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.1 ASE 5 (1988) 77 -95 ~
I
~:
Francesca Cocchini
Le Quaestiones di
Agostino sull' Esodo:
osservazioni storiche,
esegetiche, dottrinali
'1,
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I L'edizione. da me utiJizzata nel presente lavo ro , e quella curata da J. Fraipont
IIICChr. SL 33(1958).
1. 2 CL Retracl. 1I,55 .
77
presenza di quaestiones di tal genere rende l'opera di Agostino
del tutto particolare e diversa da queHe aItre sue che egli ugual-
m.ente classifica come raccolte di cuaestiones," cosl COllle la rende
peculiare il fatto che i problemi scritturistici non siano stati a lui
posti da un personaggio ben preciso 5 e neppure rispecchino conver-
sazioni e dibattiti pi o meno riconducibili a occasioni e circostanze
in cui egli era stato interrogato da coloro con cui era solito leggere il
testo sacro. 6 Nel nostro caso Agostino dichiara esplicitamente che le
quaestones sui prim sette libri clelIa Bibbia sono venute in mente
7
a lu nel leggere le Scritture e nel confrontarne i codici.
Nel presente studio analizzero due quaestiones appartenenti al
Illibro, relativo all'Esodo, come esemplificative dei due principa li
grupp in cu Agostino le ha sucldvise, comprenclenti l'uno quelle
risolte e l'altro quelle non risolte o con una soluzone non defini-
tiva. Lo scopo e d indivicluare e valutare il contesto storico-
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dottrinale in cui si coUoca sia la scelta da parte di Agostino dei passi
., scritturistici riconosciuti problematici, sia il metodo esegetico utiIiz-
1 zato per la loro interpretazione. '
I
Non pare che Agostino abbia avuto per il libro dell' Eso do
f llloclelli specifici a cui rifarsi che fossero del genere delle quaestio-
nes/o a differenza di quanto si verifica per illibro del Genesi per il
, quede aveva a disposizione l'opera di Girolal11o. 11 Nell'affrontare
dunque la lettura di Esodo e nel prendere nota di quei passi che
potevano risultare di difficile comprensione, Agostino si trovava a
non avere aItra sollecitazione che non fosse la conoscenza di diffi-
eolta gia messe in evidenza dalle pi diverse fonti e tradizioni 12 e
soprattutto dalla propria esperienza. Numerosi sono infatti i passi
1
essere niente privo di senso (QE XXXI): eg li per non si pronuncia sulla loro
intcrpretazione. Sembrerebbe dunque che le quaestiones assolutamente non risolte
: sia no quelle - almeno per illibro di Esodo - per la cui soluzione occorrerrebbe una
1: esegesi spiriluale. Le quaestiones che per i libri da Levitico a Giudici il Rting
c1assifica come senza soluzione, mi pa iono invece da doversi tutte inserire lra
1i
'1
quelle di soluzion e incerla, in quanto per ognuna Agostino propone alcune ipotesi
l inlcrpretative o, almeno , vi accenna.
, Come infatti e slato pi volte notato, e raro che Agoslino si accosti alla Bibbia
L dietro la spinta di uu interesse limitato alla pura indagine filologica: il ruolo di
~ explanator in lui prevale su quello di elllendator e il suo lavoro esegetico
rispecchia costantemente preoccupazioni di ordine pastorale e teologico. Si vedano
su tulto cio le preziose osservazion i che si ricavano dalla rassegna di studi gia citata
del Pizzo la to, a cui ne ha fatto seguito un'altra su AgosLino explanalor (Rivista di
Sto ria e Letl eratura re ligiosa 4(1968)503-548). CL anche il pi recente arlico lo di A.-
M . La Bonnardie re , Bible el {Jolmiques in Sainl Augl.lsln, 329-352.
10 Se e ancora oggetto di discussione I'ipotesi di una conoscenza da parte di
Agostino delle Quaesliones sulla Gen.esi di Filone, per le quali sappiamo che esisteva
, ulla ve rsione latina (cL B. Altaner, Kleille Palrislische Schriflen, TU (1967) 181-193 e
F. Petit, L'ancienlle version latine des Quaeslons sur la Gellse de Philon d'Alexan-
drie , TU (1973) 113-114), tanto pi e problel1latica l'ipotesi di una conoscenza dclle
j' Quaestiolles di Filone su Esodo , di cui non si ha notizia di versioni latine. (Relativa-
j
mente a cio che e giunto a noi soprattutto attra verso le catene esegetiche, si veda F.
1,
Petit , Philon d'Alexandrie. Quaesliones. Fragmenla greca, Paris 1978. Sul gene re
r letterario delle Quaeslion.es el responsiolles utilizzato da Filone e slIl rapporto con il
i diverso genere dei trattati , si veda la recente ana lisi di G. Reale e R. Radice, Filone
r
di Alessan.c!ria. La filosofia mosaica, Milano 1987, XXVI-XXIX). Ugualmentc e
ancora ape rto il problema relativo ad una dipendenza o meno di Agostino dalle
Quaesliones dell 'Ambrosiaster: per qllanto concerne specificamente il libro dell' E-
soda, i passi che ela esso so no tratti nell'opera dell'Ambrosiaste r so no i seguenti: Es
20 (Q VII) ; Es 34 (Q VIII); Es 13, 18 (Q X); Es 4,24-25 (Q XVI); Es 3,2.4 (Q XLII).
Di ess i solo tre (oggelto elelle Q X.XVl.XLlI) si ritrovano anche in Agostino, ma la
trattalione e completamente diversa .
11 Si tratta delle Quaestiol!es hebraicae il! libro Geneseos, stucliate in co nfronto
con l'opera agostiniana da F. Cava llera, Les Quaesliones hebraiclle in. Genesn de s.
Jrome el les Quaesliolles in Genesim de S. Auguslin, in Miscellal/ea Agostinial1(l Il,
Roma 1931, 359-372.
12 Fondamentale per la canoscenza de lle fant agostiniane illavo ro di B. Altaner
(Klein.e ); per cio che concerne le Quaestion.es il Rting se ne occupa, ma in modo non
ce rto esauriente (pp. 160-201).
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scritturistici oggetto di quaestiones che si ritrovano in altre opere
agostiniane precedenti la nostra,13 ugualmente affrontati dall'Ippo-
nense o in modo tale da lasciar trasparire una certa sua incertezza o
una non raggi unta soddisfazione interpretativa 14 oppure, se risolti ,
considerati pero difficili e complessi particolannente per le utilizza-
zion a cu si prestavano da parte di eretici e oppositori. Freqllenti
sano pero anche i casi che concernol1o passi che Agostino sembra
scoprire come problematici o comunque bisognosi di chiarificazioni
solo ne! contesto di qllest'opera e che non paiono risultare citati
nelle opere anteriori alle Quaestiones, neppure come semplici riferi-
ment; altri passl inoltre, ugualmente mai citati prima, ricompari-
ranno in opere posteriori alla nostra.1 5
La prima quaestio che analizzero e anche la prima che Ago-
stino individua inizianclo la lettura continuata clell' Esodo e rientra
ne! gruppo di qllelle risolte . Concerne i vv. 19-20 del primo capi-
tolo 16 e I'argomento trattato fa si che il Rting la classifichi tra
q uelle di tipo teologico 17 rigllardante una tematica tra le piu clibat-
tute da Agostino sia perch egli ne e personalmente interessato sia
perch in cliverse polemiche si e trovato a doverne cliscutere esplici-
tamente: si tratta del problema della Iiceita o meno della menzogna.
13 Aleune di esse vengono segnalate odIe due edizioll i dell 'opera, que lla curata
da 1. Zycha, CSEL 28/IlI,3 (1895) e queJla curata da J . Fraipont, CChr.SL 33 (1958);
lo studio del Rting ne aggiunge altri, ma i riferime nti ch e si pOSSOBO individuare
50110 1l10lto 'piu numerosi, anche se esplicitamente Agostino rinvia soJtanto (limitata-
ll1 e ll~,; al libro deJl'ES'Odo) al C.Faustul'/'I. (QE II su Es 2,12; QE CXLIV su Es 32,19),
Fra 1 tanh casI SI veda qllelJo offerto dalla QE III su Es 3,4 concernente la
teofania a Mose dal roveto: rid~ntificazione dell'<~an1?ellls Domini (Cristo oppure
"Donllnus lrI a,ngelo) costltlllra sempre per Agostmo un problema aperto (cL
Tnn.II,13,23; Ser,6 e 7; C.Maxun,Anlln).
15 U,n controllo fatto sulle citaziOl~i bibliche presenti nell'intera opera agosti-
mana, da, per quanto concerne Esodo, ti seguente nsultato: circa 30 versetti oooetto
di q uaestiones e i capitoJi dal 26 al 29 e dal 3S al 39 non sembrano compari;; mai
nellc opere precedcnti la Ilostra; Es 26,7 comparir 1Ie! C. JulianulIl opus impelfec-
[wn U1,16; Es 4,12 e 23,28 saranno nuovamente citati rispett ivamente nel C.duas
t."p .Pelllg. 11, 9,20 e !lel C.mendacium.
16 Anche il Illibro di Locl1liones, che come quello delle Quaesliones e intera-
mente dedic,:to a l libro dell' ts'odo, inizia praticamente da Es 1,21 essendo la prim a
<<locutlO U1Cllvlduata nel passo dI Es 1,14, soltallto segnalata ma non spiegata.
Quanto HI versel:l! preceden ti, va notato che Agostino non sembra essersene Illai
occupato detlagliatamente, ma solo alcune vol te ne ha riferito sOllllllariamente il
contenuto CIl.l poche es,?ressioni (cL En.Ps.72; De Cons. Evang.I,25; In 10,[r.41 ,2).
All'lIlterno delle QuaeS[LOlleS Agostino si era per gii soffermato su Es 1,5 nella QG
CLIl su Gen 46,26-27 in quanto aveva notato una contraddizione tra la numerazione
IJroposta in Genesi e queHa pro posta in Esodo relativa ai fig li di Israele entrati in
Egitto.
17 CL H.ting, Unlersl1chungen, 257.
80
E un problema sempre affiorante negli scritti antimanichei,'s diretta-
mente affrontato in diverse lettere indirizzate a Girolamo a seguito
e1el!'interpretazione da questo elata all'episodio descritto in Gal 2 '9 e
infine oggetto specifico di due opere: il De mendacio e il Contra
mendacium, redatte, la prima, ugualmente nel contesto della pole-
mica con Girolamo,'u e la seconda come confutazione alle tesi
esposte in uno scritto del priscillianista Dittinio, intitolato Lybra,21
81
inviato ad Agostino dal vescovo Consenzio ne1419, lo stesso anno in
cui si colloca l'inizio lieUe Quaestiones. 22
Nclla q uaestio il passo scl"tturistico di Es 1,19-20 e riassunto,
non citato interamente,23 ed e subito posta il problema:
2,12; XII su Es 4,20; XlI1 su Es 5,1 -3; XV su Es 6,14-28; XXXILl su Es 9,19; LXVIII
su Es J8 ,18 ; LXXI su Es 20,1 -17; LXXVII su Es 21,2; LXXXIll su Es 22, 1; Gil su
Es 24,13; ev su Es 25,16; ev su Es 26,1; eX! su Es 26,25;'eXIII su Es 27,1;
eXLlV su Es 32,19; CLXXII sU E~ 35 ,l1 ss; CLXXIII su Es 30,26-38; CLX,,'(VI su Es
40,28-29.
,., CL eClu .SL 33 ,70.
25 CL Bardy, La liUrafure, 520 e nota 3. Sia Filone, che avcva interpretato in
modo de l tutlo simbolico I' episodio delle levatrici (Leg. al/. IIl,2.3.243 ed anche De
fugll el il/v. 168), sia O ri gene, che a sua volta aveva rifiutato la possibilita di
illtcnderlo sccundum hisloriac narratiollem (Horn.in. Es.II) , dimostrallo COIl la loro
esegesi la problematicit del passo anche se n I' ullo n I'a ltro si soffermano sul punto
che invecc intcressa Agostino.
. 0(, Il caso c1el le levat rici e proposto come esempio di me nzogna detta a fin di bene
e Agost ino ehiarisee in che senso debba intendersi il fatto che siano state lodate da
Dio. Egli scrive: Multa vid entuL .. no ll malitia,. sed benignitate mendacia, cuale
ill arullJ in . xodo obstetriclllll ... Sed e tiam ista non re, sed indole lalldantur; cuoniam
qui tanl:ulIl hoc modo mcnliuntur, merebulltur aliquanelo ab omni mendacio li be-
rari. Per la datazione c1ella Enarralio cL S. Za rb , Chrollologia Enarrationwn S.
Augustini in Psalmos , Malta 1948, 253 e H. Rondet, Essais sur la chrollologie des
" Enarraliones in pSlllmos de sainl Augustin , BLE 61(1960)111-127 .
27 CL De mend.V,7. Pcr le allllsioni a Girolalllo v. Ilota 20.
82
pretazio ne che giustifichi la lo de da parte di Dio , senza con questo
I.
!
giustificare l'uso della menzogna. Ecco che alIora nella interpreta-
zio ne agostini a na cio che viene lodato da Dio e I'intenzione
I'azione delle levatrici e tale intenzione econsiderata dimostrativa di
e non
! descritta una menzogna non rimproverata ,2Y non puo essere inter-
pretato figurate, in quantoe impossibile ritenere che quelle donne
fossero guidate da spirito profetico cosi da significare con il loro
1: comportamento una realta futura .30 La loro menzogna dunque , che
,.
I non puo essere profetica, dal momento pero che e lodata,. aliquid
I significavit, e questo qualcosa e ricavato in base ad una regula
r. che Agostino desume dal passo di Ez 16,52 dove si afferma che
Sodol11a e giustificata in COl11plratione scelerum popul Israel.31
:fr Quando allora nell' AT si riscontrano esel11pi di menzogna che non
I
viene rimproverata, essi vanno interpretati o come accaduti in senso
! figurato, cioe profetico, o in base alIa regola del confronto che ne
i
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83
permette una articolata valutazione/ Illorale Y II secondo principio
concerne il1vece la diversa autorita che occorre riconoscere aIla t
Scrittura a seco ncla che essa riferi sca clei fatti exem.pla o d e lle I
se ntenze dicta o praecepta: agli exempla, qualora siano ,\
veterotestamentari, non si deve infatti prestare la stessa fed e che
bisogna dare alle sentenze esplicite, avendo tal exempla quasi
sempre significato allegorico, figurato; perch alle sentenze poi l'
si possa dare una retta interpretazione, occorre che il significato in I
~,
r
esse espresso sia in accorclo con gli exe mpla che si riscontrano nel !
Nuovo Testamento Y f.
Queste due ampie trattazioni teoriche del De mendaco , non i'
. ~'
1110rale de lle Jevatrici: costora - egli spiega - fecero si una cosa ,.'1
buon a avendo l'intenzione di lasciare in vita i bambini, ma men-
tendo a Faraone elimostrarono di essere ancora preoccupate della
propria sorteo 11 loro caso - prosegue Agostino - non puo costi-
tuire un permesso autorevole al mentire per i santi, per tutti coloro
cioe di cui e detto che non fu trovata menzogna sulla loro bocca "t
r
(Ap 14,5). Per gli altri, invece , che si occupano ancora eleHe cose
terrene (Fil 3,19) e non hauno la cittadinanza nei cieli (Fil 3,20) , l~
qualora caclano in questo genere di menzogne, l'episodio deUe
levatrici e .indicativo del fa tto che sono tollerati, in quanto la
i!
menzogna a fin di bene dimostra un progresso morale e una buoua tl
intenzioi1e. j
(:
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JO C L De !/lend.VI ,9: Quod si aucto ritas !11eIltie ndi nec de anti qllis Libris
pru(erri potest, vel quia no n est inen daciulJ1 quod figurate gestu lJ1 dictuJl1qu e
rccipitur, ve[ quia bonis ad imitanum no n Jropo nitur quod in malis CU Ill proficere
coeperin t, in peioris cOll1paratio ne laudantu r. .. . Uguahnente in relazione al pro
bl e ma deJJ a menzogna , I'accenno a un progresso mora le riferito non solo ai singo li
individui , lIJa a nche all 'cconom ia divin a, era giit stato (atto da Agostin o nelle
LXXXIlI Quaesliones, Q.53,2 .3, dove pe ro I'inte ra materia era sta ta da lu i svo lta con
minore rigorismo di qu a nto no n appaia neBe opere successive : cf. Bary, M lallges ,
73 Js.
33 C L De rnen.d .XV ,26: Tene ndlll11 est 01l111i modo praece ptuJ1J D ei ... Divinae
Scripturae non so lum praecepta D e i continent, sed etiam vitam moresque iusto rllll1 ,
ut si (orte occultulll est , quemadlll odulll accipi enduJ1J sit quod praecipitur, in fact is
iustorlllll inteJligatur. Exceptis itaque his [actis quae potest quisque ad a llegor icalll
siglli ('icatione m re(erre ... sicut sllnt (ere ol1l nia in Libris Veteri s T estamel1ti ... , ea j
qua" in Novo Testamento a sa neti s facta sllnt. ..va lea nt ad exe mpla inteJligendarlllll
Scripturarul11 , qu ae in praece ptis digesta slln t . In C. Faustum Agost ino aveva
proposlo un a di slinzio ne all'interno dei pcece tti veterotes tamentari: quell i vitae J
agencl ae e qu eJli v itae signi(icandae (X,2-3): i pr il11i rim ango no va lidi anche per il
cristi.ano ncl loro senso lettc rale ; i secondi, inveee , dopo la venu ta di Cristo vanno
.intesi e osse rva ti secondo un signi(ieato so ltan to spirituale (XXXLI,8). :
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Come gia era evidente nella Enarrato in Psalmum e nel De
mendacio, il problema di cui Agostino di occupa e certamente di
carattere dottrinale, teologico, come lo classifica il Rting, ma esso
scaturisce da una contraddizione sottesa al testo scritturistico: da
ulla parte Ull episodio, Ull esempio di chiarissima menzogna, dall'al-
tra una dichiarazione altrettanto netta: Dio fece loro del bene.
t,
I
Problemi di questo tipo, che - come si e visto - sono tipici deIla
letteratura e1elle quaestiones/4 erano gia not anche in ambiente
" rabbinico e per la loro soluzione era stata trovata una regola, la XIII
1f tra quelle proposte da Rabbi Jsmael nel II secolo e ampiamente
. 1.
applicata anche nella tradizione cristiana: D ue testi si contraddi-
cono fino a che venga un terzo e decida fra di essi.35
l' Nella quaestio agostiniana tale regola si coniuga con quei due
!
principi esegetici esposti nel De mendacio. 1 testi che si contraddi-
~. cono sono Es 1,19 da una parte e Es 1,20 dall'altra, mentre i tes ti
risolutori sono Fil 3,19 e Fil 3,20. 36 Essi infatti, prospettando due
diverse situazioni, una ancora legata alle cose terrene , l'altra gia
'1 celeste, sono dimostrativi di un progresso che e necessario com-
I piere nelle sue varie tappe, ognuna deHe quali e quindi giudicabile
lr mediante un confronto con le altre. Agostino puo dunque basare su
questi due versetti quella regula del confronto che aveva spiegato
t !lel De mendacio e che qui applica pur senza nominada. Ma idue
.[ versetti gli servono anche per applicare, ugualmente senza teoriz-
\ zarJo, il secando principio enneneutico esposto nel De mendacio,
.j relativo alla diversa autorita degli exempla e dei praecepta:
I
j l'episodio deHe levatrici non puo essere un esempio che autorizzi la
f menzogna n per coloro che hanno la cittadinanza nei cieli, n per
. t~ coloro che sono ancora terreni, i quali pero possono guardare ad
! esso per prendere piu coscienza della propria situazione e non
disperare.
11 fa tto che Agostino abbia tralasciato di esporre le regole
esegetiche che lo harmo guidato nella soluzione del problema,
t limitandosi a metterle in pratica, non pennette pero di concludere
.!j.
i che nelle q uaestiones l'Ipponense si comporti sempre cosl, evi-
!
, .
85
tando di dare formulazioni teoriche. 37 Troviamo infatti che in un ' al-
tra quaestio, la LXVIII su l Levitico, a proposito del meclesimo
problerua co ncernente la possibilita o m.ellO di una menzogn a lecita,
uno dei principi enneneutici present nel De mendacio viene di
I1UOVO riproposto, sia pure in maniera pi stringata. La magna
quaestio de mendacio - scrive Agostino - si risolverebbe facil-
mente se si attenesse ai soli precetti, senza far conto degli esempi;3S
sano infatti gli esempi che crean o problema 39 e il primo ad essere
menzionato e queJIo deHe levatrici. Avendolo gia risolto nella
,
l.'
qui CUl11 ael huc incircumcislls a matre ferretur, praesenti et evidenti periclllo circulllci-
cleretllr exactlll11 cst et, Clllll factum esset, deplllsa pernicies. Sul rapporto che
Agost in o pone tra circoncisione e battesil1lo in riferimento ai bambini, cL Bavallel,
Traits. 614 nota 26. .
." Come vedremo, infatti , la q llaestio COlleerne due particolari elel testo
considerato: I'identit del personaggio attaceato dall 'allgelo e il significato elelle
87
Posto come quaestio il passo si trova per la prima volta in l'
ambien te latino nella raccolta dell' Ambrosiaster (e la XVI) ,49 ma il
problema e diverso da quello evidenziato da Agostino. Mentre
infatti questi si interroga sull'identita del personaggio affrontato
c1all'angelo, l' Ambrosiaster si chiede come mai l'angelo, che valeva
uccielere Mase, si sia pacato grazie alla circoncisione del bambino .
1.
Egli da quindi per scontato che ad essere in pericolo di vita sia stato \
parole pronunciate da Sefora. Tra le q uaestio nes relative al libro dell' Esodo che
Agustin o sviluppa prendcndo in esame piu di un aspetto, si vedano: QE XLvn su Es
1.2,37 (suddivisa in 6 paragrafi); QE LXXI su Es 20,2 (6 paragrafi) ; QE LXXVlJl su
Es 21 ,7ss (4 paragrafi); QE CXIV SlI Es 28,3 (2 paragrafi); QE CXXIX sU Es 29,26 (2
paragrafi); QE CUV su Es 33,18-19 (8 paragrafi); QE CLXVI su Es 34,28 (2
paragrafi) e in[ine l' ultima quaestio, la CLXXVn, co ncernente la descrizione del
Tahernaco lo e costituita da 23 paragrafi . .
40 CL AmLJrosiaster, Quaesl.XVI: Quare ange lus, qui in via occiclere volebal
!j.
Moysen, circumcisione infantis pacatus est? . Per quanto concerne l'ambito greco, le ,1:.
catene sul/'Ottateuco hanno conserva lo dei frammenti Ji Eusebio di Emesa che
lasciano trasparre la CO:lOscenza da parte dell 'esegeta sia dell'interpretazione in base
a[Ja quaJe ad essere attaccalo dall'ange!.o era Mose sia di queHa seco ndo cui in !
pericolo di vita era il figlio: eL R. Devreesse , Les andens commentaleurs grecs de
I'Oclaleuque el des Rois , (Stucli e Testi 201) Vaticano 1959, 89-91.. Dalla Ep.82,23 1
indirizzata da Agostino a Girolamo verso il 404-405 sappiamo pero che l'Ippon ense f
non aveva letto nulla di questo autore fino a quella data: non possiamo illvece sapcre
se in scguito egli sia ven uta a conosccnza di cualcuna delle sue opere, tra le quali una
seri e di omelic tradotte in latino tfa la fine del IV e I'illizio de! V secolo : sulJ 'interprc-
tazione eusebiana di Es 4,24-26 si veda il recente studio di A. Le Boulluec, Moise
menac de mor!. L'nigme d' Exode 4,24-26 d'aprs la Seplanle el selo/! les Peres,
(Ca hie rs de Biblia Pa tristica 1) Strasbourg 1987, 84-91 (Lo studioso passa in rassegna
varie interpre tazioni'de! passo di Esodo date da a uto ri greci e pertanto non prende in
consideraziollc l'opera di Agostino).
S" CL TcrtuJliano , Adv.Jlld.III,1-4.
SI eL Ippol ito , In Dal/..IV ,40,5.
';2 CL Origene, Pri/!c.III ,2,1; Comm. in Rom.II ,1.3,907; C. Cels.V,48. Pe!' una
ana lisi deltagliata di ttuesti tre passi mi perlIJetto di rimandare al mio studio Sanglle
della circonGsione e sllllgue della redenzione in. Origen.e in San.gue e Antropolagia
biblica n.ella LeUeralura cristiana, III (1982)1165-1174; in esso faccio presente la
conoscen za da parte di Origene anche deIla tradizione interpretativa relativa al figlio
. di Mose come oggetto dell'attacco angelico (e quanto si evince dal Comm.in Rom.),
88
espliciti a una difficile e controversa identificazione del personaggio
i
! si troyano nella tradizione rabbinica sulla base di una documenta-
zione che si puo far risalire al II secoloY
1 Dunque Agostino, che nell'Ep. 23 e nel De baptismo, si era
1
dimos trato seguace dell'interpretazione gia propria di Tertulliano,
quella cioe che vedeva nel figlio di Mose la persona assalita dall'an-
1.
t,. gelo, nel 419 al momento di rileggere l' Esodo, giunto al nostro
passo, ne riscontra una certa ambiguita. Si potrebbe ipotizzare che
1l. nel frattempo egli sia venuto a conoscenza delle opere di quegli
89
qUedora fosse stata da Iui individuata, avrebbe di certo a ttratto la sua
attenzione, visto che iI tema dell 'angelologia, particolarmente per
quanto concerne il rapporto con le teofanie , e fra quelli su cui
frcqucntcmente si sofferma ne! corso eleIle quaestiones.58 NeSSUIl
accenno invece l questo aspetto nello svolgimento della quaestio,
Co confermcrcbbe quanto ipotizzato dal Rting: che cioe Agostino
avrebbe allargato alla Vulgata il confronto che andava facendo tra i
coclici solo aHorquando giunse a leggere Deuteronomio, Giosue e
Giudici. 5~
Passiamo ora ad esaminare il procedimento esegetico usato da
Agostino, ricordando che egli lascia aperte entrambe le possibiJita
interpretative individuate, per ciascuna deHe quali cerca una giustifi-
cazione. La prima interpretazione riconosce in Mose iI personaggia
attaccato clall'angelo . Agostino la propone in forma di interroga-
zio ne retorica giustificandola in base, si potrebbe dire, al buon
se nso: se I'angelo lungo iI cammino si dirige contro quaJcuno ,
parrebbe logico che questi sia coIui che procede avanti agli altri, il
primo che gli si pu fare incontro. Scrive infatti: Cui putabitur
occurrisse nisi iIIi qui universo suorum comitatui praefuit et a qua
ceteri ducebantlr?. 6o Su tal e prima interpretazione egli tornera
a nche dopo ayer esposto la seconda, ma sempre in modo assai
sbriga tivo e quasi per non uare l'impressione di preferire guest'uJ-
tima: quamquam si de Moyse accipere quisquam voluerit, non es!
magno opere resistendull1.61
La seconda interpretazione invece, cuella cioe che individua nel
figlio di Mose la persona attaccat dall'angelo , e proposta in base ad
una articolata eel estesa spiegazione. Essa poggia su un motivo
dottrinale. Scrive Agostino:
f
'.1
o fo rse , I'angelo valeva uccidere il fanciulJo, a cui la madre '
porto aiuto circoncidendola, affillch da ci si comprendesse che "
egli lo aveva voluto uccidere perch non era crco nciso e n tal
mod o, mediante la gravit del castigo, sancire il precetto della .1.
I
circoncisione?. '"
.i
Al/tropologa Bblica, IJ , Roma 1981. AII'alllpia rassegna bibliografica contenuta in
questo a!'tico lo si puo o ra aggiungcre lo st uelio giil citato e1i A . Le Boulluec, Moi:\e,
che pero non aggiunge malta a qu a nto gia presentalo e1a] Vallioni.
" Fra le a ltre quaestion es si veelano: QG LIX su Gen 22 ,lJ; QE!II su Es 3,4;
Q; , XLIX su Num 22,22; QGs VII su Gs 5 ,1314; QGelc XXVI su Gelc 6,11; XXXV
su Gelc 6,18; LlV su Gelc 13,20.
5~ CL Rting , Unlersuchungell, 140-151.
,,, CL QE XI (CChr.SL 33,73).
,, ' lb .
<>2 lb .: An pucrulll quaerebat occidere , cu mater circulllciele nd o subvenit, ut ob
90
.""
!"
Questa soluzione - che riflette peraltro il pensiero espresso da
Agostino nelle due opere antidonatiste preceden ti la nostra e a cui
1, abbiamo gia fatto cenno - 63 si scontra, ed Agostino pare accorger-
sene solo in questa sede, con la lettUl'a lineare del testo: in esso
'1 infatti il pronome eum delJ'espressione voleva ucciderlo (<<qua-
I
~
erebat eum occidere), andrebbe riferito a qualcuno che non e stato
ancora nominato. Agostino definisce un tal modo di esprimersi
mira locutio et inusitata. Ma I'aver individuato che si pu trattare
di una locutio lo induce ad applicare quella regola , pi voIte
menzionata nel corso dell 'opera,1YI in base alla quale, perch sipossa
parlare di locutio in riferimento a una determinata espressione, e
necessario ricercare un aItro passo scritturistico che la confenl1i
come tale. Anche se si tratta di una Iocutio inusitata, Agostino
trova che nel Sal 86,1-2 ve ne e una simile, li dove il Salmo comincia
con la frase: Fundamenta eius in montibus sanctis; diligit Dominus
portas Sion.65 Anche in questo testo, infatti, il pronome eius
precede il nome a cui va riferito. Il passaggio al Salmo porta
Agostino a soffennarsi sul nuovo testo. Egli si accorge cosi che,
oltre alla Iocutio, esso presenta un ' ulteriore difficoIta: il pronome
pu riferirsi a due diversi nomi , Dominus o Sion. La logica
vorrebbe che le fundamenta fossero di Sion e questo sarebbe
pertanto, secondo iI modo di esprimersi agostiniano, il facilior
sel1Sus . Ma Agostino nota che, se il testo latino permette una simile
j' interpretazione, il testo greco che egli confronta la escIude categori-
camel1te. In latino infatti il pronome eius e genus al11biguul11 , in
t greco invece a{n;ou obbliga a intendere le fondal11enta in riferi-
, ' mento non a Sion, ma al Signore. 6~ L'interpretazione, obbligatoria
per rispetto alla grammatica, e pero ardita. Ecco che allora Ago-
stino av verte la necessita di giustificarla anche scritturisticamentee
trova cosi un aItro Salmo , il 146, dove al v.2 e detto che il Signore
edifica Gerusalemme (<<aedificans Hierusalem Dominus): ha dun-
que senso dire: fundamenta Domini, id est quae constituit Domi-
nus. Ancora un 'osservazione mi pare interessante fare a proposito
della digressione esegetica sul Salmo che Agostino introduce all'in-
,
!.
1,
hoc intellegatur occidere voluisse infantem, quia non erat circuJ1lcisus, atque ita
sanci re praeceplulll circull1cisionis severitate vindictae? ,
63 CL sopra.
91
terno deHa q uaestio. Nella Enarratio in Psalmum 86,2, da tata
probabilmente al 412,67 Agostino aveva spiegato la frase le sue
fonclanlcnta in riferimento a Sion, senza minimamente accennare
aIla possibilit che esse potessero invece riferirsi a Dominus.
Secando il testo latino infatti, come egli osservera nella quaestio,
tale interpretazione non solo e del tutto sostellibile, ma e anche
queHa pi evidente e di significato piu ovvio. E chiaro quincli che i
so lo nella quaestio, attraverso il confronto con i codici greci,
Agostino si accorge che essa e invece errata. 11 confronto con i codici
dunque, a cu Agostino fa esplicito rifermento nell'introcluzione
aH'opera,6S clovette essere nel corso del lavoro uno strumento esege-
tico da lui utilizzato non solo per I'interpretazione dei passi diretta-
mente oggetto di q uaestiones,69 ma anche per quelli che durante
I'argomen tazione egli andava via via citando.
Tornando all'analisi deUa quaestio notiamo che la lunga
digressione sul Sal 86,1-2 non fa pero dimenticare ad Agostino il
motivo che gliel'aveva suscitata: la necessita di trovare un altro
passo scritturistico oltre a queIlo di Es 4,24-26 in cui un prono me t
fosse riferito a un nome non ancora menzionato , cosi da poter t'
c!assificare con;e locutio un tale moclo d esprimersi. Con il Salmo
dunque I'individuazione delIa locutio che permette di superare lo !i
scoglio sntattico e avvenuta, e pertanto nel passo di Esodo clove e ,
detto q uaerebat eum occidere, si puo legttimamente ritenere che "
l'angelo abbia voluto uccidere l .bambino anche se questi e nomi-
nato solo in seguito .
~ .
D al confronto con il metod esegetico proposto per spiegare i
1
versetti del Salmo si puo cogliere anche ii motivo che impedisce ad
Agostino di ritenere questa seconda il1terpretazione - che eg,1i
\
1.
sembra preferire ----;- come unica ed esclusiva. Si tratta, da una parte,
93
la maggior parte di quelJi che in diverso modo menzionano una
interpretazione che vada al di la di quella pi rigorosamente ade-
rente a l testo - per il libro di Esodo se ne possono contare piu di
dieci _,74 non autorizzano a trarre una conclusione troppo catego-
rica e generalizzata: anche se pochi, ve ne sono pero altri in cui
Agostino si attarcla a ciare una spiegazione di un passo anche in
1110do spiritalis o mysticlll11 e ci avviene pure per versetti clove
un significato di tale genere non sarebbe assolutamente necessario. 75
La seconda osservazione e di carattere storico. Nella Ep .23
Agostino, quanclo in poJemica con i clonatisti aveva citato il passo di
Es 4,24-26, aveva detto che Sefora mediante il sacramentum della
circoncisione aveva scongiurato l'imminente sventura. Egli aveva
dunque posto I'accento sulla circoncisione in quanto era questa ad
essere intesa come sacramentum. Nella quaestio, invece, si
nota in Agostino il desiderio di spostare I'accento dalla circoncisione
alla cessazione del sangue di essa ed e in tale cessazione pi che nella
circoncisione che egli individua il carattere di sacramentum. Mi
pare che una diversa spinta polemica stia alla base di tale cambia-
mento e che sia da indivicluarsi nei confronti del giudaismo. E infatti
contra questo che J'Ipponense solitamente si soffenna a climostrare
la cessazione di guei precetti veterotestamentari che hanno valore cli
sacramenta, quaJi appunto la circoncisione, iI sabato, i cibi , clei
quali i cristiani sono tenuti non ad osservare quanto prescritto, ma a
comprendere quanto n predetto e a mantenere quanto n promesso . 7 !
i
Ora e proprio aIla fine clel 418 - ossia poco prima del momento in :
J
cui si colloca la nostra quaestio - , come testimonia l'Ep .196 ad
Asellico, che Agostino clovette personalmente intervenire contra
casi tutt'altro che isolati di cristiani che giuclaizzavano. 77 E facile
c1unq ue che in taj contesto storico-c1ottrinale possa trovare una sua
I!
f
"
!
70\ Oltre a l nostro , cL in[atti QE IV su Es 3,8; X su Es 4,15; XV su Es 6,14; XIX
75 Oltre all'intera esposizione sul Tabernacolo (svolta sia secondo la pro prietas .)
sunt , quia intelligimus quae i\Ji praed icta sunt, et lenemus quae i\Ji promissa sunt.
77 Si veda sul pro\Jlema in genere B. Blumenkranz, Augustin et les juifs. Augustill
el le /dal77e, i" Rec/.Aug.J (1958)225-24J.
94
,.,.,1
motivazione la diversa prospettiva con cui Agostino tratta deIla
circoncisione operata da Sefora, neIl'ambito deIla polemica antido-
natista e al tempo deHa redazione deUe Qu.aestiones. 78
i
(.:
i
I
!
di Sefora o se il problema gli sia venuto, per dir cosi, sullllolllento. Precedentemente
ad Agostino , Epifanio aveva citato proprio le parole di Sefora, pronunciate da lei per
(ar allontanare l'angelo , perch indicative della cessazione de ll a circol1cizion e
''
cruenta. In Pallarioll XXX scrive: " I! sangue detla circoncisione si e fermato affinch
J ci si ricordasse del balllbino che doveva venire (cioe Cristo)>> (PO XLII, 452-453).
Ora pero pare abbastanza sicmo (cL Altaner, Kleine , 286-296) che Agostino non
conoscesse il Panarion , ma piuttosto il riassunto che di esso era stato co mposto da un
anonil1Jo e che si intitola Anakefalaeosis e che su quest'opcra, da lui ritenuta di
Epifanio, egli si fosse basato per il De haeresibus . Nell'Anakefalaeosis non vi e pero
alcul1 accenno al passo di Es 4,24-26. La testimonianza del Panarion e comunque
interessa nte per la identificazione della polemica che soggiace atla nostra "quaestio :
Epifanio in[atti cita Es 4,26 n do ve tratta degli Ebioniti.
79 Di particolare interesse risulta sotto questo aspetto il notare, p. es ., il
freq ue nte accenno a tematiche proprie deHa polemica antipelagiana. Si veda no , per il
., li bro di Esodo, le quaestiOlles IX su Es 4,12; XXIV su Es 8,15; XXIX su Es 8,32;
!
XLVIII su Es 13 ,9; LXV su Es 17,9; CV su Es 25 ,16; CUV su Es 33,19; CLXVII su
Es 25 ,16.
95