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VITE
D E'

PITTORI,

SCULTORI,
ED

ARCHITETTI
PERUGINI.

1
[

VITE
D E'

PITTORI,

SCULTORI,
E

ARCHITETTI
PERUGINI
SCRITTE, E DEDICATE
ALLA

MAEST

CARLO

EMANUEL

Re

DA

di

Sardegna

LIONE

IN

ROMA,

PASCOLI

MDCCXXXII.

Per Antonio de' Roffi , nella Strada del Seminario Romano .

CON LICENZA DE' SUPERIORI.

k.J.

SIRE

J^a

ben tempo ,

che

in qualche modo manifeFIaffi


mio

al

dejtderio

mondo
di

V ojfequiofo

non

vivere

in

grato

grato

alta

di V.

M. ,

%one

mi

onorare.

generofa Beneficenza
che con tanta
volle

ne

Ed in

di/dicevole

far

mej

diftinpaffuti .

qual altro
io poteva

men

che

coliumilmente offerirle queftapic


cola

mia fatica ,

ora da
riceve
porta
gio ,

gloriofo

in fronte ,

che abbia .
gradita

Benignit
guari

quale

efce

torcbj colialto onor ,


dal

d ejfer

la

che

Nome ,

che

che lunico pre


Se avr la forte
dalla

ardir

pur

di prefentarlene

regia fua
tra
un

non
altra

non particolare , e ristretta , corri


ella queBa ,
maggiore.

ma

univerfale ,

Tratta nondimeno

elf

anco*

ancora ,

bench

duna fola

na

zione favelli y

di quegli

che V. M. s par

di queirarti

zialmente

artefici,

colfeccelfo fuo

favorifce ,

protegge .

rendo , e proteggendo

Genio

E favo

eziandio in

gufa afsai parziale i letterati,


le

lettere

invidiar

non

vranno ifortunati fecoli


viano,
tiafcer

e di Traiano;
l

Perfona .

vedono

magnanimo I(e

do

d'Otta

giacche ri-

nella

Giubila

real fua

perci

meco

e fico la repub

blica letteraria fi rallegra d aver


acquiftato

un

cos

blime Protettore,

degno,
e

di

e fu-

vedere in

Torino il teatro delle faenze ,

la

regia

regia

degli Judj ,

Italia

Giubila

TAtene

anche

d*

il flori

do , e ricco commercio fempre pi


invigorito
diverfe

ed accrefciuto

perfette

dalle

manifatture

fuoi flati introdotte ,

e fatto pi

ricco dalle ricchezze immenfe del


fuo

generofiffmo

Cuore .

di

gioirfi rimane linnumerabilgen


te ^

che

nella

M.

tiene

jupenda

nuova
e

V.

impiegata

fabbrica

della

cittadella dAkfsandria ;

tutta intenta

midabil lavorio

alvajio,
corre

e for-

a gara , - e

s affretta per far toflo veder


arte un prodigio ,
in genere

air

e tutto ciocch

di fortifcamion fi pu
fare .

fare. E laf
piendida, e magnifica
corte ella pur fefteggiando, epren
dendo pi chiaro lume dalTalma
luce delfuo Signore dice , e ripete ,
che niente sfplendido , e magnifi
co veder vi fi pofsa ,

che fuperato

di gran tratto non fia dalla fplendide%%a>e magnificenza dell'Ani


mo di V. M. , che in fe veramente
raccoglie tutte reroiche virt , che
deve avere un Sovrano . Degnifi la
Divina Provvidenza per comun
beneficio ,

e /pedale della lettera

tura di confervarla con profperit


lungamente ;

e ficcome gli ama

tori di efsa interefsati fono


glorie

di

V.

M.

lo

nelle

defiderano

tiy

iop

tememe
gno ,
fuoi

d'ogni

mi

altro riveren

c intere]so ,

ago

che ho quella di potermi d


pie

prefondamente

inchi

nare.

OlfequToffflimo Servo
Lione Pafcoli %

I
FAUTORE
A chi legge .

Arr forf Arano al lettore , che


io prima di dare alla luce il fe
condo

volume delle vite de*

pittori , fcultori , ed architetti


moderni , ficcome gli promifi
nel primo ,

dia quelle de' pit

tori, fcultori, ed architetti Pe


rugini . Sappia perci , che piucch volentieri
mantenuta gli avrei la parola ,

e pi , e pi

mefi flato fono attorno all'opera per mantener


gliela , n levate v'avrei mai

le mani finch

compiuta non l'averli , fe coloro che data a me


l'avevano, mantenuta me l'avenero per le no
tizie ,

che mi bifognano . Per non iflar dun

que oziofo 3 e per venirmi fpacciando dall'intraprefa fatica ,

giacch fon molfanni ,

che_

dato avea principio anche a quefta , la profeguii

con animo determinato d'abbandonarla

qualunque volta capitate


avendole ancor vedute ,

mi foffero .

Non_>

ed elfendomi frattan

to venuto fatto il compirla , ho creduto non


ifconvenevole il darlagli a leggere

tanto pi

che Aimo far quefta non men curiofa di quel


la, e che l'una, e l'altra tratta de' pittori, {cul
tori , ed architetti . Piacciagli dunque gradir
A
que

quefta per ora ;

dacch fpero prefto potergli

dar anche quella ; perch ogni giorno rin nuo


vo Tiftanze per le notizie , e poche me ne man
cano per compirla . Ma per poche ch'elle fie
no neceario che l'afpetti , e non ne privi chi
le defidera pel defiderio che ho di metterla to
lto alla luce . Imperocch gran fallo ftimo che
fia d'uno fcrittore il non ufare ogni diligenza_
per averle , quando a cofto eziandio della bor
ia aver fi doveffero , come adivenuto a me ,
che alcune volte non poco ho dovuto per effe
incomodarla . Onde fe'l lettore, che tutte tutte
le vorrebbe, non le ha , convien che fi dia pa
ce , e rifletta alle moltifTime difficolt ,

che_j

s'incontrano nel trovarle ; penfi che innume


rabili fono coloro che le leggono ed unico chi
le ferive , e che tanto facile all'univerfale_*
degli uomini aver univerfal cognizione di tut
to ci che accaduto , e va accadendo nel mon
do ,

quanto al particolare diffcile . Quando

dunque lo fcrittore ha fatto quel che ha potu


to per averle , e non le ha avute anzi che di
taccia degno di feufa , dovendofi in tal cafo il
difetto

piuttofto

compatir

che riprendere- .

SpelMmo per fuccede


Che d'altrui colpa , altrui b)afino s *acquifta .
Avvi ancora tra' leggitori, che di tal let
tura fi dilettano chi voluto v'avrebbe , e

vi

vorrebbe e' ritratti de' profeflri de' quali fi


fcrit-

fcritto ; e non fi confider , che pochi trovandofenc , e non potendoli avere di tutti , l'ope
ra fi rimarrebbe imperfetta . Ed efiendovi tra
loro chi replica , che far fi dovrebber d'idea_>
di quelli che non fi trovano , fon forzato a re
plicare ancor io , e

dire che mi pare che ci

in niun modo convenga , e ch'e' farebbe un in


ganno sfacciato , ed una folenne impoftura . E
f mai flato vi fia chi fatto l'abbia , che noi
credo , e non lo vado cercando , non merita-
imitazione , ed ha fatto maliffimo . Senzach,
fe anche trovati fi folfer di tutti fi farebbe do
vuto allora penfare al grolfo dhpendio , che vi
vorrebbe per farli contorme van fatti . Poich
altramente facendoli meglio d'aftenerfene per
non ifcreditare , e mettere in ridicolo l'opera ,
ficcome ad alcuni non poche fiate accaduto .
Chi dunque ha potuto averli di tutti , e che
avuti gli ha fimili , e ben difegnati ,

e inta

gliati ha fatto bene ad inferirveli , Ed io per


ch non ho potuto v'ho defcritta la fifonomia,
e la ftatura di quelli , di cui m'era nota , e de
gli altri me ne fono attenuto . Ma a che cercar
nelle ftore i ritratti , che ci rapprefentano l'im
magini dell'afpetto, che in ogni etade fi cangia,
e la fua bellezza , o bruttezza deriva per pu
ra, e mera grazia, o difgrazia di chi nafce,
fenza veruna fua colpa dal folo voler di natura,
e fono tanto l'uno quanto gli altri fragili, e_,
A a
cadu

4
caduci, e per confeguenza non cos da prezzo,
come

da alcuni fono apprezzati . Cerchinvil

cerchinvifi , e vi fi defcrivan l'azioni , che ci


additano , ed efprimono le figure dell'animo ,
e fon noftre proprie perpetue ,

e (labili , e fi

devono fenza alcun paragone affai pi (limare,


e venerare . Siccome anche affai pi fi (lima
vano , e veneravan da' favj ne' tempi antichi,
e ben cel attefta nella vita d'Agricola il favjf.
fimo Cornelio dicendo: ls verus bonos, ut omnia
fafta ) dBaque e'jus fecum revolvant , famamque^
ac figuram animi mag'ts quam corporis completiantury
non quia intercedendum putem imaginibus , qua marmore , aut are finguntur , [ed ut vultus hominum 5 ita
fimulacra vultus imbecilla , ac mortalia Junt , forma
tnentis (eterna ,

quam tenere ,

y exprimere non per

aliam materiam , iy artem , fed tuis iffe moribus poffis.


Quindi

palfando

all'ortografia , alla lo

cuzione, ed al numero, ond'io nell'altre ope


re mie , ed in quella eziandio mi fon fervi
lo , ed in cui taluno , che alcuna parte pi confacevole al genio fuo ne avrebbe voluta , m'ob
bliga del mio , e del perch a rendergli conto
dir , che per l'ortografia ho proccurato d'ac
codarmi quanto ho faputo il meglio alla mo
derna de' buoni fcrittori , ed a ci , che i fguaci di Lionardo Salviati nelle compilazioni
3e' vocabolari della Crufca ci hanno lafciato
fcritto , n punto punto me ne fono allontana
to.

5
to . Imperocch a che ferve con effi di polta_
gli riipondo affaticare d'accenti , d'apoftrofi ,
e di majufcole con non poca conffion la frit
tura , ove non ne ha verun bifogno , e che per
veruna ragione le fi convengono Per // , e gli
pronomi del quarto cafo del numero del pi,
e per quelli , e quegli pronomi altres del primo,
e quarto cafo dello fteifo numero , che ugual
mente terminar poffono ed in //' , ed in gli fon
camminato con una regola , che non propon
go , perch faccia legge . Ma perch tal altro
fappia , che non fono andato alla cieca , ed ho
ufato // , e quelli allorch la parola feguente co
minciava per confonante , gli, e quegli , quan
do principiava da vocale , o da / feguita da
altra confonante coirefempio degli

articoli ,

acciocch non credeffe che io fpacciar me no


voleffi per autore .
E dell'altrui fatiche me far hello .
Mi fono per la locuzione attenuto d'ufare
in corpo a' membri ,

ed a* periodi gli affidi

ne' verbi parendomi che facciano affettazione,


e durezza , tuttoch non ignori elfere flati ufati
nella prima , feconda , e terza et da' migliori
autori di noftra favella , e me ne fon frequen
temente fcrvito in principio de' medefmi , ove
dan grazia, maeftade, e vaghezza. Ho proccurato di fpiegare il fentimento con femplicit,
e naturalmente con brevit , e con chiarezza,
e ere

6
e credo, od io m'inganno, che quella non fia
fiata ofcurata da quella . Ho variato fecondo
la variet dell'orazione , e le qualit de' fuggetti lo Itile, e la frafe, fecondocch flato
praticato fempre da' pi efpcrti , e giudizio!!
crittori , e particolarmente dal non meno ingegnofo, che eloquente , dal non men eloquen
te , che urbano , e leggiadro maeftro della_>
Tofcana profa nelle ghiotte , ed argute fue no
velle . Imperciocch fentenziofo, confiderato,
e grave difcorre nel proemio , e nel principio
della prima giornata , e vezzofo , gajo , ed ame
no s'introduce a favellare nell'altre , Umile,
rimelfo, e puro fi moftra nel fine di effe, e faporito graziofo , e faceto diviene nella conclu
sone dell'opera . Ed egli medefimo nelle medefime novelle fenza cercar de' Greci, e de' La
tini , e d'altre fue opere rapprefentando non il
proprio , ma gli altrui perfonaggi ,

come a_>

propofito differentemente li fa difcorrere . Ve


do che idiotamente il femplice , e bambo Ca
landrino co' fuoi compagni favella ; e con dot
ta eloquenza ragiona l'appaffionata Ghifinonda
al morto cuore dell'amato Guifcardo . Con_>
fiirbefchi , e baffi vocaboli manda per lo barettiere l'ambafciata Ciacco all'Argenti ; e con
nobilt d'animo rimprovera Tancredi alla fi
glia il fuo fallire .

Con plebee , e Ciciliane pa

role mette Jancofiore Salabaetto nel bagno j e


con

1
con generofi

fentimenti rifponde Ruggieri al

Re di Spagna. Il perch fe nelle concioncine,


e negli efordietti , ed altrove giuria la variazione
delle perfone ho variamente parlato , ho cre
duto fenz'alcun timore d'abbaglio , che in cotal
guifa fi doveffe parlare . Tanto piucch trat
tando io di materia iterile , e fecca per la medefimezza delle profefloni , ed infieme infieme
fertile , e copiofa per la moltitudine de* profeffori , di foverchio nojofo flato farei fenza va
riare . Se poi ci ho fparfa per entro alle volte
qualche voce , o non troppo ufata od alquan
to antica non gran male > n mi (paventa che
dicelfe C efare prelfo Gellio , che infikns verbum
tamquam fcopuum fugiendum . Il male farebbe di
fpargervi le mutate , dalle quali ci dobbiamo
attenere , giacch gli arcaifmi anno talora ma
gnificenza , e grazia , e fpiccano fuperbamente , e campeggiano , e tornan bene , quando
aJ loro luoghi a e lumi fi mettono , e fcerre fi
fanno . Ed agguifa delle foglie , che nelle pian
te caggiono , e rimettono , muojono , e rinafcono nelle orazioni le parole.
Multa renafienter 5 qua jam cecidere : cadentqm
Qua nunc funt in bonore vocabua .
Pel numero poi , comecch

abbia molte

regole , e chi tenga luna , e chi l'altra , la mi


gliore m' fembrata quella dell'orecchie ,

e_i

di sfuggire la fuperfluit : il pofponimento , e


l'af

8
l'affettazione , conforme h vuto in animo di
fare, quantunque forf non mi far riufcito .
Pofciach affai diverfo il conofcere una cofa
ben fatta dal faperla ben fare -, ed ancorch fi
ippia il modo di farla bene per certo tal qual
deftino fpeffiffimo non fi fa , e non fi pu fere.
E veggio il meglio , ed al peggior m'appiglio . Onde
l'intrecciar mazzi d'epiteti , e di finonimi per
ingrandire , e gonfiare i periodi , il metter fempre il verbo dopo mille andirivieni in fin de*
medefimi , l'affettare ogniora lo fteffo fuono re
ca non poca noja , e difpiace , e fono manie
re cattive , e da non feguitarf . Effendo la pri
ma da fuggirli per la ragione , che tutto ci ,
che fuperfluo , ficcome nafce da mente in
gorda , indigefa , e fatolla , fi deve tor via :
la feconda fu anche in tempo di Quintiliano ,
e

da lui fteffo meffa in canzone : la terza

fommamente biafimevole , perch non natu


rale , e

comparir fa la fcrittura pi coltivata

dei dovere , e per confeguenza dura , e ftentata , e tanto da aborrirti" , quanto merita abborri mento chi nelle operazioni fegue pi l'arte_
che la natura , che fua maefra .

Ha la no-

fra favella i troncamenti , e le compofizioni


delle voci , ha i nomi di doppia ufcita , ed i
ripieni, ha gli affidi, e gli apoftrofi , ha i fegnacafi , e gli articoli , ha gli aumentativi , e
diminutivi, i vezzeggiativi , e difpregiativi,
e' bia

0
e* biafimativi ,

ed i riprenfivi , e molt* altri

vantaggi , che alcurraltre non hanno, di cui,


fe fi fapr giudiziofamente lo fcrittore fervire
potr di leggieri, ed. a fuo uopo, e tempo dar
conveniente armonia al fuo dire .

Avverta^

per che '1 foverchio troncar delle parole n


gli fccia troppo rotondo , e fonoro , e lo (car
io , troppo interrotto , e fnervato il periodo ,
che giufta il parere di Demetrio Falereo dee
effcre refpirabile . Per altro io non ho mai pretefo di chiuder la bocca al lettore ,

o ch'egli

abbia folamente a dire ciocch gradevole , e


caro , ed a tacere quei che rincrefce, e fpiace
conforme per avventura vi far chi lo vorreb
be . Io non fon per fede mia di queiti , eifendomi al certo pi a grado il fentir parlare del
cattivo di mie opere ,

perch noi conofco ,

che del buono , fe pur vi fia , che da me fteffo ravvifo , e difcerno . Per la qual cofa egre
giamente al parer mio fanno coloro , che per
izzelo , e con amore ne avvertono gli fcrittori .
Goncioffiech , ficcome aftio, invidia, ed im
pertinenza farebbe

l'intaccare, e difprezzare

gli fcritti loro per difpregie voli ; che foffero ,


cos ftato fempre ufo lodevole , e molto ac-
cetto , e vantaggifo alla repubblica delle Jet-*
tere il criticare , e dire fpaffionatamente il fuo
parere .
Licut femperque licebit .
b

IO
IMPRIMATUR,

; '

Si videbitur Revcrendifsimo Patri Magiftro Sacri Palatii


Apoftolici .
N. Baccarius Epfc. Bojanen. Vicefg*

SE l'onorare la Patria ufficio degno d'un ottimo Cit


tadino , all'Abate Leone Pafcoli devefi la lode
d'avere un tale ufficio egregiamente efeguito , colle me
morie , che con ilquifita diligenza ha raccolte , e con_
pari facondia e purgatezza ha ftefe nel libro da lui inti
tolato le vite de' pittori , /cultori a ed architetti Perugini^
e perche Io d'ordine del Reverendiffimo P. Maeftro del
Sacro Palazzo ne ho fatta la lettura fenza aver trovato
in effo cofa che difconvenga ad un faggio , e coftumato
Scrittore, fono di fentimento , che meriti la pubblicit
della ftampa. Queflo d ij. Eebbraro 1732.
Giufeppe Carli Dottore , e Lettoreflraordinario
d leggi nelPUniver/tt di Verrara , e Minu
tante nella Segretaria di Stato di Nojlro Si
gnore .

IMPRIMATUR.
Fr. Jo. Benedicus Zuanelli Ord. Prasd. Sac. Palat. Apoft.
Magifter -

PROE-

Il

Or

Gni buon Cittadino , che non ha occafone d'impugnar ilferro in difefa dettila ,
patria , e che aver non pu laforte per
ejfa , ed in ejja di glorio/amente morirey
proccurar dee. in Qualunque altro mod
giujla fuo genio dfervrla . Edejfendo egli un obbligo , che ognun /eco con
trae per gratitudine , e per natura,
alle cui leggi ubbidendo gli animali eziandio , che di ragio
ne fon privi tanto maggiormente alla fodiifazione fringe i
ragionevoli . lo per me quantunque molto tempo fa , che
cerco colle debolifatiche della penna difar alla mia general
mente conofcere , che non mi fon dimenticato mai di cotal
debito , ho voluto ora informo particolare , e difinta dar
tene la certezza . Efccomefon pi , e pi anni , che in par
te Pimpiego in rammentare , e defcriverepitture ,fculture ,
e architetture , delle quali belle arti ella ifata antica affettuofa , e benemerita propagatrce , non ho voluto riti
rarla di fui lavor , fenza far menzione di tutti qu* figli
fuoi , che le propagarono . Vedi dunque Perugia , che per te ,
con te , e de' concittadini miei imprendo afavellare , non per
altro fine, che per ijvelare al Mondo alcun di q'ui pregi tuoi\
che forffenza l'ajuto di quefifogli mei referebbero occul
ti. E difatto chipenferebbepi al Caporali, al San Giorgio,
al Pntoricchio,c ad altri degnifcolari di Pietrose io di loro
non tfcrivejfi Chifaprebbe ^ che tu ai avuti , e prima , t
dopo di Pietro eccellenti , e dotti pittori , f io non ne parlajfi ? Chi nominerebbe i corretti tuoi difegnatori , chi gli
egregj miniatori , chi gli efperti profpettivi , chi i bravi
paeffl ,fe io non li rammentaci Pochifarebber coloro , che
ovrebbon notizia de"1 tuoi ammaefratifcultori 3 di tuoi dili 2
genti

12
genti intagliatori , de' taci efattifonditori , de' tuoi ammi
rabili ploftilatori , fe io non li cclebrajp ? E molti , e molti
perdcrebbono anche la memoria degl'infgn tuoi architetti 9
fe io non la ravvivanti Cos pavidamentefece per Venezia i/
Ridolfi , per Modena il Vedriani , per Genova il Soprani %
per Bologna il Malvajta , per Verona il Pozzo : Cosy?<j7z__
facendo per Napoli il Dominici , per Ferrara il Barufaldi : E cos per te far io Perugia ! ducimi per , e mi duo
le , chefar non lofapr con quel bel metodo , con quella ele
gante energia , con quella mafehia eloquenza , con quella
foda dottrina , e con quella grazio/a maniera , con che ig&
da me nominatifcrittori lofecero y ed ella far colpa mia .
Ma mi duole ancora , e mi riduole , che far noi potr con
quell'efatezza , che mi Jt richiederebbe , e che vorrei , cos
per l'operefatte da ejji , come per i tempi in cui lefecero , ed
in cui nacquero y e morirono , ed ella far colpa tua . Pofciach altra cura , altra attenzione , altra diligenza , e mi
glior provvedimento aver dovrejli , di quello ai in regjlrar
le azioni de* figli , che cercano co*fudori loro difarti onore y
per dijlinguerli dagli ozojt , feioperati , ed infingardi. Spero
non dimeno , che in che che modo io il mifaccia , tu gradi
rai il mio buon animo , n tipotr mai difpiacere , che do
po ileorfo di tantifecoli ne' quali ai partorito in ogni genere
foggetti illuflri , d'aver dato il latte anche a uno , chefe^s
non avrfaputo rfplendere colproprio merito , abbia proccurato almeno di fare fpiccare Valtrui . Imperocch non mi
fermer nellefole vite de' pittori, degli/cultori , e degli ar
chitetti y ma finitele paffer a fcriver quelle f letterati 3
de' legjli y de' filofofi, de' matematici , e dey guerrieri , che
pur faran molti quelli , di cui dovr trattare . Vedrai in
cotalguifa anche tu a parte a parte epilogati inpochi volumi
tiafcmi di perfi y non quando fovranatra le Repubbliche go
devi h libert , non quando potente movevi Pormi contro i
Romani y non quando intrepida ti brucia/li perfottrarti dal
.*.

giogo

*3
giogo d'Auguflo , non qundo valorofa ti difendevi perfette
armi continui dalla forza di Totila', perch tali tue gloriofe
azioni da pi chiari , e fortunatifcrittori fonofate narra*
te . Ma quando in bajja fortuna davi a monarchi condot
tieri d'eferciti , lettori alle cattedre , maeflri allefcuole ;
quando riempivi d'oratori pulpiti , di giudici i tribunali i
ifagri collegj di porpore : e quando Europafaceva applaufo,
o per me' dire chinava il capo agli oracoli d> tuoi giureconJultinelFinterpetrazion delle leggi . Quindi perriajjumer
il tralafciato filo del difcorfo , vedrai , come in grembo a te
cominci a riforgere l'antico buon gufo deWarchitettura , e
della pittura , che nel tuofieno i? allatt ilprincipe delitto
ri a che di Spagna, di Vrancia, di Germania verfo te cor
revano infolla gli avidi d'impararla : vedraifin dove anda
tefieno le tue fculture , ed ove le architetture fiveggiana.
Leflo folo * e nulla piti ordinatamente* diflinto per et ora
vedrai, fenzafegregazione per d^una profe/pone daWaltra,
tna alla rinfufa defcritti i profejfori . Ho ben proccurato
quanto ho potuto ilpi difcriver di tutti , cio di quelli ,
che meritevoli , e degni fino , che fe ne feriva , e di notila
ometterne alcuno , e fe mai per avventura alcuno ommejfo ne
ave/fifar flato difetto di notizia , e non d'intenzione . Conciojjiech ho per gli antichi cercato tutti quegli fritti , ova
ho potuto credere di rinvenirli , efaranno da me in ogni vita
allegati , ed ho per moderni richieflo coloro , che mifon
creduto me ne potejjero indicare . Ma chi v* flato mai , e
chi vi tra glifcrittori cos pienamente informato , ed efat
to , che abbia faputo dar fuori a bella prima un'opera del
tutto compiuta , e perfetta Tutte le cofe grandi trattene
quelle , che vengono dall'Onnipotenza , che dicit , & fa<5la
funt , innanzi d'ejpr grandi furono pccole , e quefla mia
che piccolijfima , far ella pure forf un giorno da penna
pi ammaestrata , ed erudita fatta grande . Tacile, efa
cilifimo fi aggiungere ali?inventata invenzioni 3 ma tanto

14
pi difficile V'inventar che Vaggiungere , quanto pifacilmente fi cammina per leJrade gi fatte , che dove fi dev&n
fare . Che farebbero quegPingegni , che minutamente efaminano lefatture degli altri , non peraltro fine, che per
migliorarle, ed aggrandirle Che farebbero gli offerva*
tori , egli empirici , fe non vifqffefu che di continuo affer
mare , ed in chefarfempre nuovefperlenze ? Che farebbero
i critici , fe non veniffe ogni d frefea materia alla luce da
criticare ? Poche opere /campatefono da' denti loro , e me
tto dell'altre le migliori , ed anzi che abbianofeemato difa
ma Vanno acqujlata maggiore . Checch adivenir pojja a_j
qucjla mia a me, che niun altro fine nellofcriverla ho avuto,
.che di render immortale la memoria de' pittori , deglifcultori , e degli architetti della patria , niente cale ballandomi
folo che Vfappia , e che creda , ficcome me Vafjcuro , c be_j
Poltre , che ho detto difare , mifaranfempre non menofra
mano , chefiffe continuamente nel cuore .

VITE

VITE
D E

PITTORI

SCULTORI ,
E D

ARCHITETTI
PERUGINI.

DI BEV1GNATE ARCHITETTO CIVILE.


Coflo l'Italia avea gi il giogo de' Goti ,
degli Oftrogoti, de' Vandali,e degli Eruli,
quando nell'ottavo fecolo venne a romper
l'ultimo anello alla catena de' Longobardi
Carlo Magno . Disfece , e difperfe intera
mente l'invitto Cefare il non ben fonda
to Regno di quella nazione; ma troppo radicato rimate
negli animi degli Italiani alla rinfufa di tutte il coftume .
Tantocch a nient'altro per lungo tempo applicarono , che
a sfogare la lor ferocia ne' duelli , nelle congiure , nelle
{edizioni , ed in arrabbiate guerre inteftine . Cos gli uni
diftruggevano gli altri , e perduto l'antico ftimolo della_.
gloria , e difprezzato l'efempio del valore degli antenati
non pi fi penfava a ftraniere conquifte , ma quegli eran
pi bravi , che pi prefto fi bruttavan le mani nel fangue
de' concittadini , e la patria tiranneggiavano . Mancato
era il commerzio che il foftegno principale delle Monar
chie : dato avean bando alle fcienze , che fono i gran
lumi , che fan rifplendere i Regni : Non 11 ricordavan pi
in verun modo delle lettere , che ornano , e fregiano le Re
pubbliche : E le arti fenza cui mantener non fi poflbno i
popoli , vili e neglette femvive , e piene di ferite pian
gendo lor cruda fventura elle pure miferamente perivano .
Cominci finalmente in varie parti dielfa arinafcere il
primiero buon gufto , e bench non diftaccati del tutto da
lor rozza, e goffa maniera i profeffori procuravano d'ingarbarla , e d'incivilirla , e tanto l'abbellirono , e l'in
grandirono , che varie opere anch'oggi maravigliofe fi ,ve
dono particolarmente in architettura di que' maeftri fri
quali prefe pofto nel tredicefimo fecolo il noftro fievignate affai fublime. Nacque egli circa gli anni 1250.9 epre- 1
fc giovinetto l'abito della Religion Benedettina tra Mona- C

d Sii-

iS

DI

BEV1GNATE

ci Silveftrini, ove avendo fatti tutti gli ftudj /oliti a farfi


da que' Religiofi tutto fi diede poi a quegli della matema
tica , e dell'architettura ; e divenne in quefta in poco tem
po s efperto , che in varie fabbriche non men dentro , che
fuori di Perugia fu da varj foggetti impiegato . La prim'
opera che fece dentro , e che veramente degna fia da ram
mentare fi fu la fonte di Piazza grande , bella, e magni
fica per la coftruttura non pure de' vafi , ma maraviglio fa
per l'acqua , che ei a forza d'archi eretti fovra valli , e di
fori fatti ne* monti vi conduffe pel lungo corfo di due mi
glia , ed quella appunto, che vi fi vede pretentemente ,
nella cui conca, e capitello lefeguenti ifcrizioni rileg
gono
Ruhem me fecit Anno DM MCCLXXVIL Inditi. V.
Regimimi Domini Gerardini de Rufcettit Pot.
Regimimi Domini Anfclmi de Algate Capita,
fecit hujut operit Ar. Bevignates Ord. S. Benedigli
Tem. D. Ma. Deo. & D. Ermanni de Saxoferrato
MCCCXX1L Prior artum de Menfe Novembri*
Et Decewbris , quo tempore venit a qua in
;

Fontem Platea^

Coft queft'opera alla citt cenfeflntamfla fiorini d'


oro , che farebbero pretentemente tanti ducati , e pi af
fai coftata farebbe , fe non foffe ftata la fperienza , e l'at
tenzione di Bevignate, che come cittadina amorofo vi fi
adoper indefeffamente , e cerc ogni maggior rifparmior
Era egli gii rn credito , e ftima di tutta la citt , e parti
colarmente de' primarj cittadini , quando s'accinfc all'
imprefa} ma crebbe di gran lunga , allorche fi vide feli
cemente compita * e che la citt fteffa volendo fare alcuni
* , ponti fui Tevereidiede la comraeffione a lui di quel di Di
ruta , che; oggi Ponte nuovo s'appella ben quattro miglia
: - .^

da lei

ARCHITETTO

CIVILE.

da lei diftante ; ed il medefimo , che fabbric allora Bevignate . Vedefi quefta vaga mole coftrutta tutta di grofle
pietre fopra quattro grand'archi ftabiliti in forti , e ben-
intefi pilaftri , che pare deggia effere perpetua per la fua
fldezza. E di fatto ha gi refiftito per cinque fecoli al L'
impetuof violenza delle piene , ed all'urto continuo dell'
acque, che ivi Con molto copiote per unirglifi quelle del
Chiagio fenza aver mai dato tegno alcuno , o di peli , odi
crollo . E le mai per ifventura ne deffe , proceder non da
difetto dell'architetto , ma dal taglio , che nell'ultimo
arco dalla parte della citt fu fatto in tempo della guerra
de' Fiorentini , che fi rifece poi con poca avvertenza di
mattoni . Altri archi e ponti mi fi dice che fece per la pro
vincia , ma nondicendomifi dove , n pur io dar ne poffo
precil notizia . Correva trattanto l'anno 1340. e come
la citt abbondava di gente , e di maeftranze , e che dalle
manifatture d'ogni arte , particolarmente da quelle del
cotone , della lana , e della Zta cavava fomme immenfe di
danaro era in fiore il commercio , e nel vigore l'agricoltu
ra niente apprezzava le fpefe gi fatte, e meditava colla
fabbrica d'un nuovo Duomo di farne maggiori . Penfata ,
e ripenfato , ove II gran tempio dovefle farfi , e lntito pi,
e pi volte il parere di Bevignate fu al fin rifoluto , che nel
fito del vecchio , come era in capo a Piazza grande , che
quafi il centro della citt per ugual comodo de' cittadini
fi dovelfe fare , e fa ne diede a lui l'incumbenza . Molti difgni egli fece prima di metter mano al lavoro , e fireltone
uno col parere di Giovanni Bigazzini conte della Pifcina ,
e di Niccol Armanni Signore di Caftiglionugolino cano
nico del duomo medefimo, ambedue deputati a lprantendere alla fabbrica ne form il modello , e nel d 20. d'agofto dell'anno 1345. vi fu con (ignorile , e veneranda ceri
monia gettata la prima pietra . Quindi proteguitafi con ca
lore la fabbrica;, che Bevignate , che vecchio gi era vo4..

C 2

leva

so

D I

% E V I G N J T E

leva prima di morire veder compiuta, alzate le fondamen


ta fi cominci tofto a veder lopra terra . E perch il Vefco
vo, il Capitolo, il popolo tutto anche bramavano, che
quanto l poteffe il pi , fi tiraffe con calore innanzi per ve
derla ben tofto finita ognuno contribu grofl fomme di da
naro finch fi vide al defiato fine in breve tempo condotta .
Grande fu per molti mefi il concorfo d'ogni Torta di perfone, che dalle citt vicine andavano a vedere il nuovo tem
pio , e non minore l'applauf , che Bevignate meritevol
mente ne riportava , perch fu fra primi che fenza affatto
ftaccarft dalla Gotica maniera fece coll'ordine Corintio in
ben intefa proporzione vedere all'Italia rinato l'antico fuo
maeflofo , e venerando buon gufto . Ned io ftar a perde
re il tempo in defcriver la vaghezza della coftruttura a la
magnificenza dell'ornato, la robuftezza delle colonne , la
ricchezza de' marmi, e la vaftit del fito, perch pur trop
po di per fe ferrea alcun ajuto di mia penna parla l'opera .
Invecchiando intanto fempre pi Bevignate , e vedendofi
al fuo fine ridotto te ne ftette per alcun tempo folitario nel
moniftero penfndo folamente all'eternit , ed all'anima ,
ed infenfibilmente poi fempre mancando mor in et di no1350 vantacinque , e pi anni circa i 1350. di vecchiaia con_
" fmmo difpiacere del Paefe , e di tutta la provincia . Vol
le la citt per moftrar qualche gratitudine a cittadino cos
degno , e benemerito , che gli fi facelfe nell'ifteffo duomo,
che egli aveva fabbricato fontuof funerale , dove dal monaftero trafportato con ricca lugubre pompa proceffionalmente il cadavere fu fenz'alcuna ifcrizione , o memoria.
feppellito . VifFe egli fempre efemplarmente da vero Religiofo , nin altro impieg mai il tempo , che in opere pis
e ne*fuoi fludj. Fu fingolariffimo nell' aritmetica , nella
geometria, nelle filofofie , c nella matematica , incuifuper ogni altro di quell'et , e h Repubblica letteraria
molto perde nella perdita degli ferit fuoi, che con molt'

ARCHITETTO CIVILE.

21

altri perirono in un incendio di cofe rare , e pubbliche feguito pofcia nella citt,lo che toglie a me il modo di darne
maggiori notizie . Parla per di lui in pi d'un luogo del
la fua ftoria il Pellini , e della Perugia Augufta il Crifpolti , ed in pi d'un altro delle notizie delle pitture , e lcul
ture di Perugia ne parla il Morelli, che rammentano i'
opere da me fovranarrate .
DI BENEDETTO BUONFIGUO PITTORE.
Iun altro pittore trovo , che abbia avuto
Perugia prima di Benedetto; e fe altri
avuti ne avr meritato non avranno , che
di loro fi faccia menzione ; e perci n
pur io la farei , fe anche potefli farla_. .
Imperocch molto lconvenevole ho fetnpre creduto il regiftrar fulle carte i nomi d'uomini inetti ,
e dappoco , ed il rammentar nelle ftorie opere deboli , e
frivole . Ciocch non ordinaria ammirazione mi reca fi
che un puntuale , ed efperto fcrittore , che di tanti , e>
tanti avendo diffufmente nella copiofiflma fia raccolta ,
e d*antichi , e moderni fcritte le vite non l'abbia non folo
ferina , ma n pur dilcorfo in parte alcuna di quefto , che
era valentuomo al pari d\>gni altro di quell'et , e forf
il primo tra gli antichi , che abbia cominciato a dar qual
che lume ai moderno buon gufto . Parla ben di lui cofu
molta (lima il Vafri nella vita del Pintoricchio , parlane
il Ciatti nell'iftorie di Perugia , ne parla negli elog} de*
Perugini illuftri l'Aleffi , ne parla nella Perugia augufta_
il Crifpolti , ed in pi d'un luogo delle notizie delle pit
ture di Perugia ne parla il Morelli . Ma io perch mi ma
raviglio , che '1 fuddetto fcrittore non ne parli , ih fo
quanto diffidi fi a , allorch fi lla fcri vendo il rammentarti
di tutti, e fe io foll n'avr di que' che meritano d'eCTer
ran>

22

DI BMEETTO BU0NF1GL1O

rammentati ommeffo talora in quefta mia bench efatta, e


diligente fatica qualcheduno . E chi f, che come Bene
detto ftato rammentato da tant'altri , non abbia egli
creduto fuperfluo il rammentarlo ? Certo ch'egli fteffo
d'altri profeffori Perugini favella , conforme molti ne an
favellato , e ficcome per le notizie tratte da loro ne favel
ler ad efelufione d'ogn'altro in quefta ftoria ancor io , ed
ora di Benedetto, di cui ho gi a favellar cominciato .
1420 Nel 1420., od in quel torno nacque quefto maeftro , che
non ho potuto fapere ,
in fua giovent avelfe alcun di
rettore , e per quello polfo con fondamento conghietturare credo che tutto faceffe portato dall'inclinazion natura-
le a forza di ftudio , e di talento , quantunque Cefare__>
Aleffi il faccia ne' citati elogj (colare di Pietro. Ma cip
non pu effere , perch il Vafari pittore affai efperto ,
bravo conofcitore delle maniere , pratico di Perugia ,
perch egli pure vi ha dipinto , pi antico delPAleffi , e
nato pochi anni dopo della morte di Benedetto dice nella
fuddetta vita del Pintoricchio che oper prima di Pietro,
c che Pietro quando Benedetto operava non era ancor conofciuto . Conferma , e crefce quefta fua afferzione il fat
to ; perch and Benedetto d'ordine di Pio II. a far molti,
e diverfl lavori in Siena , come l'Aleffi medefimo attefta ,
e Pio fu creato ad 20. d'Agofto del 1458. , e mor nel
primo di Settembre del 1464. Pietro che nato era dei
1440'. non poteva aver gi fatti fcolari valentuomini; per
ch di quell'et doveva aver bifogno d'imparare per lui ,
ed io credo , fccome nella di lui vita dir , che egli ftato
anzi fia fuo fcolaro , che maeftro; tanto pi ch'era nato
affai dopo di lui. Stette Benedetto allora alcuni anni fuori
di patria , quindi tornato dipinfe nell'altare della cappella
degli Almenni in S. Fiorenzo il quadro del Gonfalone_j
Dipinfe nella chiefa di S. Domenico in un quadro molti
Santi , ed in un altro l'Adorazione de' Re Magi , e vi n>
... . .
traffe

PITTORE.
traffe fua frella per la Madonna , Tuo nipote pel Bambi
no, e fuo fratello pel pi giovine de' Re , il quale fu in_
occafone , che la volta rovin trafportato nel convento ,
ed allogato full'altare della fala del Capitolo . Dipinfe__
nella chiefa di S. Bernardino a S. Francefco un quadro
rapprefentante il fanto , e Ges con alcuni angeli fopra ,
e molte altre figure ltto , ed un altro nella fgreftia } che
alcune fante rapprefenta . E dipinte nel palazzo del Pub
blico la cappella dell'appartamento , ove oggi rifiede il
Governatore, e vi rapprefnt alcuni fatti di S. Ercolano
Vefcovo, e protettore della citt, ed alcuni miracoli di
S. Lodovico Vefcovo di Tolofa protettore del palazzo .
Pu poi da Aleflndro VI. chiamato a far divert lavori nel
Vaticano , nel cui Pontificato in et decrepita dopo finiti
i lavori effondo tornato in patria con molti avanzi circa gli
anni 1500. fe ne mor . Se aveffe moglie , o lafciafle figli 1500
a me non noto . Chi foffe il padre , e qual la profpi
non poffo dirlo ; perch per tutte le diligenze fatte notiti
mi riufcito faperlo
DI P1ERVINCENZIO RINALDI ARCHITETTO
CIVILE*
Olti uomini grandi, tuttocch ftto altro
cognome , ficcome hel profeguimento di
queflo particolar racconto, e del generale
dell'iftoria fi vedr,vennero da quefta famiglia.Ecirca gli anni 1440.V venne Piervin* 1440
cenzo, che dedito da giovinetto a var j ftu""'
dj fcelf particolarmente quegli della matematica , e dell'
aTchitettura , n tralafci mai gli altri delle belle lettere ,
alle quali con geniafpeziale fem.pfe inclin e non intermife mai di coltivare . Si riforarOno con fua direzione in Pe-*
rugia alcune fabbriche , ed altre da fondamenti fen' alza*
rono^

24

DI PIERV1NCENZ10 RINALDI

rono ; ma nuna fpecialmente indicar ne poffo ; perch di


niuna ho trovata precifa memoria . Trovo bens , che in
ventale varj ftrumenti matematici ; e che in cotal genere
faceflTe cofe non pi vedute . Fa Ottavio Lancellotti ne*
loi manufcritti , che fi confervano in quella pubblica li
breria menzione d'un aftrolabio fatto da lui, e ne parla co
me di cofa maravigliofa, e fin al fuo tempo non pi vedutaj
lccome l'atteft anche Ignazio Danti fuo nipote , prelato
degno , e noto , di cui fcriveremo a fuo luogo la vita ;
perch e' pure fu amante , e profeflbre dell'arti , di cui
trattiamo . Si conferv quefto per lunghiflmo tempo , c
fino al moderno qual fattura prodigiof nella patria: ma
dove andalTe poi a finire a me non noto. Traduce, di(linfe in capitoli , e con utili , e neceifarie note illuftr la
sfera del Sagrobofco ftampata del 1544.
Perugia tcondoch riferifce nella fua biblioteca di lui parlando il Jacobilli, enei 1J74* riftampata confrme narra di lui pure
parlando nell'Ateneo Perugino POldoini . Fece in diverfe occafioni di fefte , di tornate , e d'accademie diverfi favj , ed eloquenti difcorfi . Compofe in poefia molte , t
molto erudite, edotte cote; ed ebbe fra poeti di quel
tempo per averne fatte alcune in loda di Dante la ma ma
niera imitando tal credito, e grido, che lui pure Dante
chiamavano . Sparfefi pofeia per tutta Italia quefto nuovo
fuo cognome , e tanto parve a que' letterati , che giuftatnente gli convenire , che vollero lalcia(Te quel che aveva
de' Rinaldi , e ch'egli fteflb con quefto nuovo folamente
fi chiamate , ficcome e' fi chiam poi tmpre finch vifle .
E con quefto fu chiamato anche immediatamente Giambatifta fuo fratello minore ,di cui pure Scriveremo la vita , e
fi chiamarono finoail'eftinzione della famiglia anche e' pofteri . Ebbe molti altri onori da molti perlnaggi , da' qua
li fu tenuto in grandiflmo conto , e grandemente com
piantala perdita , che fece la patria nella fua morte , che
fegu

ARCHITETTO

CIVILE*

fegu negli anni 151 2. Furongli fatte lntuoffsime efquie 1512


nella chiefa di S. Domenico , ove concorfe la nobilt , la
'
cittadinanza , e '1 popolo , e fu nella cappella di fua cafa
fpolto . Lafci due figli Teodora , e Giulio , che colla ro
ba ereditarono ancora lefeienze, e le virt del padre.
Imperocch fpicc maravigliofamentein belle lettere , nel
le filofofie j nelle matematiche , e nelle belle arti Teo
dora; e celebre in tutte divenne Giulio , de' quali altro
non dir, per dover dell'una /criver diffufamente , e per
aver dell'altro diffufamente gi fcritto nel primo volume
delle vite de' pittori , lcultori, ed architetti moderni , e
per doverne fcriver fuccintamente anche in quefto . Ed
avendo in quello poco parlato di Piervincenzio , ho cre
duto doverne parlar qui conforme ho fatto , con maggior
diftinzione .

DI PIETRO VANNUCC1 PITTORE.

I Pietro m'accingo a fcriver ora la vita , e


di quel Pietro , di cui copiofmente la_f
fcriffe anche il Vafari , e di cui favellaro
no tanti , e tanto altri illuftri fcrittori .
Del Pittor Perugino devo io pure oggimai
favellare , e di quel pittore , che vera
mente tra' primi cominci a dar la vivezza alle figure*
l'aria alle tefte , la morbidezza a' colori , che mil al lor
fto e' lumi , che infegn a dipigner paefi , e che cap affai
bene la profpettiva . Di quell'artefice , che per l'eccellen
za dell'arte merit la ftima univerfale de' profeffori, l'ami
cizia particolare de' letterati , il comun genio della plebe,
la grazia fpeziale della nobilt , la protezione diftinta de'
Sovrani . Di quel maeftro , che guadagn lmme immen
se di danaro , che mand l'opere fue per tutta Europa ; e.
D

che

26

DI

PIETRO

VANNUCCl

che da ogni parte di effa vennero perfbne d'ogni forta per


imparare . Della cui fcuola ufcirno Spagnuoli , Franzefi ,
e Tedefchi , ed innumerabili bravi giovani d'ogni altra_
nazione, e lo fteffo Raffaello , che fu 4 ed , e far forf
Tempre il principe de' pittori . Dir dunque , che partito
per cangiar forte , perch poveriffimo era da Caftel della
pieve fua patria , che oggi citt, Criftofano Vannucci
port fua ftanza in Perugia . Prefevi moglie; ma poco
miglior di condizione, poicch , o che egli non effercitaffe. alcun meftiere , o che in efercitarlo folfe dappoco fu
rono altrettanto poveri finch non crebbero in et , i figli3
1446 unode' quali, che fu il noftro Pietro che del 1446. nato
era per ufcire di povert fi mife all'arte della pittura .
Non mediocremente vi dipigneva in quel tempo Benedet
to Ruonfiglio , ficcome nella di lui vita accennai ; e quefti
ho io giufi motivi di credere, che fotte fuo maeftro, quan
tunque ,. ne il Vafari ,. n gli altri fcrittor , che ne an fa
vellato lo dicano , trattone 1* Aleffi , che conforme hodettoin quella, dice il contrario Stette Pietro ftto fua di
rezione molt'anni % e part pof per Firenze j ma prima di
partire dipinfe inS. Maria nuova due tavole, ed efprefc
f in un la trasfigurazione di N. S- , e nell'altra l'ado
razione de' Magi - Giunto in Firenze , dice il Vasari ,
che entr, nella fcuola d' Andrea Verrocchio , ove al
trove dice , che entrafe eziandio Lionardo da Vinci ;
ma io non fa comprendere che cofk l'uno , e l'altro
di quefti due valenti giovani apprender poteffero da lui
che lo fteflo Vafari per mediocre defcrive . E parlando di
Pietro certo , che quando part di Perugia dipigneva
meglio di lui ,, e meglio di lui dipigneva il fuo primo
nTaeftro .. E quanto a Lionardo narra nella fra vita il
jnedefimo Vafari y che dipinfe in un quadro d\Andrea_
un angelo cos bene , che Andrea fdegnato d'effer fupearato da lui che era giovinetto non volle toccar pi pen
nelli)

PITTORE

27

nelli , e colori . Pure pu eflere, e non nuovo, che


braviflmi profeffori ftati fen difcepoli di dozzinali maeftri , n io lo voglio contrariar , n negare . Prefto per
prefe credito, ed acquift grande ftima Pietro in Pirenze,
e prefto da povero , e miferabile , che egli era, perch vi
veva a biftento in principio , e dorm qualche tempo fvra
una cafla, divenne ricco, perch fue pitture eran ricercate,
e dentro, e fuori a cariflmo prezzo. V'andarono di Spagna,
di Francia,di Germania mercanti a pofta per farlo lavorare,
e per trafficarvi , e vi guadagnarono gran danaro , raccon
tando il Vafari , che avendo egli dipinto per Bernardino
de' Rofli un S. Baftiano , ed eflendogli ftato pagato cento
feudi d'oro , lo vend quattrocento ducati d'oro Bernar
dino al Re di Francia . N i Religiofi Fiorentini s'aftene
vano di procurarle per tutti i verfi , purch aver le potette
ro , per adornarvi le loro chiefe , e i lor conventi . Dipinfe
perci alcune figure per le monache di S. Martino fuori di
Porta al prato , che perirono poi per le guerre . Dipinle
un S. Girolamo Camaldoli, e lo rapprefent cos natu
ralmente magro , afeiutto, e ftenuato pietofamente rivol
to a un Crocifflo , che pareva per quel che aflerifee il Va
fari una notomia , e fu da' Fiorentini tenuto in grandiflmo conto . Dipnfe per le monache di S. Chiara un Crifto
morto in vago, e ben intefo paefe con alcune belliflme tefte di vecchj , e le Marie , che finito di (colar gli occhi dal
pianto tutte piene di dolore, e d'affetto non fapevano ftac
carli di fulla dolce , e mefta vifta dell'eftinto lor Salvato
re . Piacque tanto a Firenze queft'opera per Pefpreffone
non meno, che per la novit <3el paefe , che Pietro vi
avea rapprefentato , che Francesco delPugliefe efib alle
monache tre volte pi di quello l\avevan pagata , e ricularon di dargliele . Color nella chief di S. Gallo S.Girola
mo penitente, che fu poi trafportato in S.Jacopo tra fofli.
Color fopra la porta laterale di S. Piermaggiore un CriD 2

fto

2%

DI

PIETRO

VANNUCC1

Ro morto colla Madonna , eS. Giovanni , che fin dal


tempo del Vafari fi vedeva cos ben confervato , e cosi
frefco , che pareva fatto allora . N la forza dell'acque ,
ne l'impeto de' venti, n il rigore de' freddi l'avevaru
potuto mai offendere , e danneggiare tanta era la maeftria,
e l'intelligenza del lavoro . Color in S. Croce una Piet
con diverfe figure , che fu molto llimata . Color altro
opere per diverti altri , e moltiffime per i padri Gemati
nel loro convento di S. Giufto fuori di porta a' Pinti , par
te di cui , e fu la maggiore per per la demolizione del
medelmo, quando del 1529. fu la citt affediata , e par*
te ne trafportarono nella nuova lor chiefa vicino porta_
S. Piergattolini tutte minutamente dal Vafari defcritte .
finite quefte non pot rimanerli d'andare a Siena , dove
in S. Francefco fece una bella tavola, ed altra ne fece in
S. Agoftino. Torn a Firenze, e fece la tavola dell'al
tar maggiore di Vallombrofa . Quindi nuovamente parti
to and a Pavia , e fece molte belle cofe nella CertoVa ; e
Titornato di bel nuovo a Firenze fece una gran tavola per
l'abate Graziani , che da' facchini in collo fu portata con
^randiffima ipefa al Borgo fanfepolcro . Altra ne mand
a S. Giovanni in Monte a Bologna con alcune belle altr
immagini , eia Madonna . Fu fiilfeguentemente dal car
dinal Caraffa chiamato a Napoli , e rapprefent nell*
aitar maggiore * Ila chiefa metropolitana in vaga , e
raaeftofa attitudine l'Affunzion di Maria, e gli ApoftoH
ftupidi , ed attoniti intorno al fepolcro . Doveva per S. E*
fare altri lavori , e voleva dopo tanto, tempo toFnare finallente alla patria ; ma non pot , perch con molta fua^
gloria lo chiam a Roma Sifto IV. Mifefi tofto i cammir
mo a queLla volta , ed arrivatovi fu con mille cortefie ac
coltoci Pontefice , e gli ordin immediatamenee alcuni
lavori nella cappella , che dal nome di S. S. prefe il fua.
KappreiijitQvvi Pietro divexfftoxie e quelle principal
mente

49

mente di Ges, quando d le chiavi a S.Pietro,, la di


lui Nativit , e Battefimo , la Nativit di Mose , e l'Affnzion di Maria,. a' cui pie inginocchiato fi vedeva efpceffo al vivo laftefl Pontefice . Ma per belliflme ch'eliti
folfer ebbero poca forte quefte pitture ; perch d'ordine
di Paolo III. furono buttate gi , e vi dipinte l'univerfal
Giudizio Michelagnolo . Altre diverfe ftorii rapprefent
nella volta d'una ftanza dell'appartamento di torre Bor
gia nel medefimo palazzo Vaticano , e vagamente, e di
gufto l'orn con fogliami di chiarofcuro . Prefo aveva per
queft'opere tanto credito Pietro in Roma , che nulla pi
prender ne potea j e non v'era perfonaggio , che non volelfe da lui qualche memoria . Molte ne lafci in caia Co
lonna; perch molto oper in una loggia, ed in alcune
ftanze . Ne lafci nella chiefa di S. Marco con due bellifune tavole, e ne lafci altrove per le chiefe ,, per i pa
lazzi,y eperlecafe; ed eran tante, e tali le richiefte.jt,
che giornalmente gli li facevano , che quantunque non
dimandale pi prezzo alcuno de' fuoi lavori , perch gli
fi pagavano pi affai di quel, che bramava , non potendo
lefiftere rifolv di tornare a Perugia . Si licenzi prima
dal Pontefice y e di mano in mana da' cardinali, e da'
perfonaggi , che conofceva , i quali veramente non^
Pavrebber voluto in modo alcuno lafciar partire . Ma egli
ftinato nella fua rifomzione difle , che non poteva a me*
no per gli urgenti affari dt fua cafa , e con piena fbddisfazione di tutti part poi a quella volta , ove indicibile.it
giubilo, el'applaufo, con cui fu generalmente da tutti
ricevuto . Giuntovi appena , come fatto avea il callo ali'
applicazione , e alla fatica non gli pareva di ftar bene,
f non lavorava , e non riempiva di danaro leborfe_j j
e moltiffimo lavor per quei cittadini-, per que' religiofi ,
e per quantit di mercadanti , che in groffo numero per
traffico , e per guadagna v'andavano giornalmente di

30

DJ PIETRO

VNNUCC1

fuori. E tralafciando di rammentare i lavori fatti da lui


per i cittadini , e per i mercadanti , perch fono innume
rabili , e veder non fi poffono , quando fi vuole , ram
menter fol quegli , che fece per i Religiofi , che efpofti
fono a pubblica vifta nelle chiefe . Vedefi in un altare a la
to della porta principale di S. Francefco de' padri Con
ventuali laRefurrezione di Ges Crifto con alcuni foldati,
che dormono , e S. Giovambat ifta .attorniato da altri fanti
nell'altare vicino alla porta della fagreftia.. .Si vede nell'
altare della confraternita della Giuftizia S. Bernardino
con altri fanti . Si vede nell'altare della Madonna della_i
luce l'immagine della Madonna medefima . E fi vede nell'
altare .d'una cappella di S. Antonio abate de' monaci Ulivetani l'Adorazione de' Magi . Vedonfi ibvra la porta_,
di S. Simone de' padri Carmelitani una Madonna , e vici
no alla fagreftia una S. Anna- Si vedono intorno all'al
tare della Madonna xli S. Severo de"' monaci Canaaldole/i
molte.figure , alcune delle quali fon di mano fua , ed altre
di Raffaello , e l'uno , e l'altro vi fcriffe fotto il proprio
nome. E fi vedono fopra la porta della ringhiera nel coro
di S. Pietro de' monaci .Benedettini Crifto N. S. , che
fale al Cielo, e gli apoftoli , che lo ftanno mirando , e
nella /agreftia dieci piccoli quadri della fua miglior ma
niera
Opera fua i la tavola dell'aitar maggiore di
S. Girolamo de' Minori offervanti col l'i magi ne <3el finto ,
della Madonna, di S. Giovambatifta , c del Bambino.
Opera fua la tavola dell'altare di S. Anna in 5. Maria_t
de' foffi , vi fi legge il nome . Opera fua la tavola dell'
.aitar maggiore della chief de' Minori offervanti al Mon
te fuori di portai. Angelo ; ed opere fue 'fon le pitture di
tre delle cappellette , che ftano d'intorno Alla piazza del
convento . Suo i il quadro della Beata vergine , che
tiene in braccio il Bambino nella confraternita della Ma
donna della confolazione . Suo fi quello dell'altare della
cap

PITTORE.
cappella del Magiftrato nel palazzo del Pubblico . E Tuoi
fono i due , che fi con fervano nel coro di S. Agoftino e.
l'altro colla Madonna , S. Girolamo , ed altri fanti nella
cappella di S. Tommafo da Villanuova , ed un quadretto
con criftallo nella fagreftia, entro il quale fta riporto un_
viglietto fcritto di mano dello ftelfo Pietro al prior del
convento , e fotto di effo un madrigale yche ben due icoji
dopo con vaghi , e leggiadri fcherzi il conte Montemellini
vi regiftr . Ma l'opera infigne ,, vafta y ed egregia , che
corona tutte l'altre ,. e che adognora da ognuno fi pu ve
dere fi conferva nel collegio del Cambio . Efprefle nella
volta della fala dell'udienza i fette pianeti in carri tirati
da diverfi animali , nella facciata dirimpetto alla porta
principale la Nativit , e la Refurrezione del Salvatore ,
a un de' lati Fabio maffimo , Numa Pompilio , Fulvio
Camillo, Lucio Licinio , Orazio Code, Fabio Sempro
nio , Cincinnato , Trajano , Socrate , Pittagora , Pericle
Ateniefe, e Leonida Spartano , nell'altro Mos , Ifaia 3
Daniello, David, Geremia, Salomone, e le Sibille
proferendo ognuno parole indicanti la nafcita di Ges
nel modo che vi fi leggono , ed in un ornato il Ilio ritratto
naturale , e vivo coperto di berrettin rollo coH'ifcrizione , che fegue
Petrus Perujthus egregius PBor
"Perdita Ji fuerat pingendi , hic retulit artem
Si nunquam inventa^ e/i hattenus ipfe dedit
Anno Dom. 1500..
Efprefle poi di verfe altre figure a frefco nella cappel
la , ed a olio nel quadro dell'altare di S. Giovambatifta ,
e qui fi fervi d'alcuni fuoi bravi fcolari , pretendendofi effer la volta di Gio. Niccola Perugino , e la maggior parte
del refto d'Andrea Luigi d'Affili . Era. trattante Pietro
ftato*

3$

DI PIETRO

VNMVCC1

flato chiamato in Francia , ed in Ifpagna da que' Monar


chi ; ma come aveva fatti mortasimi acquifti di beni /la
bili in Firenze , in Perugia , ed a caftel della Pieve , e_
che per la natura fua alquanto avara troppo amava il da
naro , che in graffe fomme confervava nelle caffe gli difpiaceva il lafciarlo, e non fi rifolveva d'abbracciare l'invi
to , e d'andarvi. E mentre cos pendea dubbiofo , part
per Firenze , perche bramava di vedere , e conofcere_
Michelagnolo, -di cui eragi cominciata a correr la fama.
Arrivato che fu vide tofto alcune fue pitture, ed imme
diatamente ftrinfe feco amicizia . Ma non guari pafs,
fccome accader fuole tra i profelfori d'una fteflfa profeffione, di cui l'uno, e l'altro fi picca d'effer Angolare , che
d'amici divenner nemici; ed and tant'oltre il livore,
che s^ingiuriaron di parole tacciando Michelagnolo di
goffe le figure di Pietro , e quefti di dure le fue . Nqui
finirono le contefe , perch dalle parole ebbero da pa/Iare
a' fatti , ed ambedue ricorfero al magiftrato degli Otto ,
c ne reft Pietro molto al di fotto , e ben conobbe , che
quell'aria non faceva pi per lui . Ma per maggior fua_,
fventura non part, e s'impegn a finire il quadro dell'
aitar maggiore della chi efa de' Servi , che reftato era_
imperfetto per morte di Filippino , e che far doveva Lionardo da Vinci , e non pot , perch and al fervigio del
Re di Francia , e lo fin con poca foddisfazione de' frati,
ed i feguaci di Michelangelo maggiormente con fbnetti
Satirici gliele fcreditarono . Part finalmente da Firenze ,
e torn a Perugia , dove fenza penfar pi al viaggio di
Spagna, e di Francia ricominci , avvegnach vecchio
foffe , col fblito fuo calore ad operare , ed oper nella_,
mentovata chiefa di S. Pietro de' Monaci Benedettini , e
nell'altra di S. Severo de' monaci Camaldolefi , n fi ri
maf d'operar nel contado , ed in altri luoghi ivi vicini .
Oper alla Fratta , a Citt di cartello , a Montone , a_*
foli-

PITTORE.

&

Foligno , in Aflf , ed alla Madonna degli Angeli , ove a


frefco effigi un Crocifilfo con diverfe altre figure . Torn
a Perugia, ed and a caftel della Pieve per metter mano a
un groflo lavoro a tempra , e lo termin ; e mentre che ad
altro ivi attendeva , foleva di quando in quando dar qualche
forfa a Perugia , e ritornar dopo qualche giorno alla Pie
ve. Ma ficcomenon fi fidava di veruno , portava tmpre
feco nell'andare , e tornare tutto il danaro , che aveva;
perch non lo faceva con fegretezza fu da certi malandrini
affettato ad un paffo , e gli fu rubato con pericolo anche
della vita , e lafciata ve l'avrebbe , fe non fi fofle efficace
mente raccomandato , e chiefta lor non l'avefl per Iddio .
Rimafe nondimeno pi morto , che vivo, e tutto che per
mezzo degli amici , e de' Superiori ne riavefle gran parte ,
ebbe a morir di dolore , e non iftette pi bene . Seguitava
con tuttoci il fuo lavoro a caftel della Pieve , ma non po
teva pi come prima lavorare , perch tra per gli anni,
che erano lttantotto, tra per le fatiche fatte fino allo
ra j e tra per gli accennati difgufti perduta aveva la falute, e la vifta fempre pi di giorno in giorno gli man
cava . Mifefi finalmente per lenta febbre a letto , che di
venuta fubito per l'influenza contagiofa , che allor corre
va , peftilenziale , lo priv ne' 1524. di vita a caftel della,, 1524
Pieve, ove onorevolmente fufepolto. Cos circa '1 luogo della morte fcrive il Vafari ; la tradizione per fi per
que' paefi del tutto diverfa . Concioflech tanto a Peru
gia , quanto a citt della Pieve ftato fempre detto , e fi
dice eziandio prefentemente , che di detta febbre morilfe
a Fontignano caftello fituato nel territorio Perugino fulla
ftrada , che dall'una all'altra citt conduce in tempo che
dipigneva in quella cliief , ove credo anch'oggi fi veggiano alcune fue pitture , che mi pare , che la nativit di Ge
s rapprefentino , e che nella medefima fofle fepolto . Vi
ftato novellamente chi per notizie accertate ha pretefo ,
E

che

3+

DI PIETRO

VANNUCC1

che alcuni anni dopo la morte fi foffero l'offa trafportatc


nella chiefadi S.AgolHno a Perugia, ma cercatile ricercati
cfattamente,e lungamente quanti librile regiftri moderni,
e antichi anno que' religiofi , non fi trovato di ci veruna
memoria, che non poco dubitar mi fa della fuffiftenza .
Era egli non molto altodi corpo, ma riquadrato , forte,
di grofla offatura , e ben fatto , di volto tondo , e pieno ,
di crine piuttofto corto, che lungo, e alquanto inanella
to , d'alpetto brufeo , e fevero , ma avvenente infieme ,
e finpatico . Parlava affai bene , amava la converfazion_*
degli amici , ma pi affai la fatica, che preferiva a qualun
que divertimento , e chiamar foleva fua dilettiffima fpo'sl . Non fi prendeva foggezione d'alcuno, n curava,
quantunque trattato avefle famigliarmente con molti , e
che foffe ftato da molti tenuto in fomma llima l'amicizia
de' Grandi ; e diceva che egli per grandezza non cedeva a
veruno , e che fi faceva da Ce fenz'altrui ajuto grande al
pari d'ogni altro . Moftrava perci petto , e cuore nell'
occafioni , e da deftro , favio , ed accorto , perch men
te , e fenno affai ben gli fervivano , afcondere , e raffrenar
fapeva a tempo le proprie paffioni , bench caldo , rifentito, e fiero foffe di natura , e di fuo onore molto gelofo,
ficcome in varj rincontri lo fece vedere , e fpezialmente in
quello dell'Oltramarino del P. Priore de' Gefuati , che_
troppo in acconcio per ci che or ora dovr dire , mi ca
de a raccontare . Dipigneva egli ficcome ho detto di Copra, in quel convento , ed il P. Priore fi dilettava non
men di pitture , che di fare azzurro oltremarino , e gran
quantit te ne trovava. Voleva che Pietro ne adoperai
fe da per tutto ; e perch non l ne fidava gliene fomminftrava a poco a poco , e vi ftava fempre prefente finch lo
confumava. Diffimulava Pietro il torto che gli faceva,
ma non tralafciava di cercar modo di vendicarfene j e mol
to a propofito fe ne vendic con un'aftuzia . Imperocch
di ma-

PITTORE.

35

di mano in mano che il P. Priore temprava l'azzurro nell'


alberello , Pietro a ogni due pennellate fciacquava i pen
nelli in una catinella d'acqua , che ivi a pofla aveva fatta
portare , tanto che pi affai era l'azzurro che in effa reftava, che quello metteva in opera fulla muraglia : Quanto
azzurro , diceva il Priore, confuma cotejla calcina : Ri
fondeva Pietro : Ella padre mio ben lo ve'de , io lo metto
in opera, e non lo mangio : E feguitando cos Tempre a_
Sciacquare i pennelli nella catinella , edaraccorre la fera
l'azzurro , che vi cadeva , lo reftitu in fine tutto al padre
Priore ; e tacciandolo di fofpettofo , e sfiducciato gli dilfe
rifentitamente il fatto fuo , e non ci volle pi trattare^ .
Quefta, come ognun vede, una bellilfima azione di Pie
tro raccontata con molto vantaggio dell'onor fuo dal Va/ari , dicendo , e fono fue precife parole : Laonde Pietro ,
// qual era di natura intero , e da bene , e non defiderava
quel d'altri fe non mediante le fuefatiche avevaper male la
diffidenza del Priore : Non fo poi come ci s'accordi con
quel che egli foggiugne in altro luogo , ove di qual Ateiila favella, e dice: Fu Pietro perfona dyajai poca religio
ne , e non gli fipot maifar credere Fimmortalit del?ani
ma . Anzi con parole accomodate al fuo cervello di porfido
ojlinattjjmamcntc ricus ogni buona via . Aveva ognifuo_>
fperanza ne' beni dellafortuna , e per danari avrebbe fatto
ogni mal contratto : Se ci era , n pur fo, come s'accor
di coll'altro , che non lungi dal raccontato egli riferire
affermando conforme ho anche pocanzi accennato , che fu
onoratamente tepolto a caftel della Pieve . Tal razza di
gente fecondo lo ftile della Chiefa difonoratamente fi teppellifce. Onde creda pure intorno a ci il lettore quel
che gli pare pi credibile , che io per me per non far tor
to n al Vafari , n a Pietro n affermar lo voglio , n ne
gare . Ebbe Pietro d'una belliflma , ed oneftiffima giovi
ne , che fpos in Perugia diverfi figli , che furon fuoi erefi 2

dia

DI

PIETRO

VANNVCC

di, e le voleva tanto bene , die la mandava veftita, e ih


caf , e fuori al pari di qualunque dama , e tanto fi dilet
tava , e fi compiaceva , che andaffe lindamente , e leggia
dramente acconciata , che fovente l'acconciava di propria
mano . S'accas a caftel della Pieve un de' figli , ed un al
tro fe ne accas in Perugia : Ebbero ambedue figli , e vi A
iero fempre fplendidamente di loro entrate , finch in elfi
l'uno , e l'altro ramo s'eftinfe . Molti bravi fcolari d'ogni
nazione anche Oltramontana lafci , e tra quefti fenza al
cun dubbio Raffaello fu il primo, che in compagnia di
Giovanni di Santi fuo padre per qualche tempo lavor fe.co . Lavor pur feco, e fu de' primarj fuoi allievi Giovan
ni Spagnuolo detto lo Spagna , che dopo fua morte fi ritit a Spoleto , ove prefe moglie , e molto oper dentro la
citt , ed altrove fuori per la provincia dell'Umbria . Non
inferiore a lui fu Andrea Luigi d'Affi fi detto per lo ftraordinario fuo talento l'Ingegno , che pur lavor feco j e ga
reggi con Raffaello ; ma il mefchino nel fior della gioven
t s'accec , ed ebbe annual penfione da Sifto IV. , con_
cui fi mantenne comodamente in patria finche d'86\ anni
mor . Ne inferiore a quefto fu Gaudenzio Ferrari Milanef , che lafciato ilmaeftro and a Milano, ove diverf
quadri dipinte , che furono per l'efpreffion degli affetti af
fai ftimati , ed oltre all'eccellenza della pittura fu ottimo
plafticatore , architetto, ottico, filofofo, e poeta. Al
par di loro fpicc Girolamo Genga d'Urbino , che Iafiata la fcuola di Luca Signorelli s'introduffe nella fua , ed
elfendovi ftato alcuni anni ne ufc valente pittore profpettivo , ed architetto . Bravi altres furono Gerino da Piftoja, Rocco Zoppo, Niccol Soggi , Francefco Ubertini,
e Boccaccino Boccacci , della cui abilit, e maeftrianon
parlo , perch ampiamente parlato ne anno il Vafari , ed
il Baldinucci . N men bravi furono Bernardino Pintoricchio, Gio: Batifta Caporali , Giannicola, Eufebio San,?
gior-

PITTORE.

giorgio , Domenico di Paris , Cefare Roffetti , ed Ora


zio di Paris tutti Perugini , de' quali nulla dico, perch
d'ognuno fcriver dovr diftintamente la vita , ficcome ho
dovuto fcriver ora quella di Pietro .
DI BERNARDINO P1NTOR1CCH10 PITTORE.
Opo d'avere fcritto la vita di Pietro ben
dovere di fcriver quelle degli fcolari , fra'
quali toltone Raffaello ebbero luoghi af
fai vantaggio!! fvra degli altri e' Perugi
ni , e di quefti porto ferma credenza.. ,
che Bernardino , di cui ora imprendo a
fcrivere n'aveffe il primo . Imperocch niuno meglio di
lui ne imit la maniera , e niuno prima di lui imprefea_
far opere grandi , e tante ne conduffe in diverte parti
d'Italia, ove fu chiamato a fine quante io nel teffere dell'
iftoria n'andr raccontando . Nacque egli negli anni 1454. 1
fi mife giovinetto fotto la direzione di Pietro, che pur
era allora affai giovine , e fece in poco tempo progrefl
cos confiderabili , che Pietro l'impieg in varj fuoi la
vori ; e finalmente per la terza parte l'interefs in tutto
ci che guadagnava . Stette cos per qualche tempo feco
in Perugia , dove prefo avea non ordinario credito , ed
avanzato anche non poco danaro del guadagno che ritrae
va da' lavori , che faceva unitamente con lui. Chiama
to poi Pietro a Roma da Sifto IV. volle che egli pure__>
v'andaffe, e lo tenne finch vi dimor tmpre feco col
lo feffo intereffe del terzo impiegato . Ebbe allora^
Bernardino occafione di conofcere , e contrar fervit col
cardinal Domenico della Rovere , che gli fece molti fa
vori , e molto affetto moftrava di portargli , ficcome_j
chiaramente pofeia fi vide . Imperciocch doveva Bernar
dino andare a Perugia con Pietro 3 che terminati gi ave
va

38

DI BERNARDINO P1NT0RICCHIO

va tutti i lavori , ed il cardinale non lo volle lafciar par


tire ; perch aveva preventivamente riabilito di fargli di
pingere il palazzo , che in Borgovecchio faceva fabbrica
re . E di fatto appena partito Pietro chiamatolo un gior
no gli confer tal fua per lui vantaggiofa intenzione , e__*
fuffeguentemente condottolo a riconofcere i lti , ove le
pitture fi dovevan fare gliene ordin i difegni , che fatti
da Bernardino , e veduti , ed approvati dal cardinale mife iubito mano all'opera , che quantunque grande folfe ,
perch dipinfe quali tutto il palazzo, egli che follecito , e
prefto era nel lavorare la comp prima di quel che il cardi
nal fi credeva . Rimafene S. E. loddisfattiflma, ed aven
dogli poi fatta dipingere nella facciata l'arme di Siilo IV.
foftenuta da due putti , gli ordin alcune pitture per la_j
Tua cappella alla Madonna del popolo , che furon imme
diatamente fatte da lui in un col ritratto . E quefla ia
prima nell'entrare in chiefa a mano dritta , vedendoli
anch'oggi fotto il quadro dell'altare dedicato alla Madon
na , e a S. Girolamo fcritto il nome del cardinale . Per
mezzo della ftretta fervit , che Bernardino aveva feco
s'introduffe in diverfe altre non men riguardevoli ; tanto
che ebbe molte commelfioni da altri cardinali , e da alcuni
pontefici . Dipinte , liccome aflerifce il Vafari pel cardi
nal Cibo la fua cappella alla Madonna del popolo , e lui
fteffo vi ritraffe . Ma niun tegno di ci prefentemente fi
vede ; perch la cappella tutta ricoperta d'altre pitture,
e di marmi . Dipinfe tutta l'altra cappella contigua col
quadro dell'altare , che viene a effer la terza , e le lunet
te della quarta , ed i quattro dottori nella volta del coro.
Dipinfe Ja cappella di S. Bernardino in Araceli , che non
altrimente dipinta da Francefco da Caftello , e da Luca
Signorelli da Cortona , come afferma il Titi nella defcrizione delle pitture di Roma . Perch il Vafari che l'alferifce conofceva alfai bene la lor maniera ; e tanto pi del
Si-

pittore;'.

Signorelli , che era fuo parente , nella cui vita nominan


do quantit di pitture fatte da lui , di quefle non fa alcu
na menzione . Senza che anch'oggi s'unifce alla di lui af/rzione il parere degl'intendenti , baftando folo di veder
l'altre fatte in Roma da Bernardino per non dubitarne .
N pur poffono eflere di Francefco da Caftello, che aveva
differente maniera , ed il Baglioni , che ne fcrive la vita
dice che poche cofe fece in pubblico , e di quefle quantun
que l'altre rammemori , non ne parla . Dipinfe un ovato
nella tribuna dell'altar maggiore in S. Croce inGerufalemme , in S. Onofrio parte della facciata dell'aitar mag
giore altres , ed una cappella, che ftata ultimamente
da altra mano dipinta. Dipinfe la Madonna con alcuni
ianti a' lati dell'altare d'una cappella in S. Aleffio , ed in
S. Agoftino gli angoli , ed il fregio della cupola . E di
pinfe varie cofe nel palazzo del Conteflabile a Santi apolloli . Quindi gli ordin Innocenzo Vili, di dipignere al
cune file , e loggie nel palazzo di Belvedere , e volle ,
che rapprefentaffe in una folamente paefi , e Bernardino
vi rapprefent Napoli , Roma , Firenze , Genova- ,
Milano, e Venezia alla maniera Fiammenga , che come
cofa nuova molto , e molto piacque non folo al Pontefice ,
ma generalmente a tutti . Fecegli poi nello fteffo luogo
fpra la porta principale S.S. dipignere una Madonna , ed
un altra dipigner gliene fe in una tavola nella chiefa di
S. Pietro . N quefte furono le fole pitture che egli fece
nel Vaticano ; poicch d'ordine dello fteffo Innocenzo al
tre ne fece in alcune ftanze , che corrifpondono nel cortile
verfo la chiefa , che furono poi fatte rinnovare da Pio IV.,
e l'opera grande fu quella , che gli ordin pel fuo appar
tamento di Torreborgia Aleffandro VI. perch non vi rimafe Manza , ove egli non lavoraffe . Rapprefent l'arti li
berali in alcune ; varie iftorie nell'altre , e fopra una por
ta la beatiffima Vergine , e S. S. che vi fa orazione ; ed or
n

4o

>1 BERNARDINO P1NT0R1CCBIO

n tutte le volte di ftucchi , e d'oro , le quali non guari


ftettero a rovinare ; perch non fi era trovata ancora l'ar
te di farli , come fi fanno prefentemente . Di tante fue,
fatiche tuttoch fatte da lui in poco tempo ebbe Bernardi-
no molto danaro , ed entrato era in tanta grazia del Pon
tefice , che ogni giorno voleva difcorrer teco tempre pro
ponendogli nuovi lavori , e l'ultimo fu quello di Caftelfntangelo , ove molte ftanze color di grottefehe , ed il
torrione da baffo d'iftorie di SS. , e di varj ritratti rapprefentanti Ifabella regina di Spagna , Cefare Borgia , il
fratello, e le forelle, Niccol Orfino conte di Pitigliano , Gio. Lorenzo Trivulzi , ed altri parenti , ed amici
del Papa . Finito quefto prefe Bernardino da S. S. licenza
d'andare a Napoli , ove era ftato alcuni anni prima chia
mato ; e come corfo gi era l'impegno ogni giorno glie/ne rinnovavan l'iftanze . Andovvi dunque , e varie opere
vi fece, e tra l'altre un quadro nella cappella di Paolo Tolofa aMontuliveto coll'immagine dell'Affluita. Tornato
pofcia in Roma poco vi fi ferm , perch part per Peru
gia , dove era gran pezza che non era ftato . Grande fu
l'applaufo, e non ordinarie furono l'accoglienze, e dimoftrazioni di ftima , che ricev nell'arrivo da' fuoi con
cittadini , e fuor di mifura crebbero allorch lo videro
operare . Concioffiecch , come egli non era avvezzo a_,
ftare oziofo , e che non pochi bramavano d'aver qualche
memoria di fuo pennello tofto die di mano al lavoro , e
molte ne lafci in diverfe cafe , quantunque fol due fe ne
veggian in pubblico . Vedefi nella chiefa delle monache_
di S. Caterina un quadro rapprefentante la fanta con al
tre figure ; e fe ne vede nell'altar maggiore di S. Maria
de' foft un altro coll'immagine fa , e d'altri fanti . Vole
va frattanto il cardinal Piccolomini far dipignere la libre
ria , che nel duomo di Siena avea fatta Pio II. fuo Zo ,
ed a Bernardino ne fcri/Te , che finiti i lavori di Perugia fi
mife

PITTORE.

41

mf immantenente in cammino a quella volta , ove arri


vato fent l'intenzione di S.E. , e confiderata la grandezza
dell'opera chiam in ajuto altri profeffori , che ilati erano
quali tutti fuoi condifcepoli , e fra quefti lo ftelfo Raffael
lo , bench allora giovinetto , a cui fecondo ciocche ne_j
Icrive il Vafari fece fare i cartoni , e gli fchizzi , e comin
ci immediatamente ad abbozzarla . DivifeJa in dieci qua
dri , e con fini , e vivi colori vi efprelfe le azioni pi glo
riof fatte da Pio dalla nafeita fino alla morte , e vi pof
{otto ciafcuna gli epitaffj , l'empi di ritratti , e l'orn va
gamente in varj luoghi con oro , Non l'aveva per ancor
finita, quando fuafunto col nome di Pio HI. lui trono il
cardinale , e la fin colla ftoria di fua coronazione rapprefntata magnificamente da lui fopra la porta che rifponde
in Duomo leggendovifi la feguente ifcrizione di fotto .
PJtts 111. Senenps Pii IL Nepos M. DUI. Septemb. XXL
Apertis eleffus fujfragut o&avo Qffobrii coronaius ejl .
Preparavafi in tanto Bernardino alla partenza per ri
tornare in patria a godere i frutti di fue fatiche; giac
ch molti ne aveva raccolti, quando i padri diS.Fran.
cefco l'impegnarono a far un quadro nella lor chiefa , che
rapprefentar doveva la Nativit della Madonna . E mentre
lo ftava facendo nacque fra lui , e loro qualche controver
sa per la ftanza , che gli avevano per iua abitazione affegnata, e dar gliela doveano , ficcome egli la richiefe del
tutto vota . Ma perch rimaf v'era un caflonaccio antico,
Bernardino faceva continue iftanze , che filevafle; ed i
padri , cui pareva troppo lcomodo il doverlo altrove traportare non vi ci fi potevan indurre . Rinnovando egli
perci ogni giorno pi premurofe l'iftanze vi s'indulfero
finalmente j e mentre di quivi lo cavavano fi ruppe una ta
vola , e vi fi trovarono cinquecento ducati d'oro di camef

ra,

DI BERNARDINO PINT0R1CCHI0 PITT.

ra , che v'erano afcofi . Talmente s'afflifle , narra il Vafari , di quefta loro ventura Bernardino , e tanto te ne ram
maric , che non potendolafi torre in alcun modo di men
te , e dal cuore , n mai dartene pace , cadde infermo , e
15 13 dopo qualche tempo, e negli anni 15 1 3. di fua et 59- tene
"
mor', e fanno oltre il Va fari degna commemorazione di
lui il Ciani nell'iftorie , l'Alefli negli elogj , e ne' decen
nali il Baldinucci . Fu egli di giufta , e proporzionata-,
datura, di bella prefenza venerando, e terio , ma al
quanto ftrano, e fantaftico , e troppo attaccato all'interefle . Ebbe non dimeno molti amici , molto grad la_
compagnia, e la converfazione degli altri protettori; e
per dar nel genio a chi gli faceva far de' lavori andava tem
pre ritrovando nuove invenzioni, n a niun'altra pi s'
attacc, che in dar rilievo alle figure con oro, fccome
in molte anche pretentemente fi vede . Piacque fuor di
modo tal fua maniera , ed egli che avido molto era del
guadagno non fi curava , purch guadagnale , e p/acefte d'
uteire alle volte malamente di regola , fccome anch'oggi
per la ftelfa avidit , e per teverchio defio di preftezza da
taluno con poco giudizio , e con iteapito del nome , e del
credito far fi fuole
DI GIOVANNI GREGORI ARCHITETTO
MILITARE.
' Stato tempre mai influflb particolare del
ciel Perugino , ed iftinto innato di quel
fangue il produrre in ogni tempo uomini
d'ingegno, e capitani di valore . Nelfecolo quindicefimo per , quando negli anroJBSHE2KJ ni 1470. forte il noftro Giovanni fu forfe 1'
SD

"influlfo piucch in ogni altro moderno benefico , e parzia


le , perch in folla vi forgevano , e non a novero . Ebbe
meri-

DI GIOVANNI GREGORI ARCH. MILIT.

43

meritamente egli tra quefti, e tra quelli degno luogo , e fin


da fanciullo in ogni fua operazione quello moftr , e quefto in tutte l'occafioni , che fu dagli altri fanciulli provo
cato fece rifplendere . E fingolarmente allora che appena
ufeito di fanciullezza non da' fanciulli , ma da' provetti ,
e fieri ficarj affalito due ne uccife , ed il terzo mite in fu
ga . Sparfafene per la citt, per la provincia , e per al
tri luoghi pi lontani la novella parecchj furon coloro, che
l'andarono a trovare per defiderio di conofcerlo , e farlofi
amico; e taluno , che non v'and proccur , e per lette
re , e per altre vie pi ficure fua corrilpondenza , ed ami
cizia. Diedegli il Baglioni celebre condottiere d'eferciti
una bandiera nelle proprie fquadre , e nel tempo fteffo una
compagnia gli efib l'Orfini celebre condottiere altres
nelle fue , ed altra gliene offerte parimente nelle fue il non
men celebre di loro Vitelli . Sotto la difciplina dunque di
quefti paffando dall'uno all'altro fece il fijo noviziato , e
di grado in grado poi da' piccoli , ne' quali molto, e mol
to s'iftru nelle fortificazioni , fall a' grandi, ed a' mag
giori . Stettevi in tal qualit qualche tempo , e finch la
repubblica di Venezia lo chiam con pi vantaggiofe , ed
onorevoli condizioni al comando della fanteria ; e trasferitovifi fi trov a' fatti pi memorabili , che allora teguirono tra l'armi fue , e quelle de' collegati . Imperocch
valorofiflmamente combatt nella celebre giornata di Geradadda , e vi rima/ prigione , e mortalmente in pi d'un
luogo ferito . E per inoftrar maggiormente fua fedelt ,
e fuo zelo non guarito ancora , col proprio danaro fi rifcoffe , e per Po Ce ne and a ragguagliarne minutamente
il fenato, che con ogni diligenza lo fece medicare, e
groifa annual penfione gli affegn . Egli frprefe poi Pa
dova , che caduta era in poter de' nemici , ed effendo ci
felicemente feguito per mezzo di certi carri di fieno , che
alcuni contadini di buon'ora v'avevano introdotti ilddelF 2
U

DI GIOVANNI GREGOKl
la fefta di S. Marina , che per tal memoria fi celebra an
che di prefente da' Veneziani /biennemente . Quindi fu
fpedito con un diftaccamento di fanteria foftenuto da altro
di cavalleria comandato da Luzio Malvezzi a frprendere
nell'ifola della Scala il marchefe Prancefco di Mantova che
ivi fecondo l'appuntamento afpettava con fecento cavalli
gli Stradiotti , che procurato aveva di /ubornare, e di
levare dal foldo della repubblica , e gli avevano promelfo
d'andarvi, quando preventivamente rivelato avean il tutto
a'ior capitani. Giunto innanzi allevar del fole fbllecitamente all'ifola v'entr fenza alcuna refiftenza , perch
fnz'alcun ffpetto tutti tra/curata ogni guardia faporitamente dormivano , e furon tutti prefi prima che fi fveglia
fero con Bois nipote del cardinal di Roano , ch'era luogo
tenente generale del marchefe. Deftatofi per quefti al romore fcapp da una fineftra, ed in un campo di miglio, o di
faggina che foife mezzo nudo s'afcofe.Ma un contadino,cu/
fatte avea grandifsime offerte , nel tempo fteflb , che accet
tatele moftrava di falvarlo lo fcoperfe , e fu e' pure fatto
prigione, ed a Padova condotto con tutto ilfeguito, e
con groflb bottino di danaro , d'ottanta libre d'oro , e_j
moltiflmo argento da tavola induftriofamente lavorato .
Cal frattanto Maffmiliano Imperadore con nuovi rinfor
zi di gente 5 e grofle artiglierie dalla Germania minac
ciando Padova d'affedio , e fu tofto fpedito Giovanni colla
fanteria a prefidiarla , ed a fortificarla. Furono veramen
te incredibili le fortificazioni che egli in un con altri inge
gneri di grido vi fece , ed incredibili altres gli altri apparecchj fingolarmente alla porta di Codalunga , che ei pref a difendere. Avvicinatofi dunque l'imperador coll'armata vi fi accamp , e giufto da quella parte apr la trincea
facendovi battere furiofamente con continuo e terribile__
/paro dell'artiglieria ilbaftione, tuttoch non poco in
comodato folte dalle forti te , e dalle macchine a fuoco che
gior-

ARCHITETTO

MILITARE.

giornalmente col fuo acuto , e fecondo ingegno Giovanni


inventava. Parendogli alla fine d'avervi fatta fufficientc
breccia , fecegli dare diverfi alfalti da' fanti Franzefi , e
Tedefchi , e perch furon fempre valorofamente refpinti
credeva che troppo la fua gloria vi ftelfe al di fotto fe ten
tato non aveffe di forzarlo con altri . Chiam perci gli
Spagnuoli , che erano fecondo il fentimento comune , e
per impedenza , e per valore di tutto l'efercitoi foldati mi
gliori , e promettendo loro gran premj gli accefe, e fpinfe
all'aflalto , che da effi animofamente , ed impetuofamente fu cominciato . Avendovi Giovanni gi fatte fare alcune
mine, ordin a' fuoi che con ogni filenzio entro i ripari Ci
Iteflero, e che falir li lafeiaffero . Saliti che furono fece__>
dar fuoco alle mine , e ve ne rimate la maggior parte miteramente eftinta , e l'altra da lui , che qual fulmine imme
diatamente colla guarnigion le fu fopra, tutta {confitta , e
con fua maggior gloria perch vi reft gravemente ferito .
Narra quefto fatto nella Perugia augufta il Crifpolti alfai
diverfamente da quello che fi da me narrato nel modo
Itelfo , che il Guicciardini , ed il Bembo di poco tra lor
variando nelle loro ftorie lo narrano, bench egli pure con
effi , e meco nella foftanza concordi . Ed accioch il let
tore ne vegga fenza in quella cercare , di che difcordi , ho
creduto non fuperfluo il riportarne qui l'iftelfe parole , con
cui egli ivi a car. 304. il racconta , e fon elle a gitto le fa
guenti : Giovanni de' Gregorj detto il Zitolo fotto la difci*
plina deW Or/ini , e del Vitelli divenuto capitano di gran fa
mafece prove dife molto generofe controMaJJtmilianonelFaffedio di 'Padova , dove creato colonello con due mila fanti d'
Veneziani per mojlrare rardire , e il valor fuo disfidando F
efercito innumerabile deWimperadore fece legare una gatta
Jfopra una gran lancia, e la pofe nelforte fatto alla punta del
la porta di coda lunga , che egli fera prefa a difendere appefe
avendovi quejle rime fu fu chi vuol la gatta; Spavent confmiU

46

DI GIOVANNI GREGORI

mile bizzarria , e con altri maraviglio^ artifizj delle macchi


ne ordinate dalfuo ingegno ifanti Tedefcbi , e Spagnuoli^ che
Jt eran prefo ade/pugnare quelforte , e fu cagione che MaJ^Jtmiliano perdejj'e affatto lafperanza di ricuperar la citt. ,
ed indifciolfe con pocafua gloria Pajfedio : Che i Tedefchi 3
egli Spagnuoli fi fpaventaflero dell'altre macchine inven
tate da lui pueflere, ed io voglio crederlo. Ma che fi
fpaventaffero della gatta legata fulla lancia mi pare troppo
inverifimile , e non mi fi lafcia credere . Poich non fo ve
dere di che effi doveflero in ci fpaventarfi , n qual loda
egli meriti, quando anche inventata l'avefle, per s fatta
invenzione , parendomi anzich da fpaventare , e fare ftupire cofa da ridere, e feiocca, e molto fredda al di lui caldo
ipirito , e non poco da difprezzarfi dal di loro altiero co
raggio . Lo che elfer dovrebbe di continuo avvertimento
a chi legge, edachifcrive per non troppo facilmente laIciarfi dare ad intendere ciocch troppo dal verifimile , e
probabile s'allontana . Pure che che fia del modo , il fatto
nella foftanza veriffimo , ficcome veriflmo fi che l'imperadore fciolfe con fuo grandi (fimo danno immediatamen
te l'alfedio , e palfando col refto dell'efercito la Brenta fe
ce tagliare il ponte, e lo conduffe nel Trevigiano . Onde
le cote me ch'erano al fommo della reputazione flite co
minciarono d'allora in poi a declinare , e quelle della re
pubblica , che molto al baflb fi trovavano , nel primiero
flato , e vigore tornarono. Rimafefi Giovanni dentro a
curar fue ferite ed a lui lafciatofi il comando principal del
la piazza pi d'ogni altro da lui bravamente difefa , e da
lui folo falvata fe ne ufc vittoriofo il prefidio , che rinfor
zato da altra gente prete tofto Vicenza . Quindi guarito
non volendo il fenato lafciar cos degno capitano entro le
mura di Padova oziofo lo mand di nuovo a comandar la_
fanteria in campagna . Ed in fegno di gradimento , ed in
ricompenfa del fedele 9 e valorofo fuo fervigio , del dop
pio

ARCHITETTO

MILITARE.

pio l'animai penfione , che aveva , gli accrebbe. And pofcia d'ordine fuo a trar mille e ottocento fanti de' confini di
Perugia, evelitralfe, e tornato fu fubito fpedito a riconofcere le fortificazioni di Trevigi , ed a rinforzarne la_
guarnigione , giacch pareva ch i nemici aveflero la mira
d'attaccarlo. Riconofciute le fortificazioni , e fattene
delle nuove ridotta gi avea la piazza in ottimo ftato , c
provvedutala del bifognevole , quando ebbe ordine di tra
sferir fenza dimora con tutta la fanteria , e cavalleria ,
che era in Trevigi , e in Trevigiano , a Padova . Poco per
vi ftette , perche appena arrivato fu condotto dal provveditor Mozzenigo a far l'imprefa di Cividal di Belluno ,
che oftinatamente all'ubbidienza di MafTmiliano fi teneva.
E ricufando di renderfi la fece battere gagliardamente , ed
apertavi larga breccia voleva la fantaria fpignerfi dentro
per prenderla a forza , e ^echeggiarla ancorch allora_
avvilita chiedelfe merc , e di darfi d'accordo. Ma Gio
vanni la ritenne, e v'entr fenza fare alcun danno, per
ch non volle che s bel luogo fi difertalfe . E fmorzando a
quefto modo coll'altrui fuoco il fuo, perch egli pure por
tato era dalla temerit , e dall'oftinazione di que' di den
tro, e dal proprio calore , e furore a dargli ilfacco ci fe
maggiormente conofcere quanto pi ammirabile , e lodevol fia il vincer fe ftelfo che '1 nimico , e quanto alle volte
convenga pi la piet che '1 rigore . Part poi immante
nente , ed and a raggiunger Fefercito , che gi marciava
per far l'affedio di Verona , ed egli fu un de' capi che vel
conduffe. Accampatovi!! dunque di fotto cominciarono 1'
oftilit da una parte , e dall'altra , e gl affediati non fi ri
manevano di far frequenti fortite , e di refpigner gli aflfalitori , e tra quefti pi d'ogni altro fecondo il folito fi fegnalava Giovanni . Ma mentre che andava giornalmente
con nuove brave , e fegnalate azioni acquiftando maggior
gloria, e che pare va che all'acquifto contribuire maggiormen

48

l G1VAHN1 GREGORI

mente la fortuna gli fi avvicinava pi di preffo la morte Imperocch fattali dagli affediati nuova fortita , e gittatif
improvifamente nello lpuntar dell'aurora full'artiglieria ,
che era mal guardata , per inchiodarla , e ributtati facil
mente quelli, da cui fi guardava, gi l'inchiodavano. Quan
do udito Giovanni le grida de' ruggitivi ufc di fuo padi
glione cos com'era fenza celata , e con pochi de' fuoi cor
rendo a rifofpingerli entr arditamente fenza avvedersne
in mezzo a loro , e col confueto valor combattendo fu nel
capo mortalmente ferito . Inafpriti maggiormente da ci i
fuoi , e da altri rinforzati diedero con maggior furia , e
rabbia fopra i nimici , e li coftrinfroa lafciar l'artiglieria
gi prefa , e con non poco lor danno a ritirarfi . Quindi
corfi tutti d'intorno all'invitto, valorof, edamato lor
capitano lo portaron di pefo al padiglione morto affatto ,
e tutto coperto di lngue. Onde in vece di celebrarfi con
fefte , e con giubili la vittoria , altro non fi fentiva che*
Arida , fofpiri , e pianti , ed in cotal guifa nell'et flori
lo da , e forte de' quarantanni ne' 15 io. comp gloriofanien te l'ultimo di faa vita , e con quefa vittoria coron tutte
l'altre. E' indicevole il difpiacere, che n'ebbe tutta Tar
mata , da cui non ne furono efenti anche i nemici , e men
degli altri quelli , che amando , e venerando il valore_
non per altro motivo , che di fuo merito, l'amano , e ve
nerano ugualmente nell'amico , che nel nemico , quantun
que non poco abbia fovente al proprio pregiudicato . Furongli fatte nel campo fecondo l'ufo militare folenni efequie , e pi folenni pofeia a Venezia , ed in Padova d'or
dine del fenato, che per maggiormente onorar fue ceneri,
e lafciare a' pofteri una perpetua memoria di gratitudine
infieme , e di dolore , dice l'Alefli nella prima centuria^
de' fuoi elogj, ch'erger gli fece nella chiefa di S. Antonio
la ftatua equeftre . Ma come io prima che di bocca m'efea
alcuna cofa , e molto pi qualor la deggio per ifcritto af
ferire

ARCHITETTO

MILITARE.

ferire voglio , o da me ftelfo, fe poffo , o da altri fe non


polfo , che fia riconofeiuta , avendovi fatta fare ogni dili
genza non fi in verun luogo trovata , e non v' fegno al
cuno , o notizia , che mai vi fia ftata . N mi fido in tali
cafi di perfne ffpette , ordinarie, ed inefperte , ma di
lcure , qualificate , e pratiche , qual quella del P. Abate
D. Afcanio Varefe degniffimo Generale de' canonici rego
lar i Lateranen fi , che mi ha in quefto favorito . Soggetto
veramente di fondo nell'arte oratoria , nelle lettere , e__
nelle feienze , ed ornato di tante , e tanto rare cognizio
ni quante fon quelle , che l'anno nella repubblica lettera
ria collocato in pofto affai diftinto , e fublime . Del cui
merito non baftando la mia penna ateffere encomj, ned
effendo per farli Sufficienti quefti fogli , ne lafcer a pi
degni fcrittori l'incumbenza , e con attributi men umili ,
e rifpettofi , ma pi affettuofi , e cordiali mi contenter
di chiamarlo ibi amico, che ha pochi eguali , ed efatto
offervatore della legge di vera amicizia , e ritorner al nollro Giovanni. Fanno giufta,e meritevol commemorazione
di lui , oltre gfindicati , in molt'altri luoghi delle loro ftorie il Guicciardini, ilGiuftiniani,ed il Bembo gi da me foprammentovati,ed in ognuno efaltano fuor di modo fua favia condotta , e fingolar valore fempre col foprannome di
Zitolo da Perugia nominandolo , che nulla pi in Perugia
f gnifica che Zittello . Fannola parimente il Manenti nella
fua, l'Aleffi nella nomata prima centuria degli elogj , ed
il Crifpolti nell'anzidetta Perugia augufta , da' quali , e
da alcuni manoferitti ho tratto tutto ci, che dame fi
fin qui pi brevemente forfe narrato , che a cos celebre 3
ed illuftre architetto, e capitano fi conveniva .

DI

50
D GIAMBATISTA CAPORALI PITTORE
ED ARCHITETTO CIVILE,
E MILITARE .
Reflb agli anni 1476- nacque di civil pa
rentado Giambatifta chiamato dal Va fari,
dal Baldinucci , e da altri fcrittori Bene
detto , e comunemente da tutti Bitte__> .
Ma niuno meglio di lui faper doveva , co
me fi chiamava , perch ne' comenti da_>
lui fatti a Vitruvio fi chiam Giambatifta , e tale chiamar
lo voglio ancor io , perch tale veramente era il fuo no
me equivocatoli da' fudetti fcrittori pel fprannome , che
fin da fanciullo ebbe di Bitte, e perch ilCrifpolti, il
Jacobilli , e l'Oldoini , che di lui nell'opere loro Cam
pate an favellato, cos lo chiamano, e perch non tro
vo, che alcuno di fua famiglia dopoch cominci ad effer conofiuta fi chiamaffe mai Benedetto. Era egli an
che in tenera et molto dedito alloftudio, ed abborriva
naturalmente l'ozio; e quantunque Bartolommeo fuo padre
lo ftimolafle fpelfe fiate a leciti divertimenti , ei ora ad una
cofa , ora ad un altra dava di mano per non andarvi . E
ficcome la giovent Perugina, per la fama, che ne corre
va, e per laftima che generalmente da tutti fi faceva di
Pietro affai inclinava allora alla pittura, ed al difegno
egli pure cominci da Cq a difegnare , e volle poi aver per
direttore lo ftelfo Pietro , ed introdurli nella fua fcuola fenzatralafciar gli altri ftudj , e particolarmente della geo
metria, cui era molto attaccato . Pafs dalla geometria_
a quelli dell'architettura feguitando /mpre nel medefimo tempo anche gli altri della pittura, e vi fece in po
chi anni tali progrefsi , che vi divenne eccellente , e
rinomato non pure nella patria , ma anche fuori . Dopo
aver dipinto molto pel maeft.ro a ed in fua compagnia di-

DI G1AMBATISTA CAPORALI HT. ED ARCH. 51


pinfe diverfi quadri per diverfi cittadini della patria ; ma
pochi in oggi ve Ce ne trovano, ed in pubblico lbluno,
che io fappia , che quello che fi vede fopra la porta della
fagreftia della chiefa del Ges . Rapprefenta queflo alcuni
Gefuiti in atto di fupplicare il cardinal Fulvio della Corgna , che vi fta al naturai dipinto, per l'erezione del loro
collegio in quella citt . Fu egli molto dal cardinale tenuto
in conto , e ftrinfe per mezzo fuo ftretta amicizia co' PaA
/crini di Cortona , in cafa de' quali ftette lungo tempo , e
fece cos in architettura , come in pittura diverte opere .
Fece d'ordine del cardinal Silvio il ditegno d'un palazzo,
che S. E. voleva fabbricare in campagna , che molto le_>
piacque ; e fattone fulfeguentemente il modello fu colla
iua direzione mezzo miglio lontano dalla citt fabbrica
to , ed quello fteffo che fi nom allora Fonte comeli , e
prefentemente fi noma il palazzone . Volle poi il cardina
le che '1 dipigneffe , e quafi tutto fu da Giambatifta di
pinto, tecondoch narra nella vita di Luca Signorelli il
Vafari in occafione che lo fteflb Luca dipinte a frefco nell'
altare della cappella dello fteflb palazzo S. Giambatifta ,
che battezza Ges Grifto. Finiti i nominati lavori torn in
patria , e lafciata quafi affatto la pittura tutto all'architet
tura fi diede . E come comentato aveva Vitruvio innanzich ne partilfe lo fece pofeia del 153 1. llampare , e fi mift
d'intorno ad altre opere , e Ce ne videro, allorch aperta
gi avea pubblica fcuola , alcune contenenti varj ingegnofiflmi nuovi modi di far fortificazioni , e varj faporitifllm, e leggiadriflmi componimenti poetici . Molti fcolari ebbe , e non pochi di grido , e fra quefli furon Giulio
fuo figlio, di cui nefcriveremo afuoluogo la vita, Ga
leazzo Alefl , di cui tra gli architetti nel primo volume
delle vite de' pittori gi impreffo diffufamente la terivemmo , ed a fuo luogo tra quefle la fcriveremo in compendio,
e Mafo Pappacello da Cortona , di cui il Baldinucci i'ha_,
Q 2
fcrita

52 DJ GJAMBATISTA CAPORALI P1T. ED ARCW


fcritta, e di cui, e d'altri fuoi difcepoli narra il Vafari ,
che Giambatifta nel dipignere il prefato palazzo fi fervide .
Ma mentrecch ftava, quantunque vecchio gi fofle , conti
nuamente applicato, e che fi divertiva folo dall'applica1560 era
zione
divertimento,
coi fare alle fu
volte
circa
qualche
gli anniaccademia
i56a.forprefo
y che da
purunnon_i
col
po d'apoplefsia , e non iftette pi bene : e dopo qualche
non breve tempo non fo Te in Cortona a od in patria a an
d all'altra vita. *
I>1

G1ANNICCOLA PITTORE

U tia' Perugini anche degno fGolare d


Pietro Gianniccola , ed egli pure fi mife
da giovinetto circa gli anni 1490., poiche circa 1478. nato era , fotto fua difciplina ed in fua compagnia lavor fina
all'et matura-, e finche lo fleffoPietro il
propofe in patria, per diverfi pubblici, e privati lavori ,
ch'ei da fe fok> fnza altro fuo ajuto ne' luoghi , che da me
s' indicheranno maeftrevolmente eonduffe . Dipinfe nel
coretto dell'organo della chiefa cattedrale , e ne riport,
fommo applaufo . Ne mancano intendenti che affermano ,
che le pitture eziandio , che ivi fi vedono nella cappella^
del Crocifilfo, e che rapprefentano la Madonna , S.Giambatifta , ed altri fanti , che piangono, appi della croce
fien fue , e non di Pietro , come altri vogliono . Dipinfe
in una cappella della chiefa di S. Francefco de' padri Con
ventuali in un quadro Gesfr, che fta orando nell'orto af
fai ben efpreiTo , e colorito . Dipinfe nella chiefa delle
monache di S*. Tommaf il quadro del fanto con altre figu
re rapprefentanti altri fanti . Dipinfe nella chiefa de' pa
dri Minori olfer vanti del Monte il quadro della concezion
i Maria 7 che fi vede nella cappella degli Aleffi bench

DI GIANNICCOLA PITTORE.

33

vi fischi lo creda d'altra mano. Ma dove queflo valente


artefice fi port a maraviglia fi fu nella chief , e conven
to di S. Domenico , in cui fece diverfe opere, una delle
quali ne riporta il Vafari in fine della vita di Pietro , che
la riporter io pure in quefla con altre fatte da lui nella
ileffa chief , e convento . Quella di cui parla il Vafari ,
che parla parimente di due altre gi da me y e qui , ed al- .
trove riferite rapprefentava in una di quelle cappelle la_
commemorazione di tutti i fanti . Altri fanti dipinti furor
da lui in tavola a' lati dell'altare del Capitolo. Di fua
mano fi la nativit di Ges , che fi vede a capo d'una
. jfc&la nel convento . E fua la tavola con diverfi fanti col"
jocata nella chiefii vecchia di S. Domenico dello fteffo con
vento . N voglio paffar fotto filenzio alcune pitture>
che fi vedono nell' aitar maggiore , e per la chiefa di
S. Martino al Verfajo , che vengono .certamente dalla
fcuola di Pietro , e v' chi crede che poffano effere di
Gianniccola. Quefto quanto polfo dir che vi fia di fuo in
Perugia, non potendo dir nulla di predio di ci che ha
fatto fuori , quantunque fappia , che in diverfe parti fia
ftato , e che v'abbia in alcune dipinto . Siccome neppur
poffo dire, di che razza egli folfe, qual cognome egli
aveffe; perch tanto il Vafari, che nella fuddetta vita
di Pietro ne parla , quanto ilCrifpolti , che nella Peru
gia augufta pi volte lo rammemora , come il Baldinucci ,
che la vita ne fcrive , e gli altri fcrittori che ne favellano
non gli danno altro nome , che di Gianniccola Perugino
fcolare di Pietro . E ci affai ben fi conofce eziandio dalla
maniera , n fe ne pu dubitare . Evvi chi ha detto , che
poteffe effer parente del medefimo Pietro , e che .aveffe
per moglie una figlia . Ma n pur ci poffo con fondamen
to , e di verit afferire ,' perch non trovo chi con fonda
mento , e di verit l'abbia afferito . E' ben probabile che
aveffe degli fcolari j perch fenz'effi non iflan mai pittori ,
che

54

M G1ANN1CC0LA PITTORE:

che an grido , e faccende . E come in varj luoghi della__,


citt fi vedono varie pitture fulla maniera di Pietro , e fi
conofce che fon pi moderne , e che efler non polfono de
gli fcolari convien credere , che fieno degli fcolari lafciati
da loro . Se in lui finilfe la cafa n pure ben certo ; n
certo il luogo ove fia morto , febbene ho qualche ragio1540 ne di credere , che in Perugia preflb agli anni 1540. mo'
rifle .
DI EUSEBIO SANGIORGIO PITTORE.
Oetaneo , amico , condifcepolo , e paefno di Gianniccola , di cui abbiamo gi
fritta la vita fu Eufebio, di cui ora su.
fcriviamo . Imperocch nacque egli pure
circa il 1478. in Perugia, entr giovi
netto nella fuola di Pietro , vi fece non
ordinarlo profitto ftando Tempre attaccato alla maniera del
maeftro, e ftrinfe fin da principio tal amicizia con Gian
niccola, che fol per morte fi pot feparare . Lavoravano
fpeflb infieme ; e quando per uopo del lavoro lavorar do
vevano divifi Tun quello dell'altro fcambievolmente andava
a vedere la fera, e fuppliva a ci che mancato aveffe il
compagno . Per la medefimezza della fcuola , per la ftretta unione, per le continue conferenze , e pel genio reci
proco , che uniforma l'animo , il tratto , ed il coftume ,
e talora in progrelfo di tempo anche il tembante prefe tal
fbmiglianza la maniera dell'uno a quella dell'altro , che lo
fteffo maeftro eziandio fu quel principio vi s'ebbe a ingan
nare . E' ben per vero , che l'un lavor pi affai dell'al
tro ; perch non god Eufebio perfetta flute , e gli affari
domeflici , e la numerofa famiglia , che aveva non poco il
diftraevano, e l'inquietavano. Viffe nulladimeno alcuni
anni di pi , come appi fi dir , di Giannicola dopo la_
mor-

DI EUSEBIO SAMG10RG10 PITTORE .

55

morte del quale , che fenfibilmente per non breve tempo V


afllhTe cangi lo Itile , quantunque ci dall'opere fue non fi
pofla conofcere; perch una fola prefentemente ne tro
vo; ed ilVafari, che in fin della vita di Pietro tra' fuoi
icolari lo rammemora non fa menzione d'alcuna . Io dun
que fol di quefta potr parlare, e dir ch'ella nell'altare
della cappella della nobil cafa Oddi in S. Agoftino di Peru
gia fi vede , e rapprefenta l'adorazione de' Magi . Potranvene elfere per ventura, e vene faranno certamente
in Perugia non meno che fuori dell'altre ; perch non
probabile, che tutte fi fien difperl . A me per , avve
gnach abbia cercato , e ricercato , efcritto, e rifcritto
in varj luoghi non mi venuto fatto il rinvenirne j e per
ci non ne polfo dar conto ; e converr , che di queft'unar
s'appaghi il lettore . Ebbe quefto valente maeftro inclinazion naturale alla pittura ; e molto fi rammaricava di non
potervi per le cagioni da me fovrannarrate , come voluto
avrebbe, applicare; e tuttoch fofle dedito da giovinetto ad
altri ftudj , tutti li lafci per darfi a quefto . Lafci anco
ra ogni altro divertimento , e fpecialmente quel della cac
cia , di cui molto fi dilettava , ma lafciar non pot l'amo
re , che fin da fanciullo cominci a portare ad una bella j
ed onefta zittella fua coetanea , che in et alfai giovanile
volle finalmente fpofare , e v'ebbe tanti figli dell'uno , e
dell'altro felfo , che '1 pover'uomo pi di ci , che doveva
per mantenerli con decoro , conforme ho detto di lopra ,
s'inquietava. Aggravato finalmente da' travagli , dall'in
di fpolzioni , e dagli anni cadde in una , da cui fidamen
te la morte lo pot .liberare ; e ci per quel che ho po
tuto raccorre dalle notizie avutene preffo agli anni 1550, i550
fegu . Che cofa fi faceffero lui vivente , e dopo mor- '
te i figli , e fe alcun di loro , come probabil fi , ap
plicatole alla pittura io non lo fo; e n pur fo ,
in_
loro finilfe la cafa . So bene che di fua difcendenza prefn
te-

56

DI EUSEBIO SANG10RG10 PITTORE,

temente, ndi tal cognome non v' alcuno ; che viva nel
la patria .
DI G1: BATISTA DANTI ARCHITETTO
MILITARE .
Pur non Con tmpre n trovati , ne favole
quell'azioni d'alcuni uomini , che fi ftiman da altri imponibili ! E chi dicerie 3
che gli uomini poflan volare , e che alferir voleffe , che anno anche volato incor*
rerebbe fenza dubbio in nota, od'impoftore, o di credulo . Al cimento dunque di s fatta no
ta nello fcriver la vita di Gio: Batifta m'efporr io , per
ch dir dovr tra l'altre cofe , che ha volato , e tanto pi
mi ci efporr quantocch di niun altro , che io fappia , tal
prodigio fi legge fuor che di Simone, che per arte magica
il fece, e di Dedalo, e d'Icaro, che troppo noto che fu favolofo . Perch folfe favolofo quefto , e non quello , fe l'un,
e l'altro fi trova dagli fcrittori narrato ; non mia incumbenza il dimoftrarlo , tuttocch farebbe ancor facile . Di
r folo , che effendo ftato in patria da molti di loro ram
mentato , bifognerebbe torre del tutto la fede all'iftorie
per dubitarne, e che potendofi concepire da chi vi pone
ben mente un tale artifizio non mi pare n bont , n fcempiaggine il crederlo , ed il raccontarlo . Io per me fe a_.
tempo mio trovato fi foffe l'orologio, per dir di quefto , e
tralafciar tante altre fatture incredibili , e portentote ,
che veggiamo inventate e che prima di vederlo mi folfe_*
flato descritto dall'artefice pi mi farei indotto a credere ,
che un uomo aveffe fputo trovar modo di volare , che di
far regolatamente camminar da fe s fatta macchina . On
de ignoranza , e non accortezza di coloro , che per fa
re i Angolari , e i facciuti di tutto dubitano , e tutto ne
gano

DI GIO: BATISTA DANTI ARCH. M1L.

57

gano tnza accorgerfi , che ci il pi delle volte adivie


ne , o per difetto d'intendimento , o da mancanza di noti2ie. Checche fia , ficcome io non pretendo di forzare
il lettore a credere ci che di Gio. Batifta fono per iscri
vere, cos non deve pretender egli di forzar me a fcrivere
fl quel che pare a lui . E dacch l'uno , e l'altro abbia
mo tal libert , egli creder ciocch gli parr credibile ,
ed io Priver quel che mi par che fia vero . Negli anni
1478. egli venne alla luce del Mondo, e fu fratello di Piervincenzo Rinaldi , di cui abbiam gi fcritta la vita , che
lccomeera in non poche facolt affai verfato , volle in_.
quelle iftruirlo tanto pi che '1 vedeva all'applicazione na
turalmente inclinato . Ma vedendolo dedito ancora all'
armi, ' fuochi d'artifizio , a macchine militari, e che
ipeflfo rammemorava i fatti gloriofi d'Aleffandro , d'Anni
bale , di Scipione , di Cefare pens d'iftruirlo anche nell'
architettura , e pi nella militare , che nella civile . Facevavi l'ingegnofo garzone profitto ammirabile , e gi fi
dilponeva il fratello a mandarlo fotto la direzione di qual
che bravo ingegnere in guerra viva , perch abilitar fi po
tette nella pratica , dach dir fi poteva gi maeftro in teo
rica . Aveva Perugia in quel tempo quantit di bravi ca
pitani al trvizio di principi ftranieri , e pi rinomati de
gli altri erano quelli della caf Baglioni, che tnza invidia
re a Roma le Fabie , e le Cornelie , a Napoli le Caracciole , e le Caraffe , a Venezia le Morofine , e le CornaTe , ed a Genova le Dorie , e le Spinole , ne fu il leminario . Torn giufto allora in patria Gio. Paolo il vecchio
dal comando che aveva in Lombardia , ed a lui Piervincenzio il raccomand dopo avergliele fatto conofcere .
Conduffelo il valorolb guerriero in alcune campagne tco,
e gli pot tanto amore , che lo volle anche in fua compa
gnia , quando pafs altrove a comandare . Servillo tm
pre 'in qualit di primario ingegnere Gio. Batifta , ed inH
vent

SZ

D 1 GIO:. BATISTA

DANTI

vent macchine tali , che (limate furono maravigliofe_> I


Lafci dopo molti anni Gio. Paolo il comando , perch
determinato aveva d'accafarfi ; ma lafciar non volle Gio.
Battifta, perch lo forz a ritornar feco alla patria . Ve
dendoti" Gioc Batifta in patria oziofo , e volendo dar qual
che fegno di gratitudine a Gio. Paolo fuo Mecenate , il
cui accafamento. era gi non totalmente conchiufo , ma_
molto avanzato pens di farlo in modo da fegnalarfi . Ito
dunque, col pretefto di divcrtirfi per qualche tempo alle
delizie. del Tralmena in compagnia d'un fedele, e caro
fuo amico , che fblo era di fuaintenzionconfapevole, e
di cui Colo fi fervi , cominci da f a lavorar notte , e gior
no fegretamente ferri, molle, ed altri ordigni , e tira
tili tutti felicemente a fine non altro gli reftava a fare che
l'efperienza .. E perch, quefta pure folfe occulta , acci
improvifo. del tutto giugneffe in Perugia lo fpettacolo
afpett il plenilunio , e nell'ore , in cui gli altri pi faporitamente. ripofno , ed in luogo il pi remoto d'una di
quell'iole per non elfer veduto aggiuft bene al fuo dolfo
gli ordigni , che formavano due ali, e fopra quell'acque
tent, di volare. , e vol per qualche non piccolo fpazio fa
cilmente; ma quando ftanco volle fermarli non pot farlo,
come voluto avrebbe a poco a poco , e gli convenne alla_
riva della medefima , ove quel fuo amico l'afpettava , fovra dell'acque lafciarfi cadere Penfando , e ripenfando
poi a cotalmodo , ed aggiugnendo, e fcemando , e ferri,
e molle a mifura del bifogno x reiter pi e pi volte Ia_,
fperienza , ma per quel che narra nella Perugia augufta il
Crifpolti , e per quello che '1 fatto, fuffeguente moftr
non, lo potette mai trovare .. Tornato frattanto a Perugia,
ove imminenti eran le nozze ,, e fi preparavan funtuofe fefte ,. afpett che un giorno corrcAero per la citt le lance ,
c fopra la via di S. Sovino , ove era maggiore degli fpettatori il concorfo veftito de' fuoi ordigni , e tutto coperto

ARCHITETTO MILITARE.

5$

tU piume ben adattate fi fpicc da un alta torre , e con_


terribil fischio volando fopra la detta via , non ebbe per lo
fpazio di trecento paffi ancor volato , che rottoglifi un
ferro maeflro dell'ala finiftra , e non potendo pi reggerli
colladeftra cadde in fine di detta via fovra i tetti di S. Ma
ria delle Vergini, ove oggi a Sapienza nuova vicino alla
ftabilita meta . Imperocch nel chioftro del moniftero ave
va gi preparati alcuni matarazzi per lafciarrifi cadere,
e con due Spettacoli in vece d'uno , come prefiflb avea fegnal immortalmente la fefta . Tutti credettero , che ei
folle morto, e tutti cor/ro a quella volta per anfiet di
vederlo , e lo trovarono folamente ffelb in una gamba ,
e niente sbigottito dcll'inafpettato accidente . Narra nel
la fua floria ftampata quefto fatto ilPellini, nella Perugia
augufta lo rammemora il Crifpolti , ne fa tra' fui elogj 1'
Alelfi menzione , loriferifce nell'Ateneo Perugino FOldoini , e ne' fuoi manufcritti il Lancellotti il defcrive .
N trovo tra quefli autori altro divario ; che nelle nozze ,
dicendo il Lancellotti che eran di Giampaolo colla figlia di
Jacopo Canti Romano , e l'Aleffi , e l'Oldoini che*
eran della forella di Gio: Paolo con Bartolommeo Alviano.
Checch fi folfe delle nozze , e qualunque cofa abbian di ef
fe detto gli fcrittori ,, l'opinione pi comune fi che folfer
di Gio: Paolo, e trovo che
cordan nel volo, e
tutti dicono, che da indi in poi fu Gio: Batifta chiamato
Dedalo* Corte tofto a vifitarlo Giampaolo con tutto il
parentado , n vi reft alcun cittadino nobile, che non
^andaffe feco a rallegrare . Guarito che fu , f prima Gio:
Paolo l'amava , e lo ftimava , lo voleva continuamente
feco, allora non folo lo volle tempre fco , ma come era
ftato gi richiamato in Lombardia, gli alfcgn affai pi
groffo flipendio di quello aveva per innanzi , e novamentc
il conduffe per fuo primario ingegnere all'armata. Sparfafi per Italia , e fuori la fama del volo , dovunque arrivava
H 2

Gio:

60

DJ G10: BATISTA DANTI ARCE. MIC

Gio: Batifta ognuno gli fi appreflava per conofcerlo, ed


era generalmente da tutti moftrato a dito . Fecergli molti
principi non poche richiefte per averlo al loro fervizio j e
bench gli efrbiffero migliori partiti , egli Jafciar non vol
le mai il fuo Gio: Paolo j a cui fece vedere in queil'occafione nuove invenzioni maravigliof , ed andfeco a far alcu
ne pubbliche operazioni matematiche a Venezia : Ma , o
che folfe la fmoderata applicazion della mente ; o le foverchie fatiche del corpo fu da acuta febbre allo 'mprovif
alfalito, ed in pochi d negli anni 1517. non avendo ancor
compiuti i quaranta fin di far prove di fuo ingegnafo ta
lento, e lafci il Mondo, e gli amici. Ed io per aver
nel primo volume delle vite de' pittori moderni, mentre
che di Giulio Danti fuo nipote fcriveva , ancor di lui qua!
cola fcritto , a quelle rimetter per maggior lume il letto
re ed inquefte dar fine al racconto
D GIORDANO TASSI ARCHITETTO CIVILE.
Rano iReligiofi Perugini in tempo che vi
veva il noftro Giordano , che nacque cir
ca gli anni 1482. molto dediti allo Audio
della matematica, e dell'architettura,
ed egljfu un di quegli che entrato gio
vinetto col content di Martino fuo padre
nella religione de' Servi di Marra in S. Fiorenzo quanto
ogni altro vi fi applic, e vi fece confiderabil profitto.
Crefciuto in et, ed avute diverfe cariche , che efercit
a maraviglia fal per la fua prudenza , per la fua dottrina
e per l'ottimo fuo coftume a tale ftima nella patria non_>
meno che fuori , che difporre poteva liberamente della vo
lont di tutti que' nobili cittadini , ed ognun di lro fi
pregiava di poter trattar feco , e di fervirlo . Ma egli che
uhm conto faceva delle vanit mondane per iftar pi lon>

nano

DI GIORDANO TASSI ARCH. C1V.

61

tano dal mondo fi ritir fuori di citt in una piccola chief,


che del 1523. un Adriano VI. alla religione , e fi chiama
la Madonna di Monturreno detta comunemente di Monterone . Quivi palfava lietamente i fuoi giorni , n altro
divertimento aveva , che il far difegni di fabbriche , e lo
ftare in continua orazione . Era la chiefuccia allora in po
co buono fiato , ed egli meditava di ridurla a pi grande *
e migliore ; e fatto anche ne aveva il modello ; ma per
metterlo in opera gli mancavano i quattrini. Saputafi queita fua intenzione dagli amici glieli trovarono ; ed egli vi
nife fubito mano , ed egregiamente la conchnTe nel modo
che ognun vede . Godeva egli allora la grazia di Paolo IIL
con cui trattato avea famigliarmente anche prima che__*
S- S. fi trasferilfe a Perugia , e come l'era noto l'amore eh'
c' portava a quella chiefa l'and fovente avifitare mentre
che ivi fi trattenne , le fece larghe limofine , le concedette
moltiffime indulgenze , e volle che in bianco marmo nella
medefima chief fe ne confervafle a conforme vi fi confr
va la feguente memoria .

!"
.
. .
'
Paulu: Uh Pont. Max.
'*
Religoj viri Fratris Jordani precibus
Ad hanc Monti: Turreni
Quam S. Maria Gratiarum sEdem
Nominari voluti
Accedente ingentemq. arena crateram excipiem
Ac fubinde inwrtens
Tot dietim <i quot UH erant arenula atomi
Remijfionem in fngalo: die:
t
Perpetuo concejjtt
Et nfupcr fello Divi Angeli
De menfe Septembrit .*
.
!
O&avoq, pojl Pafcha Refurre&ionis
Et quo Sanoltju Virginh vijtatio celebrata*
No.

62

DI GIORDANO TASSI ARCH. C1V.


Noxia noxiaq. ve nia m omnibus diBam sEdem
A meridie pracedenti: dici
Ad horam ufq. feram
Aliqua eleemojyna oi/ttantibus
Ex valida Ecelejte Romana forma
Perpetuo duraturam
Elargii* ejl Ul. al. O&obrii MDXXXV.

Grande fu il concorfo , e grande la divozione del po-~


polo Perugino per la fanta vita del P. F. Giordano non_
meno, che per l'indulgenze concedute alla nuova chief
dal Pontefice ; ed 11 buon religiofo fommamente gioiva in
vederne poi la frequenza , e feguit ad ornarla } e ad arric
chirla di nobili paramenti finch vifle, che vifle molto.
Imperocch paffava con perfetta fallite i cent'anni , quan1500 <do
fntit
circapaft
i 1590.
felicemente
gravemente
all'altra
ammal
vita.
, edParla
in concetto
meritevol
di
mente di lui con grandi encom j nella Perugia augufta il
Crifpolti ; parlanne le memorie manuferitte del conven
to di San Fiorenzo; e ne parlano gli annali de' Servi di
Maria .
DI DOMENICO DI PARIS ALFANl PITTORE,
Alla nobil cafa degli Alfani , che trae P
origine dal celebre Bartolo ebbe Domeni
co in premio della fama, chV s'acquift
col pennello il cafato . N furono gli Al
fani /bli , che in diverfi altri modi l'ono
rarono , perch fu onorato da altri nobili
cittadini in patria, e fuori da diverfi perfonagg . Nac1483 que egli negli anni 1483. quando nacque in Urbino Raf" faello , e come erano ambedue della ftetfa et , e della fte
fa fcuola ; perch egli pure frequentava quella di Pietro
ftrin-

Dt DOMENICO DI PARIS ALFANl PJT.

6>

ftrinfero tra loro non ordinaria amicizia, ed erano tm


pre infieme
Voleva Raffaello condurlo anche feco , quan
do fi part da Pietro , ma ei non vi pot andare per non
lafciare Orazio. fuo fratello minore , di cui parlaremo a_
fuo luogo , perch era allora in et puerile , e fenza pa
dre ^ Seguit dunque a frequentare, la fcuola di Pietro,,
ma crefciuto il fratello ,, e veduto un quadro , che Raf
faello mand di. Roma a Perugia fatto in tempo , ch'e's'
era gi ftaccato, dalla maniera di Pietro gli piacque tanto,
che cerc poi d'imitarla , e l'and anche a trovare a Roma,
dove conduffe il fratello, che gi. fotto la.direzione di Pie
tro a Jla ftelfaprofeffione applicava Poco tempo per pot
ftar leco ; perch fu richiamato a Perugia a dipingere al
cuni quadri ^ ma dove quefti prefentemente fi fieno io non
lo, fb ^N giunto a mia notizia , che altre opere in quelle
chief di quefto bravo maeftro fi veggiano , che due figure
nella tavola, della Madonna delle grazie , che fi conferva
in S* Agoftino ; dacch tutte l'altre fparfe nelle medefime
chiefe fono d'Orazio fuo fratello , ficcome nella di lui vita
fi dir . Pu ben effere che ne faceffe per que' cittadini ;
giacch molto da loro era ftlmato ; e tanto, pi pu effere
quantoch. in fine, della vita di Pietro, narra il Vafari , che
molto egli oper in Perugia , edattorno per le caftella,
che fono le fue preci fe parole . Ma o che per fiia fventura_
le dette opere fi fien difperfe , e andate male ,, o che per
mia mancanza in non far maggiori diligenze , avvegnache
non poche fatte ne abbia , per rinvenirle non fi fien rinve
nute , io non ho. potuto aver notizia alcuna n pur di quel
le , ch'e' fece per le mentovate caftella .. Converrammi
dunque finir la vita di queft'artefice fenza poter dare altro
conta di fiie. pitture , e di fue azioni . Imperocch egli
non invecchi , e o foife cafo, o deftino, ficcome nato
era coetaneo di Raffaello , e fu cos ftretto fuo fedel ami
co , ed infparabil compagno nello fteffo anno 1520. in_ 1520
cui

"

64

DI DOMENICO DI PARIS ALBANI P1T.

cui fi part Raffaello dal mondo, Domenico pure il lafci .


N altra differenza tra quefti due profeflori vi fu , che__
nella maniera di dipignere , e nel modo di lanciarlo . Pofciach parlando della maniera, quantunque Domenico
proccuralfe d'imitar quella di Raffaello dopoch migliora
ta la vide , e di fiaccarfi da quella di Pietro , e che fofle
ei pure eccellente , metter non fi pu in paragon colla fua ,
che era per molte , e molto confiderabili ragioni fuperiore ; "e lo faceva tanto pi eccellente di lui quantocch fu
allora , prefentemente , e far forfe all'avvenire pi ec
cellente di tutti gli altri che dopo noi verranno per molti
fecoli . E parlando del modo, quefti conforme ben noto
mor di foverchie fatiche per Venere : quegli d'ecceffive_*
per fa. caccia ; ed in cotal guifa perirono, febbene dif
ferentemente , ambedue per di volontarj , e mal penfa
ftrapazzi DI LEANDRO SIGNORELLI ARCHITETTO
MILITARE NOMATO ANCHE
LEONARDO .
E l'antiche famiglie nobili finiflero, e_j
mentrecch elle van finendo non veniffero
fu le moderne , che farebbe della nobilt ?
Certo , che in breve tempo perduta F
avrebbe il Mondo ! Cos fele ricche non_,
impoverilfero mai , fi rimarrebbero nella
loro povert fempre le povere. N la fortuna, che col
continuo fuo moto vedere ognora ci fa fue foventi , Ara
ne , ed inafpettate vicende potrebbe pi torre aduno i po
deri , le tenute, i feudi; ed i regni, e ad altro darli;
perche nulla pi il Creator fupremo dopo la mondial crea
zione ha creato . E' dunque neceffario , che quegli li per
da , acciocch quefti gli acquifti , e che quefti /brga__, ,
quan

DI LEANDRO S1GN0RELL1 ARCE. MIE.

O5

quando quegli perifce . Tra le pi celebri di Perugia vide


per mokiffimi fecoli crefcer gl'illuftri germogli della fua in
armi non meno , che in lettere , ed in dignitadi ecclefiaftnche non folo, ma nelle fcolari la Signorella finch ella pu
re correndo la.ftefla fventura dell'altre finalmente fin non
nel noftro Leandro , di cui ora deggiam per obbligo dell'
afl'unto ragionare , ma in altri , de'quali per incidenza in
fine del racconto ragioneremo . Negli anni 1490. nacque 1400
egli , n i genitori ebber uopo di lufinghe , e di ftimoli ,
di promefle ; e di premj , di minacce , e di pene per ben
educarlo, perch ei al bene naturalmente inclinato da Ce
fenis. veruna lor guida beniffimo s'educava . Diedefi per
ci , fatti ch'egli ebbe tutti gli ftudj , che da nobili giovi
netti far fifogliono a quelli della matematica, e delle belle
lettere lenza tralafciare nell'ore dilccupate altri efrcizzj
cavallcrefchi . Non guari ftette a far inoftra di fue fatiche,
perch fi videro girar manulcritte varie leggiadre fue compofizioni poetiche . E perch dalle teoriche matematiche
occupazioni paffato era alle pratiche , viderfi ancora varie
bizzarre militari invenzioni, e tanto in quefle s'avanz,
che partito dalla patria and in guerra viva a farne le fperienze . Fatte in qualit di venturiere alcune campagne
torn per ioi domeftici affari in patria ; e quindi fi trasfe
r in Roma per cagion de' medefimi . Sedeva allora fui tro
no pontificale Leon X. ed introdotto al bacio del pi
Leandro ebbe con S. S. tali , e tanti varj dilcorfi , che ne
concep ftima particolare , e vietandogli il partire volle
pofcia Ipeffiffimo trattar feco. Poco, o nulla piacque tal fua
confidenza agl'invidiofi , e tanto fi adoperarono , e tanto
differo, e tanto fecero, che quantunque innocente ne perde
finalmente la grazia . Ma perch con quell'arti che procura
Tinvidia d'abbattere chi perteguita con quelle fteffe o con
altre ellapure alle volte abbattuta capit alle mani di S.S.
una vaga e gentil operetta intitolata gli amori d'Emilia ; e
1
"
d'Ero-

66

DI

LEANDRO

SIGN0RELL1

&Erofilo, che Leandro avea compofta, e v'ebbe s fatto


gufto nel leggerla , che gli ritorn nell'animo il di lui af
fetto, e lgannato dell'impofture fcacci gl'impoftori y e
ritenne lui feco finch vifle al fuo fervizio facendogli mille
cortefie, e finezze. Salito era, e per mezzo de' contU
nui favori, che ricevuti aveva dal Pontefice, eperlefuc
molte , e molto rare qualit ad alto credito , ed il fiore
della nobilt , e della letteratura ne faceva la llima, che ri
chiedeva il fuo merito , quando lucceduto a Leone Adria
no, fece tofto cercar di lui , e tratt e' pure di continuo
confidentemente feco . Aveva allora Solimano cinto Rodi
di ftretto affedio, ed il Granmaeftro che intrepido d^lle
fomidabili Sue forze fi difendeva vedendo il pericolo di do
ver finalmente cedere non celava di chiedere a' principi
criftiani validi foecorfi, ed ajuti, e ne chiefe anche al Pon->
tefice . Sped S. S. a quella volta con vantaggiofi aflegnamenti Leandro ; e mentre la fua gita a tutto potere affret
tava , ricev nel viaggio l'avvifo della caduta , e torn in
dietro . Molto gli dilpiacque di non aver potuto in queir
occfione moftrar fua abilit , e valore , e molto difpiacque
anche al Pontefice , e grandemente fe ne afflifle . Ma fe
moftrar noi pot Leandro , non mancarono altri cava
lieri Perugini , che dentro la piazza fi trovavano col co
raggiofirniente difenderla , di farne moftra . E monfignor
Leonardo Baleftrini Perugino altres, che v'era arcivefco
vo Soventemente filile mura ad incoraggiare con efficaci
elortazioni i difenfori correva , ficcome in pi d'un luogo
della ftoria della religione Gerolblimitana Jacopo Bofio
riferifee, e particolarmente nel lib.i. delia par. $. a car.4.
ove dice ; Fra Leonardo Baleflrini archefcovo Laiino
di Rodi uomo di vita efemplare , e gran letterato , valentijfimo teologo , ed eloquente oratore /cacciato per ordine di
Solimano da Rodi giunfe in Candia . Fu colla facondiafua ,
lolle proprie facolt , e col conftglio di molto giovamento in

ARCHITETTO

MILITARE.

67

q'aefia guerra , e venne quivi accompagnato da alcuni gentil


uominiprincipali di Rodi. E perch refiato era poverijfimo
UGranmaefiro , e la religione gli ajegnarono tanta penfia
ne annuale vita fua durante , che gli bafi da poter vivere
comodamenteper decoro della dignitfua , epoco dopo l'elefifero priore della maggior chiefa conventuale della religione .
Prende per altrove il Bofio groflifllmo equivoco facendo
lo Genovef, perch incontraftabilraente Perugino, c
di buona famiglia originaria di Perugia eftinta ultimamen
te in altro Leonardo . E l'Alefli , ed il Pellini , ed altri
Perugini Icrittori riportati da loro , e le memorie pubbli
che degli archivj , e le private delle caf tra' Perugini
fempre l'annoverano , e tra gli Icrittori Perugini e non_
Genovefi il P. Oldoini , che degli uni , e degli altri ha ne'
fuoi Atenei raccolto il numero , lo ripone . Ne' in queft'
ultimo affedio folo ne fecer moftra ; poich anche ne' due
precedenti fi fegnalarono . Ed il conte Filippo Bigazzini
fi tegnalo colla vita pi degli altri nel primo ordinando nei
teftamento agli eredi , che quotiesfacrum bellum , che__
fono le parole precite dell'Aleni , che nella prima centuria
de' fuoi elogj ne favella , indkeretur tot/et fuisfumptibui
militem cataphra&um mtterent ? quotici certam quondam
pecunia fummam qui: peteret , Deo placituri : Mor poi
S. S. , e la repubblica Fiorentina chiam al fuo lbldo con
molte , e molto onorevoli condizioni Leandro . Imperoc
ch lo dichiar Generale dell'artiglieria, e colonello d'
un reggimento , e gli eredi ne an contervata fin a d noftri
la patente, che ne' 4. di lettembre degli anni 1529. fu
fpedita . E' indicevole l'applaul ch'egli ebbe nell'arrivo
per la fama, che di lui gi correva , ed indicevole altres
fi la ftima , che s'acquift colle fortificazioni , che fece
per difefa della citt , e d'altri luoghi vicini . Ma quando
era nel fervor maggiore di effa gravemente ammal ; e__
fuperando la forza del male il vigore degli anni lo coftrinI 2
Te

6*8

DI

LEANDRO

SIGNORE LL l

i5go fe ne' i5$o. a cedere , ed a tafciare col fuo morire a Pirerr"

' ze un defiderio univerfale , che viver dovefle . Parlano di


lui il Varchi, il Pelimi , il Panvinio, il Crifpolti , V
Alefli , il Jacobilli , e l'Oldoini , e tutti con quelle lodi ,
che merita, lo rammemorano , e pi degli altri il primo ,
che nel lib. x. di fua ftoria a car. 303. cos difcorre : Leo
nardo Signorelli da Perugia non meno ngegnofo poeta , che
pratichiamo ingegnere e valorofjfimo capitano andava ri
leggendo tutti i ripari , e tutte lefortificazioni fatte , e da
farf con grandijjtma diligenza . Coftui per la molta fuffcienzafuafupoco di poi condotto per capitan generale di tut
te Partiglierie della repubblica Fiorentina con ampliffm^L-
autorit per un anno fermo , e un di beneplacito \ ma egli
in capo afei mej con grandiJJimo danno cos delle Mufe , come di Alartene fu acerbijfimamente rapito , eia compagnia ,
the egli avevafu data a Raffaello da Cortonafuo luogotenen
te : N fu egli fblo di fua profapia a renderf celebre in_*
quell'alfedio , poich fe la morte tolfe a lui la gloria di
morirvi colla fpada ignuda tor non la pot ad Ottaviano
fiio fratello , che effendo luogotenente generale di Malatefta Baglioni mor valorofamente coil'infanguinata com
battendo nella celebre fortita rammentata dal Varchi >
dal Segni, e dal Giovio , che dice: Sed Malate/la nibil
eo cafu permotus Gatdinaporta Oblavianum Signorellum inter Perufoiot PrafeEtos nobilitate , virtute , facile principem erumpere jubet : Capitano dello ftefb Malatefta allo
fteflfb fervigio , e nell'ifteffo alfedio fu Bino lor fratello y
poi luogotenente generale del marchete di Montebello ni
pote di Paolo IV. , d'Afcanio della Corgna nella guerra di
Siena, di Camillo. Orfini al foldo de' Veneziani , ed in
Francia di Prancefco I. , ed rammemorato dal Varchi ,
e da alcuni de' rammemorati autori . Non cominci per
in quefti il fervigio militare , che rend la lor famiglia a_
quella repubblica j perocch prima di efli chiam al fuo di
peli-

ARCHITETTO' MILITARE.

69

pendio Fabbrico, che per parecchj anni militato gi aveva


in Francia, ed in tutte le guerre d'Italia,e dichiarato fu poi
capitan generale dal Papa , ficcome con altri riferiti da lui
riferifce il Crifpolti . Suo nipote, e fratello di Leandro , d'
Ottaviano , e di Bino fu l'altro Fabbrizio , ch'ebbe il co
mando di quattro compagnie di lance da Leon X. , e fer
vi in varie fpedizioni cos fedelmente la fanta Sede , che
intefaf la di lui morte dal facro Collegio in tempo ch'ella
era vacante , ne fcriffero i capi d'ordini lettere di condoglienza a Ridolfo fuo padre del tenore , che originalmen
te rapporta il Crifpolti . Fu loro arcavolo Giovanni che
ebbe in Roma con altri primi Signori
e baroni d'Italia
il fcro ordine Dragonico iftituito del 1432. in Aquifc
grana in tempo di fua coronazione dall'imperador Sigis
mondo fervito tempre con fedelt, e prima, e poi in_
diverfe fpedizioni da lui . E lor degno pronipote , per
ch di molte belle rare qualit ei pure era ornato fu final
mente Cammillo da me affai ben conofciuto, e fpeflb an
che trattato, che manc ad 6. d'aprile nel fecondo anno
del corrente fecolo , ed in lui uim l'illuftre famiglia s'
eflinfe * Ma fe egli manc, ed in lui la famiglia s'eftinfe non mancher mai , n mai s'efh'nguer nel mondo no^
bile la gloriofa , e grata lor rimembranza .
DI CESARE ROSSETTI PITTORE , SCVLTORE >
ED ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.
U far quanto fa i'aftuta , e vile ipocrifia
per ascondere il reo operare degli uomi
ni , che la natura al male aufata fuole alla
fine fenzach fe ne accorga fcoprirlo . E
faccia ancor ella quel che vuole la cieca_y
e maligna fortuna per abbattere , e con
culcar la virt 3 che febbene le verr fatto d'opprimerla
non

7o

DI CESARE

ROSSETTI

non le forra per mai quell'intrinfeco pregio , che inlparabile ha feco , che pregiar non fi pu , e che incompara
bilmente affai pi vale , che onori , grandezze , argento,
ed oro , che fon l'armi ordinarie , onde fi ferve per moftrar fua potenza, e per oftentare fue glorie. Da quelle
1400 due fue crude nemiche , quando circa gli anni 1400. venne
~
al mondo fu dappoi fempre perfguitato il povero noftro
Cefare , e dir come . Mifelo il Padre , che Giufeppe fi
chiamava, e che buon amico era di Pietro in et puerile
aH'efereiiio della pittura lotto la di lui direzione . Dava
il fanciullo tutti i fegni di divenire valente, e bravo, e
colla facilit d'apprendere , e coll'affiduit dell'applicare,
e col continuo ftare attorno al maeftro , con che quanto
ogni altro fcolare guadagnato aveva il fuo amore . Quindi
feguitando col crefcer degli anni a crefcere in abilit , e
nel fapere crebbe poi talmente , che cominci a dipignere
con franchezza d'invenzione , ed a prender nome di gran
maeftro. Scatenoffi allora la 'nvidia , ed infinu il proccurar fua amicizia ad alcuni picchiapetto , graffiafanti , e
fpigoliftri , che portan fempre la corona fra mano , edan
.continuamente il timor di Dio per la bocca, e facilmente
l'ottennero, perch egli innocentiffimo manifeftando tut
to ci , che aveva in cuor colla lingua fi fidava liberamente
di tutti, e molto pi di effi , che li vedeva in ogni loro
azione efemplariftlmi . Ottenuta che l'ebbero cominciaro
no a dirgli , ch'ei nella patria era perduto , e che nulls_
avrebbe mai fatto in competenza del maeftro, editant*
altri fuoi condifcepoli , e gli mifero in tefta d'allontanar
tene , e di ftabilirfi in qualche luogo dell'Umbria , o della
Marca , ove ftato foffe folo , e pi gli veniife a grado , e ve
l'induffero . Partecip tal fua deliberazione al padre , che
non volendo di ci in niuna maniera fentir parlare cercava
per ogni verfb di diffuaderlo j ma per fua feiagura , ne!
tempo fteffo , che ne lo aveva diffuafo cadde in grave ma-*

PITTORE, SCULT. > EU JRCH. CIV.i E M1L.

71

le , e mor . Tornaron allora gli amici a mettergli pi for


temente che mai il partire nell'animo , ed a partir di bel
nuovo il difpofero . Partito che '1 videro fecero dare al
cuni lavori che gli erano ftati promeffr ad un pittore infe
riore a lui , e vi guadagnarono anche fopra . Avvenne che
avendo poco danaro il poverino , e per fua maggiore feiagura poco modo da introdurli , e farfi conofcere , and gi
rando per le citt vicine non trov mai da lavorare, lo
fpefe tutto , e fu affretto a tornar a Perugia male in arnefe.
Tofto corfero i detti amici a vifitarlo , e facendogli mille
amorofe efibizioni , e finezze chiamando e' fanti da cielo
di' compaflone , ed i demonj d'inferno per lo rammarico .
Niuno per gli diede n in tutto , n in parte il bifognevole , e trovato , che l'ebbe da altri gli ricominciarono a
frar d'intorno per torlofi nuovamente davanti , e lo confgliarono di ricapo a partire . Ma fe non fofle ftata un altra
dilgrazia , che gli accadde l'averebbefo sbagliata fenza_
dubbio quella volta . Imperocch avendogli perfuafo il lafiare affatto la pittura , e'1 darf tutto alla fcultura , e__
all'architettura , abbracci egli il partito , ma non nel
modo, che gliel proponevano , e fi trasfer in Roma ad
imparar l'una , e d'altra . Conofeva gi egli , ed era fuo
amico Raffaello , perch furon condilcepoli nella fcuola
di Pietro, and perci a trovarlo , e partecipatagli fua_
intenzione lo preg dell'affftenza . Voleva Raffaello affiftergli , e dirigerlo , ma non avrebbe voluto , che abban
donale l'efercizio della pittura, in cui aveva fatte tante
fatiche , ed in cui moftrava ogni abilit , ed era in effetto
abiliffimo. Egli per fiflb nel fuo propofito volle onnina
mente abbandonarlo , fccome l'abbandon , e nel tempo
fteflb , che alle due nuove profeffioni indefeflfamente ap
plicava fotto la direzione di lui , che raccomandato l'ave
va ad altri bravi maeftri prendeva lezion di notomia , e__>
di geometria , e divent in pochi anni nell'une , e nell'al
tre

72

.:\"

VI CESARLE ROSSETTI

"T

tre pratchilfimo . FecegliUaffaello fare certi difegni , ed


alcune ftatue , e come egli aveva quella ftima , che a ognu
no nota facile gli fu il farla avere anche a Cefare , e giuflo allorch n'era .quefti giunto all'auge , quegli mor.
Tanto l ne accor , che lafci Roma , dove probabilmen
te fatti avrebbe ,gran danari , e tornato in patria torn la
fortuna di bel nuovo a perfeguitarlo non per me2Zo de'
finti amici , perch quantunque affai tardi , finalmente_*
li conobbe , e non li volle pi trattare , ma per altri acci
denti, che gl'impediroo l'adoperar lo fcarpello , e l'ar
chitettare . Vedendoli egli cos dilccupato , e non po
tendo ftare oziofo fi mife a lavorar clla penna , e compofe
alcuni trattati d'architettura civile , e militare con tali
nuove profittevoli invenzioni particolarmente in quefts__ ,
che effendo allora tornato in Perugia Aftorre Baglioni ce
lebre capitano , e condottiere d'eferciti fe ne innamor ,
e l'impegn ad ir feco per primario ingegnere con grolfo
annuale ftipendio . Ma quando quefti volle partire , e che
pi lungamente differir non poteva la partenza quegli gra
vemente ammal , e tal fu la gravezza del male , che gli
lafci una lunga convalefcenza , . e non pot partire . Vol
le allora Aftorre i trattati , e glieli pag pi affai che a__
pefo d'oro , e fe li port leco per fame prova , e li prov
diverfe volte in diverfe occafioni , ove egli al fervigio di
diverfi principi comand , ed in modo tale , e con tanto
vantaggio nell'ultima , che da quelle invenzioni nacque_j
la memorabile, braya, e lunga difefa, ch'e'fece di Famagofta nel regno di Cipro , e la pag colla vita . Pofciach fu fatto barbaramente dopo che la rend in un con al
tri capitani contro la fede data truciolare da Muftafa capi
tan generale di Selim , ed i trattati rimafero in potere de'
Turchi . Riebbefi poi Celare della convalefcenza in cui lafeiato l'avea Aftorre ; ma indi a non molto ricadde \ e*
tuttoch pericolofa non foflfe la ricaduta non iftette pi
bene,

PITTORE, SCVLT. , ED ARCH. CIV. , E M1L.

7$

bene , e viffuto cos malaticcio molt'anni con continue al


tre difgrazie mor preffo a' 1550. in patria col nome d'in- ISSO
figne , e raro profeffore delle tre belle arti quando e' pure,
faveffe potuto attendere alla milizia morto farebbe ezian
dio guerrier gloriofo . Fanno di lui degni encomj 1'Alefu"
negl'elogj , e nell'Ateneo Perugino I'Oldoini ; ed io che
altro dir non ne poflo , perch neppur Co , fe prendeflfe^
mai moglie , od avefle fratelli , e nipoti finir di farne .
DI ORAZIO DI PARIS ALTANI PITTORE.
l eccellente fenza dubbio di Domenico ,
del qual gi parlammo fu Orazio fuo fra
tello, di cui deggiamo ora parlare. Im
perocch febbene egli pure cammin per
qualche tempo colla direzione di Pietro,
e ftette per venerazione fino alla morte di
lui a ma maniera attaccato , non poco morto chV fu fe ne
diftacc , e prefe tutto ad imitar quella di Raffaello ftudiando tmpre full'opere di queflo , che egli in un col fra
tello aveva , come detto abbiamo nella di lui vita , vedu
to in Roma operare; e che farebbe anche tornato a tro
varlo , fe morto non folfe prima di Pietro . Ma morto ap
pena Pietro , che mor quattr'anni dopo di Raffaello and
immediatamente in Roma a vederne l'opere , quantunque
alcune della feconda maniera anche in patria ve ne fodero ;
dacch non gli era pi permeffo di vederne l'autore . Reft alla vifta del quadro della trasfigurazione di Gefucrifto , che frefco, ed intatto ancor fi confrva a S. Pietro
in montorio cos attonito , che proruppe in alti fofpiri j
e poi , o che folfe allegrezza in veder l'opera prodigiofa_>
dell'amico , o che foffe dolore in confiderar la difficolt d'
uguagliarlo illagrim , n di quivi fi poteva diftaccare_j .
Staccatofene finalmente and a veder quelle del VaticaK
no,

74

DI ORAZIO DI PARIS ALFANl

no, n pafs giorno finche ftette in Roma, che o l'unii ^


o l'altre non andaffe a vedere, difegnare , e copiare; n
altro far mai volle che quefto , comecch trovato avelfe s
lavorare , Quindi tornato a Perugia ove circa gli anni
1494 1494. nato era , e dove con fomma anfiet da que' citta dini fi afpettava , particolarmente dagli Alfani , che a lui
pure conceduto avevano , conforme al fratello il cogno
me , e che qual parto del proprio fangue per fua virt , c
coftume teneramente amavano gli fecero fare alcuni qua
dri per ornare una Manza , ed ebbe , e da loro , e da altri
non piccola commefsione pe' pubblici . Fecene uno nella_r
cappella di S. Stefano in duomo , che rapprefenta S. Ba
ciano. Altro ne fece nella chiefa delle monache di S. Giu
liana , che rapprefenta la Madonna , S. Giambatifta , ed
altri Santi , Altro ne fece in S. Domenico vecchio dentro
il convento de' padri Domenicani , che rapprefenta alcuni
evangelifti , ed altri fanti . Crefceva trattanto di giorno
in giorno vieppi la di lui ftima nella patria ", e tanto , e
cos grande era il defiderio di fue pitture , che ognuna
di que' cittadini n'avrebbe volute , e foddisfar non poteva
tuttoch l(illecito , e franco folfe alle continue richiefte ,
che gli fi facevano . Non pot per difpenfarfi dalla grand'
opera , che gli convenne intraprendere nella chiefa di
S. Pietro de' monaci Benedettini , ove ne' lati della porta
maggiore in quattro quadri rapprefent diverfi fatti di
lui , e dell'apposolo Paolo . Rapprefent parimente in un
lato della cappella Almenni in S. Fiorenzo una battaglia ,
e nell'altro un uomo armato appi d'un crocififlb inginocchione . Ed a frefco altres color il fnto nell'altare di
S. Andrea della medefma chiefa . Molto oper anche a_
frefco nella cappella Oddi nella chiefa di S. Agoftino . E
molto a frefco non meno che ad olio oper nella chiefa di
S. Valentino in porta S. Sufanna . Ma dove lafci le mag
giori memorie dell'eccellenza di fuo pennello fi fu nella.*
chie-

PITTORE.

7S

chief di S. Francefco de' Padri Conventuali, ove fi vede un


bel quadro rapprefentante lo ipoializio di S.Caterina nella
cappella del Gonfalone. Vedonlene altri due fuori della medefimaverfo l'altar maggiore rapprefentante l'uno la Ma
donna col Bambino, S.Giovanni, S.Francefco,ed altre figu
re^ l'altro il prefepio. Altro fe ne vede nell'altare del crocifilfo con S.Girolamo, ed altri fanti . Ed altro finalmente,
ma Col abbozzato fi vede lotto il fepolcro di Bartolo, che
rapprefenta la difputa di Ges co' dottori . quefta credo
che folfe l'ultim'opera , ch'e'fece, con cui febbene noru
finita coron tutte l'altre, che in groffo numero mand
anche fuori , delle quali non poffo dar conto ; perch non
J'ho potuto aver neppur io n dal Vafari , ne dal Crifpolti, n dal Morelli , n da altri che le gi da me ramme
morate rammemorano . Paffava egli allora il feffantefimo
anno di fua et , e poco pi credo pofla elfer viffuto ; per
ch per quello ho potuto conghietturare mor nel 1556. ed 1556*
in lui fin la fcuola di Pietro per ci che riguarda i Perugini
~*
fcolari . In lui fin ancor la famiglia di Paris , col cui no
me piucch con quel d'Orazio, fi chiam allora , e fi chia
ma , e s'intende anche prefentemente , e con lui finir io
degli fcolari di Pietro di favellare .
DI

TEODORA

DANTI PITTRICE.

Ome vadan errati coloro, che credono,


e che tuttora ripetono , ed io fteflfo , che
l'ho detto , e creduto doverfi /blamente
alle donne la fpola, il nafpo, l'ago, il fuf,
e l'arcolajo , cel fan conofcere tanti foggetti illuftri del loro feflb , che lafciate_j
le naturali debolezze , e le comuni vanitadi fi diedero tut
te agli ftudj , e divennero per l'efercizio delle nobil arti ,
e delle belle lettere , e per la cognizione delle facolt pi
K 2
fubli-

(
76

1>1

TEODORJ

DANTI

fublimi celebri, ed immortali . N Perugia invidiar dee


per Teodora alla Grecia l'Ipparchie , alla Germania le
Sandrart , all'Olanda le Scurman , alla Fiandra le Smi_
ters , alla Trancia le Patin , ed altre donne infigni , ad
altre cittadi d'Italia. Ed certamente non poca gloria
di mia patria Taverla prodotta, e non minor pregio di
mia penna il doverne lcrivere, e favellare . Nacque ella_
1408 preffo agli anni 1408. fu figlia di Piervincenzio , nipote di
'
Giambatifta , e forella carnale di Giulio , ficcome nelle
lor vite detto abbiamo , e diremo . Ufcita di puerizia fat
to la difciplina del padre , che gi infegnato le aveva a leg
gere , e a fcrivere , e qualche prima regola della gramatica a malincuore foflfriva i continui rimproveri della madre,
che fpeffe fiate le toglieva anche i libri di mano; perch
voleva , che ad altre faccende applicale , e perch da lei
iperava da qual unica figlia in progrelfo di tempo il follievo delle cure domeftiche . Il padre per , che la vedeva
tutto brio, e tutto fuoco, di mente aperta , ed atta a ca
pire cofe eziandio alte, edifificili, e chela memori*, che
ne , comprefe , ch'elle fono , la teforiera parzialmente
la favoriva , godeva in infegnarle . E non Colo le fece fare
il corfo di tutta la gramatica , ma l'rftru nella retorica ,
e cominci a fpiegarle anche gli elementi d'Euclide , e a_
darlelezron di difegno . V'erano perci tra' genitori fpeffi
contrafti, perch la madre voluto avrebbe, che lavorai
fe, ed il padre voleva che ftudialfe. Prevalfe finalmente
il volere del padre ; perch fecondato era da quel della
figlia , e la Madre mife l'animo in pace, e fenza dir pi
parola la lafci fare . Fece dunque Teodora in pochi anni
incredibil profitto , e nelle matematiche, e nelle filofofie
non meno che nelle belle arti , e nelle lettere . E vi diven
ne cos efperta , e maeftra, che infegnava a Pellegrino
fuo nipote la geometria, e'idifegno. Prefe poi tal prati
ca de' colori , che cominci copiati ch'ella ebbe molti qua

PITTRICE:

f7

dri di Pietro , e de' moi migliori fcolari a dipignere


d'invenzione con tanta efattezza , con tanta grazia,
e con tanto gufto, che varj variamente ne dipinfe__ 'y
ed eifendone alcuni iti anche fuori , acquift quel cre
dito , e quella fama, che non perdette giammai. Ebbe
/oventi , e vantaggiofe occafioni di maritarli in patria... ,
ed in altre citt cofpicue , ove carteggiava co' primarj
personaggi. Ma una donna dotata di tanto fpirito, ed
orn ata di tante virtudi non volle mai foggettarfi a' mariti ,
c determin di ftarfene in libert col padre, che l'am
fvilceratidmamente finch viffe . Stette morto lui tmpre
col fratello, e co' nipoti, che pur teneramente l'amavano
Seguitando tmpre altres adipignere, edaftudiare, ed
a mandar fuori per commeflone fuoi quadri particolar
mente a Roma , ed in Napoli, ove aveva le principali
corrifpondenze . Stavano fpeflb tra loro in letterarie , e
Scientifiche conferenze ; e fi divertivano altercando anche
alle volte in gare virtuofe . ficcome la profapia fu un_>
continuo temenza jo d'uomini infigni , cos era la cafa fenza altro uopo di /oggetti ftranieri una non interotta acca
demia di letterati . Vedevano" di quando in q,uando di fua
penna ufeire leggiadri , fpiritofi , e faporiti componimenti
poetici , e ftava d'intorno ad un comento d'Euclide , ed a
un trattato di pittura , che fe li compi effe , o no , e dove
compiuti, od imperfetti che fe li lafcialfe , andaflero do
po che mor a me non noto. E' ben probabile , che aHa
morte di Giulio fuo fratello , a cui come fuo erede rimafero, fe li pren defle poi Ignazio, che eredit gli fcritti ,
ed i libri lafeiategli dal medefimo Giulio fuo padre . So
che in fin di fuo vivere , ed un anno , o poco pi prima di
morire fi rendette per varie malattie inabile ad operare ; e
fo ancora , che peF conto dell'anzidetto trattato , e della
profeflone ebbe varj altri travagli , che l'inquietarono .
N bafta il ben fare a e'1 buon cofume j nfumcienti lno

78

DI TEODORA DANTI

Je virt , e tutte le buono qualit perfonali per incontrar


bene generalmente con tutti . Imperocch gli invidiofi , i
detrattori , i maligni , e gli altri malfaccenti , che Iddio
permette , che vivano , o perch alla perfine s'ammendino, o perch maggiormente per mezzo loro fi perfezionino
i buoni fpefllflmoli tribolano , li calunniano , ed in iftrani divert modi gl'inquietano . E cos , e far fino al
finire del mondo , ove troppo moftra aver mente dura chi
non fa comprendere , che trovar non fi poffa mai un uom
dabbene fenza qualche cattivo , che lo perfeguiti . Gli
anni dunque , le malattie, le afflizioni ridotta aveano Teo
dora in iftato da non poter vivere ; ed ella coftantifsima ,
c tutta rimefla nella volont divina andava tirando innanzi
quegli ultimi giorni , che le recavano in continui atti di
virt 3 e di divozione , liccome fatto aveva Smpre per lo
paffato , perch fu Sempre pura , e candida , di coftume ,
ed in cotal guifa applicata trafficava , e metteva a guada
gno gl'ineftimabili talenti avuti da quel celefle , e benigno
padre di famiglia, che con tanta piet , e mifericordia_>
Soffre , e compaffiona le tralcuraggini , e le mancanze del
le umane amminiftrazioni . Ed in cos profittevole impie
go occupata la rinvenne la morte , allorch la chiam cir1573 ca gli anni JJ7g. arender conto della fua. Mor dunque
"
Teodora , e varj variamente onorarono , e con orazioni
funebri, e con ibnetti, e con canzoni fuefontuofe el
quie; ed Ottavio Lancellotti fa di lei ne' fuoi manuferitti ,
che fi confervano nella pubblica libreria della patria degniffima commemorazione . Degnilsima ,altres nefairu
pi d'un luogo dell'Ateneo Perugino l'Oldoini , e negli
elogj l'Aleffi citato da lui . N fo perch Ignazio Suo ni
pote cotanto da lei amato, e beneficato non ne abbia fatta
la dovuta menzione nell'epitaffio, che nella vita di Vincen
zo riferir, dacch ed avolo , e padre , e fratelli vi ha no
minati Ma fe in ci manc Suo nipote 3 pur alla ine ve
nuto

PITTRICE.

79

uto un fiio concittadino , che ne ha , quantunque non


molto diffufamente per difetto di notizie , pi d'ogni al
tro per, favellato.. E fe e' nomi deTuoi con/nguinei
/colpiti furono nelle lapidi , reitera a perpetua memoria
in quefte. carte colle gloriofe fue azioni feri tto ilTuo . E
con nuovo, modo di fare epitaffi fenza punto invidiare i
marmi , diranno, immortalmente a' pofteri ;
Ecco l'anima di Teodora ..
DI GALEAZZO ALESSI ARCHITETTO CIVILE ,.
MILITARE..
Oco dir.qu di queflo infigne architetto
bench molto dovrei dire , te moltiffimo
non ne avelfi detto nei primo volume del
le vite de'pittori , fruitori, ed architet
WKB8
ti moderni da me gi ferine , alle quali
lmiil io rimetter illettore per non aver genio,
e per parermi di non convenire , quantunque lo veda pra
ticare da altri , il ripeterli da uno fcrittore ora in un'ope
ra ora in un altra , le medefime cofe. Proccurer nondime
no in quel modo , che pi breve per me fi potr anche qui
deil'effenziale di foddisfarlo ; e dir primieramente che__>,
egli nacque negli anni 1500. che fece i primi fuoi ftudj co- I5QQ
s nell'architettura, come nel difegno fotto la difciplina
di Giambatifta Caporali in Perugia , e che da lui partitoli
per andare a Roma ftrinfc forte amicizia, con Michelagnolo , lo prete per maeftro , ed ebbe dal mcdefimo de' gran,
lumi . Torn in patria col cardinal Parifani in tempo,
che da Paolo III. vi fi faceva, fabbricar la fortezza , e di
fo ordine affifte al compimento , e vi fabbric le Manze
pel Caftellano .. Sovrantefe alla fabbrica del monaftero di.
S.Pietro; e fece coftruirla facciata della chiefa della_.
Madonna del Popolo . Fu poi chiamato a Genova x ove
co-

2o

DI GALEAZZO AVESSI ARCH. C W , M1L.

cos dentro , come fuori fece per que' cavalieri erger


fabbriche naaravigliofe . And a Bologna , and a Ferra
ra, and a Milano; ed in tutte tre fu variamente impiega
to , ma pi affai nell'ultima . Imperocch fece fabbricare
il bel palazzo del duca di Terranuova , la chiefa di S. Vit
tore , ed altre fabbriche . Spedillo per fuoi particolari af
fari alla corte di Torino il duca , e li maneggi con tutta
fua foddisfazione defiramente . Lafci prima di partire al
cuni difegni a quel Sovrano , e n'ebbe groffi premj . Tor
nato a Milano fi port d'ordine del Redi Spagna a Ma
drid , e fi coftruirono con fua direzione parecchie fabbri
che. Stettevi alcuni anni, e quindi ritornato in Italia s'
incammin fubito verfo la patria , ove arrivato fu afcritto
nel nobil colleggio della Mercanzia , e fpedito dal magiftrato de' Dieci in qualit d'Inviato pertirgenti affari a Pio
V., che gentilmente l'accol/. Ebbe di bel nuovo ordine
dal Re di Spagna d'andare alla corte per la fabbrica delf
Efcuriale ; ma mentrecch s'accigneva alla partenza, e che
compiuto avea il comento , che ftava facendo a Vitruvio
iorprefo da grave male pafs nell'ultimo giorno di decem157 2 bre dell' anno 1572. a miglior vita* Furongli fatte funtuofifTme efequie nella chiefa di S. Fiorenzo , ove recit
elegante orazion funebre Orazio Cardaneti , ed in una fepoltura di fua cafa ripofn le ceneri . Molti infigni foggetti in lettere, inifcienze, in armi, e infamit vennero
da quefta famiglia , ed io nelle nominate vite de' pittori
moderni ne indicai alcuni , ed a quelle col terminar quefla
rimetto novamente il lettore ..

DI

DI GIULIO DANTI ARCHITETTO CIVILE,


On molto dirdeggio neppur di quefto bra
vo profeffore \ perch di lui ancora , co
me dell'Alefli , molto difli nel mentovato
primo volume delle vite de' pittori moder
ni , a cui rimettendo il lettore gliene far
_ qui un piccol compendio . Del 1500. egli 1500
nacque; eafciata dopo aver fatti gli ftudj necelfarj , la
'
patria and a trovare in Roma Antonio da S. Gallo 3 ltto
la cui direzione attefe per molti anni all'architettura, vi
fece tali progreffi , che fu richiamato per la corruzione
d'alcune fabbriche, che far fi dovevano , in patria. Lo
dichiar fuo architetto il magiftratode' Dieci , e gli ordi
n che riflorar faceffe le mura della citt , che ftavano in
alcuni luoghi per cadere , ed in altri cran cadute . Coftru , e riftor altre fabbriche , e fu chiamato ad aflfterc
in un coll'anzidetto Alefl] a quella del tempio della Ma
donna degli angeli , che nove miglia lontano della citt
col difegno del Vignola fi coftruiva , fu da loro ridotto
a miglior forma . Fece per la chiefa di S. Francefco d'Affifi un maravigliofo ciborio di rame , ed un belliffimo va
i di metallo pel batiftero della cattedral di Perugia .
Volle il Duca Pierluigi Farnef condurlo Ceco a Parma ;
ma ricus d'andarvi; s'impieg bens per lui in diverfe__>
opere , e coni le prime monete , chV fece battere in Pia
cenza . Serv in diverte altre il cardinal Grimani , il Gran
duca Cofimo , e lo ftelfo Paolo III. Fu bravo intagliato
re , fonditore , gittatore , e tirator di metallo . Ebbe
gran cognizione di molte feienze, e particolarmente del
la matematica . Scrilfe un trattato dell'alluvione , ed un al
tro degli ornamenti dell'architettura . E finalmente ag
gravato dagli anni ne' 1 575- mor in patria non guari dopo 1575
di Teodora fua forella, e fu fepolto nella cappella della cara
'
L

aS.

8j

VI GIVLtO DANTI ARCHITETTO C1V.

a S. Domenico, ove gli furon fatte fblenni effequie . Parlan


con (Minzione di lui il Lancellotti, ilCrifpolti , iljacobilli , e l'AlefTi allegato dali'Oldoini . Lafci tre figli Vincen
zio , Pellegrino , che fi chiam poi Ignazio , e Girolamo 5
che nacquero di Biancofiore Alberti ma moglie . E perch
tutti e tre nelle belle arti fi fegnalarono , di tuttettre par
lato abbiamo nel nominato primo volume de' pittori mo
derni , e pi diffufimen te nelle lor vite a parte a parte in
quefto ne parlaremo .
DI MARIANO DI EUSTERIO PITTORE:
Acciano pur quanto fanno co' pennelli i
pittori per perpetuare ne' muri , nelle ta
vole , e nelle tele il nome loro , che non_
vi giugneranno mai tenza l' ajuto degli
fcrittori , che colle penne ne regiftrino V
opere nelle carte. Eppur le carte fon pi
fragili de' muri , delle tavole , e delle tele , e duran pi
di loro . E pur le carte , che '1 fuoco con una favilla confuma , che l'acqua ammollilce in uno fpruzzo , e che'l ven
to fcherzandovi diflpa , e difperde in un foffio della vora
cit del tempo non temono , n an paura degli anni .
Muojono gli animali d'ogni fpezie , muojon le piante d'
ogni genere , muojon le citt , muojono e' regni , e le__j
carte fino alla fine del mondo vivranno . Chi rammente
rebbe pi il nome di Zeufi, di Parrafio , d'Apelle , e di
Protogene, frammentati non gli aveffero gli fcrittori
Dove fono le pareti da effi dipinte , dove i legni coloriti ,
dove i quadri ch'an fatti? Quali fon l'opere de' Romani
pittori antichi , quali de' Greci moderni , quali oggimai
di Cimabue , e di Giotto ? Che far forfe tra non molto
delle tante pitture, che al prefente vagamente adornano
lefale, l'anticamere , le gallerie, igabinetti de' pi va
lli,

DI MARIANO DI EUSTER10 PITTORE.

85

IH, e lignorili palagj , e de'tempj pi venerandi , efuperbi ? Che ftato delle tue Mariano l E che farebbe di
quella fola che ci rimafta fe '1 Morelli nelle notizie delle
pitture, e fculture di Perugia , e la debole penna mia in
quefli fogli non la nominaffero ? Nacque egli circa gli
anni 1500. , e da chi imparaffe a dipignere a me non no- 1500
to r noti mi fono i fuoi dipinti , quantunque non ignori
che in molti luoghi d'Italia dipigneffe . Un folo per indi
car ne poffo al lettore , e dalla vaghezza di queflo fi potr
comprendere che fo(fero gli altri , che non fi fa ove fien
iti . Vedefi egli nella cappella della Nunziata in S. Dome
nico di Perugia , e rapprefenta la Vergine fantifTnia_ ,
S.Lorenzo, ed altri fanti. Ned altro adir mireftadi
queflo valente loggetto , che mor preffo agli anni 1570. 1570
e fi fuppone fepolto a S. Francefco , ma in que' libri non
fi trova tal notizia .
DI N. N. CELEBRE INTAGLIATORE.
Ardi d'alcuni : e d'altri non mai anno i Pe
rugini regiftrati i nomi , e l'opere de' lo
ro artefici nelle carte . Ed io che ftato fo
no il primo , che ho procurato d'unirli
con ifcriverne le vite fo quanto ho penato
per trar le notizie dagli altri fcrittori,e di
tutti non m' non dimeno riufcito . Imperocch gli ftranieri , cui poco alle volte premono le glorie , che non fon
proprie favellato ne anno per lo pi per incidenza , e alla
sfu"ita , e tanto negligentemente alcuni , che ne indicaron la patria , e tacquero il nome . Cos trovo che fece il
Vafari nella parte terza del tomo fecondo delle fue vite__
ftampate in Bologna acar. 312. ove parlando dell'archi
tetto Labacco nella feguente forma l'opere di quefto mio
concittadino rammemora Parimente Antonio Labacco ha
mandatafuori con bella maniera tutte le co/e di Roma antiL 2

che ^

84

t*l N. N. CELEBRE INTAGLIATORE,

che , e notabili colle loro tnfure fatte con intaglio fittile y


e molto ben condotto da . . .
Perugino : Peggio di lui ha
fatto lo fteflb Labacco., ehe occultar non dovea mai il no
me dell'intagliatore ancorch intagliato non Pavere ne' ra
mi . Furon quefli pofeia venduti a Giambatifta de' Roffi ,
e fono prefentemente In poter degli eredi; ma nulla vi fi ve
de che dar ne poffa notizia . Edio , cui molto premeva il
rinvenirlo, accioch nonreftaffe occulto, e ne perifle in s,
ftta gui la memoria ne hopi volte parlato av medefimi
eredi , ed a' fuoi lavoranti pi vecchi ; e tuttocch prometteflK al Francefchini pi, informato , e capace degli al
tri un buon regalo non Tho mai potuto fapere , perch n
pur efl.lo,fanno,. Ho anche parlato a' pi vecchi , ed eru
diti antiquarj , e conofeitori delle maniere degl'intagli
per averne qualche lume , dacch altre opere avr fenza,
dubbio intagliate quefto bravo , ed efperto, profelfore r
ma tutto ftato vano , e buttato , perch niente ho faputo . Si pu ben dare , che in queft'e vi fia imprefiTo , e che,
per la fimiglianza , e confronto della maniera venga quan"
do che fia in quelle alla luce , ed altri ficcia ci che non ho
fputo far' io.. Mifera condizion di mia patria , cui non
mancarono in alcun tempo mai uomin di vaglia , ma quafi
fempre la diligenza degli fcrittori , che non ne an , come fi
doveva , favellato ? Nacque egli fenza dubbio preflb agli
J500 anni 1500. perch per quel che ho potuto conghietturara
cos dall'et del Labacco , e del Vafari , come dal tempo,,
in cui fi llampo l'opera , che fu del 1559. che quando ei 1',
intagli non; poteva eflfer giovine , per vedervifi* gran_,
pratica,, e maeftrevol franchezza , e convien credere
che folfe l'ultima , perch avendone intagliati i rami permelfo non avrebbe , che fenza il fuo nome fi foflero pub
blicate le.ftampe , fe fofle ftato vivo ,. e non gli fotfe fopraggiunta la morte , che mi figuro feguifle circa gli anzi1 5Sedetti anni 15,5$. j. che tutto ci , che di lui polfodire

*5
DI

GIROLAMO B1GAZZ1N1
ARCHITETTO CIVILE.

Oich lnno canuto in fancrullefca etade


moftr tmpre diftintamente il noftro Gi
rolamo , i maeftri prima , pofcia i geni
tori, i parenti , gli amici, e tuttala^
citt lo chiamarono il Vecchietto . E
perch nel crefcer dell'et crefceva /mifuratamente in faviezza , e poco nella ftatura , il nome,
che s'acquift da fanciullo l'ebbe fuffeguentemente nell'
adoJefcenza, nella giovent , nella virilit , e nella vec
chi aja . N queflo fu il fuo maggior pregio , concioiTech giunto cogli ftudj continui , e colla fublimit naturale
dell'intelletto a quelle cognizioni , che nel profcguimento
del racconto far vedere ninna minima lrima concep mai
di fe , e tutto umilt andava fovente con Socrate repli
cando , che nient'altrofpeva, che di non la pere. A So
crate certamente potrebbe agguagliarfi , ficcome alcuni
fcrittori meritamente vel agguagliarono, ed io altres
vel voglio agguagliare . Ma mi tento quafi di mano ca
der la penna, e fofpefo arreftare di fu la carta,! Impe
rocch fovvenendomi , che la vita di Socrate fi fcriffe da
Platone fon in un punto combattuto da diverfi penfieri ; e
non Co di vero a quale appigliarmi > Dicemi l'uno , che
l'uguaglianza , quanto al foggetto , di cui fcriver fi dee ,
cammina , e che deggio farla : l'altro mi dice che l'ugua
glianza , per k difparit di chi ne fcrive , non regge , e
che devotralafciarla . Pure confederando , che anche__
gli uomini grandi anno avuti delle lor gefte mediocri fcrit
tori , e che fe di molti , e molto grandi fcritto non aveffero e' piccoli , di pochi ne rimarrebbe, la memoria , io
quantunque Platone , che fcriue quella , non fia , ripi
glio lena , e credo mi far lecito lo fcriver quefta tanto

Z6

DI GIROLAMO

BIG AZZINI

pi che lafeiando ad ingegni pi alti , ed eruditi del mio


s fatti paragoni forfe pi confacevoli a cattedre , che ad
iftorie mi conterr ne' puri limiti di nudo , e femplice__
narratore , e far mia fortuna il dovere fcrivere di cava
lier cos degno, e fua fventura , dacch Platone non c', di
1501 non avere avuto fcrittore migliore. Nel primo anno del fedicefimo fecolo da Bernardina Baglioni , che maritata era
a Francefeo Bigazzini venne egli ad aprire a quefta noftra
luce per far maggiormente rifplender quello , la fua , e
leggeva , e fcriveva , e cominciava ad imparar la lingui
latina nel quarto . Fecevi tanto profitto , che fpiegando
competentemente ogni libro fi diede alla greca , ed agli
elementi d'Euclide nell'ottavo . E fatto il corfo di quefti,
ed apprefa anche facilmente quella and in traccia de*
lftemi filoffici pi aflrufi , e s'intern nelle meditazioni
matematiche pi difficili , e nell'offervazioni aftronomiche pi ricondite . Quindi parendogli che '1 tempo gli
avanzaffe , e che con tutti quefti ftudj anche ad altri po
tere applicare, quello dell'architettura intraprefe , e di
tal genio , e con tanto gufto , che in breve divenne bra
vo , e pratico profeffore . Gi faceva continuamente difegni anche per fuori di patria per fabbriche cofpicue , e
dentro alle pi nobili fbprantendeva , n v'era perfna_
fcienziata in provincia , e in que' dintorni , che non voleffe conofcerlo, e trattar feco. Egli per tuttoch nel
fiore degli anni faceffe figura di provetto , e che , come
ho fopra accennato , tutti lo chiamaffero fin da fanciullo
il vecchietto , niuna opinion vantaggiofa aveva di f ,
e comprender non fapeva , donde nafcefle tale applaufo .
N ci affettatamente faceva , conforme far fi fuole talora
da alcuni , che tutto vi ftempran l'animo nel fentirli trop
po abbiettamente delle cofe loro ragionare , e ftar non fi
pu in verun modo al fracidume di lor parole, ma con_
iperiorit difinvolta , e naturale , come fanno d'ordi
nario

ARCHITETTO

CIVILE.

87

nano coloro , che fanno , e di verit conofcono di non


fpere . Corfa trattanto anche in paefi remoti , e lon
tani , e nelle corti maggiori la fama di fuo valore , non
giugneva mai la pofta , che non ricevere parecchie lette-,
re di perfonaggi primarj , e che ricercato non folfe da chi
di fcioglimenti di matematici problemi , da chi di quefiti
aritmetici , da chi di figure antologiche , e da chi di difegni di fabbriche . Ed egli generofamente fenza badare ad
alcun interelfe , od incomodo ad ognun di effi foddisfaceva
Tempre indefelfo nell'applicazione , d alla fatica . Ned il
genio , che aveva alla campagna , e alla folitudine , ed
al fuo lignorile , ed antico feudo di Coccorano lo diftoglievano dagli ftudj, anzi allora con forza maggiore ,
perch da brighe minori (turbato indefelfamente , e con
tutta quiete vi applicava . Ivi fu che pi d'una volta anda
rono a vifitarlo i primi architetti, matematici, aftronimt , ed aftrologhi d'Europa , e pi degli altri il Gaurico ,
ed il Cardano . Giunto con tal aura , e grido alla virilit,
e falito al pontifical trono Paolo UT. , che pure d'alcune
dell'anzidette fcienze alfaiflmo fi dilettava lo chiam con
grandi aflegnamenti , e con promeffe di maggiori a Ro
ma . Egli per che pi alfai di quelli , i fuoi ftudj , la fua
libert , e la fua quiete (limava con bella maniera te ne lcus , e fi difpens d'andarvi . Meffofi pofcia mano al For
te , che S. S. rifoluto avea di far fabbricare in Perugia ,
col fi port di perfona , pi credo , pel defiderio che>
aveva di trattare con lui , che di vedere la fabbrica : ed
in tutto il tempo, che vi dimor lo volle fempre feco , e
non ifdegn di prendervi lezione di matematica , e d'
aftrologia . Onde , le prima , che '1 trattaffe ebbe gran
voglia di trattarvi gliene venne pofcia maggiore
e forfe
per quefla cagione , partitone allora , altre volte vi ritor
n , e finch vifle carteggi fempre feco in varj modi di
ti in guendolo , ed onorandolo. E non fu il folo fovrano ,
che

88

DI GIROLAMO

BlGAZZtNl

chebramaffe averlo all'attual fuo frvigio ; concioflechc


a quefto varie volte l'invitarono , e Francefco I. , c Carlo
V., che del 1536. quando partito da Napoli, in Roma
fi trasfer , e tredici giorni vi dimor molte , e molto
onorevoli condizioni gli fece offerire per tirarvek . Mol
te , e molto onorevoli gliene efibirono anche i fucceffori
di Paolo : ma fempre bellamente , c colla fa invidiabile
umilt le ricus, e febbene v'ebbe con tutti particolar
fervit , avervi non volle mai l'attuale . Stando in cotal
guifa lontano da quefta , ehe partorir ordinariamente fuole pericoli , foggezione , e dilprezzo , godeva tranquil
lamente tra gli agi di cafa , e l'amor della patria la ftima 3
l'onore , e '1 rifpetto che quella conferifee a chi far ne fa-,
convenevol ufo . Diedefi in tanto piucch mai alla (bitudine , e feguit pi fpeffo 3d andare per maggiormente.^
goderla a Coccorano , dove continuamente , e di giorno,
e di notte a' fuoi ftudj applicava , e fi divertiva Colo corL
qualche fabbrica , che nel feudo faceva fare , ed in affittere ad alcuni intendenti artieri , che quafi di continuo preffb di fe riteneva a lavorare gli ftrumenti matematici , e le
macchine, che inventava . Ma giunto finalmente con falute
alla vecchiaia non guari prima,che /opraggiugneffe la mor*572 te, la perde, e negli anni 1572. perd anche la vita . Molti
/oggetti di gran valore in arme non meno , che in fantit ,
ed in lettere , e prima , e dopo di lui ufeiti fono di fua illuftre , ed antica profapia, e tanto antica , che da lei difcefe quel Rinaldo , che fotto il comando d'Odoardo Re
d'Inghilterra milit coraggiofamente contro gl'infedeli
nell'Afia , e merit quegli onori , che S. M. diftintamente fece a lui, ed alla cafa, e cheregiftrati fono nel F
antiche memorie della pubblica cancelleria della patria .
Di lei venne l'altro Rinaldo , che non minor valore moftr del primo nel 1090. feguitando Goffredo Buglioni
nell'imprefa -diGerufaleinme , e non minori onori ne ri
port.

ARCHITETTO

CIVILE.

89

port ~. Di lei ufc Guelfo Tuo figlio , che fatto Generale


dalla Conteffa Matilde fug , e disfece colle lquadre^
Umbre , e Tofeane quelle d'Arrigo IV. Imperadore , e
coll'ajuto delle Romane quelle d'Arrigo V. quando en
tro Roma teneva prigionieri i cardinali > e '1 pontefi
ce . Di lei nacque il beato Paolino , che molti miraco
li fece , e moltiflGmo oper nella religion Silveftrina^ ,
di cui portava l'abito , ed in cui del 1270. due anni dopo
del beato Silveftro fondatore della medefima mor , e per
cui non meno operarono i fuoi congiunti nella fabbrica del
moniftero di S. Marco del Sambuco , che l'anzidetto bea
to Silveftro fond nel territorio di Coccorano , della cui
nobilt , e magnificenza non parlo ; perche parlano ancor
Jeveftigie, che virimafero. Di lei fu Jacopo, che am
tanto la patria , che non contento d'averla colle proprie
forze , e con quelle de' fuoi vaifalli ajutata nelle guerre__>
del I2(?6\ mofle al di lei a juto Gentile Varrani duca di
Camerino fuo fuocero . Ed egli fu che molto prima pi
d'una volta ricev in Coccorano , ed in Caprignone__*
S. Francefco d'Affifi fuo atniciflmo , che tra gli altri mi
racoli vi fece quello dell'aver lafciata l'impronta del gi
nocchio nella pietra, dove chinato s'era per bere alla fon
te, ch' anch'oggi in fomma venerazione per la fi Iute, che
rendono agli infermi l'acque , che da loro fon bevute . Ed
egli , od altri ftretti congiunti fuoi furono che fecero per
idi lui Religiofi fabbricare il convento di S. Mariani Pi
ccina. Suo figlio era Filippo che avendo avuto del 1304.
dal magiftrato de' Dieci , il titolo di Gonfaloniere riten
ne del 1305. piucch pot i cardinali in Perugia allorch
ufeiti di conclave per l'elezion di Clemente V. fe ne vole
vano andare, come poi v'andarono , a trovarlo in Fran
cia. Riconcili in patria le fazioni de' Guelfi , e Ghibel
lini , e disfece gli Spoletini , che co' Ternani, ed altri
collegati parteggiani degli ultimi , mofl s'erano a danno
M
de'

DI

GIROLAMO

BIG AZZINI

de' Folignati. And del 13 io. chiamato dal Re d'Unghe


ria con onorevoli (lima condotta a militare al fuo fervigio ;
e tornato refifl alle forze d'Arrigo VII. Imperadore , che
minacciava il territorio Perugino di ferro , e fuoco , e__
s'un del 131 2. col Re di Napoli , e co' Fiorentini contro
di lui . E quindi carico d'onori , di merito, e di gloria
ito del 1325. al foccorfb di Rodi, che aflediato era da'
Turchi vi mor , e con queft'ultima gloriofifllma azione
coron, conforme pi diftintamente nella vita di Lean
dro Signorelli fi detto , tutte l'altre . Suo nipote era_
Buonconte che dal governo di Todi al fuo lo chiam la re
pubblica di Pifa , quando Lodovico di Baviera venuto del
1326. in Italia gagliardamente lamoleftava, e fi port
cos bene , che Giovanni XXII. lod pi volte per lettere
fcrittele la fua fviezza , coftanza, fedelt, e provvi
denza . Narranfi moltiflSme opere pie fatte in diverfi tem
pi da lui , e tra l'altre quella dell'aver contribuito alla_
maggior parte delle fpefe , che fi fecero nella fabbrica del
monaftero di Salfovivo nel territorio di Foligno quando il
di lui figlio Filippo dovea eflerne abate , e quelle che con
tribuir non pot in vita ordin che fi contribuilfero dagli
eredi dopo morte . Suo pronipote era Ugolino che indur
re Bonifazio IX. a vendicar il tradimento fatto ltto la di
lui parola dalla plebe Perugina alla nobilt nella flrage del
1393., ed egli conduife in un con Broglia altro celebre
capitano l'efercito. Suo pronipote era pur Giano capi
tano affai rinomato , che accolte l'armata ecclefaftica
e la mantenne per quattordici giorni di vettovaglie nel
territorio di Coccorano allorch Paolo III. la fpediva_
contro il duca d'Urbino per le differenze del caftello di
Valfabbrica , ed egli fteffo v'and con alcune proprie com
pagnie di rinforzo . E degno fuo pronipote , e del noftro
Girolamo fu l'altro Girolamo famofo per le moltiffime co
gnizioni, che aveva delle belle lettere non meno, che_
delle

ARCHITETTO

CIVILE

5>i

delle filofbfic , delle materie legali , e dell'antichit , e


che lafci tante , e tanto preziofe memorie di fuo raro in
gegno co' favj ftioi fcritti . Vedonfi in un volume i confi
gli legali : In altro un poema /pra la patria di Proper
zio, in cui rigettando tutte l'opinioni contrarie fa dimo
strativamente vedere , che Perugino : In altro la tradu
zione in verfi fciolti della poetica d'Orazio . Vedefi l'eru
dito , e dotto poema della famiglia Colonna intitolato la_j.
Colonneide . Si vedono alcune centurie di cote apparte
nenti alla patria, e varj paradofl , e conclufioni morali
contro gli errori popolari non conofciuti . Ed altre
operette fi vedono di molte famiglie Perugine , e di non
poche altre cofe , che nella lunga fua et d'ottantatre an
ni , in cui ne' 165%. manc , pot comporre, e mettere in
luce . Altri loggetti di non ordinario valore trovo , che
difcendeflero da quefta cafa , delle cui azioni , e nomi
non effendofi fatta menzione alcuna dal Pellini , dal Ciatti, dall'Alefli, dal Crifpolti , dal Jacobilli , dall'Oldoini , e dal Tezi , dall'opere imprese de' quali , e da ajtre
manoferitte tratte fi fono le prefenti notizie nolla poflo far
neppur io . Aggiugner dunque folo che ultimamente ,
e negli anni 1710. add 10. d'agofo in cui mor in Roma_
Rinaldo , ed a S. Francefco di Paola ai monti fi feppell ,
la linea mafcolina s'eftinfe vivendo folamente.della femmi
nina Terefa , che maritatafi a Coftantino Ranieri conte
di Civitella degniamo , e per la pratica del mondo , e_j
per la letteratura , e per la lviezza , e per rant'altre fiie
fingolari , e nobili qualit cavallerefche , da rammentarli,
ha co' figli mantenuta viva fua difeendenza in altra antica ,
e cofpicua .

M 2

DJ

92
DI GIULIO CAPORALI PITTORE,
ED ARCHITETTO CIVILE.
A Giambatifa fuo padre , che pittore era
ed architetto, ficcome nella di lui vita
dicemmo , ebbe Giulio in tenera et ,
dacch circa gli anni 15 io. nato era dell'
una , e dell'altra profeflone i precetti. N
/blamente quefte due Giulio dal padre>
impar 5 ma ltto fua difciplina divenne anche bravo , ed
efperto aritmetico, e matematico. E' ben per vero,
che egli pure coll'efempio del padre nel crefcer degli anni
lafci quafi affatto la pittura, e tutto all'architettura fi
diede . Ma io in niuna delle due , quantunque e' venga_
dal Va&ri nella vita di Pietro nominato , e che fcritto abbian di lui il Baldinucci , ed il Crifpolti , ho potuto rin
venir la minim'opera da poterla qui rammentare. N ho
mancato di far efatte diligenze in Perugia , ed altrove per
averne , o da' manufcritti d'autori , che altre limili ne an
rammentate , o da tradizioni di perfone erudite , o da'
conofcitori delle maniere antiche , ma tutto in vano , per
ch niente difuo ho mai ritrovato. E' per altro certiflmo , ch'ei molto oper , e vivente il padre , che lo con.duceva quafi tmpre in fua compagnia adoperare , e morto
lui , che da fe Colo convien per neceflt credere , che ope
rande $ perch altrimente niuno de' fddetti fcrittori ne__
avrebbe favellato . N gli artefici acquiftar poflno il no
me fenza l'opere , ficcome l'acquiftan talora i profelfori
.delle lettere , e delle fcienzie coll'impofture , e colle
chiacchiere ficcando da per tutto carote , inoflrando luc
ciole per lanterne , e vendendo picchj per pappagalli .
E perch non fanno mai far cofa alcuna , le fatte dagli al
tri lempre tengono a findacato . Finir dovr dunque la vi
ta di quefto valentuomo 9 e dar non potr altre notizie di
lui ,

DI GIULIO CAPORALI PIT. ED ARCH. CIV.

9$

lui , che le gi date , e della morte che fegu intorno agli


anni 1580. ; ma non finir di darle di fua profapia , poich 1 jSo
ne ufeirono famofi dottori , e letterati . Tra quefti fu il ce'
lebre , graziofo , e faceto poeta Cefare fuo fratello cugi
no , che per la fua faviezza, e virt ebbe dal cardinale
Acquaviva il governo della citt d'Atri nel regno di Napo
li , e merit la grazia d'altri perfnaggi , e porporati , che
molto lo fecero fpiccare , e rifplendere . Il cardinal della
Corgna per, ed Afcanio fuo fratello furono i fuoi princi
pali Mecenati, ed egli paflava a Caftiglion del lago loro
feudo anche dopo la morte loro la maggior parte dell'an-,
no, ed in quel bel palazzo, etra quelle vaghe dilizie ,
donde traeva tutto '1 piacere fin nel 1601. di prenderlo .
Fecerglif col concorfo di molta gente anche de' luoghi
circonvicini lblenni efequie , ed in S. Maria delle Grazie
fu fepolto . Vedonfi di quefto infigne poeta , che fu anche
bravo giurifta , e filofofo varie opere alle llampe , e fono
la vita , e gli orti di Mecenate , gli avvifi , la corte , il
Monteparnafo , ed il pedante. Di quefto legnaggio fui',
altro Cefare, che nelpaflato fecolo era lettor primario
del diritto civile nell'univcrfit della patria , e nel fine del
medefimo in lui il fangue mafcolino s'eftinfe in tempo che
io era uno de' molti fcolari , che aveva . Ne guari pafs
ad eftinguerfi ancora in Giulia fua forella carnale il femmi
nino , talmente che niun altra memoria rimane prefenteinente viva di quefta cafa; perch anche l'altro ramo che
v'era ne' figli di JFrancefco maria alcuni anni fono s'eftinfe.

DJ

S>4
Di ASCAN10 DELLA CORGNA ARCHITETTO
CIVILE, E MILITARE.
Eudo pi lIgnorile , e fruttifero non ha il
territorio Perugino di CafHglione , che
eminente , ed altiero Ibvrafta l'amene , c
vaghe fpiagge del Trafimeno . Ebbe tra_^
gli altri fuoi molti , e molto confiderabili effetti anche queflo Francefco della
Corgna cavaliere di grande autorit , e rinomanza. Ed
i5rH noftro Afcanio, che negli anni 1516. dajacopa del
Monte nipote del cardinal Antonio, che fu poi Giulio III.,
e dell'anzidetto Prancefco venne al mondo , ne fu degno ,
e parzial polfeffore . Imperocch n gli Iludj fcientifichi ,
e Ietterarj , e particolarmente gli architettonici civili , e
militari , cui ltto la direzione di Galeazzo Aleffi appli
cava , n gli efercizzi cavallerefchi , a' quali era dedito ,
n i divertimenti della caccia , che da fanciullo cominci
ad affaggiare , n l'effere ftato in Roma qualch'anno col
zio diftor lo poterono dal genio , che di ridurlo a real
magnificenza il portava. Fecevi dunque varj , e divert
miglioramenti, l'ampli di rendite, e di capitali, fabbricovvi un fontuofb, e regio palazzo , ficcome nel progreffo del racconto narreremo , e pi fatto v'avrebbe , f
portato dalla gloria , che ne' petti magnanimi , e generofi vince ogni altro amore, dato non fi folfe , lafciati tutti
gli altri impieghi , a' marziali . And venturiere in com
pagnia d'alcuni primarj cavalieri d'Italia coli' armata.
Franzef alla Mirandola , che credeva fi dovelfe dalla Ce
sarea affediare , e fi trov a tutte iefcaramucce , che vi fi
fecero . Portovvifi cos valorofamente che '1 Gonzaga ,
che con altri capitani condur dovea la Franzefe fotto Ge
nova lo fece fuo alfiere , e fu il primo , ficcome vantato
s'era , a portar la bandiera fulle mura N abbandonar

DI ASCAMO DELLA CORGNA ARCH, CSM. $s


le volle finche non potendo pi refiftere all'impeto de' ne
mici cadde combattendo fenza lafciar mai l'afta , dacch
il drappo fu portato dentro la citt in trionfo , malamente'
in pi d'un luogo ferito nel foflTo . Non ancora ben guari
to pafs colla fteffa armata in Piemonte , dove il colon
nello Criftofano Guafco innamorato del fuo fpirito gli
diede il comando di dugento fanti con non poco difpiacer
del Gonzaga , che non troppo volentieri te ne disfece-^ .
Era trattanto ftato inveftito nel Monferrato Cafale , e<i
egli talmente ne' pi vivi conflitti ad ogni pericol s'efpofe,
che pareva il fuo operar prodigiofo , ed ognuno diceva_
che gran capitano farebbe divenuto , fe la gran volont di
divenirvi non gliel'avefle colla morte intempeftiva impedi
to . Prefafi la citt fi ritirarono i difenfori nella fortezza.,,
donde una mattina fullo lpuntar dell'alba foniti affalirono
gli alfalitori allo 'mprovifo , e con tal furia , che voltavan
gi le lpalle , quando accortovi il Gualco col Aio reggi
mento li ritenne fui bel principio . Ed Afcanio alla tefta li
fegnal pi degli altri ; poich vedendo il fuo colonnello
eftinto , ed i fuoi piegare con una picca in mano ardita
mente combattendo gl'inanimi coll'efmpio , ed ordina
tamente fi ritir verfo la piazza . Ma quivi pure trovati
gli altri fuoi in di/ordine , e cofternati proccur di rimet
terli ; e quantunque indarno faceffe ogni sforzo non po
t , ed effendo ftato mortalmente da colpo di lancia ferito
nell'occhio deftro cadde mezzo morto, ed i nemici ftefl
non potendo vedere in s fatta guifa perire un giovinetto
cos valorof lo prefer tofto di pefo , e lo portaron a cu
rare ne' loro alloggiamenti . Sanato dopo lunga , e dili
gente cura della ferita, ma rimafo fenza l'occhio fu ad interceffione di Pirro Colonna dalla prigionia liberato, e
tornato al campo , e dall'accidente accadutogli nulla_
fatto pi cauto di fubito torn ne' pi fieri cimenti a
trammifchiarfi . E qual novello Annibale, e pi di lui

96

VI ASCAN10 DELLA CORGNA

in ci gloriofo, perch per l'acque, e per le nevi nel


lo fcender l'Appennino perde il iuo, era d'afpetto pi
venerando , e tremendo divenuto , ed ogni colonnello
voluto l'avrebbe nel fuo reggimento . Egli per chej
aggiugneva all'ardir la condotta , ed a quefta la non ord"
naria pratica , che acquiftata avea dell'architettura mili
tare , giacch piena cognizione ne aveva per teorica pre
tendeva pofti maggiori che di luogotenente , e di colon
nello, ed and in Tofcana con Pietro Strozzi , che glieli
prometteva . Intervenne a' fatti pi memorabili , che per
la morte del Duca AleiTandro vi feguirono , ed a viva forza
colla lpada alla mano in un con lui s'apr in quello di Hontemurlo la ftrada in mezzo a' nemici . Finita quefta guer
ra , e cominciata quella de' Veneziani col Turco fu chia
mato agli ftipend j della repubblica , e condotto full'armata navale a combattere con Ariadeno , che entrato era nel
.golfo di Larta colla nemica . Trovofl a quell'azione , e
fufleguentemente all'affedio di Caftelnuovo ; ed egli fovra
tutti gli altri capitani fcelto all'aiTalto dopo tre ore di fie
ro , ed oftinato combattimento mont vincitor fulla brec
cia con tanta ftrage de' nemici , che non pi i vivi , ma
i morti gli contraftavan la falita . Terminata l'imprefa ,
l'armata l difeiolie , ed egli tornato in patria la trov
tutta in arme , e per la fatal gabella del fale follevata ; e
non avendo potuto iedare il tumulto and a fortificare me
glio , e pi prefto che pot Torciano , e lo ditele , febbene affai poco difendevole foiTe , alcuni giorni bravamen
te . Sedatoli pofeia , pals ad iftanza del duca Pierluigi
con un reggimento di foldati Perugini al loldo della Chiefa , e fpedito contro Alcamo Colonna fi port in ogni in
contro diftintamente , ed in ifpecie a Rocca di papa, e
nell'alfedio di Paliano , dove un Afcanio vinfe l'altro .
Ebbe in premio il governo dell'armi di Parma , e di Pia
cenza , e molto s'affatic in quelle fortificazioni, e molto
altre

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE,

97

altres in quelle di Rimini , dove dappoi fu mandato.


Rottaf in tanto di bel nuovo la guerra tra lo 'mperadore *
e '1 re di Francia chiete Afcahio , che ricercato n'era dal
fuo Pietro Strozzi licenza a S. S. per andarvi , ed ottenu
tala non poco fi tegrial ne' progrefl che fecero i Franzef
in Borgogna , e nell'alfedio di Perpignano fulle frontiere
di Spagna . Quindi rivenuto in Italia fu nel pafTar per Fi
renze a richiefta dell'imperadore arreftato , ed avuta indi
a non guari la libert torn in Roma al tervigio della.*
Chiefa . Seguito in quefto mentre il fatto della Cerefuola
s'aflbldavano dal marchete del Vafto per l'imperadore a
tutto potere , ed uffiziali Italiani , e foldati , e ne fu iftantemente anche Ateanio ricercato . Gliefe egli nuovamen
te licenza al pontefice , ed avutala and ad affaldar gente
in Tofcana , dove trov che tra Guglielmo Giannotti , e
Giovanni Taddei cavalieri Fiorentini eran nate alcune di
fetenze , che decider non potendof colle prove civili rimeffa ne fu la decisone a quelle dell'armi ; ed egli chiama
to da quefto per patrino . Si port cos arditamente , che
Afcanio, che fpeva, che oltre all'effer bravo , ed efperto nel maneggio d'ogni forta d'arme da fuoco , e da taglio
era pur bravo , ed efperto foldato, gli diede una compa
gnia , quantunque non aveffe mai fin allora in grado di ca
pitan comandato . Partito dunque teco , e con altri uf
fiziali , e foldati raggiunfe nel Milanefe Tarmata , ed es
tendo tebito ftato fpedito dal marchete del Vafto a Cafale
in Monferrato lo falv da' nemici , che tenza il veloce fuo
arrivo , ed ajuto te ne farebbero tenza dubbio impadro
niti . Scordatofi in quefto mentre il Taddei degli onori , e
de' benefizj da lui ricevuti , i quali grati fono fino a certo
fegno , e paffato ch'egli rincrefcono , e fpiacciono , e
d'odio, e d'ingratitudine fi contraccambiano, poco bene
gli corrifpondeva., e proccur eziandio di fottrarfi dal
fuo reggimento . Voleva egli caftigarlo, e perch ne fu
N
dal

o8

DI

ASCAN10

DELLA

CORGNA

dal marchete impedito, lafci la caricale lo sfid per pro


vargli , ch'era un. ingrato
e che mancato.avea al fuo de
bito. E dopo diverfe querele , e cartelli, che dir non fi
pu quanto per la collera ,. e per lo fdegno tennero l'ani
mo fuovariamente agitato accett il Taddei la disfida , e
fi llabili il campo aPitigliano. Rimifefi allora in calma,,
e dove prima era divenuto , e cogli amici ,, e colla fami
glia intrattabile torn ad effer affabile , e cortefe . Sparfafi per Italia tal novella molti cavalieri di diftinzione da_
diverfe parti s'incamfnarono a quella volta per veder lo
ipettacolo, e pi di fecento ne conduffe a tutte fue fpef
Afcanio , e vollero il duca di Caflro , Paolo. Vitelli , Vir
ginio Orfini , ed' altri:fimili perfnaggi fegui tarlo Giun
to con quefto accompagnamento a Pitigliano fnz'a ver dato mai alcun fegno d'apprenfione , e fenza efferfi mai lcom
pofto nel viaggio , anzi da fe ,, mirabil cofa , tmpre ogni
mattina , ed ogni fera fuo feguitc ad' uno ad uno fin all'ultim'ora del cimento' alloggiando vi giunfe anche il Tad
dei
che feco aveva il conte di Santa Fiore con molt'aitri:
primarj cavalieri - Tantocch fi differ che pi di" tremi Fa
ve ne concorreffero , e tra quefti dugento Perugini tutti
veftiti' di velluto cremifi. con camiciuole di dommafco ne
ro guarnite di gallone d'argento con cavalli , gualdrappe,
fopranfegne, ed' armi fim ili .. Era tale, e tanto L'amore ,
che per Te fie degniffime qualit acquiftato avea Afcanio
nella Patria ,. che '1 giorno del conflitto fi ferraron tutte
le botteghe , e lfava cos lfpef, ed iir tanto penfiro ,
ed attenzione la cittadinanza ,. che vi furon di quelli , che
rreppur mangiar vollero finche non giunfe il corriero coli'
avvifo della, battaglia , che dur quali mezz'ora ,, e rimafc
ad Afcaiik* la vittoria Imperocch entrati nello fteccato ,. e combattutoli per qualche, tempo valorofamente__
dall'una parte , e dall'altra fu con due ftoccate, nel braccio
dritto ferito il Taddei che nondimeno arditamente com
bat

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

99

battendo non s'accorte , che Afcanio guadagnava infenfibilmente il terreno , e che a difnifura s'avanzava . Inveitito dunque con botta crefciuta di quarta gli .trapafs il
petto da banda a banda , e fui Aiolo il diftefe fenz'jdflerc
ftato neppur per ,ombra da lui maioffeio . Senti ronfitelo
come tuoni i rimbombi delle viva de' Tuoi parteggiani , e
fecero tante, e tali allegrezze, che accompagnate da'
reiterati fpari dell'artiglieria dell uogo pareva che non_
lingoiare di due , ma univerfale di numerofo efercito folfe
flato il combattimento , e la vittoria . Vedefi queflo fat
to , di cui non vide forfe mai limile la monomachia, affai
ben efprelfo da pratico pennello con altri efeguiti da lui
nellafala del mentovato , e mentovabil palagio di Caftiglione , e l'Aleni nella prima centuria degli elogj , ed il
Crifpolti nel libro terzo di fua Perugia , e moltiflmi manoferitti il rammemorano . Ed io per prova maggiore_3 ,
e per maggior foddisfazion del lettore regiftrar ne voglio
.qui la patente che ebbe Afcanio dopo l'azione ,dal conte A Vendo io conceffb per mie patenti , e lettere date in
Sorano Pundecimo di Marzo del 1 546. ai magnifici ,
* freniti capitani Afcanio della Corgna , e Gio: Taddei in
Pitigliano , e in Sorano luoghi miei , campofranco , e lbe
ro , e feuro , dove fotometrano convenuti , pot[fero par
lare , e venire aile mani , ed a tutto tranjito colmarmi difi
nire ogni loro differenza , come pi ampiamente per efe ve
der fpu , in tejlimonio della verit , fccome fon tenuto
per queje miefmil , fofede ad ogni perfona , alle cui ma
ni e'Ip.1 perverranno , come il di determinato dopo la prefentazione delle mie , che fu il 26. Maggio del 1 546. lipredetti
due magnifici , e frenai capitani , comparvero nel luogo
deputatogli da me in Vitigliano , dove trovandojt Plllufriffimo , ed Eccellentiffmo Signor duca di Cafro , inanzi al
quale in Roma eranofate chiufe ) ed incajjate farmi , tolN 2
Je

100

DI ASCANIO

DELLA

CORGNA

}e quali erano rimafli d'accordo d'avere aefeguire quanta


fra ejjfi era convenuto , e delfuofiglilo figillate alla mede->
Jtma prefenza furono , e per un capitano difua Eccellenza 5
che fu ad incavarle deputato , fatta fede , quelle ejjere le
fiejfe , chefurono dagli uomini del capitan Giovanni , coil'af
fi/lenza di due del capitan Afcano portate in campo , ed al
patrino del predetto capitan Afcano datone l' eletta , il
quale ne tolfe due ntegre , e due mezze , ma prima compar
vero li guanti dritti di maglia , avendo ognuno portato il
fuo , de"1 quali gi erano rimafii daccordo ed altrefante ne
rimafero al patrino del capitan Giovanni ,. e datane a eia*
felino una integra , ed una mezza in mano , Valtre diedero
in man mia , con patto , che rompendoglifi qualfifia di ejje
in mani i o tutte due y figli dejfe V"altra , n vollero fare
altra compofiziontr, capitolazione^ riportandofi al com
battere a tutto tranfito . Quando poi del tutto furono alF
ordine il capitan Afcano fi lev in pi , e quefie , fimili parole dijfe . Tu nienti per la gola avendo detta aver
avuta la compagnia da altri , che da me , ed ai fatto da in
grato foldato, e quefto combatto. Al che il capitati GioDannifinza a/pettare.>che finijpe quanto voleva dire , rifpofe , che un mentito non potea lmentire , ed io combatto la
mentita, che t'ho data, di quanto ai parlato in pregiud2K>
dell'onor mio . E perch io gli avevafermati , per ojfervare , quanto perle mie patenti aveva lor concejjci , e s per
chfperavaforf , che con quejlo mezzo , fifojfcpotutofug
gire ilpericolo dell'armi . Veduto , che la collera moltipli
cava , e che ognuno dejfi voleva venire alle mani , mi tira*
da parte , e cos valorofamente t'affrontarono , dove nacque
che il capitan Afcano in poco tempo diede due fioccate al ca
pitan Giovanni nel braccio dritto con lafpada integra^ e poco
da poi gliene diede un altr a in petto , la quale ricevuta poco
flette , che il capitan Giovanni cafe morto in terra , per
ilebe il capitan Afcano rimafe vittorofo r e vincitore , ed
a mag-

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

ioi

a maggior fede dellefopradette co/egli ho fattefare le pre


feriti fottofcritte di mia propria mano , e Jigillate dal mio
confueto fgillo , In Pitigliano &c.
Il Conte di Pitigliano .
Arrivato pofcia Afcanio non lungi dalla patria , tutta
la citt fi lpopol per incontrarlo, e ricev in quo' pochi
giorni che vi fi ferm indicibili cortefie , e diftinte dimoftrazioni di giubilo, e d'affetto. Quindi partito per Ca
ttigliene , e portati feco alcuni ditegni , che di fuo ordine
fatti avevano di verfi primarj architetti della fabbrica, che
avea desinato di farvi a nient'altro in quel tempo applicj
che a ridurli a fuo gufto , bench niuno ve ne riducelfe .
Pofciach richiamato in Roma dal papa fu mandato col
duca di Caftro , che conduceva le truppe aufiliarie della_
Chief in Germania , e tornato feco dopo il fine della de
dizione in Italia ebbe da S. S. la caftellania della rocca , e
del rivellino d'Ancona . Dove trasferitoli , e ridotte a mi
glior difefa le fortificazioni fu fpedito a fedare i tumulti
fiifcitati da Federigo Nobili a Fermo , che al fuo arrivo fc
ne fugg , ed il popolo depofe tofto l'armi , e torn all'
ubbidienza della Chiefa , ed egli ebbe il governo di tutta
la provincia . Poco per vi flette , perch ritornato col
conlenfo del papa alfervigio di Cefare fu in varie fpediffoni impiegato , e del grado di maftro di campo genera
le onorato . Con tal carattere comand la cavalleria in_
Germania , e fenzacch l'un fipelfe dell'altro ebbe da lui ,
e dal duca Cofimo fuo collegato il comando della fanteria
in Italia dando fempre nuovi fegni in ogni occafione di fiia
favia condotta , e di fuo non ordinario valore . Imperoc
ch entrato coll'armata nel Sanef prefe a forza molte di
quelle terre, ed a patti Montucchiello, che bravamente
per molti giorni in molti affalti da Adriano Baglioni fidifete . Pafs poi all'aifedio di Montalcino , e quivi fu feri
to

02

DI ASCAN10 DELLA COKGNA

to di mofchettata in una natica per elferfi troppo avanzato


a rifpingere i nemici , che facevan piegare i fuoi , e li rifpinte . Giunta tal nuova a Roma affai cardinali , e pia
degli altri il fratello, e lo fteflb Giulio III. fuo zio per
letteTe lo rimproveraron dicendo , che paflato era il tem
po , in cui doveva per farfi conofcere cimentar fua perfona
ad ogni pericolo . Rifpote loro , iche 7 capitano d'onore ,
e i valore non con altri riflejjt di/lingue , e mifura il tan
fo , che colbfogno , e colla riputazione che confluen
do in quejla piucch nella forza , e nel numero il decoro ,
e 'i vantaggio delibarmi vii prezzo gli pareva la vita fua
per acquetarlo . Ma alla fine tradito nel modo chenella_
fua ftoria molte volte rammentandolo narra Bernardo Se
gni cadde nella 'mbofcata, che non lungi da Chiufi ttfa gli
avevano i nemici, ed arditamente, tuttoch d'intorno
intorno da effi circondato , e fopraffatto fi ,difef . Ve
dendoteli poi troppo di preflb in ogni dove a fronte , a ter
go, a lato ftretti , e ferrati fcefo da cavallo, e dato d
mano a una picca teguit tempre piucch mai coraggiosa
difender", ed a combattere finch rimate in lor potere
coperto di fangue, di ferite* Prete) lui pretero, e di
sfecero tutto il diftaccamento , e divennero cos baldanzofi , ne diedero tanti fegni coil'allegrezze , che pareva
aveffer disfatta tutta l'armata . E PietroStrozzi , che_>
comandava la nemica, ed a cui Giulio III. , ed il cardi
nal di Perugia fpedito avevano un cavaliere a raccoman
darglielo cos rifpofe . Baciate ilpia S. S. , e la mano al
cardinal di Perugia per parte mia , e djlintamente ringra
ziandoli dell'onore che fatti" ni'anno oscurateli , che tuttoci che far potr fenza pregiudizio del dover mo ad Afcanio
piucch volentieri ilfar , e perch egli lo merita , e perch
egli mo taro amico , eperch S. S. edil cardinale me lo co
mandano . Ma fpacemi ejlremamente che non mi fipermet
ter il tenerlo tanto largo quanto al fuo grado fi richiede ^

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

105

edil mio defiderio vorrebbe . ConcoJJtech non ho fatiti mai


fin qui perfua cagione i miei fornii, edora che finir li pojjb
ben giujlo ,. che con ogni cautela me ne,afficuri . Giacch
degli altri capitani nimici ,, e dello flejfo marchefa di Murignano , che tf il capo non me, ne prendo foggezione .. Egli
egli ,. il cut valore., e condotta: m ? troppo nota per averlo
fotto mie nfegne pi voltefpertmentato , maggior penfero
e travaglio mi dava , che tutto il rejo deY miei , e degli af
fari nimici\. Appena guarita fu mandato in Francia , do
ve lRe,i la corte , e tutto Parigi raceolfero con tali fe
tte, e con tanto applauf , che pareva v'entraffe anzi ami
co , libero , e vincitore in trionfo , che vinto , prigio
niere , e nimico. Avuta la libert and richiefto da Fer
dinando re de' Romani a. comandar un corpo di quattro
mila cavalli ,. ed altrettanti fanti , e fi" port bravamen
te . Dichiarollo pofcia Giulio III. generale di Santa_*
Chief, e tale fu da Marcello II. , e nelle due loro feditacanti dal fgro collegio confermato .. E Paolo IV. non
oftante che '1 cardinal di Perugia gli fofleftato nell'ele
zione Scopertamente contrario * e che {copertamente pure
favorito aveffe quanto pot prima quella, di Marcello, e
che diffidafTe di lui gli diede il comando generale delia ca
valleria, e la cura di fortificar Velletri , come nella di
lui vita rifrifce il Panvinio .. Quindi entrato a relazione
degli impoftori ,, degl' invidioff ,, e degli emuli in mag
gior fofpetto il pontefice , e di mano in mano , chel'impofture crefcevano crefcend anche in lui le diffidenze fped a Velletrr il Capozuechi per arreftarlo .. Ma a tempo,
accortotene il fagace Afcanio raun. alcuni pochi Perugini,,
ed in un con effi arditamente combattendo fi fottraffe dai
periglio,, quantunque innocente, ed ammalato foff per
Feforbitanti fatiche , che fatte aveva , e d ,, e notte nelle
fortificazioni della piazza. Giunto a Nettuno fal fvnr.
na. barchetta pefchereccia ,. and a sbarcare a Gaeta > e
per,

104

2>I ASCANIO

DELLA

CORCNA

per terra fi trasfer a Napoli ove dal duca d'Alba , che n*


era vicer fu accolto con infinite finezze. Ed ilCapozucchi , che con fecento fanti dovea effeguir gli ordini del pa
pa , e tutta l'altra foldatefea , che ita era di rinforzo refto delufa . Dando Afcanio collo fcampo a vedere , che la
malignit , e l'invidia degli emuli fuggiva , non la forza,
ed il numero de' nimici . Fattafi indi a non molto la pace
fra il re di Spagna , e '1 pontefice fu Afcanio da S. M. di
chiarato fuo intimo, e primario configgere , maftro di
campo generale in Italia , e fprantendente delle fortifica
zioni di tutti i fuoi regni , perch n'era^ per verit intendentiflmo , e tale tutti gl'intendenti lo ftimavano.
Ito dunque a riconofcerle in Fiandra , ed aumentatele ,
rifarcitele , e provvedutele del bifgnevole ritorn in Ita
lia , e rimafe il duca d'Alba s foddisfatto di quelle che_j
fece in Abruzzo , che di Napoli cos gli lcrifl . Aven
do vedute , e ben confederate lepiante delle nuovefortifica
zioni , e lofiato in cui ha V. S. col fuo gran fapere , e non
minor diligenza pofia tutta la frontiera , e provincia d*
Abruzzo , edipafii che Canno a difendere , altro non pojfo
dirle , che ha dato a S. M. quefio bel regno , ed a me la gloria
immortale di poterglieleficuramente mantenere nel tempo
del miogoverno . E/ 'Ire di tantefue rare , ed inefilmabili
fatiche non la riconofcejfe , e che io quanto potejjt il pi non
proccurafl , che riconofeiuta nefojfe non terrei lui per quel
monarca ch'egli , e non crederei d'efiere quel cavaliere che
fono. Pafs dunque Afcanio con lettere del duca alla cor
te , e fu cortefemente ricevuto dal re , e trattato fempre
con ogni diftinzione. Morto trattanto il papa prefeda-
S. M. commiato , e ritorn preftamente in patria . Sta
tovi alcuni giorni riebbe dal fucceffore tutti gli effetti con
fidatigli dall'antecelfore , ed erger gli fece collo sborfo di
quindici mila ducati per dar col titolo onerofo maggior
forza alla nuova inveftitura Chiufi in marchefato , confor
me

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

105

me ftato era cent'anni prima; e riveduti i parenti, egli


amici fi trasfer a Caftiglione per dar principio alla fabbri
ca . come allora tornato era altres Galeazzo Alefli il
conduffe feco , e fattigli vedere tutti i dilegni , che v'
avea lafciati , ed un che avuto ne aveva dopo dal Vignola,
.ficcome nella di lui vita Ignazio Danti aiferifce , diffegli ,
che egli qual Zeuf che nel dipigner Elena a Crotone dalle
pi. belle , e ben formate parti di fcelto numero di bellifl,r
tne zittelle la traffe , dovea da quelli trarne , e formarne
vino fecondoch pi a grado venuto glifoffe. Formatolo
dunque, ed eifendo riufcito d'intero lorguflo le fi die
de principio, e non vi fi leyaron le mani finch non fu
perfettamente finita . N contento d'aver ornata la Terra
d'un palazzo , che fervir potrebbe a qualunque fovrano di
reggia vi apr per entro due belli , larghi , e nobili ftra
doni , aggiuni alla rocca la comunicazione col palazzo,
fortific le mura , ed ancorch ella fondata fia fovra uno
fcoglio, che qual lingua in peni fola fi ftende nell'acque la
cinfe d'intorno intorno al di fuori d'altro nobile , e fpaziofo flradone per potervi girar colla muta . Fatto tutto
ci part di nuovo per Roma , dove appena meflb il pi
fi fcatnarono gli emuli fuoi di ricapo , ed in diverfe__
ftraneguife il perfeguitarono . Suppofero alla fine ch'egli
tentaffe di farfi affoluto , e perpetuo fignore di Caflel del
la pieve , e fuo territorio , dacch ne aveva il governo di
pendente , e vitalizio , e che aveffe fatto ammazzare
Borgaruccio Ranieri. E tanto per torlofi dinanzi , per
ch ftava loro come ftecco fu gli occhi , adoperar fi feppero col pontefice , che ordin foffe condotto in caftello pri
gione . Formavafene rigorofo proceffo , ed il Palentieri ,
che Erettamente l'efaminava non pot in due mila carte di
regiftro convincerlo d'alcuna reit , n mettergli alcun ti
more . Perocch fempre rifpofe intrepido , e tacciandolo
di male, avvifato , e di trifto gli prediffe il finefunefto,
O
che

xO*

DI ASCAM10

DELLA

CORGNA

che fece nel pontificato gloriofo di S.Pio . Sparfafene frat


tanto da per tutto la nuova non vi fu principe criftiano ,
che non ifcrivefle a S. S. per la liberazione . Ed il Granmaftro di Malta , che vedeva allora Tifala (Erettamente
attediata da' Turchi ne preg , fupplic, e fcongiur pi
degli altri il pontefice, e l'ottenne, conforme nella ftoria della religione riporta il Bofio , che a car. 616'. del lib.
29. della par. 3. cos favella. Ed ilfommo pontefice Pio IV.
tenendo Afcanio della Corgna marchefe di Cafiiglone riJlretto in Cajlelfantangelo per alcune imputazioni concedet
te la liberazionfua al commendator fra Giufeppe Cambiano
ambafeiadore della religione , che in nome del Granmaejlra
ijlantinfimamente chiefio glie?aveva come uno de' piprati
chi , e valor0fi guerrieri , che in Italia fi trovajfero con_j
cfpreffa condizione , che alfoccorfo di Malta perfonalmente
andar dovejfe : Ufcito con s fatto onore di carcere , c__
tanto pi onorevolmente , quanto che fi credeva da tutti
gli fpaflonati innocente fu dopo d'aver ricevute l'iftru*
zioni necelfarie dal fegretario di ftato a' piedi del ponte
fice , che benignamente l'accolfe , e gli dilfe : Col pi
vivo dell''animo ci rallegriamo con voi marchefe ; perch conofeiuta abbiamo la filma fingolare , che ne fanno gli altri
principi \ e noi che non punto minor lafacciamo ve rabbiam
dati col darvi la libert i contrajfegni . Da quefia voflra^
libert afpetta Malta la fua ; e noi che dal vofiro valor
Vafpettiamo fenz *altro cercare , 0 di reit , 0 d'innocenza
piucch volentieri vel'abbiam conceduta . Andate dunque
e come tutto il mondo cattolico , eh' fiato fin quifpettatore
di tante voflre infigni^ e prodi vittorie dice , ed ficuro ,
che orapur vncerete , andate dunquefollecitamente , tor
nate vincitore , e nollo fmentite : Ringraziato avendo
umilmente Afcanio il pontefice della libert concedutagli
non meno, che del cortefe accoglimento non altro foggiunfe, che avrebbe fatto ogni sforzo di far conofcere_-i
al

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

107

al mondo , che non s'ingannava , e baciatogli il pie da


lui fi part . Melfofi perci immantinente all'ordine col
feguito d'alcuni capitani, e di molti cavalieri Romani y
e Perugini bentofto fi condufle in Medina, dove raunati
s'erano anche quafi tutti i cavalieri della religione, ed
ogni altra perlna diftinta , che bramava di fervida . Ar
rivato che fu fped fubito d'ordine di D. Garzia di Toledo
vicer di Sicilia il capitan Salazzaro al cavalier fra Vin
cenzo Anaftagi Perugino, che alla difefii di Malta fi ritro
vava , e di cui , come di militare architetto Priveremo
la vita , per aver diftinta , e minuta informazione dello
/lato della piazza , dell'itola , e dell'alfedio , ed ecco per
notizia maggior del lettore il fenor della lettera , che gii
icriflTe , e della rifpofta che ricev . Giacch il nomato Bofio l'indica nella fuaftoria, e nollo riporta, ed il terzo
tomo di quella del Pellini , da cui a car. 106*5. , e 1066.
fi tratto in pochiflmi altri luoghi , e forfe forfe in niiN
no , che nella pubblica libreria di Perugia fi trova per effere fate l'altre copie artificiofamente, e per fini partico
lari difperte .
Reverendo mio come Fratello Amatiflmo: Avrete la
preferite per mano del capitano Andrea Salazzaro mandato
dalP lllujlrijfnto, ed EccellentiJJmo Signor D. Garzia per la
catifa intenderete da lui , // qitale viene principalmentefotta
la confidenza vojlra per la relazione ch'ho data io d voi .11
S. E. , farete adunque con ejfo , sforzandovi , ed ufando
ogni diligenza poffbile perfoddisfarlo , e corrifpondere alP
opinione che s ha di voi per le parole mie , che , oltre che
far tutto a onore , e gloria di Dio , e difia S. Fede , e
benefizio , efalute della vojlra religione , e di tutti quei
poveri cavalieri , e cri/liani affdiati , voi con mojlrarvi
diligente , follecto , accorto , e giudzofo in qtieja cofa ,
e coIPoperare che il capitano Salazaro venghfoddifatto , e
porti quella piena informazione chefi/pera sol mezzo vofro,
O 2
gua

io8

D ASCAN10 DELLA CORGNA

guadagnerete (anta riputazione , ed onore , che ben per


voi , e intorno a quejlo non riallargher con altre parole ,
mafolamcntevidir, che oltre air'informazione , cheportar il capitan Salazaro , Dorrei , che voi mi fcrivefie di
vojlra mano , avvifandomi di tutto quello , che colfaper e ,
e col molto giudizio vofiro potrete giudicare e'[fere utile , e
necejfario , che intenda , e fi faccia capace VlllullriJJmo ,
EccellentiJ imo Signor D. Garzia , <? particolarmente^
della quantit della gente nemica dalla bocca de' lorofldati del loro alloggiamento , riW
delle guardie , della*
qualit delpaefe , e delle flrade di tutta Tifila , dellefon
tane ,
pozzi , ? dell'acque , f #<? ^ trovano , / qualfivoglia parte delTifiola 5
luoghi dove pifacilmentefipo
tjfe sbarcar gente , ed accofiarfi collo fprone delle galee ,
e della capacit de' detti luoghi atti allo sbarcare , cio
quante galee vi fipojfona accoftare in un medefimo tempo ,
e la lontananza dalTun luogo , all''altro , perch per tutto
non fi deve poterefacilmente sbarcare per li moltifeomodi ,
che vifaranno , o per glifogli, o. per le fecche, o per qualche
altra cagione. E in quefio particolare di grazia capiiatto mio
carijjlmofate, chefiamo minutamente , e con ogni verit be
ne informati. Avvifatec ancora la vettovaglia, l'artiglieria,
la munizione', li cavalli dafazione, le be/le dafirna, li buoi,
e tutti gli animali , e uomini utili , che avete nella citt , e
fopra tutto la quantit , e qualit de' vafcclli nemici , e
quelli chefanno continuamente armati, e chefiorta di guar
dia fanno , e la caufa , perch gli altri fanno difarmati ,
ed in quanto tempo potrebbero armarfi9 ed ufeire dalporto,
tfefono morti de'fidati affai turchi , e medefimamente_s
la quantit della ciurma che pu ejfere marta , e mancata :
E perch da un'ora ad un altra pu nafeere qualche muta
zione neceffaria afaperfi, il capitan Salazaro menerfeco
un altro uomo da bene , e lo afeer con effo voi , acci lo
pofilate mandare con ogni occafione , che vi parr buona , e
necefi

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE. '

io?

necejfaria , che il tutto fi rimetter aWarbitrio del giudizio vofro , e Dio nojro Signore vi contenti :
Di MeJ/ina g. Agofto 1565.
Come Fratello Afcano della Corgna .
La Rifpofta dell'Anaftagi fuquefta. llluflrijjimo Si
gnore Padrone mio Offervandijfimo . Per mano del capitan
Salazaro ho ricevuta una di V. S. llluftrijjma deIli 3 . del
corrente , edinjeme intefo a bocca ogni difcgnofuo , il qua
le mi ejlremamente piaciuto , fe bene l'aver combattuto
per Mare , credo , chefarebbe/latofcurijfimo , rifpetto alla
fiacchezza di quej"armata Turchefea, che realmente^ da quel
Servitore che lefono } le dico , che non fe non un numero di
vafcelli difarmati ,ed in effetto cos^ pure avendo dal detto
Signor capitano intefo , che al combattere per Mare dal Sig.
V. R non viJ vuol punto penfare . Per abbreviare , le dir
fuccintamente j quanto ho veduto , quanto ho intefo da' Tur
chi preft , e da' rinegati crijiani fuggiti 3 e quanto in. . ?
effetto mi pare , poich il capitan Salazaro a nomefuo, ol
ire la lettera , mi comanda , ch'io debbafarlo in ogni modo .
E prima per ubbidire alfuo comandamento , le dico , come
intender a bocca da detto capitano , che io in compagni.is
fua , e d'alcuni cavalieri chefanno qui in citt , con quaf
tutta la cavalleria , famo andati per riconofcere il campo
de'' turchi , e per vedere come fanno i bajlioni y ed in effet
to fifono trovati nel medefmo modo , che jVfritto tante__*
volte a S. E. cio , fattiJolo per difenderf da colpi delle noJlre fortezze , n vi trincea alcuna allefpalle , 0 ai la
ti , che dormono , fenza guardie , // che potiamo aver molto
ben veduto : poich con fette cavalli famo andati tanto pi
avanti del cafale Terfcier , che S. Margherita ne refava a
man dritta^ed a manfinifra il campo della mandra^ e perch
aggiornava , e lifette cavalli facevano per quei fajfi mol
to frepito , lafciammo l cinque , ed andammo il capitan
Salazaro > ed io foli infno a una muraglia vicino al bor
go >

no

DI ASCANIO

DELLA* CORGNA

go , donde vedevamo pi bajlion , e particolarmente tutti


quelli che battevano l'ifila y e tutti li capi Nemici , d.is
quel del Salvatore in poi . Il capitan Salazaro potr dire a
V. S. llluftrijjma-) che io volli /montare a piedi per andar
pi innanzil, perch a cavallo non vi fipoteva andare per chia
rirlo , fe gli re/lava alcun dubbio , ma ejfo non volle , aven
do veduto quanto gli occorreva a/ufficienza . Nello /puntar
del Sole appunto ci partimmo per la volta della citt , ed
avendo in qucjlo mentre l cavalli , che avevamo la/ciati
mezzo miglio lontano dal ca/ale/opradetto pre/o due turchi ,
ch'erano u/citi del campo , i'inte/e da ejjt che Piali Ba/s
di Mare era andato la/era inanzi con/ejjanta Galee a met
ter genti in terra a Pietra nera per/are imbofeata a' caval
li della citt , che ogni giorno le davano /a/lidio , onde me/Jici in/eme vi cominciammo a pigliare il no/ro viaggio , e
quando cipen/ammo d'ejjere a/alvaniento , ci trovammo in
mezzo di/ette , o otto mbo/cate in tutto /or/e di tre mil:L->
/anti , e di trenta cavalli , e per lo meglio eleggemmo volere
entrare nella citt , o morire , e per ijlrada combattendo ,
la/cammo morti parecchi cavalli , e uomini , tantoch al
far del conto ci mancarono trentadue cavalli , e ventiquat
tro uomini . Ora per darle relazione delle co/e nel termine
che Jt trovano 3 le dico , che i turchi non vennero tanto ga
gliardi , come anno opinione in Sicilia .> perch portarono
alla venuta loro ventidue mila uomini da combattere tra
quali erano da 4500. Giannizzeri , che u/ano tutti archibujt^ v'erano da 5. mila Spah della Natlia che u/ano
qua/ tutti archi , che /ono la maggior canaglia del mondo ,
e da circa altretanti Spah della Grecia che /ono ajjai ani
mo/ , ma tanto male accompagnati dall'armi , che non ba/ano a /ar co/a buona , perch u/ano, ehi una lancia lunga ,
chi in mano un'accetta , chi filo la /cimitarra , ed armi
firnili . Per compire il numero di 22. mila uomini , vi fino li
venturieri , ed A/appi di galea , ed uomini fimli , che-
ve

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

ili

ve ne fono de' buoni , e de' cattivi . Sono venule da Tripoli


I g . galee che anno portato circa mille uomini da mettere in
terra dove nonfono ufi a combattere y ma in marefono buo
ni , ed ujano archi y ed arcbibuj. Sono venute da Algcri
tr galee , e 25- galeotte tri grojfe , e piccole , ed anno
portato 1 500. fidati quaj tutti archibuferi , e buon.13
gente ma andarono un giorno a dar PaJJalto allo /perone di
S. Michele , nelle barche mentre gli altri l'affaUvano per
terra , e ve ne mori la maggior parte , perch l nofiri non
fl difefero una batteriafpanatafno in terra , ma aiutati
da una cafamatta di Cafiel S. Angelo , che con l'artiglieria
mifb infondo nonfi quante barche , ed ammazz molta gen
te , ufcronfuori di ejfa in un poco di piazzetta , che vi re
fiava y dove sbarcarono , e ne prefiro alcuni , ne ammaz
zarono molti y ed altri fecero fialtare in mare , che ejfendo
fiati accapati dall'Occhiali capitano di quella fazione , che
non fapeffero notare , affogarofio. Quefia baftonata abbafi
lli'orgoglio in modo a quelli y che refiarono y che rade vol
te anno poi voluto comparire alla muraglia * Or S. Elmo
confum il fior del campo , e particolarmente , de' Gianniz
zeri y molti altri ajfalti che anno dato , dopo infiniti difiagi
di mangiare , e di bere , e di vegghiarc , e fimili altre cofe
gli anno diminuiti inguifiiy che ora li Giannizzeri non ar
rivano a 2500, e di tutta l'altra gente da guerra non re/la
ta piti di ioooo. in circa , di maniera che io per relazione ,
che abbiamo ogni giorno , per gli andamenti che vedo de'
nemici , e per altri fiegni , giudico , ed affermo a V. S
lllufirijfima , che i turchi non anno pi di dodici , in tre
dici mila uomini da combattere , de' quali non v' altro di
buono y che li Giannizzeri , e di eff il fiore morto , e *
quefii che vi fiono non ofiano d* accofiarfi pi alla mura
glia y ancorch dalli bafs y e da altri loro capitani vifano
a fuon di bajlone condotti , or lafiio confiderare a lei , fi
chi combatte per forza pu far cofia buona .
Ter

ti2

DI ASCANIO DELLA

CORGNA

Ver dir poi la quantit di legni nimici fapp'nt3 ,


che ve ne fono poco pi , o meno di dugento tra galee ,
e galeotte , e di quejle quarantacinque , e la pi parte^j
piccole , vi fono otto maoni , e fei navi , le galeotte a"Al
fieri Jlanno continuamente armate , e circa venticinque
altre galee , le quali quando tutte , e quando parte van
no facendo la guardia dalla punta deWfiola verfo il Goz
zo fino al porto di Marzamufcctto , dove fanno colf ar
mata , ben vero , che infino a tr volte il bafs di mare ha
fatto armare tanti vafcelli , chefono arrivati al numero di
70. , e di 80. , ed ha dato una volta attorno aWifola , che
par pi tofio t'abbia fatto per mofrarf a noi altri difar
buone guardie , che per altro , perch fr tutti non portano
due mila uomini da combattere . Ma V ordinario dei Legni ,
che eficono alla guardia fon venti , 0 25. galeotte, che efco
no lafera al tramontar delfole , e ritornano la mattina al
porto autfora, e due difole , il viaggio loro quattro , 0
fei miglia verfo il Freo , 20. miglia in mare per Greco , P
altre fpartite tra il Gozzo , eia co/la dcWifla verfo Sicilia,
per vedere fe ne venijfe alcun foccorfo , ben vero , che alle
volte vanno tr , 0 quattro galeotte a Pietra nera , che do
ve le quattro galee mifero in terra quel foccorfo , ed alle~>
volte al mugiarro ; ma io v'hofipeffo lafctate guardieper ve
dere quel chefanno , ed infiammafiempre ad un'ora di notte,
fie nefono partite . Abbiamo veduto alle volte unfuoco dieci
miglia in mare , che abbiamo creduto fiafatto da loro , e
chefacciano per mettere il cervello a partito , quefia quan
ta guardia fanno , e l vafcelli, che tengono continuamente
armati. Degli altri che fiono difirmati , non pojfono fiervhfene cos di fiubto, perch anno in terra gli uomini da
combattere , le ciurme , e molte galee , li cannoni , gumini , ed altrifimili frumenti , di maniera , chefe volejfero
armarne altre , che le cinquanta , che armo continuamente
armate , vi vorrebbe molto tempo , e con gran lor pericolo ,
per-

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

u3

perch fe vogliono armar le galee , bfogna lor di/armare i bafiioni e con poca gente non ijlanno bene , perch fo
no lontani Pun dall'altro , di maniera , che non potranno
/occorrerfi\ fe linojri efconofopra d'ano d'ejfe il che non
abbia dubbio , che farebbono con buona occajone , perch
Monfignor lllufiriflmo che ogni ora alle batterie , non covie vecchio , ma tome robuftifiimo fidato , non perder occafone , che gli paja buona , cfe gli s'apprefenta , laconofeer , trovandovf ad ogni ora prefente , ed efi non anno
avuta avvertenza ai luoghi , dove tengono Portegliene di
farvi de'forti per poterli con poca gente mantenere , come_*
fanno i criflian , quando ajfediano un luogo , ma come ho
detto difopra anno fatto una femplice trincea verfo lefor
tezze , queflo dico per mofrarle , che non bfogna dubitare
difopercheria di galeefe FEccellentiJfimo Signor D. Garzia
vuol "venire con fejfanta , come dice il capitan Salazaro .
Ma ecco il rimedio , pofio , che l turchi potejfero armare^
nonfolamente cento , ma quante ri'anno nel porto , vengano
i no/Iri collefejfanta, e colli 9. mila fanti, che anno difo
gnato , e pajjjno alla volta del Gozzo a manofinifira , tantocch non pojfano effer difeoperti , eiafera al far della not
tefi ritroveranno giuflo di rimpetto al muggiarro venti mi
glia in mare , ed alla faddetta orafacciano una buona forza
di remi , efaranno in terra innanzi il rendere della prima
guardia , e vedranno , fcvi pongono cura dal mare , //fuo
co , che noi ogni nottefacciamo d'ordine dell"Eccellentifimo
Signor V. R ; Quivi troveranno due Cale , una chiamata
il mugiarro , l'altra Antofeca , mezzo miglio lontana una
dall'altra , e ciafuna capace per pi di 40. galee da poterf
avvicinare a terra 25. canne , ed luogo attifimo a portare
i barconi , che anno ordinato fino in terra , fenza bagnarf
piede , e poich nonfi pu cavar di capo a cotefi di Sicilia ,
la bravura di quefi'armata , portimi la gente , e vettova
glie in terra , e l'ultima barcata lafcinla piena , ed e/fife
P

Ut

IH

DI ASCAM10 DELLA CORGNA

ne partano colle galee , che manzi , che fia giorno s'allar


gheranno da terra tanto , che non correranno nejjun perco
lo , e noi , sbarcata , ch'avremo la gente metteremo infondo
i barconi , che avremo poi tempo di ricuperarli . Vavvertifeo bene , che con ponenti , lebecci , e mezzi giorni freftbi
non vi fipu sbarcare , ficeb afpettino il buon tempo . Per
afficurarfipoi , che mentrefianno sbarcando non posano ve
nir lor/pra li nemici allafprovijla , vi ilpi bel rimedio
del mondo , da Antofeca alla Cale di S. Paolo vifon per terra
due miglia diJrada pianafenza pure una muraglia , e per
quando faranno arrivati troveranno in terra noflre guar
die , che le teniamo ordinariamente a cavallo , e ne avviferanno me in un quarto d'ora , efubito volandofar /a , e con
una dozzina di cavallifar in unapunta della cale di S. Pao
lo , efe verranno galee per quella parte a dove forza che
paffmo ,fe vogliono venire alla volta del Mugiarro in un bat
ter adocchio gli avvertir di vafcello in vafcello per un di
quelli che avr meco , e cos avrannofempre tempo di ritirarft', fe bfogner , che io non lo credo , perch dall.i-i
cale di S. Paolo al Muggiarro per mare , vifono 14. miglia^
e da Marzamufcetto alla detta cale ve nefono dieci , eh' la
pi cortafirada , ctejftpoffonofare^ efapt,anno da quelli\
chefanno la guardia , quanti vafcellifaranno ufeiti lafray
che ne teniamo particolar cura , e lo facciamo fapere alle_*
guardie , acci pojfano farlo fapere anch'effe al foccorfo ,
che afpettiamo , e cos , credo io.^ che fipojfa venire fenz
alcun rifehio 3 ed in effetto cos . Dal Mugiarro alla citt
vifono quattro miglia di buona Jlrada , ficchi bifognereb
be ordinare , ch'ogni fidato portajfe in un facchetto il bifeotto in ifpallafino ad un luogo , che fi chiama Fabingemwa , ehV un miglio lontano , e (i tiferanno alla guardia di
ejfo 200. archbufieri , perche iluogofcurijjmo , n vifono
omparfi mai turchi , e per quelli tre miglia , cherefiano^
faremo condurre noi ogni cofa per befie , donne , e ragazzi^

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

115

the te n'abbiamo tanti , che in tin mezzo giorno far ogni


cofa nella citt , // rejlante de"1 fidati dovr marciar/li
bito , che avr depojlo il bifcotto , alla volta della cit
t , e gli alloggeremo nel Rabato 5 eh' un gran borgo
qtiaji appiccato colla citt copiofo d'acqua , e agogni altr>i>
cofa necejfara , e difefo dalla no/Ira artiglieria , e quivi
a giudizio mio potranno faldati tutto il giorno ripofarfi\
facendofare attorno buone guardie , acci neffunofuggile
dar di ci nuova a1 turchi 5 e laferafeguente alfar della1
notte marciar chetamente per la froda che abbiamo fatta
noi co' cavalli ? quandoforno andati a rconofcere il campo ,
eh' dodici miglia lontano dal borgo . E perche troppo cam
mino da gire con gente armata , avendofi mafitmamente la
mattina a combattere , potremo metterci in un cafale quat
tro migli lontano dal campo , per tutto il giorno , e pofeia
a mezza notte marciare ? e nello /puntar dell'1alba trovarf
alla vfia di Coradivo , eh* dove fa il bafs di terra , e
vi tiene da cinque mila uomini , ed io non ho alcun dubbio ,
che Jamo per romperli , forf fenza combattere , perch
tra Poltre cofe coil'artiglieria non ci pojfonofare alcun dan
no , non avendo in terra , fe non cannoni , che j1'ove[fero a
voltarli altrove , che allefortezze , fonderebbe un mondo
di manifattura , fe fi va a quell'ora , e con filenzio , non
tenendo ejjguardie fuor del campo a ufanza de* crifiani ,
non avranno pur tempo di prenderegli archbufi tantofan
no trafeuratamente . Eforf fe lafortuna ajuta un poco ,
l'Eccellenti/fimo Signor D. Garzia , che fi lafci in queW
ora vedere alla nifia di Malta con quellefeffanta galee , po
tr e[fere , che ci guadagniamo tutta quell'armata , perch
rompendo/! quel corpo di gente , comefifarebbe con due mi
la uomini buoni , alle galee non potrannofuggirvi , fe non
quelli , che fi metteranno a nuoto , e li rinegati , che il_*
quefla guerrafono fiati mali/fimo trattati , faranno forf,
qualche motivo d'importanza . . ;
P 2

Quc-

n<5

DI ASCAM10 DELLA CORGNA

Quefle padron mio pajono cofe belle a di/correre , ti a


chi non ha veduto , e vede ad ogni ora gli andamenti de' turchi , come facciamo noi , potranno parere ancor difficili ad
epguirfi^ lo flore tutte il giorno in un cafale Quattro mi
glia lontano dal campo , e non ejjereJioperti , ma credami
fopra Vonor mio , che riufcir , perch tra raltre co/e in
campo v' bando della vita a chifc n'ufcijfe , e noi fe voglia
mo alle volte aver lingua de' nemici , bifogna , eh'andiamo
co' cavallifino al campo , e poi per affkurarci di quefio y io,
fiari con 25. cavalli buoni
e con 200. eletti archibufieri
hnbofeato mezzo miglio lontano dai cafale verfo il campo >
affinchfe venjfe per di/grazia qualcuno. , lo prendiamo , e
Vammazziamo , acci non dejfe nuova di noi al campo , fe
ben potrebbono penfare , chefo(fimo noi della citt , che^J
tutto ilgiorno ci vedono . Vasfaltare poi Finimico > crede
rei , che, fi dovejfe. fare nel pi forte , perch rompendoci
quello , comefi romper con due mila archibufierifoli , ogni
cofa vinto avendo i turchi le forze loro in modo difunite y
che dal campo del bafs. di mare , chefi chiama il Salvatore %
infino a Coradivo , eh' dove fla il bafs di terra vifin pi
di due miglia di malagevoliffima flrada , di maniera , che
innanzi , che l'uno s'avveda deV'altro s'fatto quanto s'ha
afare . Queflo il modo , potendofi sbarcarefegretamente y
come fe vi s'ufer diligenza , fifarfenz'alcun dubbio , che
a mo giudizio , fi dovrebbe tenere , rimettendomene per
alla prudenza di c,oloro , chepi di me nefanno . Se poi nel
lo sbarcare , 9 nel ritirarfi o nel venire , fojfero veduti da
qualche galeotta , non per queflo debbono interrompere il lo
ro viaggio^perch prima eh'abbiano dato nuova all'armata^ e
meffi'm ordinai va/cellifperiori y le noflre galeefaranno n
Sicilia . Mafe volejfero i nimcfar giornata alla Marza , il
the non credo a partito veruno , perch ejji per quanto s'in
tende , non defiderano ,fe non qualche feufa col loro Signore
per partirfene giuflificati , lofaremo con tutti li nofiri van
(aggi*

'ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE,

ri;

faggi , perch noi abbiamo le/palle dellefortezze , e perci


liforzeremo a combattere con noi , quando ci torner bene , a
loro difpetto . N dubito punto che noi fiamo per guadagnare
l'acqua della Marza , ilprimo giorno , perch ci ripareremo
in un poggio vicino , che con quattropezzi da campagna ter
remo , che nejfuno potr accoflarvifi , ed effi, che patono
Jete infinitamente con tutta l'acqua della Marza , confider
Ella come faranno , quando ne faranno fenza , che non
dubbio , che non potendo avere altra acqua , che quella ,
ch'andranno a pigliare colle'galeotte', farannoforzati o ad
imbarcarfi'afuria',; elevar Famedio , ovvero venirci a combattere ne"* noflri alloggiamenti con grandijjmo loro fvanPaggio, perch non la loro milizia ^ come la cri/liana'.,

corfiletti, e gli altrifaranno arcbibuftert , o tr ejj quan


do in 500. vi faranno 50 archibufteri , con cinquanta ar
cieri , far affai , // re/lo porta , come s' detto ,
una
lancetta, chi una fcimitarra in mano, e chi un'accetta y
ed armi jtmili . Or confderi V. S. Ulujlrijfima fe quando,
foffero doppio numero di noi , fe baflano a refi/lerci , maffimamente con fidati prattichi , come intendo , chefono cote*
fli , che fifono mejj in ordine per quefeffetto . Ma io non.
niegogi , che i crifliani , non abbiano il peggio nelle fca*
ramucce fefiJla di lontano , perch ejj anno archibufi mol
to pi lunghi de" nofiri , e fenza dubbio tirano pi giufioy
ma come ci avviciniamo , con che armi anno arefiflere alle
no/Irepicche armate di corfiletto ? InJmmo> per quanto ha
veduto, non mi pare, che ci voglia altro , combattendo co*
turchi per vincerli , che far loro fronte nel primo impeto , c,
venire alle frette , perch in ejfetto ogni crflano combat
ter con tre turchi , e di queflo , ce ne fiamo infinite volte
certificati, e gli abbiamo, ormai, noi, che fiamo neIla*
citt , Quattro, gatti , ridotti a tal termine , che come a

n8

DI ASCANIO

DELLA

CORGNA

vedonofuggono come dal Diavolo . In fontina io avrei intorno


a ci a dire co/ ajfai , ma venendo il capitan Salazaro d?
ogni cofa iene informato , e che a lungo potr ragionarfcco ,
non le dir altro , pregher bene Iddio 9 che metta in cuore
al Signor V. R di dare a lei carico di quefimprefa , acci
pojfa confeguirel defderio , che tante volte ha conferito me
co d fare qualche rilevato fervigio a quejla povera religione
ora che fi vede travagliata , ma fpero ben io vederla tojlo
col mezzofuo , ritornare nelprijlinoJlato dfua grandezza,
ed onore , ed in vero noi eravamo quafi difperati delfoccor*
fo , vedendo andare le co/ con tanto timore , efreddezza ,
e che co/l non fi credeva cofa , che da noi fi/crivejfe , m*-*
ora ci pare che la guerrafa finita , tanto/periamo nel mezzo
fuo . E V. Eccellenza fia certa , che di qua non fata mai
fritta fe non la pura , e mera verit , fenza aggiungervi
un pelo , e ci fo io meglio agogni altro , perch ho letto , e
fritto tutte le lettere , che fono andate e venute di Sicilia y
perch ncffun altro fapeva intendere la cifra ordinaria del
Signor D. Garzia , oltre l''altra , che abbiamo con Monfignorc , che a me toccato leggere , e fcrivere l'uno e l'altra
fempre , fe bene alle volte , mutando ifegretarj , mi anno
apportato qualche difficolt in difcfrarle . E quanto orale
ferivo , fafeura , che la verit
vi aggiungerei un pelo
f bene penfa/fi di vedere domane ilfoccorfo in terra , perch
fe avr a morire., morr in fervigio della mia religione , per
la mia fede , . e colParme in mano , e. di quefo ne l'a/ficuro .
Alla Marza , fe noi ci vorremo fortificare , avremo
terra , efafeina quanta vorremo , fe bene in Sicilia fi cre
de altramente , mi re/la adirfolo , che dal luogo , dove do
vranno sbarcare infino alla citt , avranno quan?acqua vor
ranno buonifilma , intorno alla citta ve n' gran copia , per
lafirada dalla citt alla Marza , non ve n^ niente , e vifo
no cinque miglia , chefono tre d Roma di buoniffima froda
da portare artiglieria , fenza fare fpzanata . Dove fono i
am-

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

119

(mpi turchefchi non V altr*acqua , che quella della Mar


za , che alla maggior parte molto incomoda . Per dove s*
avr a marciare , perch v' copia di muraglie a/ecco , avre
mo 500. maltefi, che con loro capi andranno atterrandole ,
(he non unafatica al mondo . u nella citt fono refati
da 45. cavalli di 300. che n'avevamo in principio della guer
ra , evifono 200. buoi da lavorare , altre tante beftie bovi
ne da mangiare y e mille fra pecore , e capre , oltre molti
porci , chefono alla campagna . Vifono pi di 400 "fra mu- Comari , e giumenti da foma s tr fino Boo. donne , e
zzi , f
porteranno vettovaglie , ? munizioni , *
/
//a rfo
bifogno .
1 50. fome difrumen
to in magazzini , ed altre 600. fraparticolari cittadini tra
grano ed orzo % evifono fettanta cantara di bfcotto ,
non vi n vino , n aceto y n oglio y n nejfuna altra vet
tovaglia * Vifono due cannoni , ed un mezzo , tre mezze_*
colubrine y ed un pezzo un poco piti piccolo , cinquefagr , e
due mezzi 1 ed un mofihetto, tutti con buone ruote , e_>
cinque para di ruote di riguardo> , e un paro d carri con ruo
te ma/ficee
Vi fono cinquanta zappe , fejfanta pale , e_J
mille caff , e dieci picconi fenza altri ferramenti , vi fono
all'i cannoni 120. palle per cafcuno , e 300. al mezzo, all
fagri y e mezze colubrine 1 50. per uno , agli altri piccoli le
facciamo di piombo con dadi diferro . Vifonofejfanta cantara di polvere grojfa , e materia dafarnefidici , ed altri dieci
cantora dipolvere fina, e 300. pignatte difuoco, lavorato,
vi fono 500 archibuferi , tra quali per dire il vero , non vi
fino altri buoni? , che 1 80. , che fono rejati della mis-j
compagnia , quejlo quanto apparato nella citt , avver
tendola , che la munizione , che anno a portarefa di bifiotto , perch qui non abbiamo comodit di far pane, fenon
per noflro ufo . Non, refandomi altro che dirle , le ricordo ,
che abbia, a memoria Pamicizia , e ferviti , che ha tenuto
fimpre coWIllufriffimo Monfignore noftro , quanto ella deve

120

DI

ASCAN10 DELLA

CORGNA

aW Ammiraglio fuo Zio , cW ajfediato anch'egli in S. Mi


chele , oltre a noi particolari cavalieri , chefacciamo profeffione d\jfcrefuoifervidori , ed ella fe n'fervita , quando
le tornato comodo . Deve dunque effere noflro procuratore ,
e protettore col Signor V. R , efpender la buona moneta-*
che non far forf mai piti , che le fiprefenti occafione pi
cattolica , e pi onorata di questa fefia pcricolofa non voglio
parlare , perch in cuore d'onore nonfi fima pericolo , fia
adunque prefla , acci che neWindugio , non s'intromettevi
qualche pericolo , che ejfendo de'' nofiri la maggior parte mor
ti , e li vivi Jlroppiati , e mal conci , ed ejfendovi mol's
luogo da guardare colle muraglie tutte per terra , non fifia
Cerna pericolo d?efiere prefi'per forza , che d'accordo non ac
cade parlarne , perch ilprimo,. che Monfignore , e poi
tutto il convento , ha determinato a non volere intendere cofa , che di fuori glifi dica . Se io penfafit collofcriverli lun
gamente , accrefeerie la voglia del venire , fcriverei ancor
pi , ma a lei , ch'intende ajjai , bafier quejh . Baciole
dunque umilmente le mani pregando noflro Signore Iddio ,
che mi conceda grazia di poterlo fare in quefFifola \ e poi fe
mi toccher di morire nella giornata morr contentiffmo. La
comodit , ch'avr da me quando far arrivata , far un
eccellentifitmo barbaro , ed un cortaldo , un mulo , con un
paro di cajfe da campo col letto , e da mangiar bene , e vino
per la bocca fua . Dalla citt vecchia di Malta il d 1 1 . di
Agofio 1565. Di V. S.UluflriJfimoQbligatijfimo Servidore
Fr Vincenzo Anaflagi .
Tennefi fbito un con figlio di guerra , e come l'ar
mata navale era pronta vi s'imharcaron dipoi tutti /opra,
e lo fteflo D. Garzia volle pure imbarcarvi" , e fecer vela
con profpero vento , bench pofeia fi cangiatile . Giunti
nondimeno a vifta dell'ifola , e sbarcati felicemente fu
Afcanio fatto di comun confenfo maftro di campo genera
le j e non fo , fe pi ardito , od accorto fi facefie in quella
oc-

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE,

tei

occafione conofcere . Poich appena sbarcato lavi amente


s'oppofe al parere di chi fofteneva , che attaccar fi doveffero fubito i nemici ; e perch quefto prevalfe , egli nullameno contro il folito di coloro , che efeguir deggiono
progetti non proprj anzi contraftati , e non approvati
combatt bravamente , e vi rimale anche ferito . E quefle
che feguono'fon dello ftelfo fvrammentovato Bofio nella_
fovrammentovata ftoria a car. 701. le preci fe parole :
Afcanio della Corgna , Pompeo , e Pro/pero Colonna giunfero a tempo d'urtar ne' nemici , ed ebberofoddisfazione^
d?ucciderne di propria mano . Afcanio fu ferito ancorch
leggiermente etuna pietra tiratagli da un turco , /'/ quale
avendo gettate Farmi perfuggirfene pi leggiero , vedendo
poi di non poterfaharf', difperatofi diede a tirar de* fajjt .
Ma tofto raggiuntolo , e vedendo che non altramente tre
mava , che mobil giunco agitato dall'aura ebbe di lui pie
t , e vendicar non volendoli di chi umilmente , e di vero
cuor la chiedeva generofamente gli perdon , e Salvando
gli la vita lo lalv anche dalla Schiavit , perch gli diede
poi la libert . Azione di vero , che nulla cede alle pi.
illuftri , e Angolari , che dagli uomin pi grandi fieno
ftate fatte in cotal genere ! N ella fu quefta l'ultima , o
la prima, ch'egli facelfe ; perch ed innanzi , e dopo al
tre ne fece . E fovente dir foleva , che non meno inumano
era il fervirfi della fuperiorit per far carnificina de' nemici
imbelli , ed inermi , che barbaro il non compatire i vinti ,
o gl'infermi . Sciolfefi con gran danno , e ftrage de' turchi
1'afledio , che maggiore ftata farebbe , e rimafo vi fareb
be prigione anche '1 bafs con tutta l'armata , che ci ,
che Afcanio cercava , fe feguitato fi foffe il fuo fentimento , conforme dopo l'efito fu ben da tutti conofeiuto , e
lo confefs lo fteffo D. Alvaro di Sandez , che pi degli
altri vi fioppofe. Promife alGranmaftro allorch da lui
fi licenzi per tornare a Roma , che avrebbe indotto il
OL.
pon

122

DI ASCAN10 DELLA CORGNA

pontefice non pure , ma anche il re di Spagna a mandar


nuovi ajuti , e di perfona portatoti dall'uno , e dall'altro
torn a riferir prontamente quanto aveva operato al medefimo. Stavafi allora attorno al difegno della nuova citt
Valletta , e tre ordini di perfonaggi pi intendenti delle
fortificazioni furon dal Granmaeftro chiamati a configlio ,
quando Afcanio, ch'era uno de' capi ,e che delle mcdefime
difcorfo avea prima co' primarj ingegneri del regno alla_
prefenza del redi Spagna non potendo approvare ciocch
il maggior numero di e(fi approvava , validamente, e a pi
non poffb vi fioppofe. E venuto col capitan Laparelli, che
fatto aveva quello , che metter fi dovea in opera gagliar
damente in ifcrezio , da fvio , ed elperto profeflbre cos
difterie . Se io cominciajji adejfo il mefiier della guerr.i* ,
ed ora apprendevi Parie dell'architettura militare fuggir
nonpotrei certamente neiroppormi al parere di nobile , e
venerando congrego la taccia di temerario . Ma giacchi
Vuno , e l'altra in tempo , che non aveva ancor pelo nel vifo^
efu libri prima , e pofcia in aperta campagna , efovra , ed
appi dV baluardi pitiforti ne hofatte tante volte a cojlo del
fangue mio la fperienza ; ed eceone generofi cavalierifenzache yl petto vi dfcopra fui volta ancora le cicatrici , credo
chefpuntandomcfi oggmai non i biondi , o neri3 ma i bian
chicci , e canuti pojfa ejfermi lecito , ed a ragion mi fi ad
dica il contrariare , N a cifare mi porta Fi/tinto , od al
cun fine che riabbia , donde affatto , la Dio merc spoglia
to fono \ ma l'obbligo , che ho , ed avrfempre immortale al
degniJJtmo Granmaefiro , che qui con voi attentamente mi
afcolta per le tante finezze ricevute da lu in quejlo mio rei
teratofoggorno , ilgenio particolare , che inclina alla ficarezza di voftra infigne , e ragguardevole religione , che uop
,non ha di mie lodi, perch per fefiejfa lodevolijjima^ e qual
che non leggiere mpulfo d?amore alfedel fervigio^ che le ho
amor io in quel modo , che il pi per mefi faputo,/ potuto,
e che

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

121

e che vi noto , prejiato per liberarla dal recente terribilpe


ricolo . luefio invitti cavalieri non perch /campalo fi fia
confederar fi dee , che deggia ejfer /' ultimo E non perch
/cornato affai , ed affai danneggiato /e V/uggito il nemico
ci ha lafciata alcuna ficurezza di non ritornarci . Anzi quefio ficjfo/corno , e danno gliJar di/prone pi pungente per
/arcelo quando che fia con pi podero/e forze tornare . Eficcome egli ha avuto largo campo in quattro mefi d'ofiinata , e
forte oppugnazione di ben vedere , e cono/cere le difficolt dr
oppugnarla dovremmo noi confiderare , e riflettere a tutto
ci , che maggiormentefi convenga per ajficurarla , e difen
derla . Il perch /arfimpre a noi di maggior vantaggio il
/uperar le pi piccole , che a lu di/capito il tra/curar le pili
grandi . Io dunque /arci di parereparlando Jempre col ri
fatto dovuto a cos e/perta , ed intelligente adunanza , che
la forante della citt fi tirale piti in dentro , e che alquanto
fi ri/Ir ngejfe . Fareile folamente tre baluardi reali , e mi
fienderei colpi eminente/ovra la/ommit del colle . Mi di'
lungherei piucch pojjibilfoffe dall'ifoletta d Mar/amu/cetto , che molto molto pregiudizial confider al baluardo San
Michele di/egnato dal Laparelli . E quando mai in cotal mo
do di/orlo fiperfijla /arJnza dubbio alcuno necejfario d*
alzarlo , e munirlo di den/a , egroffa fabbrica \ bench ci
non torr mai n il pericolo evidente , chefi correr nel di
fenderlo , n la gran gente , chefiperder nella difo/a . Ha
i /uoi difetti anche il baluardo S. Pietro ; ma non avendone
tanti, quanti ne ha quel di S. Paolo trala/cer d parlarvi
affatto di quelli , e vi parler tanto che bafii di quefli per
non aver taccia di critico /ofifiico , 0 di contraddittoreprolijfo . Effondo dunque di/uguale il /uofito , ed in qualche
parte ajfai declinando , Joverchamente baffo fi rimane . lo
perci lo farei pi alto , e lo dividerei ancora in due piazze
di cui Puna/offe pi eminente dell'altra ad effetto che non_j
refiaffer per ogni dove e/pofie ad ejfer offe/e . Ci fonzap
(^2
ho

124

DI

ASCANIO

BELLA

CORGNA

ho creduto per puro zelo dovervi dire efibendomi per altro


frontijjimo a dar mano ail'opera in qualunque maniera , che
difarlaJt rifoha . Prevalle non dimeno il tentimento con
trario , come autorizzato da quello de' pi , e dello ftelfo
Granmaeftro, e fi tir innanzi la fabbrica che s'era gi in
qualche parte cominciata finch fi condiuTe felicemente a_j
fine , ed Alcanio fe ne ritorn di bel nuovo a Roma , e ri
cev tmpre nel tempo , che vi llette continue finezze an
che dal novello pontefice , che continuamente voleva trat
tar feco. Avute poi varie altre incumbcnze dal re diSpagna per le fortificazioni d'alcune piazze non meno , che
per altre militari fpedizioni in tutte ne ufc fecondo il folito del fedele ed attento fuo fervigio ad onore . Ma dove
fe l'ultime prove di fuo valore fi fu nella fanguinofa , e memorabil giornata di Lepanto , in cai colla ftelfa qualit di
maftro di campo generale comandava lotto D. Giovanni d'
Auftria fratello naturale del re , e generaliflmo della lega ,
che io diftintamente non narro , perch non v' forfe fcrittore , che di quefla parlando , di quelle non parli . Non reftando perci a lui n pi da vincere , n pi da combatte
re dopo aver fegnalatamente ivi vinto , ed in varj fingolari
modi combattuto reftar non gli dovea neppur la vita, e nel
tempo ftelfo fin quafi di vivere e di vincere . Imperciocch
tornato indi a poco colla lquadra delle galee del papa infieme con D. Marcantonio Colonna,che la comandava ne' lidi
d'Italia, sbarc add 20.di novembre del i57i.a Terracina,
dove per lo freddo che patito aveva la notte precedente in
mare , e per quello che pat la fufleguente in terra nello
sbarcare , da acuta febbre alfalito arriv in Roma il gioved de' 22. , ed all'ore 20. del luned 3. di dicembre elfen~"do malignamente crefciuta lo coftrinfe a pagare alla natura
Pinevitabil tributo . Furongli ivi fatte d'ordine di Pio V.
folenni efequie a fpefe della Camera , e trafportato poi d'
rdine del medefimo a Perugia il cadavere 3 pi folenni glie

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

123

f ne fecero nel modo per appunto, che ho tratto da un fedel manufcritto di quel tempo, che qui preflb per pi di
pinta cognizion delle medefime ho creduto non fuperfluo
il riportare .
^
Mor Afcanio marchefc della Corgna in Roma add 3.
di Decembre a ore venti incirca del 157 1. , e da Pio V.fu
comandato il cadavero doverJi condurre a Perugia fua patria
afpefe della camera Appoflolica , e fu pojlo in una lettigafoderata dentro, di dommafco rojjb, e coperta difuori di brocca
to d'oro , ? da due muli coperti di velluto nero portata , e ac
compagnata da quindici uomini a cavallo , tr quali erano
due paggi fopra detti muli , e portavano due torce bianche
acce/ , e da molti Jaffieri vejiti a bruno circondata. Erafi
Jlabilito , che uno andajfe avanti in ogni luogo per dove paffar doveva , a notificare ejfer commejjone di Sua Santit ,
che dal clero del luogofidovejfe ricevere il morto con ogni ono
rcvolezza, e tralascer gli onori fattigli fontuoftjjimamente
in Marni , e a Todi , ed anco iromori che nacquero tra mol*
ti per le precedenze .
Arriv in Perugia add p. di Decembre 157 1. ad un*
ora di notte , e fu pojlo nella chiefa di S. Pietro , la quale
era fiata apparata tutta di nero , fopra un bel catafalco con
12. torce intorno accef di continuo fopra candelieri di legno
con l'arme del defonto , al capo del cattafalco dai lati /la
vano due paggi mori , e dai lati appi , due gentiluomini 4
che/lavano colla te/la appoggiata fopra le lor mani , e d'in
torno facevano al medejtmo corona molti altri gentiluomini
tutti ve/liti di lutto , e quivi fu vifitato dalla maggior parte
della citt .
Agli 11. delfuddetto mefe /lab iliti per Vefeque , fu
portato dalla fudetta chiefa al mona/ero de" frati Conven
tuali di S. Francefco con folennijjimapompa , la quale ordinatamente , come and 5 fedelmente da me fu notata , e qui
defcrltta*
... :.\;>

12

ASCANJO

DELLA CORGNA

Si diede principio alla protesone dalla detta cbiefa di


S. Pietro , dove eraflato dalla Domenicaferafino al marted
il. di Decembre a ore 19. accompagnato da tutte le religioni
della citt , ed i relgiofi^ che a due a due precedevano al ca
taletto jurono quattrocenquarantacinque .
Dopo le dette religioni venivano dodici gentiluomini veflii tuttifino a terra di Rovefcio , e veli neri , cheportava
no flrafcinando 1 2. infegne di taffett nero con croce rojfa^ e
con Parme di Suafignoria WuflriJJma , / nomi, de'' qualifirn
feguent
Ordine primo .
Claudio Valeriani
Francefco Fumagioli

\
rrn
^
} a^eva"o alla Prtma

FAnZ{kAnJZ}

} W*> all fi** fi** >

Pier galeotto Alfani


Gio: Antonio Sauli

"t
mn

~,
I *B> aU ^zafila .

CeTare Montemellini
Vincenzo Graziani

7
>

'

mn
di* quarta fila .

PierJacopo Montefperellt \
~n
77..
Raniero CrifpoUi
f FA* Va qumta fila .
Orlandino Vib
Annibale Floramonti

\
f

mn

r n .
**** /><fi* fl*>

Dopo quefli venivano Farmi de1 fanti apiedi y cio un


bellijjttno corfaletto dorato portato in una bara coperta di ro
vefcio nero cheportavano
Il conte Giberto degli Oddi , e il conte Uguccione Bigazzini .
Jacopo degli Oddi lofeudo dorato*
Troilo Signor elli la fpada*
Afconio Montefperell la celata .
Signorelio Signorelli lapicca.
. ;
Il capitan Lorenzo Confoli la fopravefla di velluto trenti/}\
guai''

ARCHITETTO CIVILE , E MUTARE ,

127

guarnito di broccato , e trine foro , ed erano li /opradetti feguit per ordine da otto tamburi coperti milmen
te di rovefcio nere , come anco li tamburini , / quali ren
devano luttuo/o , eJlebHfuono , e ni erano anchefei trom
bette j co'' trombettieri ve/liti del mede/imo abito nero .'
Ordine fecondo
Venivano condotti cinque belltjjmi cavalli coperti tut
ti di nero , e mettati dagfinfrafcritti per le redini ad uno
ad uno dietro li fuddetti trombettieri , e dopo ciafcun ca
vallo , comefopra condotto , Ji Jlrafcinava una cornetta co
me di /otto .
Il capitan Fabrizio Villani \ guidavano un cavallo per /c_j
// capitan Annbal Si/li
" redini .
Il capitan Orazio Cantagallino Jlrafcinava una cornetta .
Il capitan Vincenzo Vibi l

Il capitanato Vincioli &<"**o **

Il capitan Bernardino
net/a .

Cincin jrafcicava un altra cor-

Cavalieri di S. Stefano .
Il cavaliere Malateja Bagliori/ \ guidavano un altro ca*
Il cavaliere Bartolommeo Cibi S vallo .
Il cavaliere Napolione Perinelli Jrafcicava un altra cor
netta .
Il cavaliere Evangeli/la Almenni \ guidavano un altro ca
li cavaliere Adreano dalla Penna S vallo.
Il capitan Tonfa Barigiani Jlrafcinava un altra cornetta .
"1 guidavano il cavallo ultimo
Il conte Bigazzini
l della perfona del defont0 con
Il cavalicr di malta Anajlag f gualdrappa di broccato d*
J oro , coperto con velo nero ,
II

13,8

DI ASCAN10 DELLA CRGtiA

il capitan Cecco Montefperelli Gran croce d'i S. Stefano frafcicava lo Jlendardo rojfo Generale .
Dopo quefii veniva un altra bara fintile alla fudetta ,
Jbpra la quale era un'armatura alla leggiera portata dal ca
pitan Baldo Baldefichi , e capitan Raniero Confili accompa
gnata dagl'infoaferitti con altre armi .
Shefiro Balde/chi Velmo .
Confiantino Ranieri lo fiocco .
Il capitan Saracino Montefperellifiraficinava la lancia.
Il conte Annibale d'Antognolla lafiopravefia di broccato dforo
coperta di velo nero .
Venivano dop quefii due mazze bianche confiocchi difit
ta rojfa , e verde , una portata dal conte Lodovico di Mar.
ficidno infignificazione del cufiode di S. Cbiefia .
Valtra portata dal capitan Fabbrizio Signorelli deno
tava il Generalato di Maefiro di campo della S. Lega .
Veniva dopo il corpo del defonto portatofiopra un lettvccio apparato di broccato , e fiotto di velluto verde. , fieguito
da varj , e diverfi Conti , e gentiluomini vefiitifiontuofijjmamente , e perci ducento n'eranofiati deputati per portarlo .
Lo portarono anche i canonici , cofit infilita , efienza-*
memoria , che per lo pajfato fafiuccejj .
Erano intorno al cadavere circa dugentoputti vefiiti d
nero con cappucci in tefia , avendo ciaficuno lafitta torcia accefa in mano .
Seguivano i Signori Priori della citt con tutti i magfirati vefiiti di nero con veli , /'/ che infoino majfime ni
Priori j che fiempre vefiono di rojfo dal Venerd fianto in poi.
Dopo quefii venivano D. Pietro rfini , li due Nipoti del duca
di. Sermoneta , D. Marcello Acquaviva , // Rufiicucci il Cafiellano , e Tefioriere con tutta la corte di morifignor GoveV'
natore , e moltiJfimi gentiluomini , cittadini 9 eforefieri.
Ed ultimamente venivano quattrocento vajfalli del de
fonto con Berrette nere con Veli .
Coi

ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.

129

Col qual ordine , fe ne vennero da S. Pietro in Piaz^


za grande , dove girarono intorno ad ejfa , e per la fira~
da ordinaria andarono a S. Francefco , ove fi fecero l%
efequie da Monfignore Vefcovo di Cagli vijitatore generale
di quefla Provincia folennemente , le quali finite fu re
citata una hellijfima , ed elegantijjma orazione da Orazio
Cardaneti lettore difudio /pra ifatti egregj del defont0.
La chiefa era tutta coperta di nero , e v'era affijfa un'
infinit di compofizion , e poeje latine , volgari , e agogni
forta^ e dur tutta la funzione dalle 19. orefino alle 24. ,
e fempre anche tutte l'altre chiefe della citt fonarono a
morto , e vi fifpefero , per quello che fifece conto , d.1
quattro mila feudi .
EPITAPHIUM.
Allohrogum pofi bella Ducis , pofi Saxonis Arma a
Perruptamque aciem ter Solimane tuam.
Occidit Afcanius Verufina gloria Gentis ,
Man quem non potuit fiernere > morte caditi
Altro Elogio .
}rti pofa Afcanio Primo della Corgna
Nell'arte militar tanto eccellente
Che fupra molti Perugn di gloria
Nel picchi marmo , che gran terra chiude .
E tralafciando per maggior brevit , e forfe per mi*
nor noja del lettore di riferir l'altre compofizioni dir eh'
egli fu di temperamento robuflo , e fnguigno , di giuila, e riquadrata ftatura, di fguardo acuto , ed accefo,
d'afpetto ferio , e penfofo , e tutto infieme , dacch pi.
oltre non mi fi permette parlare delle prerogative del cor
po , perch pi oltre la tradizione non m'accompagna ,
di quella prefenza , che rare volte anno anche quegli uo
mini , che non fi vedono in tutti i fecoli 3 e che fan riR
fplen

130

DI ASCAN10

DELLA

CORGMA

fplender quelli , in cui fi fon veduti . Inclin naturalmen


te alla beneficenza , e moftr ferma , ed intera coftanza_j
nelle amicizie . Mantenne Tempre incorrotta la fede a chi
di lui fi fid n fi ritir mai dall'efporre in checch rin
contro la vita a'pi pericolofi perigli in fervigio di chi ferviva . Parl , e foftenne con coraggio , e con fior d'elo
quenza , e con rifpetto privo di loggezione il proprio fentimento qualora fi chiam a configlio , e di rado , e forte
mai fi dilung dal migliore . Pefato , e circofpetto era_,
ne' progetti , pronto , e rifoluto , e celere nell'efecuziojji . Ardito quant'altri fotte mai , ed intraprendente dell'
imprefe pi ardue , e difficili , purch non gli pareflero
impoftbili . Difprezz gl'invidiofi , non tem i pertecu
tori , non fece conto degli emuli , refift d pie fermo a'
contrattempi della fortuna , foftenne intrepido le avversi
t , che non poche furono . Ma , o che fortunato } o
sfortunato che folfe , o che perdere , o vinceffe , mag
gior fi moftr tempre nelle {ciagure, e quando perde,
che nelle profperitadi , e quando vinfe . Aveva , perch
con Giovanna Bagliori fua moglie non pot aver figli ,
gi adottato Diomede della Penna figlio di Laura fua frella , che l'accas con Porzia Colonna figlia di Cammillo , e lorella del cardinale , e di Pompeo , e di Profpero .
E per tale adozione pals in lui , e ne' figli il feudo
di Caltiglione, e cafato con tutte l'altre fue ricche,
e copiote foftanze . Ebbe oltre detta forella due fratel
li : Giovanni che pure nel meftiere guerrefco s'acquift
gran nome , mor prima di lui : E vecchio , ed in et di
66. anni , e add 2. marzo de' 1583. in Roma altres mor
Fulvio , che nato ne' 19. di novembre de' 15 17. fcell da_>
fanciullo coll'abito della religione di malta la via milita
re , e quindi l'ecclefiaftica , nella quale cotanto crebbe
indignita, che fupromolfo da Giulio III. alla porpora.
Portoifi colle folite ceremonie cardinalefche il cadavere in
S. Pie

"

ARCHITETTO CIVILE, MILITARE :

S. Pietro a Molitorio , dove colle flite altre cardinalefche fi feppell e la feguente ifcrizione fi legge nella la
pida.
D. O. M.
Fulvius Cornetti
Epifiopus Portuenjs
Cardinali! Perujtnus
Sacellum hoc ab Antonio
Card. de monte ereb7um&
A *fulio Uh Pont. max. Avunculo
Suo exornatum in fui corporis
Sepulturam eligem annuo perpetuo
Redditu pr ornamenti^ Altari
Subminijlrandis , duobufq.
Annherfarm pr fua, & ejufdem
Antoni de Monte anima
Celebrando locupletami
Obiit die 2. martii
MDLXXX1I1. atatis fu*
Anno LXVl.
Pafs egli , e tutta cafa fua molti guai (tto Paolo
IV., ficcome ho lopra accennato ; e /offrendoli tutti corag
giolo , ed intrepido fi difngann delle grandezze fecolari ,
e riflv di penfr fblo alle pie , all'eterne , e alle fgre .
E come del 1552. fi fond per mezzo fuo il collegio de'
Gefuiti nella patria proccur d'ampliarlo , e d'accrefcer*
gli gli aflegnamenti , e l'entrate . Fabbric cappelle_- ,
chiefe, monafterj , efeminarj in altri luoghi, e molto,
e molto miglior il vefcovado di Porto . Innalz a varj
gradi ecclefiaftici varie perfone di merito . Vifit.fpedali ,
affift ad infermi , confol afflitti , e tenne tmpre a' po
veri aperta laborfa . lpendendo in ifpirituali lezioni,
R 2
ed

1 1 2 DJ ASCAN10 DELLA CORGNA ARCR.C.E M.


ed in divine meditazioni ilrefto del tempo perfever fino
alla fine coftantemente nello riabilito proponimento . N
altro a dir mi rimane , n di lui , n di Giovanni, quantun
que di quefto per mancanza di notizie poco , o nulla ne ab
bia detto , n d'Afcanio , n della caf , che neceflario fia,
e che faccia a propofito per profeguire il difcorfo .
DI BERNARDINO SOZI ARCHITETTO CIVIL .
Ltro ftorico non c' che '1 Crifpolti , che
di Bernardino favelli . E pure egli ftato
un valente profeflbre, ed ha molte, e mol
to vaghe , e confiderabili fabbriche fon
date , ed al fuo fine condotte in Perugia
non meno, che fuori, ficcome lo ftelfo
Crifpolti Tattefta, e la tradizion Io conferma . Ma io per
prova altro addurre non polfo , che un'opera maravigliofa
quantunque piccola, che con fcurezza dir fi pu che fia_
Irata fatta da lui , di cui nell'ottavo libro del Capitolo di
quella chiefa cattedrale fi trova fotto a d 16. di marzo de
gli anni 1582. ancor regiftrata la memoria. Aveva egli
finito con non poca, e lunga fatica il modello d'un fntuofo, vafto, e vago tempio , quando perduta lafperan2a di poterlo far fabbricare gli cadde in penfiero di trarne ,
conforme il trafTe un difegno per un tabernacolo , e co
minciatolo a lavorare facile gli fu , dacch il lavoro mag
giore fatto gi era , di terminarlo . Vedefi quefto full'altar
maggiore dell'anzidetta cattedrale nobilmente adornato
con ordine Corintio di piramidi , di colonne , di cupole ,
e di ftatue cos ben di lpofte , e di tal proporzione , e gra
zia, che niun foreftiero v'entra , che per alcun tempo non
vi fi fermi a mirarlo , e partito che ne fia a fermarvifi dell'
altro non ritorni . Bafta fol quefto dunque per celebrarlo ,
n uopo farebbej tuttocch io ne avelli notizia d'indicar al
tre

DI BERNARDINO S021JRCR.

i&

tre fiiQ opere per accrefcergli pregio ; perch troppo mi


pare , che da quefta ne tragga v Quefta dunque , e quefti
fogli , or che di lei favellano terran tmpre vivo nel mon
do il nome fuo , ed a - fcoli avvenire immor talmente
10 manderanno . Ed io per compiere la ftoria di fua vita
prima qua fi di cominciarla unir alla morte, la nafcita ,
giacch quefta preffo agli anni i5o.jequella circa e'i5oo, I52Q
fegu . E fr tutto ci , che di Bernardino , che pi co- TJqq
munemente Bino fi chiamava a m' riufcito raccorre a e
raccontare
1

DI GIANDOMENICO PERUGINO PITTORE *

Iftoro non piccolo riceve la virt allorch


morendo ne' maeftri rinafee negli fcolaria
e rende in cotal guifa immrtal la fua glo
ria . N men piccol vantaggio ritrae la_
memoria di quelli dal valore di quefti
che la ravvivano 9 quando alle volte s*
eftinguerebbe . Eftinta certamente fi farebbe in Giando
menico , fe Antiveduto Gramatica fuo difcepolo ravvivata
non l'aveffe coH'opere da Giovanni Baglioni , e da Filip
po BaJdinucci deferitte nella fua vita . Ed io che d'altronde trar non avrei potuto quelle poche notizie , che merc
lui ho tratte da loro 9 ne farei ftato affatto all'ofcuro , ed
egli rimaf fi farebbe fenia dubbio nelle tenebre dell'obblio . Servendomi dunque delle medefme dir che effendo
11 padre d'Antiveduto , che Sanefe era , ed Imperial fi
chiamava 9 partito colla moglie dalla patria per andare a
far foggiorno in Roma ivi preffo gli nacque queflo figlio ,
ed entrati in citt lo portarono a batteware a S. Pietro , e
tolfero in Borgo caf a pigione . Quindi crefciuto 5 nel
mentre che altri gliene nacquero 5 in et volle , che fi
net t effe all'efercizio della pittura . E come, Giandomenico
pu-

i34

Bt GIANDOMENICO PERUGINO P1T.

pure nello fteffo Borgo abitava gliel raccomand , e fece


{tto fua difciplina in breve tempo proftto confiderabile .
Dipigneva Giandomenico non gran figure , ma piccole , e
pi in rame , che in tela dipigner foleva , ed acquiftato
aveva tal credito , e grido , che moltiflmi ne faceva , e
ne vendeva . Dove egli fieno , ed a chi li vendefle niun di
loro dicendolo neppur io pofl dirlo , n nient'altro dir
polfo , perch nient'altro fi dice da loro ; e nient'altro
/
in patria , tuttoch cercato , e ricercato abbia , e libri
ftampati , e manofcritti ho potuto n anche circa il ca
lato, e i genitori fapere, e trovare. Poffo bens dalla_
nafeita, e morte dello lcolare conghietturare la fua, e
1520 credere , che preflb a vent'anni dopo il principio del fedi'
q cefimo fecol nafceffe , ed intorno a dieci prima del fine*

morhTe , che quanto mi fi permette con probabilit afferire .


DI PIETRO CESAREI PITTORE,
E MINIATORE.
Iccome il nafcere di fngue ignobile feia' gura s ma non peccato , cos il venire
dall'inlegittimo, e impuro aggiugne al
la feiagura la vergogna , ma non misfat
to feguendo l'una , e l'altra fenza colpa
veruna di que' che vi nafcono , bench ol
tre l'originale fen i fecondi nell'attual concepiti . Ma n
la feiagura, n la vergogna an mai potuto lor impedire,
3uando veramente an voluto , che non fi fien per mezzo
ella milizia , delle lettere , delle faenze , e delle arti
nobili aperta la flrada alla gloria . Ne abbiam da per tutto
pubblici , e chiari efempj, e non accade, che io mi ftan
chi a numerarli elfendovi in ognuna ftati conforme vi fono
prefentemente , e vi faranno anche all'avvenire /oggetti
mm

di

DI PIETRO QnSAREl P1T. E MIN.

"i 3 5

di merito diftinto , e di fubtime valore . Ha la virt tra


le tante
e tante fue fingolari qualit quella eziandio di
non efler parziale , e di far tmpre a' fuoi feguaci efattsu*
diftributiva giufizia. N per i pregj che perefla elfis'
acquiftano aver dcggiono obbligo alcuno ad altrui ne
per altrui cagione perder fi poflno , perch altrimenti , c
con maggior fedelt ci fervano e' proprj , che gli accatta
ti . Di quelli te pompa il noftro Pietro, e di quelli nello
iriver ora fua vita io dovr trattare . Dir dunque imprt-
ma imprima, che per tutte le diligenze, che hofatte__
non m' riulcito poter rinvenire il tempo precifo della na/cita, quantunque pofla fupporre per le notizie che ho
avute, che circa '1 1530. feguifle, e che foffe figlio natu
rale d'un cavaliere, da cui prendefl ilcafato. Chi folfe
fuo primo maeftro a me non noto , Co bene , che imit la
maniera di Stefano da Verona , perch copi quafi tutte
le opere lue , e fu molto celebre e rinomato in Italia , par
ticolarmente nel miniare , e dipignere a frefco . Parla af
fai vantaggiofamente di lui nella vita d'Agnolo Gaddi , il
Vafari , e ne parla con ugual vantaggio in fine di quella-
del fuddetto Stefano il cavaliere del Pozzo . So , che and
in diverfe parti d'Italia ad operare : ma non fo dove precifamente operato abbia fuorch nella libreria del duomo
di Siena , ove mini molti , e moltiflmi libri , ed in If
poleti , e fuo territorio , dove a frefco non meno che a
olio molto, emoltodipinfe. Vedevifi tra l'altre fatture
del fuo (porito pennello fopra la porta della chief di San
Salvatore il Salvatore medefimo affai vagamente colorito
da lui , e di ltto la teguente ilcrizion vi fi legge : P<rinus Verujtnui pinxit : Si vede nel duomo di Ferentillo la_^
cappella del Rofario tutta vagamente altres colorita da lui
avendo rappretentato nell'altare la Madonna con altri fan
ti, ed i mifterj della Paffione d'intorno. Si vede nella chie
f di Scheggino il quadro della Madonna del Rofario col
Bara

n6

DI PIETRO

CESREI

Bambino, S.Domenico, ed altri fanti, efottopur vi fi


legge : Perinus Cafareus Perujtnus pingebat 1595' E fi
vede nella chiefa di Cafo la tribuna , che rapprefenta PaA
funzion di Maria con molti angeli , e fanti, e fotto altres
vi fi legge : Perinus Cafareus Perujnus pngbat 1 595.
So che ha operato in Perugia , ma non fo dire in qual luo
go , perch ficcome non v'avr fatte opere grandi , e che
v'avr folamente dipinte , e miniate le piccole , quefte 0
faranno in parte ite poi fuori per la ricerca , che fe ne fe
ce , o fi far perduta di quelle , che vi rimangono la me
moria , che da lui foffer fatte + N io , che non ne ho mai
veduta alcuna ne poll dar giudizio , che a darlo facil fa
rebbe a chi foffe nota la maniera . Credo bens , che non_
pochi intendenti fpeflb faccian equivoco dalle fue a quelle
di Cefare Pollino altro infigne pittore , e miniator Peru
gino , di cui feriver parimente la vita , e che s'attribuifcano talora, aquefto degno foggetto le fatte da quello
non punto men degno di lui . Fafli pure a Spoleti , e pe'
luoghi vicini , e ne1 gi da me rammentati , ove Pierino,
e Pietro Perugino an dipinto fovente equivoco prenden
doli l'une per l'altre . E fatto l'avrei ancor io nel ram
mentar quefte , fe le ftelfe notizie, che mi fono ftate man
date dato non mi avefler motivo di ffpettarne , e fe 'l
tempo in cui furon fatte ; e l'et nella quale i due celebri
profeflri viflero non mi aveflero tratto d'inganno . Eraf
Pierino gi accafato a Spoleti , e vi godeva con cinque_
figli i lauti frutti di fue molte fatiche , quando ne' primi
giorni di gennajo dell'anno 1602. gravemente ammal,
1602 ne' 22. del medefimo venne meno , e nella foprammento" vata chiefa di S. Salvatore fu fepolto fecondocch anche
prefentemente fe ne vede in que' libri regiftrata la memo
ria , che qui a gitto , com'ella per appunto vi fta } mi piace
ora di trafcrivere : 1602. adi 22. digennaro , fu/pdto in
thiefa nojlra maftro Perno pittore milafepoltara ricafeata

PITTORE, E MINIATORE.

137

wlla ebefa nelfecondo ordinefotto ilfantiJjmo Rofario com


prata da'fuoi figliuoli , la quale al numero 7. delle fepoiture delfecondo ordine : Ma come niun de' figli ebbe pro
le , e la chiefa dopo la morte loro s'ammodern , e fi ri
farci , la lepoltura col prefato numero non vi oggi pi ,
n pi in quella citt fi parla de' Tuoi eredi , e di ma di
pendenza , perch fin , quantunque ivi non meno che
altrove fi parli , e fi parler tmpre di lu , e di fiie ,^
opere.
VI VINCENZIO DANTI PITTORE, SCULTORE,
ED ARCHITETTO CIVILE.
Uel che faccia ne' pofteri l'cfmpio degli
antenati , e qual impresone lafcin negli
animi de' figli le virtudi de' padri ce lo fa
ben vedere Vincenzio , il quale non con
tento d'imitarle d'un folo imitolle di tut
ti . N gli baft l'imitarle , ma divenir
volle in tutte eccellente , ed in tutte eziandio fuperarli
E pure , o fia contrariet , o trafcuraggine , o fia ti
mor di diffrazione , o fia deftino il pi delle volte i
valentuomini non s'accafno, e parton dal mondo con
s fatto loro, e fuo confiderabil difcapito! E fe rian
dar voleffi i tempi addietro, e mi fofle lecito l'ufcire
alquanto di ftrada , e lafciar per breve ora il filo dell'
intraprefo racconto , quanti in ogni genere ne vorrei
qui rammentare ? Ma perch ella non mia incumbenza , e farebbe egli alfunto ben lontano dal mio propofito ritorner a Vincenzo , e dir che negli anni 1530. ad 153O
22. d'aprile trafle i natali , e che eflendo ftato dal padre
*
mandato a fcuola di grammatica , e di retorica , in cui fe
ce in breviffimo tempo inafpettato profitto , ficcome fatto
l'aveva nella geometria , e nel difegno , lo mand in et
S

fi pu

i38

DI

VINCENZIO

DANTI

fi pu dir puerile in Roma , e fi diede a conolcere a Michclagnolo Buonarruoti , ed a Daniel di Volterra , da' quali
ebbe dotti infegnamenti , e gli fu fatta ftudiare anche la_f
notmia finch il Magiftrato de' dieci lo richiam in patria,
a gettare in bronzo laftatua di Giulio III. Gettolla in fi
gura maggior affai del naturale , e l'erfe a lato d'una delle
porte del duomo pontificalmente veftita, ed ornata di va
ghi, c bizzarri.r,abefchi fedente fui trono in atto di dar la
benedizione , e vi fcriffe fotto : Vincentius Dantes Perujtnus adhuc puberfackbat : In fronte alla baie poi fi legge 1'
ifcrizione che ora con altre traferiver per lume maggior
dell'iftoria .
Julio IH. Pont. max. oh rejlitutos Mag/lrat.
Pie deprecai. Fulvio S. R. E. Card. & Afcanto
Corneis ex foror. nepof. ad muner'n , gratiq.
Animi perpetuitatem P. Perus dedic.
A un de' lati fi legge la feguente altra
Julio Feltrio S. R. E. Card.
Perufice Vmbriaq. Legato Illujlrif.
Borgarutius Rainerim , & Collega
Primi Xuri fumptu Pubi.
Conflandam locar.
Ed all'altro la feguente altra .
Jo: Thoma Sanfelicio Epfcopo Caven.
Per/ia Vmbri<eq. fub Paul. III.
Prajtde dignijf.
Binus Sgnorellui , & Collega Xuri
Erigendam curar. A. D. M. D. L V.
Pare veramente incredibile, ch'egli cos giovinetto
poteffe fare un tal lavoro ; e molto eziandio dubitar fe ne
potrebbe, fe le gi riferite ifcrizioni non l'atteftalfero , e
d'altronde di certo il credito , e la ftima , che in patria , c
fuori

PITTORE, SCULTORE, ED ARCH. C1V.

139

fuori n'acquift, non fi fapcffe. E di fatto negar non fi pu,


che veramente fia un prodigio per l'et, ed una mara
viglia per la maeftria . Fece poi alcune fiatile maggiori del
naturale, parte veftite, e parte nude nella cappella di
S. Bernardino del medefimo duomo . E fufleguentemente
con altre orn l'altar maggiore della chiefa di S. Fiorenzo,
ove color anche il quadro del Crocififfo, ma non con
quella eccellenza , e franchezza , che egli in altri quadri ,
e prima , e dopo moftrata avea . Chiamato avevan trat
tatito i padri Conventuali di S. Francefco Ferrante dal
Borgo per fare alcune ftatue , ed a fua concorrenza alcune
ne commifero anche a Vincenzo , e l'une , e l'altre fatte
che furono s'ereffero nella cappella di S. Andrea , dove al
prefente ancor fi confervano . Finita queft'opera volle ri
tornare a vedere i fuoi amici , ed i fuoi direttori di Roma 5
ma poco vi fi trattenne , perch d'ivi pafs alla corte di
Firenze , ove ftette fecondo ci che narra il Vafari , mol
to tempo , ed ebbe dopo la morte di Benedetto Varchi ,
con cui ftretta aveva famigliare, e forte amrcizia, le Man
ze , che Benedetto riteneva nel moniftero degli Angeli ,
nelle quali continuamente lavor, e fece molt'opere_j .
Fece il ritratto di Benedetto di baffo rilievo , e due fta
tue , ed un quadro pel famofo funerale di Michelagnolo. Efpreffe in quelle l'inganno, e l'ignoranza. In quefto
la fama che teneva ltto e' pie la morte , e il tempo , colle
quali volle egli pure a concorrenza di tanti altri primarj
artefici , che lavorarono in quell'occafione onorar la me
moria dell'infigne fuo maeftro. Altre due ftatue fece in mar.
mo tutto d'un pezzo per Isforza Almieri , che l'onore , e
l'inganno rapprefentavano , le quali piacquero affaiffimo
non fbio a lui, ma a ogni altro, che le vide. Conduffelo egli
fuffeguentemente a Fiefole ad ornare un fuo giardino , ove
invent cofe rare , e bizzarre; e tornato a Firenze ebbe non
poche commeffioni dal Granduca . Scolp la ftatua di S.A.
Sa
in

149

DI VINCENZIO

DANTI

in un gran marm, e fpra arme di marmo altres la pof


a federe in mezzo ad altre due ftatue rapprefentanti il ri
gore e l'equit nella facciata de' Magislrati della zecca .
Gett nella cappella dell'appartamento nuovo , che fi fab
bricava a Palazzo ove dipinfe anche il Vafari , la grata di
bronzo, ed un baffo rilievo in un armario , entro cui
S. A. cuftodiva fcritture di grande importanza . Termin
le due ftatue di marmo, che abbozzate aveva ilSanfvino e l'erette fovra la porta di S. Giovanni . Tre ne gett
di bronzo , e furono fovra lafteffa porta collocate. Effi
gi in marmo la Madonna col Bambino, che fi allog
nell'arci vefcovado , ed una venere, che altrove fu trafportata . Conduffe a confronto dell' Ammarinati , del
Cellini , e del Bologna il modello del gigante , che erger
fidovea fulla nuova fonte della piazza . Altro gigante a_
cavallo fatto da lui di ftucco fi vide per le nozze della granduchelfa Giovanna di Toledo, emoftrava di voler ferire
la frode, d'inganno. Molti altri lavori fatti da lui in diverfi baffi rilievi di bronzo , e di marmo fi ripofero in gal
leria , e Angolare fu Mose attorniato da folto popolo inu
atto di porre il ferpe fovra del legno , n men Angolare fu
la Venere , che fi rilegava le trecce . Andato pofcia a Prato
ad abbellire la porta della fagreftia di quella Pieve , vi
ereffe il fepolcro di Carlo Medici, che fu iviPrepofto,
ed era figlio naturale di Cofimo . Ritornato a Firenze vi
ftava cos bene , e con tanto genio per la ftima che S. A. ,
e la nobilt tutta faceva di lui, che non penfava pi n a'
fratelli , n alla cafa , n alla patria , n mai credo fe ne
farebbe partito, f '1 Magiftrato de' dieci non l'aveffecol
carattere di primario architetto richiamato . Ricev nell*
scrivo infinite accoglienze , e cortefie da tutta la citta ,
ed il Magiftrato gli ordin fubito la riftorazione del Palaz
zo , che fu da lui ridotto nella forma che fi vede prefentemente. Fortific le mura della medefima, ove eran pi

PITTORE, SCULTORE, ED ARCE. C1V.

141

deboli, riconduffe l'acqua nelle fontane pubbliche, ed


una di nuovo ne fabbric , e colla piccola fpefa di dugento
feudi, ficcome nella fua ftori a fcrive ilPelini, nerifparmi quattro mila . Ritrov in un luogo chiamato Lacugnano non molto difcofto dalla citt una copiof cava di
marmo giallo mifchio non diffimile dall'antico, e ritrovati
ne furon altri d'altri colori belli , e Tariffimi interzati di
icherzi di varie vene mirabilmente dalla natura , che cele*
breran fempre il nome dell'inventore, edel luogo. Quin
di per mezzo del Granduca fu richiefto dal Re di Spagna ,
che ftabilito avea di fare all'Efcuriale la nota fabbrica di
qualche difegno , e varj ne fece, ed uno informa ovata,
che trafineffo a S. M. dal Granduca lo grad tanto , che
altri gliene ordin per altre fabbriche , che penfava di fa
re nel regno , e lo chiam alla corte , tutti fi farebbero
medi in opera, fe egli aveffe potuto, evoluto trasferirvifi . Lo ritenevan per un verf i lavori , a cui era impegna-.
to , lo difluadeva per un altro l'amore , che egli pofto ave
va ad una fua villa d Prepo , ove andar fleva fovente ne'
d feriali, e fempre ne' feftivi a divertirli . Ma n gli uni,
n l'altro credo l'avrebbero finalmente impedito, fe nel
tempo ftelfo che ftava dubbiofo tratto non l'aveffe di dub
bio una fiera , e cruda febbre , che l'affali , e nella forza
maggiore degli anni lo priv di vita . Correva allora il
1576. , di fua et quaranzeefimo , quando nel d primo di 1
giugno fegu con univerfal dolore il fatal calo , n per tut- *"
te le medicine , che gli prepararono i chimici, n peri
pronti confulti , che fecero e' medici , n per la continua
fervit de' fratelli , n per l'affettuofa affiftenza degli ami
ci lo pot fchivare . Fu il corpo con folenne funeral pompa
portato a S. Domenico , e dopofontuofiffime efequie nella
cappella della cafa fepolto , e fi vede il ritratto in marmo
col feguente epitaffio fcolpito
,
Yth

i44

DI

VINCENZIO

DANTI

Vincentio Danti
Sculpt. Piti, atq. Architetto cxmh ,
Qui praclaris multn variifque operibut
Qua fummopere Frincipum arbitrio
Fabre fecit rel'Mh
Tacile docuit quantum ingenti
Ac folerta magnitudine
Cateris fua atatis artis pracclluerit
Vixit anno: XLVI. menf. 1. dies Vili.
Obiit ann. M. D. LXXV1. Vili. K.al. Junii
*julo & Vetro Vincentio Danti
Viris integerrimis
Et graphka item arte , & matbematicis doblr*
EruditiJJimis
Ac propterea Pontificibm , & Magnis Viris
Quibus operam namarunt carijjmis
Quorum Me obiit Ann. M. D. LXXV.
Hic M. D. XII.
F. Egnatius & Heronym. Dantes
Fratri 9 Patri , &> Avo optime meritis
Ann. M.D.LXXVII.
Sed heu Weronyme
Dum ambo monumentum Majoribus no/Iris
Faciendum curamus
Tu hiterea ann. natus XXXIII.
VBura , ac Familia nojlra egregium decut
Moriens Frater Fratti lacrymas
Parvulo Filio detrimentum
Omnibus dejtderium relinquis
Obiit VI Kal. Septembrh M. D. L. XXX.
Era Vincenzo verfato anche nelle buone fiIofofie_j i
erudito in belle lettere , pratico dell'iftorie /agre non men
che profane > ed alfai eloquente j e non pochi fcrittori
n'an

PITTORE^ SCULTORE^ ED ARCH. C1V.

145

n'ari vantaggiofamente favellato , conforme alcuni nomi


nandone l'attefta eziandio l'Oldoini . Compoie un'opera
delle perfette propofizioni da imitarfi coli' arte del difegno, e ne fece ftam pare del 1567. il primo libro, ed un
altra ne compoie delle vite degli lcultori , Si dilett mol
to di poefia , e lafci alcuni centoni lpra il canzoniere*
del Petrarca , e la vita fua leggiadramente fcritta in terza
rima . Onde molte compofizioni d'altri poeti fi leifero
nella fua morte, e celebre fu il quadernario , o quartetto,
che di lui parlando nella Perugia Augufta riferifce il Crifpolti, che qui piace anche a me di riferire qual degna.*
chiiiia del mio racconto .
D'invidia colme la fetenzia , e l'arie
Per fuo bramando il Danti , a gara ti few
Gli moflrar nudo , ei nel goderle , meno
Venne , or ha vita in bronzi , in marmi , e in carte
DJ

VINCENZIO
ANASTAGl
ARCHITETTO MILITARE,

Egna certo d'ammirazione , di riverenza a


e di ftima ftata , e far fempre mai nel
mondo tutto la nobil , coftante , ed in
vitta religione Geroiolimitana , Perch
fin da quando lafciato il nome di Speda
liera , con cui ebbe nell'undecimo fecolo
piccolo , e debil principio , e fond nel dodicefimo il glo
riolo iftituto vol da per tutto immortale la fama del fuo
valore . Ella , che ha refiftito nel lungo corfo di pi di
fei alla tremenda forza della cafa Ottomanna , che colla_
fcorta de' fuoi pi bellicofi , ed audaci foldani ha tentato
di metterle pi volte fui collo il barbaro , ed empio giogo.
Imperocch ella fu , che la tenne prima per lungo tempo a
freno in Gerufalemme fua primiera refidenza j e quindi abbando

144

DI

VINCENZIO

ANASTAG1

bandonatala ella fu , che dichiarandoli fua perpetua, ed


irriconciliabil nemica non volendo aver lco mai n pace ,
n tregua non tem di farle tefta a Margat , e colla fpada
alla mano lafciata anche quefta ella fu , che bravamente in
Acre poi le fi oppofe . E d'ivi pure coraggiofamente com
battendo partita,ella fu che torn a inoftrarle piucch mai
coraggiofa , ed intrepida in Rodi l'ardita , e dura fronte.
Quanto lngue le coftafle pofcia in dugento , e pi anni ,
che vi fi ferm per discacciamela , fallo Maometto , fallo
Solimano , e prima di loro i Saracini lo feppero . E quan
do il fecondo credeva d'averla difperfa affatto , e diftrutt3
fe la vide fugli occhi pi forte che mai in Malta fiorire . O
quivi s che ha pofte profonde , ed innifvellibili radici ! E
ben le ne accorsero i Barbari allorch con numerofa , e_j
fbrmidabil armata d'alfedio la cinfero . Poiciach dopo
l'orribil , e Ipaventofo fuoco di 78000. cannonate , che
in quattro mefi vi tiraron fopra furon forzati a partire fenza 15000. faldati , ed 8000. marinari che eftinti appi
delle gloriote mura v'avean lafciati . N pi d'allota in_
poi l'anno attaccata quantunque pi danno ella faccia al
lor commercio , che tutte l'altre potenze , e fia il morfo
pi afpro , ed il pi fiero terrore delle navi corfare . Par
lino i mercadanti d'Italia , e dicano con quanto minor ti
more , e con quanta maggior Sicurezza intraprendano per
fue carovane colle lor merci le loro navigazioni ? Parlino
le fpiagge Liguftiche , le Tirrene , e le Latine, che fe ella
di continuo nolle Icorreffe , di continuo vedrebbero le__*
proprie terre , e le campagne infeftate dagli sbarchi loro
avidi pur troppo di prede , e di rapine. Parlino le cofte
di Napoli, e di Sicilia, che continuamente avendo ne' lo
ro porti ledi lei armate fquadre le ne Iran baldanzote , c
di nulla temono. E parla tu finalmente parla tu mare Me
diterraneo , che lenti tuttora il rimbombo di fuo cannone,
Ipeffo raccogli i rottami de' legni da lei gettati a fondo ,
cangi

ARCHITETTO

MILITARE:

tys

cangi fovehte in fanguigno il ceruleo colore delle tu&_


"acque , e.non di rado anche le vedi fparfe di corpi fvenati ,
e medi da' Tuoi valenti , e fidi cavalieri a fil di fpada . Tra
quefli , ed in quefla and giovinetto Vincenzio, che di
giugno negli anni 1 534- nato era ,, ed add 21. fu battefc- 1
zato allo fpedale , a far fuo noviziato 5 e datofi piucch ad ~~
ogni altro fludio a quello dell'architettura militare molto
in poco tempo vi s'avanz , e tanfo in diverfi modi inollr
fuo valore , che ebbe quali prima il comando d'una com
pagnia, che venturier militaffe . Servendo in tal qualit
parecchi anni la religione , e non lafciando mai di dar rei
terati lgni di faviezza , di condotta , e di coraggio fu del
1564. dal Granmaeftro Valletta , che gi fcoperti avea_
i difegni di Solimano impiegato con altri architetti , ed
ingegneri di grido a riveder le fortificazioni dell'ilbla , e
della piazza , che aggiunte , e riftorate furono concorde*
mente da loro . Avvenne poi che .di maggio del 1563. vi
fi gett fopra con poderof , e grolfa armata , e molto , e
molto oper Vincenzo in quell'affedio gi da me nella vita
d'Alcanio della Corgna , e pocanzi in quefla rammentato,
coll'ardire col fenno , e colla mano ,ficcome in molti luo
ghi deH'ifloria della religione Tattefta. il Bofio , e fingolarmente nel ventinovefmo libro della parte terza a car. 534.
dicendo cos : II capitan fra Vincenzo Anajlagi co* cavalli
della citt vecchia valorofamentefcaramucca contro turchi :
a car. 559. Egli col capitanVarefefa abbandonar a* giannizze
ri la preda, che avevanfattale a c.6^./crijfe unparticolariffimo difcorfofopra lo flato di quella guerra , foddisfacendo in
ejfoa tutti i quefti , ed a tutti i dubbj , che di Maltafifacevano^ e che difaperefi defideravano confegnandolo con lettere
fue al capitan Salazaro , perch lo dejfe ad Afcanio della Cor
gnafuo compatriota , che in MeJ inafi trovava , follccitando
per parte del Papa ilfoccorfo di Malta : Ed quello fteffo ,
che in forma di lettera fi da me nella prefata vita d'Alca-* ;:j
T
nio

145

DI

VINCENZIO

ANASTAGl

aio riferito j perch ivi meglio , che qui mi cadeva a propofito per maggior agio del lettore , il riferirlo . Sciol
toti" trattanto conforme di (opra , e nella mentovata vita_*
d'Afcanio fi detto, Falfedio fi fped dal Granmaftro, Vin
cenzio in un con nove altri capitani pi fperimentati ada
fbldare tre mila fanti in divcrfe parti d'Italia, e tornato
l'impieg cogli altri principali architetti , ed ingegneri
alle nuove fortificazioni , e nella fabbrica della nuova cit
t , ed ebbe in premio del fedele, lungo, e labori ofo
fuo fervigio grofla commenda , con cui , e con altre rico
gnizioni avute da lui non poco accrebbe le fue facolt , e
miglior fua fortuna . Non fi rimaneva per la potenza..
Ottomanna tuttoch alquanto sbigottita , e fmagata dal
danno , dalla dififtima , e dalla vergogna dell'abbandona
ta imprefa di penfre a nuove , e liberamente fcorrendo
con poderofiffma armata fuori dall'Arcipelago and negli
anni 1570. ad isbarcare groflo nerbo di gente in Cipri , ed
in meno d'uno conquifto, tutto il regno . Fu finalmente
ad infinuazione del gloriofo S. Pio concbiufa, e fofcritta la famofa lega , e meffafi infieme altra armata, di cui
forfe, e per numero, e per qualit non fi vide mai l'egua
le , e da cui add 7. d'ottobre del 1571. incontrata nell1
acque di Lepanto tra gli fcogli Curzolari la Turca , fegu , fecondo che anche nella gi pi volte nominata vita
d'Afeanio abbiam detto , la cotanto celebrata azione,
che non fi finir mai di celebrare , perch niuna ftata mai
nel mare, n pi terribile , n pi fanguinofa, n mag
giore . In quefta fi trov pure Vincenzo , che in un con
altri Perugini cavalieri non fi rimafe di fegnalarvifi ; e di
riportarne gli attenlati colle ferite . Fattofi dappoi cura
re , e guaritone ritorn in patria ; e mentre tra gli applauil univerfali de' cittadini fi godeva nell'aria natia qual
che giorno di quiete , e fi divertiva in quelle amene , e_
deliziofe campagne ora in una cofa , ora in un altra fu
chia-

ARCHITETTO MILITARE.

147

chiamato da Paolo Giordano Orfini , che comandava Tar


mata Veneziana alla carica di Tergente maggiore, e va
riamente fecondo la variet delle fpedizioni impiegato .
N fotto i Tuoi ordini militando ricus mai fatica , fcans
mai pericolo, volt mai faccia al nemico , e facendo tm
pre fuo dover da per tutto fall a pi alti gradi , e fi rend
lmpre pi rinomato, e gloriofo, fino a che negli anni .... U
morte tronc il corfo alle fue glorie ; ma troncar non po
t , n potr mai la vita al fuo nome , perch far femprc
immortale. Parlan meritamente con degne lodi di lui oltre
l'anzidetto Bofio , il Pellini nclPiftorie , PAlefl negli elogj, e nell'Ateneo Perugino l'Oldoini , da' quali, cda_
diverfi manofcritti , e tradizioni non avendo altro di cer
to potuto trarre per pi lungamente parlarne , altro far
non potr che finire il racconto 5 dacch la famiglia pure
ne' 21. d'ottobre degli anni 1714. fini in Marcello , che
ne' $ 1. di luglio de' 1661. era nato .
DI

PELLEGRINO DANTI PITTORE*


ED ARCHITETTO CIVILE.

Econdo figlio d Giulio , ficcome nella di


lui vita detto abbiamo , fu Pellegrino , e
negli anni 1537. venne al mondo . Pof 1537
aquefto piucch agli altri fuoi nipoti af- '
fetto Teodora , e voleva coll'ajuto anche
del padre farlo un bravo matematico, un
bravo architetto , ed un bravo pittore . Appena egli co-*
minciato aveva gli ftudj della grammatica , che gli fece__j
dal padre dar lezione di architettura , ed ella fteffa gli
fpiegava gli elementi d'Euclide , e l'iftruiva nel difegno .
Faceva il fanciullo affai aperto di mente profitto non ordi
nario, e come era di natura forte , e ben compleffo , di
beli iffima indole , e d'avvenente difpoflzione in lui cos il
T 2

pa-

148

DI

PELLEGRINO

D jNTi\

padre , come la zia avevan pofta la mira per la propaga


zione del fangue . Ma mentrecch efll di ci tra lor difcorrevano , Iddio , che lo ritervava a miglior forte , dispone
va di lui dive'rfamente . Imperocch innamoratofi a n_
iratto della religione Domenicana cominci a dire in cafa,
che fi voleva far religiofo ; e giunto ci all'orecchie dei
padre , e della zia efplorarono un giorno fua volont am
bedue defiramente . Quindi vedendolo fiffo nel fuo feri
mento , ed avendo veramente conolciuto, che era vera vo
cazione llimarono di non doverlo fraftornare pi lunga
mente , e gli lafciaron prender l'abito . Volle egli allora ,
giacch cangiar doveva ftato , mutare anche nome , e la
nciato il primiero di Pellegrino prefe quello d'Ignazio . La
mutazione per dello ftato, e del nome mutar non gli fece
ro il genio , che aveva allo ftudio della matematica , della
pittura , e del ditegno, al quale finito che ebbe il noviziato
applic piucch ad ogni altro filfamente . Giunto ad et
matura,e corfa Der tutta Italia la fama di fuo valore fu chia
mato a Firenze dal'Granduca in qualit di fuo primario cos
mografo, ed ebbe" da S. .A. diverfe commeffioni . Fra le
molte cofe , che le fece difegn tutte le tavole di Tolomeo
fecondo le vere milre ,e defcrizioni, che fatte da S. A\ cTipignere da altra mano fervirono di lportelli a' magnifici armarj della fuperba fua guardaroba . Fu indi a qualche anno
chiamato a leggere matematica , e sfera nell'Univerfit di
Bologna, ma non guari vi ftette , perch torn in patria a
difegnare , e defcrivere al naturale fecondo le regole della
geografia il vaflo fuo territorio , e nella fila de' dieci , ed
in iftampa altrove fe ne veggion le carte . Tornato appena
a Bologna lo chiam per fuo primario matematico in Roma
Gregorio XIII. , ed arrivato che fu l'accolte benignamen
te , egli fece fare non poche operazioni . Trattava gior
nalmente egli col Pontefice , ed entrato era in tanta fua_
grazia, che S. S. conferiva feco affari eziandio di grande

PITTORE, ED ARCHITETTO CIVILE.

149

importanza, e tutto ci che egli le chiedeva gli era accor


dato . Stava allora in Roma in et giovanile del tutto fcr
nofciutoGiufeppe d'Arpino, e vedutolo un'gioruo Igna*
zio dipignere gli piacque fuor di modo la fu difpofizione, e maniera, non meno che il tratto, ed il coftume
Pecegli moltiffime efibizioni , e l'anim allo ftudio della_
profclfione , che imprefa aveva . Valfel Giufeppe dell'occafione, ed andando fpelfo da Ignazio gli moftrava anche
per fentir liio parere , le Tue pitture . Volentieri lo vedeva
Ignazio, egli diceva con tutto amore , perch aveva ge
nio particolare , che s'avanzaffe , il fuo fentimento . Ar
riv finalmente tant'oltre l'affetto , che dopo averlo fatto
conofcere al Papa gli fece affegnare la parte di Palazzo
per fe , e per tutta la fua famiglia , dieci feudi il mele ,
ed uno fudo d'oro il giorno , quando per S. S. dipigneva . Volea allora S. S. far fare alcune pitture in galleria ,
acci le ferviffero di divertimento in tempo che vi patteg
giava , ed ordin a Ignazio , che mettelfe fubito mano al
lavoro, ficcome fece . Delineovvi egli le provincie d'Ita
lia ; e mentrech le ftava delineando riufeiva il lavoro di
tal foddisfazione al Pontefice , che l'andava ogni giorno a
vedere . Finito che l'ebbe vi conduffe Ignazio col confenfo
di S. S. molti intendenti a vederlo , e ne riport da tutti
quell'applaufo , che in effetti meritava. Molti fcrittori
parlan di lui , e con iftima particolare lo rammemorano
il Lancellotti , il Crifpolti , l'Aleni , il Jacobilli , l'Olr
doini , nella vita di Jacopo Barozzi il Baldinucci , il Baglioni, che fcrilfe la fua , ed altri parecchi allegati da lo
ro . N fu minore il premio, che da S. S. ricev dell'
applauf; pofeiach non contenta d'averlo in varie guife
rimunerato lo promoffe al vefcovado d'Alatri . Segu ne
gli anni 1583. la promozione , e fu generalmente da tutti
applaudita non meno per fua virt , che per l'illibato fuo
coftume, e per la fomma prudenza , che aveva in varie
occa>

150

DI

PELLEGRINO

DANTI

occafioni dentro , e fuori della religione moftrata . Gran


de fu il contento del popolo , e fi fecero replicate allegrez
ze per tutta ladiocefi, quando vi giunfe l'avvifo, numerofiflmo fu il concorfo allorch egli v'arriv , e pieniflma la foddisfazioned tutti quando lo cominciarono a trat
tare , e videro ciocche egli fece . Imperocch riftor ,
ed abbell il palazzo vedovile , orn di ricchi paramenti
la chiefa, convoc un fnodo , riform molti abufi nella
diocef, erelfe per benefizio de' poveri un Monte di piet;
e faceva giornalmente continue limofine . Morto era in_
tanto a Roma Gregorio , e fuccedutogli Sifto meditava
gi d'erger la gran guglia nella piazza di S. Pietro e di
farvi delineare gli equinozzi , ed i folftizz . E come non
ignorava l'abilit, che in fimil genere aveva Ignazio,
perch ebbe foventi occafioni di trattar Ceco prima che-
folfe aflunto al Papato , in lui rivolfe gli occhi , e lo chia
m alla corte. Ma fu per lui troppo funefta la chiamata;
perch quel che feguilfe poi del lavoro a me non noto ,
io bene che egli nel ritorno che fece alla fua chiefa s'ammal per iftrada , e o che foffe per l'aria non ancor perfetta
mente purgata * perch correva il mefe d'ottobre , oche
folfe per altra cagione , arrivato che fu in Alatri fi mite a
1586* letto, ed a* 10. delmedefimo mefe dell'anno 1 585. rend
con atti di vero amore, e con invidiabili Sentimenti lo
fpirito al Creatore . Indicibile , ed univerfle fu il dolo
re per la diocefi nell'aver perduto in s breve tempo il dot
to , pio , ed amorevol filo Paftore , e chi pot per la vi
cinanza non s'aftenne d'andarlo a vedere . Furongli fatte
in duomo , che era tutto di nero apparato folenni efequie ,
e nella cappella di S. Antonio fu fepolto . N ora di cos
degno, e benemerito prelato refta altra alcuna memoria ,
che un ritratto dipnto nelle pareti interne della chiefa.
Anno veramente fatale pi per Perugia , che per Alatri ,
perch in meno d'un mefe perd tre degniflmi loi cittadi

PITTORE^ ED ARCHITETTO CIVILE.

in

ni ne' loro vefcovadi . Mor Vincenzo Ercolani vefcovo di


Perugia , mor Francefco Cantucci vefcovo di Loreto ,
e mor come gi detto abbiamo il noftro Ignazio Ma an
no ancor pi fatale fi quel, che corre; perch in otto
mefi perd in Roma duedegniflmi cardinali . Mor a' 30.
di maggio Gregorio Selleri , mor a' 14. di febbrajo Mar-,
cantonio Anfidei . Onde a ragione cara patria di tuo cru
do deftino ti duoli , e ti quereli, e piangi pure, e ripiana
gi , emetti il bruno. Lafci Ignazio molti manufcritti
affai rari in diverfe materie , ed in iftarapa la profpettiva
d'Euclide , e di Eliodoro LaruTeo; I comentarj (opra le__*
due regole di profpettiva di Jacopo Barozzi , e la di lui vita : La sfera del mondo ridotta in cinque tavole ; L'anno
tazioni intorno aH'aftrolabia , e planisferio univerfle : Le
icienze matematiche ridotte in tavole ; E l'ufo , e fabbri
ca dell'aftrolabio. Invent varj {frumenti geometrici ; e fi
dilett anche di lavorarli , Ebbe genio particolare co' let
terati , e li promofle < Convers Tempre co' virtuofi , C
cerc di follevarli . Fu amico de' profeflfori delle belle ar
ti , e li protelTe . Per tante buone qualit , quante ne ho
finora rammentate , e per tant' altre , che tralafcio di
rammentare acquift egli l'intera ftima della letteraria.
repubblica , guadagn l'affetto eziandio di chi folamente
per fama lo conofceva , e merit la grazia di non pochi
monarchi , E fe pi fofle vifluto, come per ragione d'et
viver poteva gran cole pronofticavan di lui gii amici C
non men grandi ne appettava la religione > e la patria

PI

52
i

DI

GIROLAMO RUSCELLI
ARCHITETTO CIVILE.

Ono ftati tmpre mai rari nel mondo gli


uomini dotati d'ingegno , che non ab
biano avuta per compagna l'ambizione .
N il merito fu mai cos modefto , chc_j
procurato quafi tmpre non abbia nelle
occafioni i fuoi vantaggi . Tutto l'oppoce Girolamo , che nato negli anni 1 53 8.
"dotato da natura di pervicace, chiaro, ed elevato in
gegno , e giunto col merito , ove giugner pu qualun
que meritevol (oggetto , ebbe tal umilt , e modeftia , che
nulla cerc , e nulla fi credeva meritare . Abbandonate
perci le vanit mondane entr nella religione Cafinenfe,
e ne' d 14. di febbrajo dell'anno 1555- vi fece folenne profeflone . E quivi profeguendo i fuoi ftudj lafci tutti gli
altri per dadi a quegli della geometria, della matemati
ca , dell'aritmetica, dell'algebra, dell'architettura, e
del difegno . Invent varj ftrumenti matematici , ed egregiamente fe ne fervi nelle fue fubljmi operazioni Si vide
ro sfere , aftrolabj , trilfte , compafli non pi veduti ,
ed il noto Ignazio Danti riferito nella Perugia augufta dal
.Crifpolti diceva, ben lo poteva dire, perch era del
meftiere , che lo (portello inventato da lui era miglio
re dell'inventato dal Durer . Fece orologj verticali ,
orizontali , annulari in di vetfi luoghi , .difegno efttamente fecondo le vere regole della geografia innumera
bili paefi , e provincie , diede i difegni di molte fabbri
che, e molti in Perugia , ed altrove fenemifro in ope
ra. Fu pubblico lettore in pi d'un'univerfit delle men
tovate faenze , e falito era tant'alto nel credito, e nella
ftima cos dentro la religione , come fuori , che i monaci
^ lo fecero tre volte lor prefidente , e la feconda che fu nel
1592.

DI GIROLAMO RUSCELLI ARCH. C1V.

15$

1592. quando era anche abate di Montecafino pubblic


colle ftampe il finodo che v'aveva celebrato . Chiamollo il
Granduca per fuo fpedalingo , e Clemente Vili, per commendator di S. Spirito con ifperanze di maggiori avanza
menti . Ma egli che tutti gli aborriva ricus l'uno , e__a
l'altro; e ricufate avrebbe ancora le dignit monaftiche ,
f non gliele avefie fatte accettare l'ubbidienza . Giunto
trattanto all'et di felfantafei anni s'ammal , e predetto
perci, che di lui riferi fcono negli elogj l'Alefli , enell*
Ateneo augufto l'Oldoini , che vantaggiofiflmamente ne
parlano , il giorno di fua morte , munito di tutti i fagranienti con ogni maggior ralfegnazione, ed ilarit d'animo
ne' 1604. , ed in quello fteflb, che prediffe fe ne mor in pa- 16*04
tria , e mor uno de' pi infigni /oggetti della religione.
DI VALENTINO MARTELLI SCULTORE^
ED ARCHITETTO CIVILE.
Regio non piccolo di Perugia fi , che__>
quali tutte le belle opere , che in ogni ge
nere vi fi vedono fien fatture de' fuoi cit
tadini . Poche per ve fe ne trovan di
Valentino , perch ftette per lo pi fuori,
ed appena natovi , che circa gli anni
1 540. vi nacque, lo conduffe il padre in Roma , e quivi fot- 154
to la celebre difciplina di Michelagnolo applic poi alla_j
fcultura , ed all'architettura , e ltto altre d'altri valen
tuomini alla notomia , ed alla geometria , delle quali ficcome Michelangelo era intendentiflmo , voleva , che in
tendenti ne foffero tutti e' fuoi fcolari . Mor Michelan
gelo , mor il padre ; e vedendofi Valentino fenza padre ,
e fenza maeftro , dacch maeftro egli pure con ragione gi
fipoteadire, lafciRoma per defio divedere altre citt
d'Italia , ed in varie variamente fi trattenne ; e fece nelle
<

due

154

D*

VALENTINO MARTELLI

due profefloni per quel che narra il Crifpolti nella Peru


gia augufta fenza dir dove , e che, cote ftupende . Salito
trattanto fui foglio pontificale a governar la Chicfa d'Id
dio il magno Sifto , e falitovi per ifpecial fortuna di tutto
10 ftato , perch come padre comune penfava a tutto , non
trafeur di penfare anche a Perugia , ove tra l'altre me
morie d'amore , di beneficenza , e di grandezza lafci
quella dell'aumento della dote a' lettori dello ftudio . Vol
lero perci i Perugini" dare a S. S. qualche fegno del loro
particolar gradimento ; ed acciocch fofle Tempre llabile ,
e noto penfarono di farlo con una ltatua . Chiamato per
tanto in patria Valentino gli comunicarono il lor defiderio , ed egli s'accinte immantinente all'imprefi . Fattone
11 modello maggior due volte del vivo, e gettatolo in
bronzo fu d' ordine del cardinal legato , eretta fopra_.
il portico del medefimo ftudio pontificalmente veftita f
dente fui trono in atto di dar la benedizione , per cui far
fempre immortale il nome del Pontefice, e del fattore,
bench di quefto nell'ifcrizione che vi fta fotto , e che io
per maggior notizia del lettore fon ora per trafcriverej
non fe ne faccia alcuna menzione .

Statuam hanc
Ad Sixti V.
Memoriam ob
Beneficia in
Gymnajum
Collata erigi
Mandatiti
Dow. S. R. E. Card. Pinellut Legatiti
M. D. XCl
Aggiuft Valentino allora il difegno della fabbrica
dello itudio medefimo , e con fua direzione fe ne aggiufta
rono

.
SCULTORE, D ARCHITTTO CIVILE.

155

irono alcune altre , e pi aggiuftate Ce ne farebbero , fe pi


a veATe potuto operare , e fofle vilfuto. Imperocch , aven
do due anni dopo fatto l'altare di ftucco nell'oratorio
della compagnia del Crocififfo a S. Maria nuova cadde*
ammalato , ed effondo flato alcuni anni cos rend prefl
a' 1600. lo fpirito a chi l'aveva creato .
16*00
DI

GIROLAMO DANTI PITTORE.

Ccomi al fine dell'iftoria della famiglia de'


Danti , eccomi alla vita di Girolamo ter
zo figlio di Giulio, che quantunque mi
nore degli altri per et non farebbe ftato ,
Ce Coffe vilfuto, inferiore di merito , e di
dottrina . Imperocch fatti aveva tali
progred negli anni eziandio pi teneri , e nelle belle let
tere, e nelle fcienze, e nelle arti nobili particolarmente
nella pittura , che confiderato era in Perugia , ove negli
anni 1547- avea tratti i natali tra i pi forti foftegni delle 1547
medefime . Fece i primi ftudj fotto la direzione del padre, '
ed ebbe da Vincenzio fuo fratello de' gran lumi nella pittu
ra, che quando part diverfe volte dalla patria , gli diflfe,
che non guardane , e non copiaffe altr'opere in fua affenza
che quelle di Raffaello . E di fatto egli colla fola iftruzione
di Vincenzio , e coll'unica fcorta di Raffaello era divenu
to un bravo profeffore , ficcome le poche pitture , che ri
mangono in Perugia di fua mano indubitatamente ce l'atteftano , e pienamente ce lo dimoftrano . E fon quelle per
appunto , che fi vedono afrefco nella fagreftia di S. Pie
tro tutta dipinta da lui ; perch dell'altre , che egli fece
per le chiefe non meno che per le cafe non ne refta alcuna
memoria . Narra il Lancellotti , che dipigneffe la Ma
donna circondata da gran numer d'angeli nella facciata
interna della porta di S. Francefco dlla Fratta luogo diV a
ftan-

DI GIROLAMO

DANTI

ftante dalla citt ben dodici miglia , e non dice che abbia_
fatte altre opere pel territorio . Prefa egli aveva in tanto
moglie, e gli era gi nato un figlio , quando per dar nuo
vi faggi di fuo valore s'accigneva adipignere ilchioftro di
S.Domenico, di cui per l'impegno contratto, aveagi fini
ti i dilgni . Ma nel medefimo tempo , che faceva i cartoni
1580 cadde nel mefe d'agofto del 1580. infermo; e refifter non

potendo alla violenza del male chiufe nel primo d d fettembre per non pi aprirli gli occhi alla luce del Mondo .
Fu il cadavero portato procefllonalmente a S. Domenico ,
e nella cappella della cafa dopo folenne mortorio tra le ce
neri memorabili dell'avolo , del padre , e del fratello ftterrato, enei gi da me riferito epitaffio in un con loro
comprefo . Lafci nelle fafce , fi pu dire , il mentovato
figlio , che accafatofi poi diede nuovi degni foggetti alla_
repubblica delle lettere , e feguitarono a popolarla i fucceffori finche per ifventura fuar, e della patria nel pacato
fecolo venne affatto meno la famiglia . Parla il cavalier
Baglioni nella vita d'Ignazio d'un altro fratello per nome
Antonio, ed afferifce che era pittore . Ma credo poffa aver
prefo abbaglio, e che il nominato da lui fia Vincenzo,
tanto pi che egli pure conferma , ficcome tutti i manujfcritti concordano , che Giulio ebbe folamente tre figli ,
e fe il quarto aveffe avuto, dimenticato non fi farebbe_
Ignazio nel riferito epitaffio di rammentarlo , dacch quefti per quel che afferma lo fteffo Baglioni mor egli pure
prima di lui . Onde il ritratto , che egli dice che gli fece
fcolpir Ignazio in Roma da Valerio d'oli far probabil
mente quello , che fi vede eretto in Perugia nel mentovato
fepolcro a Vincenzo. N altro fepolcro d'altri Danti ho
potuto rinvenirvi oltre il nominato . E perch fuppofi a.j
principio poteffe effere ftato eretto forfe in Roma lo cer
cai , e ricercai diligentemente da me medefimo in ifcrittpri , che ne an trattato, e per maggiormente accertar
mene

E. \

157

mene Io feci anche cercar per le chiefe , n l'ho mai , n


in quelli , n in quefte rinvenuto . ..
"'li
...
'. : .
..
. ' .". . j * .
DI EUSEBIO

BASTONI SCULTORE.

Bbe nel fedicefimo fecolo Eufebio gran no


me di fcultore , non pure in Perugia ,
oveprelfo alla met del medefimo nacque, 1550
ma fuori . Attefe da giovinetto al dife'
gno, e fece in patria tutti gli altri fuoi
ftudj , dove poi , e fotto chi fi facelfe__>
quegli della lcultura a me non noto , ben probabile pel
guftonon ordinario , che vi prefe , che avuto avelfe qual
che buon direttore , e che in Roma non poco trattenuto
fi folfe . Nelle opere fue per conofcer non fi pu la ma
niera d'alcuno con certezza , tuttocch vaga , carnofa ,
e corretta ella fia ; n il Crifpolti , che varie volte lo
rammemora ne fa alcuna menzione , n io la pofl fpccificare . So bene chV fin da fanciullo ebbe a Ges crocifiA
Co gran divozione, e che pi d'ogni altra nedilgnaval'
immagine nelle carte, e pi d'ogni altra fi trova da lui
fcolpita ne' marmi . Vedefene una in S. Pietro a Perugia
nella cappella , cui l'immagine medefima ha dato il nome .
Se ne vede un altra nell'altar maggiore della chiefa del
Monte de' padri Minori oflervanti j ed elle fono ambedue
molto rare, epreziofe. N altre opere di quefto bravo
/cultore, che io fappia in Perugia fi veggiono, n d'altre
che avr fenza dubbio fatte fuori poffo dar precifa notizia .
E quefta la difgrazia , che ihcontran fovente gli uomini
grandi nelle loro fatiche ; concioflech o vanno per col
pa della trafcuraggine , o del deftino in difperfione, oi*
attribuifcono per ignoranza , o per malizia ad altri , che
non le fecero ; ed a loro riman folo il nome , e la fama d*
d'aver faticato . Che ci accaggia , ed accaduto fia a' pr-

158

DI EUSEBIO BASTONI SCULTORE.

felibri antichi , io ben l'intendo , ma troppo deteftabil fi


, che accader deggia a' moderni , di cui tuttora conto
diftinto , e minuto j ed incontrovertevol ficurezza aver fi
lobo dovrebbe . Manc Eufebio infine deiranzidetto fecola ;
'
e mancando a me la materia di favellare di lui refter al
leggitore il defiderio d'efferne maggiormente informato,
ed a me il dilpiacere di non poterlo meglio informare a c
finir di fcriver fua vita .
Di DIAMANTE EGID1 ARCHITETTO
MILITARE.
Agnus Alexander torpore parvus erot . Ta
le fu eziandio quefto illuftre foggetto;
perch ei pure in corpo piccolo rinchiuf
animo grande . come s'addicon ancora
non di rado i nomi alle cofe , non fu loro
difdicevole il fuo . Imperocch fin da' pri
1551 mi giorni della culla > che negli anni 1 55 1. ebber principio fi videro in lui folgorare le fcintille di quel lume che_j
10 dovevano far rifplendere. E crefciuto in et moftr tm
pre col refifter laldo * ed illefo al ferro , ed al fuoco , mac
chine militari, e valide fortificazioni inventando petto
adamantino, e di qual egide armato diede altrui quel ti
mor che non ebbe , ficcome brevemente diremo . Impa
rava egli a leggere , e a fcrivere , quando da fe fenz'alcuna
iftruzione difegnava full'arena baluardi , e batterie colle
cannucce , e co' fulcelli , e faceva varie artificiofe biz
zarrie colla polvere . Temendo i genitori non con quefta
fifaceffe del male gliela proibirono , e proibirono altres
11 provedergliele a' fervidori . Egli nondimeno allorch
fegretamenle aver ne poteva non fi rimaneva di nafcofo
d'adoperarla , e tenendo ognora fra mano arme da fuoco ,
e da taglio non d'altro mai difcorreva 9 che d'andare alla
guer

DI DIAMANTE EGID1 ARCH. Mll.

159

guerra . Quando poi lo conducevano a fpaffo non altrove


andar voleva che d'intorno alla Fortezza; e quivi fiffamente fermandoli non t ne fapeva fe non forzato laccare ,
e ftaccatofene tornava dell'altro a fermarvifi 3 ed allorch
di ricapo llaccato fe n'era , adognipaflb vi fi rivolgeva .
Quindi comperati ad una piccola fiera che alla met d'agofto ogni anno vi fi fa preflo al moniftero di Monteluce_*
quanti fantocci di legno pot avere col danaro ,. che in
tale occafione aveva avuto per mancia da' genitori , e Iceitili tutti armati , ma non tutti a cavallo a cala fe li port.
E come dura otto , o dieci giorni la fiera ebbe da loro al
tri quattrini, co' quali altri fantocci compr , e lafciato
ogni divertimento , ed ogni ftudio nulla pi far voleva ,
che metterli in fila , ordinarli in battaglia , e muoverli in
diverte graziole guife per azzuffarti . Avevano i genitori
per una parte gufto che cos innocentemente fi divertiffe ,
ed effi pure vi fi divertivano alle volt , e vi fi ^affavano a
riguardarlo : Per l'altra per non volevano , che s'alienafte dalla gramatica , e dalla fpiegazione de' libri latini .
Ma vedendovelo affatto fvogliato cangiaron configlio , e
feguitaron fua vocazione, edaldifgno, ed alla geome-
tria.a cui pure inclinava lotto efperti maeftri l'applicaro
no . Fecevi molto profitto in poco d'ora , e giunto a quelP
et , che in vano i genitori s'affaticano di guidare i figli a
modo loro, quando daddovero diverfamente s'inteftano ,
diire rifolutamente , che voleva andare in Fiandra alla_
guerra , e fi difpofe a partire . Non poteva egli aver allora
pi di ledici , o diciaflett'anci , ed effi non volendo troncar
i pafli a fua fortuna , ri di petto pi oftinatamente opporli
alle fue voglie ci condefcefro ,. e gli ammanirono tutto il
bifognevole , e con una fcelta banda di Perugini giovinet
ti , che a tutte fue fpefe mantener doveva per viaggio fe ne
part . Stette tmpre allegramente per iflrada in lor com
pagnia > e felicemente arrivato al campo fu per mezzo di
quelli}

ito

DI DIAMANTE EGIDl

quelli , cui era ftato raccomandato, condotto dinanzi al


Generale , che vedutolo Ipiritofo oltre modo , giocondo,
ed ameno nel difcorfo , ed avido piucch d'ogni altra cofa
di gloria eftremamente gli piacque l'indole , che bella_, ,
avvenente , e graziof , era dalla linda , forte , e propor
zionata piccolezza della ftatura fatta maggiore , lo fece__j
cornetta d'una compagnia , e tutta la banda arrolare .
Pafs quivi il fior della giovent avanzandoli di mano in
mano tra i fatti pi pericolofi , e ne' pi arditi cimenti ad
altri gradi , e come applic continuamente alle fortifica
zioni , ed ad ogni altro guerrefco efercizio aveva colla_,
continua invenzione di cole rare, e maravigliote acquietato
nome di bravo fbldato non meno , che d'efperto ingegne
re , od architetto militare . Torn non fo per quali moi af
fari con tal aura in Italia , dove appena arrivato l'invit la
repubblica di Venezia al fuo fervizio , e con onorevoliflme
condizioni, e larghi ftipendj , e promeffe di pi grandi
gli diede per allora la patente di fergente maggiore . Ma
poco vi dimor , perch l'Orlini lo fece fuo general maftro di campo nella fpedizion di Ferrara, ed AfcanioII.
della Corgna , che pur per Clemente Vili, nella fteffa fpedizion comandava , fuo luogotenente generale . E braman
do il cardinale Aldobrandini prima di licenziare le truppe,
perch fin la fpedizion lenza fangue, vederle tutte difpofte
in ordine di battaglia, e far tutti quegli efercizzi , che nel
le battaglie fi fanno , Diamante prefer a tant'altri efperti ufficiali , ed a lui ne die la principale incumbenza , che
gli fece vedere il vifibile in quel modo, che vivamente 1'
Alefli negli elogj della centuria prima , donde fi trat
ta la maggior parte dell' altre notizie il defcrive . Pia
cque tanto al cardinale, a' Generali, a' capitani, a' fi
dati tal vifta , e talmente tutti ammirarono , e lodarono
la fua fingolar deftrezza , celerit, e perizia, che parve
ch'egli folo riportafi la vittoria, etrionfafle, quantun
" 1

que

ARCHITETTO

MILITARE,

t~i

que davvero combattuto non fi fofle . Quindi chiama


to di bel nuovo dalla repubblica di Venezia al Tuo fervizio lo mand in Candia , ed avendovi per ltt'anni conti
nui comandata tutta la cavalleria dell'ifola , e ridotte a_
migliore ftato tutte le fortificazioni di quelle piazze, e
difpofta ogni altra cofa necelfaria alla difefa part d'ordine
efpreffo , e premurofo del Senato . Temeva egli allora di
qualche attacco in terra ferma , e perci fpedi Diamante a
riconofcerne le fortezze , le palizzate , i loffi , i terrapie
ni , e le mura con ampia facolt di riftorarle, e d'accrefcerle, a fuo piacimento, e a far la raffegna generale di tutta la
cavalleria , e fanteria dello Stato , e di dillribuirla ove gli
parefle maggiore , e pi proffimo il bifogno , acci fi ri
ducete a valida difefa, e non ne ricevente alcun danno .
Vifit egli tutto, e da per tutto compi all'incumbenza
che aveva avuta , e ritornato a renderne minuto conto al
fenato ne riport fommo applaudo , e fu anche dagli altri
fommamente applaudito. Geflati trattanto ifofpetti, e
fparita ogni ombra di guerra chiefe licenza di ritornare al
la patria, ed ottenutala verfo quella s'avvi , e felicemen
te arrivatovi fu con fegni diftintitfnii d'amore, e di rifpetto ricevuto da' parenti , dagli amici , e generalmente
da tutti , e cos tmpre trattato finch vi ltette , che non
pot efler molto , perch moltiffimo gli premeva il ritor
nare alla refidenza . Partito dunque in pochi giorni vi ar
riv , e come avvezzo era a continua fatica , ed a conti
nuo moto mancatogli il confueto efercizio , e quell'ufo di
vivere, che pi d'ogni altro mantiene in vita , di mala vo
glia s'accomodava all'inattiva ed oziofa . E bench ir
ogni converlazione fofle invitato, egli a poche andava , e
poco vi fi tratteneva , e tornato a cafa, o fi metteva a legger
libri di ftorie 9 o a far difegni di forti , e di forte7ze, di che
pure annojatofi diede in non piccola malinconia , .e quefla
fu il pronoftico di fua morte. Siccome efler fuole alla_j
X

mag-

itfa

DI DIAMANTE ECIDI ARC& M1L.

maggior parte di coloro , che volontarj levatili dalle lor


profeffioni, ed impieghi , o forzati per altri motivi a levarvif cercano di quella quiete, che in quefto mondo trovar
non fi pu , e vanno ordinariamente in breve tempo a cer
carla nelPaltro , dove fenza dubbio fi trova , ma non fi f
di trovarla . Cos per appunto adivenne al noftro Diaman
te, che indi a poco cadde infermo, e come il non aver
avuto mai male , perch neppur mai era ftato ferito , fa
ceva il male pi pericolofb , di giorno in giorno aggrav ,
e ricevuti i fagramenti. llava coftante , ed intrepido afpet1607 tando l'eftremo momento che negli anni 1607. conuni" " " verfal difpiacere arriv facendo vedere agli aftami , che__
in qualche numero iti erano, a dargli l'ultimo a Dio , che
di morir non teme chi il vivere ha tmpre lprezzato . Furongli fatte lblenni efequie coll'intervenimento di tutti
gli uffiziali di guerra, di moltiffime altre perfone diftinte,
e d'infinit di popolo concorf a vedere le morte fpoglie_j
dell'immortal architetto, e guerriere, e veftito da cap
puccino , conforme ordinato aveva , fu feppellito fenz'altra ifcrizione , o memoria che quella della fama .
Che trae Vuom dalJepokro % e '# vita 7ferba .
DI BENEDETTO BANDIERA PITTORE*
Ai meglio di Benedetto ha pittore alcuno
imitata la vaga nobil tenerezza , ed il gen
tile, e delicato colorito dei Barocci, n
ftudio maggiore v'ha fatto per imitarlo .
Imperocch mi ricordo di non pochi in
tendenti , e conofeitori ftranieri delle ma
niere de' pittori % i quali non avendo cognizion della fua,
perch fuori di Perugia per luoghi pubblici non ha mai la
vorato ,, vi fi fono in veder fue opere alle volte ingannati .
E pure alcune famofiffime anche di quel fublime maeftro fc
ne

DI BENEDETTO BANDIERA PITTORE.

16}

tic vedono per le cafe , e per le chiefe , n il paragone che


il fall dal vero diftingue fu baftevole allora , n bafta ad
illuminarli prefentemente . Onde discorrendo alle volte__>
meco flelfo della franchezza per non dir temerit , con.
cui alcuni decidono particolarmente in Roma , o in occaione di giuridiche flime , od in rincontri di vendite libere
di s fatte maniere, quanto me ne rido, e quanti credo
che per la loro ignoranza nereftino danneggiati. Io per
dir di me due volte ho corf per loro cagione tal dis
grazia ; e come feguito tutta via a comprar quadri , '
qualora mi fi prefenta l'occafione , riprometter non mi
poffb di correrne dell' altre , quantunque flia affai be
ne cogli occhi aperti . Checche di ci fi a poco , o nul
la conferifce al noftro propofito, ed io con poca avver
tenza mi fon laici ato diviar dal cammino . Ma quanto dif
fidi fia il contenerf dallo llrillare , quando uno punto ben
fi pu ravvifar da coloro , che con iftupendo artifizio in(gnano agli animali a far cofe incredibili , eprodigiofe, e
pur quella di non rifentirf , e di flar cheti allorch li baflonano non l'anno mai loro fputa infegnare . Nacque negli
anni 1 557. Benedetto, ecrefciuto in et proporzionata fu 1557
da Jacopo fuo padre mandato fotto la direzione del Barocci , e vi ftette molt'anni , e finch egli (reflb lo ricondur
re in Perugia , ove feguitando fempre a fludiare full'opere
fue dopo la fua partenza non fi videro mai le proprie , fe_
non quando gli parve d'aver beneapprefa la fua maniera .
N (lato mai fcolare del Vanni , ficcome pare che'l Pa
dre Orlandi nel fuo abecedario pittorico voglia inferire .
N viveva del 1650. come egli nel medefimo afferma > per
ch morto era , conforme in fine di queflo mio racconto fa
r vedere, fedeci "anni prima . Di ci non v'ha dubbio al
cuno , poich da' libri parrocchiali che mentire non deggiono, fi ritrae; ed a me non baflato l'animo di concor
rere nella di lui afferzione quantunque nimico fia di conX 2
trad-

164

DI BENEDETTO

BANDIERA

traddire.Rendemi bens non ordinaria maraviglia il fapere,


che ancor vi ila chi perfifta in foftenere, ch'e' di quel tempo
infallibilmente dipigneva . Dican pure altri ci , ed a loro
piacimento l'affermino , che io quanto a me noi dir mai .
E neppur dir bench taluno lo pretenda , che ei primacch fofle ricondotto in patria dal Barocci dipigneffe in al
cune chiefe dello ftato d'Urbino , perch m'noto il con
trario . Dir dunque folo , che egli toftocch fi vide ben
bene illruito , e che conobbe d'effer maeftro cominci a_
far opere pubbliche in Perugia cos ad olio , come a tem
pra , e non dir mai che ne abbia fatte fuori , ove fi vedo
no folo nelle caf particolari pochi quadretti , che per
Jopi del Barocci fi credono, e non fo, fe vegli abbia_
mandati , quando viveva , o vi fi fieno iti dopo fua morte
E lafciando di favellar delle piccole rammenter le grandi;
e mi fermer in quelle , che fono in Perugia . Evvi in_
S. Agnolo al Monte di porta Sole il quadro dell'altar mag
giore , che rapprefnta il Tanto 5 la beatiffima Vergine , ed
altre immagini . Altro ve ne nella chiefa dello fpedale__
della Mifericordia , che rapprefenta lo Spirito finto cogli
appoftoli nel giorno miracolofo di Pentecofte . Due ve ne
fono in due altari della chiefa di S. Francefco , rapprefentandoi'unola Madonna colfalvatore , ed altri Santi , cV
altro San Bonaventura con un angelo, che lo comunica.
Altri due ve ne fono nella chiefa delle monache di S. Cate
rina , rapprefentando l'uno lo fpofalizio della fanta, l'altro
il martirio di S. Orfola, e delle compagne . Dipinfe a frefo
nel chioftro del convento de' padri minori Offervanti di
San Girolamo alcune lunette , eflendo l'altre ftate dipin
te da Giovambatifta della Marca. Ma dove piucch al
trove dipinfe fi fu nel convento di Sant'Agoftino j poicch fece un quadro coll'effigie di San Carlo , che fi collo
c in una chiefina ltto le logge del primo chioftro. Fecene alcuni per la fagreftia della chiefa principale , ed a_,
:

frc

PITTORE.,

$s

frefco color tutte le lunette del medefimo choftro . Se__j


tanto ei lavor per le chiefe di Perugia ben verisimile che
molto lavoraffe ancora per le cafe ; ma nulla che fappia vi
fi trova prefentemente . N ftette iempre in Perugia; ma
and per alcun tempo girando per l'Italia , e fi ferm non
poco in que' luoghi, ove trovava opere del Barocci . So
lersi anche andare fpeffo in campagna, perch era molto
dedito alla pefca , ed alla caccia , che furon forfe cagio
ne 5 che egli prima che morto non farebbe, moriffe. Im
perocch nel ritorno che fece una fera affai rifcaldato , l'
affali un fiero mal di petto , ed in pochi giorni , e nel pri
mo di maggio degli anni 1634. Cs ne mor, e fu fepolto i6"$4
. nella chiefa di S. Agoftino .
I
DJ ARCHITA

PITTORE.

Ubitarnon fi pu che Archita fia ftato pit


tore, e che foffe di nazion Perugino j
perch ilTiti nella defcnzione delle pit
ture di Roma l'attefta , ed indica alcune
le pitture in prova di flia atteftazione .
Veggonfi quefte nella chiefa di S. Baftiano
fnori delle mura, e rapprefentano S. Girolamo , e S. Ber
nardo in due di quegli altari . Il S.Girolamo per ben
diverfo dal S. Bernardo per effere ftato pi rozzamente ri
toccato . Che egli foffe celebre nell'arte neppur v'ha al
cun dubbio , perch la chiefii fu fatta tutta riftorare , e di*
pignere dal cardinal Borghefe nipote di Paolo V. in tempo
cheS. S. viveva; e come S. E. era d'ottimo gufto, egene,
rofo , fcelto non avrebbe profelfori mediocri ,e triviali . E
ci tanto vero, che alcuni altri fanti vi furon dipinti d'
Ordine di S. E. da Antonio Caracci profeffore ben noto.
A fiia competenza dunque dipinfe Archita, e l'uno, d'al
tro corfe in quella chiefa ugual fortuna . Imperocch delle

\66

DI

ARCHITA

PITTORE.

pitture d'Antonio non riman quafi alcuna memoria, e di


quelle d'Archita , te qualche reliquia ne refta compaflonevole, ed oltraggiofa . Ed in cotal guifa ognid fenzacch tornino i Barbari in Roma ella vede per fua fventura ,
manomettere, alterare, e disfare le fue rare, belle, e
preziote fatture . Come Archita fi chiamafTe non l'ho po
tuto fapere , tuttocch ne abbia fatte fare eftte ricerche
in cafa Borghefe non meno , che nel moniftero di S. Potenziana , cui la chiefa appartiene . N ne ho potuto avere
alcun lume in Perugia , ove egli per quel che poflo conIjo'o ghietturare circa gli anni 1560. convien che nafcetfe . Perocche del 1612. fu riftorata la chiefa j e pochi anni dopo
fu dipinta , ed allora era Archita , perciocch inoftrano le
reliquie delle pitture provetto artefice , che fe invecchiato
l folfe probabile , che tra i mille fecentrenta , e quaran i6$5 tadovefle morire. E' pur probabile , che quefto ibife fo"~
prannome , e non nome , o cognome : Nome non credo
elfer potefle , perch venendo dal Greco *txi>< non
giunto finora a mia notizia, che con s fatto chiamato fi
fia modernamente mai alcuno in Italia : Cognome non do
vrebbe effere , perch non v' memoria nella patria, che
tal mai ftato vi fia . Onde crefcendo ci , e maggiormente
confermando la probabilit mi fa anche creder probabile ,
che '1 foprannome nafceffe da qualch'altra particolar quali
t , ch'egli a vefle non diflmile da qualcuna di quelle , che
aveva l'antico Archita Tarentino traendo i foprannomi il
pi delle volte origine da' coftumi , o dalle qualit di chi fi
traggono. Fu quefti celebre filofofo, e matematico, ed in
ventore del cubo, ed invent anche diverte macchine femoventi. E Diogene Laerzio, che ne ha fcritta la vita altri tre .
celebri di fimil nome ne rammemora, dalle cui di loro
qualitadi , oda quelle dell'anzidetto, ficcome ho accen
nato pocanzi , pu eflere ftato al noftro pofto il Tuo
Vi

l6>
DI CESARE POLLIMI PITTORE^
E MINIATORE.
Ratta di quefto profeffore nella Perugia augufta il Crifpolti , e ne fa di qual uomo infigne grandinimi encomj . Dice, che colla
fpraffina fuamaeftria rinnov nel mondo
il miracolo , che una volta fola rapprefent
nella fua Venere Apelle Che miracolo
quefto fi fia non ho potuto nella vita, che di lui politamen
te, e con fior d'eloquenza fcriffe Carlo Dati rinvenire, e.
comprendere . E quando l'avefli ancor rinvenuto, come io
di tal razza di miracoli non fo conto , e non li credo , mol
to meno fe fi narrin de' Greci , cos niun pregio voglio con
quefto aggiugnere almeno per quello amefpetta,, alla vi
ta di s raro valentuomo . Fa di lui onorevol menzione nel!'
Abecedario pittorico il P. Orlandi , e narra che fece bellifime miniature in pergamena , e che difegn francamente
fulla maniera di Michelagnolo . Ma niun de' due dice di
che tempo fia nato , e poco, fidar mi potrei, qualora e' lo
diceffe, del fecondo per non efler troppo ficuro, e per
aver prefi de'grolT abbagli in ogni genere , ed in quefto
foggetto fpezialmente , che fotto nome di Polino, e di
Cefare Pollino ftato da lui due volte nell'anzidetto. Abe
cedario regiftrato . Nacque per quello ho potuto combina
re , e raccorre preffo agli anni 1560. -x ed certiffmo, 156Q,
chedifegn, dipinfe, e mini a maraviglia; n di veruna
"
fua opera poffo dar conto da quelle miniature in fuori , che
fi vedono in Perugia nella congregazione de' nobili al colle
gio de' Gefuiti . Vengo aflcurato che molte ve ne fieno nel
le cafe , io per n indicar le poffo , n lo voglio affermare .
Mi fi dice ancora , che molte fe ne trovino in Roma ; ma_.
quali , e dove niun me l'ha detto . Soche fervi molti prin
cipi , molti cardinali , ed alcuni pontefici , da' quali fu

i6*8

DI CESARE POLLINI PIT. E MIN.

diftintamente trattato , eftimato., e che molte fue belle ,


e rare fatiche rimafero agli eredi dopo fua morte , che fe6$o gu circa gli anni 1630. in Perugia ; ne altro fo, che ajutar"
mi polfa a impinguare la vita di quefto infigne profeffore ,
che pi comunemente s'intefe per Cefare del Francia , che
per Ccfre Pollini .
DI FELICE PELLEGRINI PITTORE.
Vcva Federigo Barocci celebre , e noto pit
tore d'Urbino gran genio con Perugia , e
co' Perugini , ed andava di quando in_
quando a paflarvi la ftate , e fi fermava in
cafa di Simonetto Anaftagi , ch'era uno
tra que' nobili cittadini , che pi degli al
tri li dilettava allora di pittura , e di raccolte di quadri .
Con lui ftrinfe Federigo forte amicizia , e gliene fece alcu
ni, e fra gli altri add 2. d'ottobre del 1573.
mand il
celebre ripofo d'Egitto , che oggi fi conferva nella fagrefia del Ges , che con altri affai preziofi dell'anno 1602. ,
in cui Simonetto mor , il lafci a' Gefuiti . Soleva egli nel
.ritorno , che faceva ad Urbino condurre fempre feco qual
che Perugino giovinetto per indirizzarlo alla profeflone,
e
1 519' VI conduffe Felice , che aver doveva allora do567 dici anni , giacch ne' 1567. era nato . Tennelo feco mol
to tempo , e gli port tal affetto , che in occafione d'altre
fue gite in Perugia volle condurre in Urbino anche Vincen
zio fuo fratello minore , fccome nella di lui vita, che ci
paffa gi di continuo tra mano , diremo'. Non s'abus Fe
lice dell'amore , con cui Federigo gl'infgnava , n delle
finezze , che continuamente da lui riceveva , e feppe ben_
trafficare , e mettere a guadagno gli avvertimenti che con
tinuamente gli dava ; perch ne ritrafle indicibil vantag
gio . Divenne corretto nel difegno , prefe non ordina

DI FELICE PELLEGRINI PITTORE.

169

ria pratica de' colori, e copiava cos francamente l'ope


re del maeftro , che egli fteffo a prima vifta vi s'inganna
va . Ma il maeftro , che timido lo vedeva a lavorar d'inven-*
2 ione gli proibiva il copiarle, e voleva che s'avvezzaife a
far da t , come poi fece , e fi videro alcuni fuoi quadri d'
ottimo gufto inUrbino- Quindi tornato in patria con_j
quella vantaggiosi (lima , con cui parlato ne aveva pi vol
te Federigo vi fu ricevuto con universale applaufo , ed eb
be fubito non poche commetfoni . Ma la fama , che tener
non pu riftretti tra le mura d'una citt fola i fuoi tguaci portato gi aveva ilnomefuo per tutta Italia, e*
con pi defiderio , che altrove rimate in Roma . Impe
rocch l'alto, e fignoril genio di Clemente Vili., che
iignorilmente nel felice fuo governo rimuner la virt de'
fuoi fudditi , meditava allora di far cofe grandi nel Vatica
no , e lui pure tra gli altri chiam per tal cagione . Vole
va egli prima di partire loddisfare agl'impegni contratti
co' fuoi concittadini ; ma non pot per la premura dell'
iftanze, che dal Pontefice gli fi facevano . Comp perci
foo un quadro rappretntante il Redentore portato al fepolcro , che fi vede nell'oratorio della Fraternita del Crocififlo, ch'e' traffe da altro fimile fatto dal maeftro, evi
frifte fotto: Felix Peregriniti Peruftnuspingebat 159$. per
la cui bellezza maggior dilpiacere reft nell'ammodi colo
ro > che non ne poterono avere . Part immediatamente per
Roma, e fu benignamente accolto dal Papa; che lavori
poi fi faceffe per lui a me non ftato poffibile rinvenire , e
neppur altri , che ne fece dopo il fiio ritorno in patria , e
dove fu chiamato adipignere. Si fa bene, che molto in-,
molti luoghi dipinte , perch lo fteflb maeftro , in tutte le
occafioni , che gli fi pretentavano il proponeva , ed egli
gli faceva onore, e ficcome era gratiflimo per natura l'an
dava fpelfo a trovare . Gran dilpiacere perci tenti all'
avvit della fua morte, che.improvvifa tegu addico. di
v . :

fet-

170

DI

FELICE

PELLEGRINI

fettemhre dell'anno 161 2. , giufto allora ch'egli entrava in


Urbino, e tanto maggiore, quanto che non giunte a tempo
per poterlo veder vivo. Mor egli d'un accidente apopletico che in men di ventiquattro ore fenzacch mai parlar
potefle , di vita il priv ; e fi dubit forte non foflero
i refidui del veleno , che fi fuppofe effergli ftato dato
per pura malignit in giovent . Vi fi ferm non di
meno Felice , dacch ito v'era , alcune fettimane , e__>
come affifter non pot nella breviffima malattia al maeitro , abbandonar non volle Ambrogio fuo nipote finch
non ebbe dato fefto agli affari di cafa , e non fin di dar ban
do al dolore , che per verit acerbamente l'affliffe . Ri
torn pofcia non molto fano in patria , ove appena meflb il
pie , fu ammazzato l'anzidetto fuo fratello nel modo che__
nella di lui mentovata vita narreremo, e ftette pi d'un an
no fenza poter lavorare. Rimeffofi ben bene in falute fu
configliato da' medici a lafciar l'applicazione , e gli differo
liberamente , che Ce lafciata non l'avelfe, lanciata vi avrebbe
f?nza dubbio la vita. Egli che da fe eziandio loconofceva, e che vedeva, che per volere affai dipignere dipinto
avrebbe poco , abbracci volentieri il Jor configlio , e co
minci a darfi bel tempo , ed a divertirfi in cacce , in fefte ,
ed in onefte converfazioni . Proporrgli gli amici il pren
der moglie; e perch fapevano dove inclinava fi mifero a_
trattare co' parenti della giovine, eftrettofi il trattatola
prefe j e v'ebbe figli . Seguit pofcia a dipigner fempre al
la ftracca, e giornalmente faceva in cafa accademie di difegno , a cui per verit talmente applic che pochi l'ugua
gliarono. Avvenne che pi del folito un giorno vi fi affati
c , emelfofi la fera con piccola febbre a letto , s violenta
crebbe la mattina, e ne' giorni appreflo che f ne mor, e
fu fepolto nella chiefa de' padri Conventuali di S. Francefco conforme il P. Orlandi afferifce . Ma in que' libri dili
gentemente cercati , e ricercati non fi trovata tal memo
ria ,

PITTORE.

171

ria, e perci non ne fo il tempo precifo, tuttoch creder


pofla che negli anni 1630. , od in quel torno morifle , e_> 1630
che del 1540. , ficcome il P. Morelli di lui difcorrendo acccnna , fiorir non potefle .
DI

MATTIO

SALVUCC1

PITTORE.

Gni bravo profeflbre ha ordinariamente*


delle qualit particolari , che non l'an gli
altri ; e gli baftano per efler celebre , pur
ch fia in efle eccellente . Spicc Mattio
fingolarmente in pitture a grottefche__> ;
e fu ammirabile , perch impar la profeffione , fi pu dir fenza maeftro . Imperocch nato circa
gli anni 1570. naturalmente dedito allamedefima comin- 1570
ci affai giovinetto a difegnare , ma era cos volubile , e
vario , che ora andava in una fcuola , ora in un altra_i >
n le rampogne de' genitori , n le minacce de' maeftri
baftavano per filfarlo , e per fargli prendere i documen
ti necelfarj . And cos continuando per qualche non_>,
breve tempo , e ridendofi degli altri fcolari francamen
te diceva che e' voleva divenir pi bravo di tutti loro ,
c che gli pareva vilt di non efler dattanto da poter im
parare il meftiere , che voleva fare fenza l'altrui ajuto .
Con tal fuo parlare fi rend cognito a tutti tanto pi che
era fpiritof , bizzarro , e pien di vezzi , ed ogni bottegajo in palfando lo chiamava per prenderli fpalfo , e quegli
fi credeva pi contento , che poteva aver la fera in fua bot
tega Mattiuccio, che cos fu allora, e dopo fempre chia
mato . Ma fe ei faceva poco conto de' maeftri non difprezzava lo ftudio ; perch ftava in cafa continuamente applica
to, ed i genitori che lo fapevano Ce ne davan pace , e gli lafeiavan per altro far quel che voleva. Niuno per veder po
teva ciocch faceva , perch a niuno moftrava le cote fue , e
.....

Y 2

da

172

DI MATTIO

SALVUCC1

da niuno voleva effer veduto operare . Fecefi finalmente


un'accademia pubblica di ditegno, quando contro Tafpettazione d'ognun degli aitanti colla cartella fotto braccio
allo'mprovif Mattiuccio vi comparve , e fi mife franca
mente fra gli altri a federe . Gli fecero tutti gran fetta , e
tutti ftavano in attenzione di vedere quel che verament e_>
voleva fare. Stettetene egli /mpre zitto, e quantunque
alcuni replicatamente l'interrogalfero, ricus fino al l'ul
timo di parlare . Quindi veduto , che non v'era altro da_,
fare apr fua cartella, edito alla volta di que' pittori co
minci innanzi a loro i fuo' ditegni a fpiegare . Reft a cotal vifta ognuno maravigliato , e vi fu chi dubit non foffr fuoi; ma finendofi chV non aveva confidenza alcu
na co' profeffori , anzi gli sfuggiva , e li dileggiava^ ,
bifogn per necelfit crederne lui autore . Troppo alta
mente di ci egli s'offefe , e tuttocch giovinetto difle affai
bene il fatto fuo; e laddove prima sfuggiva d'elfer Vedu
to operare and poi tempre adifegnar l'opere pi belle,
che eran per le chiete ; e procurava egli fteffo di farfi vede
re. N folamente fi vedeva difegnar ma copiare , lo che
cagion maggiore ftupore , perch non fi fapeva che avelie
alcuna pratica de' colori . E feguitando fempre a difegnare
c copiare opere rare , ne fece pofcia egli pure alcune d'in
venzione , e non fi pot pi di fua abilit , e valore dubita
re. Fecene una nell'altar maggiore della chiefa delle mo
nache di S. Maria maddalena , e appi vi /crilfe : Matheutius Salvutius Pi&or Peru/tnus pinxit anno 1606. Altra ne
fece nella chiefa del Ges , ed il quadro che fi vede a un
de' lati dell'altare della Madonna . Ed altre ne fece a_
grottefche nella volta dell'oratorio della fraternita di San
Benedetto, per le quali riport fommo applaul , e fu in
di a non molto chiamato a Roma , e ricev molte finezze ,
ed onori dal Pontefice. Stettevi per poco tempo ; perch
volle tornare in patria $ n io fo quali opere prima di par
tirne

e;

jn

tirne vi facefle . S io io bene che molte altre ne fece dopo


in Perugia, e tra quefte quelle della tribuna della chiefa di
S. Ercolano , a cui d'agofto del 1620. mife mano , e di no
vembre del 1621. le comp; e poi dipinte i quattro qua
dri , che adornano il coro della medefima , e rapprefentano i fatti principali del fnto . Molte ne mand fuori , ed
ebbe fino all'ultimo di fua vita quel grido , che meritevol
mente s'acquift nel principio. N quel fuoco, e quella-
vivezza , che in altri fceman a mifura che crefcono gli an
ni fcemaronomai in lui , che per morte, la quale lgu
preffo a' 1628. con universi difpiacere di tutti quegli che 1* 1628
avevano conofeiuto ; e non pot perfettamente terminare
i mentovati quattro quadri, li quali negli fteffi anni 1628.
furono nel coro allogati , conforme dalle memorie che ne
confervano que' Religiofi fi riconofeiuto; e non fe ne pu
dubitare. Imperocch fi trovano di detto tempo nel loro
inventario colla feguente indicazione defcritti : Opere dei
quondam Mattiuccio , che non pot perfettamente compire
per ejjer morto : Onde a ragion polfo dire elferfi chi ci ha
lalciato fcritto , che ne' 1640. viveva , certamente ingan
nato .
DI G1UL10CESARE ANGELI PITTORE .
Ove aveffe Giuliocefare le prime lezioni d
difegno non l'ho potuto fapere ; ho ben_
/puto , che dell'et di dodici in tredici
anni , dacch circa i 1570. nato era in 1570
compagnia d' altri Perugini giovinetti "*~
part da Perugia per Bologna enza confenfo del padre , ed arrivato che fu s'introdufle con tutti i
compagni nella fcuola di Lodovico Caracci . Stettev
qualche tempo fempre fiflamente applicato , n mai l'ab
bandon , tuttoch ve ne foflero allora dell'altre , perch
ben

174

DI

GIULIOCESARE

ANGELI

ben conofeeva , che non vi s'imitava la natura , ed il il ve


ro , ma vi fi operava feguitando le proprie maniere a ca
priccio . Torn poi in patria , e con alcune opere che fece fi
diede a conofcere per maeftro . Non torn per con inten
zione di fermarvifi; poich aveva in animo di ftabiliri in_
Lombardia , ove doveva eziandio accafarfi . Ma furon tali
le finezze, lecortefie', e le richiefte, che ebbe, e gii fe
cero i fuoi concittadini , che a poco a poco nel dilfuafero ,
e l'impegnarono in var j pubblici lavori , per li quali gli
pafs pofcia affatto la voglia di partire . Mife mano a riquifizione de' padri Garmelitani di S.Simone a un quadro,
che in breve tempo , ficcome lavorava ri fbluto , e celere-"
mente, termin; ed quello che rapprefenta S. Carlo ap
pi della chiefa . Fecene un altro per la chiefa dello Spe
dale della mifericordia ; ed quel che S. Michelarcangelo
rapprefenta . Altro ne fece per la chiefa di S. Lucia del
Clero rapprefentante la fanta colla Madonna , ed altre_j
immagini . Opera fua il quadro , che nel duomo rappre
fenta S. Ivo, o S. Ivone : Opere fue fono i due , che nel
la chiefa delle monache di S. Agnefa rapprefentano , l'uno
la fanta con altre immagini , che del 1 6 1 g . fu da lui dipin
to, e l'altro la beatiflma Vergine , e S. Francefco : Ope
re fue , trattene tre, fon tutti quelli , che nell'oratorio
della fraternita di S. Agoftino rapprefentano le gloriofiflme gefte di noftro fgnor Gefucrifto . E molt*altre ne ave
va fra mano, quando cominci per varie indifpofizioni a
perder la falute , e a non poter pi col primiero calore la
vorare. Perdettela finalmente affatto; perch negli anni
o \6$o. od in quel torno affalito da una pi violenta dell'al~~ tre perde con fommo difpiacere di tutta la citt anche la vi
ta . Ne per tutte le diligenze fatte ho potuto mai rinveni
re in qual chiefa fi portafle il cadavere , e dove foffe fepoito . Rimafero delle non poche fue foftanze eredi i figli ,
'di cui niuno applic alla profeffione , e de' molti fcolari ,
ch'e4

PITTORE.

175

chV ebbe folo Stefano Amaxlei , e Cefare Franchi , de'


quali a' luoghi loro parleremo , fon Perugini .
DI VINCENZIO PELLEGRINI PITTORE ,
Al bellezza , Spirito , e grazia conlegu
Vincenzio dalla natura , e talmente bello,
fpiritofo , e graziofo fi mantenne lmpre
nel crefcere dell'et , che nieflbfr egli pu
re a perfuafion del Barocci , come Felict,
So fratello carnale alla profflone della-
pittura non Vincenzo Pellegrini fi chiam, ma iiPittor
bello . Nacque egli negli anni 1575. , e ne' tredici , o po- 1575
co pi lo condulfe il Barocci in Urbino , e quivi bevve ftto fua difciplina il primo latte, n laici di prenderlo,
dacch dato gli era con tutto l'amor dal maeftro , finch
egli eziandio maeftro non divenne . And poi non con ani
mo di fermarfi in fua compagnia a Perugia , ove perch
per qualche tempo non era ftato rec a que' cittadini nel
vederlo cos ben melfo , ben fatto , lindo , e pulito non_
ordinaria ammirazione . Cominci fubito la giovent a
corteggiarlo , e a fargli cortefie , e finezze , n vi fu mo
do che poteffe pi partire , quantunque affai difpiacelfe__
al Barocci il lafciarl . Proccur quegli di fare a queflo
conofcere per molti motivi la neceflt di reftarvi , e tep
pe rapprefentargliela in maniera , che ne rimafe appieno
perfuafo. Dilfe di lui prima di partire un mar di bene, e
l'innalz nella profetinone alle ftelle , Con tali vantaggio!?
principj facile gliriufe il cominciar fubito per pi d'uno
ad operare . N per l'opere che egli fece finenti il maeftro,
n perd punto del concetto favorevole , che aveva acqui
ltato y perch fi port in tutte bravamente . Pals dall'
opere private , che molte furono , alle pubbliche ; pofciach ne fece una nella fagreftia della Chielnuova rapprefen*

i7

DI

VINCENZIO

PELLEGRINI

tentante la Concezione . Altra ne fece nell'altar maggiore


della chiefa delle monache di S. Antonio , che rapprefenta
la Madonna col Bambino, che mette l'anello in dito a_>
S. Caterina . Altra ne fece per l'altar maggiore della chie
fa della compagnia della Morte ; e vi rapprefent la feda
lbienne d'Ognilfanti ,che effendovi ftata efpofta nel d io.
marzo del 1612. grande fu il concorl d'ogni forta di perIone , che ite erano a vederla , e grandiflimo l'applaufo ,
che ne ebbe , quantunque egli nell'averla ivi veduta non
ne foffe rimaf pienamente foddisfatto , e dicefle di vo
lerla ritoccare . Ad alcune altre trattanto egli allegra
mente lavorava ; perch giornalmente a difmifura la ftima
gli crefceva . Ma oim , che quefte lo fventurato non fin,
e fin peraltro di farne . Concioflech contratte avendo
diverfe amicizie d'onefte donne , e come elle tenevan feco
maggior corrifpondenza di quella , che in quel paefe trop
po delicato in fimil genere fi convenifle , fu il mifero nel
pi bel fiore degli anni , e negli 11. di dicembre degli an16 12 zidetti 161 2. barbaramente pergelofiada atroce , perfida,
'
e cruda mano ammazzato . E quefti furono , gli amari , e
acerbi frutti , che l'infelice giovine raccolfe innocente
mente da fua bellezza . Portoni il cadavere alla compagnia
della Morte , ed in quella chief coll'intervenimento di
tutti i confratelli con fontuofo funerale fu fepolto . Cos
due mefi , ed undici giorni dopo la morte del caro , ed
amato fuo maeftro , che nell'ultimo di ittembre dello ftef,
fo anno , conforme nella vita di Felice meglio, e pi dipin
tamente detto abbiamo mor , lo feguit in quel terribile,
e grande, comecch momentaneo viaggio lo fcolare . Gran
mormorio fi fece per la citt tutto quel giorno , e gran_
difpiacere apport a' parenti , agli amici , ed a tutti gli
onefti uomini il barbaro cafo , di cui variamente fi difcorfe,
ma fempre con fomma compaflone per molti mefi . N fi
rima/ di far rigorofo proceffo la Giuftizia , che precett ,

PITTORE.

177

clamin, carcer quantit di perlne d'ogni condizione,


c mite flfopra il paete . Non lafci figli, perch non ebbe
moglie : Non lafci fcolari di grido , perch non ci ebbe
tempo : Non lafci groffi avanzi , perch generofamentc
/pendeva per nobilmente trattarfi ; ed era ne' prezzi cos
maneggevole, e facile, che non li limit mai ad alcuno;
c flo quel che gli fi dava con ugual gradimento indifferen
temente prendeva . Era oltre all'effer bello alfai eloquente,
faporito , e faceto nel parlare , non parlava mai male d'
alcuno , e faceva ftima di tutti . Aveva genio particola
re co' virtuofi , e ficcome egli cercava di converfare con_j
loro, effi bramavano la con verlazione di lui . Sapeva cos
ben vivere , ed aveva tuttocch giovine tal prudenza nel
trattare , che non difguft mai alcuno , ned alcuno ebbe
mai alcuna minima occafione di lamentarli di lui . A tante
belle qualit s'aggiugneva il non prefumere , e la modeftia, che in tali foggetti ammirabile, e rara. E pure
con tutte quefle dov violentemente morire; e parlari
di lui diverfi manuferitti , e nelle loro opere impreffe il
P. Morelli , e '1 P. Orlandi .

DI CESARE FRANCHI PITTORE.

Ovendo di Cefare Franchi come pittor Pe


rugino Icriver la vita non s con quali pa
role, odifcuf, odibiafimo, odifdegno, odi piet, odi colpa, odi pena,
la deggia cominciare . Imperocch il fine
Urano , e lugubre , con cui egli termin
mileramente i fuoi giorni mi davan giufto motivo d'occul
tare lue glorie, e pi conveniente mi pareva tacere di que
fte , che fcoprir quello , per effere pi lodevole l'afcondere
i vizzi degli uomini , che '1 palefarne le virt. E quefta cre-^
Z
do

178

DI

CESARE

FRANCHI

do fia (lata la cagione s che niuno Scrittore dall'Alefl in_,


fuori , che ne' fuoi elogj lo rammemora ne abbia favella
to . Ma mcntrecch cos ftava dubbiofo penfando , e ripenfando al fatal cafo , mi venne ancora in penfiero , che
n carcere , n fune , n remo , n mannaja , ne capeftro ,
ma la fola qualit del delitto infama i delinquenti , rifolvetti di fcriverla , dacch il fatto merita tutta la compaffione. D'affai ci vii parentado, e d'oneftiflmi genitori
1580 do,
vennee egli
pi preffo
perifpaflo,
agli anni
e divertimento
15S0. alla luce
, chediper
quefto
profetino
monne , e bifgno cominci in occafione d'altri fuoi ftudj quel
lo eziandio del difegno fo'tto la direzione di Giulio Cefre
Angeli per puro genio . Difegn per quattro , o cinque
anni continuamente fenza toccar mai pennello , perch v'
aveva avverfione ; e difegnava gi cos bene , che allo fteA
fo maeftro fembrava , che non fi poteffe difegnar meglio .
Onde non folo il maeftro , ma gli altri condifcepoli , gli
amici tutti , e gli fteffi genitori ogni giorno il rampogna
vano , perch egli con cos bei fondamenti non piglialfe
qualche pratica de' colori; e per metterlo al punto, gli
dicevano , che non vi farebbe riufeito . Piccato egli alta
mente di ci, perch n capacit , nfpirito, nfantafia
gli mancavano fi provide di tavolozza , e di pennelli , e
principi a lavorare . Super in poco tempo tutti gli altri
feohr ; e lo ftelfo maeftro ne aveva fggezione per lo
non ordinario applaufo , ch'e' generalmente ne riportava.
Ma come tra gli altri molti doni , che gli aveva compar
liti natura il pi raro era forfe quello della vifta acutilTma
fi diede a dipgnere in piccole tele figure minutiffime cos
ben ricercate , corrette , e finite , che in cotal genere non
ha avuti forfe mai competitori , ed eguali . Prefevi poi
tanto gufto , e con tanta applicazion lavorava , che ne dipinfe moltiffime, falirono a prezzi immenfi , e chiunque
aver ne poteva , ne teneva pi conto , che delle gioje~ .

PITTORE.
Era ardito , c bravo , ed all'ardire , e alla bravura_,
dell'animo s'aggiugneva la gagliardia , e la robuftezza del
corpo ; era prefto di mano , di natura fiero , e puntigliofo , e piucch non conveniva altiero , fantaftico , e bizzar
ro , ma altrettanto onorato , generofo , e fincero . Avven
ne un giorno di carnovale , in cui il dopo pranzo a Perugia,
come nel mondo cattolico altrove, fi fan le mafehere; e quefte non pure in elfa , ma in qualche altra citt coftumano di
parlare in chi s'avvengono, lo che veramente affai mal fat
to, e detegabile . N fi dovrebbe in verun conto permettere
a gente traveftita , e fconofeiuta neppur rappreffarfi alla co.
gnira , che cammina pel fatto fuo. Avvenne dilli , che Cefire s'incontr in una , che con motti alquanto pungenti , ed
improprj l'offefe . Egli che caldo era, erifentito, con
forme gi accennai , moffo anche dal caldo della ragione
pi pungentemente le rifpofe , e d'una parola paffando in
un altra tanto fi ribaldarono , che Cefare portato dall'ira
a' colpi di pugnale l'uccife . N l'aveva ancor rimeflo nel
la guaina , che fopraggiunti gli sbirri l'arreftarono , ed
il condulfer prigione . Effondo pubblico il fatto veduto , e
riveduto da centina ja di perfone , e nel medefimo colto ,
e forprefo immediatamente lo confefs , e non guari dopo
fu condannato a morte . Giuntene cos inafpettata la nuo
va , che corf ognuno , ficcome aveva molte amicizie , e
non minori protezioni per ajutarlo ; e come prima della_,
condanna una fola farebbe ftata valevole a liberarlo, cos
tutte infieme non poterono dopo ch'ella era feguita. Non
fi defifteva nulla dimeno dal reiterare l'iftanze per ottener
gli te non la grazia , la fofpenfione almen della fentenza ,
e quindi col favore del tempo la diminuzion della pena :
ma ogni tentativo fu vano . Stava dunque la citt tutta in
moto, quando il fabbato mattina fi vide il palco colla_,
mannaja, fremeva la plebe, ed era gi armata per follevarfi , niuno per s'arrifehiava a far da capo . E mentreZ 2
che

i8o

DI CESARE FRANCHI PITTORE

che ella confumava il tempo nelle minacce , e ne' bisbigli


il manigoldo fece il fuo uffizio, ed il povero Cefare con in
dicibile intrepidezza , e coftanza fin in cotal lagrimevol
i6i5 guifa circa gli anni'1615. nel pi bel fiore dell'etaifuoi
giorni .
DI GIO: ANTONIO SCARAMUCCIA PITTORE.
Otto varj maeftri in Roma dopo che Gio:
Antonio lafci Perugia ove preflb agli an
ni 1580. nato era attefe fidamente , e di
genio alla pittura . E perch nacque ve
ramente pittore facile gli fu il divenire
in poco tempo valentuomo . Frequent
primieramente la fcuola d'Annibale , entr pofeia in_
altre , e fi ferm alla fine in quella del Roncalli , ma
gli ftudj principali li fece nella prima, e ftrinfe amici
zia con molti di quegli fcolari , e fpezialmente con.
Guido, che giufto allora v'era arrivato per defio di ri
vedere il maeftro , e le fue opere , bench egli pure*
maeftro gi foffe . Faceva Gianantonio a gara con tut
ti , e pitture , e difegni ; e come tutti avevano la medefima volont di renderli celebri , ognun d'effer pi cele
bre dell'altro fi credeva , le fuperava il compagno . Anda
vano fpeffo infieme a ditegnare in Vaticano le pitture di
Raffaello, n v'era ftatua antica , e moderna che nondiiegnaffero fol che foffe corretta tanto era il genio che ave
vano di imparare . Dipigneva egli francamente affai bene,
c gi (rato era alcun tempo fotto la direzione del fvrannomato Roncalli , quando gli cadde in penfiero di ritor
nare alla patria non per fermarvifi , ma per rivedere i pa
renti , e gli amici . Partito dunque da Roma , c giunto
in patria bramava ognuno di que' cittadini , che fi diletta
va di pittura di vederlo operare per chiarirli di ci a che
eoo

T>I G10: ANTONIO SCARAMUCCIA PT.

rSr

con tanto fuo vantaggio fparfb ne aveva la fama . Ebbe>


diverfe commefloni di diverfi quadri 5 ma ficcome in cuor
gli ftava troppo radicato l'amor verfo Roma , e degli ami
ci lafciativi impegnar non l volle con alcnno , e promite a
tutti partito che folle di foddisfarli , n vi fu modo d'
indurvelo prima . Ma mentrecch fi dilponeva alla par
tenza gli fopravvenne certa febbre, che quantunque leg
giera foffe non fe ne potea liberare , n Ce ne liber finch
non isfog in una lunga , e nojofa quartana . Prefe al
lora la tavolozza , e i pennelli ; e ne' giorni che incomo
dato non era dalla febbre cominci alquanto a lavorare , e
conduffe poi a fine alcuni quadretti per que' cittadini , che
pi gli premeva il fervire . Veduti quefti dagli altri , co
me ancor non lo lanciava la febbre , e che abborriva_
guai moftro l'ozio fervi effi pure . Non credibile l'applaul , che tutti gli intendenti gli fecero; ed acciocch
non penffle pi a partir dalla patria gli trovarono alcune
opere pubbliche , e gli propotero partiti vantaggio!! per
accafarfi . Guar frattanto della quartana , che l'aveva ale
rai mal ridotto , e per configlio de' medici , e periftiga21'on degli amici filafci finalmente condurre a divertirli
per ben rimetterti in falute in quelle diliziote , ed amene
campagne. Rimifevifi ben prefto, e torn fano, forte,
e robufto come era prima ; tanto che fi levava a boniflm'
ora di letto , mangiava , e beveva , andava a caccia , e__
faceva tenza incomodo , e tenza timore tutto ci , che fa
cevano gli altri . Stato cos per qualche mefe torn pofcia
a Perugia, efuron tali non le preghiere , e le fuppliche
ma le violenze , che gli fecero le monache di S. Lucia ,
che l'impegnarono al lavoro d'un quadro per la lor chiefa ;
ed quello appunto , che rapprefnta l'immaculata Con
cezione. Trattanto che lo faceva, pref moglie s'impe
gn in altri lavori non men pubblici , che privati, comin
ciarono a nafcere e' figli 9 e fi fcord affatto di Roma , ove
che

iSa

DI GIO: ANTONIO SCARAMUCCIA

che io fappia non fi vede alcuna Tua opera in pubblico .


Perch prima di partir non ve ne fece , e dopo furon tante
quelle che ebbe a far per Perugia , che molte , che gliefene
richiedevan di fuori, gli convenne rifiutare . Il fecondo im
pegno , che contrafte , ed a cui fu forzato prima d'ogni
altro a foddisfare fegu colle monache di S. Giuliana , le
quali onninamente vollero un quadro per un altare della_
lor chiefa a competenza di quelle di S. Lucia . Rappretentovvi Gio: Antonio , fecondo che dalle monache glie n'era
flato dato il foggetto S.Carlo in abito facerdotale, che in
contr l'intera foddisfazione non pur delle monache , ma
di tutti gli intendenti , e fi vede in uno di quegli altari pretentemente . Quindi mite mano al quadro dell'altar mag
giore della chief di S. Luca de' cavalieri Gerofblimitani ,
che de' pi belli, che abbia fatti, e vi effigi ilfanto
colla Madonna, e S.Giovanni. Altro ne dipinte per i
padri Carmelitani fcalzi ; e fu da effi collocato in un alta
re della lor chief . Altro ne color per i padri Domenicani
e v'efpreffe la Madonna del rofario con S. Caterina , e San
Domenico . Altro te ne vede nella piccola chiefa di Saru
Claudio coll'immagine del fanto , della beata Vergine, e
di S. Giuteppe . Due ve ne fono in duomo rapprefentante
l'uno la Madonna , S. Lorenzo , ed altri fanti , che ben
fi conofce dalla maniera , che di fua mano , tuttocch
non manchi chi lo contrafta , e l'altro la Madonna , e di
verto" altri fanti . Ma l'opera grande , che fece , e che
fupera tutte l'altre fi quella , che ognun pu vedere nel
la chiefa della fraternita di S. Francefco , ove in di ver fi
quadri ha rappretentate diverte azioni di Gefucrifto.
Quefte fon tutte l'opere fatte da Gio: Antonio per le_j
chiete di Perugia , n d'altre, che ve ne aveffe potu
te fare ho avuta not2a. So bene, che molte te ne tro
vano anche pretentemente per le cate , di cui non mi par
necelfario il dar contezza per non annojare con racconti
di

PITTORE.

iSj

di cote rinchiufe, che veder non fi poffono, quando fi vuo


le , il lettore. Era trattanto giunto alla vecchiaja, e con po
ca falute , perch all'altre fue indilpofizioni s'aggiungeva
la podagra che pi di efle , lo tormentava. E come non po
teva pi llare al cavalletto coll'applicazione , che brama
va, fi divertiva in fare accademie co' fiioi icolari , che_j
molti erano , e molto tra effi fpiccarono Luigi fuo figlio ,
i\ Cerrini , ed il Gifinondi , di due de' quali abbiam dato
minuto conto nel primo volume delle vite de' pittori mo
derni , e per eflere Perugini ne parleremo in queflo a Tuo
luogo riftrettamente , e del terzo copiofmente con diftinzione . Quindi crefcendo tempre pi la forza dell'indifpofizioni , e lcremando il vigore col crelcer degli anni non-
potendo refifterle gli convenne circa i to'jo.. dicedere-j^ i
e di morire . N ho potuto mai lpere ove fia ftato fe- ~
polio ; perch in niuna di quelle chiefe, le ne trova regiftro , ifcrizione , o memoria . Fanno bens degna comme
morazione di lui Io Scannelli , ed altri Icrittori , che in_
un con me renderan tmpre immortale il fo nome. Lafi
due figli , di cui fol'uno fi ritrov alla fua morte y per
ch il nominato Luigi ftava in quel tempo fuori a dipignere, e a farfi onore; e quefli ereditarono il medio
cre fuo capitale , che non poteva effer grande ; perch
era incontentabile nell'operare , e faceva , rifaceva , e__
disfaceva l'opere le continuamente . Era oltre ci generofo di natura , e ne' prezzi affai moderato a e tratta
bile , tanto pi cogli amici, che gli davano quel che__
volevano , e fpeffe fiate co' femplici regali fe la pausava
no . E ficcome in verun altro luogo dipinfe , che nella
patria, ove tutti effendo fuoi amici poco con ve n crede
re, che provveduta del blgnevole la caf , che lauta
mente provvedeva , gli potefle avanzare . Piacevagli mol
to eziandio la converfazione , e l'aver gente a tavola *
c il dopo pranzo > perch la mattina fi levava di buoniA

iS4

ni GIO:, ANTONIO SCARAMUCCIA P1T.

fim'ora , e ftava continuamente applicato , diceva che


niente di buono fapeva fare . Difgrazia , che general
mente quafi accade a tutti gli uomini di mente , che col
la mente deggiono operare . Si divertiva in quell'ore col
fiionoj perch varj ftrumenti fonava. Amava fuor di
modo la /hiettezza , e il parlar franco , lincero , ed
odiava cos fieramente le menzogne, che per una fla,
che detta le ne avefie qualche fuo fcolare , di pofta lo
cacciava di fcuola . Ebbe anche per altro ottimo natura
le , e coftume , ed aquefto, perch la piacevolezza, V
amenit, Iacortefia, e la grazia s'aggiugnevano ognuro
bramava di trattar feco , di fargli finezze, e di favorirlo.
And indi a non molto il figlio , che attendeva pi alle__
lettere , che alla pittura a trovare il fratello maggiore
Luigi, a cui portava fommo affetto, viffe in fu a compa
gnia non pochi anni , tuttocch rara Ila tra' fratelli la_
concordia , concordemente , e mor egli pure , per quel
che ho potuto fapere, febbene non con intera certezza ,
in Milano .
DI STEFANO

AMADE1

PITTORE.

Edefi il pi delle volte fare dagli olfervatori mifterj di quegli accidenti , che non li
meritano , e quel che puro caf s'attribuifce fvente a prodigio , ed a cof nota
bile , e fpeziola. Che non dilfero di Raf
faello , perch di venerd fanto nacque ,
e di venerd fanto fi mor ? E che dir dovrc' io di Stefano ,
che nacque ad 20. di gennajo dell'anno 1589. a mezza-*
notte , e nella medefima ora , e giorno , e mele mor nel
1644. ? Che abbian efl tratto da ci per Raffaello , e che
tratto ne abbiano i pofteri in due tecoli e pi , che corfi fo
no dopo dia morte niuno giunto finora a comprenderlo;
n

l STETANO AMADE1 PITTORE.

185

n nulla pi comprender pofs'io per Iftefano di ciocch


comprenderei , Te morto folfe in altro giorno. Altramen
te parla il cielo , quando fcioglie la lingua ; n mi fi laeia credere , che per un folo favelli , quando vuol favella
re , e che gli polfa effer grato , che gli uomini vadian inveftigando per limili Aorte vie le fue impenetrabili difpofizioni , ed i fuoi gelofi , e venerandi fegreti . Io per mej
non ho fatte mai tali olfervazioni , ed ho parlato di que
lla, che altri an fatta di Raftallo , e di Stefano, perch
fe capitanero mai nelle mani di coloro che dietro ad eff fi perdono quefli fogli , veggiano , e fappiano che niente
conchiudono , e buttano il tempo, che quel ricco tefro,
che non ha prezzo . E tornando all'intermeflo fl del rac
conto dir che '1 padre incamminato aveva Stefano per la
ftrada delle feienze , e delle lettere ; perch gli fece fare il
corfo della gramatica, e della rettoricaj e lo raccomand ad
un primario lettore dell'univerfit della patria per la filofofia,e per la matematica.Ma nel tempo fteffo,che da lui pren
deva le regole della profpettiva gli dava Giuliocefire An
geli , di cui abbiam gi fcritta la vita lezion di dilegno ,
e con quell'occafione imparava anche a colorire . Prefe_j
poi tal gufto ne' colori , che lafciato ogni altro Audio , folo
a queflo applicava j e come dipigneva per genio , e che
non tralafciava mai l'applicazione divenne ben prefto elper
to , e pratico quanto ogni altro di que' profeffori ; e di
letterato, di matematico, e di filofofo fi fece attuai pitto
re . Apr pubblica lcuoia , e giornalmente in cafa fi face
vano coll'intervenimento della primaria nobilt accademie
di difegno , n mai ella fi vide tanto dedita alla pittura ,
quanto allora , baftando dire , che Pabio della Corgna_j
fratello del duca , di cui fcriver la vita , fu uno de' molti
fuoi nobili fcolari , e l pregi d'efercitarla . Vedendofi
trattanto Stefano in cos fatta guif corteggiato , e diftintamente nell'anzidette accademie favorito dipigneva di
A a
vena,
.,

i86

DI

STEFANO

AMADE1

vena , e allegramente , fi faceva ben pagare , e molte__


opere fece per luoghi pubblici , e privati in Perugia non
meno , che fuori . Vedefi in S. Bernardino nella piazza di
S, Francefilo l'immagine d'Iddio padre diligentemente co
piata da lui in altra di Raffaello , che fu altrove trafportata dopoch fi lev dall'altar maggiore la celebre tavola_
dello ftelfo Raffaello, che rapprefimtava Ges in atto d*
effer condotto al fepolcro, effendovi prefentemente la co
pia , che d'ordine di chi volle in Roma l'originale ne fece
Giufeppe d'Arpino . Si vede nell' altar maggiore della_
chiefa delle convertite il quadro che rapprefenta il Salva
tore in figura d'ortolano , e Maddalena che '1 vuol tocca
re . Vedonfi a' lati dell'altar maggiore della chiefa del Ge
s due quadri rapprefentante l'uno la di lui nativit , ci'
altro l'adorazione de' magi . E tutti i quadri , che fi ve
dono nella cappella della Madonna del parto in S. Maria
nuova fon di fua mano . Ecco l'opere che m' riufcito
rinvenire nelle chiefe di quefto valentuomo , di cuinoro
poche fe ne trovano per lecafe, e cinque in quella degli
eredi , che ancor confervano un quaderno , ove egli le_j
regiftrava di mano in mano , che le faceva ; e ve te ne veggono regiftrate anche parecchie , che mand in diverfe
terre, e caftelli del territorio; e perch dice fol dove , e
non a chi ho ftimato foverchio il nominarle . Lavorava an
cora afli ben dipaftelli, e di ritratti; ed in quefti prefo
avea tanto grido , che fu fino chiamato a Roma per farne ;
e varj variamente ne fece nel tempo che vi fi trattenne .
Ma mentre ftava per partire , eche gi impegnato s'era^
con alcuni fuoi paefani amici alla partenza lo fece chiamare
una dama delle prime , e fattogli vedere un fuo figlio lo richiefe del ritratto, ch'ei in niun modo per l'impegno con
tratto di partire pot fare, Scufatofene dunque bellamente,
da lei con ogni civilt fiicenzi, bench nonne reftalfe
totalmente foddisfatta , Appena arrivato a Perugia , pre-

PITTOREfe una tela , cominci il ritratto; e lccome avea gi nella


mente ben impreffa l'idea del fembiante del figlio gli riufci
farlo fimile , ed alla dama immediatamente lo trafmite,
che non fo , fe ne rimanete , quando il vide , pi conten
ta , o frpref . Scriflegli lettere piene di ringraziamenti,
d'efprefloni , e di finezze , e le accompagn con ricco re
galo. Giunto egli era in tanto all'auge del credito , e del
la ftima, ed ognuno cercava d'elfergli amico, e d'interve
nire alle continue fue accademie , e nell'amene, e dotte
fue converfazioni , quando nella frefca et de' cinquanta
cinque anni gravemente di maligna febbre ammal , e con
rutti i rimedj , che cercarono di trovare e' medici , e con
tutte le medicine, che gli furon date , come quella di fue
malattie dovea effer l'ultima, con lentimenti di vero criftiano, e d'uomo onorato , e dabbene dopo ricevuti i fagramenti rend in detto anno , e giorno nel quattordicefimo i
del male lo fpirto a Iddio . Fu il cadavere portato di not-~
te a S. Maria nuova, ove la mattina feguente effendovi
ftato efpofto con fblenne funerale, coli' intervenimento
delle tre nobili confraternite , ad una delle quali era aggre
gato, e col concorfo di moltiflma gente d'ogni condizione
fu pofcia fepolto . Lafci pochi avanzi , quantunque gua
dagnato avefle molto , perch molto fpefe per nobilmente
trattarfi. Rimafero quefti a Giambatifta luo figlio, che in
et quafi decrepita mor ne' iS- i marzo del 17 io. , ed io
che l'ho conofciuto , e trattato poffo dire ch'era uomo di
molta capacit, di punto , e d'onore. Vive prefentemente Francefco fuo figlio mio buon amico , che effendofi affai
bene imparentato ha alcuni figli , e li mantiene di fue en
trate fenza aver uopo d'alcuno con decoro,

Aa 2

DI

i88
DI ANT0NMAR1A FABBRIZZI PITTORE .
Ifonava per Italia la fama non gi del
Cartaginefe Annibale , che col terrore 9
del nome , e colla bravura dell'armi la fe
tremare, ma d'Annibale Bolognefe , che
coll'armonia de' colori , e colla forza de'
pennelli la fece ftupire, quando la gio
vent Perugina incoraggiata anch'ella dal di lui valore*
correva in folla ad aggiugner feguaci , ed in Bologna , ed
in Roma alla fua fiorita , e celebre fcuola . Fuvvi tra quefti
Antonmaria , che abbandonata la patria , ove negli anni
1504 1594. nato era /nza altra guida , che del capriccio , e*
fenz'altra cognizion di pittura , che quella , che gli aveva
impreifa nell'animo il genio ; e giunto in Roma cerc del
fofpirato maeftro, e trovatolo francamente gli difle , che
egli elfer voleva non pur fuo difeepolo , ma fuo fervidore .
Piacque eflremamente ad Annibale l'ardito parlare del gio
vinetto , che non poteva aver compiuti dodici anni , e__
ben comprefe , che e' cercava d'imparare a dipignere , e
di mangiare . Interrogollo del nome , della patria , de'
genitori , del perch gli aveva lafciati , del quando era
partito , del come fi folfe per iftrada mantenuto , e di chi
'aveffe a lui indrizzato . Rendetegli minuto conto di tut
to Antonmaria , e prefbfi di lui per qualche tempo fpaffo
Annibale ora dicendogli , che non iftimava conveniente
il fidarfi d'uno , che non conofceva , ora che era troppo
giovine, edora che non aveva bi fogno n dipolari, n
di fervitori gli diede finalmente ad intendere , che rico.vrato l'avrebbe per alcun giorno di cortefia , quando por
tato gi era a ritenerlo lungamente leco dal genio. Unafola
fettimanct ri/pot il giovinetto , mibaja^ che mi riten
ga , perch mi porter in quella cos ben te , chefon piucch
feltro^ che non mi potr mandar'va , E di fatto talmente
* ,'
fi porr

DI ANT0NMAR1A FABBR1ZZ1 PITTORE.

189

fi port, che per attenzione , per diligenza , per affiduit , per affetto non ced , eincafa, enellafcuola in tut
to il tempo, che vi ftette ad alcuno , e tutti gli altri proccurava di fuperare . Impar ben prefto a difegnare , prefe
pratica de' colori , cerc d'imitar tmpre il maeftro , e
ne' tre anni , che viife , ed anche dopo , perch non volle
pi fggettarfi ad alcun altro . Ma come la volont pi
velocemente fenza paragone cammina della mano, era_
tanto portato da quella , che non potendola arrivar quefla
fvente fi fntiva rampognar dal maeftro , e dire , chej
troppo fi pregiudicava colla preftezza . S'ingegnava egli
piucch poteva di moderarli ; ma perch difficilmente fi
moderano i naturali difetti inavvedutamente fpeffo vi ri
cadeva ; e'quindi adivenne , che non divent quel fublime
valentuomo , che diventato farebbe . Fu non di meno
piucch mediocre , ed ebbe fe non per compita correzione
pel colorito, per la compofizione , e per la franchezza non
ordinario applaufo in patria non meno, che in ogni altro
luogo , ove dopo il fuo ritorno mand fue opere , giacch
non ho notizia alcuna di quelle , che prima di partire lafci in Roma . Partitone dunque , ed arrivato in Perugia
ebbe fubito da que' cittadini , e da que' religiofi molte,
e varie commeffioni . Gli ordinarono i padri di S. Dome
nico alcune opere a frefeo non meno che ad olio nella lor
chief , ed egli fopra la porta principale vi rapprefent il
fanto colla Madonna, ed altre immagini; e fecenella_j
cappella del fantiflmo Rofario due quadri a olio , ed altre
pitture a tempra . Ordinarongli un quadro i padri Bene
dettini per l'altare della cappella di S. Benedetto nella lor
chief , ed egli vi rapprefent il fanto. Gliene ordin un
altro il Curato di S. Stefano per un Altare di fua chief , e
vi rapprefent la beatiffima Vergine, S. Ottavio, e__
S. Apollonia . Volevano i padri minori offervanti del Mon
te far dipignere il primo chioftro del lor convento , e pre
feri-

190

DI ANT0NMAR1A FABBR1ZZI

ferirono ad altri profeffori , che vi concorrevano Antonmaria , che a frefco vi color alcune lunette . A frefco al
tres fece alcune pitture nella volta della chiefa della beata
Colomba a richieda di quelle monache . Altre ne fece nel
la cappella del Crocififfo della chiefa di S. Simone , ed
altre {pra la porta della fraternita del medefimo nome ,
ove fi vede dipinta la Madonna con altri fanti . Vedonfene
alcune nella volta dell'altar maggiore della chiefa di San_>
Fiorenzo , ed alcune in quella de' padri Gefuiti che rapprefentano due profeti. Era per tutte queft'opere falito
in credito , e pregio , ed a gara correvano i Religiofi
da lui per avere nelle lor chiefe qualche fua memoria ipezialmente quegli che le bramavano a frefco, in cui ve
ramente moftr gran pratica, e fu piucch in ogni altra_
cof , ammirabile . Meditavano i padri conventuali di San
Francefco , che hanno tante , e tanto belle , e rare pit
ture nella lor chiefa d'ornarne d'alcune anche il convento ,
ed in Antonmaria pofr la mira . Ma come egli impegnar
non fi volle a tutta l'opera , perch efl determinato ave
vano di fardipignere il fecondo chioflro dal medefimo,
vi dipinfe flo la prima delle cinque lunette , effendo l'al
tre quattro ftate dipinte da altri . Avevano i padri di San
Filippo fatti fare due quadri in Roma da Pietro da Corto
na per la lor chiefa , ed erano ftati collocati , l'uno nell'altar maggiore rapprefentante la Concezione, e l'altro nell'
altare della cappella vicina rapprefentante la nativit della
Madonna , ove impegnarono ad alcune pitture a frefco An
tonmaria . E mentrecch le ftava facendo lo richiefe il Magillraro , che adornar voleva Umilmente di pitture a frefco
alcune fhnze del palazzo , e l'impegn al lavora . Termin
quelle de' padri Filippini} ma non cominci quefte del Magiflrato, n so per qual cagione . So bene , che quelle , che
fece d'intorno alla sfera dell'orologio nella facciata dello
ileffo Palazzo furon da lui fatte prima, e che dentro di fat
te

pittore:
re da lui non fe ne trova alcuna . Correva in tanto l'an
no 164.9.1 e Antonmaria , che fi trovava in frefca et
ed in perfetta tlute aveva moltiffimi lavori per le mani,
ed andar doveva a farne alcuni a Todi , ed a Spoleto ;
quando di repente cadde ammalato, e talmente imper*
vers, e crebbe la forza del male , che add 24, di gi* 1649
gno vi rimat eftinto . Grande , ed univerfale fu il di- "
/piacere, allorch fi fparfe la nuova della fua morte; ma
maggiore di coloro , che per fua cagione reftaron delufi , perch aver non poteron la confolazione di veder,
ne cominciati , n finiti i lor lavori. Furongli fatte
iJ di fuflguente lblenni etquie nella chiefa di San Fran
cefco del Monte , ove bench abitaffe nella parrocchia
di S. Angelo in porta eburnea , fu portato , e tpolto il cadavere . Non fi fa che capitale latiaffe , n fe_
nveffe moglie , e figli , e chi fofler gli eredi E' certo pe
r che di tal cafato , io non ho conofeiuta mai alcuno ,
e che al pretnte in Perugia non v' . La/ci alcuni /colari , ma di quefti pure, o che morhTer giovani , oche
non meritalfero , che t ne favellante non reftata alcuna
memoria . Refter bens tmpre vivo il nome di fuo buon_
naturale, ecoftume; poicch era diflntereffatiffimo , ami
co dell'amico , affai caritativo , affettuofo ; e tutto cuore ,
DI FABIO DELLA CORGNA PITTORE,
ED ARCHITETTO CIVILE, E MILITARE.
Iftinte lodi meritaron tmpre mai que' ca
valieri 5 che o non volendo , o non po
tendo moftrare il valore in guerra viva >
che veramente fi il lor meftiere , o nelle
belle lettere lomoftrano, o nelle filofofiche faenze , o nelle arti nobili. Fa tra_.
quefti bench dopo i trent'anni alcuni ne paflalfe , come di
r , in militari etrcizzj , non piccol numero il noftro Fa
bio a

ioa

DI FABIO DELLA CORGNA

i6*oo bio, che nato circa i 1600. prete da giovinetto tal girtlo
" 1 " fotto la direzione di Stefano Amadei al difegno, che s'
invagh poi a poco a poco de' colori , e quindi intenfibilmente per gara anche d'altri cavalieri ^ che allora di tale
applicazione tetto la fcorta dello ftelfo Amadei , ficcome
nella di lui vita detto abbiamo , fi dilettavano , divenne
cos efperto, che non cedeva in Perugia ad alcun profeflre . Dipintevi dunque da maeftro diverfi quadri a olio,
e ne regal diverfi amici , e dipinte varie opere a frefco
nel nobile , e bel palazzo di Caftiglione feudo del duca fuo
fratello fituato conforme altrove abbiam detto , nelle va
ghe , ed amene fpiagge del Trafimeno. Vedontene alcune
ad olio non meno , che a frefco anche ne' palagj , e nelle
chiefe di Roma , ove dimor non poco dopoch lafci la_
fcuola del maeftro . te ne vedeva fpezialmente una in un
altare d'una cappella a S. Caterina da Siena di Montemagnanapoli , che rappretentava alcuni angeli con alcuni
puttini, e diverte tefte di cherubini vagamente coloriti,
ed affai benditegnati da lui , che non ho potuto fapcre ove
pretentemente fi fia . N quefta era la fola qualit , che_j
adornava la tea nobil perfna , perch teneva ugualmente
bene in mano la fpada , che la penna , fapeva a maraviglia
maneggiar cavalli , aveva fatto Audio particolare nell'iftorie tegre , e profane , intendeva d'architettura civile , e mi
litare , non gli giungevan nuovi i problemi matematici ,
e dir fi poteva piucch infarinato nelle buone filoffie . A
tante belle virt s'aggiungeva la modeftia del portamento ,
la moderazione dell'animo , la gentilezza del tratto , "1'
amenit del difcorfo, la grazia del rappretentare il va
lore , la generofit , ed il genio di beneficare . E pu
re un foggetto cos meritevole ornato di tanti fregj ,
dotato di tante prerogative, e pieno di tante grazie*,
quante io ne ho fin ora narrate o Dio dov nel pi bel
!^4i> fiore quafi degli anni morire, e mor ne' 1645. fnzach
1 .
ab-

PITTORE, ED ARCttTETfo C1V. E M1L.

i9

abbia mai potuto fapere ne dove , ne come , n di che .


So bene , che effendofi finalmente annojato di dipignere ,
e d'applicare a ogni altro ftudio and a militare in Un
gheria , dove effendofi in varie vive azioni valorofmente
portato Tali ai primi gradi , e fenza dubbio anche agli ulti
mi falito farebbe , fe '1 duca , che fnza fucceffion fi vedeva
noi avelfe richiamato per accanarlo , e l'accas con donna
Mariamaddalena Gaetani Romana . Ebbevi delibo, una
figlia, che ad 30. di novembre fu da Scipion della Penna'
battezzata col nome di Jacopacicilia a Caftiglione effendo
ftato compare il cardinal Benedetto Monaldi Baldefchi , e
comare la marchefa di Balilica , conforme in que' libri bat
telimali , donde tratta fi la notizia anche prefentemente fi
pu vedere. Se v'aveffe altri figli , e quando , ed in che fta
to morigero io non lo Co , quantunque probabilmente cre
der poffa, che de' mafchi vivo alcuno non ne lafciaffe.Compofe negli ozzi matrimoniali un poema cantando l'eroiche
gefte del grande Aleffandro, ed altri poetici componimenti
fi farebber veduti, te del 1642. non ne folfe ftato dalla guer
ra , che cominci tra Urbano Vili. , il duca di Parma , di
Modena , i Veneziani , ed il Granduca diftratto , nel cui
tempo sfid il Comandante, perch rend Caftiglione . Sofcriflefi ad 3 1. marzo del 1644. la pace, mor ad 29. luglio
dello ftelfo anno Urbano,e mefi prima, ed in fine del 1643 .
per quel che ho potuto combinare , e raccorre credo egli
pure , ficcome ho fopra accennato , morifle , e ficcome il.
P. Oldoini di lui con encomj favellando fi pu dir,che confermi.Tenne diverfi giovani al fuo fervizio allorch dipigneva , perch molti per farfi di tutto punto fervir ne voleva ,
ma l'Ercolanetti folo, di cui fcriver la vita ne ufc ad onore.N nulla pi poffo di verit narrare de' fatti di quefto ca
valiere tuttocch pi affai per le molte,e molte ricerche fat
te, che maggiori per me non fi potevan fare,mi credeva po
terne dire3e pi aliai avr forfe affettato fentirne il lettore.
B b
VI

DI GIANFRANCESCO BASSOTTI PITTORE .


Erun pittor Perugino trattone Pietro Vannucci ha operato in Perugia piucch Gianfrancefco , e verun altro forfe ha avuti per
dipendenza , per afcendenza , e per trafverfalit nel parentado pittori pi di lui .
Imperocch pittore fu l'avolo , che d'Affili
li trasfer ad abitare in Perugia . Di pittura fi dilett il pa
dre , quantunque non l'efercitalfe, figlia di pittore fu la ma
dre , e dalla forella ne venne Pietro Montan ini , che avuti i
principj da lui divenne nella profeffione quel valentuomo ,
che l'opere fue lo dimoftrano , e che io nello fcriverne a_
tempo, e luogo la vita proccurer d'annoverare , ficcome
annoverer ora quelle di Gianfrancefco , dacch accinto
1600 mi fono a fcriver la fua . Nacque egli circa gli anni 1600.,
" e fu dell'et di fette in otto meffo dal padre , che era affai
giovine alla profeffione fotto la difciplina dell'avo . Mor
uefti qualche tempo dopo , e quando Gianfrancefco , gi
itegnava , copiava, e cominciato avea a dipigner d'in
venzione . E come il padre lo vedeva alfai applicato , e
pieno di delderio d'abilitarfi fim fuo vantaggio d'allon
tanarlo dalla patria , ove contro lui gi l'invidia di qual
che altro profeffor coetaneo fortemente s'armava , e lo
mand a Roma . Da chi ivi andaffe a ftudio noi ho potuto
rinvenir di ficuro , fo bene che parecchi anni vi dimor , e
che non perd tempo , perch ritorn in Perugia maeftro . Nulla prima di fuo ritorno vi fi era veduto ; poich
nulla mai rimandato aveva n al padre, n agli amici,
tuttocch fovente ne l'aveffer richiefto, e tutti e' dilettan
ti , ed i profelfori arrivato che fu ne llavano con anfiet ,
ed in attenzione . Ebbe molte richiefte da' cittadini , e__>
ne ebbe ancora da' Religiol , ed egli che fcaltro , accorto,
c deliro non men che franco , pratico, e bravo pittore s'
r ...
era

DI GIANFRANCESCO BASSOTTI P1T.

i9s

era fatto in Roma ricus fu quel principio l'opere private,


s'appigli alle pubbliche , e fece un quadro per le conver
tite in cui rapprefent S. Domenico di Soriano , che fi con
frva nella lor chiefa . Fecene un altro per la chiefa delSuftiraggio, e vi rapprefent la Madonna con alcuni fratelli
della compagnia. Altro ne fece per la chiefa della Madonna
del popolo , e vi rapprefent la Nunziata. Vedefi nell'altar
maggiore della chiefa delle monache di S. Agnefe un qua
dro con Gefucrifto fvenuto , che fu fatto da lui . Nell'altar
maggiore parimente della chiefa delle monache di S. Lucia
fi vede il quadro di S. Agoftino fatto fimilmente da lui .
Ed altro fe ne vede nell'altare della chiefina del Collegio
oradino, che opera fua . Opera fua fi lo ftendardo ,
che fi conferva nella chiefa di S. Baftiano alla Conca , in_
cui efpreffe con altri anche l'effigie del fanto . Opere fie
fono i quadri dell'altar maggiore , e dell'altare del croci
fitto nella chiefa di S. Maria degli aratri . Ed opere file fon
le lunette dipinte a frefco nell'oratorio della confraternita
di S. Benedetto . Dipinf nella chiefa di S. Giambatifta al
borgo di S. Antonio la nativit del finto . Dipinfe in un_
altare della chiefa di S. Angelo al monte di Porta fole la
Nunziata . E dipinfe nell'altare della congregazione degli
fcolari della feconda , e terza fcuola al collegio de' Gefui-.
ti la concezion di Maria . Se tanto oper in patria pel
pubblico, quanto ho io finora rammentato, non meno cer
tamente operar volle pel privato . Imperocch molte caf
vi fono , che an fue memorie ; e f tante ne lafci a' concit-*
tadini , non meno ne mand agli amici di fuori , pe' quali
lavorava continuamente , ed alcune degli uni , e degli altri
rimafero alla morte fua imperfette , che dagli eredi dopo ,
bench non finite a caro prezzo furon vendute a chi bramava
d'averne, e non ne avea potuto avere per le continue conv
mefloni, che giornalmente ora da un luogo , ora da un_
altro gli eran date oltre quelle , che da' Perugini riceveva,
Bb 2
che

196

DI G1ANFRANCESC0 BASSOTTI P1T.

che non eran poche . Cadde in tanto non fo diqual male_j


il poverino ch'era gi dalla riffa applicazion confumato in
fermo , e refifter non potendo alla fua forza da quell'uomo
dabbene che era viffuto tutto nel voler di Dio ralfegnato
C65 gli rendette preffo agli anni 1665. lo fpirito , e non hopotutofapere, ove foffe fepolto. Era di mediocre ftatura_j
ma in ogni parte proporzionata , d'afpetto non molto bel
lo , ma gioviale , avvenente, e graziofo . Parlava poco ,
e pefato , e quantunque amaffe l'allegria pareva ferio, e
malinconico. Aveva legge vera d'amicizia, e preferiva^
qualunque lo vantaggio a quel degli amici. Non fapeva
che foffe intereffe ma con chi cercato aveffe d'ingannarlo,
come affai ben conofceva il fatto fuo , e quello degli altri
s'alterava di maniera , che dava in furie , ed in efcande*
ftenze . Faceva fmmo conto della parola , e dir fbleva_j
fpeffe fiate che pi della fteffa vita la ftimava . Regiftrava
perci in un libro , che teneva tmpre ferrato le commeffioni , che di mano in mano ricevea , e vi notava le giornate,
u una ne farebbe paffata oltre quella in cui prometteva di
compier l'opera . Compativa fuor di modo la povert, e
diftribuiva fegatamente groffe limofne j e quando /ntiva
allorch ftava a tavola picchiare i poveri , a tutti la dava_
indifpenfabilmente , e tanti ve ne concorrevano , che Ce ne
vedevan fmpre molti avanti la porta . Poco capitale per
lafci agli eredi , che quali foffero a me non noto, e_>
niuno /colare ufc di fua /cuoia /alvo Annibale Leonzi,
di cui pure fcriver la vita , ed il fovrammentovato Pietro,
che degni ien di memoria *

JDi

DI

FRANCESCO
ARCHITETTO

GROTTI

CIVILE.

Arie belle prerogative d'animo non men


che di corpo avea Francefco , e da buon
cittadino qual egli era applicava per non
iftare oziofb a quelle arti nobili , a cui
applicar dee ogni uomo di fpirito , ben
nato , e civile per diftinguerfi dagli fcemi , e plebei. Scelte egli dopo eflerc ftato qualch' an
no alla fcuola della geometria , e dei ditegno, e che i
ebbe fatto il corfo della gramatica , e della retorica-quella fpezialmente dell'architettura , e fu fin dalla nafeita teguita a' 9. di giugno del 1604. cos bene edu
cato da' genitori , che tratt tmpre nobilmente, n al
tra converfazione volle , che quella de' nobili . Cercava
continuamente virtuofi foggetti , co* quali poi s'accompa
gnava , n fi vedeva mai camminare con perfone inferiori .
Sentimenti di vero, che dovrebbero aver tutti coloro,
che nati fono con qualche diftinzione per ben apprendere
a vivere , ed a trattare . Imperocch dalla gente ignoran
te , e di dozzina null'altro imparar fi pu , cheinfipidezze , (lorte maflme , e inciviltadi . E come tanto il male
quanto il bene anche non volendo intnfibilmente col vede
re , col fentire , col praticare s'imprime , molto fi convie
ne ftare oculato, e guardingo nel converfare per non em
pierli tenza accorgertene di difetti . In cotal guifa incam
minato faceva continuamente difegni di fabbriche , ed al
tri ne andava raccogliendo fecondo che l'occafione gli ca
pitava . Comperava quadri , medaglie , ftatuette , ed al
tre cote di cotal genere 3 e ne aveva fatto un piccol muto .
Si

i9%

DJ FRANCESCO

GROTTI

Si dilettava d'ottica , ed occhiali , lenti , telofcopj ,


e microfcopj raunava . Cercava libri rari , e li fapeva_
fcerre , perch li conofceva . Di matematici ftnimenti
niuno in citt lo paffava Intendeva d'aritmetica al pari d'
ogni altro , n ignorava l'agrimenfura ; ed il fenno da_*
concepire , diftinguere , ed inventare non gli mancava .
N da tali applicazioni con altro fi divertiva , che coli'
andar qualche giorno in campagna , ed in qualch'altro a
pafleggiare la fera . Ruppefi finalmente per le gi nate__
amarezze tra Urbano Vili, il duca di Parma , di Mode
na , i Veneziani , ed il Granduca l'altrove accennata^
guerra j e fu Francefco in varj luoghi con varie impor
tanti fpedizioni da' parenti di S. S. impiegato . N fi*
ni colla guerra la corrifpondenza , ed il carteggio , che
intraprefo avea con que' Principi; perch dur fino al
la morte d'alcun di loro , e in grofl mazzi conferv
egli le lettere fino alla fua. Era allora amico fuo ftretto , e confidente il Padre Inquifitore del S. Uffizio, e
gi meditava di voler fare una nuova fabbrica unita al
convento di S. Domenico per fervigio del tribunale,
quando con lui quefta fua intenzion confer ; ed aven
done poi tra loro pi volte dilcorfo riconobbero unita
mente il fito, e Francefco ne fece il difegno . Lo mo
rir il P. Inquifitore ad alcuni intendenti fuoi amici , ed a'
primarj capomaftri , da' quali effendo ftato approvato fi
mife fubito mano al lavoro , e colla fua direzione , ed affiftenza felicemente fi termin ; ed una ben intef , ben
divif , e ben illuminata fabbrica con ampio cortile^ 5
e giardino , e con que' comodi , che efalteran tempre
l'ingegno , il giudizio , e la maeftria dell'autore . Creb
be ei pofiria molto di Mima , e di credito non folo in-
patria , ma fuori ; e fol le occafioni gli mancavano per
mettere in opera i fiioi degni penfieri , e le fue belle fati
che . Pervenirgliene alla fine in gran copia j perch ebbe.

ARCHITETTO

CIVILE.^

109

ordine dalla corte di Roma d'andare a far la pianta della_,


citt di Gubbio , e la fece . Ebbe ordine dal Magiftrato di
Perugia d'andar a far quella del vafto fuo territorio , e fe
ne confervarono nella Prioral cancelleria col fuo nome le
copie . Fu chiamato da alcuni cavalieri per alcune fabbri
che in Romagna j e vi fi ferm molto tempo . And a Bo,r
Iogna, and a Ferrara , ed ivi pure fi trattenne non poco .
Quindi tornato in patria fe ne ftava notte , e d ora ad una
cofii, ora ad un altra continuamente applicato; e come
abitava in un de' buoni fiti della citt , che per belle ve
dute a poche cede , avea aggiuntata una civile , e co
moda cafa con fonte , e giardino , e quivi sfogava il
fuo bel genio di fabbricare , dacch impiegar non lo
poteva pi in benefizio degli altri . S'andava per trat
tanto invecchiando , e cominciava col crefcer degli an
ni a fcemar di compiendone , e di falute : cadde ne'
1679. gravemente ammalato , ed a' 17. di febbrajo rend
dopo aver ricevuti con fegni di vera raffegnazione i lagramenti , lo fpirito a Iddio . Fu il cadavero portato
a Santa Maria nuova, ed ivi dopo onefto, e civil mor
torio nella fepoltura de' fuoi antenati collocato . Era_,
egli piccolo di corpo , ma in ogni fua parte proporziona
to , d'aggradevol afpetto , bianco , e roflo di volto , e__>
di crine tutto canuto . Veftiva per lo pi di nero , ma at
tillato , e pulito. Aveva buon naturale , e coftume , e
per la fua avvenenza , e pel fuo bel difcorfo tramif^hiato
di ferie erudizioni , ed alle volte di faporite facezie ognun
di lui cercava , ognun lo bramava . Soleva allora la gio
vent nobile fare nel carnovale per divertirfi delle comme
die, ne veruna fe ne fece che non vi recitale anche Francefco . Lafci tre figli uno de' due mafchi mor giovinetto,
e l'altro effendofi tirato innanzi per la via Ecclefiaftica
Sacerdote , e vive prefentemente , e molto tempo viffuta
la femmina, che in et giovanile veft l'abito di S. Bene
detto

fico

DJ FRANCESCO GROTTI ARCE. CIV.

detto nel moniftero di S. Margherita , dove pofcia ella


pure mor .
DI GIO: DOMENICO CERRIN1 PITTORE .
Art) Gio: Domenico di Perugia , ove ne
gli anni 1609. ad 24. d'ottobre nato era
in et giovinile dopo efferf trattenuto
nella fcuola di Gianantonio Scaramuccia
per qualche tempo ad imparar la profeffone , e fi trasfer con Luigi di lui figlio
in Roma . Ebbe prima per fuo direttore il celebre Guido ,
e partito Guido s'appoggi a Domenichino non men cele
bre di lui . Fecevi non ordinario profitto , e molte opere
vi dipinfe a frefco , ad olio , a guazzo , per le quali meri
t la croce di cavaliere ; e fu da indi in poi chiamato tem
pre il Cavalier Perugino , ne con altro nome s'intefe . Va
rie altre ne dipinfe per Perugia , e pi te ne vedono per le
cafe , che per le chiefe . And a Firenze , parl per ca
gione di Guido affai rifentito al Cortona , ritorn a Ro
ma , e s'incammin verfo Napoli . Stettevi qualche tem
po , e ritorn pofcia a Roma , ove aggravato dagli anni
ne' 168 1. add 30. d'aprile vi lafci la vita . Non prefe_
168 1 mai moglie, ne volle mai giovani in fua fcuola , perch
am fempre la libert ; e forte dubitava di non fare con
loro il debito , che gli correva. Fu di buon naturale,
ecoftume, di bello, e nobile afpetto, eloquente, e__>
generofo . Rimafe dopo lui in Perugia Tommafo fuo fra
tello carnale , che era negoziante di gioje , e per non aver
figli lafci tutto il fuo a' padri della Miffione , e vi fond
la caf . E rimettendo chiunque curiofo fofl di maggiori,
e pi efatte notizie della vita di quefto valentuomo al pri
mo volume delle vite de' pittori moderni , in cui fu da me
diffufamente fcritta la terminer in quefto lenza pi par
larne, e diffondermi
DI

20 1
DI PIETRO STRAPPA ARCHITETTO CIVILE .
Elfuna memoria ho potuto trovare di Pie
tro , n in Perugia , dove fi fuppone effer
nato , n in Milano , ove fi crede eflef
morto , ed aver molto nelle materie ar
chitettoniche operato . Certo che negli
anni 1664. viveva , perch ne' medefimi
addi 17. d'agofto fu ammeffo in Roma nell'accademia di
S . Luca per quel che fi vede nel catalogo del centefimo impreflvi ne' 1696. da Gianfrancefco Buagni, in cui tra gli
altri accademici defcritto , e per Perugino nominato . d
io, che d'averne facilmente precife notizie , comedi profeffore moderno , e celebre , m'era fui bel principio di quefte mie fatiche ideato , l'andai allora cercando alla ftracca.
Quando poi me ne dovei lervire rinnovai con premura agli
amici , cui data ne aveva incumbenza , le richiefte , ma_
indarno , poich nulla mai fi trovato . Fecine da me
ftelfo negli anni addietro, che tornai a Perugia efatta ri
cerca, fcriflne, e fecine fcrivere pi , e pi volte a Mila
no cercaronfi, e ricercaronfi nell'archivio i libri , ed i
regiftri dell'anzidetta accademia, e tmpre colla medefima forte, perch niente mai fi rinvenuto. Parlarne alla
fine replicatamente a' profeflbri pi vecchi di Roma foreftieri non men che Romani , e fblo il cavalier Rufconi mi
difiTe d'averlo conofeiuto, e d'averne quando viveva fentito tempre parlar con iftima , e con vantaggio . Crede
va, che in et fettuagenaria circa gli anni 1680. pote(fe__ 168
effer morto fenza per fper precifamente dove , e fenz'
avermi mai , tuttoch fovente richiefto ne l'abbia a ricer
carne la memoria, detto altro di pi , che conferir poffa
a tal mia iftanza . Conchiuder dunque , che fe fettuagenario ne' mentovati anni mor 9 ne' 1610, dovette elfer na- 161
to, e finir il racconto .
. j
Ce

DI

202
Bl

PAOLO GISMONDl
PITTORE.

Ari fono i fanciulli , che nel cominciar a;


maneggiar la penna per imparare a fcrivere non la maneggino eziandio per far
rabefchi 9, e figure nelle carte ; ma pi
rari fon quelli che. con buona dilpofizion la maneggiano.. Ond' che gli fcrit.
tori delle vite, de* pittori ci an di non pochi tal inclinazion
rammentata j, ma pochi furon quegli, che ne ufciron ad
onore ,. perch fenza confiderazione alcuna la maneggia
rono . Prima di maneggiarla cominci il noftro Paolo cir161 2 ca l'et di tre anni, dacch intorno a' 1612. nato era , a
'
dilgnarle. nel pavimento col calcinaccio, che dalle pareti
interne d'una ftanza, che. fi. lcroflava lventemente cade
va .. Qfferv il padre pi , e. pi volte l'operazioni del fi
glio , e non ordinario, diletto fe ne prendeva nel vederlo
graziofmente operare . Quindi mandatolo a lcuoia per
farlo imparare a leggere , e. a fcrivere ,, lafci di ditegnar
col calcinaccio,, e. di/gnava colla penna ,. e crefciuto in_*
et non difegnava pi. qual fanciullo fenza lcorta , e /nza
guida,, ma dilgnava le immagini ,, che ne' quadri , che
aveva in cafa gli parevan pi colorite , e pi belle .. Fecele
il padre vedere a certo pittore fuo amico , che quantunque
non aveffe gran cognizione, di pittura , conobbe per la_
buona difpofizione , ed il bel genio del fanciullo; edelrt l'uno a lafciarlo continuare , ed anim l'altro alla con
tinuazione .. Dipigneva allora con credito, e grido Gio:
Antonio Scaramuccia in Perugia ed aveva anche , ficcome nella vita fua narrato abbiamo, una fiorita lcuoia , a lui
pens il padre col configlio deiramico. di raccomandarlo ,
e condottogliele un giorno, lo mil. fotto fua direzio
ne . Stettevi qualch'anno e finch capit nella fcuola_
un

DI PAOLO G1SM0ND1 PTTORE .

soj

un quadro , che mandato aveva allora di Roma Pie


tro da Cortona . Vedutolo , e rivedutolo tanto pi il ve
deva , quanto meno fziar fi poteva di vederlo ; msu
niente gli recava maraviglia maggior che il colore , a cui
piucch a ogni altra qualit pittorefca il giovine inclinava .
Torn a cala , edilfe al padre, che ei voleva onninamente
partir di Perugia , ed andare a trovare a Roma il Corto
na , perch credeva , che miglior maeftro per dirigerlo
fecondo il fuoguflo non fi poteffe dare , e gli raccont il
cafo del quadro . Volle fentir il padre prima d dargli Ih
cenza il parere di Gio: Antonio , che anzi di diffuaderlo
ce lo ftimol fol che avefle avuto modo da mantenervelo
Part dunque il figlio con diverfe efficaci lettere di racco
mandazione degli amici del padre , che lo raccomanda
vano a' loro di Roma ; ed arrivatovi fu fubito da efl fatto
conofcere al Cortona, ed introdotto nella fua fcuola__,.
Ebbe fu quel principio dal gran maeftro molte , e mol
te iftruzioni , e di mano in mano glie ne dava fecondo il
bifogno, giacch lo vedeva capaciflmo , e tutto difpofto
a divenir valentuomo . Fatti gi aveva alcuni quadretti d'
invenzione , quando lo condulfe feco il maeftro in alcune
fue opere a lavorare; ed allora meglio s^imbevve del dipignerea frefco , e lo fteffo maeflro il propo/ in varj lavori
di non piccola confidcrazione . Dipinfe d'ordine del car
dinal Barberini la tribuna della chiefa di S. Agata a' Mon
ti , ed i quadri nella navata di mezzo . Dipinfe d'ordine
del cardinal Rafponi la fffitta, e le mura interne d'intorno
intorno alla chiefa di S. Giovanni avanti Porta latina , del-,
la cui opera fa degna menzione nella ftoria della medefima
chiefa il Crefcimbeni . Dipinfe d'ordine del principe Panfl j la volta della fagreftia di S. Agnefe in Piazza navona .
E dipinfe in altre chief , ed in parecchie cafe , ed acquiftato aveva tanto grido , che gli accademici di S. Luca_,
l'ammifero ne' 19. di febbrajo del 1 658. nell'accademia.
Ce z
Tor

.204

VI PJ0L0 G1SM0ND1 VITTORE l

Torn pofcia in patria , ove fi trattenne qualche tempo


prima di ritornare a Roma , e color alcuni quadri , che
fi vedono in quelle chiefe , ficcome or ora narrer , ma_
non ho potuto fpere fe ivi tutti li colorifle , o parte ve ne
mandafle belli , e coloriti dopo eflerne partito . Vedetene
uno, che rapprefenta la Madonna, S. Filippo, e molti
angeli in atto di fonare alcuni ftrumenti nell'oratorio de'
padri Filippini . Altro fe ne vede nella chiefa di S. Anto
nio abate in Porta fole coll'immagine del fanto . Altro ne
anno i padri Agoftiniani , ed alcune fue pitture fono anche
nella chiefa delle Cappuccine . And a Napoli , e poco vi
fi ferm , n credo vi facelfe opera alcuna . Torn a Roma
ammalato , e ftette un pezzo a riaverli . Ricadde indi a_
non molto nella medefima malattia , che lo priv circa gli
i5 anni i685.di vita . Era di non molto alta ftatura fecondochm' ftato detto da chi l'ha trattato, econofeiuto, ma
di buona, e gradevol prefenza , lindo, attillato ,. .e puli
to, allegro, efpiritofo e tutto dedito al lavoro, e alla
fatica . Chi per m'ha date quefte notizie, non m'hafputo dire fe avefle moglie , che capitale lafciafle, edove_*
precilmente foffe ftpolto . Ed io che ne ho fatta fare per
tutte le parocchie efiitta , e reiterata ricerca anche con
qualche fpef noi ho mai potuto rinvenire . E' ben certo
che niuno v' pre/ntemente di fua cafa , e fuppongo , che
poco lafciar poteffe agli eredi , o ftrani , o parenti ch' e'
foffero; perch delle groffe eredit difficilmente fi per
de la memoria , e di coloro 3 che nauojon ricchi facilmente
fi trovano le notizie

D'ER*

205
PERCOLANO ERC0LANETT1

PITTORE

I per accidente, che per genio applic


Ercolano alla profeflione della pittura , e
pi per l'ingegno, che per lo ft ud io di
venne bravo pittore . Imperocch nato
negli anni 1615. ad 27. d'aprile ebbe in_j 16*15
tempo che andava a /cuoia di gramatica
qualche non piccol difgufto da' genitori , e parendogli di
non meritarlo fenza niente dire iene fugg per andare alla
volta di Roma . Arrivato alla Madonna degli angeli entr
inchiefa, e quivi come ftanco era dal viaggio , perch ap
pi lo faceva fi ferm qualch'ora per ripofarfi , ed ufcito fi
mife a mangiar certe frutte , che colte aveva per iftrada , e
certo pane , che pfefe in cafa prima di partire . Ito era_.
per fua divozione quella mattina alla Madonna certo pitto
re d'Affifi, e veduto il giovinetto pi volte inchiefa a fe
dere , e mezzo fdrajato poi fuori a mangiare per altro ben
veftito, e fpiritofo l'interrog di che paefe egli foife, e
che cos folo andaffe facendo, ei , che gi non aveva_
intenzione di tornare pi a cafa , per timore d'elfere conofciuto di/fe che era dello ftato Fiorentino povero fan
ciullo fenza padre , e fenza madre , che voleva andar
Roma a cercare per quel modo , che prefentato gli fi folfe
il primo , fua ventura . L'invit a cafa fua il pittore , ed il
giovinetto accett fubito l'invito , n gli parve vero d'
aver trovata il [primo giorno occafione d'accomodarfi .
And dunque feco la fera in Affifi , e la mattina feguente fi
mif alla profeffione , e cominci a ditegnare . Ma come
da Affifi a Perugia vi fon fol nove miglia . Francefco fuo
padre , che di lui per ogni parte cercava non guari ftette a
ritrovarlo, e voleva onninamente ricondurlo alla patria .
Egli per fempre coftante diceva francamente , che non
vi voleva ritornare j e quando fi vide vicino alle violenze
comin-

.2o6

PERCOLANO

ERCOLJNETTI

cominci non a piagnere, ma a ruggire, ed urlare pr-"


teftando di volerli anzi dafe ammazzare , che ritornare a
caia . Portavagli gi il pittore qualche affetto, e gli di
{piaceva di doverlo perdere cos prefto , preg perci il
padre a la filargliele Ilare, edeflb, cui era ben nota l'onefr fua , ed il fuo buon cuore , vedendo Foftinazione del
figlio gliel conced , e ftette feco circa un anno, e fino a che
eglifteffo lo conduffe a Roma elomife, perch il vedeva
pi affai inclinato a' paefi , che alle figure fotto la dire
zione d'un bravo profefbre . Non vi fi ferm per molto ,
perch fe '1 maeftro era bizzarro , e fantaftico , lo fcolare
non gli cedeva ; ed una volta che rampognar lo volle della
poca affduit , e di qualche altra difattenzione gli rifpof
cos afpramente , che flim bene di licenziarfi da lui , e__j
dalla fcuola , e ritorn in patria . Fu dal padre che aveva
particolar fervit con Fabio della Corgna , di cui ab
biane gi fcritta la vita , immediatamente a lui raccoman
dato , che fe ne fervi alcun tempo per macinare i colori j
e pofcia lo fece anche per qualche altro tempo lavorare.
Partitofi Fabio da Caftiglione rimand Ercclano a Pe
rugia ; ed egli fi mife allora fotto la direzione del cavalier
Gagliardi, con cui ftette alcuni anni , e fe ne ritorn
quindi a Roma, Dipigneva gi d'invenzione , bench
pochiffmo aveffe applicato , ed aveva per la fua avvenen
za;, pel fuo tratto, per la fua fincerit , e pel fuo ono
re , quantunque puntigliofo, e troppo pronto fbffe a rifcaldarfi , maniere particolari da farfi amare . Fece dun
que molte amicizie, per mezzo delle quali trov fempre a
dipignere finch vi fi trattenne , e dipinfe per diverfe perfne diverfi quadri tutti rapprefentanti paefi con uccelli,
animali , e figurine . Torn poi in patria per defideriodi
rivedere i fuoi , e con intenzion di fermarvifi pochi mefi ,
perch l'amor fuo tutto in Roma fi reftrigneva , ove deter
minato aveva d'accafarfi con una onefla giovine di ci vii
pa

PITTORE:

207

parentado , e di Tuo genio . Avvenne che nel tempo , che


fi ferm in Perugia, la giovine mor; e tuttocch i ge
nitori pel genio che teco avevano gli efibiftero l'altra figlia,
egli che ardentemente amava quella , e al vivo ne rifentiva le ferite talmente teneafflifte, che non volle per un_*
pezzo tentir parlare n di Roma , n di moglie, e dice
va 5 che non il materiale delle citt per magnifico, enuravigliofo che e' folte , egli amava, ma l'animato .. Si lla
bili perci fidamente in Perugia , vi prete moglie , e non
ne part pi finch negli anni 1687. add 3. di giugno non 1687
part anche dal mondo, e le ceneri fi con tervano nella.-. "
chief parrocchiale di S* Angelo in porta eburnea . Moltiflimi quadri fuoi anche di non ordinaria grandezza fi ve
dono oggi pure in quelle cate , e per le chiete fblo alcuni
in quella della Sapienza vecchia , che io fappia * Moltiffimi ne mand fuori per la provincia ; perch tebbene non
lavorava molto , aveva tal facilit nel lavorare, ed era^
cos rifbluto, e franco,, che rimetteva colla velocit dell'
operare il tempo , che perdeva nell'andare a fpaflb . Poco
capitale lafci agli eredi, e pochi fcolariebbe, e niuna
meritevole di menzione *
DI LUIGI SCARAMUCCIA PITTORE.
Mpar Luigi in Perugia ove ad 3. di di*
cembre del 1616. nato era nella fcuola di 1616
Gianantonio fuo padre la proteffione , e
L
da lui fu poi raccomandato , come fuo
buon amico a Guido , fotto la cui difciplina fece molto,, e molto profitto . Dipinfe
alcune opere nella patria , altre in Roma , altre a Bolo
gna , altre a P iacenza , e moltiffime a Milano , dove do
po la morte del fecondo maeftro fu chiamato . Quivi prefe moglie a v'ebbe figli apr fcuola , dande uteiron molti
fco-

so8

DI LUIGI SCARAMUCCIA PITTORE:

fcolari , ed alcuni con credito, e grido. Fu del \6jS*


ad 15. di decembre ammetto nell'accademia di S. Luca di
Roma , e vi fi conferva il ritratto . Mife alla luce un ope
ra intitolata : le finezze de' pennelli Italiani ammirate , e
fiutiate da Girupeno * e mentre ftava attorno ad un altra,
mor nel fentir melfa in S. Antonio de' padri Teatini di
16*80 Milano ad 13. d'agofto del 16*80. d'accidente apopletico.
Furongli fatte fontuofiffime efequie nella chiefa di S. Nazzaro in Broglio , ed ivi fu fepolto . Volle poi fargli nuove
efequie l'univerfit di Pavia , ove aveva egli pure come
letterato, e poeta tutta laftima; e file/fero in quell'occafione tante varie compofizioni in Aia loda , che fattane
raccolta fi ftamparono del 168 1. in un volume a Milano c
s'intitol : Le giujlijjtme lagrime della pocjia , e pitturai
pubblicate n? funtuofjjtmi funerali innalzati dalla fempre
memore , ed immortai piet de' primi virtuoji della citt
di Pavia nella chiefa di S. Giufeppe l'anno 1680. ad 27.
novembre al fu Jgnor Luigi Scaramuccia Perugino pittar
celeberrimo : Era affai ben fatto di corpo , e di faccia , d'
ottimo naturale, e coftume; e chi bramaffe aver piena,
c diftinta notizia di lui , leggane il racconto copiofamente
da me fatto nel primo volume delle vite de' pittori , fcultori , ed architetti moderni , avendone qui per non ripe
tere le medefime cote dato folamente un faggio .
DI SILVIO

PUCCETT1

PITTORE.

Ttendeva Arrigo Puccetti alla fcultura,


ed and a Perugia colla moglie in occafone , ch'era ftato al Perdono d'Aflifi }
Piacquegli molto la citt, e cerc per
fermarvifi de' lavori . Ebbene alcuni , e
mentrech negli anni 16*20. vi ftava attor
no per terminarli venne alla luce il noftro Silvio , che_j
aven*

DI SILVIO PUCCETT1 PITTORE.

209

avendolo pofcia il padre per qualche tempo mandato a_


icuola al collegio de' Gefuiti lo mife allorch ftudiava
umanit , e prendeva lezion di dilgno alla fua profeffione . Ma Silvio , che niun genio v'aveva poco vi applica
va, e poco profitto vi faceva; ed il padre che lo vedeva^
di completfon macilente , e delicata avrebbe voluto alle
volte rampognarlo, e non poteva. Rifolv di metterlo
a quella della pittura , e lo raccomand a un pittore fuo
am ico , Totto la cui direzione egli che gi alfai ben dile
gnava, e che applicar con maggior aflduit vi poteva,
perch quefta non era cos faticofa come quella , prefe__>
in poco tempo col copiar l'opere del maeftro buona prati
ca de' colori . Part il padre da Perugia , e feco condufle
il figlio per appoggiarlo a qualche bravo profeffore giun
to che fofle in Roma . Stette Silvio in Roma molt'anni ,
e molto s'abilit col vedere , e copiare quell'opere maravigliofe . Torn poi a Perugia , e fece per li monaci di
San Pietro un bel quadro , che rapprefentava la Madon
na con altri fanti , che non Co ove allora fel collocaffero ,
r dove prefentemente fi ftia . Fecene diverfi altri per
fuori , e quindi di bel nuovo partito dalla patria and
in varie parti d'Italia , ed in alcune non poco , fempre__>
per lavorando , dimor . Che vi fi facefle noi ho mai
potuto precifamente fapere , ficcome neppur mai ho faputo dove precifamente morilfe , febben fappia , che circa
1675
gli anni 1675. mor.

Dd

Di

210
DI

PIETRO SANFEL1CE
ARCHITTETO CIVILE.

Ondulfe Maf Sanfelice in Roma Pietro


iuo figlio pi con animo d' incaminarlo
per la via della curia , dacche v'andava per
certe liti , che l'inquietavano , che ad al
cun altra profeffione . Ma come prefe__i
certe ftanze in cafa d'un pittore nel trat
tar Pietro co' fuoi giovani cominci a innamorarli a poco
a poco deldifegno, e della pittura , e chiefe licenza al
padre di poter andare per qualch'ora ogni giorno alla fua_j
ftuola . Concedetegliele di buona voglia il padre , ed
egli ftelfo lo raccomand al pittore con patto per , che
dar gli dovelfe lezione fbl quando ufeito era dell'altre__>
fcuole Cos v'applic Pietro per qualche tempo , e fin
ch impar a difegnare j e giufto allora che avrebbe volu
to cominciare a dipignere s'ammal gravemente il padre ,
e lo riconduce nella convalefcenza a Perugia . Stettevi
qualch'anno, ne lafei mai di dilgnare , e di feguitar gli
altri fuoi ftudj, e particolarmente quello della geometria 5
giacch fin dal principio del fuo ritorno fpicgar fi fece gli
elementi d'Euclide ; e lafciato ogni penfier di pittura tut
to rivolte l'animo all'architettura . Ricadde trattanto am
malato il padre , chepaffato per la violenza del malein_
pochi d a miglior vita lafci il povero figlio per le liti,
che aveva in un mar di guai . Torn indi a poco a Roma_
a litigare j e dovecch altri in occafione d'alcuna propria
lite innamoratili della curia, divenuti fono gran dottori,
egli vi concep tal avverfione , che abbandonato affatto Io
fudio legale non ne poteva fentir parlare , e meditava gi
di cangiar profeffione. Aveva egli allora circa vent'anni ,
1620 perch ne' 1620. od in quel torno nato era, e vedeva.
la ftima , che fi faceva degli architetti 9 e la fortuna^ ,
che

DI PIETRO SANPEL1CE ARCH. C1V.

21 1

che per mezzo dell'architettura fi potea fare , rifolv per


ci d'appoggiarfi a qualche bravo profelfore , e fcelfe il
cavalier Bernini , perch era anche ftato amico del padre .
Stette fotto fua direzione qualche tempo e lo fervi in_
varie fabbriche con ogni vigilanza , ed amore, e nell'ul
time pi da maeftro , che da fcolare . And poi a Napo
li , e quindi in Sicilia; ma che vi fi facelfe , e quanto vi
diinoralfe non l'ho potuto fapere . Torn a Roma , e_j
poi in patria , poco per vi fi trattenne , perch ebbe occafione d'andare a Bologna, e d'ivi fu chiamato a Ferra
ra
Molto per molti di que' cavalieri oper : ma in che
precilamente non m' riufeito rinvenire , e non m' ftato
detto. N lblamente oper in Ferrara, perch and ad
operare in varj luoghi della Lombardia , e da per tutto eb
be fommo applaufo , e rifonava la fama del nome fuo .
Torn pofeia a Perugia , e vi pafs allegramente in com
pagnia di que' cittadini fuoi amici tutta la ftate , e__
l'autunno con parte dell'inverno, n ad altro ivi attefe , che a divertirli , ed a ricever generalmente da tut
ta la citt continue dimoftrazioni d'affetto . S'andava^
intanto dilponendo alla partenza, perch affettato era
con anfiet in Lombardia ; ma in vece d' incamminarli
a quella volta ebbe non fo qual occafione d'andar a Ro
ma , ove arriv con fddisfazione di tutti i profeffori ,
che gentilmente l'accolfero . Fecevi carnovale , e fermar
vi fi voleva la quarefima per ritornar dopo Pafqua in Lom
bardia ; ma partir non pot , che all'autunno , perch fu da
lenta febbre forprefo . Part dunque al principio d'ottobre,
e per la ftrada di Firenze fi port di bel nuovo in Lom
bardia, ove arrivato alTft a diverfe fabbriche, che con al
trui disegno erano gi ftate in divedi luoghi della provin
cia cominciate . Finite quefte ad altre mife mano , npi
ne part , e finch god la lalute non iftette mai oziofo .
Perdettela a poco a poco, efecondocch crefcevano gli
Dd a
anni,

212

DI PIETRO SANFEL1CE ARCH. C1V.

anni, ella fcemava . Ammal finalmente in Piacenza,


1675 ove allora fi trovava dipalfaggio, e dove prelfo a' 1675guarir non potendo , con lgni di quella piet , con cui fin
dalla puerizia accompagnato aveva ferupre il fuo viver e>
ebber fine i Tuo' giorni .
DI G/0: BATISTA MAZZI PITTORE.
Ra i profeflfori , che ebbero nelle lor patrie
poca fortuna , ed in cui fi verific il detto,
che niuno profeta , annoverar fenza al
cun dubbio fi pu Giambatifta , che pochiflma ne ebbe nella fua . Imperocch na
to circa gli anni 1620. fi mife non fo fotto
qual maeftro alla profeflone della pittura , e tuttoch divenilfe un buon difegnatore , avefie gran felicit nell'inventare , e non minor facilit nel comporre, e che fofle
intendente del chiarofeuro lebbene non totalmente feli
ce nel colore non s'alz mai da terra > e ftette fempre fconofeiuto , e negletto . E come non era neppur dotato di
molto fpirito da natura , n ebbe modo da faperfi entro la
patria fbllevare, n cuore da ufeirne per farli conofcer fuo
ri . Viveva dunque parcamente in una piccola cafa nella
parrocchia di S. Giovannidel Foll} e quivi non a vii prez
zo , perch per fua maggior difgrazia fi conofceva , an
dava per conto fuo lavorando , e perdeva quelle occafioni di lavorare , che date gli avrebbe talora la fama del
buon mercato . Poche lue opere perci fi vedono nelle_->
chiete , e poche eziandio per le cafe . Vedonfi nella vol
ta dell'oratorio della confraternita di San Benedetto tre
lunette dipinte a frefco da lui : E vedonfene alcune altre
nella fagreftia di San Girolamo . Vedefi nella fgreftia di
S. Ercolano de' padri Barnabiti un quadro rappretentante la confermazione della lor religione fatta da Siilo V.
E fc

DJ GIO: BATISTA MA2Z1 PITTORE .

a 13

E Cene vede un altro nella chiefa di S. Antonio de' mo


naci Ulivetani , che rapprefnta un lor fanto. Quefto
quanto m' riufcito poter rinvenir difuoefpofto al pub
blico , tralafciando di far menzione di quel che per lo
pi in piccole tele fi conferva da alcuni cittadini in pri
vato . Giunto trattanto alla vecchiaja non con intera^
lule cadde gravemente ammalato , n refifter potendo
all,a forza del male , gli convenne cedere , e add 4.
di dicembre dell'anno 1691. fi mor , ed il corpo in_ iqi
San Giovanni del Foflb fu fepolto . Poco capitale lafci
"
agli eredi; che furono due fue figlie, l'una maritata a
Marlciano , e l'altra monaca nelle cappuccinelle . Non
ebbe alcuno fcolare , perch d'un giovane che praticava
in cafa fi ferviva folo per macinio de' colori . Era picco
lo di ftatura , ma di buona grazia , e non mal fatto , veftiva civilmente , e parlava con modeftia , n le avverfit , n il bifogno lo fecero traviar punto mai dal fuo buon
coftume .
Di

ANNIBALE

LE0NZ1

PITTORE.

Ifefi Annibale , che negli anni 1622. add 16*22


22. di maggio nato era in et non mol"
to tenera alla profeffione della pittura , ed
ebbe Gianfrancefco Baflotti per maeftro , e
per ifprone la volont d'imparare . E co
me tardi fcelto aveva un meftiere , in cui
efcono ad onore pochi eziandio di coloro , che vi fi met
tono di buon'ora , cercava coll'applicazione continua di
guadagnare il tempo perduto non per colpa fua , ma de'
genitori , che ad altro di maggior loro foddisfazione 1'
avrebbero voluto impiegare . Molto lo favoriva anche_*
il talento , che ricevuto avea da natura , e non poco 1'
ajutava il lume di varie cognizioni , che dagli altri Tuoi
ftudj

a i4

DI ANNIBALE LEONZt PITTURE: .

ftudj tratte aveva . Fecevi perci ben prefto profitto;


e non guari pafs , che cominci a comporre , e a dU
pignere d' invenzione . L'and lmpre animando il maeftro , ne manc di procurargli alcuni piccoli lavori,
per i quali s' apr poi la ftrada a' grandi , ed a' mag
giori . Ma pochi , e fol due per difetto di notizie ne__
potr rammentare j e quefli confiftono ne' due qua
dri , che fi vedono alle bande della fineftra fopra liu
porta della chiefa del Ges , rapprefentando l'uno San_
Francefco Saverio, e l'altro il beato Stanislao . Avea
per quel che mi vien detto tre figli , quando negli an1705 ni 1705. ad 17. d'aprile per grave malattia fi mor , ed
il corpo portato proceflonalmente a San Fiorenzo vi fu
dopo decorofo, e conveniente mortorio feppelito. Monacaronfi prima di fua morte le due femmine in San Bene
detto , ed il mafchio , che fi chiama Baldar.tonio , perch
non inclinava alla profeflone del padre applic a quella^
dell'orefice, divenne capo di bottega, e vi fece fortuna .
Pref moglie , ed ebbe egli pure alcuni figli , uno de' qua
li lfendo facerdote , anche lettore di logica nell'univerfit della patria , e l'altro fa il notajo che quanto poftam
dire della dipendenza del noftro Annibale , di cui breve
mente abbiamo fcritta la vita .
DI PIETRO MONTANINI PITTORE.
&P4g^ag|pjl
iM^^^^I
1 -fe^^pNl
J^Sl^^Oj
Jj^L^^^^'
mBBB

Mor pi guftofo, laporito, e faceto di Pietrucc' ' cne cos' fi chiamava Pietro Montanm* m Perugia ma patria comunemente
da tutti credo certo che aitai malagevole
allora fofl'e a ritrovarfi . Ed iochegiovinetto prefi negli ultimi anni di fua vita per

pi d'uno da lui lezion di dilegno molto ben mi ricordo,


quantunque egli vecchio folfe del Tuo bello fpirito , della-.
fingo:

DI PIETRO MONTANINI PITTORE.

215

/Ingoiar fa grazia , di Tue curiof barzellette , e fo che__


v'andava la fera ufcito che era dell'altre fcuole , e non me
ne poteva diftaccare . N il Tuo felice talento riftretto era
nelle fole facezie , e nel modo bizzarro , e nobile , con
cui le diceva , ma in infinite altre belle qualit , perle_j
quali unite alla maeftria dell'arte lo fecero degno della lli
ma di tutto '1 paef , e d'ogni altro , ove e mand , e la
nci quelle preziofe memorie che fono ora per rammen
tare. Nacque egli negli anni 1626. , ed appena aveva il 1626
lume di ragione , quando Bartolommeo fuo padre lo mif
fotto la difciplinadi Gianfrancefco Baflotti fo zio . Stettevi fino all'et quafi de' diciotto ; n potendo il fuo vivo ,
e fervido fpirito ftar pofcia rinchiufo entro la fcuola del
zio , e tra le mura della patria inafpettatamente te ne par
t , e prete la via di Roma . Arrivato a Foligno s'accom
pagn con alcuni giovini pittori , che dalla Marca , e dalla
Romagna andavano parimente a Roma per iftudiare . Ma
come Pietruccio portato aveva poco danaro, e che ei com
pagni che ne avevan pi di lui allegramente fpendevano , c
volevano ch'egli pure fpendeffe,gli cominci a Terni a man
care. Si faceva in Terni allora unafiera,ed i foreftieri,che in
groflb numero vi fi trattenevano fecero efl pur trattenere,
e tanto vi fi trattennero , che Pietruccio fpefe tutto il da
naro da due teftoni in fuori che gli rimanevano. Trovava!!
per verit con tutto '1 fuo fpirito non poco imbarazza
to , e da diverfi penfieri era combattuto * L'un gli diceva
di lafciare la compagnia , e per la ftradadi Todi di ritor
nare alla patria , ma il timore d'eflrv meflb in ridicolo lo
riteneva : L'altro gli fuggeriva di confidare fua fventura
a' compagni , ma come e' s'era preventivamente con loro
/pacciato per ricco Ce ne vergognava : L'altro gli motiva
va di far prefto prefto qualche piccola caricatura, in cui co
mecch ancor giovinetto era eccellente, per farne efit,
ma non avrebbe voluto che fi fapetfe 9 n ipeva a chi efitarlaa

2i6

DI PIETRO

MONTANINI

tarla , n quanto ne aveffe potato cavare : Ed altre varie


cofe variamente gl'infnuavano , ma in tutte trovava diffi
colt inoperabili . Stando cos agitato Te ne and Colo fo
lletto tutto fofpefo a camminare , e carnalmente avvenutofi
in un ridotto , ove non fapend che fi facefle , e domanda
tone gli differo , che vi fi giocava al Biribis : Voglio , diffe
egli allora , far prova di mia fortuna : E tratti i due__>
teftoni dal borfellino fovra d' un punto gli arrifchi ,
ed ella gli arrife , perch vinfe . Tutto rincorato allora
cerc de' compagni , e fi mife con effo loro a (lare allegra
mente finch fin la fiera , e partirono . Giunti in Roma_
egli fubito con bel modo fe ne ftacc , e proccur da vive
re , e da mantenerfi , dacch il danaro guadagnato era
venuto gi meno . And a trovare un religiofo Agoftiniano , con cui aveva fatta in Perugia buona amichi a , e da
lui ricev ogni aflftenza , ed ogni ajuto finch l'accomo
d con Pietro da Cortona, che fu l'unico maeftro ch'egli
ebbe in Roma , e non altramente Ciro Ferri prendendo il
P. Orlandi , che l'auerifce un groffo equivoco . Imperocch
repugna primieramente alla verit del fatto raccontato pi
volte da lui tale afferzione , e ripugna alla verifimilitudine,
che l'imaginc del vero; perch eifendo Ciro nato del 1634.
farebbe ftato pi giovine d'otto anni il maeftro dello lco
lare, che come ho gi detto, nacque ne' 1626*, enon_
ne' 1610. , ficcome nato farebbe, fe viffuto ne fofle Ot
tanta , conforme lo fteffo P. Orlandi afferma , dicendo
efler morto ne' 1689. , in cui mori ; ed in tal caf avuti ne
avrebbe quindici di pi Pietro di Ciro, che trefoli ne
avrebbe avuti , quando quegli giunfe a Roma di diciotto.
N fu altrimenti in Perugia feolare di Pietro Barzotti ;
perch tal pittore non v' ftato mai , n poteva perci effer fuo zio fecondocch il medefimo P. Orlandi ci ha con
nuovo equivoco lafeiato fcritto ; giacch fuo zio era l'anzi
detto Gianfrancelco Stette poi Pietruccio fotto la difci

PITTORE.

2i?

plina del Cortona molto tempo; e mentrecch colla fua_,


direzione divenuto era maeftro nel dipigner figure , ftrinfe allettato anche dal genio della perfona uniforme al fuo ,
e dall'inclinazione , che aveva a dipigner paefi , amicizia
con Salvator Rofa , la cui maniera imit pofcia a maravi
glia , evi divenne eccellente . Non fi rimafe per d'andar
ivehte adifegnare, e copiare nella galleria del palazzo
Farnefe l'opere infigni de' Caracci , e nelle ftanze del Va
ticano le divine di Raffaello . Dipigneva trattanto anche
d'invenzione allegramente paefi non meno che figure ; ed
acquiitato aveva in Roma tal credito , e grido che i primarj perfnaggi gli davano continue commefloni de' qua
dri che lor bifgnavano per ornare le gallerie, e l'anticame
re de' proprj palagj . Ed egli era cos puntuale , attento , e
diligente in fervirli , che ne recavano foddisfattiffimi , n
lo volevano in modo alcuno lafciare andare a Perugia ,
bench diceffe di volervifi fermar poco, e che voleffe onni
namente tornar preftiffimo a Roma , dove godeva oltre la
lor protezione anche la grazia dello fteffo pontefice , che
allora regnava . Part ci non oftante , ed appena giun
to fu impegnato a diverfi lavori , per li quali differ Ia__
partenza ; e quindi riprefo a poco a poco l'amore verfo i
parenti , e la patria non ne volle pi partire , quantunque
giornalmente glie te ne raddoppialfero l'iftanze. Finiti det
ti lavori, che non ho potuto fapere , ove prefentemente
fieno , dipinfe due rami ovati , e rapprefent in uno la depofizion di croce, nell'altro la fuga in Egitto, che oggi
fi confervano da' Padri Filippini fopra gl'inginocchiatoj
della lor fagreftia . Fece un quadro per l'altare dell'orato
rio della confraternita di S.Simone, e vi rapprefent il
fanto con diverfe altre immagini . Color fopra una fineftra della congregazione de' mercadanti al Ges una lunet
ta, in cui efpreffe la prefentazione al tempio . N altro di
ilio fi trova per quelle chiefe , tuttoch non poco ve ne fia
E e
per

2i8

DI PIETRO MONTA MIN l

per lecafe, e fe neveggia fuori per Italia, e di l da'


monti particolarmente in Francia , ove l'opere fue ebbero
fomma llima , e molto da' profeffori , e da' dilettanti
Franzefi fi defideravano , e fi pagavano . Godeva ancor
ch vecchio perfetta falute, ed in diverfi onefti modi fi
1680 divertiva , quando deil'anno 1689. di fua et feffantatre,
d'afma , e d'idropifia di petto ammal , e dopo cinque ,
o fei giorni pafs raffegnatiffimo nel divin volere a' 28. di
decembre affiftito da alcuni buoni religiofi fuoi amici , che
da amici veramente gli aflfterono in quell'ore import an
tiuome , a miglior vita . Fu il cadavere proceffionalmente
fecondo '1 folito portato la fera alla chiefii parrocchiale di
S. Martino al Verfijo , ed effendovi ftato tutta la matti
na feguente con modefto funerale , ficcome ordin , efpofto vi fu poi fepolto . Era piccolo anzi che no di ftatu.ra , ma affai proporzionata , e ben fatta , vivo , fnello i lefto , e tutto fuoco . Aveva bell'aria di volto,
ilare , avvenente , e graziofo , di colore olivaftro , ma_
gentile , ed accef , caftagno naturalmente di crine , ma
divenuto alquanto canuto per la vecchiaia . Amava molto
lafociet, e nel carnovale le mafchre, e le commedie,
ed in diverfi graziofiffimi modi fi mafeherava varj ridicoli
perfonaggi graziofamente rapprefentando . N il fol ge
nio , ma altro amorevol fine a mafcherarfi l'induceva ; poi
ch foleva indifpenfabilmente negli ultimi otto giorni
ogni anno cos mafcherato cercar col fuo bel modo delle
limofine , e colle proprie aumentandole a' poveri carcerati
le difpenfava , e lauti pranzi egli fteffo in un palco che a
pofta ergeva dirimpetto alle carceri ammaniva , e procac
ciava . Opera veramente degna del fuo buon cuore , e del
fuo bell'ingegno , che dalle azioni profane fventemente
traeva le fante, le divote, e le pie. In tali abiti , e per
lo pi in quello da pulcinella andava di carnovale altres
dall'avvocato , e dal procuratore de' poveri a fbllecitare la
fcar

E:

219

/carcerazione de' prigioni , e moltilfimi ne fcarcerava dan


do di proprio il danaro , che v'occorreva . N fi rimaneva
di far ci anche nel reftante dell'anno , perch gli era pi a
cuore che '1 dipignere . E come andavano fpeffo a trovarlo
a cafa, ed in un giardinetto che aveva il Vefcovo,e'l gover
natore non fi potevan partir da lui, fenon gli Iafciavano
qualche buona limofina pe' carcerati , o non gli facevano la
grazia di qualche fcarcerazione . Scarceronne una volta_
preflb a dieci, che condottiteli come in trionfo a cala di lo
ro ben a delnare , e dopo graziofa , ed efficace efortazione
accompagnata da un paolo per ciafcuno li mand via . Can
tar foleva talora allo 'mprovifo, e con una leggiadra ftrofa
ottenne dal teforiere della citt la grazia fenza pagare un
quattrino per un poveretto , che ftava in prigione per una
frode. Piacevagli eftremamente il cianciare, lo fchemre, il
barzellettare, ma conmodeftia, e fenza ofFefa d'alcuno.
Abborriva le critiche, e le mormorazioni ; n fi trova che
venilfe mai in ifcrezio con veruno, n per intereffe , n
per altra cagione . Parlava per francamente con fincerit,
e fenza foggezione , e prontiffimo fi moftr fempre nelle__
rifpofte , che a tempo , ed a propofito fecondo le occafioni di vezzi , e di fali condiva . L'incontr una mattina di
buon'ora un cavaliere fuo amico , quando a cafa ritorna
va carico di commeftibili , e gli difle . Guanto la compati
sco Jgnor Pietro, che non tenga un fervidore : Rifpofegli
egli immantenente : Quanto la compat/coJgnor cavaliere ,
che ne tenga molti : Dilfegli un fuo amico , che non poco
fi maravigliava di lui perch non fi folle mantenute le pro
tezioni di Roma . Gli replic fubito , c,he la protezione
dell'uomo onelo fi l'innocenza Perdettegli Iconfideratamente , e con poca ragione nel difcorrer feco un certo
religiofo il rifpetto : Mi difptace di non poterle , dilfe egli,
rifpondere perch ellapadre mio parla troppo prefloi A un_
certo avaro, che gli perfuadeva a tener conto del danaro

220

DI PIETRO MONTANINI

rifpofe, che i fafli che fi trovano per le ftrade valevano pi


del denaro, quando non fi lpendeva, e fi teneva ferrato
nelle caffe . E ad altro che proccurava di fargli fare alcuni
lavori a prezzo vile , e che per indurvelo tra l'altre cof gli
diceva, che vi avrebbe acquiftata gran gloria, rifpofegli :
La gloria fpero averla nel?altro mondo ^ ma in quejio do' gl'io il danaro . Lafci molti quadri , alcuni de' quali ven
duti furono al curato di S. Fauftino , che per cenquaranta
feudi colla mediazione di D. Scipione Angelini li rivend
poi al Bini d'Affi fi , che dimorava allora in Perugia. Ed
altri ne compr Monfignor Paffionei che vi fi trovava di
paffaggio , ed era degno zio del degniamo Nunzio di
Vienna, che avendo raccolti , e raccogliendo tuttavia.*
anzi libri rari, che quadri ne ha sfiorate molte librerie ,
e fa metter infieme nel moniftero di S. Bernardo di Roma
la fua . Dalla cui copiofiffima fcelta ognuno fcorge l'intel
ligenza , il gufto , e la cognizione , che ha in ogni forta
di letteratura lo feeglitore , il quale veramente fa , ed in
tende le cote per quel buon verfb , che fi deggiono inten
dere , e procurar potrebbe un giorno , che da altri pu
re cos s' intendeffero . Poco capitale rimafe all'erede,
che fu Mario figlio della feconda moglie ; poich una^
figlia , che ebbe colla prima affai civilmente marit a Cit
t della pieve . Vive prefentemente la feconda , che fi
chiama Fauftina , e vive altres Mario , che fiefercitain
miniare, e nel dar lezione di feri vere avendo belliffimo ca
rattere , ed effendo pubblico maeftro di fcuola . Non ebbe
Pietruccio fcolari di grido , e fol Giovanni Fonticelli Ilio
nipote , che fi poffa degnamente rammentare ; giacch
Mario aveva tredici mefi quando mor il padre . Giovanni
dunque, di cui feri vero a fuo luogo la vita tenne viva in_
patria , e fuori col dipigner paefi la memoria del maeftro ,
e del zio ; ficcome io pure ho proccurato con quefti fogli
d'avvivarla . Imperocch de' vili /oggetti verun ne parla ,
mol

pittore;
molti rammemorano i meritevoli , e di Pietruccio tanto
che bafta perch tmpre viva ho parlat'io .
DI PIETRO BAGL10N1 ARCHITETTO CIVILE.
Uanto abbraccio volentieri l'occatone di
fcriver la vita di quefto degniffimo cava
liere; e quanto di buona voglia ringrazio
la fortuna , che per tal mezzo mi d mo
do di favellar d'una cafa che per tante , e
tante nobiliflme prerogative merita che
ne fia favellato . Ma quanto altres mi difpiace di doverne
parlare fuccintamente > e alla sfuggita per non ufeire di
quel propofito , che mi riftringe tra gli angufti limiti delle
tre profefloni , onde imprefi a trattare . Pure non avendo
bifogno di parlare , n del valore degli antenati , ne dell'
antichit dell'origine , n della ricchezza del patrimonio ,
n della giuridizione de' feudi , perch tutto ci troppo
noto al Mondo nobile , ma fo\o delle qualit perfonali di
Pietro, di quefle parlando, parler infieme infieme di lui, e
della cafa . Nacque egli ad 30. di gennajo dell'anno 1625). 1629
di Filena Signorelli de' lignori di Pomonte, e di Rofciano,
con cui accafato s'era fuo padre , e fece tutti quegli ftudj ,
che far pu un cavalier giovinetto , che fia di natura ben
inclinato , e dalla faviezza de' genitori ben diretto , ed
educato . E perch cresciuto in et providamente conobbe*
che niun altro pi necelfario di quello fi fa nel gran libro
del Mondo , ove gli altrui coftumi , e le vicende modera
no iproprj, rifblv di lafciare la patria, e di ftar fuori
qualch'anno. Gir per l'Italia , e fi ferm nelle fue belle
metropoli : pafs in Francia , e molto fi trattenne in quel
la reggia : s'inoltr nella Fiandra , e videvi minutamente
tutto il vafto , e vago fuo abitato : and in Inghilterra ,
e fcelfe per iftanza Londra ed Oxford : s'intern per
rota*

ssa

DI

PIETRO

BUGLIONI

l'Olanda nella Germania , e ricev tante finezze in quelle


corti, che non ne potea partire. Torn in patria piendi
faviezza , ricolmo jd'erudizioni , tutto gentil , tutto pru
denza , ed imbevuto di buone , e belle maflme dava a chi
Piftruzioni di trattar gravi negozzi , a chi i documenti di
correggere i difetti } a chi e' precetti per refiftere alle di
grazie , a chi ei modi di regolarli nelle fortune , a chi le__>
vie di raffrenar le pafloni , a chi i configli di contentarli
del proprio ftato , e generalmente a tutti , perch egli
un vizio comune , infegnava a reprimer l'ambizione . E
come avvezzo era a non iftare oziof, e che gli affari domeftici non gli permettevano , n il meftier della guerra ,
che era il fuo particolar genio , n le occupazioni della_>
corte, a cui parimente inclinava , fi diede alla nobile , e
dolce converfazione del tavolino de' libri , e della penna;
e quivi continuamente meditando fcriffe in diverfe materie
varie cofe , traduffe il celebre ufo delle pafloni in idioma
Italiano dal Franzefe, e del 1661. in Perugia s'imprefle.
Lafci molti favj , e dotti ricordi a' figli, e li dette per
pubblico bene alle fampe , che da provvidi impreffori furon fuifeguentemente alcune altre volte ftampati . Fece_>
molti, e molto vaghi, e bizzarri difegni di fabbriche , e
fe nenufero in opera alcuni . Vedefi tra l'altre in Perugia
il bel tempio dell'oratorio de' padri Filippini fatto tutto
da lui edificare di pianta , e fi vede la cafii degli ftefl padri
ingegnofmente da lui ingrandita , ammodernata , ed uni
ta all'oratorio medefimo , che fu imprefa per l'anguilia , e
fcabrofit del fito affai difficile . Vedefi altres la chief_>
de" padri di S. Bernardo eretta da fondamenti , ed il muniftero ampliato, ove contribu in tutto coll'opera, ed in
parte eziandio colla borfa . E fi vede la propria cafa in un
con altre nobili colla fu a direzion migliorata . Quefto ci
che fi vede in Perugia ; n tutto quello che egli fece vede
re coll'opere architettoniche , Pofciacch f in una fua vii

ARCHITETTO

CIVILE.

225

la al Ponticel di campo fabbricare una proporzionata , e


ragguardevol chiefa , e con filo difegno altre fabbricate ne
furono in divert luoghi del territorio , in cui fi veggiono
ancora di fua invenzione altre fabbriche . E quante altrove
fe ne vedrebbero , fa avelfe avuto un Sovrano , che dato
ave(fe efecuzione a' peregrini , e lignorili penfieri , che_j
ben fovente partoriva l'alta , e feconda fua niente . Impe
rocch aveva fin da fanciullo avuto alla nobil profeffione
dell'architettura genio fpeziale} e vi aveva fino all'et pro
vetta collo ftelfo genio fempre indefeffamente applicato .
Gioiva intanto tra gli applauf univerfali della patria , e
riceveva fpeffe richiefte di cavallerefchi pareri da diverfe
parti d'Italia , e da non poche anche fuori , e rari eran
quelli , che non folfero con faddisfazione dell'attore , , e_-
e del reo accettati . Chiamava" giornalmente , e da' Supe
riori, e dal Pubblico ne' pi gravi affari a configlio; e par
lato ch'e' aveva, tutti tacevano. Non v'era nimicizia ,
che non rappacificaffe , non v'era difcordia , che non-
componeffe, non v'era differenza, che non aggiuftaffe .
A lui ricorrevano per lelimofinei bifognofi , lui pregavano
della protezione gli opprefT , di lui cercavano per l'affiftenza i religiofi , e niun ne partiva mal faddisfatto . In cos
bello ftato paflata egli aveva con ottima falute la virilit ,
e la ftefTa godeva felicemente nella vecchiaia , quando oppreffo dagli anni , e da grave accidente apopletico , bench
non perdeffe quafi mai il conofcimento ricco magno di buo
ne opere , e pieno pieniflmo di merito con ogni raffegnazione tranquillo , e intrepido dalla fragil gloria di quefto
Mondo and ad 23. d'Agofto dell'anno 1705. a goder 1705
l'eterna dell'altro, e la patria confammo, ed univerfal
difpiacere perde il figlio, il direttore , e il padre . Fu il
corpo portato con gran copia di cera proceflonalmente di
notte a S. Domenico, e la mattina feguente non era ancor
aperta la chief che fi vide piena la piazza d'ogni fotta di
gen-

224

DI

PIETRO

BUGLIONI

gente , che ita era a vedere per l'ultima volta le venerande


fpbglie del nobil concittadino . Chi cercava il benefatto
re, chi il configlier , chi l'amico, chi lgridava la morte,
echi ildeftino, e tutti inficme piagnevano la comune difgrazia . Stettevi cos tutta la mattina da varie pafloni agi
tata finch giunta quell'ora , di cui niuna , pi lunga , e
tremenda , perch afpetta la refurrezione nell' univerll
giudizio , gli diede l'ultimo a Dio full'orlo del fepolcro di
Tua cafa , e quivi Cotto lapida di marmo colla feguente ifcrizione ripol .
Tetro de Balleonibus
Ex Pomonth , & Rofciani DD.
Rerum agendarum prudentia
Et morum gravitate
Animi candore , & magnitudine
Liberalitate , ac magnificentia
"Domi forifque inclito
Et Alemena de Bigazzinis
Ex Comit. Coccorani , & Camellina
Virtute non impari
Parentibus optimis
Alexander Abbas
Horatius , Benediblui , & Aloyjas
Eilii fuperjlites PP.
Alter M. D. CC. V. Ob. M. DCCIIX. Altera .
Era alto affai di ftatura , ma riquadrata , e ben_
fatta, divago, e lignorile afpetto , fvio, maeftof, e
grave nel portamento, e nel volto gli fi leggeva l'uom di
maneggio , e di negozio , la prudenza , e l'accortezza .
Parlava con propriet , e con energia, ed aveva nel difcorfo certo modo d'infinuarfi , e certa grazia , che non V
an tutti . Stimava i valentuomini , teneva conto degli
ami-

ARCHITETTO CIVILE.

225

amici , e nemico giurato delle menzogne amava la fincerit , ed odiava i rigiri , e le doppiezze . Fece nell'Ateneo
Perugino degniffima commemorazione di lui il P. Oldoini,
e la fecero eziandio molti , e divedi manofcritti . Ebbe_j
con Almena Bigazzini de' conti di Coccorano fua moglie
diverfi figli , che furon da lui con affetto particolare , e
con indefeffa attenzione fignorilmente educati , ed impie
gati. Imperciocch and Goffredo da giovinetto alfervizio di Cefare nel reggimento Strafoldo , ed in quefto , co
mecch variale nome fecondo la variet de' loggetti che '1
comandarono , fempre coraggiofamente milit . Confegu
dopo il grado di capitano quello di fergente maggiore^ ,
ed il primo co' granatieri nell'efpugnazione di Buda falt
bravamente fulla breccia. Fuvvi mortalmente d'archibufta ferito fttoM ventre , conforme ferito fu mortalmen
te altre volte in altre azioni , ed in ifpezie nell'efpugna
zione d'Efperies dove poi nel fiore degli anni , perch com
piuti appena avea i trentuno , ed in fine de' 1690. , quan
do fperava d'avanzarfi meritamente a' pofti pi alti , dac
ch faliti aveva i pi difficili mor non del fangue , che tan
te volte intrepidamente fparfe dalle ferite, come voluto
avrebbe, ma di quello che foverchiamente gli ufc del nafo . Parla con diftinto vantaggio di lui D. Giampaolo Zerarolla nel fuo giornal militare ftampato in Vienna , par
lane nella fua ftoria impreffa in Venezia il Garzoni, ed io
per maggior notizia ne traferi vero qui l'ifcrizione , che in
cafa loro fotto il ritratto di lui fi conferva .
Gottifredus Vetri Balleoni filius
Annum agens XVlll. in Vannonam profeBus
Mox Jtgnifer in perduelles
Leopoldi 1. Cafaris meruit Jipendia
Innundantbus deinde immani exercitu
Germanam Turcis, ac Scytis
f

'

Sin*

326

DI PIETRO BAGLIQNI
Singulti decretoriis praliis
Rebufque pradori ibi gefiit

Interfuit
*fam centuno in Buda expugnatione
Inter feralia Marth incendia
Et gloriofa morti* diferimina
Ever/t muri ruinas
Vt ex hijoricorum fide primus fuperavit
Ubi letbali vulnere confo/ius
Propriam atque avitam v/rtutem mirifici MujravU
Pugnator egregius
Pluribus fubinde cobortibus
Prafuit cum laude
Tum unherfa legioni s inJruBor
Superiorem in Pannoniam properante fato rever/t
Palmarum fuccrefeentium fegete
Qua: duodecenni labore
Fufo fanguine rigaverat in cupreffus degenerante
Ad Efperies arcem munitijjmam
Sub Generali Scultio
Suo marte jampridem fubaffam
Qbit
Ubi fplendido elatus funere
Una cum fpe tanta indolii ante diem fublata
Fuit tumulatui
Anno Domini MDCLXXXX. JEtatit fua XXXI.
And allo fteflb fervigio Francefco , ed in qualit di
venturiere negli anni 16*85. di fua et 24. mor di fluflb en
tro il campo in Ungheria , giufto allora che aver doveva_
ficcome molto prima gli era ftata promefla ; una bandie
ra . Vive con altri tre fratelli prefentemente l'Abate AleA
fandro , che fatto il corfo della gramatica , della rettori
ca, e della filofofia in patria diede nel 1675. una dotta.

ARCHITETTO

CIVILE.

227

ed erudita orazione in lingua Tofeana alle {lampe , e del


1677. fividero alcuni latini componimenti poetici dai P.
Oldoini favellando di lui nell'anzidetto Ateneo , rammen
tati . Si trasfer poi in Roma , ed attefe molto tempo agli
ftudj legali , e quindi tornato in patria , non poco fi ap
profitt negli architettonici , e ne ha dati diverfi pubblici
contraffegni , conforme ben noto . Non tralafcia Orazio
di diftinguervifi colla fua fingolar prudenza , e favezza_
effondo di continuo applicato in affari cavallerefchi , ed in
dir fuo parere n ifcritto per le foventi richiefte , che gli fi
fanno ancor di fuori . E' affai verfato nelle lettere , ed oltre
molte belle varie cognizioni ha un invidiabil felicit nel
faperfi incarta fuccintamente, e concludentemente fenza ak
fet fazione con metodo, e con chiarezza anche in lingua lati
na, occorrendo, fpiegare,ed autore della fovram mentova
ta ifcrizione. Pafs Benedetto a Vienna al fervigio della 'mperadrice Leonora in qualit di paggio , che morta pochi
mefi dopo feguit nella fteflTa qualit alcuni anni all'armata
il duca di Lorena per tirarfi pofeia innanzi nel meftier delcome pocanzi
la guerra . Ma morto effo
dilT , i primi due fuo' fratelli, ritorn in Italia, efecej
colle truppe aufiliarie del Papa pi viaggi in levante nella
guerra , che ancor durava col Turco . Tornato molti anni
dopo in patria s'accas con Lavinia Ranieri de' conti di
Montegualandro e vi ha avuti alcuni figli . Attende Luigi ,
che il minore agli intereffi economici effendo di molte
belle prerogative ei pure dotato , ed eredit cogli altri tre
fratelli non folo le ricche fuftanze del padre , ma le fue__
belle , e degne qualitadi , e refta in ognun di loro rinnova
ta la di lui grata , cara , e dolce memoria , godendo la
patria di quattro fuggetti , che in isfera di cavalieri invi
diar non deggiono alcuno f

rf 2

DI

22$
DJ P1ERSANT1 BART0L1 PITTORE,
E
INTAGLIATORE,
Redo veramente , che fe la natura fu mai
prodiga in difpenfare fue grazie ad alcuno
nel nafeere , prodighiflma folfe in difpenfarle a Pierfanti . Imperocch un in lui in
larghiflma copia , e fpirito , e garbo , e
bellezza , e talento , e civilt di fangue ,
e docilit dicoftume, ed eloquenza di lingua , e volont
d'imparare . N la forte le volle ceder punto , perch vi
contribu largamente coll'educazione de' genitori1, col co
modo del patrimonio , colla difciplina de' maeftri , coli'
amor degli amici , col genio de' comprofelfori , colla pro
tezione de' Grandi, e col vantaggio de' matrimonj. Di quefto degno,, e meritevol fggetto, le cui opere fono infi
nite per effer tante , e tante, che la non breve et di molti
artefici unita infieme ftentato avrebbe di fr ciocch egli
fece nella fua , che poteva effer pi lunga . Di quefto infigne valentuomo che cogli intagli foi illuftr Roma , che
traffe da' monumenti pi riconditi le memorie pi preziofe , che rend immortali colle ftampe fparfe oggimai per
tutto il Mondo le maraviglie fue pi fngolar ed antiche ,
c moderne ; tantocch , fe mai per ifventura tornaffero
a diftruggerle i Barbari egli le mife gi in ialvo , e le_>
preferv colle copie . Di lui deggio io fcriver ora la vita ,
ed o quanto mi duole , e mi riduole di non aver l'energia
di Saluftio, la facilit di Cefare, la facondia di Livio,
l'accortezza di Tacito , e l'eleganza di Curzio per faper ,
come vorrei , deferivere non l'ardire , non il coraggio ,
non l'intrepidezza , e non k condotta de' loroeroi , ma_>
ci che ha fatto col matitatojo y col pennello. % col bolino,
ecoll'acqua forte il mio Pierfanti . Non reftrignerei cer
tamente in pochi fogli j ficcome a reftrigner mi veggo per

DI P1ERSANT1 BART0L1 P1T. , E 1NTAGL. 229


legge d'infufficenza forzato ciocch egli ampiamente deli
ne in innnumerabili . D'onefti civili , e facoltofi geni
tori nacque egli negli anni 16$ 5. e fino all'et degli otto lo 1
tennero appreffo di loro , e da te medefimi per la gelofa ~
che ne avevano gl'infegnarono a leggere , e a fcrivere , n
lo vollero mai mandare afcuola . Ma ficcome il fanciullo
inclinava molto al difegno , e che la giovent Perugina era
allora afiai dedita alla pittura, dubitando non coll'occafione delle parentele , e dell'amicizie fi difviaffe in patria nel
convertire , ri/lverono di mandarlo a Roma . Fu nel par
tire , raccomandato ad un Tuo amico da Vincenzo Graziani
padre del vivente Tullio , che avendo avuto fin da giovine
genio particolare alla lettura de' buoni libri- fin da quel
tempo cominci a far acquifto de' pi rari , e feguita tut
tavia col fignoril fuo gufto ad acquetarne acquiftando.
eziandio altre cofe non punto men rare . Per le quali di
venuta la di lui perfona affai cognita nel mondo nobile_ ,
giacch cognitiffima era laprofapia per l'antichit , e chia
rezza del fangue . Arrivato Pierfanti in Roma and a di
rittura dall'amico del fuddetto cavaliere , che lo ricev in
caia , e lo tratt per le premurofe raccomandazioni , che
fatte gli aveva da figlio. Fecegli ltudiare l'umanit , e_>
dar lezion di difegno da certo Lemer Franzefe ; e quindi
lo raccomand caldamente ad altro Franzefe maggior di
lui y e d'ogni altro profeffore della nazione, perch (ra
to il maffimo della Francia , e fu Niccol Puffino , che lo
tenne ltto fua difciplina con ogni rigore lungo tempo.
Da lui impar la correzione del difegno , da lui prete la_>
pratica de' colori , da lui ebbe tutti gli altri precetti dell'
arte. Fecegli difegnare molt'anni l'opere pi infigni , ed
antiche , e moderne , e pi d'ogni altra quelle delle ftanze
di Raffaello, e del cortile di Belvedere in Vaticano : Guar
da ben , gli diceva , /'/ Laocoonte , guarda VApollo , guar
da il Torfoy e guarda , e riguarda il mio diletto Ansinoo..

i$o

DI P1BRSANT1 BJRT0L1

^uefliflatifino i miei maeflri>e quefli effer deggiono tuoh


Voleva ogni (ra vedere quel che avea fatto il giorno ; e__
come ben conofceva il fuo talento procurava di trovarvi
per timore che non s'infuperbiffe ogni difetto , e lo chia
mava fcioccone ,, e dappoco . Tenutolo cos qualche non
breve tempo , dacch gi francamente copiava, cominci a
farlo dipignere d'invenzione , e fece alcuni quadri , che
furono in un colle copie di cert' opere che fatte aveva
di Raffaello comprate da un Franzefe , e portate in_
Francia . Seguit coll'amore di quefto guadagno vie pi
a lavorar con fervore , e come dedito era anzi alle co
pie, che all'invenzioni divenne cos celebre, e lIngoia
re , che fatte che le aveva pochi , o niun profeffore conofeiute l'avrebbe dagli originali j ed un giorno lo ftefTo
maeftro in una filavi fi ebbe a ingannare . Imit in fomma
tanto efattamente qualunque maniera, ed antica , e mo
derna , e trov tal modo di dar la patina , che fino a quel
tempo non ebbe uguali; e quello era allora il fuo forte,
quantunque dipigneffe ancora d'invenzione. Diedefi poi
ad intagliare a bolino , e ad acqua forte, e vi prefe tal
gufto , che fe non foffe ftato il maeftro fi farebbe dimenti
cato affatto del pennello ; fccome in progrefo di tempo
f ne dimentic , perch eccetto alcuni quadri , che fece
per un cafino di villa al principe Borghefe, alcuni altri
per la chief di Porto, ed uno per S. Pietro in vincoli,
nient'altro fi vede di fuo, cheiofappa. N feavefle vo
luto avrebbe potuto per le richiefte , che aveva degl'inta
gli, che gli fi pagavano quanto chiedeva; ed era cos faci
le, fpedito, e franco, che imponibile quafi ancorch fi voleffe , farebbe a numerarli , far dunque menzione de' prin
cipali , che fi pubblicarono colle (lampe . Evvi un grolfo
volume di tutti i baffi rilievi , ed ornamenti della celebre
colonna Trajana , che egli diligentemente difegn a uno a.
no lpra i ponti , che d'ordine fuo vi furon fatti . Evvene

PITTORE, E

INTAGLIATORE.

231

ne altro dell'Antonina . Evvene altro di tutti gli archi , e


fepolcri antichi j altro delle lucerne antiche , altro delle
fabbriche , de' maufolei , e degli edifizzi antichi de' Ro
mani , altro de* baffi rilievi , altro delle pitture antiche*
ftterranee , altro delle gemme , e carnei , c diverfi altri
ve ne fono delle medaglie antiche Intagli tutte le pittu
re di Raffaello , che fono nel Vaticano . Intaglio tutte le
azioni di Leon X. , che fi vedono anche in arazzi . Inta
gli tutte l'opere, che Giulio Romano fece a Mantova .
E ne intagli molt'altre de1 Caracci? del Maratta , e d'al
tri pittori infigni , che (rampate le un egli fteflo in un ben
groflb volume . Vedonfi in cafa Maffimi le. (lampe del Vir
gilio figurato, che fi conferva nella libreria Vaticana.*,
che intagli d'ordine del cardinale . E fi vede nella medefima cafa un groffo volume didifegni di pitture trovate--*
fotta terra da lui in iftanze , e fabbriche antiche efprelfe
al vivo cogli fteffi colori , Ebbene un fimile nella grolfezZa, ma diverfo per le pitture il cavalier del Pozzo, che
poi palfato in cafa Albani . E diverfo da ambedue uno ne
aveva eglifteffo, che and in Inghilterra , dove l'opere
lue fi llimano aflaiflmo , Guadagnava egli , come ognun
pu ben credere, (mme immense; ma colla medefima fa
cilit , con cui le guadagnava , le lpendeva generofamente col trattarli in cala , e fuori alla grande . Aveva un ra^
ro, e ricco mufeo, ove andavan Svente a divertirli il
marchete del Carpio, ed i primar j perfonaggi di Roma,
Era ftipendiate dal duca di Parma , dal duca di Mantova ,
e dalla regina di Svezia , con cui aveva particolar lrvit ,
e trattava domefticamente avendo pi volte S. M. fatto
entrar lui , e reftare in anticamera dame, e cavalieri della
prima qualit . Serv di diverfe opere il Re di Francia , e
fu replicatamente chiamato con groffo ftipendio alla cor
te . Ma per le gravi fue occupazioni, ed impegni con
tratti in Roma anche co1 Pontefici a che di mano in mano
re*

*32

DI

P1ERSANT1 BARTOL

regnavano, da uno di cui gii fu per morte del Bellori con


ferita la carica d'Antiquario appoftolico , e del Senato,
non pot finch fu giovine fano , e robufto mai andarvi . E '
nella vecchiaja che avrebbe forfe potuto perd la falute ,
e diede in fiera idropifia , che add 7. di novembre dell'
1700 anno 1700. dell'et fua feffantacinque lo priv di vita . Si
"
port il corpo di notte fecondo il /olito con molto accom
pagnamento , e cera nella chiefa parrocchiale ,di S. Loren
zo in Lucina , ove la mattina feguente fi fece col l'affi (len
za de' virtuofi della compagnia di S. Giufeppe, e degli ac
cademici di S. Luca , che fin dal 1670. ammeflo l'avevano
nell'accademia folenne mortorio , e prelfo quello dei caro ,
ed amato fiio maeftro, che ivi pure ripofa, fufepoito.
Rimafero del fuo mediocre capitale, che generalmente-
grande fi credeva , eredi i figli , che ebbe in grofTo numero
con una figlia del celebre Gianfrancefco Bolognef , il
il quale ftim fuo gran vantaggio l'apparentare con lui, c
volle ad ogni cofto dargliela per moglie. Vivono prefentemente alcune delle femmine, e vive Francefco de' mafchi , che l'unico allievo che fece , e che avendo avutala
fteffa,carica d'Antiquario appoftolico? e del Senato feguita
egli pure a cavar di fbtterra le pitture antiche , e ad inta
gliare le cofe pi rare , che giornalmente in Roma fi Co
prono , e fi ritrovano ; ed ebbe mano in quelle intitolate:
Le pitture antiche delle grotte di Roma , e delfepolcro de%
Nafoni , che in un volume infoglio del 1 706. dagli Zenobj
fi ftamparono . Era Pierfanti alto di ftatura , ed affai cor
pulento , di bello afpetto , ed avvenenza , bianco , roffo , e pieno di faccia , calvo di tefta , e mezzo canuto di
crine rado, e corto . Veftiva fempre di nero non con fa*
fto , ma civile , e pulito , ed affai venerando , e gra?e_j
compariva nel portamento . Aveva particolar grazia nel
parlare , e maniere fatte a pofta per infinuarfi . Difcorreva
affai bene, e confali, vezzi, erudizioni, e facezie fparfe

fcon*

PITTORE, E

INTAGLIATORE.

233

fecondo le occafioni a tempo , ed a propofito rilevava i di


/corfi . Stava continuamente in cafa applicato , n ne ulci
va mai te non la fera per ifvariarfi , od il giorno per rac
chiuderli lotterra a cercare , fcoprire, e difegnare memo
rie antiche . N l'et n la corpulenza , n la grandezza ,
n la fatica di fcendere , e falire, n qualunque altro dilgio ritener lo potevan dall'entrare ne' fotterranei per ge
nio, pergufto, e dir fi poteva ancora per iftinto . Divertivafigiornalmente qualch'ora colla lettura di buoni libri ,
nella cui raccolta lpendeva , quando gli capitavano non_.
poco . Comprava ftampe , difegni , camei , medaglie,
ed altre fimili cofelbventemente , n fi rimaneva pel prez
zo , qualora gli piacevano . Amava l'ingenuit, e la_
quiete , e non ifparlava mai d'alcuno. Odiava le liti ,
le gare , e le finzioni , e gli ftette fempre filfo nel cuore__*
non meno , che nella mente l'amore del proflfmo , ed il
timore d'Iddio .
DI

ORAZIO FERRETTI PITTORE,


ED ARCHITETTO CIVILE.'

| N niun altro tempo , ed in niun altra citt


piucch nel paflato fecolo , ed in Perugia,
quando nel 1639. ad 16. di febbrajo vi
nacque Orazio fu la bell'arte della pittura
efercitata da' nobili . Imperocch lrra-<
tafi la lcuoia dell'Amadei fe ne apriron alcun'altre , e celebre per la frequenza della nobilt fu quel
la , che and da Roma ad aprirvi il eavalier Gagliardi ,
che per le molte pitture, che vi fece, e pel lungo tempo, che
vi dimor merit d'eflere aggregato alla cittadinanza.Quefta tra elfi cominci da giovinetto a frequentare coll'efrcizio del difegno il noftro Orazio , e pacando dal matitatojo
a' pennelli talmente divenne pratico ne' color} 3 che varie
Gg

va-

g4

1)1

ORAZIO

FERRETTI

vaghe operine dipinte a olio. Ngli baft il faper dipignere ad olio , perch dipinfe a guazzo , ed a frefco ,
lavor di paftelli, adoper ne' ritratti la penna, e fall
tant'alto, e vi ebbe tal genio , che di fcolare divenuto
maeftro iftruiva egli pure la giovent nel difegno . Quindi
pafs il fignoril fuo genio pi oltre ; concioffiech fttofi
protettor di maeftro divenne il Mecenate della pittura- .
Soccorfe alcuni alla profetfone inclinati con danaro , aitri ne pref in calli , e tratt nobilmente tmpre a Tue fpefe nel lungo tempo a che ftette in Perugia adipignere al
Ges , alla Chiefa nuova , a S. Ercolano , ed in altre chief Gianandrea Carloni . E come egli aveva lotto il celebre
dottor Lemme Roffi ftudiato da giovinetto anche la geo
metria, ed avuti i principj dell'architettiira , andava fpelfo inventando varie bizzarre cote fino a che una ne inven
t , che fi rend celebre per tutta Europa . Perch and
per pi d'un anno continuo fulle gazzette , e la volle final
mente ad ogni cofto il duca di Medinaceli vicer di Napoli.
Confifteva quefta in un canterano da viaggio di giuda gran
dezza ingegnofmente,e con ben intefa fimmetria fpartito,
e difpofto , che pare incredibile a dirli y e pur io l'ho vedu
to, e riveduto pi d'una volta, che conteneva tutto 1
fornimento di tavola , di cucina , e di credenza per dodi
ci perlne , l'addobbamento d'una ftanza nobile , e d'un
gabinetto per una dama con tutto il bifognevole a quell'
ufo , letto , fedie , tavolini , paramenti fgri per cele
brare, e tanti altri comodi , cmalferizie, che pernon_j
elfer lungo , tralalcio d rammentare , bench potrei
perch ne conlervo ancor l'inventario . Lo regal generofamente per queft'opera maravigliofa il vicer, e gli con
fer il governo di Nola, e d'altri luoghi, ove fi port
impre con quella prudenza , efaviezza, con cui acquifata aveva in patria la ftima univerfale di tutti . Fu frat
tanto richiamato in Ilpagna il Vicer , ed egli torn a_

PITTORE, ED ARCHITETTO CIVILE.

235

Perugia , dove alla fine aggravato piucch da alcun altra


ndilpofizione dagli anni pafs nel primo di gennajo de'
1725. a miglior vita, e l'offa fi confervano nel fepolcro 1725
della cafa a S. Agoftino. Parlan meritevolmente di lui il
P. Oldoini nel Perugino Ateneo , il P. Morelli nelle noti
zie delle pitture , e fculture di Perugia , e nell'Abecedario pittorico il P. Orlandi . Era di giiifta ftatura , di co
lore olivaftro, di temperamento afciutto , di faccia lun
ga con larga fronte , ed occhi neri , ferio , e grave d'alpetto , e tempre penfofo . Non parlava molto , ma molto di
ceva, perch parlava bene, e pefato. Ebbe conAnna_
Maria Florenzi de' marchefi di Rafina fua moglie diverf
figli : due andaron giovinetti al tervigio del Re di Fran
cia, e combatteron valorofamente in diverte vive azioni
portandone chi nel volto , e chi altrove i contraffegni :
uno mor al tervizio della Principera di Modena l'anno
paffato, due vivono nobilmente in patria attendendo alla
cura de' domeftici affari; E dal maggiore, che fi dilet
t pure invarjmodi del nobile etercizio della pittura.. ,
e che s'accas con Marialaura Ferretti de' conti di Caftelferretto d'Ancona , e che non guari dopo mor ne nacque
Lionardo, che prefo l'abito Gerofol imitano fece molte
carovane fotto il Granprior d'Inghilterra fuo zio gi Co
mandante delle galee del Papa . Ha poi comandato egli
pure varie volte in affenza de' capitani le fteffe galee , ed
etercita pretentemente la carica di caftellano della fortezza
di Cittavecchia . E' quefto cavaliere ornato di non poche
altre belle , e nobili qualit; perch intende d'arte nau
tica , fi diletta di poefia , verfato nell'iftorie, fa di geo
metria, ha pratica del mondo . E te non foife la fila modeftia , che a me per aver molto tempo trattato feco,
ben nota , e fo che anzi ama di camminare per la via del
merito , che d'effer lodato , pi direi , ma taccio per timo
re d'offenderlo .
Gg 2
DI

2$6
DI ANTONIO BATISTI DIONIGI
ARCHITETTO MILITARE.
Ejlano (Falcimi uomini forti o/cure fazio
ni , ed il nome con quellaforte , che nelle
cofe umane comune \ e la pa(pone inven
tando bene fpejfo non men le calunnie^ ,
che l'adulazioni confonde i giudizzi collo
cando fenza ragione alcuni fui trono del
merito , e feppellendo ingiufamente altri nella iomb.i^j
delFobblivione . Cos va nel fine dell'undiceflmo libro del
iecondo tomo della fua ftoria faviamente da quel gran favio che era dilcorrendo allorch deH'efpugnazione di Candia difcorre , il Nani , e fon elle per appunto fue precife
parole \ e cos difcorrer io pure orche d'Antonio ho imprefo a difcorrere . Imperocch quantunque numero mol
to grande faccia tra quegli uomini forti , che coll'armi
non meno , che coll'architettoniche invenzioni ne' fatti
pi illuftri di quel lunghiffimo afledio fi fegnalarono non
ftato veruno in verun luogo rammentato da lui . E te nella
patria l'Oldoini , che tante , e tante volte nel fuo Ateneo
Perugino lo rammemora , e chi leggeva di que' tempi gli
avvil, le gazzette, ed i giornali, e che tal volta dalla_j
di lui penna pi veritieri eziandio ne riceveva non ne aveff come amante di fua gloria tenuto conto fe ne farebbe af
fatto affatto perduta quella memoria , che pure per meri
to, e per giuftizia viva, ed immortale confervar fi dove
va . Cos dunque , cos , lafcimilo fenza darmi taccia
d'amplificatore ampollof il benigno leggitore ripetere,
che, o per paffione , o per deftino molti , che a ragion fep*
pellir fi dovrebbero nel pi profondo avello della dimenti
canza fono efaltati fui pi eminente foglio dell'immortalit,e della gloria. E di molti,che meriterebbero d'effer innal
zati con perpetuit fino alle ftelle , o non fe ne parla punto,
o fe ne lparla . Negli anni 1643, add 26, di marzo ebbe il
no

DI ANTONIO TIST1 DIONIGI


me AR. M.

237

noftro Antonio fuo nafcimento in Ferrara , dove Scipione


fiio padre dopo aver fervito per lrgente maggiore nel
reggimento Strozzi Ferdinando II. imperadore , che di
chiar lui , e tutti i difendenti fuoi nobili del fagro Ro
mano impero , ed effere ftato chiamato dal papa al gover
no dell'armi d'Ancona , e promolfo fulfeguentemente ad
altri gradi militari efercitava quello di colonello ; e co
minci nell'et de' due , che gi camminava , e cinguetta
va da te fteflb ad iftruirlo negli elementi delle lettere , e__*
della religione. Tenutolo cos altri due e poco pi , 9
gravemente poi ammalatoli add 29. di novembre de' 1647.
fi mor . E Diana Servi dama Anconitana , che con dodi
ci mila feudi di dote s'era accafata feco pafs alle feconde
nozze con Ercole Floramonti cavalier Perugino , che pref la tutela del figlio. Fattoli intanto grandicello,
impre pi fano , e robufto crefcendo dava coli' agili
t del corpo , e colla fgacit dell'animo fegni quafi ficuri dell'ottime fperanze , che Ercole ne avea concepi
te, e gli fece ftudiar gramatica fotto un bravo, edefperto
maeflro. Vedendolo quindi pi inclinato , edifpofto all'
armi , che a qualunque altro efercizio ne lafci in fua balia
l'elezione. Ma fcelto avendo quel della guerra volle , che
qualunque cofa ad effa fpettante apprendere prima d'an
darvi , e lo mife fotto la direzione d'altri bravi , efperti ,
e proporzionati maeftri . Imparata ch'egli l'ebbe gli fece
replicatamele fpiegare tutti i libri d'Euclide , e dar nel
tempo fleffo continue lezioni di fortifcazione,e di ditegno,
a che egli per la fete che aveva di tofto partire applicava_>
daddovero , ed in breve tempo fece progreffi non ordinarj , e quel che altri in lunghiflmo fatto non avrebbe. Rei
terandogli perci piucch mai fervorofe l'iftanze di par
tire e non potendolo in alcun modo rattenere part , ed
and venturiere a fare alcune campagne fotto il coman
do del eonte Montecuccoli nelle truppe Tedefche , do
ve
A

s$8

DI ANTONIO BJT1ST DIONIGI

ve alcuni fuoi amici , cui l'aveva caldamente raccomanda


to , militavano , e d'altro pi particolarmente non li preg
che di fargli vedere il vifibile ,e di non rifparmiarlo. E vide
di fatto , e fi trov all'azioni pi cofpicue , ed ebbe grand'
agio d'olfervare gli alloggiamenti , le trincee, i ripari,
le marce dell'armata , gli attacchi , gli alfedj , gli affalti,
le Aortite , l'offefe, e le difefe, e riducendo alla pratica
ciocch apprefo aveva dalla teorica , e feguitando fotto i
pi bravi ingegneri nell'inverno ad applicare egli pure bra
vo divenne . E come veduto avea pi volte di vicino , ed
a faccia a faccia il nimico , e che in alcune nel ferirlo era
anche ftato ferito perd quafi affatto quel timore , che indifpenfabilmente fa palpitare i cuori imbelli de' foldati ncvizzi , e che di rado , e preffoch mai interamente fi (aca
dagli agguerriti de' veterani . Fu trattanto non Co per qual
grave premurofo affare corretto a ritornare in patria , e
meflofi in cammino arriv a Venezia , dove ne' pochi gior
ni , che vi dimor fece per mezzo d'un di que' nobili che
conofeiuto aveva in Germania varie altre amicizie . Quin
di riprefa la via della patria , giuntevi /ollecitamente , e
mentre s'affrettava a difpacciari ebbe dal principe di Ma
jf , di Carrara la carica di colonnello con cinquanta-
feudi ilmefe di foldo , ed il governo dell'armi del ducato
di Ferentillo colla cuftodia della rocca di Materilla . Ma
nel tempo fteffo, che ricev quefl'onore dal principe proc
uravano gli amici di Venezia di metterlo al fervigio della
repubblica , ed ottenutogliene altro limile gli mandaron la
patente , e gli fcriffero che l'afpettavano . Spacciatoli
dunque quanto preftamente potette il pi part; ed ito a
prender congedo dal principe s'incammin alla volta di
Venezia , dove appena giunto , e ricevuto dagli amici
con diftinti fegni d'affetto fu introdotto a ringraziare chi
gli aveva conferita la carica, ed avute le neceffarie iftruzioni s'imbarc fovra una nave , che ftava con altre allenita
per

ARCHITETTO MILITARE.

z9

per far vela verfo Levante , e con profpero vento giunte fe


licemente inCandia . Prefentofl immantenente al coman
dante , da cui avuto il pofleflb della carica ebbe anche varie
incumbenze , ed ufcitone in tutte ad onore n'ebbe varie al
tre , e non perd mai in quella valida , ed olii nata ditela
n momento di tempo . Imperocch invent varie mac
chine , per le quali molto , e molto danno ricev il nemi
co , fece varie fortificazioni per maggiormente contraffar
gli , e difficoltargli l'offefa , comand da capo in diverte
fortite , e tanto nelle pi calde , e perigliote continua
mente s'efpote,che vi rimate diverte volte leggiermente fe
rito linoach da palla d'archi bufo in una mortalmente col
pito nel volto cadde temieftinto , e tramortito , ed a po
co a poco venendogli meno lo fpirito gloriofamente l'efl
lafciando appi delle mura colla fpada in mano efangue__
il corpo nel pi bel fiore degli anni , e ne' 19. di lu
glio de' iddo. quando ftava per raccorre il frutto delle 1669
palme, che in tanti fatti egregi avea conquiftate . Con
gran difpiacere tenti quefto caf il comandante , e tut
ti gli altri ufficiali grandemente te n'attriftarono ; e_j
portato il cadavere con lbienne pompa , e coll'intervenimento di tutti loro nella chiefa di S. Marco vi fi teppell . Pronoftic la di lui perdita quella della piazza , per
ch al principio di tettembre cominci a capitolare . E vi
fegu un fatto , che tebbene rammentato fi fia nelle ftorie
univsrfli, da altri , e che non troppo forte a quefla par
ticolare s'addica cast memorabile , e raro , che ho cre
duto fi deggia anche da me raccontare , acci maggior
mente a' tecoli avvenire fi propaghi, e terva a' poftieri d*
integnamento, conciofliech niuno degli abitanti vi volle
reftare. Fu tale, e tanta la cofternazione , il difpiacere,
l'angofeia , il timore , il terror , lo fpavento de' medefimi, che tutti l mitero in repentino, e fervido moto, e
fortemente fi fcompigliarono all'avvilo del fatale, acerbo,
e ru-

*4C

D/ ANTONIO PATISTI DIONIGI

e rubeflo fpettacolo , e quel mare in fortuna umanamente


fluttuando, e da qual rapido , fiero, e tempeftofo nembo
in diverfi modi agitati : Chefacciamo, dicevano mefti 5 e
pieni d'orrore i mariti alle mogli , i figli a' padri , le madri
alle figlie dirottamente piangendo co' crini fparfi : Che
afpettiam , replicavano afflitti , e ftupidi i padroni a' frvi?
i maeftri a' difcepoli,gli artieri a' garzoni con voce tremo
la: Che cerchiamo, gridavano furibondi, e difperati gli ami
ci agli amici,i compagni a1 compagni, i vicini a' vicini per
ogni lato correndo co' panni in braccio. ^ueflo non pidjtcurofoggiamo al noflro onore, non pi proporzionato rit egno
alla nojlra pudicizia , non pi rifpetto confacevole alle nojlre
famiglie'? Chi veder vorr ufurpate lefojlanze , ridotta a
fervitude la libert , la vita efpojla a' pali , a1 lacci , *
croci ? Sufu partiamo da quejle terre , abbandoniam que
lli lidi divenuti oggimai per noi troppofunefli , e crudi . E
dacch la nojlra religione ha da lafciare fua fede , e 'i no
flro Iddio fuggir dafue chiefe fuggiam ncifuggiam pure con
cjfo loro da nojlre cafe: E tutti concordemente coftanti,
e rifoluti difprezzando , e mobili , e ftabili , e femoventi
l'abbandonarono . Ricordandofi forfe dell'empie crudelt,
e dell'inudite tirannie , con cui i Barbari ventiquattr'anni
prima trattarono contro la fede datai miferi abitatori del
la Canea , che oppreffi maggiormente ogni d da mille , e
mille avanie eran cofrretti per timore di pi a tollerarle,
ed a moftrar eziandio di gradirle avviliti quai fanciulli
dall'ufo di foffrir le sferzate, e di baciare la sferza , e_
quali infermi fpinti dalla paura della morte a forbir volen
tieri afpre , ed amare bevande . Arrivata trattanto la nuo*
va fatale d'Antonio in patria ognun fe ne affliffe , e_
la compiante; e per darne fcure riprove in diverfi par
ticolari modi, e condiverfe compofizioni funebri l'ono
rarono . Che raccolte poi da Carlo Batifti fuo cugino
ben cognito nella republica delle lettere per la cogni
zione,

ARCHITETTO

MILITARE.

24L

zione , che aveva delle tofcane , e delle latine fi ftaraparono in un volumetto in 4. , e gli Epicedj della fama-
s'intitolarono . Ed ecco, come i Perugini trovati fi fono
alle pi memorabili azioni militari feguite negli ultimi fecoli nel mediterraneo Orientale , ed in quell'itole , dove
refteran tmpre vive le memorie di lor valore , e del lngue
che v'anno fparfo . Imperocch rammemorer fempre__*
Rodi quello di Filippo Bigazzini , di Leonardo Baleftrini,
e d'altri , ficcome nella vita di Leandro Signorelli , fi
narrato . Rammemorer Famagofta quello d'Aftorre Baglioni , conforme nella vita di Cefare Roffetti ho accen
nato . Rammemorer Larta Caftel nuovo , e Malta quel
lo d'Afcanio della Corgna , di Vincenzio Anaftagi , e d'al
tri fecondoch nelle lor vite detto abbiamo . Rammemo
rer Lepanto , quello de' medefimi nelle medefime lor vite
cnunziato . E rammemorer finalmente Candia quello del
noftro Antonio gi da me ora rammentato . N quefte__5
quantunque moderne fieno fon l'ultime glorie, che nell'
armi anno acquiftate . Poich ha avuti nell'et noftra in
un tempo fteffo Perugia preffo a cinquanta uffiziali in diverfi pofti militari tutti da me conofciuti , e dicuivive
prefentemente la maggior parte , al fervigio di diverfi
principi, ed an fatto il lor dovere in ogni rincontro . E
per fegno , che non fallo regiftrar ne voglio a un per uno
qui fotto i nomi . Quattro ne ha avuti al frviziodi Cefa
re , e fono Goffredo, e Francefco Baglioni , Giufeppe
Antinori , e Giufeppe Lambardi . Ventitre al fervizio del
re di Francia, e fono Giambatifta , e Claudio Aureli,
Orazio, e Francefco Monaldi , Girolamo, ed Aleflandro
Alfani , Cefare , e Giufeppe Doni , Santi , e Pio Ferret
ti , Girolamo , e Baldatfarre Crifpolti , Carlo Cefarei ,
Vincenzo Ondedei , Pudiano Pudiani , Pompco Frollieri , Gio: Battifta Ercolani , Marcantonio Meniconi ,
Contuccio Contuccij Lione Borgia, Giovambatifta della
H h
Pen

s42

DI ANTONIO BATISTl DIONIGI AR. M.

Penna , Filippo Graziani , ed Orazio Batifti : Quattro al


fervizio del re di Sardegna , e fono Giufeppe di Borbon d
Sorbello , Vittorio Alfani , Niccol Giobbi Fortebracci ,
e Curzio Giugi : Quattro alfervizio della repubblica di
Venezia, e fono Bartolommeo , Carlo, e Gio: Batifta_j
degli Oddi , e Lorenzo Ranieri . E dodici al fervizio del
Papa, e di Malta, come cavalieri della religione , alcu
ni di cui an comandato , e comandano le galee , ed altri
an fervito , e fervono nelle carovane , e fono Diamante-
Alfani , il commendator Carlo , ed Amilcare Graziani ,
Fabbrizio di Borbon del Monte , Pietro Crifpolti , Orazio
Eugenj, il commendator Griffone Oddi , Virgilio Florenzi , Afcanio Baldefehi , Leonardo Ferretti , Luzio Al
fani , Tiberio Borgia , e pi forfe ve ne faranno , de' qua
li , ancorch ne abbia minutamente la memoria ricercata a
non mi far talora ricordato .
DI BARTOLOMMEO PETR1NI PITTORE .
He non fa la provvidenza divina , quando
vuol efltarqualcheduno'E come gli acci
denti difpone poi, qualora per fuoi giufti,
ed impenetrabili giudizzi , o d'efltarlo fi
rimane , o determina d'abbalfarlo ? Maravigliof ella ftata , e tempre far ; e
non cefser mai d'elfere , acci non ceffno mai gli uomini
di rivolgere gli occhj a lei , e di riconofcerla per dilpenfatrice fuprema di tuttoci, che loro alla giornata, o di
cattivo , o di buono, o di profpero , q d'avverfo va fuccedendo " N punto men penfa alle abitazioni de' nobili ,
a' palagj de* grandi , ed alle regie de' fvrani , che alle__*
cafe de* plebei, alle capanne de' contadini, e ad ogni
pi povero , e vile omiciattolo , che non abbia tetto,
od alcun altro ricetto . E non finifee ella qui U mara
viglia,

DI BARTOLOMMEO PETRINI PITTORE.

24$

Viglia, eia grandezza di fue ftupende difpofizioni; per


ch non folo non lafcia mai di penfare agli uomini , ma_,
penfa ancora agli animaluzzi pi minuti , a' vermicciuoli
pi fordidi , alle piante infenfate , ed a tutt'altro , che per
comodo loro ha creato . Niuno dunque dubitar mai deve
di Tua condizione , e credere , che mancar gli deggia mai
il neceflario , e Bartolommeo , che Meuccio fu chiamato ,
di cui ho imprefo a fcrivere ci dar chiaro a conofcere ,
come fi vedr , quanto fia vero ci , in che mi fono finora
andato lvagando. Imperocch elfendo del 1642. dalla_#
Marca capitato in Perugia Francefco fuo padre in princi
pio della guerra d'Urbano per arrolarfi s'innamor di cer
ta giovinetta Perugina, che nient'altro avea di fuo, che
l'oneft , e quefta fola fu la dote che ebbe nello fpofarla ; giacch quefta fola , e nulla pi egli aveva di capita
le . Nacquegli nell'anno fufleguente un figlio, cui pofe> 1643
nome Bartolommeo , che quefti appunto , di cui dilcorriamo; e mentrecch dalla madre s'allattava, la madre
mor , e mor in tempo che per fventura maggiore del
figlio , il padre gi arrolato partito era dalla citt col reg
gimento, che aveva avuta la marcia pel Tralmeno . Un
unica zia, che aveva la madre in tempo che s'accas, mo
r prima del parto , ne altri parenti lafc , che poteflero
aver cura del figlio . Si ritrov alla di lei morte certa con
tadina fua amica , che ne' fobborghi faceva l'ortolana , la
quale come frefea ella pure di parto il proprio figlio allat
tava , ed andava nella di lei malattia dando il latte anche
al fuo . A lei dunque prima di morire ftrettolfi teneramen
te al Ceno efficacemente il raccomand , ed ella , che gi
in que' pochi giorni , che diedegli il latte pofto gli avea
qualche amore fel prefe , e portatofelo a cafa raccont tut
to il fatto al marito , e gli foggiunfe che quegli pure era , e
doveva elfer lor figlio . Aveva prima dipartir da Perugia
col bambino fatto fcrivere al padre dandogli parte di quanHh 2
to

244

DI

BARTOLOMMEO

PETR1N1

to era accaduto , e quando afpettava , o di veder lui , odi


lntir qualche buona novella ebbe avvito, ch'egli pure nel
giorno fteffo , che mor la moglie, era morto . Difpiacque ci non poco agli onorati villani , perch da lui fperavano qualche ajuto, pure alla fine fi dieder pace , e feguitarono colla fteffa cura che nodrivano il figlio a nodrir an
che l'altro . Avvenne , che la nodrice di lenta , e lunga_r
febbre, bench non mortale ammal , ed effendole man
cata l'abbondanza del latte non ne aveva a fufficienza per
darne ad ambedue , e fi fece ajutare da una pecorella , che
teneva domeflicamente in cafa , perch ogn'anno vi alle
vava un agnello . In cotal guifa furon per alcuni mefi , e
di latte febbricitante , e pecorino nodriti ambedue , fin
ch ella fi riebbe ; ed effi poi con miglior nodrimento andavan felicemente crefcendo , e crebbero con intera flute
fino all'et di due anni . Perdettela Meuccio in principio
del terzo , e viffe malaticcio continuamente fino al quar
to , dimodoche poco , o niun conto facevano di fua vi
ta , quantunque con ogni amor gli affiftelfero gli amorofi villani . Paffato cos tempre tra'l male, e 'IpericoIo della morte la ftate gli lafciavano i villani mangiar
quel che voleva, ed egli avido all'ufo de' fanciulli , ed'
ogni altro infermo de' frutti cominci a mangiar nell'au
tunno fichi , ed uva a crepa corpo ; e paflato non era an
cora l'ottobre , che con s fatta medicina vigorofo , frefco, e graffo divenne, e ftette poi femprebene. In tale
ftato lo trov l'anno fuffeguente il parrocchiano , quando
per la fettimana fanta and a benedire la caf , ed avendo
lo di molte cofe interrogato , fentitol rifponder a propo
lito , e piacendogli anche l'indole , e l'avvenenza lo conduffefeco, ed infegnatogli a leggere, e a fcrivere l'alle
vava in abito chericale per farlo prete. Torn di quel
tempo Luigi Scaramuccia pittor Perugino di Lombardia a
Perugia , e come era flato egli pure prima che ne partiflc

.-PITTORE.

245

amico del parrocchiano vi and alcune volte a definare , e


"Veduto il giovinetto fervir lindamente , e d'ottimo garbo
a tavola , e fare ogni altra faccenda domeftica con politez
za, e preftamente concep per lui dell'affetto finch di ma
no in mano gli and crefcendo , ed al parrocchiano per Ce
co condurlo , quando partir doveva , il richiefe. Di poca
buona voglia s'indulfe a dargliele il parrocchiano , e di
non molta il giovinetto a andarvi . Prefo poi gufto in ve
der di continuo coCe nuove nel viaggio , ed innamoratoli
del nobile , e famigliar tratto del novello maeftro non Ci
fcord mai del vecchio , e de' villani fuoi benefattori, ma
volentieri llette finche viffeconlui, che fubito arrivato a
Milano principi a dargli lezion didifegno, e adiftruir10 nell'arte della pittura . Facevavi non ordinar) progred
11 giovinetto , e guadagnando fempre pi col fuo bell'operare l'amor del maeftro , e degli altri fcolari correttamen
te gi difegnava allorch prefe anche pratica de' colori , e
dava fegni certiffimi della paffata , che fece , ed era per fa
re . Ognun dunque afpettava gran cote da lui , quan
do condotto dal maeftro in fuo ajuto nel dipignere cert'
opera a frefco cadde , come velociflmo era in qualunque
fua operazione , sbadatamente dal ponte , fi ruppe una
gamba , e rimafe anche offef non poco nel volto . Gua
r per la gran cura , che ebbe , ma reft di quella ftorpiato , ed in queflo con alcune cicatrici ; e di bello, e ben_
fatto che era divenne quafi orrido , e moftruofo . Seguit
nondimeno colla primiera applicazione a ftudiare , bench
avvilito alquanto fi folfe nel vederfi cos mal ridotto , e_-
fece d'invenzione due quadri , che veduti da un Oltra
montano, che molto di pittura fi dilettava tanto gli pia
cquero, che glieli pag quel che volle, e due altri gliene
ordin . Rincoroffi allora tra per lo denaro , che guada
gnato aveva , tra per quello , che fperava di guadagnare ,
etra per l'applaufo 5 che avuto avevano i quadri, e per
l'ani

24*

DI BARTOLOMMEO VETRINI PITTORE.

l'animo , che gli facevano per follevarlo il maeftro , gli


amici, e gli altri teolari , i quali anziche l'invidialfero ,
compativan la fua difgrazia , e a tenerlo allegro , e adi-
venirlo in divert modi s'aiutavano . Mand cinquanta^
fudi di regalo a' villani , dieci al figlio , che per elfere
ftato allevato feco lo teneva per fratello, ed alcune belle
teatole , e fibbie d'argento al parrocchiano \ e fcrifle loro,
che non fe ne farebbe mai , te venuto folfe in fortuna , di
menticato . Stava trattanto attorno agli altri due quadri ,
quando rubato gli fu il rimanente del danaro con tutti gli
abiti, ed ogni altra cofa di valore, che aveva nella ftanza , ove dormiva tenzach fi potette mai lcoprire il malfat
tore , ed il poverino reft folo con quel , che addoffo por
tava . Pi di ciocche doveva egli s'afflifle , e divenne quafi
inconfolabile , ancorch gli amici, cdilmaeftro in qua
lunque fomma, che chiefta avelfe gliene efibiffero . Ma_.
guai a chi comincia cos nelle cote profpere , come nell'
avverte ad elfer continuo berfaglio degli accidenti ; perch
rare volte la morte , che all'une, e all'altre pon fine , te
ne allontana. Inferm dunque gravemente il cattivello,
e quel che non avevan potuto fare nel corte di ventun'anno
tutti gli altri mali , e difag] , che aveva avuti , lo fece in
quattro giorni la malignit della febbre , e con gran dipiacere del maeftro , degli amici , de' condifcepoli , e di
.166*4 tutti quelli che lo conofcevano gli tolte ne' 1664. la vita .
Tuttoci m' ftato pi d'una volta raccontato dal cavalier
Rufconi , che molti (l me intefo Pavea raccontar in Milano
dallo Scaramuccia , che era fuo amico , ed aveva di con
tinuo fulle labbra Meucco , n dilungar poteva mai dal
cuore , e dalla mente la di lui dolce , e cara rimembranza
ravvivata ora da me in quefte carte immortalmente .

DI

247
DI GIUSEPPE SCAGLIA SCULTORE.
Apit circa gli anni 1640. in Perugia Leo
nardo Scaglia di nazione Franzete bravo ,
ed eccellente fcultore , e intagliatore_- ,
che avendovi fatti diverfi lavori , e fra
gli altri in Duomo il ritratto del celebre
Bonciario , s'acquift non folo l'applaufo
univerfale di tutta la citt y ma l'amore di tutti i cittadini
naturalmente inclinati al foreftiere - Vedendofi egli cosi
amato , e ftimato , e che da lavorare non gli mancava..*
vi prete moglie , e v'ebbe alcuni figli , ed uno che nacque
intorno agli anni 1650. fu il noftroGiuteppe t che tirato 1650
innanzi alla profffione dal padre divenne in progrefl di tempo colla continua applicazione , e col naturai talento
fuo degno allievo , ed egli pure vi prete moglie . Poco
oper quefto valentuomo in Perugia , ove Slamente fi ve
dono intorno l'altar maggiore della chiela di S. Domenico
quattro ftatue fatte da lui, che rappretentano i quattro
Evangelifti , un altra ,. che di rimpetto al pulpito rappretenta il Re David , e tutte quelle , che cogli ftucchi altre
figure rappretentano nella cappella di S. Domenico da So
riano nella medefima chief , che dell'anno 1682. fi comp
interamente da lui.. Molto oper per la provincia , ove
in diverte citt , e terre fece altari , e ftatue di ftucco , ed
avrebbe , te neavelfe tenuto conto avanzato gran danaro *
Ma perch colla medefima facilit che '1 guadagava lo
(pendeva poco capitale lafci in morte agli eredi . Segui 1700
quella preffo gli anni 1 700. , n Co dove veramente teguii j n chi quefti fi foffero .

248
DI FRANCESCO C1VALL1 PITTORE :
I Rande lpirito , e non minor inclinatone
al ditegno moftrava da bambino il noftro
HH Francefco , ed il padre , che teneramente
l'amava voluto avrebbe , che pi per la_,
mi via delle lettere , in cui far fi pu eminen
te fortuna , che per quella dell'arti fi fofle
incamminato. Ma egli che era di mente affai lVegliata ,
c di fiingue molto focofo fiflar non fi potendo in quelle ,
e particolar genio moftrando a quefte fu il padre dagli ami
ci , e da' maeftri a lafciarlo nella fua vocazion configlieto .
Poco dunque , o nulla ftudi , perch ne' principj della
grammatica, quando andava alla terza feuola del collegio
de' Gefuiti abbandon ogni ftudio , e tutto fi diede al di
fegno . Raccomandollo il padre a Gianandrea Carloni ,
che dipigneva allora in Perugia , e difegn , e dipinte fotto fua direzione qualche tempo. Ma come era volubi
le} e alquanto vano, e prefuntuol , che fu la cagione,
conforme nel profeguimento del racconto fi dir , che
non fece quella fublime palfata , che far poteva , cominci
a dilprezzare , tuttoch valentuomo foffe , il maeftro , a
non curare l'amore del padre , bench di foverchio forte l'
amaffe, ad annojarfi delle comodit della cafa, quantun
que maggiori , che a fua condizion convennero , ed a_,
lamentarfi della patria , febbene era ben veduto , e di
null'altro pi difcorreva , che di partire . Compiuti non
1660 aveva ancora i diciottenni ; poich ne' 1660. nato era,
quando part per Roma , ed arrivato che fu s'introdulfe_>
fubito nella fcuola di Baciccio . Stettevi molto tempo,
e vi fece tali progrefl , che pattava fenza contrafto pel mi
gliore de' fuoi fcolari , e pi d'ogni altro godeva la gra
zia del maeftro , che cercava in ogni modo di tirarlo inanzi, ed'ajutarlo. Fecelo finalmente conofeere a nionfignor
*

Im-

DI FRANCESCO CIVALLl PITTORE.

249

Imperiali , che era allora teforiere, e che fin da quel tem


po tra l'altre degniffime Tue qualit inoltr il bel genio,
che avea alle belle arti , e la ftima che faceva de' bravi ar
tieri . Piacquegli tanto il garbo , lo fpirito , il tratto , 1'
avvenevolezza , e l'abilit del giovane defcritagli con_
amor particolare dal maeftro , che lo prefe al fuofervizio
con piena libert di dipignere folch dipigneffe . E per
maggiormente ajutarlo dipigner gli fece un quadro in tela
d'imperadore , in cui rapprefent la Madonna col Bambi
no , S. Giuteppe , e due angeli , e lo ditegn , compofe , e
color di tanto gufto , e cos bene , che paffa anch'oggi per
un de' migliori che abbia mai fatto. Gli ordin poi, che di
pigneffe gli ftendardi di Caftello , e delle galee , e finiti che
gli ebbe lo fece largamente pagare . Fu indi a non molto , e
del 1690. promoffo meritevolmente alla porpora monfignore,e prendendo fempre pi a protegger Francefco, che
tuttavia inceffantemente dipigneva fotto la direzion di Ba
cicelo , gli proccur tanti lavori , che guadagn alcune migliaja di feudi , le li mife anche da parte ,' ed acquift
molt'altre protezioni . Fece per S. E. un quadro , che_j
rappretenta Mose , quando la figlia di Faraone lo fa trarre
dal fiume, che inoftratolo a Baciccio l'avvert di molte cofe ; ma egli che fi credeva gi maeftro portato dall'aura_j
della fortuna , e tutto affidato nel fuo fpirito , enellafua
avvenevolezza non troppo grad i Tuoi avvertimenti , anzi
difprezzandoli fe ne doll pofcia , e fe ne querel cogli
amici. Giunfero tant'oltre le querele , che rifapute furo
no da Baciccio , che non morir pi d'allora in poi fegno
alcuno di genio allo fcolare , di che egli accortof fi licen
zi con afpre , e pungenti parole brufco , e cipigliofo da
lui. Baciccio, che caldo pur era , erifentito, e che ave
va giufli motivi di lamentarfi lafci in quell'occafione affat
to il lo fuoco ; ed amorevolmente da favio maeftro, co
me colui , che fapeva ben parlare cos gli parl : Spiacenti
Ii
ejlrc

*50

DI FRANCESCO

ClVALLl

ejremamente Vrancefco di vedervi incamminato per un*-*


Jrada , che non vorrei . Ho ammirata finora la vojlra abi
lit , ho amato il vojlro buon cojlume , ho efaltato il vojro
fpirito ; ma quelle prerogative , che credeva dovejfero condurvi a"1 pojli piti alti della profelione m'accorgo che an d.is
e(pere il vojlro precipizio . Troppo voi viJete infuperbito in
un/abito Troppa di voi presumete E tuttofondato nelle
protezioni , che avete , e nel danaro , che accumulate vi da
te forf ad intendere 5 cWelle deggian ejfer perpetue . Mefchin di voi , io ho compajfione del vojro miferabile flato !
Deh rivolgete alle volte gli occhi indietro , e riandate col
penfiero non i tempi moderni , n gli antichi , ma fol quelli
in cui voi vijutoJete , ed al prefente vvete , e je qualche
barlume ancor vi reja di difcernimento bajler per dijjngannarvi . Conjderate , conjderate , che le cofe del mondo
fono incerte , e qualora pitifu falgono piti gid precipitano .
Che le ricchezze , le delizie , gli onori , il concetto , la Ili'
ma , la fama , cangiano pojfejjbrifoventernente in un jlan
te , conforme vuol lafortuna , che ne difpone . Che lo fpi
rito , il brio , l'avvenevolezza^ il garbo , la grazia tutti doni
fatti parzialmente agli uomini da natura^ e tanto dalla vani
t apprezzati , ed in tanti modi affettatamente anche accrefciuti eproccurati ad ogni caldicciuolo fafcondono di febbricina che gli ajfaglia . Che ejfendo il genio capriccio/ tanto
dura j quanto durevole tifi abilit del capriccio , e l'amore
nafcendo dall''utile , finendo quejlo , quello pure finifc(L^ Ci , e non piti ho creduto per debito di maejro qual per
tonfarmi parziali/fimo vi fono (lato , dovervi dire , riflet
teteci , e regolatevi : Niun conto fece Francefeo de' favj
documenti di Baciccio , e nient'altro rifpofe , Ce non che
aveva avanzato tanto da poterf rider di tutto , e feguit a dipignere allegramente finch effondo ftato dichia
rato Legato di Ferrara il cardinale dal papa fidifpofea_
partire, e dille a Francefco ch'eipure fi difponeffe alla
par

PITTORE.
partenza . Parti dunque feco , ed arrivato a Ferrara co
minci per non iftare oziofo a lavorare , e fece alcuni qua
dri , che vedutifi da que' cavalieri molto lor piacquero, e li
comprarono ; ed egli che gli aveva affai ben venduti , e che
conofceva d'effere in credito , e flima feguit di vena a la
vorare , e guadagn moltiffimo. Mor trattanto Alelfandro
Vili. , ed effondo S.E. partita pel conclave mand Francefco a Venezia, acci copiaffe il celebre quadro delle nozze
di Cana fattovi da Paolo . Stettevi circa dieci meli trattan
dof tmpre alla grande , e fpendendo prodigamene, e tor
nato colla copia a Ferrara trov S.E. che ritornata pur era
da Roma , perch avuta avea la conferma della legazione
dal nuovo pontefice . Vedutafi da S. E. la copia le piacque
affai, perch era veramente benfatta, gli fece parecchie
finezze, e cortefie , e lo riprefe al fuo attuai fervigio.
Poco per vi fi ferm, perch alcuni mefi dopo fu licenzia
to . Ritorn egli in Roma , e S. E. terminata la legazio
ne pafs per la flrada d'Abruzzo a Francavilla feudo della_
cafa , ove dimorata fette mefi con perfetta falute ritorn
ella pure verf la fine di giugno a Roma , ed and ad abi
tare nelcafino, che aveva alla Trinit de' monti . Fu fubito Francefco ad inchinarla , ed avendo S. E. prefo pochi
giorni dopo a pigione il palazzo del marchefe del Bufalo
in Piazza colonna meditava col fuo fquifito , ed alto gufto
di ridurlo a miglior comodo , ed a pi fignorile , e vago
ftato, , ficcome vel ridulfe . Fece dunque dipignere a Fran
cefco i fregi , e le fffitte delle pi nobili anticamere , e__>
dell'ultima fianza del primo appartamento, e quella del
Baldacchino al Ricciolini padre del vivente , che d'ottimo
gufto con vaga , e corretta maniera , e con armoniof_
compofizione efercita lo freffo meftiere , e vi fpicca , e rifplende diftintamente. Dipinfe pur d'ordine di S. E. Fran
cefco nel fecondo appartamento a chiarofeuro verdiccio
con ornamenti d'oro tutta la galleria toltone il profpetto ,
I i 2
che

52

DI

FRANCESCO

C1VALL1

che dipinto fu da Pietro de' Pietri . E d'ordine di S. E. al


tres dipinfe la cappella dal foffitto in fuori che dipinto
fu dal medefimo Pietro, e fece tutti gli ornati delle_j
porte , ove fi vedono angeli , e putti con feftoni di fiori naturaliflmi affai ben diftribuiti, e dipinti . N contenta S.E.
d'avergli fatti fare i mentovati lavori volle che ne faceffe
ancora alcuni altri , e gli fece dipignere la met della fofrtta della prima ftanza oudienza, giacch l'altra met fi dipigneva dall'anzidetto Pietro, che unitamente col Ric
ciolini dipinfe tutte l'altre fbffitte dello fteno appartamen
to . Ma come Francefco faceva poco , o niun conto di tut
ti perdute aveva tutte l'altre protezioni, ed amicizie,
n pi trovava alcuno, che gli faceffe fare alcuna cofa.
Rifolv perci d'andare a Napoli a cercar miglior fortuna,
dacch avendo in varj modi fprecato in Roma tutto'l dana
ro, che guadagnato aveva vela ftimava poco propizia^ .
Avute dunque diverfe letteredi raccomandazione da S. E. ,
ed in ifpeze una per la marchefa di Fufcaldo fuaforellas'
incammin a quella volta . Arrivato che fu recapit le let
tere , e s'introdulfe per mezzo loro nelle primarie caf ,
ebbe qualche commeflone , fece qualche quadretto , m&_
con poca forte perch non ebbero grande applaufo . Cad
de in tanto S. E. in qualche indifpofizione di flomaco per
le foverehie fatiche , che faceva negli fludj delle caufe del
le congregazioni , a cui era ftata deftinata , ed a cui vole
va onninamente dopo averle ftudiate, e ripudiate tutte,,
conforme ha fatto tmpre , intervenire. Fu perci confgliata da' medici, perch non cadeffe in maggior male a de
lfiniere affatto da ogni applicazione, e a cangiar aria , ed an
d ella pure a Napoli . Non manc Francefco d'elfer fubito
arrivata de' primi a riverirla , e nel tempo ftelfo a pregar
la di qualche ajuto , perch fi trovava veramente in roiferie . Volle S. E. ufar feco anche allora di fua fblita genero
sa 3 che fiata Tempre naturalmente favorevole a tutti , e

PITTORE...*

Q53

gli fce fare un quadro co' ritratti della celebre , antica,


e numerofa famiglia Spinelli de' marchefi di Fufcaldo , col
cui prezzo fattogli da 5. E. trabocchevolmente sborfare
flippl al gran bifgno che ne aveva . Quindi rimeffafi
col benefzio di quell'aria ben bene in falute te ne ritor
n a Roma , dove non guari dopo torn anche Francefeo , e S. E. lo riprete benignamente in caf. Voleva ella
allora far dipignere la fornita della chief di S. Giorgio
preffo a Campovaccino , che aveva gi fatta riftorare ,
perch era di Aio titolo, ed a lui ne diede l'incumbenza .
pecene i ditegni , che effondo molto piaciuti non pure__j
a S. E. ; ma anche a que' profeffori , a' quali furon moftraiti , mite fuffeguentemente mano al lavoro, e vi rappreint S. Giorgio a cavallo inatto d'uccidere il drago ; e ne
riport non ordinaria lode . And poi a dipignere una_
delle lunette, che la penultima dalla parte efterna della
/greftia nel chioftro di S. Andrea delle fratte, e fece di
verte altr'opere in varie cate . Ma quando tutti credevano
per li continui guadagni , che faceva che avelfe raunato
nuovamente dell'altro danaro era pi miferabil che prima ,
e tale pofcia fi dilcoperte , perch cominci a lavorare a_,
honHfimo mercato , ed a cercare con grande anfiet i lav
ri . Seppe che 'I marchete Cavalieri voleva dipignere la__
galleria di fuacafa, gliele dimand , l'ottenne, e S. E.
Allora per motivi che non fi teppero te ne disfece. Ebbe
dal.marchete due ftanze nella medefima , e quivi fece i ditegn , ed i cartoni dell'opere, che piacquero molto al
marchete ; perch Francefco fapeva ben ditegnare , ed
aveva gran facilit nell'inventare , e nel comporre , con
cui faceva non leggier contrapponimento alla debolezza
del colore , che era il difetto maggiore che gli apponeva
no . Prov i cartoni , e vedendo che beniflmo s'adatta
vano al fito cominci a lavorar col pennello , ma non ave
va ancor ben finito d'abbozzarla , che o folle il fetor della
i

cai*

254

V* FRANCESCO C1VALL1 PITTORE .'

calcina , e de' colori , o lo fcomodo del lavoro , o la po


ca falute , cadde infermo , e non iftette pi bene . Quin
di aggravando fempre pi il male diede in idropiia di
1703 petto, e ad y.digennajo del 1703. pafs a miglior vita . Portofli ileadavero di notte a San Carlo de' Catena,"
ri ove condecente mortorio reft la mattina feguente_j
efpofto ; e dopo le folite efequie vi fi feppell . Pochiflimo capitale lafci perch anche il letto , che aveva , era
del marchefe , u ho potuto mai fapere chi fia ftato l'ere
de. Fu di giufta ftatura ; di poco buona compleffione_j
non naturale , ma voluta , delicata , e macilente , bian
co, -e pallido di colore -, ma di bell'afpetto , ed avvenen
te , nero di crine , d affai ben fatto di corpo . Parlava
bene , perch era eloquente ; ma parlava male , perch
difeorrendo de' pittori per quel che concerneva la profer
itone, diceva poco bene di tutti . Aveva per altro otti
mo naturale, e coftume amava laconverfazione, e l'al
legria , e portato dall'innata fua generofit , e fplendidezza pi degli altri fempre fpendeva , quando fi trovava
a fpendere in compagnia . Moftr lingoiar preftezza , e
rifoluzione nell'operare, n l'opere per vafte, e copio/ , che elle folfero gli davano alcuna apprenfione . Ebbe
gran facilit nel fare i ritratti , e grande artifizio nel far
li fimili . Ed in ci dir fi pu, che agguagliale il maeftro , ficcome agguagliato l'avrebbe nel rimanente, fe_>
pi fi folfe lafciato guidare da lui , e meno avelfe prctefo .

DI

255
DI SCIPIONE

ANGELINI PITTORE.

Raggono i fanciulli da qualunque genio


eh' egli abbiano , purch reo non la_ ,
profittevoli, enobili integnamenti , qua
lora i padri gli olfervano , e per quelle
vie , onde inclinati fono gl'indrizzano .
Era Bernardino Angelini pittore di (uffi
ciente capacit maflmamente in copiare ; e s'andava ono
ratamente colla pittura mantenendo, bench avefle mo
glie , e figli , quando s'accorte , che '1 noftro Scipione
pi d'ogni altro a quella profelfione dedito fi moftrava . E
perch s'accorte ancora , che aveva genio particolare a'
fiori , e che andava de' pi belli in traccia , e che vi fpendeva tutti que' quattrinelli , che di quando in quando gli
/mminiftrava , per farne acquifto ftim fuo vantaggio
dopo averlo ifrruito alquanto nel ditegno delle figure d'
iftruirlo eziandio nel ditegnare i fiori , e fovente il condu
ceva pe' giardini a fargli vedere , e confiderare i pi rari .
Il figlio per , che nel crefcer degli anni , giacch ad 14.
digennaro de' 1661. nato era cominciava a conofeere la_j 166*1
poca fortuna , che co' pennelli faceva il padre cominci
altres a difinnamorartene , ed a poco a poco ad abbando
narla, e tutto fi diede alle lettere, e s'incammin per
mezzo di effe agli ordini facerdotali . Fecevi baftevol pro
fitto , e giunte finalmente a celebrare , e ad elfer compe
tentemente provveduto di beni ecclefiaftici , allorch nell'
ore difccupate ricominci a adoperar la matita , ed i co
lori , e varie cotette a grottefche dipinte . Dietro a quefte
and per qualche tempo , e finch gli ritorn pi vivo , e
forte del primiero il gufto , ed il genio de' fiori . Stretta_
avea dopo la morte del padre confidente amicizia col conte
Orazio Ferretti , di cui abbiam gi fcritta la vita , e con
elfo lui in qualunque, occorrenza fi configliava , e fcelto an
che.

t56

DI

SCIPIONE ANGELINI

che l'aveva per guida , c per maeftro . Il conte che vedeva


la lingoiar fua difpofizione in dipigner fiori , ad effi l'ina
nim , e feeo andava quafi ogni fera , quando il tempo lo
permetteva per i giardini a ritrarre , e copiare il pi vago,
ed il pi raro da' veri . Tanti neritrafle; poi, e ne co
pi, che vi divenne pratichiamo ; ma fua abilit, e pra
tica , commecch dal conte avvertito ne fbfle , non conofceva, ed a vii prezzo gli eran cavati di mano, ed in ba
ratti , e per nulla quafi li vendeva . Capitarono frattanto
in Perugia alcuni foreftieri intendenti di pittura , e veduti
alcuni di que' quadretti dipinti da lui, moltiffimi gliene
ordinarono, ed adueteftoni l'uno pattovirono. Credet
te allora d'aver fatto un buon negozio, e perci vi mite
fubito mano , e come prefto , e rifoluto era prefto altres
li termin , e gli fped agli anzidetti foreftieri a Livorno,
dove gli afpettavano , e ne ebbe nuove comme(fioni . Ma
ficcome poco dopo altri foreftieri capitarono , che altre
gliene diedero , e che '1 conte, e tutti gli amici gli dice
vano , ch'ei rincarale i lavori s'illumin , edadueteftoni
falirono a quattro , a fei , a dieci , ed i grandi anche a pi .
A tal prezzo feguit a lavorare alcuni anni finch mandati
da Livorno in Francia , in Olanda , e in Inghilterra creb
bero altamente , e con difficolt aver fi potevano , e co
minciarono ad efler rari conforme quindi fempre finche
viffe fi mantennero . Caduto poi nei mefe di novembre-j
1729 del 1729. in grave male lalci in pochi d , e negli 8. del
"
medcfimo mef il mondo , e rimafe a moltiffimi l'anfiet d'
averne , e chi avuti ne aveva te li tiene ben cari , e crefco110 giornalmente in rarit , e ftima . Si port il cadavere
a S. Lucia fuori di Portafntangelo , ove dopo elfervi
ftato tutta la mattina fecondo il folito efpofto fu cen_
decenti efequie feppellito , perch era rettore di quel Be
nefizio . Fece il giorno innanzi teftamento , ed iftitu ereda la forella vedova , e dopo morte fua i nipoti figli di
Fran

PITTORE.
Francefco Tuo fratello carnale , che mor add 24. d'otto
bre del 1 720. , e fu fepolto nella chiefa parrocchiale di San
Giovanni del folfo . Era Scipione di giufta , e propor
zionata ftatura, bianco di carnagione, avvenente, e_j
gioviale, e di bello afpetto accompagnato da innata umil
t, emodeftia. Parlava affai bene , n gli mancava gra
zia, e modo da infinuarfi . Fu d'ottimo coirume docile,
manliieto , ingenuo , puntuale, e ferviziato; e conferv fino
all'ultimo quella fchiettezza , e cordialit , che lo fece fempre generalmente da tutti tenere in pregio , ed amare .
DI GIOVANNI F0NT1CELLI PITTORE .
Acque ad 4. d'aprile negli anni 1662. 1
Giovanni , e fu da Pietro Montanini fuo
zio meffo in et affai tenera alla profeffione della pittura . Imperocch non aveva
egli finita la met del corf della gramma
tica , quando cominci a dargli lezione
di difegno , e a poco a poco ad incamminarlo a dipigner
paefi , che era , fccome nella di lui vita dicemmo , fuo
particolar meftiere . Fecevi ad un tratto non mediocre__>
profitto; perch ben prefto fi mife a colorir d'invenzione,
ed acquift coll'ajuto del maeftro quella fperienza , quella
facilit , e quella franchezza , che l'opere fue fparfe in_
gran numero per le cafe di Perugia , ed in non piccolo per
quelle delle citt vicine ci dimoftrano; dacch tre fle ,
che io lappia , fe ne veggiono in pubblico . Vedetene una
nel quadro collocato fovra la porta della fagreftia di fanto
Spirito in Perugia : Altra fe ne vede in un altare a Corda
no : Ed altra in uno fendardo alla Spina . Aveva oltracci
qualche cognizione delle maniere pittorefche antiche , e
moderne, ed intendeva ancora di profpettiva . Difgnava competentemente bene; ed era felicitfmo nell' imitar
non meno , che nel creare , e comporre . Intraprendeva
K k
per?

58

DI

GIOVANNI F0NT1CELL

perci qualunque grofs'opera fenza timore ., e come ave a_


dell'amicizie , e l lafciava affai piegare nel prezzo non gli
mancava mai da lavorare . Allegramente dunque ei lavora
va , quando per comune fciagura fu dell'anno 1 7 1 6. la po
vera patria oppreflfa gravemente da fatale influenza di ftravaganti febbri ; e vide in men di tre meli perire da quat
tro mila perfone entro fue mura . Cadde egli pure allora
d'una di quelle ammalato, ed in pochiffimi di fecondo il
lbl^to di quali tutti gli altri , che s'ammalavano , e ne' 5.
16 di maggio dell'anzidetto anno in frefca et , e nella forza
~*" maggiore dell'applicazione fin di vivere. Portoni il corpo
nella chiefa parrocchiale di S. Valentino j e quivi con non
troppe cerimonie , perch allora poche fe ne facevano ,
fi feppell . Era ben fatto di ftatura anzi alta che no ,
piena piuttofto , che magra di faccia quadra , e di colore
fmorto e cenerognolo . Portava parrucca , e vefti va civil
mente , parlava bene; e camminava molto . Piacevangli
i divertimenti , e non abborriva la fatica . Faceva conto
de' profeffori , e non difpreggiava la profeflone . Amava
con affetto particolare gli amici, inclinava di natura, e per
genio a fervidi ; e fpontaneamente da fe lenza effer richie
do fen'efibiva, con chepalefava ad ognuno ilfuobuon_j
animo, ed il fuo belcoftume . Ed ecco col fine di fua vita
finita la ftoria de' pittori della patria avendo favellato Iblo
de' morti ; perch non m' fembrato convenevole l'unirvi
i viventi . Tanto pi che fi riducono a pochi , e folo a tre,
che fappia quelli , che fi diftinguon dagli altri , e fono
Giufeppe Laudati , Francefco Bufti , e Pietro Carattoli ,
il primo fcolare del Maratti , il fecondo di Bacicelo , ed
il terzo di Bibbiena , che molto pratico in dipignere fce
rie avendo dipinto in quelle del nuovo teatro . Attende_*
anche con buon gufto all'architettura , e va facendo dile
gni di fabbriche avendone eziandio fatti due per la facciata
di S. Giovan Laterano , che furon efpofti nella galleria del

PITTORE.
Quirinale infieme cogli altri , ed uno particolarmente non
era degli infimi. Evvi ancora Diacinto Boccanera, che pure
vi fpicca e dir fi pu Perugino per la lunga dimora, chev'
ha fatta, e per effervifi accafato , e per avervi avuti alcuni
.figli , febbene fia Abruzzefe per nafeita . E Lodovico Gior
dani giovine di aflettativa , perch con genio particolar vi
fi efercita e fi fa onore , Bolognefe . Scarfa dunque di
pretente anche Perugia , ficcome ogni altra citt di profe
fori delle tre belle , e nobil arti , e corre ella pure la fteffa
fventura . Ma elfendovifi riaperta con qualche particolare
affiftenza , e con maggior premura l'accademia , ed inter
venendovi la giovent pi numerofa , e pi volonterola ,
che prima fi fpera da loro amanti , che ivi non meno , che
da per tutto altrove potran riforgere effondo per verit fe
non affatto cadute alfai cadenti . E quefto fu fempre mai,
quantunque non con ugual fortuna il loro folito conforme
fi di tutte le cofe che crefeono , efcemano, le quali falite che fono al fommo fcendon,o all'infimo , e quindi torna
no a falire , al fommo . Cos ftato tuttora per legge in
violabile di natura , e cos far finch ella finir di farci
nafcere , e noi finiremo di vivere per darci con queflo con
tinuo, ed infallibile infegnamento ad intendere I'incoftanza , e loftabilit del mondo , e quanto in falfo pof chi in..
lui fi fonda , perch totus in maligno pojttus eft .

FINE.

Kk 2

TA-

"

TAVOLA
PER ORDINE

D'ALFABETO

De* nomi, e cognomi de' profeflri, di cui


in queft'opera fi fono fcritte le vite .

ANnbale Leonzi pittore.

Efare Franchipittore .

213
Antonio Batijli Dionigi architetto militare .
236
Antonmaria Fabbrizzi pittore .
188
Afcanio della Corgna architetto civile^ e militare. 94

Vj
77
Cejare Volimi pittore , e miniatore .
167
Cefare Rojfetti pittore ^/cul
tore , ed architetto civile y
e militare ,
69

D
B
BArtolommco Vetrini pittore .
242
Benedetto Bandiera pittore .

Iamante Egidj archiA


J
158
D tetto militare .
Domenico di Paris Al/ani
pittore .
62

162
B en edetto Buonfigliopittore .
21
Bernardino Pintoricchio pittore.
37
BernardinoSozi architetto civile detto Bino .132
Benignate architetto civile .

TTJ Rcolano Ercolanetti pit


tore.
205
Eufebio Bafon /cultore-*.
1 57
Eufebio Sangiorgio pittore .

17

54
E Ea-

FAhio della Corgna pitto


re, ed architetto civile,
e militare.
191
Felice Pellegrini , pittore^* .
168
France/co Cimili pittore^ .
248
Francefco Grotti architetto
civile-

197
G

Galeazzo Alejj archi


tetto civile , e milita
re .
79
Gio : Antonio Scaramuccia-*
pittore .
180
Gio: Batti/la Caporali pitto
re 3 ed architetto civile ,
e militare .
50
Gio: Batti/la Danti archi
tetto militare .
56
Gio: Batti/la Mazzi pittore .
212
Gio: Domenico Cerrini pi

Giovanni Fonticeli pittore .


257
Giovanni Gregori detto il Zi*
tolo architetto.militare-i*
.42
Girolamo Bigazzini architet
to civile .
Ss
Girolamo Danti pittore. 155
Girolamo Rufcelli architct"
to civile.
152
Giulio Caporali pittore , ed
architetto civile.
92
Giulio Cejbre Angeli pitto
re.
YJl
Giulio Danti architetto, ci*
vile .
,Si
Giufeppe Scaglia /cultore^ .
247

Gnazio Danti chiamate


I prima Pellegrino pitto*
re , ed architetto civile .
147

tore .
200
Gio: Domenico Perugino pit
tore .
113
Gio: Francefco Bajfitti pit
tore .
194
Gio : Niccolo pittore .
52
Giordano TaJJt architetto ci
vile .
60

LEandro Signorelli ar
chitetto militare . 64
Luigi Scaramuccia pittore .
207

M Afa

M
M Ariano tTEuflerh pt*
tore .
82
Maitio Salvuccpittore, 1 7 1

miniatore.
134
Pietro Montanini pittore^ .
214
Pietro Sanfelice architetto
civile.
210
Pietro Strappa architetto ci
vile .
201
Pietro Vannuccipittore . 2$

. Archita pittore. \6s


2V. AT. intagliatore. 8 3
N

o
ORazio di Paris Al/ani
pittore .
73
Orazio Ferretti pittore 9 ed
architetto civile .
233

Scipione Angelini
tore .
Silvio Puccetti pittore .
Stefano Amadei pittore

pit
2 ss
208
. 1 84

TI Eodora Danti pittrice .


75
PAolo G/mondi pittore .
202
Pellegrino "Danti chiamato
poi Ignazio pittore , ed
architetto civile .
147
Pierfanti Cartoli pittore , ed
intagliatore.
228
Piervincenzo Rinaldi Danti
architetto civile .
2$
Pi et ro Baglioni architetto ci
vile*
221
Pietro Cefaret pittore , e_

V
VAlentino Martelli/cul
tore , e architetto ci
vile .
153
Vincenzio Anaflagi architet
to militare .
143
Vincenzio Danti pittore-* ,
fcultore j
architetto ci
vile .
137
Vincenzo Pellegrini pittore .
175

Fine della tavola de* nomi , e cognomi


TA-

TAVOLA
PER

ORDINE

D'ALFABETO

De cognomi foprannomi, e nomi de' profe


fori , di cui in queft'opera fi fono fcritte
le vite,

A
A Loffi Galeazzo architetto civile , e militare ,
79

Bartoli Berfanti pittore , e


:. intagliatore,
228
Pajfotti Gio Francefco pittore.
1^4
Bajloni Eusebio pittore^ .

Alfani Domenico di Paris


pittore.
62
Alfani Orazio di Paris ptt-.
tore .
7$
Amadei Stefano pittore . 1 84
Ana/lagi Vincenzo architetto
militare .
145
Angeli Giulio cefare pitto-

iS7
Batifli "Dionigi Antonio architetto militare .
236
Bigazzini Girolamo anhitetto civile .
85
Bino Bernardino Sozi architetto civile.
132
Buonfiglio Benedetto pitto

re.
173
Angelini Scipione pittore ,
Archita pittore .

255
.1 6$

B Agl'ioni Pietro architetto civile .


221
bandiera Benedetto pittore .
162

9*

c
CAporali Gio Battif.u.
pittore , e architet
to civile , e militare . 50
Caporali Giulio pittore 7 ed.
.
architetto civile .
92
Cerrin Gio: Domenico pittore.

200
Ch

CivalU France/co pittore .


248
Abbrizz Antonmarias
Corgna{ A/canio architetto
188
civile , e militare .
94 F pittore.
Ferretti.
Orazio
pittore
, e
Corgna Fabio pittore^ ed ar
architetto civile .
233
chitetto civile 3 e milita' '
ponticelli Giovanni pittore .
re,
ipi
257
Franchi Cefare pittore . 1 77
D
DAnti Gio Btifta ar
chitetto militare . 56
Vanti Girolamo pittori *
i55
Danti Giulio architetto ci'
vile .
franti Ignazio pittore ,
architetto civile.
Danti Pellegrino pittore
architetto civile .
Danti Piervincenzio

81
e~j
147
, ed

civile.

197

147
archi

tetto civile :
23
Danti Teodora pittrice . 75
Danti Vincenzio pittore^ ,
/cultore , ed architetto ci
vile .

G l/mondi Paolo pittore .


202
Gregari Giovanni dettolZitolo architetto militare.
42
Grotti Francefco architetto

137

Gidj Diamante archi1 58


E tetto militare .
Ercolanetti Ercolano pitto
re .
205
Eufero Mariano pittore. 82

Eonzi Annibale pitto


L re .

213

M
MArtell Valentino/cul
tore , e architetto ci
vile .
1 5J
Mazzi Gio Batti/la pittore .
212
Montanini Pietro pittore..
214
P Fa-

e militare .
69
Rufcelli Girolamo architetPAris

Alfani Domenico

to civile.

152

pittore .
62
Paris Alfani Orazio pittore .

73
Pellegrini Felicepittore. 1 68
Pellegrini Vincenzo pittore .
175
Perugino Giandomenico pittore .
in
Perugino Pietro Vannucci pit"
fore .
25
Petrini Bartolommeopittore.

SAhucci Mattio pittore .


171
San/elice Pietro architetto ci
vile .
aio
SangiorgioEufebiopittore. 54
ScagliaGiufeppefcultore. 247
Scaramuccia vecchio Gio: An
tonto pittore .
1 80
Scaramuccia giovine Luigi

242
Pierino Pietro Ce/areipitto
tore , e miniatore .
134
Pietr uccio Pietro Montanini
pittore.
214
Pintoriccbio Bernardino pit-

pittore .
207
Signorelli Leandro architet
to militare .
04
Sozi Bernardino detto Bina
Architetto civile.
132
Strappa Pietro Architetto ci201
vle .

tore.
37
Pttor hello Vincenzo Pelle
grini .
Pollini Cefare pittore ,
miniatore .
Puccetti Silvio pittore .

1 75
e^
167
208

rij^Ajfi Giordano Architetto civile.


V

60
'

Annucci Pietro Peru


R
25
Rinaldi Piervincenzio V gino pittore .
Danti Architetto ci
Z
vile.
23
Rojfttti Cefare pittore ^fcul- Z Itolo Giovanni archi
tetto militare .
42
tore , e architetto civile ,
Fine della tavola de' cognomi , foprannomi , e nomi .
LI
TA-

OLA

Delle nafcite, norai,cognomi,profeffioni,mortLed et


di tutti i Profeffori , di cui in queft'opera
fi fono fcritte le vite.
tfafcita
Nome Cognome
1250 Bevignate
1420 Benedetto Buonfigli
1440 piervincenzo Rinaldi
1446 Pietro Vannucci
1454 Bernardino Pintoricchio
147 Giovanni Gregorj
147*5 Giambatifta Caporali

Frofejpotie
architet*, civile
pittore
architetto civile
pittore
pittore
architetto militare
pittore ed archi
tetto ci v. , e mik
1478 Ganniccofa
pittore
1478 Eulebio S. Giorgio
pittore
1478 Giambatifta Danti
architetto militare
1482 Giordana Tafli
architetta civile
1483 Domenico di Paris Alfani pittore
1490 Leandro Signorelli
arch. imi. nomato
anche Leonardo
1490 Cerare RofTetti
pittore , fcul. , ed
arch. civ. e mil.
1494 Orazio di Paris Alfani
pittore
1408 Teodora Danti
pittrice
1500 Galeazzo Alefli
arch. civ. e mil.
1500 Giulio Danti
architetto civile
1500 Mariano d'Eufterio
pittore
1500 N. N.
celebre intagliat.
1501 Girolamo Bigazzini
architetto civile
1510 Giulio Caporali
pit. ed arch. civ.
1516* Afcanio della Corgna
arch. civ. 1 e mil.
1520 Bernardino Sozi
architetto civile
1520 Giandomenico Perugino pittore
1530 Pietro Cefarei
pittore e min.
J530 Vincenzo Danti
pittore (cultore ,
ed architetto civ.

Morte
i?jo
1500
15 12
1513
1510.

Et
9$ acar. 17
70
21
72
23
78
25
59
37
40
42

1560 84
1540 <*z
1550 72
15 17 39
ijpa 108
1520 37

50
52
54
56
00
61

1530

40

$s
15 \6
1573
1572
1575
1570
1559
1572
1580
1571
1550
1590
1602

6x
7$
72
75
70
59
71
70
55
70
70
72

69
7?
7$
79
81
82
83
85
92
$>4
132
13 j
134

15 j

46

137
1534 Vin.

1534
1537
1538
1540
1547
1550
1551
1557
1560
156*0
1567
3570
1570
15 75
1580
1580
1589
J5P4
K*

Vincenzo Anadagi
Pellegrino Danti
Girolamo Rufcelli
Valentino Martelli
Girolamo Danti
Eufebio Baftoni
Diamante Egidj
Benedetto Bandiera
Archita
Cefare Pollini
Felice Pellegrini
MatfioSalvucci
Giuliocefare Angeli
Vincenzo Pellegrini
Cefare Franchi
Gianantonio Scaramuccia
Stefano Amadei
AntonmariaFabbrizzi
Fabio della Corgna

16*00
1604
\6o9
itfio
1612
1615
itfi<5
16*20
16*20
1620
J6*aa
16*26
1629
1635
16*39
1643
1643
1650
i6do
1661
1662

Gianfrancefco Baffoni
Francefco Grotti
Gio: Domenico Cerrini
Pietro Strappa
Paolo Gifmondi
Ercolano Ercolanetti
Luigi Scaramuccia
Silvio Puccetti
Pietro Sanfelicc
ciambatifta Mazzi
Annibale Leonzi
Pietro Montanini
Pietro Bacioni
Pierfanti Bartoli
Orazio Ferretti
Antonio Batifti Dionigi
Bartolommeo Petrini
Giufeppe Scaglia
Francefco Civalli
Scipione Angelini
Giovanni Fonticelli

architetto militare
pit. ed arch. civ.
architetto civile
fcul. ed arch. civ.
pittore
fcultore
architetto militare
piore
Pittorc
.
pittore , e min.
pittore
pi"re
pittore
P|"re
P|ttorc
P|ttore
P|re
P'"or<
,
pittore , ed architetto civ. emil.
Pre
architetto civile
Pore
.
architetto civile
P<"ore
P'ttore
Plttore
P'"ore
.
architetto civile
Pittofe
Plttore
pittore
architetto civile
pittore , e intagl.
pit. ed arch. civ,
architetto militare
pittore
fcultore
pittore
pittore
pittore

....
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24
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257

ERRORI,

CORREZIONI.'

F^C34.finpaticoVg.fimpatico,/44.Iibre d'oro,/, libbre d'oro,/.47 .voleva


la fantaria,/g.voleva Iafanteria,/4p.il Gucciardini,ilGiuftiniani,ed il
embo,/.il Guicciardino,ed ilBembo,/64.profe(fiori,/.profeflbri,/.8i.Ie mu
ra della Citt, /.le mura della medefima, /8i. lontano della Citt, /.lontano
dalla Citt,/82.parIaremo, /.parleremo,/^., e convien credere /.E convien
credere/.p2.E' ben per vero,/.E' ben per vero,/p2.E' per altro,/.E' per altro,/.p8.cos\ fofpefo, /.cos fofpefa, ///.fin che,/.finch,/.ioi.tutta la Citt fi
fpopol, /.tutta fi fpopol,/.io6. Ringraziato avendo umilmente Afcanio il
Pontefice, /.Ringraziato avendo umilmente il Pontefice, f.i 42. VIII.Kal.Ju.
nii,/.Kal.Junii,/. i44.che continuamente avendo ne' loro porti le di lei armate
fquadre,/. che continuamente vedendo le di lei armate (quadre,/ 165 .faorij.
fuori,/, ipo. ove impegnarono, /.e v'impegnarono,/.2 1 j. e che ei compagni,
/.e che i compagni,/.2 2 2.a chi ei modi, /.a chi i modi, f.2 2 8.ci che,/.ciocch,
/2 2$>. infufficenza , /. infufficienza,/.2 2 1. guadagnava egli , /.guadagnava ,/.
a ? 1 .ha pratica del Mondo, /.ed ha pratica del Mondo,/- 2 5 5 . gl'indrizzano, /.
gl'indirizzano .
Altrio non offervati, o di minore importanza fi rimettono alla ATcretezzadelcortefelettore,e s'avverte,che molti cos\ per l'ortografia.come per
la locuzione,e pel fenfo fe ne fon trafeorfi nella vita d'Afcanio della Corgna,
ed altrove per l'altrui materie riferitevi j tuttoch fe ne fien prima dell'ini*
preflone corretti non pochi .

'v

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