Sei sulla pagina 1di 14
LA FOGGIATURA. Per foggiatura si intende Winsieme delle operazioni necessarie a dar forma alloggetto. La forma ud Seats data diretamente dalle mani del foggiatore o pud essere ottenuta con l'auto di stampi, sagome 0 Strumenti in genere, Alcuni tipi di foggiatura prevedono impiego di particolari macehine (tomio, bressa, trafila) La forma finale pub altresl essere ottenuta per assemblaggio di parti preformate anche con tecniche diverse, Pua le operazioni di foggiatura il materiale pub trovarsi allo stato secco, plastica o di sospensione saan, ato se220 il materiale ¢ polverulento, essendo la quantita dacqua presente (<10% e-ca), insufficiente a garantire une coesione del materiale, a meno che non lo si sottoponge & usa pressione ‘ulficlente a compataro, II materiale ¢ invece allo stato plastco quando la quantita acqua addizionera (20-25%) da origine a una massa coese, suscettbile di essere deformata. Una sospensione acquosa di araila (barbottina) contiene invece cirea il 30% di acqua. E necessaria anche la presenza, in piccole quantita, "di deflocculanti, per ottenere una buona fluiditd della sospensione senza aumentare il ‘contenuto di acqua. Modellazione plastica E’ una tecnica di foggiatura allo stato plastico in cui la forma foggiatore, con l'eventuale aiuto di strumenti iene uilizzata in ambito artistic perl realizazion« di sultue ecertamente & Ia tecnica pid antica. i bue ottenere qualsiasi tipo di forma, li spessori sono spesso iegolarie possono essere presenti le traccia delle dita, soprattuto sulla parete non in vista dell'oggetto che, proprio per questo, non viene tseiata, Eventuali bolle daria, visibili in frattura, hanno forma allungata, nel senso in cui & stra “stirata” Pargilla durante la lavorazione. Fer modellazione plastica si pud ottenere anche un modello da eui si ricaverd uno stampo, da impiegarsi per una riproduzione seriale mediante stampatura o colaggio. Un tipo Pasticolare di modellazione plastica, ipotizzata per i manufatti primitivi, @ la foggiatura che permette di ottenere un piccolo vaso da una palla di argilla, incavandola con @ data essenzialmente dalle mani del Fig. 5 Foggiatura alla pallaerifinitura a stecca. 19 Foggiatura a colombino (o a Iucignolo o a cercine) E’ una tecnica che ha trovato applicazione fin dalla Preistoria, Costituisce sempre una variante della modellazione plastica. In questo caso la forma & ottenute per assemblaggio di lunghi cilindreiti di argilla che vengono sovrapposti € saldati insieme, esercitando una pressione con le dita e lisciando successivamente le pareti che si vanno costruendo, sia internamente che estemamente. Se questa operazione viene svolta lisciando le superfici con un gesto dal basso verso alto, in frattura sara leggibile una successione verticale di V, distanti tra loro quanto il diametro dei colombini. Viceversa se la lisciatura procede dal’alto verso il basso le V risulteranno capovolte. Questa tecnica permette di ottenere anche forme complesse e di grandi dimensioni. 1! diametro dei colombini deve essere proporzionale alle dimensioni dell oggetto da realizzare, La costruzione della forma risulta pitt agevole se questa poggia su una base rotante, anche una semplice stuoia. Se l'oggetto viene rifinito su tomio le sue superfici presenteranno le stesse caratteristiche di un oggetto interamente foggiato al tomnio. Solo in frattura sara possibile riconoscere le tracce dei colombini. Fig. 6 Sequenza delle operazioni di foggiatura a ‘colombino. Si osservi la superficie di frattura in sezione, Foggiatura a lastre E* idonea a realizzare forme prismatiche. 1a vengono realizzate allo stato plastico le lastre che dovranno costituire le pareti della forma, che poi vengono assemblate, L’assemblaggio & agevolato dall’interposizione di colombini di argilla agli spigoli congiunzione delle lastre. Stampatura E' un tipo di foggiatura che permette produzioni seriali, applicato in genere per la produzione di manufatti di forma @ sezione non circolare o con omamenti a rilievo, se non si dispone di argille adatte al colaggio. La forma @ ottenuta per calco premendo con le mani t'argilla allo stato plastico contro lo stampo. Loggetto & distaccato dallo stampo quando si é prodotto un certo ritiro conseguente alla perdita c'acqua dell'impasto, evaporata o assorbita dallo stampo. Forme particolarmente complesse possono essere ottenute stampando separatamente le varie parti che poi vengono assemblate. In ogni operazione di assemblaggio ¢ buona norma che le parti che si vanno ad unire siano allo stesso grado di essiccamento Per evitare ritiri diseguali che potrebbero causare deformazioni e fessurazioni che si originano proprio nella zona di congiunzione. Gi stampi possono essere in vari n.ateriali, preferibilmente porosi per assorbire l'acyua dell"impasto, Particolarmente usato il gesso ma non mancano esempi di stampi in terracotta. La foggiatura a mano dei laterizi, ormai totalmente scomparsa, prevedeva limpiego di stampi di legno, che venivano bagnati e 20 immersi nella sabbia per poi essere riempiti di argilla allo stato molle, ovvero con un quantitativo di acqua superiore a quello corrispondente allo stato plastico. Negli oggetti foggiati per stampatura la superficie a contatto con lo stampo é generalmente liscia ¢ riporta in negativo eventual im iperfezioni dello stampo. La superficie su cui l'operatore preme per far aderire l'argilla allo stampo mantiene invece le tracce di questa manipolazione. Foggiatura al tornio (o ruota) E’ una foggiatura allo stato plastico per la realizzazione di forme corrispondenti a soi Prevede l'uso di un tomio su cui la palta d’ quando i tornio @ in rotazione. L'opposizione pareti del vaso, Se sul tornio é fissato uno stampo, una Parte della forma sard determinata da quest'ultimo ¢ l'altra dalle mani o da strumenti utilizzati dal foggiatore. Ad esempio nei piatti la superficie del recto pud essere realizzata dallo stampo e quella del verso dal foggiatore. 11 tomio rappresenta la macchina pitt antica utilizzata per la foggiatura, Esistono due tipi di tornio: “semplice’ ¢ "composito". Il tomio semplice & costituito da un disco che pud ruotare, su un perno Centrale, messo in movimento dal vasaio o da un aiutante, Nel tomio composito il movimento rotatorio viene trasmesso al disco su cui si foggia (girella) da un altro dispositivo, generalmente costituito da un altro disco coassiale,situato inferiormente e messo in rotazione dal piede (tornio a pedale). Nelle forme chiuse realizzate al tornio le Pareti interne sono caratterizzate dalle tracce a spirale che il foggiatore imprime sull’argilla durante la lavorazione, La superficie estemna & invece in genere lisciata on le mani bagnate con la barbottina o rifinita con sirumenti appositi, In genere lo spessore della parete @ pil grosso alla base e si assottiglia verso I’alto. Il piede della forma, se distaccato dalla girella del tornio mediante un filo metallico, reca un Particolare disegno sul fondo, lasciato dal filo metallico che viene trascinato sotto la base argillosa piegandos di rotazione. ‘argilla viene gettata e foggiata, con mani c/o strumenti, {ra la forza centrifuga e la pressione delle mani fa salire le Calibratura Inventata a met del XVIII secolo, questa tecnica > Permette lottenimento di forme a sezione circolare, su tornio, con Vausilio di una lastra a profilo sagomato (calibro) e di uno stampo. Rappresenta un'evoluzione della foggiatura a stampo su tomio. ‘Viene effettuata su tomio opportunamente predisposto ‘con braccio basculante portacalibro, fissato al banco, ¢ mandrino portastampi montato sulf'albero, solidale con ess0. L'argilla, allo stato plastico, & predisposta sullo stampo ¢ quando il tornio é in rotazione il calibro viene abbassato e I'argilla risulta compressa tra stampo © calibro. Quando il calibro determina il profilo interno delt'oggetto ¢ lo stampo quello esterno si parla di calibratura "alla palla’. Si definisce calibratura “alla crosta" quella in cui la crosta di argilla & posata sullo stampo, che ne determina il profilo interno, mentre il calibro sagoma quello estemo. Pressatura Con questo tipo di foggietura si realizza 1a forma comprimendo T'impasto (allo stato plastico 0 allo stato ssecco) in uno stampo inserito in una pressa. La pressatura allo stato plastico @ utilizzata nel settore sioviglieria (per oggetti di forma irregolare) dei laterizi (per tegole marsigliesi e pezzi particolari) e dei vasi da fiori, oltre che per la produzione di piastrelle. Gli stampi possono essere metallici 0 di gesso particolarmente duro. Fig.7 Calibratura alla palla e alla crosta ”" La pressatura allo stato seco, affermatasi nella seconda meta dell’Ottocento, trova largo impiego nel settore delle piastrelle e utilizza stampi metallic’ Trafilatura 0 estrusione F una tecnica di foggiatura allo stato plastico, adottata per fa realizzazione di prodotti a sezione costante, come, ad esempio, la maggior parte dei laterizi. Largilla viene forzata da un apparecchio propulsore (a elica 0 a pistone) ad attraversare i fori opportunamente sagomati di una lastra metallica (flier) di cui assume i contorni. Fig.8 Trafilaa elica 1 materiale in uscita viene poi delimitato in lunghezza, tagliandolo con un apposito apparecchio. Il primo modello di trafila, per la produzione di laterizi, verticale, venne brevettato nel 1855. Fu poi perfezionato fino a giungere nel 1870 a un modello di trafila orizzontale Fig. 9 Esempio di filiera Cotaggio Inventata a meta del XVIII secolo, questa tecnica é adottata per forme complesse che non abbiano superfici di rotazione. Consiste nel versare l'argilla allo stato di sospensione acquosa in uno stampo a cui cede parte dell'acqua, formando uno strato consolidato lungo le sue pareti. Nel colaggio "in vuoto" (0 cavo), una volta che Io strato consolidato ha raggiunto lo spessore desiderato, leccesso di barbottina viene rovesciato. Spesso rimane una “macchia di colaggio” in ‘corrispondenza del punto in cui la barbottina va a cadere quando si riempie lo stampo. Si presenta come un legiero rilievo circolare. Pub succedere che in corrispondenza di una macchia di colaggio Ia ‘smaltatura non riesca perfettamente perché lo smalto & assorbito con difficolta Nel coaggio tra "due gessi" (o pieno) le pareti dello sta.apo sono vicine tra di loro per cui, una volta colata la barbottina, i due spessori che si formano su ognuna di ¢sse si saldano formando un corpo unico. L’oggetto corrisponde di fato all"intercapedine tra le varie parti dello stampo. 11 colaggio viene spesso usato per forme complesse, con eventuali sottosquadri ed & particolarmente indicato nel caso di argille magre, come quelle da porcellana, che sono pia dificili da lavorare allo stato Plastico. Con il colaggio si possono ottenere spessori relativamente sottill Rifinitura a” incudine e pereussore” Le forme, in particolare il vasellame, sia che sia stato ottenuto a colombino o alla palla, possono essere ‘ifnite con la tecnica detta “a incudine e percussore’. Il vasaio tiene una pietra allimtemo dell oggett, © 8uisa di ineudine, mentre la superficie estema é battuta con uno strumento rigido, 0 viceversa. In questo ‘modo si assottiglia lo spessore delle pareti che, di conseguenza, si innalzano. Liseiatura e levigatura A conclusione delle operazioni di foggiatura possono essere state compiute delle operazioni di rifinitura Per eliminare imperfezioni della superficie o per renderla lucida, Una semplice lisciatura pud essere effettuata sull’oggetto allo stato plastico, semplicemente con le m: bagnate di barbottina o con un panno o con una spugna. Per ottenere una superficie lucida (che si presentera tale prima ¢ dopo cottura) 8 necessaria una vera ¢ propria operazione di levigatura che va compiuta sulla superficie a durezza cuoio con un sasso a profilo arrerondato o strumento con carateristiche simili. La durezza cuoio identifica il momento di passagaio tra lo stato plastico e quello rigido, che si verifica durante l’essiccamento. L operazione di levigatura lascia in genere dei minuscoli solchi ben riconoscibili Criteri di identificazione Fer identificare la tecnica di foggiatura con cui un oggetto @ stato realizzato sono vari gli eleme: dobbiamo osservare per costruire un‘ipotesi: + Ja forma Risulta costituita da pid parti o & foggiata in un unico pezz0? & un solido di rotazione? ha una sezione costante? ha dei sottosquadri? Ad esempio un boccale é costituito da un corpo centrale realizzato al tornio, ma il beccuccio é ottenuto “pinzandone” con le dita la bocca, La sua ansa, che potrebbe anche essere ottenuta per trafilatura, viene attaccata successivamente, + Te dimensioni {a stessa forma pud essere realizzata con tecniche diverse al variare delle dimensioni. Ad esempio, vasi da fiori di piecole o medie dimensioni possono essere ottenuti al tornio o per calibratura o per pressatura ma pud risultare pil agevole costruire le s'esse forme, se di grande dimensione, per stampatura allo stato plastico, + pli spessori sono regolari o irregolari? come variano? i che le superfici intema ed esterna Saas sct? Presentano dele impronteo dei segn di lavorazione? Ci sono segni di giunzione? delle bave da stampo? Delle macchie di colaggio? Va tenuto presente che n 24 L’ESSICCAMENTO Prima di procedere alla cottura del pezzo foggiato @ indispensabile ridurre la quantita d’acqua presente nell’impasto (che pud andare dal 6 al 30%) a valori dell"1-2%. Diversamente, a causa dell"intensa vaporizzazione dell'acqua contenuta, i pezzi presenterebbero fenditure e rotture ¢ si potrebbe giungere ad una vera e propria frammentazione. L’essiccamento si pud produrre semplicemente per esposizione all’aria del pezzo, fino ad evaporazione dell’ acqua in eccesso o in ambienti con umidita e temperatura controllate. E’ una fase molto delicata in cui insorgono frequentemente fessurazioni e deformazioni, a causa del titiro che si produce in conseguenza della perdita d’acqua. ‘L’acqua da eliminare é contenuta negli interstizi tra le Particelle che costituiscono I"impasto ¢ sulla superficie. L’acqua in superficie @ interessata da un fenomeno di evaporazione, in conseguenza del quale ’acqua che ¢ allintemno migra verso I'estemo per poi evaporare a sua volta. Nella prima fase dell’essiccamento, in conseguenza della fuoriuscita dell’acqua, le particelle argillose si avvicinano per colmare gli interstizi lasciati vuoti, producendo complessivamente un ritiro. Quando il contenuto d’acqua si riduce fortemente, gli attriti tra le particelle rendono difficile il loro scorrimento per cui i vuoti lasciati dall"acqua saranno riempiti dall’aria. In questa seconda fase si ha «| formazione di porosita. Fig.11 L’allontanamento dell'acqua interstziale provoca I'avvicinamento delle particelle argillose Lessiccamento & una fase molto delicata perché se il ritiro non avviene in maniera omogenes in tutto il ezzo @ inevitabile |’insorgere di tensioni che portano a fessurazioni. I buon esito di questa fase dipende da parecchi fattori, in parte attinenti all’oggetto, in parte ai parametri ambientali, Per quanto riguarda loggetto sono importanti la sua forma, la natura dell’arglla, la sua granulometria, 4a consistenza della pasta. Temperatura e umidita, che sono in stretta relazione, incidono notevolmente sulla rapidita dell’essiccamento e, di conseguenza, sul rischio di rotture per un ritiro disuniforme. Le trace che la fase di essiccamento pud lasciare sull'oggetto corrispondono essenzialmente « dei difetti. Se le tensioni generatesi in essiccamento sono tali da provocare fessurazioni in genere il semilavorato non prosegue il suo iter. Se le deformazioni che si producono sono minime la sua lavorazione non viene interrotta. Perd queste considerazioni sono molto legate allo specifico contesto di produzione perché, a seconda di questo, un oggetto pus risultare commerciabile o meno. 25 LA COTTURA E' Ia fase fondamentale del processo ceramico, poiché il calore fornito al manufatto induce una serie di {rasformazioni chimico-fisiche, che consentono di otfenere un prodotto di adeguate qualita tecniche ed estetiche. Se il prodotto non fosse cotto, ad esempio, anche solo a contatto con lacqua perderebbe la ‘sua coesione € non si avrebbe la fusione dei rivestimenti vetrosi applicatie lo sviluppo dei colori della decorazione. Le modalith di cottura possono essere diverse secondo i luoghi, le culture, il tipo di produzione. Produzione ¢ trasmissione del calore 11 calore @ di solito prodotto per combustione. Solo nel Novecento si & diffuso il riscaldamento elettrico per la cottura ceramica. La combustione é una reazione tra i combustibili (sostanze contenenti carbonio ¢ idrogeno) e l’ossigeno che & accompagnata da emissione di calore. I combustibili impiegati in ceramica variano a seconda delle disponibilita energetiche dei luoghi. Certamente il legno € stato molto impiegato, Pur non avendo un potere calorifico particolarmente clevato perd ha il vantaggio di dare fiamme di clevata purezza, senza zolfo, che non compromettono la brillantezza degli smaltie lo sviluppo dei colori. Per garantire 1a combustione completa & necessario prevedere che il combustibile venga a trovarsi a contatto con Ia quantita necessaria di ossigeno, che é superiore a quella teorica. Lossigeno é fornito normalmente dall’aria, Se la quantita di aria & tale da permettere una combustione completa, l'atmosfera Gi cottura 2 ossidante ed & composta principalmente da anidride carbonica e acqua (ges di combustione), oltre che dall'azoto, introdotto dall’aria, e dall’ossigeno in eccesso, Se invece la reazione di combustione & incompleta, combustibile/ossigeno, si sviluppano fumi e gas contenenti idrocarburi e ossido di carbonio, con Proprieta riducenti. Da tenere presente che, in caso di combustion incompleta, la temperatura raggiunta, a parita di combustibile utilizzato, é inferiore a quella raggiunta in ambiente ossidante, L'atmosfera di cottura, vale a dire la miscela di gas e fumi che circondano gli oggett in questa fase, pud interagire con il materiale infornato modificandone le caratteristiche. In particolare la composisione dell’atmosfera (ossidante 0 riducente) ha un’influenza sulla colorazione dei prodotti ceramici. Per ‘questo motivo si & imparato a governare l’ambiente di cottura Per ottenere specifici effetti cromatici. Gli accorgimenti che si possono adottare per realizzare un ambiente riducente sono diversi. Si tratta in Pratica di aumentare il rapporto combustibile/ossigeno e cid si pud realizzare impiegando una mageiore quantita di combustibile o riducendo il tiraggio del forno per far affluire una quantita minore di aria. Si ud altresi effettuare il “fumaggio”, introducendo nel forno, a temperatura opportuna, delle sostanze che, decomponendosi, sviluppano ossido di carbonio. a cdusa di un eccessivo rapporto | prodotti di combustione, che sono essenzialmente gassosi, trasferiscono il calore prodotto dalla reazione alla superficie dei manufatti per convezione e, dalla superficie alla parte pit interna di quest calore @ trasmesso per conduzione. Una parte del calore pud trasmettersi anche per irraggiamento, per esempio dalle pareti del forno agli oggetti, ma questa modalita di trasmissione del calore diventa consistente solo a temperature abbastanza elevate. 11 calore fornito induce delle trasformazioni chimico-fisiche nell’oggetto, Alcune delle materie prime che lo compongono (ad es. i minerali argillosi, i composti del ferro, i carbonati) sono soggette, in una prima fase, a una serie.di reazioni di decomposizione che portano alla formazione di sostanze pid semplici che, in una seconda fase della cottura, reagiscono tra di loro per dare dei nuovi composti sristallini di neoformazione: Nei prodotti ceramici porosi sono questi composti i neoformazione a garantire solidita e voesione del prodotto finito, Altre sostanze agiscono da fondenti, dando luogo in cottura ad una fase liquida ad elevata viscosita che permea la porositd, cementa i grani degli altri componenti cristallini, eventualmente solubilizzandoli in misura diversa a seconda della loro natura e delle condizioni di,cottura. Tale fase fusa in raffreddamento 48 origine solitamente ad un vetro, che conferisce coesione al manufatto, E? quanto avviene ad esempio 2 nei gres e nelle porcellane. Questo fenomeno & detto “greificazione” feldspati e i feldspatoidi Sono definite inerti invece le materie prime che non partecipano a nessuna trasformazione chimica. Si comportano da fondenti i Diverse sono le trasformazioni fisiche che interessano i materiali ceramici in cottura. L'oggetto a fine ottura risulta di peso inferiore, a causa delle sostanze gassose che si originano dalle reazioni di cottura © che si allontanano. Inoltre si produce un ritiro la cui entitd dipende dal tipo di prodotto. In genere nei prodotti vetrificati il ritiro in cottura é pid elevato di quello dei prodotti porosi Da segnalare che la presenza di quarzo porta a fenomeni di variazioni dilatometriche improvvise. Queste improwvise dilatazioni (in riscaldamento) 0 contrazioni (in raffreddamento) rappresentano una delle principali cause di rottura degli oggetti in cottura. Per quanto riguarda la porosita ricordiamo che all'inizio della cottura il materiale & poroso, Le reazioni che contemplano la formazioni di sostanze gassose aumentano questa porosita che si vedra invece

Potrebbero piacerti anche