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Quel giorno poco dopo le 7 del mattino, ora locale, qualcosa esplose a 8 chilometri sopra la taigà siberiana
vicino al fiume Tunguska, distruggendo ogni forma di vegetazione e vita per un raggio di 2150 chilometri
quadrati.
Quel che accadde in quella zona di così terribile da provocare un boato, che fu udito a oltre 1200 chilometri e
che provocò onde di pressione così anomale da appassionare gli scienziati che parteciparono al congresso della
British Metereological Society del 1908, rimase fino al 1927 un mistero. Solo in quell'anno, con la prima
missione sul posto condotta dallo scienziato russo L. Kulik, fu possibile associare il forte boato, la pressione e il
lampo di luce dell'esplosione, con lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi: più di 2000 chilometri quadrati di
foresta siberiana abbattuta al suolo e per 1000 chilometri quadrati, intorno all'epicentro, tutti gli alberi
carbonizzati.
Da allora, fino a questi anni, sono state tante le ipotesi e le teorie che gli studiosi di tutto il mondo hanno
formulato per spiegare la causa dell'evento e tra le tante risposte che si sono dati, oggi è nato un nuovo
dibattito intorno a quella tragedia della natura. Al centro di questo dibattito le nubi che si formano ai poli dopo i
lanci dello Shuttle. Le stesse nubi che furono viste la notte dopo l'evento di Tunkunska. Forse uno dei pochi dati
certi raccolti nei giorni che seguirono l'esplosione: furono notate, infatti, nei luminosi cieli notturni di tanti
luoghi lontani da Tunguska, in particolare, in Inghilterra, delle nuvole lucentissime, dette nubi nottilucenti che si
formavano nell'alta atmosfera terrestre (mesosfera), oltre gli 85 chilometri di altezza e si vedevano a grande
distanza quando venivano illuminate dalla luce del Sole.
Queste stesse nubi, costituite prevalentemente da acqua ghiacciata, sono state notate nelle regioni polari da
molti ricercatori, dopo i lanci dello space Shutte Discovery nel 1997 e Endeavour nel 2003. Dato che il motore
principale della navetta combina insieme ossigeno liquido con idrogeno, ogni lancio produce più di 300
tonnellate di acqua che va a depositarsi nell'alta atmosfera. Capito questo, agli scienziati rimaneva però ancora
poco chiaro, come una "coda" di vapore acqueo potesse diffondersi nel raggio di 1000 chilometri e viaggiare a
più di 8000 chilometri verso i poli.
Ora Michael Kelley e colleghi hanno cercato di spiegare questo fenomeno proponendo la teoria della cosiddetta
turbolenza bidimensionale". Il fenomeno avviene quando i fluidi, invece di muoversi liberamente in tre
dimensioni, sono "vincolati" da un campo magnetico, con il risultato che si muovono molto più velocemente in
due dimensioni.
Gli scienziati spiegano, così, che il vapore acqueo intrappolato in uno strato a due dimensioni viene incanalato
velocemente verso i poli e "spazzato" via su grandi distanze. "Una fisica totalmente e inaspettatamente nuova",
ha commentato Michael Kelley, che avendo scoperto un meccanismo per il trasporto di acqua su grandi
distanze, che produce le nubi nottilucenti, ipotizza che il magico cielo delle notti del dopo Tunguska potrebbero
spiegarsi con la grande quantità di acqua rilasciata nell'alta atmosfera.
Acqua appartenente ad una cometa, afferma, che ha perso il ghiaccio esterno della sua chioma prima di
impattare nell'atmosfera terrestre. "E' come riesumare risolvere i misteri di un "cold case" di 100 anni fa", ha
commentato Kelley.
Fin dall’infanzia ci è stato insegnato che il corpo umano possiede 5 sensi che sicuramente tutti conoscete (vista,
udito, tatto, gusto, odorato). Questo elenco è rimasto immutato dal tempo di Aristotele. esiste poi il cosi
definito “sesto senso” che per molte persone può riferirsi ad una percezione fuori dalla sfera scientifica o
semplicemente ad un senso di cui gli essere umani non dispongono (al di la del detto culturale o di particolari
credenze).
Tuttavia, se provate a chiedere ad un neurologo di quanti sensi dispone il corpo umano, potreste rimanere
sorpresi dalla risposta. Molti specialisti identificano 9 o più sensi, altri ne classificano addirittura 21.
Nell'Universo vige un principio di «Non Località» (termine clonato dalla fisica quantistica) attraverso il quale i
fenomeni avvengono come se ogni cosa fosse in diretto e continuo contatto con ogni altra. Le ricerche fatte
sulla visione a distanza hanno confermato l'esistenza di una «Mente Non Locale» alla quale si può avere accesso
attraverso le percezioni extrasensoriali, cosi come affermava il fisico David Bohm; «Qualsiasi evento si verifichi
è immediatamente disponibile come informazione in qualsiasi luogo». Per effettuare una connessione mentale
non locale lo scienziato Rusell Targ afferma che si è inspirato anche agli insegnamenti sapienziali e ai testi
sanscriti che insegnano come lo stato di «consapevolezza espansa», equiparato ad uno stato di meditazione,
consenta ad una persona di ricevere o trasmettere informazioni.
Il "settimo senso" sarebbe costituito per l’appunto da questa capacità psichica, la quale non costituirebbe il
sesto, in quanto il sesto senso è rappresentato viceversa dal percepire sensazioni su base non razionale
relativamente all’ambiente in cui ci troviamo (suppongo che tutti abbiamo percepito, giungendo in un luogo,
ostilità, allegria, pericolo, etc, senza che nessuna causa razionale giustificasse tale sensazione).
la visione a distanza esiste, funziona ed è stata sperimentata, provata e utilizzata dai servizi segreti per oltre
vent'anni. Le recenti ammissioni del Governo (degli Stati Uniti) riguardanti l'uso di strumenti bellici di carattere
metafisico sono una testimonianza cruciale e inconfutabile del fatto che ciò che ho detto adesso è la verità.
Tutti noi abbiamo una risorsa eccezionale di cui non sappiamo niente: il nostro cervello irrazionale. Si tratta di
un circuito mentale che lavora a grande velocità e controlla particolari fasce muscolari: la "muscolatura
profonda". Ecco un esperimento: farà capire immediatamente come funzionano questi muscoli.
Perché succede?
Mentre spingevi la mano contro l'ostacolo, i muscoli volontari superficiali (comandati dal cervello razionale), si
sono stancati rapidamente. Questa stanchezza è stata segnalata al cervello inconscio che ha attivato la
muscolatura di sua competenza (la muscolatura profonda), che serve tra l'altro per sostenere i muscoli
volontari quando questi sono stanchi. Quando, alla fine dello sforzo, hai rilassato i muscoli del braccio, l'ordine,
espresso dal cervello razionale, non ha raggiunto il cervello inconscio e quindi non è stato ritrasmesso alla
muscolatura profonda, che perciò non ha ricevuto l'ordine di smettere di spingere. Così, mentre credi di aver
cessato lo sforzo, il braccio si alza da solo. Non siamo in grado di sentire consciamente la fatica fatta dai
muscoli profondi proprio perché il segnale che essi emettono lavorando si ferma al cervello inconscio. Quindi la
mente razionale non sente il lavoro della muscolatura "irrazionale". Questa muscolatura la usiamo
comunemente, ad esempio, andando in bicicletta, quando, pur facendo sempre lo stesso movimento, non
sentiamo più lo sforzo. La utilizziamo anche nei momenti di paura, quando le adrenaline liberano tutto questo
tipo di potenza muscolare. A volte, invece, tale processo si inceppa: mentre un'auto ci sta venendo addosso,
può succedere che non si riesca a disattivare il cervello razionale e a far partire quello irrazionale. Così ci
troviamo a essere perfettamente coscienti che l'auto ci sta venendo addosso, ma siamo incapaci di muovere un
passo. E intanto annotiamo diligentemente, fra noi e noi: "Ecco, l'auto mi sta venendo addosso. Non riesco a
muovermi, l'auto si avvicina, mi spiaccicherà, mi farà malissimo! Finirò all'ospedale. Ahi che male, cazzo!". È
quel che si dice farsi prendere dal panico.
l Pesce Alligatore è una delle specie di pesci d’acqua dolce più grandi. Nel Nord-America è diffuso in Texas,
Oklahoma, Louisisana, Mississippi, Alabama, Tennessee, Arkansas, Missouri, Florida e Georgia anche se un
tempo era diffuso anche negli altri Stati più a Nord.
Predilige le acque calme dei fiumi, dei laghi e delle paludi. E’ una specie carnivora ma la sua è una caccia
passiva. Infatti, attende le prede tra i canneti e la vegetazione, per poi colpirle con degli agguati. Può
raggiugnere i 2m di lunghezza ed un peso di 150kg.
Il nome deriva dal fatto che questo pesce è molto simile agli alligatori, sia nel muso che ne corpo.
Il Pesce Alligatore appartiene ad una famiglia di pesci risalente all’epoca dei dinosauri ed il motivo della sua
sopravvivenza fino al giorno d’oggi è da riscontrarsi nella speciale pelle che lo ricopre. Questa è caratterizzata
da squame resistenti e affilate che vanno a formare una spessa “maglia” simile ad uan corazza che lo rende
praticamente invulnerabile dagli attacchi degli altri animali.
Lo definiroro mostro quando gli vennero attribuiti alcuni casi di aggressione all’uomo ad inizio del secolo scorso.
Non vi erano prove concrete ma iniziò ugualmente una caccia spietata per sterminarlo ma, nonostante li sforzi,
ancora oggi è abbastanza diffuso. Mai, però, termine fu meno azzeccato.
Il biologo Jeremy Wade, già incontrato con il pescegatto Goonch, ha deciso di indagare e di andare a fondo di
questa storia. Recandosi in Texas e facendosi consigliare dai pescatori locali, guidato da una guida del luogo si è
recato in un posto adatto alla pesca di questo pesce. Dopo ore di appostamento è riuscito a catturare un
esemplare che, però, non era delle dimensioni giuste per giustificare gli attacchi all’uomo. Nonostante questo,
durante la liberazione dell'animale il biologo è stato ferito ad una mano proprio da un morso del pesce. La preda
servì comunque per effettuare qualche misurazione della lunghezza della bocca, della lunghezza del corpo e per
osservarne la dentatura.
Nei giorni successivi Wade ci ha riprovato e, dopo un’intero giorno passato sulla barca a cercare di prendere
almeno un altro esemplare, verso il tramonto è riuscito a prenderne uno di dimensioni notevoli.
Le ore e ore di pesca, però, e la consulenza con un esperto di questa specie, hanno spinto il biologo ha
formulare la sua tesi sul comportamento di questo pesce: il Pesce Alligatore non è un predatore attivo (sebbene
sia vorace) e, quando trova una preda, inizia ad azzannarla e rilascirla fino a quando è sicuro che questa non è
pericolosa. Se la preda è piccola, dopo i primi morsi il predatore la afferra definitivamente sapendo che questa
non potra opporre resistenza vista la potenza della sua bocca. Se, però, questa cerca di liberarsi, lui la rilascia
subito tentando un secondo approccio. Con l’esca di Wade si è comportato così per ore: la azzannava, la
trascinava e, non appena il pescatore offriva un po’ di resistenza con la canna, il pesce la lasciava andare per
poi ritornare all’attacco dopo alcuni minuti.
La conclusione finale è stata che questo pesce magnifico è pericoloso quando fuori dall’acqua (dove può
azzannare per difendersi) ma se nel suo ambiente è assolutamente tranquillo ed innoquo per l’uomo.
Wade, riguardo agli attacchi all’uomo, pensa che sono da attribuire agli alligatori veri e propri, i quali vivono
nelle stesse acque del Pesce Alligatore. Le vittime, vedendo il muso dell’aggressore, possono aver scambiato il
pesce per il rettile.
E’ vero, l’aspetto è msotruoso ma la caccia spietata a cui è stato sottoposto ingiustamente è stata più
mostruosa di lui…
La tecnica, per ora, è stata sperimentata solo in laboratorio. Gli embrioni ottenuti -
dicono i ricercatori - sono stati distrutti dopo sei giorni. La ricerca è stata presentata
durante la Medical Research Council Centre for Neuromuscular Diseases conference a
Londra.
Si tratta a dire il vero di un trucco. E' curioso sapere che fino ad oggi, dal punto di vista
scientifico, non è mai stata dimostrata la lievitazione di un solo spillo in piena luce.
Naturalmente gli illusionisti, durante i loro spettacoli, sono stati sempre capaci di far
sembrare la levitazione assolutament naturale. In realtà non è così. Non esistono prove
scientifiche che sia possibile sollevare un oggetto in aria andando contro le leggi della
gravità senza l'uso di appositi sistemi, come i motori d'aeroplano oppure l'influsso di
campi magnetici o elettrici.
La levitazione si verifica anche con mezzi gassosi: essa si basa su sistemi cha dal basso
emanano getti d'aria. In questo caso l'oggetto sospeso viene direttamente espulso dal gas.
Allo stesso modo è possibile far levitare oggetti e organismi viventi immergendoli in
potenti campi magnetici, sfruttando le loro proprietà diamagnetiche.
Valentina Corti
Photocourtesy of Repubblica.it
Hanno creato una chimera con i baffi da topo e lo scheletro della tigre. L'esperimento,
pubblicato oggi sulla rivista Plos (Public Library of Sciences) è il primo caso di una
specie estinta che torna a vivere. "Questa è la prima volta che il DNA di una specie
estinta viene utilizzato per indurre una risposta funzionale in un organismo vivente", ha
spiegato Andrew Pask, dell'Università di Melbourne, che con Richard Behringer
dell'Università del Texas, ha diretto la ricerca.
La tigre della Tasmania - o tilacino - è estinta dal 1936. Alcuni esemplari di questo
animale, però, sono stati conservati sotto alcol in diversi musei del mondo e questo ha
permesso una conservazione dei tessuti sufficientemente buona per estrarre da alcuni
piccoli campioni il Dna necessario allo studio.
"Fino a ieri eravamo stati capaci solo di leggere il codice genetico degli animali
scomparsi. Oggi lo abbiamo fatto funzionare dentro un altro essere vivente", ha detto
Pask.
Greta Consoli
Photo courtesy of www.wwf.it
Il 30 giugno del 1908 sui cieli della Russia una misteriosa esplosione devasta un'ampia
area desertica. Una tempesta geomagnetica produsse una potentissima aurora boreale
Gli esperti sostengono di aver trovato nel medesimo sito una roccia dal peso di 50
chilogrammi, anch'essa apparentemente extra-terrestre; campioni ne sono stati inviati ai
laboratori di Krasnoyarsk per le analisi del caso.
L'esplosione della Tunguska e' sempre stata attribuita in via d'ipotesi alla caduta di un
gigantesco meteorite; l'eco della deflagrazione seguita al presunto impatto all'epoca fu
sentita a diverse centinaia di chilometri di distanza, e risultarono devastati oltre 2.000
chilometri quadrati di taiga, la foresta siberiana.
30 giugno 1908, ore 7,17: un oggetto infuocato saetta nel cielo sereno della Siberia. Il
desolato Altopiano Centrale trema per la gigantesca esplosione provocata dall' impatto
della misteriosa "cosa". All' esplosione termica iniziale seguono violentissime onde d'
urto, una tempesta infuocata ed una pioggia nera che contamina il territorio per centinaia
di miglia.
La scossa sismica che ne deriva è registrata negli osservatori di Mosca, Parigi, Londra e
perfino Washington, dall' altra parte del globo. Una gigantesca colonna di fuoco si alza
nel terso cielo azzurro, raggiungendo un' altezza tale da rendere visibile la sua luce
accecante agli sbigottiti siberiani distanti centinaia di miglia. Il boato dell'esplosione fu
udito fino a 200 chilometri dall' epicentro.
La "cosa" precipitò nella Tunguska Pietrosa, devastando un' area di oltre 2000
chilometri quadrati, sradicando e disintegrando qualsiasi cosa, liberando un vento
infuocato e radioattivo che inaridì il territorio.
Le testimonianze dell' evento vennero raccolte solamente dopo circa 15 anni, poichè la
Russia dall' inizio del secolo attraversava un delicato momento politico ed il governo
aveva altro da preoccuparsi che organizzare spedizioni. Queste testimonianze, fornite da
abitanti della zona, parlano di un oggetto di forma sferica o cilindrica, di color rosso o
giallo. Non venne notata la scia di fumo caratteristica delle meteoriti ferrose.
A sei minuti dall' esplosione iniziò una tempesta geomagnetica, durata alcune ore,
simile ai disturbi magnetici provocati dalla esplosioni nucleari nell' atmosfera, che fu
rilevata dall' Osservatorio Magnetico e Meteorologico di Irkutsk . Nonostante la portata
del fenomeno, non ci fu nessuna reazione da parte della scienza, e solo qualche giornale
locale riportò la notizia dell' evento, ipotizzando la caduta di un grosso meteorite nella
Taiga.
L' evento fu così "dimenticato" fino al 1921, quando una spedizione dell' Accademia
delle Scienze Russa organizzò una ricerca del presunto punto d' impatto del meteorite.
Giunti sul posto si presentò ai membri della spedizione uno scenario da incubo, risultato
di una potenza distruttiva inimmaginabile all' epoca: non vi era più traccia dell 'immensa
foresta che avrebbero dovuto trovarvi, ma solamente alberi carbonizzati nell' area di
2000 chilometri quadrati, disposti nella caduta a terra in maniera radiante, come se vi
fosse stato un epicentro energetico espanso verso l' esterno.
All' epicentro dell' esplosione i ricercatori non rilevarono nessun cratere meteorico, ma
notarono che gli alberi al centro del presunto punto d' impatto erano ancora ritti, anche se
carbonizzati. Da questo si dedusse successivamente che l 'esplosione era dovuta avvenire
a 6-7 chilometri dal suolo.
Il File Lacerta 1
16 Dicembre, 1999
Domanda : Prima di tutto, chi siete e cosa siete? Siete una specie
extraterreste o le vostre origini possono essere trovate su questo
pianeta?
Risposta : Come puoi vedere con i tuoi occhi, non sono un essere
umano come te e ad essere onesta non sono neanche un vero e
proprio mammifero (nonostante il mio corpo abbia delle parti simil-
mammifere, risultato dell'evoluzione). Sono un essere rettiliano
femmina, appartenente ad una razza rettiliana molto antica. Noi
siamo i terrestri originali e viviamo in questo pianeta da milioni di
anni. Siamo menzionati nei vostri scritti religiosi come la vostra Bibbia
Cristiana e molte delle antiche tribù umane erano a conoscenza della
nostra presenza e ci hanno trattato come divinità, come per esempio
gli Egiziani, gli Inca e molte altre antiche tribù. La vostra religione
Cristiana ha frainteso il nostro ruolo nella vostra creazione, così siamo
stati menzionati come "serpenti malvagi" nelle vostre scritture.
Questo è sbagliato. La vostra razza è stata geneticamente modificata
da alieni, e noi abbiamo avuto un ruolo più o meno passivo in tutta
questa faccenda di evoluzione accellerata. Devi sapere (qualche
vostro scienziato è già arrivato a supporlo) che la tua specie si è
evoluta in maniera troppo veloce per essere un processo naturale, in a
malapena 2-3 milioni di anni. Questo è assolutamente impossibile,
perchè l'evoluzione è un processo molto più lento quando è naturale,
ma non l'avete ancora capito. La vostra creazione è stata artificiale,
dovuta alla ingegneria genetica, ma non da parte nostra ma da parte
di una razza aliena. Se tu mi chiedi se sono extraterrestre, devo
risponderti di no. Noi siamo nativi terrestri. Abbiamo avuto ed
abbiamo ancora qualche colonia nel sistema solare, ma siamo
originari di questo pianeta. Infatti questo è il nostro pianeta, non il
vostro. Non è mai stato vostro.
Quali altre differenze ci sono con la vostra razza? Oh, non abbiamo
ombelico perchè nasciamo in un modo differente rispetto a voi. Le
altre differenze esteriori rispetto la vostra razza sono minori e penso
di non doverle menzionare tutte adesso, perchè la maggior parte di
esse non sono visibili se indossiamo dei vestiti. Spero che la mia
descrizione sia stata sufficentemente dettagliata. Ti consiglierei di fare
qualche disegno.
Risposta : Ne vedi una? No, non abbiamo una coda visibile. Se guardi
il nostro scheletro, c'è soltanto un piccolo osso arrotondato alla fine
della spina dorsale, dopo l'osso pelvico. Questo è un inutile rudimento
della coda dei nostri antenati, ma non è visibile dall'esterno. Oh, i
nostri embrioni hanno la coda durante i primi mesi di sviluppo, ma
scompare prima della nascita. Una coda ha senso solo per una specie
primitiva che prova a camminare su due gambe e deve bilanciarsi con
la coda, ma il nostro scheletro è cambiato durante l'evoluzione e la
nostra spina dorsale è di forma praticamente uguale alla vostra,
quindi non abbiamo bisogno di una coda per stare su due piedi.
Per usare un termine che forse riuscirai a capire : le altre specie non
vengono da questo universo ma da un altra "bolla" nella schiuma
dell'omniverso. Forse la chiameresti un altra dimensione, ma non è la
giusta parola per descriverlo correttamente (ma comunque, il termine
dimensione è generalmente sbagliato come lo intendete voi). Il fatto
che dovresti ricordare è che le specie avanzate sono in grado di
"camminare" tra le bolle tramite l'utilizzo di - come la chiamereste voi
- tecnologia quantica e qualche volta in particolari maniere tramite
l'utilizzo della loro mente (la mia specie possiede anche delle abilità
mentali avanzate rispetto a quelle della vostra specie, ma non siamo
in grado di cambiare bolla/stringa senza la tecnologia, ma le altre
specie attive in questo pianeta sono capaci di farlo e questo per voi
sembra qualcosa come una magia così come lo è stato per i vostri
antenati.)
Beh, la maggior parte dei dinosauri morì (non tutti nella detonazione
ma nelle circostanze che si crearono dopo la guerra, sopratutto
durante l'inverno e la pioggia nucleare). Praticamente tutti i dinosauri
e i rettili morirono entro i successivi 20 anni. Alcuni di loro -
sopratutto quelli negli oceani - furono in grado di sopravvivere per i
successivi 200 e 300 anni anche in questo mondo cambiato, ma
morirono anche queste specie a causa del cambio climatico. L'inverno
nucleare cessò dopo 200 anni, ma la terra rimase più fredda di prima.
Nonostante il cataclisma, alcune specie furono in grado di
sopravvivere : i pesci (come gli squali), gli uccelli, dei piccoli
raccapriccianti mammiferi (i vostri antenati), vari rettili come i
coccodrilli...e vi era uno speciale tipo di piccoli ma avanzati dinosauri
che si svilupparono con l'ultimo grande animale - rettili come la specie
che voi chiamate Tirannosauri.
Ciò che sto per dire potrebbe ancora una volta sembrare impossibile o
addirittura shockante per te, ma dato che l'hai chiesto te lo spiegherò.
Come ti ho detto prima, noi abbiamo delle abilità mentali più avanzate
rispetto alla vostra specie e con "più avanzate" intendo che noi siamo
capaci di usare la telepatia e la telecinesi sin dalla nascita (infatti
madre e neonato comunicano generalmente con la telepatia durante i
primi mesi) senza particolari addestramenti a differenza di voi, che ne
avete bisogno per attivare le parti sopite del vostro cervello. La
struttura del nostro cervello è un pò diversa rispetto la vostra e la
nostra ipofisi è più grande e più attiva della vostra - specialmente
quando siamo alla luce del sole. Queste nostre abilità sono molto forti
rispetto alle vostre, ma deboli al confronto delle forze mentali di
alcune delle specie aliene in questo pianeta capaci di cambiare
"bolle/stringhe". Io non sono mai stata granchè brava in queste cose
mentali, ma noi tutti abbiamo queste abilità base e possiamo usarle
per esempio per difesa o anche per attacco.
Risposta : Si.
Risposta : Ancora una volta è una strana domanda. Noi non siamo i
vostri nemici (la maggior parte di noi non lo è), per cui perchè
dovremmo fare qualcosa del genere? per rispondere alla tua domanda
: dipende dalla forza della mente umana ricevente e dalla forza della
mente rettiliana che invia il comando. Non c'è nessun tipo di
interruttore "Servici" o "Servimi" nella vostra mente, quindi questo
tipo di comando è molto più difficile da indurre. Se il cervello umano e
la coscienza ricevente è debole e il rettiliano inviante ha una certa
esperienza in questo genere di cose ed è stato qualche ora al sole
prima che lui o lei provi a farlo, allora probabilmente funzionerebbe
per un pò di tempo. Ci sono insegnamenti segreti su queste cose, ma
non no mai imparato nulla al riguardo. Utilizzo queste abilità primarie
per la mimetizzazione e per la comunicazione con altri della mia
specie e qualche volta per cose private, ma non l'ho mai usato per
fare del male a degli umani o alle loro menti. Apprezzerei se
potessimo terminare qui la discussione su questo argomento.
Domanda : Una ultima domanda : Prima hai detto che siete in grado
di nascondere i vostri UFO? Utilizzate queste abilità per farlo?
Ci fu una lunga guerra tra noi e gli "Illojim" e anche fra certi gruppi
degli stessi "Illojim", poichè molti di loro erano dell'opinione che la
continua creazione di specie umane in questo pianeta non aveva
molto senso. Le ultime battaglie di questa guerra furono combattute
circa 5,000 anni fa nell'orbita e nella superfice. Gli alieni usarono
potenti armi soniche per distruggere le nostre città sotterranee ma di
contro noi fummo in grado di distruggere molte delle loro installazioni
di superfice e loro basi nello spazio. Gli umani della vostra specie
erano molto spaventati quando osservarono le nostre battaglie, e le
scrissero sotto forma di miti religiosi (le loro menti non erano ancora
in grado di capire cosa stava succedendo). Gli "Illojim" - che
apparirono come "Dio" per la sesta e la settima razza - gli dissero che
era una battaglia tra il bene e il male e che loro rappresentavano il
bene e che noi rappresentavamo il male. Secondo me, era nel nostro
diritto combattere per il nostro pianeta. Fu esattamente 4,943 anni fa
- basandoci sulla vostra scala temporale - che gli Elohim lasciarono il
pianeta di nuovo per ragioni sconosciute (questa è una data molto
importante per noi, perchè molti dei nostri storici la considerarono una
vittoria). Ma il fatto è che in realtà non sappiamo cosa accadde. Gli
"Illojim" se ne andarono da un giorno all'altro, scomparirono senza
lasciare traccia con le loro navi e scoprimmo che la maggior parte
delle loro installazioni di superfice furono distrutte da loro. Gli umani
rimasero soli e la vostra civiltà si sviluppò. Molti di noi erano in
contatto con alcune tribù della vostra specie (sopratutto del sud) nei
secoli a venire e siamo stati in grado di convincere alcuni di loro che
noi non eravamo il "Male" che gli alieni gli fecero credere. Durante il
periodo che va da circa 4,900 anni fa ad oggi, molte altre specie
aliene sono arrivate nel pianeta (alcuni di loro sfruttarono gli antichi
insegnamenti e le antiche programmazioni delle vostre menti e
"giocarono" a fare gli Dei con voi) ma proprio gli "Illojim" non
tornarono mai più indietro. Prima di questi avvenimenti loro lasciarono
il pianeta per un periodo di qualche migliaio di anni, quindi ci
aspettiamo un loro ritorno in futuro per terminare i loro progetti o
forse per estinguere anche la settima razza, ma a dire il vero non
sappiamo realmente cosa sia accaduto loro (per rispondere in anticipo
a questa tua domanda).
La tua civiltà corrente non conosce nulla delle sue reali origini, del suo
vero passato, del mondo e dell'universo e conoscete molto poco sul
nostro passato e su di noi. E non sapete nulla di ciò che sta per
accadere. Finchè non capirai e crederai alle mie parole - ti sto dicendo
la verità perchè non siamo i vostri nemici - la tua specie sarà in
pericolo. Se non hai creduto a nulla delle cose che ti ho detto prima,
dovresti almeno cercare di credere e ricordare questo.
Domanda : Hai detto che ci sono solo 14 specie attive nel pianeta.
Ma allora come mai le persone che hanno visto esseri alieni riportano
spesso descrizioni così bizzarre e differenti tra di loro?
Risposta : Aprite gli occhi e guardate. Non credete solo alla vostra
storia sbagliata, ai vostri scienziati e ai vostri politici. Alcuni di loro
conoscono la verità su molte cose, ma non informano l'opinione
pubblica per evitare panico e confusione. Io penso che la vostra specie
non sia così male come pensano alcuni della mia specie, e sarebbe
davvero un dispiacere assistere alla vostra fine. Questo è tutto quello
che posso dire. Osservate il vostro mondo e forse vedrete la verità - o
forse no. La vostra specie è ignorante.
Nel campo della fisica, l'esperimento ideale del viaggio nel tempo è talvolta usato
per esaminare le conseguenze di teorie scientifiche come, ad esempio, la relatività
speciale, la relatività generale e la meccanica quantistica.
È stato ampiamente approvato con prove sperimentali che lo scorrere del tempo
non esiste come tempo assoluto: infatti, come previsto dalla relatività ristretta, lo
scorrere del tempo è differente per osservatori che siano in moto uno rispetto
all'altro.
Alle velocità infraluminali, al di sotto della soglia della velocità della luce nel
vuoto, esistono corpi dotati di masse, sia a riposo che accelerata, superiori a zero:
tali corpi possono muoversi avanti ed indietro nello spazio ma non nel tempo (nel
nostro "universo" la direzione del tempo è preordinata e corre dal "passato" al
"futuro").
Per viaggi temporali riscontrabili dall'esperienza umana, tali teorie ci dicono che,
se un corpo è soggetto ad una velocità (commensurabile con quella della luce nel
vuoto) oppure a campi gravitazionali significativi (come in prossimità di un buco
nero o di una stella di neutroni), il tempo ne viene enormemente influenzato nel
suo scorrere, fino ad arrivare a fermarsi per un osservatore (orizzonte degli
eventi). In prossimità dell'orizzonte degli eventi, lo scorrere del tempo verrebbe
arrestato solo per colui che si trovasse proprio sull'orizzonte medesimo, ovvero
sul confine tra il nostro universo "familiare" e l'universo chiuso (una sorta di
"punto di non - ritorno") che si trova oltre l'orizzonte e che termina sulla
singolarità ("collapsar") implosa e collassata che genera l'orizzonte e gli effetti
fisici e relativistici associati al buco nero. Per semplificare il concetto,
praticamente, un astronauta che si trovasse sul confine delineato dall'orizzonte
degli eventi si muoverebbe in modalità sincrona col ruotare dell'orizzonte e
vedrebbe ogni oggetto al di là dell'orizzonte come se fosse in un eterno presente:
un oggetto che dovesse cadere nel buco nero avrebbe un tempo nullo per
l'osservatore posto sull'orizzonte degli eventi, che mai lo vedrebbe, per tutta
l'eternità, ed un tempo suo proprio, talmente accelerato da esser incompatibile con
lo stato della materia ordinaria, che lo schianta in una frazione di secondo sulla
singolarità stessa. Da questo concetto ne consegue che non soltanto la materia
(perché la collapsar generante il buco nero non può fisicamente esser costituita da
materia ordinaria) può influenzare lo spazio-tempo, bensì anche le concentrazioni
massive d'energia, il che è plausibile, essendo la materia una forma particolare
d'energia, in base alla teoria einsteniana.
Per capire un po' meglio questo concetto assolutamente poco intuitivo dobbiamo
infatti raffigurarci lo spaziotempo (o "cronotopo", mutuando il termine dalla
geometria) come un telo perfettamente elastico, ben tirato, increspato in qualche
punto da alcuni gravi (curvatura spaziotemporale). La gravità è rappresentata
dalla deformazione di questo telo che flette, ad esempio, nei dintorni della massa
di una stella, proprio come farebbe una palla da biliardo su un telo elastico. Il
tempo può essere visto invece come l'inclinazione di questo tessuto, che in
prossimità delle infossature si accentua (si dilata e si allunga) mentre come
accade nel tessuto, lo spazio tra un punto e l'infossatura si accorcia (e
diminuisce), tanto più quanto più la massa è pronunciata .
Un'estensione di questa teoria porta ad ipotizzare che lo stesso spazio-tempo non
sia un qualcosa di unitario, come da noi percepito, bensì un'entità "discreta",
ovvero composta da quanti, esattamente come tutta la materia e l'energia: a livello
ultramicroscopico, pertanto, esisterebbero dei quanti non ulteriormente divisibili
di spazio-tempo e lo scorrere del tempo rappresenterebbe solo una nostra
illusione ottica. Il divenire, pertanto, altro non sarebbe che lo spostamento tra
quanti contigui di spazio-tempo. Anche la nostra esistenza sarebbe dettata da
questa regola: ogni quanto di spazio tempo può contenere o meno una copia di
ciascuno di noi: se non la contiene si tratta del periodo anteriore alla nascita o
posteriore alla morte. Se la contiene, invece, ogni quanto conterrà una nostra
copia in un dato "istante" temporale, cosicché la durata della "nostra vita" altro
non sarebbe che la sequenza precisa, ordinata, accurata e lineare di singoli quanti
spaziotemporali contenenti una copia di noi in una data "epoca". Ovviamente, a
livello macroscopico, essa viene da noi interpretata come un divenire dalla
nascita alla morte, ovvero quello che chiamiamo "Vita".
Una macchina del tempo tecnologica che viaggi nel futuro potrebbe perciò
funzionare accorciando lo spazio e dilatando il tempo, che ad esso è relativo,
procedendo a velocità astronomiche, oppure potrebbe piegare la struttura dello
spaziotempo creando l'increspatura da cavalcare come una tavola da surf
sull'onda. Ad oggi comunque non si conosce un modo né per accelerare a tali
velocità, né per piegare lo spaziotempo.
I buchi neri
I buchi neri in veste di "macchine del tempo" naturali non sono sfruttabili per vari
motivi. Vediamo i più immediati:
Di buchi neri ne esistono tanti, di
dimensioni estremamente variabili.
Il problema principale è quello di
andarsi a collocare presso
l'orizzonte degli eventi senza
esserne inghiottiti. Ma gli effetti
gravitazionali del buco nero si
fanno sentire anche prima di
giungere all'orizzonte stesso, e non
è facile quantificare la massa della
singolarità centrale da cui dipende
l'area coperta dall'orizzonte ed il
volume del buco nero medesimo.
basta un'inezia nel calcolo e l'effetto
sarebbe davvero poco piacevole per
gli sperimentatori.
Come macchina del tempo un buco nero sarebbe limitato, nel senso che potrebbe
portare indietro nel tempo uno sperimentatore non oltre il momento della sua
formazione.
Se il buco nero fosse di tipo "non rotante" - e nessuno lo può sapere a priori - non
ci sarebbe verso di attraversare indenni l'orizzonte degli eventi: il verso preso
sarebbe inevitabilmente diretto sulla singolarità centrale, dopo esser stati ridotti
ad una stringa monodimensionale per ipercompressione a densità infinita.
Questo discorso vale solo in parte nel caso d'un buco nero rotante. Durante gli
anni ‘60 il matematico neozelandese Roy Kerr scoprì che lo schianto sulla
singolarità può anche non avvenire se il buco nero è rotante. In questo caso, si
forma pur sempre una singolarità, ma sotto forma di anello toroidale e non come
punto adimensionale, come il biscotto col buco al centro. In via di principio
sarebbe possibile immergersi in un buco nero di questo tipo e passare attraverso
l’anello per emergere in un altro luogo ed in un altro tempo, forse in un universo
parallelo, purché la direzione d’incontro col buco nero rispetti un certo angolo
d’incidenza. Questa "soluzione Kerr" è stato il primo esempio matematico di
macchina del tempo, Negli anni’80, comunque, Kip Thorne, del CalTech (uno dei
principali esperti al mondo sulla teoria generale della relatività) ed i suoi colleghi
si misero a provare una volta per tutte che tali sciocchezze non erano ammesse
realmente dalle equazioni di Einstein. Studiarono la situazione da tutte le parti ma
furono costretti alla conclusione non tanto gradita che non c’era realmente nulla
nelle equazioni che vietasse il viaggio nel tempo ammesso che si abbia la
tecnologia per manipolare i buchi neri (e questa è una grossa clausola restrittiva).
Nessun candidato buco nero si trova nei nostri paraggi.
Oggigiorno non esistono tecnologie atte a generare buchi neri artificiali in
laboratorio.
Paradossi
Coerenza
Conoscenza
Paradosso fisico
Un altro paradosso è questo: supponiamo, di nuovo, che il viaggio nel tempo sia
possibile e che un oggetto qualsiasi torni indietro nel tempo. Limitiamo l'infinita
gamma di momenti passati in cui potrebbe tornare a quelli in cui l'oggetto già
esisteva. Dal punto di vista dell'universo al momento di arrivo nel passato, la
massa costituente l'oggetto comparirebbe praticamente dal nulla; la "copia
ridondante" sarebbe dunque priva di passato. Ciò sembra inconcepibile in quanto
violerebbe molte delle leggi fisiche (oltre che logiche) esistenti.
Risoluzioni
Censura cosmica
Alcuni scienziati come i celebri Stephen Hawking e Roger Penrose ritengono che,
qualora tentassimo in qualche modo di fare qualcosa in grado di mutare
significativamente il passato, ad impedirlo interverrebbe una sorta di "censura
cosmica".
Nell'esempio sopra esposto del "Paradosso del nonno", la nostra voce potrebbe,
secondo qualche meccanismo fisico ancora ignoto, affievolirsi o essere proprio il
motivo per cui la conversazione tra il potenziale (a questo punto) nonno e la
nipote potrebbe finire esattamente nel momento giusto, cosicché il nonno
potrebbe essere puntuale all'appuntamento con la ragazza e tutto andrebbe al
meglio.
Dimensioni parallele
Per evitare la bizzarra "censura cosmica" si può utilizzare una teoria quantistica
nota come "teoria a molti mondi" che fu proposta nel 1956 da Hugh Everett III.
Questa teoria ci dice che ci sono tante copie del nostro mondo quante sono le
possibili variazioni quantistiche delle particelle che lo compongono. Ne
risulterebbe dunque un numero altissimo di mondi (o dimensioni) paralleli.
Per chiarirci le idee pensiamo ad un elettrone che ruota intorno ad un protone
nell'atomo di idrogeno. Tale elettrone - secondo la meccanica quantistica - non ha
un valore dell'energia ben determinato, ma si può solo dire che quella energia sarà
contenuta in un certo set di valori con una certa distribuzione di probabilità:
l'impredicibilità della natura a livello quantistico è una caratteristica intrinseca.
Ebbene, secondo la teoria a molti mondi, per ogni livello di energia dell'elettrone
esiste un differente universo; lo stesso per tutte le altre particelle.
Quindi, nelle variazioni più evidenti, ci saranno mondi in cui il nonno si sposa
con la nostra nonna e mondi in cui questo fatto non avviene più.
La sonda Voyager 2 sta inviando sulla Terra dei segnali in formato sconosciuto, che stanno
facendo impazzire gli scienziati: inviata nel cosmo nel 1977, è provvista di un disco di 12 pollici, con
all’interno incisi musica e saluti in 55 lingue terrestri. Questo nel caso in cui una eventuale civiltà
extraterrestre ne venisse a conoscenza. La sonda ha attraversato Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Attualmente si trova a circa 14 miliardi di chilometri di distanza dal Sole. A quanto pare il segnale, che
impiega 13 ore per raggiungere la Terra, non si è mai interrotto. La notizia è stata portata in primo piano
dal quotidiano tedesco Bild nella sua versione inglese, e rilanciata da tutti i principali media del mondo,
dalla Bbc al Telegraph.
L’anomalia è iniziata il giorno 22 aprile 2010 e, aspetto sconcertante, solo i dati scientifici non sono
tornati indietro come segnale. Ecco quindi le ipotesi inquietanti, che mettono in relazione ciò a un
sabotaggio extraterrestre. Infatti secondo l’ipotesi dell’esperto in misteri Hartwig Hausdorf, 54 anni e
autore del libro “UFOs – They Are Still Flying”, ha dichiarato: “sembra quasi come se qualcuno avesse
dirottato o riprogrammato la sonda, forse così non conosceremo ancora tutta la verità“. Ci sarà da
credere?
La Voyager 2 è stata una delle prime sonde spaziali automatiche realizzate per l'esplorazione del Sistema
Solare esterno, ed è ancora in attività. Fu lanciata il 20 agosto 1977 dalla NASA da Cape Canaveral, a
bordo di un razzo Titan-Centaur, poco prima della sua sonda sorella, la Voyager 1, in un'orbita che
l'avrebbe portata nel tempo a visitare i maggiori pianeti del Sistema Solare.
Il contenuto del disco venne selezionato per la NASA da una commissione guidata da Carl Sagan della
Cornell University. Il dottor Sagan e la commissione misero insieme una varietà di 115 immagini e un
gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da
animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Con questi venne inserita una selezione musicale
proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse
e la riproduzione del messaggio del presidente degli U.S.A. Jimmy Carter e del Segretario generale delle
Nazioni Unite Kurt Waldheim.
Dopo le critiche ricevute dalla NASA sull'inserimento nelle placche del programma Pioneer dell'immagine
di un corpo maschile e uno femminile nudo, l'agenzia spaziale non permise a Sagan di inserire immagini
di uomini e donne nude
I saluti nelle diverse lingue iniziano con l'accadico, parlata dai Sumeri circa 6.000 anni fa e finiscono con
la lingua Wu, parlata attualmente in Cina.
Il Computer di Antikythera
In dettaglio.........
Come spesso accade, una delle più spettacolose scoperte
scientifiche della storia è stata fatta per puro caso. Poco
tempo prima della Pasqua del 1900, un gruppo di pescatori
di spugne greci s’imbatté in una terribile tempesta e la loro
barca venne spinta alla deriva. Il capitano, Demetrios
Condos, si rese conto che l’unica possibilità di
sopravvivenza era quella di fuggire dai pericolosi stretti della zona di Creta e trovar riparo in acque
più tranquille, oltre la punta settentrionale dell’Isola di Andikithira.
L’uragano continuò a imperversare per una settimana e il capitano, per mantenere la disciplina e
tenere occupato l’equipaggio, mandò i tuffatori a cercare spugne. Uno dei suoi uomini più esperti,
Elias Stadiatis, si tuffò fino a una profondità di 42 m, tenuto giù dai pesi di piombo attaccati alla
sua persona con funzione di zavorra. A un tratto il tuffatore diede uno strattone alla fune che lo
legava alla barca, per avvertire che voleva risalire immediatamente. Stadiatis riemerse in stato di
choc. Borbottò qualcosa su "donne nude e cavalli", ma non seppe dare altre spiegazioni. Il
capitano Condos s’era molto incuriosito e cosi decise di risolvere il mistero. Scese sul fondo e li
trovò un’antica nave, ch’era naufragata intorno all’80 a.C., con un importante carico di statue e
altri oggetti ancora perfettamente visibili.
Alla fine del novembre del 1900, cominciò l’opera di recupero del relitto, che continuò per nove
mesi. Il governo greco forni una nave per appoggiare le operazioni, ma le condizioni atmosferiche
erano talmente proibitive e le tecniche subacquee cosi rudimentali che un tuffatore mori e altri due
riportarono gravi ferite. Otto mesi dopo, però, tutto il tesoro era finalmente sistemato nel Museo
Archeologico Nazionale di Atene. Fu allora che un attento archeologo del museo, Valerios Stais,
individuò un oggetto di grandissima importanza. Trovò i resti di un meccanismo in bronzo,
somigliante a un orologio, a cui diede il nome di "meccanismo di Andikithira". Quell’oggetto era
rimasto fino allora ignorato in mezzo a un mucchio di pezzi di bronzo e di marmo non catalogati.
Un frammento del meccanismo portava un iscrizione che risultò, in seguito, essere stata scritta nel
I secolo A.C.; la parte più completa dell’iscrizione era simile a un calendario astronomico, datante
intorno al 77 a.C.
Nel 1902, Stais diede l’annuncio della sua scoperta: egli sosteneva che si trattasse di un antico
congegno astronomico greco. La cosa provocò delle controversie, che rimasero irrisolte per quasi
70 anni. Infatti, gli storici avevano pensato, in un primo tempo, che l’esistenza di un meccanismo
così complesso fosse impossibile, e che gli antichi Greci, nonostante il loro brillante ingegno
matematico, non possedessero in pratica la minima tecnologia meccanica. Ciò era dovuto in parte
alla loro dipendenza dagli schiavi e in parte alla pessima considerazione in cui tenevano le
occupazioni meccaniche. Ora, tuttavia, la scoperta del meccanismo di Andikithira — la prima
grande scoperta dell’archeologia subacquea — sembrava mettere fine a tanto discredito.
Ciononostante, bisognava ancora stabilirne lo scopo e la funzione, e gli anni successivi videro
spuntar fuori tutta una serie di teorie. Si pensò che il meccanismo, che era grande circa la metà di
una macchina per scrivere portatile, fosse un astrolabio, uno strumento usato dai naviganti per
misurare l’altezza angolare di un corpo celeste sull’orizzonte. Alcuni pensarono che potesse
trattarsi di un piccolo planetario, sul genere di quelli che si diceva facesse il matematico
Archimede: altri sostenevano ch’era troppo complicato per essere sia l’uno sia l’altro. Alcuni
accademici più conservatori insinuarono addirittura che fosse stato buttato in mare da qualche
altra nave di passaggio sopra il relitto, secoli dopo.
Finalmente, nel 1975, lo strano mistero di Andikithira fu risolto, quando Derek de Dolla Price,
dell’Università di Yale, annunciò la conclusione dei suoi lunghi studi su quel meccanismo. Per tale
impresa s’era valso della collaborazione della commissione greca per l’energia atomica, e, con
l’uso dei raggi gamma, aveva potuto, dai frammenti, studiare il sistema interno del meccanismo,
che comprendeva più di 30 ingranaggi in bronzo. Era un meccanismo, affermò lo studioso,
realizzato intorno all’87 A. C., che serviva a calcolare i movimenti del Sole, della Luna e dei
pianeti. La complessità del meccanismo, con tutte le sue sofisticate ruote dentate, i quadranti, le
piastre incise, era talmente sorprendente che, secondo lui, l’aver scoperto quell’antico relitto
equivaleva ad <aver trovato un’aereo a reazione nella tomba di Tutankhamon ". Infatti i risultati
erano cosi sensazionali, che ci fu persino qualcuno il quale giunse a sostenere che i creatori del
meccanismo non potevano essere stati gli antichi Greci, ma piuttosto degli extraterrestri, venuti
dallo spazio.
Il meccanismo simulava meccanicamente i movimenti dei corpi celesti, in un’epoca in cui molti
Greci credevano ancora che la Terra fosse un disco circolare sostenuto da un immenso oceano,
sopra al quale c’era l’emisferica coppa del cielo. Si credeva che i pianeti e la Luna si muovessero
lungo certi piani geometrici. Lo scopo del meccanismo era di riprodurre meccanicamente i loro
movimenti, senza bisogno di laboriosi calcoli.
L’evidenza porta a dire che si tratta di un congegno astronomico, anche se il meccanismo poteva
aver l’apparenza di un moderno orologio meccanico e i suoi meccanismi possono essere stati
adattati in seguito per creare un orologio meccanico. Alcuni esperti sostengono che coloro che lo
usavano, più che astronomi, dovevano essere astrologi, desiderosi di conoscere l’aspetto dei cieli
in un tempo prestabilito, passato o futuro. Il meccanismo aveva tre sistemi di ruote dentate: uno
davanti e due dietro. Quello davanti conteneva due fasce concentriche. Su una fascia erano incisi
i nomi dei segni dello zodiaco; sull’altra, mobile, c’erano i nomi dei mesi in greco. Una lancetta
indicava la posizione del Sole nello zodiaco, per ogni giorno dell’anno. I sistemi di ruote sul dietro
sembra indicassero i moti della Luna e dei pianeti. Una manovella, girata ogni giorno, caricava il
meccanismo.
Dopo aver creato gli aerei (quasi) invisibili ai radar, i militari ora puntano a qualcosa in
più. Una cappa di completa invisibilità che potrebbe tornare molto utile in caso di
conflitti o operazioni "coperte".
Quando sarà completato sarà una capsula grande abbastanza da farci entrare un uomo
che, una volta dentro, si troverà circondato da uno schermo a 360 gradi con un sistema di
audio surround. Dentro l'aggeggio non ci saranno nè joystick nè mouse, bensì una serie
di videocamere in grado di rilevare i movimenti di braccia, gambe e viso e saranno in
grado di capire anche se si sta camminando o correndo.
Il "cocoon" verrà completato per ottobre 2009, e i primi modelli dovrebbero entrare in
commercio nel 2015.
La Terrafugia Transition è spinta da un motore Rotatx 912S da 100 cavalli e le sue ali si
dispiegano per 8 metri. L'auto può raggouingere la velocità di 180 km/h e ha
un'autonomia di 700 chilometri. Il suo prezzo di listino al momento non è proprio da
utilitaria. L'auto volante costa infatti 180 mila euro.
La scimmia è stata addestrata per alcuni giorni a comandare col pensiero il braccio
robotico fissato sulla spalla, sfruttando i segnali elettrici prodotti nelle diverse aree del
cervello.
I ricercatori hanno disposto dei micro-elettrodi nella corteccia motoria della scimmia,
l'area che impartisce i comandi per i movimenti volontari.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, apre gli orizzonti alle persone paralizzate che
hanno bisogno di una protesi capace di sostituire in modo il più possibile funzionale una
parte lesa o mancante del corpo.
Aprono i lavori del convegno Massimo Moscarini, Direttore del Dipartimento di Scienze
Ginecologiche, Perinatologia e Puericultura dell’Università di Roma “La Sapienza” e
Mauro Schimberni, docente di “Tecniche di Riproduzione Assistita” della facoltà di
Ostetricia dell’Università “La Sapienza”di Roma.
Relatori del convegno sono, tra gli altri: Jaques Donez, del Dipartimento di Ginecologia
dell’Università Cattolica di Louvain, Belgio e Carlo Bulletti, Direttore della Unità
Operativa di Fisiopatologia della Riproduzione dell’Ospedale Cervesi di Cattolica, ASL
di Rimini e Università di Bologna.
Il concento che sta alla base è semplice. Le frasi, prima di essere pronuciate, si formano
nella mente attraverso un complesso processo neuronico che finisce con l'emissione di
parole. La tecnologia immaginata dalla Darpa dovrebbe intercettare i segnali emessi dal
cervello nel momento in cui le parole vengono pensate e trasmetterle al destinatario
senza passare dalla bocca. Dici niente.
Qualora fosse realizzata si tratterebbe di una tecnologia rivoluzionaria. Anche per le sue
ricade pacifiche. Nell'assistenza ai disabili, per esempio, negli ultimi anni sono stati
creati apparecchi in grado di trasformare le onde cerebrali in comandi interpretabili dai
computer. Comandi che poi vengono trasmessi a prototipi di protesi ortopediche e sedie
a rotelle comandate con la mente. Oppure che permettono di comporre frasi attraverso
una tastiera senza usare tasti.
Il progetto "Silent Talk" cerca addirittura di trovare un modo di estrarre parole e concetti
da un elettroencefalogramma. Poi cercherà di capire se tra i segnali neurali d'individui
differenti esistano pattern comuni o generalizzabili. Infine, tenterà di costruire un
sistema in grado di decodificare questi segnali e trasmetterli a breve distanza. In
prospettiva, il sistema allo studio della Darpa punta anche ad intercettare i pensieri del
nemico direttamente alla fonte.
Sembra davvero fantascienza. Ma una ventina d'anni fa lo era anche internet. Eppure la
Darpa lo stava già utilizzando per le sue comunicazioni militari. Era il 1969 e si
chiamava Arpanet.
In verità, il teletrasporto della scienza non ha niente a che vedere con quello della
fantascienza. Nessuno viaggerà attraverso macchine che scompongono il corpo in atomi
e lo ricompongono da un'altra parte, come ha insegnato "Star Trek". Quello che si
trasferisce sono semplicemente le proprietà delle due particelle. Per questo, alla fine
forse sarebbe meglio parlare di una sorta di clonazione a distanza.
In altre parole le particelle restano distinte, anche se strettamente legate da una relazione
fisica. Quello che accade all'una, accade anche all'altra. Il teletrasporto di materiale,
oggetti o addirittura corpi, resta quindi confinato alla fantasia di scrittori, registi e
sognatori.
Gli esperimenti del Caltech sono basati sulle temerarie teorie delle meccanica quantistica
di Darrik Chang. Lo scienziato propone di utilizzare fasci di luce laser, proiettandoli su
sferette di silicio del diametro di cento nanometri (milionesimi di millimetro) equivalenti
a un centesimo del capello umano.