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ALBANIA QUESTA SCONOSCIUTA

terra di cocomeri, gente ospitale e mille contraddizioni.


Anche questanno un gruppo di Amici dei Popoli partito per lesperienza estiva in terra
dAlbania, ospiti a Shenjin nella missione Cattolica delle suore del Sacro Cuore di Ges Maria.
cos che chi vi scrive
ANDREA
con lottima compagnia di Alfredo da Palmi, Carlotta e Moreno da Pistoia, Paola di Padova e
Stella di Bologna, il 3 Agosto 02, una volta disceso lintero Stivale ci siamo imbarcati a Bari sul
traghetto Alexander che in 10 ore di navigazione ci ha fatto attraversare quegli 80 km di mare
che separa la Puglia dalla terra delle Aquile. A Durazzo fortunatamente ci aspettava Aldo per
accompagnarci alla meta di destinazione. Il tratto di strada percorso in furgone ci ha dato
lassaggio del primo impatto con una realt cos vicina ma allo stesso tempo cos diversa. Il
degrado dato da una campagna apparentemente incolta, dalle montagne di rifiuti ovunque
presenti, dalle abitazioni fatiscenti frammiste a quelle nuove costruite grazie alle rimesse degli
emigranti, dalle strade dissestate, dagli innumerevoli autolavaggi lavazh improvvisati, da
unimpraticabile ferrovia daltri tempi, dalle rovine dei bunker disseminati come funghi dal
regime del dittatore di turno Enver Ooxha. Dopo un giorno di ambientamento ci siamo immersi
nelle attivit di animazione con 60-70 bellissimi bambini dai 2 ai 14 anni sostenuti da delle
fantastiche animatrici albanesi, che ci hanno regalato dei momenti di amicizia indimenticabili. E
cos per tre settimane siamo stati ospiti in questa terra dalle grosse angurie e dalla mancanza di
legge, dove vige la sacralit dellospitalit e larte dellarrangiarsi. facile, infatti, imbattersi per
strada in anziane signore con una bilancia pesa-persone e/o ragazzini che vendono pannocchie
arroste o qualche anguria per racimolare pochi lek (moneta ufficiale). Un Far West dalle mille
contraddizioni, dove le persone conducono una vita di stenti, dove manca il lavoro, ma
abbondano cellulari, antenne paraboliche e macchine di grossa cilindrata. In una sola parola si
pu riassumere nellimperativo Apparire, una voglia sfrenata di emergere in qualche modo.
UnAlbania slanciata verso loccidente e il consumismo, ma allo stesso tempo ancorata a
tradizioni medioevali dettate dalle regole del Kanun. Quale futuro potr avere la gente di questa
terra ai margini dEuropa non lo so, quello che invece so che questangolo di mondo ha
bisogno sopra ogni cosa dessere amato!
Volendo questo resoconto dellesperienza estiva essere un coro a pi voci lascio spazio ai
pensieri, ricordi, emozioni di altri membri del gruppo.
STELLA
Non facile trovare l'inizio giusto per parlare di un'esperienza cos intensa e significativa come
lo stata per me. Devo dire che la realt dell'Albania mi ha colpito relativamente, poich gi da
tempo ero a conoscenza di popoli in cui, nel giro di pochi metri, sincrociano ricchezza e
povert. Ma ci che questesperienza mi ha dato stato un insieme di cose:
1) la possibilit di riscontrare ci che pi mi colp delle parole del ragazzo che lanno scorso,
durante gli incontri di A.d.P, raccont le contraddizioni e lenorme assurdit della situazione
Albanese. Sarei ripetitiva se citassi nuovamente gli elementi che determinano questi contrasti,
ma per farvi capire, le parole delle suore che mi hanno fatto pi rabbia sull'Albania sono state
che questa terra ridotta senza acqua per via degli interessi di nazioni che marciano sulla sua
povert e stato di regressione. Lo stesso vale per la luce, per le strade, per i prodotti alimentari,
e via discorrendo. Ci sarebbero da fare mille esempi, ma la cosa che mi ha aiutato molto per
accettare e comprendere la situazione dell'Albania stato ascoltare la storia di questo popolo,
venendo a conoscenza di solo una minima parte delle ingiustizie subite ed incamerate dagli
Albanesi. Cos, gli Albanesi, adesso come adesso, si ritrovano a scappare verso una terra
idolatrata (grazie ai falsi messaggi dei mass-media), l'Italia, ovviamente! ...E c da capirlo,
poich le suore ci hanno ripetuto che in Albania non c' lavoro: gli Albanesi sono abbandonati a
loro
stessi.
2) unesperienza diretta con i bambini "delle baracche" che mi hanno dimostrato affetto e vitalit
in quantit smisurate, a volte tirandomi e abbracciandomi, altre sorridendomi e dandomi la
mano.

3) lospitalit e laccoglienza delle famiglie e delle persone che abbiamo conosciuto per le
strade e case di Shenjin: eravamo spesso accolti con sorrisi e umilt, serviti con bevande e
cibarie tipiche (e non...) del luogo, e ringraziati.
4) il paesaggio Albanese: tanto contrastante quanto la sua popolazione, ricco di risorse naturali
e bellezze ma sicuramente degradato dal costante accumulo di rifiuti per le strade; dai palazzi
abbandonati da anni, quando erano ancora in fase di costruzione e gli innumerevoli bunker fatti
costruire dallex-dittatore.
PAOLA
Albania: questa sconosciuta..... S sconosciuta perch di questo paese a pochi passi da noi si
sente parlare solo ogni tanto, quando viene data qualche cattiva notizia al telegiornale: droga,
prostituzione, traffico di clandestini e chi pi ne ha pi ne metta. Quindi un paese tutt'altro che
allettante, che poco ci invoglia ad andarlo a conoscere. In questo bel misto di aulico e diabolico
siamo arrivati noi, 6 volontari provenienti da tutta Italia, a fare la nostra esperienza estiva grazie
all'ospitalit e alla generosit delle suore pi eccezionali che non abbia mai conosciuto: suor
Lorenza, suor Assunta, suor Rosa e suor Fernanda, che giorno dopo giorno testimoniano col
loro lavoro e il loro vivere il messaggio evangelico che dopo tanti anni di ateismo di stato sta
cercando di rinascere tra la gente; messaggio che cerca non solo di portare la parola di Dio, ma
anche di riscattare e rivalutare la dignit delle persone (soprattutto delle donne che purtroppo
in molti casi non vengono trattate come tali), di educarle ed aiutarle nella loro entrata nel
cosiddetto "mondo occidentale" ad accoglierne soprattutto i valori positivi. La nostra attivit di
animazione con i bambini comincia assieme alle animatrici albanesi -tutte molto in gamba!nella cosiddetta zona delle "baracche", un pezzo di laguna prosciugata, dove famiglie perlopi
scese dalle montagne in cerca di una vita migliore si sono trovate a vivere in costruzioni di
legno, con 4/5/6 persone strette in un'unica stanza, ed i cui capofamiglia riescono ogni tanto a
lavoricchiare sperando di poter prima o poi cambiare il loro futuro. E' qui che l'attivit delle suore
indispensabile e costante, non solo per l'aiuto materiale che cercano di portare, ma anche e
soprattutto per la loro presenza continua ed attenta e la loro disponibilit ad ascoltare i problemi
di ciascuno - soprattutto delle donne che sono le pi penalizzate, in quanto molto spesso vittime
della brutalit dei loro mariti-. E con bimbi di queste famiglie abbiamo lavorato per 3 settimane.
Al di l della fatica di organizzare le attivit quotidiane, la cosa pi bella stata vedere
l'entusiasmo e la gioia di questi bimbi ed il loro non mancare quasi mai, il loro aspettarti e
cercarti e soprattutto il sapere che per loro era importante quello che stavamo facendo: stato
poi molto bello il sentirsi ringraziare da un genitore per il nostro lavoro e sentirsi dire che i
bambini tornavano a casa contenti e che dovevano raccontare tutto quello che avevano fatto
durante il giorno. Pi volte persone adulte con cui abbiamo avuto occasione di parlare ci hanno
chiesto il perch del nostro essere l , quasi increduli di vedere persone che dall'Italia vengono
fino in Albania per stare con i loro ragazzi ,senza essere pagati ma addirittura avendo pure
pagato per fare il viaggio. E' stato poi molto bello lavorare con le animatrici, piene di vitalit e di
allegria, il poterle conoscere giorno dopo giorno, ammirare il loro impegno e la scelta di pi di
qualcuna di continuare nell'attivit di animazione nonostante la derisione di alcuni amici . Grazie
a loro abbiamo potuto conoscere da vicino anche le loro famiglie, potendo cos una volta di pi
capire come questi "albanesi" altro non siano che persone in gamba, che cercano solamente di
condurre un vita dignitosa e migliore, ospitalissime (e qui abbiamo molto da imparare!) ed
accoglienti, ben diversi quindi dall'idea che purtroppo ce ne facciamo in patria: pi di una volta
mi capitato di vedere come sia bastato un buongiorno per far sorridere da un orecchio all'altro
un persona che al primo sguardo avrei detto scorbutica e musona! Come tutte le esperienze
belle purtroppo anche questa volata, lasciando comunque molte provocazioni e bellissimi
ricordi, ma anche una piccola consolazione: l'Albania non poi cos distante....
Un grazie di cuore a tutte le persone che abbiamo incontrato, nessuna esclusa, perch merito
loro se questa esperienza estiva stata un esperienza speciale FALEMINDERIT SHUME
SHQIPERI !
Gruppo Albania 2002

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