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Luca Marconato

I livelli della coscienza

Filo
il
Copyright © 2010. Luca Marconato
Prefazione

L’opera prima di Luca Marconato, I livelli della coscienza, si compone di due parti. La prima, L’operaio della cospirazione, è
una struggente storia di follia e amore, la storia di una fuga in ottava rima (come scrive l’autore nella sua puntuale introduzione, difatti, la
spina dorsale di questa prima parte del libro è l’ottava rima spezzata, utilizzata però, come egli precisa, secondo la curva emozionale del perso-
naggio). A tutto ciò si aggiunge un’attenzione speciale alla forma e al ruolo dei segni che occupano la pagina (lo spazio vuoto della creazione);
Marconato propone disegni intessuti di parole che trascinano il lettore, con inedita persuasione, nel vortice di quel viaggio che il protagonista vive
fra le strade di una città posta sotto la stretta sorveglianza di poliziotti agguerriti, che lo perseguitano senza tregua. E con lui (grazie ai suoi
disegni) finiamo persino (un giorno speciale) in una vasca perfetta in cui le parole galleggiano sulle onde di un tepore a lungo anelato, quello che
Nicole (la donna della gioia e del tormento) offre al ramingo poeta. La seconda e ultima parte de I livelli della coscienza è Malarioterapia:
in essa l’entropia viene chiusa in un cerchio di domande, e trova il suo posto nell’alfabeto poetico di un autore in cerca di una cura, precisamente
di una malarioterapia:

Non ci è permesso, qua


la terra pinta oro
lasciato per noi ora
ma sarà che sarà
perché mi sento dentro
un pianeta, uno stato,
una via, una città

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(scatole dentro scatole senza età)
che vuole
madame
vous etez d’accord, no!?

(Entropia)

Il cerchio di domande che gira intorno a questa silloge è la chiave di lettura di una versificazione “concentrica”, ossia tesa a dilatare il nucleo
centrale di quelle istanze che inevitabilmente abitano il livello profondo di ogni coscienza:
Incerto della vita
Cosa
sono... mi
dove faranno
mi... adesso
trovo il
riesco... chiaro
a capire e
a malapena scuro
le immagini

(Incerto della vita)

Al centro del cerchio dunque abita la coscienza cinta dalle domande che soffocano la voce, che soffocano il gesto, una coscienza tuttavia vigile,
e che approfitta degli spazi fra una parola e l’altra per uscire dalla nicchia, dall’emarginazione del silenzio:

Voi siete la possibilità non avuta


6
Voi siete la cattedra di materie non immaginate
L’abisso in cui non
sono sceso
La faccia inconscia che non ho
barricato in me
La connessione spuria di un ciao
Lo scambio di vissuti
Un no dove sembra
Un sì dove capita
Una gioia e un rimorso
Immaginate siate
Interiorizzate pensate

(Ai lettori)

Ai lettori dunque l’Io lirico apre un piccolo spiraglio sul proprio mondo e come il poeta in viaggio (Ramingo) in cerca di un contatto
(“Porsi a Lei col sorriso appassito / la poesia – per te – io inebetito / – Bellissima ma perché a me? / – Perché sei la mia musa – / – Non
posso tengo un ragazzo – / – ricerco solo contatto / mi rifiutò / me ne andai / per lei / un angolo / di cuore / se ne andò”, Ricerca di
contatto) si offre generosamente a chi abbia voglia di pensare, a chi abbia voglia di interiorizzare (di calarsi nel profondo). Ed è appunto da
uno strappo profondo che si anima l’ispirazione di Luca Marconato, quello strappo che divide il potere dalla gente comune (“quel malo strappo
/ tra il potente e la gente nella storia / della cupidità, cui risultato / è il sospetto. Acuto risultato / di accadimenti che non sono pazzia / ma
son purtroppo tratti dalla storia / dal buon senso così romanzati / nel ragionar dei liberi. Son strappo / nel cuor di chi pensa d’esser giusto
/ ma che non è, e non agisce in giusto / modo”, Conclusione), e che spinge alcuni verso il viaggio o la fuga (“Perché tu scappi? What is the
matter?”, Scese la notte sul mio passo), e nondimeno verso la poesia:

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Parlami, o vita, dell’attimo vasto,
di quel cercar nei sensi la risposta
a quel vagare come bambin casto.
Sperduto il senno e pur la via imposta.
Di sensazioni e di pensieri impasto
è la poesia, dove l’ego fa sosta:
è nel passato in mezzo ad una via;
è mistificazione e pure eresia.

[...]

(Proemio)

Marina Paola Sambusseti

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L’operaio della cospirazione
A Bianca, Giovanni, Gianni
A Davide, Fabrizio e Fulvia
che trovino un mondo di pace

Luca
Cari lettori,
visto che vi state accingendo alla lettura de ”L’operaio della cospirazione”, voglio darvi dei parametri di lettura che possano
rendere la fruizione del libro più agevole.
Prima di tutto inizierò con una breve analisi della metrica utilizzata nel mio libro, che se da una parte è molto antica è utiliz-
zata in maniera moderna quasi psichedelica.
La spina dorsale del libro è la ottava rima spezzata, però essa è utilizzata secondo la curva emozionale, vale a dire che ogni
qual volta ci sia uno iato psicologico nel personaggio essa si deforma e si adegua e il verso endecasillabo diventa irregolare
nell’accentazione o nella sillabazione.
Questa scelta, dell’ utilizzo di una metrica fissa, mi rendo conto che è anacronistica nella letteratura odierna, ma è stata posta
per rendere il fatto che la mente umana è formata da una struttura esperenziale basata sul presente e sul passato anche molto
lontano, in una visione archetipica,, la mente però si adegua alle situazioni, è fatta di richiami epifanici e di collegamenti tra un
pensiero e l’altro, inoltre l’ottava rima è anche un richiamo alla poesia narrativa che questo libro vuole rispolverare.
In secondo luogo ho introdotto in senso narrativo l’utilizzo di calligrammi cognitivi, che trovano un precedente in Apollinai-
re, ma che sono utilizzati in senso narrativo, inoltre ho specificato il fatto che sono cognitivi nel senso che portano con sé una
esperienza psicologica, per esempio il coltello da me disegnato ha già l’idea taglia, uccide, pericoloso ecc e contestualizza i l
racconto all’ interno.
Riguardo alla trama del libro mi sono ispirato alle teorie della cospirazione che aleggiano attorno alla morte di Bob Marley
e dell’omicidio Kennedy, come pure alla mia vita.
Buona lettura
Luca Marconato
Proemio
Parlami ,o vita, dell’attimo vasto,
di quel cercar nei sensi la risposta
come aver pagato senza resto.
Sperduto il senno e pur la via imposta.
Di sensazioni e di pensieri impasto
è la poesia, dove l’ego fa sosta:
è nel passaggio in mezzo ad una via;
è mistificazione e pure eresia.

Una serata uguale a tant’altre,


al ritorno a casa feci un passo
verso dentro e l’altro dall’altra parte.
Nel camminar calciando avanti un sasso
un, due, tre verso dove si parte
– documenti – – sì ecco – – sì un giro –
– grazie! – di che d’averla rovinata.
Camminai
Andai
Dove?!
Nell’inconscio
Dove sta
Dove sto
Pia illusione
E’ la mia

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Ramingo Scese la notte
Scelsi il primo treno che passava. Sul mio passo
Di lì a poco salii in vagone. Vagavo dritto per il mio passo
La meta? Non interessava. Savia che veloce andava al mio destino.
forse non era la speranza il magone, Un vecchio, lì, seduto sull’ammasso
la voglia di evadere dalla cava del suo unico avere con del vino
che avevo scavato. Maledizione! mi attrae.
Partivo senza neanche un ciao – Posso sedermi qui
neanche quattro gatti a far miao. con te parliamo un attimo a moment?
Ti ho visto oggi col flauto qui –
Senza l’ultima pera dell’affetto Il vecchio aprì il vino in un sol lasso
di una vita, lo lasciai cristallo – Siediti pure per me it’s indifferent –
che è dimensione del tempo, effetto – I’m alone I walk out via scappo –
dello stridere tettonico in stallo – Da cosa? Wrong management? –
che porta a non lasciare morir il detto. Mi porsi e chiesi con un gesto il vino
Ed io appunto partii vassallo – Mi credono pazzo così io scappo –
di quel che avevo in tasca, senza re, – I dont’t speak italian... What is the matter? –
non curandomene cantando in re. – Che ci mettano un tappo –
– Prova a parlare a qualcuno da ammetter
Spesso con la libertà ci si scorna. è così duro nessuno si ferma.
Si prova a nuotar contro il suo flusso Mai nessuno si ferma –
noi incuranti di essa che cìrconda Gli diedi pure la dura conferma.
il circo degli uomini, riflusso Mi alzai e continuai la mia terna.
di un mar che denso ci contorna d’onda
su onda ancora ancorati al riflesso
del ruolo d’essere in società,
senza aver idea di quest’empietà.
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Ricerca di contatto Incubo
Vagabondando in strada ebbi sete Sveglio la luna torpido m’avvolse.
andai in bar ed ordinai alcolico Dopo il sonno turbato dal mio incubo.
un sorriso e mi ebbe disse-sette-, Era un sogno ricorrente che colse
porgendomi da ber, pagai il pubblico me sconvolto
servizio, era di già tra l’elette – Luna, rischiari lo scomodo sonno
poetai per lei d’amor sulle nuvole su questa panchina di parco ora,
– Nuvole come non farmi perdere il senno. Da buona
Petali
Di... amica per favore, ascolta. Un Sogno
Margherita turba questo tormentato dormire.
Staccati Ho sognato l’orribile la morte...
Da mano Ho ucciso, io che non lo farei mai...
Incerta Perché? Non riuscivo a fare niente!
Trasfigurati Urlavo forte era come se non mi sentissi
Nell’immagine Andavo avanti lo stesso uccidevo! Perché? –
Del tuo viso – Smisi di raccontare quel mio incubo.
Porsi a Lei col sorriso appassito L’orrore di bocca il fiato tolse.
la poesia – per te – io inebetito Rimasi così a scrutar l’invisibile
– Bellissima ma perché a me? e l’invedibile pensier di avere
– Perché sei la mia musa – ucciso pur se in sogno è brutto ardire.
– Non posso tengo un ragazzo – Mi
– ricerco solo contatto riaddormentai
mi rifiutò a fatica.
me ne andai
per lei
un angolo
di cuore
se ne andò –
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Incontro preziosa
L’improvvisar fischiando un motivetto, lieta
seduto in panca in verdeggiante parco, – Non dici niente? Scusa... –
produsse un canto libero diletto – No! No! Scusami tu ero sopra pensiero –
dell’anima – Si vede! Come va? –
– I’m seeing the people foreign diffident – Beh più o meno bene –
I’m enjoying looking their expression strange – Più o meno bene? Solamente? Ora che ci sono io – (con
Stranger the feeling that is broken in faces un sorriso)
Stranger the lovely eyes that is pieces – No! No! Sì! Sì! Bene adesso! Sono buffo vero?!
Of my dream – Rispose con occhi dolci e pur candidi
Calato in quel divertimento parco – Un po’... cosa fai qui? Oltre a cantare bene? –
cantai ancora inebriato non stanco – Niente passo il tempo... davvero niente... –
– I’m seeing the people looking forward – Cosa fai nella vita –
To meeting someone with different style – Un po’ di tutto... scusa ma devo andare –
tell them your feeling that never changes – Ah sì e dove? –
about the people that give me chances – Non so... ma ho voglia di muovermi... –
to dream – – Ti posso accompagnare? Hai fatto colazione? –
Una ragazza si sedette a fianco. – Se vuoi vieni! Mi fa piacere! Una buona colazione non
Amor scagliò un ver strale dall’arco sarebbe così male! Andiamo... –
– Canti bene mi piace – Così andammo fino al bar vicino
Mi ritrovai così balbo allora. ordinai lì brioche ed un cappuccino
Quando alzai gli occhi e mirai ancora
corvini aveva i capelli e pur d’ebano
era la liscia pelle, occhi grandi,
ed espressivi difficile scorgere
d’essa qualcosa che non mi rimandi
ad ammirare spontaneità libera
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Al caffè anche se non esistessi e comunque ci spero perché vorrebbe
Due sguardi si trovaron timidi. dire che c’è un Dio! –
Dopo quel “parla tu... no te”, impietrito – Non esagerare non mi conosci nemmeno e già sono la
in contesto di imbarazzo, in visibile prova dell’esistenza di Dio? Se ti faccio un miracolo tipo
impaccio, parlai io con il dito una moneta che spunta dietro l’orecchio mi metti in lizza
indicandomi dopo quell’affabile per diventare santa? –
– sì parla pure – esortato ho esordito – Non si sa mai nella vita... magari se ti applichi... –
– Direi di iniziare dalle presentazioni gli amici mi chiamano e sospirai
Oby e tu come ti chiami? – – Comunque qualcosa ci guarda non so cosa. Seriamente...
– Io mi chiamo Nicole. Piacere. Ma perché Oby? Da Oby vuoi che ti dica la mia personale opinione dell’esistenza di
– one ke noby? – Dio? “Tutto è relativo, io sono un punto di vista, nonché il
– No niente del genere... da Obelix perché sono caduto nel- centro di tutte le mie esperienze: il centro del mio univer-
la pentola da piccolo – so. Se tutto è falso io sono il Dio in un mondo virtuale; se
– Ah si! E cosa c’era nella pentola? – invece tutto questo è vero, nulla si distrugge nulla si crea,
– Una pozione... – quindi è l’universo ad essere Dio –
– Quali poteri ti da questa pozione? – – Seh! Non filosofeggiare troppo che ti fa male... –
– Di vedere quello che gli altri non vedono di sentire quello – Si hai ragione sono proprio un pesantone. Parliamo di
che gli altri non sentono... – te!Ti piacciono gli intelligenti i belli o i simpatici? –
– Ah e cosa vedi e cosa senti? – – Che domande mi fai?... comunque un po’ di tutti e tre non
– Sento che non posso fidarmi di nessuno e vedo il dubbio guasta. –
dell’esistere – – Meglio visto che sono intelligente, bello e simpatico! –
– È un brutto dono... porta con sé tanta sofferenza...se è così – E magari pure modesto scommetto? –
perché bevi questo cappuccino? Potrebbe esser avvelenato; – Che ne dici andiamo? –
perché stai parlando con me? Potrei non esistere – – Dove?! –
– Sono pronto a morire non m’importa vivo nella morte la – Intanto a pagare e dopo fuori a passeggiare. Ti va? –
mangio e la digerisco, è il ciclo della vita. In quanto alla I due via da quel tavolino
nostra conversazione in ogni caso è un buon passatempo, se ne uscivano a girar lì vicino
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Passeggiata – Grazie mi fa molto piacere e non sai quanto ho bisogno di
Loro che avevano lasciato il caffè un angelo custode –
non si divisero un secondo uniti – Lo so invece e adesso lo hai incontrato. Ma ora è meglio
continuarono a parlare insieme se vai che ci sarà davvero qualcuno in pensiero per te –
così finché ridendo divertiti – Ti posso salutare con un bacio? –
lei fermò lui che la guardò – Va bene però baciami come se fosse l’ultimo bacio che
– Sai dove siamo? – dai al tuo amore prima che vada via –
Fece una faccia... una di quelle sceme respiri uniti da attimi infiniti
– Non lo so! Perché? – e baciò lei come di petalo,
– Siamo sotto a casa mia!Vuoi salire? Abito da sola! – e dissetò l’anima nel baciarlo
– Ci stai provando per caso? – lei
– E anche se fosse? – e
– Beh dovrei dirti che è la prima volta che ci vediamo... lui
Anche se mi piaci! –
– Va bene... intanto sali perché non ti mangio mica! E poi
hai dormito fuori vero?! –
– Si ma tu cosa ne sai? –
– Appunto si vede. Avrai bisogno di una doccia per lo meno

– Non ti preoccupare non è un problema è meglio se non
salgo –
– Ma perché? –
– Non ti preoccupare ti ripeto ora è meglio se torno a casa
ci sarà qualcuno in pensiero per me. Comunque ora so dove
abiti e ti verrò a trovare di sicuro! –
– Va bene ti lascio andare ma guarda che ti aspetto! Intanto
ti seguirò col pensiero come un angelo custode –
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Pioggia Arresto
Incominciò a far nuvolo. Pioggia Mentre ragionava i suoi pensieri
cadde su lui, che spedito andava. Si avvicinarono dei poliziotti
Ragionando si rifugiò in loggia. – Documenti prego! –
Come un cane che in fiume si lava – Motivo? –
dopo si scuote, alla sua foggia – Un semplice controllo –
l’impermeabile asciugava. Grava – Ho fatto qualcosa? –
la malinconia adesso sul petto – Le ho detto che è un semplice controllo mi mostri i docu-
si sedette e si lasciò al suo effetto menti o preferisce seguirmi in centrale –
“Brulica tra i palazzi nella mente – Un attimo che li cerco... attenda un attimo! –
l’ansia così densa, spezza il respiro. Dopo pochi momenti i due seri
Cielo che lontano sulle nuvole volti si avvicinarono sospetti
tra le sagome delle costruzioni – Mi dispiace agente ma non li trovo. Li ho dimenticati a
guarda plumbeo pesante di pioggia casa –
sei come il mio pensiero fosco – Ci segua in centrale per favore ora –
annuvolato da pensieri di lacrime – Non ho fatto niente! Non ne avete il diritto –
e idee coatte che offuscano – Faremo degli accertamenti. –
il sano pensar vinto – Ma- Niente ma! Venga con noi! –
dalla vil sofferenza. I poliziotti presero di peso
Cosa sono? Ricordi? E perché c’è lui che si sentiva ‘sì indifeso
così confusione dentro questi, dei buchi – Dove mi portate? –
in cui non sono esistito – Le ho detto che la portiamo in questura! –
ci sono?” – Ma non ho fatto niente le ripeto –
– Va bene dobbiamo accertare la sua identità –

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Accertamenti In cella
– Ci fornisca nome e cognome – – Sono in cella da ore! Cosa sta succedendo! Non mi hanno
– XXXX XXXXXXXXX nato a Conegliano il XX/XX/XX – nemmeno interrogato mi hanno detto aspetti qui come se...
– Residente in via XXXXXXXXX 24? – come se potessi andarmene! È un fottuto sopruso! Voglio il
– Si – mio avvocato! Bastardi! –
– Qui abbiamo ricevuto una segnalazione, Mentre stava imprecando ‘sì si avviò
risulta che lei è fuggito da un t.s.o. chiameremo l’ospedale la serratura di quella prigione.
per identificarla – Si bloccò, in un attimo si calmò
– Cos’è un t.s.o.? – guardando aprirsi quel grosso portone.
– Non faccia il finto tonto è un trattamento sanitario psichia- Entrò uno che non so per qual ragione
trico obbligatorio. Lei è XXXX XXXXXXXXX? No?! – era familiare e si accostò
– Sì – – Si è lui portatelo al più presto in degenza per continuare
– Allora mi segua – la cura –
– Ce ne occuperemo al più presto –
Ed il porton si richiuse così
e passi si allontanaron da lì

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In ospedale Alfred? – girandosi – Tu sei un così detto agente dormien-
Si mosse accanto alla solida parete anche te. Mi dirai che cos’è un agente dormiente? Beh in parole
più spaventato, dopo dalla unica porta povere è una specie di spia sotto copertura che ha una dop-
quando era là pieno di domande pia personalità indotta.Non hai ancora capito eh?! Con un
due guardie che l’avevano in scorta farmaco abbiamo diviso la tua personalità in due distinte,
lo presero e portarono le stanche completamente divise tra loro, che possono essere indotte o
sue membra in una bianca morta alternate se vuoi... secondo la puntura che ti facciamo. Così
stanza con un tavolo ed una sedia quando hai finito la missione sei completamente immemore
in cui stava con mente tediata. di quello che hai fatto e potrai recitare meglio... anche sotto
– Ok va bene cosa sta succedendo? – tortura non ti ricorderesti niente: metodo Stanislavsky ap-
Mettendosi adesso le mani in faccia plicato allo spionaggio interessante vero?! Inoltre per essere
e i gomiti sul freddo tavolo metallico sicuri di farti ritornare al via abbiamo divulgato una tua foto
– Mi sono messo in un bel casino direi! Quelli dicono che segnaletica. Beh a dire il vero non ti ricorderai neanche di
sono fuggito da un cazzo di manicomio ma io non me lo questa conversazione in nessuna delle tue due personalità.
ricordo. Sono solo un po’ confuso... non ho ricordi nitidi Quindi che ti parlo a fare! Alfred la puntura –
non riesco a pensare! Cazzo! –
Stava per accadergli e non penso che gli piaccia Prese dalla scatola una siringa
qualcosa di terribile orribile inconcepibile e come un flash senza che mi accorgessi
erano entrati due figuri in camice fece la puntura e iniettò il liquido,
con una scatola. Uno lo guarda e dice la mia faccia cambiò in uno spasmo
– Oh bene! Bene! Bene! Guarda chi è tornato sono sicuro dopo fui tranquillo tutto d’un tratto
che si troverà a suo agio come il solito al Ritz Hotel – mi guardai in giro e mi sentii diverso
– Cosa stai dicendo non mi ricordo niente di questo posto. l’uomo che stava davanti a me disse
E non so chi sei tu! E per finire non è di certo un hotel – Agente è lì? –
questo! –
– Ok partiamo dall’inizio. Come al solito tanto non c’è
problema io sono qui per questo o anche per questo vero
23
24
L’infermiere disse
– Bene Cody la missione sarà uccidere la giornalista Agata
XXXXXX (s’è fatta troppo curiosa). Ti introdurrai nella sua
casa travestito da Alfonso XXXX un suo caro amico, molto
caro per la verità visto che sono amanti. Dovrai inscenare
un delitto passionale. Avrai in dotazione una maschera in
lattice, che con un po’ di trucco sembrerà veramente la fac-
cia di Alfonso; guanti con impresse le sue impronte, mi rac-
comando di toccare tutto soprattutto l’arma del delitto: un
coltello che abbiamo “prelevato” da casa del caro Alfonso; e
in fine ma non ultimo un adattatore di voce. Ora vieni che ti
mettiamo lo smoking –

25
- ciao cara... hai dei begli occhi stasera sei una
bella donna... ho un regalo per te glielo ho detto
anche al portiere che ho visto al cancello... si
cosi’ guarda da piu’ vicino - lo conficco‘
prima sull’occhio e dopo altre 13 volte

26
Parla ora o A casa di Nicole
memoria Dov’era?
della vita Qui? Nicole...
vissuta Nicole... è qui!
negli ultimi Suoniamo, speriamo, ti prego fa
giorni dammi – Si chi è? –
un ricordo – Sono Oby, ti ricordi di me? Ti disturbo? –
di allora – Oh ciao! Sali sali non mi disturbi affatto. Terzo piano a
citazione sinistra! –
dei discorsi La porta era socchiusa così
fatti da quello entrai dopo aver sporto da là
fammi la testa piena di dubbi così
ricordare appesantita e pure frastornata
dove – Permesso?! –
son – Entra pure sono in cucina! –
stato cosa – Ciao... come va? –
ho fatto. – Come mi saluti così? Vieni qua! –
Nulla... Si distolse dallo julienne e
e angoscia non gli diede un bacio in punta di piedi e
riposa disse
nulla – Ti aspettavo sai! Dove sei stato? Tutto apposto? Hai visto
solo mal di testa quelli che ti aspettavano pensierosi? Oh ma sono proprio
Nicole una cattiva padrona di casa... hai mangiato? Sto preparando
ricordo una pastasciutta zucchine e gamberetti... ti va? Ma cos’hai?
Nicole Hai una faccia... stai bene? –
– Non so... sono confuso –
– Fatti vedere sembri distrutto! O povero caro –
27
Gli accarezzò ‘sì fresca e dolce il viso
come una madre amorevole e disse
– Vieni ora mentre io cucino, tu fai un bel bagno caldo e
dopo mentre mangiamo mi dici tutto –
– Nicole... –
– No, no, shhh! Silenzio. Ora il bagno e dopo le parole.
Povero amore vieni con me,che ci penso io a te! –
Lo prese con far dolce ma deciso
lo portò in bagno e dopo gli disse
ospitale
– C’è un asciugamano pulito qua. L’acqua è calda... volevo
farmelo io dopo, ma mi sembra serva di più a te comunque
magari dopo arrivo! Dai non fare così stavo scherzando ora
rifocillati e dopo ti aspetto di là. –
– Nicole... –
– Cosa?! –
– Grazie... –
– Non c’è di che! Ora fa il bagno e rilassati. Ah si! Ci sono
anche i sali da bagno alla menta sul bordo della vasca usali
se vuoi –
E l’acqua aprì la testò con la mano
dopo un’occhiata, quelle che aman
gli uomini andò.

28
Nella vasca

#HEDOLCEQUESTOCONTATTOCONLgACQUA

- I AVVOLGETUTTOSISPOSTAQUANDOMIMUOVO
-ISENTOUNTUTTgUNOCONLEIÒUNGREMBO

#ALDOTEPORE MISTORILASSANDOOHBENE
)PROBLEMISCORRONOVIAEDÒDOLCEZZA
/RACHIUDOGLIOCCHISOLOPERUNATTIMOx

29
Dopo un’ora
– Dai su svegliati è fredda ormai l’acqua ti prenderai un malanno... dai!.... su!... Oby! –
– Mi sono appisolato.... da quando è che dormo? –
– Un’oretta... –
– Mi fa una certa specie... non sono molto vestito per favore allungami un asciugamano –
– Tieni. Ma in fondo cosa dovevo fare è meglio che ti abbia svegliato ti prendevi un raffreddore.
Ora vestiti ti ho portato una maglietta e degli short. I tuoi vestiti erano sporchi. –
– Grazie. Non serviva che ti disturbassi ma comunque grazie tante –
– Di niente.Dopo vieni di là che così mangi qualcosa –
– Sei veramente troppo gentile... Non so come ringraziarti... arrivo tra un attimo!
– Ah eccoti qui! Siediti mangia! –
– Nicole è ora che ti parli di una cosa –
lo sguardo si fece più serio
e il fare teso come quel discorso
che stava per esporre. Deleterio
effetto ebbe tanto da rallentarne il corso
con fiato corto occorso, lei gli disse pertanto
– Calmati! Dimmi pure! Sto aspettando. –
– Quando è stata l’ultima volta che ci siamo visti? Non contando che era la prima...
– Per tua informazione ci siamo lasciati ieri sera e siamo stati insieme tutto il giorno fino alle otto-otto e mezza perché? –
– Non ricordo più nulla da quando ci siamo lasciati –
– Non ti preoccupare le amnesie momentanee sono molto spesso causate dagli alcolici non credo ci sia un’altra spieg
– zione, succede a un sacco di miei amici non sai quanto –
– Si forse hai ragione tu! Mi preoccupo per nulla –
– Ora però abbracciami e baciami tanto –

30
I due corpi si accostaron fissi
l’uno su l’altra come mangiar miele
sorso su morso si avvinghiaron scissi
dalle sol vesti anche in molte vie le
quali andavan per non esser prolissi
dallo struscio al palpeggiar; son mie le
parole, loro i gesti si abbracciàron
ciò che divide dall’atto scacciàron.

Baciò e sfiorò lei con modi dolci,


eppur suadenti, ella come mai
si eccitò lui s’erse ed addolcì
tutto di lei il corpo ed – ora m’hai –
proferì essa. Mangiò come i dolci
con la passione e la bramosia dai
quali si è portati verso il pèccato
e penetrò in lei dove lèccato.

Fu ritmo vecchio di milioni d’anni


a portar lui al bussar alla porta
ancestral. Gesto che non porta danni,
ma per chi non ha una vision distorta
del fatto, sol piacer e amor nei panni
di un brivido che istiga, chiama, esorta
a sospirar, alzar un grido al cielo
aver tanta voglia di gridarglielo

– ti amo –
31
Un mese dopo Faustino il macellaio –
È sensazion dolce svegliarsi a fianco – Eccolo –
della ragazza che ami e ti adora – Ah bene ora si ragiona.Vieni qui! –
era da ormai quasi un mese accanto – Ah no non fare così. Devo andare ora ho un colloquio di
‘sì attaccato al risveglio all’aurora lavoro non ti ricordi?
del corpo liscio di Nicole non stanco – Ah sì aspettami che ti accompagno –
ogni mattina un bacio a lei ancora – Ok ma fa svelta –
porgeva le portava colazione,
diceva con esil esitazione
– Nicole amore sei sveglia? C’è la sua colazione signorina.
Su è ora di svegliarsi. Cosa c’è hai bisogno del bacio del
principe azzurro? Bella addormentata? Beh il principe az-
zurro è momentaneamente assente, però passa proprio di qui
Faustino il macellaio. – Guarda che bella porcellina fammi
sentire quant’è polposa. Oh senti che bel prosciuttone viene
fuori e che pancetta... Ah senti che ben di Dio! –
– Daiiii! Basta! No! Smettila! Uffa lasciami! –
– Ah è sveglia signorina la sua colazione è pronta: yogurt
con miele e noci caffè e spremuta d’arancia –
– Scemo dammi qua! –
– Buongiorno –
– Buongiorno. Ma non ti stanchi mai di fare queste cavolate
soprattutto la mattina che la tua cucciola è tanto stanca? –
– Povera piccola cucciola ecco il “bacino passa tutto” –
– grazie –
– Ora sta meglio la mia signorina? –
– Sì ma ne vorrei un altro sono ancora traumatizzata da quel
32
Poco dopo invece di prendervela con gli spacciatori, i pappa, i mafiosi
– Amore su sbrigati che si fa tardi – trattate così la povera gente? –
– Si un attimo che finisco di mettermi gli stivali – Ora vado all’appuntamento a chiedere se è possibile rinviar-
– C’è nebbia sta mattina- -Tanto per cambiare: ”nebbia in lo, dopo ti trovo un avvocato tu stai tranquillo e non fare ca-
Val padana” per fortuna è vicino pensa se avessimo dovuto volate ok amore? – – Va bene – – Venga ora – – Si! Ciao
prendere la macchina! – Nicole –
Andavan svelti a quell’appuntamento
che li attendeva nel piazzal duomo
– Guarda la gente come va sempre di fretta, chi in macchi-
na, chi a passo lesto, chi in bicicletta è strano pensare che ci
siano mete per tutte queste persone, guarda quei poliziotti
sono gli unici che non sanno dove andare stanno fermi lì a
scrutare quelli che passano come se tutti fossero delinquenti
aspettando che qualcuno inciampi per multarlo –
– Ora per esempio stanno guardando noi. Saluta con la mano
Nicole. Buongiorno maresciallo buongiorno tenente –
Strabuzzarono gli occhi e in un momento
decisi si rivolsero al nostro uomo
– Facciamo gli spiritosi? Favorisca i documenti!– – Si cal-
mi adesso il fatto è che non li ho, li devo aver dimenticati
a casa... – – La prego di seguirci in centrale –
– Vede ho un appuntamento di lavoro non posso venire sia
buono agente – – Penso che non potrà andarci. Ora ci segua
senza fare resistenza –
– Ma... – – Niente “ma” ci segua e basta! – – Non ti preoc-
cupare Nicole ora vado con i poliziotti sistemo tutto e dopo
torno. Tu va ad aspettarmi lì – – Cosa state facendo voi due
33
Accertamenti In cella
– Ci fornisca nome e cognome – La cella era umida e spoglia piena
– XXXX XXXXXXXXX nato a Conegliano il XX/XX/XX – di nulla ma quando era entrato
– Residente in via XXXXXXXXX 24? – un uomo era colma: l’emozione sorda, pena
– Si – di un carcerato hanno più enfasi e iato
– Qui abbiamo ricevuto una segnalazione, della bella opera d’arte d’amena
risulta che lei è fuggito da un t.s.o. chiameremo l’ospedale mano del più bravo artista del creato.
per identificarla – Il dottore mi guardò trapassandomi – sì è lui –
– Cos’è un t.s.o.? – disse e la mia paura cominciò a diluir
– Non faccia il finto tonto è un trattamento sanitario psichia- la speranza
trico obbligatorio. Lei è XXXX XXXXXXXXX? No?! – Entrarono i secondini borbottando
– Sì – – Eccolo qua Huodinì che entra e esce dalla psichiatria
– Allora mi segua – come se niente fosse –
Io non fiatai mi portarono
con forza fuori in parcheggio andando
a ferma andatura, caricarono
il malcapitato me in camionetta
trasportandomi in quella maledetta
psichiatria
– Lo lasci pure a noi n’avremo cura –

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Psichiatria Il dottore
Così entrò dentro lì e capì che non parlava un uomo
sarebbe stato un soggiorno piacevole da dietro gli iniettò
e quando la mano d’infermiere, con lo schizofrenico
un gesto ampio si trasformò in accoglievole – Bastardi cosa mi avete fatto! Maledetti! –
usciere da hotel non gradì il bon ton – È un farmaco che le risveglia una personalità sopita che
di quel stucchevole atteggiare ignobile è quella che a noi interessa: la personalità di un efferato
in fronte ad un prigioniero, che aspetta ora assassino, o di una spia se preferisce, che sfrutteremo per
La sorte d’uomo che ignora i nostri fini –
Il motivo – Che cazzo dici?! Chi devo uccidere? Non lo farò mai ba-
Di stardi –
Tal – Questa volta lei conosce la vittima è la sua fidanzata Ni-
Pazzia cole. Le sue colpe sono due ha fatto troppe domande e si è
– Entri pure signore vedrà che il soggiorno sarà di suo gra- legata troppo a lei, cose che nel nostro lavoro sono molto
dimento – disdicevoli ed inoltre s’è incuriosita riguardo ai molti t.s.o.
– Già è uno schifo fatemi parlare con il dottore – che ha avuto –
– Proprio da lui sto per portarla la prego di seguirmi – I due infermieri calmarono l’uomo
– Lei è il responsabile? – che a sentire quel nome, ’sì colerico
– Sì– era scattato ma ad un tratto stordito
– Cosa sta succedendo! Voglio sapere cosa... sta succeden- cadde in stato di trance inebetito
do. Esigo delle spiegazioni –
– Intanto non si agiti lei è qui per un motivo preciso, che ma-
lauguratamente non conosce o per meglio dire non ricorda–
– Hai detto bene non ne conosco il motivo –
Si fece più agitato quasi isterico
– Vede lei è una persona molto particolare –
Mentre
35
perchè?!

io ti amo

o
nd
ca
ta so

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mi s
sento il di

rla
caldo

uccide
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cosa Ni llo dev
cole o è
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36
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Nico ti amo
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37
La mattina dopo – Ti dovresti far vedere da qualcuno che ti possa aiutare, ho
– Luca svegliati. Ti ho portato la colazione – capito perché ti avevano rinchiuso –
– Nicole – – No solo tu mi puoi aiutare. Partiamo, andiamo via da questo
In quel momento racchiusa l’anima posto per un po’. Facciamo un viaggio e se quando torneremo
tormentata della sera prima era starò ancora male farò tutto quello che mi dirai –
piena d’imbarazzo e vergogna, infima – Le cose non si risolvono così –
sensazione della pena ed effimera – Ti prego Nicole sento che devo farlo, che è la via giusta.
esitazion nel parlare del fatto Ho dei soldi messi da parte 150.000 euro che mi ha lasciato
che nella potenza era intatto. Atto mio nonno possiamo farci una nuova vita. Ti prego –
che non si capacitava come aveva Usò tutto il cuor che aveva, teneva
potuto pur sol tentare. Disse le pupille ora scongiuranti fisse
– Nicole scusa. Non mi perdonerò mai. Almeno tu cerca di su Nicole che fece uno sbuffo e proferì
farlo. Non so cosa mi ha preso cosa mi ha spinto a compiere borbottando, così con sua franta voce
un’azione del genere. Era come se non fossi io. Io ti amo tu – Va bene come vuoi partiamo ho sempre desiderato rive-
lo sai non avevo ragione per fare quello – dere la mia terra natale: il Brasile. Potremmo andare lì che
– Lo so che mi ami e anch’io ti amo. Subito dopo sei svenuto ne dici? –
e hai dormito fino a adesso nel sonno continuavi ad invocare – Si! Va bene! Prima però dovrò andare a prendere i docu-
il mio nome e dopo frasi sconnesse. menti a casa dei miei genitori. Non li vedo da un po’ saran-
– I sogni... Continuo a fare incubi a sognare cose orribili. no contenti di riabbracciarmi, anche se abbiamo discusso
Sogno spesso una stanza con delle persone che mi parlano, prima che andassi via. Mi sento in colpa voglio almeno
ma non capisco cosa mi dicono io mi sento strano pieno di salutarli prima di partire –
paura e rabbia. Oppure sogno di uccidere delle persone che – Oggi riposati domani andremo trovarli –
hanno i volti che vedo nelle pagine di cronaca dei giornali,
il più delle volte sono morte per cause naturali e altre uccise
dai loro amanti o da chissà chi, non di sicuro da me. Non
so più cosa è vero. Non sono capace di capire quello che mi
sta succedendo –
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Altrove un’altra persona di un unico rosone di cui non potevo vedere il disegno a
Passeggiando a tarda ora per le strade ormai prive della so- causa del buio. Era così gradita allo sguardo non solo in sé
lita dinamicità; io solo, ultimo abitante della notte, cammi- per sé, ma pure perché era incastonata in una cerchia d’edi-
navo come se fossi entrato in un’altra dimensione, in cui fici anch’essi in mattoni, sui quali potevo ammirare i resti
ero il padrone di un mondo senza più vita. Perso in questa d’alcuni affreschi dei quali purtroppo erano indecifrabili le
silenziosa solitudine nella mia mente, come tanti pesci mor- figure lise dal tempo.
ti, venivano a galla senza che io potessi ribellarmi, i ricordi Nella mia mente si era acceso intanto un cangiante flash
della mia vita. back in un susseguirsi d’avvenimenti che avevano avuto
Preda di questo fiume in piena d’emozioni decisi di sedermi una qualche rilevanza nella mia vita e pure quelli che influi-
chiudere gli occhi e lasciare che i pensieri seguissero il loro vano come un battito di farfalla. Così seduto con le chiap-
corso, che la corrente mi trascinasse dove le piacesse, che il pe fredde e piatte su quello scalino capii che avrei dovuto
viaggio avesse inizio. In questi momenti tutta un’esistenza vivere la restante vita meglio di quello che avevo fatto, ma
si dipana e si riassume in punto in un attimo. Sono occasio- n’avrei avuto occasione?
ni che non accadono spesso; anzi per la maggior parte della Ogni tanto passava una macchina ad interrompere il silenzio,
gente capitano almeno così si dice, una volta sola nella vita, sfumando lo spazio di rombi di motore. Dove andavano que-
cioè nell’ora della morte, per me invece non era una cosa ste persone, da dove tornavano che senso aveva tutto questo
nuova ero morto e rinato nella mia vita svariate volte; ogni movimento e chi sa se qualcuno ci aveva pensato come me.
volta, però, si presentavano con una potenza inaspettata che Bene Carlo è ora di tornare a casa nel tuo appartamento da
mi avvolgeva e mi turbava allo stesso tempo. scapolo con il letto freddo. È ora di mettere fine a questa
Non sapevo da cosa essi nascessero e per quale motivo, ma passeggiata... Arrivai dopo qualche minuto al portone d’in-
ero consapevole che ogni volta che scattava questo mecca- gresso del condominio, guardai nella cassetta delle lettere,
nismo qualcosa sarebbe cambiato irrevocabilmente e alla salii le scale e vidi un pacco davanti al portone di casa mia.
fine mi sarei trovato ancora una volta diverso. Il destinatario ero io ma non c’era mittente né francobollo;
Mi sedetti sui nudi scalini di pietra di una chiesa, mi guardai lo presi ed entrai. Curioso dopo qualche momento d’esi-
intorno e godetti per un momento della semplice bellezza tazione decisi di aprirlo. Scartai l’involucro aprii il pacco
priva di qualsivoglia ostentazione di questa piccola piazza e haiii mi tagliai c’era una clip messa male, quasi apposta
di città: una facciata di mattoni spoglia di stucchi, adorna per pungere chi aprisse quel pacco. Dentro c’era una video-
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cassetta con scritto “guardami” e un paio di guanti avvolti A casa dei miei genitori
in un sacchetto trasparente. Sentii un capogiro dal sonno – Ecco ci qua davanti al portone. Non so cosa dirgli è più di
ma decisi che la curiosità era troppa e non mi avrebbe fatto due mesi che non mi faccio vedere. Cosa mi consigli Nicole –
dormire bene. Inserii il vhs e mi misi sul divano ma ai primi – Vedrai che tutto andrà a posto appena ti vedranno. Sono
fotogrammi mi addormentai pesantemente. sempre i tuoi genitori. –
Si indirizzò la mano al campanello
un attimo di esitazione e suonò
– Sì chi è –
– Sono io mamma –
– Luca sei tu? –
– Sì aprimi –
Il porton scattò con un ronzio e quello
che voleva sol sentire: il suono
vedere i volti annusar l’aria cara
che aveva quel giorno lasciato amaramente
– Ciao mamma ciao papà sono tornato questa è Nicole la
mia fidanzata –
– Luca vieni qua fatti abbracciare quanto tempo. Ero così
in pensiero –
– Lo so scusa mamma –
– Vieni entra. E questa è la tua fidanzata? Oh ma è bellissi-
ma venite entrate –
– Come stai figlio –
– Tutto bene papà. Sono qui per prendere alcune cose che
ho lasciato e dopo ripartirò per il Brasile –
– Come già riparti e non sei neanche entrato. –
– Sai che non sono mai stato di molte parole, non voglio
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dilungarmi troppo sui vecchi discorsi che abbiamo fatto con la voglia di ritrovar che c’è
prima che andassi via – dopo la prolungata assenza e mancanza
– Va bene sta tranquillo.Vieni la tua camera è come l’hai essi andaron via pronti alla vacanza
lasciata. Però fermati almeno fino a cena, fai felici i tuoi
vecchi genitori, è da tanto che non ci vediamo –
– Va bene starò con voi ancora un po’ se ti fa piacere
papà-
-Luca c’è un regalo per te! Quasi mi dimenticavo tuo fratel-
lo Carlo si è ricordato del tuo compleanno –
– Ah che gentile –
– Anche noi pure se non sapevamo quando ti saresti fat-
to vedere ma sei qui. Un attimo che li prendo... eccoli qua
questo è il nostro –
– Vediamo un po’... Un maglione che bello!
– L’ho fatto io! Fammi vedere come ti sta –
– Bellissimo signora su dai mettitelo –
– Perfetto! Un po’ largo di manica ma ti sta più che bene.
Ora tieni quest’altro è di Carlo –
– Ho paura... ha avuto sempre gusti terribili in ogni modo
vediamo –
– Ma sono dei guanti di pelle che belli provateli dai –
– Si un attimo che... haii c’è qualcosa che mi ha punto sul
guanto destro. Ecco come volevasi dimostrare sembravano
troppo belli perché li avesse presi Carlo –
quei quattro parlaron amabilmente
in atmosfera famigliare dolce
e calda mangiaron piacevolmente
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In Brasile doleva
Rapito dal sol che in me è d’inverno – Luis mi devo essere rotto un dito della mano destra. Chia-
steso su una spiaggia d’or rovente ma Nicole e andiamo all’ospedale –
appoggio facendo conca lo sterno
mi sciolgo e penso al natale oriente
mio ricordo sorridente eterno
vivente persistente in me dolente
di casa.
Vorrei una pastasciutta pur scondita
– Andiamo al baracchino Nicole? Ho fame –
– Va bene –
– Un peroà con vinagrete –
– Stavo pensando che non è tanto quello che sai che ti forma
ma quello che assimili e io sono italiano e un giorno voglio
tornarci. Bella Ipanema le Blon bella Barra da Tijuca buo-
no il muqueca buono anche sto peroà ma non penso che li
digerirò a lungo –
– Ti capisco benissimo anche io volevo tornare al mio pae-
se, e un giorno torneremo in Italia promesso! –
– Luis voleva giocare e mi chiamava
è meglio che vada a far la partita –
Un pallon da pallavolo saltava
tra schiacciata e un alzata tra le dita
punto su punto il match continuava
ma dopo un muro giocato con grinta
Luca urlò e cadde a terra agonizzante
è la mano che con gonfiore allarmante
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In ospedale Si accese una sigaretta e a quel punto
La corsia piena del pronto soccorso – Vuole? –
era colma del mortorio parlare – No più tosto mi dica –
a bassa voce fiatando il discorso – Vede la situazione è grave. Luca è stato portato qui con
che creava sommesso mormorare una sospetta frattura alla mano. Difatti il dito indice della
rotto dal sol chiamar il turno occorso. mano destra è rotto ma non è questo il problema. Facendo
Entrava in ambulatorio o portare le lastre abbiamo riscontrato un tumore alla mano un caso
si faceva il paziente e poi chiudeva rarissimo quasi unico. Ha notato se la mano era calda op-
la porta. Luca era dentro. Chiedeva pure gli doleva? –
a se – Un tumore?! Cosa si può fare dottore? –
stessa – Purtroppo non c’è più niente da fare la metastasi si è pro-
Nicole: pagata ai polmoni e all’intestino. Anche amputare l’arto
“Quanto male c’è nel mondo risulterebbe inutile purtroppo. Questa sera lo terremo in os-
gente si ammala ogni servazione per accertamenti ma lo dimetteremo domani in
giorno. Perché? Perché succede?” tarda mattinata. Ormai ha pochi giorni di vita. Non c’è più
Lo portarono a fare molte lastre niente da fare. Mi dispiace –
l’attesa fu snervante dopo ore d’esami – Come non c’è più niente da fare! Come pochi giorni di
uscì un dottore che alzava gli occhi a stento vita! Lei deve fare qualcosa dottore –
È lei che accompagna il signor Luca Marconato? – – Mi dispiace signora non è più possibile. Se l’avesse porta-
– Sì – to prima forse ma ora... Arrivederci. Mi dispiace –
– Lei è un parente? – Spense la sigaretta in terra anche
senza pensar disse con falso appunto se non era finita e se ne andò
– Sono sua moglie, perché chi crede che sia? Comunque
sono brasiliana ma se vuole parliamo pure in italiano –
– Scusi pensavo... sa sono un emigrante...
Venga con me –
Portò in giardino lei all’esterno
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Nella stanza di ospedale
Nicole entrò nella stanza esitante
quasi fosse un luogo in cui non era
attesa. Guardò Luca con far distante
calò gli occhi con viso di cera
– Hai parlato con i dottori? –
– Sì –
– Cosa ti hanno detto? –
– Che mi manca poco da vivere –
– A me hanno detto la stessa cosa –
Così Nicole cadde in un pianto scrosciante
– Lo so è difficile anche per me! Non fare così! Dai vieni
qui. Abbracciami... –
– devo dirti una cosa... –
– Dimmi pure son qui –
– Avrò un figlio tuo –
– Cosa?! È... è... –
In fronte a questo fatto non c’era che mera
disperazione. Egli non sapeva cosa
dire.
– Almeno qualcosa di me sopravivrà. Anche se è triste che
non possa goderne. Di quanti mesi sei incinta? –
– Da tre mesi e mezzo –
E non aveva più da dire qualcosa
che
senso
avesse
– Ora vattene voglio pensare un po’ da solo –
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45
Tre giorni dopo in una spiaggia deserta tumore se qualcuno deve uccidermi quello sarò io. Tu do-
Nicole e Luca si abbracciaron stretti vrai tenermi stretto; voglio morire tra le tue braccia non in
davanti al mare increspato dall’onde una squallida stanza di ospedale ma qui in mare fonte della
lo scrosciar ora rifluiva dei getti vita e mio giaciglio di morte –
delle maree. In bagnasciuga, donde – No non posso –
stavano fermi uno sull’altra, detti – Nicole!! Per favore per pietà è il mio ultimo desiderio. –
si erano frasi tenere e profonde – Come vuoi tu Luca! Rimarrai sempre nel mio cuore amo-
ma con l’amaro sapore mortifero re della mia vita ti sarò vicina nella morte. –
della fine tristemente incombente.
Luca forte la strinse a sé baciando
Luca distolse il caldo abbraccio per la sua bocca: ultimo bacio d’una
guardar gli occhi di Nicole serio sfortunata storia d’amore andando
come mai fu in vita nell’esser verso la morte d’avversa fortuna.
di fronte ad un momento deleterio Prese una lametta di tasca e si
come è in effetti quello di spiegare tagliò le vene dei polsi così.
questo gesto estremo che stava per fare
– Nicole voglio che tu cresca mio figlio con i miei genitori:
– Nicole tu sai che mi manca poco da vivere: giorni setti- mi sono stati vicino sin da quando credevo che l’uomo nero
mane forse. Non voglio però tornare in Italia perché i miei mi venisse a rapire in camera mia, fino a adesso che nell’ora
genitori mi vedano morire. Ho spostato tutto il mio denaro della mia morte sono nei miei pensieri. Troverai una lettera
sul tuo conto non ho nient’altro di valore ti lascio tutto. La da portargli nella mia valigia in albergo –
morte che mi attende è una delle più dolorose che ci siano e – Sì amore –
per questo voglio che tu mi aiuti a fare una cosa – – Un’ultima cosa quando crescerà dì a mio figlio che mol-
– Tutto quello che vuoi amore – to spesso la vita è ingiusta perché è tutto in movimento e
– Mi devi aiutare a morire. – per questo molto spesso ci sono scontri tra le persone, ma
– Come posso uccidere il mio amore! No non mi chiedere niente è per sempre e nulla è irreparabile, se non la morte,
questo – ma bisogna contare sempre su se stessi perché nessuno si
– No, non dirmi di no! Non voglio morire per uno stupido ferma –
46
Il cuore batteva più veloce
la vista offuscava in un capogiro
Luca si strinse nel grembo del dolce
amore della sua vita e in giro
di pochi attimi anche i sensi lasciaron ora
il corpo nell’aurora di fresca vita. Stanche
le sue membra si accasciaron fredde
nelle braccia di lei che il suo sangue offende

47
Conclusione della cupidità, cui risultato
Così mi porsi a scrivere la storia
che io narro modesto con giusto è il sospetto. Acuto risultato
rielaborar a intenti romanzati. di accadimenti che non sono pazzia
Spero che sia buono il risultato ma son purtroppo tratti dalla storia
anche se ver non è tutto. È pazzia dal buon senso così romanzati
che ‘sì mi ha colto nel cercar lo strappo nel ragionar dei liberi. Son strappo
nel cuor di chi pensa d’esser giusto
nel real mondo e proprio quello strappo
ha dato vita a questa mia storia ma che non è, e non agisce in giusto
e m’ha portato paranoia e pazzia modo che solo è il risultato
che mi son posto a vedere nel giusto del sano ed onesto vivere strappo
modo scrivendo il libro risultato. nel ragionare per lor pura pazzia;
Spero che questi fatti romanzati fatti che non è ben che romanzati
siano perché son loro a far la storia.
non saran fatti stolti romanzati
che non facciano uno sgraziato strappo Questi versi ramanzati, la storia
l’uno con l’altro dando un risultato il libro risultato son pur strappo
‘sì disdicevole per questa storia. ingiusto nella vorticosa mia
Son fiducioso di aver scritto in giusto follia
modo, mi sento di dir che è pazzia pazzia
via
sana che è esposta. In quanto pazzia vita
tratta dai temi da me romanzati
della cospirazion dati da un giusto
sospetto colto da quel malo strappo
tra il potente e la gente nella storia
48
Malarioterapia
Cari lettori,
questo spazio servirà a farvi meglio capire i significati del libro Malarioterapia. Prima di tutto malariote-
rapia è una parola che indica una cura per la paralisi progressiva, causata dalla sifilide, la quale consiste
nell’iniettare il terzo ceppo della malaria al malato in modo da stimolare la terapia antiluetica. Personalmente
l’ho rispolverata come pretesto letterario: la paralisi progressiva che voglio debellare risiede nel rimanere
sempre ancorato agli stessi traumi che voglio rielaborare con delle piccole punture di malaria che mi smuovo-
no dalla ciclicità, le quali nella fattispecie sono le mie poesie.
Il libro è diviso in due parti: “poesie alfabetico-vitali” e “malarioterapia”. La prima è, si può dire, un di-
zionario di temi e motivi che sono ripresi e uniti nella seconda, per questo le poesie sono in ordine alfabetico,
inoltre hanno una disposizione anche basata sugli avvenimenti della mia vita che hanno ispirato la penna
quando scrivevo ogni singola poesia.
Questo mio libro volevo non solo che fosse un modo per voltare pagina, ma pure un mezzo per mostrarmi al
pubblico nella mia persona al posto di una spuria biografia fatta di date e avvenimenti: è una specie di presen-
tazione che cerca di mettere in contatto la mia esperienza con quella del lettore che troverà di sicuro spunto di
ragionamento in quello che ho scritto e spero ne verrà arricchito.

Buona Lettura
Luca Marconato
Poesie alfabetico-vitali
Ai lettori Amore e verità
Voi siete la possibilità non avuta Abbarbicati stretti insieme in simbolo
Voi siete la cattedra di materie non immaginate Fusi come pietre piatte calde
L’abisso in cui non Di luce si accende ed è tutta blu
sono sceso E si attorciglia attorno alle ginocchia
La faccia inconscia che non ho E tutto sfugge
barricato in me
La connessione spuria di un ciao
Lo scambio di vissuti
Un no dove sembra
Un sì dove capita
Una gioia e un rimorso
Immaginate siate
Interiorizzate pensate

55
Chi ti ha preso l’anima Pensa da te
Il velo s’è rotto Non devi obbedire
Ora è aperto Senti anche il grido dell’anima
Il cancello della fantasia

Il conscio è sogno
Il sogno è vita
È l’alone della coscienza

Chi ti ha preso l’anima


Chi ti ha spinto nel nero
Vano tra te ed i tuoi pensieri
Vivi ricordi
Sogni illusioni
Li porti nella fantasia

Segui regole
Conosci e sei
L’anima non avrai mai

Chi ti ha preso L’anima


Chi ti ha spinto nel nero
Vano tra te ed i tuoi pensieri
Pensa che forse
Cosa sei non sai
Lasciati andare e l’anima avrai

56
Chi?! Cose andate a male
Cosa? Sottile vola nel guardare di chi tra persone
vicino a me respira sbuffa infido. Chi è Ferme nel parlare
Chi?! Cose irrisolte nel sale e nel mare
Si permette di giùdicare di dire cos’è giusto dei tuoi difetti divisi tra
e butta giù. Di care persone ne troviamo Dire e non dire
ma tutti sono pronti a rimarcare gli errori È intanto patire
di qua, di là su, giù. Posto spesso si trova Sono buono?
nelle parole sorde della gente vicina, Sono cattivo?
ma pur questa così lontana dal perfetto. Bene e male
Maledire è stolto, e c’è chi ci resta sotto Sono ateo?
al parlar malizioso. S’insinua come male Sono religioso?
vano il battente, a torto, ripeter del cianciare. Sale e mare
Io che non giudico, dico che sbaglio forse E te li mangi e ci nuoti
Pure io!! Cose che sono tutto e
niente

57
Donna Entropia
Crogiuolo di mille ed una epoche Non ci è permesso, qua
In te è leggiadria di dea vesta La terra pinta oro
In te saggezza dei savi filosofi Lasciato per noi ora
In te il rosso or del primo ferro ma sarà che sarà
In te io in un abbraccio d’eterno perché mi sento dentro
un pianeta, uno stato,
una via, una città
(scatole dentro scatole senza età)
che vuole
madame
vous etez d’accord, no!?

58
Idea coatta Incerto della vita
Pazzia! Dal nulla viene in me portata. Cosa
Forse un pensiero alla stregua del dòmino sono... mi
cader fa la mia volontà coatta dove faranno
mi si ripropone poi: un condomino. mi... adesso
trovo il
Stretto all’ispido margine di latta riesco... chiaro
tra la realtà e quel denso domìnio a capire e
del fluido e caotico agir, matta a malapena scuro
mente con mio sol pensiero e nimo. le immagini

La goccia che cade e buca il cemento


è stato il mio pensiero deviante
in quel momento c’è stata frenesia...

La conclusione: t.s.o. isolamento


del qui soggetto malato. Avvalente
di diritto lo psichiatra di corsia.

59
L’amore Luce bruma
Nuvole Vivi di me luce bruma del sole
Come petali di estivo. In modo che mio respiro,
Margherita mia energia togli e l’indole e spiro
Staccati vitale, come fossero le sole
Nell’incertezza
Da cose che appassiscano, mentre suole
Mano il resto essere vivo. Respiro
Divina a fatica rotto dal pianto e inspiro
Liberi dolore, mentre corrono le suole
Nell’infinito
delle scarpe su ricordi di ora
come di tante estati fatte anche
di giorni pure troppo sfortunati.

Il mese è caldo d’agosto e ancora


addolora su mie membra stanche
gelidi brividi cangianti, dati

da istanti di pensieri raggelanti


su dei fatti che ragiono nei canti.

60
Morte di un amico Partigiano
Verso dove scorre e va l’infinito
È sol leone ed è per me finito. Cosa ci manca alla chiarezza adesso.
Non so cosa pensare Capir è, penso, patire il non senso
che abbia spessore ed accettarlo come arrivo denso
come certezza di simboli. È libertà, lo stesso
In mezzo al cuore.
non dover leggere seduto al cesso
le istruzioni per il vivere, ha un senso
pur la mancanza di regole, penso:
ci rende liberi. Qualcuno indefesso

prova a forzarmi dentro all’ubbidienza


ma ci sarà sempre un ribelle contro
al vigente. Anche se a reazione

è combinato un movente. La lenza


non sempre può colpir tutti al centro.
Passiva o attiva questo porta azione.

Non sempre pur questo è controllabile


e si deve rendere conto all’abile

Partigiano

61
Persona incontrata

Dăvvērŏ dōlcĕ e pūrŏ il mīŏ cāldŏ


Fĕrvōrĕ, quāndŏ incōntrŏ ūnă nuōvă
pĕrsōnă. Mēntrĕ vērŏ è, chĕ cōvă
g
cŭriŏsĭtà... ĭl mīŏ attēntŏ e bāldŏ i
sguārdŏ. a
m
b
o
Ĭnfāttĭ nōn vĭ è tĭmōrĕ, arāldŏ
ăscōltŏ attēntŏ e pūr gĕntīlĕ trōvă
lă gēntĕ. Sō gĕstīr l’ĭncāntŏ scāldŏ
d
cōn gĕntĭlēzză chĕ lībĕră prōvă a
ŏnĕstà t
t
i
È vŏlŏntà chĕ cĭ pōrtă cŏlōrĕ l
i
Pēr dăr stŭpōrĕ e călōrĕ piăcērĕ c
o
Assaporare arroventar gustar
l
i
La compagnīa il parlare pēr ōre b
e
bagordeggiare là dōve c’è bēre r
musica bel divertirsi e da amare o

62
Preghiera Ricordo di donna
La litania sommessa dell’esistere Sferza sul sonno il ricordo di donna.
È la forma e spazio della memoria. Parole, gesti, uno sguardo e nulla
Si estende libera dall’incoscienza Solo pensieri mentre il cuor s’àssonna:
al consapevole del dolor vitale. dolce immaginare che il sonno culla
Vorrei la gioia, la spensieratezza
Qualche persona per condividerle La testa lentamente così s’ àbbandona
Il poco per viver nulla di più a quel vagheggiar che tristezza ànnulla;
del pensar àssopito dolce burla,
ma pur falsità d’ideale adorna.

Stretta a me pur la sento con calore


l’abbraccio ma è il cuscin che bacio.
Storie di una notte dan men amore

di quel immaginante caldo cuore


che vivere nel sognar mio lascio
dandoci colore come un pittore.

Niente è bel come quel vagheggiare


Niente è triste come l’inventare.

63
Sento voci distorte divenire Senza amore
di un fiume: sono diverse però Il gambo flaccido uscì fuori
fedeli a se stesse; l’incomunicabile dal suo corpo nel contorcersi
è l ’essenza caduca dei pensieri continuo del risolvere il
e spesso il significato è oscuro, destino: morire, soffrire
e pur non godere forse. Il colpire
il peso ripetutamente il suo corpo
della nel passare da quel cenacolo
memoria di donne nella vana via,
cade a un circolo di care amicizie
facilmente:sono durata allora (non toccare e non altro che cazzate).
che si dissipa e non ricorda,sono Non era altro che sogno desto
in un castel di pensieri che casca forse una parte di lui attingeva
in vecchie falsità e allor perché al cupido segno della fabula
parlare divertirsi rider dei motivi e al tema principe
star male dei suoi desideri, ma nel gesto
annusare c’è già frustrazione perché?!
gustare un mondo,che è eppur È un surrogato sessuale
vero ora...? che immagini, che in quel
momento non raggiungi,
ma è un momento edonista
in cui si pensa a se stesso...
Soffoco ci sono ora
tutto si dimentica...
Ma dopo lo si ricorda
E una goccia buca il vaso
Amare o morire dentro
64
Amando sì nell’eterno Senza contatto
cercare amore È l’acre freddo dello star assieme
Passerà e rimarrà nella memoria che ci enuncia l’indifferenza ora
Solitudine e rumore di qualche dello star divisi come specchi al
Notte buio della accecante nostra sòlitudine.
Passata Parli e non ti capisco siam soli, tu dinne
Nel Giardino quel che vuoi non capirò mai al
Ispido massimo tenterò ma ancora e ancora
Dei Ricordi non ci arriverò spuri eppur insieme
Di ’ Senza contatto
Te

65
Sogno Vedo
Ed il sogno mi parla Oltrepasso il limite è l’imene
Veloce ascolto il rado del diaframma or rotto tra quel sogno
Esistere il livello (di far cose:niente rosso al cuore)
Opaco, divenire e il bisogno, che oltre verso quello
Legato all’emozione che trovo in questo mondo si muove;
Invece che a quel tempo il mio pensiero.Ho nel petto braci
Che scorre su/nel vivere e la cenere e pur del ferro e fuoco
sul castello delle mie difese
verso il cupo influenzarmi del mio
mondo
fatto di prevaricazioni
azioni
guidate
azionate
su un bottone
che non tocco ne
vedo

66
Verso l’improvviso
Ho perso il sorriso
L’istinto al caduco
Il rumore l’albore
Perso in imprevisto
Terso nel sorriso
Vinto dal caduco
Sorrido all’albore
Voglia di traffico
Di dissipare volare

67
Malarioterapia
Ho bisogno lo so Abbarbicato in un pensiero solo
Di sognare del sogno vagheggiare Nel senso che nessuno lo sentirà
Sono piccolo Non perché non lo dica
Fermo Mi sdoppio per essere in compagnia
Ho bisogno lo so Ma solo io mi ascolto
Di un morso di serpente PENSIERO SOLO
Che mi tolga dal blocco Abbarbicato in un pensiero solo
Ho bisogno lo so Chiuso nella paranoia
Sono fermo in un ciclo Non c’è nessuno ad ascoltarmi
Di un morso di serpente Solo a sognare e soffrire
Che mi faccia muovere Nessuna mano mi tocca
Da me memento Nessuna emozione solo solitudine
Ho bisogno lo so Solo con i miei incubi
Di un morso di serpente Solo con i miei mostri
Per smuovermi dal coma E nessuno che dica me li mostri
Sono fermo in un ciclo Dalli anche a me alleggerisci
Ho bisogno lo so Il peso sul tuo cammino
Terapia di malaria Dicono passerà ma non passa mai un cazzo
Per muovermi dal blocco Piango ogni tanto non vorrei
Son fermo paralitico – mantieni le distanze –
– non ci pensare –
Spezza il mio respiro – non è il caso –
Come solo tu sai ho voglia di contatto
Dammi emozioni calde
Vagheggio
Cerco contatto sai

71
che mi ridiano l’anima scivolo sull’acqua delle nubi
che ho messo, il tempo perso accorcio le distanze
a non dormire era annaspare con il mondo della natura
in cerca del mio respiro il sole il mare
rotto dallo stupro della memoria la luna il coccio
tempo passa ma i ricordi del mio universo rotto
restano più rimbalzano in un puzzle che non
nel mio cervello riesco a comporre
più mi consumano abbarbicato nella pigrizia
scavando dove non c’è più di fronte all’entropia
nulla da togliere il mondo è adesso
solo carne viva qui senza che veda
che non si rimargina capisca senta a fondo
è tutto chiaro qui
ho bisogno lo so ma così annuvolato
di un morso di serpente afoso nel suo bagnarti
per smuovermi dal coma di dubbi che non
son fermo in un ciclo fanno respirare
ho bisogno lo so nel tempo che scorre.
terapia di malaria Il mio sogno: spaccare
per muovermi dal blocco un attimo e capire tutto
son fermo paralitico rifugiarmi in esso
per essere cosciente

Un gabbiano vola
Su cieli caustici
Spunta lassù d’aurora
72
Se il cuore si annuvola e non conosco quello che pur utilizzo
resta il sorriso ma sopravvivo e non capitalizzo
il cammino si muove il vago conoscere ha un bel limite
mi parla del divenire il mondo mi è dissimile incompatibile
dimmi tu di venire sono qui fermo come paralitico
dimmelo tu sono libero abbastanza non
vederti o impazzire c’è tempo non c’è spazio né musica
che strazio non voglio quello che ho
voglio quello che non avrò

Malarioterapia vivere nel delirare.

ho bisogno lo so
di un morso di serpente
che mi dia quella scossa
son statico al limite
son paralitico ma vigile
ho bisogno lo so
della terapia mia
passatemi malaria
che passi la mia paralisi
ai centri sensibili

73
Ringrazio tutte le persone incontrate nella mia vita, sia
quelle che sono venute e se ne sono andate, sia quelle
che mi hanno dato il loro sostegno e amicizia o qulche
volta amore e pure quella gente che mi ha martoriato:
tutte parti dei miei pensieri e delle mie esperienze che
compongono quello che sono.

Grazie.
Luca Marconato
75
Indice 27 A casa di Nicole
29 Nella vasca
30 Dopo un’ora
32 Un mese dopo
33 Poco dopo
34 Accertamenti
I livelli di coscienza 35 In cella
35 Psichiatria
38 La mattina dopo
39 Altrove un’altra persona
40 A casa dei miei genitori
5 Prefazione 42 In Brasile
43 In ospedale
L’operaio della cospirazione 44 Nella stanza di ospedale
15 Proemio 45 Cormosoma X
16 Ramingo 46 Tre giorni dopo in una spiaggia deserta
16 Scese la notte 48 Conclusione
17 Ricerca di contatto
17 Incubo Malarioterapia
18 Incontro Poesie alfabetico-vitali
19 Al caffè 55 Ai lettori
20 Passeggiata 55 Amore e verità
21 Pioggia 56 Chi ti ha preso l’anima
21 Arresto 57 Chi?!
22 Accertamenti 57 Cose andate male...
22 In cella 58 Donna
23 In ospedale 58 Entropia
59 Idea coatta
59 Incerto della vita
60 L’amore
60 Luce bruma
61 Morte di un amico
61 Partigiano
62 Persona incontrata
63 Preghiera
63 Ricordo di donna
64 Sento voci distorte divenire...
64 Senza amore
65 Senza contatto
66 Sogno
66 Vedo
67 Verso l’improvviso...

Malarioterapia
71 Ho bisogno lo so...
71 Abbarbicato in un pensiero solo...
72 che mi ridiano l’anima...
72 scivolo sull’acqua delle nubi...
73 se il cuore si annuvola...
73 e non conosco quello che pur utilizzo...

75 Ringraziamenti

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