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Sa pompia

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Sa Pompia: un particolare frutto da cui si ottiene un dolce tipico di Siniscola.


"Sa Pompia", o "Citrus mostruosa", un agrume dalla buccia
spessa, ruvida e deforme. Non se ne conosce l'origine se, o
quando venne importata a Siniscola o se si tratta di un
ecotipo.
Il frutto, coltivato da antichissima data, pu pesare sino a
700 grammi.
A Siniscola "Sa pompia" deve la sua sopravvivenza al fatto
che da essa si ricava l'omonimo dolce, che il pi
tradizionale della zona, la cui ricetta si tramandata
oralmente nel corso dei secoli.
"Aranzata e pompia intrea" (1)
...I genitori meno facoltosi, in questa circostanza, solevano
regalare a "sos nonnos" "thucaru e caff" con pochi biscotti
sardi.
"S'aranzata" e "sa pompia intrea" erano dolci apprezzati e,
quest'ultima, era un dolce tipicamente siniscolese.
"S'aranzata" veniva servita dalle famiglie abbienti oltre che
in occasione di battesimi e di cresime, anche nei ricevimenti
di matrimonio, mentre "sa pompia intrea", pi costosa,
veniva confezionata per essere regalata, talvolta, anche per
gratitudine per un favore ricevuto e solo raramente veniva
offerta nei ricevimenti per battesimi e cresime ai padrini e a tutti i convenuti che, normalmente, erano alcuni parenti e
qualche intimo amico.
"S'aranzata", tagliata in pezzetti romboidali, veniva servita come i "ziddinos" su una foglia d'arancio.
Non veniva a costare molto anche perch Siniscola produceva ed esportava, anche e soprattutto nella penisola,
moltissime mandorle sgusciate e pure il miele veniva prodotto dai "mojaresos" siniscolesi.
Gli ingredienti per fare "s'aranzata" erano e sono: "sa pompia", che una specie di cedro dalla buccia molto spessa e
ruvida, mandorle dolci sgusciate, lessate, asciugate e poi tostate, miele e "trazea" (confettini minuscoli di zucchero dai

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Sa pompia

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diversi colori).
La scorza della "pompia", tagliuzzata a striscioline larghe poco pi di due centimetri, veniva bollita e poi distesa su un
tavolo per essere asciugata, mentre in un tegame di rame venivano versate sul miele bollente, le mandorle, intere se
piccole o diversamente dimezzate orizzontalmente e tagliate in due pezzetti.
Quando queste stavano per indorarsi, si aggiungevano le striscioline di "pompia" ed il tutto veniva continuamente
rimescolato per oltre tre ore con una paletta di legno fino a quando "sa pompia" non assumeva un colore tra il giallo ed il
marrone.
Il dolce cos preparato, veniva quindi disteso su un tavolo e lasciato raffreddare.
Cosparsa di "trazea", "s'aranzata" veniva tagliata in piccole porzioni romboidali la parte che, su una foglia d'arancio
doveva essere servita in un qualsiasi ricevimento e in pezzi pi o meno grandi e rettangolari, la restante parte da
regalare ai padrini di battesimo, di cresima o ad altri.
Un pezzo di "aranzata" veniva pure offerto dai priori ai giovani che a
cavallo sfilavano nelle processioni delle feste di San Giovanni Battista,
patrono del paese e di "Rina Itria", Regina di Itria, la cui chiesa,
moltissimi anni addietro, era stata trasformata in carcere
mandamentale con annessa casa d'abitazione per la famiglia del
guardia carcere.
In occasione della festa di "Rina Itria", sullo stesso percorso dove a
carnevale si correva "su puddu 'e carrasecare", si effettuava una corsa
di cavalli.
...."Sa pompia intrea" un candito squisito e apprezzato che si ottiene
grattugiando la parte esterna del frutto, "sa pompia" che non n
cedro n pompelmo, svuotandola con un cucchiaio e facendola bollire
per eliminare parte del suo sapore amaro.
Il frutto, tolta l'acqua, si fa ribollire per almeno due ore a fuoco lento
in acqua zuccherata o meglio ancora in acqua e miele.
Raffreddato e poi sommerso da altro miele, lo si pu conservare in vasi di vetro anche per pi anni, senza che perda
alcuna delle sue caratteristiche.
E' un candito da consumare accompagnato possibilmente da vernaccia o vino bianco secco.
1) Descrizione tratta dal libro > Luiseddu - Giovanni Grecu - Edizioni Solinas 1997

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