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Ilustration book based on literary works from H. P. Lovecraft. For more info about this project, please visit http://lovecraftblackandwhite.blogspot.com
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Questa è una preview del volume “Lovecraft Black and White” Formato originale A4, 120 pagine, autori italiani e guest star straniere: Tiziano Angri - Matteo Bocci - Roberto Bonadimani - Germano Bon- azzi - Giancarlo Caracuzzo - Onofrio Catacchio - John Coulthart Davide De Cubellis - Pompeo De Vito - Andrea Del Campo - Luca Enoch - Murray Ewing - Christian Fedele - Cosimo Ferri - Francesco Francavilla Dalmazio Frau - Otto Gabos - Nicola Genzianella - Massimo Gia- con - Jasper Goodall - Alex Horley - Emilio Laiso - François Launet Gianluca Maconi - Corrado Mastantuono - Antonio Menin - Menot- ti - Chiara Negrini - Giancarlo Olivares - Giuseppe Palumbo - Da- vide Pascutti - Giulia Pellegrini - Michele Penco - Michele Petrucci - Pasquale Qualano - Luca Raimondo - Massimo Rotundo - Scarletgothica Alessandro Scibilia - Simone Sellecchia - Massimo Semerano - Daniele Serra - Luigi Siniscalchi - Niccoló Storai - Enzo Troiano - Sebastiano Vilella - Andrea Vivaldo - Frederic Volante
Potrete trovare il libro in ven-
dita alla manifestazione “Lucca Comics & Games”
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Le immagini sono di proprietà degli autori.
IL GIORNO GIALLO di Sebastiano Vilella All'improvviso il badile colpì qualcosa di piú morbido della terra. Rabbrividii e fui tentato di uscire dalla buca, nella quale ero immerso ormai fino al collo, poi mi tornó il coraggio e alla luce della torcia elettrica spalai altro terreno. La superficie che misi a nudo era scivolosa come la pelle di un pesce, semivi- trea: una sorta di gelatina in parte imputri- “Ho cercato di ricreare l'atmosfera delirante e dita e pressoché opaca. Continuai a scavare e malsana, la tensione emotiva, il senso estremo di vidi che aveva una forma ben definita, e che la materia era ripiegata intorno a una specie orrore, ma anche una forte spettacolarizzazione di fessura. La parte esposta era grande, piú o descrittiva che caratterizzano la scrittura del meno cilindrica, come un'immensa canna fuma- maestro di Providence. ria da stufa di color biancoazzurro, piegata a gomito e larga settanta centimetri nella Si tratta della scena finale del celebre racconto parte piú ampia. Continuai a scavare, finché tradotto in italiano come La casa sfuggita, tutto a un tratto balzai fuori dalla fossa e aggettivo che nell’originale inglese suona invece cercai di allontanarmi dalla cosa spaventosa: senza perdere tempo rovesciai i due conteni- "shunned". tori di acido solforico e il liquido corrosivo Ho lavorato su un cartoncino grigio ruvido di cm. precipitó nella buca sepolcrale, sull'inim- 20X30, utilizzando matite, inchiostri neri e maginabile mostruositá di cui avevo visto il gomito. tempere bianche.” Non dimenticheró mai il vortice accecante di vapori giallo-verdastri che uscirono dalla Sebastiano Vilella fossa mentre l'acido precipitava. La popola- zione della collina ricorda quel giorno come "il giorno giallo" perché orribili e virulenti fumoni si sprigionarono dagli scarichi del- le fabbriche nel Providence River, ma io so che la provenienza dei vapori era un'altra. Si racconta, inoltre, che un orrendo boato si levó da una condotta d'acqua difettosa oppure dal gasdotto, ma ancora una volta avrei potu- to raccontare la veritá se ne avessi avuto il coraggio. Fu un'esperienza assolutamente ter- rorizzante, e quasi non mi rendo conto di come ne sia uscito vivo. Dopo aver versato anche il quarto contenitore d'acido svenni: avevo dovuto maneggiarlo da solo e i vapori comin- ciavano a infiltrarsi nella maschera antigas. Quando mi ripresi vidi che dalla fossa non uscivano piú miasmi.
La casa sfuggita (1924)
Preview!! MISTERIOSE EVOCAZIONI di Davide De Cubellis La terza porta conduceva a una stanza molto grande, le cui pareti erano completamente coperte di scaffali e al cui centro si tro- vava un tavolo con due lampade. Willett le accese e alla luce brillante che diffondevano esaminó le numerosissime scaffalature. Ver- so il soffitto ce n’erano alcune vuote, ma la maggior parte erano piene di piccoli conte- “Confrontarsi sui testi di Lovecraft e’ sempre nitori piombati, dall’aspetto bizzarro, che si dividevano in due tipi fondamentali: i primi divertente. alti e senza manici come il “lekythos” greco, E illustrare in bianco e nero... e’ sempre divertente.” o fiasca per l’olio; i secondi con un manico solo, dalle proporzioni simili a un’anfora di Falero. Tutti avevano coperchi di metallo ed Davide De Cubellis erano coperti di simboli peculiari, impressi in rilievo In un attimo il medico capì che i contenitori erano classificati con il massi- mo rigore: i “lekythoi” occupavano un lato della stanza contrassegnato da una grande iscrizione in legno su cui spiccava la parola “Custodes”; gli altri occupavano la seconda metá, sotto un’insegna che recava la parola “Materia”. (...) Una sostanza azzurrina piuttosto che gri- gia poteva trovarsi accanto a una biancastra e leggermente rosata, e il contenuto di una qualsiasi anfora sembrava intercambiabile con quello di un qualunque “lekythos”. La carat- teristica peculiare delle polveri era la loro non-adesivitá. Willett poteva farle scorre- re nella mano a coppa e quando le riversava nell’anfora scopriva che sul palmo non era rimasto un solo granello. Il significato delle due insegne lo lasció interdetto, e Willett si chiese perché una si- mile collezione di prodotti chimici fosse ri- gidamente separata da quelli contenuti nelle polle di vetro del laboratorio vero e proprio. “Custodes,”, “Materia”: erano parole latine che significavano Guardiani e Sostanze... (…) Ecco, dunque, cosa contenevano i “leky- thoi”: il frutto di pratiche e riti proibiti. I guardiani erano tenuti in perfetta sottomis- sione, pronti ad essere evocati da un terri- bile incantesimo, a difesa del loro padrone o per interrogare chi non fosse disposto a collaborare spontaneamente...
Il caso di Charles Dexter Ward
(1927) Preview!! LA CONSUNZIONE NEL POZZO di Otto Gabos Tutto era avvenuto nel giro di mezz’ora, ma il collasso, l’ingrigimento e la disgregazione erano giá molto avanzati. Il corpo recava or- ribili segni di sbriciolamento, e i frammenti secchi venivano via a scaglie; Ammi non riu- scì a toccarlo, ma guardó atterrito la distor- ta parodia di quello che era stato un volto. - Che cosa è stato, Nahum... che cosa è stato? “C'e’ il contadino alto e rinsecchito, con la barba - sussurró, e le labbra gonfie ma spaccate dell’altro riuscirono a malapena a sillabare da mormone ma senza baffi, scarpe grosse, occhi un’ultima risposta. cavi intrisi di una luminescenza aliena. Stringe - Niente... niente... il colore brucia... è fred- forte il secchio gravido di morte. C'e’ il pozzo da do e umido, peró brucia... viveva nel pozzo, l’ho visto... una specie di fumo, sì, come i cui risale a mo' di rigurgito l’orrore assoluto. In- fiori la primavera scorsa... il pozzo di notte torno resti di una vegetazione malsana scheletrita luccicava... Thad, Mernie e Zenas... tutto e contorta, mentre la moglie ormai pazza vaga ció che vive... quello gli succhia la vita... era nella pietra, deve essere venuto con la camminando carponi, quasi ululante. Anche lei pietra... poi ha avvelenato tutta la terra... ha gli occhi cavi gonfiati di quella luce malata. Non so cosa vuole... la cosa rotonda che gli Una mia personale “fotografia” su una delle scienziati dell’universitá hanno tirato fuori dalla pietra... e poi schiacciato... era dello sequenze piu’ allucinate e inquietanti della nar- stesso colore, lo stesso ti dico, come i fiori rativa lovecraftiana.” e le piante... dovevano essercene altri... come semi, semi... che sono cresciuti. L’ho visto per la prima volta questa settimana... si è nutri- Otto Gabos to di Zenas... era un ragazzo grande e grosso, pieno di vita... il colore ti entra nel cer- vello e poi ti brucia... nell’acqua del pozzo... Avevi ragione su quell’acqua maledetta... Ze- nas non è mai tornato dal pozzo, e non ha po- tuto allontanarsi... lui ti attira e tu sai che sta venendo, ma è inutile... L’ho visto altre volte, da quando Zenas è stato preso... Ammi, dov’è Nabby? la mia testa non è piú a posto... non so piú da quanto tempo non le porto da mangiare... prenderá anche lei se non stiamo attenti... il colore, voglio dire... a volte, di notte, mi pare che la faccia di Nabby sia giá diventata di quella tinta... brucia, succhia... è venuto da un posto dove le cose non sono come qui... l’ha detto uno dei professori, e aveva ragione... guarda, Ammi, faró altri disastri... succhierá tutta la vita... Ma questo fu tutto. L’essere che aveva parlato non poteva farlo piú perché era completamen- te crollato su se stesso.