La seconda rivoluzione industriale è il processo di sviluppo industriale iniziato nella
seconda metà dell’Ottocento; con tale definizione si intende in generale la seconda ondata di grandi mutamenti socio – economici dei paesi Occidentali, dopo quelli della prima rivoluzione industriale iniziata alla fine del Settecento e conseguenti a una nuova serie di grandi innovazioni tecnologiche e scientifiche. In questo processo di trasformazione economica si è compiuto un passaggio da un sistema agricolo-artigianale commerciale ad uno industriale moderno, caratterizzato dall’ uso di macchine azionate da energia meccanica, dall’ utilizzo di nuove fonti energetiche (es. petrolio ed elettricità) e dalla diffusione della fabbrica come luogo di produzione; ne è conseguito un notevole incremento quantitativo e qualitativo delle capacità produttive del paese coinvolto. Inoltre l’utilizzo dell’acciaio ha permesso nuove soluzioni nel campo della meccanica e quello del cemento armato nelle costruzioni; tutto ciò ha portato alla produzione di macchine sempre più evolute in grado di prendere il posto dell’operaio: così è nata la prima catena di montaggio.
All’interno della più generica definizione di “rivoluzione industriale“ va fatta una
distinzione tra prima, seconda e terza. La prima, iniziata alla fine del Settecento, riguarda prevalentemente il settore tessile – metallurgico e comporta l’introduzione della macchina a vapore, mentre la seconda, che prende avvio a metà Ottocento, si sviluppa con l’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio; la terza, infine, avverrà nella seconda metà dell’Ottocento e sarà caratterizzata dall’introduzione e l’ampia diffusione dell’elettronica e dell’informatica.
La rivoluzione industriale comporta una profonda trasformazione del sistema
produttivo, economico e infine sociale. Infatti la comparsa della fabbrica e della macchina contribuiranno alla nascita della “classe operaia”, retribuita per il proprio lavoro da un salario. Sorge così anche il capitalista industriale, proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione . Nella prima metà dell’Ottocento quindi si ha in Europa e negli Stati Uniti uno sviluppo tecnologico senza precedenti che assicura ai paesi Occidentali la supremazia tecnica in tutto il mondo. La differenza con la prima rivoluzione sta nel fatto che le innovazioni tecnologiche non sono frutto di scoperte occasionali e individuali ma di ricerche specializzate in laboratori scientifici e nelle università finanziate dagli imprenditori. Nel campo elettrico si producono i primi generatori che portano alla diffusione della rete elettrica ad uso civile per l’illuminazione nelle case e nei luoghi di lavoro e quindi, in un secondo tempo, all’utilizzo dei primi elettrodomestici.
Anche i trasporti diventano più sviluppati e complessi.
Il sistema ferroviario subisce un fortissimo accrescimento, si hanno poi le costruzioni delle prime metropolitane e, nel sistema navale, grazie anche all’elica, si possono costruire i primi scafi in ferro e in acciaio e quindi i transatlantici; inoltre le navi a vela vengono soppiantate da quelle a vapore. L’ultima, ma non per importanza, è l’invenzione dell’automobile. Le comunicazioni si fanno più veloci e intense con la scoperta dell’elettromagnetismo e l’invenzione del telegrafo ma la vera e propria rivoluzione sarà l’invenzione del telefono, seguita non molto tempo dopo dalla radio. Enormi e grandiose sono state le scoperte in campo medico e scientifico. Gli studi di Darwin e Mendel hanno portato approfondimenti in anatomia, fisiologia e genetica e le scoperte di Pasteur, Hansen, Koch e altri in campo epidemiologico, hanno contribuito al debellamento di gravi malattie come la tubercolosi, l’antrace, la peste, la lebbra, la rabbia e la malaria. L’invenzione dello stetoscopio ed altri strumenti e gli studi sulle infezioni nosocomiali, con la scoperta dei disinfettanti e degli analgesici, hanno consentito progressi nella chirurgia e nelle condizioni igienico - sanitarie negli ospedali e nelle case. Tutto ciò ha contribuito a far diminuire l’alto tasso di mortalità infantile e quindi ad innalzare l’età media della popolazione e le aspettative di vita degli individui.
BIBLIOGRAFIA
• T.S. Ashton, La rivoluzione industriale. 1760-1830 – Laterza, Bari 1970
• F.D. Klingender, Arte e rivoluzione industriale – Einaudi, Torino, 1972 • Pat Hudson, La rivoluzione industriale – Il mulino, Bologna, 1995 • Claude Fholen, Che cos’è la rivoluzione industriale, Feltrinelli, 1976