare se non solo
“costruzioni, impianti, sistemi e processi semplici”, intendendosi quelli per la cui progettazione e
realizzazione non vi sono particolari difficoltà e complessità di applicazione, ed obbligandolo ad
utilizzare “metodologie standardizzate”, ovvero ad adottare procedure conformi ad un insieme di
regole (tecniche, metodologiche, pratiche o giuridiche) generalmente applicate a casi analoghi.
L’art. 46 comma 3 del D.P.R. 328/2001 prevede il rispetto di entrambe tali condizioni.
Con questo il legislatore non ha tracciato confini precisi tra le competenze dei laureati di primo
livello (corso di studi triennale, sezione B dell’albo), e laureati con percorso formativo quinquennale
(sezione A dell’albo), contribuendo a creare confusione ed incertezza, non più solo nel confronto
tra categorie professionali diverse, ma anche all’interno della stessa categoria degli ingegneri, oltre
che nel rapporto tra committente e professionista, in cui l’aspetto fiduciario rimane prevalente.
V’è da dire che l’ambito di competenza che delimitava il tecnico diplomato da quello laureato è
sempre stato “costruzioni modeste” o “impianti, sistemi e processi modesti”.
Ebbene, tra un diplomato ed un Ingegnere sezione B per logica ci dovrebbe essere differenza ma
in pratica non è affatto così: i Collegi dei Periti ora si chiamano "Collegio Provinciale dei Periti
Industriali e dei Periti Industriali laureati della Provincia di ...." intendendo superare la differenza tra
semplice e modesto per includere, nei propri elenchi, anche i laureati che hanno conseguito i corsi
di studio triennali. I Geometri faranno lo stesso per il settore civile? Che risposta diamo noi?
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