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PROPRIETA TECNOLOGICHE DELL/ARGILLA E DEL MANUFATTO CERAMICO Nel caso della decorazione in positivo (alla barbottina, rilievo applicato, rilievo da matrice, e anche di quella pittorica, 12.2, 12.3) il vasaio esercita pres- sioni minori, tuttavia il grado di coesione in crudo del manufatto deve essere tale da permettere senza timore i ripetuti passaggi della mano. “Arle map abbiont “Arle grama vices, latin diene Patcihin cess = SS me afflogcin 1+ Atti excessive prove ‘eens roe ‘CORREZION! POSSIBILI > deparsioepeetninels | [+ aggimngere deraanie rsone eons neces vee + singe ite foremost istics ‘ARGILLA LAVORABILE, Fig 2. 5.3. RITIRO E POROSITA IN CRUDO / IN COTTO Largilla usata per modellare un manufatto subisce due contrazioni di volume (chiamate anche “ritiro") in tempi diversi: la prima (ritiro in crudo) durante Tes- siccamento, la seconda (ritiro in cotto) durante la cottura quando il manufatto sta per trasformarsi in prodotto finito ma non é ancora tale. Ambedue i ritiri influenzano la porosita Per porosita si intende il rapporto percentuale tra il volume degli spazi vuotie il volume complessivo del manufatto. Di regola vengono chiamati “pori” ali spazi vuoti molto piccoli, non visibili a occhio nudo (richiedono uso del microscopic), “vacuoli” i vuoti pid grandi, visibili a occhio nudo. I due termini sono spesso usati come sinonimi, ma sarebbe appropriato riservare il termine "vacuoli” agli spazi wuoti che l'archeologo pud notare a prima vista. 118 Prin vasaio (tip sante (sia lane), even peratura essere anc gilla e res menti (bat cura e ab siefo annu le pressior ugualment entro la sti Ritiro e pc Lacqua di mento (8.1 nale alla qu Fig. 23. Rito de Pori prevalenter giante nella tita eisorie PROPRIETA TECNOLOGICHE DELLARGILLA E DEL. MANUFATTO CERAMICO meno intensi, mentre a temperatura pit alta (> 800°C, salendo verso 900-950°C) icolore schiarisce nel campo del nocciola rosato al giallo rosato chiaro; = 'se largilla @ povera di calcite (CaO < 3%) e molto ricea di quarzo, viene a mancare Teffetto schiarente della calcite, quindi nelle stesse condizioni di cot- ura il manufatto scurisce, con tonalita nel campo del bruno-rossastro via via che la temperatura sale. Sostanze organiche: se la combustione @ completa esse non influenzano il colo- re del manufatto, altrimenti possono rimanere almeno in parte allo stato di par ticelle carhoniose, causando colorazioni grigio-bruno ¢ zone nerastre nello spes- sore interno di parete e fondo, civé il cosiddetto “cuore nero” visibile in frattura. ‘Bruno wert Ne ‘mance wore [ T ‘Gre verdawre | [Rosas brawe Giga ae silence || apilecocleat% || ailetarmese |] cantnocagie epilefemacic || sew etroomposs || dtssane mp, || fetal san pres asin biawefevde || delfeomoto fe || faenewe te || dorsgrn ome ieerarsg || aM etarecc Dano con FS ert) moh fine cOTTURA et colorant dovutia 4+ oat eds fer © temperatura otra «alte in graolometia fine amos dicot soslanzeoraniche + rafreddamenio Fig, 25, 124 5.5 RES Ta proprie fondere & un materic Nel lingua mente) pet perature 1 Nel mond modellare contatti co fatti si svo afirontare Nasc cuocere le soelta la voglia chia gilla usata quando er rompe. (Pc va pasto argi mano la pr valenteme ‘comunque fuoco sen: non pud sante), ha pochi min offre resist fondenti e Col produrre ¢ temporane allargilla ce resiste bt colore biai Con prima a se de in due continua é to é riser Decidente il ti di argilla vulcaniche tante ruolo li giacimen- rimarcando tecnica ¢ di di produrre olto impor- piegato per o elevate (ad nti, macchie segni lasciati uuanto si trat- >, fuori della pecifiche per srano le con- me ipercotti, 1322). nelle pubbli- 080, ricco di ‘con tale ter- to a reggere + manca ogni yorlo a prove risultati). Va leo, per cui Ficabili e che xe di ferma: alzamento \ppie deno- ‘ono nette € ché la com- adrabili. La faeno di car- > un'indica- ‘Argillefusbili ‘Agile vetrifenbili (argille non calcaree) rgilleealearee) | ‘Argillerefrattarie (argilleeaoliniche) i 5S RESISTENZA AL CALORE (REFRATTARIETA) DELLARGILLA |; Sopportano il calore sino a intervalli di temperatura vicini al punto di | no brascamente. Non x portano sbali eric. 7 Span ail cae di crbona sco, a percent sno al 20% anche superior | 3eTescldete mame caleaes),spesso conteagono osc rss fro esostnze | Stpmche Us dsocasione dt carbo iizin ces 800°C, fomando onde dt SE che regis com gil component elampasto pe formare silica di calcio Sh feo sllco-aluminati di cco, at compost sbi dal color chia, _Lsotmuy dt maaufto pub ester esegita all temperatura. di 900°950°C, Otte Toor ars tocontr al isch di una brascafsione che avvene toro a 1200°C. } = Sons agile ieche di mineral arilos (lit, calinte, montmorillonite), i mineral Sor wl: i matrl accidental, wate di preferenca dal vaso nla avorzione fright adirionale | | Serorane tare sin interval i emperatie vin tpn finn subi sepretin tte di wetiiccione(o gcifcaione) diventao viscose con riduione del | porositie contrazione di volume, sino ad arrvare alla fusione completa. PON Non contengono carbonato di calcio, oppure hanno un tenore di CaO e MgO non su- periore al 2-3%, evitandoI'effetto bruscamente fondente di quest oss. «Lic fase di vetrifcazione corrisponde allintervall di temperatura eno eui la porosita inizia a diminuire sino a quando limpasto inize a deformarsi. Tanto pid tango & Tintervallo, ante maggiore la possibiita di néure la porosita senza incorrere nel 1 schio della deformazione. = ‘A seconda della percentuale dei component il punto di fusione si aggira tra 110°C © 300°C, comunque di rego superiore a 1000°C. Sono costituite da miscele di ili, montmorilloniti, caolinit e altri mineral, Tali mi- |)” Seale possono essere naturali oppure preparate ad arte (sopratuto ogg, per la proxiu- ‘one ceramica modema), F Sopporamo i calor ale alt temperature viine al punt one in suber a fase | | stents sina unin rte Timpani stam mana eto, eas faticamente la porsih Prono tpl bse caoiica con elevate percent di siie edi allunia. Comple tameate asl cura ‘Anuopameat ale re vetfesbi nellntervallo dl veiczione sn una fon | ‘ireut con pesagge dal sao slo allo tao vacoso e fine allo stato iio, La ‘evcatone€ compl la oro si sans e dopo ctu manuf & compat, | | dot di grande durezza forte reste al aac chimico eal erasione = Caewliate pus &refratara, Dopo la frmazione dunn fase arora (netcalint ‘uno difisione cea 1770°C. | = Daleuting di elevanpurezza, asacato a qurz flip ten a pocallana tesurd, bane, resist ala scala, con fue concbide -_Reezonda del tio, la cotuadelaporcllan va da 1200°C a 400°C 127 Lcottura). Al la resistenza i indebolisce amento della ite pid. volte) allo spessore, forma arro- di spigoli. iare, ossia il etallico se il temperatura »sso @ anche i sclerometri sata sul prin. ja, i saggi di > di acciaio) smposti deri he dimensio- vi granuli di Al meglio, ¢ coesione del ricorrendo a > del manufat vza riduri ‘ta di resiste- + durezza 8 un ‘o meno lonta ne del liquid & ferticalmente 0 rela posizione abbia, per millenni ta edé cirea cati, soprat- lazione pos- le terrecotte 5.7 RESISTENZT: MECCANICHE E DUREZZA DEI MANUFATTO Resistenza all’attacco chimico: & importante per il manufatto sepolto tei sot- tosuolo per secoli. Dall'ambiente di sepoltura derivano complessi problemi di alterazione chimica e fisica soprattutto per i rivestimenti vetrificati quali vetri- ha e smalto, ad esempio lisciviazione della superticie con perdita di componen- ti, profonde alterazioni provocate dal contatto con materiale organico in decom- posizione da cui puo derivare un‘anomala presenza di fosforo, con perdita pit © meno totale del rivestimento stesso (11.2, 11.3). Per laccordo dilatometrico tra manufatto ¢ rivestimento vedi Inserto L. = alluno: capacita di assorbire I impato del colpo ricevut, senza rompers, i ~allabresione:capacih di resistere alla scalfitua, alla penetrazione e anche alo stofinio 1200-1900°C ed oltre, anche in monocottura >> | FINESTRA 300K COTTURA A BISCOTTO, COTTURA A VETRATO | Termini “biscotto” e “cottura a biscotto” possono essere facilmente fraintest, renden- | qualche ulteriore delucidazione: 1 reer: in gergo tecnico indica un manufatto senza rivestimento che ha subito la | Fema cottura. Dopo essere ricopeto dal rvestimento (vetting o smato), il manuf 1 Pris cotte per la seconda volta (trasformandosi in ceramica invetriata o smaltata). | Tfpretiso bisfeotto) si iferisce quindi alla seconda cottura, che ¢ programmata ma & sersh da exeguire. Di conseguetza, sei] biscotto non ricevesse il rivestimento, e580 aacersebbe allo stato di manufatto in prima cottura (nel linguaggio archeologico rife- Tito al rondo antico safebbe una terracotta, vedi Finestra XI); i tira a biscotto (0 ‘biscottatura’) indica la prima cottura del manufatto; 7 SStturaa vetrato’ indica la seconda cottura e riguarda i manufatti con rivestimento Vettoso (vetrina oppure smalto), Richiede particolari accorgimenti per evitare che | Weufatt sl incollino tra loro durante la vetriicazione del rivestimento: tra un man- Trae altro vengono quindi posti appositi distanziatoni in terracotta, { pid comuni ‘sono dett"zampe di gallo” per la forma di piccol treppiedi con punte sottili che hanno lo scapo di ridurre il pid possibile i punt di contatto, Completata la cottura, il distanziatore viene Haveato con un colpo netto, perd lascia piccole intaccature che corrispondono ai punti di contatt. Tacottura a vetrato eseguita nella fornace a barre di tradizione islamica non richiede Tuso di distanziatori in quanto i manu- faiti sono separati uno dallaltro (13.7) 11.1.7 APPLICAZIONE DEL RIVESTIMENTO SUL BISCOTTO Dopo la calcinazione e la macinazione, la miscela piombifera (oppure piombo- stannifera) é diluita in acqua nelle giuste proporzioni, né troppo densa né troppo fluida, sulla base dellesperienza. Indi @ applicata sopra il manufatto allo stato di biscotto con tecniche analoghe a quelle per I'applicazione a crudo dei rivestimen- 388, ti argillosi oppure a f caratterist ampia pos Sone ratamente mento (il essere bres spigoli dev pit o men veloce, uni tas tendono p- uniformen (altrimenti fa, il vasai dare la sec minime q) forte poter completan Ugu densa da t to), mast da cons da ¢ content da rico da evita lazioni e di appor Tne to cont dw natanent stil tiet punt! Le oppure di sullinterss supettivie cate del Hicleester Al Liga $EStathesteasaerescurtl| corrura FINESTRA XLVI CERAMICA E FAENZA Scbbene non tutti i ceramisti stano d'accordo, nel linguaggio tecnico moderno il ter~ eee Teensa’ indica un manufatto dal corpo ceramico colorato ¢ poroso,ricoperto da rane seuimonto, sottoposto a due cotture. La prima cottura trasforma il manufatto in titonte (Finestra XXXIT), la seconda coltura (cottura a vetrato) provoca la vetrifiea:« orsce del rivestimento (vetrina o smalto) ¢ il manufatto assume il nome “faenza” Aeeke che in origine questo termine designasse le maioliche prodotte nella citta Fae a Suscessivamente sia stato esteso alle maioliche in generale, ma Yargomental, ® ancora fonte di discussioni. Di tegola, il nome “faenza’ & completato da un aggettivo che indica le principal carat uisiche del manufatto: “facnza verniciata” oppure “faenza invetriata” quando & rica: toto saltanto dalla vernice piombifera = vetrina),“faenza ingobbiata” detta “mezza Petiolica’ quando é ricoperto da ingobbio e vetrina piombifera, “faenza smaltata’ Jetta “matelica” quando & ricoperto da smalto stannifero (vedi 11:3) : Wtemine “faenza” & largamente usato alfestero in una ventina di lingue ¢ talvolta) tosuime significati diversi, in francese faience corvisponde alla tervaglia, in inglese favonce (0 aience) indica manufati in pasta vitrea quali, ad esempio, i vaght di colla- feveritn piccoli oggetti prodotti nell Egitta predinastico nel Vicino Oriente,con un rico di quarzo polverizzato ricoperto da vetrina alcalina Vengono qui elencati i principali prodotti ceramiei con le piit comuni definiziont moderne (corpo ceramico abbreviato in cc) terracotta = cc. colorato, poroso, senza rivestimento faenza = ce. colorato, poroso, con rivestimento terraglia = ce. bianco, poresoinon poroso, con rivestimento ses = ce, colorato, compatto, senza rivestimento poreellana = cc. bianco, compatto, con rivestimento detto “coperta” translucida biscuit = porcellana opaca senza rivestimento 13.7 LA FORNACE A BARRE DI TRADIZIONE ISLAMICA NEL MEDIOEVO Sete eee ieee homo a barras; four a barres al Negli ultimi decenni, specialmente in Spagna e in Francia sono state riportate alla luce alcune fornaci per ceramica (in condizioni pitt o meno lacunose) data- bili al Medioevo, che secondo gli archeologi medievisti possono essere attribui te ad influenza islamica, probabilmente ad artigiani arabi con tradizioni del Vicino Oriente. Erano destinate alla seconda cottura del biscotto che aveva rice- vuto un rivestimento (vetrina o smalto), quindi la temperatura da raggiungere cra piuttosto bassa (anche inferiore a 700°C, vedi 11.1.6, 11.2, 11.3). Sono state denominate “fornaci a barre” poiché presentano delle barre per I'impilaggio (in terracotta) incastrate nei muri perimetrali della camera di cottura ¢ protese in avanti, con funzione di appoggio per i manufatti da cuocere. 542 T : i fw awl jee ston mete ins avon wie ah state sth) pot cute

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