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Lavaggio dellazoto

II metodo del lavaggio dellazoto si applica facendo passare, in un tempo dato, il


soggetto esaminato dalla respirazione in aria atmosferica alla respirazione in ossigeno
puro, realizzata attraverso una valvola che consenta di raccogliere la miscela di gas
espirati e di misurare lazoto in essa presente mediante un apposito analizzatore.
Lazoto presente nella capacit funzionale residua allinizio della respirazione in
ossigeno puro defluir con i gas espirati e la sua concentrazione nella miscela
scender progressivamente a zero. A questo punto tutto lazoto sar stato lavato via
dai polmoni del soggetto in esame. Si misura il volume di tutto il gas espirato
dallinizio della ventilazione in ossigeno puro fino al momento in cui la percentuale di
azoto in esso contenuta scende a zero, e lo si moltiplica per la percentuale media di
azoto nel totale di tutta laria espirata durante questo tempo. In questo modo si
calcola il volume di azoto che era contenuto nei polmoni del soggetto allinizio del test.
Lazoto rappresenta circa l80% del volume di aria contenuto nei polmoni di un
soggetto che respiri la normale aria atmosferica, e, quindi, moltiplicando il volume di
azoto presente nei polmoni allinizio del test per 1,25 possibile ottenere con buona
approssimazione il volume iniziale di aria contenuto nei polmoni. Se il test era iniziato
alla fine di una normale espirazione a volume corrente, il volume calcolato sar uguale
alla capacit funzionale residua.

Diluizione dellelio
La tecnica della diluizione dellelio si basa sul principio che, se si conosce sia la
quantit totale di una sostanza disciolta in un volume sia la sua concentrazione, il
volume in cui la sostanza disciolta pu essere facilmente calcolato dividendo la
quantit totale per la concentrazione. Se una quantit nota di elio diffonde nellaria
contenuta nel polmone e la sua concentrazione determinata con un misuratore
apposito, ne deriva che il volume dellaria polmonare pu essere calcolato in base al
principio esposto.
Lelio un gas adatto a questo tipo di misurazione, in quanto non viene assorbito dal
sangue dei capillari polmonari e di conseguenza la quantit di elio assunta dal
soggetto e contenuta nei polmoni non modificata da questo fattore. Per lesecuzione
del test di diluizione dellelio, il soggetto studiato, a un dato tempo, inizia a respirare in
uno spirometro riempito con una miscela di elio e ossigeno le cui quantit sono note.
La concentrazione di elio nellaria espirata continuamente registrata da un
misuratore e, partendo da un valore iniziale zero, essa cresce progressivamente fino a
diventare identica a quella dellaria inspirata. In questa fase la concentrazione di elio
uniforme in tutto il sistema costituito dai polmoni del soggetto e dallo spirometro a
essi collegato e il test viene interrotto al termine di unespirazione a volume corrente,
ossia quando laria contenuta nei polmoni corrisponde alla capacit funzionale residua.
A questo punto la capacit funzionale residua pu essere determinata calcolando il
valore che VPf viene ad assumere nella seguente formula:
FHej Vspi = FHef (Vspf + VPf)
che sar:
VPf= FHejVsp; (FHef) - 1 - Vspf
Nella formula la quantit totale di elio nel sistema inizialmente uguale alla sua
concentrazione iniziale nello spirometro (FHej) moltiplicata per il volume iniziale dello
spirometro stesso (Vspi). Se non ci sono state perdite, essa deve necessariamente
essere uguale alla quantit totale di elio contenuta nel complesso polmoni-spirometro

alla fine del test, a sua volta uguale al prodotto della concentrazione finale di elio
(FHef) moltiplicata per il volume dello spirometro pi il volume dei polmoni alla fine del
test (Vspf + VPf). Se il test, come gi detto, viene interrotto alla fine di unespirazione
a volume corrente, allora VPf corrisponde alla capacit funzionale residua. Va tenuto
presente che, poich possono essere necessari diversi minuti perch la concentrazione
di elio si equilibri tra i polmoni e lo spirometro, in questo tempo necessario che la
C02 prodotta sia assorbita via dal sistema e che sia aggiunto 0 2 in misura pari a
quello consumato dal soggetto.

Pletismografia
Il pletismografo corporeo costituito da una cabina chiusa a tenuta d'aria (box)
sufficientemente grande da contenere un individuo seduto, il quale respira l'aria
esterna al pletismografo mediante un tubo e un boccaglio. Questa via di ingresso e di
uscita dell'aria collegata a uno strumento detto pneumotacografo che consente
all'operatore addetto al pletismografo di monitorare e registrare i flussi di aria nelle
varie fasi del ciclo respiratorio. Il boccaglio , inoltre, collegato tramite una derivazione
laterale a un sensore di pressione che consente di monitorare le variazioni di pressione
alla bocca del soggetto studiato in rapporto al ciclo respiratorio (Pbocca). Un secondo
sensore di pressione, molto sensibile e preciso, registra le variazioni della pressione
dell'aria contenuta nel box del pletismografo (Pbox). Dopo aver fatto respirare il
soggetto attraverso il tubo di collegamento con l'esterno per un tempo sufficiente a
ottenere un normale e stabile ritmo respiratorio, al termine di una normale espirazione
l'operatore occlude il tubo. Si produce in tal modo una situazione in cui il soggetto
tenta di inspirare attraverso il tubo chiuso, espandendo con energia il torace e
provocando cos un piccolo, ma apprezzabile, incremento della Pbox derivante dalla
variazione positiva di volume del torace (AV) e dal corrispondente decremento del
volume dell'aria contenuta nel box (Vbox). Secondo la legge di Boyle possibile
scrivere l'equazione:
Pboxi Vboxj = Pboxf Vboxf
che pu anche essere trasformata nell'equazione:
Pbox; Vbox, = Pboxf (Vboxj - AV)
dove Pboxj e Vboxj sono i valori di Pbox e Vbox prima dell'occlusione del tubo, Pboxf
il valore di Pbox al massimo dell'espansione del torace, dopo la chiusura del tubo e
(Vboxj - AV) il valore di Vbox al massimo dell'espansione del torace, dopo la chiusura
del tubo, che possiamo anche indicare come Vboxf. La misurazione diretta del volume
dei valori assunti da Vbox, che sono uguali al volume della cabina meno il volume del
soggetto studiato, sarebbe molto complessa se non impossibile, per cui il
pletismografo viene tarato con il soggetto da studiare gi all'interno, introducendo
volumi noti di aria e determinando gli aumenti corrispondenti della pressione. Dopo
aver elaborato in ogni seduta, e per ogni soggetto studiato, un grafico delle
corrispondenze tra le variazioni volumetriche note utilizzate per la procedura di
taratura e le corrispondenti variazioni dei valori assunti da Pbox si pu calcolare il V
dell'equazione (2). Anche il prodotto del valore assunto da Pbocca per il volume
polmonare del soggetto studiato (VP) deve essere costante durante l'inspirazione
attraverso un tubo occluso. Quando il soggetto inspira VP aumenta in maniera
corrispondente alla diminuzione del valore assunto da Vbox, che indicata
nell'equazione (2) come AV. Pertanto quando il volume polmonare aumenta:
Pboccaj VPj = Pboccaf VPf
che pu anche essere trasformata nell'equazione:

Pboccaj VPj = Pboccaf (VPj + AV) (3)


dove, in maniera analoga all'equazione (2) Pboccaj e VPj sono i valori di Pbocca e VP
prima dell'occlusione del tubo, Pboccaf il valore di Pbocca al massimo
dell'espansione del torace, dopo la chiusura del tubo e (VPj + AV) il valore di Vbox al
massimo dell'espansione del torace, dopo la chiusura del tubo, che possiamo anche
indicare come VPf. Il AV dell'equazione (3) identico a quello ottenuto nell'equazione
(2 ), per cui si in grado di risolvere l'equazione (3) per VPj. Questo volume
rappresenta la capacit funzionale residua in quanto l'occlusione stata effettuata al
termine di una normale espirazione a volume corrente. Conoscendo la capacit
funzionale residua e i volumi misurati con la spirometria, il volume residuo e la
capacit polmonare totale possono essere calcolati mediante somme e differenze.

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