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BRUNO FORTE LA CHIESA NELL’ EUCARISTIA per un'ecclesiologia eucaristica alla luce del Vaticano II M. D’AURIA EDITORE IN NAPOLI (8.306.456 1, Rede 0.44 UNIVERSIDAD DE NAVARRA BIBLIOTECA DE HUMANIDADFS I LEUCARISTIA E IL MISTERO DELLA CHIESA Dopo aver considerato gli elementi eucatistico-ecclesiologici pre- senti nella Costituzione liturgica cominciamo ora a seguire, secondo il nostro progetto, lo sviluppo della Lumen Gentium, per cogliere il rapporto all’Eucaristia dei vari aspetti della realta ecclesiale in essa presentati, anche alla luce degli altri testi conciliati. Anzitutto, per- cid, ci soflermiamo a considerare la relazione fra l’Eucaristia e il mi- stero della Chiesa (cap. I della Constitutio de Ecclesia). Che significa che la Chiesa & mistero? In che rapporto @ l’Eucaristia col mistero, che & la Chiesa? Sono le due domande a cui cercheremo di rispondere in questo capitolo, I. - La Chiesa mistero e sacramento. La Lumen Gentium si apre con un articolo introduttivo che ne delinea le prospettive. Esse sono tre!, corrispondenti ai tre paragrafi dell’articolo stesso: 1 Cf. G. Pumps, La Chiesa ¢ il suo mistero nel Concilio Vaticano II, Milano 1969, vol. I. pp. 69-73. Questo commento @ particolarmente autorevole per il ruclo avuro dall'Aurore nella redazione della Costituzione: cfr. YM-J. Concar, In luogo ay nonclusione, in La Chiesa del Vaticano II, opera collettiva diretta da G. BaRaUna, Hiren 1967, p. 1265: «Non bisogna certo minimizzare Ia parte dei redattori. € soprututto del redattore principale, di colui senza il quale ka Commissione teologica hen sirebbe mai riuscita nel lavoro, certo notevole, portato finalmente a termine: tans. Gérard Philips, di Lovanio ». Clr. J. Grootaers, Le réle de Mgr. Philips 4 Vatiear I, in Ecclesia a Spiritu Sancto edocta, Hommage & Mgr. G. Puitirs, Gembloux 1970, pp. 343-380. 196 1) la prospettiva cristocentrica: « Cristo & la luce delle: gen- ti, e questo Sacro Concilio, adunato nello Spirito Santo, ardente- mente desidera che la luce di Cristo, splendente sul velto della Chie- sa, illumini tutti gli uomini annunziando il Vangelo a ogni creatura (cfr. Me 16, 15)»; 2) la prospettiva sacramentale: «E siccome la Chiesa & in Cristo come un sactamento o un segno ¢ uno strumento dell’intima unione con Dio e dell’unita di tutto il genere umano, continuando Tinsegnamento dei precedenti Concili, intende con maggiore chia- rezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale »; 3) la prospettiva antropologica: « Le condizioni del nostro tempo rendono pit: urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi pit strettamente uniti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire una piena unita in Cristo»? Le tre prospettive sono fra loro intimamente connesse: la Chie- sa @ il sacramento di Cristo per gli uomini. Per il nostro soggetto, ha particolare interesse Ia seconda, sulla quale ci soffermeremo, ac- cennando solo brevemente alle altre due. 1. - LA PROSPETTIVA CRISTOCENTRICA La prospettiva cristocentrica fu ripetutamente sottolineata dal S. Padre Paolo VI*: essa vuol dire che la Chiesa pud concepirsi solo in rapporto a Cristo, la cui luce ella riflette. La sua natura e la sua missione non possono approfondirsi che in questa direzione. II ri- torno alle fonti che anima il Vaticano II é, in questa linea, anzitutto il ritorno alla fonte: Cristo. - LA PROSPETTIVA SACRAMENTALE In intima connessione con la precedente & la prospettiva sacra- mentale. La connessione @ indicata dall’espressione « in Cristo », che nel linguaggio paolino connota « una relazione con la vita di lui, 2 LG 1/284, 3 Chr, ad es. il Discorso di apertura del IT Periodo (29 sett. 1963): EV 1429 ss. 197 con la sua potenza, la sua efficienza, la sua mediazione » *. « La sa- cramentalita della Chiesa riafferma il cristocensrismo di tutta Yeccle- siologia. La sacramentalita primordiale della Chiesa non viene da sé... ma proviene tutta da Cristo, dalla sua Umanita crocifissa e glorifi- cata, dipende tutta da Cristo, da Cristo riceve continuamente I'effi- cacia sacramentale con la quale pud significare ed attuare la koinonia con Dio »®. E cio& in rapporto al Verbo Incarnato e per opera di Lui che Ia Chiesa si pone « veluti sacramentum seu signum et in- strumentum intimae cum Deo unionis totiusque generis humani unitatis ». Analizziamo dettagliatamente questa importante affermazione. a) Veluti sacramenium: Vavverbio indica che il sostantivo non & qui usato nel senso stretto, che lo riferisce ai sette riti sacramen- tali. Potremmo tradurre « quasi-sacramento », cio& sacramento in senso analogico, generale: sacramento primordiale, radicale, proto- sacramento”. In questa accezione, il termine dice la presenza storica della salvezza in generale: « il sacramento @ azione di Dio, opera, visibile e invisibile nello stesso tempo, dello Spirito; realizzazione, che tende al suo compimento e percid contemporaneamente risultato © strumento dell’agire salvifico di Dio; attualita, che da una parte rievoca gli eventi salvifici di Cristo durante la sua vita terrena ¢ dal- Paltra fa levare lo sguardo al Signore glorificato e attendere con an- sia il suo ritorno, Sotto tutti questi molteplici aspetti la Costituzione chiama la Chiesa sacramento »’. In questa linea, il termine @ inteso in modo non diverso da quello che @ il «mistero», quale @ concepito nella Scritwura e nei Padri®: «semplice trasctizione dell’equivalente greco, & il decreto divino con il quale il Padre realizza in Cristo la sua volonta salvi- fica, ¢ nello stesso tempo la rivela attraverso una realth temporale 1 L, Cunraus, Li teologia della Chiesa secondo San Paolo, Roma 1968, p. 227 Cir, tut il cap. X. «Nel Cristo» le indicazioni bibliografiche ivi contenu Sp 217-533, CA, rifiuta una interpretazione « locale ¢ realistica » della preposizione yee ale da’ far concepire il Cristo come une « spirito » diffuso, che dunque non sirebbe il Cristo personale: p. G. Vonortvte, Chiesa, 1969, TAG. s Cir. Semmenrorit, La Chiesa secramento di satvezca, Napoli 1965 (tr, dal ‘ankfurt 1953), specie pp. 37 ss. 7 P. Smunpers. La Chiesa sucrunento della sale fe. Pe 380. cre ik. pp. 367377 sul rapporto misterossterimento ¢ It sua_evolurione semantic Disionario del Coneilia Ecamenico Vaticano 11, Roma wed, 4. in Le Chiesa del Vaticano IT, 198 che conserva tutta la sua trasparenza»°. L’equivalenza mustero-sa- cramento & esplicitamente presente nell’art. 22 del Decreto Presby- terorum Ordinis: « C’& una cooperazione di tutti i Presbiteri per la realizzazione del disegno di salvezza di Dio, che & il mistero di Cri- sto, ossia il sacramento nascosto da secoli in Dio... »"*. Si pud dire percid che l'art. 1 della Constitutio de Ecclesia esplicita col termine sacramento cid che il titolo del capitolo dice col termine mistero: «Il termine ” mistero” ...designa una realti divina, trascendente ¢ salvifica, che in un qualche modo visibile @ rivelata e manifestata » ". Lidea della Chiesa sacramento e mistero & venuta riemergendo nel nostro secolo: essa proviene prevalentemente anche se non esclu- sivamente”, dalla teologia tedesca"*, € fu introdotta nel Concilio soprattutto per merito dei Vescovi tedeschi *. Tuttavia essa ha una profonda radicazione nella tradizione: il che spiega come si sia po- tuta importe in poco tempo all’assemblea sinodale. Gia abbiamo rile- vato le difficolta mosse da alcuni al suo inscrimento nella Sacrosanc- tum Concilium ®; nel 1 schema De Ecclesia & assente'; compare nel- Jo schema del II periodo”, con diverse precauzioni™, fra le quali la presenza di una preziosa Nota, che la giustifica, alla luce del pen- siero patristico ”. Riportiamo questa Nota, perché chiarisce bene il 9G, Panis, La Chiesa.) 0¢y p. 71. Chr. B. Ricaux, I! mistero della Chiesa alla luce della Bibbia, in La Chiesa del Vaticano IT, 0.¢., pp. 219-298, specie 281-284 NT, SrROTMANN: La Chiesa come mistero, ib. pp. 314-328. Cfr. pure S. CIPRIANI, Il mistero della Chiesa, in Volto e anima della Chiesa, Napoli 1970, pp. 115-135. Cfr. la Relatio de titulis ef introductione: Ac. Syn. III, Il, p. 170 © ss. 0 PO 22/1317: in nota & citato Ef 3, 9, dove la Volgata traduce « 4 obeovoutar so pvorapion » con « dispensatio sacramenti ». Anslogamente in Ef 1, 9. Ii Relutio. allegata al testo. del IIL schema: Ac. Syn. III, I, p. 170. Cir. G. Vonorivec, Chiesa, art. cit., c. 743. tt Cir, ad es. per la teologia francese H. De Lusac, Meditazione sulla Chiesa, Milano 1965 (tr. dal fr. Paris 1953), capitoli 1, 2 © 6. TD Cie C. Morten, Il fermento delle idee nella elaborazione della Costituzione, in La Chiesa del Vaticano II, 0.c, p. 166 ¢ P, Smutvers, La Chiesa sacramento {Tella salverza, ivi, pp. 364365 con tiferimenti bibliografici. Cfr. pure L. SALERNO, Eucaristia e Vaticano II, in Asprenas 14 (1967), pp. 31-33. 1 Cér. ad. es. lo Schema proposto dalla Conferenza Episcopale di Germani ‘Austria: Ac. Syn I, IV, p. 615, € Pintervento del Card. J. Frrxcs: Ac. Syn. TI, I, p. 343. 8 'Cfe. supra, cap. 1 di questa Parte. 1 Ac, Syn. I, IV, pp. 12121. W Ae, Syn. Ii, 1)’ p. 215. 8 Cfr. V'inversione della costruzione rispetto a quello che sara lo Schema defi nitivo: «Gum vero Ecclesia sit in Christo signum et instrumentum, seu veluti, sacra: Mentum.. ». Un. esempio di opposizione all’uso del termine in rapporto alla Chiesa si pud vedere in Ac. Sy. III, I, p. 170-171. ¥ La Nota & 4 proposito ‘deil’espressione « sacramentum visibile huius, saluriferae unitatis © riferita alla Chiesa, che passeri poi nel nuovo cap. TI sul popolo di Dio: ‘Ac, Syn. I, I, p. 217. Per i tichiami patistici cfr. supra, la TT Parte. 199 significato del termine sacramento 0 mistero attribuito alla Chiesa: x Sacramento, nel senso’ pit ampio, clo® mistero, cioe segno efficace di salvezza, & detto usualmente di Cristo: cosi in $. Agostino: ” Non © altro mistero (sacramento) di Dio tranne Cristo”. .-Parecchie Nolte poi presso i Paclri il termine designa tutta Teconomia salvifica, che si densifica (coalescit) nella Chiesa nei vari riti cultuali. Percid la Chiesa & chiamata da S. Ireneo » caparra di incorruzione, confer- ma della nostra fede e scala per ascendere a Dio””. Della Chiesa come sacramento di unita parla esplicitamente S. Cipriano 2S. Ago- stino chiama la Chiesa dei battezzati ” i] _mistero dell’arca”™. In senso streto, perd, i sacramenti istituiti da Cristo non sono che sette, come afferma il Concilio di Trento™ ». Da queste parole si deduce che anzitutto Cristo & sacramento: lo @ «in un senso eminente, Infatti la grazia essenziale che @ Dio stesso in quanto entra in contatto con Yuomo, ha ricevuto in Cristo Ja sua pid: piena espressione sensibile. L’'Uomo-Dio @ la figura con- ercta nella quale Dio, puro spirito, @ diventato visibile. La natura umana di Cristo verifica nel senso pitl vero quanto il Concilio di ‘Trento dice dell’essenza dei sacrament, € ciot che essi contengono Ja grazia che significano », Cristo & il « sacramento dell’incontro con Dio »®, il sacramento fontale, in cui la pienezza del dono divino & manifestata e donata attraverso Tumanita assunta, « vivo organo di salvezza »*. Se Cristo @ il sacramento di Dio, la Chiesa @ il sacramento di Cristo; & questa la seconda idea contenuta nella Nota. La Chiesa « & sulla eevra il sacramento di Cristo come Gesti Cristo @ per noi, nella ua umanita, il sacramento di Dio »™: « La Chiesa si presenta, ibe amento di salvezza del mondo intero. Nel suo aspetto visibile € » Epis, 18 cle, Hate iL testo dell Epist. 69, 6: PL 3. 1142 B: ed. W. Hart. CSEL TIT, 2 1, 34! PL 33. 845. Ti, 24, 1: PG 7, 966: ed. F, Sacnann, Paris 1952 (Sources Chré- (1ST) a FBR per ul cfr. supra, TE Parte, cap. TT, nonché si rimanda all Epist. 55. 21: col, A: p. 638. Supt, contra Don. WV. 28, 39: PL 43, 196. 3 Sess, VIT. can, 1; DS 1601. 0. AE Te Chiesd sacramento delle salvezst, 00, p- 32. g Teor sacramento delVinconiro con Dio, Roma Bilthove ), specie pp. 19 ss. Se eer cf ad es. snavma Theal, 1, Wt, . U2 42. ad 1 STE DE Lume, Mediticione sulla Chiesa, 0.4 p. 24% Cir. J. Atraro, Cristo, cansmenio de Diog Padre. La Iglesia, sacrantento de Cristo ‘gorificnda, in Gregoriantm 48 (1967), pp. 5-27. 10 (Led, 200 storico, cioé nella parola, nel sacramento € nella legge, & segno ele- vato da Dio per mezzo di Cristo, nel quale & reso manifesto e pre- sente sulla terra in modo definitivo e irevocabile il mistero della volonta salvifica divina, di quella volonta cioe con Ja quale Dio sta- Bi di donate gratuitamente al mondo Ia vita divina per Cristo nello Spirito Santo. Questo segno, essendo la Chiesa frutto di salvezza, & congiunto in maniera indefettibile con la realta stessa, che in esso & manifestata. E per questo che la Chiesa, Corpo di Cristo, perenne ripresentazione di Cristo Salvatore e vivo organo dell’azione salvi- fica che Dio Padre compie per Cristo nello Spirito Santo, al fine di comunicare al mondo la salvezza jrrevocabilmente e visibilmente, pud essere a buon diritto detta nella nostra economia sacramento fonda- mentale e universale @ escatologico della salvezza del mondo »”. La Chiesa @ il farsi presente della salvezza operata da Cristo nel- lo Spirito, attraverso un’economia visibile ¢ storica: @ insomma sa- cramento, in quanto & corpo di Cristo vivificato dallo Spirito. Percid ‘per una non debole analogia, & paragonata al mistero del Verbo incarnato. Infatti, come Ja natura assunta & a servizio del Verbo di- vino come vivo organo di salvezza, a Lui indissolubilmente unito, in modo non dissimile Porganismo sociale della Chiesa & a servizio del- lo Spirito di Cristo che lo vivifica, per la crescita del corpo » », Alla Tncarnazione, in altri termini, succede, secondo una continuita « ana- logica », la Chiesa, corpo animato dallo Spirito, sacramento di sal- vezza: « Cristo, quando fu levato in alto da terra, attird tutti a sé (cfr. Gv 12, 32 ss.); risorgendo dai morti (cfr. Rom 6, 9) immise negli apostoli il suo Spitito vivificante, per mezzo del quale’ costitui il suo Corpo, che la Chiesa, come un sacramento universale di sal- vezza »*. La terza idea presente nella Nova & che « sacramento » designa « tutta Peconomia salvifica, che si densifica nella Chiesa nei vari riti cultuali ». Questa ultima espressione ci consente di dire qualcosa sul rapporto fra la Chiesa sacramento ¢ j sacramenti della Chiesa. Il coa- » Schema propotto dills Conferenza Episcopele di Germania-Austria: Ac. Syn. I, IY, p. 615. Y3 Pio 8/504; le parcla « organum » sostitul « instrumentum 5, del testo del_II petiodo, perché ritenuta meno filosofica ¢ tecnica: cfr. Ac ‘Syn. UL, I, pp. 167-177 odo, etch rien are at coneinuita. «analogica» fra PTncarnazione ¢ la Chiesa significa escadere ogni incarnazione dello, Spitito: cfr. H. J. Nicona, Le sens et le significa esomilisiologie du pardidlisme de structure entre le Chriss ot PEglise, in eet ony “43, (1966), PP. 393358. Cr. pure H. Monues, Una "Mystica persona, Roma 1968, pp. 470 ss. 201 UNIVERSIDAD DE NAVARRA BIBLIOTECA DE HUMANIDADES a lescit si potrebbe tradurre « si densifica » 0 « si attualizza »: esso esprime il fatto che la sacramentalita della Chiesa si esplicita special- mente nei diversi riti cultuali, che sono anzitutto i sacramenti. Que- sta « esplicitazione » non 2 da intendersi nel senso « di un processo evolutivo storico », quasi che la Chiesa abbia inventato col tempo i vari eventi sacramentali, ma « nel senso di attuazione di una poten- we, =. La Chiesa @ il sacramento fondamentale, primordiale (Ursa- krament), che raggiunge l’uomo nell’hic et nunc delle varie situazioni della sua vicenda attraverso il settenario sacramentale ». Giungiamo cosi ad un punto di estremo interesse per il nostro soggetto: se la seoramentaliti della Chiesa si atcua nella maniera pit densa attra- verso i riti sacramenteli, e se !'Eucaristia &, come abbiamo gia visto nel capitolo dedicato alla Sacrosanctum Concilium, il centto dei sa- cramenti, che sono tutti ordinati ad essa in quanto ripresenta piena- mente Cristo nel Suo mistero pasquale, potremo dedurre che |’Euca- ristia ¢ la massima concretizzazione della sacramentalita della Chiesa intera, ¢ quindi di tutta opera salvifica di Dio. L’Eucaristia @, in altri termini, il sacramento della Chiesa, che @ il sacramento di Cri- sto, che & il sacramento di Dio: nell’evento eucaristico si condensa percid tutta economia della salvezza, e si attua nella forma pit pie- na la comunione umano-divina operata in Cristo. Questa conclusione, solo implicita nell’affermazione della Chie- sa come sacramento contenuta nell’art. 1, sara esplicitata nelle varie indicazioni eucaristico-ecclesiologiche del Concilio: essa pud consi- derarsi percid il fondamento di tutta Pecclesiclogia eucaristica che si delineer& sugli elementi forniti dal Vaticano II. Cid spiega perché cosi a lungo ci stiamo soffermando sulla dimensione sacramentale della Chiesa, indicata dalla introduzione della Lumen Gentium*. b) Seu signum et instrumentum: jl termine « sdcramentum » & subito esplicitato attraverso queste due parole. Da quanto abbiamo detto, risulta chiaro che il sacramento, presenza visibile della salvez- 2a, ha una dimensione manifestativa € svolge un ruolo sctrumentale, 0, Semmennorit, La Chiesa sacramento di sdlverza, 0.¢. p. al. 8 Cir. ib, pp. 40-62 € R. Mast, Cristo, la Chiesa ¢ "7 Sacrantenti, Roma 1968, specie pp. 203. ss. SR Oe LeS si pottebbe dire sulla Chiesa come sacramento: ad es. si potreb- ony conaderare Te applicazioni dello schema scolestico, « sacramentur tantum =e bere oni am ~~ tes » al «sacramento Chiesa». Cid exorbita, perd dalla. engene a eaGtT nose studio, per cui rimandiamo ad opere specializzate: cost 0. Sem SMvnori, La Chiesa sacramento di salvezta, 0.0., p. 10. 202 rispetto alla réalta che attraverso di esso si comunica. Vogliamo qui solo sottolingare che segno € strumento non sono entita separate: «@ appunto attraverso il simbolo che si esercita l’azione divina » *; né possono concepirsi al di fuori del rapporto con Ia realta signifi- cata e prodotta: la Chiesa come sacramento unisce cioé indissolubil- mente la visibilita del segno all’azione strumentale, e questa alla realtd espressa ed agente, Cristo stesso, che fa Punita degli uomini ton Dio ¢ fra di loro. Di conseguenza non possono contrapporst nella Chiesa visibile ¢ invisibile, istituzione € carisma: « La societa costi- tuita di organi gerarchici ¢ il Corpo mistico di Cristo, l’assemblea visibile e Ja comunita spirituale, la Chiesa della tetra e la Chiesa ormai in possesso dei beni celesti, non si devono considerare come due realti, ma formano una sola complessa realta, risultante di un elemento umano e di‘un elemento divino »*. La concedione della Chiesa come sacramento, in cui il visibile € Pumano sono: segno € scramento delPinvisibile e del soprannaturale, compic il superamen- to di ogni visione riduttiva della realta ecclesiale, tanto del giuri li- cismo, quanto del falso misticismo”. c) Intimae cum Deo unionis totiusque generis humani unitatis: & la «res » che attraverso il sacramento-Chiesa si comunica. Si noti che nella redazione del II periodo l’ordine era invertito*: si chiese 4 anteporre il riferimento all'unione con Dio per esprimere la prio. rita «in significatione sacramentali Ecclesiae >”. Liniziativa @ di Dio: & Lui che agisce nell’economia sacramentale. I] Sacramento fon- damentale, che @ la Chiesa, manifesta e attua il disegno di amore di Dio per Puomo: « La Chiesa @ ” Vuniversale sacramento della sal- vezza”’, che svela e insieme realizza il mistero dell’amore di Dio ver- so uomo »®. Su questa affermazione della Gaudium et Spes si fon- da in effetti il movimento stesso della Costituzione pastorale: la 35 G, Prius, La Chiesa... 0.¢. p. 70. 3 Gs 7504 La stessa didfosa contrapposizione.tra Chiesa — evento ¢ Chiess setinasce 22H soperauar Vistituzione pone Yevento che significa e vivitica Fist igceuzions SW, Bentaams, De constitutione Ecclesiae simul charismostce institu tione:, cfr. Wiodica de re morali canonica liturgica 37 (1968), pp. 281330. Ce, in tonfcolare, avviene nella celebrazione cucaristica: eft, C. Me Gary, The Eucharistic particolare, aritpe trae’ manifestation of the Church, in Church and Euchorist, ed. by M, Hurzex, Dublin 1966, pp. 29-31. M; Huns srotpers, La’ Chiesa sacramento della salvezza, 0.0, p. 363-364. 38 Ac. Syn. UL, I, p, 215. » Ceci Stiva Fiennrquez ¢ Mons. A. Vioua: Ae. Sym. IT, TI, p. 136 ® GS 45/1463. 203 Chiesa si pone in rapporto al mondo, in quanto & nel mondo la pre- senza storica dell’Agape divina. La comunione con Dio, intima perché raggiunge la profondita dell’'invisibile, fonda la comunione degli uomini fra di loro: Cristo, di cui la Chiesa @ sacramento, riconciliando gli uomini col Padre, li yiconcilia fra loro come fratelli. In questa prospettiva, la Chiesa é il sacramento dell’umanita, cio’ il segno dell’unita cui essa tende, e lo strumento attraverso cui la comunione resa possibile in Cristo si dif- fonde nel mondo“. In quanto sacramento di Cristo, ¢ sacramento di Dio che viene all’uomo ¢ dell’uomo che va a Dio. Questa sacramentalita della Chiesa ha due caratteri, corrispon- denti alle dimensioni della storia: & universale ed escatologica. E universale: « Dio... ha costituito la Chiesa, perché sia per tutti e per i singoli il sacramento visibile di questa unita salvifica » *. Riguarda la comunione « di tutto il genere umano » *: percid la Chiesa & detta « universale sacramento di salvezza » *, Non c’& aspetto della realta ecclesiale che non sia investito da questa sacramentalita universale: qui si fonda pure, in radice, la tensione missionaria di tutto il popolo di Dio. L’Ad Gentes lo dice esplicitamente: Cristo « fondd la sua Chiesa come sacramento di salvezza ed invid gli apostoli nel mondo - intero... » Questa universalita si dilata a tutti i tempi, fino al momento in cui la sacramentalita scomparira, perché ai segni subentrera la real- th: « il sacramento come segno sensibile rivela le realta divine pre- senti nella storia umana, ma le rivela solo quale segno ¢ non nella loro piena realtd e lucidita, tanto pit: che queste realta sono nel tem- po intermedio della Chiesa realta escatologiche, operanti nell’essen- le tensione verso il futuro, esistenti pit iz spe ed in via verso la 41 Sulla Chiesa « sacramento dell’Umanit’ » ¢ i vari sviluppi di questo concetto cfr, O. SEMMELROTH, La Chiesa sacramento di salvezza, 0.c., pp. 43-48. Cfr. pure ]. L, Wirre, Le Chiesa, « sacramentum unitatis » del cosmo e del genere umano, in La Chiesa del Vaticano IT, oc, pp, 491-521. Questo concetto aiuta a comprendere le reali dimensioni della Chiesa e fa luce sul perché in LG 8/305 si dica « Haec Ecclesia... subsistit in Ecclesia catholica» e non «est Ecclesia catholica»: cfr. G. Deyairve, La «Magna Charta» de Vatican II. La Constitution sur VEglise « Lumen Gentium », in Nouvelle Revue Toéologique 87 (1965), p. 8. 2 LG’ 9/310. Per le citazione di Cipriano in nota cfr. supra, II Patte, B LG 1/284. # LG 48/416; GS 45/1463. AG 5/1096; cfr. pure 1/1087: « Inviata da Dio alle genti_per essere ” sacra- mento universale di salvezza™, la Chiesa... ». Cfr. §. Creriant, La Chiesa « sacrantento universale di salvezza » (visa toprattutto in prospettiva missionaria), in Volto e anima della Chiesa, 0.6, pp. 137-156 204 piena attuazione. Nella tensione escatologica si verifica una situazio ne particolare del segno: esso al tempo stesso rivela la realta e la copte con l’ombra del segno; brevemente la rivela velandola. Tale segno e sacramento é la Chiesa a causa della sua essenzialita storica ed escatologica » “*. In questa luce, si chiarisce il dramma dell’infe- delta nella Chiesa, che & appunto il principale velo che adombra la luminosita del « segno levato sui popoli»: la persistenza del pec- cato rientra nelle possibilita del tempo penultimo, teso tra la sal- vezza gia presente ed operante nella storia, e il suo compimento, non ancora giunto. Queste idee sono compendiate nel testo seguente del- Vart. 8: «La Chiesa ” prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecu- zioni del mondo e le consolazioni di Dio”’, annunziando Ia passione ce la morte del Signore fino a che egli’ venga (cfr. 1 Cor 11, 26). Dal- la forza del Signore risuscitato @ corroborata per vincere con pazienza e amore le sue interne ed esterne afflizioni e difficolta, e-per svelare al mondo, con fedelta, anche se sotto ombre, il mistero del Signore, fino a che alla fine dei tempi sara manifestato nella pienezza della sua luce » *. Rileviamo come la tensione escatologica del sacramento Chiesa sia, sécondo questo testo, espressa ed alimentata dall'annun- zio eucaristico della Pasqua: |’Eucaristia @ il sacramento della Chiesa peregrinante, I’evento in cui si condensa tutto il gid e il non ancora proprio della sacramentalita ecclesiale *. Notiamo infine Pequivalenza, stabilita dalle espressioni conci- liari riportate, fra salvezza ed unita: la Chiesa @ tanto « come un sacramento... dell’intima unione con Dio e dell’unita di tutto il gene- re umano » e «sacramento visibile dell’uniti salvifica » *, quanto « universale sacramento di salvezza » *. La salvezza @ l’unita, la co- munione degli uomini con Dio e fra di loro, significata ed attuata dal sacramento che é la Chiesa. 4% G. Vovorivec, Chiesa, o.c., c. 744. Cér. P. Smutpers, La Chiesa sacramento della salvezza, 0.c., pp. 384385. 4 LG 8/307. Cfr. K. Ratiner, La Chiesa peccatrice nei decreti del Concilio Vaticano II, in Nuovi Saggi, 1, Roma 1968, pp. 443-478. ® Cir, JoM, R. Tintarb, L’Eucaristia pasqua della Chiesa, Roma 1969 (tr, dal fr, Paris 1964), specie pp. 173 ss. € 289 ss. * LG 1/284 ¢ 9/310. % LG 48/416 e GS 45/1463. 205 3. - La PROSPETTIVA ANTROPOLOGIA Ci resta da tiflettere brevemente sulla terza prospettiva indi- cata nell’art. 1 della Lumen Gentium: la prospettiva antropologica. Essa scaturisce logicamente da quanto abbiamo detto sulla sacramen- talita della Chiesa: in quanto sacramento la Chiesa ha un valore in- tenzionale: & segno per qualcuno, @ strumento attraversato da una virtt: diretta a qualcuno. La Chiesa & per gli uomini, @ luce che deve illuminare; & proposta e dono che si deve offrire. Percid, il discorso ecclesiologico che fa il Concilio non @ una astrazione, fuori del tempo, « ma si tivolge in primo luogo agli uo- mini del nostro secolo che vivono in un luogo determinato non solo della storia spirituale, ma della storia semplicemente »". Ebbene, nel mondo contemporaneo il testo conciliare rileva una evoluzione verso Punita, che pit» che mai fa risplendere la Chiesa come sacra- mento di Cristo: sacramento cio del dono di Dio e dell’umanita che attende questo dono di comunione. Come nel Verbo Incarnato, cosi nella Chiesa Pumanita incontra Dio in una unione sponsale. woe Perché questa lunga riflessione sulle prospettive indicate dal- Fart. 1 della Lumen Gentium, in uno studio sull’Eucaristia e la Chie- sa ne] Vaticano 11? ‘Alla luce delle considerazioni fatte, Ja risposta non & difficile: le tre prospettive sono talmente connesse da compendiarsi in una: la Chiesa & il sacramento di Cristo per il mondo. In questo statuto sa- cramentale, affermato con ben maggiore forza ¢ sviluppo rispetto alla Sacrosancturt Concilium *, sta il fondamento degli elementi cucari- stico-ecclesiologici che rileveremo, perché la Chiesa sacramento di Cristo ha la sua massima attuazione nell’Eucaristia, sacramento della Chiesa: in altri termini, la trattazione sacramentale della realt eccle- siale, quale @ annunciata da questo atticolo, non potra prescindere dal rilevare il ruolo in essa svolto dal sacramento eucaristico. L’ana- lisi dei testi ci mostrera se la Lumen Gentium, e in generale il Va- ticano IL, sono stati fedeli a questa prospettiva sacramentale, nel sen- so ampio in cui l'abbiamo descritta. Per concludere, vogliamo solo sottolineare come la prospettiva 5G, Pamars, Le Chiese Cir. capitolo precedente. o.c., pe 73. 206 sacramentale non sia Vunica sotto la quale si pud leggere lecclesio- logia conciliare: cosi, ad esempio, si potrebbe preferire la categoria di comunione®. Secondo questa visuale « la Chiesa 2 il corpo mi- stico di Cristo, cio® una comunione insieme interiore ed esteriore, la vita di unione a Cristo significata e suscitata (causata) dal regime di mediazione di Cristo » *. L’obiezione principale mossa alla definizio- ne sacramentale @ che la Chiesa « non @ soltanto il sacramento... ma anche la res » ®, Ci sembra perd che nell’accezione ampia di sacrz mento che abbiamo considerata, tale da renderlo equivalente al « mi- stero » paolino, Vobiezione non regga, ¢ la convergenza delle due concezioni sia ptessocché totale. Le due prospettive « mettono in rilievo la necessita di ritornare alla grande prospettiva biblica e alla grande tradizione teologica » “, per le quali la Chiesa & il disegno divino di salvezza che si attua nella storia, il « prolungamento » dell’Incarnazione, secondo una conti- nuita, certamente analogica, insieme visibile e spirituale. Sacramento, mistero e comunione non sono che aspetti complementari di questa partecipazione all’unitd trinitaria che attraverso la sacramentalita del- la Chiesa 2 donata agli uomini per Cristo nello Spitito Santo, Nel- 52 Per limitarci ad_alcune opere pit significative cfr. Y. Concar, Notes sur les mots « conjestion », « Eglise », «communion », in Irénikon 23 (1950), pp. 336 (poi pubblicato in Cbréviens en dialogue, Paris 1964, pp. 211-242); In., La collegiclitd Fella Chiese, in AANV., Il Concilio ¢ i Concili, Roma 1961, pp. 422-439; Ip., Dalla comunione delle Chiese « una ecclesiologia della Chiesa universale, in AAVV., L'Epi- scopato e la Chiesa universale, sotto la direz. di Y. Concark e B.D. Dupuy, Roma 1965 (tr, dal ft. Paris 1962), pp. 279322; Ip, Ministeri e comunione ecclesiale, Bologna 1973 (tr. dal fr. Paris 1971); M.J. Le Guttiov, Eglise et «communion ». Essat d’ecclésiologie comparée, in Istina 6 (1959), pp. 33-625 Ip., Mission et unité Les exigences dele communion, 2 vall,, Paris 1960: J Hamer, La Chiesa 2 una comunione, Brescia 1964 (tr. dal_fr. Paris 1962); L. Hertiine, ‘Communio, Chiesa © Papato nell’antichita cristiana, Roma 1961; G. D'Excote, Communio, Collegialité, Primato e Sollicitudo ovenium’ ecclesiarum, Roma 1964; A. Banpesa, La Iglesio misterio de comunion. En el corazon del Concilio Vaticano II, Salamanca 1965; In, Principios trascendentes y dinamisro de la Comunion Ecclesiél en el Concilio Vati- cano II, in Angelicum 43 (1966), pp. 167-203; C, Larnicot, A la lumitre du Vati- COIL, La Communion ecclésiale, in Ami du clergé 76 (1966), pp. 721-724 ¢ 737-740; G. Vovoptvec, La Chiesa come comunione, in Oikoumenikon 10 (1970), pp. 58-66; S. Crpriant, La Chiesa come « comunione »'nel N.T., in Presenza Pastorae 41 (1971) D. 3, pp. 163-179; P.C. Bort, Koinonia. L'idea delle comunione nella ecclesiologia recente ¢ nel NT,, Brescia 1972; M. Matanca, La Chiesa nella « Lumen Gentium »: ‘nistero di comunione, in Asprenas 19 (1972), pp. 263-289; Ip., Chiesa — Comunione e Chiesa — Istituzione, ib., pp. 396-427. # Eh definizione di J. Hamer, La Chiesa’ una comunione, oc., p. 95. 1 P90. SH’ ] Le Gun0u, Le tendenze ecclesiologiche nella Chiesa cattolica, in AA. WV., I grindi temi del Concilio, Roma 1965, p. 168. L’A. distingue tre tendenze: quella societaria e apologetica; quella comunionale e quella sacramentale, rilevando a convergenza di queste ultime due (pp. 159-169). 207 T'ambito di questa prospettiva sacramentale-comunionale si colloca Yemergenza degli spunti eucaristico-ecclesiologici che ci apprestiamo a considerare. II. - L’Eucaristia e il mistero della Chiesa. La Chiesa, come abbiamo appena detto, & il sacramento o mi. stero della salvezza, cio’, 1a rivelazione ¢ attuazione storica del di- segno salvifico sgorgante dalla libera iniziativa di Dio. Qual & questo disegno? Quali sono le tappe fondamentali della sua realizzazione? ‘A queste domande risponde il capitolo I della Lumen Gentium, che percid a ragione si intitola « de Ecclesiae mysterio », «il miste- ro, che @ la Chiesa »- Cercheremo pertanto di cogliere in esso la re- lavione fra I'Eucaristia ¢ il mistero della Chiesa, per valutare poi i dati ottenuti alla luce di tutto il magistero conciliare. 1, - LYEUCARISTIA E IL MISTERO DELLA CHIESA NEL CAP. I DELLA LUMEN GeNTIUM A) II piano salvifico universale del Padre Ll fine del disegno liberissimo e arcano, coe gratuito ed inson- dabile del Padre & Televazione degli uomini alla partecipazione alla vita divina, cio’ alla comunione trinitaria: « L’eterno Padre, con li- beralissimo e arcano disegno di sapienza ¢ di bonta, ha creato l'uni- verso ¢ ha decretato di elevare gli uomini alla partecipazione della vita divina... » ‘%. Nonostante il peccato, il Padre realizza questo di- seano in vista di Cristo ¢ in Lui, « generato prima di ogni creatu: >, « primogenito di una moltitudine di fratelli », centro cioé della creazione e della redenzione, congiunte in un unico piano di salvezza‘*, Liunita degli uomini con Dio ¢ fra loro, compiuta nel- LG 2/285. Cfr. AG 2/1091 che usa Ja bella espressione « dall’amore fontale, di Dio Padre », & meglio evidenzia il rapporto fra processione € missione. S Th: sono citati Col 1. 15 ¢ Rom 8, 29: « Quanto a una creazione senza veddemione, 4 Corellia non ne parla; non si avventura sul tef7eng dei possibili ¢ dei fururibili, terra d’elezione delle controversie teologiche, perché Pimportanza del suo mes 1 Non consente Nessuna digressione accessoria... E non si gridi_allo scotismo: questa & Bibbia senza jsmi” »: G. PHILIPS, ‘La Chiesa, 0.6, p- 77 Questa prospet- © di ispirazione paolina: cfr. M. PHILIPON, La Santissima Trinita e la Chiesa, Chiesa del Vaticano II, 0.¢., pp. 335-337 Vopera riconciliatrice del Verbo Incarnato, si attua storicamente nel- la Chiesa, e si consumer’ nella gloria: «1 credenti in Cristo li ha voluti convocare nella santa Chiesa, la quale, prefigurata sin dal prin- cipio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo di Israele e nell’antica alleanza e stabilita ” negli ultimi tempi”, & sta-” ta manifestata dall’effusione dello Spirito € avra glorioso compimen- to alla fine dei secoli. Allora, come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da ‘Adamo, ” dal giusto Abele fino allultimo eletto”, saranno riuniti_presso il Padre nella Chiesa universale » *. La Chiesa & qui intesa in un senso molto lato, secondo un ‘universalismo dif- faso nel persiero patristico®. Non se ne vucl negare Ja necessita per la salvezza®, si vuol affermare che essa, nella sua forma visibile e storica, @ il sacramento di tutto il disegno divino di unita, che va dalla creazione alla Parusia. Il piano divino & dunque ua piano di unita, compiuto in Cri- sto, attuato storicamente nella Chiesa, consumato nella gloria: unita degli uomini con Dio e fra Joro,,nella partecipazione all'uniti trini- taria, Comprendiamo cosi, in tutta la sua forza, l'espressione posta a conclusione dell’art. 4, ripresa da S. Cipriano: « Cosi la Chiesa universale si presenta come ” un popolo adunato dall’unita (de uni- tale) del Padre, del Figlio ¢ dello Spirito Santo” » ®. « La preposi- zione latina ” dé” evoca simultaneamente Videa di imitazione ¢ quel- la di partecipazione: 2” a partire” da questa unita tra ipostasi di- vine che si prolunga ” l’unificazione » del popolo: unificandosi, que- sto partecipa a un’altra Unita; tanto che per San Cipriano Punita della Chiesa non @ piu intellegibile senza quella della Trinita »®, La 9 LG 2/285. @ Ch, 1, citaxioni pattistiche in nota al testo conciliare ¢ Vatticolo, di Y; ConcaRs Ecclesia bel in Abbandlungen diber Theologie und Kircke, Festschrift K. Adam, Beclesie af (059' op. 79.108. Sullazione ¢ la presenza della Chiesa git prima dela Disseldort 1952, PP a ctr, pure C. JOuRNET, Per una teologia eccleuale della storia Sa it arion eet 1972 (tr. dal fr. L'Eglise du Verbe Incarné, vol IU: Beeat de deeione de Vhistoire du salut, Bruges 1969), cap. TT, sezione 1: L’era del Figlio ‘itesove i primo regime divino della Chiesa, pp. 523 ss. Oe ee eee La Chiesa... 002, , 79: « Solo Listituzione ecclesiale confe- risce le saivessa, ma la'sua influenza si esercita git prima della sua costituzione com: Flets e definitiva, cosh come oggi essa trascende i limiti della sus arch visibile »} & Fete aor e espingere consapevolmente questa Chiess - sacramento vitibile & senz 10 Tifiutere Cristo come Medistore ». TPE 47288. er la citazione di Cipriano oft. supra, 11 Parte, cap, W1, Be eee La Chiesa, oc. p. 87, Cir. pare C: Mostten, Storia della strut, jure e Galle see della Lumen Gentium, in La teologia dopo it Vaticano 1, a cura ers st Muiten, Brescia 1967, p. 194 ed E. Zocrnx, Unita ¢ diversitt della Chiesa, fn La Chiesa del’ Veticano II, 0.c., p. 522. 209 Chiesa @ in altri termini la partecipazione storica dell’unit& trinitaria, In realizzazione incoativa del disegno divino di salvezza sotto il velo dei segni: @, percid, il mistero 0 sacramento « dell’intima unione con Dio ¢ dell’unita di tutto il genere umano ». B) La missione e Vopera del Figlio Tl disegno divino di unita @ stato attuato, nella pienezza dei tempi, con la missione e opera del Figlio: Bgli ha inauguraro il re- gno dei cieli, di cui la Chiesa @ Ia presenza «in mysterio», cio’ il segno e il germe che insieme rivela € nasconde, crescente per la po- tenza di Dio verso il compimento“. « Questo inizio ¢ questa crescita sono significati dal sangue e dall’acqua che uscirono dal costato aper- to di Gest crocifisso (cfr. Gv 19, 34), e sono preannunziati_ dalle parole del Signore circa la sua morte in croce: ” E io quando sard levato in alto da terra, tutti attirerd a me” (Gv 12, 32 ss.) » §. Sap- piamo che nell’acqua e nel sangue sgorganti dal fianco di Cristo cro- cefisso i Padri hanno visto i sacramenti del Battesimo ¢ dell’Eucari- stia ©: Pidea @ che dal Cristo pasquale deriva Ja struttura sacramen- tale della Chiesa. Nell’altro testo giovanneo citato, & indicato il coro- namento del sacrificio della croce’: V’elevazione, che @ Ja resurre- zione gloriosa, il segno dell’accettazione dell’offerta da parte del Pa- dre, e della conseguente riconciliazione degli uomini con Lui e fra di loro. In altri termini, come al centro del disegno del Padre c’@ la missione del Figlio, cui @ indissolubilmente congiunta la Chiesa, cost al centro della missione e dell’opera del Figlio <’é il suo mistero ‘pa squale, da cui la Chiesa nasce come Ja comunita dei riconciliati in Cristo con Dio ¢ fra loro. : Ora « l’esaltazione del Salvatore sulla croce non @ semplicemen- te un avvenimento del passato. La sua morte @ stato un sacrificio propiziatorio e liberatore, come sottolinea la citazione paolina: ” Per- ché Cristo, nostra Pasqua, & stato immolato ” (1 Cor 5, 7).:. Questo sacrificio si perpetua, ¢ ogni volta che lo celebriamo sull’altare si * Chr. LG 3/286. & Jb, @ Cfr. IT Parte, cap. I. & Cf, supra, 11 Parte, cap. IL, © Ricki ene! di passageio che il nostzo 2 il primo Concilio che citi un testo bic blico nella sur versione latina corrette secondo originale greco: la Volgata lease Bice nei turia) laddove il testo greco ha «xdvrage (tutti) »: G. Punuips, La Chie- Siding Oly P. BB. 210 compie Topera della nostra sedenzione...»®. Il mistero pasquale, tiot, si rende presente nel sacrificio sacramentale dell’altare riconci- Tiando con perenne giovinezza gli uomini, generando la Chiesa: « Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale ”” Cristo, nostra Pasqua, & stato immolato” (1 Cor 5, 7), viene celebrato sullaltare, si attua l’opera della nostra redenzionc. E insieme, col, sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata € prodotta Punita dei fe- deli, che costituiscono un sol corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 10, 17s Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che @ la luce del mondo: da lui veniamo, per lui viviamo, a lui siamo diret- ti» ®. Questo testo, assente nel secondo Schema, compare nella pro- posta del Card. SUENENS sul nuovo ordinamento della materia Me viene inserito nel terzo schema | con la motivazione di presentare jn modo pid completo la missione e V’opera di Cristo ¢ gli elementi della Chiesa, di rispondere alle richieste di parecchi Padri, circa tuna pit ampia presenza dell’Eucaristia®. L'inserimento cosi ap- prezzato, fra gli altri, dal Patriarca di Antiochia dei Maroniti, P. Meoucut: « L’insistenza sull’Eucaristia, principio dell’unione a Cri- sto e dei fedeli fra loro, da maggiore concretezza alla Chiesa € ne evidenzia la profondita sacramentale »”. Esaminiamo dettagliatamente il testo, nelVoriginale latino. Quoties sacrificium crucis « quo Pascha nostrum immolatus est Christus » (1 Cor’ 5, 7), in aleari celebratui si tratta della :cele- brazione sacramentale del sactificio unico ed irripetibile della Croce, in cui Cristo, nuovo e definitivo Agnello pasquale, si & immolato. Quoties e in altari celebratur sottolineano questa dimensione sacra- mentale: l’Eucaristia @ il sacramento del sacrificio della Croce. Lo ti- presenta cio& « in signo ». 6G, Putirs, La Chiesa..., 06, P- 83. © LG 3/286, 70 Ac. Syn. IL, 1, p. 325 (9 ort. °63). 1 Ac. Syn. TH, J, pp. 160-161. ee ee oni78. Bia queste tichieste cfr, il fescicolo distribuito, ai Padri il 22 nov 63 a guia della Conmissio de doctrina fidei et morum: Ac. Syn. ML, LB. 773 22 ON 8 ee aes Sym, TL, TH, p. 11; Mons. F. Seven, Arc. di Zagabrit, 1b 1 SS Mons HL Vous, di Mainz, ib, p. 45; Mons. A. G. Jeuamvt, Arm Ap. di Pagoe ibn p, 50; Mons. J. Martin, di Rouen, i, pp. 61-62; Mons, P. Duntacr, Kusano, "amy (Africa Equat,, #., p. 150; ccc. Una vera cattolicitl. in auests ‘igenza di'dar tilevo all'Eucsristia, tanto pid stopefacente in quanto quasi del tutto esigenaa di dr ree eratori del Concilio, precedenti di soli quattro anni: ft. supra TI Parte, cap. 1V. arte, CaP. 78. Fra gli oppositori del testo cfr. A. Fenwanper, Maestro Generale OP. che vorrebbe si evidenziasse meglio il contributo attive dei fedeli per conseguire Pefigtto dell'Eucaristie oppure si climinasse le frase: ib., p. 687 211 Opus nostrae redemptionis exercetur: Vespressione, che gid aibiamo

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