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SOMMARIO • 3
N. 3/2010

Molise: terra di conquista e di omertà L’Otto marzo delle badanti


Paolo De Chiara 4 Fiora Luzzatto 32

Armando D’Alterio, Nel rispetto dei Ruoli


un magistrato tenace Paolo De Chiara 34
Narcomafie.it 8
Attivati per i diritti umani!
Ci sarà una prova di forza dei casalesi
Contatta Amnesty International
Paolo De Chiara 9
Marianna Cocca 35
Teniamo alta la guardia. Stringiamoci Meeting Antirazziale: la parola ai Rom
intorno a Saviano, ai giornalisti Concetta Sarachella 36
e ai magistrati anti-camorra 13
Il santuario dimenticato
‘Ndrangheta: a Campobasso Alessandro Cimmino 37
un regolamento di conti
Paolo De Chiara 14 Clandestini nelle Meriche
Alessandro Corroppoli 40
Le mafie al Nord
Nicola Tranfaglia 16 Il sistema a rete delle cure palliative
Carmine Travaglini 41
Se vuole rifondarsi la sinistra
ricominci da Bagheria Il Cervo ri-vive
Claudio De Luca 18 Elisabetta Esposito 44

L’incognita neve Si è costituita la Fidas Molise


Francesco Manfredi-Selvaggi 22 Guerino Trivisonno 45

Le Primarie…dell’Amore Mario Vacca, foto ed emozioni


Paolo De Chiara 24 Tommaso Evangelista
46
Il fenomeno religioso cattolico
in Italia e nel Molise
Umberto Berardo 25 www.ilpontemolise.it
ilpontemolise@tin.it / redazione@ilpontemolise.it
La Sindrome dell’isola di Pasqua
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Paolo De Chiara

Molise: terra di con


l Molise non è più un’isola felice. La criminalità organizzata da diversi anni fa affari in
questa Regione. L’ultima operazione della GdF di Caserta dimostra i collegamenti tra il clan
dei casalesi e la provincia di Isernia. Per Armando D’Alterio, Procuratore Capo di
Campobasso: “Questo pericolo c’è, ma può essere ancora scongiurato facendo appello alle
migliori forze della cittadinanza e della buona politica”. Per il pm Fabio Papa: “C’è bisogno
del morto, spesso, perché nasca un’indagine, perché nasca un filone. Noi non abbiamo
neanche il morto, fortunatamente. Ma paradossalmente è ancora più difficile. Perché qui
non denuncia nessuno, non parla nessuno”.

l Molise “è comunque una real-

I tà che subisce l’influenza come


terra di conquista”. In questo
modo si è espresso ad Isernia il Pro-
DICHIARAZIONI SUL MOLISE:
È un argomento che dovete affrontare. È un argomento, la presenza del-
le mafie nella vostra Regione, con cui dovete fare i conti. Diffidate dal-
le classi dirigenti che difendono il buon nome della vostra Regione. Che
curatore Capo della Procura di Cam- si stracciano le vesti e gridano allo scandalo quando si affrontano tali
pobasso, Armando D’Alterio. Stiamo temi. Le mafie vanno scoperte non quando ci sono gli omicidi. Le ma-
parlando dell’ex pm anticamorra che fie vanno colpite quando riciclano. Quando costruiscono. Lì le classi di-
si è occupato nella sua carriera an- rigenti devono dimostrare la loro maturità, in quel momento devono di-
che dell’omicidio di Giancarlo Siani, mostrare di voler realmente bene al proprio territorio.
Giuseppe LUMIA, ex presidente Commissione Antimafia, Campobasso,
il giornalista-giornalista de Il Mattino, 16 luglio 2009
ucciso dalla camorra perché il suo la-
voro infastidiva le cosche. Oggi il ma-
gistrato D’Alterio, che veste i panni euro. Legami sono stati registrati nel- sto abbiamo particolarmente bisogno.
di Procuratore Capo, è in Molise. Nel- la provincia di Isernia. E proprio nel Anche nel Molise. La realtà non è pa-
la Regione, come ha dichiarato, l’ex capoluogo pentro il 22 gennaio scor- ragonabile a quella siciliana e cala-
presidente della commissione anti- so, l’Associazione I Care, insieme a brese. È comunque una realtà che su-
mafia Giuseppe Lumia (oggi compo- il Ponte, ha organizzato una mani- bisce l’influenza come terra di con-
nente della commissione antima- festazione dal titolo “L’Oro della quista. Ma proprio perché è ancora
fia) dove “si scopre che il clan più po- Camorra… in Molise!”. Dove hanno terra di conquista e non è diventata
tente della camorra oggi, che è quel- partecipato ad un dibattito pubblico ancora una roccaforte definitiva, sta-
lo dei casalesi, era qui. E certamente la giornalista de Il Mattino Rosaria Ca- bile e strutturata. È ancora una ter-
non erano qui solo per villeggiare, per pacchione, il pm di Campobasso ra nella quale la criminalità è netta-
godersi le vostre stupende bellezze Fabio Papa, il procuratore Armando mente distinta. O meglio non ha i col-
naturali. Erano qui per trafficare. A D’Alterio e lo studioso Umberto Be- legamenti con la società civile che ha
mio avviso per riciclare. Per investire. rardo. È stato chiaro il nuovo procu- in queste Regioni in cui mafia e ca-
Perché il clan dei casalesi è uno dei ratore: “sono convinto che per il Mo- morra diventano mafia nel momento
clan non solo più potenti sul piano lise si possa fare moltissimo. Non in cui si crea un legame strutturato
militare, della violenza, ma è uno dei dico che siamo arrivati in tempo pri- rispetto ai pubblici poteri, una ca-
clan italiani più potenti nelle infil- ma della catastrofe perché non ab- pacità stabile e pericolosissima di de-
trazioni nei settori dell’economia e biamo questa impostazione menta- terminare la politica e l’economia”.
della stessa politica”. Le mafie sono le da ultima spiaggia. La magistratura Probabilmente il dibattito sulla pre-
arrivate da diversi anni. E molte op- e neanche le forze dell’ordine devo- senza delle mafie non interessa. Poco
erazioni in Molise sono state com- no avere mai l’ardire di presentarsi si scrive e poco si fa per mettersi di
piute dalle forze dell’ordine. L’ultima, come risolutori dei problemi. Abbia- traverso. Le dichiarazioni dei due ma-
in ordine di tempo, ha visto coinvolto mo bisogno sempre costantemente gistrati, fanno ben capire la situazione
direttamente un esponente del clan e dell’appoggio dell’opinione pubblica che si sta creando in questa picco-
dei casalesi, Giuseppe Diana. L’op- e, soprattutto, dell’appoggio di chi può la Regione, dove secondo il pm
erazione del Comando della Guardia stimolarla come la stampa. Una libera Papa “nessuno denuncia, nessuno
di Finanza di Caserta ha portato al stampa, ovviamente, ispirata all’ar- parla”. In fatto di omertà il Molise
sequestro di beni pari a 40milioni di ticolo 21 della Costituzione. Di que- “non è secondo a nessuno”. Il qua-
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nquista e di omertà
dro è allarmante. Se si continua a os- zione e quello scambio di informazioni te, la legalità va a farsi benedire e se-
servare dalla finestra, questi mana- che sono necessari per individuare guiamo il corso. In Molise questa ca-
ger del crimine avranno terreno libero le penetrazioni geografiche”. La te- ratteristica mi pare abbastanza ri-
per continuare i loro sporchi affari e stimonianza diretta del pubblico mi- corrente. Politica qui in Molise, non
per potenziare la loro azione sul ter- nistero Fabio Papa è interessante per faccio riferimenti a persone, è di-
ritorio. Ma come ha spiegato il dott. capire la mentalità che esiste in Mo- ventata sempre più con il tempo di-
D’Alterio: “questo pericolo c’è in lise: “Sono in questa Regione dal stribuzione di favori, assegnazione di
Molise, ma è un pericolo che può es- 1993. E devo dire che c’è qualcosa posti, di privilegi. “A te che stai con
me sì, a te se non stai con me no”.
ISERNIA È IL VENTRE NERO DEL MOLISE. Non c’è più l’ideologia, non c’è più
Qui (in Molise, n.d.r.) c’è una democrazia sospesa. Il problema è un cir- una scelta di vita che esprime valo-
cuito perverso che c’è tra cattiva giustizia, cattivo giornalismo e cattiva ri individuali di un certo tipo anziché
politica. È un circuito mefitico, mafioso che non vedo nemmeno in Sici- di un altro. Non faccio riferimenti. Par-
lia. Il Molise sembra un’isola beata, ma è una realtà mafiosissima, dove lo da cittadino, non da magistrato. Mi
non c’è la lupara, dove non ammazzano, non ci sono crimini. C’è una men- pare di poter cogliere che la dimen-
talità mafiosa incredibile. È una Regione in cui la mafia viene sublimata, sione legalitaria sta veramente un po-
gli vengono tolti tutti gli aspetti più spettacolari e resta la pura mentali-
chino tramontando. Occorre recupe-
tà mafiosa. Il circuito negativo (cattiva giustizia, cattivo giornalismo e cat-
tiva politica, ndr.) stronca la democrazia. rarla davvero e non solo a parole”. Bi-
Alberico Giostra, giornalista e scrittore, Isernia, presentazione libro ‘Il Tri- sognerebbe ripartire da qui. Dalla per-
buno’ duta “dimensione legalitaria”. Sen-
za mettere in mezzo la dignità o l’one-
stà dei molisani. La denuncia serve
sere ancora scongiurato facendo che prende drammaticamente nel se- a far accendere i riflettori su un pro-
appello alle migliori forze della cit- gno. Laddove noi pensiamo che il Mo- blema. Senza incolpare un popolo in-
tadinanza e della buona politica. lise nella sua piccolezza, nella sua per tero. Le colpe sono anche di una po-
Per il Molise è opportuno il collega- certi versi, estrema chiusura che c’è litica che dà il “cattivo esempio”. Fu
mento a Falcone e Borsellino. Grazie stata anche storicamente con gli anni, l’assessore regionale Vitagliano, il 13
non solo ai loro risultati di indagine ha sviluppato una mentalità di un cer- luglio del 2009, ad alzare un muro,
ma anche alla loro intensa opera di to tipo che in parte riflette, purtrop- scrivendo: “il nostro è un popolo di
sensibilizzazione che portò alla crea- po, quelli che sono gli aspetti dete- timorati di Dio, lontano dal disprez-
zione istituzionale di pool antimafia, riori degli italiani in genere. Cioè ca- zo delle regole e legato agli uomini
cioè della Direzione Nazionale Anti- ratterizzarsi per il vizio privato e per della sicurezza pubblica da rispetto,
mafia e delle Direzioni Distrettuali An- la pubblica virtù. A parole siamo tut- affetto e riconoscenza. Se ci si rife-
timafia. Proprio laddove la criminali- ti rispettosi, crediamo tutti nei capi- risce ad episodi singolari - sui quali
tà organizzata non è ancora stabil- saldi della legalità come presidio di la magistratura sta facendo luce
mente strutturata sul territorio come una società, come dice Gherardo Co- nell’ambito dei propri doveri - intan-
in altre Regioni, il coordinamento in- lombo, orizzontale e non di una so- to, si rispetti il lavoro d’indagine, non
vestigativo con le Regioni da cui par- cietà verticale. In realtà nella vita pri- lo si condizioni e se ne aspettino le
tono queste continue minacce, que- vata ognuno, nella propria attività fa- conclusioni nel giudizio. Prima di tut-
ste continue infiltrazioni, questi con- miliare e sociale, alla fine persegue to ciò non si trasformino gli indizi in
tinui attentati all’economia e alla buo- degli interessi particolari e questo colpe, non si generalizzi estendendo
na politica ha bisogno di questo co- sempre di più con il decadere anche a tanti quello che potrebbe essere
ordinamento. Proprio attraverso il co- culturale della società, favorito dal- stato comportamento improvvido di
ordinamento e lo scambio di infor- l’impoverimento di quelle che sono alcuni e, soprattutto, non si facciano
mazioni il Molise, che non è Regione le motivazioni collettive. Quando ci si consapevolmente, alla dignità e alla
geneticamente produttiva di una cri- rinchiude nel proprio particolare, per storia di un popolo, danni ben mag-
minalità paragonabile a quella cam- difesa spesso, non necessariamen- giori rispetto a quelli che derivereb-
pana, palermitana e pugliese può ot- te perché si è cattivi, si va a finire che bero dagli ipotizzati comportamenti
tenere quei contributi di collabora- alla fine siamo tante persone isola- delittuosi. Questa terra ha bisogno
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di certezze, di speranza, di valorizzare


vocazioni e peculiarità, di dare spazio Resto convinto che il Molise, non fosse altro che per semplice contigui-
ai talenti che ha, non di avvitarsi, ver-
tà territoriale, non è più estraneo a fenomeni di infiltrazione malavito-
sa. Ritengo un errore la generale sottovalutazione sul tema che porta
gognandosi, su mali che non ha”. In- le Istituzioni, la stampa e le forze sociali ad accantonare la questione
teressante, quindi, è l’intervento del come se non esistesse. La recente costituzione dell’Associazione “Libera
pm Papa proprio su questo problema, contro le Mafie” del Molise alla presenza di Don Luigi Ciotti ci incorag-
per superarlo definitivamente: “Non gia a proseguire, pur tra mille difficoltà, nell’affermazione della cultura
mi sogno di sparare a zero sui moli- della legalità, della trasparenza e dei diritti. Non si tratta solo di controllare
sani. È vero che i molisani amano la meglio il territorio, accentuare la prevenzione e dotare le Forze dell’Or-
tranquillità, sono imbevuti di rispet- dine e la Magistratura di mezzi e personale per contrastare l’ingresso
to autentico per le Istituzioni. Non è in Molise di Camorra e ‘Ndrangheta. Si pone un problema culturale di
libertà e di democrazia nella nostra regione che spezzi l’intreccio negativo
solo una questione di riconosci- tra politica, affari e informazione come ha coraggiosamente denuncia-
mento. Però tutto questo è supera- to Alberico Giostra. Probabilmente la fragilità del nostro tessuto socia-
to. Adesso c’è qualche altro aspet- le non riuscirà a fermare un processo ineluttabile dove le pratiche ille-
to. L’interesse privato è diventata la gali avranno sempre di più bisogno di cattiva politica e di cattiva stam-
filosofia di base”. Secondo il magi- pa, ma proprio per questo, pur se in condizioni proibitive, abbiamo il do-
strato Fabio Papa “E l’onda, pur- vere di impegnarci con tutte le nostre forze a difesa di una società ba-
troppo, è quella di un ritiro nel privato, sata sul rispetto della legge.
del guardare al particolare, del guar- Michele Petraroia, consigliere regionale, Campobasso, 22 gennaio
2010
dare al soddisfacimento immediato”.
Ecco il punto fondamentale: «In una
Regione di trecentomila persone è ov-
vio che alla fine si crea una com-
pattezza sociale in senso negativo.
Perché si aspetta il proprio turno e
“prima o poi deve capitare quello che
poi mi fa il favore a me, che mi si-
stema a quello e a quell’altro”. È evi-
dente che un terreno di coltura del ge-
nere è un terreno pericoloso. Il giu-
stificazionismo della brava gente
che tende a dire “hai ragione, però
lo fanno gli altri e poi ricevo un dan-
no. E lo faccio anche io. Anche io non
mi pongo tanti problemi. Anche io mi
faccio i fatti miei”».
Tutto questo decadi-
mento porta al-
l’omertà. Quella che
distrugge qualsiasi
sogno di legalità. Ed
è proprio il pubblico
ministero Papa a de-
nunciare questo sta-
to di cose: “C’è biso-
gno del morto, spes-
so, perché nasca
un’indagine, perché
nasca un filone. Noi non abbiamo ne-
anche il morto, fortunatamente. Ma
paradossalmente è ancora più diffi-
cile. Perché qui non denuncia nes-
suno, non parla nessuno. Ecco per-
ché in fatto di omertà non siamo se-
condi a nessuno”. E questo è il se-
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condo dato che è emerso nel corso re ad operare con gli strumenti che trasto può essere efficace. L’impor-
del convegno. Il primo riferito al Mo- abbiamo. C’è un certo movimento di tante è capire cos’è il processo bre-
lise come “terra di conquista” per la riforma che però si inserisce in un pa- ve. Forse fra i tanti tecnicismi anco-
criminalità. A cui si aggiunge “l’omer- trimonio normativo e anche giuri- ra non è molto chiaro”. È illuminan-
tà”. Ma esiste un via di uscita per ri- sprudenziale che in questo momen- te “il riferimento all’operazione di un
dare dignità a questa “isola felice”. to è abbastanza importante. A livel- chirurgo” fatto da D’Alterio per capire
Termine utilizzato, soprattutto, dalla lo europeo l’Italia si trova, non dico cos’è il processo breve, già approvato
classe politica per mettere sotto al all’avanguardia, ma sicuramente non da un ramo del Parlamento. “Imma-
tappeto i tanti problemi. Senza af- è tra gli ultimi Paesi con riferimento giniamo che passi una norma che
frontarli per risolverli. È il procurato- al contrasto della criminalità. In par- dice che l’operazione deve essere bre-
re D’Alterio a tracciare la strada: “Il ticolare i reati ricollegabili alla cri- ve, perché un’operazione lunga fa sof-
metodo investigativo per una regio- minalità camorristica o mafiosa go- frire il malato quindi è una lesione di
ne come il Molise è proprio quello se- dono dal punto di vista investigativo diritti individuali che può comporta-
gnato da Falcone e Borsellino, da di strumenti di grande validità, qua- re la lievitazione della parcella del chi-
qualcuno tragicamente e malaugu- li le intercettazioni, le indagini patri- rurgo o, nei casi più gravi, può com-
ratamente, definiti “professionisti moniali. Il carattere camorristico- portare la morte del malato. E allo-
dell’antimafia”. Ma in realtà di pro- mafioso di un’organizzazione è una ra si stabilisce che quando si supe-
fessionalità in questo tipo di attività, chiave di lettura importante per sco- rano un certo numero di ore attra-
sia dal punto di vista del giornalismo prire delle realtà nascoste, rompen- verso le quali si protrae questa tor-
e sia dal punto di vista della magi- do l’omertà. Se andiamo a guarda- tura che finisce per essere l’opera-
stratura e delle forze dell’ordine, re ai risultati sostanziali dell’appli- zione per il malato, chiunque direb-
c’è grandissimo bisogno. Fare anti- cazione sanzionatoria di una norma be l’operazione breve si sostituisce
mafia significa sudare e lavorare co- come il 416bis in fondo questi sono il chirurgo oppure l’operazione breve
stantemente ed essere dei servito- abbastanza poveri dal punto di vista si fornisce il chirurgo di un bisturi la-
ri prima dei cittadini e anche dello Sta- della pena che possiamo infliggere ser anziché di un bisturi tagliente. Con
to”. Non è mancato un accenno del con il reato associativo. Mentre dal l’operazione breve il chirurgo prende
Procuratore sul processo breve. “For- punto di vista delle ricadute in tema il bisturi e lo ficca nel collo del ma-
tunatamente, ancora non ce l’ab- di indagine e di scoperta di reati sa- lato e lo ammazza. Questo è il pro-
biamo e si spera di poter continua- tellite sono importantissime e il con- cesso breve”.

Negare la presenza di fenomeni malavitosi, illegali o funzionali all’ingiustizia nel


Molise, come qualcuno prova ancora a fare, sarebbe insieme da miopi ed irre-
sponsabili. L’esistenza dell’usura, del riciclaggio, del mercato della droga, del-
l’evasione fiscale, delle intimidazioni a magistrati, a forze dell’ordine ed organi
di stampa, per fare solo taluni esempi legati alla cronaca anche recente, è la te-
stimonianza di un’assenza preoccupante di etica pubblica, ma ci deve interro-
gare anche su un’idea assai distorta della democrazia che spinge molti perfino
a confondere l’interesse privato con quello pubblico. Esiste una malavita lega-
ta a strutture mafiose e spesso operante in modo violento e selvaggio, ma ce
n’è anche un’altra apparentemente innocua e meno cruenta e tuttavia assai sot-
tile che si serve del potere economico, politico e culturale per costruire feudi elet-
torali, sostenere clienti, distribuire briciole economiche e di potere ed in ogni caso
generare disuguaglianza ed ingiustizia. Quando ad esempio una gran quantità
di posti di rilievo e responsabilità non è attribuita per concorso, ma viene affi-
data per nomina alle segreterie dei partiti o peggio ancora a questo o quel po-
litico, non possiamo certo dire che si agisca secondo norme di merito, di competenza o di equità, ma se-
guendo criteri di occupazione delle istituzioni da parte delle forze politiche che si trascinano da tempo e
che sono davvero la negazione dell’etica, perché, oltre ad essere ingiusti, tali sistemi spesso assegnano
anche incarichi direttivi o di responsabilità a persone incompetenti che minano il funzionamento degli stes-
si enti ed istituzioni.

Umberto Berardo, alcuni brani tratti dalla relazione tenuta ad Isernia il 22 gennaio 2010 nel corso del
convegno “L’ORO DELLA CAMORRA” …in Molise!
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da: Narcomafie.it

Armando D’Alterio,
un magistrato
tenace
aolo Siani, fratello di Giancarlo, ferenza. Se siamo riusciti a rag-

P commenta la sentenza della


Cassazione (2000): «Final-
mente Giancarlo ha avuto giustizia, era
giungerlo, lo dobbiamo anche all’im-
pegno di un magistrato tenace come
Armando D’Alterio e allo sforzo di tut-
un obiettivo che ci eravamo posti la ti quelli che hanno collaborato con lui.
sera stessa in cui morì e che abbiamo Per ottenere giustizia abbiamo dovu-
perseguito per 15 anni con sof- to attendere quindici anni...».
Giancarlo Siani

Giancarlo Siani, giornalista de «il Mattino», viene ucciso in un agguato nel quartiere napoletano del Vome-
ro, la sera del 23 settembre 1985. Le indagini puntano immediatamente sugli ambienti della camorra di Tor-
re Annunziata, dove Siani svolge il suo lavoro di corrispondente. Nel giro di qualche giorno viene arrestato Al-
fonso Agnello, giovane pregiudicato legato al clan egemone di Torre Annunziata, quello di Valentino Gionta.
Un garagista minacciato dai sicari in fuga dice di aver riconosciuto Agnello. Poi però gli avvocati del giovane
pregiudicato presentano un alibi che consente di escludere, anche se con alcuni dubbi, la sua partecipazio-
ne all’esecuzione. […]. Sul delitto cala il più assoluto silenzio. Nel 1987 la Procura Generale, che ha avo-
cato l’inchiesta, annuncia una svolta. Vengono firmati tre ordini di cattura nei confronti di Giorgio Rubolino,
Giuseppe Calcavecchia e Ciro Giuliano, della potente famiglia camorrista di Forcella. Rubolino, accusato da
un’ex fidanzata e dal titolare di una cooperativa di ex detenuti, fino a quel momento era conosciuto come un
ragazzo intraprendente con relazioni eccellenti e con ottime amicizie al Palazzo di Giustizia. Gli ordini di cat-
tura vengono firmati mentre è in corso una campagna de il Giornale di Napoli che batte la medesima pista.
I tre arrestati vengono però prosciolti con formula piena. Con il proscioglimento di Rubolino e compagni co-
minciano le contestazioni dell’operato della procura generale e scatta un’inchiesta del Csm per pressioni che
sarebbero state fatte sui testimoni. La svolta arriva nel 1993. L’inchiesta è affidata al sostituto procuratore
Armando D’Alterio, che raccoglie le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Salvatore Migliorino. È Migliorino
a raccontare i primi particolari sull’omicidio di Siani. Nel novembre del 1994 alle dichiarazioni di Migliorino
si aggiungono quelle di un altro pentito, Gabriele Donnarumma, cognato del boss Valentino Gionta. Donna-
rumma racconta, tra l’altro, di visite fatte in carcere per comunicare al padrino di Torre Annunziata la volon-
tà e poi la decisione del clan Nuvoletta di Marano di punire Giancarlo Siani. Quindi nel settembre 1996 ar-
rivano anche le dichiarazioni di un nuovo pentito, Ferdinando Cataldo. Ma Cataldo in aula si contraddice (ver-
rà condannato per aver fatto parte del commando che uccise Siani). L’inchiesta del pm D’Alterio stabilisce
che l’omicidio Siani matura in un contesto di rapporti tra politica e camorra a Torre Annunziata e che la cau-
sa scatenante va cercata in un articolo scritto dal giornalista il 10 giugno 1985. In quell’articolo si parlava del-
l’arresto di Valentino Gionta, alleato dei Nuvoletta, compiuto a Poggiovallesana, nel territorio della famiglia
di Marano. E Siani aveva formulato l’ipotesi che dietro l’arresto di Gionta potesse esserci lo zampino dei Nu-
voletta interessati a liberarsi di un alleato ormai ingombrante. Nell’autunno del 1996 comincia il processo
di primo grado davanti alla prima Corte di Assise di Napoli. Si conclude con sette condanne ed un’assolu-
zione, quella di Gaetano Iacolare. Il 7 luglio del 1999 il processo d’appello termina con la condanna all’er-
gastolo per il boss di Torre Annunziata Valentino Gionta, per quello di Marano Angelo Nuvoletta (latitante), per
Luigi Baccante, Ciro Cappuccio e Armando Del Core. Viene condannato a 28 anni anche Gaetano Iacolare, a
15 Ferdinando Cataldo e a 28 Gabriele Donnarumma. La parola fine arriva il 13 ottobre 2000, a 15 anni dal
delitto. I giudici della Cassazione confermano le condanne per killer e mandanti. Fatta eccezione per Valen-
tino Gionta.
L’INTERVISTA • 9
N. 3/2010

Paolo De Chiara

Ci sarà una prova


di forza dei casalesi
La giornalista de il Mattino, ventati definitivi, con la sentenza Sandokan non uscirà mai più. Dovrà
Rosaria Capacchione, minac- della Cassazione, e dopo i nuovi epi- per forza lasciare le consegne al fi-
ciata di morte dalla camorra, sodi di minacce ai magistrati, ai glio o al nipote. Sta al 41bis, non può
dopo la conferma degli erga- giornalisti e al Capo dello Stato si co- parlare con nessuno, la moglie sta ai
stoli ai casalesi, ipotizza una
nuova stagione di morte e di mincia a respirare un’aria molto pe- domiciliari. Sarà obbligato. Non so se
vendette sanguinarie. “Preve- sante. Le mafie stanno uscendo allo questo sarà un passaggio indolore.
do che ci possa essere qual- scoperto con azioni militari. Cosa po- Roberto Saviano su Repubblica ha
cuno che per diventare il capo trebbe accadere, soprattutto dopo i 16 scritto: “contro le mafie gli immigra-
assoluto faccia determinate ergastoli, nei territori controllati dal- ti sono più coraggiosi di noi. Sem-
cose. Compreso anche quello la camorra? brano avere un coraggio che gli ita-
che non ha fatto Sandokan. Il giovane Schiavone non è molto liani hanno perso poiché per loro con-
Cioè fare ammazzare a suo amato dagli altri capi. Lui si è arro- trastare le organizzazioni criminali è
tempo i primi pentiti, oppure
le persone minacciate”. gato il titolo di capo reggente per di-
ritto di sangue. Sta ordinando estor-
enso che ci sarà una sioni a tappeto, caratteristica che non

“P prova di forza dei casa-


lesi, non subito ma
quando dovranno rifare gli organi-
appartiene ai casalesi. All’interno del
paese hanno lasciato la franchigia.
Non si pagava, fino a poco tempo fa,
il pizzo. Avrebbe chiesto soldi anche
grammi”. Dopo la sentenza della Cor-
te di Cassazione, che ha ribadito gli agli amici del padre. Una strategia per
ergastoli agli uomini del clan dei ca- raggranellare molti soldi veloce-
salesi (tra cui Antonio Iovine e Mi- mente, ma che poi crea malconten-
chele Zagaria, oggi ancora latitanti), to. Significa che una sua teorica la-
la giornalista de Il Mattino Rosaria Ca- titanza, se mai qualcuno dovesse ar-
pacchione, che vive sotto scorta restarlo, avrebbe vita più breve per-
per le minacce di morte della ca- ché non ha creato consenso intorno
morra, ipotizza una nuova guerra. Per a sé. Il problema a Casal di Principe
il predominio. Per ribadire la forza bru- è proprio il consenso. Prevedo che ci
tale e animalesca di questi gangster- possa essere qualcuno che per di-
manager del crimine. La giornalista ventare il capo assoluto faccia de-
ha ribadito la sua posizione ad Iser- terminate cose. Compreso anche
nia, durante la presentazione del suo quello che non ha fatto Sandokan. L’ Oro della camorra. Come i
libro L’Oro della Camorra. Ritrovato sul Cioè fare ammazzare a suo tempo i boss casalesi sono diventati
comodino del killer Setola, durante il primi pentiti, oppure le persone mi- ricchi e potenti manager. Che
blitz per il suo arresto. “Nei luoghi dei nacciate. Penso che questo potreb- influenzano e controllano l’e-
latitanti vengono sempre trovati libri be accadere. Sia ragionevole che que- conomia di tutta la Penisola,
sui boss, grandi o piccoli, elogiativi sto accada. Spero di sbagliarmi, da Casal di Principe al centro
o di collana. La loro parte vanesia anzi spero che vengano arrestati quei di Milano.
esce fuori. Setola ci sarà rimasto due (Michele Zagaria e Antonio Iovi- AUTORE:
male. L’ho trattato da killer, gli ho dato ne, i capi latitanti del clan dei casa- ROSARIA CAPACCHIONE
una parola in una nota. È un san- lesi, n.d.r.) così abbiamo risolto par- EDITORE: RIZZOLI
guinario, utilizzato dai capi per met- zialmente il problema. Altrimenti COLLANA:
tere gli investigatori a seguire la pre- questi ergastoli non hanno nessun ef- BUR FUTUROPASSATO
da sbagliata. Ha fatto un sacco di fetto sulla situazione dell’ordine pub- PAGINE: 288
morti. Ha seminato il terrore. Nel frat- blico. Stiamo parlando di persone o PREZZO: Euro 10,00
tempo Zagaria e Iovine continuano ad che sono già detenute, alcune delle ANNO DI PRIMA EDIZIONE:
essere latitanti da quasi 15anni”. quali già con ergastoli definitivi in al- 2008
Dopo gli ergastoli per i casalesi di- tri processi, o latitanti. Sappiamo che
10 • L’INTERVISTA
N. 3/2010

questione di vita o di morte”. Condi-


vidi il pensiero dell’autore di “Go- Casalesi, raid contro la Capacchione
morra”?
La giornalista: «Un fatto inspiegabile»
Loro sono certamente più disperati
Blitz dei familiari del superlatitante Iovine alla presentazione di un
di noi. Devono scegliere se vivere o
libro su Giuseppe Setola alla libreria Feltrinelli di Napoli.
morire. La sera che ci fu la strage, 18
settembre 2008, a Castelvolturno ero «Sono sconcertata, perché non riesco a interpretare chiaramente
lì. Ho visto la scena che non era quel- un fatto che non capisco. L’uomo che si è avvicinato a me - dichiara
la solita. Loro non hanno perdonato la giornalista del Mattino - l’avrò incontrato tante volte a Caserta
il fatto che si andassero ad am- ma non mi ha mai detto niente. Mi chiedo perché sia venuto a Na-
mazzare persone che lavoravano. poli a comprarsi il libro e a contestare il contenuto di articoli che
La camorra è un problema che in- risalgono ad oltre un anno fa», aggiunge la Capacchione. Un at-
teressa tutti. Non solo i territori del- teggiamento che «turba e che è difficile interpretazione».
la Campania o del Sud Italia. È mol- da: Il Mattino, 12 febbraio 2010
to significativo il sottotitolo del tuo li-
bro L’Oro della Camorra. Si legge:
“Come i boss casalesi sono diventa-
ti ricchi e potenti manager. Che in-
fluenzano l’economia di tutta la Pe-
nisola, da Casal di Principe al centro
di Milano”. Dove è diventata realtà
questa industria del crimine?
È già diventata realtà in Toscana,
Emilia Romagna, in una parte della
Lombardia, in una parte del Veneto
dove ci sono insediamenti forti e con-
sistenti dei casalesi, ma anche di im-
prenditori compiacenti che trovano
molto più agevole non rivolgersi alle
banche per fare investimenti, per fare A sinistra il Procuratore D’Alterio - a destra la giornalista Capacchione
una società a capitale misto. Questo
significa avere manodopera garanti- euro che erano rientrati dall’estero garia (il fratello del super-latitante) una
ta, non ci sono scioperi, con straor- grazie allo “scudo fiscale” e che era- richiesta di rinvio a giudizio per rici-
dinari a nero. Con manovalanza no transitati sulla Banca Commerciale claggio per un promotore finanziario
esperta. Loro si sono insediati lì. di Parma, filiale di via Montanaro”. È di Fideuram. Si era scoperto che Pa-
Sono delle città completamente nel- Bazzini (il socio di Pasquale Zagaria), squale Zagaria aveva il sogno di tut-
le mani dei casalesi: Modena, Parma, nel 2006, a raccontarlo al pm della te le donne del mondo: una carta di
Reggio Emilia. Ancora il prefetto lì con- Dda di Napoli Raffaele Cantone. credito illimitata. Girava con una
tinua a dire che la camorra non c’è, Come si può fare la lotta alla crimi- carta che non faceva riferimento a
anche se sono passati alla crimina- nalità se poi viene utilizzato di fre- nessun conto. Trovata durante una
lità violenta, cioè omicidi, gambizza- quente l’istituto del condono? perquisizione, si è scoperto che
zioni e non solo attività di riciclaggio. L’ultimo condono sembra partico- questo conto portava a un incarta-
Il figlio di Sandokan è quello che ge- larmente scandaloso. Allo Stato, mento che aveva questo promoter e
stisce quella zona. I suoi referenti era- per altro, rientra solo il 5%. In cam- da questo promoter si arrivava al nul-
no Raffaele Diana e Giuseppe Cate- bio ha messo la pietra tombale su tut- la. Una concessione fatta dalla Ban-
rino. Questi due sono stati arresta- ti gli accertamenti passati, presenti ca Fideuram, che ha la sua sede prin-
ti. Il figlio di Sandokan non ancora. e futuri. Hanno aiutato chi ha i sol- cipale in Lussemburgo, dove i controlli
Speriamo presto. Lì hanno delle di all’estero nascosti. Nella migliore sono impossibili.
basi forti. E gli imprenditori sono alla delle ipotesi stiamo parlando di eva- Non rispondono alle rogatorie.
seconda generazione di riciclaggio. sori fiscali. Più delle volte parliamo Ignorano le richieste dei magistrati.
Soldi che alla fine entreranno nel cir- di camorristi, mafiosi, ‘ndranghetisti. Il promotore finanziario, nonostante
cuito legale, perché tra dieci anni non Quando ho scritto L’Oro della Camorra il processo in corso per riciclaggio, è
li prendi più. avevo di fronte a me un passaggio di ancora dipendente di Fideuram e non
Nel tuo libro si legge: “All’epoca io un’inchiesta su Bazzini, un impren- è stato mai sospeso da Consob. C’è
avevo la disponibilità di circa 500mila ditore di Parma socio di Pasquale Za- un apparato del nostro sistema ban-
L’INTERVISTA • 11
N. 3/2010

no a rinviare il processo di appello


esce anche per decorrenza termini.
E si va a riprendere i suoi soldi e,
quindi, rifonda molto rapidamente il
suo impero. Ma se non lo fa a feb-
braio per decorrenza termini lo farà
fra tre anni perché sarà libero per aver
scontato la pena. Abbiamo le mani
legate nei confronti dei grossi conti,
dei depositi importanti che sono al-
l’estero e dobbiamo subire il rientro
vero o finto che sia di altri capitali che
fanno riferimento a persone fisiche
che sono prestanome a delinquenti
che rientrano in Italia e che inquinano
l’economia.
Perché nella lotta alle mafie si re-
Spartacus, la Cassazione conferma 16 ergastoli sta da soli, correndo il rischio di es-
sere ammazzati?
La prima sezione penale della Cassazione ha confermato i sedici ergastoli
Il problema di chi è stato ucciso è
inflitti ai vertici del clan dei Casalesi nell’ambito del processo ‘Sparta- che era solo. Lavorava in solitudine.
cus’. Dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, il collegio della Supre- Non necessariamente per cattiva
ma Corte, presieduto da Edoardo Fazioli, ha emesso il suo verdetto resp- volontà. Passava per lo scemo del vil-
ingendo tutti i ricorsi presentati dai 24 imputati ricorrenti. Tra questi, i laggio che si sacrificava intorno ad
capi del clan Francesco Schiavone, detto ‘Sandokan’, Francesco un’idea. La base del nostro mestie-
Bidognetti, Michele Zagaria e Antonio Iovine. I giudici di piazza Cavour re è rispondere a cinque semplici do-
hanno quindi confermato in toto la sentenza emessa dalla corte d’as- mande: chi, come, dove, quando, e
sise d’appello di Napoli il 19 giugno del 2008. diventa così definitivo perché. Questo non significa fare
il carcere a vita per sedici imputati: Francesco Schiavone detto ‘Sandokan’, l’eroe, significa fare il giornalista. Non
il suo omonimo cugino detto ‘Cicciariello’, Francesco Bidognetti, Raffaele servono i passacarte. Le aziende ten-
Diana, Giuseppe Caterino, Walter Schiavone, Cipriano D’Alessandro, En- dono ad assumere i passacarte e a
rico Martinelli, Alfredo Zara, Giuseppe Diana, Sebastiano Panaro, Luigi far fare all’esterno il lavoro, perché
Venosa, Vincenzo Zagaria, Mario Caterino, Antonio Iovine e Michele Za- il collaboratore esterno può essere
garia, questi ultimi tre latitanti. mandato via in qualsiasi momento.
Confermate anche le condanne per Antonio Basco (21 anni), Luigi Di- L’approfondimento puoi farlo solo
ana (16 anni), Nicola Pezzella (15 anni), Carmine Schiavone (10 anni chiedendoti “perché”. Ma questo ai
e 6 mesi), Guido Mercurio (9 anni), Corrado De Luca, ancora latitante ragazzi non si insegna più.
(8 anni), Alberto Di Tella (4 anni), Vincenzo Della Corte (3 anni e 3 mesi).
Fonte RepubblicaNapoli.it, 15 gennaio 2010

Saviano, Sentenza Spartacus: “Non una vittoria finale ma solo un inizio”.


“Questo è l’inizio, non dobbiamo percepire questo successo del diritto
e della giustizia come la vittoria finale”.
(Roberto Saviano, autore di “Gomorra”, Sky Tg24, 16 gennaio 2010).

cario che è colluso sapendo di essere contesto cadono le braccia. Lo scu-


colluso. E con l’intenzione di farlo. do fiscale serve a questi. I soldi di Pa-
Questo signore continua a lavorare squale Zagaria sono in Lussembur-
per la stessa banca, quindi continua go, ma non si possono prendere. Mi
a fare operazioni del genere. E nel sembra questo un problema serio. Lui
caso specifico lo ha fatto nonostan- certo non farà lo scudo fiscale. Li con-
te sia stato fermato in una discote- serva lì in attesa di tempi migliori.
ca che gestiva, ma la proprietà era Che arriveranno tra qualche anno. Lui
di un altro signore camorrista, sem- è detenuto, non ha una condanna in-
pre del clan dei casalesi. In questo finita da scontare. Anzi se continua-
LEGALITÀ• 13
N. 3/2010

Teniamo alta la guardia.


Stringiamoci intorno a Saviano,
ai giornalisti e ai magistrati
anti-camorra
i saranno omicidi eccel- scritto cose che erano all’ordine del ranno più incontri come una volta. Fan-

“C lenti a partire dal mio. Ri-


schiano pure i pm”.
Rischia di essere ammazzato anche
giorno ma che non si dovevano dire.
E invece lui, con quel libro, “Gomorra”,
ha acceso i riflettori sulla camorra, ha
no affari in comune ma li gestiscono
con terzi - avvocati, ingegneri – e si in-
contrano in casa di uno di questi. Poi
il pm della procura di Napoli Federico aperto le coscienze, ha fatto uscire allo Zagaria ha fatto la plastica facciale e
Cafiero de Raho, un magistrato. È sta- scoperto il malaffare. Noi per una vita so che anche o’ Ninno si è aggiustato.
to implacabile, inflessibile. E, pur- abbiamo discusso di anonimato. (Intervista al superpentito della camorra Car-
mine Schiavone, Il Tempo, 10 febbraio 2010)
troppo, anche Roberto Saviano è in pe- Dopo gli ergastoli, potrebbe scate-
ricolo. Forse è odiato come me. Ha narsi una guerra tra i Casalesi?
Sandokan riesce ancora a gestire
Casal di Principe. Iovine controlla la
zona di San Cipriano, e Michele Za-
garia (fuggiasco anche lui, ndr) l’area
di Casapenna. Sta in Romania e Po-
lonia, va e viene. Però dopo gli erga-
stoli le autonomie diventano auto-
matiche. Non ci sono eredi di San-
dokan, almeno non riconosciuti. Se
fosse stato lui a indicare un succes-
sore, quando era ancora libero, sa-
rebbe stato diverso. Ma oggi nessu-
no accetterebbe un capo. Zagaria po-
trebbe farla la guerra. Iovine è stato
cresciuto da me e Sandokan, è più
moderato, ha studiato, pensa a fare
soldi e metterli da parte. Michele por-
tava le pale meccaniche, non è un cre-
tino, sta bene addentro alle cose, ma
ha sempre fatto parte dell’ala militare,
ha combattuto tutte le guerre. Zaga-
ria è più potente. Tra di loro non ci sa-
Roberto Saviano Il pentito Carmine Schiavone

Nel prossimo numero de il Ponte continueremo a parlare della dramma-


tica vicenda di Gheorghe Radu. Il giovane rumeno di 35 anni, morto di la-
voro in Molise nei campi di Campomarino, lascia una moglie e una figlia
di 12anni. La signora Maria Radu sta continuando la sua battaglia di ci-
viltà. Nella foto la vediamo impegnata a ritirare un riconoscimento del-
l’Associazione “G. Tedeschi” di Campobasso. Dopo più di un anno le
Istituzioni stanno iniziando a rispondere. Come l’Assessore regionale
Fusco Perrella e la prefettura di Campobasso. Seguiremo da molto vicino
questa storia. Non lasceremo da sole Maria e Valentina Radu.
pdc
14 •CRIMINALITÀ
N. 3/2010

Paolo De Chiara

‘Ndrangheta:
a Campobasso un
regolamento di conti
vevano messo in atto (Carlo Cosco). Il piano era stato

“A un reato tipicamente ma-


fioso cercando di resta-
re nell’anonimato, ma non ci sono riu-
studiato nei minimi particolari. Nel-
la casa delle due donne c’era biso-
gno di un idraulico. Dalla ricostruzione
Massimo Sabatino

sciti”. Con queste parole è stata an- fatta dagli inquirenti il Cosco era a co-
nunciata l’operazione condotta dai ca- noscenza del guasto. Quale occa-
rabinieri del NOR di Campobasso. Tut- sione propizia, quindi, per attuare il
to ha inizio lo scorso 5 maggio. Un’ex suo piano. La sua vendetta. In casa
arriva un idraulico, con regolare cas-
setta degli attrezzi. Ma la donna, in
compagnia, della figlia non ci vede
chiaro. Comincia a fare domande sino
al punto di incalzarlo. E scopre l’in-
ganno. L’uomo comincia ad aggredire
la donna “tentando di immobilizzar-
la e di soffocarla”. Ma, con l’aiuto del-
la figlia, mette in fuga il sicario. Sul
posto gli uomini del NOR, chiamati
dalla Garofalo, si accorgono che nel-
la valigetta da idraulico ci
sono corde, nastri ade-
sivi, fil di ferro gommato
e diversi guanti di pla-
stica. Tutto l’occorrente
per un sequestro.
Ma chi è Lea Garofalo?
Era stata, fino a poco
tempo fa, una collabora-
trice di giustizia. Aveva
fatto delle rivelazioni in
Il 5 maggio scorso un
tentativo di sequestro per due processi contro la
un’ex collaboratrice di ‘ndrangheta di Petilia Po-
giustizia. I carabinieri del NOR licastro (Kr). Uno era re-
arrestano due uomini: Carlo lativo all’uccisione di suo
Cosco, l’ex convivente della Carlo Cosco
fratello Floriano. L’altro
donna e Massimo Sabatino, collaboratrice di giustizia (Lea Garo- per l’uccisione di Antonio Comberiati.
un pluripregiudicato di Pagani. falo), residente in una casa in affit- Questo fatto di cronaca si consumò
Le ordinanze di custodia to in via S. Antonio Abate, dove viveva nel 1995 a Milano. Dove hanno af-
cautelare sono state emesse
dal gip Teresina Pepe su con la giovane figlia Denise Cosco, fari e risiedono molti esponenti del-
richiesta del Procuratore riceve la visita di un pluripregiudica- la famiglia Cosco. Nel rapimento si
Capo, Direzione Distrettuale to (Massimo Sabatino) mandato dal registra la presenza di Carlo Cosco.
Antimafia, Armando D’Alterio. suo ex compagno, il padre di Denise Ex convivente della Garofalo e padre
CRIMINALITÀ • 15
N. 3/2010

Milano insieme alla figlia. Doveva in-


contrare il suo ex convivente per pia-
nificare il futuro di Denise. Le tracce
della donna si perdono proprio nel luo-
go in cui è presente la famiglia dei Co-
sco. “L’ultima persona che l’ha vista
è Cosco Carlo” ha affermato il Pro-
curatore della Repubblica Armando
D’Alterio in conferenza stampa. La
vendetta, probabilmente, è stata at-
tuata. Le due ordinanze di custodia
cautelare a carico di Carlo Cosco
della giovane Denise. Il Cosco, rite- lo Cosco, il quale aveva finto un riav- (40anni) e Massimo Sabatino (37)
nuto dagli inquirenti il mandante del vicinamento con le due donne proprio sono state emesse dal gip di Cam-
fallito sequestro, è stato coinvolto, in per vendicare l’onta di essere stato pobasso Teresina Pepe, su richiesta
passato, in diverse vicende legate alla “venduto” alla giustizia dalla madre del Procuratore Capo D’Alterio. Il 4
droga. Vito, suo fratello, è il prota- di sua figlia”. Sul sicario-idraulico il febbraio scorso i militari del NOR del-
gonista della “strage di Rozzano”. Uc- gioco è stato molto facile. Grazie alle la compagnia carabinieri di Campo-
cise quattro persone, tra cui una bam- impronte digitali rilevate sulla lavatrice basso hanno tratto in arresto Carlo
bina, sparando tra la folla. L’altro fra- dagli uomini del NOR, i RIS di Roma Cosco a Petilia Policastro e Massimo
tello Giuseppe, detto Smith, ha gestito hanno individuato l’esecutore mate- Sabatino a Milano. Il primo è rin-
il traffico di droga a Milano e “sem- riale del tentato rapimento della chiuso nel carcere di massima si-
bra essere il responsabile dell’omi- donna. Massimo Sabatino, un pluri- curezza di Catanzaro, mentre il se-
cidio Comberiati”. pregiudicato di Pagani (Sa) è uno dei condo è detenuto nel carcere di
Ma Carlo Cosco di cosa si doveva luogotenenti della famiglia dei Cosco. San Vittore. Ancora un episodio, le-
vendicare? Gli inquirenti non hanno Di quelli operanti su Milano. La scel- gato alla criminalità organizzata, che
dubbi. Il grave episodio si lega al co- ta è ricaduta sul Sabatino perché era si consuma in Molise. Ma la ‘ndran-
dice di onore delle famiglie mafiose uno dei pochi affiliati ignoti alle due gheta, come la camorra e la sacra co-
calabresi. “La Garofalo e sua figlia De- donne. Ritornata a Petilia Polica- rona unita, sono presenti in questi ter-
nise fornirono subito sospetti su Car- stro, la Garofalo decide di raggiungere ritori da molti anni. E fanno affari.
Due momenti della conferenza stampa relativa all’operazione dei Nor di Campobasso
16 • CRIMINALITÀ
N. 3/2010

Nicola Tranfaglia - professore universitario, storico, scrittore, giornalista

Le mafie al Nord
Non si tratta più soltanto di riciclaggio del denaro sporco delle
associazioni mafiose ma anche della presenza di società finanziarie o
anche commerciali che vedono al loro interno soci di minoranza che a
poco a poco si impadroniscono di settori importanti come imprese
immobiliari o società edilizie e portano nel territorio metodi e sistemi
che muovono dalle pratiche mafiose da cui derivano.

ono ormai più di quindici le sempre più fruttuoso. Dagli anni dono in maniera sempre maggiore.

S anni dopo l’indagine appro-


fondita compiuta nel 1994
da Carlo Smuraglia che la commis-
Sessanta ai Settanta, anche con la
misura del soggiorno obbligato con-
sigliato proprio dal giovane ufficiale
Dal 1994 al 1997 la direzione di-
strettuale antimafia di Milano con-
dusse circa quaranta inchieste che
sione parlamentare antimafia non si dei carabinieri Dalla Chiesa alla portarono all’arresto di tremila espo-
occupa più degli insediamenti mafiosi commissione antimafia, arrivarono in nenti mafiosi. Se si guarda alla re-
al Nord. La sola eccezione è stata Lombardia centinaia di mafiosi che gione lombarda si può disegnare una
compiuta nella quindicesima legi- si diedero a quel commercio e in quel mappa precisa che indica la presenza
slatura che ha dedicato la sua at- decennio ben 372 mafiosi vennero della cosca Mancuso, Iamonta e
tenzione alla ‘ndrangheta e ha com- sottoposti a sorveglianza speciale nel- Mazzaferro nel territorio di Monza, a
piuto un supplemento di indagine sul- la regione lombarda. Negli anni Set- Como e a Lecco i Morabito, i Maz-
la mafia calabrese in Lombardia, Li- tanta si svolsero proprio nel capo- zaferro, i Gattini e i De Stefano, a Ber-
guria, Piemonte e Lazio, verificando luogo del Nord riunioni importanti di gamo e Brescia dei Mazzaferro e dei
che in tutte queste regioni c’è stata, Cosa Nostra che videro la presenza Facchineri-Bellocco. Una significativa
nell’ultimo quindicennio, un’espan- di capi come Totò Riina,Tommaso Bu- affermazione della Direzione Inve-
sione notevole delle ‘ndrine calabresi scetta, Tano Badalamenti e Salvatore stigativa Antimafia segnala soprat-
che hanno trovato, soprattutto nella Greco. E uno di loro tra i più impor- tutto che “la pervasività della ‘ndran-
prima e nell’ultima tra le regioni in- tanti come Luciano Leggio detto Lig- gheta in Lombardia è elevata in
dicate, condizioni assai favorevoli al gio venne arrestato nel 1974 proprio quanto può contare su un numero
traffico degli stupefacenti, al racket in quella città, a dimostrazione del consistente di affiliati e sul dinami-
e alla possibilità di partecipare agli ruolo importante che la presenza ma- smo dei capi che non sembrano aver
appalti pubblici. Anche in Abruzzo il fiosa vi aveva assunto. Negli anni suc- rallentato la loro attività”. Uno studio
terremoto dell’aprile 2009 ha segnato cessivi arrivarono le famiglie sicilia- recente, che si deve a Fernando Scar-
l’arrivo di personaggi che di fronte al ne dei Corollo, dei Fidanzati e dei Ciul- lata, concentra la propria attenzione
bottino previsto per la ricostruzione li ma anche quelle calabresi dei Fla- a una città-chiave della regione come
e le grandi opere si sono inseriti nei chi, Coco-Trovato, dei Papalia e dei la industriale Brescia (Tentacoli,
lavori pubblici e hanno fatto affari di Sergi e Morabito-Paviglianiti.
cui soltanto da poco si comincia a Del resto se si pensa che oggi a Mi-
parlare a seguito di nuove indagini giu- lano ci sono, secondo risultanze re-
diziarie. Ma non c’è dubbio che sia centi, ben centoventimila persone che
la Lombardia oggi il territorio più va- fanno uso quotidiano di cocaina, non
sto investito dall’offensiva mafiosa è difficile constatare che il traffico di
perché qui l’insediamento rimonta stupefacenti ha assunto dimensioni
alla fine degli anni Cinquanta proprio impressionanti e in continuo au-
quando le associazioni mafiose si tra- mento. Già le inchieste giudiziarie de-
sformano da mafie agrarie a mafie ur- gli anni Ottanta avevano dimostrato
bano-imprenditoriali. che Cosa Nostra era presente nel-
Basta ricordare che già nel 1958 l’edilizia e riciclava il suo denaro spor-
arrivò nel capoluogo lombardo Giu- co attraverso società finanziarie che
seppe Doto detto Joe Adonis che scel- avevano rapporti con imprenditori
se Milano per dirigere il commercio come con politici locali e nazionali.
di preziosi, particolarmente brillanti Ma è negli anni Novanta che l’espan-
e muoversi per estendere alla Fran- sione non soltanto della ‘ndranghe-
cia e alla Svizzera e quindi all’Euro- ta ma anche della mafia siciliana e
pa del Nord un traffico internaziona- della camorra napoletana si espan-
CRIMINALITÀ • 17
N. 3/2010

pp.63, 8 euro, Libere edizioni) di-


mostra che nella città lombarda, ac-
canto alla mafia calabrese, che ap-
pare la più attiva e potente, sono pre-
senti le altre mafie italiane e si af-
facciano anche quelle straniere, in
particolare quella cinese e nigeriana.
Nel 1997 vennero arrestati dodici
camorristi a Brescia, che erano a
capo di un traffico impressionante
che contava 2200 chili di cocaina e
27 tonnellate di hashish. Se dal traf-
fico di stupefacenti si passa agli omi-
cidi legati sia al traffico che alle in-
timidazioni mafiose o agli scontri tra
le bande si possono ricordare negli
ultimi cinque anni più di trecento omi-
cidi che sono legati alla camorra, 152
alla ‘ndrangheta, 136 a Cosa Nostra
e 116 alla Sacra Corona Unita. E, an-
che se esiste un lieve calo, lo stilli-
cidio di vittime continua e segnala
una presenza sempre più estesa del-
le associazioni criminali. Ma l’ele-
mento più pericoloso che si segna-
la in quella regione come nelle altre
del Nord e al centro del paese, a
Roma e nel Lazio, è costituito dal-
l’intervento sempre
maggiore delle ma-
fie che si riscontra an-
che negli affari leciti,
o solo in apparenza
tali, che si svolgono
nel nostro paese. Or-
mai non si tratta più
soltanto di riciclag-
gio del denaro sporco
delle associazioni ma-
fiose ma anche della
presenza di società fi-
nanziarie o anche commerciali che ve-
dono al loro interno soci di minoranza
che a poco a poco si impadronisco-
no di settori importanti come imprese
immobiliari o società edilizie e por-
tano nel territorio metodi e sistemi
che muovono dalle pratiche mafiose
da cui derivano. Se questo sistema
continuerà ad allargarsi sarà im-
possibile difendersi dalla presenza
mafiosa e quei metodi diventeranno
quelli normali a cui far capo nel com-
mercio con conseguenze che si pos-
sono assai bene immaginare.
18 • POLITICA
N. 3/2010

Claudio de Luca

Se vuole rifondarsi,
la Sinistra
ricominci da Bagheria
Oggi la sinistra dà l’impressione di uno schieramento nelle cui fila può essere accolto a braccia
aperte persino chi sia sfornito di qualsivoglia tipologia di convinzione ideologica. Se l’assunto
non fosse vero, come si potrebbe giustificare il comportamento di chi, dopo di avere partecipato
(e perso) le primarie in provincia di Campobasso, ha fatto immediatamente fagotto per aderire
ad altri “raggruppamenti”?
el Molise le “adesioni pelose” natore è un suadente affresco che de- tetragona ad ogni ragionamento

N (quelle che, da certi partiti,


portano a militare in altri)
sono frequenti. Lo sono al punto che
linea gli anni posti a cavaliere tra l’èra
fascista ed il dopoguerra. Nella pelli-
cola, accanto a realistici tranci di po-
contrario un’ideologia che, proprio per
il fideismo professato da chi la pra-
ticava, è stata in grado di durare sino
qualcuno non esita a paragonarle ad vera vita siciliana, è possibile assistere a qualche decennio fa, sinché iniziò
una campagna-acquisti praticata dal alle vicende di un giovanissimo che – la “crisi” di identità coincisa con il fre-
capataz in un parco di buoi; ed i nomi da grande - diventerà un comunista quente cambio di nome del partito e
dei transfughi vengono puntualmente doc, proprio come potevano essercene con la confluenza in esso di una par-
registrati dalla cronaca locale, cir- in un’epoca di così forti ideali. Tra gli te delle forze cattoliche. In definitiva,
confusi da un alòne di furbizia, man- altri, da quella piccola storia emerge quell’immaginario (ma mica tanto!) se-
co fossero solo loro quelli che cono- un quadro che penetra nell’intimo così gretario di sezione di Bagheria vole-
scono le cose del mondo. profondamente da commuovere. Si va dire che soltanto chi non ha pane
UN NUOVO MODO D’ESSERE “DI- tratta della scena che descrive il a sufficienza non può ignorare “quan-
VERSI” - Nessuno si sarebbe aspettato “rito” della consegna delle tessere con to sa di sale lo pane altrui”; e, di con-
che determinati trànsiti potessero av- il simbolo della falce e del martello, seguenza, ha imparato a conoscere
venire pure all’interno del Partito de- stampigliato con l’ingenua grafica (sino in fondo) i problemi reali del pro-
mocratico, che avrebbe dovuto ere- del tempo. Il protagonista riceve quel- letariato.
ditare ben altra deontologia ideologi- la sua dalle mani del segretario di se- Esaurita questa doverosa premes-
ca. È stato per questo che – per con- zione; dopodiché un compagno an- sa, è possibile capire meglio cosa sia
trasto - mi sono ritornate alla mente ziano, presente alla cerimonia, chie- cambiato da allora e valutare con qua-
le scene di un film (“Baarìa”), espres- de – ad alta voce – come mai tra gli li sembianze (e con quali sentimen-
sione di un mondo in cui la politica era aspiranti da iscrivere non fosse sta- ti) si sia atteggiato al presente il modo
ancora una cosa seria, soprattutto to “chiamato” pure il compagno, uno d’essere di un partito – un tempo di-
quando chi la praticava fosse stato un che “ ‘l’Unità’ la compra e la legge tut- verso – che forse oggi conserva solo
militante di sinistra. L’opera di Tor- ti i giorni!”. “Lo so bene – risponde quel la presunzione di non essere omolo-
dirigente – ma si tratta pure di uno che gato agli altri. Oggi la Sinistra dà l’im-
è in condizione di ‘sucarsi’ due uova pressione di uno schieramento nelle
fresche ogni mattina”. cui file può essere accolto a braccia
La frase non è stata buttata lì per aperte persino chi sia sfornito di qual-
caso dagli accorti sceneggiatori, ma- sivoglia tipologia di convinzione ideo-
gari solo per il gusto di fare una bat- logica. Se l’assunto non fosse vero,
tuta. Essa rimane esplicativa al pun- come si potrebbe giustificare il com-
to da poter essere incisa nella pietra, portamento di chi, dopo di avere par-
precisando una maniera di pensare tecipato (e perso) le primarie in pro-
(oggi liquidata con il frusto aggettivo vincia di Campobasso, ha fatto im-
“vetero”) che all’epoca appariva fon- mediatamente fagotto per aderire
data su di un senso reale di appar- ad altri “raggruppamenti”? Avere op-
tenenza. Ed era questo che rendeva tato per “valori” di fondo, che hanno
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una estrazione diversa da quella IL CAOS DI PIETRO - Ma nemmeno spaccatura si va estendendo oltre ed
propria, può solo voler dire che si è qui i transfughi possono pensare di è arrivata persino nel Lazio. Qui Tonino
voluta esercitare una scelta rivolta ver- avere raggiunto il paradiso in terra e deve confrontarsi con le colonne giu-
so strade più agevoli da percorrere di avere acquistato la pace dei sen- stizialiste (animate dai Travaglio, dai
e che si intende semplicemente sca- si, perché pure l’uomo di Montenero De Magistris e dai Pancho Pardi) e con
lare il potere anziché porsi al servizio deve grattarsi le proprie rogne. Prima quelle cosiddette democristiane (in cui
del popolo. In sostanza, la presa d’at- e dopo le vicende molisane di pas- orbitano Stefano Pedica, Massimo Do-
to del dilettantesco andazzo quoti- saggi da uno schieramento all’altro, nadi e Pino Pisicchio). Per esempio,
diano delle cose regionali avrebbe con- avevano preso corpo nell’Idv elo- nel Basso Lazio si registra un inten-
sentito loro di baipassare, senza quentissime situazioni interne dimo- so movimento con cui si vuole con-
rimpianti, le esigenze degli elettori che stranti l’esistenza di una consisten- trastare coloro che vengono definiti
li avevano espressi, di tale che esse te area potenzialmente scissionista. “baroni ed avventurieri che vanno solo
sono state agevolmente posposte ad In sostanza se, nella ventesima re- alla ricerca di incarichi da ottenere,
obiettivi più personali. Insomma, me- gione, hanno fatto le valige (tra gli al- sfruttando il seguito che l’Idv ha ri-
glio perseguire “valori” più tangibili ed tri) Peppino Astore, Massimo Roma- scosso nell’ultimo anno”. Guarda
immediati, conseguibili con relativa fa- no ed Erminia Gatti, sta accadendo casi, queste parole sembrano atta-
cilità assieme all’on. Di Pietro, per- qualcosa di simile pure in altre regioni gliarsi alla situazione delineata dai vol-
ché è da essi che sarà possibile ri- italiane. Per esempio, il vento dei san- tagabbana molisani. A Parma, poi, nel
cavare quelle migliaia (o quel pugno) fedisti dei valori (che si contrappon- corso delle assìsi provinciali, si sono
di euro che ne verrebbero in dote una gono al dichiarato giacobinismo for- letteralmente accapigliate Paola Zil-
volta occupate “cadreghe”, grandi o caiolo del duo De Magistris-Di Pietro) li (capogruppo Idv in Consiglio) e la co-
piccole, sulla scorta di meriti e di com- è cominciato a rinforzare in Calabria, ordinatrice dipietrista Gabriella Biac-
petenze che rimarrebbero sempre corrodendo dall’interno le colonne por- chi. Quest’ultima aveva sostenuto che
ignoti a tutti. Una mentalità da au- tanti delle strutture di numerosi cir- i metodi in voga nel partito “sono ora-
tentici accattoni della politica. coli locali. Ma non è finita, perché la mai antidemocratici”.
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RIFONDARE È NECESSARIO - Tutti fu dirompente solo a parole, nono- metà del secolo scorso, il politico che
questi “ripensamenti” ideologici sono stante la notevole caratura delle per- avesse praticato il salto della quaglia,
resi possibili dal fatto che oggi i par- sonalità che avevano optato per il gran trasferendosi da una ad un’altra for-
titi “arruolano” i futuri adepti con mo- rifiuto. Elettoralmente, quell’azione mazione, sarebbe stato posto all’in-
dalità ben lontane dagli ammaestra- non fu mai avvertita neppure a Lari- dice, offerto al pubblico ludibrio ed in-
menti ricordati da films quali “Baarìa”. no (dove si originò), perché la base era dicato dagli opinionisti come un per-
Nella tempèrie attuale, la scena del- capace di mantenersi solida e “te- sonaggio meritevole di ostracismo; e,
la distribuzione delle tessere (sopra tràgona ai colpi di ventura”. Insomma, naturalmente, la cosa gli avrebbe ini-
ricordata) al massimo potrebbe som- oggi che ad andar via sono le mezze bito la prosecuzione di ulteriori man-
ministrare dolci ricordi in un ingenuo, figure della politica molisana, a par- dati. Oggi il “progresso” (chiamiamo-
trattandosi di reminiscenze raccoglibili larne sono solo i giornali locali; ai tem- lo così) ha portato a ritenere norma-
più agevolmente da chi, pur avendo pi di Tonino Trivisonno, invece, la vi- li ben altre modalità comportamentali,
avuto altre visioni della vita, ha sem- cenda finì sulla prima pagina de IL RE- al punto che vengono considerati fur-
pre inteso di dovere rispettare nel pro- STO DEL CARLINO di Bologna. bi (e quindi da imitare) coloro che – per
prio intimo quelle dell’avversario. Chi certe differenze le ha capite dal- motivazioni del tutto personali e di con-
Purtroppo, nel 2010, tutto avviene a l’interno, ne ha voluto scrivere prima venienza - lasciano il centrosinistra per
Sinistra come ai tempi della Demo- che si concludessero le ultime “pri- il centrodestra, e viceversa. Quanti let-
crazia cristiana. I vari capi-cordata van- marie” del Pd: “Scusate – diceva - stia- tori non hanno mai sentito pronunciare
no alla ricerca della “carne da can- mo facendo tutta questa manfrìna la frase:”Solo il pazzo non cambia mai
none”, cioè di coloro che debbono aiu- quando i punti di riferimento umani ri- idea!”? Sicuramente pochi! Allora,
tarli a conquistare uno scranno posto mangono sempre gli stessi? Anzi, ad- perché stupirsi se qualcuno, sempli-
più in alto. Quasi sempre, per ottenere dirittura si tratta della medesima gen- cisticamente, finisce con il ritenere che
un’adesione è sufficiente promette- te che ha causato - in prima persona non vi sia stato alcunché di nuovo sot-
re un piattino di lenticchie senza co- - quelle rovine politiche che ora si vor- to il sole, magari facendo riferimento
techino. Ma il risultato finale quale rebbero addebitare agli altri”. Per a vicende avvenute persino durante il
sarà? Un tempo, quelli che si na- conseguenza, cosa mai può cambia- Risorgimento oppure nel corso della
scondevano dietro lo scudo crocia- re quando, alla fine, abbia prevalso Ti- II guerra mondiale. Essi pensano: se
to, dopo di avere accumulato cento zio o Caio se veramente non vengo- hanno potuto praticare certe cose un
tessere (comprese quelle intestate ai no fuori una mentalità nuova e com- Giuseppe GARIBALDI, il Re di Piemonte
defunti), erano capaci di triplicare quel portamenti proficui tali da rendere il e di Sardegna ed il Presidente degli
numero in voti elettorali sonanti. Pd veramente “diverso” dagli altri par- USA, perché mai (dice l’uomo della
Oggi, invece, i personaggi su cui stia- titi? Nella sostanza, occorrerebbe au- strada) ora dovrebbe essere biasi-
mo meditando camminano lateral- gurare a questa forza un futuro … an- mevole che ad adoperarsi in tal sen-
mente come il gambero; e, se per tico che permetta di ritornare alle ori- so siano dei “poveri” cristi di politicanti
caso siano riusciti a raccogliere cen- gini. Solo questo potrebbe permette- locali, più che altro accattoni eviden-
to adesioni, a mala pena saprebbe- re di camminare ancora su vestigia ti della pratica politica? Perciò, non
ro “arrangiare” alle elezioni una cin- ben marcate e di restare nettamen- sarà inopportuno tentare di capire
quantina di suffragi. La verità è che te al di fuori della “mescolanza” oggi come nel secolo scorso siano anda-
fare tessere in questo modo vuole dire imperante: quella che porta a distin- te veramente le cose, dando possibilità
soltanto continuare a mantenere in guere i simboli degli schieramenti sol- al lettore stesso di instaurare (alla fine
vita un sistema che ha portato tan- tanto grazie all’uso del nome del ca- di questa breve disamina storica)
tissimi compagni alla disaffezione ed popopolo di turno. tutti i paragoni che vorrà con altre re-
al disamore; tant’è vero che, bene IERI ED OGGI - Ma qualcuno po- altà (Regione, Province e Comuni del
spesso, chi si iscrive lo fa esclusi- trebbe dire: di che ti meravigli? Sotto Molise).
vamente per conseguire valori ma- il cielo, non succede alcunché di I PIEMONTESI, GARIBALDI E LA CA-
teriali immediati che fatalmente – ove nuovo perché oggi tutto è come era MORRA - Nel 1860, i generali bor-
non avessero a tradursi nella realtà ieri. Credo che l’assunto possa essere bonici cercavano di “correre” più ve-
- porterebbero ad ulteriori diàspore vero solo in parte, perché una cosa è locemente delle mille “camice rosse”,
che hanno pochi precedenti nella sto- l’odierno mondo disegnato dai volgari impantanati come si erano, assieme
ria di un partito che, sino all’altro ieri, comportamenti di alcuni trasformisti alle proprie truppe, lungo le strade ca-
si era conservato diverso. E sì, per- ed un altro sono le mutazioni di po- labresi. Tutto ciò avveniva mentre Fran-
ché la “diversità” c’era, e come! Chi sizione che si registrano in determinati cesco II stava abbandonando Napo-
scrive ricorda solo un altro abbandono periodi storici, solo per fini politici o per li per Gaeta, in compagnia del suo
che colpì, negli anni Sessanta, l’allora ragioni di Stato e mai per scopi pre- “fido” Ministro di Polizia Liborio RO-
Partito comunista. Ma quella vicenda minentemente personali. Già nella MANO. Quest’ultimo, preoccupato
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dazione” (dai contenuti scarsamente


praticati) di distribuirli ai sudditi più
bisognosi. Più tardi, con un decreto
del 26 ottobre, don Peppino di Caprèra
attribuì una pensione in ducati (pari
a 2.700 degli euro mensili attuali) alla
sorella di Salvatore De Crescenzo
(nota come Marianna la Sangiovan-
nara per le sue vaiassate, alias chias-
sate). In carenza di altre motivazioni,
si può pensare che l’elargizione fos-
per la sua carriera, cu n’avutata ‘e spal- “mazzieri” di provenienza camorristi- se avvenuta soltanto perché la don-
le, già si era rivolto all’eroe dei due ca. Il barbuto eroe passò in mezzo a na si ritrovava ad essere la tenutaria
mondi, invitandolo a venire a patti per due ali di folla su di un tiro a sei, aper- della taverna in cui si riuniva il gho-
potere entrare in città non solo in tut- to. Accanto gli sedeva il fior fiore del- ta camorrista mascolino. Altrettale be-
ta tranquillità ma pure quanto prima la benemerita categoria rappresentata neficio si vide attribuire (quasi un’an-
gli fosse stato possibile. Don Peppi- da Tore: oltre a quello strano “cap- ticipazione delle pari opportunità)
no aveva saputo cogliere al volo l’oc- pellano” dei Mille, chiamato fra’ Pan- l’intero vertice in rosa di quel soda-
casione; e, con pochissimi fidi, si era taleo, c’era Agostino BERTANI (che poi lizio criminoso, vale a dire Antoniet-
introdotto nel territorio del Regno del- si sarebbe occupato a man bassa del- ta PACE, Carmela FAUCITANO, Co-
le due Sicilie al fine di incontrarvi don la gestione dei soldi pubblici nel Na- stanza LEIPNECHER, Pasquarella
Liborio. Fatto l’accordo, gli aveva poletano) né mancava Michele ‘o PROTO ed una non meglio identificata
confermato subito il posto e lo sti- chiazzière (cosiddetto perché ritirava donna Pèreta, così chiamata forse per
pendio. Cosicché quegli, che in quel le “tangenti” versate dagli ambulan- un suo curioso (ma incoercibile e ru-
momento era ancora Ministro del Re, ti) e neppure Totonno ‘o schiavuttiel- moroso) comportamento di origine fi-
si era ritrovato di colpo a diventare lo. Ma quis custodiet custos? Ecco siologica. Di poi, oltre ai vantaggi
contemporaneamente grand commis come funzionava l’ordine pubblico (come dire) “istituzionali”, la Camor-
nel governo piemontese prossimo a nelle città, dopo l’avvenuto incardi- ra partecipò al generale sciupìo del-
venire, maturando prebende ed ono- namento negli organici garibaldini le future risorse italiche. Per esempio,
ri ulteriori. dei camorristi napoletani. Gli storici di- i suoi maggiorenti ebbero mano libera
Urgeva rimpolpare i ranghi dei “qua- cono che i Nostri usavano la punta (e in una “gara” esperita (fra le tante)
dri”e della truppa; e, dal momento che spesso la lama intera) del coltello (‘a per l’acquisto di settantaduemila
la sbirraglia (e la soldataglia) mostrava sferra) nei confronti dei veri poliziotti cappotti da somministrare ai milita-
di essere rimasta fedele a Re Fran- quando questi si fossero mostrati tie- ri dell’esercito piemontese. Alla fine,
cesco, don Liborio fu costretto a cer- pidi nel reprimere i riottosi. Per di più, l’organizzazione riuscì persino a fare
care aiuto in altri segmenti della po- erano soliti bastonare persino i patrioti inserire i propri uomini nelle gradua-
polazione. Perciò contattò un auten- che avessero appena fatto intendere torie giustamente redatte per l’as-
tico “galantuomo”, Salvatore De Cre- di vedere le cose in maniera un filino segnazione della pensione ai reduci
scenzo (detto Tore ‘e Criscienzo), capo diversa, al punto che se la prendevano garibaldini (che, però, da appena
riconosciuto dei camorristi partenopei, persino con chi avesse girato senza “1.000” erano diventati 52.389).
in quel momento ospite delle galere la coccarda tricolore e senza osten- CONCLUSIONI - Vogliamo chiamarli
napoletane. Dall’incontro poté sorti- tare il rituale saluto con l’indice alzato. corsi e ricorsi storici? Sarebbe ri-
re un accordo vantaggioso per le par- Allora, quel gesto rappresentava il se- duttivo, ma voi definiteli come vole-
ti, e gli amici di Tore, da detenuti che gno di “una”, riferito all’Italia che sa- te. Intelligenti, pauca! Il fatto è che,
erano, vennero liberati e - muniti di una rebbe dovuta essere riunita quanto pri- seppure chi scrive non abbia inteso
bella fascia tricolore - spediti in giro ma sotto il Re Vittorio Emanuele. instaurare un rapporto (che riusci-
per i quartieri della Capitale del regno, Quel “patriottico” servizio verrà ri- rebbe ingiusto) tra gli odierni dan-
con funzioni di polizia, per garantire l’or- compensato con una sinecura di zatori di quadriglie politiche ed i se-
dine pubblico. Lo stesso Garibaldi ap- 75.000 ducati, pari a 17 milioni de- guaci di Tore (utilizzati contingente-
parirà felice della scelta operata gli euro di oggi (quindi, molto più del- mente dal potente di turno), co-
quando, disceso dal predellino del tre- l’indennità percepita da un consigliere munque le prebende ed i benefit go-
no fermatosi a Cava dei Tirreni, ebbe regionale nel corso della sua carrie- duti dai primi, dopo lo change des da-
a ritrovarsi di fronte alla folla plaudente ra). I fondi furono prelevati dai beni mes, verrebbero ad essere i mede-
che ne aveva accolto la venuta, ben confiscati alla Casa reale borbonica, simi. Perciò, ascoltatemi: si rico-
contenuta da un cordone di robusti seppure elargiti con la “raccoman- minci da Bagheria!
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Francesco Manfredi-Selvaggi

L’incognita neve
Quando si è iniziata la costruzione di Campitello la previsione era quella di stagioni invernali nevose. Oggi
la situazione meteorologica non è più la stessa e l’innevamento delle piste non è più un dato sicuro. Ciò
rende necessario l’aggiustamento dell’offerta turistica sia a livello di singola attività ricettiva sia a scala
dell’intero centro.

ampitello quale insediamento Mancando, peraltro, strutture azien- verso il punto di partenza degli im-

C turistico in quota ha una ori-


gine tutta legata allo sci. Gli
immobili residenziali realizzati sono
dali di dimensioni consistenti nel Mo-
lise l’imprenditore che ha portato
avanti l’iniziativa è di provenienza
pianti sciistici a dimostrare l’esi-
stenza di un’idea globale della sta-
zione. Quando si è iniziata la co-
stati concepiti insieme agli impianti esterna alla regione, del nord d’Ita- struzione di Campitello la previsione
di risalita tanto che nel planovolu- lia come si è accennato prima. A li- era quella di stagioni invernali nevose
metrico disegnato dall’architetto Be- vello locale si è contribuito all’ope- e ciò giustificava l’orientamento del-
retta per conto del gruppo impren- razione, oltre che con la cessione dei la località tutto legato allo sci.
ditoriale milanese del conte Stella ne- terreni, adeguando lo strumento ur- Oggi, per via del fenomeno dei cam-
gli anni Settanta le coperture degli banistico comunale in funzione del- biamenti climatici, la situazione me-
edifici sarebbero dovute essere in- le esigenze della società che ha in- teorologica non è più la stessa e l’in-
clinate per consentire di raggiunge- vestito per la realizzazione della sta- nevamento delle piste non è più un
re, scivolando con gli sci ai piedi, le zione, tanto che il programma edifi- dato sicuro. Ciò rende necessario l’ag-
stazioni di partenza delle funivie. La catorio aziendale è diventato nel giustamento dell’offerta turistica sia
nostra principale località di sport in- 1967 parte del piano regolatore di S. a livello di singola attività ricettiva sia
vernali si è ispirata ai progetti delle Massimo, cosa, invero, inusuale, al- a scala dell’intero centro. Strutture
stazioni sciistiche francesi di quegli meno dalle nostre parti. L’impronta turistiche come l’albergo Miletto e
anni e, del resto, l’ideatore del pia- unitaria degli interveti edilizi la si ri- come il Kristiania già da qualche tem-
no di Campitello è stato l’arch. Cha- leva nella struttura della località: il po hanno ampliato i loro servizi for-
pis, lo stesso che ha impostato complesso architettonico principale, nendo attrezzature per il relax e la
l’assetto di Le Mennires, di Cour- quello formato dai residence Montour, cura del corpo quali piscine e pale-
chevel, ecc. nell’Alta Savoia. Il mo- Le Verande e Kandhar, si sviluppa in- stre sulla scia della moda che sem-
dello è, dunque, quello di un centro torno ad un’area ad uso pubblico sul pre più si va diffondendo dei centri
turistico integrato in cui gli impianti quale affacciano gli esercizi com- benessere. In definitiva, si insegue
funiviari e le costruzioni sono com- merciali, il ristorante Il Pentolone, la una clientela non necessariamente
plementari fra loro e per fare ciò è ne- discoteca, ecc. collegati fra loro da interessata alla pratica dello sci. A
cessario un operatore unico che in una galleria pedonale coperta. Que- queste forme nuove di ricettività sta
Francia è lo Stato e qui una grande sto corpo compatto, che ha forma a facendo seguito una diversa orga-
impresa, una sola. ferro di cavallo, volge direttamente nizzazione degli spazi pubblici de-
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stinati ora a funzioni diversificate, non della località, ma anche quello della mente sono percepibili in qualsiasi
subordinate necessariamente allo sci, sostenibilità ambientale delle nuove stagione. Campitello ha sempre rap-
dalla piazza per manifestazioni col- opere: il palazzetto degli sport del presentato la porta d’accesso al Ma-
lettive allo stadio del ghiaccio. ghiaccio sarà in legno lamellare e in tese, anche prima della costruzione
Quello che, però, si sta tentando di vetro per garantire condizioni termi- nel dopoguerra della strada carrabi-
cambiare maggiormente è l’immagi- che ottimali all’interno. L’impiego di le che congiunge la vallata con la
ne stessa dell’insediamento, da luo- tecnologie innovative oltre che eco- montagna; i pionieri dell’alpinismo no-
go caratterizzato da una spinta spe- compatibili come quella del vetro a strano utilizzavano per il ristoro e la
cializzazione, quella degli sport in- volte sembra essere dettato da esi- sosta lo storico rifugio dell’EPT che
vernali, ad un vero e proprio villaggio genze di spettacolarità in quanto rappresenta ancora il fulcro della lo-
montano. La presenza della chiesetta strutture avveniristiche le quali ri- calità. Pertanto questo insediamen-
e l’arredo del piazzale con una pavi- scuotono tanto successo mediatico; to in quota può considerarsi legitti-
mentazione in pietra che si sta com- lo stadio del ghiaccio con le sue pa- mamente centro di servizi del Parco
pletando sono capaci di accennare reti vetrate e la sua forma a pirami- del Matese, un progetto di area pro-
all’aspetto di un paese, seppure fit- de sicuramente inciderà sull’imma- tetta ormai maturo per la realizza-
tizio; in materiale lapideo sono sta- gine di Campitello, portando a mo- zione, offrendo ricettività adeguata e
ti realizzati anche i marciapiedi a fian- difiche dello skyline della zona. Il ve- strutture di supporto alle attività al-
co del percorso che si snoda lungo tro conferendo leggerezza al volume l’aria aperta. Bisogna impegnarsi nei
il perimetro dell’agglomerato, mentre evita che esso possa costituire un fa- prossimi anni per mitigare gli impatti
sono rigorosamente in legno le pan- stidioso ingombro visivo nelle vedu- dovuti al traffico, agli impianti di ri-
chine, i cestini portarifiuti, ecc. a vo- te che si aprono su questo splendi- scaldamento, ai reflui urbani e così
ler conferire a questo sito, in qualche do angolo del massiccio del Matese. via e, nello stesso tempo, è chiaro
modo, caratteri formali simili a quel- Non bisogna aggiungere ulteriori che non si dovrà dar corso all’am-
li de borghi tradizionali. In verità l’azio- masse volumetriche all’insieme edi- pliamento delle aree sciabili (come
ne di mimetismo è cosa difficile e non lizio già così consistente il quale co- vuole chi pensa che si debbano co-
bastano certo i balconi in legno giu- stituisce il gravoso lascito delle fasi struire ulteriori impianti di risalita sul
stapposti alle facciate tipo quelli dei di crescita della località: oggi siamo versante di monte Miletto che volge
loggiati delle Verande a far assomi- costretti inevitabilmente a misurarci verso Roccamandolfi) tanto più che
gliare i fabbricati pluripiano a baite di con tale patrimonio abitativo fatto di la diminuzione prevedibile delle pre-
montagna per cui, nonostante gli sfor- seconde case che rimangono vuote cipitazioni nevose a seguito delle mu-
zi che si vanno profondendo, l’impiego per gran parte dell’anno. tazioni del clima rischia di vanificare
di materiali locali non potrà portare Il problema che abbiamo di fronte gli eventuali investimenti per la rea-
ad una riconversione completa di è quello dello sfruttamento dei posti lizzazione delle funivie e la sistema-
Campitello da insediamento specia- letto che stanno dentro agli appar- zione delle piste, compromettendo la
listico a villaggio tradizionale. tamenti sfitti, magari per consentire peculiare vocazione del comprenso-
L’uso di materiali come il legno e l’alloggiamento degli escursionisti in- rio che è quella di ambito naturale per
la pietra persegue l’obiettivo non solo teressati ai valori naturalistici della la ricchezza delle sue valenze vege-
della riqualificazione paesaggistica catena montuosa, i quali evidente- tali e faunistiche.
24 • RUBRICA
N. 3/2010

Le
Primarie… Paolo De Chiara
dechiarapaolo@gmail.com

dell’Amore aggiunto: “Le primarie possono essere


lo strumento che ci consente di ri-
trovare le ragioni dello stare insieme
e di inaugurare una nuova stagione di
oveva essere lo strumento gente cieca e sorda. “Attraverso le pri-

D
partecipazione e di apertura alla so-
principale per scegliere la marie - ha tuonato l’ex coordinatore cietà termolese”. Ma ecco la “ragion
classe dirigente del Partito dell’ufficio politico del Pd Molise An- di Stato”. Si legge in un documento,
Democratico. In America, grazie alle tonio D’Ambrosio, interessato a fare firmato lo scorso 30 gennaio da Da-
“primarie”, un giovane afro-america- il sindaco di Termoli - non si sarebbe nilo Leva (Pd), Giuseppe Caterina
no è riuscito ad essere eletto Presi- mai potuta fare la selezione della clas- (IdV), Gianni Santoro (Psi), Antonello
dente degli Stati Uniti. In Italia lo stru- se dirigente”. Il nuovo statista moli- Manocchio (Rifondazione Comunista)
mento, messo in mano ai tanti scien- sano ha forse capito che i cittadini non e Nicola Occhionero (Comunisti ita-
ziati della politica, ancora non decol- l’avrebbero mai votato. In questa pa- liani), che i dirigenti hanno deciso di
la. Se utilizzato si fa in modo che il par- lude, creata dalle varie maggioranze “azzerare le posizioni assunte sino ad
tito punti solo ed esclusivamente su con l’assenza delle opposizioni, l’uni- oggi, riscontrando la disponibilità del
un unico candidato. Quello che piace ca alternativa credibile è la novità. E Partito Democratico a bloccare la
di più ai notabili. I cittadini-elettori de- D’Ambrosio è a un passo dalla pen- procedura delle primarie”. A furia di
vono solo apporre il visto. La decisione sione politica. Almeno così dovrebbe “azzerare” qualcuno potrà trovarsi “az-
deve essere presa dal partito. Il can- essere. È sempre lui, l’ex uomo del Pd zerato”. Appuntamento alle prossime
didato si deve scegliere “a tavolino”. (nato dalle primarie) a dire: “le primarie primarie dell’Amore. Sempre se il Pd,
Bisogna studiare i numeri. Cosa ne sa non mettevano in campo un progetto. e gli altri partiti, vorranno. Non bastava
il povero elettore di candidati, accor- Come si fa a selezionare la classe di- la legge che vieta di votare i propri rap-
di, promesse, larghe coalizioni, fab- rigente con questo metodo? Nel cen- presentanti. Ci voleva anche questa
briche di consenso, progetti e porca- tro-sinistra vedo solo confusione”. La presa per il culo. Ma ecco arrivare la
te simili. Dopo una legge golpista che confusione ha sempre accompagna- proposta del Pd. E dell’Italia dei Va-
impedisce ai cittadini di esprimere la to il suo ex partito. É nato in manie- lori. Una proposta non condivisa da tut-
propria preferenza per individuare ra confusionaria. Su questo bisogna ti. L’asso nella manica ha un nome.
nel candidato il proprio punto di rife- dare atto a D’Ambrosio. Ed è ancora Si chiama Pasquale Spagnuolo. Ex An.
rimento, non ci si può nemmeno più in confusione. Infatti, subito ne ha ap- Ora è stato colpito sulla via di Da-
affidare a uno strumento altamente de- profittato l’ex margheritino Roberto masco e incoronato dalla dirigenza del
mocratico. L’esempio Puglia non è ser- Ruta. Sconfitto, ma rigenerato. Era con Pd-IdV. Per Nicola Occhionero (Co-
vito a nulla. D’Alema e i suoi compa- la Macchiarola il dirigente ombra. Ma munisti Italiani) è un “bluff” del Pd.
gni (in senso figurato, ormai), per l’en- quello era il periodo di Veltroni. Ora con Sarà questo il nome spendibile o si
nesima volta, non hanno colto la no- Danilo Leva (che in Molise ha avuto arriverà ad una candidatura, come
vità. La richiesta della gente. “Le pri- la capacità di appoggiare, in fase con- amano dire i cervelloni, unitaria?
marie dell’amore”. Così le aveva de- gressuale, tutto quello che si poteva Dopo aver provato il nome di Anto-
finite il giovane segretario del Pd Mo- appoggiare) è il presidente. Un titolo nio D’Ambrosio è arrivata la scelta fi-
lise, il consigliere regionale Danilo che in Italia, ormai, conferiscono a tut- nale. Erminia Gatti, ieri nell’IDV, ed oggi
Leva. Su Termoli sembravano lo stru- ti. Leva lo aveva detto: “Proporremo in Costruire Democrazia è il candidato
mento adeguato per mettere nelle con- ai partiti della coalizione di centrosi- sindaco del PD (meno Elle). Un partito
dizioni gli elettori di scegliere il proprio nistra di scegliere il candidato Sindaco che senza passare per le primarie, sce-
sindaco. Ora lasceranno il posto ai “ta- della città di Termoli attraverso le Pri- glie un esponente di un altro movi-
voli tecnici”. Quelli dei notabili. Degli marie, che oggi più che mai potrebbero mento politico, non considerando il
eletti. Queste cose non possono es- rappresentare un modo concreto di ruolo che Filippo Monaco (ancora
sere decise dagli elettori. Loro devo- unire le forze. L’obiettivo è quello di PD) si sta ritagliando sul territorio. Il
no solo accettare e turarsi il naso. Ri- riallacciare un rapporto forte con la cit- duo delle meraviglie (Ruta-Leva) ha col-
mane poco da turare. Sono anni e anni tà di Termoli attraverso la partecipa- pito ancora una volta. Ma gli elettori
che questi elettori devono subire le zione e il coinvolgimento diretto dei cit- per quanto tempo ancora accetteranno
scelte pazzesche di una classe diri- tadini”. Ma non contento aveva anche questo modo di far politica?
Umberto Berardo

Le ricerche socio-religiose
Il fenomeno condotte negli ultimi anni
testimoniano un ritratto
shock della Chiesa cattolica
religioso italiana. Quali possono
essere le cause? Dobbiamo

cattolico in Italia imputarle alla senilizzazione


ed all’individualismo del
clero? All’incapacità della

e nel Molise Chiesa istituzione di creare


una vera comunità cristiana
come popolo di Dio?

S
eguendo i dati dell’ultima in- tare del livello culturale dei fedeli, ha il battesimo, la prima comunione o la
dagine Eurispes in Italia il un trend costantemente in discesa e cresima si accede per una sorta di le-
97,67% degli abitanti è bat- questo è sicuramente il dato più game formale con la tradizione fami-
tezzato secondo il rito di religione cat- preoccupante. liare, mentre molto acuta è la dimi-
tolica, ma solo l’87,8% si dichiara cat- La formazione religiosa dei cattoli- nuzione della pratica di altri quali ad
tolico ed il 36,8% afferma di essere ci avviene prevalentemente attraver- esempio la confessione. Nella nostra
praticante. Le percentuali riguardan- so il catechismo, le omelie e l’inse- Regione tra i giovani è in forte calo il
ti l’appartenenza e la pratica religio- gnamento nelle scuole, mentre appare matrimonio religioso e si va diffon-
sa tendono a diminuire in relazione molto limitata la lettura personale del- dendo sia il divorzio che la pratica del-
alle fasce più giovani della popolazione la Bibbia e dei documenti ufficiali del- la convivenza. Impressiona anche in
al punto che tra i diciotto ed i venti- la Chiesa se non tra i presbiteri ed i Molise la crisi vocazionale al sacer-
quattro anni i praticanti vanno dal laici più impegnati. Nel Molise non ab- dozio e l’abbandono dell’esperienza
22,4% al 28,5%. Da un’indagine biamo indagini recenti, se non di na- religiosa da parte dei giovani.
ISTAT del 2006 rileviamo che il 17,2% tura parziale in qualche diocesi, ma La secolarizzazione è un dato sem-
degli intervistati, se si escludono la situazione non è lontana dal qua- pre più manifesto e ne abbiamo una
battesimi, matrimoni e funerali, non dro sopra delineato. Anche in questa prova in un sondaggio Demos del mar-
frequenta mai un luogo di culto. Ol- Regione non solo è in diminuzione la zo 2008 che conferma un relativismo
tretutto la presenza dei cattolici ai riti partecipazione alla liturgia, ma c’è nel- diffuso in ambito cattolico sul piano
sembra interessare prevalentemente le parrocchie una contrazione del- etico e morale in relazione non solo
persone adulte in età avanzata e co- l’amministrazione dei sacramenti o la a temi di carattere sessuale, ma an-
stituite nella stragrande maggioranza loro riduzione ad un effetto placebo che su altri quali l’eutanasia, le cop-
da donne. Tra l’altro la pratica reli- o ad una parata momentanea. Alla ce- pie di fatto e perfino l’aborto. Ne de-
giosa, che si restringe con l’aumen- lebrazione di alcuni sacramenti come riva che la presenza dei cattolici nel-
26 • SOCIETÀ
N. 3/2010

la Chiesa assume le forme di una


fede sempre più incerta ed indivi-
duale e caratterizzata per molti da po-
sizioni non più in linea con l’inse-
gnamento ufficiale. Nella stessa in-
dagine solo il 32% dei cattolici di-
chiara di essere appartenente alla
Chiesa cattolica perché sente di
credere in quella fede, mentre il
50,1% afferma di sentirsi tale solo
perché nato in una famiglia cattolica.
Agli elementi sopra enucleati po-
tremmo aggiungere che in un’in-
chiesta sui consumi culturali degli ita-
liani, con una graduatoria a punteg-
gio per dieci valori, la religione figu-
ra all’ultimo posto; prima di essa ven-
gono, infatti, la famiglia, l’amore, fenomeno. Non mancano tuttavia al
l’amicizia, l’ordine, l’eguaglianza, l’au- riguardo studi e proposte accurate sia
torealizzazione, la solidarietà, il suc- a livello locale che nazionale. In un in-
cesso, la partecipazione. teressante studio dal titolo Indagine
Una cosa è certa: le ricerche socio- sul clero in Italia, a cura di Franco Ga-
religiose condotte negli ultimi anni te- relli, edito da Il Mulino si evidenzia in
stimoniano un ritratto shock della modo chiaro la crisi dei sacerdoti in
Chiesa cattolica italiana. Quali pos- Italia sul piano dell’evangelizzazione,
sono essere le cause che maggior- del culto e dell’etica rispetto a cristiani
mente hanno provocato il fenomeno troppo spesso convinti che la fede sia
sopra descritto? Dobbiamo imputar- più proclamazione di principi o iscri-
le alla senilizzazione ed all’indivi- zione all’anagrafe parrocchiale che
dualismo del clero, ad un’assenza di non capacità di vivere concretamen-
adeguata evangelizzazione nel metodo te secondo il progetto di Dio tra-
e nel linguaggio, ad una catechesi di- smessoci attraverso il Verbo che si fa
sancorata da autentiche esperienze carne e viene ad abitare in mezzo a
di fede, alla perdita di significatività noi. Un discorso altrettanto rilevante
dei riti, all’incapacità della Chiesa isti- è quello della funzione educativa
tuzione di creare una vera comunità della Chiesa che non può essere eser-
cristiana come popolo di Dio, alla man- citata solo attraverso l’insegnamen-
canza di volontà dei laici ad attuare to confessionale nelle scuole o con
una propria formazione cristiana o dob- il catechismo in parrocchia, ma che
biamo pensare che tali motivi siano ha bisogno di vedere coinvolte atti-
compresenti? Al di là comunque del- vamente le famiglie in tutti i loro com-
la ricerca delle radici del fenomeno re- ponenti.
ligioso cattolico in Italia sopra de- Quanto all’amministrazione dei sa-
scritto, che pure è doverosa, ci sem- cramenti il conflitto interno al clero si
bra importante superare la crisi di pone tra la convinzione di amministrarli
identità in atto tra i cattolici per ridare solo dopo seri percorsi formativi uni-
alla Chiesa un popolo di Dio sempre camente a chi è capace di dare una
più autentico e numeroso. prova testimoniale delle propria fede
A noi pare che sulla situazione del e la paura di vedere in tal modo ridotto
senso di appartenenza alla Chiesa e il numero dei fedeli. Esiste sicura-
della pratica religiosa dei cattolici ita- mente, poi, all’interno della Chiesa il
liani e, nel nostro caso, molisani ci sia problema del rinnovamento dei metodi
soprattutto una forte carenza di pe- e del linguaggio dell’evangelizzazione
riodica indagine scientifica e di con- per i sacerdoti e del modo espressi-
fronto teologico, dottrinale ed eccle- vo e rituale di pregare e di testimo-
siale ed è questo il primo passo da niare la fede per i fedeli. È un discorso
compiere per un’analisi corretta del molto serio che va risolto con un’ope-
SOCIETÀ • 27
N. 3/2010

ra costante di aggiornamento e di stu- mente secondo canoni legati al mon-


dio per tutto il popolo di Dio capace do occidentale, attraverso una ri-
di portarlo ad un cammino di fede considerazione delle modalità di as-
sempre più maturo ed aperto al dia- segnazione dei diversi ruoli ed una re-
logo col mondo. Non sono mancati al sponsabilizzazione del mondo del
riguardo esperimenti di scuole di laicato che, pur sollecitata in diversi
teologia per laici, nelle quali il Molise documenti del Concilio Vaticano II,
ha realizzato esperienze pilota già da- stenta a farsi strada. Le chiese locali,
gli anni Settanta, ma che poi non han- pure nel Molise, anche quando han-
no avuto un impegno di continuità. no cercato di realizzare strutture di
Considerato poi il numero non molto partecipazione, quali i consigli pa-
elevato di iscrizioni a tali scuole, bi- storali diocesani e parrocchiali, lo han-
sogna dire che nel laicato si manife- no fatto secondo logiche verticistiche
sta poco quella voglia e responsabi- che hanno finito per rendere tali or-
lità di rafforzare la propria fede sul pia- ganismi puramente formali o del tut-
no teologico di cui c’è sicuramente to inutili perché privi di qualsiasi col-
grande esigenza. C’è la necessità di legamento con il mondo del laicato di
uscire da un’interpretazione per così cui dovrebbero essere gli strumenti
dire troppo occidentale del cristiane- di rappresentanza. È chiaro che i cri-
simo che ha finito per privilegiare una teri di elezione debbono seguire pos-
visione smodatamente individualista sibilità di candidatura legate unica-
e poco solidale della fede per ripor- mente ad obblighi di servizio alla Chie-
tare il popolo di Dio verso la costru- sa da parte di persone impegnate nel
zione di un’autentica comunità capace vivere la fede all’interno della stessa;
di elaborare norme che regolano la vita allo stesso modo è necessario con-
morale e stili di vita coerenti con il dividere le stesse liste di candidati
messaggio evangelico. con i pastori, ma il criterio di rap-
Ci sono nella liturgia cattolica riti, presentanza dei laici nei consigli pa-
segni, formule, paramenti, manife- storali non può se non passare at-
stazioni e perfino espressioni nelle traverso una forma elettiva. Nella
preghiere che vanno discussi e ride- mentalità dei laici deve passare
finiti perché possano continuare a tra- l’idea che tali organismi comportano
smettere in modo efficace la parola incarichi i quali nulla hanno a che fare
di Dio e siano capaci di essere con forme di prestigio o potere e che
estrinsecazioni autentiche di fede piut- invece sono legati alla necessità di
tosto che parate prive di senso. Si essere parte attiva nell’opera di
pone poi un problema fondamentale evangelizzazione e di promozione
che è quello di un rinnovamento ra- umana dei fratelli nella fede ed in ge-
dicale della struttura ecclesiastica at- nerale di tutti gli esseri umani. Nel ri-
tuale, anch’essa costruita storica- spetto pieno della Sacra Scrittura e
del Magistero sui temi sopra sollevati
si debba far nascere nella Chiesa cat-
tolica un dibattito costruttivo ed una
ricerca seria in grado di trovare forme
di vita cristiana e di strutture eccle-
siali autenticamente ispirate al Van-
gelo. Chi ha fede sa che il quadro so-
pra delineato circa l’appartenenza e
la pratica religiosa rappresenta la fine
di una certa cristianità e di sicuro non
del Cristianesimo; tuttavia perché la
Chiesa, come dice San Paolo nella pri-
ma lettera a Timoteo, sia “colonna e
sostegno della verità” dobbiamo la-
vorare assiduamente perché essa sia
fedele a Dio e credibile agli occhi del
mondo.
28 • MODELLO ECONOMICO
N. 3/2010

Lucio Pastore

È situata a circa 2000


Km dalla Polinesia ed a
circa 3600 Km dal Cile.
Intorno all’anno Mille è
stata colonizzata da
alcuni individui, che
ricerche genetiche,
antropologiche ed
archeologiche, hanno
stabilito provenire dalla
Polinesia. Si sviluppò una
civiltà avanzata con una
propria lingua, scrittura e
produzioni artistiche
originali, quale i Moai,
teste di pietra giganti che

La Sindrome guardano verso il mare.


Nel Settecento, quando
arrivarono i primi
esploratori, trovarono non

dell’isola più di 2500 abitanti, su


un’isola quasi del tutto
priva di vegetazione, che
vivevano allo stato brado
ed avevano perso

di Pasqua memoria sia dell’origine


delle statue che della
lingua scritta.

el nostro modello di società presuppone una crescita infinita? Agli tura nell’equilibrio del Pianeta. Diversi

N sembra del tutto normale


che ognuno tenda ad accu-
mulare ricchezza. Del resto, se si ha
albori della società capitalistica que-
sta era una domanda inutile. Infatti
la densità demografica era relativa-
sono gli indizi che orientano in que-
sta direzione: nello spazio di circa tre-
cento anni si è consumata una
come fine “la crescita”, intesa come mente bassa e la quantità di terre da quantità di idrocarburi che ha im-
espansione del PIL (prodotto interno sfruttare era potenzialmente enorme. piegato milioni di anni per formarsi;
lordo), è necessario avere una com- La colonizzazione di territori quali la distruzione delle foreste, sia per
petizione costante tra gli individui per l’Africa, l’Asia, le Americhe ed infine l’utilizzo del legname che per ne-
accrescere le ricchezze dei singoli. l’Australia, ha costituito la possibili- cessità legate all’agricoltura, è an-
Solo in questo modo l’immaginario tà di avere un’economia sempre in ch’essa esponenziale; la diminuzio-
collettivo sarà teso ad aumentare il espansione negli ultimi secoli. L’in- ne delle specie ittiche, per la velocità
PIL, espandendo i consumi. Anche il dustrializzazione, dal Settecento in e capacità di pesca, sta depaupe-
modello, ormai fallito, di economia co- poi, ha enormemente aumentato la rando i mari; l’accumulo di CO2 nel-
munista aveva, come presupposto, la capacità di produrre e, quindi, anche l’atmosfera determina cambiamenti
crescita costante del PIL. Quindi, i di consumare le risorse ambientali. climatici importanti; l’aumento dei ri-
principali modelli economici hanno Attualmente, in una realtà dove tut- fiuti prodotti è causa, in diverse
sempre come presupposto impre- ti i continenti sono sfruttati, con un zone del Pianeta, di situazioni dram-
scindibile per funzionare, l’aumento incremento demografico esponen- matiche. Ormai la Cina e l’India, con
della ricchezza collettiva e la neces- ziale, la velocità con cui vengono di- più di 2 miliardi di individui, sono en-
sità di espandere i consumi. Partendo strutte le risorse primarie della Ter- trati nel ciclo produzione/espansio-
da questa considerazione vorrei por- ra sembra essere maggiore di quel- ne del PIL/aumento dei consu-
re la seguente domanda: può una re- la necessaria al ripristino delle stes- mi/produzione di rifiuti. Ciò implica
altà finita come il pianeta Terra sop- se. Se questa affermazione è vera, che la rottura dell’equilibrio del Pia-
portare un modello economico che significa che si è determinata una rot- neta è ancora più evidente.
29
N. 3/2010

espansione del PIL con tutto ciò che


questo implica, non credo ci si pos-
sa affidare fideisticamente ad una
“Mano invisibile” o ad un “Mercato
capace di autoregolarsi” per inverti-
re la tendenza. Non so se le perio-
diche crisi economiche, ed in parti-
colare l’ultima, rientrino in un normale
ciclo. Tuttavia, da non esperto, ascol-
tando gli esperti, ho la sensazione
che non siano in grado di compren-
dere a pieno il fenomeno e di pro-
spettare soluzioni reali.
Gran parte di economisti, politici,
mass-media, tendono a collegare il
nostro benessere alla crescita. Il no-
stro immaginario collettivo è proiet-
tato verso l’ottimismo se si incre-
menta il PIL e verso il pessimismo se
questo decresce. Ci sentiamo bene
se aumentano i consumi e depressi
se gli stessi si contraggono. Tuttavia,
I tentativi di accordi fatti per ridurre sul territorio, come dimostrano gli se la crisi del Pianeta è in relazione
l’emissione di CO2 nell’atmosfera studi dei reperti ritrovati. Tuttavia, nel all’incremento dei consumi, ci tro-
cercano di porre un freno al degra- Settecento, quando arrivarono i pri- viamo di fronte ad una contraddizio-
do ambientale, ma i risultati sono mi esploratori, trovarono non più di ne insanabile. Difficile che si possa
davvero scarsi. Esiste un modello 2500 abitanti, su un’isola quasi modificare questa tendenza ed è mol-
che ci permetta di ipotizzare quale del tutto priva di vegetazione, che vi- to probabile che siamo avviati verso
sarà l’evoluzione possibile del Si- vevano allo stato brado ed avevano lo stesso destino della popolazione
stema? Credo di sì. A questo pro- perso memoria dell’origine sia del- della piccola isola di Pasqua. Si
posito dobbiamo rifarci alla storia di le statue che della lingua scritta. può invertire questa prospettiva? In
una piccola isola del Pacifico: l’iso- Che cosa era successo? L’espan- linea teorica sì. Si dovrebbe passa-
la di Pasqua. Questa è situata a cir- sione demografica e il consumo del- re da un modello economico di Cre-
ca 2000 Km dalla Polinesia ed a cir- le risorse primarie dell’isola, senza scita ad un modello economico di
ca 3600 Km dal Cile. Intorno all’anno che nessuno si preoccupasse di Equilibrio. Ciò significa che tutte le
Mille è stata colonizzata da alcuni in- creare un equilibrio tra il consumo ed scelte in campo energetico, demo-
dividui, che ricerche genetiche, an- il ripristino delle stesse, anzi con una grafico e dei consumi devono avere
tropologiche ed archeologiche, han- competitività tra i clan che accentuava come punto di riferimento il mante-
no stabilito provenire dalla Polinesia. la velocità di distruzione, determinò nimento dell’equilibrio del sistema
Per il periodo storico e per la posi- un impoverimento del territorio, guer- Terra. Sarebbe questa una rivoluzio-
zione geografica, l’isola di Pasqua si re e progressivo decadimento di ne epocale. Dopo secoli in cui l’im-
poteva definire una realtà globale, quella civiltà. Il non aver compreso maginario collettivo ed individuale è
non essendoci alcun contatto con il che l’equilibrio tra espansione de- stato rivolto all’accumulo, si do-
resto del Pianeta. Tutto ciò che per- mografica ed il consumo e ripristino vrebbe passare ad un immaginario
metteva la sopravvivenza di quegli uo- delle risorse primarie era fonda- collettivo ed individuale centrato sul
mini era ricollegato alle risorse di mentale per la sopravvivenza, è sta- concetto di equilibrio. Le implicazio-
quella piccola isola. Si sviluppò una to fatale. Possiamo definire la se- ni etiche, sociali e valoriali sarebbe-
civiltà avanzata con una propria lin- quenza di questi eventi come “Sin- ro enormi. Le idee espresse sono nel-
gua, scrittura e produzioni artistiche drome dell’isola di Pasqua”. La no- la linea di autori come Serge Latou-
originali, quale i Moai, teste di pie- stra realtà globale sembra affetta pro- che, Maurizio Pallante, Giorgio Ruf-
tra giganti che guardano verso il prio da questa Sindrome: aumento folo. Sarebbe interessante se, su que-
mare. Si arrivò ad avere una popo- esponenziale demografico ed una di- ste linee di pensiero, si potesse apri-
lazione di circa 20mila abitanti, divisa struzione delle risorse primarie estre- re un dibattito diffuso nella società
in clan. L’isola era lussureggiante, mamente veloce. Se il modello eco- con la speranza di creare le condizioni
con diverse specie di piante presenti nomico continua ad essere quello di di un futuro diverso.
• POLITICA

Daniel Cifelli

le Libertà, nelle cui liste aveva trovato

Isernia: uno scranno in Comune e sotto la cui


egida stava tentando la scalata alla
poltrona di assessore. Il giovane con-

le poltrone fanno sigliere è stato silurato, estromesso


dal suo ruolo di primo candidato a se-
dere accanto al sindaco Melogli, di-

“sgretolare” il Pdl ritto che aveva acquisito come piace


dire a quelli di An, sul campo. Se-
condo il criterio del più votato, sa-
rebbe dovuto essere l’assessore in-
dicato dal partito finiano. Ma a quel
punto è successo qualcosa. Il crite-
rio è cambiato, prendendo le sem-
bianze della volontà di Filoteo Di San-
dro, capo riconosciuto degli ex An, da
poco salito di rango, in qualità di as-
sessore a Palazzo Moffa.
In pochi giorni al posto di Cutone
è stato indicato il consigliere Do-
menico Cerrone, meno votato del col-
lega, da meno tempo nelle fila del par-
tito. “Non si è tenuto conto dei ri-
sultati da me conseguiti nella recente
competizione elettorale, nonché in
quella più lontana del 2002 – ha spie-
gato Cutone all’indomani della fuo-
riuscita dal Pdl - e ciò in ossequio a
decisioni assunte da ‘personaggi
l bicchiere comincia a sgre- formati e quelli che la politica la se-

“I
politici’, che pur non facendo parte
tolarsi”. Non è una conver- guono da decenni dicono che la si- dell’assise consiliare pretendono di
sazione ufficiale quella du- tuazione attuale è semplicemente deciderne i destini”. Un concetto che
rante la quale riusciamo a strappa- frutto della mancata amalgama tra i non ha bisogno di congegni partico-
re la metafora ad un consigliere co- diversi ingredienti finiti nel calderone lari per essere decriptato. L’investi-
munale di Isernia, ma rende bene del Pdl. Ci sarebbe insomma ancora tura, tra l’altro, sembra aver creato
l’idea. Il bicchiere sta per il Popolo del- troppa “distanza” tra gli ex di Forza qualche imbarazzo allo stesso Cer-
le Libertà, principale protagonista po- Italia e gli ex di AN e questo solo per rone. Chiaro che in una situazione del
litico di Palazzo San Francesco. Ora rimanere alle due anime più grandi genere, il capogruppo di An in Co-
il Pdl, però, appare in difficoltà, o me- della coalizione. Quasi un “Giano bi- mune, Antonio Cardillo, ha dovuto fare
glio soltanto ora stanno venendo a fronte”, con un corpo unico, am- buon viso a cattivo gioco. Lungi dal
galla difficoltà esistenti da tempo. Già mantato della bandiera del Popolo condividere la scelta imposta da
qualche mese fa, la questione scuo- delle Libertà e ciò che più conta, due Campobasso, Cardillo ha dovuto
le sicure aveva surriscaldato gli ani- teste pensanti autonomamente. Ma prima mediare tra le parti, salvo poi
mi in seno al partito di centro destra. i problemi non vengono mai soli e accettare il diktat, per non rischiare
In quei giorni, però, ciascuno ri- dunque bisogna contare anche i lo sfaldamento integrale di An a Pa-
spondeva alla propria coscienza più problemi nei problemi: non più quel- lazzo San Francesco. Il colmo è
che ad una precisa logica di partito. li tra anime, ma quelli interni ad che tutto questo trambusto non è
Certo, già allora si erano create mi- un’anima stessa. E qui veniamo servito ancora a dare al Comune di
cro aree di colore e tempra legger- alla questione allargamento di giun- Isernia i suoi nuovi assessori. Al mo-
mente diversi. C’era chi voleva di- ta. Se i forzisti hanno saputo indicare mento sembra tutto bloccato, tra le
fendere l’operato del primo cittadino il nome di Giuseppe Lombardozzi sen- richieste dei partiti più piccoli ed i ten-
e della sua amministrazione con za troppi patemi d’animo, ma con tennamenti in seno all’Udc an-
tutte le proprie forze, chi guardava in qualche scontento in più del normale, ch’essa alla ricerca di una poltrona.
silenzio, quasi sadicamente le diffi- all’interno di An è stata bufera. La situazione è in continua evolu-
coltà in cui si dibatteva quel sinda- Non banali bagatelle, ma una vera zione, ma guardando agli ultimi
co a volte sfrontato, che spesso vo- e propria faida interna. Angelo Cu- mesi, forse il consigliere comunale
leva decidere tutto da solo. tone, giovane avvocato isernino qual- aveva ragione: “Il bicchiere sta dav-
Ma perché tutto questo? I bene in- che giorno fa è uscito dal Popolo del- vero per sgretolarsi”.
VOLONTARIATO • 31
N. 3/2010

Gruppo Territoriale Emergency di Isernia

L’indifferenza è direttamente
proporzionale alla distanza
Qualcosa sta cambiando negli razzismo hanno costituito una mi- do. Emergency aderisce con convin-
ultimi tempi: siamo più sensibili scela esplosiva che, accesa dalla zione alla mobilitazione dei migranti or-
verso avvenimenti lontani, specie criminalità, ha consentito i fatti di Ro- ganizzata per il 1° marzo 2010, per-
se la solidarietà ci costa poco,un sarno su cui tanto si è detto e scrit- chè i migranti, che difficilmente po-
sms, una cifra che non altera il to fino a che quella vicenda non è tranno partecipare in massa perché i
nostro bilancio familiare e sempre scomparsa dalle pagine dei giornali e più deboli, i più ricattabili, hanno bi-
più incapaci di vedere la dai programmi televisivi per lasciare sogno del sostegno di tutti noi.
sofferenza accanto a noi. Siamo in
grado di ignorare le condizioni di il posto alla immane tragedia di Hai-
vita del prossimo fintanto che… ti. Emergency, associazione sanitaria Howard Zinn, grande amico e so-
non sia minacciata la nostra nata per prestare soccorso alle vitti- stenitore di Emergency, ci ha la-
condizione di vita. me della guerra, che ha esteso la sua sciato. Era uno straordinario sto-
attività alle vittime della povertà, del- rico, autore tra l’altro di A People’s
l’emarginazione, alla pratica del dirit- History of the United States (Sto-
to alla salute per tutti gli esseri uma- ria del popolo americano), la pri-
ni, non poteva restare indifferente ai
ma vera storia alternativa degli Sta-
bisogni che emergono nel nostro pae-
ti Uniti. Era una persona straor-
se e da alcuni anni ha iniziato la sua
l volontario che da anni informa sui dinaria, divertente, un vecchio

I
opera in Italia.
progetti umanitari di Emergency, Il Poliambulatorio di Palermo dal- con un sorriso da ragazzo e un
dando un volto e un nome a vitti- l’aprile 2006 garantisce assistenza sa- gran ciuffo di capelli bianchi. Mol-
me altrimenti anonime, raccontando nitaria gratuita ai migranti (con o ti di noi l’hanno conosciuto in oc-
le loro storie di sofferenza, conosce la senza permesso di soggiorno) e anche casione dei nostri incontri nazio-
difficoltà di stimolare interesse verso alle persone residenti in stato di bi- nali o di altre iniziative, come “La
fatti e persone lontani da noi, dai no- sogno. L’entrata in vigore del «Pac- guerra giusta” (conferenza da lui
stri occhi e dalle nostre case. L’indif- chetto sicurezza» ha inizialmente ge- tenuta a Roma nel giugno 2005
ferenza è direttamente proporzionale nerato un clima d’incertezza sia tra la proprio su invito di Emergency) in
alla distanza che ci separa dalle vit- popolazione immigrata, sia tra gli cui affrontò la questione della II
time, soprattutto se queste non ir- operatori delle istituzioni. Le comuni- guerra mondiale senza alcuna re-
rompono nelle nostre case dagli tà di stranieri già presenti in Italia ras- torica, a partire da sé, dalla sua
schermi tv. Qualcosa sta cambiando sicurano i nuovi giunti sulla possibili- esperienza di militante contro la
negli ultimi tempi: siamo più sensibi- tà di rivolgersi a noi tranquillamente, guerra ma prima ancora di mem-
li verso avvenimenti lontani, specie se ma persiste diffidenza nei riguardi del bro dell’equipaggio di un bom-
la solidarietà ci costa poco, un sms, SSN senza il quale, per molti pazienti, bardiere che a quella guerra ave-
una cifra che non altera il nostro bi- il nostro intervento sarebbe poco ri- va preso parte. Howard è stato una
lancio familiare e sempre più incapa- solutivo se non potessimo avviarli a presenza preziosissima, per Emer-
ci di vedere la sofferenza accanto a eseguire consulenze specialistiche, gency. Le sue testimonianze con-
noi. Siamo in grado di ignorare le con- esami, vaccini, interventi presso le
dizioni di vita del prossimo fintanto che
tro la guerra, dal punto di vista di
strutture del Sistema Sanitario Na-
non sia minacciata la nostra condi- uno che la guerra l’aveva anche fat-
zionale, sicuri che non corrano il rischio
zione di vita. Allora si diventa estre- ta, ci hanno insegnato moltissimo.
di essere denunciati. L’impegno di
mamente sensibili; l’indifferenza che Emergency per il 2010 è la ricerca di Ci è stato vicino, per anni, con i
svanisce lascia però il posto all’in- spazi e di disponibilità per aprire altre suoi scritti, le sue parole, la sua
tolleranza, all’incomprensione. strutture sanitarie, in Italia, sul modello adesione appassionata al nostro
Il razzismo è sempre stato inversa- di quella di Palermo. Un impegno che lavoro. Anzi, era uno di noi.
mente proporzionale alla distanza, ha bisogno della collaborazione delle
facile non essere razzisti nei riguardi istituzioni e di tutti i cittadini che si ri- emergency_iser nia@yahoo.it
di chi vive lontano da noi, da sempre conoscono nel dovere dell’accoglien- 3383342683
è stato molto più difficile non esser- za a chi approda in questo Paese fug- www.emergencyisernia.splinder.com
lo verso gli “zingari” di casa nostra. E gendo la guerra e la povertà che con- emergencycampobasso@gmail.com
ora verso tutti gli altri. Indifferenza e tinuano ad essere seminate nel mon- 3923460870
32 • SOCIETÀ
N. 3/2010

Fiora Luzzatto

L’Otto marzo
delle badanti
Nei paesi dell’Est, ai tempi dell’URSS, la “Giornata Internazionale della Donna” era un evento. Molte tra le
donne nate in quei Paesi sono oggi in Italia per lavorare, e molte anche qui nel Molise. Abbiamo chiesto
a Tania di raccontarci quali sono i suoi ricordi dell’Otto Marzo nel suo Paese. Chi è Tania? È una badante
cinquantenne, che venne in Italia una decina di anni fa. Laureata in economia, lavorava in una banca in
Ucraina. Con la caduta del comunismo, la banca ha chiuso, i soldi sono spariti, e lei è partita per l’Italia
per far sì che suo figlio, studente universitario, potesse laurearsi in medicina.
SOCIETÀ • 33
N. 3/2010

rmai in Italia dire “Otto Mar- te anche qui nel Molise. Abbiamo chie- C’erano concerti e comizi in piazza,

O zo” equivale a dire: festa


della donna. Per noi è una fe-
sta recente: fino a una ventina di anni
sto a Tania di raccontarci quali sono
i suoi ricordi dell’Otto Marzo nel suo
Paese. Chi è Tania? È una badante cin-
si parlava di eroine come Valentina Te-
reshkova, la prima astronauta. Chi po-
teva andava al ristorante. A casa, ognu-
fa se organizzavi una iniziativa per l’Ot- quantenne, che venne in Italia una de- na di noi riceveva regali dal marito. Fuo-
to marzo significava che eri comunista. cina di anni fa. Laureata in economia, ri c’era la neve, ma la casa si riempi-
Poi il “mercato” si è impossessato del- lavorava in una banca in Ucraina. Con va di fiori!”
la ricorrenza, e la “Festa della donna” la caduta del comunismo, la banca ha QUALI FIORI?
è diventata l’occasione per divertirsi chiuso, i soldi sono spariti, e lei è par- Tulipani, mimose….
un po’. Invece nei paesi dell’Est, ai tita per l’Italia per far sì che suo figlio, LO SAPEVI CHE IL SIMBOLO DELLA
tempi dell’URSS, la “Giornata Inter- studente universitario, potesse lau- MIMOSA NASCE A ROMA, NEL 1946,
nazionale della Donna” era un even- rearsi in medicina. Il figlio si è laureato, DURANTE LA PRIMA “FESTA DELLA
to. Molte tra le donne nate in quei Pae- ma lei quel giorno non c’era. Si è fi- DONNA” DOPO LA FINE DELLA GUER-
si sono oggi in Italia per lavorare, e mol- danzato: ma lei non c’era. Si è spo- RA?
sato, ma lei non c’era. Sono nati i ni- No, questo non lo sapevo.
potini, ma lei non c’era. IN ITALIA L’OTTO MARZO È STATA
Da qui non poteva andarsene: per- L’OCCASIONE DELLE BATTAGLIE DEL-
ché non era “in regola”. Ha accudito LE DONNE PER IL DIRITTO AL LAVORO,
un vecchio fino alla sua morte, e poi E DA VOI?
un altro, e poi un altro ancora. (Sono Da noi tutte le donne hanno sempre
questi gli immigrati così pericolosi dei lavorato: erano medici, ingegneri, nel-
quali Berlusconi dichiara: “Meno im- le fabbriche, nell’esercito, in ogni la-
migrati, meno delinquenti”?) Final- voro. Da noi l’Otto marzo fu il simbo-
mente, approfittando di una sanatoria, lo delle battaglie per il nuovo diritto di
Tania è riuscita a “regolarizzarsi”. Ha famiglia, per la parità tra coniugi. Da
potuto andare qualche volta a ritrovare noi la parità tra marito e moglie c’era
la sua famiglia. Nel frattempo un suo già.
nipote si è iscritto a Medicina: perciò QUI IN ITALIA L’OTTO MARZO È STA-
ora è questo nipote che ha bisogno TO ANCHE IL MOMENTO DELLE BAT-
che la nonna lo mantenga agli studi. TAGLIE PER LA LEGGE SUL DIVORZIO.
A TANIA ABBIAMO CHIESTO COME Da noi il divorzio c’era già.
ERA IL VOSTRO OTTO MARZO? HAI NOSTALGIA DEL VOSTRO OTTO
Da noi l’Otto Marzo è sempre stato MARZO?
festa: tutte le scuole, i negozi, gli uf- È una festa che non mi interessa,
fici, tutto chiuso. Il sette marzo, vigi- perchè non è una festa religiosa.
lia della Festa, si faceva orario ridot- QUI IN ITALIA L’OTTO MARZO NON È
to. Nella banca c’era una riunione del GIORNO FESTIVO: TI DISPIACE?
personale, le donne ricevevano dei re- Per chi fa la badante degli anziani,
gali, le donne più meritevoli venivano non fa nessuna differenza.
premiate. Eh già: per chi accudisce gli anziani,
LO SAPEVI CHE L’OTTO MARZO È sono lavorativi anche i giorni festivi. E
NATO IN AMERICA, PER COMMEMO- così, il giorno Otto Marzo noi donne ita-
RARE LE OPERAIE MORTE NELL’IN- liane organizziamo le conferenze, e poi
CENDIO DI UNA FABBRICA? ce ne andiamo a mangiare la pizza con
Questo lo vengo a sapere in questo le amiche, perché per fortuna c’è ri-
momento!. masta l’Ucraina a casa, a guardare i no-
COME SI SVOLGEVA LA GIORNATA DI stri vecchi.
FESTA?
34 • RUBRICA
N. 3/2010

Paolo De Chiara
dechiarapaolo@gmail.com
http://paolodechiaraisernia.splinder.com/

Nel rispetto dei Ruoli


“[…]. Sono convinta che una Giu- “Mettere il motore di una Ferrari dentro a una 500 non serve a farla viaggiare
stizia efficiente è indispensabile per più velocemente”.
mantenere alto il livello di democrazia Giuliano Lucentini, presidente Corte di Appello di Bologna, discorso per l’inaugurazio-
del Paese ed è un elemento di com- ne dell’Anno giudiziario a Bologna, Corriere di Bologna.it, 30 gennaio 2010
petitività da cui una Nazione moderna
non può prescindere. Completa-
mente diversa è stata la posizione ''Ho aderito alla protesta perché "Una inedita amnistia proces-
dell’ANM, che attraverso una forma voglio mettermi dalla parte dei cit- suale con riferimento a intere cate-
di contestazione non rispettosa dei tadini''...''La magistratura non è in gorie di reato non prive di conside-
ruoli delle istituzioni e una relazione grado di rendere il servizio che i cit- revole gravità"… "Siamo contrari a
che poteva andare bene se fatta dal- tadini pretendono. Non è in grado per- progetti che portino a una formale se-
l’opposizione politica di questo Pae- ché mancano soldi, uomini, mezzi, parazione delle carriere tra giudici e
se, ha chiarito, se mai ce ne fosse sta- procedure adeguate e politiche di pm. Va detto con forza che nessuno
to bisogno, la indisponibilità ad un vera riforma''…''Processo breve è dei mali che affliggono il funziona-
confronto, nel rispetto dei ruoli, per formula ingannevole se si fissano ter- mento della giustizia in Italia dipende
una riforma che i cittadini non pos- mini a pena di morte nel processo dall'attuale collocazione dell'ordi-
sono più attendere”. senza però fare nulla perchè possano ne giudiziario, dei giudici e dei pub-
Sabrina De Camillis, onorevole, parla- davvero essere rispettati''…''Sono blici ministeri".
mentare del PdL, Nuovo Molise, 1 febbraio a rischio diritti fondamentali dei cit- Vincenzo Oliveri , presidente Corte di
2010 tadini sempre meno tutelati''. Appello di Palermo, La Repubblica Pa-
Giancarlo Caselli, procuratore di Tori- lermo.it, 30 gennaio 2010
no, Ansa.it, 30 gennaio 2010
“Se il disegno di legge sul pro-
“Non dà giustizia alle vittime dei
cesso breve venisse approvato mol- "La magistratura italiana ha dato reati e garantisce l'impunità a chi ha
ti processi verrebbero falcidiati. Non prova questa mattina di essere commesso fatti delittuosi”…“Per
solo quelli riguardanti il premier, compatta e unita nella protesta"… come è combinata la macchina giu-
ma anche quelli ad esempio inerenti "È stata una giornata molto impor- diziaria non potremo mai definire i
i crac Parmalat e Cirio, la scalata alla tante per la magistratura italiana, che processi nei tempi indicati dal legi-
Banca Antonveneta, le morti bianche ha dato in maniera composta, ma fer- slatore”…“Noi per primi vogliamo
alla Thyssen Krupp, le vittime della ma, una grande risposta". …"In nu- una riforma seria della giustizia
clinica Santa Rita di Milano e per merose città come Roma, Milano, To- che, come ha detto il capo dello Sta-
quelle dell'incidente ferroviario di Via- rino, Napoli, Palermo e altre realtà to, tenga conto degli interessi ge-
reggio. La stessa sorte avranno le minori, c'è stata una massiccia nerali per un servizio credibile agli oc-
complesse inchieste in corso di adesione a un gesto che voleva es- chi dei cittadini”.
svolgimento all'Aquila, come quelle sere solo un segnale di dissenso, Luca Palamara, presidente dell'Asso-
per il crollo della casa dello Studente non ad una persona, ma a una po- ciazione Nazionale Magistrati, Corriere del-
e del Convitto, ma anche per i crol- litica. Inutile polemizzare con chi è la Sera, 13 gennaio 2010
li di altri palazzi, tomba di decine e uscito dall'aula o meno, queste
decine di persone rispetto alle qua- sono inutili polemiche, anche se
li devono prendere il via le inchieste”. l'avesse fatto un solo magistrato era
Antonietta Centofanti, presidente "Co- Con il "processo breve" saranno pre-
comunque un segnale". scritti di fatto reati gravissimi e in par-
mitato 3.32" dei familiari delle vittime del- Luca Palamara, presidente dell'Asso-
la Casa dello Studente a L'Aquila, Sam- ticolare quelli dei colletti bianchi. Il so-
ciazione Nazionale Magistrati, AGI, Roma,
benedettoOggi.it, 25 gennaio 2010 gno di una giustizia veloce è condivi-
30 gennaio 2010
so da tutti. Ma l'unico modo per ac-
corciare i tempi è mettere i giudici, i
"È il sistema nel suo complesso a non essere più in grado di rispondere alla consulenti, i tribunali nelle condizioni
domanda di giustizia: e ciò sia nel settore civile sia in quello penale"…"Oggi di velocizzare tutto. Non fermare i pro-
il problema della non ragionevole durata dei singoli procedimenti ha già cedu- cessi e cancellare così anche la spe-
to il passo a quello, ben più radicale, del diniego di giustizia". ranza di chi da anni attende giustizia.
Vitaliano Esposito, procuratore generale della Corte di Cassazione, la Repubblica.it, 29 Roberto Saviano, appello al Capo del-
gennaio 2010 lo Stato, Repubblica.it
VOLONTARIATO • 35
N. 3/2010

Marianna Cocca

Attivati per i diritti umani!


Contatta Amnesty International
ossiamo dire che l’anno 2010 Diversi altri, tra cui 16 imputati che le cose in attivismo. Amnesty lavora per

P si è aperto con la tragedia del


terremoto di Haiti. La comuni-
tà internazionale continua a mobilitarsi
stanno affrontando uno dei “processi
spettacolo” per l’accusa di mohaba-
reh (comportamento ostile a Dio), ri-
le persone. Gente comune che lavora
per la gente comune, con tenacia e con
l’obiettivo fondamentale di tutelare le
per portare il soccorso necessario e schiano la stessa sorte. Amnesty In- vittime e restituire loro libertà, dignità
l’assistenza umanitaria alla popola- ternational continua a chiedere la e giustizia e di individuare le respon-
zione di Haiti. Il Consiglio di sicurezza commutazione di tutte le condanne a sabilità delle violazioni dei diritti uma-
delle Nazioni Unite ha tenuto una ses- morte. ni e indurre chi perpetra le violazioni a
sione speciale sulla crisi umanitaria se- Avviciniamoci ancora di più, fino ad cambiare il proprio modo di agire.
guita al terremoto e il governo cana- arrivare dentro casa nostra, in Italia. Rispetto ad altri tipi di lavoro e di vo-
dese ha ospitato la prima conferenza L’esigenza di porre l’attenzione sui di- lontariato, quello in Amnesty Interna-
internazionale per avviare la prima fase ritti umani è improcrastinabile anche tional può apparire difficile perché
della ricostruzione. Amnesty Interna- qui, dentro i nostri confini. Martedì 9 mette gli attivisti nella condizione di con-
tional ritiene che in questa fase di cri- febbraio, a Ginevra, l’Italia è stata sot- frontarsi con autorità solo apparente-
si umanitaria, la protezione dei diritti toposta all’Esame periodico universale mente irraggiungibili. Eppure, come l’ac-
umani sia un elemento essenziale per da parte del gruppo di lavoro del Con- qua penetra lentamente nella roccia,
l’efficacia dei soccorsi e l’avvio di una siglio Onu dei diritti umani. In vista del- fino a deformarla, tantissime volte Am-
ricostruzione sostenibile. I diritti uma- la riunione di Ginevra, Amnesty Inter- nesty ha funzionato, e funziona. Ogni
ni sono in pericolo nelle situazioni di national ha sottoposto all’attenzione mese riceviamo “buone notizie” di per-
crisi e di emergenza ed è pertanto fon- del Consiglio Onu dei diritti umani un sone rilasciate, condanne capitali che
damentale che tutti gli organismi coin- documento contenente informazioni vengono commutate, Paesi che aboli-
volti adottino misure appropriate per sulla situazione dei diritti umani in Ita- scono definitivamente la pena di mor-
impedire che vengano commesse vio- lia e una serie di raccomandazioni in- te, responsabili di crimini contro l’uma-
lazioni dei diritti umani e assicurare il dirizzate al governo italiano, che l’or- nità e di violazioni dei diritti umani che
rispetto e la piena realizzazione dei di- ganizzazione auspica saranno prese in vengono portati/e in giudizio.
ritti umani sanciti dagli strumenti in- considerazione durante l’Esame. Le Per lavorare bene in AI occorre quin-
ternazionali in materia. raccomandazioni che Amnesty Inter- di riuscire a coniugare un certo grado
Assistiamo all’esigenza di mettere national ha rivolto all’Italia riguardano di indignazione verso le violazioni dei
al centro i diritti umani anche in Iran, il reato di tortura, non ancora introdotto diritti umani, con altrettanto ottimismo,
dove la ricorrenza del 31° anniversa- nella legislazione del nostro Paese, radicato nella consapevolezza di poter
rio della Rivoluzione islamica dell’11 l’esigenza di modificare le disposizioni veramente cambiare le cose solo con
febbraio, è quest’anno stata caratte- del “pacchetto sicurezza” che posso- la forza della volontà dell’opinione pub-
rizzata dalle forti tensioni, legate alle no risultare discriminatorie nei confronti blica. L’invito è a contattare il gruppo
manifestazioni susseguitesi a partire delle minoranze che vivono in Italia, Amnesty di Campobasso, un contatto
dal contestato esito delle elezioni l’adeguamento delle norme italiane agli attraverso l’indirizzo mail e il numero
presidenziali dello scorso giugno e du- accordi di diritto internazionale, con di telefono presente su questa pagi-
ramente represse dal governo irania- particolare riguardo alla legislazione an- na, anche per offrire un piccolo aiuto,
no. Le autorità hanno ammesso oltre titerrorismo e alla materia della le- una piccola parte del proprio tempo.
40 morti ma secondo Amnesty Inter- gislazione sulle aziende estrattive ita- Ciascuno può fare qualcosa, condivi-
national sarebbero almeno il doppio, liane e, infine, la questione degli dendo con i circa due milioni di persone
se non di più. Migliaia di persone sono sgomberi forzati, rispetto ai quali va che compongono la nostra Organiz-
state arrestate, molte di esse sotto- assicurato il rispetto dei diritti di tut- zazione la stessa concezione dei diritti
poste a tortura e numerose decine in- te le persone coinvolte. umani in tutto il mondo e la stessa vo-
criminate con vaghe accuse e con- Dunque, dai luoghi più lontani fino al lontà di lottare per l’affermazione di
dannate a seguito di “processi spet- nostro Paese, l’esigenza di richiedere essi.
tacolo” che hanno rappresentato una politiche orientate al rispetto dei dirit-
parodia della giustizia. Oltre 100 sa- ti umani è cruciale. Cosa fare allora? INFO: AMNESTY INTERNATIONAL
rebbero gli imputati condannati al Giriamo questa domanda a chi è arri- www.amnesty.it
carcere, alle frustate o all’impiccagione. vato a leggere fin qui, chiedendo un im- Gruppo Campobasso
Almeno nove prigionieri rischiano pegno diretto per trasformare la fru- e-mail: gr241@amnesty.it
l’esecuzione da un momento all’altro. strazione verso il non poter cambiare tel. 3381313713
• SOCIETÀ

Concetta Sarachella

che oggi sia molto importante denunciare


questi episodi, anche perché nel 2010
non ci possiamo permettere che i nostri
figli e le nostre figlie debbano subire que-
ste ingiustizie stando in una società che
parla di diritti umani.
È sempre interessante ascoltare bel-
le parole, ma penso che sia molto più
giusto, che prima delle parole ci siano
i fatti. I fatti ci dicono che quelli che ri-
schiano nella società moderna di oggi
sono le fasce più deboli, chi purtroppo
non ha voce in capitolo. Allora mi viene

Meeting Antirazziale: una domanda spontanea: è un errore o


una pecca essere nata Rom? Penso che
ognuno debba rispondere con la propria

la parola ai Rom coscienza, anche perché non vogliamo


essere sempre e solo le mele marce del-
la situazione. Tante sono state le risposte
e le proposte a queste tematiche; io pen-
so che la questione sia una sola, e mol-

L’
estate scorsa si è svolto, come rare le condizioni di una società che li
ogni anno, il Meeting Antirazziale vede sempre ai margini. to chiara, che “se non ci si incontra al
organizzato dall’Arci. A Cecina, Molti sono stati i temi toccati in que- dialogo e all’ascolto molto poco si rac-
dal 13 al 16 luglio 2009, sono interve- sto incontro: come affrontare il razzismo coglierà”. Mi rendo conto che, se non ci
nuti numerosi partecipanti che si occu- che colpisce la popolazione Rom, come si conosce, si rischia sempre di cadere
pano delle tematiche del razzismo e del- creare un punto d’incontro per un dialogo nel giudizio, o forse meglio dire, nel pre-
l’anti-razzismo. C’erano anche i Rom, e più aperto, come lavorare per una inte- giudizio. Allora una proposta interessante
le loro altre associazioni di cui faccio par- grazione migliore, quali sono i nostri di- è stata quella, appunto, di conoscersi e
te, la Federazione Romanì dell’Abruzzo ritti. Si è parlato anche di portare i Rom di far conoscere queste realtà, e non in
con il presidente Nazareno Guarnieri, l’as- nel giornalismo: questo argomento mi ha senso negativo come qualche giornale
sociazione Ticanè di Isernia con il suo appassionato, ed ecco che lo sto met- quotidiano sbatte il mostro dei Rom in
esponente Costantino Sarachella. C’era- tendo in pratica! Ci sono stati diversi grup- prima pagina, ma in senso positivo ve-
no collaboratori internazionali che si bat- pi di lavoro in cui ognuno ha riportato dal- dendo le attività che si fanno. Ci sono
tono per il mondo multietnico: tra que- la propria esperienza: soprattutto è sta- state delle proposte: creare un giorna-
sti, mi ha colpito molto una ragazza, Isa- to triste ascoltare quante persone Rom le riguardo la nostra cultura, quindi en-
bella di Budapest, che lavora con i Rom non sono state accolte nel mondo del la- trare nel mondo del giornalismo, trova-
e ascolta le loro problematiche cercan- voro. Si è parlato della sanità, dei dirit- re persone che potrebbero lavorare più
do un aiuto per loro. A partecipare al cor- ti che ognuno di noi deve avere, senza a stretto contatto nel mondo multietni-
so c’erano anche i Sinti, venuti da Pra- vedere il colore della loro pelle. Ritengo co. Ora pensiamo in positivo.
to, da Firenze, ed anche quelli provenienti
anni fa dalla Yugoslavia o dalla Mace-
donia, e che ora vivono a Roma. Ognu-
no di loro è occupato non solo a salva-
guardare le proprie origini ma a miglio-
STORIA E ARCHEOLOGIA • 37
N. 3/2010

Alessandro Cimmino

Il santuario dimenticato
N
ell’attuale zona archeologica di l’identità di Pietrabbondante con Bo- grammare, finanziare, realizzare e cu-
Pietrabbondante, denominata vianum Vetus e di avanzare l’ipotesi che rare l’edilizia dei santuari; egli faceva
“Calcatello”, furono rinvenuti, a non si trattasse di una città ma che tut- imprimere il suo nome sulle tegole e sui
partire dalla prima metà dell’Ottocen- to il complesso architettonico fosse un tegoloni di copertura degli edifici (ne
to, numerosi oggetti che destarono cu- grandioso, monumentale santuario. sono stati rinvenuti diversi nei santuari
riosità ed interesse tra la gente del po- La religione dei Sanniti era politeista delle località sopra citate) che faceva
sto e dei paesi vicini. ed i primi luoghi di culto furono caverne, costruire.
La notizia giunse ad alcuni studiosi boschi, fiumi nei quali si fosse manife- Tutto quello che sappiamo delle rovine
che si recarono a visitare il luogo; tra stata, in qualche modo, la presenza di- di Pietrabbondante, poste a circa 960
questi, nel 1846, il notissimo archeo- vina (teofania). In seguito vennero at- metri di altitudine, su un fianco del mon-
logo tedesco Theodor Mommsen. Egli, trezzate aree delimitate fisicamente - re- te Saraceno, è frutto degli scavi com-
sulla base di una interpretazione data cinti sacri che rispettavano precise for- piuti; nessuna fonte letteraria, epigra-
ad un’iscrizione in lingua osca, identi- me e dimensioni - ove si svolgevano i riti. fica o iconografica è riconducibile a que-
ficò Pietrabbondante con la capitale dei Si può parlare di architetture dedicate al sto luogo, non sappiamo neppure la sua
Sanniti-Pentri: Bovianum Vetus. culto, di templi destinati ad ospitare l’ef- antica denominazione.
Il governo borbonico, nel 1857, fi- fige della divinità e di edifici connessi, Le prospezioni archeologiche hanno
nanziò degli scavi che, con fasi alterne, solo a partire dal IV secolo a.C. rilevato diverse fasi edilizie che vanno
si protrassero anche dopo l’unità d’Ita- Il santuario federale di Pietrabbon- dal V al I secolo a.C, alcune attestate
lia, fino al 1913, riportando alla luce i dante era, sicuramente, il più importante solo dalla presenza di materiali ma non
ruderi del tempio minore (convenzio- di tutto il Sannio Pentro (che doveva an- dal permanere delle strutture.
nalmente definito A) e del teatro. noverarne diversi, a giudicare dai ruderi Sul sito attualmente occupato dal tea-
Ma fu solo nel 1959 che si intraprese rinvenuti a Campochiaro, San Giovan- tro era in principio collocato un recinto
una campagna vera e propria, con ri- ni in Galdo, Vastogirardi e Schiavi sacro (un’area quadrata di circa 55 me-
gorosi metodi scientifici, sotto la dire- d’Abruzzo), un centro religioso e politico tri per lato); successivamente, nel III se-
zione di Adriano La Regina, allora in cui convenivano le popolazioni ed i colo, venne eretto un tempio di raffina-
Ispettore presso le Antichità dell’Abruzzo Meddices Tutici (magistrati supremi) per ta architettura in stile ionico, saccheg-
e Molise: si scoprì il tempio maggiore cerimonie, assemblee e concili, un giato e distrutto da Annibale (dopo la bat-
(convenzionalmente definito B) e, cosa monumento simbolico che mirava ad af- taglia del lago Trasimeno, 217 a.C.) che
importantissima per l’indagine storica, fermare la potenza della nazione san- intese così punire i Sanniti Pentri, in quel
si asportò il terreno nelle aree circo- nitica nei confronti dei Romani. frangente alleati con Roma.
stanti al teatro e ai due templi. Tra i compiti svolti dal Meddix Tuticus, L’importanza sacrale dei luoghi ven-
Quest’ultima operazione permise di eletto tra gli aristocratici con un man- ne riconfermata alcuni decenni dopo con
confutare la tesi allora imperante circa dato di un anno, vi era quello di pro- la costruzione del tempio piccolo e, in
seguito, del poderoso complesso tea-
Pietrabbondante, area archeologica. tro-tempio grande.
Il tempio minore A (m 12,20 x 17,70,
in un’area scavata di m 18 x 27,5), in
cattivo stato di conservazione, risale al
principio del II secolo a.C. ed è il più an-
tico degli edifici rinvenuti; posto su un
podio (elevato m 1,65) mostrava una
cella (naós) preceduta da un vestibolo
delimitato sulla fronte da quattro co-
lonne (pronao tetrastilo) e su ciascun
fianco da due colonne.
Due ingressi laterali permettevano di
accedere all’atrio e quindi alla cella (m
9 x 11,50) ove era collocato il simula-
cro di una divinità di cui, oggi, non co-
nosciamo il nome.
Nelle vicinanze sono venuti alla luce
parte del fregio dorico che correva so-
pra l’architrave e parte del cornicione
38 • STORIA E ARCHEOLOGIA
N. 3/2010

Tempio A (ricostruzione virtuale Capware)

Teatro, cavea

Complesso teatro-tempio B (rielaborazione su grafica Capware) Teatro, ruderi dell’edifico scenico

con protomi leonine oltre a numerose e con marrone sulla base - si sono tro- Ai lati del tempio si svolgevano due
armi e tre elmi attualmente conserva- vate tracce di questi colori - e rag- porticati continui che immettevano in
ti al Museo Archeologico Nazionale di giungevano un’altezza presumibile di ambienti, connessi al culto o al com-
Napoli. ben 12 metri. mercio, di dimensioni diverse.
Un porticato lungo 48 metri, occupa- La cella presentava tre ambienti se- Il teatro, realizzato con calcare duro,
to verosimilmente da botteghe a schie- parati, di cui quello centrale più gran- è in buon stato di conservazione. Adot-
ra e ambienti di servizio, collegava il de, muniti di porte; la pavimentazione ta un modello allora piuttosto diffuso
tempio piccolo agli altri monumenti. era in mosaico di colore bianco, privo in Italia meridionale, simile a quello dei
Il complesso teatro-tempio grande, ri- di decori. teatri di Sarno e Pompei; utilizza nella
spondente ad un progetto unitario, ven- Al di sopra delle colonne correva un fre- plastica lo stile ellenistico, molto am-
ne messo in opera tra la fine del II e l’ini- gio di tipo dorico sovrastato da una cor- mirato ed imitato anche dai Romani, e
zio del I secolo a.C., occupando l’area nice piuttosto aggettante; il tetto era co- si compone essenzialmente di due par-
delle costruzioni, ormai ridotte in rovine, perto da tegole e coppi di varie misure. ti: cavea ed edificio scenico.
del III secolo. Tale schema architettoni- Una lamina in bronzo, qui rinvenuta, La cavea, parzialmente scavata nel
co non è raro e possiamo trovarlo in di- con dedica alla Vittoria porta a presu- pendio, è limitata da poderosi muri in
versi altri santuari italici di età ellenistica mere che il tempio fosse intitolato pro- opera poligonale, che si concludono, sul
(Cagliari, Tivoli, Gabi, Palestrina). prio a questa dea. lato interno, con telamoni inginocchia-
Il tempio maggiore B (m 22 x 35) è La data di costruzione - compresa tra ti (le braccia sollevate fanno presumere
situato su un alto podio (m 3,55); sa- il 100 e il 90 a.C. - si può ricavare da che sorreggessero altri elementi de-
lendo la scalinata centrale, formata da un’iscrizione osca incisa sul fianco si- corativi); la parte inferiore presenta tre
tredici scalini, si accedeva al pronao so- nistro del podio: ricorda il magistrato G. ordini di gradini: il primo dal basso, ima
stenuto da otto colonne: quattro sulla Stazio Claro (Staatiis Klar) - ricco, di stir- cavea, è formato da tre file di sedili in
fronte, una per ciascun fianco e due in pe illustre, noto per la sua partecipa- pietra, dotati di schienale sagomato, cia-
antis (davanti alla porta principale del- zione alla guerra sociale, poi fedele a scuna chiusa alle estremità da termi-
la cella). Queste, di tipo corinzio, era- Silla e senatore romano - che lo fece nali scolpiti a forma di grifone (ne ri-
no forse tinteggiate con rosso sul fusto costruire, in parte a sue spese. mangono in sito quattro e il frammen-
STORIA E ARCHEOLOGIA • 39
N. 3/2010

to di un quinto, tutti privi delle teste for- Il santuario ebbe tuttavia vita breve,
se andate perdute); il secondo, media le attività cessarono in età augustea ed
cavea, si compone di due file di sedili i culti vennero trasferiti in altra sede, pro-
senza spalliera, sempre in pietra, ed è babilmente nella vicina Terventum.
suddiviso in sei settori mediante cinque L’area, semisepolta già nel II secolo, fu
brevi scalinate; il terzo, summa cavea, utilizzata come necropoli nel III (sono
oggi ricoperto dal manto erboso, era un state rinvenute una dozzina di tombe
tempo occupato da panche in legno. con corredo molto povero).
Dell’edificio scenico (m 37,3 x 10,20) Nel Medioevo, a poca distanza, at-
Teatro, telamone di destra
rimane molto poco, sufficiente, però, per torno a tre imponenti rocce (“morge”)
ricostruirne l’aspetto: il palco (pulpitum), incominciò a sorgere un piccolo im-
alto circa 2 metri e profondo 4,15, pre- pianto urbano e il “Calcatello” divenne
sentava sul muro di fondo (frons scae- una sorta di cava di pietre come testi-
nae) tre porte, fiancheggiate da semi- moniano i grossi blocchi ed i numero-
colonne ioniche e cornici sagomate si elementi decorativi di spoglio che si
(come nei teatri di Epidauro e Priene), possono osservare sui muri di alcune
che permettevano di raggiungere sia sei abitazioni e della chiesa di Pietrab-
piccoli ambienti (ognuna conduceva a bondante.
due camerini) destinati agli attori e a co- Mancano oggi gli elevati di tutti i fab-
loro che officiavano i culti o presiede- bricati (dipinti di bianco - per simulare
vano le assemblee, sia l’esterno del tea- il marmo - o di vivaci colori), le deco-
tro. In dieci blocchi forati, posti a filo del- razioni, le metope, i rilievi dei frontoni
la fronte interna e ancora ben visibili, che, sicuramente, creavano effetti pla-
venivano alloggiati, all’occorrenza, al- stici e pittorici di straordinario impatto
trettanti pali lignei che consentivano di emotivo.
sostenere fondali dipinti. Ma ciò che resta di questo santuario
Il teatro presentava diversi accessi: senza nome, tornato dall’oblio del
Teatro, telamone di sinistra
due nella parte bassa che, passando tempo, ci parla di ieri, di quando due-
sotto archi monumentali, immettevano mila anni fa il luogo era affollato di pel-
nell’iposcenio e nella platea semicir- legrini giunti da tutto il Sannio, con ogni
colare non pavimentata (orchéstra, ori- mezzo: a cavallo, a dorso di mulo, sui
ginariamente destinata dai Greci alle carri, a piedi, percorrendo strade aspre
evoluzioni del coro) e consentivano di in territori impervi.
prendere subito posto nella ima cavea Pellegrini che pregavano, portavano
o, salendo delle scale con gradini con- ex voto, compravano materiali per le of-
centrici, di giungere in un corridoio la- ferte e vettovaglie nelle botteghe ma an-
stricato (praecinctio) e, quindi, nella me- che condottieri, politici affaccendati nel
dia cavea; tre nella parte alta, uno cen- preparare discorsi, proporre alleanze,
trale e due laterali, che immettevano di- studiare leggi, preparare complotti. Un
rettamente nella summa cavea; tre più mondo rumoroso e colorato inimmagi-
piccoli, posti dietro l’edificio scenico, ri- nabile a chi visita oggi le silenziose ro-
servati agli attori e agli addetti ai ca- vine inserite scenograficamente nel pae-
merini e al palcoscenico. saggio…

Teatro, arco che immette alla ima cavea

Teatro, muro in opera poligonale Teatro-tempio B, veduta generale con il monte Saraceno sullo sfondo
40 • SOCIETÀ
N. 3/2010

Alessandro Corropoli

Società che lì aveva fatti partire in-


gannandoli, poi continuava così:
«L’esempio pur troppo non ha giova-
to. Da qualche tempo una folla d’ita-
liani ha invaso la nostra città: essi si
trovano a 3000 miglia dal loro paese,
in mezzo ad una popolazione ad essi
straniera per l’origine, i costumi, il lin-
guaggio. Fin qui essi non ci hanno de-
stato che la curiosità; ma questo sen-
timento deve mutarsi in pietà quan-
do si sappia che sono vittime di un’in-

Clandestini fame speculazione. Sembra che da al-


cuni mesi una agenzia di Montréal fac-
cia percorrere l’Italia da suoi specia-
li incaricati i quali con seducenti pro-

nelle Meriche
opo i fatti tragici di Rosarno da un suo corrispondente, Eugenio Bal-
messe di protezione e di grossi gua-
dagni indurrebbe i contadini a venire
in Canada. Si dà loro ad intendere che
in questi paesi i lavori abbondano e
il denaro non manca e si promette loro

D molte sono state le prese di


posizione a difesa degli im-
migrati africani, altrettante quelle
zan, per un reportage d’inchiesta sul-
le speculazioni fatte sulla pelle degli
emigrati italiani. Il direttore del Corriere,
di occuparli appena siano qui. Molti
di essi guadagnano tanto da poter vi-
vere discretamente in Italia; ma pure
contro. Nella nostra regione si è tor- Luigi Alberini, seguiva così una tradi- sono partiti nella speranza di trovare
nato a parlare del caso dimenticato zione già consolidata nel giornale mi- da noi una sorgente di ricchezza per
di Radu Gheorge, rumeno 35enne mor- lanese, che fin dal 1882 aveva invia- sé e per le famiglie. Chi li arruola a-
to nella campagne di Campomarino to negli Stati Uniti un redattore, Dario veva l’interesse a prolungare, il più
mentre era intento nella raccolta dei Papa, per denunciare le condizioni de- possibile, il loro viaggio perché quan-
pomodori. Era il 29 luglio 2009. È sta- gli italiani ridotti a fare i mestieri più to più guadagnavano le società di tra-
to ripreso, giustamente e finalmente, umili, come raccogliere le immondizie. sporto, tanto più poteva guadagnare
da uno dei direttori di questa rivista Responsabile di un’indagine delicata, egli stesso. Così si è fatto loro tra-
con un attento articolo che attraver- Balzan si insinua tra le fila degli emi- versare la Svizzera, il Belgio, e l’In-
so le parole della vedova Gheorge ci grati fin dalla partenza. Parte da Mi- ghilterra finchè a Liverpool sono sta-
faceva rivivere gli ultimi giorni del ma- lano, si imbarca a Liverpool, arriva a ti imbarcati per Halifax. Infatti si può
rito ma anche della sua tragica fine Montreal va a New York, e dopo 40 gior- venire in Canada per gli Stati Uniti
e dell’indifferenza che le istituzioni han- ni ritorna. Intanto trasmette al Corriere spendendo meno di quanto si è fat-
no dedicato alla famiglia Radu (il Pon- una serie di articoli pubblicati dalla Fon- to spendere ai nostri emigranti ed ab-
te, gennaio 2010). dazione Corriere della Sera con il titolo breviando anche il viaggio. Però si deve
Quello che segue, invece, è una Ro- “Eugenio Balzan. L’emigrazione in tener presente che una buona parte
sarno al contrario dove gli immigrati sia- Canada nell’inchiesta del Corriere, di questi emigranti manca dei requi-
mo noi italiani sfruttati e costretti ai 1901”. Di seguito pubblichiamo uno siti necessari per poter sbarcare ne-
lavori più umili. Questa testimonianza stralcio significativo. gli Stati Uniti». La Presse aggiungeva:
ricorda tanto la tratta dei romeni e po- Delle miserie dei nostri emigranti si «Si è speculato su quei disgraziati
lacchi durante la raccolta dei pomodori occupano naturalmente tutti i giornali. come un negoziante di bestiame spe-
nel nord della Puglia e nel Basso Mo- La Presse, per non citarne uno, pub- cula sul gregge. Per mezzo di circolari,
lise dove seducenti avvisi di lavoro af- blicò un articolo intitolato “Un’onda lettere e telegrammi pieni di grosse
fissi nei paesi di origine invitavano a d’italiani vittime della speculazione promesse bugiarde si sono tolti ai loro
venir a lavorare in Italia con la pro- d’un’agenzia d’immigrazione senza co- focolari. Essi hanno attraversato una
messa di ricche retribuzioni e vita agia- scienza – La miseria e la fame aspet- parte d’Europa, hanno attraversato
ta. Come sappiamo anche tramite la tano coloro che sono attratti qui da fal- l’Oceano, hanno superato una gran-
morte di Gheorge tutto ciò è solo uto- se notizie”. Ricordava come parago- de distanza anche nel Canada per ap-
pia. Utopia che il giornalista e scrittore ne i canadesi che nel 1896 avevano prendere finalmente che erano stati
Alessandro Leogrande descrive be- abbandonato le loro famiglie e si era- canzonati. Il lavoro promesso non esi-
nissimo nel suo libro Uomini e Capo- no recati nel Brasile dove molti di essi steva ad Halifax, né a Montrèal, e non
rali. Tutto ha inizio nel 1901 quando avevano trovato la morte, ricordava la si troverà in nessun luogo per la mag-
il Corriere della Sera inviava in Cana- forte condanna che si era inflitta alla gior parte di essi».
SOCIETÀ • 41
N. 3/2010

Carmine Travaglini

Danno valore alla vita e si


propongono di migliorarne il
più possibile la qualità, fino
all’ultimo istante, attraverso il
sollievo dalla sofferenza in
tutti i suoi aspetti: fisici,
psicologici, relazionali, sociali,
spirituali e di dare conforto e
sostegno alla famiglia,
durante la malattia e,
successivamente, nel lutto.
Nel contempo non si
Il sistema a rete oppongono alla morte,
perché evento naturale. Esse
si contrappongono

delle cure palliative all’eutanasia e


all’accanimento terapeutico.

li e di dare conforto e sostegno alla

N
onostante gli innegabili pro- Palliative (da pallium: mantello) di ma-
gressi della medicina, sono trice anglosassone (a Londra il primo famiglia, durante la malattia e, suc-
sempre più numerosi i malati hospice diretto da Dame Cecily Saun- cessivamente, nel lutto. Nel con-
che affrontano la fase terminale del- ders, madre delle cure palliative in tempo non si oppongono alla morte,
la loro malattia, prima tra tutte il can- Europa, è stato istituito nel lontano perché evento naturale. Quindi, esse
cro, caratterizzata da una progressi- 1963), sono state rimesse al centro si contrappongono all’eutanasia e al-
va perdita di autonomia, da sintomi del processo assistenziale la perso- l’accanimento terapeutico. Sulla spin-
fisici, primo tra tutti il dolore, da bi- na malata e la sua famiglia e sono ta di questo mutato pensare e della
sogni psichici, sociali e spirituali che stati riconosciuti l’“identità clinica” e impellente necessità di razionalizza-
coinvolgono anche la famiglia met- il “diritto di appartenenza” di questi re la spesa sanitaria, lo Stato ha pro-
tendo in crisi la rete delle relazioni so- malati. Si è passati dal “to cure” - cu- mulgato un voluminoso corpo di leg-
ciali ed economiche del malato e dei rare la malattia - al “to care” - pren- gi in materia di assistenza al malato
suoi cari (“dolore totale”). Fino a po- dersi cura della persona malata in tut- terminale (legge 39/99 di istituzio-
chi anni fa, essi trascorrevano l’ulti- ti i suoi bisogni – ponendo le basi di ne e di finanziamento degli hospice;
mo tratto della loro esistenza in una Medicina “umana”. Conferenza Unificata Stato-Regioni del
un’atmosfera di abbandono, tra l’im- Le cure palliative danno valore alla 19/04/2001; D.P.C.M. del 29 no-
potenza del medico curante e l’inap- vita e si propongono di migliorarne il vembre 2001-LEA-) obbligando le re-
propriatezza dell’ospedale, senza un più possibile la qualità, fino all’ultimo gioni a realizzare strutture e servizi loro
riferimento assistenziale certo e com- istante, attraverso il sollievo dalla sof- “dedicati”. Infatti, a partire dagli ini-
petente. Negli ultimi anni, invece, con ferenza in tutti i suoi aspetti: fisici, psi- zi anni 2000, si è avviata su tutto il
la crescita del movimento delle Cure cologici, relazionali, sociali, spiritua- territorio italiano, con la naturale di-
versa velocità tra le regioni, la realiz-
zazione di una “rete” di servizi e di
strutture, pur diversi nei modelli, ma
tutti accomunati dai principi delle cure
palliative, rappresentati dall’ambu-
latorio, dall’assistenza domiciliare
(ADI – assistenza domiciliare integrata
e OD -ospedalizzazione domiciliare) e
dall’hospice al cui interno il malato vie-
ne guidato durante l’evoluzione della
malattia, in rapporto al mutare dei suoi
bisogni e di quelli della sua famiglia.
In questi servizi opera un’equipe in-
terdisciplinare costituita da medici, in-
fermieri, psicologi, assistenti sociali,
fisioterapisti, operatori socio-sanita-
42 • SOCIETÀ
N. 3/2010

ri, assistenti spirituali, ausiliari, vo- hospice ed oltre 1600 pl, a fronte dei
lontari. Essa è l’unica in grado di po- 250 hospice e 2736 pl previsti, a re-
ter dare risposta alla multidimensio- gime, per la fine del 2008. Una del-
nalità dei bisogni del malato e della le maggiori criticità, già evidenziata e
sua famiglia, in contrapposizione al- paventata per il futuro, è la costruzione
l’equipe della medicina curativa tra- di hospice senza la necessaria im-
dizionalmente rappresentata dall’in- plementazione della rete delle cure do-
fermiere e dal medico. Circa l’80% di miciliari. È chiaro che i due servizi sono
questi malati può essere assistito a complementari e non alternativi. In Mo-
domicilio, luogo preferito dal malato lise, i malati oncologici assistibili nel-
stesso e dalla famiglia e privilegiato l’ambito dei servizi di cure palliative
dal legislatore, mentre il 20% richie- sono circa 630 per anno. Gli assisti-
de ricovero in hospice per l’elevata bili a domicilio sono circa 500, men-
intensità dei problemi clinici e/o per tre quelli che necessitano di ricovero
l’insufficienza socio-familiare. in hospice sono circa 130. Se si con-
In Italia, attualmente, i malati ter- siderano anche i malati non oncologici
minali assistibili sono circa 250- le cifre vanno raddoppiate. La regio-
300.000 anno, in parte uguale, on- ne Molise ha attivi sul suo territorio
cologici e non oncologici, ma l’atten- due servizi dedicati alle cure palliati-
zione delle cure palliative è rivolta prin- ve: l’ODO (ospedalizzazione domiciliare
cipalmente ai malati terminali onco- oncologica) e l’hospice “MTDC”.
logici. L’offerta dei servizi di cure pal- L’ODO, attivo a regime dal 2003, as-
liative è irregolare ed insufficiente sul siste, sull’intero territorio regionale, cir-
territorio nazionale, con una prevalenza ca 250-280 malati all’anno, la metà
di servizi e strutture al centro-nord ri- circa degli assistibili. È d’obbligo ri-
spetto al sud. Ad oggi, sono attivi 160 levare alcune significative criticità
SOCIETÀ • 43
N. 3/2010

L’ospedale è chiamato ad altri compiti.


Il medico, per il suo naturale ruolo di
“curante”, abbia più di ogni altro il do-
vere, ma anche il privilegio, di acce-
lerare il processo di cambiamento dei
comportamenti e delle scelte avviato
dal movimento delle cure palliative.
Nello stesso tempo, ove questo non
accadesse, egli sarebbe l’ostacolo
maggiore all’affermazione del diritto del
malato di affrontare con dignità la pro-
pria morte. È anche vero, tuttavia, che
non poche volte, sono il malato e la
famiglia a far resistenza al passaggio
in hospice, percepito, a differenza del-
l’ospedale, come abbandono della
speranza. In questi casi è doveroso da
parte del medico assisterlo adottan-
do i principi delle cure palliative. A tal
proposito, nella maggior parte degli
ospedali inglesi questa è già pratica
clinica. Questo progetto prende il
nome di “Liverpool Care Pathway”, con
l’obiettivo di preparare operatori sa-
nitari, che lavorano al di fuori dei ser-
vizi di cure palliative, ad adottare cri-
teri assistenziali propri di questi ser-
come l’insufficienza di personale; la viato in hospice (D. M. del 22 febbraio vizi, per garantire ai malati morenti le
scarsa integrazione con i servizi sociali; 2007, n. 43) e poi la diseguale frui- cure appropriate. La resistenza cul-
la discontinuità di intervento; la diffi- zione della struttura da parte delle aree turale, unita alla minore penetrazione
cile integrazione con il MMG; la man- più interne della regione. Nei confronti del messaggio in aree più lontane del
canza di una politica di formazione del dell’accesso all’hospice, come è ac- nostro territorio regionale, è alla base,
personale; l’assenza di dimissioni caduto in altre regioni, esiste una bar- anche, della minore fruizione della
ospedaliere protette; il ricovero tardivo riera squisitamente culturale che ri- struttura da parte di malati provenienti
del paziente; lo scarso coinvolgi- guarda il malato e la famiglia. Ma coin- da queste aree, anche se è innegabile
mento del volontariato. È necessario volge anche i medici sia di famiglia che il ruolo delle caratteristiche geografi-
implementare la rete dei servizi di cure specialisti. I medici, a distanza di cin- che e demografiche del nostro terri-
domiciliari, come già indicato nella DGR que anni dall’attivazione dell’hospice torio. Per tutti questi motivi è neces-
n. 556 del 30 maggio 2007 intitola- MTDC e a fronte di una comunicazio- saria una politica che implementi la cul-
ta “Sistema di Cure Domiciliari”, mo- ne battente sulle tematiche di fine vita tura delle cure palliative presso i
dificata con DGR n. 366 dell’8 e sulle cure palliative, fanno sempre medici e la popolazione generale,
aprile 2008 e assorbiti nel PSR la stessa fatica ad accettare i limiti del- con l’istituzione di una “Rete Regionale
2008/2010. Questa scelta è ancor la medicina “curativa” e ad inserire in di Cure Palliative”, allo scopo di ga-
più necessaria in questo momento sto- “tempi precoci” i loro malati nel per- rantire alla popolazione della nostra re-
rico della sanità regionale messa di corso assistenziale loro dedicato. Il più gione un’equilibrata disponibilità di ser-
fronte all’obbligo di ridisegnare la delle volte, questi finiscono in ospe- vizi che sia rispettosa degli orienta-
sua strategia. L’hospice “(MTDC)”, dale dove non solo occupano un po- menti ministeriali, della letteratura
con sede a Larino, attiva dal genna- sto letto per acuti, ma non ricevono, scientifica, della volontà del malato e
io 2005, ha una disponibilità di 16 po- a differenza di quanto essi e i loro fa- della sua famiglia nonché dell’equili-
sti-letto ed è capace di garantire miliari credano, la cura migliore. Infatti, brio economico e favorisca la piena in-
l’ospitalità a 275-300 malati all’anno spesso, vengono assistiti con moda- tegrazione di questa rete di servizi al-
e, quindi, di coprire il fabbisogno del- lità più adatte ad un malato acuto, con l’interno del più ampio sistema di of-
l’intera regione (D. M. del 22 febbraio il rischio di un accanimento terapeu- ferta sanitario della nostra regione
2007, n. 43). Attualmente esso as- tico, o, al contrario, abbandonati, (DDL sulle Cure Palliative e sulla Te-
siste circa 150 malati all’anno. senza un adeguato controllo del dolore rapia del Dolore, in approvazione in se-
Nell’analisi di questi dati emergono e lontani da un’atmosfera di acco- conda lettura alla Camera, PSR
due criticità importanti. In primo luo- glienza comprensiva di sostegno psi- 2008/2010).
go il ritardo con cui il malato viene in- cologico per loro e la loro famiglia.
44 • TRADIZIONI
N. 3/2010

Elisabetta Esposito

Il Cervo ri-vive Torna a Castelnuovo al


Volturno l'antichissimo
Carnevale tra folklore,
mistero e magia

e esiste un regno utopico narde, è possibile assistere alla ma- ornato da campanacci. Inizia così

S dove il popolo penetra in un


universo simbolico di libertà,
uguaglianza e abbondanza che si op-
nifestazione de Gl’ Cierv dove le parole
e i gesti di propiziazione o di impre-
cazione hanno, a livello psicologico, l’ef-
una sarabanda circolare attorno alla
piazza a cui prenderanno parte altri per-
sonaggi della tradizione mitico-popo-
pone alle radici materiali del mondo ficacia di un magico richiamo ad un lon- lare in una lotta simbolica, oggetto del
tramite simboli di fertilità, rinascita e tano passato. Tornano l’eco e i sim- dualismo altalenante tra luce e tene-
crescita, questo è proprio il regno del boli di antichissimi riti pagani. La rap- bre, bene e male, uomo e bestia.
Carnevale. Nella storia di ogni tempo presentazione è una pantomima che Momento chiave della pantomima
l’uomo ha sempre lottato contro le for- narra le vicende di un’animale mitico: sarà l’entrata in scena del cacciato-
ze della natura, temibili per la loro vio- l’Uomo-Cervo, sceso in paese per sfug- re, deus ex machina della storia dal po-
lenza, fino a quando il progresso e le gire ai rigori dell’inverno. tere ambivalente di dare la morte e re-
rivoluzioni industriali e tecnologiche lo Dopo il tramonto sinistri rumori so- stituire una nuova vita. Il cervo ucci-
hanno posto in una posizione di pre- praggiungono dalla parte alta del so rivivrà. Il soffio vitale del cacciato-
minenza nei confronti dell’ambiente. borgo: sono il tintinnio dei campanacci re, nell’orecchio della bestia, lo farà
Nella festa del Carnevale, del caos pri- suonati dalle Janare, le streghe, oscu- rivivere in una rinascita simbolo di
migenio e del disordine, vengono rie- re messaggere di un avvenimento che espiazione, di riscatto e di purifica-
vocati valori e paure ancestrali attra- di lì a poco sconvolgerà il piccolo bor- zione. Un’antica parabola di morte e
verso linguaggi grotteschi che si op- go. Un grido allarmato risuona greve rigenerazione della natura, una com-
pongono al vigente sistema costitui- nell’aria: Gl’ Cierv! Gl’ Cierv! cresce l’ani- memorazione che porta in sé evidenti
to, volti a creare un momento collet- mazione e la folla stravolta dal fra- tracce di antichi culti come quello di
tivo di catarsi: uno stato di confusio- stuono accoglie l’arrivo della Bestia. Dioniso, dio che ogni anno moriva e
ne che precede una nuova rinascita. L’essere selvatico, esterno alla vita an- rinasceva come la vegetazione. È un
Per capire il Carnevale di Castel- tropotizzata, col suo arrivo provoca il Carnevale misterioso, tragico e affa-
nuovo bisogna rifarsi alla credenza, ai caos: egli è il male da combattere, è scinate quello di Castelnuovo al Vol-
miti e ai riti della cultura pastorale ti- l’energia violenta, primitiva. La sua pre- turno che ogni anno coinvolge emoti-
pica dell’Italia centrale. Nell’ultima do- senza scenica è notevole: bramisce, vamente l’intera comunità, tenuto
menica del Carnevale, all’imbrunire, in- si scuote in una selvatica danza, in un vivo dall’associazione culturale “Il
camminandosi negli stessi luoghi la folle dimenarsi e rotolarsi coinvolgendo Cervo” in uno spettacolo entusia-
cui bellezza aveva rapito Charles e talvolta travolgendo il pubblico. Il suo smante in cui mito e tradizione po-
Moulin (1869-1960) pittore francese aspetto è particolarmente impres- polare si uniscono per raccontare la
che decise di trasferirsi per il resto del- sionate: l’attore è coperto di pelli con storia di una delle maschere del Car-
la sua vita nella piccola frazione di Roc- grandi corna ramificate sul capo, il vol- nevale tra le più importanti in tutto il
chetta a Volturno, ai piedi delle Mai- to e le mani dipinte di nero e il petto Molise.
SOCIETÀ • 45
N. 3/2010

Guerino Trivisonno - Fidas Larino, Avis di S. Martino in Pensilis, Croce Rossa Larino

Si è costituita
la Fidas Molise
I
l 6 dicembre 2009 è nata nel Mo- il padre dell’ultimo bambino estratto ciazione giovane per i giovani, dove loro
lise, a Colletorto, una nuova as- vivo dalle macerie della scuola di San saranno protagonisti del loro essere
sociazione di donatori di sangue, Giuliano. Il signor Licursi, diventato do- presenti, ha inteso stabilire le prime re-
la Federazione Italiana Associazioni Do- natore di sangue per merito del figlio gole che saranno valide su tutto il ter-
natori di Sangue. Presenti al battesi- (per lui otto interventi ortopedici, tre ritorio molisano. I presidenti delle va-
mo Aldo Ozino Caligaris, presidente na- anni e mezzo di sedia a rotelle) ha spin- rie sedi dovranno essere tutti donatori
zione della Fidas, noto pediatra e to il padre verso la strada della soli- di sangue effettivi. I politici, di nessun
scienziato italiano; il vice presidente An- darietà. Presente anche il Cavaliere colore, saranno chiamati a conse-
tonio Bronzino e molti dirigenti regio- Odero Bisacci, donatore di ben oltre gnare medaglie, coppe, o trofei di lat-
nali. Presenti il sindaco Tosto di Col- 315 donazioni. Testimonianze uniche ta. Ma potranno partecipare alle feste
letorto e il presidente del consiglio co- nel novero della solidarietà, pronte a dei donatori solo se donano sangue.
munale Michela Spina; Guerino Trivi- garantire ai giovani un esempio vivo, È finita l’epoca delle passerelle nata-
sonno, responsabile del centro tra- trasparente, concreto. L’esempio di Fa- lizie. Ogni paese potrà avere anche con
sfusionale di Larino; Filomena Zurlo e cebook, il noto social network, inizia- pochi donatori la sua sede associati-
Rita Palma, dottoresse del Centro to da qualche mese con le foto dei do- va. I donatori di Ururi, Casacalenda e
Trasfusionale di Larino. Il convegno sul- natori giovani che donano sangue Colletorto e Larino stanno iscrivendo-
la solidarietà, che ha visto la presen- non vuol essere sfoggio narcisistico di si. In pochi giorni si sono superati già
za della signora Bianco Biondi, espo- “bamboccioni” che vogliono apparire. i cento iscritti. Per diventare soci FIDAS,
nente del Volontariato molisano, è sta- Il gruppo di Facebook costituito da chi basta sottoscrivere il modulo a di-
to il fiore all’occhiello di questa pre- scrive questa nota, con il titolo signi- sposizione nei centri trasfusionali. È un
gevole e giusta iniziativa. C’era anche ficativo: Donatori Sangue, ha avuto già diritto dichiarare di voler essere iscrit-
Franco Ianiri, probabilmente il primo tes- moltissime adesioni, tutte di giovani ti alla FIDAS del proprio paese. Questo
serato Fidas del Molise, iniziatore e col- che vogliono essere protagonisti del- è un altro grande vantaggio, cosi i bi-
legamento con i vertici nazionali, ma- la solidarietà concreta ma che voglio- lanci associativi potranno essere fa-
rito della maestra deceduta il 22 0tto- no anche trasparenza dei bilanci del- cilmente controllati e il ritorno per il pro-
bre 2002 a San Giuliano. Era presente le associazioni. La FIDAS, un asso- prio comune è assicurato.
Tommaso Evangelista

Mario Vacca,
foto ed emozioni
È un veterano di quest’arte peggiano, come dei veri e propri dipinti, ha esposto anche al Louvre, e da Mi-
spesse volte considerata svariati scatti. Più che un’intervista la chele Wolf in cui ho ulteriormente ap-
minore e tra i più stimati nostra è subito una gradevole conver- profondito le tecniche del ritratto in re-
fotografi della regione. Che la sazione. lazione anche all’illuminazione. Lo sta-
sua attività non sia Sono rimasto colpito da queste foto; ge che ho più apprezzato, però, è sta-
semplicemente un lavoro si intuisce subito che il tuo lavoro vada to quello svolto da Nancy Fina, celebre
come un altro lo si intuisce, ben oltre la fredda documentazione del- fotografa americana di moda e pub-
immediatamente, entrando l’evento. blicità.
nel suo studio dove La bellezza di una foto, come di una Conosco gli scatti di Fina, è un’artista
campeggiano, come dei veri e pittura, risiede nei sentimenti che rie- eclettica che coniuga, con una sensibilità
propri dipinti, svariati scatti. sce ad evocare. Quando scatto, io per unicamente femminile, un profondo sen-
primo devo percepire qualcosa di uni- so estetico e un’armonia di luce e cro-
ome esprime bene Susan Son- co nel momento che sto immortalan- mie. La componente dell’immagine

C tag “la vita non è fatta di par-


ticolari significanti, non è illu-
minata da un flash e non è fissata per
do e questo qualcosa riesco a coglierlo
affidandomi alla spontaneità delle per-
sone. Non cerco l’artificiosità delle pose
o dei gesti, bensì i legami più intimi.
che la attira di più è il colore. Tu cosa
preferisci tra il bianco e nero e il colo-
re e cosa cercano, invece, gli sposi di
oggi?
sempre. La fotografia sì”. In questa riga
si cela tutta l’unicità della fotografia in Come è iniziata e si è sviluppata la tua Considero il bianco e nero e il colo-
quanto arte che, nell’epoca della sua carriera di fotografo? re come due binari paralleli ma diffe-
riproducibilità tecnica, è riuscita a con- Premetto che sono un autodidatta an- renti, due strade ugualmente valide per
ferire concretezza estetica al reale. Poi- che se in famiglia, stranamente, si è arrivare ad uno scopo, che poi è pret-
ché il momento della scelta rappresenta sempre respirata la cultura della foto- tamente figurativo. Il colore, diciamo, è
il momento cruciale nella produzione di grafia. Mia madre aveva frequentato legato alla modernità ed è di solito il
una fotografia ecco come il fotografo l’istituto d’arte e ricordo, in un tempo più richiesto. Il bianco e nero, invece,
non deve essere inteso semplice- in cui in famiglia grandi lussi non po- ha la proprietà di risvegliare nell’animo
mente come un artefice, un semplice tevano esserci, delle splendide foto su sentimenti legati al passato, ovvero vela
tecnico della luce, bensì come un artista olio, una tecnica molto costosa. Alla le immagini col filtro del ricordo dove
a tutti i sensi. Mario Vacca è un vete- grande passione, naturalmente, ho il colore, pur nella forte carica espres-
rano di quest’arte e tra i più stimati fo- subito affiancato corsi di aggiorna- siva, le appiattisce in una contempo-
tografi della regione. Che la sua attività mento che tuttora continuo a seguire. raneità fine a se stessa. Gli sposi, in
non sia semplicemente un lavoro come Recentemente ho partecipato a due cor- particolare nelle nostre zone, rara-
un altro lo si intuisce, immediatamen- si svolti rispettivamente da Maurice mente guardano alla qualità delle im-
te, entrando nel suo studio dove cam- Bron, un celebre ritrattista francese che magini, interessati al solo fatto di im-
ARTE • 47
N. 3/2010

mortalare il momento. Noto invece che,


rispetto alle impacciate e statiche
coppie di una volta, le coppie odierne
sono molto più dinamiche e spontanee
e si prestano di più al servizio.
Come vedi l’avvento del digitale nel-
la tua professione? Pensi che si sia per-
so o guadagnato qualcosa?
L’analogico permette più profondità
di campo e più “rotondità”. I vecchi te-
leobiettivi permettono di realizzare pri-
mi piani nei quali maggiormente si per-
cepisce il vissuto delle persone. Sono
molto legato a vecchi modelli di mac-
chine fotografiche quali le Hasselblad
e le Raicard 24x36 con obiettivi Zeiss.
Col digitale si può, diciamo, mixare una
certa carica evocativa, si possono
creare immagini estremamente poeti-
che ed elaborate, si può giocare con i
livelli e i colori in una fase di post-pro-
duzione. Si può seguire maggiormen-
te il gusto delle persone. Oggi i giova-
ni fotografi sono molto bravi ma non
hanno la tecnica, quella che ho cerca-
to di apprendere durante tutto il corso
della mia esperienza. Lo sviluppo del-
le macchine digitali ha permesso che
molte persone si accostassero al mon-
do della fotografia ma ha abbassato di
certo la qualità generale. La fotografia
sta cambiando ma bisogna restare le-
gati alla tecnica e allo studio della luce;
le digitali realizzano immagini bellissi-
ma ma che non sono foto. La fotogra-
fia si crea.
Qual è il tuo approccio alla fotografia
e quali sono i tuoi modelli?
Come detto il mio approccio, seppur
da autodidatta, si è evoluto col tempo;
ho studiato le diverse tecniche, l’im-
portanza della luce e della composi-
zione. Per realizzare una buona foto con-
ta tutto questo (le diagonali, la pro-
fondità di campo, la ricerca della sezione
aurea) anche se cerco molto la ca-
sualità, ovvero desidero non studiare
troppo lo scatto per lasciarmi traspor-
tare dai sentimenti e dalle impressio-
ni. I modelli sarebbero molti; mi affa-
scinano tanto le cromie degli impres-
sionisti quanto i chiaroscuri di David Ha-
milton. Da ritrattista guardo, natural-
mente, alla grande ritrattistica rina-
scimentale e barocca. Resta il fatto che
quando scatto devo provare qualcosa.
Non cerco il banale ma l’emozione.

Le foto sono state concesse dal fotografo Mario


Vacca

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