Sei sulla pagina 1di 77

Informazioni su questo libro

Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nellambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere pi protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio
un libro che non mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio pu variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono lanello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dalleditore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Linee guide per lutilizzo
Google orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire lutilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
limposizione di restrizioni sullinvio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per luso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantit di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo luso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dallutilizzo che ne farai, ricordati che tua responsabilit accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poich un libro di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro consentito. Non dare per scontato che poich un libro compare in Google Ricerca Libri ci significhi che pu
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
Informazioni su Google Ricerca Libri
La missione di Google organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico pi ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nellintero testo di questo libro da http://books.google.com

OXFORD UNIVERSITY

ST. GILES'. OXFORD 0X1 3NA

L'

IPOCONDRIACO

0 SIA

IL

PURGATIVO

LE

ROY

COMMEDIA

IN QUATTRO ATTI

BOLOGNA . MDCCCXXV.
fm

TIPOGRAFIA MARSIGU, CON APPROVAZIONE.

fV uNivtr.riTV c
1 7 JUL W69
OF OXFORD

PROTES T A
DELL'AUTORE.

L autore di questa commedia, trattan


do un argomento che si riferisce alla me
dicina ,

dichiara che non

non ebbe soccorso

da

alcun

tampoco da' libri dell' arte .

medico,
medico ,
Egli

che
n

dunque

ide e scrisse conforme le deboli sue cognizioni , che per esser tali, non potran dare
tanto peso al suo argomento da riuscir for
se disaggradevole ai signori medici, e molto
meno a que' valenti che forman lo splen
dore e il decoro del presente secolo , e a'
quali professa tutta la stima.
qualora

si

consideri

che

lo

Altronde,

smascherare

l' impostura dannosa alla societ cosa lo


devole e giusta, egli lusingasi, che chiun
que di sano criterio vedr di buon animo
avviliti in questa commedia due imposto
ri ,

che

usurpando

il titolo di

medico,

. .>*

l'arte salutare deturpano. Tale fu il mo


tivo cHe lo indusse a pubblicare

questa

non prima sua comica produzione, e mag


giormente ve lo incoraggi il giudizio che
di lei rese uno de' pi ingegnosi ed

ap

plauditi autori teatrali moderni nella se


guente

indiritta

all' autore .

PREGIATISSIMO SIGNORE

Ilo letto la di Lei Commedia Y Ipocon


driaco ed eccole il mio schietto parere. Ella
ha trattato un argomento famoso ai tempi
di Molire, e di Goldoni : ma tale argomen
to da Lei maneggiato per una commedia di
circostanza sente un po' del servile.
In quanto poi alla produzione , le dico
con pari ingenuit, che in complesso mi piac
que . Le scene sono tutte comiche , ed hanno
un vezzo che molto mi garba ;

La rappre

tentazione di questa commedia potr farle


onore, ed io la consiglierei

di darla

alle

scene .
Assicurandola de' sentimenti della mia ve
ra soddisfazione ,

e della

mia stima ,

pregio d' esserle

Bologna 3o Giugno i8a5.

Devotissimo Servitore
F. Augusto Bon.

mi

'i

'. . t

' . . .

PERSONAGGI

CONTE LONGAVITA .
ELEONORA.
LUISA di loro figlia .
LE ROY .
PROFESSORE medico,
DURVAL medico.
LANCETTA medico.
LORENZO medico.
ACONITO medico .
EUSTACHIO farmacista.
GIULIETTA cameriera di Eleonora.
GIOVANNI cameriere della Locanda ,

La scena permanente , e succede in una locanda


d' una piccola citt d' Italia .

,. ativ.'P':c.' my..n

. YO/ XI
. oc' .. ;' .; .:. \. , .

, , iwj..i

. ov': 'c:: US^.'UIO'I


. c

OTIT'OHA

. i.:3vri:;iJl C . .H/^'i .:U"i

. i.bn.:Cv^ *'*vl Qiohi,:.::.i T

niOL'J

;.'..i'..'...' ATTO PRIMO


.,.,,J v ,:' i -1 : ... i,
.'.
. :
.:
5aZa 2 Locanda con due port laterali ed una
di prospetto . Uno specchio portatile appeso ; un
sof collocato nel fondo di traverso; un tavolino
con l'occorrente d scrivere e molte sedie. Notte
. i con lumi .
SCENA PRIMA.
.>.' 'r ' . DoBVAt e Luisa ;

\'"

Dur. Non pi ingiusti sospetti , mia Luisa ; .


Lui. Ma dove passi tante 'ore del giorno ? ,'
Dur. Non te lo dissi P Mi troverai sempre alletto d qual
che infelice, o ella mia camera ad applicare.
,.
Lui. Lo voglia il cielo Se tu sentisti il tormento ch'io
provo nella tua lontananza .
Dur. Non dei averne
Lui. Sai quanttf t* amd j
' .''
AnX
J)ur. Ed io con tutta l' anima ... Saremo noi un giorno
veramente felici ?
Lui. Speriamolo Mio padre, molto ti stima . La mia buona
madre gli parler questa sera per la nostra unione .
Dur. Se tuo padre: vi acconsente , converr fargli conosce
re ancora l'approvazione di mio zio.
. ,.
lai. Te ne guardi il cielo! Guai e ti scoprisse per un
nipote del sig. di Le Roy! Sai pur quanto lo irrita a
nominargli quel purgante Penseremo al modo di rime
diare alla mancanza di tale approvazione..
Dur. Ah , mia Luisa! Sovrana del mio cure!
. ' '
Lui. Mio Carlo!
.i '. ! , \i 'J' ' < Dur Sempre vera fiducia, vero amore
Lui. Sempre.
' .v"'
S C E N A IL
Lb <jnv''i r. .i ' mi. si . .i , .
. .
.s'1 i
.ialx.i,lU ..,. i
Precedenti e Giovanni. : ,.J
Signor dottore , Accorrete per carit: la povera mia
padrona muore .

'Dur. Che cosa ci, ho da far io J Sai puro che non voglio*
entrare dov' iin medico curante Ho veduto questa
mattina l' inferma , e ti dissi che forse non arriverebbe
a domani . Io non posso giovarle: il suo medico non or
din il consulto ? .
i
Gio. Ma costro non
' medico dalla capi
a*WA . lutai aiV
S C E,N A III.
Piu^nsar* , jt?njtisr*A .
Gi. (frettolosa} Sigporinij fate presto , eh' qui il signor
Conte .
j>
Lui. Vanne , caro,, I?iyval, a visitare quella infelici a\iS\
Gi. Giovanni, il padrone vuol. cenare qui in aala,./. .vi.V
Gfa.iSpiccerai che, .npn. v' quasi, niente, .Nessuno cen ite
questa locanda , e se .viene, il, medico forestiere . . .o!1
#iq.. Perch jio.n hai jfctcp provvista ? ,i.. li ! .' i/ J .\\\X
Gi. Ma chi ha avuto tempo ?i.\n,wr.'.T!il i,.u i.i!,in o/otl
jDwr. Addio, Luisa.
.!iriivr. i
"ZI .imCV
Lui. Lasciati vedere prima di coricarti . ( Durval e Giovati*
ni partono). ,. ...3
min 'I uun 1' . ... :.'!
.noud ;..
.... fliP.BNA.'.iV. .:.'.'... s.!i.iio.'ia
M
, ,.. .'i || , ' . i r f Melili'
i . -ilii;in
.eiioii, '.': \$T$ceiefiti , Coni*,, Eleqhqra .
a.. .....'V
.1..., mi.! i'i iinoi\i. /.nii.p. i '.'dui n
Esce il Conte in aria d' ammalato , in veste da'* camera; \
t m.,
col berretto, ..malo accomodato e a guisa ilw
-amii ib olioiu li; iir.r4i mezza luna.u : I
lUiem'iroa
. i i cr j i' i '
i i'. r\i ..
,! L'iii ini.ill
Con. ^ neZZ' uscire) .Pazzi , asini ! Maritatevi Huserabili .vAi
Che cosa volete si faccia se il nostro cameriere 'scrive
che vuole ammogliarsi ? i>iav , obnLii !i.ii %.{iwil8 .tuCV.
Con. Egli un pazzo.
.lnqnnS .vuJL
Eie. Dunque lo saremo i tutti .", ? L> S
Con. S , tutti . Disgraziato , e avere anche la temerit di
chiedermi un regalo! Una forca ti vorrei dare. Chieder
mi il permesso cP andare alla sua patria e poi ....
Eie. Ma egli ci ha servito parecchi anni onestamente , . ".">
Lu. Gmpatitelo, caro padre.
i iii mioiIwj

Con. Si; perch una materia facile a compatirsi dalle don


ne. Ma colui pvero, un imbecille. .
Maritatevi
, miserabili : moltiplicatevi come i bruchi : popolate il mon.
do d'infelici , giacch son cosi rari.
.. , .. ,
Eie. Ma questo poi un diritto che la natura .... , . , \\
Con. Basta ch'io parli, e la signora moglie m'attacca sem
pre di fronte. Se io approvassi quell'unione, ella vi si,
opporrebbe. .
. .,... ,
.'I^',:.' . . . ... .
ie. V'ingannate
, : .
". .
,
. : ..i .u
Con. Ecco sentitela : niega tutto ci ch'io dico .
. i
Lu. Padre mio , datevi calma . Ora che siete guarito , non
; dovete inquietarvi . : . i
; , .,
.
. :i i . ,i . \
Con. Io guarito ! io ! Tu lo dici . La malattia di fegato fa
. tregua ma non pace . Ho poi un' altra malattia ( guar,
dando alla moglie ) da cui potrei liberarmi con una pron
ta risoluzione.
i ,| , ,3 i ; yiu ,\j , ...
. ,i . i
Eie. Non sta che in voi ; mentre divenite sempre pi in
sopportabile ..,
; , .1
Con. Senti, moglie mia. Io, ,creper presto e forse uno di
questi giorni: ma spero lungi da te .
. . .i, , !
Eie. S^e.te . molto obbligante .; Quest' la ricompensa delle '
cure che si sono avute nella vostra malattia , delle lun
ghe veglie , dell' assiduit prestatavi ! Voi non avete male, 1
nia. qercate ; di, farlo, venire ad altri!.
.,i... 1
,,

Con. Restiamo sani con queste vipere al fianco.


i ,
Lui. Abbiatevi cura . Non vi disse il medico quanto la bile
sia in voi pericolosa , e come sconcerta le funzioni vitali /\
Con. Suonano pur male in una zitella questi termini dot-i
torali ! Tutti mi voglion guarito, sano, robusto, giovia
le; ed io sento come soffro internamente..:, . . .n" .! .\^ \
Eie. Cominciate a fare un poco di forza a voi stesso; mo
derate quel!' ipocondria che vi rende .s irascibile : e noi .
cercheremo di^non ispiacerviM
^ \ . i. ):..'
, u.
Lui. Oggi specialmente ho tale inedia che darei calci a
tutti quelli che mi stanno intorno : e poi dopo ....
Eie. Sareste capace di baciarli.
Lui. Ah s ; voi ave.te un.bel cuore,n;,
. :! i A,.f'
Con. Se in vece tu vedessi il mio fegato , e come si in
grossato da ieri in JjO\\u
, , ,,,, i ;
. , ,,, Ui'l .:')
Eie. tostra illusione.. ,ii,i;.; , '

Con. Torniamo, da .capo;... ... u (


ii| ,. ,, / , ..'^m
Gi. Vi domando scusa, signore me] { sotto voce) Bisogna

ai'
secondarlo qualche Tolta : fforte) TI padrone, non h gran
torto . Egli molto pallido .
Con. Giulietta vale quanto un medico Hai ordinato da
cena ?
Gi. A momenti vi sar recata .
Con. Sono stanco. ( siede ) Dammi quello specchio.
Ohi. ' Eccolo .
Con. ( guardandosi ) E mi vogliono guarito ! mi vogliono sa
nissimo ! Farla tu Giulietta . Il mio occhio non sepol
crale questa sera?
O. Quando avrete mangiato diverr pi vivace.
Lui. E con un poco di quel bord che tanto ri gusta , vi
passer la melanconia.
Eie. E con una buona dormita acquisterete sempre pi
forza .l., - . . ' 1 . .
.
v
Con. ( fingendo Marita ) S eh ! ... .
Eie. Certamente.' i'./'i f . . ': :
Con. ( guardandosi di nuovo J Dimmi cara met : sei tu che
' m' hai accomodato il berretto? .'
Eie. Chi dunque?
' .
Con. un pezzo che costumi di farmi quste mezze lune ?
Eie. meglio andarsene .
Con. S , andate tutte / ritorna lo specchio a Giulietta )' .
Troppo sto bene da me solo. . Mia figlia poi e la came
riera si son dimenticate che non devono restar sole in
questa sala a tutti comune :
' ' ."
Lui. Lo diceste; ma quando vi ian forestieri .
''
GoW. Non v' il signor Durval ? i ,"'
.:" - " ' ,
' *
Eie. Egli non pu dirsi forestiere';
'' ''!
Gi. tanto buono .tanto compito. '"'!'.' '
~\
Eh. un pezzo che qi alloggia ; e poi .... '
Guti Basta, basta . Opponi : Una ragione alla donna : ssa te
ne infilza dieci . / partono le donne ) n ' ' ' '.' ' \ \\.
l'ii ivi :0 E'W A y.

ii

. '

. ,

Conte, indi GiovAiriri che phrte rtrnd i. ' ; 1'


Con. Par troppo chi ha un male organico pu, Cader morto
da un momento all'altro. ( toccandosi il ventre superior
mente ) Non m'inganno il mio fegato voluminoso oltre
l'usato! e se il polipo che raccbiud V incastra tra i

i3
Sterno o gli acromi! come dice il dottore , addio mondo
Ma che fame maledetta ! Cameriere , cameriere .... che
abbia da chiuder gli occhi senza veder collocata mia fi
glia ! . . . Ah si eseguiscano queste nozze . Caro dottor
Lancetta ! tu m' hai fatto rinascere con la tua sapienza :
quel bravo tuo figlio dee ritornare .... ch' io lo vegga
unito a mia Luisa , e moro contento Giovanni : ( pi
forte ) Giovanni .
, , ,
Gio. ( di dentro ) Vengo .
Con. E Luisa sar contenta ? Luisa mia figlia : mi ama ,
e dee ubbidirmi . ,
' . '
'i
Gio. Eccomi .
Con. E questa cena?
Gio. Un momento , un momento . La padrona vuol morire .
Voi volete cenare ; si aspettano forestieri , e non son che
io in questa locanda , mentre il fratello dell' ammalata
non pu tornar che domani sera .
Con. Hai ragione ; ma fa presto , giacch ho una fame da
sollecitatore .
Gio. Buon segno : ma spiacenti che vi quasi nulla da
mangiare . '
..,..' . , ,i ,
...
Con. Mi corbelli ?
Gio. Si ammazzeranno de' polli .
Con. Ed io ammazzerei colui che mi porta un pollo morto
di fresco .
Gio. V un pezzetto d' arrosto , . formaggio e frutta .
Con. Porta tutto in tua malora .
Gio. Qui in sala ? ,
Con. ( impaziente ) Ma s. ( Giovanni parte ) Povera pa
drona , ci vuol dunque fare la brutta burla ! An
ch' io bramerei questa burla , ma la temo : e pure mi
toccher farla e forse prima della padrona . (cava un
libercolo manoscritto e legge ) Empiema: raccolta di ta
be nella cavit del petto : il dottore me ne ha liberato .
Edema : tumore prodotto da umori stagnanti : non credo
d'esserne affatto libero. Epiloo : gran sacco di vene ed
arterie sottilissime : non temo i suoi accidenti perch
Lancetta dirad il mio sangue . Pericardio : borsa che
racchiude il cuore: non credo d' averla attaccata. Dia*
framma : ( tossisce ) questo eccita la tosse , che per non
mi d fastidio . Piloro : orifizio per cui il cibo passa agl' intestini : qui ci del male e del male assai : il mio

>4
Lancetta non isbaglia . Enfiema : aria rinserrata : qui an
che ci del timore . Pancreas : glandole sotto . . . '.
Gio. A momenti cenerete : ho messo a riscaldar 1' arrosto .
Con. ( riponendo il libretto ) Bravo Giovanni. Ti consiglio
poi a chiuder bene tutte le porte e finestre questa notte.
Gio. Perch ?

i.i.
Con. Perch ti annunzio un orribile temporale. Lampi,
tuoni e mezza dozzina almeno di saette ci terranno sve
gliati . Il barometro e lo stato dell' atmosfera lo assi
curano .
Gio. E a me sembra che la notte sia molto tranquilla. Fos
se cos per la povera padrona !
Con' Lascia fare al dottor Lancetta , e spera
Gio. Non mi parlate, per carit, di quel carnefice.
Con. Come come! Sai pure che deggio la vita a quel grand' uomo , e che la relazione della miracolosa mia guari
gione sotto al torchio.
Gio. Se non si stampassero che le cose belle, mancherebbe
la carta ai pizzicagnoli . Dunque, signor conte , non ave
te pi alcun male ?
Con. Non mi rimasto che un residuo organico: ma confi
do in Lancetta , giacch m' ha liberato da due fierissimi
contrapposti , cio da una polmonea intermittente .
Gio. Dunque egli ha guarito Vostra Signoria , ed ha ammaz/.ato la mia padrona .
Con. Taci linguaccia ! . . . quando vien dal cielo quel fa
tale biglietto , se ne incolpano i poveri medici .
Gio. Ma sedici libbre di sangue in un mese ... :
Con. Taci : come vuoi tu entrare negli alti consigli del pro
fondo medico ! Non sai che quando egli pensa , i tesori
della medicina dan la vita a molti , e che se la dassero
a tutti non si morrebbe pi ? Ma il rosto sar caldo .
Gio. Vado.
Con: Aspetta. Ti vorrei dare una commissione. Il signor
Durval che qui alloggia un bravo giovine : gli voglio
bene , ma ora che vorrei maritar mia figlia , ti prego di
dirgli che pi non venga a ritrovarmi con tanta fre
quenza'. .
' '' '' '
Gio. Scusatemi: ma non posso servirvi.
Con. Dunque gli scriver un biglietto .
Gio. Pensateci, signor conte : ma prima che gli usiate questa
mala grazia, son costretto di rompere il silenzio ch'egli

' mi rea raccomandato. Salpiate che il sig. Curio iVpi


bravo medico' che mi conosca '. ''' ; .'
Con. Tu sei un pazzo .' : ;'
i
Gio. Dico che gli debbo la vita. Quando qui veniste ad
alloggiare, non era io ammalato, non mi reggeva a stento?
Con. S, e adesso ti sei ingrassato come un cappne;. ''
Gio. 1 medici mi avevano abbandonato , e. Durval ' m' ha
guarito in venti giorni .
Con. Possibile ! Medico Durval !
'' ' ' '
Gio. E famoso e ricco . Egli va in cerca de' poveri amma
lati : li soccorre e li guarisce : non. riceve alcuno in lo
canda : ama di restare incognito ; le sue cure sono occul
te ma prodigiose : poi tanto modesto che non vuole en
trare dove un altro cura .
Con. Dici da vero?.... Quale scoprimento ! Ah! fallo venir
qui subito .
Gio. Tutto al contrario: anzi vi prego d'osservar silenzio
e di' sapervi regolare . ( parte correndo ) .
Con. Medico Durval, ed io tacere ! Non possibile. Egli
venga pure di giorno , di notte e quando lo desidera .
Lo sappia subito la mia famiglia.
SCENA VI.
Coijte, Le Ror e Professore.
Pro. ( trattenendo il conte ) Siete voi il padrone di quest' albergo ?
Con. Che padrone, che padrone ? Ve n' una che presto non
lo sar pi . (parte )
Le R. Quegli esser dee l' ipocondriaco . Domandate del ca
meriere , giacch ho bisogno di cibarmi . Non ho preso
che una zuppa in tutta la giornata . Ma ricordatevi che
voglio esser sordo per divertirmi con questi pazzi.
Pro. (forte ) Cameriere .
.

SCENA VII.
.
Precedenti e Giovahhi che porta le vivande :

v..

Gio. Comandate . ( mette le vivande in tavola )


Pro. Eccovi una lettera del dottor Macrobi . (la consegna )

Non potendo egli venire al consulto dell' ammalata , sen


tirete che manda me in di lui vece. Questi il mio
compagno di viaggio . Dunque , alloggio per ambidue e
cena sol per l'amico.
, ,
,
Gio. Subito . ( in atto di partire ) Ora mander a prender
gli altri medici .
. ' ..
Pro. Ascoltate . Il mio amico quasi digiuno ed abbisogna
subito di cibo.
Gio. Aveva portato questa cena per un signore che pi
non vedo. Se intanto egli vuol approfittarne, si acco
modi ...
i. .
Pro. E se l'altro arriva?
Gio. Aspetter un poco , e servir anche lui . (parte )
SCENA Vili.
Le Ror che si pone a mangiare , Professore ,
Cohte , Eleonora , e Luisa .
.- .
*

'
i

Con. ( uscendo adirato con una bottiglia ) Una bottiglia di


Le Roy nella mia camera ! ... di quel ciarlatano che pre
tende di sconvolgere con le sue ciancie la medicina!
Eie. Ma udite la ragione .
Lui. Ascoltateci : non andate in collera .
Con. Io son gi furibondo . Vado per prendere il vaso da
, notte , e trovo sotto il letto questa diabolica bottiglia
( la osserva ) e di second degrh ! . . . maledetto quel de
gr ! solo il fetore mi fa nausea . ( apre una finestra e
la getta )
:, ,
Le R. (sotto voce ) Quest' la prima scena : allegramente .
Eie. Ma sappiate che con quelle vostre furie
Con. Voglio subito sapere com* era l quella bottiglia .
Eie. E subito vi appago . Perch io me ne serviva .
Con. E lo dici con tale franchezza ! . . . Ah ! fuggi da me ;
va lontano , e non appestarmi pi, con quel tuo fiato in
fetto di essenze ciarlatanesche.
; 0
Eie. Non fate tanto schiamazzo ; non vedete che vi sona
de' forestieri ? Signori perdonate il disturbo < , Pro. Siete padroni. A noi poco importa.
Con. Tutti gli uomini d' ingegno mi daran ragione . (a Lt~
. sa) Tu pure sei capace d'averlo preso?
. .

*7
Lui. Io !.. .
Con. S , tu ., . .' . ma finch il dottor Lancetta non te lo
far render tutto da quella boccaccia , non ti riconosco
pi per figlia . Vanne nella tua camera .
Lui. Signor Padre . . .
Con. Meno repliche .
EU.. Lasciamolo sfogarsi . ( partono le due donne l
SCENA IX.
Conte , Le Rot e Professore .
Con. Sapr ben io come venuta quella bottiglia Ma
questo birbante di Giovanni fa mangiar gli altri, e la
scia me digiuno .
Pro. Signore , siete voi che dovea cenare? .. .
Con. Sono io .
Pro. Essendo quel signore molto bisognevole di nutrimento,
il cameriere lo ha fatto sedere a tavola , dicendo che.
subito servirebbe anche voi .
Con. Il diavolo che lo porti ! Mi allontano un jnomento ,
ed ecco si mangiano il mio rosto . ( accostandosi alla ta
vola ) Signore , mia questa cena . Alzatevi .
Pro. Dite pi forte , mentre duro d' orecchie .
Con. Poveretto me ! anche sordo . (forte ) mia questa
cena .

Le R. Avete la pancia piena! me ne congratulo.


Con. Altro cb0 duro d'orecchie! (come sopra ) Ho fame.
Le R. JJon ne voglio del salame .
Con. ( sempre pi forte ) Era per me apparecchiato.
}
Le R. No : qui non ci son mai stato <
.
,J
Con. Oh vedi che diavolo di sordo ! si divora tutta la mia
cena. Quante traversie mi succedono in un punto! Co
me si pu restar sani ! Quel ribaldo di Giovanni rne la
pagher . \
Pro. Abbiate sofferenza : tra poco cenerete <
Con. Ma se non ci pi. nulla da mangiare in. questa ma
ledetta locanda . Sento, mancarmi lo ,sto'maco . (inatto
di .prendere un piatto, con risolutezza.) Voglio mangiare .
Le R. Ah! vorreste mangiare anche v.pi ! ma non ri pi
che un osso : se volete dql pane e del formaggio ....
Con. ( come sopra ) Alzati , soldo del diavolo. , ,,,.. .

1$
Le R. Ho nome Girolamo e non Paolo.
Con. Ma questa un' insolenza \ ... ( volendo spingerlo dal*
la tavola )
Le R. ( bruscamente ) Chi siete voi ?
Pro. Che cosa fate ? Abbiate prudenza , sapete . Egli e tm
capitano di fregata divenuto sordo per lo strepito de*
cannoni. Guai se lo insultate! Egli ha in tasca dell*
buone pistole e sempre montate.
Con. ( scostandosi spaventato ) Dite da vero f
SCENA X.
Precedenti , Giouawhi .
Con. Giungi a tempo briccone . Cos mi dai da cena ! Prepa
ra i miei conti che domani voglio cangiar alloggio.
Gio. Perch non siete stato pronto quando ho. messo in ta
. vola ? Tanta collera poi ....
Con. Son deciso .
Gio. Ed io indifferente . Vi dico poi che il cuoco sta pre. parando una grossa frittata per vossignoria . Quel signore
ha fatto un lungo viaggio a digiuno, e voi avete man
giato quattro piccioni da pranzo .
Con. Che ti caschi la lingua !
Gio. Son preparate le camere , quando il signor Professor
si vuol accomodare . Fra poco verranno i medici .
Con. ( Professore ! ! )
Pro. So che qui alloggia certo Carlo Durval . Ho bisogno
di vederlo .
Gio. Quella la sua camera . Corro a cercarlo , e lo man
do subito . (parte )
i 1 ~ .\1
SCENA XI.
Coxite , Professore e Le Roy sempre a tavola :
Con. ( Ora mi persuado che Durval sia medico . ) Signor
Professore ! mi scusi .... io non la conosceva : ( toccan
dosi il berretto ) mi perdoner se non mi scopro . Son fa
cile a costiparmi, e sono anche ammalato.
Pro. Voi ammalato! cea quell'occhio libero, con quell'e
nergia , con quel!' appetito ! .

19
Con. Lo sta purtroppo . Si accomodi : venga nella mia ca
mera .
Pro. Ora non posso ; attendo 1' amico . .
Con. Come godo al ritrovarmi tra bravi professori! vorrei
esser sempre coi medici, sempre con quella schiatta bene
detta ..... Signore , se Ella mi accorda una conferenza :
non sono avaro . Ho gran bisogno de' suoi' consigli .
Pro. Ed io son pronto ad anticiparveli gratuitamente , giac
ch si conosce il vostro male .
. ,
Con. S ! . ... dica di grazia .
Pro. Lontano da' medici quanto pi potete . Moto regola
re . Geniale occupazione . Buona compagnia , e pi so
briet ne' sostanziosi alimenti.
Con. Ma professore di matematica o di medicina? Se El
la medico : se vuol degnarsi d' esaminarmi da questa
parte . . . . ( quella del fegato )
Pro. Tutti gl'ipocondriaci son convinti d'avere una locali
t. Non vi pensino , e son guariti.
. Con. Ma se una continua noia mi molesta .'. ; .
. ..
Pro. Continua non pu essere , mentre dovete passare dei
giorni tranquilli .
Con. vero . Vi sono certi giorni che passo si allegri che
mi par d'avere quindici anni.
Pro. Dopo il pranzo dovete essere sempre di buon umore *
Con. vero.
Pro. E a misura che si avanza la digestione , divenite)
cupo .
Con. Verissimo . ( Che bravo professore ! per sino astrolo
go . ) Allora sento venirmi una smania al capo .
Pro. Appunto il capo che ha bisogno di rimedio.
,
Con. Ed il medico non me l'ha. ancor detto!
Pro. Chi il vostro medico ? .
Con. Il celebre dottor Lancetta.
Pro. Sar celebre : ma ha un certo nome . . . Voi pure gli
avete poca fiducia cercando di consultar altri .
Con. Perch non trovo altra soddisfazione che a parlar di
medicina. .Troppo mi dilettano quei termini anatomici ,
quelle sensate osservazioni ....
Pro. Che alimentano la vostra guasta opinione . Divertitevi
in altro modo . Conversate con gente allegra' : fuggite la
collera; andate al teatro.
Conilo teatro! se vi fosse qualche nuova tragedia. ove si

ao
ammazzassero l'un altro tutti i eomici ed anche il inggeritore , forse v' anderei .
Pro. Piuttosto l'opera buffa vi sarebbe indicata.
Con. Peggio! a sentire quelle goffaggini da certi pagliacci,
le stonazioni dei cantanti a dai frettolosi suonatori , la
arcate de' contrabbassi che sembrano cannonate, il batter
le mani de' spiritati parteggiani : tutto mi sveglia in ca
po mille diavoli . Ed ora tra questo pensiere e la debo
lezza di stomaco , s'ella sentisse ....
Pro. Voi siete ancbe troppo pasciuto. Dovreste prendeva
un brodo e coricarvi .
Zie R. ( avanzandosi ) Che cosa ha il signore ?
Con. ( fuggendolo ) Mi stia pur lontano con quelle pistole
montate .
S G E N A XII.
Precedenti , Durval .
Dur. Chi mi domanda?
Signor Professore! Ah caro
zio ! (lo abbraccia )
Con. Durval nipote di quel sordo !
Dur. Andiamo nella mia camera .
Con. Signor Carlo , ho da congratularmi con lei ; eccellen
tissimo ! . . . .
Dur. La riverisco, signor conte. ( incamminandosi tra i due
amici ) Parleremo domani . ;
.i .
Con. ( inseguendolo sino alla porta ^ Se permette che an
cor io ... .
Dur. A rivederci domani. ( gli chiude la porta in faccia /
Con. ( incollerito ) Se non fosse un figlio d'Esculapio ....
Ma sar di molta importanza, cio un medico sistemati
co . Converr soffrire tale sgarbatezza , e rispettarlo . Coi
grandi ingegni non si pu che guadagnare . Eccone un
altro .
SCENA XIII.
Contb , Dott. Lancetta , Dott. Lorenzo
in figura caricata.
Con. Caro dottor Lancetta, avete tardato questa sera .
Lan. A causa dell' arrivo di mio figlio . Eccolo : ve lo pre
sento giunto poc' anzi dall' Universit di Parigi . .

AI
Lor. Je vous salue monsieur le Cornee.
Con. Signor Lorenzo ! me ne congratulo assai .... (a Lan~
cettaj Gi matricolato ?
Lan. Certamente : e con qual laude !
Con. Eccellentissimo! voi mi riempite di giubilo. Le con
tesse sono impazienti di conoscervi . In voi ripongo tutte
le mie speranze . Qual nuova ci recate dalla Francia P
Lor, Altro che quel fripon di Le Roy mena gran rumore .
Tutto il popolo suo .
Lan. Il popolo : e quando si dice popolo , s' intende igno
ranza .
'
Lor. Fort,* bien . Ma qual ricchezza ha egli accumulato
collo smercio di quel beveraggio sostenuto dalla sua ope
ra flatteuse !
Con. Come ! La sua opera produce anche dei flati ?.
Lan. No: intende dire che lusinghiera, seducente: ma
non per chi ha sano criterio.
Lor. Ce vrai . Il a etonn tout le monde , ma non i buoni
medici. Non dubitate : le facolt non dormono. Ora
sotto a un processo terribile . Il sera attrap per vendi
care la trompata umanit
:."
Con. Ora , dottori miei , ve ne voglio raccontare una bella .
Sappiate che quella sciocca di mia moglie se lo prende ,
. credoi anche mia figlia .
Lan, Possibile !
i i
Lor. Comment f C est une faiblesse impardonnable.
Con. Io ne trovai una bottiglia .
. i.i
Lan. Ma voi guardatevi anche dalla sua esalazione, sapete J
Con. E per quesio la gettai dalla finestra .
Lor. Fort bien
.ii ..'..i!
Lan. Chi ha potuto insinuar loro, tale pazzia?. Ci dub
bio che quel vostro Durval
\ >
Con. A proposito : non sapete eh' egli un bravo medico ?
Lan. Che cosa mi andate discorrendo di medico P
Co. S , Carlo Durval j e fa delle belle guarigioni : io ne
fui assicurato.
Lan. Senza nostra saputa ?
.......
Lor. Cela n' est pas croyable
...
Lan. Guardate piuttosto che non sia un Laeorigta, cio un
affamato ciarlatano .
Con. Oh ! Che cosa dite ? ... ; Durval !
Lan. Quel guo misterioso contegno fa dubitare..
. .'

a
Con. Io so che ricco.
Lari. Non vedete che oggigiorno han pi denaro i cerre
tani che i galantuomini?
Con. Non dite male .
Lari. Che Durval se fosse buon medico > non avrebbe mo
tivo da starsene occulto ?
Con. vero.
Lan. Che a voi conviene di troncare la sua amicizia , se
volete conservar la mia ?
Con. Dunque Durval mi stia pur lontano.
Lor. Fort bien .
Con. Desidero poi questa risoluzione per un altr$ motivo
Se sapeste ; mi sono s inquietato questa sera .
Lem. Ben me n'accorgo : la vostra fisonomia alterata.
Con. Figuriamoci come star 1' interno ! Anche quel birban
te di Giovanni m' ha fatto restar senza cena .
Lor. Il n' y a pas grand mal cela . Si cupis esse levis sit
tibi cena brevis .
Con. Breve cena : ma niente ....
Lan. E niente meglio , giacch dopo la bile , il cibo
poteva accrescervi la pituita , e cagionarvi un putrido .
Con. Un putrido!
. i . .
' . . .
Lor. Oui : e ingastricato .
/
Lan. Noi vi daremo una cena pi corroborante in una ri
cetta. Come va il corpo ?
. '
Con. Sempre nell'istesso modo.
Lan. Datemi il polso . ( toccagli il polso ) Dottor Lorenzo a
voi quell' altro .
Lor. Voyons .
..*..
Lan. Corpo di Galleno ! . . . vi 8on de' guai.
Con. Oime !...'.
l'i
Lan Sentite dottor figlio !
Lor. Hlas ! c' est un diable ce pouls l . Caprizant t romantique , splenique !
Con. Parlate italiano per carit . . ,
Lan. Sentite l'arteria assilare !
Lor. Sembra affogata nel sangue.
Con. Dunque m' affogher
Lan. Orgoglioso alla pressione .
Lor. Ottuso.
Lan. Benissimo : dite puranche semifebbrile.
Lor. Fort bien . ( lasciano i polsi J ..'. .
'
,

a3
Con. Pronunciate la mia sentenza: io aneler per il primo
a far luogo alla padrona della locanda ?
Lan. Conte mio non vi avvilite
Lor. Il faut avoir courage .
Lan. Intanto convien reprimere l'orgoglio dello stato va
scolare sanguigno. Un salasso d' una libbra: non v
ro , dottor figlio?
. <!'. .. ' .
' \
Lor. Oui : il souffira . ' c.iu .s l . .1
/.
'j
Lan. Conte , conviene poi una volta ubbidirmi : un cristero indispensabile.
, '
'. . *
Con. Sapete pure che non possibile . ... .
Lan) Poche parole . Non voleste mai riceverlo : se fui con
discendente altre volte , questa non lo posso : o un lava
tivo, o una grave ricaduta.
Con. Sono nelle vostre braccia; ma vi avverto che ho una
fame maledettissima .
1:
. ' .
Lor. Et bien un lavemment. .
Lan. La fame che accusate altro non che uno stira
mento di stomaco , spesso terribile foriero : o piuttosto
il sangue , che per esser troppo denso , va lentamente al
cuore , e uscendone con troppa energia , produce la de
bolezza che accusate . Or bene: il salasso corregger que
sto vizio . Il cristerio astringente arrester la vostra per
tinace diarea , che pur causa di spuria fame : e quattro
rossi d' uova pel medesimo canale vi serviran di .cena . 1
Lor. Fort bien!
/:.,. ' \ ,; )
Con. Perch non posso trangugiare que' rossi d' uova .'
Lan. Perch nel cristero saran pi efficaci , e pter impedir
non si frammischino con la bile che non v' ancor car
lata all'addomine Ascoltate dottor Lorenzo . ( Vanno ai
tavolino , e con segni d'intelligenza scrivono la ricetta./
Con. Qual fortuna mai la mia d'essere assistito da duo
eccellentissimi cos profondi ! Come sar dotto quel lava
tivo che dee guarire, e saziare! . , '' ,i . :
.. : , '
Lan. Si combinato egregiamente. Andate a coricarvi , ;ed'
io dar gli ordini .
......
., ,.,., ...
. .
Con. Permettete prima ch'io faccia conoscere il garbato vo
stro figlio alla mia Luisa.;
' . v\.
Lan. Mi fate onore . Ecco appunto il cameriere , "i.J ... \

*4
v. '.SCENA Xl.V.f
. rr.il
V i . '
in
;
. i . - : -. . *
Precedenti e Giovatici
.
Gio. ( a Lancetta ) Il professor forestiere vi aspetta dal
l' ammalata . . !
. .
.. .
Lan. Ma Per ora non si pu tenere il consulto , giacch
il dott. Aconito non ha potuto venire: si terr .domani
. diibuon mattino, .li: i.,iu/ bhii i., 5 vr.n:'
..in:.! .% . .\
Gio. E intanto la poveretta agli estremi . .
..< .j iLan. Ma se quattr.' ore sono era pi sollevata .
... ,; ;
.Gio. Cos non dicon gli altri Quando il signor Conta
vuol cenare tutto all'ordine.
;
Lan. Adesso non occorre pi. .. Corri subito alla spezieria ,
e dirai ad Eustachio che il cristere sia ben caldo . Quin
di farai venire il chirurgo acci applichi il cristere , poi
levi una libbra di superfluo sangue al signore.
i ..,
Gio. (Ci siamo V)
.
. . . .
* ,
.nuli r.J
Lan. Ma bada di non. cacciarlo via; voglio veder quel san
gue . Eccoti la ricetta . , .

t i. '.. '<
Gio. ( prende la ricetta in atto di partire)
,, ;i
Con. Ascolta Giovanni. Dirai anche ad Eustachio che mi
porti il .cont . / Giovanni parte )
, !i . oi.'/ 1.,Lor. Allons la chambre de mademoiselle.
\ii ":i;i i
Lan. Ed io dall'inferma . ., i
..',,/i i. j1
i
Con. ( trattenendolo ) Una parola dottore . Mi diceste eh' io
aveva un polipo . Mi sarebbe egli venuto per aver man. giato troppo polpa di gallina ?
..... .,
Lan; Vi era sospetto del polipo:, si vedr ; ma spero di no.
Con. ( come sopra ) Un momento. Ordinate anche ad altri
un cristero ed un salasso tutto in una volta ? . , i . ,
Lan. Se non 1' ordiniamo ad altri , 1' ordiniamo a voi, per
ch sappiam quel che . facciamo ; perch c' insegna Ippocrate che si corpus difert a corpore, et curatio a curatione :
psrch inspirati da Areteo e Botallio sappiamo, che sanguinis missio corque mentemque dilucdat , viam. angiograjicam pandit , spiritus educai , viresque vivificat , rohorat ,
multaque mala praevenit . ( parte )
. '.
Con. Che fiume d' eloquenza .dottorale ! ( s' incammina col
dott. Lorenzo per le sue camere)

'

ATTO

SECONDO

! 'SCENA PRIMA
Le ftoy , Durval , Eleonora e Luisa .
l'atti dalle, camere di Durval .
Le R. S, contessa Eleonora. Qui giunsi da Parigi per due
motivi . Per verificare le favorevoli notizie sul mio purgatiyo, e anche per soddisfare alla brame del figlio d'u
na sorella che m' era assai cara . Egli m' ha scritto van
taggiosamente intorno a vostra figlia. V.edo poi che il
merito di questa superiore agli elogi di quello .
Lui. ( fa un inchino in atto di gratitudine fjl .
Eie. Mi obbligate infinitamente
f |,,
1 . . , i., i .,w
erercjt quest unione .
Le R. E a parlarvi sincero ., desideri
JJur. Mio benefattore1
I I mi::.i i.'i a : , . . ,t i <'i.*
Lui. Mia diletta madre l. ,
.. ,
, .
.,. . ..
Le R. Vi ho fatto conoscere i mezjri che ha }1 nipote e la
donazione. che son .pronto a, fargli .. ,
, ,. ..v
Eie. Mi sarebbe d'onore la parentela <\un uomo che si
acquistalo jauta. celebrit . Sifon ho lingua per esprimer
vi quanto vi deggio per la ricuperata salute : siatene cer
to ; voi regnate injtutty i cuori , che son nemici della
prevenzione e dell'invidia. Mia figlia l'unica erede di
quanto possediamo ,,. ma stimo, che non possa ricambiar
il pregio della vostra alleanza .
Le R. Molto , cortese mia signora,. Credete adunque che il
, Conte lasci cos subito V avversione, chp ha manifestata
per Durval? ,
, ., . .,, . .,
, ...
Eie.' Si canger : lasciatene a ipe.il .pesiere . Egli di bido
na indole e di troppo facile impressione : e molto ne
. profittarono g' impostori che 1' ban, ^circuito . Egli cos
attaccato a' medici che ne pensiona due per averlo qual
che volta assistito.. Egli pensa di regalare un podere a
Lancetta , e tanto affezionato a quello scaltro , che ri
nunziando all' orgoglio della sua nobilt , si prefsso
d'unir Luisa al di lui figlio.
.
; , . .

Dur. Tutto adunque consste hello smascherare cptell' im


postore di Lancetta.' '
Eie. Or abbiamo armi bastanti.
Le R. Mi piacque il pensiero j e lo scoprimento dee ca
gionar grande sorpresa .
SCENA II.
V
r
Precedenti e Giovanni.
Gio. Signori , come si strapazzano i medici !
Eie. Non ancor terminato il consulto ?
Gio. E pi d' un' ora che vati discorrendo con termini ara
bici . Il dottor Aconito sostiene il suo Lancetta : ma il
professore tira gi a campane doppie, e loro dice degli asini a lettere maiuscole . Si passa alle minacce , e intan
to la paziente tormentata da quei gridi, s'incammina al
l' altro mondo .
Dur. Lasciate fare al professore , e sapr acconciarli .
Gio. Lo dissi sempre che quel Lancetta un somaro cal
zato e vestito : e fa tante facendo ed s ricco a forza
d' ammazzare ; e pi ne ammazza , pi acquista credito !
Se vedeste i suoi ammalati : son bianchi come la cera .
Dur. A furia di disangarli come faceva il dottor Sangar1 do . ( si sente ad altercare J
Gio. Sentite come gridano . Corro ad impedir non si az
zuffino .
; . S C E NI III. '
Le Ror, Durtal, Eleonora e Luisa J
Le. R. Il professore uno di que' pochi che meritano la.
pubblica stima. Nei nostro carteggio anch' egli m'ha
invogliato per queste nozze , e fu mia fortuna il poter
venire all' occasione del consulto .
\ : '
.i' i .
. .
'.... ' .T I,i l
. .'
V. i . , '.mi:" . ,
.. \ ::.') Si.' C. .E Ni Ani I lo
i '. .
Prcdenti e Guliett .
x '
!
-.' '..'' . .
. ' !'. riii i.
..!. o o i u f. j s t i.:,. l
Gi. Si alzato il 'padrone .c
' :i;
i,B '
Elet toc' anzi dormiva profondamente J i!: ' ia "!!:" D
.. .

n
Gi. Subito che si svegli ha cominciato a cantare e d'uri
umore s allegro , chi mi fece meravigliare : poi ha dato
di piglio a del pane e a della frutta , e mangia come un
disperato . Ora viene in traccia di voi .
Eie, Dunque andiamo . A rivederci , signori . ,
Dur. Mia Luisa! (partono le tre donne J
. .. .
...
:
. .
.
" i. *
SCENA Y.
....,i
Precedenti e Lancetta. .
Lan. S asino imprudente. Quando noi davamo la vita a,'
moribondi , questi imberbi saccenti studiavano 1' abici :
ed ora cercan di sopraffarci . Non ci riusciranno . Le ip
pocratiche dottrine sono aquile che non si curano de
.g' insetti, (accorgendosi di Durval ) Oh ! siete qui si
gnor Durvai .' Ditemi : quel sordo forse un vostro clien
te invece d'esservi zio?
. .
. i
Dur. Perch ?.
... . . i
Lan. Mi domandate il perch .... addio signor dottor
medico ! . . .
.
Dur. Addio dunque signor collega .
Lan. So che fate delle miracolose cure. .. . ... .. i..
Dur. Dicerie .
.
Lan. E non mi degnaste del profondo vostro parere sulla
malattia del conte !
Dur. Perch non ne doveva esser capace.
Lan. Sarete facoltizzato in questa citt .
,
Dur. Pu essere .
Lan. Si vedr .
Dur. Signor dottore , mi sembravate incollerito.
Lan. E appunto andava in traccia d' un loc , o piuttosto
d' un purgante che mi facesse calar la bile al ventrico. lo. Se potessi trovare un'oncia di vero Le Roy . . .... .
Dur. Non sar difficile.
Lan. Contro pagamento , 1' avreste voi ?
;. i
Dur. Non ancor a letto chi ha da dar la buona notte .
(parte con Le Roy: )
. .i
., .,. , ' . i
Lan. Ed io spero che certi empirici forestieri avran la buo
na notte con lo sfratto : s , giacch ci han mosso guerra 3
prenderemo l' offensiva .
.

...,:i:.!. .
'.' '.' .

c:E N A .? I.
Dott. Lawgetta a Coxtb.

Con. Voglio ordinar da. colezione un merluzzo , una grossa


anguil . . . Oh , siete qui ., Lancetta mio !
Lan. Che vedo ! Ora veniva al vostro letto. Chi v'ha per
messo d' alzarvi ? Chi ?
Con. Io , giacch ho un appetito e una forza che farei a'
pugni col diavolo .
Lan. Ci dubbio ' che siate in frenesia ?
Con. In frenesia! Oib.
'La.i. Sapete che il sangue va rispettato dopo il salasso .
Con. Ma nessuno me l'ha fatto.
M: Come , come ! '! Nessuno ! e il lavativo ?
Con. Io non Y ho preso : ama trovai rotta la cannetta .
Lan. Com' . questa faccenda J Ho ben ragione di adirarmi
. 'Con voi . QUest' un' imperdonabile disobbedienza .
Con. Ma se voi . . . . ( tutto il seguente rapidamente )
Lan. un prendersi gioco del vostro medico .
'
<Si. Voi. m'avete. mandato v<. |x .: '..' .
.' . " '
Lan. un' aperta insolenza .
.
Con. Ma ascoltatemi. '
.i.'.
..
Lari. Pi non v'ascolto : da questo momento rinuncio alla
vostra cura .
CoH. 'Giovanni mi halpnf detto.'..'
Lan. Ed anche alle nozze che mi avete progettato . Fate
vi curare da DufVal con 1' elissir . che ammazzer le vo
stre donne.
.
Con. Ma se ho fatto dire a Durval che non voglio pi ve
derlo .
Lari. Sappiate che io vedo il Vostro interno morbo come il
' Vostro sembiante . ' '
. ..' .
Com Ed io. Io1 credo .
i :
Lan. Che 'quella fame in voi, una terribile pseudo- .
ressia .
. .
' ' . .
Con. Non mi avete mai detto questo termine. '
Lan. Che l' idrocefalo vi minaccia.... -
Con. Ma se non ne mangio del cefalo .
Lan. Idrocefalo idropisia d capo, sorlla dell'ipocondria .
Con. Lo eoche il mio male . esiste nel capo : me lo disse
anche il professore .

*9
Lan. Come ! Avete conferito ' con ' quell* ignorante imprudentissimo professore ?
Con. Quel professore un ignorante !
''"
K
Lan. Quanto voi siete caparbio .
Con. Non l'abbiate. a male'': gli parlai cos alla sfuggita .
Lan. Andate : vi abbandono alla pessima vostra costituzio-!
ne , alla pravit de' vostri umori , all' indomabile Vo>
stro temperamento.
. . i r , ;
Con. Ma lasciatemi parlare per carit .
Lan. Ditemi una sola cosa. Lo speziale vi ha mandato il
conto ?

...
Con. Mi mand soltanto la medicina .
Lan. Qual medicina?
..ir''
*v. . ., \
Con. Quella che mi faceste prendere in vece del salasso .
Lan. Siete tutti pazzi ? Io v' ho proibito di prendere costo
alcuna per bcca . '
f
, : . i, . i
\
Con. E il cameriere m' ha fatto bere una medicina man
data da Eustachio a vstro'nome
,. , . .. \.
Lan. Io non ho mandato niente .
Con. Se mi lasciavate parlare , ve lo diceva subito . .'
Lan. Quel Giovanni insopportabile. Sono varie notti che
non dorme: era tanto sonnolento ieri sera , e non a-vr
compreso i miei ordini . Ditemi, era caldo quel liquido?
Con. Focoso ; e sapeva d' un alchermes che mi avete dato .
Lan. Glutinoso?
.
''. .
Con. Anche.
-.. ' .,'i> ' ' . .
Lan. Ora comprendo . Voi avete trangugiato il lavativo .
Con. Ah ! poveretto me! .' . . maledetto il cameriere! ma
ledetto lo speziale ....
.\ \
Lan. Coraggio. Vi sar rimedio. Vi ha prodotto del vomito?
Con. Ho dormito due ore: poi mi sono svegliato, perch le
mie budelle ballavano la frullana, e ho dovuto, alzar
mi otto volte per quietarle .
'i '
'\ \ . 'i
Lan. Quest' una . crisi che potrebb' esser la vostra gua
rigione . / gli tocca il polso ) Il polso duruneolo per
non dir duro : ma assai migliore di ieri. Vedete coma
per le strane combinazioni di opposti elementi nella fsi
ca animale, un errore di medicina opera' prodigi !
Con. Avete ragione , perch mi sento assai bene . '
i
Lan. Ora conviene arrestare l'ostinata corrente del vostra
corpo , e che potrebbe convertirsi in un' tenesmo . Ma
prima voglio verificare questo sbaglio . Cameriere,.

So
SGENA VII.
Precedenti , Eustachio vecchia cadente
e che parla melenso .
Eus. Il cameriere non sar in loca-anda. Adagio i l'ho tro
vato fuori che correva come un la-ampo .
Lari. Giungete opportuno Eustachio . In che modo avete
spedito la ricetta che vi port Giovanni questa notte ?
Eus. Venne Gio-ovanni : adagio . Non mi consegn aldina
ricetta, ma disse che io portassi questo conto al signore.
/ cavando un foglio ) Io poi gli ho conse-egnato quelr a-ampolla per il signor Conte .
Lan. Quale ampolla ?
Eus. Quella della ricetta che ste-endeste ieri sera in ho
ottega .
'.
Lan. Ma siete stupido da vero ? ( tutto il seguente con ra
pidit )
Eus. Adagio . Non mi diceste di consegnarla a Giovanni ?
Lan. ( adirato ) Non a Giovanni il cameriere , ma a Gio
vanni servo di donna Margheritta .
Eus. No-ominaste solo Giovanni ed io ereedeava ....
Lan. Poveri noi ! che cosa avete fatto ?
Con. ( apprensivo) Ci un nuovo imbroglio P
Lan. Altro che imbroglio ! Sapete che cosa conteneva quel
T ampolla P
Eus. No , perch la prepar il ministro .
Lan. Una forte dose di sublimato per il cancro di quella
signora . Presto un emetico , o il conte muore .
Con. Misericordia ! . . . .
Eus. Adagio . Se ci sia vero pa-agatemi prima il conto .
Con. ( Prende adirato il foglio : lo rotola e lo getta contro
Eustachio . ) Assassini . . . carnefici .... andate al diavo
lo tutti : tutti ....
Lan. Quale disgrazia ! . . . Presto Eustachio . Otto grani
d' emetico .
Eus. Vado , ma adagio : colla pazienza si fa tutto . ( parte )
Con. Adagio un corno ....
Lan. Ander io, e ritorner subito con l'emetico, (parte)
Con. . Non mi tormentate pi . Fatemi crepar presto . (pi
forte ) Almen presto ...
i

Il
SCENA Vili..:
Coktx , Eleohora e luisa dalla lor camera ,
e Dcrval dalla propria .
.'
Eie. Marito mo , che cosa arrenino ?
Con. Vieni Eleonora .... ci vediam per l' ultima volta .
( si mette a sedere come svenuto )
. .
Lui. Caro padre, non mi spaventate;
Dar. Signor Conte , che cosa avete ? .
Con. Anche voi venite a tributarmi ! Sapete quel che vi ho
fatto dire . { sempre con voce languida )
JDur. Non sar mai vero eh' io v' abbandoni . Darei la
mia vita per voi ,
.
,
Con. Figlio , se lo potessi , vorrei farne la prova sul mo
mento .
...
i
.. . i
Dur. Ma che cosa vi accaduto ?
Eie. Sposo mio !
. ,'
Lui. Caro Padre !
. ,
Con.. Ritroverete il mio testamento dentro uno stivale .
'.
JDur. Lasciate questi discorsi .
Con. Durval . . . siete veramente . . . ( oime ! ) medico ?
Dur. Lo sono.
.
Con. Consigliatemi per carit . Pi non si tratta di fegato . . .
si tratta... (oh dio!) si tratta d'aver crivellati i visceri.
Eie. E sempre con questi maledetti pensieri !
Lui. Era cos gioviale prima di vedere Lancetta .
Dur. Ma spiegatevi signor conte.
Con. Questa notte , per isbaglio , m' han dato una medici
na composta per un cancro e vi era del veleno. . , ... .
Eie. (ridendo ) Ah ! Ah! Ah 1
Lui. ''State allegro.
' .; '
. . ' 'i
Dur. Consolatevi che quell'ampolla anche l in cucina ;
Con. ( alzandosi sorpreso ) Che ! non mi burlate ? . . . .
Eie. No , non vi burla : imparate a conoscerlo . .
Lui. Ora gli dobbiamo la vostra vita. . . . i
,i
Con. Caro eccelentissimo ! ditemi corri' stata questa fa
ccenda P
i
Dur. Prima che Giovanni andasse dallo speziale , quel
professore ed io abbiamo osservato la ricetta del cristero
ohe vi fu ordinato, e. ritrovandovi un miscuglio capace
di suscitarvi una colica , abbiam trattenuta la ricetta,

Sa
Con. Una collica ! . . . mia quell' ampolla , quella negra amr
polla ? . . .
Dur. E tornando Giovanni con 1' ampolla , abbiam tratte
nuta anche quella . Quindi , io mosso dalla carit del
prossimo, vi ho mandato una pozione la quale, nettan
do il corpo , un sovrano rimedio contro l' ipocondria ,
e fa le veci del salasso . Giovanni poi aggiunse che va
la mandavano Eustachio e Lancetta.
;, ,
Con. Respiro! . . . Sar vero, perch Lancetta m'ha trovata
il polso migliore . Prima che t' abbracci , dimmi se ve
ro che tu sia un lareoista ?

. *
Dur. Non date retta alle altrui voci maligne. . .
Lui. Abbracciatelo , padre ,
i ; i : . .. ,
Con. S , t' abbraccio, e ti ringrazio di questa carit . Avrai
ancor di quella sovrana pozione ? . . . . Dov' il professo
re ? ... . Gh' io lo ringrazii ....
Dur. Tra poco verr. Ma per non eccitar gelosie tra me
dici, vi prego di non parlare a Lancetta sull'accaduto.
Con. A momenti ritorner con 1' emetico .
Dur. Ricusatelo . Lasciate che ' adiri , e state allegro .
Con. Quanti passaggi mi fo dallo spavento alla gioia L
Eie. Ora la vostra gioia esser dee sicura
, .i
Con. S , cara met . Voglio che facciamo ammendue le cor
na alla morte . Mi sento molto tranquillo .
Eie. Lode al Cielo ! mi riempite di contentezza .
Con. Te ne son grato , e ti voglio regalare la bella borsa
che tanto ti piace .
...i...
Lui. Ed io al vedervi s lieto , son la pi fortunata dello
figlie .
; .i
i
Con. ( abbracciandola ) Brava Luisa mia ! Tu pure avrai per
quest'inverno il ferraiuolino di moda.,
Eie. Avete detto di voler far un consulto su la vostra sa. Iute.
i
t .v/i\.
Con.. Certamente.
, .. i
., , .v,
Dur. Ci necessario.
.,u,'..:.
Con. Spero che anche Durval vi assister .
Dur. Sempre- a .vostra disposizione .
.. i ,. 1
.
Eie. Converrebbe eseguirlo prima che parta il professore .
Con.' Ancor io ci aveva pensato . vero ohe Lancetta mi
ha curato egregiamente . Bisogna dirlo : ma voglio senti
re anche l' altrui parere sopra g' incomodi che mi son
rimasti
,,: ,
. . ui

SCENA

IX.

Precedenti , Giovanhi spaventato e piangente.


Gio. Ah , signori ! la padrona morta ! . . . .
Con. Uh! che brutta nuova!.... Ma se non posso aver
due minuti di pace . Viene una consolazione ? ed ecco
ti una tristezza !
Eli. Me ne dispiace. Perch dovete affliggervi ? Non me
glio per voi che non abbiate bevuto di quell'ampolla?
Lui. Non ci pensiamo .
Gio. Poveretta ! Quando lo sapr suo fratello !
Dur. Ora il male irremediabile . Se morta , salute a
chi resta.
Con. Fuggiamo almeno da quest' aura mortuaria . ( parte
con Eleonora , e Giovanni per la parte opposta )
SCENA X.
Durval , Luisa .
Lui. Mi studio di far coraggio a mio padre , e ne ho biso
gno pi di lui. Povera mia amica ! alfin morta! La
bont del di lei cuore mi sar sempre presente.
Dur. Non pensarci Luisa .
Lui. Altro che Durval pu distrarmene .
Dur. E il dottor Lorenzo? . . .
Lui. Non mi parlare di quell'imbecille.
Dur. Egli ha modi galanti
Lui. Non conobbi uomo pi ridicolo .
' "
Dur. L'accoglienza che gli ha'i fatta....
Lui. Era necessaria per lo scopo che ci siam proposto : me
1' hai pure consigliata .
Dur. Non sempre si dan consigli a seconda' del proprio
cuore . Ma quel baciarti la mano
'
Lui. Fu una sorpresa : te lp dissi : e non accadr la
seconda .
'
Dur. Con tutte le nostre speranze io non cesso di teme
re ... : Tuo padre' . ...
:
Lui. Si canger .
Dur. Lo credi veramentT '
' HVi
' "
J5ai. S , mio Carlo .
3

34
Dur. Ed allora ....
Lui. Saremo uniti per sempre . Conosci pure 1' affettuosa
mia madre.
Dur. Luisa . , g jottor jiconit0 s'avanza senza esser veduto )
Lui. Carlo ! '
'
Dur. Questo solo pensiero rapisce l'anima mia!
Lui. ( accorgendosi di Aconito e sotto voce ) Taci . Ecco
quest' altro impostore . ( parte )
Dur. Signor dottor Aconito , gli son servo . ( .parte )
SCENA

XI.

Dottor Acohito .
Perch fuggono signori ? Forse perch il nuovo signor
laureato immaginario si sente rapir 1' anima ? Come son
fortunati questi cerretani forestieri! Oltre il rapirci de
naro, guadagnano anche le donne. Ma pi ci penso,
meno arrivo a comprendere l' insolenza e la balordaggi
ne di quel professore. Or eh' morta 1' infefma , non
cessa d'attaccarci con assurdi raziocini . Medicamentorum
variet ignorantiae est filia . Bell' assioma ! Ergo perch
la variet dei medicinali ignoranza , si chiuderanno le
farmacie . Lo dice Bacone ! ma non era colui il pi vizioso
degF inglesi ?
SCENA XII.
Dott. Acohito, Dott. Lancetta e Dott. Lorenzo.
Ac. Lancetta, l'inferma trapass.
Lan. ( passando frettoloso alla camera del Conte) Corro ac
ci non trapassi anche quest' altro .
Xor. Addio monsieur le docteur. (inatto di seguir Lancetta)
Ac. Dottor Lorenzo , faremo poi i nostri complimenti .
Lor, Grand merci . (parte )
SCENA XIII.
Dottor Aconito, Professore e Giovanni.'
Oio. Ora quel eh' fatto fatto : ci vuol pazienza..
Ac. Giovanni dice bene : ma spiacquemi il sentire dell/

35
massime di Le Roy da chi io non credeva capace. Avrei
voluto vedere quello stolido chirurgo al letto dell' in
ferma .
Pro. S , dopo eh' era disanguata : levate l' olio al lume o
fatelo ardere .
Ac. Paragonar 1' olio al sangue !
Pro. Ma non chiaro che il di lei male era un putrido ?
Ac. Concedo .
Pro. Dunque ascoltate il vostro Galeno . Consiglia egli il
sangue per questa sorta di mali ? Non dice egli, che ,
per sanguini* emissionem , nec obstructio , nec putredo cu
rari potest? Ergo il salasso dell' altr' ieri ha deciso del
l' inferma .
Ac. Altro son le sentenze , altro i casi pratici : ma dessa
accusava forti premiti
Pro. Non dovevan calmarsi con la lancetta . Ripeto che
andiate a studiare .
c. Ergo a parlare in siffatti termini e insultare a visiera
calata i vostri colleghi , bisogna dire che non siate un
buon pratico , sei potius un laureato figlio di qualche
villano . .
Pro. E voi d' un quadrupede .
Ac. ( alzando il bastone ) Io !.. .
Gio. Ma calmatevi una volta : ve ne torno a pregare . .
Pro. Mi fate compassione . ( parte per la camera di Durval )
Ac. Giovanni ! vorrei che ti persuadessi che il dottor Lan
cetta ha fatto il suo dovere , e ne fosse persuaso anche
il fratello della defonta .
Gio. Questo sar ben diffcile .
SCENA XIV.
Precedenti 3 Dott. Lahcetta , Dott. Loreszo .
Lan. ( incollerito ) Usciamo da questa casa per non ritor
narci mai pi .
Ac. Che cosa avenne ?
Lan. Non sapete che il conte trangugi un agente vene
fico ?
Lor. Per isbaglio dell' apoticaire .
Ac. Un agente venefico !

Lan. E ricusa l'emetico .'


Ac. Dunque si va a prendere il consulto che vera ordi
nato?
Lan. Lo scongiurai ad evitar la morte con questo rimedio ,
ed egli canticchiando, andava rispondendo di no. Io
, dubito che sia impazzito .
Ac. Qui v' del mistero.
Lor. C est une tromperie.
Lan. Uh ! mi dimenticava ! . . . Ho una trista nuova anche
per voi .
Ac. Per me !
Lan. Ho saputo alla spezieria che ieri era avete salassato
la moglie d' un orefice .
Ac. S, per mancanza del chirurgo.
Lan. Ora la poveretta in agonia .
Ac. ( sorpreso ) Come !
Lan. Le si slacciata la fasciatura questa notte : ha alla
gato il letto di sangue, e il di lei marito adirato vi cer
ca da per tutto .
Gio. ( Assassini ! )
Ac. Mi mancava anche questa! ( parte frettoloso )
Lan. Vengo io pure .
SCENA XV.
Dottor Lorenzo , Giovanni , indi Eustachio.
Gio. Certi medici sono simili agli orologiai . Questi ruinano
gli orologi , quelli i temperamenti.
Lor. Halte l ! comment tu parli della nostra professione ,
sot , babillon , fat, grossier.
Gio. Non v' alterate signor gradasso .
Lor. ( mettendo mano alla spada j Miserable !
Gio. (prende una sedia ) Venite avanti .
Eus. ( Urtato da Giovanni mentre entra , cade bocconi )
Adagio .
( Dott. Lorenzo siegue suo padre : il cameriere entra
'.
dall' altra parte , ed Eustachio dopo essersi solleva
to j entra zoppicando dal Conte . )

3?
ATTO

TERZO

SCENA PRIMA.
Esce Le Roy dalla camera di Durval leggendo
una gazzetta , e siede in disparte . Giunge il dottor
Aconito dalla porta comune, e contemporaneamente
Giulietta dalle camere del conte .
Dottor Aconito, Giulietta, Le Roy in disparte .
Ac Come sta il vostro padrone,?
Gi. Si era alzato di buon umore , e adesso tornato ma
linconico .
Ac. Dev'esser cos Bella giovane , voi potreste farmi un
favore . ( siede )
Gi. Comandate.
Ac. Esaminar cos con prudenza, in qual modo sia capitata
la bottiglia di Le Roy dal signor Conte .
Gi. Perch tanto vi preme di saperlo ?
Ac. Perch v' l'ordine di non rilasciare quel purgante
senza nostra ricetta .
Gi. Vorreste dunque ch' io facessi la spia ?
Ac. Nego consequentiam . Bramerei , che per mezzo di tale
scoperta si dasse un esempio agli avidi farmacisti , onde
quel pericoloso liquore pi non pregiudicasse l' altrui
salute .
Le R. ( ridendo ) Eh ! eh ! eh !.. .
Ac. Come ride quel sordo !
Gi. Rider di ci che legge .
Ac. Avete mai preso di quel purgante ?
Gi. Sino ad ora non ne ho avuto di bisogno.
Ac. Brava , brava ! e si vede dal florido vostro aspetto : si
conosce che non vi ha ancor appannato la salute e l'av
venenza .
Gi.( Impostore maledetto ! )
Ac. State in guardia , sapete : e prima ve ne venga il ca
priccio , consultate un medico .

38
Le R. ( fingendo sempre di leggere ) Bon ! . . .
Ac. Credete voi che noi parliamo per gelosia o per invidia
come si pretende ? Quello un purgante : e noi sappia
mo ordinarne tanti ! Ci preme la pericolante umanit .
Ci premono i nostri simili che con tanto zelo assistiamo .
Gi. Anche i miserabili?
Ac. Anche, figlia .
Gi. 'E in fatti parlano molto bene di voi altri signori .
Ac, Ancora i ricchi ci stimano : i nobili poi ci adorano.
Gi. Si sa ch' un pezzo . per questo son cos nemici
di Le Ri .
Ac. Ma con tanta stima , con tanto amore , ci ben in
grata la fortuna !
Gi. Che peccato !
Ac. Le cartine si allegeriscono sempre pi . Quelle de' chi
rurghi poi vanno in diminuzione affatto . Lo sa ben mio
figlio ! e convien contentarci di tutto , e soffrire che un
curiale per cinque minuti di cianrie , guadagni uno zec
chino . Che secolo ! .... e se dieci ammalati guariscono
nessun lo sa : ma se uno muore nella bocca di tutti .
Le R. ( Ma il sole rischiara i vostri successi , e la terra
nasconde i vostri falli . )
Gi, Ecco il padrone. La riverisco, signor dottore . ( parte)
SCENA II.
Dottor Acobito , e Cohte .
Ac. vezzosa quella giovane. Non mi spiace.
Con. ( uscendo ) Caro dottore , vi ho fatto chiamare perch
desidero si faccia subito il mio consulto .
Ac. Sono a' vostri ordini , illustrissimo . Permettetemi poi
d' osservarvi che perderei pi volontieri cento zecchini
che ritrovare un malato disobbediente .
Con, Cio ?
Ac. Seppi la vostra disgrazia con gran rammarico : ma pi
mi spavent il vostro rifiuto di prender 1' emetico .
Con. Gi dissi al dottor Lancetta ch' io era pronto ad ob
bedirgli in tutto , ma non in questo .
Ac. Illustrissimo ! vi fidate con tale indifferenza , perch
non ne provate subito gli orribili effetti . Chi assicura che

39
la sostanza venefica nel vostro corpo non venga assor
bita dal timo ?
Con. ( Questo timo non si trova nella mia raccolta . )
Ac. Cio dal corpo glandoloso che sovrasta alla cavit del
petto .
Con. Di questo timo parleremo in altra occasione .
Ac. Come vi aggrada . Ma in che modo terremo consulto
senza il dottor Lancetta? Egli se ne and molto incol
lerito.
Con, Spero ritorni a momenti . Ho mandato Durval a far
gli le mie scuse: egli m' ha promesso di ricondurlo . E
poi Lancetta mi vuol bene . Sa la ricompensa che gli ho
destinata .
Ac. Siete degno d' encomio , come lo il vostro medico curantt .
Con. vero: Lancetta molto bravo .
Ac. E l' Ippocrate del secolo . Non potevate fare scelta mi
gliore .
Con. Chi non amer i signori medici ! Sentite come dicon
bene de' lor colleglli, mentre gli altri artisti son rivali
tra di loro.
Ac. Ci deriva dall' invidia che punto non conosciamo .
Le R. ( Bon ! )
Con. Ecco l il sordo che legge .
Ac. E sordo , ma si caccia da per tutto .
Con. ( se gli accosta ) Signore : ( sempre forte ) come itate ? avete riposato bene ?
Le R. Ho dormito benissimo .
Con. meno sordo di ieri! Che cosa leggete di bello?
Le R. Quale fratello?
Con. Dico , che cosa leggete ?
Le R. Ah! ... una gazzetta.
Con. ( osservandola ) in francese: non me ne intendo;.
Vi sono notizie ?
Le R. Articoli contro Le Roy.
Con. ( ad Aconito) Vedete ? sino le stampe parlano . f a La
Roy come sopra ) Colui un assassino .
Le R. Voi siete meschino !
Con. ( scostandosi con atto d' impazienza ) Pure la di lui
sordit ha migliorato sotto quel suo compagno. Egli de-i
v' essere un bravo professore .
Ac. A parlarvi schiettamente, la stima che avete per quel?

V insolente , non pu conciliarsi con quella che dite avere per noi . State in guardia, illustrissimo : giacch egli
dee avervi consigliato a rifiutar l'emetico.
Con: Non parliamo pi d' emetico : ma piuttosto di medici
na . Avete molti malati ?
Ac. Moltissimi j e per essere a vostra disposizione , ho in
caricato uu mio collega a far le mie veci questa mat
tina .
Con. Anche delle malattie pericolose ?
Ac. Combatto due fierissimi mali che rapiscono due terzi
dei viventi . Tisi e idropisia .
Con. ( sospirando ) E per questo fui sempre di parere ch*
non iscampo l'idropisia.
Ac. Quantunque la vostra costituzione sembra inclinarvi ,
pu prese rvarvene 1' assistenza d' un medico che cono
sca il vostro temperamento .
Con. Oh questo s : non lo abbandoner mai . Egli il mio
consolatore : lo sono tutti gli eccellentissimi in medici
na . Se taluno salva un sommerso si porta in trionfo : e
questi salvatori dell' uman genere non dovrau venerarsi ?
Ac Qnest' un pensar da grande . Salomone , quasi tutti
i re d' Egitto , Marc' Aurelio , Antonio e in ultimo Lui
gi undecimo , eran portatissimi pei medici .
Le R. ( Il gran Catone li scacci da Roma , e si vivea di
pi . )
Con. In qual modo curate questa fatale idropisia ?
Ac. Comincio coi dieuretici.
Con. Cio rimedj per orinare.
Ac. Appunto . Si vede che l' illustrissimo pratico di me
dicina .
Con. Qualche poco : e specialmente sui termini tenici .
Ac. Volete dir tecnici .
Con. S tecnici . E se l'idropisia non cede?
Ac. In tal caso ricorriamo a pi forti rimedi , e perfino sappiam render mansueti anche gli aconiti.
Con. Questo male attacca ogni et , non vero ?
Ac. E specialmente la giovent. Al presente io curo un'ascitica di diecisette anni .
Con. scitica ! cio idropica , ho capito . Pensate dunque
di guarirla .
Ac. Oltre i miei lumi , spero anche nella di lei natura .
Natura salutis hominum causa , plurimum facit : lo dic

4*
Galeno. vero ch' un'idrope pertinace e fiera, cui
non valser fin ad ora i miei rimedi': ma ebbi ricorso a
un tentativo di gran forza. ' '
Con. E quale ? '
Ac. Ho tatto impastare un sacco di farina d' orzo , e avvol
tolare l' inferma in quella pasta , eccettuandone il luogo
della respirazione .
Con. Che stupendo ritrovato!
SCENA III.
Precedenti , Durval e dott. Lorenzo .
Dur. Il dottor Lancetta sar qui a momenti.
Lor. Oui monsieur le Comte : il vera dopo aver terminato
un consulto .
Con. Va benissimo .
Lor. Posso andare ad ossequiar les dames ?
Con. Si accomodi eccellentissimo . ( dott. Lor. parte )
Dur. ( cava dei fogli.: Ja vederli a Le Roy , e partono en
trambi )
.'
SCENA IV.
Cokte , Dott. Aconito .
Con. A proposito! non abbiam ancor parlato sulla malattia
della povera padrona.
Ac. Ma signor Conte, siete troppo dilettante di materie lu
gubri .
Con. Vi dico che formano il mio divertimento . Se vedeste
i miei rami anatomici , lo scheletro che mi procur Lan
cetta , le molte notizie di prodigiose guarigioni che ho
raccolte ! Sperava di mettervi anche quella della pa
drona.
Ac. L' infelice morta ....
Con. A causa di quel carnefice di Le Roy : questo si sa
peva .
Ac. E perch il di lei male divenne maggiore delle suo
forze : maximum malum dicimus cum sopra vires est .
Con. Ma dal consulto che cosa avete potuto arguire ?
Ac. Quello che non fu capace di comprendere quel bada
lone del professore . Io son nemico degli alterchi , ma

darei pugni a chi mi contraddice . Sottengo che il dottor


Lancetta ha fatto il uo dovere .
Con. Io non ne dubito .
Ac. Eccovi tutto in poche parole . Scoppi 1' infiammazione
in quella donna pletorica . Il sangue cotennoso esigette
ulteriori sanguigne . Le mignatte furono opportune alla
parte: ma la febbre accrebbe e prese un carattere ma
ligno .
Con. (pauroso) Che fosse attaccaticcio?
Ac. Il fuoco maligno le serpeggiava in petto e per le ve
ne . . .
Con. Uh !
Ac. Il bagno freddo in tal caso indicatissimo . Doveva
farsi . duopo affrontare il fuoco col gelo , ed opporre
un forte nemico a un altro forte.
Con. Che pensar sublime 1
Ac. Quest' infallibile sistema . Vi sia anche principio cattarale , col gelo tutto dee sparire . Contrariis contraria
curantur .
Con. Ed io non lo sapeva ! . . . Seguitate .
Ac. Ma i giorni dell' inferma dipendevano dal Cielo . Ac
crebbe 1 ematossia , impervers la frenitide ; gli aporie
matismi e vescicatoi non mossero la pituita . Intanto le
si form un idrocele, o un idronalo: quindi si manifest
il putrido cui non valsero i sudori per essere icorosi , e
forse viziati da sifilitica causa : l' inferma divenne apneatica , e cesse alla piena di tanti mali . Ergo contra
vim mortis nullum medicamen in hortis . Ergo son d' av
viso , la causa di tal morte essere stata un' idrocardia .
Con. (frugandosi in saccoccia ) Vado a prendere il libret
to delle mie memorie , acci non mi sfuggano tanti bei
termini. Bravo, bravo eccellentissimo Aconito! mi avete
fatto meravigliare . Permettete che vi anticipi in parte la
mia riconoscenza con questa inezia. ( gli da una scatola
e parte )
Ac. Son grato alla bont del signor Conte . Una tabacchiera
d' oro e di molto peso ! ( la ripone ) Perch son cos rari
simili clienti!

'

.SCENA V.

Dott. Aconito , Dott. Lahcett :


Lan. Dov' il Conte ?
Ac. Or or ritorna. Amico , mi son molto adoprato per te;
Lan. Ed io ho tatto lo stesso a tuo favore . L' orefice in
collerito sosteneva , che per le convulsioni che soffriva la
di lui moglie , tu non la dovevi salassare . Io 1' ho per
suaso al contrario .
Ac. Dopo che alcuni sciocchi innovatori si sono scatenati
contro al salasso, anche gl'idioti pretendono di darci
legge .
Lan. Non ci basta aver del nostro partito coloro che ci
posson pagare ?
Ac. Quest' certo , come sarebbe il Conte .
Lan. In quanto al Conte, a dirti il vero, ho un certo pre
sentimento che ci possa fuggir presto . Rifletti che la bi
bita di questa notte lo costrinse ad alzarzi otto volte .
Pieno di spavento desiderava 1' emetico , poi di concerto
colle sue donne lo ricusa . Non pi timido , ma rical
citrante .
Ac. Pensava io pure che ci del mistero .
.
Lan. Anche quel birbante di Giovanni non mi soddisfa
colle sue risposte . Se il conte avesse usato di quell' am
polla , ora non sarebbe pi in vita . Il Professore e Durval sembran favorevoli per Le Roy . Ci dubbio che
tutti daccordo , invece dell' ampolla , ne abbian fatto in
ghiottire una forte dose al Conte ?
Ac. Non dici male .
Lan. Ora dobbiam dissimulare : e verificato il fatto ....
Ac. Vendicare i nostri diritti. Gi ho parlato al podest
intorno a quel Durval .... ma viene il Conte.
SCENA

VI.

Precedenti, Cohte col libretto e lapis.


Con. Tornatemi a ripetere termini dell' idronfola , del
flemmatismo . . . . ( vedendo Lancetta ) Ben tornato, caro

44
dottore ! Spero non Sarete in collefa per una piccola di
sobbedienza .... datemi la mano .
Lari. Quando siate contento delle conseguenze che derivar
ne possono , io pur lo sono
Con. Cos va bene . Io non posso far senza della vostra
persona. Voi ben conoscete il mio fisico.
Lem. Ha ragione l'illustrissimo. Medicus cognitor,longa salus.
Con. Desiderava di notare la bella descrizione che il dottor
Aconito ha fatto della malattia della defonta.
Ac. Senza vostro incomodo , io la stender collo stesso me
dico curante .
Lan. E vi serviremo a dovere.
Con. Sempre pi m' obbligherete . Ci vogliam bene caro
Lancetta , non vero ?
Lan. Credo di meritarlo . La stampa della cura che vi ho
prestata , lo dimostrer.
Con. S , ( all' orecchio ) caro parente. L'amico ha fatto
.. grande incontro con mia figlia .
SCENA VII.
Precedenti , Dott. Loremzo .
Lor. Monsieur Le comte, mademoiselle m'a lche un goufflet . ( toccandosi la guancia )
Con. Disse che mia figlia ha allogato un zuffoletto ?
Lan. Dice che gli ha dato uno schiaffo. Questo un af
fronto .
Lor. Avec beaucoup des moquetes .
Con. Gli ha dato uno schiaffo col moccatoio !
Lan. No , ma beffeggiandolo .
Con. Non credo capace Luisa. . . .
Lan. Ci molto mi sorprende , signor Conte . Io ben preve
do che ....
Lor. Non v' adirate mon pere : un soufflet d' una bella ma
no n' est pas un coup de canon.
Ac. Saranno scherzi amorosi .
Lan. Convien verificare il fatto .
Con. Avete ragione. Vado io stesso da mia figlia. (parte)
Lan. Forse il dottor Lorenzo si sar dimenticato che non
pi a Parigi, conversando con le belle italiane ,
Lor. C'est gal
,
,
. , ,
.......

4
SCENA VI I.I.
Precedenti , Profkssork .
Pro. Non v' il signor Conte ?
Lan. Vedete che qui non .
Pro. Mi ha fatto invitare per un consulto sul di lui prete
so male
'
'
i
Ac. Preteso ! . . . Anticipa le sentenze il signore.. i
Lan. Noi congetturiamo , ma desso ha l'occhio s pene
trante che vede l'altrui interno.
Pro. E anche le altrui furberie .
Ac. Senza conoscer le proprie.
Lor. Fort bien .
Pro. Ma io non ho tempo da perdere ; deggio restituirmi
alla patria.
' . . *
Lan. Se vuole accomodarsi, c'incarichiamo di dirlo al
conte : giacch dalla mia stampa che sta per uscire dai
torchi , vedranno i signori forestieri in qua! modo si cu-'
ra in questa itt.
'i

Pro. Spiacemi dunque di non poter leggere questa dotta


relazione .
: : ' .'
. .i :
Ac. Vi sar mandata per la posta .
Lor. Io 1' ho letta : c' est une impression prodigieuse .
Ac. Ha le parole d'oro.
..'i..
Pro. Pu essere ; mentre si sa che il Conte ha sborsato
cinquanta zecchini per due risme di stampa . .
.

SCENA IX.
Precedenti , Comte .

Con. La mia Luisa ha scherzato : e manda le sue scuse al


dottor Lorenzo .
Lor. Je vous remercie .
Con. Signor professore!
'"
Lan. Egli sulle mosse e non pu trattenersi al consulto .
Qui abbiamo altri celebri medici come sarebbe il dottor
Antimonio, il dottor Mignatta: uno di questi supplir
potrebbe alla mancanza del professore .
Con. Tutto va bent : ma un professore ....
Ac. Noi pure Siam tutti professori dell'arte salutare.
.i

4&
Pro. Da vero che questi signori m'invogliano di rimanere
al consulto.
Con. Io lo desidero ; e ve ne prego anche a nome di que
sti eccellentissimi.
Ac. Io sono indifferente.
Lan. S' egli resta , non dimentichi le convenienze .
Lor, Fort bien .
Pro. Accetto : purch non si perda pi di due ore .
Con. Anzi vogliatn cominciar subito . Non manca che Durval . Giovanni !
SCENA X.
Precedenti , Giovaniu .
Gio.
Con.
Gio.
Con.
Gio.
Con.

Comandate .
Non in camera il dottor Durval?
uscito col di lui zio .
Non ha detto quando ritorni ?
Nulla disse .
Vallo a cercar subito , e qui conducilo ;
SCENA XI.
Conte , Professore , Dottor Lancetta j
dott. Aconito , e dott. Lorenzo .

Con. Intanto , sediamo . ( sedono )


Lan. Il Conte padrone di voler consultare chi gli piace :
ma questo Durval che non veste alcun carattere auten
tico al nostro confronto ....
Pro. Durval francese stabilito in Italia . Egli possed il
diploma di medico pratico , ed esercita con onore alla
mia patria , ove sapete , che la medica facolt a voi al
tri comanda . Dunque pu esercitare anche qui .
Ac. Ho capito j un avventuriere seguace dell' empirismo .
Pro. Che cosa intendete mai per empirismo? Forse il ciar
latanismo ? Oh , la sbagliate ! L' empirismo altro non
che la scienza della vera pratica .
Lan. Compassionevole definizione !
jPro. Coloro piuttosto meritano compassione , i quali non
intendono il significato , e ignorano l'uso di quegl* irifi-''
niti termini e parole ricercate con cui i Greci inorpella-

4?
rono la medie' arte , se pure arte pn chiamarsi l' eserci
zio d' una scienza che non garantisce i suoi principj , e
che ha per base un laberinto di congetture .
Lan. Quest' dottrina di Le Roy.
Con. ( con istupore ) Di Le Roy ! !
, , .
Lor. Comment va-til ! egli un lareosita ?
Pro. Son parteggiano del giusto .
Lan. Lo sapete solo adesso ? Il volgo portato per quel
caustico purgante , e certi medici per politica lo sosten
gono .
Ac. Pur troppo un magnete che si attacca anche a1 no
stri colleghi .
Lan. ( dando un occhiata al Conte ) E credo anche a cer
te ampolle .
Con. (Poveretto me! l'avessi io trangugiato questa notte!)
Ac. Non dubitate . Il chirurgo Le Roy apparecchia per noi
una buona messe , che Dio noi voglia ! Ne abbiamo un
recente esempio nella padrona di questa locanda .
Pro. Poich tornate su questa materia , ripeto che non fa
il purgante , ma bens la lancetta che decise della sua
vita .
Lor. {alterato) Monsieur! moderation si vous plait .
Con. A me il professore non la d ad intendere . Io posso
attestare che la povera donna fa ammazzata da quel
purgante .
.
Lan. Questi due infermi, ch'io curai, furon attaccati da
una forte polmonea della medesima indole , e con gli
stessi allarmanti sintomi . Il Conte Longavita se la prese
volendo far quindici miglia di pessima strada per rag
giungere la sua carrozza eh' erasi fermata in quest'al
bergo . La padrona se l'acquist per aver bevuto due
volte a capriccio di quel liquore .
Pro. E a vostro credere le occasion. . . .
Lan. Infiammazione nel sangue e un' anastasi negli umori
viziati di che era piena .
Pro. Oh ! Oh ! Oh ! ( ridendo ) E per vincere 1' anastasi
1' avete salassata venti volte .
Lan. E anche trenta se fosse occorso .
Pro. Pure non mancavano i diluenti , gl' idragogi , gli epi-j
cerastici .
^
Lan. Fate evacuar gli umori quando han formata la me^
tatesi t

Pro. (in aria (f'irioteggh J Cospetto 1


QuasT che l'a
vesse veduti co' propri occhi'!' Ma supponiamo ....
Con. Abbiate pazienza signori . Avete detto metatesi t
significa ?
!'.." i '' '
Ac. Un trasportamento da un luogo' ali,' altro d umori cor
rotti e non evacuatoli ;! ' ' ". ' 1n,
Con. Metatesi . ( imprimendolo, in Memoria )
Pro. Suppongasi ancora nll' inferma la metatesi da Voi
creduta, quantunque la giudichiate' n'sinistro' senso : per
ch, non cercare d' eliminarla con maggior dose dello
stesso liquore', scctfm vieti prescritto?' '
Lari. Si doveva aggiungere fuoco a fuoco . ':
Pro. Ma quella 'non era infiammazione : era bens una pasaaggiera scossa nel di lei fisico prodotta dal movimento
de' pravi suoi umori: e questi dovevan fugarsi con' lo.
stesso agente che li assali. Voi al contrrio li rinserraste
nel corpo dell'inferma Col farle rapire il purgativo.
Dunque non da meravigliarsi se quel corpo pingue ne
sia stato pregiudicafo , peggiorando vieppi con tante sot' trazioni di sangue e di forze .
Lan. Ragioni che sovvertono i principj. dell' arte .
Pro. (incalorito) Ma quai sono i principj dell'arte se non
la purgazione ? Non questa il primo dovere verso un
infermo ? Lo facest Vi all'orche ' in 'vce di'favorire l
purgazione ne avete arrestato il corso ? Parlat di meta
tesi , senza conoscerne il vero senso : giacch non pu
'entrare nel nostro caso. Lo' dfs'si e lo ripeto. L'infrma
era pingue , e conveniva esser Iparco nel sangue ^ poich
"a senso di Galeno : Pingues frgdires suni et spiritus
habent paucio'res et basa angusiira, perche sanguini*
'"msslo smpr vlentes vires posfalt .'.
Con. A
voi eccellentissimi'.
Queste
Lan.
Sofismi.
.
.' json <pur ragioni/
i.
.i .
Ac. Boriosa ostentazione: vana loquacit! ""' '.
'.
Pro. riestate in argomento , se ne siete capaci,.
,
. ,^
Jjf. ( risentito / Professur' bbilird il suffit .' Questue'' mio '
padre . Faites vous silence : . . . e, spero ci vdr'm furi .
Pro. Ma se non risporicfo a chi Storpia la nstra Bell. liji-J
"gua .
_
Con. Non v' incqllenV, eccellentissimi..
Pro. Signor Conte j' rivederci . ('in 'to. di ptti're
Con. Professore , anche un momento ....

49
Pro. A riTederei, (parx* )
SCENA XII. . . .
Corti , Lametta , Lorenzo so Acowito .'
Con. Perch non combattere le ragioni del Professore col
vostro profondo sapere ?
i
Lan. Perch inutile il garrire co' ciarlatani .
Ab. Essi non hanno che parole. Noi sappiamo ed agire e
scrivere .
i
Lan. Avrei potuto farlo tacere, opponendogli , cha il gran
Platone lasci scritto , non esservi cosa peggiore che il
tormentare il corpo colle purgazioni .
Con. Se lo disse il gran Platone ....
Ac. E molti sommi maestri lo confermano .
SCENA XIII.
Precedenti, Durvai,.
Dur. f al Conte ) Sono a' vostri comandi .
Con. E adesso manca il professore ! sembra che facciano a
posta.
Dur. Io 1' ho incontrato , e ini disse che a momenti ritor
nerebbe .
Con. Durvai, ho preso informazine sul vostro conto . Ho
conosciuto la vostra modestia e il vostro disinteresse .
Sempre pi vi stimo , e desidero che assistiate al consulto
che dee tenersi su la cagionevole mia salute .
Dur. Quantunque siate circondato da abili medici , non
rifiuto l'onore che compartite alla mia insufficienza.
Ac. Almeno egli non ignora le convenienze .
Con. Se vi dico che non isbaglio ne' miei giudizi. Durvai
.'e il professore son due bravi medici , ma d' un umor
diverso . II professore pi severo e collerico : Durvai
pi dolce e manieroso .
Zor. E fono plus heureux in amore.
. '
4

' :

.
.

lei,

'.

SCENA

XIV.

Precedenti, Giovanni, e Le Boy che ti ritira


in disparte .
: ,-i
Gio. Che brutte nuove , signori , che brutte nuove !
Con. E quali?
Gio. ( mostrando una lettera) Un amico mi scrive sopra le
ruine che Le Roy ha fatto . Se sentiste ! Chi morto col
fegato bruciato: chi non pot pi orinare , e chi evacu
gl'intestini .
Con. Oh Dio !
Lan. Giovanni , tu sei una volpe : ti conosciamo .
Ac. Non dubitare ; verr anche la tua . Ih tanto io ne ho
registrati cinque che sono morti per aver preso quel pur
gante .
v ..
Lan. Ed io pi di dieci ; uno de' quali per lesione agli uretri , ed una povera incfhta per un. aborto.
Lor. A Paris sono morti quattro all' improvviso in un gior
no , pour le mme motif.
Con. Che brutte cose !
Lan. E dev' esser cosi , mentre disecca 1' umido radicale .
Dur. Almeno si potesse sapere che cosa sia quest' umido
.tadicle l i
,
'Ac. Se lo ignorate, leggete Boerhaave .
Lan. E non 1' opera di Le Roy cui mi sembrate devoto.
Dur. Non sarebbe male l' esserne devoto senza abusare
de', suoi precetti.
Lan. Bei precetti ! Pretendere di far divenir medie ] per
sino gli artigiani ! predicar l'inutilit della medica assi
stenza !
. .
Dur. Pare la met dei viventi non conoscono i medici ,
ed invecchiano .
Lan. Muover guerra al salasso !
Ac. Perch non sapeva praticarlo. Bravo il chirurgo! Si ordi
ni piuttosto un purgante al cervello che ne ha di bisogno.
Lir. Tutto ci che si oppone all'autorit de' classici est
une follie .
Lan. Certo che l'antica terapeutica non isbaglia . I nostri.
sommi maestri erano ben lontani dal sostituire all'infal
libile salasso un tetrafarmac.o s potente .

5c
Dur. Dunque proscriveremo la china perch, essendo li
gnota ad Ippocrate , non Ja prescrisse ?
Lan. Voi medico , paragonate la dottrina d' Ippocrate a
quella d' un ciarlatano !
Dur. Colui ciarlatano che nasconde la composizione del
suo rimedio. Le Roy invece , l'ha fatta palese. Il ciar
latano ciarla e non opera . Le Roy opera assai pi di quel
lo che ciarli .
'i
Lan. Se non si sapesse che cosa contenga quel rimedio potrebb' essere in parte scusabile : ma noi troppo cono
sciamo i drastici che lo compongono , e sappiamo sin a
qual punto possan giovare .
Ac. No : quella portentosa scoperta in vece una panacea
universale , una sella per ogni cavallo .
Lan. Dunque perch Durval non la impiega a favor del di
lui zio ? Perch non guarisce la sordit di quel signore ?
( additando Le Roy )
Le R. ( avanzandosi con aria imponente ) S che pu gua
rirla , quando non sia naturale .
Lor. Che vedo ! ! Je ne me trompe pas ! J' ai connu a Pa
ris cet homme l. Voici le chirurgien Le Roy !
Lan. Possibile !
Ac. Ma come !
v
Gio. Tale il suo nome nella consegna .
Con. In somma che cosa accaduto ? Che cosa ha impa
sticciato il Dott. Lorenzo di chitarrino , di Le Roy ?
Dur. Non avete inteso? Questi il signor di Le Roy.
Con. ( gridando come un disperato ) Oh Dio ! Le Roy in
corpo ed anima ! . . . dottori fuggiamo ( si mette fra i
dottori ) Fattemi scudo . ( incamminandosi ) Le Roy ir
questa casa ! Le Roy in anima e in corpo ! ( entrando
nella sua camera )
Le R. Chi poteva pi trattenerci ! ( parte con Durval )

ATTO

QUARTO

SCENA PRIMA.
Giovanni dalle camere del Conte numerando
delle monete.
Sessanta e nove sessantanove e sette settantasei e cin
que ottant' uno . Va pi che bene . Or vi rimane il con
to dello speziale : mi ha pregato di cercarlo : il conte lo
gett qui : (cercando per terra) se lo trovassi, quel buon
vecchio non poi avaro .
SCENA

II.

Giovanni , Giulietta .

Gi. Che cosa cerchi P


Gio. Mancavi tu ancora per farmi perder tempo.
Gi. Eh balordo ! sempre mi sfuggi : pare che tu crepi a
parlare con me .
Gio. Ti rendo quel che merita la tua ingratitudine . ( in
atto di partire )
Gi. Ascoltami un momento.
Gio. Ho troppe faccende : tra poco giungeranno gli eredi ,
e una farragine di' creditori .
Gi. Ti rincresce a trattenerti con me per 1' ultima volta ,
giacch a momenti si parte ?
Gio. Non si sa ancora . vero che il conte uscito dopo
due mesi di stretto ritiro ; ch' andato a vedere il nuo
vo alloggio che gli procur Lancetta, ma molto diffi
cile da contentarsi .
Gi. Taci : ecco la sua voce ! Corro ad avvertir la pa^
drona .

8 C E N A III.
Precedenti , Conte affaticato e che reggesi
sul bastone.
Con. Dove corri, dor corri ?
Gi. Andava ....
Con. Dove, dove ? Volpe finissima . Forse a nascondere del
le nuove bottiglie che si saran comprate da quei ciar
latani ?
Gi. ( in atto d' incamminasi ) Io non so niente .
Con. Fermati l. (alquanto in disparte e sottovoce ) Non so
no ne men due ore da che usrii di casa, e chi sa quanti
guazzabugli sono accaduti ! Quella moglie , quella mo
glie! . . . ma io sento /che non posso star senza di lei,
e quando mi sta vicino, mi fa dispetto! Quale destino
il mio ! Che giorno infernale questo per me ! vorrei che
un buon terremoto toccasse da quella parte . ( verso la
camera di Durval )
Gio. Ben tornato il signor Conte!
Con. S, perch ti piacciono i miei luigi, (siede) Mi sta
to esibito non un alloggio, ma una capponaia . Forse per
questa sera non si cangia abitazione , ma domani sicu
ramente , e a costo di passare in altra locanda . ( si asciga la fronte) sono tutto in sudore.
Gio. Perch non vi siete servito della carrozza ?
Con. S , dopo che la signora moglie 1' ha fatta pazzamen
te rimodernare . Non bastava il rumore delle ruote , ch?
la maledetta moda ha aggiunto alle carrozze certi spieta
ti ordegni che feriscono 1' udito con uno strepito di sa
tanasso . Sai poi l'altro motivo per cui son cos presto
tornato P
Gio. Illustrissimo no .
Con. Perch fra queste mura alberga un grand' uomo sen
za che lo sapessimo .
Gio. Chi mai?
Con. Il professore . Sappi ch' egli un medicone , cio il
protomedico della capitale , qui venuto in incognito .
Gio. Come si saputo ?
Con. Io era coi dottori Lancetta ed Aconito quando ne fum
mo assicurati da un corriera che a briglia sciolta gli

avea portato un dispaccio : si dice eziandio che il governo


gli abbia conferito delle grandi facolt , e persino .quella
di far arrestare 1' impostore Le l'.oy che gli fu compagno
di viaggio , e eh' egli credeva un sordo capitano .
Gio. E voi lo credete ?
Con. Lascialo fare e vedrai . S' egli non avesse tale inten
zione non potrebb' essere protomedico.
Gio. Ora che cosa diranno i vostri medici del professore ?
Con. Saran qui fra poco a fargli la corte .
Gio. Dopo che l' hanno ingiuriato .
Con. Vedi bene che in oggi si costuma d' onorar la divisa ,
non chi la porta . Ma or mi dimenticava che sto male
in questa sala e che posso avere un cattivo incontro .
( incamminandosi ) Giovanni , subito che giunge il pro
fessore mandalo in camera .
Gio. Volete desinare ?
Con. Ho pranzato : servirai la mia famiglia ; ma sempre
a porte chiuse . Ognuno de' miei nella propria camera .
( vedendo incamminarsi Giulietta ) Fermati , Giulietta .
Gi. Non ordinaste che ognuno andasse in camera ?
Con. S : ma voglio verificar le premure che tu avevi di
corrermi avanti . ( parte )
SCENA

IV.

Giovatini , Giulietta .
Gi. (spaventata) Or fatta ! Aspettiamoci una gran tem
pesta .
Gio. Ma perch non hai meglio eseguita la commissione ?
Gi. Per cagion tua : per venirti a parlare . E chi sarebbe
si immaginato che dovesse ritornar cos presto ?
Gio. Dopo che non voleva pi mettere piedi in questo
. luogo .
Gi. ( confusa ed afflitta ) Me meschina ! . . . . Come far
adesso !
Gio. Perch ti vuoi affliggere ? Ci pensi chi ne ha colpa .
Gi. Forse mi toccher abbandonare le mie buone padro
ne : gi lo prevedo .
Gio. Temi di non ritrovare miglior servigio ? vero che le
contesse sono di buona pasta : ma colui un orso. Jia

55
i cangiati) otto domestici in un mese ^ e non trova pi chi
lo serra .
Gi. Egli ritorna. ... e come incollerito!
Gio. meglio che me ne vada prima di perder la pazienza.
' S C E N A

V.

Giulietta , Conte da una parte , Piiofessore


dall' altra .
'. . .
Con. ( adirato alzando il bastone ) Strega del diavolo ! . . .
altro che bottiglie !
Pro. Signor Conte , calmatevi . ( frapponendosi )
Con: ( come sopra ) L' hai da pagare .
Gi. Che cosa vi ho fatto ?
Pro. ( cme sopra ) Questa donna : e non bisogna av
vilirsi .
Con. ( getta il bastone , e fa un atto di reprimersi ) Rin. grazia questo grand' uomo .... io scoppio dalla bile .
Pro. Certamente cos facendo , vi rimetterete la vita .
Con. Fosse adesso il momento .... mi perdoni , eccellen
tissimo .
Pro. La collera un subitaneo delirio che ingigantisce gli
oggetti. d' uopo sopprimerla alquanto. Allora suben
tra la riflessione : quindi la calma .
Qon. Ma come frenarsi ! . . . . Anche quella ribalda contro
di me congiura !
Gi. Io non ne ho colpa se. . . .
Con. ( minaccioso ) Taci .... Perdoni , eccellentissimo .
Pro. Donde il motivo di tanta collera ?
Con. Ascolti e stupisca . Poc' anzi voglio entrar nella mia
camera , e la trovo. chiusa a catenaccio. Odo la voce di
Durval : abbasso V occhio alla serratura , e chi vedo ! Al
solo pensarvi mi vengon le vertigini. Da una parte La
Roy a stretto colloquio con mia moglie, e dall' altra Dur
val con mia figlia che facevan delle smorfie .
Pro. Quando non abbiate veduto altro ....
Cora. Ci par poco ? ... e colei faceva la sentinella .
Gi. Io non sapeva ....
Con. Taci . Ora io comprendo 1' avversione che quell' ar
dita i Luisa ha per il dottor Lorenzo . Voglio andare

K
di Governarne Diremo per* min moglie, e a mia figlia '
un ritiro .
, ..
Pro. Permettetemi d' osservarvi che tale frivolezza farebbs
ridere il Governatore. Vi assicuro poi che Le B.oy parte
quest' oggi .
Con. ( con lieta sorpresa ) Parte quest' oggi !...,
Pro. Senza dubbio.
.
. ..
Con. Poich mi d s improvvisa consolazione , la prego di
perdonarmi se non sapendo il di lei grado , non 1' ho
trattato ....
Pro. Qual grado ?
Con. Signor proto eccellentissimo ! . . . . ella gi scoperto.
Gi tutti i medici del paese tra poco saran qui per ono
rare il protomedico della capitale .

. . i
Pro. S ? Voi dunque ne sapete pi di me . Ma chi ha
raccontato ....
...
Con. Oh non dubiti ! quest' voce pubblica . Fama volat .
Pro. Allegri dunque : sar quel che volete .
Con. Spero non mi negher il di lei procoparere sulla mia
infermit che s' inoltra a gran passi: ed anzi ho un certo
presentimento , che questa notte . . . .
Pro. Possa esser 1' ultima per voi ?
, .
Con. Pur troppo.
PrOi Come vi compiango !
Con. Si degni in vece d' assistere al mio consulto . Non
pensi gi di fuggirci . I cavalli da posta non si moveran
no senza nostra saputa.
...
Pro. Gi dissi ch' io era pronto a compiacervi , purch fo
ste sollecito.
Con. Si far subito. Giulietta corri ad ordinare a Giovan
ni di sollecitare i dottori. ( Gilietta parte)
SCENA VI.
. .

Conte , Professore .

Con. Per verit ci vuol un gran sangue freddo a aoffrir che


le mie donne conversino s a lungo con due impostori.
Come se lo prenderanno adesso ! ....
Pro. Vostra moglie una dama di conosciuta probit . Essa
in compagnia" d'n professore chirurgo che non pu'
pregiudicare n al di lei onore , n alla di lei salute .

Con. Scherza il signore mostrandosi propenso per colui .


Pro. Io non gli son fanatico , ma non lo disprezzo : giac
ch in sostanza, ritengo, che a molti giovar possa il
suo purgante .
, .
Con. Giovar possa ! ... Eh ! il saper fingere da grande.
Ella anche un protopolitico ; e son persuaso dica ci
per rendere pi luminosa la giustizia .
SCENA VII.

..

Precedenti , Lancetta xd Aconito .


Lan. Ahhiam la fortuna di tributare il nostro ossequio al
l' architro , al degno luminare delia nostra medica fa
colt .
Ac. Giacch avevamo 1' onore di non conoscerlo che di
nome.
,
. ,
Pro. Son grato alle vostre dimostrazioni , quantunque per
verit non mi appartengano .
Lan. L' umilt figlia dell' educazione Di quanto poi
fu tra noi detto ....
. . , ,
Ac. Vi preghiamo che vogliate
Pro. Pi non se ne parli . Io pure dissi qualche cosa con
vivezza : ma ci non toglie la stima che professo a miei
colleghi.
,
Lan. .Nobilt di pensare!
Ac. Degnissima d'encomio.
."
Pro. Signori miei ; tralasciando i complimenti , conviene una volta appagar le brame del signor Conte col tener ra, gionamento su la di lui salute .
. .
Lan. Eccomi pronto ..
.,
Con. Non venuto il dottor Lorenzo ?
Lan. Per essere alquanto indisposto , mi preg di portarvi
le sue scuse.
Ac. Giudico che basteremo noi tre , giacch il signor pro
fessore vale per dieci.
Pro. Dite piuttosto che l'abilit del medico curante non
avr d'uopo di. lunghe discussioni. Sediamo. (sedono con
il Conte in mezzo ) Prima di tutto .nel modo il pi laco
nico prego il signor dottor Lancetta d' esporre la dia
gnosi della sofferta malattia!] quindi il presente stato del
valetudinario..
:....
.

58
Lati. La malattia che aggrav il Conte, esigerebbe un lun
go dettaglio che il signor Professore potr 'osservare nel
la mia ragionata relazione . Frattanto accenner di volo ,
ch' egli fu attaccato , come'dissi, da una violenta pleripmeumonia eh' io vinsi in forza di opportune sanguigne :
ma una periodica febbre mi fe conoscere dai sintomi che
la diatesi diveniva astenica . Non valsero i tonici e.d io
temeva d' un'epatide , allorch una strana diarrea che
da qualche tempo travagliava l'infermo, si converti in
dissenteria o lienteria . In tale stato la flemmazia inte
stinale richiese ulteriori salassi e si dom la febbre , se
non che rimasegli un' ostinata diarrea, benigna bens, ma
che non si potuto ancor vincere .
Pro. In qual modo il signore ha trattato tale diarrea ?
Lan. Con astringenti .
Pro. Non ha dunque opinato che ne possa risieder la cau
sa nel non essere a sufficienza purgato l' infermo ?
Lan. Anzi da credersi che risieda nell' essere stato di so
verchio purgato. Io non diedi che un leggiero sbozzo dei
principali , e strani caratteri di tale malattia : essi erano
complicati con altri mali secondari , il di cui complesso
form un fenomeno in medicina , ch'io non ho pi vi
sto . Egli ha mandato la pituita di sopra e di sotto co
me un vulcano. Vomiti inaspettati, deiezioni nerastre e
di qualunque sorta l' hanno s assalito , che quasi direbbesi essere il di lui fisico differente dagli altri , giac
ch i rimedi dell' arte in esso agivano al contrario.
Pro. Che ne dice il signor dottor Aconito ?
Ac. Essere indubitabile che la forza gastrica indebolita da
tante deiezioni, abbia potuto viziar l'ematosi , per cui
il chilo invece d' andare in sangue , alimentar possa la
scorrenza intestinale .
Prt Vediamo qual fondamento abbia tale giudizio, (pren
de il polso al Conte ) Il polso regolare. Le orine ? '
Lan. Senza eccezione .
Pro. Come ebbe la lingua ?
Lan. Sempre mediocre : vedete se un fenomeno .
Pro. Osserviamo ( gli guarda alla lingua) Ottima Dopo
le necessit , che i signori chiamano morbose , come vi
sentite ?
Con. Molto pi sollevato , e pi in forza .
Pro. Avrete sonni molesti ?
. .

H
Con. Oib : dormo come un ragazzo di sette anni :
Pro. Appetito?
Con. DI questo non ne parliamo . Vorrei che sempre suo
nasse 1' ora del pranzo .
Lan. E questa malattia : poich non trasporto natura
le pel cibo , ma disordinato prurito .
Pro. malattia! .... (in aria di simulata approvazione
Quando voi lo credete . . . .'
Con. E la maledetta noia che mi tormenta pi giorni della
. settimana : che mi rende odiosa qualunque persona , e per
cui , quasi m' ucciderei ?
Lan. Vi dissi che dovea sparire quando sar tolta la causa.
Pro. E quale ?
Lan. La pertinace diarrea .
Pro, La pertinace diarrea ! . . . Ma per emettere una qual
che opinione sullo stato dell' illustrissimo, non si potreb
be meglio intendere il processo della sofferta malattia ,
col vedere le ricette ?
Lan. Senza incomodar lo speziale: ora servir l'emerito
professore . Giovanni : Giovanni .
SCENA Vili.
ii.
. .

' .

Precedenti , Giovauni .

Lan. Corri alla stamperia , e fatti consegnare le prove del


torchio di quella stampa , che poc' anzi ho corretto .
Gio. Ora non posso movermi . Attendo persone .... man
der il guattero. ( parte )
Lan, S , ma fa presto . .
SCENA IX.
Cohte , Professore , Lancetta ed Aconito .
Lan. Il signor Professote trover in quella stampa il mio
metodo di cura nel pi minuto dettaglio .
Con. Non si ancor parlato dell' ostruzione di fegato 3 e
. del polipo che mi tormentano ,
Pro. Ancor questi malanni !

Lan. Quanto all' interno polipo , gi gli dissi che sparir


il mio dubbio . Circa all' ostruzione , mi dimenticai d* os
servarvi , ch' egli ebbe sempre delle ostinate gonfiezze gi
rovaghe al ventre, che in prima io credeva di relazione
splenica , ma che in seguito mi facevan temere una pneumatosi , e forse anche una timpanitide,
Pro. Una timpanitide ! . . . ( sempre fingendo ) Avrete usaP . to dei carminitivi ?
Lan. Certamente : per evitare un' anasarca .
Pro. Un' anasarca ! . . . . Quanti strani morbi ha dovuta
combattere il signore !
Lan. Se vi dico che ho messo a tortura tutte le mie men
tali risorse .
Afi. Io sfido qualunque medico in simili casi .
Pro. Dunque al presente egli travagliato da diarrea j e da
ostruzione di fegato ?
Lan. Se non vogliamo dire ostruzione , almeno da un in
gorgo al fegato , e che sembra periodico .
Pro. Periodico I . . . potr darsi se lo credete . Egli poi non
accusa dolore alla parte , non incomodi emoroidali .
Lari. Ma si danno delle epato-croniche d'indole spuria .
Ac. E talvolta incomprensibili .
Pro. Incomprensibili ! . . . Pure tutto il sangue che gli fu
cacciato dall' epatica .....
Lan. E che non gli fu tolto a sufficienza , la causa per
. cui non perfettamente guarito. L'avrebbe bens al
quanto debilitato : me meglio viver deboli che morir
forti .
Ac. Assioma infallibile .
8 C E N A X.
Precedenti , Le Ror , Durual , Eleonora s Luisa .
Le R. Ben trovato il signor Conte .
Con. Poveri noi ! Addio consulto . ( si alza spaventato
confuso , e con lui tutti )
Pro. ( in disparte ) Abbiate sofferenza : egli parte que
st'oggi.
Con. ( alle donne ) Con loro comodo .... finito il con
gresso? la discorreremo poi ... . Andiamo , dottori .

01
Dur. f guadagnando la porta j Voi non uscirete 'di qui
senza prima ascoltarci .
Con. Che ardire il vostro y sig. nipote dell' . . . Um I . . .
Eie. Non si cerca " poi che dii parlarvi brevemente , e in
vostro vantaggio.
Lui. Ve ne prego , padre mio ; ascoltateli . .
Con. Bravissime le signore ! . . .
Lan. ( di soppiatto ) Non si potrebbe andar nella vostra
camera ?
Con. ( forte ) Io non vi torno finch non sar profumata .
Non sentite il fetore ? Giovanni .... diavoli .... ser
penti .... Non v' alcuno? . . . All'aria aperta dottori
miei , all' aria aperta . ( incamminandosi )
Le R. Fermatevi signor Conte , o vi seguir da per tutto.
Con. Ma questa sarebbe un'insolenza. Voi non avrete pi
in tasca le pistole , ma le bottiglie .
Le R. La Dio merc , non ho bisogno di smerciar io lo
mie bottiglie . Son tante le ricerche, che manca il tempo
a' miei farmacisti per soddisfarle . Io non vo in traccia
di clienti . Milioni cercan ine , e crescono ogni giorno .
Ac. ( di soppiatto ) Sentite che boria !
Con. ( guardandolo con curiosit ) ( Che maestoso ciarlatano !
Come . fingeva bene il sordo! )
Le R. Signor Conte! d'onde tanto rancore contro di me.'
Bisogna ben supporre che l'impotente altrui invidia va
l'abbia insinuato. Voi al contrario, tanto mi siete a
cuore, che son venuto da Parigi anche a vostro ri
guardo .
Con. Vi sono obbligato : ma vi prego di starmi lontano col
vostro caro nipote , e di lasciar che me ne vada.
Le R. Anzi dovete ascoltarmi .
Dur. Non ci negate quest'atto di civilt
Pro. ( di soppiatto ) Siate indulgente , giacch parte que
sti' oggi .
Con. ( come sopra ) E ben assicurato , non vero ? Guar
date che non vi fugga .

Sa
'

'

6 C E N A XI.
Precedenti , Giovanni .

Ci. La stampa non ancor pronta , ma tra poco qui sa


r recata .
Con. Signor Le Roy , qui si doveva leggere una stampa di
molta importanza: noi eravamo in un congresso che as
sai mi preme , e dov voi nulla potreste , giacch io ho
bisogno d' astringenti , e voi siete il medico delle corpo
rali necessit .
Ln. (in atto di partire) A rivederci, Conte.
Ac. ( come sopra ) Parleremo a miglior comodo .
Con. Trattenetevi , dottori , o non vi pago .
Le R. Signori medici , io non v' odio , quantunque d voi
provocato. Son convinto che tanta vostra amarezza pro
venga da un certo spirito contro lo innovazioni che fan
ombra all' interesse : non dalla vostra ragionevolezza ,
mentre la mia scoperta pu giovare eziandio alla vostra
salute . La fragile umanit ha bisogno della medica assi
stenza , e pi ancora della chirurgica . Venero i signori
medici , e desidero che possan amalgamare i miei sugge
rimenti basati sull' esperienza , con le di loro opinioni ,
siccome non pochi han gi eseguito .
Lan. Andiamo , signor collega . ( in atto di partire )
Con. Fermatevi , o torno a dire che non vi pago . Son galant' uomo , sapete . Signor Le Roy : vi prego di lasciar
parlare anche a questi signori.
Le R. Anzi lo desidero . '
Ac. Ma noi siamo medici .. '
Le R. Ed io chirurgo': avete ragione . Pure fui presente
alle vostre invettive , ma il sordo non intese . Compian
go 1' umana cecit , siccome praticava il m^o gran Pelgas ; e' dichiaro a' miei detrattatori , che le infinite con
gratulatorie le quali giornalmente mi pervengono '; uh
centinaio di edizioni della mia opera ; il trionfo in tutti
i processi contro di me intentati , e trenta mila mera
vigliose guarigioni , sono le mie risposte .
Dur. E non son ciarle , ma fatti .
Con. ( dubbioso e sorpreso ) Che cosa dice il dottor Lan
cetta ?

63
Lan. Glie non ma convenienza il rispondere 7
Con. Qual laberinto li medicina ! Questi medici non sem
brano a vicenda tanti ciceroni?
Eie. Aprite gli occhi una volta. Vi ricordate le forti con
vulsioni ch' io soffriva? Il purgante di quel signore me
n ha liberato.
Lui. Ed io , sapete pure coni' era pallida : nello stesso mo
do ho acquistato il colore .
Gio. Non dissi al signor Conte , che il dottor Durval m' aveva guarito ? Fu quel purgante che mi cacci un' as
ma ostinata .
i
Dur. Ed io ho registrato pi di cinquanta meravigliose
guarigioni in un sol mese.
Con. Cbe ascolto ! ! . . . Queste non son dunque favole .
Dur. Giovanni . ( gli parla all' orecchio, e Giovanni parte)
Con. Dottori miei , non dite niente ?
SCENA XII.
t
Precedenti , Eustachio .
E. permesso ? . . . adagio:' mi disse il dottor Lorenzo
che qui ritrovasi il celebre Le Roy .
Dur. ( additandolo ) Eccolo .
E. Permettetemi , signor professore , cbe vi rassegni il
pro-ofondo mio ossequio. ( s'inchina profondamente )
Le. R. Vi sono grato.
....
Con. Evviva ! Anche lo speziale Eustachio si convertito .
E. Non ne ebbi ma -ai bisogno. Adagio: noi siamo ami
ci d' ambidue li partiti .
.
Le R. Voi siete farmacista ?
E. E molto gra-ato alla vostra sapienza. Non sapete
quanti mezzi scudi ci avete fatto accumulare ? pi tro
vano opposizione, pi te-empestano nella nostra ca- as
setta .... Adagio : non poi morto l'illustrissimo ?
Con. Lascio morir prima voi. Dove avete il mio conto?
E. Voi lo ge-etaste in questo luogo , ed io mi . dimenti-,
cai di ra -accoglierlo.: ma ne fa -ar un altro.
Dur. ( cavando un foglio ) Io lo raccolsi temendo che an
dasse smarrito . Eccolo . ( lo porge al Conte )
E. Adagio : lo osserverete con comodo.. . ,

64
Con. Trecento zecchini in dne mesi di onta : non 4 rero t
Eie. |
Lui. > Trecento zecchini I
Pro. \
Con. Pazienza : basta che mi avesse ridonato la salute .
E. Di questo non ne dubitate . Quanto alla somma, io fui
assai discreto . Fa-ate leggere la specifica. Me ne appello
a questi signori. Il rabarbaro, l'anodino , la china, gli
oppiati , il muschio, il ca-astoro, il lauro ceraso, e per
fino una scimia che ho fatto venire da Gibilterra , sono
articoli costosi .
Le R. Una scimia!
Lan. Chi non medico forse ignora , che il brodo dell' orangotano entra negli astringenti , e la polvere delle suo
ossa ne' sudoriferi .
Le R. E il Conte non morto con s forti agenti ?
Con. Sono anche a tempo .... Ma Lancetta ! . . . . questa
stampa ?
Lan. Voi date ascolto alle ciancie d' un chirurgo ? il pro
fessore vedr le prudenti dosi , le giudiziose applicazioni .
Dur. Quattr' oncie di lauro ceraso una dose prudente .
Lan. La , sig. empirico, perch exploratis viribus , e per
ch extremis morbis extrema rimedia...
E. certo che il dottore ebbe molto da de-eprimere , e
dovette usare anche mo-olti antelmintici.
Lan. Questo non vi appartiene : e dovete tacervi .
Eu. Adagio : volea dire che un' ostinata ve - emanazio
ne ... .
Lan. Ripeto che non dovete sindacar la mia cura: siete gi.
conosciuto per un' anima venale .
E. Tocchiamoci la mano , caro dottore .
Lan. Imprudente !
EU. Adagio : quando cos mi trattate , potrei dirvi cose spia
cevoli .
Lan. Parlate vecchio ipocrita.
E. Vi direi pe - ettoralmente e senea rancore , che voi s
nemico del liquor Le Roy , lo avete preso anche questa
-ma attina.
Con. ( sorpreso ) Dite da vero Eustachio P
Eu. Da uomo onorato .
Lan. Siete un impostore .
Con. Ah traditor Lancetta !

65
jic. un VeccLio malvagio", un 'calunniatore' .
Eu. E voi , dottor Aconito : ma adagio , perch non m'in
furio , sapete ; voi pure dovreste tacere .
jic. Eh , che io non vi temo .
Eu. N io pretendo'di fa-arvi paura', ma soltanto d'av
vertirvi che quella giovane idropica che faceste avvolto
lare nella pa- asta d' orzo , ha abortito d'un grosso
m-aschio .
jdc. Ho compassione per la tua et , altrimenti ....
Eie. Signori: tempo di finirla .' 11 dottor Lancetta ha fat
to una prodigiosa cura a mio marito . La di lui scampa
lo dimostrer ; e dobbiamo essergli grati .
Pro. La Contessa dice bene : sentire il pr e contra.
Dur. Giovanni !
SCENA

ULTIMA.

Precedenti, Giouatthi .

. . .: .

Dur. Hanno ancor portato la stampa ?


Gio. Non ancora, ma io gi ne custodiva una copia. Eccola.
( due comparse portano un tavolino pieno di medicinali)
Dur. Ecco tutte le medicine 01 dinate al Conte . Egli non
ha preso niente.
Lan. \
Ac. > Niente ! !
Eus. )
Eie. "
p' l ( ridendo ) Oh ! Oh ! Oh ! ... .
Gio. J
Con. ( con istupore ) Che ascolto ! ma' come ho potuto gua
rire
Eie. ( additando Le Roy ) Ecco chi' vi ha guarito .
Lui. E per mezzo di Durval.
Dur. Due sole bottiglie di monsiur Cottin v' han doma
ta la febbre , e fugato i perversi umori che vi minaccia
vano . L' ultima dose 1' avete presa questa notte , perch
ne avevate bisogno .
Con. Ma se quella bibita sapeva d'un lcherme eh mi da
va Lancetta .

66
Dr. Appunto quell' alchermes era liquor Le Roy . Vedete
l quello che fu cangiato . Ecco tutte le medicine : si
confrontino con le ricette .
..
Gio. Ancor io ne son testimonio .
,
Con, Eh, gi tu sei il segretario. Ecco l'ostinata corrente
del mio corpo ! ( a Lancetta } Amico, dunque Pabbiam
preso ambidue? Ora come aneler il nostro umido radicale?
Iian. Io non so persuadermene . No : non possibile : io
ho veduto il sangue che gli ho fatto estrarre.
Gio, Sapete pure che mi avete sgridato , perch lo gittai
via pi volte: cio coli' immaginazione .
Eie, Si guadagnato il chirurgo, e non gli fece che piccole
punture .
Dur. Tre volte vedeste il sangue , e non era suo .
.Lui. Era della povera padrona .
Lan, Ma le pillole che gli ho veduto trangugiare? . . : .
Dr. Eccole l 5 e tutte in numero pari come costumate .
Furono invece pillole di condensato liquor Le Roy .
Lan. E le tante soluzioni che 1' ho veduto a prendere ?
Dr. Osservatele: son l. Era il medesimo liquore preparata
a mio modo.\Non temete: tutto and a meraviglia.
Eie. E noi ci siamo ben maneggiate, acci di niente v' ac
corgeste .
Ac. Quest' un imperdonabile affronto .
Lan, Io mi far render giustizia di uri simile tradimento .
Dur. Quanto si operato non pu dirsi tradimento : giacch
ho intrapreso questa cura d'ordine della signora Contessa.
Eie. Ci verissimo .
Dr. Dunque potete contentarvi, allorch i vostri passi vengan soddisfatti ,
Con. Certamente : e anche bene , acci restiate lontano dal
le mie vene , Lancetta .
Eus, Adagio : ed io? .... ,
Con, Anche Eustachio sar soddisfatto. Signor protomedi
co, mi spieghi tutto, (di soppiatto) Non dunque vero
che Le Roy sia un impostre , e che ella abbia degli or
dini secreti contro di lui ?
Pro. Ignoro quanto mi dite . In carattere poi di onorato me
dico dichiaro, che mi gradevole l'amicizia incontrata
col signor di Le Roy ; che il di lui specifico pu esser
giovevole in certi casi, come lo fu, per opera alquanto
ardita di Durval, al signor Conte; ma che tuttavia son

/
67
ben alieno dall' approvare in tutto le di lu massime :
e son persuaso ch egli non isdegni la ma schiettezza '.
Le R. (fa un atto " approvazione. )
Pro. Cos pensano anche i governi allorch proibiscono d' usare il suo purgante senza la conveniente ricetta . Del r
sto sappiate che io non son gi protomedico , ma il di lui
fratello. Sono bens delegato dal governo per una missione
che riguarda oggetti di sanit : e fra le diverse mie in combenze , ho un foglio che si riferisce ai signori Lan
cetta ed Aconito . ( cava il foglio ) Durval , leggete.
Dur. ( legge ) ,, Informata questa medica facolt che i no
minati Lancetta ed Aconito sedicenti dottori medici
siansi intrusi sotto codesta giurisdizione ad esercitar
l'.arte salutare senza nostra t'ormale approvazione , vi
,, ordiniamo di farli citare a comparire entro due giorni
alla nostra residenza onde presentar i loro diplomi
Pro. (Riprendendo il foglio) Senza dunque ch'io proceda,
i signori hanno inteso .
Eie. ( al Conte ) Vedete se le mie diffidenze erano fondate !
Con. Che ascoltai !
Ao. ( di soppiatto ) Lancetta , come faremo P
Lan. ( Gi mi prende una diaforesi !....)(parte di mat'
garbo in compagnia d' Aconito )
Pro. Per conchiudere poi il consulto ch'io aveva intra
preso sopra la vostra salute , sostengo , che voi siete sa
nissimo ; e che 1' ipocondria la quale vi molesta, era alimentata da chi vi circuiva , aveva origine dal mangiar
molto e non fare alcun moto dopo una malattia, e molto
pi ancora dai vostri continui pensieri ad effimeri ma
lanni . Fate moto , adottate un altro metodo di vivere e
di pensare: e ripeto , sparir l'ipocondria .
Con. Ma adesso avr troppo sangue.
Li R. Il sangue non mai troppo. Il buon governo della
vita ne proporziona la misura . I pravi umori che infet
tavano il vostro sangue , sono eliminati . Or vi abbiso
gna allegria , e fiducia .
Con. Dunque vi son grato , signor Le Roy , e vi prego di
perdonarmi .... fui degno di compassione.
Le R. Godo al vedervi contento, e lo desiderava quando il
nipote di voi mi scriveva . Tutto dunque a lui dovete.
Con. Carlo ! mi dimenticava di te ! ... . Lascia che con un
bacio io ti ringrazii di cuore .

63
Eie. Conte : giacch siamo in materia , desidero il vostra
sentimento . Vi ricordate la solenne vostra promessa di
maritar Luisa col figlio del medico che vi avesse gua
rito ?
Con. Ho inteso ; me ne son gi' accorto che Durval e Lui
sa si amano
Eie. Per lor cagione avete scampato alla sorte che tocc
alla padrona dell' albergo, e al veleno riposto in quell' ampolla .
Con. Uh ! quell' ampolla poi non la dimenticher mai . Fi
gli miei , se veramente vi amate , e che lo zio sia con
tento , datevi la mano .
Lui. ( abbracciandolo ) Caro padre !
Dur. Voi compite la mia felicit .
Le R. Ricevete, signor Conte, la mia gratitudine , e non isdegnate un mio consiglio . Andiamo tutti ad accompa
gnar il professore alla capitale . Questa gita vi giover
per tutti i rapporti .
Con. Andiamo .
E. Adagio . Poich comprovato che tale purgativo pu
esser giovevole, vi-iva dunque le Roy !
Tutti ( ai eccezione di Le Roy ) Evviva !

ERRORI

SI LEGGA

pag.

Ha.

Lui. Se tu sentisti

Se tu sentissi

a.%

.So

Corpo di Galle no !

Corpo di Galeno l

il souffira

il suffira

8
ivi

17

lavemment

lavement

IVI

aS

cristerio

cristero

24

idronalo

id roti fal

So

33

follie

folio

6a

i3

lo innovazioni

lo innovazioni

v. \J w / J ,. ;

Potrebbero piacerti anche