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HARVARD COLLEGE
LIBRARY

FROM THE BEQUEST OF

CHARLES SUMNER
CLASS OF l83O

Senator from Massachitsetts


POR BOOKS RE1ATJNG TO
POIJTICS AND FINE ABTS

VITE
DE'

PITTORI, SCULTORI,
ED

ARCHITETTI
MODERNI
VOLUME PRIMO.

*'V -r
V

VITE
DE'
PITTORI> SCULTORI,
ED

ARCHITETTI
MODERNI

SCRITTE, E DEDICATE

ALLA MAEST'

VITTORIO
AM ADEO
Re di Sardegna
DA LIONE PASCOLI
ROMA, MDCCXXX.
per Antonio de' Roffi , nella Strada del Seminario Romano

CON LICENZA DE' SUPERIORI.

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SIRE

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'Ufo , SIRE 5 dagi


Scrittori invernato
di dedicar k lor opere ai Gran
Signori y tuttoch a taluni paja

fuperfiuo , divenuto cos comu


ne , che per i vrj accidenti , a cui
fonfottopoje y oggimai neceffario. lo nondimeno a pochi altri
dedicata avrei quefla miaj non
avejfpotuto a V. M. dedicarla .
Imperocch dovendoj in cos)fat
te dedicazioni delperfonaggio , a
cui elle fon dedicate necej]"ariamentefavellare y mi fpavemava
ilpericolo di poter cadere in quele lodi affettatey edin quelle flucchevoli adulazioni , nelle quali
caggtonfovente anche coloro , che
ferirono pelfola fine della gloria .
V. M. merc delle molte , e molto
-farefue qualit me ne ha affatto
-\
* hh-

liberato 5 ed ha difcacetato dal


cuor mo ogni timore ; perche in
qualunque fane di effe io mi ri
volgo y trovo cos copiofa materia
a^encomj , chefenyafar alvero
punto di torto 5 dir nonpotrei mai
tanto^ che non diceffi poco y efor
f nulla ri/petto al molto , che do
vrei dire . Pofciacb , fe confider
Ja profapia, ella fen^a contra
tto delle pifplendide , nette , ed
antiche d'Europa \ ed ognun fa ,
che fin dalfecentren^ei ebbe in
Saffonia i j^e da Sigueardo , che
giper immemorabilorigine nera
assolutoJgnore . Se rifletto alvakre degli antenati , bafterebbe ,
che

che pmlajjfol di quello , con cui


fifon colla fpada alla mano nel
lungo corfo difettefecoli mante
nutifempre coftantementefuiSo
glio i glorio/i difendenti di Beroldoy dopoch per gloria , e forte d
Italia venne a collocarvi lafede 5
m uopofarebbe , che faceffi men%one delialtro , col quale J confervaron continuamente fovrani
in Germania i Regali , e Cefarei
amecefsori d'Ugone. Se miro nel
la Perfona tante^ e tanto fegnalate y ederoiche , ne rinvengo y che
quantunque altro tempo , altro
luogoy altrifoglifirichiede]]eroper
ifcriverne^ eperparlarne y alcuna
cofa

cofa ne direi . Ma perch tra que


lle veggo anche rifplender quella
d'un tota/ abbonimento alle lo
di , chepur in V, M. non e la mag
giore y benche Ratafi la maffima
di pochijjmi uomini grandi 3 dir
[blamente., che avendo ella /faputo ampliare lo fiato , che ebbe
da e(fi della met quafial diden
tro , e dun regno al difuori , gha
fuperati tutti ; e mi riverber a sfo
gar quejo mio riverentijfimo geniO) allorchfermer nonpi le vi
te de pittori , ma le gkriofifsime
g/te dun Eroe. EApplicandola
a ricever per ora quella mia tenue
fatica infogno di quettumilifsimo
o t-

ofsequio , con che bo Tonare di de


dicarglieley edagradirla con quelT
indifferenza , con cui Tanimoge
nerofo *di V. y^.gradifce le cfepic
cole non men cbe legrani , e da
luogo aglifaritti di maggior., e minor pregio nella ^eal libreria ^
profondamente ai 4iL#i .piedi m
inchino.
DiV. M.
Roma il di Tro. di Gennajo

Lione Pafcoli .

IMPRIMATUR,
Si videbitur Reverendifs. P. Mag. Sac. Pal. Apoft.

N. Baccaru Ep. Bojari. Vicefg.


MEritava la felicit fngoiare , che ha avuto il noftro
fecola nelle belle arti ,, che degl'infigni profeflfori
di e (le alcun intero , e pi cofpicuo monumento rimaneffe
per notizia, ed eccitamento all'emulazione de' futuri ; ed
eccolo ufcito dall'ingcgnofa penna dell'Abate Lione Pafcoli , il quale con accuratezza degna del Tuo buon genio >
ha raccolte in un volume le vite de' migliori pittori , /cul
tori , ed architetti moderni ; nel che , vaglia il vero ,
non pu dirfi in che faccia egli pi ammirare il fuo nobil
talento : f nell'ufo delle regole proprie di fimili narrazio
ni , le quali ha egli efattamente orfervate : f nella nueftofa femplicit del fuo ftile , cos ben adattato alla natu
ra del componimento : o f finalmente nel dimoftrarfi (non
contento del nudo uffizio d'arido narratore) ugualmente
buon giudice nelle belle arti , come in ogni cofa , che
alle buone lettere appartenga . Di commiffione del Rcverenditfmo Padre Maeftro del Sacro palazzo ho Io veduta
queft' Opera , e perch in cfla non ho uflfcrvato alcun_,
pregiudizio , che pofTa privarla della pubblica luce , fpera
(ar per riceverla dalla, benigna approvazionexli fuaPaternit Reverendiffima . Roma 30. Agofto 1730.
Giufeppe Carli Dottore , e LeitorpubblicoJlraordi
nario (Tombe le.Lcggineil'Uni'ver/t di Iterra
ra, e Minutante nella Segretaria di Stato di NoJlro Signore ,
IMPRIMATUR.
Fr. Jo. Bcned. Zuanelli Ord. P>xd. Sac. Pai. Ap. Mag.
b 2
L'AU-

L' A U T O R E
A chi legge .
UESTA la prima volta amato
Lettore, che a fronte (coperta vi
comparifco davanti , avendovi
per I addietro fotte altro nomo
cogli fcritti miei dalla lettura <f
altri migliori fraftornato non per
altro fine , che per andar fentendo con certezza dame medefimo di nafcofto cioc
ch voi n'andavate dicendo , che io alla palef^
per i rifpetti , che voi aver folete agl'autori nel di(correrci, non avrei mai potuto precifamente fapere , n me ne farei mai potuto finceramente ac
certare . E bench affai poco detto abbiate del
motto che dir (i poteva, mi farei indifpenfabilmente fempre contenuto ne' limiti di mia fegretezza j
perch il tfmore d'aver potuto sbagliare, e di non
efler gradito in altri , che era per darvi a leggere,
non me ne avrebbe giammai fatto ufcire , fe la_
neceffit precifa d'un accidente, che m' accadu
to, e che ora vi narrer, non mi ci avefle a forza
tirato . Stava fotto la rivifione d'illuitri , e dotti
cenfori una ma opera , quando veduta , e rive
duta da effi , e con encomj maggiori di quegli ,
che merita approvata, nacquero- alcune difficolt
nel darla alle ftampe. And ella, che mefi prima
flati

fiata era in Firenze fra le mani di molti anche tra


altre di non pochi altrove , e tanto vi flette, che
nelle mie ritorn folo ultimamente. Sento perci
di quando in quando difcorrer d'alcuni de moltiffimi progetti , che contiene , fo , che alcuni al
tri ne fono flati propofti per proprj, e dubito for
te non fi poflfa fotto diverfo nome anche ftampare . Lo che non potendo per le fuddette difficol
t far io, voglio almeno trafcrivervene in pie le_
approvazioni , e il titolo , acci vi fia noto , che
f mai ufcifle fotto altro nome alla luce : Hos ego
verficulos feci.
Ci, non pi credeva dovervi dire, quan
do compiuta gi queft'altra , e contratto ancho
coH'impreflore l'impegno, ufcite fono dai torchj di
Firenze l'opere poftume di Filippo Baldinucci ,.
che efiendomi capitate fra mano , v'ho contro
ogni mia afpettaziohe vedute alcune vite d'alcuni
di que' profffori , ond'io aveva gi fcritta . E
perch nel proemio di quefta mi proteftai di vo
lere fer ver fol di quelli, di cui niun'altro aveflt^
fcritto, trovandomi colla fatica gi fatta, ho cre
duto di non far male alafciarvele ftare, tanto pi
ehe nelle mie troverete molte particolari notizie >
che nelle fue non fono . Imperocch avendo d'al
cuni egli fcritto , mentre vivevano , fcriver noru*
poteva dell'opere che fecer dopo che ei fcriffe, ed
avendo quafi tutti operato in Roma , ove eflendo anche morti j flato pi agevole a me ', che
a lui

a lui l'averle . Pfifb perci affiatarvi


itato cautiftmo Y e d'aver voluto tutto quafi da
me medefimo rifcontrare particolarmente per i
tempi precifi delle nafcite , e delle morti } giac
ch ho per quelle feguite in Roma veduti da me
i libri 9 ove dai Curati fi notano , ed ho fatto ve
nir quaf di tutte quelle , che feguite fon fuori
autentiche attenzioni . Senzach non far io il
primo v che fcritto abbia di materie fcritte da al
tri; n far il folo, che goduto abbia del vantag
gio d'avere fcritto dopo . Quefto pure ho (limato
necetfario dovervi dire 5 e fperando di dirvi qualcofa di pi nel fecondo volume, vi auguro, e bra
mo lunga vita, ed ogni bene.

T UT O LO.
Tleftamento politico d'un Accademico Fiorentino
tnceMdi&i-propafizJumi tlvi/, in cui con nuovi , e ben
fondati princip) fifanno varj, e rverfi progetti , per iftabilir un betr regolato commercio nello flato della. Cbigfa , e per aumentar notabilmente le rendite della Ca
mera con molti altri necejjarj avvertimenti ) ed effendiaK ricordi, cbff viji danno pel buon governo del medefimo.

AP

APPROVAZIONI.
JUflfu ReverendiflmKP. Gcegorii Selleri Sac. Piiat.-Ap.
Magiftri accurat pcrlegi infcriptunrhQc opus : 'Ttftamento poiitico , i:nihi 1 in - Religi onem , in bonos more s ,
rnPrincipesd/tunt; fcdpuriflma Etrufcilrmouis elocufio , 'fngttkre in Audtore"ftudium juvandse ditionis , ex
,qua ipfe dft . Nam A ingenii' fui nervos.,. & notiones cum
cogitando, tum ufu rcrum , habendffqueiti.neribus.con>paratas in hoc volumen non mediocri labore contulit . Roma- ex ^Edibus meis xvi. kal. Majas ciD
Ita cenfui Anfelmits Dandinus Sac. Congreg. Indicit
Confultor , & Signatura *]ujlttte Votam .

PErlegi , ficuti mihi commiflfum fuerat a Reverendiflfmo


P. Gregorio Selleri olm Sac. Ap. Palat. Magiftro ,
nunc merito ad facrum Purpuratorum Patrum Collegjum
cooptato, anonimum librum titulo prarnotatum : Tejatncnl"o politico , ex integro bene compa<5)um ad doccndum_.
pariter , ac inftruendum per meditationes non panim detritas , nec ufque adeo compertas , nihilque in eo Fidei ,
bonifque moribus diffonum deprchendere potui . Ut ergo
volumen hoc toto Reipublica: noftra l>ono eluceat , confultum publici -Juris digniflmum cenleo . Hac die^o-Maji
1728,

Mrcellus Cremona Valdina *j. 17. & Sac. Theolog'u?


Doffor , Signatura "Jujtti* Votfws , ^ Sac.Con
gregaiionh Ind. Confultor
Juf-

Jllffu-Reverendiflm P. Selkri Sflc.Palat. Ap. Magiftri


librum anonimum , cui titulus: Tejlamento politico, ac
curata acie perluftravi . Saluberrima in co fui admiratus elipharmaca ad medelam eorum , qua? bonum , utililatemque publicam refpiciunt , per quam opportune exco
gitata . Nihil contra Fidem , Principes, & bonos mores
prolatum inveni , fd omne perpolitum , & exculturrLj ,
quare prslo pofle emandari omnin cenfeo . Dat. ex
bus meis kal. Maji 1728.
M. Co. Torre J. U. D. , oc. in Sapientite
Archigymna/opubliwt Legum Interprei .

PROE?

P R O E M I Or
Ei tanti , e tanfuomini , che dopo Li
creazione del Mondo fon nati , quegli
foli an conjtderato glifcrittori , e/&e_i
dijinti fifono collazioni , Qujfti fu
rono , e faran gl'oggetti delle lor men
ti , quefligl'eroi delle lor'opere . A chi^
o tocc inforte di rammemorar i fatti
in/igni della Romana Repubblica , e le
gloriofe ge/le de'' Cefari , od a chi lafventura difcriver le
malvage de' tiranni , e le congiure dei fudditi . Ebbero pe
r gFuni , non men che gl'altri il vantaggio di trattar cofe grandi , largo campo da raggirarvi l'ingegno , e dafar
vi giuocare lo fpirito . lo , che non di fortezze abbattute ,
non di citt Jorprefe , non diprovincie conquiftate ^ non di
popoli ridotti all'ubbidienza , non di fanguinofe giornate ,
non d'efcreiti po/li infuga , non di governi , e di ragioni di
flato , non de' maneggi ^ e delle politiche de'fovrani trattar
dovr ', ma di difegni , di contorni , di colori , di digrada
zioni , di sbattimenti , di marmi , d bronzi , di Jlatuc y
di profpettive , di fabbriche , editutfaltro^ che alla pit
tura , allafcultura , ? ali'architettura appartiene , />0/r
<#r r0# /v^ ragion di Cornetto a"averfra mano una fatica-*
angu/ia , efenza gloria : Mihi in ar<to , & inglorius labor
Ma o cheforte , o fventura fia , o che la materia : che ho
imprefa a trattare pi per ijlimolo altrui , che di mia ele
zione Jta ampia , o rijlretta , per quel che ella , e per i
modernifuggctti , che anche in tempo mio l'an illujlrata ,
fiiuno invidiar dovr de' molti , e molto egregjfcrittori , che
le vite de' pittori , degli fcultori , e degl'architetti hanno
fcritto ; perch mi riftrigner afcriver folo de' pi eccellen
ti , ed illujlri , alcuni, de* quali , fefono inferiori di tempo,
e
giu*

giudicar nonfidovranno men degni diftima \ imperocchper


gir di pari cogfantichi , altro non manca lor che fet . N
a dir vero genio , che mi porti , od amar che mijlringaad
affermarlo ; perch conferma 5 e crefce quejlo concetto mio
quello degFaltri e Fapplaufo- univerfale del Mondo inten
dente , che nonfa fenza, ammirazione fjfar lo/guardo nelle
volte , e nelle cupole maravigliojamente dipnte daCoregg^
dai Caracci , dai Zampieri , dai Lanfranchi , dai Berretti
ni , dai Cignoni , e dai Gaulli , e nelle tavole non mcn maravigliofamante colorite dai Vinci , dai Collari , dai Tntoreiti > dai Barbieri , dai Reni , dagFAlbani ^ e da tutta
qua/i la /cuoia d*Annibale ,. dai l'affili ,. dai Socchi , dai
Maratti) e d-qualche fuodifcepolo ^ e da tanfaltri y che
per brevit tralafcio di rammentare , e nelle vveJlatue , ne*
bizzarrigruppi , e ne' venerandifepolcrifcolpiti , ed innal
zati dai Porta- , dagPAlgard } dai Vernini , e dai Rufconi^
che an dato V'anima, a be' corpi delle chefe , de^palagj ^ del
le gallere , e dellefale. , o architettate del tutto', o ammo
dernate inparte dar nomati figgett^ o da: quegli^ d cui
dovr nelprofegumento delCoperafavellare* Queftifon pu
re cccellentjjtm y fenza cercar dei Rajjaclli , de"1 Michelagnolt + e de* Tizan y cbefaroni lumifublim della profcfJtone y e delFarte* Edabbianpur detto ciocch an voluto gli
fiorici , ed poeti degrApell ^ e dei Protogeni , dei Graffi
teli y e dei Fdf , de* Callmach^ e de' Dinosrati , che quan
to a me non mijlafca credere , che quegli flar nonposano
afronte di quejl. & viepi nel detto concetto mo ^ fenzafar
loro aggravio , m ]labilifio ,, pretendendo ejfere indulgen
te- ,, e'parzialeper ejji'anzi'che no \ perchefo^ chcgFantichs
pittori avendo avutofol Tufo di dipingere a guazzo , ed\-L-S
jfrejco , dacch Fa olia inventato fu circa: gFanni 1410. da
Giovanni Eick d Bruger^ eran privi dtqueIfegreto , che da
alle tele ,, r allefgure la- trasparenza ^ il rilievo^ locarne^
lfangut > // bro ^ la pafoft a la. lucidezza a l'unione , ed il

ter-

terminavnento , n potwanfapere per tal difetto neppur vela


re. Efe avejpmofottagFocchi le lorpitture, come abbiamo le
fcultur* , vi troveremmo oltre lefovraccennate , anche quel
le mancanze , the m quejle troviamo ; perch quefte duc^
profejponifinfempre andate deipari . Mancava aglifruito
ri > per quello vederJpu dalle reliquie delle lor opere 3 il
nobile , evagogufto dipanneggiare , e di piegare , finge
gnofa , mifurata maniera difar i baffi rilievi , ed igruppi , tifacile , .f</ aggiujlato anodo di comporre , .* Raccorda
re , */fo 2 ciocch- appartiene all'inventare , ^ fr^r<? ; poicch
per ci chefpetta all'imitar innaturale nelfignudofuron_a
Jtngolarifftmi . Efe avejjer faputo cos eccellentemente imi
tarlo n*putti , come eccellentemente Fimitaron negFuomnf , f chefervata aveffer tra ejf la proporzione della grandezza , e la propriet deinjloria , farebberoflati impareggabili . Non avevano gFarchitetti l'arte moderna di far le
fiale i n tf efempio alcuno , the ifabbanfatte mai due^s^
tre , e quattro , fana fopra Faltra , per cui oggi comoda
mente/ifole dallojleffejtto adappartamenti diverft', fenzache ?un de*faglienti , o veder pojfa mi Patiro , fe ellefer
rate faranno , # toccarlo , fefijjero aperte . Epurlefcak
fon le parti pi effenziali dellefabbriche ^ offendavi noiL_>
men necej^arie^ the le vene ai corpi . Nonjtfa^ thefapejjeyobene^ e proporzionatamentefpartire cogFagiati comodi ,
e colla dovuta comunicazione ingiro non interrato i piani , e
le/lonze ; Jccome comunicano , girano prefentemente ; m&
Javan tutfattaccati al?ornato dei loro begl ordini , the va
le a dire al difuori , t allafuperjicie , che al parer mio effer dovrebbe non Toggetto principale delFarchitetto ^ ma?
accefforio . Tuttava hanno anche in ci inventate cofe compo(le i moderni , d'affai maggiorgrazia dell'antiche , E chiff'fornente , tfenzaprevenzione -conjdersra ilfecondiordine del
cortile del Valaz-zofarncfe di Roma , e lafagrejlia , e la //Oreria di S. Lorenzo di Firenze , non potr negarlo . Seor-

c 2

tiajjer

naffer al Mondo gTElei) eie tanto J gloriavano detta rin


nomata; lorpiazza tutta cnta diportici , con colonne d'ordi
ne Dorico s ornata , e f) ricca , e dejjero un'occhiata a quel
la di S. Pietro di Roma , porto ferma credenza , che ftupirebbero . Pofciach la bellezza non ij neU''ornamento , e_j
nella ricchezza ; ma nella bizzarria dell'invenzioni , nelF
elezion delleforme , nella dijlribuzion dette parti , nella-*
grazia , nel garbo , e nel gujo . Per far una co/a ricca ,
bafla che chi ha volont difarlaJta ricco ; maperfarla bel
la non baflano le ricchezze . Cos la cappella di S. gnazio al
Gei , pia ricca di quella di S. Luigi a S. gnazio , ma non
pia bella . Se Libanefece il nobiliempio di Giove olimpo in
Alti ornato di colonne d'ordine 'Jonio , lungo dugentrentt_i
piedi , largo novantacinque , e alto feffantotto, creduto da
lui un prodigio per la grandezza , ci la/ci Bracante il difegno della chiefa di S. Pietro , maggior affai in ogni dimena
Jone , che variato , e mutato da altri architetti ,fu cofe
licemente condotta , e con bene , e magnifaamente ornata
tome ognun vede . Se ejjt vantavan ifuperbi palagj de i loro
Re , noi tralafciam di vantar quelli dei nojlri , bench
potremmo ; e per maggior nojlro vanto vantiam quelli de'
fudditi , di cuifanpiena tejlimonianza FItalia , la. Francia.^
fInghilterra , la Germania . Se Dinocrate propofe algran
de AleJJandro , di ridurre in figura d'uomo il Monte ato non
ve lo riduffe ; J/ff Michelagnolo di voler portar la Rotonda,
.fovra la volta della chiefa di S. Pietro ; e vi fu poiportata.
E pure di quefte due maraviglie , nonfo qualeflatafarebbe
pu prodigiofa , fe anche la prima ave(fe avuto ilfuo effetto?
E che narrarpojjamo anche noi de' nojlri moderni architet
ti i portenti ^fe dei loro li narravangl'antichi ? E ne abbiam
tanti , e tanti , che annoverar potrei , non minori certo d
pefo , e maggiori di gran lunga di numero . Anzi certijkMO) che i Grecifopraffitfingranditori delle lor opere , giun
tifino per eccejjo difa/lo , e d boria apor/i dafe ifopranno-

mi) e aporli ancor al loro quadri^ nomar nonpojjono duep*er


fonaggi , in cui ad eccellenza unitefifieno tutte e tre le bette
arti^come a maraviglia s'uniron nel Buonarruotile nel Berni~
ni) e per maggior pregio delprimo^ unir glifi vollero in cccel?
lente grado anche le lettere . E ci , quanto ali''architettura
civile ; perocch quanta alla militare , Finvenzion dell'arti
glieria trovata negl'anni 1375. , o in quel torno , avendo
fatto mutarfaccia del tutto alle cofe , mi chiude la bocca , e
wfarrefta la penna -, n dir mai , chefe ufatafifoffe ai tem
pi loro , non avejjer faputo ejfi pure trovar gFartifciofiterribili modi , trovati dai moderni nell'efpugnar , e difende
re iforti , e lefortezze . Non far lor mai quejlo torto ; e
mi rampognino pur , mi rampognino que* grand*ingegneri ,
the in teorica , e in pratica an fatto vedere al nojirofecolo
ci che in quefio genere fipufare . Contuttoct nonfarebbe
certamente imponibile , che dopo noi veniffe chi anche di mol
to tutti lifuperaffe , avendofatti pifcoprimenti il Mondo
"negTultimi quattrocenfanni , che in tutto ilprecedente lun
ghifimo corfo difua et . E chifa , che ci nonfia ancor bam
bino ? E dipendendo il miglioramento , ed il raffinamento del
leprofejjoni , e dettarti , daglifcoprimenti , e dall'inven
zione ; quando Iddiofa nafcer di quegFuomini , chepajon.^
-pi fimili a lui ; perch afimilitudinefua inventano , e crea
no , allora quelle manifatture , che ci parevan giunte alfomvno grado conofciam , che fi rimangon o nel mediacre , o
nel?infimo . Cos la pittura , che i coetanei di Cimabue , e
di Ciotto credetter arrivata in loro all'eccellenza , videro i
fuccejjbri ajjai migliorata dal Vannucci in Perugia , dal
Francia in Bologna , dal Pollajuolo in Firenze , dal Bellini
in Venezia , efollevata poi a poflo pi eminente dal Sanzi ^
dal Buonarruoti , dal Veccellio , e dalVAllegri . Tal la
condizione infelice di noi mortali s cheflandofcmpre intorno
a cfe imperfette , e limitate , capir nonpojfiamo n quelper
fetto , che nonpu farfi migliore , n queirillimitato , che

non

non ha lmite . Ma fe la via , che mena allaperfezione s


trta , efcabrofa^ che giugner vipufolo fonnipotenza ^ la
porta per entrarvi non ferrata ad alcuno , ed il campoper
4pprt$arvij' cos ampio , e va/lo , che pufrancamente paffeggiarjt dai moderni , fenza dar impaccio agl'antichi ; efi
palegger dai pofterifenza recarpregiudizio alla gloria de*
paffute , le cuiopere^ non perchfaranno pi antiche ^ dovran dir/ipi belle , edavranbene il vanto tfejjereflati in
ventori , f maejlri , /#tf nongipi apprezzati , eflimati .
Imperocch chi non vorrebbe ejjere anzi Raffaello , Michelagnolo , Tiziano , // Coreggia fcolart , r>&<? // Vannmci , //
Grillandaio , ^fV Bellini , .<?</ // Mantegna maejlri i Io per
de* quattro penultimi ^ di molti nominati prima trattar
non dovr : di quegli , perch oltre il motivo , chepergPal
tri or ora addurr , fioriron unfecolo innanzi a que"1 moder
ni , ond'ho imprefo afcrvere : di quefti , perche le v'ite lo
rofonoJiateferitie da altrepenne , //& o ^ / ?/<? timida^
incontentabile , <?</ oggmaifagliata ; #<? /^ r/^/> ^^//<? roy^^ ^//<r , n raccorre lefpighe avanzate alfaltrui falce .
Afafterr bens di favellar de* medicer , e degTinfim , /tf
f/ /^r^tf <// -vero crefciuta in Roma a talfegno , che coti
numerofa credo certo nonJtaftatagiammai . Ejccome mi riJirigner a fcriver de' pi eccellenti , cos ri/lrgnerommi
ancor afcrivere de*foli Italiani , e di qu' pochi Oltramon
tani , che venuti in Italia giovinetti , vennero eziandio ce
lebri in detteprofejjon . Nonperch non mija noto cjjervene modernamente Jlati anche fuori de"* celebrattjjtm j m<L-a
perch (Taverne le dovute notizie , mijl rendutojinora impoj/tbile . Sapendo peraltro affai bene ancor io , che nelte^*
fcuole tfAlemagna^ di fiandra , e d'Olanda non fon man
cati , Efa a qualfegno innalzate fabbia in 'Prancia nel lun
gofuogoverno Luigi , the nato deipari algloriofo mejlier
della guerra , che agl'alti affari dipace ve Fhafattefempre
fi vigorofe fiorir , e rifplendere. Veggo Paccademie aper
te

te in Roma dal belgenio del Re d Portogallo tutto intento a


introdurle n*fuoiftati'y e non ignoro lefpefe^a cuifoggiace^
ancie per mantenerfuori del regno grojjo numero diperfoncy
alcune delle quali ne vanno gi ufcendo ad onore . Rijona l&
fama di ci -, chefir facendo FInghilterra d'intorno al lavo
rio del nobil nido , cominciato con tanta gloria , e con tante
profitto da quelli nazione , che i partigi nafcono confecondia . Grida fn la Mofcovia di maraviglia nel ripenfar ai
viaggi, alle jatiche ,. all'attenzione , alla cura del morto
fuofovrano per tentar con molte altre anche ji illujlre imprefa \ e f Mo/coviti in veder i bc' fori, delle piante novelle
maipili ne"* paejtloro. veduti inarcan le ciglia . Che nonfa ,
per dir ancor qualcofa de"1 conjni d*Italia per metterle fui
trono in Piemonte il Re Vittorio ? La cui alta mente non ?
ftata dalle: continuefaccende militari tanto, diflolta , che-
avendovi mejja rarte , e la difciplina, della milzia in quello
flato, y che non.fu mai ^ non abbia, ancor ndefeJJamenteproccurato dijabilirvi il traffico ,. le manifatture^, lefcienze ,
e le lettere-.. Tantocche non invidia Torino alcun'altra metvopol y e il Sovranofa al Mondo, conofcere y che le miniere
nejaujlejan ripojie nel prevedimento, delfuo giudizio , nel
lafaviezza difua condottar-, e nella coftanza delfua valore he quefti fien tutti gloriof Mecenati\. che' abbian gareg
giato y rgareggin tra loro perprotegger Ir belle arti ben
alto pregio delfecolno/Iro \ mapregio finalmente y che Fan
avuto alcuna volta , bench non mai cos univerjale anche-*
gl'altri. Ma chegrettamente vifijacollegatay econparticolar i'ntereffe unita una Regina delle maggiori dell'Univerfo ; e chenonfolo ejjer ne viglia (ingoiar protettrice ; m$
chefglorj diprofetarle , e che abbia fin chiamati di Roma
maejlriy o queja Jty che cofa rarijfma r echepaffay e
trapajja in/teme in/teme Fiftintofemmineo y.ed egri1altro pre
gio . Dorme pertanto in me y e non morto il pen/ro dipo
ter avere un giorno lefuddette notiti? *c nelfecondo, volumey

che

che non guar dopo uftir dovrebbe alla luce del primo , giugnerpure quandoccheja a compier l'opera , ed afar locotanto da me bramata unione . Vivo almeno con s fatto dejderio ; n ne forre giu mai lafperanza ; fe gTamici , che me
Vqnpromeffe non mi mancheranno . Ed allora parler ezian
dio degl'altri profejjbri Italiani , che nonfon compreji nel
primo ; perch non mifon voluto partir dall'anzianit delle lor nafcite , fecondo cui mifon regolato nelFordine , da me
nellofcrivcr efattamente tenuto i efcritto che avr di tutti
i morti , fcriver a parte di que* pochi eccellenti , che vivo
no . Sar ogni vita dijefa con i/lile piano , pulito , efacile',
c quantunque nerboruto , eflorico , privo per delpi vago^
delpi vivo , e del pi dilettofo , che porta feco fijoria nei
precetti dell'ari'e , che qui nonponno aver tutto il luogo . Mi
conterr nellafemplice , e nuda narrativa , fenza vejlirla
tferudizioni vane , d'allegagioni inutili , di defcrizioni nojofe , d'autoritfuperflue ; perch comefono flatofempre^*
poco inclinato agli fludjfervili , cosi non avrei feritia , n
fcriverei mai cofa alcuna , qualora lofcriver mio ridurfi dovefle afervit . Ragioner prima de'pittori , pofcia degli
fcultori , quindi deg? architetti , annoverer tutte le lor
opere a una a una , e non tralafcer di dir qualunque mini
ma cofa , che neccffariafia afaperfi^ e she appartenga al
racconto.) edalle tre profejjfoni .

VITE

VITE
D E 1

PITTORI*

DI PIETRO BERRETTINI.
|!BTRO BERRETTINI chiamato pi co
munemente Pietro da Cortona , per
ch da Cortona egli tratte nel primo
giorno di Novembre degl'anni 1596. 1596
i natali far il primo fuggelto non pur"
grande , ma raro , che fomminiftri copiofa materia di fcrivere alla mia penna . Ed in vero chi
in maggior copia pi di lui , e con maggior^fcr, e
franchezza ha dipinto cofe grandi ? Chi ha av^jf pi
feconda di penferi vafti , e fublimi la fantafia rShi
flato pi rifoluto , e pi pronto nell'intraprendere , e
nell'efeguire ? Aveva il fuoco ne' colori , la veemenza_,
nelle mani , l'impeto nel pennello . Era aperto di men
te , perfpicace d'ingegno , feliciffimo di memoria . E
come gli fu con tante , e diftinte grazie cos benefica la
natura , volle eflfergli anche propizia con non minori la
forte . Imperocch lanciata Firenze , e la /cuoia d'Andrea Comodi pittor Fiorentino , a cui raccomandato
l'aveva il padre , fi port in Roma tutto pieno di volont,
e di defo d'imparare ; e giuntovi appena girando per
efTa cafualmente s'avvenne in Baccio Ciarpi pittor al
tres Fiorentino in tempo , che egli attentamente olfervava certi quadri . Da qufta ftraordinaria attenzione
prefe Baccio motivo d'interrogarlo , e fntendo che alla
profeflone applicava , e vedendo in lui fpirito , e brio,
l'invit , e lo condufle nella fua fcuola . E mentrecch
d'ora in ora s'andava maravigliofmente avanzando nel
lo ftudio delle pitture pi rare, e fpezialmente di quelle
di Raflfaello, di Michelagnolo, di Polidoro , e delle
ftatue antiche , pacando un giorno per certa ftrada fu da
un indoratore pregato a volergli fare alcune figurine in_>
alcuni fgabclli. Accett Pietro il partitoj e trattante che

A a

le

VITE

le ftava in bottega dipignendo , capit il marchefe Sac


chetti , a'cui piacque tanto il buon guflo del giovine ,
che gli diffe che fofle andato a cafa , che bramava di par
largli . Andovvi Pietro portando anche feco alcune cofette , che aveva fatte , che vifte dal marchefe le volle
per f , generofamente con mill'altre cortefie , ed efi bi
gioni pagandogliele . Di quefta buona occafione a tem
po fervendoli il volonterof garzone , fppe col fuo bel
coftume non meno , che coll'innata fua avvenentezzs_>
talmente infinuarfi nell'animo non folo del marchefe ,
ma di tutti i fuoi pi ftretti congiunti , che ne vollero
aver (ingoiar protezione , e f lo prefero anche in cafa .
Procurogli il marchef il lavoro d'un quadro , che far il
dovea in una cappella della chiefa di S. Salvator in Lau
ro , e l'ottenne. Rapprefentovvi maeftrevolmente Pie
tro la Nativit di N. S. , e quefta fu la prim'opera_> ,
che egli efpofe alla pubblica vifta , e che acquiftar gli
fece quel fublime concetto , che non perdette giammai .
Procur il cardinale , che dipigneffe nella chiefa di
5. Bibiana; e Pietro vi dipinf a competenza d'Agoftin
Ciampelli , che ridendofi , e beffandoli fui principio di
lui, molte f ne maravigli , ed inficine f n'afflitfe allor
ch fi vide fuperato . Preg S.E.il Pontefice Urbano, che
gli facefTe dipignere qualche ftanza del fuo bel palazzo a
Piazza barberina. Vi dipinfe Pietro lagranfala, che
fi vede in iftampa d'intaglio del celebre Bloemart ligata
tra quelle del preziofo volume intitolato : jdei Barberna: Opera di vero, che degnamente annoverar fi pu
tra le principali , ed infigni di quefta abbondante me
tropoli , che quantunque dipinta fia a frefco , non ha_>
punto men tenerezza , e forza , che f dipinta foffe a
olio . Non tralafciava per Pietro in quefto mentre di
venir dipignendo anche fempre per i fuoi protettori ,
per i quali fin dal principio , che entr in lor cafa fece

di-

D F P I TTO R I.

diverfi quadri , ed i pi rinnomati furon il ratto delle


Sabine, e la battaglia d'Aleffandro , che fi vedono an
ch'oggi in iftampa, con tutte quafi l'altre fue opere inta
gliate dallo Spierre , di cui fi frvi prima , e dal mento
vato Bloemart , dopo che tra lui, e lo Spierre pafs qual
che non piccolo diflapore , che unir lo fece a quegli del
partito del Bernini, per i quali poi continuamente in
tagli . E' ben per vero , che anche il Bloemart lo ferviva con poco genio per la fua difficile contentatura , e
com'egli diceva , ftitichezza , che bench nafcefle dal
gufto foprafino , e dal fuperior intendimento di Pietro,
era al Bloemart molto venuta in faftidio ; e tanto Pietro
bramava d'efTer fervi to da lui , quanto il Bloemart fug
giva di fervirlo . E contuttoch ravvifafle nel bulino del
Bloemart qualcof di /ingoiare , e che ftimaffe maravigliofa fua taglia, non f ne trovava mai foddisfatto ,
criticando talor anche i dintorni , che quantunque
volefTe veder fare in fua prefenza , glieli faceva alle vol
te mutar fatti che erano . Perci alcune fue opere
intagliate poi furon da altri artefici , e noi non le veggiam tutte intagliate da quefti due . Quindi crefcendogli viepi colla chiarezza della fama anche i lavori , dipinfe nella cappella del Santiffimo Sagramento di S. Pie
tro in vaticano il quadro rapprefentante la Santiflma_j
Trinit, e fece i difegni , ed i cartoni per i mufici
della cupola della medefima . Dipinfe nel pontifical pa
lazzo d'ordine del Pontefice una cappelletta , e nell'al
tare una Piet , ed in una ftanza , ove far fi fuole il conciftoro , un quadro grande coll'angelo , che fchiaccio^
l'idra . Dipinf per le monache di S. Ambrogo il qua
dro del primo altare a man deftra della lor chiefa , e vi
rapprefent fnto Stefano: in S. Caterina della ruota
due quadretti con palme , e corone fotto '1 quadro dell'
aitar grande : in S. Carlo de' catenari il quadro dell'al
tar

VITE

tar maggiore : in S. Lorenzo in dama/o una gloria d'an


geli rimpetto a quelli dipinti fopra l'organo da Giufeppe d'Arpino , e la volta della cappella della concezione:
in S. Lorenzo in miranda il quadro dell'altar maggiore
rapprefentante il Tanto : nella chiefa de' cappuccini a ca
po le cafe il quadro della prima cappella nell'entrar a_.
man finiftra , che rapprefenta S. Paolo con quantit di
figure : in S. Niccola di Tollentino la cupola della cap
pella Gavotti , che non pot terminare , e fu ficcome a
fiio luogo fi dir terminata dal Ferri . Fatte tutte queft'
opere in Roma , gli cadde in pendero di vedere l'Italia ;
e prefa la via di Loreto , travers la Romagna j pafs in
Lombardia , fi ferm qualche tempo a Venezia ; ed offrvate le pitture pi celebri di tutti que' paefi , f ne ri
tornava a Roma per la ftrada di Firenze . Ma giunto
che vi fu, gl'ordine il Granduca diverfi lavori , e molto
lavor in alcune ftanze del palazzo de' Pitti , ed in al
cuni falotti , in un de' quali fi vede la virt efaltata , cos
maeftofmenie dipinta, che poco veder fi pu di pi bel
lo , particolarmente per la vaghezza del colorito . Trattantoch ei s'acquiftava l'affetto , e la ftima generale
della citt , e la particolar della Real cafa , lavorava , e
macchinava contro lui l'invidia dei profefTori . Impe
rocch avendo Pietro nel fuo viaggio comprati diverfi
quadri rari , ed alcuni di Tiziano , e moftratigli al car
dinale zio del Granduca , tanto gli piacquero , che li
ricompr . Ricomprati , che gl'ebbe , gli diflfero i profeflbri , che non eran originali, e che era flato inganna
to da Pietro . Non conofcend'egli il lor inganno ; e cre
dendo pur troppo vero quello di Pietro, ne lo rampogn
un giorno afpramente . Si fcus fmpre con bella manie
ra l'innocente Pietro , e con tutto '1 rifpetto dovuto a
s alto perfonaggio , s'efib anche pronto a riprender i
quadri perfegno infallibile del maggior loro valore , e
della

DE* PITTORI.

della fallita dell'accufa . Ma nel tempo fleflo che efternamente con pazienza /offriva i rimproveri , ardeva in
ternamente di furor , e di fdegno ; perch accorto s'era
dell'artificio . Seguit nondimeno , tuttoch non con_>
quel buon cuore di prima a dipignere , finoacch aven
do compite certe pitture , che erano pi avanzate dell'
altre, dimand licenza al Granduca di poter trasferir
per breve tempo a Roma , che gli fu conceduta ; e
quantunque gli faceto dare dieci mila fcudi per i lavori
perfezionati, arrivato che vi fu,non pens pi al ritorno;
e tmpre ditfe di non poter ritornare a compir gl'imper
fetti , allorch ne fu ricercato , e v'and poi a compir
li , come a fuo luogo dir , Ciro Perri . Ri/bluzione in
vero non troppo lodevole ; ma propria , ed innata agi'
nomin d'onore , quando fono ingiuftamente tacciati . L'
innocenza una grand'arme, n d'altro ajuto ha bifogno
per rifentirfi qualor offefa . E l'onor in ognuno, che
l'apprezza s delicato , che paffa fopra i pi alti riguar
di , niente che e' fia punto , e toccato . Cos ricomin
ciando Pietro con pi calore di prima a dipigner opere
grandi , giacch in folla , ed a gara correvan coloro ,
che a man giunte l'avevano fin allora appettato, e che
bramavano , che in verun modo mai pi ne partiflfe . Dipinfe la volta della navata dimezzo, la cupola, i pe
ducci , e la tribuna della Chiefa nuova de' Padri dell'ora
torio , la volta della fagreftia , e la volta d'una delle_
ftanze di fopra , ove celebrava S. Filippo . Dipinf d*
ordin d'Innocenzo X. la galleria del fuo palazzo di Piaz
za navona, e v'efpreffe alcuni fggetti deii'Eneide di
Virgilio . E dipinfe molti quadri per diverfi per/naggi
di Roma , che nelle loro gallerie s^ammirano , e f confervano . Molt'altri f ne vedono per le chiefe , molti
ne mand per Italia .. Evvene uno nell'altar maggiore
<iel duomo di Caftel candoifo; uno ve n'c nella chied
de'

VITE

xk' pack! dell'Oratorio di Napoli : due ve ne fono in due


-altari nella chiefa de' padri del l'Oratorio di Perugia.Molti ne mand di l da' monti. Ebbene de' belliflmi il Re di
Francia: ebbene il cavalier di Lorena: ne ha il fignor de la
Urilliere:e ne ha la Spagna, l'Inghilterra,e la Germania.
N Pietro fu /blamente /ingoiare nella pittura ; perch fi
fece conofcer in molt'opere-, e fabbriche anche per fingolar architetto . Fece il difegno del /polcro del conte
Montanti in S. Girolamo della carit. Altro ne fece per
quello della famiglia de Amicis alla Minerva : fecene per
i due , che fon ai lati della porta , che va alle catacom
be nella chiefa di S. Paolo fuor delle mura . Fecene pel
palazzo , che fabbricar voleva a Oftia il marchefe Sac
chetti ; e fabbricato poi vi dipinfe la galleria, e la cap
pella . E maeftofo fu quello del Palazzo del louvre , fat
to da lui a concorrenza del Bernini , e del Rainaldi d'
ordine di Luigi , che molto lo grad , e lo regal del
-proprio- ritratto riccamente giojellato . Sua l'architet
tura della chiefa di S. Martina , e de' fotterranei , ove
l'altare di bronzo , fatto tutto a fue fpefe . Sua quella.,
Iella facciata , e portico di S. Maria in via lata : fua_>
quella della cappella della Concezione in S. Lorenzo in
damafo : fua la riftorazione , ed abbellimento dentro,
e fuori della chiefa della Pace , il cui graziofiflmo por
tico piacque tanto all'alto genio d'Alelfandro VII , che
glie ne aveva data incumbenza , che oltre i regali che gli
fece , l'onor del titolo di cavaliere . Regal Pietro in
fegno di fuo gradimento due quadri al Pontefice , rapprefentante l'uno l'Angelo cuftode, e S. Michelarcangelo l'altro , che S. S. glieli cambi con ricca cro
ce appefa a pi ricca collana d'oro . Opera fua fi la_>
cupola , la tribuna , l'altar maggiore , e gl'ornati di
S. Carlo al corto : fua. la cappella di S. Francefco fave*

rio
: fua la cappella del Santiffimo a. S. Marco_ :
- al Ges_.-*.
143

D E' PITTORI.
fua la cappella Cavotti a S. Niccola di Tollentino;
molt'altre ve ne faranno , che giunte non fono a mia_>
notizia, che unite a quelle gi nominate da me faran
fmpre piena fede della fquifitezza del iignoril fuo gufto , e della profondit del raro fuo intendimento . Di
ranno ch'egli flato franco , e facile nei difgno , eru
dito, e copiof nell'invenzioni . Diranno , che ha_>
avuto tutto il giudizio nell'unir i fiti , e nel contrapporli d'accidenti proprj , e di lumi : diranno che ha_.
adoperata tutta l'arte, e tutta l'eleganza ncll' ornar
d'architetture , e di paefi le fue pitture : diranno , che ha
maravigliofamente accordato col forte , fnza fiaccarli
dal tenero i colori a tempra non meno che a olio , che
ha ugualmente ben intefo il dipignere in grande , e in
piccolo , ~ in alto , e in baffo , da vicino, e da lontano,
e quel che , non fo f pi difficile , o ftupendo , il fotto
in fu : diranno finalmente , che egli ha cos bene accop
piati agli ftupori della natura i prodigj dell'arte , che
flato inventore d'una vaga , e nobil maniera , e d'una
dotta, ed armoniofi compofizione , bench alcuni fopraffini intendenti dell'arte defiderata v'abbian queli'
efatta correzione , e quella compiuta efpreflone, che
ei in niun modo aver vi poteva . Maraviglia dunque_j
non fia , f della fcuola di cos intelligente , e verfato
maeftro, ne fen ufciti bravi , ed efpertifcolari . Ufcironne il Ferri , il Romanelli, il Borgognone , il Gior
dani , ed il Tefta , oltre tant' altri , che tralafcio di no
minare , che da diverfe parti venivan in Roma per en
trarvi . Non ebbe per gran forte con alcuni , perch
con quella maggior ingratitudine , con cui pagar fi fogliono dai beneficati i benefizzi pi grandi , fu corrifpo-fto particolarmente dall'ultimo , che gonfio , pregno , e
fuor di modo invaghito di fua maniera , credendo aver
gi fuperato il maeftro , andava giornalmente fue opere,
B
ed i

io

VITE

ed i Tuoi precetti criticando. Pafs tant'oltre la critica ,


e tanto fi fparfe per Roma ciocch egli andava dicen
do, che giunf finalmente a notizia del macftro, il qua
le prefa un giorno , allorch era pi piena , e zeppa di
{colar! , e d'altri intendenti profeflbri la fcuola, occafion di rimproveramelo , a lui rivolto da quello fteflb
fuoco, conche dipigneva infiammato, tenendo un de'
fuo' quadri fra mano cos gli parl : Eccofgnor Teja un
de* miei quadri , volgete viprego i vojlriJguardifovra di
cffo , e dite a me qui dentro con quellafranchezza , con
lui li criticate fuori ifuoi difetti ; giacch io chejlatofonofofora vojlro maeftro , mi contento da quindi innanzi d'
ejjere vojlro fcolare . Su via fciogliete alla prefen&a di
in?uomini dotti , sd intendenti vojlra erudita lngua ,
prendete ilpennello , correggeteli , e ritoccateli , che gi
giunto il tempo , che voi con quella carit , e con quelV
amore , con cui ho io nelpajjatofatto a voi conofcer i voJlri ^facciate voi a me conofcere i miei , e pubblicamente li
tonfejft i e meneaccuj. Ho fcelto tramiti quadri quel
lo , che men mipiace , e di cui non fon ancorafddisfatto i acciocchpoJJatefarvi in queflogran campopigran
de onore . Ma voi , cui ferve ugualmente: bene la lngua
n bocca , che nelle mani il pennello > non portate ,. e non
sorreggete \ or bene ., dacch voi ricitfate di corregger
me ^ e di far da maejlro , andate pure a cercar tfaltraL-*
fcuola , perch io nella mia non voglio voi pgr fcolare ..
Andate pure\ andate* maproccurate nel tempo fteffo d
cangiar coftume^ concioJJach quello chcavete^ molto
odiofo>, e troppo a un govinaftro come voi dJHice* Lafcate le critiche: a coloro , che invecchiatifono nelle profejjtoni , e cheparlan colla barba canuta, e colla: lngua
tra fatiche contnue ^ e tra lunghefperenztr ammaeftratff. Spendete ,fpendcte quel tempo ^ che il criticar confunelfoperare $ e quando giunto colfoperar farete. ,i_*

evna-

JD E' P I TT O R I.

ti

ionofcere , che menjtfa^ allorch pi s'intende , allora


v'accorgerete di vojlra albagia , di vo/ra prefunzione^s ,
/&' voftr) fpropojtti . Studiate un poco pi pria di parlar
con tanta sfacciataggine i ehi hajudiatopi di voi ; e_a
quando ftudiato avrete molto , conofterete la gran dijfe-.
renza , che ri tra V criticare , e t'operare . Studiate..*
dunque indefejjamente , fludiate , efappiate , the Vingratitudin delitto cos enorme , ed atroce , che nongfflata dagl'uomini mejja alcuna pena , per non ejjerjda loro
trovata adequata . Pojjo per dirvi di certafetenza , che
rare volte gfingrati finifcon bene . Queflifon gl'ultimi
tnfegnamenti , che da un amorevol maejlro a uringrato
/colare. Sappiateneprofittare , e andate ; fin qui parl
Pietro , e parl con tanto fenno , con tanta accortez
za, che fu per ifrentura del mifero Tefta indovino , e
prefago . Perocch ufcito allora piendi roffore , e di
confufione di fcuola tutto sbigottito , e mortificato , lo
condufle in progreflb di tempo a tal la miferia , che fi
gett di/perato nel tevere . E quantunque vi fa ftato chi
abbia, per falvarlo da quefta taccia, aflerto,che acciden
talmente vi cadefTe, vero , e certo , che de' Tuoi pan
ni veftito, fu trovato morto in quell'acque . Pietro trattanto , che per cagione della podagra , e degl'anni non
poteva pi dipigner opere grandi , e per contguenza
neppur poteva moftrar pi quella vivezza , e quello fpirito , da cui riscaldato pareva , che ufciflfe alle volte fuor
di f fteflb , f ne ftava riftretto incafa a dipigner le__
piccole al cavalietto . Ma aggravato fmpre pi dagl'
anni , e dalla podagra , che ridotto l'avea a non poter
pi muover n piedi , n mani , n lingua, pafs ai 1 6.
di maggio del 1669. a miglior vita con dolor unverfale di tutto il paefe . Lafci un capitale di cento , e pi
mila fcudi allachiefa di S. Manina , che effondo, co
me ho detto 5 flato un de'parti di fua architettura, e
B 2
for

12

V i T E

forfe , e fnza forfe il pi bello , che egli fece , e de'


pi belli , che altri abbian fatto , chiamar foleva fua di
letta figlia . In grembo a lei dunque volle , che il cor
po fuo fi /ppelliffe , ficcome con magnifica pompa fu
nebre coli' intervenimento di tutti gl'accademici di
S. Luca , de' virtuofi della compagnia di S. Giufppe , e
d'altra innumerabil gente , dopo effervi ftato la mattina
dei i7.efpofto, vi fu fepoltOjlcggendofi la fegttente ifcrizion nella lapide .
D. O. M.
Equiti Petro Berrettino Nobili
Cortonenjt magnh artibus
Pittura , & Architeffura
Prteclarifftmo Principibus
Regibus , oc fummh Porttificbus
Propter egregiam in arte
Prtcftantiam morumque
Probtatem charijjimo , Div*
Martino Cultori eximio , cujus
Sacris cineribus afferwndn
Sepukrum fuis impenjts
Magnificentijjtme extruxit
Ejufque cultui opei fuas omncs
Tempio ajfabre delineato
Tabulis fupremis addixit
Vixit an. LXXII. menfts Vi. diei
XVI. cbiit die XVL Mati MDCLXIX..
Francifcus S. R. E. Cord.
Barberinus
Tantarum virtutum memorie
Ponendum curavit .

N qui 6niron gl'onori , che furon fatti alla di lu

D ' PI TTO R I.

memoria ; imperocch appi d'una delle due (cale , che


menan ai fotterranei ,' e quafi dirimpetto alla medefima , in una ben aggiuntata nicchia di giall'antico vagamente ornata d'altri marmi, vi fu collocato colla feguente altr'ifcrizione il ritratto .
i-

' /

. >

Eque* "Petrus Berrcttinus Mobilii Cortonenf* Ptffor


Architela* omnium fuofeculofacile Princep*
S. Martino facram ex offe btsredem fupremis tabulis
fcripjtt . Tempio eximia prorfus arte delineato , &
confejponefuisfumptibus magnificentijjtme exiruff. h^ereditaii adminiftrandti DD. deputatos Congregationh
S. Eufemite prtepofuit . Trei ab facello Sacerdote* Mimjlros Sacrorttm duos ejufdem Congregaitonis arbitrio
eligendos inftituii Lychmos duodenos ad S. Martino
tumular quotiate ardere jujjt annrverfaram Div*
memoriam XXX. *januarii recurren. folemnipomp.i_*
quotarmis celebrari accsrfti* etiam Sacelli Pontificii
Cantortbm.peflumprteterea S.Lazari Pittoris XXICC.
febmarii Accademia: Pittorum Eminentif*. Patrono
Prtefuli , ac Princpi , & fejorum Prefettis , nee
non S. Eufemia D. Cardinali Protettori , & Prtcpoftis
candelai ex Punica cera quadrilibre* , bilibre* librale*
pro Jtngulorum. dignitate Sacro Purificato B. Virginis
die legavit , aliaque idgenus munifice , <eque , ac religiofe quamplura , prout latius in tejlament. , O1 codicil.fub quibus decejjtt , a1 die XVI. Mati MDCLXIX.
per affa Angelatit Nat. A. C.publicat. continet. qu i
propter , ne viri piane Jtngularis ^ ac beneficentijpm
memoria poflit unquam inferire , fed in oculi* , ideo*
que in mentibus omnium -vivat immortali* ejufdem Con
gregationis Moderatore* proemis confirmaiione , & conftnfu Accademia: S. Lucte P. S. & A. Urbis , immo ontsffnjulw conventi* perenne monumentum P, P.

Coli'

14

VITE

Coll'abilit , e col inerito della proferitone unito


a tant'altre belle qualit , che lo facevan pi meritevo
le, avea Pietro guadagnato l'affetto , la {lima , e l'ami
cizia di tutta Roma , e le n'era talmente fparfa per Eu
ropa la fama , che in varie parti ne fu compianta la per
dita allorch vi giunf l'avvilo . Molte conipofizioni in
verfi non meno , che in prof in Roma fi leflero in tal
occafione; perch molte eziandio ne venner di fuori }
e tutt'infieme fecer maggiormente conofcer al mondo
quanto difpiaccia a coloro , che an pi Cenno degl'altri,
e che pi s'intereffan nel bene del pubblico la morte_>
degl'uomini grandi . Era Pietro alto -di ftatura , maeftofo nel portamento , ben fatto di corpo, e di faccia,
calvo , ed afciutto : era graziofo , ed ameno ne' difcorfi , ma molto circofpetto , e guardingo nel parlare:
era pronto nelle rifpofte , e non oftinato nelle propofiiioni . .Am di genio la fatica, ma non abborr la converfazione . Port tmpre affetto ugual agli amici ; e
non fi fcord mai de' benefattori . Si tratt fmpre be
ne , e trov tra il fafto , e la modeftia , tra la generofit , e la parfimonia ben giufta proporzione : Vide la_>
fortuna , la conobbe , e fe ne feppe valere ; e non can
gi punto mai , n tratto , n naturale , n coftume ,
che negl'uomini fortunati aflai raro .

D E' P I TT O R I.
&ANDREA SACCHI.
fa mai nel mondo lafortuna J ed pur vero ,, che per effer
dagli fcrittori, e dalla fama celebrato,,
non bafta alle volte l'eccellenza , e la_^
maeftria de. profeffori 2 n la morte ,
che nello fciorre ogni vincolo fhoda_r
eziandio l'invidia dall'emulazione,, e fa che venga dalle
ceneri la dovuta rinomanza , fufficiente far render
fempre il diritto y che fi deve alle perfne . Per Andrea
Sacchi , che meritevolmente chiamar fi pu maeftro di
color, che fanno, fi fon perdute le penne , non fi e trova
ta la carta , e mutoli divenuti fn gli fcrittor. E pure
per effer vifluto in un fecolo flici filmo forfe de' pi fe
condi , che abbia mai avuti la pittura , non inferiore ad
alcuno d que' grand'uomin che l'illuffrarona , e di
cui alcuni anno fcritto , dovea fomrainiftrarloro degna
materia,, perch anche di lui fcriveffero > Ma f fiata
difgrazia fua Tefferf fin qui trafcurata quella giufta com
memorazione , che gli fi doveva , ben partrcolar ven
tura mia il trarre*! profeguimcnto di qucfta ftoria dalla
vita d'un fuggetto- cos raro -cos meritevole, e cos
venerando . Nacque egli ih Roma negl'anni 1599ve il primo latte dell'arte da Benedetto fuo padre ,,
quindi s'allev , e crebbe nella fcuola dell'AIbano1 . Era
si benfatto, s avvenente, s fpiritof,, e s abile a. tut
to, che il maeftro gli pofe tant'amore, che niun altro
difcepofo amava' pi dilu; e quantunque non molto
Fapplicazon gli piaceffe } diceva , che pi profittoiaceva egli in unTora , che tutti gl'altri in un gornof Pro
curava perci quanto poteva di non difguffarlo , e con
bella maniera , perch conofceva la gran paffata , che
dovea fare } chiamandolo fempre il fuo Andreuccia, l'al-

let

16

V I T E

lettava allo ftudio , l'accarezzava ,' e lo regalava ; n


flette guari a farlo comparire quell'eccellente profeffore,
ch^egl'era con alcuni quadretti , che gli fece fare . Vedutifi quefti dagl'intendenti , e fparffi per Roma la fa
ma del fuo valore , ne fece alcun'altri , e tanti non ne vo
leva poi fare , quanti far ne potea . Fecene nondimeno
moltiffimi ; ed io far /blamente menzion dei pi conofciuti bench fien tutti preziofi , e Angolari . Dipinfe_j
cinque tavole nella chief di S. Pietro per cinque altari ,
quattro di cui furon pofia per cagione dell'umidit tra
foriate nella ftanza delconciftoro del Palazzo vaticano,
n fo precifmente ov'ora fi confervi no , fe pur non_>
fien quelle, che fi vedon nel Palazzo quirinale, come
qui fotto dir , ed il quinto che rapprefenta S. Gregorio magno , che moftra il corporale infanguifxato , refta
tuttavia nella medefima chief confomma ammirazione
di chi lo vede . Veggonvi.fi altres diverfi mufaici di fio
difegno aflai ben condotti . Color il quadro dell'altar
maggiore nella chiefa di S. Ifidoro : due in due cappelle
della chiefa de' cappuccini nuovi , rapprefentante l'uno
S. Antonio , che rifu/cita un morto con mol l'altre figu
re , e Haltro un Santo vefcovo colla Madonna , ed il
Bambino: effigi in S. Carlo de', catenari, il famofo
tranfito di S. Anna . Fece nella fgreftia della Minerva
il quadro dell'altare rapprefentante Ges crocififlb , e
tutte l'altre pitture . Volle dipignere ancora la cupola^
di S. Giovanni in fonte;* e dipinfe altres divers'altri
quadri, e fpezialmente quattro nel palazzo Barberini,
oltre la rinnomata Divina . Cpienza' < Dipinfe pel mar
chef Pallavicini il celebre Apollo in una gran tela di
pi di 12. palmi , che ftato ultimamente venduto , e
mandato in Inghilterra dagl'eredi . Dipinfe a frefco
nell'altare d'una piccola cappella del Palazzo quirinale
N. S. coronato difpine con due altre figure; enella_.
:
voi-

VP PITTORI.

17

Volta la di lui trasfigurazione . Si vedono in una ftanza


del raedefimo palazzo quattro gran quadri in tela dipinti
da lui, rapprefentante i?uno N. S. , che ; porj:a ia cro
ce , i'altro S. Andrea , che l'adora ,! l'alt rjo S. Elena ,
e l'altro il martirio d'un fanto . Ma l'opera grands_j ,
che fopra l'altre belliflme fue porta il vanto , e che in_>
genere di pittura annoverata tra le prime di Roma fi
il quadro dell'altar maggiore nella chiefa di S. Romualdo . O qui fi , che con ifhjpore non ordinario degl'inten
denti s'ammira la fquifitezza dell'arte nel difegno, nell'
impafto, nelle tinte , ne' lumi , nella i difpofizione , e
nell'aver faputo cos bene con gufto , e giudizio fopraffino condurre un penfiero tanto difficile quanto quello,
che rapprefenta un'unione di ti figure veftite tutte di
bianco . Opera , che per le molte difficolt , che v'eb
be prima di foddisfarfi, gli coft molto tempo ; ma breve
per la Tua /ingoiar maeftria farebbe ftato , fe anche cofrato gli folfe altrettanto . Pochi quadri mi fi dice , che
facefTe per fuori , e folo uno per Perugia, che io fappia,
in cui rapprefent egregiamente al fuo folito la Purificaiione della Beatrfma Vergine , che fi conferva con_>
gran gelofia tra gli altri rari , eh* ne anno i padri Filip
pini nella lor chiefa . Fin poi di dipignere dipignendo nell'altar maggiore del moniftero di S. Giufeppe a^
capo le cafe, fovra la cui porta avea prima dipinta a frefco l'immagine di S. Terefa , avendo lafciata imperfetta
l'opera. Imperocch la lunga, e mortal malattia , da
cui fu forprefo, gli imped il poterla terminare, e nel feA
fantaduefimo anno di fua et nel ventunefimo giorno di
giugno del 166*1. lo conduffe alla morte , e mor con_>
pochi avanzi. Lo che, o fia pel poco lor genio d'applicare , o per la poca ftima , che fanno degli altri , o
per la comune difattenzione di chi dovrebbe promuo
verli , o per particolar deftino il pi delle volte adivie-

oe

iS

V 1 TE

ne a' profeffori di merito . Se pure non fia , intendendo


per di non parlare del fuo 5 che un gran talento vadia
/vente accompagnato da qualche gran vizio , che , o
impedi/ca il guadagno , o che <Umpi il guadagnato .
Furongli fatte fontuofe efequie in S, Giovan laterano
coll'affiftenza di tutti gli accademici di S. Luca , e de'
virtuofi della compagnia di S. Giufeppe , da' quali , e da
tutti gli altri amanti della pittura , ne fu compianta la
perdita . Fu il corpo allora ripofto in luogo a parte*. ,
e dopo non molto tempo da chi avido era della fua glo
ria trasportato in un bel fepolcro fattovi a pofta col fguente epitaffio .
P

D. O. M.

Andreas Sacchius Romana!


Eie efl
'!; ~-u'-i<| -d
Qui cum dtu ternitatr pinxert
Vel mortuus in hoc tumulo fama aternum vvit
Divina Sapientia mfterta divinis pene coleribus*. /
In Barberinis sEdibus expreffit -r..- v. ,.:. /:.
Safilicam Vaticanam Eaptijeram Letierannft '::
PiffwvfJSs condecorofuit ,"" - Inde

'-. j I ''" ;:i i-

Urbani Vili. Pnf. Max.


lAc minentifs. Princ. Cara. Antonii Barbcrini
Bencfaentiam i & gratiam promeritm :.'
Qperum , & nominis gloria a$nd fuos .
Exterofquc fuperflei
Piffur* , ac vita: lineai abfofoil

Die XXL *junii A. D. M. DC. LXL ^Etatis LXll.


Era egli , come ho fopra accennato belliflmo di
corpo, e di faccia, di giufta ftatura , e fuor di modo
ameno, egraziofo. Amava molto la convenzione ; e
tut-

D ' PITTO* /

19

tuttoch /peffo fi divertirti; , e ftefle le giornate intere


fnza toccar pennello , difegn Tempre fino all'ultimo di
Tua vita , con /omino gufto (enza ftaccarfi mai dal natu
rale ', e perci quella fncera , e bella Smplicit , e_>
quella verit invidiabile , e veneranda , che moftrano
generalmente tutte l'opere fue in poch'altre fi vede_ .
Fatic ugualmente in tutte con amore , e non cangi
mai maniera . E quefta fu un mefcolato eftratto delle_>
pi belle parti de' primi profeflbri , quantunque parti
colarmente non ne raflbmigli veruna . Pochi fcolari lafci di grido ; e tra quefli fenza alcun paragone fu Carlo
Maratti il primo . Figli legitimi per quello ho potuto
fapere non ebbe , n moglie: vivon bens prefen temen
te i figli de' figli fuoi naturali . Non fu molto amico
degli altri profeflbri , criticar fblca l'opere di tutti , e
le fapeva criticare . Imperocch conofcendo i valent*
uomini ciocche effi fan fare , conofcono eziandio cioc
ch fi fa bene o male dagli altri . Trattava pochiflmo .
generalmente con loro , e niente col Bernini , con cui
avea avuto qualche non leggier contrafto . Volle quefti
nulladimeno invitarlo a veder prima , che fi fcoprifle
la magnifica cattedra da lui fatta in S. Pietro per fentirne il parere ; ed ito a prenderlo a caf colla carrozza ,
andovvi egli in farfetto , in berretta , ed in pianelle_ j
nvi rumodo, tuttoch avvertito nefofle, che in al
tra forma fi volefle veftire . Ci per ei non fece fenza-_
mifterio ; perch era affai deftro , ed accorto , e non
operava mai a cafo . Ma comecch generalmente fi dicefle , che fofle difprezzo , non fi pot fper mai il fio
vero fine ; perch ricus fempre di dirlo . Quindi en
trati in chiefa , e giunti poco pi fu della croce, ve
dendo Andrea, che la cattedra non era difcoperta , e
che il Bernini feguitava a camminare , l'arreft , e gli
difle : Queflo Signor Vernini il luogo , dove veder voC 2

V I T E

gl'io , f dove veder fi deve la oojlr'opera , fe dame


bramate ilfarere \ perch queflo ilpunto difua, veduta \
fcoprilla il Bernini, e confiderata , e riconfiderata da
Andrea,fenza di quivi muovere un palfl pi innanzi,foggiunfe : Quelle Jatue effer dovrebbero un buon palmo pili
grandi : Ed ufcito fenz'altro dire di chiefa , rimontato in
carrozza , e feguito dal Bernini f ne ritorn a caf_. ,
dandogli a vedere per quel , che poi dill , con ci , o
che egli s'era ingannato, f creduto l'avea incapace di
conolcerne il fito , o che gliele infognava, f noi fapeva . N il Bernini , che gi da l fteflb conofciuto avea,
che le ftatue eran piccole , fdegn di rifarle
. e -.'

i' .'-

DI CLAUDIO GELLEE.
URIOSA non pure, ma degna da fcriverfi f la vita di Claudio , per l'ec
cellenza non meno dell'arte ,, con cui
s'acquift quel nome immortale , che i
paefi , le marine , le prospettive di
pinte da lui gli confrveranno fempr ,
che per la variet de'-di&ftri che fbffr per arrivarvi .
Imperocch combattuto per molt'anni dall'avverfa for
tuna v appena compariva la profpera per ajutarlo, che
quefta vinta era , e mefla in fuga da quella . N conten
ta d'attaccarlo per impedirgli i progred, che proccurava di fare nell'arte ; l'attacc ancora diverfe volte ne'
Tuoi viaggi, acci col cangiar egli i paefi, non can
giale effa il coftume . Ma Claudio , che s'era ben ar
mato di fofferenza, e che ben fapeva, che quando il
mare maggiormente agitato dalle procelle , pi vi
cina la bonaccia , e che per giugnere alla gloria ,' varcar
fi deono vie prunofe , afpre , e icofcefe , 'le refi/leva_,
coftantemente tmpre , e talora eziandio la difprezzava.

Cos

21
A

Cos fi fianc ella finalmente j ed egli non avendo pi


il nimico alle fpalle , arriv a quell'auge , che io dimoftrer nell'iftoria . In Chamagne piccolo caftello della_,
diocefi di Toul in Lorena , ebbero Giovanni Gellee_ ,
ed Anna Padofe diverfi figli , ed uno tra quefti , che
nato negli anni i"oo. fi chiam Claudio. Morironglr 1600
nel dodicefimo- i genitori , e rimafto fenza il loro ajuta
il pupillo , non fapendo come fare per mantenerli , tutto
fbletto a piedi and a trovare il fratello maggiore , che
esercitava- l'arte d'intagliatore in legno a Friburgo .
Quivi fu , che s'innamor Claudio del difegno ; e quivi
indi a non molto paflando un Tuo parente , che per ne
gozio di merlettame andava alla volta di Roma , veden
do l'attitudine , e l'inclinazione , che il giovinetto ave
va al difegno , pens di levarlo al fratello , e di condurIb feco per metterlo , arrivato che vi foflfe , fotto la difciplina di qualche bravo profeffore . Non fi fece molto
pregare il fratello a concederglielo , e volentieri fu ri
cevuto dal parente , ed immmediatamente condotto feco . Arrivati in Roma , poco vi fi trattenne il parente j;
perch fu da negozi di maggior premura richiamata
alla patria J e lalct fenaa direzione , fenza macftro , C'

quafi fenza danaro il povero giovinetto . Non f perd


egli perci d'animo , e con quel poco danaro , che ave
va , e coli'altro poco , che gli mandava il fratello , s'an
dava meglio che poteva mantenendo , e feguitava da f
gPmeominciati ftudj del di/gno . E mentrecch indefeffaniente difegnava per applicare alla pittura nel ve
dere , e rivedere i quadri pi rinnomatr and a certa_>
fefta , ve efpofte erano alcune profpettive con paefi ,
che Goffredo ^als mandate avea di Napoli . Tanto gli
piacquero, che di quelle invogliatofi , a quella profP
fione determin d'applicare , e di partire per Napoli
per metterfi folto la difciplina di Goffredo ; giacch in

Ro-

22

VITE

Roma non v'era in quel tempo chi pi d lui in cotal

genere l'allettafflfe . Era egli fui partire, ed appettava


fblo il debole foccorfo del poco danaro , che gli manda
va il fratello per imbarcarli^ quando ebbe nuova, che per
le conquifte , e per le fcorrerie fatte in Germania dal Re
di Svezia, non folo mandar "non gli poteva allora 1'
appettato foccorfo; ma che perduto avea il modo di
poterglielo mandare all'avvenire . Imbarcatoli nulladimeno adifpetto della fortuna Claudio, f ne and a Na
poli , ed arrivato , che fu , fi diede a conofcere a Goffredo , s'introdufTe nella fua fcuola } e feppe col fuo
bel modo di trattare guadagnarfi in pochi mefi l'affetto
del maeftro . Stette feco pi di due anni , e fatto avea
non ordinario profitto , quando fent ,'che in Roma era
capitato Agoftino Taflo il pi ririnomato difcepolo di
Paolo Brilli , che ei meditava gi d'andarlo a trovare in,
patria per defiderio di conofcerlo , e d'entrare nella fua
fcuola . Stabil dunque di ritornare a Roma ; e confer
quefto fuo ftabilimento al maeftro , che mal volentieri
il lafci partire ; 'tuttoch breve foflfe il viaggio , e non
lungo efiTer doveflfe il foggiorno per quel , che Claudio
gli faceva fperare . Ma giunto in Roma , ed introdot
toli nella fua fcuola ; ficcome ebbe "modo di cattivarf
fubito l'affetto 'del primo maeftro ; facilismo gli fu di
guadagnare immediatamente anche quello del fecondo 5
e tanto gli entr in grazia , che gli infognava con tutto
l'amore , e lo volle feco in caf , 'ritenendolo tmpre alla
fua tavola. Molto impar ftto di lui Claudio , epa
fava gi in Roma per profeflbre -eccellente , e per divcrfi fignori dipigneva , allorch volle per fua particolar divozione andare a Loreto 'a vifitare quella fantiffima immagine . Giunto , che vi fu , e fermatovi!! qual^hc giorno , ficcome non era pi cos fcarfo di danaro ,
perch gi guadagnato ne aveva , gli cadde in animo di
fare

D ' P i r r o * /.

*j

fare un giro per Italia , e traverfando la Romagna, e


h Lombardia , fi ferm qualche tempo a Venezia_ ,
donde part , non per ritornare in Roma , come deter
minato avea nel principio del viaggio , ma per dare una
fcorfa alla patria , e per la ftrada della Germania , ove
ebbe varj finiftri incontri di cadute , di malattie , e di
furti , giunfe finalmente in Lorena , e fi trasfer in_y
Nans alla corte . Stato ivi qualche tempo , ebbe notizia
un Tuo parente, che allora dipigneya pel Duca , del Tuo
foggiorno; ed andatolo a trovare , ficcome gi fapeva,
che egli pure era della profeflone ,. l'invit in cafa , e
gli propofe varj partiti , per indurlo a dipignere in fua
compagnia , come di fatto vel indufife ; e molto l'ajut nel lavoro della volta , che dlpigner dovea nella_,
chief de' Carmelitani , Pi d'un anno flette tmpre in
/ua compagnia dipfgnendo le profpettive , e le archi
tetture; ma gi annojato era del lavoro, e perch non
molto gli rendeva di guadagno , e perch poco vi po
teva imparare , per giugnere. a quella perfezione , che
egli per ogni via cercava , e che a cofto di qualunque
fatica defiderava . Stabil di partire , e di tornare iii_>
Italia , ove lanciato avea il genio , l'affetto 3 e '1 cuo
re . E quantunque proccurafle di difluaderlo il parente ,
egli tmpre fiflo , e fermo nel fuo proponimento , n
pure terminar gli volle certo lavoro cominciato ; per
ch rottofi un giorno il ponte fu cui lavoravano , corfe
egli ancora pericolo di romperfi il collo; e tuttocchc
mun male fifacefTe, o che fofle il timore dello fcampato pericolo , o che foflfero i rimedj , che adoperarono
per prcfervarlo da altro , che credevano gli poteflfe foyraftare 4' cadde poch'ore dopo in terra tramortito .
Tornato in f prendendo ci per augurio cattivo,neppurtrattener vi fi volle un momento ; e prefa la ftrada del
la Francia , abbandon l'opera , il parente , e la patria.
Giun-

24

VITE

Giunto aLione s'accompagn concerti pittori Franzefi,


e con effo loro profegu alla volta di Marfiglia, il viag
gio per Italia . Arrivato a Marfiglia s'ammal d'acuta,
febbre , che in pochi d lo riduffe full'orlo del fepolcro.
Guar finalmente dopo lunga , e penof convalefcenia ;
ma come le difgrazie non vanno mai fble, e tiraiL
fempre dietro le compagne , poco danaro rimafto gli era
per le fpefe fatte nella malattia , e nel viaggio, e quel
lo gli fu rubato all'albergo dentro il forziere . Se ne__*
afflifle molto ilmefchino nel bel principio ; perch fi ve
deva ridotto in iftato quafi miferabilc ; e quel che pi
gli doleva , fi era il non poter partire . Riprefe poi ani
mo, e folo mezzo luigi d'oro aveva nel borfellino , e
d'ivi trattolo beffandoti", e ridendofi della fortuna^ ^
Prenditi , diffe , anche quejo .: e lo fpefe la .fera medeCma allegramente con quei pittori Franzefi all'ofteria .
And la mattina feguente a trovare un ricco mercante ,
che gli era flato detto , che fi dilettava di pittura , e fi
efib di fargli 5 J voluto aveffe , qualche quadro ; e_
due gliene fece, quantunque veduti che gli ebbe*, vo
lutile avrebbe almeno due altri che fi fcus , dicendo
di non poterglieli farei perch doveva partire ,, come
di fatto part per Cittavecchia In un valcello . Lungo
Fu il viaggio per le reiterate -burrafche , che ebbe_j,
una di cui convertitafi in ifpaventevole , ed impetuofa
tempefta , corfe pericolo il vafcello di romperfi , ed il
mi/ero , e tutti gl'altri , che v'eran fopra , vedendo
la morte pi che vicina, raccomandavano T anime_
loro a' fanti , e a Iddio , che li conduffe finalmente a
falvamento . Gli .baft il danaro guadagnato , non fblo
pel viaggio , ma gli fervi per aprir cafa fubito , che ar.rivato fu in Roma . Sparffi trattanto la voce del fuo
arrivo , molti furono i curiofi , che di fue opere lo richiefero ; ed egli proccurando di foddisfar tutti } per

pren-

DE'. PITTORI.

25

prender credito, e nome , ne prefe poi tanto, che compie


re non poteva le continue commeffioni che gli eran date
ogni giorno da' primi perfonaggi . Fece due quadri pel
cardinal Bentivoglio , che moftrati da S. E. al Pontefi
ce Urbano , volle fubito conofcer l'autore , e di propria^
bocca glie ne ordin quattro, e gli diede i foggetti . Rapprefent in uno la veduta del porto di S. Marinella fulla
^piaggia del Tirreno , ove lo mand prima a pofla il Pon
tefice a difegnarla : Nell'altro una marina numerofiffima
di vafcelli ornata d'architetture , e di profpettive : Neli'
altro un paefe con diverfi animali , e paftor : e nell'al
tro un vago, e bizzarro baccanale . Era giunto allora_>
Claudio all'et di trentanni, e dipigneva da vecchio ,
ed efperto maeftro , quando le fue pitture falite erano a
prezzi incredibili , e che a qualunque cofto bramava_,
ognuno , che aveva gallerie , fale , e palagi d'adornarveli . Dipinfe nel palazzo del cardinal Crefcenzi alla
Rotonda : In quello di Muti a' SS. Apoftoli : In quello
de' Medici alla Trinit de' monti . Ebbe un fuo quadro
il duca di Bracciano : Uno il duca di Buglione, che al
lora era in Roma : Ebbene due il principe di Leancour ,
che pure allora era in Roma : Cinque ne ebbe il cardinal
Mellini : Cinque il fignor di Bourlemonte : Sette il car
dinal Giori : Otto ilConteftabile, e celebre era quello
di Pfiche alla riva del mare , che pafs in altre mani .
N potendo la fama del fuo valore ftar riflretta entro le
mura di Roma , e tra li monti d'Italia, li pafs, e fi fparfe
per tutta Europa ; imperocch da diverfi luoghi gli furon date le commeffioni . Diedegliene la Lombardia , e
ne mand a Parma, a Milano, ed a Venezia : Diedeglie
ne la Francia , e ne mand diverfi a Marfiglia , a Monpellieri , in Avignone , a Lione , e pi di trenta a Pa
rigi : Diedegliene la Spagna , ed otto ne mand al Re
rapprefentanti gli uni varie ftorie del Teftamento vec-

chio.

26

VITE

chio , e gli altri varie altre del nuovo : Diedegliene la


Fiandra , d'Olanda, e ne mand due in Anverf , s_^
due in Amfterdamo , E troppo lungo farei , f annoverar
volefli tutti i quadri, che mand fuori , e troppo diffidi
farebbe ancorch volefifi d'averne le notizie precif , e necefTarie . Torner dunque ad alcuni altri che ne fece per
Roma . Quattro ne volle Paolo falconieri : Quattro
monfignor di Valdeftain : Quattro il principe Panfilj :
E molti il Pontefice Aleflandro per caf Ghigi , e famoli
pi degli altri furon due : L'uno che rapprefentava Euro
pa col toro ; I/altro una battaglia fovra d'un ponte . Per
mezzo di quefti acquift egli l'affetto , e la protezion del
Pontefice , che ne aveva particolare ftima , e fvente_*
bramava di parlar feco , Molto ancora l'amaron , e lo
ftimaron i due Clementi , per i quali parimente molto dipinfe . N fu poflfibile tuttoch il nono coprir gii volefife
di doppie un quadro , che fatto avea per fuo Audio con
dipingervi al naturale il bofco , ed altre vedute vaghe
di villa Madama a monte Mario , che lo potefl'e avere ;
perche troppo gli era , diceva egli, neceflario per vedere,
quando altri ne dipingeva la variet degli alberi , e delle
foglie , che reft dopo /u morte-agli eredi ,, che lo coniervano ancora, ed in tela di mezza tefta per alto da me
vedutole riveduto pi d'una volta . Aggravato in quefto
mentre dagli anni, che correva allora di fua et l'ottantaduefimo non meno, che da varie indifpofizioni,e partico
larmente dalla podagra , che per lo fpazio di pi di qua
ranta l'avea tormentatola divenuto quafi inabile a poter
operare colla mano, ed adoperava folamente la lingua, di
cui fi ferviva affai bene ; perch la mente pur gli ferviva,
ed aveva tmpre, eprofeffori, ed artieri, e perfonaggi
in fua converfazione , che aflai fi compiacevano di fentirlo difcorrere ; e quali fempre della profeffion difcorreva .
Due dicea , che degl'innunierabili quadri , che fatti ave
va

D E" P I T T O R I.

27

va erano i pi belli : L'uno quello che rapprefenta il bofco di villa Madama gi da me nominato pocanii : L'al
tro che rapprefenta la regina Efter fupplicante pel po
polo Ebreo il Re Affilero, compi efo tra quelli chc mand
a Monpellieri , come diffi di fpra . Raccontava con_.
gran fddisfazione le difgrazie , ed i pericoli corf da lui
in giovent , le perfecuzioni fattegli da' profeffori nel
la virilit , ed i lacci, e l'infidie tefegli dagli invidiof
per guadagnar fulle fatiche fue , e per ifcreditarle nella
vecchiaja . Diceva tra l'altre, che v'eran di quegli che
fingendof fioi amici l'andavano fpeflb a trovare allorch
dipingeva , gli rubavano i penfieri , ed imitandone la
maniera li conducevano nelle tele , e quindi vendevano
i quadri per fuoi . Cos ingannavano nel tempo medefimo i compratori, e ne fcreditavano l'autore j perch
dipinti non erano con quella maeftria , con cui egli li di
pingeva . Tantocch non fapendo di chi guardarli , per
ch innumerabili eran coloro , che lo Itudio fuo frequen
tavano , e vedeva ogni giorno portarli quadri a riconofcere , per dire , f fofTer fuoi , perch per fuoi erano flati
venduti, rifolv di fare un gran libro, e quivi delineare, e
regiftrar tutti quelli, che faceva prima di dargli fuori,per
farne vedere il regiftro , ed il rincontro a* compratori..
Curiofo io divedere s fatto libro lafciato da lui agli ere
di me n'andai a parlare al nipote, che mi di fife d'averlo
tre anni fono per dugento fcudi venduto a certi Franzef, che l'avevano poi portato in Fiandra , e contene
va circa ducento difgni . Raccontava ancora un'impoftura fattagli da altri invidiof , che fparfero per Roma,
chV niente pi operava di fua mano ; ma che tutto fa-
ceva fare a certo Gio. Domenico fuo giovine ; comec
che egli prefoi'aveflfe in cafa pi per lo macinio de' colo
ri, che per dipingere; ed avendo artificiofme-nte fat
to ci pervenire all'orecchie del giovine 3 che vile era.,,

D 2

in-

28

VITE

ingrato , ed ambiziof , non fu diffcile a'medefimi con.?


nuovi, artifizzi di farlo in/uperbire , e di fubornarlo in
maniera, che eflfendo egli /tato poco men di trentanni
in caf fua in figura pi di padron , che di frvo , di gio
vine , e di {colare part incivilmente dicendogli , che lo
voleva chiamare per lo falario in giudizio . Claudio che
era uomo dabbene, e di pace, nimichiamo delle liti, che
non aveva mai in vita fua , quantunque molti crediti avel
f , litigato ; perch avea pi paura delle citazioni , che
delle fchioppettate , gli diede immantenente tutto, ci
che pretendeva, e dimandava. Tra quefti racconti , ed al
tri fimili paflava egli nell'ultimo di fua vita il tempo ; ma
erefcendo tmpre pi il fuo male della pod agra, e foprag
giuntagli acuta febbre, in pochi d , e ne' 21. di no1682 vembre dell'anno 1682. lo priv di vita . Fu il corpo
portato con magnifica pompa alla Trinata de' monti ,
ove dopo le folite efequie fu fepolto vicino alla cappella
della fantiflfma Nunziata /otto lapide di marmo , colla^r
feguente ifcrizione

D. O. M.
Claudio Gelke Lotartngv
Exi loco de Ctumagne nyto

Ptffor eximo
Qui ipfes orientis , fr occidentis
Soli* rad'tos in cawpeftribui
Mirifice pingendh effinxit
Wc in Urbe ubi artem coluit
Summam laudem inter magnates
Confecutm ejl
Qbiit IX. Kalend. Decembris M. DC. LXXXIL
sEtatis fu* ann. LXXXIL
<Joan. ^Jofephu Gellec
Patruo carijpmo Monumentum hoc
Sibi Pofterifque fuis
Poni.curarunt ,
La-

D v P 1 T T O R I.

29

Lafci eredi univerfali tre fuoi nipoti ,,per li quali,


e per altri parenti fuoi , egli, che amorofiifimo era_,,
avendo molto fpefo , lafciar non pot quel gran capita
le , che effi appettavano , rifpetto al molto guadagno
che fece . Aveva avuti cinque fratelli carnali : due an
darono in Francia , ove vecc.hi morirono : uno venne
in Italia , fupponendofi effer morto giovinetto a Na
poli , ove and fenzachc f ne fiafaputa pi nuova.., ;
e due rimafero al paefe , ove s'accafrono , ed ambedue
ebber figli. Unmafchio, ed una femmina vivevano in
tempo di fua morte dell'uno : un mafchio folo dell'al
tro v che fno li tre lafciati da lui , come ho gi det
to eredi . Giovanni figlio del primo non volle mai mo
glie , e nel 1 716.. mor in Roma; dove vive la forella
inmoniftero. Giufeppe figlio del fecondo- , prefe mo
glie in Roma ; e vive feco. affai civilmente con ogni co
modo ; ed ha cinque figli , tre mafchi , e due femmi
ne .. De' mafch-i il maggiore fi, gi accafato , e vive da
fe in compagnia della moglie , e gli altri due vivono infieme. col padre .. Delle femmine una ne monaca al
Bambino Ges, e l'altra fi maritata a Gjufeppe Sali
ceti caflfiere del banco di fanto Spirito . Ebbe poca forte
co^li fcolari ,,e di grido folamente Angeluccio, che__
mor giovine, e poco pot operare. Un bel quadret
to dipinto da lui Tho veduto in cafa d Carlo Bonelli
tra molti altri , che egli ne ha d'altri eccellenti autori ,
Quefti fu l'unico allievo degno di lui ; perch non fi cu
r di farli ; e dopo il fatto di Gio. Domenico da me fopranarrato non volle altri in fua fcuola. Fuindefeffo
imitatore della natura; ed ha perci amaravigliarapprefentato tutti i diverfi oggetti delle vedute del fole__>
nel nafcere , e nel tramontare , delle variazioni della
luce , e dell'aria nell'acque del mare , e de' fiumi , che
naturalmente imit colli colori . Un giudiziofamente

al-

|0

VITE

alii paef , piani , e monti , e valli , e fabbriche , gli orncxTarchitetture bizzarre , e di proiettive ben i ntef ,
frappeggi ad eccellenza : ma fu alquanto /cco , e_j
non troppo corretto nelle figure . N ei , che lontano
era da ogni frta di prefunzione fi vergognava di confeffarlo . Virt tanto rara , che gli uomini anche piu
modefti , non l'ebbero quaf mai , allorch furono in
alcuna profetinone eccellenti. Anzi dir fbleva , chp .
vendeva i paefi , e donava le figure , e non ifdegnava di
farvele alle volte fare da Filippo Lauri , con cui avea
ftretta confidente amicizia . Ma f ufciva di contorno nel
dipigner le figure , era cos regolato nel rimanente , che
niente faceva mai a occhio , ma tutto efttamcnte con
proprie, e particolari fie regole , con divifoni , e con
linee. Fu boniffimo di coftume , e tanto amante della_,
pudicizia , che non *dipinfe 'mai cofe lafcive . Era ben
fatto , e proporzionato di corpo , afciuto , e nerboru
to , di giufla ftatura , bruno , e quadro di faccia , con
occhi neri , capelli , e bafette , fronte , e nafo largo ,
fevero d'afpetto , ed alquanto incurvato dagli anni , e
dalla podagra .

DI

D E* P I TT-Q R I.
DI MICEELAGNOLQ
N qualunque arte, ed in qualunque mo-
do , che l'uom vi f efrciti , purch vi
fi efrciti bene deve aver le Tue lodi , e
la fuaftima. Perch f parlar vorremo
dell'oratoria , tanto era bravo oratore,
colui , che nel foro Romano con ner-
boi eloquenza , e con forte energia difendeva un reo
vililfimo , quanto chi colla fteflfa. eloquenza , ed energia
altro ne difndeva d'illuftre profapia . N di maggior
pregio al creder mio farebbe la penna di Crifpo , che con,
tanta pulitezza, con tanta eleganza, con tanta arguzia,
e con tanto artificio Icriflfe la congiura di Catilina nobi
le cittadino di Roma , di quella di qualunque altro , che
in fim il guifa Icrivelfe la /dizione di Mafo Aniello vii
pefciaiuolo, di Napoli .. Cos vada il lettor difcorrendo
di qualfifia altra facolt, arte, e profetinone; giacch
io , che trattar deggio della pittura , su quefta lafci an
do di far fafto d'amplificazioni, e d'erudizioni fenza alr
trove fvagarmi mi va' fermare; e fermerommi! nell'opere
di Michelagnolo , di cui ferivo era lavila, tuttoch in
maggior parte rapprcfentino bettole, macelli, ofterie ,
villanelli , donniccluole , e la pi vii gentaglia . E' ben
per vero , ed io non lo contrafto , che qualora fia libe
ra l'elezione, e che il genio fia indifferente , far meglio
attaccarfi all'eroico , che mena il profeffore in campo va
fto, efublime, che al ridicolo, che lo riftrfnge in fto
vile , ed angufto . Ma Michelagnolo che fin dagli anni
pi teneri ebbe particolare inclinazione a difegnar bam
bocci , e guerrieri , e che perci fi chiam poi Michela
gnolo delle bambocciate , o delle battaglie , non avrebbe
fatto bene ad applicare all'eroico; perch acquietato non
avrebbe quel grido , che s'acquift col ridicolo , come

32

VITE

il fatto ci ha ad evidenza dimoftrato ; concionicene le


poche opere fue,che in quello fi vedono, non fono da pa
ragonare colle molte , che s'ammirano in quefto . Nac1602 que egli ad 2. febbrajo negli anni 1 602. in Roma; e giunto all'et delli dieci vedendo il padre il genio chV ave
va al difegno ; perch giornalmente difegnava , lo mife
ftto la difciplina di Jacopo d'As Fiammingo, che ave
va allora in Roma non picciol grido,a lui caldamente rac
comandandolo . Stettevi il giovinetto circa tre anni , e
difegnava gi cos bene , che tutti gli altri fcolari , ed il
maeftro fteffo f ne ftupivano . N fu minor Io ftupore ,
Che egli apport col pennello , allorch fi mife a colori*
re ; perch fin dal principio color non da fanciullo , ma
da provetto ; e lo fece ben vedere nelle copie d'alcuni
quadri , che gli furon dati a copiare . Non iftette per
molto alafciare il maeftro; perch prefead imitar la ma
niera di Pietro Paolo Cortonef , che pi comunemente
fi chiamava il gobbo de' frutti j tuttoch fofTe pittore_
univerfale, e di ftima . Poco flette anche con lui ; per
ch capitato in "Roma Pietro Laer , o Wander Olandel detto il Bamboccio , che perla novit della maniera
tir molti ad imitarlo , e MieheJagnolo , che viveva al
lora con qualche ftrettezza , per non dire miferia, per una
fiera , e lunga malattia , che ridotto l'avea in iftato affai
deplorabile , e che l'avrebbe anche fatto morire , f coli'
ajuto d'Iddio , e degli amici , che l'affifterono non f ne
fofle liberato , fu il primo ficcome gi v'inclinava a feguitarlo . Datofi dunque con quella volont-di faticare ,
e d'imparare , che fa nafcere in coloro , che vivono a_>
ftento il bifogno , a pi feria , e diligente applicazione
della primiera, color , ed efpreffe con fommo gufto varj
quadretti fu quello ftile , con figure minute , con contrafri
di varj accidenti, di paefi , d'acque , d'animali , di cafupole , di capanne , e d'altre cofe vaghe , guftofe , e ri
dico-

D '

P J T TO R 1.

33

dicole , che veduti che furono dagl'intendenti fi com


prarono fubito a caro prezzo , ed affai crebbe a MicheIsgnlo il credito . Apertati in cotal guifa la ftrada , e
fattoti pofcia fempre pi coll'opere conofcere per valent*
uomo , fl in tanta riputazione , e in tanta ftima , che i
fuoi quadri divenner cariffimi ; e tanti per diverfi in diverfe guife ne fece , che il rinvenirli tutti per rammen
tarli, farebbe quafiimpo(Tbile,non che difficile. Far per
ci /blamente menzione d'alcuni , e faran forfe i pi ra
ri . Dipinfe due gran quadri pel cardinal Ghigi rapprefentante l'uno un'armata con quantit d'uffiziali , e foldati, e l'altro lo fpoglio de' morti dopo il combatti
mento : e fece moltiflme figure in due profpettive, che
S. E. aveva del famof Viviano . Quattro ne dipinfe pel
marchef Corfini ; e vi rapprefent un foraggio di foldati , una moffa di cacciatori , unamafcherata, ed uno
fpoflhz,io di contadini . Cinque ne dipinf pel duca Salviati; rapprefent in quattro le quattro ftagioni , e San
Giovanni predicante a gran numero di popolo nel quinto.
Sei ne dipinfe pel marchef Carandini ; rapprefnt in
alcuni varie ftorie di S. Giovanni , e negli altri una fefta
in mare con varj legni , e figure, una battaglia, e la Vfta del fito , e fontana dell'acqua acetofa con moltitudi
ne di figure in atti diverfi , e curiofi . Molti ne fece per
monfignor Raggi, pel marchefe Teodoli, e pel mar
chefe Lanci . Molti pel principe Panfilj , per il principe
Borghefi,pel lo Conteftabile,e per lo cardinal Rapacciuoli . Moltiffimi ne mand fuori per l'Italia, e moltiffmi di
l da' monti . Cos lavorava egli indefefTamente , e col
lavorar molto , molto ancora guadagnava ; e come non
inveftiva in iftabili , ed in altri effetti il danaro , raunata ne aveva tanta gran quantit, che egli fteffo diceva,
che non fapeva ove tenerlo , per tenerlo ficuro . Ma
quefo fteffo danaro ) che ad altri avrebbe forfe fuggerito

utili

34

VITE

utili , e fdi penfieri , ne fuggeriva a lui de' nocivi , e ri


dicoli , e fi raccontavano molti , e diverfi cafi affai curiofi , ed io tralafciando tutti gli altri, un Colo ne voglio
narrare . Part una notte a pi da Roma con grofla fomma di monete per ftterrarle in un certo luogo irritrova
bile , che egli appoftato gi aveva vicino a Tivoli ; e__>
vedendo , che tra per lo pefo fmifurato del danaro , che
gli impediva il camminar fbllecito, e che molto l'inco
modava , e tra per l'alba del nuovo d , che gi Tuli'
orizzonte appariva di non poter arrivare al luogo deftinato di notte fece in un campo ftto una groppa una bu
ca, e vel fotterr . Tornando pofcia a Roma, quando
era quafi a mezzo il cammino, ripens al danaro fotterrato , e dubitando non dovefTe il padrone del campo
fare in quel giorno folto la greppa qualche lavoro , e ri
trovale in tal guif il danaro , torn in dietro ; e giunto
al campo , e vedutolo gi pieno di buoi , di pecore , e
di paftori , fi mife a far la fentinella alla greppa fin che
cadde il fble, ed i paftor colle mandre partirono , Ofcurato , ch'e' fu, cominci di bel nuovo a lavorare; e riprefo il danaro , riprefe il cammino per Roma , dove arriv
pi morto , che vivo , ftanccr^cd {faticato dal pefo , e
dal viaggio ; ma molto pi infiacchito dalla debolezza ,
che non gli permetteva di rcggerfi in pi ; perch era_,
flato un giorno , e due notti fenza mai dormire , e man
giare . Stettene perci alcuni altri a letto , ed alcuni
altri alzato , che il fu fenza poter dipignere , perch
cflendoglifi rotte, e gonfiate le mani a cagione del la
voro fatto da lui per ifcavar la buca , non le poteva_,
Adoperare . Quefto accidente per gli apr la mente , e
cominci ad inveftire il danaro in luoghi di monti , in
cafe , ed in cenfi , e trattanto lo mife in depofito in var j
banchi , ficcome vi depofitava poi di mano in mano
quello , che guadagnava , per non tenerlo pi in caf_> .
Quin-

DE1 PITTORI.

35

Quindi feguitando Tempre pi a dipignere , e a prender


credito, arriv a mettere infeme un capitale fruttife
ro di venticinque , e pi fcudi il mefe d'entrata ; e_j
dipinfe nondimeno /mpre indefeffo, finch perd la faIute , e non pot pi dipignere come prima . Si diver
tiva per cogli amici , che l'andavano ogni giorno a tro
vare , e ne aveva molti , e tra loro i pi intimi erano
Raflfaello Marchcfi curiale di grido , Giacinto Brandi
pittore ben noto , Domenico Viola guardaroba del
giardino di Montalto , e diverfi cavalieri , tra i quali
il conte diCarpegna, che fpeflb erafeco, e volle con
lui un giorno fare una burla ajacopo Cortefi , che era
capitato in Roma, con gran nome didipigner batta
glie . Se lo tir dunque il conte in cafa per fargliene dipigner alcune ; e mentrecch una ne dipigneva, vi condufle Michelagnolo da lui anccxra di vifta non conofciuto , che offervato minutamente il modo fuo di dipignere , e veduto , che dipigneva aflai bene con franchez
za , e da maeftro , diftorf buon'ora /co , fenzach conofcer potefle mai , non chV foffe Michelagnolo , ma
n pure pittore. Quindi partiti, efort il conte a farglie
ne fare dell'altre , dicendogli , che era un bravo profelfore ; e lo lod poi tanto altrove , che arriv a quel
la ftima , che a tutti nota; e giunfe anche il fatto a_,
fua notizia . Tali fentimenti aveva Michelagnolo , che
fnza punto d'invidia cerc in ogni occafionedi follevare i profeflbri di merito; e difle fempre bene , eziandio
di coloro , che dicevan male di lui , come fece di que
gli , che di mala maniera criticarono l'opera fatta da_,
lui nel chioftro di S. Andrea delle fratte in una mezza^
luna della facciata dell'arco della fcala rimpetto alla por
ta principale , ove fi vedeva S. Francefco di Paola diftribuire agli aftanti le candele, che fu poi dalli frati ven
duta al cardinal di Carpcgna . Procuravano trattanto

E 2

gli ami-

36

VITE

gli amici di fargli racquifhr la falute e quando pare


va loro , che l'avelie racquietata , gli fovraggiunfe la_,
febbre, che l'arme 4 che adopera pi frequentemente
1660 d'ogni altra la morte; e nel d d.d'aprile dell'anno 166.0.
'"""con univerfal difpiacere lo priv di vita. Fu il corpo
portato in quel modo , ch'egli difpofto avea nel teftamento agli Orfanelli , nella ci chiefa coll'afllftenza de
gli accademici di S. Luca , e de' virtuofi della compagnia
di S.. Giufeppe fu efpofto , e fepolto , leggendofi nella_>
fagrcftia la feguente ifcrizione fovra una lapide
D. O. M.
Mtchael Angelus Cerqitozzius Egregm
Pittar in Urbe retiSlis fuis b<eredibus
Unfacrfalibus D. Carolo Marcello
Cerqtuozzio- ejus ex Fratre Nepote^ &
Po/I mortcm ditti Caroli Marceli*
Venerabili Domo OrphanGrum Urbis
Prout ex fuo Tejamento rogato per
Afta Leonardi Bonann
Noi. Capit^
Sa* dia Vh Aprilis M. DC. LX.
Et in eo exprejje ordinavi?
j^uod eadem Domus Orpbanorum
Celebrare faciat quolibet menft
Duas MiJ/as in perpetuum .

Trovaronfi oltre gli altri fuoi effetti ottocento fcudi


al monte della Piet , e dugencinquanta al banco di San
to Spirito . Fece molti legati , e riconobbe chi d'una
cofa , e chi d'un'altra i fuoi amici , e di cinquanta icudi
due fue /orelle carnali,che erano monache a Vitorchiano.
Iftitu erede univerfale Carlo Marcello fuo di fratello
carnale nipote , egli foflitu la cafa degli Orfanelli . No
min

Z> '

P I T T O R I.

37

jnQ.efeeutori teftamentarj monfignor Salve.tti , Raffaello Marchefi , e Domenico Viola , che deput anche
tutore del nipote, rimafto gi prima fenza padre , e fenza
madre unico germoglio della fua ftirpe.. Imperocch egli
non volle mai moglie , e di tre fratelli che aveva , e che
morti erano prima dj lui , ficcorae morti pur erano Mar
cello fuo padre , e Lucia V'affolli fua Madre , un folo la
prefe, che v'ebbe detto Carlo Marcello , n aveva altre
lrefle che le due gi da me nominate . Fu d'ottimi coftumi , efattiffrmo di parola , e tanto puntuale in man
tenerla a chi la dava , che non s'impegnava mai a nuovi
lavori, f compiuti non avea prima gli incominciati . Era
di bella prefnza v giufto , e proporzionato di corpo ,
amante della cotiverfazione , allegro ,. faceta, efuordi
modo iporito , e graziofo. Formava cos forte impreA
fione del portamento dell'abito ,. dell'appetto , e del na
turale delle perfone , anche in femplice racconto fattogli
da altri fenza vederle , che rapprejentato avrebbe un vil
lano pi rozzo , pi mal meffo , pi /contraffatto , e__
pi goffo d'un voto, un birbone pi cenciofo y pi rap
pezzato, pi fucido , e pi fchifo d'un, ebreo , ed un
ofte pi {garbato , pi svenante , pi ftucchevole , e
pi odiofo d'un corteggiano affettato ; effendo quafi impolfibile a chi ben ftfifTa a riguardar tali pitture a tener
le ri/ . Non faceva quafi- mai bozze di fue opere ; ma fat
te che l'aveva alla prima l'efaminava minutamente poi ,
e rivedeva fino ad ogni minima parte dal naturale . Era
veramente cofa guftofiffima a vederlo dipignere , ed avea
nell'ore dififocupate fempre pieno lo ftudio di perfonaggj
Romani , non meno che foreftieri,, che andavano a vifitarlo . Onori ben dovuti al fuo merito, e pregio , e for
te di chi ha prefo a defcriverlo . E tanto bafti d'avere
icritto del celebre pittore delle bambocciate , e delleu
battaglie .

DI

38

V I T E
DI ANDREA

E v AG M A tra le terre dell'Umbria forf


la pi popolata , e la maggiore , che
nel fecolo pi fecondo , che aveflfe mai
la repubblica delle Lettere partor il leg
giadro, ed erudito poeta Properzio, non
_________ la/ci di partorire il corretto, e faporito
pittore Andrea nel fecondiamo della pittura . Imperoc1602 ch nato egli il d primo di dicembre dell'anno 1602 ,
giufto in tempo che della /cuoia de' Caracci ufcivano in
folla i maeftri , cominci fin da giqvanetto col continuo
difegnar colla penna le figure de' frontefpizzi de' libri a
dar fegni certiffimi del genio particolare , che aveva verfo quefta nobiliffima profeflone. N il padre ,che tutti i
fuoi andamenti minutamente oflfervava gli fu contrario ;
perch egli fteffo vedendovelo tanto inclinato, l'inanimi
va^ vel efortava. Ed acciocch far potflfe quella paffata,
che faceva probabilmente /perarc , rifolv di mandarlo a
Roma raccomandato a un fuo amico, acci l'introdu cefie fubito in una delle primarie: fcuole . Arrivato che
vi fu, trov l'amico , che era per fua ventura amichiflmo
di Domenico Zampieri , e facilmente l'introdufle poi
nella Tua . "Non manc egli fin da' primi giorni di far conofcere il fuo buon coftume al maeftro , e coll'aflduit ,
perch era fempre il primo a farfi vedere s e l'ultimo a
partire , e coll'applicazionc , perch levar non fapeva
mai le mani di fui lavoro , e col profitto , perch tutti
gli altri fcolari fuperava. Quindi fntando continuamen
te da lui efaltar l'opere di Raffaello, in cuor fi poie di ftudiar fempre fu quefte , e di non'lafciar mai la direzione
di quello . Tanto ihidi poi , e tanto apprfe , che conolcendof atto a qualunque lavoro, and a dipignere nel
duomo della patria la cupola, e la cappella della Ma
donna

DE' PITTORI.

39

donna del Carmine; e maeftrevolmente, tuttocch giovi


ne, vi rapprefent divert fanti ,, e fante carmelitane . Il
quadro dell'altare per non fuo , n fue fono le pittu
re delle due nicchie terrene. Finita l'opera, e levati i
ponti,e le tende, innumerabile fu il concorfb d'ogni frta
di perfne, che anche dalle citt vicine andarono giornal
mente per molti mef a vederla ; n f ne rimafero d'an
darvi alcuni pittori di Roma . Sentitoti in patria l'applaufo univerfale , che egli aveva, fu richiefto di qualche
quadro ; ma fecome ei bramava di tornarfene a Roma ,
fi fece dare i foggetti , e diffe , che fubito che vi foffe ar
rivato v'avrebbe meffo mano ,eproccurato di farli con
quella fbllecitudine ,. che gli avefier permeffa l'altre fue
occupazioni . Part dunque , e giunto che. fu , perch
fparfa s'era prima la notizia del profilino fuo ritorno, eb
be fubito diverfe commefloni , e fece per diverfi inten
denti diverfi quadri , co' quali ftabil in loro il vantaggiofb concetto, che ne avevan formato; ed ebbefuffeguentemente a fare in varj tempi , ed in pubblico , ed in
privato molt'altri lavori . Fece il quadro di S. Gaetano
in S. Andrea della valle , e l'effigi in vaga , e naturale
attitudine colla penna in mano, inginocchione, che rivolto a Ges fedente maeftofamente. tra folto fluolo d'
angeli nella parte fuperiore del quadro , fla affettando 1'
oracolo per ifcrivere l'iftituto di fua religione in unacartella foftenutagli da un angelo accompagnato da un put
to , che il calamajo gli porge . Opera veramente di mol
ta efpreffione, e teneramente dipinta, ma affai maltrat
tata coll'aggiunta di largo giro di fefloni di florida altra
mano dipintivi in tempo di fua canonizzazione . Fece il
quadro dell'altar maggiore nella chiefa di S. Egidio in_>
traftevere ; e vi rapprefent la Madonna , che d l'abi
to a un fanto della religione. Fece il quadro di S. Baftiano nella chiefa del fanto , non lungi da campovaccino
con

40

VITE

con alcuni vaghi putti ^ e vedefi crudelmente ftraziato,


e battuto da due manigoldi . Color nella chiefa de' Cap
puccini il quadro della piet; e vi figur in iforcio bel
lo, e graziofo il corpo di Ges redentore nel fn di Ma
ria con diverf altre immagini affai bene efpreffe , e difpofte . Color nella Rotonda il quadro deH'affunzion_>
della beatiflma Vergine tra ricca gloria d'angeli varia
mente , e bizzarramente atteggiati con altri molti rimafi a fparger nembi , e piogge di rof fovra il Tuo Tanto
Spolcro . Color in S. Cajo il quadro di S. Bernardo
guardando il divin Salvatore , -che colla divina Madre
gli fta fopra, che ora non v' pi , n ho potuto fapere
ove fa . Dipinf nella chiefa del Vaticano l'apoftolo Pie
tro , che battezza due foldati , attorniato da molte altre
figure in atto di ftare a veder la funzione , affai bizzarre,
e fpiritof . Dipinf in San Giovanni in fonte la batta
glia , ed il trionfo di Coftantino : Si vedono in quella
due numerofi efrciti , il vinto confufamente tra' morti
in foga , il vittoriofb , che ferendo , tagliando , ucciden
do , coraggiofmente l'invefte , e perfguita , e Maffen2io inframente fommerfo nel fiume . In quefto Coftan
tino alfifb fovra magnifico , e Splendido carro tira
to da quattro forti , e fpumanti deftrieri , che per e
primerli pi naturali, e pi vivi li vide dalla pi bel
la muta di Roma ; ed era quella del cardinal Pallot
ta . Dipinf in S. Maria in via lata la tribuna , e mi
rabilmente v'efprefle la gloriofiflma -Vergine atf'unta al
ciclo con numerofo corteggio d'angeli , e putti . Tutte
quefte pitture fece egli nelle chiefe di Roma , e pi n'
avr forf fatte , che giunte non faranno a mia notizia .
M' ftato tutta via pi agevole rinvenir quefte , che_>
quelle fatte da lui per i palazzi, e per Iecaf5 ove non
l'ho potute trovare, che in tre . Ammirafi nel palazzo
Panfilj di Piazza navona un belliflfimo fregio in una jftan-

za

JD ' P I TTO R I.

41

2a affai nobilmente colorito da lui . Ammirati nel palaz


zo Rufpigliofi a Monte cavallo la volta della galleria con
dotta col folito Jquifito fuogufto; e vi rifplende Giove
tra Venere, e Giunone in carri d'oro, e bianche nubi ,
jfeguite da Mercurio , e da Vulcano con ninfe , ed amo
retti d'intorno cos vivamente efprelfo , che la voce gli
manca nel di/correr di fue nozze con Amore , ed il mo
to nell'additargli Pfiche col rafilo tramano . S'ammi
rano nel palazzo Barberini le volte di due ftanze affai
maeftrevolmente condotte dal Tuo erudito pennello., e fi
ravvifa nell'una in-infinito numero Ja creazione degli an
geli : E nell'altra il Monte parnafo con Apollo , e col
le mufe non lungi dalle parche , che in gradevol vifta fi
dormono . Giunto egli era per tutte Jjueft'opere a cos al
ta ftima , che acquift la protezione de' primar j perfnaggi j ed ognuno procurava d' onorarlo . Ebbe per
mezzo dei cardinal Barberini , coll'affegnamento di die
ci feudi il mefe , e della Parte, la cuftodia della cappel
la Siftina, ove dipinto il celebre giudizio di Michelagnolo , che fi guardava qual preziofo , e raro teforo con
fomma gelofia . Propofegli il cardinal medefimo un vantaggiofo partito per acca&rf con un' affai bella, ed oneftag-iovinetta figlia di Pietro Barattelli fpedizioniere di
grido , e gli fece dare fmila fcudi di dote nella ftipulazion del contratto, allorch il matrimonio fu conchiufo , Lo regal pi volte di medaglie d'oro , e d'altre_
cofe preziofe lofteflb Pontefice Urbano, con cui bene
fpetfb famigliarmente trattava . Ma mentrecch gli arri
deva cos propizia la forte , non men maligna lavorava.^
l'invidia de' profeflfori ; e la forte ftefifa dalla volubil fua
natura , credo io , cangiata , l'abbandon , e lo lafci
non guari dopo in un mar dimifrie. Concioffiach fu
fieramente perfeguitato da inimicizie di pittori , che_
Uiolto lo difturbavano , da diffenfioni di parenti , che ds

ora

42
V I T E
ora in ora lo trafiggevano , da ftorti coniigli di falfi ami
ci , che lo tenevano continuamente irrifoluto , e penfojfb , e da patimenti , e da difagi , che a poco a poco il
confumavano . Perd per certa riforma fatta a Palazzo
dopo la morte d'Urbano l'aflegnamento della cuftodia_, :
Fall un negoziante , cui preftato avea confiderabil Com
ma, d'i danaro : S'inferm gravemente la moglie , e foffr una lunghiflma malattia ; Morirongli due figliuoli,
che aveva; ed in qualunque parte volgea lo /guardo , ve
deva qualche cofa , che l'affliggeva . Rifolv dunque di
tornare al paefe , ove era gi chiamato a dipignere alcu
ni quadri , e dipigner dovea ancora la cupola della cat
tedrale di Foligno , che poi non dipinfc ; perch concor
dar non pot mai il prezzo , Arrivato a Bevagna , fi mif fubito a dipignere per le monache di S. Margarita^ :
E dipinfe due quadri , che furono collocati nella lor
chiefa, rapprefentante l'uno il martirio della fnta , e
l'altro la Goncezion di Maria con diverfi fanti padri , che
/tanno fpeculando fopra il prodigiofo , ed impenetrabil
mifterio . Dipinfe anche nella cappella di S. Filippo Neri
dellamedefimachief; e vi rapprefent alcuni miracoli
fatti dal fnto . Ma mentrech dipgneva, fi fuppofe ,
che faceflfe baftonare un non fo chi; e perci gli convenne
partire alla volta di Roma , ove appena giunto , fu mefTo
in prigione; ed avrebbe avuti de' guai , f donn'Olimpia , che il proteggeva, non l'avefie fatto ufcire . Ufcito ch'e' fu , fi rimife a dipignere , ed egregiamente , a
xlifpetto della frte , de' profeffori , de' nimici , e de' pa
renti , dipigneva , e dipinfe alcuni quadri per diverfe
citt d'Italia, fenzach io abbia potuto faper mai n che,
n dove, n a chi. S bene, che molti ne mand anche
in Francia , in Ifpagna , in Inghilterra , ed in Germa
nia . Quindi moltiplicando fuor di modo i difgufti par
ticolarmente quegli , che riceveva dalli parenti , che__?
erano

D E'

P I T T ORI.

43

erano i pi fenfibili , non potendo pi refiftere col priinier coraggio , diede in fiera malinconia , s'avvil , e
quafi prefago del fin de' Tuoi d , non guari flette a ter
minarli. N manca chi dice, che ci fguifife pi per
aftio ., e crudelt di traditrice , e fratricida mano , che
di febbre , o d'altro alcun male , io per non poffo con
Scurezza affermarlo. Vedendo la povera moglie, che
era per i difgufti non men del marito accorata , morto
lui , ella pure dopo pochi giorni nel mef d'agofto del
1649. f ne mor: Quegli d'anni quaranzette ne' iS. 16*49
Quefta di trenzei ne' 24. , la/ciando l'unico figlio , che
era lor rimaf nelle fafce , e furon ambedue fepolti nella
lor parrochia di S. Agoftino . Era Andrea alto , e ma.gro di corpo , di compleflon forte , e robufta , bianco
di carne , nero di crine , e di occhi , di bella , e grazios'aria di faccia, e di nobile, e venerando afpetto*
Ebbe buon naturale , e coftume ; e quantunque pendefle
pi al maninconofb, che al gajo amava fuor di modo la
converfzione , andava le fefte a divertiri! quafi fempre
co* fuoi fcola-ri-, je godeva al maggior fegno di vedere in
Piazza navona i burattini , e a ftrada felice a fare a' ia(fi,.
Macome il numero de* falfauoli era compofto pi d'uo
mini , che di ragazzi rare volte le faffate finivano fenza_>
riflc , e fenza fangue , perch da' fafifi paffavano all'arme,
e fpefTe fiate anche gli fpettatori ne bufcavano . Ne fu
pi volte dagli fcolar avvertito, ma egli anzi che defiftefTe dall'amato fpettacolo s'appaflonava talmente ora_,
per una fazione , ora per l'altra , che n gli avvertimenti
degli fcolari , n i configli degli amici , n il proprio
roflore tener lo potevano, che talora non vi fi tramifchiaffe, e lo port tant'oltre una /ra la pafTone , che
fu folennemente percoffo nella fchiena da un ciottolo.
Cadde fubito in terra tramortito , n di quivi alzar fi po
t fin che non lo prefero di pefo gli fcolari , ed il portaE 2
rono

44

VITE

rono in una caf ivi vicino , ove alquanto ripref fiato ,


e lena fi riconduce con iftento alla propria abitazione , e
Jnefent permoiti giorni. Ebbe due fratelli carnali ,
Puno fi chiam Giufeppe , e l'altro Francefco^; e v' prefentemente cos in Roma, che inBevagna la famiglia,
mantenendofi Tuna , e l'altra con decoro . Venne da quel
la di Bevagna Discinto , che fu Pittore , e dipinfe tra_>
Faltre cofe in S. Lorenzo in damafo la volta della cap
pella di S. Niccol di Bari , e fu del 1679. a/critto neli'
accademia . Pochi , o fbl un allievo di qualche grido
u/c della fcuola d'Andrea, quantunque femprefoflfe pie
na , e che loro infegnafTe con attenzione , e con amore ,
e che li tenefle in fevera , e ftretta difciplina . Caccionne una volta pi di dieci a furia di percofle per certe pit
ture , che fecero in diverfe attitudini ofcene; e laddo
ve credevano col moftrarleal maeftro di farfi merito , ne
riceverono in premio il baftone , Rimafe tra i non com
piici di cos brutto lavoro Giovanni Carbone da S. Severino , che fu l'allievo , che gi nominai , di cui varice
opere fi veggono nelle chiefe di Roma *, ove del 1666* fu
ammeffo nell'accademia

DE'

PITTORI.

45

DI G10. FRANCESCO GRIMALDI.


E R effere Gio. Francefco flato celebre
pittore di paefi non meno , che bravo
architetto flava in dubbio , f fra gli
architetti, od i pittori collocar lo dove
va . Ma avendo confederato , che egli
ha affai pifpefo il tempaindipignere,
che in architettare , e che eziandio pi noto per le pit
ture , che per le fabbriche ,. ho creduto che pi fra quefti,
che fra quegli il luogo gli fi convenga , tanto piucch per
la fteffa ragione ho fra quefti meflaancjhe il Cortona vche
flato maggior architetto di lui .. E cominciando dalla_,
Tua nafcita, che fegu negli anni 1606. in Bologna in
po , chea benefizio particolare della pittura flava ivi con
gran credito , e con gran fama.aperta la fcuola de' CaracciTuoi attinenti per fangue , dir che fin da' primi anni
gli 1-a frequent , e che feguitando fempre nel crefcer di
effi a frequentarla, ne ufc poi con quel grido, e con quel-*
la maeflria , che 1 imitazione continua della loro manie
ra gli fece acquiflare . Giravano gi per Italia l'opere__
fue , allorch egli riflv di porrarfi in Roma per vede
re le pi fingolari degli altri ; e mentrecch le andava ve
dendo , ne prendeva delle pi rare i difegni j e trafcurava
fu quel principio di darfi a eonofcere , per aver maggior
libert di fare fenza alcuna foggezione quello , che g4i
pareva . Ma avutafi gi notizia di.fua partenza dalla pa
tria , non guari pafs , che dalli curiofi , che lo cercavano
fu rinvenuto , e introdotto anche poco dopo a trattare
col Papa , che lo fece immediatamente dipignere in alcu
ne flanze del palazzo Vaticano , in altre del Quirinale ,
ed a concorrenza di Gio. Paolo Tedefco, e d'altri profeffori di credito nella galleria del Qmrinal medefimo - Teaevalo il JPapa in molto conto , e fvente parlar voleva_,
con

con lui . N in minor conto lo teneva D. Camillo Panfili


io nipote , che gli ordin molti lavori , e fra gli altri
quelli di fua villa fuori di porta S. Pancrazio , la quale
cos nobilmente abbellita fi vede dallo fcarpello non me
no , che dall'architettura dell'Algardi , che annoverar
fi pu tra le pi magnifiche , tra le pi vaghe , e tra le
pi rare d'Europa . E ficcome l'amor particolare <iel Pa
pa , e del nipote , che oltre il generos pagamento , generofamente ancora lo regalavano , guadagnar gli fece
gran danaro, gli concili eziandio l'affetto , e la ftima di
tutto il paefe , che ardeva di voglia d'avere fuo' quadri .
E tralafciando di far menzione de' piccoli , e d'altri mol
ti , che per diverfe private perfne dipinf , che fono
innumerabili , annoverer folo/l'opere grandi , e le_j
pi rare . Dipinfe due gran paefi nelle due bande dell'al
tare di S. Maria Maddalena de' Pazzi in S. Martino de'
monti ; eflendo fiati gli altri, che fi vedono d'intorno al
la chiefa dipinti da Gafparo . Dipinfe tutto l'a frefco nel
la cappella Ceffi alla^Madonna della vittoria , ovedipinfero anche Guido , ed il Quercino : Quefti il quadro del
l'altare : Quegli il Crocififfo, ed il ritratto del cardinale.
Dipinfe in varj luoghi della chef di 5. Maria in pubblicolis , e diede i difegni de' fepolcri . Dipinf nella fcon
da cappella amano deftra nella chiefa dell'Anima . Di
pinf alcune iftorie di Maria vergine , e di Ges intorno
l'altare del CrocififTo nella chiefa de' Crociferi a fontana
di Trevi . E trattanto , che di genio, e di gufto per le univerfali cortefie, che riceveva da tutti, dipigneva JL_>
Roma allegramente pafs la fama di lui i monti ; e giun
ta in Francia fi ferm nella regia corte , andando a tro
vare nel fio gabinetto il cardinal Mazzarini , donde ben
fapeva , che, per effer egli uno de' primi mecenati delle
belle arti , delle fcienze , e delle lettere ne farebbe ufcita come l'altre volte , che v'and per altri fuggetti pi
chiara ,

D '

P I T T O R I.

47

chiara, e pi gloriola. Chiamollo dunque il cardinale


con groflo ftipendio a Parigi , ove arrivato dipinf per
lo fpazio di due anni , e fette mefi ne' reali palagi , e_>
nell'appartamento ftefifo del Re , ed in quelli del palaz
zo del cardinal medefimo con foddisfazione particolare ,
e di S. M. , e di S. E. , e con acclamazione di tutti g'
intendenti di quella nobil metropoli , e di quella magni
fica corte . Nacquero poi tali turbolenze nel regno , che
cangiate tofto in rivoluzioni , ed in congiure contro la
periona del cardinale , fu Gio. Francesco , che era di
genio , e per obbligo infeparabilmente attaccato al fuo
partito , -coftretto aritirarfi tra i padri Gefuiti , nella
cui chiefa mentrech andavan ceflfando i romori molto
dipinfe, ed avendovi anche inventata una macchina per
l'e/pofizione del Venerabile all'ufo di Roma , fu tanto
gradita, che and il Re due volte a vederla, ed una_>
fimigliante ne volle nella real cappella pel fanto fepolcro , di che fu largamente pagato , e regalato . Finite
queft'opere , finirono ancora le turbolen?e , ed egli ot
tenne dal Re , e dal cardinale la permiffione di tornarfene a Roma , dove giunto, trov ch'era morto InnocenZO fuo gran protettore , ed a. lui lucccduto AlefTandro ,
che prendendolo altres tofto a proteggere , gli ordin
nuovi lavori nella galleria del palazzo Quirinale . Com
piti appena gli avea , che mor anche Aleflandro , ed
efifendo ftato eletto Clemente , trov in lui ugual genio,
e non inferior protezione . Imperocch egli pure gli or
din divert lavori , e fpezialmente tutti i fregi delle_*
nuove ftanze , che avea fatto fabbricare verfo il giardi
no del mentovato palazzo Quirinale . Invent per li ni
poti di S. S. molte macchine per le belle commedie> 3
che facevan rapprefentare ; ma non andarono in ifcena ,
perch fi fervirono poi del Bernini . Dipinfe nella gal-:
leria del palazzo del Conteftabile , ed. in molte ftanze
r
del

48

VITE

del palazzo del principe Borghefi . Dipinf la galleria


del palazzo del marchef Santacroce , e la cappella del
medefimo nel duomo di Tivoli : Dipinf nel palazzo
del marchef Nunez a'ftrada Condotti ; Dipinf molto ,
e molto peljnarchef del Carpio allora imbafiadore_a
del -Re cattolico , che giornalmente l'andava in caf a
trovare, e giornalmente anche a mifurad*ella generofit
fua lo regalava . And a dipignere a Fra/cati nella rinnomata villa della Rufirra , ove dipinto anno divert al
tri bravi profeflbri , che tuttavia adorna , ed arricchifce di cof rare, e preziof il magnanimo gufto di queii'
infgne Porporato , che col lungo, favio, e giufto gover
no di Roma'ha fatto ben ccnofcere quanto capace , e__
degno e' farebbe a governare anche il mondo. Aveva
.continue commeffioni di -Francia da molti di que' perfnaggi , continue ne aveva -da altri molti d'Italia , e
tante gliene capitavano ancora da altre parti d'Europa ,
che aitarne rifiutava; perche a tutte non potea.foddisfare; tanto pi , che fpefife fiate ,-fi divertiva in intagli
d'acqua forte, ed in diiegni d'architettura . Ma quel,
che pi glielo impediva erano gli anni , da cui fi trovava
gi aggravato , e qualche non leggicra indifpofmone ,
che di quando in quando l'obbligava a ftare a letto , fino
a che da una affai grave d'idropifia aflfalito , fin nel d
'sS. di novembre dell'anno 1680. di vivere, e fin
gloriofo . Giorno per altro fatale per i valentuomini ;
concioflech in quello fteflb,che flava il cadavere di Gio.
Francclco-efpofto a S/Lorenzo in-Lucina , ftavaalOes efpofto quello del P. Chircher , ed in S. Maria mag
giore queHo del Bernini .^Fu egli mentrech viffe , anche
pel fuo buon -naturale , ecoftume, tenuto'in gran pregio
generalmente da tutti , e particolarmente da' primarj
perfonaggi , che andavano fpeffo a trovarlo , e dagli ac
cademici di S. Luca , he lo fecero due volte principe

dell'ac-

Dff- PITTORI.

49

dell'accademia . Furono le fue pitture vivente lui tenute


in prezzo , crebbero fuor di mifura dopo morte , e cari
fune fono anche prefentemente . Fu cordialiffimo , generoib , grande elemofiniere , e ben fpeva far la limoli
li a col farla fegretamente , raccontandofi intorno a ci
molte , e molto egregie azioni di lui , di cui una fola ne
vo' narrare , perch mi pare la pi degna di tutte l'altre ..
Stava vicino a cafa fua un cavaliere Siciliano di quegli ,
che per la nota rivoluzione del 167 1, fuggirono da Meflna , il quale aveva condotta feco anche una figlia , ma
cos miferabrle , e povero , che non avea il pan da man
giare . Giunto ci a notizia di Gio. Francefco and una_>
fera in ora gi ofcura a picchiare alla porta , portando fco buona fmma di danaro , e domandando del cavalie
re con pretefto di dovergli parlare , non ebbe egli aperta
la porta, che giratogliele dentro fi fugg via. Torn
a far lo fteflo molt'altre volte , fino a che non potendo il
cavaliere pi a lungo fofifrire , che s gentile, ecortefe
benefattore gli foffe occulto , fi mife una fera ad afpettarlo nafcoiamente fuor della porta, e picchiato che_j
egli ebbe , gli corfe addoflffo , e itrettamente abbracciato
lo l'arrefto : Voglio , ditte egli , conofcere queflo in/igne
me[faggio della Divina provvidenza^per poterlo almen rin
graziare , eperfargli noto tifammo mio gradimento^ giac
ch- non avr mai modoper miafientura dipotergli in altra
firma corrifpvndcre , baciatolo replicatamele con_>
offni maggior tenerezza gli fi gett davanti inginocchionf, feguitando colle pi vive , ed umili efprelToni a ren
dergli grazie de' continui benefizii , che fenza alcun fuo
merito gli andava fpeffo fpeflfo facendo . Rimafe a tale_>
inafpettato incontro mutolo Gio. Francefco , quindi riprefo fiato: Signor* cavaliere , eglidiflfe, dacch ella cosi
ha voluto , abbam l'uno ^ e l'oltro perduto il rojjore . Toc
cher a lei da quindi innanzi dixbiedcre a mefenza alcun

ritegno

50

VITE

ritegno tutto ci , de /V duopo perfoftenerfi decentemen*


te i a me di fupplire a db che hofinora mancato per non
fape.rk . Le affero ora per femprc ci che Iddio m'ha-*
permeffo., e mi permette tuttavia di poter cotta profejpon
guadagnare : Le ojfero finterpojzione de* miei pi vale
voli ufficj in tutte quelle occajtoni , che prejfo qualunque^*
perfonaggio , ed il Ponteficefteffo , credere che lepotejfero efjere di vantaggio : Le ojfero tutto meftejjo . Sta afua
difpoftz'ione la miafamiglia . La cafa mia farfempre*
aperta per lei . Se vuoi meco abitare , non ha che a rifolvere . Se vuoi mandare lafigliafua a divertirfi'colle mie
padrona . E con mill'altre efprefloni fuggeritegli dal (in
cero , ed amorof fuo cuore , e dette dalla graziofa , e
faporita Tua lingua , il licenzi ; e cominci tra loro quel
la ftretta, e fedele amicizia, che (blamente per morte
pot finire . Era egli alto , e affai ben fatto di corpo ,
bello, avvenente, gioviale, bianco, e vermiglio di
volto, venerando nel portamento, amante della converfazione , e fvifceratitfmo per gli amici j ma con niuno pi fpeflb , e di maggior genio tratt , che coll'Algardi , che fu fuo amiciflmo . Ebbe con Elena fua con
forte , e figlia di Baldaffarre Aloifi Bolognef pittor cele
bre di ritratti , fei figli : Due mafchi , e quattro femmine.
De' mafchi Euftachio fi fece religiofo, ifu abate di Santa
Agnefe , e mor anni fno in S. Pietro in vincoli in tem
po , che egli era abate del moniftero di Mantua . AleA
jfondro inclin molto alla pittura , e fece diverfi quadri ,
tre de' quali fi vedono ne' laterali della Madonna di San
Marco , che furono quali i primi , che facetfe . Rimafe
erede univerfale delle nonmediocri foftanze lafciategli
dal padre ; ed in et di trentatr anni mor di difordini *
Due delle femmine prima della morte del padre fi fecer
monache nel monaftero di S. Agoftino a Viterbo : Due
fi maritarono . L'ima a Benedetto Periat Franzefe cele
bre

D * p / rro R i.

si

bre intagliatore , che v'ebbe molti , e diverfi figli ; ma


tutti moriron giovani . L' altra a Pierfanti Bartoli Pe
rugino altres celebre intagliatore , antiquario della.
Regina di Svezia , e del Papa , affai noto per molte altre
belle cognizioni , che aveva. Vedefi con moltiflmi altri
in ifhmpa il libro in foglio intitolato lepitture antiche_*
delle grotte di Roma ,edelfepokro de"* Nafonit difegnate
ed intagliate aJtmiUtudine degli antichi originali &c. da
lui , e da Francefco fuo figlio , che colla roba eredit
anche le virtudi , le cognizioni , e gl'impieghi del pa
dre , effondo egli pure antiquario del Pontefice collo
fletto annuale ftipendio ; ed ancora continua a difegnare,
e ad intagliare le cofe pi rare , che giornalmente in Ro
ma f fcoprono , e fi ritrovano .

DI CIO. DOMENICO CERRINI.


On tmpre vero , che a' profelbri do
po morte s'aumenti la fama che ebbero
in vita. Imperocch fpeffe fiate adiviene, che effi perdan di credito, e l'ope
re fcemino di valore . N punto difficile a rinvenirne la ragione ; perch
qualunque volta il nome in vita fondato fia , o nelle pro
tezioni de' Grandi , che gli ^palleggiano , o nelle voci
degli amici , che artificiofartiente, e per interefle ne parlan con vantaggio , o d'effi fteffi , che a forza di macchi
ne, e di rigiri fi fftengono, ficcome manca loro la_j
forte , e ficura bafe della verit , convien neceflariamente che caggiano . Cos non fofife , com' , e come anche
a' giorni noftri fi vede procacciai da alcuni ne' modi da
me fovra narrati il pregio , e la ftima , che /parifce poi
in breve tempo qual fumo. Ci per non nego , che in
nocentemente poflfa ^divenire , o per altro merito , o
G 2
per

52

per accidente , o per fortuna-, ficcome in fatti addiven*


ne a Gio. Domenico , di cui ora fio fer vendo , il quale
fu bravo profeffore , ma non di quell'eccellenza , in cui
egli fu reputato vivente , maffimamente per l'opere da_j
lui fatte in Roma , che non fono le migliori ; perch le
migliori fon fuori. E pure nel tempo , che vi flette in_ii
giovent, nel tempo che vi ritorn nella vecchiaia, dipinfe fempre per grazia , e per favore ,.e li fece fmifuratamente pagare . Morto poi , diedero gi , e f non_>
foffero quefti fogli } che quantunque pi deboli di fue te
le , non an paura degli anni , f ne perderebbe col tem
po forfe affatto quella memoria , che anche per le fue__
belle qualit merita;, che fi confarvi . D'oneih" , ecivi1609 li genitori addi 24 d'ottobre degli anni 1609 nacque in
Perugia Gio. Domenico , e fu dopo fei giorni battezza
to in S. Lorenzo chief di quella citte. cattedrale .. Edu
cato da effi fino all'et de' dodici affai bene , e fenza dif
ficolt; perch il giovinetto, che era d'ottima indole ,
e tutto rimeffo al loro volere fi lafciav.a facilmente guidafe . Sapeva gi leggere , e fcrivere ,. e ftudiava la gramatica ,, quando Gio; Antonio Scaramuccia pittore in_j
<juel paefe di grido , che amico era d Francefco fuo pa
dre lo configli ad applicarlo prima che maggiormente
crefceffe in et: alla pittura ; e bench Francefo avefflfc
deftinato di tirarlo innanzi alle lettere , pieg a' confi
gli di Gio. Antonio , ed ordin al figlio d'andare fenza_>
per lafciar gli altri ftiidj per qualche ora ogni giorno alla
fua fcuola .- Diedegli egli le prime lezioni di difegno , e
fin d'allora conobbe l'ottima fua difpofizione , e diffe al
padre , che farebbe divenuto bravo pittore . Seguitan
do dunque a difegnare con gufto , prefe tal genio alla_,
profeffione , che abbandonato ogni altro ftudio tutto a
quella fi diede , e cominci a colorire , e copiare, ed in
pochi anni a far anche qualche operetta d'invenzione .

Ave-

D - P ITTO R I.
?$
Aveva allora Gio. Antonio un figlio, che fi chiamava^
luigi, che quantunque minar- di qualch'anno di Gio*
Domenico a lui non cedeva punto nella volont , nel ta
lento , e nella difpofzione ; pens' perci di mandarli
ambedue in Roma, ed efplorata l'intenzion di Francefco, convenne feco del modo di manteneteli; e come
egli era grande amico di Guido ; perch egli pure__*
ufcito era della fcuola d'Annibale , bench frequentale
poi quella delRoncalli, a lui li raccomand , e Guidoarrivati che furono , vedendoli avvenenti , cotumati ,
civili , e affai ben fatti , concep per efl uguale inclina
zione, ed inggnava ad ambedue di tutto cuore. Avven
ne che nacque dopo qualche tempo tra etf per gara di
profetinone qualche non leggier differenza , che coftrinf Guido a fpararli , fino a che fi rappacificarono, e fece
ro pi /tretta , e fedele amicizia drprima ; e lo fte/To Lui
gi fu cagione , che Gio. Domenico vende/Te certi teftoni,
di pi un quadretto , in cui rapprefntato avea un'a/Tunzione . Dipigneva dunque Gio. Domenico , dacch al
trove parler di Luigi , Tottola difciplina di Guido d'in*
venzione ; e Guido , ficcome far fogliono i maeftri amo*
rofi , k fue pitture per accrefcerne il credito , e '1 pre*
gio ritoccava ; e Gio. Domenico avido dell'uno , non_>
men che dell'altro , indefeffamente lavorava , ed imme^
diatamente le vendeva. Part pofcia Guido per certe ma
le foddisfazioni di Roma , e Gio. Domenico , che pafTava
gi per maeftro , ftim fuo /vantaggio d'andar feco a
Bologna , anzi di fuo confenfo fi rimafe in Roma , ove
fece molt'opere , e molti quadri . Pecene uno per l'alta*
re di S. Maria Maddalena de' Pazzi alla Tirafpontina :
Ne fece un'altro per un'altare della chiefa di S. Carlo al
le quattro fontane : Altro ne fece per i padri della Chicfa nuova, che prefentemente fi vede nella lor fagreftia ,
e rapprefenta la beatiflma Verdine con molti angeli:
Altro

54

Altro ne fece per l'altar maggiore della chiefa di S. Carlo


al corfo , che in un de' lati della cappella del Crocififlo
fu collocato , allorch "per l'aggrandimento , e pel nuo
vo ornamento deii'altare , altro ve ne fece pi alto > e pi
largo il Maratti , che non avrebbe certamente creduto
di doverlo fare , quando quello intagli in acqua forte
per la ftima fngolare , che ne faceva . Dipinf a S. IfidoTO la cappella di S. Antonio di Padova : Dipinf nella_,
chiefa della Madonna della vittoria la cupola . Ebbe moltiflme altre commefToni da altri, 'e falitoera in Roma
tant'alto anche col favore del Domenichino, a cui dopo
la partenza di Guido s'era appoggiato , che alcuni lette
rati diedero in lode dell'opere fue , varie compofizion
alle ftampe , 'e fu anche dichiarato cavaliere dal Pontefi
ce j e d'indi in poi chiamato fmpre per fua maggior glo
ria il cavalier Perugino . Ritorn poi in patria, 'fece_j
diverfi quadri per diverfi j -ed alcuni ne ho veduti ancor
io in varie caf affai ben difgnati , e coloriti , e due f
ne vedono dirimpetto alla fagreftia della chiefa di San
Pietro, rapprefentante l'uno un S. Gio. Batifta, e l'altro
una Madonna , ,che allatta il Bambino . Pafs non guari
dopo a Firenze , ove pure opero per dvcrfi , -e fu affai
ben veduto anche alla corte. Dipigneva in qul tempo
le ftanze 'del regal palazzo il Cortona , come nella vita_,
fua. fu da me gi narrato ; e fi trov Gio. Domenico pre
lnte alla lecita de' quadri , che egli d'ordine del cardinal
de Medici faceva per adornare il palagio di citta de' pi
rinnomati , ed un deliziof cafino 'd campagna degl'in
feriori . Era poco amico di Guido il Cortona , e lo cri
ticava in Firenze nulla meno che in Roma ; con dire_> ,
che fcarf era di componimenti , mal fondato nella profpettiya , languido nel colore , -e nel medefimo tempo ,
che ci ripeteva , prefo un fuo quadro : Vedetelo , fggiunfe agli aftanti , da qucfto , che rapprefenta la moglie

di

D * P / TY O R I.
di Putfarre i cui refia in mano il manietto
fe io dico vero , e lo mife tra gli fcatti . Divenne a ci di'
fuoco Gio. Domenico a efoftenendo il decoro del maeftro dal Cortona oltraggiato , ne lo rimprover altamen-'
te , e con tali parole pungenti , che fece reftare attoni
to non Jfblo lui , ma tutta l'anticamera , e particolarmen
te Angiolmichel Colonna pittore ben noto, che v'era_i
prefnte . Sparfofi il fatto per la citt , e giunto all'orec
chie di que' profeflbri, che con poco buon occhio il Cor
tona vedevano , andarono a far mille efibizioni a Gio.
Domenico , e l'avrebbero voluto innalzare alle ftelle per
lo gufto , e per la gioja . Si ferm egli qualche tempo in
Firenze, e pi fermato vi fi farebbe, f non foflfe ftato
a Roma richiamato . Arrivato che vi fu ebbe molt'altre
commefloni , e feguit fempre a dipignere col folito applaufb , ed ognun degli amici voleva aver feco il cavalier Perugino . Caddegli trattanto in penfiero d'andare a
Napoli , e partito a quella volta poco vi fi trattenne_* ;
perch vedute ''opere fattevi dallo Zampieri , e dal
Lanfranco, etutij l'altre pi rare di quel nobilpaefc,
ritorn a Roma con animo di non partirne pi ; perch
gi cominciava ad invecchiare , e notabilmente gli fcemavano le forze y e lo fpirito . VifTe nulla di meno molti
altri anni fenza quafi mai lavorare , perch calata gli era
anche la vilta, e caduto finalmente ne' i 68 1. infermo dopo
pochi giorni di malattia fin nell'ultimo d'aprile di vivere
con fommo difpiacere di tutti quelli che l'avevan trattato,e conofciuto,e-fu fepolto a S. Salvatore in campo, e regiftrato in que' libri col nome di pittore infigne.Poco lafci di capitale, perch egli tuttocch guadagnato avefle
molto , molto eziandio fempre generofamente fpendeva
col fignorilmente trattarfi; e quel poco, che gli rimate
nella vecchiaja , quafi tutto allora , che non era pi atto
al guadagno lo fpefe . Era di bella ftatura , e prefenza ;
e con'

$6

e conferv fin all'ultimo la /olita fua giovialit , -^gratitu


dine verfo gli amicj , da' quali per l'ottimo fuo coftuiwe ,
e per lo nobile, e manieroso fuo tratto fu fempre diftinto,
e venerato , e forfe per niun altro profefTore ebbero in_>
que' tempi maggior venerazione i letterati . Non volle
mai moglie, quantunque molte volte gli folte ftata da di
vert di detti amici profferta ; perch troppo avidofu del
viver libero , e del divertir . Ameniffimo era , e graziofflfimo nel converfare , e cos deftro , e favio nelle
burle, e negli fcherzi, che non punfe alcuno mai, n
alcun mai di lui fi querel, e s'offefe, che pure in taK
caf molto raro , e .difficile . Non inclin a tener gio-
vani nello fludio ; perch dubitava di non adempiere il
debito di maefUo ; e diceva che non poteva aver con efli
quella pazienza , che per bene iftru irli fi richiedeva; e
<x>me aveva fempre amici d'intorno , e che tra loro con
tinuamente cianciavano,, e liberamente parlavano non_>
voleva foggezione di fcokri ? avanti i quali deve efTer ferio il maeftro . Finferci in lui l'armoniofa fua manie
ra affai vaga nelle-migliofi fue-opere per lo graziofo girar
delle tefte,. per lacompofzione , e pel colorito. Pini
anche in patria la famiglia ; perch Giantommafo fuo
fratello non ebbe figli,; .e vi fond coll'onefto capitale,
che avea avanzato la caf della Miffione , <rhe iftitu fua
creda. Aveva quefy ran,qpgnizione<Ii gioje ; e ne com
perava, -e ne rendeva fecOp.do che gli capitava l'occafone . Andava anche fuori di patria di quando in quando
per fmil traffico ; e pi fpeffo a Firenze , ed in Rbma_ -,
che altrove. Fu d'ottimo coftume, e naturale eli pure;
ed in et di fettantafette anni ne' ipo, il primo d di /ttembre in patria mori.

DI

D '

P I T T O R I.

57

DI GASPAHO DU GHET.
fono ftati i pittori , che egregia
mente , ed al vivo anno rapprefentato
ne' loro quadri i diverfi maravigliofi par
ti della natura . E molti an faputo al
tres darci affai bene ad intendere co' co
lori , anche i diverfi effetti pi difficili
della medefima j purch flati fieno f non del tutto in_>
parte almeno agli occhi noftri vifbili . Niun per s'era
fin all'et di Gafparo trovato , che avefl faputo intro
durre con tanto artifcio , e cos naturale il vento tra le
frondi , tra le frafche , e tra gli alberi , che quafi ingan
ni chi fiffamente i fuoi dipinti riguarda . Mirabil cofa fi
certamente il vedere in una tela rapprefentar varj pia
ni , o nello fpuntare dell'alba , o nel comparir dell'au
rora , o nel nafcer del fole , o di fitto meriggio, o Tuli'
imbrunir della fera , od in qualunque altr'ora del giorno
in vago , ed ameno paefe a ciel fereno , o l'aura gentili
che mormorando tra gli alberi , qual nebbia vi s'interni 4
e s'aggiri dall'uno all'altro di ramo in ramo, di fronda
in fronda , e le biade agitando non altramente ondeggiar
le faccia , che il mare ; O il fiero aquilone , che in tem
poral tempeftof tra orride rupi , ed in nere bofcaglie riftretto con tuoni , baleni, e fulmini, qual furibonda_
furia fom, fibili , urli, ftrida , e frema roveri , cafe,
e monti fvellendo , diroccando , ed aprendo. Non pun
to meno , e fen^a dubbio affai meglio di quello abbia io il
vento colla penna defcritto ,cel ha efpreftb nelle tele Ga
fparo col pennello ; e meraviglia non fia f dir , che tra
i pittori di paefi , ei non cede il pofto ad alcuno , e che
fngagli anni pi teneri moftr quel ch'effer dovea fotto
la dotta , e celebre difciplina di Niccol Pduffin, a cui
in Roma , ove egli negli anni 1613. venne al Mondo , lo 1 6 1 3

rac-

VITE
faccomand Jacopo fuo padre ,- che lafciato avendo mol
to prima Parigi fua patria , quella- fcelta s'era per fede .
Vide Niccol il genio, che il fanciullo aveva alfa profefc
fibne; e conobbe altres la facilit , con cui i fuo i pre
cetti apprendeva . E perch gli premeva il farlo- di venire
eccellente , ogni fua operazione minutamente oflervava.
OfTerv che inclinava' pi a difegnar paefi , che figure ; e
perci pi a quelli , che a quefte lo fece applicare. E co
me era fuor di modo inclinato anche alla caccia, gli dice
va , che confiderai fiflamente in cacciando cos da vici
no, che di lontano qualunque fito-, e veduta che gli fi rapprefentafle allo /guardo , e che delle pi' belle ne faceffe e'
difegni .- Avendolo cos per alcun tempo iftruito , volle ,
che cominciafie a adoperare i pennelli , e gli fece fare al-cimi paefetti . 'Furono quefii da lui s ben condotti , che
dilfe Niccol ad alcuni fuor amici in vedendoli : Sete non'
glieli aveJjt vedittifare i e che nonfoJjipiuccMJtcuro"? che'
diqui' nonfono mai ufciti'y non crederei certo ^ cKefoJJero
flatifatti da lui : Notovvi nondimeno" alcuni difettuzzi;
efenzacch ei metter vi vokflfe le mani fopra , gli ordin
che da f li correggere , - li fece- poi' per proprj iuoi
parti , come e' erano' j. vendere alfai Bene . Animato il
giovinetto dalle lodi del maeftro , e divenuto avido del
guadagno, divenne eoi continuo operare in pochi anni
celebre in Roma non.meno, che fuori non col proprio
fo cognome, ma con quello del Puflno , don cui v e -*
perch egli era fuo fcolare , e perch quegli avea fua forella per moglie , fu fempre poi chiamato, e prefentemente ancora fi chiama. Non avea finiti i ventanni,
quando lafciar volle lafggezione della fcuola di Nic
colo , ed aprirne una da f , ficcome fece . Ma nel tem-
po, che lavorava di vena , e che innamerabili erano le
commeffoni, che giornalmente' da diverfrfignori rice
veva-, altri proccmavano di fargli abbandonar Roma ,

e di

DE" PITTORI.
di condurlo fuori . Tanto gli flette d'intorno , tanto
l'importun, e tanto gli Teppe defcrivere le deliziof,
ed abbondanti cacce d'Arino .nel Regno un cavalier Milanefe , che n'era governatore, che gli riufc finalmente
nel partire di menarlo /co ; poco per vi flette ; perch
ritornar volle all'amata fua ftanza di Roma . Ove appena
giunto , gli furono dal duca della Oornia ordinati due__
quadri , che in pochi giorni glieli fece . Piacque tanto al
duca tal puntualita, e preftezza, che avendoglieli generofamente pagati , Tolle in un co' quadri condurre..
eziandio l'autore a Perugia , e d'indi a Caftiglion del la
go fuo deliziofo fcudo . O qui s che pot divertirli , e
Daziare il genio intenfo , ^he aveva alla caccia ! Preffo a
un'anno vi fi ferm ; e pi affai fermato vi fi farebbe , fe
l'amene delizie delTrafimeno non l'aveffero .quafi,fatto
dimenticar del pennello j perch al divertimento dells_>
.caccia aggiunto s'era quel della pefca ; ed egli non pen/va pi :in .modo .alcuno .a dipignere . Per .rimetterti
dunque daddovero al lavoro,determin di partire, e fatti
alcuni quadri pel duca, nel licenziarf] da lui glieli regal,
,e con difpiacere reciprocopart immediatamente per Ro
ma . Lo fece il duca ,a tutte fue fpefe da due fuoi fami
gliar! fervire per viaggio , dopo avergli donato un bello
fchioppo , un pajo di piftole , un cavallo , ed un anello.
Tenne Gafparo .continua corrilpondenza feco , e l'and ,
coine a fuo luogo narrer,anche.dopo qimlch'anno a tro
vare . Arrivato a Roma , rincominci (bito a lavorare ,
e per poter meglio ritrarle vedute pi vagne al naturale,
prefenel medefimo tempo quattro cafe a pigione : .Due
ne' fili pi eminenti di Roma , una a Tivoli , -a Frafcati la quarta , facendo ora nell'una , ora nell'altra i fuoi
ftudj , ed ogni giorno fi vedevano nuovi fuo' quadri .
Fecene alcuni pel marchefe di Caftelrodrigo imbafciadore allora del Re di Spagna . Fecene per gl'imbafciaH 2
dori

VITE
dori di Francia , e dell'Impero E ne fece per diverti aliri perfnaggi foreftieri, che allora erano in Roma_,,
ognun di cui a qualunque cofto ne voleva. Dipinfe aU
cimi fregi in alcune ftanze dell'abitazione del celebre_
Gianlorenzo Bernini . Dipinfene altri nel palazzo del
marchefe Muti vicino a Campidoglio. Dipinfe tutte P
impofte delie fineftre , e porte d'un appartamento del paJazzo del marchefe Coftaguti , alcune delle quali , che
fon le meglio confervate con belle figure dell'Allegrini
ridotte in quadri , fi vedono oggi nella nuova fabbrica
del marchefe de Carolis a S. Marcello . E dipinfc le fcejne del teatro del colleggio Romano. Ma mentre che per
tanti fignori dipigneva , e che puntualmente per la fua_>
velocit d'operare con ognun riufciva , non fi rimane
va d'andare tutti i giorni di fefh a caccia, in cui fa
ceva fatiche da beftia . Onde tra per quefte , e per quel
le, cadde gravemente ammalato ; e poco manc che non
vi lafciafife la vita . Dopo lunga convalefceriza , al fin fi
riebbe; ed and a trovare il fuo duca della Cornia a Pe
rugia per meglio riftabilirfi in quell'aria faluhre . Riftabihto chV fu , lo conduffe il duca a Caftiglione , e d'ivi
infua compagnia a Firenze, ove non iftette oziofo ; per
ch ebbe diverfe commefiloni , compite le quali ritorn
di bel nuovo a Perugia col duca , e s'incammin poi fubito alla volta di Roma con animo di pafTare a Napoli ,
fccome arrivato che vi fu, immediatamente v'and ; e vi
fi trattenne poco meno d'un anno fempre or per l'uno,
or per l'altro di que' cavalieri dipignendo . Quindi tor
nato a Roma fi mife a dipignere a frefco alcuni paefi nel
la chiefa di S. Martino de' monti , e guadagn oltre il
prezzo che non fu tenue , l'affetto di tutti que' buoni reJigiofi . Entr poi a dipignere a frefco pure in alcune-
ftanze del palazzo del Conteflabile , per cui colori an
che a olio alcuni quadri . Ne color ancora pel principe
Bar

DE9 PITTO il.

61

Borghefi ad olio , ed a frefco altres , ed a olio , ed a fre


fco , parimente pel principe Panfilj nella fua villa fuori
di porta S. Pancrazio. Oper per molt'altri perfonaggi,
e per molte private perfone , che f annoverar fi volelfero tutte l'opere efattamente , e defcriverle a una a una ,
ficcome s'imprenderebbe a far cofa affai difficile per effer
moltiflme , cos aver fi potrebbe talora taccia di lungo ,
e di nojofo . Bafter dunque dire , che folo in Roma un
argentiere per nome Antonio Moretti ne ebbe da lui pi
di cinquanta , delle quali ne trov dodici mila fcudi dal
cardinal d'Eftres, e non volle dargliele ; e che ora ne ha
il cardinal Ottoboni col fuo nobil,e generofo genio orna
ta con preffo a cento una ftanza,che forfe la pi preziofa
delle molte,e molto ricche, e magnifiche, che compongo
no i vaghi,e ben difpofti appartamenti del fignoril palazzo
della Cancelleria. Ha ancora un bel gravicembolo dipinto
da lui, che molti ne dipinfe , avendone uno pure il Conteftabile. Oltre quefte, ed altre moltiffime, che egli fece per
Italia, e per Roma, moltilTme ne fece eziandio per diverf gallerie , e palagi d'Europa 5 ove io fteffo in gran nu
mero ne ho vedute tutte belle , ma quelle della feconda
maniera pi belle ancora della terza , e della prima . Im
perocch quefta d alquanto nel fecco, quella vero ,
che vaga , ed amena; ma nell'altra fi trova pi femplicit , pi verit , e pi dottrina . Non lafciava egli trat
tanto , tutto che foffe gi avanzato in et d'andare a cac
cia , di fare fpropofti incredibili , e di ftare cogli amici
allegramente , co' quali tutto ci che alla giornata- in_,
grofle fomme guadagnava , fpendeva facendoli conto ,
che poteffe aver guadagnato intorno a trenta mila fcudi .
Ned difficile a crederfi a chi confderi , che egli era cos
prefto , e franco nell'operare , che faceva in un giorno
qualfifia quadro di cinque, e fei palmi , ed affai ben li
vendeva . Ne vend uno , che fu l'ultimo, che egli fece

trecento, feudi al c,onte Iterk , che Io port in 'Germai


m?>.erapprerQnt.^ya:^pa(tempefta coavarj naturali, e
ben imitati accuditi . FJnjto. quefto fu affah'to da fieri
dolori di teftaj e.quindi forpref da taji altre doglie,
che non gli permettevano , n il lavorare , n J'u/cire di
cafa . Mancatogli in cotal modo l'ufo del moto continuo,
che foleva fare , efopraggiuntagli lenta febbre diede in
una fpezie d'idropifia ^ che finalmente dopo il corfo di
pi di due ?nni ne' 167j. il d 35. di maggio gli Itv la_,
vita . Portofl il cadavere con onefta pompa funebre nel
la chiefa delle monache di S. Suffanna , ove dopo le folite e/^uie fufeppellito . Pochi ma pochi avanzi lafci;
perch comediflldifopra tutto ci che guadagnava fpendeva . E qucfti rimafero a Giovanni fuo fratello carnale,
che era pittore altres , <:d allievo del cognato egli pure,
svendo intagliate in acqua forte molte opere fiie , e mori
alcuni anni dopo di lui , ma non con quella ftijna , con
quel grido . Non volle Gafparo mai moglie; perch trop
po amava la libert. Non ebbe fcolarf trattone il Crtfcenzi ; perch qnefti pure gli rendevan foggezione_j .
Egli fol dunque nfc di ;fua fcuola con qualche nome ; e
molto dipmfe in Roma. Ha alcuni fuoi quadri il conte
Stella ; ed in altre cafe pur ve ne fono . And poi a Fi
renze, -e vi mor} e morta farebbe con lui la maniera
del maeftro i f ^maraviglia non s'imitafle da Francefco
Vam, t?lomen Orizzonte , he l'ha fatta , fa con tal cre^
dito , e fama riforgere , che l'opere fue fparfe fon oggimai per tutt'Europa,, edornan Je gallerie. principali <J
Roma . Veggonfene , -e fan fuperba moftra Tra l'altre_,
celebri , che ne ha il carenal Collicola, ajle cuifigno,
rili qualita, ond' pienamente fornito a neppur manca
quella di protegger e' profeffori dell'arti nobili , e del
ie belle lettere , co' quali patfa la maggior parte del tem
po , li re/tringono le quotidiane fue convenzioni . Fu

D ' P i r r o R /.

6$

<a/paro affai modefto nel tratto, e nel difcorfo , rifluto , e coftante, nella fatica, amante non meno della pro*
feffione(, che de' pr'ofefloTi ,' con ctli trattava veramente
di genio. Parlava bene di-tutti 4 e non difprezzava mai
alcuno . Ebbe per molte eontroverfie con Salvator Rofa , e pel quadro , che fece a concorrenza d'un altro
fatto da lui per un gran perfonaggio , a cui non lo volle
dare a meno di quello l'avea pagato al Rofa , ed il medefimo , che fu. cortTprato poi dal mentovato conte Berk,
corfa avrebbe qualche fieri burrafca , f la protezione dr
un altro perfnaggio , che lo mand a' fuoi fcudi non 1'
aveffe falvato . Era rifpettofo, e umile , allegro, e faceto;
e conferve fino alla morte inalterabilmente fempre il fuo
naturale , e coftuftie . Aveva non molto alta flatura , ma
corpulenta!, grave , faccia pi graziofa, efimpatica,
che veneranda , e bella , vifta acutiffima , e carnagione
colrita , e viva y dall'afpetto per non fi poteva conofcer quel fuoco , e quel brio , che egli moftr nel pen
nello .

SALVATOR ROSA.
',

Ai fono ftati i profeffori dell'arti no


bili , che all'eccellenza dell'arte abbia
no unita la letteratura . Ma que' pochi ,
die ve.Tunirono f ne feppero talmente
fervire , che chi intende ben li ravvif,
m
e li diftingue ; e Salvatore ad evidenza
cella propria perfona fua ce lo fa vedere , e conofcere.
Poicch nato egli il d 20. di giugno dell'anno 16*15. in_
Napoli miniera inefaufta di pellegrini ingegni , canato
non rrien poeta , che pittore ftudi da giovinetto l'uma
nit , e la rcttorica nel collegio Somafco , ed il difein cafa di Frartcefco Francanzano pittore j e diven
ne

$4

'V

T ,

ne quel fiblimc maeftro qual io l'andr defcrivendo ^ e


quale coll'ajuto delle lettere pot divenire . Profeguiva
egli con uguale attenzione l'uno , e l'atro ftudio , allorche Francanzano , che fufficientemente al fuo modod'
intendere , credeva d'averlo iftruito nel difegno , volle5
che cominciafife a prender pratica de' colori con copiare
alcuni fuoi quadri . E vedendo il non ordinario profitto,
che egli intempeftivamente faceva , ficcome oltre modo
Tamava, e di genio, e per obbligo j perch oltre ali'
eflfergli maeftro gli era anche cognato, bramava, che gua
dagnale tanto almen col pennello , che gli baftaffe per lo
vitto , e pel veftito . Infinuogli dunque , che egli avreb
be fatto affai bene a cominciare adipignere d'invenzio
ne ; e come gli pareva inclinato anzi a' paefi , che alle
figure, dipigner gli faceva le vedute pi belle di quel
belliflmo filo , e appena fatte a' rigattieri le vendeva.
Cos s'and per alcun tempo iftruendo , e mantenendo ,
dopo la morte del padre , che era agrimenfre , e fi
chiamava Vitantonio da Rofa , che lo lafci miferabile
piuttofto, che povero. N alcun Ibccorfo fperar pote
va dal cognato , che aveva numerofa famiglia da /o/ten
tare, n da Giulia Greca fua madre , che ritirata s'era
col fratello pittore per vivere . Egli non fi perdea per
d'animo , e feguitava con calore a dipignere , ed a ven
dere meglio , che poteva le pitture , che per maggior .
facilit dello fpaccio Tefponeva per le, piazze pi fre
quentate alla vifta de' paffeggieri . Avvenne che paflan
do per una un giorno a caf il Lanfranco ,' che dipigneva allora nella chiefa del Ges, diede l'occhio a certi
paefi , che efpofti v'avea Salvatore , e meffofi a guardar
li fifiamente tanto gli piacquero , che non gli baft di
comperarli al prezzo , che gli fu domandato, ma volle
eziandio conofcere l'autore, e dopo averlo innanimiro
ed efortato a ftudure, glie ne fece fare molt'altri . Pens
allora

D tf

PI T T O R I.

<fr

allora Salvatore , cui non baftava d'abilitarfi fbl ne'


paefi a cangiare maeftro , e s'accoft a Giufppe Ribera,
fotto la cui difciplina flette fino all'et di venti , e pi
anni , nel qual tempo s'impofTefs meglio del difegno ,
e s'impadron maggiormente de' colori . Molto lo loda
va gi da per tutto, e lo flimava il Ribera , e molto egli
pure da f medefimo , che fi conosceva , tenevafi in pre
gio j e parendogli di far torto al Tuo nome col tenerlo
riflretto frale mura di Napoli volle farlo noto anche_j
fuori , e f trasfer a Roma , ove giunto , cominci fubito a andar vedendo le maravigliofe pitture , e fculture,
che in ricca copia l'adornano . Poco per pot vedere;
perch fu aflalito da fiero male, che per molti mefi lo
tenne a letto , e lo coftrinfe po/eia per ben rimetterfi a
ritornare all'aria nativa. RimefTofi dunque in breve__
tempo ben bene in falute non penfava pi a Roma , e la
vorava allegramente in patria; donde per alcuni difgufli
avuti poi da certi pittori part nuovamente , e torn in
Roma . Era egli allora nel ventiquattrefimo anno di fua
et , e gi dipigneva da maeftro ; ma ficcarne non aveva
introduzioni baflevoli per farfi conofcere , e gli era ve.nuto meno il danaro , tofio fu forcato a vender per vive
re alcuni be' quadretti, che avea dipinti a' rivenduglioli,
e a' bottega] -. Ed effi vedendoli fpiritof , vaghi , ed al fegno maggior faporiti , e fapendo che il povero giovine ,
quantunque d'ora in ora fnifuratamente crefcefTe nel fuo
particolar guflo di dipignere , e figure , e paefi , era_.
fcarfo di protezioni , e d'amici, s'ingegnavano di tenerlo
occulto per non perdere il guadagno , che fperavan di
trarre da fue fatiche. Egli che ben conobbe Partifizio,
conofcendo altres , che gli era poco amica la frte , e
fapendo ancora , che per vie fcabrofe paffano il pi delle
volte i maggiori artefici alle ricchezze , e agli onori nel
tempo flefTo , che fue afprezze fftriva , cercava di renI
der

66

VITE

derfela benevola per altro ver(b , e s'accomod al fervi'/io del cardinal Brancacci Tuo paefano . Fu da lui con
dotto indi a non molto aViterbo, dove egli rifedeva in
figura di vefcovo j e /bito arrivatovi gli ordin che di"
pignefie un quadro , che metter fi dovea full'altar mag
giore della chiefa della Morte , e vi dipinfe S. Tommafo
in atto di toccare la piaga fantiffima del coftato di noftro
Signore . E quivi le mufe d'Antonio Abati , con cui
itretta avea forte amicizia , /vegliarono il canto anche
alle fiie , e paffarono ogni giorno qualch'ora-infieme_j ,
finche egli vi fi trattenne . Partito poi volle aver feco
continua corrifpondenza di lettere, epafstanto oltre
l'amore , che egli :md molte volte a trovar Salvatore , e
fpezialmente , come in progreffo del racconto a fiio luo
go dir , anche a Roma . Stette quefti alcun tempo col
cardinale a Viterbo , e fattevi alcune altre opere ad olio
non meno che a tempra gli cadde in animo di rivedere
la patria , e prefo da lui congedo , fi mife in cammino .
Ma appena arrivato accorgendoti di non aver quella ftima , che egli fi^figurava , poco vi fi trattenne , e torn
a Roma,; ove n pur l'incontr fu quel principio, come
ci fi credeva . Determin nondimeno di volervifi ferma
re , e fatto acquifto di molti libri , co' quali piucch
co' pennelli , paflando allora fuo tempo tir per mezzo
di fue rime , e della foave , e dolce fila converfazione_j
alcuni giovani coetanei a un'intima amicizia , e fi rend
talmente padrone degli animi loro , che ne faceva ci
che voleva . Si mafcheravano infieme il carnevale , ed
inventavano cofe graziofiffime da far ridere chiunque in
loro s'abbatteva. Facevano commedie allo'm provi fo,
ed eran piene di vezzi , e di fali . Andavan la fiate can
tando , e improvifndo ora in una converfazione , ora_>
in un' altra , ed egli , che era intendente ancora di
mufica , e non poco fi dilettava di fuono , maravi

DE' PITTORI.

67

.gliofamente \\ liuto fonava . Sparfafi pef s fatti fuoi


ornamenti la fama di lui per tutta Roma , ognun lo
cercava , ognun lo bramava , ognun lo voleva ; e fa
cilmente pot poi far conofcere la. /ingoiar fua virt
anche nella pittura, e far ricercar colla fteffa anfiet
l'opere della penna non meno , che del pennello . Da
toli egli allora tutto adipignere, ebbe molte commeA
foni per molti quadri ; e come velociffimo era nell'operare , facile affai gli riufciva il fervire ognuno , che ne_*
bramava . Guadagn in poco tempo groffe fomme di da
naro, tuttocch l'invidia de' profeffori contro lui di
mala maniera lavorafle j e gli pareva gi d'efler riccone*
quando ruminava di ritornar di bel nuovo a farft vedere
in miglior fortuna alla patria, effendo vanita quali co
mune ad ognuno, che nato fia poverello il tornare , can
giando fiato nel fuo nido a far da fignore . Pi per la
vor nel tempo, che vi fi trattenne dopo il fuo arrivo per
Roma, che per Napoli; e quefta fi fu la cagione^, che tofto
vi fece ritorno , e vi apr cafa . Ed ecco giunto Salvatore
a grado di gran maeftro, e fortunato fi riputava, chi aver
poteva qualche fuo quadro . Ne ebbe uno rapprefen tarite
una battaglia il conte di Carpegna : Altro ne ebbe Carlo
de Roffi banchiere, che divenne pofcia fuo grande amicos
e due il m archef Teodoli, tutti e tre con paef3animali, e
figure. Ebbene duemonfgnorCoftaguti, rapprefentante
l'uno S.Giovambatifta , che predica nel deferto , e l'altro
l'cunuco della regina Candace, che riceve il battemmo.
Due ne fece per cafa Ghigi , cio uno per D. Agoftino
con Pindaro poetante nella felva , mentre fopraggiugne
il Dio Pane, e l'altro pel cardinale , ove fovra globo di
vetro fiede la Fragilit in fembianza di vaga donzella con
altre figure afta i ben efpreffe , e colorite . Fecene per 1'
abate Caftiglioni , per Paolantonio Campioni , pel prin
cipe di Sonnino , pel cardinal Altieri j e per molt'altri
I 2
cava

<ss

VITE

cavalieri, personaggi oltre moltiflmi , che n mandai


in di verf parti d'Italia , ed in di verf altre di l da' mon
ti. che anzi nojofo farebbe , che neceffario a numerare .
Stava allora- in Roma il principe Gio. Carlo di Tofcana ,
con cui avea Salvatore contratta particolar fervit , e
desinato avea gi di far ritorno a Firenze, quando pen
s di condurlo feco. Fatta perci efplorare fua volon
t , lo trov difpoftiflmo a lafciar Roma per aver l'ono
re di fervire S. A. in Firenze , ed a quella volta imme
diatamente s'incammin. Stette poco men di nove anni
in quella vaga , e deliziofa citt , e per la fila virt , e
per la fua generofit , e pel cortefe , e gentil fuo tratto
era portato da tutti que' letterati , e da tutta quella no
bilt in palma di mano . N punto meno fu confiderato
dal Granduca , e da tutta la fereniflma caf , che ebbe
fempre per iftinto d'efaltar la virt , ed il merito , e di
ftipendiar largamente i profeffori delle belle arti , e del*
le lettere j e molto Salvatore per effa oper , e dipinf .
Dipinfe due gran paefi pel, nominato principe Gio. Car
lo , che dopo. la partenza da Roma fu promoffo alla por
pora ; e vi rapprefent^Icunej^ghe vedute con varj biz
zarri accidenti in quel gufto , che foTdpIgner fapeva il
Rofa . Piacquero tanto a S. E. quefti due , che gliene
ordin molti altri . Molti gliene ordin ilGranprincipe , e fmgolare fu una battaglia in tela affai grande , in
cui volle Salvatore far anche il proprio ritratto . N me
no fngolari furono un S. Antonio nel deferto in vifta di
(jertimoftri infernali, ed una Pace con corona d'ulivo
tra il lione , e l'agnello , che ita brugiando gli arnefi mi%
litari , per i quali ebbe confiderabil ricompenfa oltre il
groffo annuale ftipendio, che affegnato gli avea il Gran-?
duca . E f tanto lavor per la real caf, non meno f
non pi lavor per molti di que' cavalieri , che a gara_>,
facevano onori , e cortefie a Salvatore per avere fup'

DFP'ITTORl.

69

quadri . Ne volle Ferrante Capponi , il marchefe Car


lo Cerini , il marchef Bartolommeo Corfini , il marchefe Guadagni, Paolo Falconieri, che era fuo amiciffimo , ed altri pure ne vollero , che per maggior brevit
tralafcio di nominare . Fu- affai ben pagato da tutti; e
inza gli affegnamenti della corte , guadagn nel tempo,
che dimor in Firenze poco men di nove mila fcudi , che
interamente quafi co' fuoi amici gli fpefe . Imperocch
teneva egli a pigione una buona , ed affai comoda caf_. ,
l'aveva affai ben fornita, di fuppellettili , e vi faceva fovente cene lautiffime , e ricchi pranzi di rare , e fquifite vivande. E come la tavola unifce pi ftrettamente__>
gli animi de' convitati, ed altri ne invita a' conviti, creb
be cos fattamente la converfazione ,. che fi convert in_*
accademia , e ft chiamarono i Fercoli! gli aggregati .
Si adunavano ipefliffimo , e fi leggevano- pellegrini , e
fpiritofi componimenti inverfi non meno che in profa;
poicch entrata la gara fra quegli mfgni letterati, ognun
proccurava di; fuperare i compagni, e negli uni, d_
nell'altra . Introduffero poi l'ufo deH&-e&mm<ie aH'iuiprovifo; e f ne fecero ^He gra'ziofflme con applaufo
univerfle di tutti cloro, che aver vi potevano ingref{o . Annojato finalmente Salvatore , e di dipignere , e
di far commedie , e d'intervenire all'accademia , e di
ftare allegramente , rifolv di ritirarfene per alcun tem
po u ed and a Volterra in caf i Maffei } che erano
fuoi cariffimi amioL. \l.ot conduffero quefti a Barbajano
loro villa ,. ove egli per qualche ora del giorno fi diverti
va all'uccellatura , ed alla caccia; e poi fi ritirava in ca*
fa alla lettura di buoni libri , finch giugneva il tempo
del pranzo, e della cena. Fin l'autunno, e ritorn,
con effi a Volterra , attendendo fempre fiffamante all'incomraciata lettura eccetto- la fera , che in tempo di car*nevale la paffava. in facete commedie , ed in ifpiritofc
can

VITE

canzoni , che cantava in lingua Napolitana graziofment-e fui liuto . Paflato l'inverno lo condufTero i Maffei a_,
Monteruofbli altra loro villa , ove flette preffo ad un_>
anno , e vi compof la maggior parte di quelle fatire ,
che ora fi vedono imprefle; e che alcuni invidiofi di fua
gloria s'ingegnavano di dare ad intendere, che non_.
eran fue , nominando letterati capaci a poterle aver fat
te , per dar maggior credito all'impoftura . Non fi rimaf per egli, contuttocch la maggior fua appljlc aziona
folle in quel tempo la penna , d'adoperare anche il pen
nello , e dipinf per dar qualche fegno di fuo gradimen
to a detti fuo' amici varie cofe nell'una , e nell'altra lor
villa; a' quali, perch gi premeditava dipartire per
tornarfne a Roma , lafci per memoria di fue obbligaxioni , ed in pegno del Tuo amore il proprio ritratto , che
rappre.fntate aveva vivo, e naturale in una tela. Quin-i
di tornato a Firenze , ove comecch fi foflfe licenziato
prima dalla corte , pref nuovo congedo , e fi part alla
volta di Roma con fommo , e general difpiacere degli
amici , ed inifperle de' letterati , che lafciar non lo po
terono lnza lagrime . Vollero t*^? contnuo carteggio
/co, ficcome fecero arrivato che fu in Roma , ove era
con anfiet dagli altri fioi amici afpettato . Non aveva_
egli portato gran danaro da Firenze i perch quantun
que guadagnato ne aveflfe moltiflmo , troppo , come
difl , ne fpef . Si iiiif nondimeno fubito in pofto , pre
te buona cafa a pigione , la veft .coli' ajuto di Carlo
de Ro0 di nobili , e ricchi arnefi , e trattandoli alla_f
grande, e da fignore riandava col penfiero alcune ingiuftisie , che gli erano ivi prima fiate fatte , ed i nn_
pochi torti , che v' aveva ricevuti , per cui fi fntivi
d'ora, in ora darfi di pungentiflmi colpi nel cuore_s^
e determinato gi aveva di vendicarfne ; e fi. vendi*
c. col mettere i quadri .Tuoi a prezzi alti, ed eccedi vn
Non

D '

P I T T O & /.

7*

N7on fi curava di venderli , difprezzava le richiefte_> x


poco conto faceva de' richiedenti , e per dar maggior
martello alle lor brame, ne andava di quando in quan
do efponendo a pubblica vifta , e diceva d'averli fat
ti per ufo fuoa e di non volere privarfene . Avendo in
cotalguifa per alcun tempo tenuti fofpefi i loro animi ,
e,mortificati i loro defderj ; e parendogli d'efferfi abBaftanza vendicato , cominci a piegare , ed a richiefta_.
di Carlo de' RofT ne vend alcuni de' fatti , ed altri
a pofta per vender ne fece . Rapprefntava egli llora
la figura veramente di gran pittore , e cefsata ^invi
dia de' profeffori , e la malignit de' parteggiani loro
feguaci niuno gli contraftava pi il luogo * che per
giuftizia gli fi doveva , e rend celebri ctiiefc , ftanze , gallerie , e fale co' fuoi preziofi lavori . V'adorn
Ja cafa il mentovato de' Rofl ; niuno ne raun quan
tit maggiore della raunata da lui j perch detto aveva
a Salvatore , che tanti ne avrebbe prefi al prezzo rifiu
tato dagli altri, quanti gliene avefle mandati , d'alcuni
de' quali prima di terminare il raccoato-fer menzione ,
per dar loro in luogo pi proprio miglior lume . Dipinfe nella cappella Nerli in S. Giovanni de' Fiorentini
il quadro > che rapprefenta il martirio de' fanti Cofimo ,
e Damiano condannati dal tiranno ad effer gettati vivi
nel fuoco E come egli non aveva fatto patto alcuna col
marchef , perch n pur con altri volle mai patteggia
re ) gli mand egli mille fcudi Ma Salvatore a che__i
per generosit vincer non fi lafciava da vefuno , gliene
rimand trecento , che rimandati avendoglieli imme-ioliatamente il marchef , egli allora f li pref , e lo re.gal poi di due belliflmi quadri . Dipinfne un altro rapprefentante S. Turp pel duomo di Fifa. Dipinf in un
ovato della galleria del palazzo Quirinale d'ordine del
Pontefice , Gedeone , che cava dalla pelle la rugiada . E

di-

7a

dipinf molti altri quadri per molti altri perfonaggi , o


ignori , ed i pi belli per cafa Colonna s che fino al nu
mero di Tei furon da lui fatti Tuo dopo l'altro nel modo ,
che a me flato detto , e che io racconter . Orditogli il
primo il Conteftabile , e Salvatore pel genio particolar ,
che aveva colla caf, procur farglielo colla maggior follecitudine ; e procur di sforzar anche il fuo talento per
fargli cono/icere la venerazion , die ne aveva , e chV
faceva quel , che voleva col pennello . Finito , che l'eb
be , volle egli fteSTo prefntarglielo diperSna", e ricufando fempre di /piegarf nel prezzo , e mandandolo ,
come dir fi /uole in cerimonie; tuttocch iftantemente
ne fofife richiefto , fu con gjenerofit uguale alla grandez
za del per/onaggio largamente riconosciuto . Vedendof
Salvatore pi , che doppiamente pagato , bench fi facefTe in <juel tempo , come ho detto pocanzi pagare__
affai , fece altro quadro , non men bello del primo , e
glielo mand a regalare. Piacque tanto al Conteftabile
quefta generofa finezza , e talmente la grad , che man
d a Salvatore una borf di doppie empiuta a mifura , e
non a novero . Torn Salvatorelaxegalarlq d'altro qua
dro non men bello del fcondo : ed il Conteftabile a_,
mandargli altra borfa non men piccola della prima . Re
plic Salvatore col terzo , e quarto quadro il regalo : e
fu -dal Conteftabile corrifpofto con due altre borfe uguali
alla prima. Ma, o che foffe iftinto di generofit /po
gliata d'ogni altro fine , o che Salvator feryir fi voleffe
del vantaggio della gara , reiter col quinto , e fefto
quadro il regalo . Confiderando il Conteftabile , che il
contrafto era per andar troppo avanti , e che non fi com*
batteva con armi uguali , mand un /uo gentiluomo a_s
ringraziarlo , ed a dirgli , chV non poteva con quella
facilit , che da lui fi facevano i quadri , empier le bor
fe . Ed in cotal guifa fin la generofa tenzone . Seguit
per

D ' P / TTO R I.

73

per Salvatore a dipignere con brio , e con calore per al


tri , feguitando anche fempre a vender fue pitture a caro
prezzo fvogliatamente a chi gliele richiedeva . N trat
tanto tralasciava di divertirfi cogli amici fuoi , che anche
in qualche numero giunti erano per vederlo da diverfe
parti di fuori , ed uno di quefti fu il mentovato Antonio
Abati , che oltre all'efTer poeta , pretendeva d'aver an
che qualche cognizione di pittura ; e fpeffe fiate Salva-,
tore lo rampognava di quelle cofe , che poco a propofito
intorno a efia diceva . E mentrecch era un giorno in ca
fri fua tutta la brigata, chefeco anche pranzato aveva ,
prefe efarruto l'Abati ad amplificare le maraviglie de'
pittori Greci , e dife , che certe , che egli ne leggeva eA
iere ftate fatte da que' gran profeflbri , che fiorirono nel
fortunato focolo del grande Alelfandro , non l'aveva mai
n lette , n per tradizione fentite , che fi faceffero negli
altri fecoli , e che perci li giudicava fuperiori a' mo
derni , e riscaldato nel dire cos fi diile , che diceffe i :
Devevi fenza dubbio Jgnor Salvadore cjjer noto , perch
pienamente m favella Fftorie, che Zeufi dpinfe tanto
naturale , e vera Fuva con unputto in un quadro , che
tentaron d'ingozzarla gti augelli 5 e che Parra/io dpinfe
cos efattamente un velo in una tavola , che Zeuj in ve
dendolo dov dire , che lofcopriffe. Dowefte faper pari
mente , che Apelle coloriva cos maejlrevolmente , e cortes
tanta naturalezza gli animali , eparticolarmente i caval
li , che efpoji alla pubblica vi/la , gli altri cavalli inpaf*
fando nel vederli anitr'tvano . E queflo fegu in F.fcfo ,
quando dipinfc l'immagine equejlre del mentovato Ale/fan*
dro . Ed altrove adivenne , quando a concorrenza d'altri
pittori ne dipinfe un altro , e perch accorto s^era , chrj>
gli emuli avevano ilfavore de' giudici, s'appell 4algiudi~
zio degli uomini a quello de1 bruti . Avrete letto , che Pro
togene era cos efperto nel ritrarre dal naturale i volatili ,

74

VITE

che in efi 'infondendo quafi l'anima , girava?! loro i vi'A


cantande d'intorno . E cifu veduto in Rodi nella pittura
d''una pernice , in tempo , che alcune portatevi apoja di vi
cino la videro . Che diremo delle celebratefottilijjfmc loro
linee ? Deggiam pure credere , che come Apelle tir la pri
ma perfar vedere a Protogene un portento difottigliezza ,
cVellafoffefottili/ima ? Epure divifafu con altra pifot-'
iile , e di diverfo colore da Protogene . E pure vinfe Apelle la contefa , perch la divife colla terzapifittile , e d'
altro colore dellafeconda , e deIla prima . Succeffe ilfatto
in cafa di Protogene , quando moffo Apelle dallaJama del
fuo pennello , and a Rodi per vederlo . Ebbe tanto apflaufo , e tanta /lima qucjlo quadro , che per venerazion
delle linee niente altro vifu da Protogene , che ne crapadrone dipinto ; e portato pei in Roma , abbruci nelprimo incendio del palazzo Cefareo , edin cotalguifa per co
munefeiagura con univerfal cordoglio , and male qucjla
opera portentofa:ln<]u.\eio per quello mi fi fuppofe,era gi
Salvator divenuto , e non potendo pi a lungo foffrire il
favellare deH'Abati,afl:ener non fi pot dall'interromperJo , e dal rifpondergli , e fu detto, che del /guente tenor
/> i JdtJjfcM&Jgnjif^bati vedute
abbiam quejle linee , n s , come veder lepotejjcro i Gre
ci , ehe non avevano l'ufo de* microfcopj , fe eWerano cos
fattili , e minute . Eperci compio dal vojlrofoverchio efagerare , e dalla vojlrafemmnea credulit , mifonfcntito
muovere la compaflone , la noja , ed il rfo , potrejc voi
a tempo piproprio rifervare la marav'iglla , il dolore , e
le lagrime i giacch mi pare divedtrvele fpuntare dagli
cechi , e che/tate in procinto diprendere il bruno . per dar
fegnipi certi di vo/lra trijlizia . Altre opere , che le li
nee di quefli celebri profeffori fifon perdute : Perdejjt T
Elena , fiperd il Megabizzo , fi perd l'Anadiomene^ Jt
perde il Gialifo 9 che cojlarono loro non i momenti , e Forc^

m*

jD ' P I TTO R /:

7j

/ rf/ ^ ed i lujlri , <? nel mondofi quafi in ogni tem


po dipinto^ edin alcuno , non meno eccellentemente , ehe nel
loro. And male il pi bel fiore della Jloria diCrifpoi
Andaron male tutte l'opere di Lucejo , che tanto efalta in
alcune di fue lettere Tullio : Andaron male moltijjtmt^
deche di Tifo : Andaron male con parte della/ioria alcu
ni libri degli annali di Tacito j e tuttoch dipiti importan
za , e di prezzo maggior delle linee , niuno ha mojlrato
mai di coialperdita queldifpiacere immenfo , che mojlrate voi di quejla . Ed il leggiadro , e faceto poeta Perugi
no , che con troppe affettate lagrime mo/irar lo volle delle
penultime , voi faprete come dalFautor de"* ragguagli di
parnafo foffe meffo in ridicolo . Parlan pure inpili d'un
luogo njorie delfamofo perfetto circolofatto in un tratto
di matitatoio da Gioito : Eparlanofimilmente del dintor
no dell'ignudo , che in altro Jmil tratto fatto fu da Michelagnolo', ed i Tofcani , ed i Latini , e tutti gli altri
affermati moderni , quantunque Funa , e I'altra operazio
neJa pi maraviglofa , e che ambedueJfien perditte , non
ne fan conto . Ed io che no pretendo d'entrar nel numero
de"* profejjbri pifublimi vifar vedere Jgnor Abati di
cominciare dal piede tfu+feltra , e ricorrere ftnzaflacfar mai la mano per tutti i contorni del corpo ; e pref il
matitatojo gliele deline di botto in fua prefnza : Efe
io , foggiunfe , nonfapejjfar altro , povero Salvatore.^
efclamar vorrei , povero Rofa \ Di quejla razza d'i bravu
re , non mi pregio , e non mi vanto \ Certo che ho letto ,
che Protogene dipigneva affai bene i volatili ; ma quando
leggo , confidero neltempojleffo , e rifletto ^fe credibile ,
e verifimile quel che leggo . N corro , come voifenza gui
da alla cieca , n come voi guidar mi lafcio dall'autorit
degli feritiori alla balorda. Parvi egli credibile> che le
pernici tra isolatili per natura i pi rujlichi^ epitlfel*
vaggi voglian cantare per vezzo , e per diletto alla paK 2

Iff/ff,

76
VITE
lefe , allorch rjlrette fono o tra lacci , o nelle gab
He ? Se voifojle cacciator come poeta , non crederejle tali
frottole a e tali baje . Ne ho tenute io lungo tempo in ben
aggiujati ferragli de"* mafchi , e dellefemmine alla rinfufa , e degli uni , e dell'altrefeparatamente appojote ; ed
avendole per lungo tempo altrei di nafco/to guatate , non
lio veduto mai , chefjen tra loro addomejiicate , N la_
nata concupifcenza , che di primavera in tutti gli animali

tol canto darfegni di gioja nelle gabbie a vijla delpubblico


a una dipinta i In due foli modi Jgnor Abati cantano^
quando nonfono in libert le pernici'. Cantano alle volte in
pubblico per ifpavento , o per anfiet difcappare a qualun
que cofa , che loro/i mojlri , e fapprejji , e quejlojt chiama
anziftarnazzare , e garrire , ehe cantare , nellaftejja giti-*
fa , chefchiamazzarJfanno i tordi ne' bofibetti^ e sfrin
guellare i jilunguelli n* paretaj ; e co-s cantar dovettero
guelle , che fimifero a rimpetto della dipinta , fe pure
vero , che cantajjero : Cantano alle volte inprivato mojje^
e da naturai dejo di cantare , o dal canto dell"1altre : Can.tanaper t?t/?t> , utivriti J-mrjtTarn-~fiJjLj^feffza ejjer da
alcuno vedute : Cantano pel canto del?altre , allorch por
tatefono dagli ucellator in campagna ; e cos cantano nelle
tefe tra le ragne le quaglie , e nellefloppie tra le coninelle
lejlarne . E come niuno di quejli motivi , Jccome ognun
~ben vede , potea far cantar quelle di cui fi'favella , chi
creder dovr , che cantaffero ? Ho letto ancora , che -Apellefffe affa tfperto nel colorire , e ritrarre dal naturale i
iruti i ma nonpojjo credere , che alla vija de* cavalli da
lui dipinti anitrijcro i vivi ; perch o i cavalli vivi eran
molti , od era unfolo : Se frano molti , ioper me dirfempre che anitriffcro tra loro : Se era unfolo non dir mai ,
per i dipnti^ fenf bofempre veduto * cbe

D J? P I T T O R I.

77

non anitrendo , o a cafo , o per brio , per trefsle eagiorti


anitrifcono ; Anitrijcono alle volte a que^ , che corrono
per dejtderh di raggiugnerli , e dipanarli : Anitrifcono
alle volte a quei , che Janfermi , oper voglia di batterj
fefono mafchi , o per brama di congiugner/i^ fefonofem
mine j e per niuna delle tre ; perch niuna delle tre con
corre ne* dipinti , /i deve credere che anitri'[[ero i vivi.
Non vi concorre la prima , perch i cavalli dipinti non po
tevano correre : Non vi concorre lafeconda ; perch i ca~
valli dipinti erano privi di quel moto , e di qu?l fuoco ,
che accende i vivi alla battaglia : Non vi concorre la terza:
perch cos i dipinti , come i vivi , ci dicon glifcrittori , ehe
eran mafchi . Senzacch chi non vede , che quegli/Unti di
natura , che muovono ad operare i bruti , non poffono effer mojj da una tela , che quantunque maravigliofaments
dipinta , e priva di tutti gu* fcnft', perla cui vera , e
nonfintafcambievolezza > naturalmente operano- i bruti \
e fpezialmente , come or or dir per quella dell?odorato .
Emmi anche noto ilfatto delfuva dipinta da Zeuf', e dd
velo dipinto da Parrafo 5 e fin dalprimo momento , /&__
uni giunfs a notizia , lo conobbi perfalfo , e mene r/ . N
wii doIfe ^ che talifn'l'c'lf**'f'j*(P>iv *<&#( di? Greci ,
perch come eJJfurono maeflri fublimi in ognifacolt ,
vollero eziandio effere eccellenti autori difaporite , e d'in*
gegnofe menzogne in ogni occajone . Dolfemi bem , e an^
e-or mi duole , che da voi , e da varj fcrittori italiani , e
Latini fieno /late credute ; e mi maraviglio , che diciate
di non aver letti taiprodigj neglifcrittori moderni , quan
do modernamente non mancato , chi nejta andato di/imi-^
gitanti inventando \ e mi maraviglio ancora , che nonfap*
pia-te ^ che i volatili, come tutti qua/i gli altri animali
trattifono per l'avidit del cibo, e dfgli altri appetiti dal?
odorato , e non dalla vfla . Gira la pajjera d^intorno al

'jo\ enm vede fi grano , $cfaferrato * Cerca la


fotone

78
? I T E
colomba n*femnati , .e,non vede la. veccia, che ricoperta
fu dal bifolco ~ Razzola ilpollo a lato al pagliajo^ e non
sede la pula che .vi fia dentro . Gettafi ne' querceti il
germano , e non vede la ghianda , .che v* caduta-^ percb Dfigetta ordinariamente di notte . Ma quando anche
tirati fodero dalla vija -, e .non .dal? odorato , .dovuto
avrebbero veder prima il putto .maggiore dell?uva , e_j
di quello aver paura , e non agprejfarvifi . E fe mi fi di
r , che il putto dipnto non era con quella perfezione^ ,
con che dipinta era tuva^ e non aver perci potuto farlo
comparire s naturale , e s vivo , che gfingannajje , che
fa , come ho letto il di/piacere di Zeufi ^ rifponder fubito - ** che .avrebbero in, /fmil cafb
dovuto aver timere^J
.J
.della pittura , e del quadro } perch temono di qualunque
cofa , che veggiono infoiita . Non scacco/la ilcalderino al
canapeto , o-ve dal?ortolanofu mejja alcunaparraccacci a .
Fugge il rigogolo dalfico , cui afpefo fu dal vignaiuolo un
qualcheJlraccio . Refta preferitalo ilciriegio da'furti.del
merlo ufcito dal nido , per. riportare cf figli .V'imbeccata ,
fe vi vede i rami neri*> od in altro -modo coloriti. Orafe non
poterono gli uccelli privi delfeffenziale delle potenze per

to meno ingannar fipot 'Zeufi ottimo conofcitore al velo ,


tanto maggiormente , che Finganno feguir dovea non da
lontano , ma di vicino fopra lajleffa tavola , chefifinge
va coperta dal velo. Oltre .di che anche naturale in caji
tali Mandare per la curojt prima di parlare al tatto ,
che fa toflo conofcere quella verit , depu occultare l->
&f/ta . :Son pittore ancor io , e fono il Rofa , e non ignoro
ciocch far fipu colpennello \ Ma quando anche veri foffero / menzionati 'inganni , non minare , che recar pof*
fono tf detti profejjori troppo gran loda ; dacch quejln.^
deve nafcere dlia -perfetta imitazione delle cofe animate
t<Fanima ragionevole^ e non delle -materiali , e fenfitivc^
per

D r P j rro R i.
\ la differenza 3 ehe i?e tra un eccellente pittore difar7,
tti-t e d'animali^ da altro., eccellente, djimmagini uma
ne , else merita tanto maggiore ftima. , quanto pi fil
mato del corpo, lo fpirito . Per altro fo ancor. io./gnor
Abati , clic tra le glorie, delfortunato fecolo, dell"1invitto
domatore deil'oriente, fa numero molto grande quella d'ef.
fervi abbondantemente fiorite le belle arti .. Mafo ancora
quanto a*fatti veri di quelfecolo abbiano g"1incredibili , e
fal/t pregiudicato . Tantocch , fe io non vedej]t cogli occhi
miei le. lorojatue , niente crederei: delie-pitture .. ' egli
forfe credibile i che dipigner fi poffano e" tuoni ^ come ,
Jlatofcritto , che Jt dipignevan da Apelle ?. Chepojja, rapprefentarj un oggettofiero > epetofo<> allegro, e mejlo ,
altiero , ed. umile, in un mede/imo tempo , come Jtato
fcritto , ehe dipgnejje il genio degli Atenie/ Parra/io ?
^ajjlefon cofejgnor Abati impcjjbili \ Efc voi tralafciato avete di rammentarle , o perche, io non v'ho dato tempo ,
o perch a voi non fon note , ho voluto in ogni modofuggertrvelei acci pojjtate unirle ali"1altre ^ che tej rammcn^
taje , per indurre in miglior occaftone gli afcoltanti a uniJbrtnar/t al vojlro giudizio ; giacch , n io , n alcuno d,
guefti infgm letter.at ckc l'anjentite , vi concorrono , anzt lo difapprovano , e lo mettono in un. con me , come ben.
vedete , in. ridicolo -.

Signor Abati mo non parlo in gioco ,,


Quefto che dato avete un gran giudizio %
Ma del giudizio voi riavete poco .. Fin qui parl Salvatore , e fin qui parler io d'ogni
altra eontroverfia , che egli ebbe coirAbati , e cogli al
tri letterati fuoi amici , allorch s'adunavano, per difcorrere di materie virtuofe , e riafliimer il filo principal dell'iftoria , per accoftarmi dopo cos lunga digreflone al compimento . Voleva un perfonaggio ornare la_>
galleria d'un Tuo cafino di campagna di ritratti d'amici ,

ene

e ne diede a Salvator l'incumbenza . Egli , che per far


caricature era in fupremo grado eccellente , cred di
non poterlo meglio fervire , che col farglieli tutti di
queftc . Mife fubito , mano al lavoro , e folo in quefto
impiegava indefeflfamente tutto lo fpirifo ; perch vi fi
Mntiva anche portare dal genio fortemente . Ma mentrech era quafi al fine della bell'opera , e che finir laJ
voleva col Tuo ritratto , fu afTalito da acuta febbre , e
da cos fiera , ed inaspettata idropica , appena chj
fu di quella guarito , che gli bisogn cominciare a penfar daddovero alla morte; e fu (ua fortuna l'incontrare
in un dotto , e baon fcerdote , che fi trovava in quel
tempo in Roma , che era &o grande amico . Teneva_'
ancora in cafa Salvatore certa Lucrezia di nazion Fio-"'
rentina , che fatta aveva molti , e molti anni feco pi
la figura di padrona , che di frva ; n mai , tuttocch
vi aveflfe avuti due figli , e che fofTe ftato confgliato da
amici , o a disfarcne , od a fpofarla , indur fi pot ad
abbracciare l'uno , o l'altro partito . Combatteronlo
finalmente con maggior forza in quell'occafione , facen
dogli vedere^ l'inferno aperto , e Iddio , che venne al
mondo per chiamare , non i gruttf-y-ma-i-peecatori , e
die manda loro malattie lunghe , e penofe , perch abbian tempo di far penitenza , gli tocc il cuore , la fposa
e pens da indi in poi feriamente al paradif . Aggra
vando in tanto vie pi il male , volle comunicarfi , e ri
cevuta che ebbe l'eftrema unzione tmpre atfiftito dal facerdote amico, /pir ad 15. di marzo dell'anno 1673.
felicemente . Fu il giorno feguente con magnifica pom-
pa funebre efpofto nella chief della Madonna degli an
geli alle Terrae il cadavere , e meritevolmente orna
to poi di belle ftatuette dimarmo, e del proprio ritratjo colla feguente ifcrizione il fepolcro .
D.OJtf,

v e P i TT O.R /.

D. O. M.

'Safaatorem Rofam Ncapolitanum


Pifforum fui tempore Nulli fecundum
Poetarum omnium temporum
Princpibus parer
Augujlm jtiius
Hic mvrens compofuit

Sexagenaro minor objit


Atm faluth MDCLXXlll.
Idibus Martii.
Trov l'erede che fu Augufto fuo figlio; perch 1'
altro che fi chiamava Rofalvo , era gi morto a Napoli ,
grofTa /mma di danaro contante , quantit di libri , di
quadri , di mobili , di difegni legati in un grofl volu
me , ed altri effetti , fra i quali un credito di femila_
fcudi col predetto Carlo de' Rofl per prezzo di tanti
quadri , che aveva avuti in pi volte , fenzacch mai
Salvatore l'avefTe voluto , e dalla confiderabil /mma del
credito , confiderar fi pu , qual fofTe il numero . Se ne
redono prcfcntcmente cinque nella fua cappella del Cro-
cififfo a Montefnto , rapprefentante 1' uno Geremia_,
tratto fuori della foffa , Daniele nel lago de' lioni , Tubbia coll'angelo , la refurrezione di Lazzaro , e la refurrezione di Ges Crifto , che vi furono collocati da lui
dopo la morte di Salvatore , che dipigner non la pot
come voleva ; e vi fi legge la feguente ifcrizione fattavi
fare per comun memoria 9 parimente da lui , a rimpetto
dell'altra fua propria ,

Care*

Carolus de Rubes Chis Romanm


Pietatis , & amicitte memor
Plurimh e tabulh a Salvatore
Rofa depitth
Gfas din inter domefticas habuit
Hai Chrij partentis figurai
Privatis ab umbris
Publtcam in lucem

Expofuit
rAnno Domini M.. DCLXXVll.
Gli altri dopo la morte di Carlo fi divifero tra'l Valtori, l'Ulivetani , ed il Tarpinoti fuoi eredi , da' quali poi
fono ftati ugualmente difperfi , e venduti . Ne rimafo era
al Vallori , che il famofo della Fortuna , che pi comuneinente intefo era per la Satira , per cui Salvatore .ebbe ?
allorch lo mife in moftta -a S. Giovanni decollato tanti
guai , che non vi volle meno dell'autorit di D. Mario
Ghigi fratello dell'allora regnante Pontefice per liberarnelo j che fu venduto per fecento fcudi mefi fono al duca
di Beaufort, e lo port con altri molti comperati da lui
in Inghilterra^ ra queffo un quaxWgrande con figure
minori delle vere ; e vi fi vedeva nel pi alto in capricciofa attitudine la Fortuna, che verfando da un cornucopia
coferare, epreziofe, indifferentemente cadevano quali
fovra il porco , quali fovra l'afmo , quali fovra il bue ,
quali fovra il bufolo , quali fovra il caftrone , e ne. ave
vano la parte loro il lupo, la volpe , la faina , l'alloc
co , e l'avoltojo , tutti animali rapaci armoniofamente
difpofti nella parte inferiore calpeftando l'altre , che ca
dute eran nel fuolo . E fi vedeva il porco grufolare lei
perle , l'afino peftar libri , penne , e pennelli , il bue
fdraiarfi fulle rofe , il bufolo tritar corone d'alloro , il
caftrone in ricchi drappi giucare 3 e cos 3 fe non cre-

defl

D PI TT R 1.

Sj

de/Ti d'etfer troppo lungo , direi di tutti gli altri f Quefta


ftefTa Fortuna fu da lui pel medefimo Carlo in altro quatdro dipinta , fe non con tanto ftudio , con non minor
gufto in atto di turarti colla deftra mano gli occhi, e col
la finiftra /parger /ue grazie , che fu pure da un degli ere
di molto prima di quello venduto . Era Salvatore non_*
molto alto di Statura , ma proporzionata , e ben fatta , di
colore olivaftro , di capellatura nera , vi/ lungo , fron
te piccola , occhi piccoli , na/ profilato , e lunghetto
con piccole baftte, alquanto macilente , ma vivo, e
tutto fuoco . Fu ameno , faceto , e molto /aporito , ed
arguto nelle (ue operazioni , e ne' fuoi di/corfi , raccon
tandoli alcuni Fatti , e detti di lui , che non fono da tacerfi ; ed io perci in quel modo , che per me fi potr il
pi breve, per non tralasciare alcuna co/, che appar
tenga alla /toria , li narrer . Ebbe , come ho gi /opra
accennato , Salvatore da' profelfori fin ne' primi anni ,
che fi trasfer in Roma delle crude perfecuzioni , per lo
quali , e non per altro ricu/arono allora d'aggregarlo)
neil'accademia di S. Luca , bench poi /pontaneamente
da loro vi foffe afcritto . Fece egli perci un quadro , t
lo diede a un Cuo amico pili cerulico , cne pittore , quan
tunque d'invenzion dipignefle , a mettere in mo/tra a.
S. Giovandecollato , ove fi trov egli pure in tempo ,
che il concorfo alla fefta era maggiore j e vedendo alcu
ni pittori accademici ftargli d'intorno , egli pure vi fi apprefs, avendolo efl pubblicamente molto lodato, lo
richieftro del nome dell'autore : Uautore ^ rifpofeegli,
cerujco , e voijgnori miei avete fatto affai male a non.
ammetterlo nella vojlra accademia ^ perche nlun* meglio
di lui rimetter poteva al luogofuo le membra di queliti
figure , che voi giornalmenteJlorpate : Gli fu data commeflone di far certo quadro , e chi gliele commetteva^ ,
voleva convenir pruina del przzo~, diflegli Salvatore:

L 2

lo

34'

lo non patteggio mai col mopennello ; perch n pur ejjo


Japer pu il valore delfuo lavoro , finch terminato non r
abbia . Quando l'avrfatto vi dir ci che coja , e flava
a voi ilprenderlo , o lafciarlo : Ad altro , che gli volle
dare il penfiero per un quadro , che commeffo gli avea,
diffe: Andate a trovare il bottajo , e^l fornaciajo ^ che
fanno i lavori a numero ^eda mifura : A un medico , che
pure gli voleva dare il penfiero per un quadro che brama
va , dicendogli che non vi metteffe mano , finch dato
non glielo avefle , non rifpofe ; ma come la richiefta gli
fu fatta incafa d'un ammalato , afpett che principiane
a fcrivere la ricetta , e poi gli difl : Signor medico dejJla di grazia dallofcrivere , finch io le nefuggerfca lat
materia : Ri/ il medico , perch non intefe il mifterio ,
e ridendo a Salvatore rifpo/e : A me tocca , e non a voi il
Japer far le ricette : Allora replic Salvatore : Meglio
fapr iofuggerire a lei la materiaper le ricette , che ella
a me i penjeri per le pitture ; perch credo d*ejjere pia
tfperto io pittare , che ella Ja e/perto medico: A un di
lettante di pittura , e quanti di quefti ve ne fono , e fi
credono di Caperne pi de' profeuori medefimi , che-?
ibftener volv , chefir pcrfcE-ane^ ^Hjjjia pittura ftava_,
tutta nel difegno , rifpofe : Vendon/ti ritratti di Santi di
T'ito ne' mercati per dieci carlini , n io v'ho mai conofciuto difetto alcuno di difegno : E non Ritrovano a comperar
fer dobble , e dobble quegli del Tmtoretto , che takra*
vfc qualche poco di contorno : Ad altro che and per"
comperare un quadro , che era gi fatto , e che veder lo
voleva /enza cornice , diffe : JHuefta Signor mio la ruf
fiana delle pitture : Mi perdoni per grazia il lettore la
difoneft della parola poco confacevole a nobil racconto;
perch io mi fon provato di dirla in cento modi , n m'
mai venuto fatto fenza levare al concetto il pi faporito 3 e il pi frizzante } e cos l'ho detta tale , e quale-

fu

D F P I T T O R I.

85

fu detta da lui . E mi perdoni pur , mi perdoni l'ardire


dell'altro che Con ora per narrare , che far l'ultimo ,
in cui finir di fcorgerc il carattere, e la natura di Sal
vatore , econofcer , che occultar non fi pu da veruno,
neppure fui capezzale la propria , f prima moderata_,
non fi fia con abito tutto affatto contrario ; tanto vero
che tal fi vive , tal fi muore . Era gi di/perata la fua_
/alute , e come fopra narrai , proccuravano per ogni verfo i padri fpirituali, e gli amici di fargli fpofare la men
tovata Lucrezia . Ma egli gelofiflmo dell'onor fuo , che
fmpre confervato avea qual tefro ineftimabile intatto >
ed illef, vi trovava tante difficolt , che non vi fi poteva
ridurre , e vi avea tal avendone, che non ne voleva fentir parlare . Diflegli finalmente uno pi innamorato di
tutti gli altri dell'anima fua : Signor Salvatore quejlo vi
coniiienfare , fevolcte andare in paratifo : Se andar non
fipu in paradi/o , rifpofe egli , fenza ejjer cornuto con
verrfarlo : Era per altro il naturale fuo fenfuale , e__>
mordace, compenfato da molte virt , che lo rendevano
compatibile almeno fe non ifcufbile . Imperocch fu
fommamente caritativo , elemofiniere , generof , gra
to , fchietto , e nemico giurato delle finzioni , de' rigiri,
e delle menzogne . Fu molto avido della gloria , e come
quafi in ogni bravo profeffore , che verfato fia in pi d'
una facolt, addiviene, fi pregiava d'alcune, che pro
fondamente non fpeva , e difprezzava quelle y in cui
era fingolariffimo . Piccavafi di braviffimo intagliatore
in acqua forte , ed intagli molte opere fue . Spacciavafi per poeta fcienziato , e fublime . Diceva che il for
te fuo nella pittura era il dipigner figure , e rampognava
alle volte chi lo richiedeva non di quelle , ma de' paefi ;
e di quefti, in cui era ftimato allora inarrivabile nulla di
ceva. E poco fi pregiava d'effer tenuto per unico ne*
i minuti di capricciof invenzioni > di fi-

86*

VITE

gurine , di sbattimenti , di lumi con introduzioni di


Tafl , di fcogli , di monti , di piani , d'acque , d'ani
mali , d'alberi , di tronchi , di frappe con dolci velatu
re , e macchie nell'univer/le dell'aria , e con altre va
ghe , e fpiritofe bizzarrie aflai ben adattate , ed efpre
f , e toccate con iftupenda rifbluzione , e franchezza_* .
Tutte qualit , che vanteran tmpre concordemente Io
fpirito , la maeftria , l'armonia , il fpore , la novit ,
il colorito , e la nobilt del fuo eccellente pennello , che
unito al fublime fuo ingegno , ammaeftrato da non ordi
naria letteratura invent una nuova maniera /nza imita
zione , fenza guida , e fenza maeftro , eflfendone egli ftato creatore , ed autore . Siccome fu il primo a trovare
le tinte per moftrare la variet de' colori , nel modo che
ce gli rapprefenta la luce nella fuperficie dell'acqua , o
mentre efla mormorando corre ne' fiumi , od urlando s'
agita nel mare , p rapida cade da' monti, o /pumartte_>
batte negli fcogli , Oppure allorch , o fuggitiva tra 1*
erbe s'afconde , o furibonda trabocca nelle caverne , o
intanata fcende dalle balze , o ftanca ripof negli ftagni,
o fi rimane offef dall'ombre di cofe folide, ne' quali og
getti imit cos ben la natura, chVquafi ingannan lo
/guardo , e fembran veri . Non lafci allievi di grido , ec
cetto Pietro Montanini , e Bartolommeo Torreggiai ,
che faron veramente fuor fcolari ; poich il Grifolfi imi
t l'opere fue , e non lo vide' mai operare ; perch non
voleva effer veduto da alcuno ; e teheva nello ftudio uno
Specchio affai grande, dove vedeva , facendoli da fe que'
movimenti; quelle pofiture, e quelle azioni cos col voltoa
come coll'altre parti del corpo,che gli bi/gnavano. Non
rolle impegnarli pi , dopo che diflmpegnato fi fu da*
principi diTofcana, al fervigio di verun altro; tuttocch
fi volte ne fofTe ftato da diverfi perfnaggi richiedo; e
fpe.zialmente dall'arciduca B-Ferdiflandod'Auftriajallorch

DE' PITTORI.

87

clj/ port nell'anno 1661. colla arciduchefla Anna de'


Medici fua conforte a Firenze per le nozze del GranprincipeCofimo con Margherita Lui/a d'Orleans . Soleva_.
perci dire , che /limava pi la fua libert , che tutti gli
onori , e tutto Toro del mondo ; e diceva affai bene ,
perch non ha prezzo . Vive prefentemente il nominato
Augufto , il quale s'accas dopo la morte del padre , e
vivono unitamente con lui due figli , una femmina , ed un
ma/chio , che applicando aii'architettura, ravviver nella
famiglia , fe non tutte , almen una di quelle profefloni ,
che quantunque attualmente non cfercitaffe , ben inten
deva Salvatore , col cui nome immortale , con che io la
cominciai , finir di fer ver la vita.

DI LUIGI SCARAMUCCIA.
E fra le citt di Tofcana fi diftinta fempre al pari dell'altre nelle belle arti Pe
rugia , niuna ftata pi di eflfa trafcurata nel tener conto de' cittadini , che la
diftinfro . Tantocch di molti , e_>
^
molti perduta le ne farebbe la memoria ,
f le ftraniere non Faveflfero confervata . E Luigi Scara
muccia , di cui ora ferivo la vita , a Milano deve , ficcome dimoftrer , la fortuna , la fama , e Tapplauf , e non
a lei che fu fuapatria . Nacquevi egli add 3. di dicem
bre dell'anno 1616. ; e nacque di padre pittore, che_
quantunque affai bene nell'arte ammaeftrato , volle per
meglio ammaeftrare il figlio mandarlo in Roma nella
fcuola di Guido , dopoch gli ebbe nella fa infognati i
principj , e che dato avea a conolcere quella paffata , che
dovea fare colle pitture , che.fece in due lunette della^
fgreftia della chiefa di S. Girolamo . Era Guido , come
nella vita del Cerrini accennai a ftato fuo coadifcepolo ,

ed

SS

VITE

ed aveva fin dall'et pi tenera contratta fco fltetli


amicizia ; e per fu da lui il figlio , che anche per le fuc
belle qualit perfonali era amabile guanto ogpi altro fuo
jfcolare amato , e di/into . Molti anni ftette fatto Tua difciplina , e in Roma , ed in Bologna ; ma nulla , che io
fappia , dipinfe in pubblico . Imperocch il quadro rap*
prefentante S. Carlo che difpenfa danaro a' poveri , che
i vede a un de' lati della cappella Spada in Chiefnuova
nella prima lo mand di fuori , dopo che n'era partito :
E l'altro rapprefentante'la coronazione di Carlo V. fatta
da Clemente VII. , che nella fala del palazzo pubblico
della fconda , lo fece dopo la morte di lui ; cosi il
conte Malvada , chetante volte nelle vite de' pittori Bolognef lo rammemora , difcorrendo di quefto quadro i
,car. 175. nelle pitture di Bologna He parla : gran quadro
fontenente , quando Carlo V. fe coronarjt imperatore dal
Mediceo Clemente VII. dipinto da Luigi Scaramuccia Pe
rugino degno allievo deljgnor Guido : Ed immediatamen
te quaf pafs a Milano, dove era da alcuni di que' cava
lieri che lo chiamarono , gi cono/ciuto . Non guari /let
te dopo ilfuo arrivo ad avere molti lavori, e fece per
varj di que' fgnori varj quadri , e molti ne fece anche .^
per varj tempj . Vedefne uno nella chiefa della Madda
lena a porta Lodovica , che rapprefenta S. Tommafo di
Villanuova , S. Biagio , e S. Ipolito : Un altro f ne
vede nella chief di S. Maria di Vecchiabia rapprefentante S. Rofa : Un altro nella chiefa di S. Aleflfandro de*
padri Barnabiti rapprefentante la beatiffima Vergine_ ,
S.Antonio di Padova, S. Carlo, ed un ritratto d'un
prelato inginocchione : Un altro in un altare della chie
fa della Stella a porta Vercellina, rapprefentante S.Carlo
con altre figure: Un altro nell'oratorio di S. Giovandecollato alle Cafe rotte, rapprefntante S. Giovambatifta,
predica : Ed un altro nella chiefa di S. Maria della
rofa,

DE1

PITTORI.

89

rofa , che rapprefnta la Madonna con S. Rofa di Li


ma . E fmpre pi ne faceva ; perch f grande era il
credito , che gi prefo aveva per tutta la citt il fuo pen
nello , non minore era la fama , che correva di fua pun
tualit , e del fuo trattar fgnorile , e generofo . N
dentro il largo giro delle fue mura fi riftrinfero , ma in
contanente per tutta la Lombardia fi fparfro , e da_>
ogni parte di effa giornalmente riceveva commeffioni .
S'era trattanto accomodato affai bene d'ogni /rta d'
arredo in cafa , aveva uno ftudio famofo , e quanti
t di fcolari anche qualificati , che prendevan lezion_i
di difegno , non tanto per voglia , che aveffero d'im
parare, quanto per lo defderio, che avevano di converfare con lui j che era ameni/fimo , e graziofiflmo , e__*
fpeva molto bene adattare al genio delle perfone i fuoi
leggiadri vezzi , di cui tuttocch abbondaffe , fi dimoftrava affai farf . Dovevanfi in quefto mentre fare alcune
pitture nella cappella della Madonna del popolo del duo
mo di Piacenza , ed in lui fif gli occhi dopo averli /L.
varj altri bravi /ggetti rivolti quell'illuftre Capitolo.
Egli dunque fu chiamato, e fnza farfi punto n pregare,
n afpettare , ne Li amare , iccome fatto avrebbe talun
di coloro , clic altamente /oftengono lor mercanzia per
farla pi preziofa, v'and prontamente; e non men pron
tamente s'accinte all'imprefa . Rapprefentovvi la nati
vit della Madonna medefima , che in occafione d'efferf
ammodernata ultimamente la cappella, e riedificato 1'
altare , and male con tutto il refto dell'opera , e fu ri
fatta dal Francefchini . Egli poi torn fubito alla cara ,
ed amata abitazion fua di Milano , ove era dagli fcolari,
da' profeffori , e dagli amici con anfiet a/pettato, e con
incredibil gioja , ed applaufo fu ricevuto . Si rimif im
mediatamente a dipignere , e dipinfe allora piucchper
Milano per fuori . Mand molti quadri a Perugia , che
M

5,0

VITE

fi vedono prefentemente in alcune di quelle cafe} ed uno


rapprefentante la Nunziata fu nella chiefa de' canonici
Regolari di S. Maria de' fbfT collocato , ed un altro in
cui dipinfe la Prefentazione della Vergine al tempio fi
conferva in un degli altari della chicfa de' padri Filippi
ni . Molti ne mand altrove per Italia , e molti anche in
Ifpagna^e pi mandati n'avrebbe di l da' monti , f
aveffe voluto , o potuto col flito fuo calore dipignere .
Ma s'era alquanto raffreddato per un trattato di pittura,
che avea fra mano , in cui molto tempo impieg prma^
di darlo alle ftampe , e per mancanza del natural vigore
gi indebolito dalle continue fatiche, che fino allora_,
avea fatte , e per l'imminente vecchiaja , che non pi
come innanzi gli permetteva di fare . Compi intanto il
trattato, ed intitolatolo: Lefinezze de' pennelli Italia-'
liani ammirate, e (iudiate da Girupeno : Lo fece a Pavia negli anni 1674. /lampare . N contento d'aver dato
quefto alla luce , andava meditando di farne un altro , e
gi cominciato l'aveva con intenzione di dedicarlo agli
accademici di S. Luca di Roma , donde ricevuto aveva_*
avvif d'effcre flato _ne' 1$. di dicembre dell'anno 1675.
di comune , e fpontaneo confenfo di tutti ammeflfo nell'
accademia , ove prefentemente eziandio fi conferva il ri
tratto. Macomefempre pi crefcevano gli anni , e che
feguitava tutta via anche a dipignere , non pot tirar
lo a fine j e tra per l'applicazioni della penna , e del pen16*80 nello, andatola mattina de' 13. d'agofto dell'anno 1680.
a fentir meffa fecondo il fuo folito in S. Antonio de' pa
dri Teatini , fu improvifamente forprefo da fiera goccio
la, e cadde quafi eftinto . Corfero tuttoch sbigottiti gli
aftanti, fopraggiun/ro'i religiofi, arrivarono i medici , e
furongli da'cerufici fatte diverf operazioni; ma tutte
vane , perch fu pi fbllecita la violenza del male , ed
a' remedj prevalfe . Grande fu il difturbo quella mattina

in

D '

P I T T O R I.

9l

inchiefa, e non minore il difpi acero degli amici, e di


tutti generalmente quelli , che l'avevan conofciuto , al
lorch fi fparfe per la citt la nuova funefta ; e non d'al
tro da per tutto fi di/correva , che d'onorar Tue efequie ,
che veramente furono funtuofiflme non mono per la ricca
pompa del lugubre apparato , che per lo numero/o concorfo d'ogni forta di perfbne , che andavano a S..Nazzaro in Broglio , ove ftava efpofto , a vedere le morte fpoglie , N in quel giorno finiron di piangere , e <di moftrare il dolore i Tuoi amici ; imperocch non guari dopo dar
ne volle nuovi pubblici fegni con nuove pompofe efequie
la citt di Pavia , tanto era Luigi in effe da tutta cjuella_>
nobilt, e .da'primarj letterati venerato, e per mag
giormente celebrarle , e perch non fi perdeffe mai la_
memoria del loro amore , e cordoglio , raccol/ro le mol
te, e varie compofizioni, che avevan fatte, le fecero ftampare in un volume in Milano , e l'intitolarono : Le giuftijfme lagrime della poeja , epittura, pubblicate ne* funtuojtjjmifunerali innalzati dallafempre memore , editrh*
mortai piet de' primi -urtuo/t della citt di Pavia nell<L->
chiefa di S. Giufeppe l'anno 1680. adi 27. novembre alfu
Jgnor Litici Scaramuccia Perugino pittor celeberrimo :
Di tali onori fon degni, e cos fignorilmente fidiftinguono anche gli uomini privati , allorch fono in una_>
qualche profetinone eccellenti ; e cos fu onorato , e diftinto Luigi ,,ch'era eccellente in pi d'una; imperoc
ch fu non folo bravo pittor , ma poeta , non minor poe
ta , che profatore , ed ugualmente profator , che geo
metra . Cos fin i fuoi giorni ; e fin anche in lui la fua
cafa; perch non ebbe figli mafchi , e delle due femmi
ne , chefuron le erede, una fi marit a Bernardo Racchetti bravo pittore d'architetture , e paefi , e l'altra fi
monac in S. Maria di Vecchiabia . Non lafci groffi
avanzi j perch generofamente fpendeva , e generofaM 2
men*

VITE
mente altres dipigneva, n dimand mai n prima , n
dopo d'aver fatti i lavori prezzo ad alcuno , e molti
eziandio anche a piccole perfone , ed a poveri religiof
ne regalava ; e diceva , che fccome egli non comperava
il tempo , e che poco fpendeva ne' colori , volentieri da
va via quel capitale , che quaf nulla gli coftava . Quefti,
ed altri innumerabili generof fentimenti , con cui dir fi
pu , che nafceflfe , confervo egli fmpre fin all'ultimo di
fa vita , n travi mai dal buon coftume , che pure gli
era innato, e famigliare. Imperocch ebbe fempre un aniino fnceriftmo, lontano da gare , da controverfie , e da
inimicizie , odiava la maldicenza, ed il parlare ofceno ,
ne dipinfe mai cof impudica . Era alto , e pieno di cor
po, di faccia maeftofa , e gioviale , con occhi grandi , ne
ri , e vivaci , di color vermiglio , larga fronte , e capelli
canuti , lunghi , e folti . Amava etemamente la pulitez
za, e veftiva nobilmente. Tutte qualit che unite al nobil
fuo tratto , ed al venerando fuo portamento gli conciliai*
rono quella ftima, quale da me ftata brevemente defcritta.Lafci non pochi fcolari di grido,e tra quefti i primi fu
rono ilcavalicr AndreaLanzanijche dopo aver fatti molti
be' lavori in patria , e per la Lombardia , fu chiamato ali'
Impero , ove ricev la croce , e diede non poche prove
di fuo valore , e Pietro Mozzina, che pur molto dipinfc
in patria , e fuori . N altro ho potuto fapere di certo
della vita di quefto infigne profeffore .

D F

P I T T O R I.

5>3

DI CIO. FRANCESCO ROMANELLI,


O N mai di loda baftevole encomiar fi po
tranno que' perfonaggi , che pi degli
altri inclinano ad efltar la virt , e le
arti , ed a proteggere infeme infieme__
qual
i virtuofi
de' due
, e gli
maggior
artierila. meriti
N io ,diro faprei
il let
terato , che profeffa le lettere , od il protettore , che__>
le propaga . Porto bens ferma , e fcura credenza , e
credo certamente di non m'ingannare , chemaa,sior benefizio faccia alla repubblica Litteraria chi i letterati
protegge , e rimunera , perch l'arricchifce di molti fuggetti ; che il letterato , che l'arricchifce di f folo . Ed
in fatti affai poco ella crefcer s' veduta , allorch man
cati fono i Mecenati , gli Ottaviani , i Trajani . N d'
altronde proceduto, che nel tempo fteffo mancati fieno
gli Ora.li] , i Virgilj , i Flinj ; n mancherebbero mai in
verun'arte gli artefici fngolari , f non mancaflfero mai le
ricognizioni , ed i premj , avendo tmpre il mondo uo
mini atti a divenir eccellenti ; ma , o non fon conofciuti ; perche fc ne fa poco conto , o non s'efercitano ; per
ch non ne fperano il guiderdone . A che fervila farebbe
al noftro Gio. FraHcefco la naturale inclinazione alla pit
tura , e l'abilit, che fin da fanciullo moftrava, fela_.
beneficenza del vicecancelliere cardinal Barberini non 1'
avefife prefo a proteggere , e fbccorfo di dieci fcudi il
mefc col comodo delle ftanze , e della cucina . Poco gio
vata gli farebbe la cura di Gafparo de Angelis fuo paren
te , a cui raccomandato l'aveva il padre, allorch da_>
Viterbo, ove ne' d 14. di maggio degli anni 1 6 1 7. era
nato , lo mand in Roma : Meno la direzione del mae-"
ftro Cortona , cui il Cardinale l'avea appoggiato : Nien(e l'amore del Bernini 3 che anche a difpetto del Corto
la
-

^ C/

P4

VITE

na l'ajutava dopo che giovinetto ufc di fua fcuola , (


non avefTe avuto modo da vivere , e da mantenerli per
i/ludiare. E quando anche fuperate aveflfe quefte difficol
t , che poche volte fi fuperano , e fofTe flato il migliore,
e pi ammaeftrato allievo di Pierro,come avrebbe potuto
liberarfi dalla febbre etica, che gi per le fue gran fatiche
s'era talmente in lui radicata, che ridotto l'avea in iftato
di non poter vivere, f il cardinale non i'avefTe fatto affiftere da' propr j medici , e non l'aveffe anche mandato a
Napoli a rimetterfi in falute col benefizio di quell'aria ,
e col favore del cardinal Filomarino, a cui l'aveva cal
damente raccomandato * Come .avrebbe potuto aver fubito quell'opere private, e pubbliche , che il cardinale
gli fece fare per f , e gli ottenne da altri , e che io an
dr or ora .rammentando , dalle quali incoraggiato il gi
efperto garzone 'prefe maggior animo di poterli coll'indefefTa continuazion degli fhidj maggiormente alla per
fezione ;accoftare . Voleva il cardinale regalare il Red'
Inghilterra , ed il duca di Jorch fuo fratello , e fece fare
a Gio. Francefco due quadri di quindici palmi.<Taltezza ,
e di venti dilunghezzajjnipprefntanti l'uno il convito
de' Dei, e l'altro un ricco, e nobile baccanale. Ivi a perch
f li volle ritenere per f , glie ne ordin alcuni altri ; e di
manoinmanocheliterminava,li trafmetteva in Inghilter
ra a quei fovrani.Preferoin veder poi le cinque tele di fon
do d'oro lunghe venti palmi, ed alte quindeci,rapprefntanti diverl ftorie del teftamento vecchio, regalate loro
dal cardinale con altra fimije dipinta dalBernini , tal ge
nio all'autore , che voluto l'avrebbero in ogni modo alla
corte , f il cardinale per varj , e giufti motivi difpenfato non fi fofTe dal mandargliele. Veduti quefti quadri dal
Pontefice, gli piacquero tanto , che fatto chianar/Gio.
Francefco , e fattegli molte elibizioni,-e finezze , gliene
ordin uno che rapprefentaife una piet , .che terminatoben

D '

PITTORI.

ben prefto da lui, fu fubilo portato al Pontefice , il quale


oltre il generofo regalo, che gli fece dare, gli ordin, che
dipigneffe in alcune ftanze del palazzo Vaticano . Dipinfe in una non molto grande preffo a quelle dipinte da Raffaello . Dipinfe in altre che S. S. avea fatte riftorare nell'
appartamento delle logge di mezzo ; e vi rapprefent le
gefte della contefla Matilde . Dipinfe nella cappella /
greta del palazzo nuovo il quadro, che rapprefenta la-,
nativit di Ges - Tutte quefte opere fatte maeftrevolmente da lui nel palazzo Vaticano d'ordine del Pontefice,
gli fecero acquiftar molto grido ; e non minore n'acquift per quelle , che fece d'ordine del cardinale nella Bafilica $ ove color il quadro della prefentazione della Ver-,
gine al tempio , l'altro del S. Gregorio , e l'altro del
S.Pietro, che libera una fpiritata da'demonj. Ebbe_j
poi tante varie commefloni di varie opere da altri:, che
difficilfar a poterle tutte annoverare . Far dunque_
menzione fol di quelle, che giunte fono a mia notizia,
e credo franno le pi rinnomate, e le pi rare . Color
molte tele per Carlo Albani , quattro ne color per LorenzoChigi, e vi rapprefnfo Ulfle , Cleopatra , Poifena , e Venere, quattr'altre ne color pel cardinal
Coftaguti , e vi rapprefnt le quattro ftagioni . Oltre
il premio , e prezzo , che di xjuefte per mezzo del cardi
nal Barberini confegu Gio. Francefco, procur S. E.
che cercava per ogni verfo occafioni di moftrargli fempre
pi il fuo affetto , che forte, dacch ito era per alcuni
fuoi affari a Viterbo , afcritto a quella nobilt , ed ebbe
il luogo nel magiftrato , ed imparent con famiglie ric
che , e nobili . A quefti onori vollero aggiugnerne uno
anche gli accademici di S. Luca, colPeleggerlo principe
della loro accademia . E feguitando egli tutta via a farfene da f col pennello indefeffamente operava , e con_>
calore -, perch tornato a Roma color l'immagini di San
Mau

96

VITE

Mauro , di S. Bono in S. Loretfzo in Damalo : Colori


nella chiefa delle monache di S. Domenico , e Sifto una_,
tavola colle immagini della Madonna del rofario, di
S. Domenico , e di S. Caterina : Altra ne color per un
altare della chiefa delle monache di S. Ambrogio coli'
immagine di Crifto depofto dalla croce, a competenza d'
altra dipintavi dal Cortona : Altra pel feminario Roma
no colla Madonna , ed il Bambino : Altra per la chief di
S. Jacopo a porta Settignana coll'effigie del Tanto : Altra
per la chiefa di S. Carlo de' catenari con quattro fanti :
Altra per la chiefa di S. Carlo alle quattro fontane colla
beata Vergine , e con Ges . Lavor nella volta della_,
cappella del marchefe Raimondi a S. Pietro in montorio;
e vi rapprefent S. Francefco , che va alla gloria del Paradifo , che ha molto patito per efferfi quafi tutta fcroftata ; e molti pretendono , che non fia opera fua . La
vor in una ftanza del palazzo del duca Lanti alla fapienza , e vi efpreffe alcuni fatti degli antichi Romani :
Lavor nel palazzo del marchefe Coflaguti a piazza_>
Mattei , e vi figur una Galatea : Lavor nel palazzo
del duca Altemps alTAjyxollinare , e deline in una ftanEa alcune favole de' Dei : Lavoro finalmente molto ne'
cartoni per gli arazzi , che il cardinal Barberini faceva^,
fare per la fua guardaroba , e per i mufici della chiefa di
S. Pietro . Salito in quefto mentre fui trono per mor
te d'Urbano Innocenzo , e paflato il cardinale con altri
di fua caf per le note turbolenze a Parigi , propofe al
cardinal Mazzarini per alcune opere che far voleva il fuo
Gio. Francefco , che da lui accettato , gli fu fibito fcritto , che s'accignelfe al viaggio , come immediatamente
vi fi accinfe , ed ebbe tre mila fcudi per le fpefe . Arri
vato alla corte, fu per mezxo del cardinal Barberini beni
gnamente accolto dal cardinal Maizzarini , e fuffeguen'temente. dalla Regina , e dal Re, che gli ordin diverfl
lavo-

D ' P I TT OR I.

07

lavori j>e1 rea! palazzo , ed altri glie ne ordin pel fuo


U cardinal Mazzarini . Poco oper allora nel primo ; ma
molto , e molto fatic nel fecondo ; perch rapprefent
molti /oggetti delle metamorfofi d'vidio nella galleria .
Andaron pi volte a vederlo dipignere il Re , e la Regi
na ; e porch egli moftrava qualche non leggier foggezione nelle prime , e s'afteneva non Colo dal ridere , e__
motteggiare fecondo il fuo fblito , ma ancora dal parla
re ; gli ordin il Re , che non alteraflfe punto il fuo coftume, e gli diffe che voleva onninamente fentir da lui
alcuna di quelle iftoriette , che egli fbleva narrare agli al
tri , in cui veramente era affai leggiadro, graziofo.
Inanimito Gio. Francesco da' comandamenti delRe_j,
fciolfe la briglia alla lingua , ed allo fpirito , e tratt
poi fempre con S. M. famigliarmente, anche frammetten
do alle volte qualche fpiritofo fuo detto . Per la gra
zia /peziale , Che godeva del Re , e della Regina , aveva
egli fatta ftretta amicizia co' cavalieri , e colle dame__
della corte , che andavano a vederlo elle pure dipignere; ed allorch ftavano un giorno in truppa affollate_j ,
titiaffe tra le figure che dipigneva il volto di quella ,
che gli pareva pi bella . Vedutof ci il giorno fuflfeguente dall'altre, nacque tra loro qualche non piccolo
cicaleccio , e bisbiglio , e quindi altamente fgridandonelo , fel ebbero a mangiar vivo colle querele , e co' rim
proveri : 'Signore me , gentilmente egli rifpofe , io ho
filo una mano da dipignere ; e bench tenga nelFaltr.L-3
molti pennelli , e che d tutti ugualmente di quando //!__,
quando , fecondo che ad uopo mi viene , miferva , fervir
non mipojjb , che a"uno per volta , e voijete molte . Com
pero i colori i ed i pennelli vero; m a nulla mi cojtano ,
quantunque troppo generofamente da S. M. miJipaghino ,
Spennellate . Se vorrete dar tempo , deggio tante altrefi
gure dipignere primacch compifca fopera , che aw modo

di

VITE
di contentarvi tutte , e niuna di me aw occafone di la*
mentarf-. Ma le dame , che n punto, n poco intendevano il linguaggio Italiano j ed egli tuttocch l'intendefle, fpiegar non fi fapeva ancora nel Franzefe , feguitavano tutta via di mala maniera a rampognarlo , finch
giunfero alcuni cavalieri , che fecero da interpreti , e fi
quietarono; ed egli di tutte fece nel profeguimento deli'
opera i ritratti : E mentrecch cos con loro s'andava_
fovente divertendo , e che tra effe fpefle volte nafcevano delle calde controverfie per chi efiTer dovefle la prima ,
camminando inavvertentemente un giorno per lo palco,e
non vedendo che giunto era al fine , cadde precipitofo in
terra ; e fu obbligato a ftare molte fettimane a letto . In
credibili furon le cortefie , e le finezze , ch'egli ebbe in
tal occafione dal Re , dalla Regina , e da' primar j figaori della corte , che tutti a gara procuravano di follevarlo , e di farlo ftare allegramente , perch men fenfibili
gli foffero i difagj del male , e perche guarir potefle pi
preftamente . Guarito alla fine, ritorn al fuo lavorio ,
ed in vece di lagnarfi de' fofferti travagli della caduta, gli
agognava, e diceva, ficcome difTe poi fempre, Banche
a' fuoi amici in Italia , che giorni pi lieti, e pi felici
di quelli non aveva mai in vita fua paflati . Terminato
il lavoro , e fattine anche altri per altri perfonaggi , ri
tra al vivo il Re, e la Regina , che vollero eflere ritrat
ti da lui , primacch tornafle in Italia , dacch fi prepa
rava alla partenza , perch era anche il cardinale con_>
tutta la cafa Barberina fui partire . Di mala voglia per
s'induceva il Re a dargli licenzia , gliela conced poi per
la promefia fattagli dal cardinale, non meno che da lui di
ritornare ben prefto alla corte . Ebbe quindici mila fcu
di di regalo dal Re , ebbe un oriuolo tutto tempeftato di
gioje dalla Regina , ebbe un anello con un groflfo diaman
te dalcardR-alMazzarini3 ed ebbe moltiflmi altri re
gali

D ' P I TT O R I.

99

gali da* cavalieri , e dalle dame della corte . Partito dun


que tutto allegro, e contento in compagnia di que' fignori da Parigi , fu nobilmente per viaggio trattato , e
tenuto fmpre alla lor menfa . Arrivato a Bologna , e_>
vedute le preziof memorie de' celebri pennelli de' Ca
iacci , e de' difcepoli, tanto f ne invagh , che non f ne
(ape va fiaccare . Dimand loro licenza di potervi (i fer
mar qualche giorno , e prontamente ottenutala , elfi
s'incamminarono alla volta di Roma , ed egli reft in_,
Bologna in compagnia di quei cavalieri , che gli fecero
mille onori , e mille cortefie . Ebbe nei partire varie_j
commefloni da' medefimi, alle quali prontamente foddisfece nel fuo arrivo alla patria , ove felicemente giun
to farebbe anche per le non ordinarie. finezze , che ricev
nel paflfar per Firenze dal Granduca , f poche miglia_,
lontano da Bologna non foflfe ftato da alcuni mafcalzoni
aflfalito . Aveva egli feco un femplice fervidore ; e per
buona lor forte n l'uno , n l'altro era troppo ben veftito , n portava gran danaro ; e cme parlavano tra loro
in lingua Franzefe , per Franzefi furono tenuti , e coftrctti folo a lafciar quel poco danaro ,-che avevano , fnza al
cun aggravio della Vita . i trattenne alcuni mefi a Viter*bo , ne' quali non iftette oziofo ; perch ognuno di que*
nobili cittadini, che l'afpettavano gi con gran defiderio,
voluto avrebbe da lui qualche memoria di fuo pennello .
Molti ne content , ma non pot contentar tutti ; per
ch il cardinal Brancacci , che n'era vefcovo , volle onni
namente che dipignefl la tavola dell'altar maggiore del
la cattedrale , in cui effigi con vaga invenzione S. Lorenzo; e rimaner non fi pot dal dipignerne altra per la
compagnia di S. Rocco . Aveva fin dal tempo , che in_*
et di tredici anni andava a fcuolaa' Gefuiti, dopo il pri
mo fuo ritorno daRoma,fatto nell'oratorio della congre
gazione degli fcolari un quadro per l'altare , e rappreN 2
feu-

ioo

fntato v'avea la viftazione della Madonna, Pand 'a


rivedere per curioft un giorno, e trovatolo un po' difettofo , voleva ritoccarlo . Ma i Gefuiti , che anche per pa
rere degl'intendenti lo filmavano, perla tenera et in cui
egli fatto l'aveva r un prodigio , vollero che per fua me
moria in quel modo intatto , e puro reftale . Fu trattanr
io chiamato dal Granduca a Firenze, ove fermatoli qual
che tempo, fece per S. A. R. diverfi quadri , e ne fu gener
rofamente ricompenfato . Part pofcia alla volta di Ro
ma, dove per qualch'anno non era flato ^ ed arrivato a
Viterbo poco vi fi trattenne, perch profegu l'intraprefb viaggio. Giunto in Roma con applaufo univerfale_>
degl'intendenti , ma con poca foddisfazione de' profeflori , che di mala voglia /ffrivano le fante Hiftinfrioni , che
gii vedevan fare , e che tutte l'opere da farfi fi deflero a
lui . Volevano i fuperiori della chiefa dell'Anima far dipignere la volta della fagreftia , ed a lui rivolfer lo fguardo . Accett egli l'invito, e ben tofto vi efpreffe l'affunzion di Maria .. Bramavano i padri di S. Filippo , cui
giufto allora compiuto avea il Borromini l'oratorio , d'
ornarlo di pitture , ed a lui ne diedro l'fncumbenza^. .
Abbracci egli il partito , ed effigi nella volta la beatili
lima Vergine incoronata con ricchiiTma gloria d'angeli .
Aveva ftabilito l'Univerfit degli orefici di fare abbellire
la prima cappella alla delira della lor chiefa di S. Eligia ,
e ricorfe a' pennelli di Gio. Franceico .. Non ricus, egli
l'efibizione , e figur nella tavola dell'altare l'adorazio
ne de' Magi , ed a' lati le Sibille , che la riempion di
fiori .. Doveva il Capitolo di 5. Marco provvederli di
pittore, per dar principio all'opera della tribuna della_,
chiefa , e ne preg Gio. Francefco . S'accinf egli all'iraprefa , e vi color nel mezzo S. Marco col lione; poicch richiamato dal Re di Francia a Parigi , terminar
non la pot , e fu terminata dal Borgognone . Tornato

dun-

D JE'

P 1 T T 0-R I.

io i

a Viterbo , e dato fefto agli affari di cafa, per


gagnervi pi follecito fecondo l'ordine , che ricevuto
avea in Roma dal regio miniftro , da cui ebbe per tale ^
effetto mille doppie, s'incammin a quella volta , e fempre profeguendo per terra il cammino v'arriv felice
mente in men d'un mef .. Se prima gli erano ftate fat
te dal Re, dalla Regina y e dalla corte gran finezze^-
maggiori gite ne fecero allora j e volle S. M. di perfona
condurlo all'appartamento de' bagni , che deflinato avea
di far dipignere . Vide , e rivide attentamente i fili Gio.
Francefco , e rifolv di rapprefentarvi i fatti pi illuftri
dell'Eneide di Virgilio .. Piacque- a S. M. il penfiero , ed
ei mife fubito mano a' difegni per dar principio all'opera*
Ma non era giunto ancora aliamel, che non cadde co
me prima dal palco , ma in altro male y che in brevfc_j
tempo lo riemp di gomme , e di doglie , e condotto P.
avrebbe anche alla morte, f il Re premurof di fua falute
non l'aveffe da' proprj fuoi medici fatto curare , che lo
guarirono finalmente ,. e divenuto a proprie fpefe pi
cauto f ne flette dopo affai ritirato , godendo folo de'
divertimenti della corte , e di quegli che a bella pofta gli
faceva preparare il Re nelle reali ville per follevarlo . Ri
torn dpo qualche mef al lavoro, e fenza la/ciarvi mai
mano , lo fin pi prefto eziandio di ci che S. M. fi ere-*
deva . Bramava ella che fi fermaffe alla corte , e ne l'ave-'
va pi volte fatto richiedere anche dalla Regina ; e per
ch ricufava l'onorevoi'invito, per cagione della numerofa famiglia , che lafciata aveva alla patria , voleva il
Re , che la conducete tutta alla corte , e con quefto pat
to gli accord la licnza di tornare in Italia dopo averlo
regalato di femila dobble , e dichiarato cavaliere dell'or
dine di S. Michele . Lo regal di preziofe gioje la Regi
na , e d'altre lo regalarono ancora alcuni perfonaggi , a'
eguali fatti aves diver.fi quadri Partito dunque immedia-

102

VITE

tamcnte con animo determinato di ritornar tolto alla_,


corte, appena arrivato era alla patria , che fu chiamato
a Roma dalla cafa Barberina , per cui dipinfe pi di due
mef , ed in fine copi il celebre ritratto , che d'una fua
cara amica fatto aveva Raffaello . Quindi d'ordine della
principeflfa D. Anna dipinfe tre quadri per la chief delle
monache di Reginacoeli . Vedefi in quello deli' aitar
maggiore la prevniamone della Vergine al tempio , fi
vede nell'altro S.Giovanni Evangelifta,che la comunica,
e S. Teref nel terzo. Dipinfene tre altri d'ordine del cardinal Cerri nella fua cappella al Ges . Mirafi in uno
S. Carlo genufleffo a' piedi della Madonna fdente fvra
un gruppo di nuvole , nell'altro la nativit di Ges , e
nell'altro I Magi che l'adorano . Dipinf per la chiefa di
S. Agoftno, S. Tommafo di Villanuova , che fa la limofina . Dipinfe per la cafa profeffa del Ges otto tele
in lama d'oro a uf d'arazzi , Tapprefentanti divert mira
coli di S. Francesco Borgia , che vollero per la canoniz
zazione del fanto i Gefuiti Spagnuoli, ad imitazione d'al
cuni altri , ch'ei preventivamente fatti avea pel Re d'In
ghilterra j e dipinf molti altri quadri per fuori . Mandonne alcuni nel regno di Napoli , mandonne per la Tofcana , e molti f ne confervano in diverfe cafe a Perugia,
e nella chiefa del Ges l'Affunzione . Ne mand per la_i
Lombardia ; e fu chiamato a dipignere alcune ftanze del
ducal palazzo dalla repubblica di Venezia, -ove, e per
la parola 'data al Re di ritornare in Francia , e per aver
negato al Re di Pollonia d'andare al fuo fervizio, fi fcus
di trasferir. 'Si metteva intanto all'ordine pel nuovo
viaggio di Francia, e fi licenziava gi dagli amici di Ro
ma , quando accomodate ivi tutte le cof part per la pa
tria j e mentrecch ivi pure cercava d'accomodar pi
prefto che poteva gli affari di cafa , difponeva Iddio diverfamente. Imperocch (rprefo di repente dacruda_,

fefc*

D ' p j TT o R i.
febbre , e dal folito Tuo male della podagra , che l'at
tacc nel petto , fu ad io. di novembre dell'anno 1662. 1662
coftretto a lafciar gli agi , le piume , Ja fortuna , e le_>
ricchezze , ed a pagare alla morte il debito contratto
.'co nel nafcere da' viventi , fpirando tra le braccia_
del cardinal Brancacci , che l'affifte continuamente con
non ordinario fuo difpiacere , de' parenti , della nobilt , e degli amici , Fu il giorno feguente il cadavere efpoflo con nobil pompa nella chiefa de' padri Carmelitani
fcalzi , ove egli fabbricar faceva una cappella a proprie
fpefe, che compita poi dagli eredi,fu negli anni 1711. dal
luogo dove allora era ftato ripofto , trafportato nella fpoltura della medefima dedicata con un quadro fatto da
lui alla fantiflma Nunziata , fenza alcuna ifc.rizione , o
memoria . Era egli benfatto di corpo , e di faccia , bruno
di colore , nero di crine , e alquanto calvo ^ di propor
zionata ftatura , di temperamento macilente , e afciutto , di non perfetta falute , tuttocch vivo , e focofo ,
di natura allegro, gioviale, e faceto, affatto lontano
dall'interefle , e dalle doppiezze , vero amico , elemofiniere , grato , ferviziato , e di buon cuore . Pi di cin
quanta mila feudi di capitale lafcio a dieci figli , che eb
be con Beatrice Tignofini fua moglie , che era delle prin
cipali famiglie di Viterbo . Le quattro femmine prefero
l'abito di S. Francefco nel monaftero di fanta Rofa , due
ne fn morte , e due ancor vivono . De' fei mafchi Mar
co j e Carlo che eran gemelli, moriron giovani , il primo
canonico della cattedrale , il fecondo Gefuita . Giufeppe cadde da un'alta loggia di feno alla balia, che l'allatta
va, ed in cotal guifa , prima quafi che cominciati gli aveA
fe fin i Tuoi giorni Antonio entr nella compagnia di
Ges ; ma poco per la debolezza della compiendone vi
pot (lare; ed ufcitone venne in Roma, s'addottor
nella Sapienza , attefe alla curia per far l'avvocato , per
d

104

VITE

d poi affatto la falute , e tornato in patria mor etico ,


e volle veftito dell'abito della compagnia, donde era_>
ufcito effer (polto fra gli altri religiofi a S. Ignazio , Ur
bano che applicava , come or or dir alla profeflone del
padre, m et giovanefca s'accas con Caterina della Leg
ge delle buone famiglie di Poggiomirteto -con confiderabil dote , ed il giorno dopo le nozze forprefo da mali
gna febbre, nel decimo quinto pafs a miglior vita . E
Bartolommeo, che reft l'ultimo, e che era capitan di mi
lizia, pre( per moglie Francefca Calabrefi zittella di
chiaro lignaggio , colla quale , perch non ebbe m ai fi
gli , iflitu nell'anno i6y6. , in cui mor /ua univerfal
creda Maddalena della nobil cafa del Palagio , che ma
ritatafi a Lodovico Veltri gentiluomo di Viterbo , v'ha_>
avuti otto figli , quattro de' quali etfendo in et pueri
le gi morti , toccher agli altri che rimangono in vita_.
il propagare il cognome Romanelli , ficcome ne anno il
pef. E Bartolommeo il maggiore , che con Vergi nis_>
Carcarafi fua prima moglie aver non pot che una 'figlia,
quattro finora ne ha con Ipolita Maria Bacci , che ia
feconda , l'una, e l'altra di /chiatta illuftre , ed antica .
Non ebbe Gio. Francefco fcolari di grido , quantvmque
fempre foflfe piena di giovani la fcuola . Mut per nel
primo ritorno, che fece da Parigi maniera, e nell'ope
re fatte dopo , vi fi vede maggior grazia , e maggior te
nerezza , tuttocch anche l'altre graziol fo/fero . Il mi
glior foggetto , Ce fofle viflfuto, farebbe /laro il fuddetto
Urbano fuo figlio , che dopo fua morte frequent la /cuo
ia di Ciro Ferri ; ed il cardinal Barberini , che tenuto 1'
avea al /gro fonte, ne volle aver particolar cura, e pro
tezione, ritenendolo preflb di (, e facendogli copiare
i quadri pi belli , che aveva nel fuo palazzo , ove
fenza andar altrove per l'altre gallerie , e per le chief
vagando , ben poteva pienamente foddifarfi , e fludiar
quan-

P 1 T T O R I.

105

quanto voleva , giacch ve n'erano di tutti i migliori


pittori . Niente ^ bench molto mi fi dica , che opraflfe in
Roma , di lui fi vede in pubblico, falvo le due gran tele,
che.fervono il luned di paramento a' pilaftri della cap
pella Barberina in S. Andrea della valle per l'efpofizione
del Santiflmo -, ed in privato ho fol vedute alcune Volte
dipinte da lui nelle ftanze terrene del mentovato palaz
zo . And adipignere nella cappella del fantiffimo Sagramento del duomo di Velletri , e fu chiamato dal cardinal Rrancacci a dipignere la volta della navata di mez
zo del duomo di Viterbo . N altro giunto a mia noti
zia da poter qui n di lui , n del padre , n d'alcun al
tro di cafa fua per maggior lume dell'intrapref racconto
rammentare -

DI CARLO LE BRVN.
RALLE glorie del fortunato fecolo del
gran Luigi non la maggiore, n l'infima
quella d'avervi avuti uomini nelle beli'
arti della pittura , e della fcultura eccellcntilimi , E di vero, quando mai nel
fioritiflmo regno di Francia alcun altro
Re n'ebbe di quefta razza ? Secolo per i fudditi tanto fe
lice , quanto pel Re gloriofo , ed abbondante per la ma
teria, che ho imprefa a trattare , nello fcrivere le loro vi
te . E quantunque io non {feriva quella del Poufln , che
meritevolmente chiamar fi pu il Raffaello della Francia,
perch diffufamente il Bellori la fcriflfe , e d'altri bravi
profeflfori , che tralafcio eziandio di rammentare , per
non ne aver le neceflfarie notizie , riftrignerommi a po
che , ed ora a quefta di Carlo , che acquift col pennel
lo tante ricchezze , tanta fama , e tanti onori , che il
nome fuo far fempre celebrato per illuftre , infigne , ed
Q
ini

VITE
immortale. Nacque egli negli anni 1619. ad 22. marzo
in Parigi , e nell'et de' tre fu veduto dal padre che era
fcultore, difgnar pi volte intorno al fuoco co' carboni .
Ebbe i primi principj da Simon Vovet ; e talmente avan
zar fi feppe in quella fcuola , che in breve tempo fuper
tutti gli altri fcolari , e di quattordici anni fece il ritrat
to del padre , e dipinte un rcole pi maeftrevolmente ,
che da giovinetto fcolajo s'afpettaffe , e che per i pochi
giorni , che v'impieg gli fi dovefle . Quindi fempre pi
abilitandoli coll'operare , e dipignendo per varj fignori
del regno, curiofo di vedere i prodigj dell'arte, preg il
cancelliere Seguier , che gi prefo l'avea a proteggere ,
a permettergli il venire in Italia . Gli fmminiftr il
cancelliere il danaro neceffario pel viaggio , lo racco*
mand in Roma al Pouffin , e gli promife d'ajutarlo .
Giuntovi egli felicemente, l'and fubito a trovare, e
flette fotto fua direzione per alcun tempo , fempre ve
dendo , confderando , e ftudiando full'opere pi rare ,
e particolarmente fu' baffi rilievi , e fulle ftatue .: N fi
content folo di quefto fhidio ; perch acquift moltiffime belle cognizioni colla lettura di buoni libri , che gli
furono di gran vantaggio nell'iftoriare . Molti quadri
fece in Roma, ma niuno , che io fappia ve ne lafci ;
perch era tale , e tanto il concetto , con cui di Fran
cia part , e cos fmifuratamente anche crebbe nell'
avervi mandate alcune fue opere , che que' fgnori volle
ro tutte l'altre , che ei vi fece per loro , eccettuatene al
cune, che ne mand al Granmaftro di Malta. N po
tendo pi a lungo foffrire fua lontananza, lo fecero ri
tornare alla patria , ove arrivato, fu diftintamente accol
to dal cancelliere , e da tutti loro , e ne ebbe varie commefloni . Si mife dunque fubito a dipignere con calore ,
e mentrecch intento dipigneva per dar gufto a tutti a
propofe d'iftituire un'accademia , che coll'ajuto del cancel-

D '

P I T T O R I.

107

celliere idi ftabilita . Conofciuto poi dal cardinal MazZarini , fu da lui fatto conofcere al Re , e dichiarato fuo
primo pittore , e foprantendente generale di tutte quell'
arti , che d'ordine regio con particolar gloria del Re ,
e con fmmo benefizio del regno s'efercitano nella real
fabbrica de' Gobelini . Fu fuffeguentemente da S M.
impiegato in abbellire i reali palazzi , ove opr afTaiffimo . Ma nelle gallerie del Louvre , e di Verfilles fece
veramente vedere quanto l'arte f far col pennello ; e_
quanto il buon gufto inventar poflfa in genere d'argente
ria , di tappezzerie , di mobili , di fcultura , e d'archi
tettura ; perch egli fu il direttore di tutto ci , che vi
fi vede di pi (ingoiare , e di pi bello. Oltre l'opere_j
fatte da lui pel Re , e per la Regina , molte ne fece per
lechiefe di Parigi . Vedonf nefla metropoli tana xlue__
quadri , di cui l'uno rapprefenta il martirio di Santo
Stefano , e l'altro la crocififlone di S. Andrea . Vedonfene alcuni nella chiefa, e negli oratorj delle monache
Carmelitane del borgo di S.Jacopo , rapprefentanti di
vert nobili , e divotifoggetti , Un altro fe ne vede a*
Cappuccini del detto borgo , in cui efprefTe la Prefenta^.ione al tempio. Dipinf la cappella del Seminario di
S. Sulpizio; e dipinf nel refettorio de' padri di Picpus.
N tralasci di dipignere per diverf cavalieri . Dipinfe
nel palazzo dell'abate della Riviere a piazza Reale . Di
pinfe nel palazzo de la Baziniere, avendo rapprefentato
in una ftanza Pandora , e nella fala le Mufe . Dipinfe la
galleria del palazzo di Lambert . Dipinfe gli apparta
menti del palazzo de Vaux , che in oggi appartiene al
marefcial di Vilars ; e dipinfe in varj altri palazzi di Pa
rigi , e del regno. Jnnumerabili fono i quadri , che in
diverf tempi fece per fuori . Ne anno alcuni gli Inglef ,
altri ne fono in Ifpagna , non pochi f ne confervano in
Italia , di molti fi pregia la Germania , e tutti inficine
O a
s'am-

io8

VITE

s'ammirano in ftampa da tutta Europa . Lo che toglie a


me la fatica di defcrivelli , e nominarli a uno a uno in_>
quefti fogli . Fece molti , e molto vaghi , e ben compo
rti difegni , che egli fteflfo un per maggior benefizio dell'
arte , e per appagare il genio de' curiofi , e degl'inten
denti in un volume . Scrifle con non ordinaria erudizio
ne , ed eloquenza due trattati , uno della fifnomia , e
P altro delle pafloni . Intraprefe a colorire in tela 1'
opera de' mifterj della palfione del Signore , de' qua
li quattro maeftrevolmente al fuo folito ne comp \ e__
mentrecch ftava nell'anno 1690. indefeflb d'intorno al
quinto , gravemente inferm, e fenza poter terminarlo,
i'9o termin nel d 12. di febbrajo del fudetto anno nelfuddetto luogo de' Gobelini il corfo di /ua vita ron eftremo
dolore degli amici , de' profeffori , della corte , e del
Re . Furongli fatte magnifiche , e nobili efequie in San
Niccol di Chardonnet , ove egli in vita elefle il fepolcro per f, per la madre , e per i pofteri in una cappella
da lui erettavi , e riccamente adornata dal fuo pennello 5
rapprefentando il quadro dell'altare S. Carlo Boromeo ,
che era fuo particolar protettore . Fu la prima la madre
a effervi /polta , e fi vede il ritratto fcolpito in marino
da Golignon colla feguente ifcrizione .

Satiabor cum appartieni gloria, tua .


Si vede quello del figlio fcolpito da Coyfvox colla
Sguente altra .
A la memoire
De Charlei le Brun.
Ecuyer , Sieur de Thionville , premier pentre dtt
, diretfeur Jei Manufaffurei rodale: dei

D Pi TTO'R I.
tlrefteur-CljanceUer de VAccademie royale 'de periture '
& fiulpture .
3
Son genie nafte , *fupcreur le mit enpeu de temps
tilt defui de toui lei peintrei de fon /cele . C fut luy
qui forma la celebre Academie de pcinture ^ & de fiui
pture que Lov'n le Grand a depuis honore de fa royalz_j
protezioni qui a fourn dei peintrei ^ & dei fiulpteurs
a toute P Europe , ou elle a toujorus tenu le premkr
rang.
VAcademie da dejfiin de eette fuperfa Rome , qui
avoit eu juffa prefcnt Fawantage dei beaux Artsfur iotitei lei autrei Nationi le reconnut pourfin Prince en 1 676.
e en 1677. Ce fint fii dejjeim qui vnt repandu le boi-t^j
gout dam toui lei Arti , &fiui fa direftion Icifameufis
Manufaffurei dei Gobelini ontfourn lei plm predeux me-<
ubici , & le plm magnifiquvi ornemem dei maifim ro*
yalei .
Pour marque etemette defon merite Lovis le Grand
le ft fin premier peintre luy donna dei letrei autentiques
de Nobleffe , & le cambia defei bienfaiti . Il eft ne' a faris le 2 3 . de Mari 1619., & y eft mori dam lefein de la
piet le 12. defeurier 1690.
Sufanne Butay fa veuve apra auoir lev afin illuftre epoux ce monument defon eftime , & defa reconnoif*
fance fa rejoint dam le tombeau le 26. de 'Juin 1690.

Ebbe diverf altre cariche dal Re, fu onorato di


molti titoli, e della nobilt con arme particolare , e ,
diftinta, fpeflMmo S. M. lo regalava ; -ed una volta gli
don il fuo ritratto tutto tempeftato di groffi diamanti .
Regalavamo /pefllfimo ancora i principi del Sangue , ed
era generalmente ftimato , e venerato dal fiore della no
bilt di Parigi , e del regno. Regalollo generofmente
pi volte il Granduca di Tofcana , e con maggior geneTofit , allorch gli mand il proprio ritratto , che_>?
S.A.R.

-no

. -T: l-.-

S. A. R. richiefto gli avea per collocarlo tra quegli degli


altri illuftri profeifori della celebre Tua raccolta^-, e volle
di quando in quando per fegno dell'affetto che gli portava
carteggiar feco . L'eleflfero replicai amente per loro prin
cipe gli accademici di S. Luca di Roma . Tennerlo in-j
gran conto,, e lo diftinfem Tempre i primarj profefifori
del regno ; e lo frefTo Bernini , che nel tempo , in cui fi
trattenne alla corte, ftrinfe /co confidente amicizia , non
fapeva finir di lodarlo. Am la converfafcione de' virtuofi , e proccur di promuoverli e di follevarli . Diyertivafi bene fpefifo cogli amici; e fovente li riteneva_,
feco a tavola . Aveva una bella galleria di quadri (celti .
Si dilettava di pietre intagliate > di camei , e d'altre fi?
mili coferare, epreziofe, con cui andava arricchendo
il fuo mufo* Molto l'allettavala -campagna, e di quan
do in quando non iidegnava la folitudine , ove quieta
mente meditando, partoriva pellegrini > e vaghi penfieri^
eia fua bella villa di Montmorency ben lo f&9 e lo pu
alteftare . VifTe tmpre con ifplendidezza trattando/) da
cavaliere, e da ignore . Spefe molto :, perch era generolb , e liberale, e perch poteva /pendere per i gro
fi guadagni, che faceva. Lafci un capitale di 'cento
venti , e pi mila lire , non a' figli , perch non ne eb
be , tuttocch aveflfe moglie , ma al primo genito di fuo
fratello , che era pittore ; ed egli che lo tenne al fagro
fonte , gli pofe nome Carlo , e erefcinto in et congrua.^
lo provvide d'una carica d'Uditore de' conti j al fecon
do genito poi lafci folo mille lire , che gli liiron paga
te dopo la morte Tua. S'accas il primogenito con Lodovica figlia di Filippo Qunaut Uditore de' conti dell'
accademia Franzefe , e celebre per i molti drammi , che
ha fatti , -che meffi in mufica dal famofoLulli , varino in_
ifcena nel teatro del Palazzoreale . Nacquero di lor ma
trimonio fi figli , quattro mafchi 3 e due femmine . L'
uno

DE*. flTTO.R /.

Vl|

uno de' marchi; chiamato Agoftino , cui il padre compr-d


la carica di Propofto dell'Ifola di Francia , fpos la figlia
dell'avvocato Cottm avanti la morte del padre , che
morUritorno al 1727. un anno prima della madre. Due
fi fon divifi dall altro , a cagione del matrimonio fatto da
lui fenza loro confenfo. La primogenita delle femmine
chiamata Lodpvica fi marit allo Chcuron granPropofto dell.armi del Re , e la feconda, che fi chiama Carlotta me foratamente,, e litiga co' fratelli . Era Car
lo di bello, e venerando afpetto,, di giufta ftatura , ma
corpulento, peno, eroflo di faccia, con nafo lungo ,
e larga fronte, di configlio,, di giudizio; e fece fimi
pre m cx^rte maggior figura , che di pittore , quantun
que egli ftintaffe affai pi il concetto , che degnamente
aveva di bravo profeflbre,, che era pregio fuo proprio ,
che qualunque altro , che ne avefle , che derivava dal v.olere degli altri , e dalla difpofizione della fortuna. Fu
fempre fpedito, e franco, nell'operare , ricco, e biz
zarro nell invenzioni, erudito, ed armoniofo nel com
porre, /aporito, e fpiritofo nel colorire, giudiziofo
nell elezioni , e nelle contrapoizjoni de' lumi , avendo
ornato a tempo l'opere fue d'architetture , di profpet ri
ve , e di paefi . Cinque fcolari , e non pi ufciron di fua
fcuola con grido j e furono ilVerdierj che flato fem
pre tutto attaccato alla maniera del maeftro . L'Hovafle,
che affatto f ne ftacc ; e molto per lui dipinfe nella gal
leria di Verfailles , e fpos , in tempo che era in Roma
direttore dell'accademia di Francia una figlia di Pietro
le Gros infigne fcultore , di cui fcriver a fuo luogo la_,
vita. Il Vernanfal , che molto altres dipinfe nella fuddetta gallera pel maeftro . Il Viviani famofo per ritrat
ti', e paftelli . E le Fcure famofo pure per i ritratti ; ma
quefti , e L'Hovaffe fono gi morti , vivendo gli altri tre
fon riputazione , e ftima, onorando la memoria di Carloj
che

che flato il primo de' tre,che collo fteflo nome nello fte
i tempo in Europa fiorirono per gloria del fetolo , per
vanto delle nazioni , per vantaggio della pittura , e per
pregio di quefti fogli . Imperocch fior in Parigi Carlo
le Brun , di cui abbiam gi fcritta la vita , fior tn Roma
Carlo Maratta , e fior in Bologna Carlo Cignani , de'
quali la priveremo .
JACOPO CORTESI.
i

O N Jacopo il primo tra i foldati , che


dalla militar difciplina pafifato fia allo
ftudio delle facolt pi fublimi , e del
le pi belle arti. N egli far' l'ultimo
tra' profeflbri ,che difprezzatro il nome,
____ la ftima , il credito della profetfione ,
ed abbandonati i comodi , il dominio , le ricchezze del
la cafa, i divertimenti , la libert , i piaceri del mondo ,
fi ritiri alla povert , all'ubbidienza , a' rigori delle reli
gioni . In qualunque fcienza , in qualfifa c/rciz/o , in
checch ma fci la, ;., .igni genere molti degli un, e degli
altri rammentar ne potrei j perch molti ve ne Cono ftati ; tuttocch fenibri affai diverfa dalla milizia , e dal
chioftro ogni altra occupazione . Ma quantunque ci paja
ftrano , e difficile , ed a prim'afpetto anche incomprenfbile , di leggieri s'intende da chi vi pone ben mente_j .
Imperocch eflendo i foldati avvezzi in guerra viva a
continue fatiche, fenza aver mai un'ora di quiete , ridur
non fi poffono all'ozio in tempo di pace. Perci -quelli
che inclinano al m ale, fi danno ad opere, ovili, omalvage , e o alle mobili , o fpeculative quegli , che incli
nano al bene . E conofcendo i profeflbri i di/prezzi ,
le fcarfe ricompenfe , le intere defraudate mercedi di lor
fatiche j paflano al dolce fervizio di quel fupremo Signo
re,

D tf PITTORI.

iij

fe", che traboccantemente paga ogni opera piccola , e


minima per grande, e permaflma. Lo che credo io,
inducefle ad abbracciar l'una dopo Taltra , ficcome nar
rer , il noftro Jacopo . Nacque egli a' 12. di febbrajo
1621. in S.Ipolito Terra non molto grande della diocefi 16*21
di Befan/n nella Francacontea , e pafs alcuni anni al
"'
foldo di Spagna tra le punte delle fpade, e le palle di
mofchetto in vive azioni - Finita la guerra s'invogli 4
e s'invagh dell'arte della pittura , che efrcitava Gio
vanni fuo padre , da cui aveva anche avuta da fanciullo
qualche iftruzion neldifegno, e vi fi applic fotto varj
maeftri in principio ; perch cangiando fpeflfo paefi, cangiava infieme infieme nel tempo ftefTo lefcuole^ Stette
prima alcun tempo a Milano , pafs a Verona , vide
Venezia , e fi ferm qualche mefe a Bologna in cafa di
certo pittor Lorenefe ; che vedendolo pieno di ri/petto , di volont , e d'attenzione , gli concep qualche non
ordinario affetto, e gli fece fare alcuni paefi d'invenzio
ne, chemife in moftra fovra la porta di cafa . Avvenne
una fera , che paffando Guido Reni per quella ftrada, die
de l'occhio ne' Quadri , e vedendoci un non fo che ,di
franchezza , di gufto , di fpirko , difle al Lorenefe ,
che bramava di conofcer l'autore 5 ed egli glielo mand
la mattina feguente a caf. Difcorfe feco lungamentc_>
Guido, efcorgendo femprepi nel fentirlo parlare fua
abilit , e difpofizione , gli efib la tavola , e le ftanze_j
in cafa, che accettate da lui , vi fi trattenne alcuni mefi,
ne' quali ricev da<Ju-ido , oltre il trattamento cortefe ,
affettuofi , e dotti infegnamenti , finch egli per l'anfiet , che aveva di veder Roma lo lafci . Partito dun
que , ed arrivato a Firenze , vi trov il Grabat , ed il
Montagna' pittori Olandefi , di cui l'uno dipgneva bat
taglie , e Paltro marine , ftrinfe amicizia con effo loro , e
vi convers qualche mefe , fempre oflfervando lor manie-

ra,

ja.v#d imitandola in alcuni quadretti , che fece per ven


dervi 'j perch gli era venuto meno il danaro 3 n aveva_>
altro mvdo da mantenerli. Venduti i quadri, profegu fuo
canMt'inOiperRotna , ove giunto , cominci fubito ad an
dar vedendo il pi raro, e il pi maravigliofo ; e_j
tanto ne vedeva , che a niente, ficcome accader fuole a
coloro , che troppo veggono, s'appigliava; e nel tem
po medefimo che flupor gli rendeva, gli recava altres
-confufione . Entrato poi nel Vaticano, ed avvenutoli
nella celebre battaglia di Coflantino dipinta da Giulio
Romano, quivi fifs di maniera tale lo fguardo , che_j
non lo fapeva fiaccare , e fiaccato che l'aveva , tornava
dell'altro a fifTarvelo . Piacqueglf talmente quefta opera,
tanto f ne innamor, che in cuor fi pofe di voler dipignere /piamente battaglie , e torn per alcun tempo
quafi ogni giorno a vederla, e rivederla. Alloggiava^
egli allora nel moniflero di S. Croce in Gerufalemme^ a
ove dall'abate , che conofciuto aveva in Milano , ebbe
non folo la tavola , e le ftanze , ma un aflegnamento di
dodici fcudi il mefe, che fu per lui uri buon rincontro ,
ed una gran fortuna. Fece per l'abate diverfi quadri
quafi tutti rapprefentanti zuffe , fcaramucce , e batta
glie . Era l'abate, ficcome molto fi dilettava di pittura,
grande amico del Cortona , e del Bamboccio , che allo
ra fi trovava, i in Roma , a' quali li mbfttr per fentire il
lor parere . Ne reftarbn tanto ammirati ambedue , che
andarono a vedere nelle proprie ftanze , ove dipigneva_*
l'autore, a cui giunfe molto nafpettata tal vifta:, tanto
pi quandoTeppe chi erano . Ebbe di loro qualche foggezione nel principio, e tralafciato avrebbe anche di dipignere } f effi'non glielo aveffero impedito, dicendo
gli , che quello era il loro precif defiderio .'Stettero pi
d'un'ora feco fempre lodandolo, ed animandolo , e__4
loftrando per lui non ordinario amotfe, donde poi Jacopo

DE*

PITTORI.

115

copo prefe motivo di prendere delfiflruzioni dall'uno ,


e dall'altro , ma affai pi dal Cortona , che fu vera
mente il migliore , e maggior amico che aveffe in Roma.
L'introduffe in varie cafe , fecegli flrigner amicizia con
Michelagnolo delle battaglie , che come nella di lui vita
ho narrato, per mezzanit del conte diCarpegna, cui
fatti aveva alcuni quadri , gi conofceva , e pot con_,
quelle nuove introduzioni guadagnar tanto , che lafciate Je ftanze di S. Croce , tolfe da f cafa a pigione . Spar
la/i in coial guifa la fama di fuo valore per tutta Roma.^ ,
gli ordin il marchef Sacchetti alcuni quadri , altri glie
ne ordin ilmarchefe Carandini , altri il Conteflabile ,
e moltiffimi l'ambafciadore di Spagna , e tanti ne fece__
per altri perfnaggi , che corfa anche fuori , ebbe da diverfe parti diverfe commefloni .. Ne mand a Napoli al
Vicer , al -cardinal Pilomarino , e ad altre perfone qua-^
lificate del Regno , Ne mand a Firenze al marchef Ridolfi , al marchefe Cerini , ed a altri cavalieri della Tofcana . Ne mand a Milan al baron Vattavil fuo paefano , e maeftro di campo dell'armi del Re di Spagna , e
ne mando, iM altri fignorj in diverf citt di Lombardia .
Dipigneva dunque con tutto il credito , e con iftma_>
univerfle , e a caro prezzo vendeva i fuoi quadri , al
lorch eflfendohe flati portati alcuni da un cavaliere Spagnuolo in Ifpagna , molti ne dov fare per altri di quel
regno , e tra per quefti , -e per quegli guadagn tanto ,
che avanzato avrebbe il danaro da poter comperare un_>
groflb (labile , f fpefb non l'avelfe nell'accafarfi perla
moglie. Ritrovavafi allora in Roma Grazio Vajani pittor Fiorentino , che aveva una bella, e molto onefla_,
figlia j '6 come egli trattava fpeflb famigliarmente con
Jacopo , e foleva condurlo di quando in quando anche
in cafa, davagli tutta lalibertdi converfar colla figlia ,
che fi chiamava Maria. Amando Jacopo pi affai il fuo
P 2
buon

n6

..VITE

buon coftume , che la bellezza , e vedendofi folo ,


tmpre pi per i continui lavori , che faceva ftare in
avanzo, ri/bl v di domandarla al padre per moglie ^
che eflfendogli ftata fubito conceduta , immediatamente
la /pos . Stette alcuni anni feco , e come non v'ebbe-j>
mai 6gH , e non doveva per efl avanzare , la trattava no
bilmente ; e tutto ci che guadagnato aveva , e guada
gnava , allegramente , ed in abiti , ed in famiglia , e- nel
la menfa fpendeva , Ma ficcome le contentezze di queftoMondo poco durano , e che poco lontane dall'allegrezze
fogliono eflre i lutti , ed i pianti , cadde la moglie in_>
grave male, e di quello dopo non molti giorni mor . Re-*
ftatojacopo fenza compagnia , e quafi annojato del foggiorno di Roma, accett volentieri l'invito,che gli fece ii
principe Mattias di Tofcana nel volerlo al fuo fervizio j e
licenziatofi dagli amici, l'and a trovare aSiena, ovegl'
era allora governatore . Acccdfelo S. A. con quell'inna
ta umanit , con cui accoglier fbleva tutti gli uomini di
merito ; ed avendogli aflegnata oltre i! pagamento di
tutte le pitture che aveflfe fatte , groflfa annua! provvifoe , lo conduffe fco a Firenze . Molto egli dipinfe ed a
pirenze , ed a Siena perS. A. nel tempo, che,ilette al
fuo fervizio ; ed ella v'adorn non pure gli appartamenti
di fua abitazion di citt , ma quegli eziandio delle ville,
e di-ftintamente di quella di Lappeggio . Stato cos qual
che tempo , e dipinti ancora per altri altri quadri , prefc
congedo dal principe, per dare una fcorf alla patria . Di
mala voglia s'mdufTe S. A. a concedergliene la permiflone , tutta via fentendo , che breve efler dovea la dimora,
generofamen te H regal , e lo la/ci andare . Aveva Jacopo due forelle monache in S. OrCoh di Friburgo , le
quali in ogni modo bramavano di rivederlo j and egli
a dirittura a trovarle , e prima di partire , lafci loro la
preziofa memoria d'un quadro , che fece per l'aitar mag
giore

D ff PT'TOR I.
giore della lor chiefa , in cui rapprefent la fnta coiiJ
molte altre figure , e poi part per la patria . Giuntovi fe
licemente , e divertitof] qualche tempo cov parenti , e
cogli amici , riprcfe il cammino d'Italia , e pafs a Ve
nezia . Fu quivi coftretto a trattenerli da un di que' no
bili di cafa Sagredo , quantunque molto gli premefle il
ritornare a Firenze , per non mancare alla parola data al
fio principe. Dipinfegli la galleria, e vi ^prefnto
le battaglie pi fanguinofe , che rammemorino lefagro
carte. Quindi eflendo flato-, e generofainente pagato
e largamente regalato , and a Padova , e per la via di
Bologna fi riconduce a Firenze , ove molto oper per
S. A. , e per altri , finch dovendo ella tornare a Siena ,
egli pure and feco . Conofceva gi , ed era fuo amica
il P. Girolamo Santi Ceduta rettore allora di quel colle
gio , e con lui piucch con alcun altro tratt dopo il ri
torno in quel luogo . Difcorreva fempre feco di divozio
ni , lodavagli molto le religioni , gli faceva conofcere il
genio particolare , che aveva alla vita ritirata , e folitaria 5 ma non s'induceva mai a manifeftargli i lgreti del
cuore . Andatolo finalmente a trovare un giorno, gli diff : E" qualche tempo P. rettore , che conferir deggio feco
un alto affare , e di tanta confeguenza , che non importa,
meno dellafalute del?anima mia . Iddio , gran pezzo ,
che miftapicchiando alcuore^ e mi chiama-, eparmi che
or or chiaramente mi dica , che io lafci il Mondo , ed iit_3
una qualche religione ajlar pi attentamente con lui mi
ritiri. Non diedi mente in principio alle chiamate^ e_
quindifacendone poco contofeguitai afare dafordo , Ora
fot , fbe torna a battere con violenza maggiore , non poffo pirefiftere , ed hofermamente ftabilito d"*ubbidirlo.
Il trentafettejttfio anno corre , chefervo il mondo ; e tutto
ehe altri creda dolcijjtmo ilfervirmio^ leconfeffo^ chfLjfono fempreftafo il farfuglio di mille agitazioni. Spiacemi

li8

VITE

mi eftremamente d'ejjermtrfoluto troppo tardi


quel poco tempo , che egli avr prefiffi cherefti aggiorni
miei , voglio in quejlo punto cangiar padrone , ed impie
garlo infervir lui . Se a lei pare difotermi ricevere nella
fua , pi a quefta mi fento trarre , che a veruri*altra :
Rimaf forpref il rettore aH'inafpetlato parlare di [acopo ; e dubitando non avefle avuto qualche difgufto , e
che fofife anzi diffrazione , che chiamata , l'interrog di
molte cof allora , e volle per alcune flliniane poi ogni
giorno Mntirlo , e ri/ntirlo , ed avendo finalmente coEofciuto faldo , e vero il Tuo propofto gli difle , che f
vi fofle fiatala foddisfazione del principe , l'avrebbe rac
comandato al P. generale in Roma . Partecip egli dun
que immediatamente al principe i Tuoi fentimenti ; e_>
quantunque molto gli difpiacefflfe il diftaccarfene , aven
do egli pure conofciuta vera la fua "vocazione , gli conce
dette la bramata licenza ; e part fubito colle lettere
del rettore per Roma, che avendole , giunto che fu , al
P. general prefriate >, lo ricev ad 15. di dicembre dell'
anno i6"57- Ter laico nella religione . Ed ecco Jacopo
dalle grandezze del fecolo a dalle lufinghe deil'arte_j ,
dagli applaufi de' profeflbri , dalle fperanze della corte ,
dalle carezze degli amici , e dalle protezioni de^Gra.ndi,
paflfato ad efatta religiofa regola tra i novizzinS. Andrea . Conofcendo il P. generale 1' acquifto che fatto
avea la Compagnia, neU'aver acqui/lato un foggetto del
valore del P. Jacopo , non lo Jafciava ftare oziofo , e valendofi dell'occafione , e del tempo, gli proib il dipignere per perfone ftraniere , e gli ordin alcune opere eroiche per la cafa del Noviziato j e vi fece cinque quadri ,
che ancora fi confervano in una fla di della cafa . Ve-*
defi in uno aflai grande bislungo l'adorazione de' Re
Magi , con altro pi piccolo per alto , rapprefentante Io
ftelfo fpggetto 3 che l'accompagna . Vedefi nell'altro del

la

JD fi' P / T'TO R I.
no
l ftefTa mifura del grande la ftrage degl'innocenti , cl
compagno del piccolo, che rapprefenta la mdeima^
ftrage. E quefti quattro furon cos di mifura fatti apofta per adornare il fito, ove di Natale fi faceva da' padri
il prefepio , Si vede nel quinto la refurrezione del Sal
vatore , che quafi della fteffa grandezza de' piccoli .
Finiti che gli ebbe, fentendo il P. generale le richiefte
continue, che egli avea dadiverfi intendenti dell'arte ,
gli difTe che dipigneffe pure all'avvenire per chi voleva_> ,
e lo mand al collegio Romano di ftanza . Quivi tofto
riprefe a dipigner battaglie , e vedute , ed eran tante le
commefloni , che da per tutto ne aveva , per la ftima univerfale che s'era meritevolmente acquiftata , che fddi
far non poteva a chi con anfiet gliele richiedeva , e le_j
bramava, tuttocch fofle affai prefto , e pronto nell'efprimere , e rapprefentar in tela col pennello , ciocch la_,
feconda fua mente andava nell'immaginazion partoren
do . Con tal prontezza, e colla continua applicazione
tanti bei quadri dipinfe poi , che per effer quafi innumerabili , affai malagevol farebbe i'imprendere a rammen
tarli ;. Nulla dimeno mancar non voglio d'indicare al
lettore alcune opere fatte da lui per Roma, non meno
che per fuori; e dirogli , che dipinfe nella principal
congregazione del collegio RomanoTei lunette, e vi
rapprefent alcune iftorie della Scrittura fagra . Compi>t'a qufta , fu dal P. generale mandato alla Cafa profeffa>,
t drpinfe i parapetti di cinque feneftre , cio quattro den
tro' , ed uflofuori del corridojo , donde fi va alle cappel
le, e ftafze che abitava S. Ignazio ; e vi rapprefent
'^leuni fuoi miracoli . pipinfe alcuni quadri pel cardinal
:Uldrigdi;Carpegnai altri pel cardinal Antonio Bar"bermi , ed' uno pel cardinal Carlo de-' Medici , -in cui
!raplprefent il paffaggio fatto dal popolo Ebreo del mar
jrpflo colla fmmerfione di Faraone . Mandonne due al

duca

***

r i r B

duca di Mortila; ed uno affai grande, ove m piccole


figure efpreffe il martirio di quaranta padri della Compa
gnia , andati colla fcorta del P. Azzevedo nell'Indie a far
lamiflone, che mandar doveva altrove , fi conferva in
naftanza da' padri della fuddetta Cafa . Eqaeftaful
ultim'opera che egli fece, trattone il proprio ritratto ,
che volle da lui il Granduca , in tempo che egli per ricu
perar la falute era andato in Tofcana a mutar aria . Ri
cev mille finezze ogni giorno, finch vi ette , da quel
fovrano , ed effendo ftato generofamente da lui regalato,
part non del tutto fano per Roma . Appena arrivato , fu
-coftretto.a ftare per alcuni giorni a letto j e quindi confotto dal P. generale , che proccurava per ogni vedo di
fargli racquietar la falute , a villeggiare a Caftello . Ma ,
o che foffero le foverchie fatiche fatte da lui nel dipjgnere, oche foflfero gli anni, benche non eran molti, o
che fofle giunta l'ora , non la pot mai ricuperare , anzi
peggiorandovi fempre pi fu ricondotto a Roma , e non
lungi dalla porta di S.Giovanni , fentendofi da certa /ma
nia aggravato , fmont di calelfo , -ed effendo nel rimon
tare fvenuto , fu il compagno coftrerto a fermarti , finch
rinvenne , Profeguendo poi il cammi-no , ebbe pi fiero
accidente, ed il compagno , ed un altro padre , che era
feco , firmarono bene , dacch giunti erano a S. Maria^
maggiore , di non muoverlo , e di condurlo al Novizia
to , ove chiamati fubito i medici , diflero eflere fiata apoplefla , e che vani erano i rimedj , che gli preparavano ,
-come di fatto furono ; perch poco dopo, e nello fpunta1676 re dell'alba del d 14. di novembre dell'anno lyo". fin di
'
vivere ; e forfe pi farebbe viffuto., /e non l'aveflero moffo da Roma ; perch la muta-zione dell'aria allorch il
male avanzato, accelera a' poveri infermi la morte, an
zi che li follevi . Fu univerfalmente compianta la perdita
tli quefto valentuomo 9 e molto molto difpiacque a' pa
dri

r> * 'PITTORI,

ut

dri Gefuiti , agli amici, ed a',profe/Tori , alcuni de' quaJi pi appaffionati degli altri giunfero fino a dire , che_
tre foli pittori ftati erano in fuperlativo grado eccellenti*
Raffaello per Je figure-, XJafparo, per i paefi, ilP.Jacopo per le battaglie . Nelle quali ben ficonofce , che egli
eraftato delmeftiere .; perch ha rapprefentata nudai,
femplice ., e pura la verit , ed in ifpecie ne' fumi , ne*
fuochi , negli /pari della mofchetteria , e delle bombar
de , negl?incontri , negli attacchi, e ne' fervori dell** *
minchie con tanti varj accidenti cos ben efprefl , ed
iinitati , che par di vedere i veri guerrieri fieramente inieme azzuffati combattere, ferire, cadere, fuggire, gron
dar fangue , morire, vincere, e trionfare : Era egli di
naturai ,piuttofto malinconico , -che allegro , di corpo
anzi pieno, che magro, di proporzionata ftatura, di
non brutto afpetto , e di temperamento Snguigno . Non
lafci fcolari degni da rammentarfi, bench di moki
giovini fi-ftrvifTe nell'opere grandi , come di non pochi
/ervir fi voleva in quella della tribuna del Ges , f la_
morte impedito non gli aveffe il cominciarla . Giacch
fatto n'aveva dopo diverfi ponderi, e fchizzi , il difegno , e vi fi vedeva, delineato il miracolo di Giof nell'
arrefto del Sole^ -Ebbe due altri fratelli pittori , che.parimente vennero a ftudiare in Italia^ -Entr l'uno tu et
ancor frefca nella religione de' Cappuccini , c<iipinfe-j
nel convento , -che eifi hanno a capo le cafe alcune ope
rette di divozione . Viffe , e mor fecolare , e bravo pit
tori'altro , ed io ne fcriver a fuo luogo la vita;per mag
gior lume del lettore .

19-2

VITE
DI PLERFRANQESCO MOLA.
R A i bravi profeflbri , che pel merito di
lor fatiche an ricevuti premj , ed onori,
numero molto grande fa Pierfrancefco .
Concioffiech pochi , ma pochi , e forfe
mente,
forfe ninno
riconolciuto
ftato, com'egli,
e nobilmente
generofatrat

tato da' fovrani . Se Carlo V- non ifdegn di r accorre a


Tifano il pennello ; foftenne a Pierfrancefco. Innocen
zo X..una tela . Se Francefco I. accolfe nelle regie brac
cia l'agonizzante Leonardo, Ferm a Pierfrancefco la_>
carrozza, e vel introdufle la Maeft diCriftina. Se_j
Giulio Ili.fece federe nel parlar, feco Michelagnolo ; vol
le Aleffandro VII , che Pierfrancefco fedeffe , e copriffe nel ritrarlo . Se Apelle, ebbe, per prezzo d'un ritratto
venti talenti d'oro dal grande Aleflandro; aflegn a_>
Pierfrancefco femila feudi annuali Luigi non men grande
di lui. Se Protogene non infegnava per meno, d'un ta
lento a' fioi fcolari , Fu Pierfranccfco in fomma. mag-.
giore riconofciuto da una Regina . E. fe Zcufi , e Parrafio non fapevano piucch dimandare delle lor tavole.
Ebbe pi di ciocch richiedeva Pierfrancefco delle Aie ;
ficcome io nell'orditura di quefta ftorica tela andr di
mano in mano raccontando , In Coldr Diocef di Co^
1 62 1 mo di non ofcura profapia nacque egli negli anni 162 i. ,
'
che , o perch vedefle ancor fanciullo dipignere Giovambatifta fuo padre , che bravo architetto era , ed inge
gnere, o perch foffe naturalmente inclinato alla pittu
ra, volle egli pure dipignere come il padre ; e non quie
t mai, finch non gli, diede lezion didifegno. Mafiecome fu il padre chiamato in Roma da Urbano Vili j
che gi ftabilito avea di far coftruire colla fua direzione
il Forte di Caftelfranco nel territorio di Bologna , con
clude

DE* PITTORI.
tlufTe /co anche il figlio , e nel tempo che vi fi ferm , Io
niand a fcuola da Giu/pped'Arpino. Ito pofcia a Bo/ogna per dar principio alla fabbrica, ed avendo pari
mente condotto feco il figlio, lo raccomand all'Alban;,
che ivi allora, fi tratteneva . Qumdi cre/ciuto nellaTua-.
/cuoia , ed acquiftato colla maniera anche il genio del
maeftro, piacque tanto a lui il talento, la volont, il
.coftume dello fcolare, che gl'offerf per moglie una figlia
Ma egli che s'era pofto in cuore di divenire quel bravo
profeffor , che divenne , dubitando non troncafle la mo*
glie i paffi .alle fue brame , modeftamente la ricus , e_j
and a Venezia a cercar del Quercino . Stette alcun:tempo con lui , e da lui pre/e quella gran forza di colore ^
che l'opere /ue ci dimoftrano . Vedendoci maeftro la_
maeftrevol maniera dello fcolajo , e la gran franchezza
del dipignere j e fentendo , che vieppi fi /pargeva per
la citt , e per la Lombardia la fama del nome fuo , entr
in gelofia , ^cominci ad averne fggezione , e a 'non_>
guardarlo pi coll'occhio benigno di prima . Accortofene egli , prudentemente , e con buon modo prefe da lui
congedo , e dopo aver copiate alcune pitture di Tiziano,
e di Paolo, f ne ritorn ratto ratto , e volentieri alla ca
ra Tua Roma . Stava ognuno de' profeflfori con attenzio
ne oflervando, arrivato che vi fu, gli andamenti di Pierfrancejfco; ed ognuno aveva non ordinario 'defiderio di
veder fue pitture , per chiarirfi ,'fe meramente corrifpon<devano al grido, ed alla fama , che n'era corfa . 'Qu^ando gli fu data al Ges a dipignere la cappella de' Raven
na*, ed a tmpra vi dipnfe i due laterali vivamente, e
di gufto , efprimendo in uno il miracolo di S. Pietro nel
la carcere , nell'altro la converfion di S. Paolo . Dipin
te .pofcia in S. Marco la tavola dell'altare di S. Michelarcagnolo, ed il martirio di due Santi fopra gli archi del
la navata . Quefte due opere , e non pi , 'baftarono per
con

t*4
V l T
'i
>
confermare negli animi degl'intendenti kgprecorik>
vantaegiofa opinione; e per quefte fole ne fece poi molte
altre per altri , finch dov farne anche pel Pontefice In
nocenzo, che fucceduto era ad Urbano, con cui- ebbe
pur particolar fervit finch vifle-, e fu da S. S. magnifi-
<amente pi volte regalato. Voleva Innoeenzio far ri
toccar certi quadri , che avevano alquanto patito ; fat
to perci chiamar Pierfrancefco glieli fece tutti vedere -|
e mentrecch li ftava in fua prefcnza nettando , e veden
da, non potendo da f ben reggerne uno , lo foccorfe col*
Je proprie mani il Pontefice . Morto quefto-, che tanto 1?
;nor, e tanto lo tenne in conto, non incontr -minor
fortuna col;fucce/Tore Aleffandro , n minore n'incontr
<oll'a Regina di Svezia-, che allora era giunta in Roma .,
Imperocch veduti daS. Mi, che -ella pure intendeva^,
' fi difettava di quefta bell^arte, alcuni fuoi quadri , ordi
nati gliene furono immantenente diverfi altri , e pagati
poi eoii'innata fua generofit affai pi del valore , dichia
randolo con grofla penfione fuo gentiluomo , o maeftro *
Era ancor giovine, allorch ricev quefti onori , od allor
ch glieli aument con groffi regali Aleflfandro, oltre il
Sovrabbondante pagamento , per aver nella galleria del
Quirinale dipinta Tiftoria diGiufeppe adorato da' fra
telli. Ed allora fi fu, che facendogli il ritratto, lo fece co*
prire, e federe. Quindi in folla, ed 'a gara correvano
lerichiefte, e fortunato fi reputava chiunque aver pote*
va qualche bench piccok fattura di fuo pennello. Vol
lero fe monache de' SS. Domenico , e Sifto , che onnina
mente, ed- a qualunque eofto dipignefle nella -lorchiefk
di Montemangianapoli , e dipinfvi l'immagine di San
Domenico portato a Soriano da tre fante nella terzao
appella a deftra mano . Volle il cardinal protei tor del
la ohiefa di S. Garlo al corfo , che dipigneffe in ima cap
pella inquadro di S, Ba^naba predicante, evoluto avreb
be.

D f P'TTO-R I.
be, che dipinto averte , f aveffe potuto anche la volta .
Volle che dipigneffe nel fuo palazzo il marchefe Coftaguti , e color nella volta d'una ftanza afrefco Arianna , e
Bacco, ed in tela a-olio Giuditta che taglia latefta ad
l'oferne . Volle che dipignefle ne' fuoi di Roma , d
Valmontone, e di Nettunno il principe Panfilj , e vi dipinf-, e ftanze , e fale , e gallerie , e tele , e fgnorilniente fu premiato , e riconofciuto . Ma nell'eflfer toN
nato a dipignere una ftanza in quello di Valmontone
ove avea gi cominciato a rapprefentare i quattro prin^
cipali fiumi del mondo, con Pallade introducente lejquattro arti della pittura, della /cultura , dell'architettura,
e della poefia nel tempio della gloria, paffarono tra lui , e
il principe tali- difapori-, che abbandon l'opera, e f
ne part; n vi fu modo che tornar pi voleflfe a termi
narla-. Afpett qualche tempo il principe, credendo di
potervel a forza di danaro indurre ; e poi perch vani
furono i nuovi tentativi, la fece buttar gi, e da altro
profefTore dipignere . Fece trattanto diverfi quadri per
Bonaventura Argenti , che era fuo grande amico , ed uno
ih tela di fette palmi , e cinque , che rapprefentava En.
dimione. Fecene diverfi altri pel principe Ghigi , edin
iipezie uno , ove in tela di nove palmi i, e-fei rapprefent S. Brunone . Fecene molti pel Conteftabile , tra' quali
due in tela d'Imperadoxe , rapprefentante l'uno Lot col
le figlie , e l'altro Rebecca . Dipinf le volte di due ftan2e nel palazzo del principe d Sonnino ; ed effigi in una
Adamo * ed va nell'effer difcacciati d'al Paradifo terreftre j e nell'altra Caino , che ammazza Abele . Brama
vano i Gefuiti , che dipigneffe la volta della chiefa del
Ges, e^giornalmente gli ftavano appreffo per impegnar
celo , pricnacch impegnato foffe in altri lavori da altri'i
che molti eran quelli , che anche di Napoli , di Sicilia,
diTofcana 3 e di Lombardia lo ricercavano . Ma la fa
ma

.ma fa amica , che non voleva ftar .riftretta tra confini


d'Italia, corfe per tutta Europa , e di mano in mano , che
in qualche corte giugneva , lafciava il defiderio di fue_*
pitture ne' fovrani .Talmente, nel vedere un quadro rapprefentante il viaggio di Giacobbe , che egli fatto avea
per l'Alvarefe , di lui s'invogli Luigi , come fcondo il
/olito del fuo grande animo invogliar fi ibleva di tutte le
cofe rare , e di tutti gli uomini di merito , che ordin
che fi fcrivefle in Roma al miniftro , acci fenza guarda
re a fpefe ., ad efibizioni , a prpmeffe , Timpegnaffe al
fuo fervigio , -e celeremente a Parigi glielo. fpediffe_j .
Richiefto immediatamente, dopo ricevuto Tavvif dal
miniftro, Pierfrancefco, e richiefto a dimandar larga
mente , e con franchezza , e penfioni >> e danaro , ;giacch difpofto s'era d'accettare Torrevol invito , s'aftenne di domandar cofa alcuna per natural fua modeftia non
meno, che per non offendere la generofit di Re cos
magnanimo , e dedito a riconofcere non con generofit ,
ma prodigamele i -virtuofi. Diffegli il miniftro !fe_j
contento era di femila fcudi l'anno ; egli che tanto non
afpettava, ringraziandonelo'vivamerite, emoftrandonc
fngolar. gradimento , rfpofe , che per lui , che ambi
va fol l'onore di fervire Monarca s grande , anche il
poco, non che il molto , che egli liberalmente gli offeriva
era affai . Or bene , replic il miniftro : ^uejo che a voi
pare groffo ftipendio , ve Faffegno io per la piena libert ,
che ho d'ajjegnarvclo in qualunque fomma Favejle richieJo dal mio Re : II Re poi mi comanda , che 'vi dica , che
difolifei mejiper voifar l'anno ; edin quefti , qu" gior
ni , queil'ore , che D parr , per lui 'dipignerete : Patti
veramente , e convenzioni da Sovrano, e patti , che di
cono a coloro, che con ifcarfe penfioni obbligar vorreb
bero a lavorar tutto l'anno pittori , fcultori-, ed archi
tetti , che i profeflori dell'arti nobili non fi pagano a_j
gior-

DE" PITTORI.

1*7

giornate , come i vili, artegiani . Con s vantaggiofe v


ed onorevoli condizioni, tutto, contento, al partir s'accigneva Pierfranqefco ; e per partire pi prefto , molto s'
affrettava a compire, il quadro , che d'ordine del Ponte
fice cominciato avea per la chief de' Canonici regolari
della pace. E.mentrecch lieto s'andava foav.emente_
pafcendp di fua. fortuna, e che gli pareva, di noa poter
niente altro di pi bramare , forpref nel dipignere la_
teftadiS. Gioacchino, che era uno de' fanti , che vi ef
figiava , da eccedi vo , e violento dolor di capo nel bre
ve fpazio di fi ore il d i g. di maggio dell'anno 1666. di 1666
fua et quarantacinquefimo pafs all'altra vita .. Ahi mi-- ~
fera condizione del cieco Mondo!. Ahi flato, infelice de'
malavvifati mortali ! E pure tanti accidenti , tanti con
trattempi 3 tante mutazioni , tante tragedie , che gior
nalmente vediamo in noi , e ci fi rapprefentano negli
amici , non fon baftevoli a farci comprendere , che giuf}o allorch ci pare d'efTer giunti all'auge della fortuna ,
ci fovraftano pi imminenti le difgrazie : Quando ci fentiamo pi fani , fiam pi. vicini a cadere ammalati : E
che intera contentezza , perfezion di falute , flabilit di
fortuna , tutte ugualmente s'agognano j ma non fi godon dagli uomini . Cos pieno d'onori , e di gloria mor
Pierfrancefco , e mor anche principe dell'accademia di
S. Luca . Fu il quadro fatto trafportar dal Pontefice_j ,
cui molto difpiacque la perdita di queflo valentuomo ,
nelle ftanze del Vaticano , ove cos beli' e imperfetto fi
conferve per un capo d'opera , finch non molto prima
di morire, volle Luigi Garzi col terminarlo lafciar la_,
temeraria memoria d'averlo contaminato . Portoffi il
cprf>o, a SV Niccol de' Cefarini , e quivi con funtuofiA
tmeefe^uie fu poi fepolto . Era egli baffo di ftatur&_. ,
ma pieno , riquadrato., e benfatto , bianco, candido
di volto , caftagno chiaro di crine , larga fronte , nafo

aquilino ; e ficcome gli oceht bianchicci , e 'I mento


fo , -lo facevano nel tutto infieme pi vago , pi fimpatico, epigraziofo, cos le piccole bafette, che porta
va , gli conciliavano un non fo ehe di maggior .venera
zione , ediftima. Era affabile , ed ameno nel conver
ge , manierofo , e deftro nel tratto , fevero findkator
difefteflb. Aveva ottimo naturale, e coftume, men
te perfpicaciflma , e Tempre pregia di nuovi /piritofi
capricci, e di nuove pellegrine invenzioni. Parlava-*
con propriet , con energia , e*con facondia , e fuor di
modo -gli piaceva lafmcerit, la libert 'del parlare.
Si dilettava affai della caccia ; e perch bramava la.converfazione , e l'allegria , conduceva fmpre feco divert
amici, dei per tutti /pendeva; ficcome far foleva in
ogni altra .occafione d compagnia, quando vi s'incon
trava. Trattavafi nobilmente d'abiti, di famiglia, e
-di tavola , e perci non lafci *jud gran-.capitale , che
.s'afpettava , Am, e foftenne fempre H decoro.dell'ar
te : Am , edajut i- virtuofi : Ama, e promofle i giovinl
.principranti . Non volle mai mogi ie$ finch vifTe il padre,
rche mor quafi ottuagenario add 23 .di gennajo del 1 665
e fu egli pure fepolto nella medefima chiefa di S. Nicco
l de' Cefrini ; e dopo che l'avrebbe forfe prefa , non.*
pot prenderla . Ebbe bens due fratelli, e tre/orelle-.
Il minore mor prima di lui in- et di-ventidue annireli.giofo nel convento d'Araceli . Il mezzano mor egli pure prima di lui in et -aflai frefca avvocato.. Maddalena
mor dopo di lui zittella. Aurelia fi marit a uno Spa*
gnuolo di cafa Greco , che mor non guari dopo lui-, la-
sciando Domenico unico figlio , che s'accas , ed ebbe
divert figli . E Marta fi marit aGio. Alberto Germi/bni , e v'ebbe tre figli , due mafchi ,'ed una femmina . Fi
lippo de' mafchi , che da giovinetto frequent -la fcuola
di Carlo Maratti, s'efercita con;guftoJ3 e di genio nella

pit-

D ff P ITTQ-R 1.
pittura, d affai bene dipigne ad ufo d'arazzi , tele con
colori tratti da fughi d'erbe , ed ha alcuni figli . Gio.
Batifta s'accas egli pure, ed ha figli . Ed Anna fi ma
rit a Vincenzio Rota , con cui ebbe cinque figli tre mafchi , e due femmine , che fon tutti vivi , trovandoli prefentementeil primogenito Antonio, in Francia uditore
del Nunzio, che fi fa fommo onore , effendo uomo di /pirito , di talento , e di vaglia . Fece Pierfrancefco diverfi
allievi , e tra quefti ebber non piccol grido Giovanni Bo
nati autore del bel quadro , che fi vede nella cappella_,
Spada in Chiefanuova,X2io. Batifta Buoncuori, ed Anto
nio Gherardi, che anno pure ambedue fatti diverfi qua
dri nelle chicle di Roma-

DI GIACINTO BRANDI.
I H i vuoi far troppo , non pu mai far
i tutto bene : E chi lavora pi per intereffe , che per la gloria , perde bena_j
/peffo la rinomanza , e '1 guadagno .
Se Giacinto aveflTe fatto meno , .e con
tentato fi fflfe di fervirfi ugualmente in
tutte l'opere di quel gran talento , che ricevuto avea dal
la natura , e di quel profondo lapere , che acqui/tato s*
era collo ftudio , ed egli affai pi avrebbe guadagnato ,
ed affai meno avrebbe fentito parlar di fuo nome con_,
ifvantaggio da coloro, che vedutene alcune , formar non
potevano di lui quel concetto , che fi formava da quegli ,
che avendo notizia di tutte, diftinguer le fapevan dall'al
tre 3 che lo fann'effere infigne, e bravo profefore . Io dun
que andr annoverando alla rinfufa quelle , che giunte f
no a mia cognizione , lafciando a chi le vedr il giudizio
di^diftinguere l'eccellenti dalle mezzane . E prima di co
minciare dir 5 che egli da Poli fcudo dell' antica , e
R
cele-

ip

VITE

celebre cafa Conti , lontano da Roma ben venti miglia


162$ negli anni 1623. traffe i natali. Venne in Roma giovinetto , e giovinetto altres il diede con tutta: attenzione,
e con piena volont alla pittura, fotto la direzione del
Lanfranco , col cui ajuto non iftette guari a fuperar tutti
i fuoi condifcepoli , dando bene a conofcere al maeftro il
fuo fpirito , la Tua abilit , il fuo fuoco .. N molto pafs , che imitando l'ampia , e fignoril fua maniera , e__*
fudiando, e riftudiando fempre indefeffo dal naturale ,
e dal vero , mife al pubblico molte , e molte opere_j ,
nelle quali tutte fu affai ftimabile per la compofizione ,
per la forza , e per la franchezza , effendo flato taccia
to di non finire , e di fcorrezion di difegno. in alcune .
Fattura di fuo pennello fi la tavola dell'altar maggiore
nella chiefa di Ges, e Maria al corf, ove dipinfe ancora
la volta. Altre Tue pitture fi vedono nelle chiefe del corfo.
Vedonfi in S.Carlo la volta di mezzo, i peducci della cu
pola, la Ianterna,e. la tribuna. Si vede aS.Mariamaddalena delle Convcrtito nella prima cappella a mano deftra il
quadro di Ges croci fi fTo. In S. Maria in via lata la ffftta . Dipinfe la volta grande della chiefa di S. Silveftro in
capite, le volte de' bracci della medefima , e la lunetta
fovra l'organo . Dipinf. la tavola dell'altar maggiore in
S. Rocco, e nella feconda cappella a man fmiftra quelia. , che rapprefenta S. Giufeppe . Effiggi nel. primo
altare delle Stimate a mano manca entrando in chiefa. il
martirio di alcuni fnti, e nell'altar maggiore S. Francefco , che dopo la fabbrica della nuova chiefa fu per la
piccolezza levato , e portato in fagreftia , eflfendovene
ftato pofto altro affai grande maeftrevolmente. al Tuo fo3ito colorito dal raro , vivo, ed armoniofo pennello di
Francefco Trevifani , che nell'invecchiare dalla vaghez
za del dipigner fuo non declina , ed in oggi il pri
mario foftegno della pittura . Fece all'Agnolcu/lode il
qua-

D r p i rro R i.

131

quadro dell'altar maggiore : Quello dell'altar maggiore


altres nella.chief delle.monache Barberine alle quattro
fontane, rapprefentante la fantillma Nunzi ata, ed al
tri altrove nella medefma chiefa : E quello della Piet
co' laterali nella fconda cappella di S. Andrea del No
viziato a Montecavallo. Rapprefent la beata Ritainginocchione in una delle cappelle della chiefa diS.Agoftino , ed in altra.dall'altra parte S. Giovanni da S. Fa
condo . Color il quadro del martirio di S. Biagio nella
cappella dirimpetto a quella di S.Anna a S. Carlo de'
catenari : In S. Maria in traftevere l'altro, che in una
cappelletta rapprefnta un fanto Vefcovo affali to da un_>
manigoldo. Dipinf nel palazzo Panfilj. di Piazzanavona, e dipinfe per altri perfnaggi , ed in altre. chiefe,
che per non effermi ben note , tralafcer di rammentar
le . Viveva egli trattanto con decoro , e con ifplendore , tenendo fervidori , e carrozza , e trattando f , e
tutta la famiglia fua alla grande . N aveva minor con
cetto in Roma, che fuori , donde riceveva;continue__
commeffioni . Ne ricevral regno di Napoli , e fpezialmente da Gaeta , ove fu anche chiamato a dipignere_> .
Ne ricev dalla Tofcana , e dalla Lombardia , ed alcuni
fuoi quadri furono anche mandati da Andrea Ottini ,
che vi trafficava , in Francia , e tra gli altri uno che rapprefentava una Piet , che gli fu pagato cinquecento fcu
di . Era coflui-ofte affai ricco, che teneva l'ofteria di
S. Lucia della chiavica ; ed aveva tale Grettezza , e con
fidenza con Giacinto, che quando gli mancava il dana
ro , abbondantemente, fecondo che effo glielo richiede
va , gliele fomminiftrava ; e ne prendeva poi per l'equi
valente tanti quadri ; e quando non glielo domandava
l'andava a trovare ; e perch lo prendeffe , gliele efibiva. Molto guadagn.coftili con Giacinto, edirfbleva,
che fe l'aveffe potuto indurre a lavorar fempre per f ,

R 2

avreb-

i32

avrebbe aperta bottega di quadri , e frrata l'ofterra_, .


E Giacinto , che aveva tante altre amicizie , e che trat
t famigliarmente con tanti perfnaggi , e con diverft
Pontefici, da uno de' quali fu anche onorato della croce
dell'ordine di Crifto , non trattava con maggior genio ,
che con coftui . Seppure era genio , o piuttofto non Cof
fe avidit del danaro , di cui veramente fu avidiifimo >
non per tenerlo frrato nelle caffe , ma per generofamern
re fpenderlo nel mantener fuo pofto forfe maggiore , che
a pittore fi conveniva . Per quefta ftefl avidit egli inde*
fellamente lavorava , e con tal preftezza alle volte , che
lavorar non poteva con quella efattezza , e con quelli-,
correzione , che a valente uomo- fuo pari fi richiedeva *
Fu egli in et giovinile afcritto nell'accademia di S. Lu
ca, ed eletto principe nella vecchi-aja , da cui non me
no , che dalle molte fatiche , e da non minori indifpofiaioni aggravato, mor d'una gagliardiflma nel i"9i.r
e fu con onorevoli efequie fepolto in S. Lorenzo in Lucina fua parrocchia, ficcome m' ftato afljerito , bench ne'
libri non fi trovi regiftrato . Era alto , e pieno di corpo ,
di vif lungo con'Occhi bianchi, nalo grandc,e crine biondo,roflb,e bianco di ca-rnagione,e di non brutta prefenza;
ma anzi rozzo , che no , ed infelice piuttofto, che ameno,
o facondo nel difcorfo . Veftiva fempre di nero , portava
parrucca , ed andava nel rimaneate all'antica . Non con
vers quafi mai co' profeflfori , falvocch con MichelagnoloCerquozzi, che fu fuo caro amico , e fovente_a
erano infieme . Di lui folo fece conto , e difprezz tutti
gli altri . Amava l'allegria ; ma facilmente per la natura
fua collerica s'alterava . Non lafci gran capitale al fi
glio, che era avvocato, e che fu fuo erede; poicchl'
altro che applicava alla pittura , ed all'architettura mor
add 17. di marzo del i&8o.. , e fu egli pure fepolto m_.
$. Lorenzo in Lucina , Monac due dsHe femmine in

San-

D E": P 1 TTO R I.
Santa Rofa di Viterbo ; e l'altra fi marit contro fua vo
glia a Jacopo Rof nel modo curiofo, che dir, ficcome
da perfone degne di-fede , e domeftiche di Giacinto , mi
fu raccontato . Era quefti di bell'afpetto , bizzarro , ed
avvenente , e forfe il pi abile , e fpiritof de' fuoi fcolari , che lafciato poi il dipignere eroico , tutto fi diede
a' bofcherecci , e agli animali . E come era affai ben ve-
duro, da Giacinto , volentieri lo vedeva ancor la figlia_> ^
/peflb feco parlava, e converfva , ed egli con mille fi
nezze , oneftamente le corrifpondeva . Arriv pofcia__
tanto oltre la corrifpondenza , che s'erano per quel che fi
diflfe , e per quello , che il fatto fuffeguentc comprov
xkta parola di fpofarfi . Ma non fapendo trovar modo
proprio da foddisfare il lor defiderio; perch col confenio di Giacinto era imponbile, ed egli che accorto s'era
di qualche amoretto, non li perdeva di vifta ; pens Ja
copo eli prendere con un-'aftuzia il tempo d'appagarlo.
Andato in Ghetto compr una livrea fimiliflma a quella
d'un perfbnaggio , con cui aveva Giacinto particolar fervit , e veftitone un fuo dipendente , mand dire a Gia
cinto , che il perfonaggio bramava di parlargli . Appe
na fu egli ufcito di cala , che Jacopo^ la figlia andarono
a cercare in chiefa del Curato per ifpofarfi . Ma mentrecch ftavano /ntendo meffa per afpettarlo , perch tro
var non lo poterono fubito , come avrebber voluto , GiaJcinto chefaputo aveva dal perfnaggio, che l'imbafciata non gli fu mandata da lui , torn fubito a cafa j e non
rivendo trovata la figlia , entr in ffpetto di ciocch era
fucceduto . Corfe immantinente in diverfi luoghi , e_^
per cattiva frte de' novelli fpofi , entr ancora in quel
la chief . Quando Jacopo il vide reft frprefo ; e laiciata per timore di Giacinto , che era divenuto di fuoco
la fpofa , n'ufc immediatamente , e fi pofe a fuggire, che
quantunque il feguitaife Giacintp , non lo pot mai rag-

434

v * ? &

giugncre , Tord dunque in chiefa , e prefa la figlia , che


ftava tutta mortificata , la ricondufie.a cafa , e poi la mife
per maggior ficurezza :in monaftero . Con tutto ci im
pedir non pot , che indi a poco non fi fpofaflero , per
che il con fenf reciproco tra effi era gi.corf ; ed onni
namente fpofar fi volevano ; ficcome fi fpofarono , ed eb
bero diverfi figli . Perd d'allora in poi Giacinto quel po
co genio, che aveva cogli fcolari , ed a-due fbli fi reftrinfe , e licenzi tutti gli altri . Ma n quefti , n quegli fu
rono molto confiderati , toltone Felice Ottini detto Felicetto , che mor pochi anni dopo di lui , perch niuno
Ceppe di per f prender il buono dal maeftro ; ed egli, che
come ho detto di fopra, penfavafolo a lavorar .con preflezza per far danaro , non aveva tempo da perder .con-
loro .E non s'avvedeva , che per lavorarrpreftoynon po
teva "far bene il lavoro; e gli conveniva poi Tenderlo per
quei che trovava , e non per quel che voleva . Tanto bafti aver detto per /ufficiente notizia della vita diquefto
bravo profeffore , che meglio avrebbe fatto , f dipinto
avelfemeno-.

DI CARLO MARATTI*
OK una, n due delle molte qualita,
che fi richiedono in una profeifionei_j ,
baftano per fare infigne un profeffore !
Ma ficcome rare volte tutte in uno s'
unifcono; perch rade volte Ianatura,
come f dubitaffe , che in dandole tutte a uno , non le reftaffe ad altri che dare, tutte.a uno
le concede Cos quantunque a' profeffori ne manchino
alcune , meritano ad ogni modo il nome d'infigni , e di
grandi . Ninna per n' mancata al noflro Carlo , che
per ifpezial privilegio, e con particolar diftinzione P
ebbe

D F PI TTO R I.
135
ebbe tutte. Imperocch fu correttiflmo nel di/gno,
che il principal fondamento, della pittura : Maneggi
a meraviglia: i colori : Intefe'per eccellenza le digradazioni y le diftanze , l'ombre , ed i lumi ;. Moftr non_>
ordinaria. erudizione nell'iftoriare : Imit nelle forme
affai bene il naturale, ed il vero : Arriv alla perfezione
del gufto , e della nobilt, nel panneggiare , e nel piega
re : Per la venerazione , e vaghezza non meno , che per
la. modeftia, e femplrcit <ie' fembianti, non cedette ad al
cuno , ed i tanti > e tanti angeli , e le tante , e tante ma
donne dipinte da lui, talmente ce l'atteftano , che elle
ci pajono quafi venute, dal ciclo , ed ei divino .. Seppe
prendere da' pi. e/perti profeffori il migliore, e form
una maniera cos graziof , aggiuftata, elegante , e for*
te , che non dov alcun altro invidiare. Da Camerano
piccol caftello nella Marca traffe egli ad 13. di maggio
nell'anno 1625. i natali , e fu tenuto al facro fonte da Eu- 162$
fepio Coraducci , con cui Tommafo fuo padre , e Giuftinafua madre fatta avevano amicizia fin da quando ven
duti; gli effetti , che vender poterono in ifchiavonia , ed
abbandnati i lidi narii sbarcarono con altri compagni a
PortonuoYQ folto il monte d'Ancona, e nel territorio
di Camerano fi. fermarono . E come ognun di loro porta
to avea del danaro , ognuno l'invefl in quel terreno , vi
fabbric cafa , e fu divifo in poffetfoni . Fabbricaronvi
poi andie.upa chief , /la dedicarono a S. Germano , e vi
mi/ro. con congnio affegnamento per la celebrazione de'
fcrificj un cappellano . Quindi di cappellania ridotta a
Cura rimafe a cfl l'elezione del cappellano , al vefcovo
l'approvazione , e vi fu battezzato il noftro Carlo . Pa
fendo dopo qualch'anno nell'andar a caccia per Ja lor
poffeflonc il Coraducci j che givi fianco era di cacciare ,
and a trovare a cafa il compare ; e vedute le pareti in_>
gran parte dipinte dell'immagini di Maria, gli doman
d

r r T E
d di chi fofife il lavoro . Rifpofegli -che era di Carlo , il
quale andava ogni giorno, ficcome ito v'era in quello
fteflfo a cercar erbe , e fiori , per trame dal fugo i colori,
co' quali ledipigneva. Tornato trattanto anche Carlo,
yolle il Coraducci vederlo 'dipignere ; e parendogli prodigiofo quel che faceva da f, fenza alcun a minima altrui
direzione , gli difle , che fe voleva andare a Roma ad im
parare la profeflone , egli , che v'aveva buoni amici ,
ve l'avrebbe volentieri mandato , e per lor mezzo fareb
be facilmente entrato incafa di qualche bravo pittore,
giacch ei fapeva, che allora ve n'eran molti . Accett
Carlo di buona voglia le cortefiefibiz.ioni , e prefe le__
lettere , che egli per detti amici gli diede , part indi a
non molti giorni per Roma . Giunto ch'e' vi fu , ricapit
/bito le lettere , ed un .di quegli , a cui eran dirette ,
che fhetto amico .era *d'-Andrea Sacchi , con lui. Taccomod . Stup Andrea nel fentire dalla propria fua bocca
il racconto di tutto ci , che .egli fatto aveva al paefeper
puro genio; e molto pi ftup , allorch lo vide ope
rare . Gli proib per fubito non jfolo fi dipignere , nra_j
il guardare a' colori , e gli dette le prime leziorn di di/gno. Tenutolo cos per qualche tempo, evedendo.il
non ordinario profitto, che giornalmente vi faceva, ,e
l'anfiet che aveva di ricominciare a dipignere , gli rimife in mano i pennelli , e gli diede a copiare rerto fuo
quadro . Carlo che vide allora il vantaggio , che tratto
avea dagl'inlgnamenti del maeftro , e la differenza del
fuo operare , maggiormente della profeffrone s'innamo
r , e con maggior gufto indefeffamente vi fi applicava .
Stette molti , e molti anni fotto la di lui direzione , -n
ine allontan -mai finch vifTe, tuttocch potelfe me-
glio altri dirigere , che etfer diretto . Ma come era po
co amico del Bernini , e de' fuoi parteggiani Andrea_> ,
poco genio avevan quefti con Carlo 7 e cercavano di te

ner-

Dff PITTORI.

1n

nerlo baffo , e di farlo reftare indietro agli altri , bench


meno efperti pittori . S'ingegnava egli nondimeno , e
da fe , e col braccio del maeftro niente men forte di quel
del Bernini , e di qualunque fo paleggiano a far de' la
vori y e ficcome 'era divotiflfimo della beata Vergine_ ,
dipigneva bene fpefb me immagini , e fubito fatte le ven
deva , e premurofiflme iftanze per altre gli fi faceva
no. Da ci prefero gli emuli fioi motivo di dire , che
altro , che quefte e' dipigner non fpeva ; e per-dar mag
gior credito al detto loro , Cafluccio delle madonne ii
nominarono. Sparffi -per Roma s fatto nome , vi prefe
tal piede, che tutti lo chiamavan Carluccio, Carluccio , d egli era Carlo magno . Andrea trattanto , che
cercava occafioni da farlo conofcere per quel ch'egli era,
lo fece dipignere a S. Giovanni in Fonte ; e Carlo vi
rapprefent Coftantitio ,che ordina il disfacimento degl'
idoli . Quindi dipinfe aS.'Ifidoro i laterali, le lunette,
eie vlte3elle cappelle di S. Giufppe ; e del Crocififlfo,
e mentrecch le flava di-pignendo , fu un giorno a veder
lo il Bellori fbggetto ben noto , che vi fi trattenne alcu
ne ore , e non f ne poteva fiaccare , e partire . Se ne
rallegr grandemente feco, gli fece moItHIime efibizioB, e cos vere, efincere, cheCarlo, che faceva queii'
opere a buon mercato , pel defiderio che aveva di fmentire i fuoi emuli , gli dimand pi volte qualche non pic
cola /brama di danaro , e gli fu tempre preftata da lui .
Ammutolirono allorch furono Scoperte gli emuli ; ed
acquift Carlo quel fublime concetto , che non perdette
mai , per cui ebbe poi tante richidle , che mife l'altre -,
che TufTeguentemente fece a prezzi altiffimi , ed a tali ,
finch vifle le foftenne . Fece nel fecondo altare della navatatninore della chiefa di S. Croce in Gerufalemme il
quadro , che rapprefenta la fcifma di Pietro Leone, che
fiato poi da que'rcHgiofitrafportato nella libreria,perch
S
l'umi

VITE
l'umidit gli faceva molto danno; e prefentemente vi fi
vede la copia. Fece in uno degli, altari della chiefa di
S. Giufeppe fopra S.Pietro in carcere a Campovaccino
il quadro , che rapprefenta la nativit di N. S. . Faceva
in quefto mentre Aleflandro VII. abbellire di rare pittu
re la chiefa della Pace, e volle che vi cntribuifle Carlo
colle fue . Rapprefent egli fopra gli archi della cappella
di mezzo la vifitazione di Santa Lifabetta, e fece un_
quadretto per la fagreftia . Avevagli nel medefnno tem
po ordinato Aleflandro di dipignere nella galleria del pa
lazzo di Montecavallo , e Carlo vi rapprefent il Prefepio. Morto Andrea Sacchi , che per la cafa Barberina_>
aveva gi cominciata l'opera de' dodici Ap^ftoli , che in
figure in pi di giufta grandezza rapprefnjar doveva^
in dodici tele , delle quali fol una ne lafi compita , el'
altre undici furon dipinte da Carlo. Vedonfi. prefnte
mente tutte nel nobile, e maeftofo appartamento del
cardinal Francefco , ove tutto raro ye-preziofo ; nien
te per v' pi venerabile , e raro della fu$ bella acme ,
che non quivi men rara , che in qu.ilinque altro Juogo.
Ebbe Carlo nello fteflb tempo ordine d ritoccare uaa pit
tura antica , che colorita a frefco fi conferva nel palaz
zo, e dopo averla ritoccata v'aggiuole alqum putti ,
che le fervono di vago , e bizzarro ornaflTCAto . mentrecch flava lavorando intorno a.qefta,' layoiwva an
cora in una tela- aflai glande , in .cui en%Q> &f,Ro/alia_,,
con un angelo , che rimette kfp'ada -nella guaina , e_>
molte altre figure che fta in oggi ne.l'ap>pamraento del
principe . Quindi ricominci a operare pel Pon-tefice_j
Aleflandro , da cui;fu variamente impiegato, finch ihojr),
e gli fucced Clemente 5 che non lo lafio :faEoeo(S) .
Imperocch, oltre il.rimtto, che volle;g'll/accdJe(fiabitor
?h fu creato , fecegli anche farealoniiquadrj . Valew.
no i Silv-a ornare lalor cappella a S. iL6afepCri>. che fi co-
finii-

DE' PITTORI.

130

ftruiva colla direzione del Bernini , ed avendo comine A


/o a Carlo l'ovato , che rapprefenta la concezione della
beatitfma Vergine nell'altare , pretendevano allorch fu
finito di pagarglielo tanto, quanto diffe il Bernini, ma
Carlo rifpofe : Ne voglio cento feudi di pi , perch /'
ha detto il Bernini : E bifogn darglieli . Aveva gi
egli particolar fervit colla caf Colonna , e tratta
va do mefticamente col Conteftabile , per cui conti
nuamente dipigneva , quando dopo avergli fatti diverf
quadri, fecegli quello che rapprefenta Ottavio , che__*
ferra il tempio di Giano; edipinfe i putti ne' quattro
grandi fpecchi , che in un co' quadri fi confervano nella
galleria , fuorch il rapprefentante la nafcita del Salva
tore , che lo regal a Clemente XI. il Conteftabile vi
vente . Dovevafi fare nella cappella Spada in Chiefanuova il quadro dell'altare , n'ebbe Carlo l'incumbenza , e
vi efpreflfe la Madonna , S. Carlo , e S. Ignazio . Bra
mava il principe Altieri averne uno per l'altare di fua_.
cappella alla Minerva- e Carlo vi color i cinque fanti
canonizzati da Clemente X, , Altro ne voleva il cardinal Cibo per l'altare della fua alla Madonna del popolo ,
e Carlo vi dipinf i quattro dottori , ed altre figure:-* .
Altro ne dipinfe nell'altare della cappella Montioni alla
Madonna di Montefanto , e vi figur la beata Vergine ,
S.Jacopo, e S. Francefco . Altro nell'altare della pic
cola cappella dello Scararrielli in S. Ivo , ed quello del
la Madonna con S. C-iufeppe , ed il Bambino . Al
tro nell'altare della cappella Negroni al Ges , e vi
S. Francefco Saverio . Opera di fuo pennello il S. Stanislao nell'altare della feconda cappella a mano manca in.
S. Andrea del Noviziato . Opera fua era la Madonna col
Bambino , e S. Filippo nell'altare della feconda cappella
a deftra mano in S. Giovanni de' Fiorentini, perch quel
la , che v' prelntemente una copia . Ed opera fua fi

S 2

il

140

VITE

il quadro dell'altare della terza cappella a manritta in


S. Marco , ed i laterali , ed il di fopra dell'ultima^ ..
Gli fu data a dipigner lafala del fuo palazzo al Ges dal
principe Altieri , che per alcune differenze non termin*
avendovi lafciate imperfette le lunette , e g-li angoli . Fe
ce i cartoni de*mufaici per una delle cupole in S. Pietro ,
che fi eonfervano nella fala regia di Montecav.allo . E
fece diverfi quadri per fuori , effendovi poche citt confiderabili in Italia , che non ne abbiano , poicch ne_j
mand per la Tofcana } per la Lombardia , per la Romagna , e per la Marca . N ne fon prive le.principali me
tropoli del rimanente d' Europa .. Imperocch ebbe il
tranfito di S. Giufeppe per l'imperial cappella l'imperador Leopoldo : Ebbe. Apollo , e Datine per la real galle
ria il Re Luigi : Pi d'uno ne ebbe per i regj palazzi il
Re di Spagna. Ebberne per i loro gabinetti tuttiquafii
fvrani d'Alemagna .. E per averne gl'ingiefi venivano a
pofta in Italia , e li pa-gavano a pefo d'oro . E piucch a
pefo d'oro fu da un di loro pagato il S. Biagio-, che fat
to avea Carlo per la cappella degli AfTalon in S. Carlo
de' catenari . Ma come i due frattelli , che n'eran pa
droni , vennero in difeordia tra loro ; mentrecch d'or
dine dell'uno il dipigneva Carlo-, l'altro ne ordin un fimile al Brandi , e fattoglielo finir con preflezza , lo mif zitto zitto in full'altare . Reft quello al fratello , che
gliele aveva ordinato , e dopo la morte fua y pafs non
10 come in potere dell'abate Braccefe , dal quale fu ven
duto . Giunfero frattanto in Roma gli ambafciadori , che
11 Re di Siam fpediti aveva a Innocenzia XI. , a' quali
avendo S. S. nel partire regalata una Madonna fatta d&_
Carlo , vollero effi da lui la compagna , ed andarono in
eotal guifa anche fuori d'Europa le fatture del fuo pen
nello. Altri quadri egli fece per Innocenzo, e per Don
Livio fuo Nipote ,, che fcelfe poi lui, morto che fu lo
zio

D F

P I T'T OMt I.

i4l

feio pel difegn del fepolcro, che fi vede in S. Pietro .


Salita fui trono per morte anche d'Aleffandro Vili. , In
nocenzo XII. ordin a Carlo divert lavori , e tra gli al
tri quello della Madonna , che mefla a mufaico maeftofamente rifede in fronte del gran cortile del Quirinale; e
quello del battefimo de! Salvatre , che il conferva a ma
no deftra nell'ultima cappella del Vaticano ..Divert altri
lavori ordinati gli furono da altri j poicch color lo
fmifirafo. quadro per l'altar maggiore di S. Carlo- al cor~
f ; e diede il difegno di tutte le pitture , che fi veggo
no nella cappella di S.Brunone alla Madonna degli ange
li , falvo il quadro, dell'altare , che di Giovanni Odas j.
Altro fmifurato altres ne color per l'altar maggiore.^,
d'una chiefa di Palermo , in. cui rapprefent la Madonna
del rofrio in atto di difpenfar le corone ad alcuni fan
ti , e fante . Fecene molti pel fignor di S. Genie , che
gli andava continuamente d'intorno per averne , eTinduffe anche a fargli il ritratto . Fecene molti pel marchef Niccol Maria Pallavicini , che era fuo grande ami
co. Molti ne fece per altri .cavalieri di Roma , molti
perdiverfi perfnaggi , e porporati , che giornalmente
l'andavano a vifitare ; E molti per Clemente Xlv , che
fpeflfo lo chiamava a palazzo , trattandolo con diflinti
fegni d'affetto, e di ftima , finch per maggiormente
diftinguerlo, l'onor della croce dell'ordine di Crifto,
con annual penfione di trecento fcudi , e fu il fefto Pon
tefice , con cui Carlo tratt famigliarmele . Onde tra
perquefti molti onori-, e tra perch fi credeva di meri-tarli , come per verit li meritava, quantunque da al
cuni tacciato foffe di foverchia albagia , fece ritrarf
in marmo , e mettere il ritratto nella fuddetta .chicfa della Madonna degli angeli fovra il fontuofo fepol
cro , ch'e' aveva fatto coftruire con fuo difegno . Qui*i i'eleflfe egli per la particohr divozione ,- che avea_,
avuta

avuta alla flint iflmia Vergine , e a quella chiedi fin da*


primi giorni , che venne in Roma , e per perpetuarne la
.memori* v'aggiunfe la /guente ifcrizione *

D. O. M.
Carolus Maratti Piffor
Non procul a S. Lauretana Domo
Camerani natus
Rema inftitutm , & in Capitolinh jdibus
Apoftolico adjlante Senatu
'.[> , ,
Clementis XL P. M.
Bonarum artium Reftitutoris
Munificenza
Creata* Equcs
.
Ut fuam in Virginem pictatem
Ab ipfo natali folo cum "vita bauftam
Ac innumeris expreflam tabulis .
Qua gloriofum et cognomentum
Compararunt
Mortala quoque farcinte depoffto ... . .
f>
- Cvnjrmaret

In hoc Tempio eidem Angelorum Regina facro.


Monumentum Jbi vrvens pofuit
Anno D. MDCCIV.
Entrato era Carlo nel fettantanovefimo anno di Tua
et , quando Clemente XI. voleva far riftorare una cap
pella nella metropolitana d'Urbino , e difcorrendo di ci
con lui , diedegli incumbenza di fcerre il /bggetto d'un
de' quadri , che metter voleva ne' laterali , e Carlo ne fe
ce il difegno , che molto piacque al Pontefice , e /fTeguentemente il color in una tela , che fu poi in un di det
ti laterali collocata , ed quella , che rapprefenta l'AA
funzione , eflendo l'altra , che rapprefenta la Nativit a

di-

D F: P:J rxro R t.

14J

dirimpetto di Cario Cigiahi-.:;hliun .pittre ebbe mag


gior venerazione diRaffaello^e Ch'opere fa-, <J,<L
Carlo ; e mun pittore. l'aveva, pi ;fulla ]jngua & lui .
Parlandone col Pontefice un giorno,' gli diffe , che era
gran peccato , che quelle , che egli fece nel Vaticano fi
lafciauero andare in malora. E S. S. che parzialmente
proteggeva Je belle arti, gli ordin , che fi riftauraflro
ienza puoto guardare allo fpendene . Avevavi Carlo fatto
farmolto .prima- a fue fpefe alcuni cancelli di ferro , per
impedire, che i giovani, che andavano per copiarle-*,
e tut gli altri , che vi fi fermavano per vederle , non vi fi
poteflero di vicino accoftare : e tutto fi rallegr , quan
do i enti alla riftaurazione impegnato il Pontefice . Mife
lubito mano, al lavoro j ed ordin primieramente a Pie
tro Tukni , che nel pulir pitture avea gran pratica , che
le lavane, ^'puliff'j- 'e conducendo poi feco Pietro de'
Pietri , An,dreiid?rocaccini , e due altri fuoi Icolari , vegrimpieglfinch furono interamente riftorate . Ne die
de immediatamente part&al Pontefipc ; e gli diflfe , che
qirefto era il terzo debito , die egli pagava alla memoria
del principe devpittori . Imperocch gli aveva affai pri,n a fue fpefe fatto in marmo fcolpir da Paolo Naldini il
ritratto, e collocare. alla Rotonda, che quello ap
punto , che precntenaenie fi vede in una delle nicchie_
della xrhiefa alk deftraidell'altro d'Annibale , fattovi pu
re collocare da lui per.&goo della particolar venerazioRe i, iche netflvevav Stava in tanto terminando un quadro
d'aitare per Napoli , in cui rapprefentava il battefimo di
N*&. che^fndtD da lui .vi -fu fuflfeguentemente mandato .
locomkxrijitp ne sev-anel medefimo tempo altro fimile
per frino, netqip ale xapprefentar dovea S.Amadeo, che
^uantuntie vcchio decrepito lo con^uflfe egregiamente,
frpcr ;GD%>pe 'Taff'Piemontefe fuo difcepolo , che_->
prefentemente fta col /Procaccini inlfpagna, lo fped a
"w
queii'

144

quell'invitto fvrano^ darui fu fommamente gradito,,


e generofamente pagato, e con quefta opera coron tutte
l'altre fatte da lui per lechiefe. Non tralasci per di
farne per adornar le cafe de' fuoi amici ? poicch color
in un gran rame l'immagine della beatiffma Vergine pel
marchef Pallavicini ; ed in una tela di ben quattro pal
mi altra ne color per l'architetto Mattei , che fu l'ulti
ma, che egli colorile . Concioflech giunto all'ottantottefimo anno di fua et , bench profpero di falute_j
gli cominci a tremare la mano , ed egli f ne ftava a feder nello ftudio , ed ordinava agli altri ciocch fi doveva
fare , e tanto era -l'amore , chV portava alla profeffione , e l'abito , che fatto aveva nell'efercitarla , che
non potendo pi dipignere, aftener nonil fapeva di far di
quando in quando delle linee col matitatojo , nelle car
te, e nelle tele- -Quindi abbandonato pi dalle forze,
-e dal vigore , che dalla mente , dalla vifta , e dall'ani-*
*no , ebbe alcuni giorni prima di metterfi a letto alcuni
fvenimenti , per i quali ben conobbe d'eflfer arrivato al
io fine . Aflettati dunque gli affari di cafa , e del mondo,
-a cui non poco egli in giovent, in virilit, e fino al
principio della vecchiaia , per quelle debolezze , che pi
/vente dell'altre tengono gli uomini lontani dall'amici
zia di Dio , era flato fortemente attaccato, tutto fi rrvolfe a quegli del Cieto . E ficcome la bruttezza delle colpe
<}ivien bella col defeftarle , e col piagnerle , cosi egli
'non a/pett l'intiinazion della morte per farlo ; ma moi-<
to prima ne diede pubblici , e certi fegni , e volle*
eziandio fpofare una /ua antica amica , con cui aveva_>
avuta una figlia . MefTofi finalmente a letto , e mancate
gli affatto le forze , infcnfibilmente in pochi giorni , e_
ne' 15. di Dicembre degli anni 1713. rend al Creatore
lo fpirito . Fu con non ordinaria funebre pompa alla Ma
donna degli angeli portato il cadavere 3 e coll'interveni-

mento

D E'

P ITT O R L

ffiento di tutti gli accademici di S. Luca , e de' virtuofi


della compagnia .di S. Giufeppe, gli furon fatte fblenni
cfequie . Lafci un capitale di quaranta , e pi mila fcu
di , e tra quefto un groflb volume di flampe di quafi tut
te le Tue opere , e la maggior parte de' rami a Fauftina_,
figlia della feconda moglie-; poicch .colla prima non ne
ebbe , e lurvivente fi marit all'avvocato Zappi nobile
Imolefe /oggetto affai amabile per la letteratura , non_*
meno che pelcoftume, il quale v'ebbe due figli un inafchio , ed una femmina, .che vivono colla madre, e
fndo morto il padre . Fece molti bravi fcolari ; e__
furono Niccol Berrettoni , Giufppe .Pafferi , Pietrode Pietri, Michel Semini-, Francefco Pave/i, Jacopo
fiammingo, Giufppe Chiari , Antonio Baleftra , An
drea Procaccini , Agoftino Maffucci , ed altri . I pri-
mi ftte fono'gi morti, e di quattro ne fcriver le_*
vite . Vivono gli ultimi tre ; ed il primo affai 'ben fi
diftingue in Verona fia patria , ed celebre , e conofciuto anche fuori . :I1 fecondo fu nel 1720. ccm,gro
fo affegnamento chiamato in Ifpagna da quella Regi
na, ore vive lautamente pieno di faccende , e di cari
che . Il terxo ancor giovane dimora in Roma tutto at
tento, ed indefeflb alla fatica, e quantunque non poco
/laccato dalla maniera del macftro degniffimo foftegno della iua fcuola . Era Carlo affai ameno , efaporito
ne' fuoi difcorfi , e rifpondeva molto a propofito con.
graziof fpirho , e con pungenti fali nell'occafioni . -Gli
fu una volta moftrato un quadro da un pittore di quegli ,
che fi pregiano di farne uno il giorno, e che tutta la_,
gloria credono , che ftia nel farlo preflo , e gli fu detto,
che fatto l'aveva in fei foli d , rifpofe fubito Carlo :
Avrebbefatto meglio a impiegarvifei meft', efarlo bene :
Un altro d'altro fimile gliene fu moftrato per un prodi
gio di preftezza a e Carlo diffe: Non accade , che fidiT

ca

146

VITE

fa , perche fi vede : Era facondo , ed eloquente, e mol


to fi compiaceva di favellar cogli amici ; e quando parlava della profeflone ftava nel fuo centro , n avrebbe fi
nito mai . Mi ricordo d'un difcorfb , che una volta_,
mi fece delle qualit , che averdeve un'immagine della
Madonna , per eflcr propriamente , e con quella maeft ,
che fi richiede dipinta , che dur pi d'un'bra , e / io
folfi ftato pittore , o che pittore alcuno vi foflfe ftato pre
/nte , molto avrebbe potuto imparare da quella lezione
crudita. Altro me ne fce un'altra volta delle, qualit ,
che aver deve un pittore per eflfere eccellente .. E perch
tutte , diceva egli , che poflfeder fi dovevano da chi bra
mava effer tale ,. quale egli lo defcriveva , dava bene ad
intendere, che egli iblodir fi potea quei deflb v ch'era
ftato defcritto da lui ^ Era non avaro- > ma alquanto te
nace, cetefattamente voleva quet che chiedeva de'fuoi
lavori , inanime da coloro , o che gli avrebbero voluti
per niente , o che con belle parole , e con regali proccuravano di cavarglieli dalle mani ; ed un corriere di
Erancia alteflar lo potrebbe , f foffe vivo - Avea qucfti
fatta fare da - Angolare una copia d'una: fua Madoniua, ed a lui moftratala , lo preg a volerla ritoccare un
poco nel volto 3 e gli difTe , che l'avrebbe regalato . La
ritocc Carlo j e gli don un bel cappella di caftora il
pranzef , pregandolo a voler ritoccare anche le mani .
E Carlo le ritocc ,. ed ebbe due paja di calzette di feta_j
dal Franzef . Quindi lo preg a ritoccare ancora le pie
ghe della vefte , e del manto , che furono prontamente
ritoccate da Cajrlo , con aver ricevuto altro regalo dal
Franzef . Ma non contento , fingendo di non arrifchiarfi
a nuovamente pregarlo, quali renitente e vergognofo
difle : Mi pare Jgnor Carlo , che i voflr maeftreiioli rtoccbi troppo dian di rifallo e? colp/tentati dello fcofare ,
prendo perci ardire di pregarvi a continuarmi k

gru-

D '

PITTORI.

147

, col dare unaleggiera , * <?tf/ ripagata a tutto il


quadro, per accordarlo , che iogifo fio the deggiofareper
voi. fatemi dunque qucftv nuovofavore ^ thefe pelpajfp*
io 'non-fon venuto mai a trovarvi colle mani vote , non le
terr afflavvenire a cntola:: Volentieri ^ rifpofe Carlo,
n accadeva , ;che voi m *obbliga/le con tantefinezze , e con
tante efpreffioni ; perch la mia profejjtone difare ilpit-*
tere i ed io ho genio particolare di fervir tutti^ * molto
pi voi ^che/lete mo amico : Partito poi il Franzefe co
minci Carlo aftare d'intorno al quadro, ed avendolo
ricoperto tutto , riufc uno de' pi belli , ;che abbia mai
fatto. Torn indi a non molto il Franzefe con certe ga
lanterie , che diceva aver portate in qucll' ltimo fuo
viaggio di Francia i che affai s'ajtrtava a farle fpiccare_j
per:la novit ; giacch non poteva farle comparire per
lo valore , e con mille riverenze , e con- mille .belle pa
role , tutto pieto d garbo > di leggiadria , e di gradi
mento , voltandoli , e rivoltarrdofi'per ogni verfo, an
dando avanti , indietro , a deftra , ed a fniftra femprc
guardando il quadro, mettendolo con affettate lodi al
terro -ciclo spettando di maraviglia il pie , con una mano
r)orgeva a Carlo le 'galanterie, l'altra ftendeva verfo il
quadro per portarflo- via.; Piano , difTe allora Carlo ,
bifogna che noi accordiamo ilprezzo : Come , rifpofe il
Fran'zefe ^ ed i molti regali , che io v'hofatti non bajano
eglino per 'pagamento! No fignore^ replic Carlo, fenza far complimenti , iofonpronto acompenfarvi il valore
de' voflri regali ; ma trecento feudi voglio .del quadro .
Vedendo il Franzefe Carlo inesorabile , ed oftinato mu
t linguaggio , e con parole di dififh'ma , e di di/prezzo
f ne "parti, -e non fi rivide pi, e Carlo lo vend pofcia
per l medefm i trecento fcudi al Maftrozzi . Fu replicatamente principe dell'accademia di S. Luca, per cui
-aveva particolare (lima 3 ed affetto j ed era tale il /o deT 2
fide-

i48

F T

.fderi d'invitare la. giovent allo ftudio della pittura y


che le don molti difcgni fiioi non meno , che del mae.ftro ; e fece fare a proprie fpefe i zoccoli alle ftatue , che
non gli avevano. Intagli in giovent afifai bene in acqua
forte, e molte opere di div.erft bravi pittori intagliate
da H fi vedono in iftampa. Intendeva eccellentemente
laprolpettka; e non era meno intendente d'architettu
ra .Studiava continuamente , e diceva che l'et provetta
dLfi uomini unita infieme , non baftava per apprendere
a difeg,nare con perfezione .. faticava con gufto-, e di
genio j ed arava tanta apertura di mente., e tanta for
tezza di compleffione , e profperit. di falute , che appli
car poteva indefeffamente ferapre fenza fiancarfi .mai , e
ftar mai male . Non fu molto-alto di ftatura , ma riqua
drato , e nerboruto , di feccia quadra ,, e graziofa , di
carnagione tendente al bianco d'occhio grande , acur
to, e brillante, e le labbra di quando in quando torcer
vano in cif . Veft Tempre finoall'ultiinQ di fua vecchiar
ja non con fafto, ma con buoni abiti, e con belle par
rucche. Am molto- la pulifia-* e fi.tratt dvilmente.
Abbomin lmpTeTlThifTo; , e pi d'ogn'altro quel del la.j
menfj e come egli era parchiffimo , e fobrjflfimo dicer
va, che per goder lafalute fi, richiedeva- la^fbbriet,
per aver la mente Agliata , era neceflario di quando in
quando il digiuno , e per vivere afifai bifognava mangiar
poco . E di fatto pi fono gli uomini , che muojon per
gola , che di coltello ; e con quefta veriflma oflfervazione tratta dagl'infegnamenti di quefto valente uonio, finir
x di narrare i fatti , ed i detti di lui .

''I

D E* PI TT 0<J? I.

149

D I GVG LIEL :M} -C O R TESE.


| C e o M i* a ferive'r la vita di Guglielmo
Cortefe detto comunemente il Borgo
gnone > perch in S. Ipolito Terjx_
della Borgogna -nella Prancacontea na
cque egli del 1628.., e fu fratello carna- 1628.
le del Gefuita y e del Cappuccino ,
come nella vita di quello narrai. Eccomi di bel. nuovo
nella fcuola del' tante volte dame nominato Cortona_, j
perch dopo aver Guglielmo fatto inficine cogli altri due
fratelli il giro d'Italia , giunto con effi in Roma , fubito vi s^introdufle per compire i /orftud};. e li comp co*
s bene , e con tanto profitto, che ne ufc quel dotto.,
e valente pittore , che ci rapprefentano le belle , e molte
epere , che v'ha lafciafce , ed in particolare quelle , che
or ora andr rammentando . Aveva egli fatte molte_>
amicizie per mezzo delmaeftro non meno, chede'fraitelli , ed'a fpada tratta' gli amici a difpetto degli emuli- j>
che- in noirpccol-huniera cercavano di fcreditarlo, lo
difendevano, e protieggevano . CJhi 1" Introduceva in_
una cafY e eh i- in un'altra . Qgalgli dava un'lavoro , e
quale un altro gliene procacciava . E tanti ne ebbe da_.
tutti infieme in fui principio , che primacch comincia^
fe a dipignere per i paiagj-, e per lechiefe, moltifTimi
quadri dipinti aveva per le cafe . Le prime opere , che in
-quelle fece, far fi dovevano in S. Marco dalCorfrona;
'ma' perch quefti per i moltiflmn impegni , che aveva_>
preventivamente contratti , far non le potea con quella
prestezza, che^l'ambafciador di Venezia, che abbelliva
di rare pitture-la chief , voluto avrebbe , le diede a fare
al noftro Guglielmo con animo di farle buttar gi , quan
do av-effe potuto mettervi mano il Cortona ; perch non
jtvvadilui quel concetto 3 che n'ebbe Allorch lo vide
i J
ope-

150
VITE
operare . Finite che furono , volle l'ambafciadore * chi
feco andafTe a vederle il Cortona , che quantunque appie
no conofcefle l'abilit del giovine profeffore ,, reft forprdb , e difl : Signor imbafciatorc , Guglielmo miofc^lare$ ma in quejla opera hafatto quello , cheforfe non^^
avrebbefatto ilmaeftro. E quindi rivoltofi a Guglielmo,
che pur v'era prefente , foggiunfe : Nonpojfoameno Guglielmo di rallegrarmi teco , e dirti attaprtfenza di quejo
perfonaggio > che mi glorio d'aver fatto unofidare della
tua vaglia . Non finfuperbire ^feguita a dpgncr co^ e di
che cerchinpare di torti il credito gli emuli: Ito era l'imbafciatore , che aveva buon gufto , ed intendeva, pi vol
te per curioilt , come che alcuni gliene avevan.parlato
con poco 'vantaggio , a vederlo dipignere , e conofceva
dalla franchezza , e dall'armonia della compofiaione , e
de' colori , che Guglielmo , bench giovine fofle , dipigneva da provetto; ma n pur egli afpettava di veder
quel die vide >. e quei che ognun pu vedere ; perch
non furono altrimente buttate gi; mavi fconfervano
ancora . Oltre il prezzo traboccante , che ne ebbe dall'
imbafciatore ^ Guglielmo , ne fu anche generosmente re
galato , e ipezialmente protetto , finch S. E. flette in
Roma; e l'avrebbe condotto anche /co a Venezia , fe
egli avefife potuto partire ed impegnato non fi fofle_->
in altri grofl lavori , dopocch qiiefto fu fcoperto, e
veduto . Imperocch cominciato avea a dipignere a_^
frefco in una cappella a S. Giovanlaterano , che felice
mente poi termin ; ed aveva avuto ordine da Aleifandro
VII., con cui avea gi contratta particolar fervit , di
dipignere nella galleria del palazzo Quirinale . Mi/vi
fubito mano , e vi rapprefnt la battaglia di Gio/ ,
che molto piacque al Pontefice, ed oltre il prezzo gli
don una bella collana d'oro . Gli ordin poi S. S. altri
lavori , e tra quefti , quello che fi vede nella tribuna.>
del

D '

P J TT O R I.

del duomo della Riccia , che rimate imperfetto ; perch


non fu da lui ritoccata i niahe io la ragione; e quella
del quadra dell'altare della finiftra cappella nell'entrare
nel duomo di Caftello . Ne reft pienamente fddisfatto
il Pontefice ; e lo fece pagare , e regalare affai bene_ .
Quindi and a dipignere la volta della cappella del Crifto morto in S. Praflfede ; e vi dipinge ancora un quadro
d'al tare in ua*al t ra . Era patitala gi-qualcfae tempo, che
i Gefiiti , che ne' lor ^ollegj avevano tante bell'opere del
P. Jacopo fuo fratello, ne volevano eziandio alcuna delle
Tue; e Guglielma fece nella chiefa del Noviziato il quadro
dell'altar maggiore , che rapprefnta il martirio di S.Andrea . Volevane alcuae il principe Borghefe ,, con ci^i famigliarmente Guglielmo trattava, per la /lima che Sj. E.
faceva di lui j ed egli principi- allora a e termin poi
con preftezza il quadro , che fi vede- in una delle cappel
le del duomo di Monteporzo- Ne avrebber volute diverfi altri perfonaggi ; ma egli tante ne aveva fra mano ,
chc molte ne rifiutava . Pofciacch indefei&mente dipigneva nel deftro- lala della cappella delila Nunziata in_>
S. Lorenzo in luctna ; e terminato non Tavea , che prin
cipi a dipignere il quadro y che alla Trinit de' pelle
grini rapprefenta S. Carlo, S. Filippo , edaltri fanti ,
che finiti con intera fddisfazione di chi glieli aveva ordi
nati , rimaner non fi pot di metter mano al quadro deli'
aitar maggiore della chiefa delle monache di S. Marta_,
dirimpetto al collegiot Romano , dalle quali n'era conti
nuamente ftimolata, e vi rapprefent noftro fgnor Ges
Crifto, S- Marta., S. Mariamaddalena , ed altre figure
in atto di fentire fiia predica . E quefta fu. l'ultima opexa , che fece ; conciofiecdi aflfalito un giorno fieramen
te dalla podagra , che anni prima cominciato aveva di
quando in quando aitoonnfintarfo, gli fu. propofto certo
chimico 9 che vantava) d'avere un. ottimo r e:%erimemar

to

52

to fegreto per s fatto male . JFecelo egli inimanten etite


chiamare, ed ito fubito a vifitarlo^gli ordin certa acqua,
che gli mitig alquanto il dolore, ma la podagra i'attacc nel petto, ed in pochiffimi giorni, e ne' 1 5- di
1679 giugno del 1670. lo.condufl a. morire. Furongli fatto
funtuofe efequie a S.Andrea delle fratte , ove portatoli
giorno fufleguente il cadavero , fu in una fepoltura a mez
zo la chiefa ripofto , e nella lapide di marmo , che la_*
cuopre j U Seguente ifcrizion vi fi legge .
Sfle qutfquh fidelis

Hanc a te moram non pofcit lapis


Sed in lapide fctlpta virtus
Guglielmi Corte/ti Burgundi
Pitturte cultori* eximii
Cui mira in arte prteftantit
Immortalem pinxit fumam
Summorum Vontijkum
Applaufum , & premia promeruti
Primaria* Urb Kajlcas
^Edefque Printipum exornant
Tanti viri opera vide , & ftupc
Undecimum tats Iuflrum cceperat
Cum idibus junii 'M. DCLXXIX^Eterno confoptus fomno
,Ric fuas txuvias reliquit
Mori jujfit communh necejptas
At jubet vivere major fato virtus

Felix Renzia Romana


>Conjugis amantijjmi memorie
Pofuit-.

Ebbe con Felice Renzi fua moglie folo una figlia-^


perch poch'anni flette feco 9 ed in que' pochj non iftet-

tc

DE PITTORI.
153
te mai quafi bene. Si marit la figlia , che fi chiama.;
Margherita ad Antonio Beilotti maftro d camera del
principe Borghefe , che vi ha avuli cinque figli , de' qua
li tre foli prefentemente fon vivi . Ilmafchio frequenta
lo ftudio d'un avvocato , e fi diletta di difegno . Una_,
delle femmine, che fi diletta non falo di difegno , ma
di miniare , ftata maritata in Albano al Cecchini , che
de' pi ricchi di quel paefej e l'altra fta in cafa co' geni
tori ancor zittella .Si rimarit Felice molti anni dopo la
morte di Guglielmo a un curiale , e gli port in cafa un
capitale di ben diecimila fudi, che eredit per morte
del fratello , che efflfendo morta due anni fno , ancor
ella lo lafci-a Margherita , che ereditato ne aveva altro
di circa quindici mila alla morte di Guglielmo, nel cui
tempo vivevano due fue forelle monache con efemplarrt
particolare a Friburgo ; ma morirono pofcia elleno an
cora . Aveva mlto guadagnato Guglielmo; perch mol
to , e continuamente, finch non ne fu diftolto dalla_,
podagra , lavorava . E come i lavori non gli mancava
no , ed. erano in Roma , 'non tnen che fuori ricercati ,
f li faceva ben pagare . Fu l'ottimo cortame , modefto ,
ed umile; e tuttocch aveffeavuti, come ho fopra ac
cennato degli emuli , parlava di loro con tal tranquillit
vd'animo fenza alcuna alterazion cos bene, che chi nojvne
foffe ftato informato , detto avrebbe che eran fioi amici .
Tratt indifferentemente con tutti i profeffori , ma con
'Carlo Maratti particolarmente , e di genio , ed ebbe per
:lui maggiore ftima di quella , che aveva pel fuo maeftro
Cortona . Poco fi divertiva ; perch non aveva vizio ,
n di giucco , n di oflerie , n di caccia ; e tutto il fuo
fpaflo fi riftrigneva in camminare fuori di qualche porta ,
.o tutto folo , od in andare a qualche vigna col Maratti il
giorno di fefta . Amava la feriet , ed il natural fuo ma
linconico 3 non lo portava ad alcuna allegria . Spendeva
V
ge-

154

VITE

gencrofamente nell'occorrenze > e fuori di quefle teneva


conto del fuo . Parlava poco j perch poco a parlar lo
portava qualche piccola infelicit , che aveva nel difcorfo . Un prezzo fola faceva de' fiioi lavori ; e chiefto che
l'aveva un quattrino non calava . Dir fbleva a quefto propofito ,, che intender non fapeva , come tra i profefifori
d'onore trovar fipotefle, chi dimandafle un foldo di pi
di quello giuftamente gli fi doveva ; e che tanto gli pare-.
va ftrano s e fconvenevole il chieder di pi del giufto va
lore ,, quanto il prender di meno , f non foffe ftato a ti
tolo di regalo . Ma intalcaf fggiugneva, che bifognava. regalar tutta l'opera ; perch mai il compratore fi
farebbe indotto a credere , che la diminuzione del prez
zo foflfe anzi corteda, che- effetto, dell'ecceffo . Era di
jnediocre ftatura , piuttofto graffo v che magro , caftagnodi pelo , ed olivaftrodi carne , pieno , e quadro , ed
alquanto rozzo di faccia . Pochi giovani voleva nella_>
{cuoia , e que' pochi pi per impegno, di chi glieli racco
mandava , che per genio ve li teneva - E come, non ave*
va genio a tenerli, n pur inclinava a perdere il tempo
in iftruirli . Numcrpcrci -ne-jzenn_jupri^ con grido j e
niuno rammentar ne deggio io in quefto mio racconto
pi breve forfe di ci , che la curioft del lettore afpettava ,, e che al merito- del foggetto fi conveniva ..

DI

P I T T O R I.

155

DI CARLO CIGNANI.
O E o G N A , a cui tanto devono le belle
arti , per elfcre fiata patria di tanti gran
di uomini , non ha lafciato anche a tem
pi noftri d'efier feconda , avendo ad 15.
di maggio negli anni 1628. di chiaro, e
_____
conosciuto lignaggio prodotto ilnoftro
Carlo , che datoli allo fludio della pittura , ebbe Gio.
Batifta Cairo per maeftro , e quindi pafs nella famofa
fcuola dell'Albani , e divenne celebre al pari d'ogni altro
fuo coetaneo . Di quefto valente uomo, quantunque ne
fia fiata .da elegante , e pulita penna fcritta la vita , ho
ftimato doverla fcriveie ancor io ; perch avendo l'auto
re fcritta fblamente la fua , pofla maggiormente fpargerfene la fama tra le mie , che per efler molte , "franno
f non per altro per curiofit ricercate da molti . E tuttocch io non far cos diffufo , com'egli flato , non traJafcer di narrar l'eflenziale ; e rimetter per tutto il refio il lettore all'autore medefmo, per non privarlo di
quel guflo , che ho nel leggeri ? -rileggerla fempre_>
ugualmente provato vincor io ."Vide il padre , che fi chia
mava Pompeo fin da fanciullo inclinato il figlio alla pit
tura , per i .continui difegni , che faceva delle figure , che
gli parevan pi belle tra quelle , che rapprefentavano i
quadri di cafa fua ; -e vide, che non da fanciullo difegnava fconfideratamente , e fenza elezione , ma con giudi
zio , e di guflo , 'Volle perci fecondare l'inclinazione
di lui ^ e perch iflruir fi poteffe nel bel principio , con
maggior agio fi tir in cafa il Cairo , che, come ho
accennato di fopra, fu fuo primo maeftro . Pofegli poi
tanto amore l'Albani , lafciato , che egli ebbe il Cairo s
che piucch figlio l'accarezzava, e l'amava , emoriva_.
'di voglia di far conofcere al pubblico l'abilit fingolare
V 2
del

156*

del giovinetto . Lo ciment in prima in prima al con*


corfo del difegno nell'accademia , e ne riport fopra_
tutti i concorrenti egli il premio . L'efpofe pofcia a di'*
pignere nella chiefa del Buon Ges ; e rapprefent in un
quadro S.. Paolo, che libera una fpiritata . Quindi ve-
dendo il generale applaufo che riportava , non ifdegn*
per animarlo maggiormente , che mettefife la mano nel
le fue tele} e pubblicamente diceva per Bologna, che
quefti efler doveva un de' foftegni pi forti della fua fcuo-
la. N s'ingann; poicch feguitando egli viepi a_i
farf onore , dipinfe da maeftro varie ftorie. in cafa Davia , e varie altres in cafa il Ponti giureeonfulto . Sparifi frattanto la fama del fuo valore anche fuori , fu chia
mato a Livorno , e tra gli altri quadri lafciativi , allor
ch ne part per ritornare a Bologna , celebre fu quello*
del giudizio di Paride nella nota contefa delle tre Dee__r
per l'acquifto del pomo d'oro . Lafci i quadri in Livor
no ; e port /co a Bologna i cuori de' Livornefi , che:
per lo genti! fuo tratto , e per l'amabile fuo coftume an
che Cerna, confederar fua virt ardentemente l'amavano ,.
e di mala voglia. r^^xJJ4agj^n1e_a^[i occhi lo vider par
tire. Giunto era appena in Bologna, 'che il cardinal
Farnefe , che allora vi rifedeva per Legato , veder vol
le l'autore delle pitture , che avea gi vedute , ed aven
dolo cortefemente accolto con mille efpreffioni di ftima ,
e d'affetto , gli diede a conofcere , ch'efler voleva fuo
amico ; e gli ordin l'opera della gran fala nel palazzo
del pubblico . O qui fi che Carlo impieg tutto il fuo
/pirito , e fece vedere in due copiofffrme iftorie , come
s'unifce ne' colori la forza, e '1 rilievo colla morbidez2a, e col tenero . Rapprefnt in una la maeftof fun^
zione del fanar le fcrofole , fattavi in pafTando dal Re_
Francefco : Nell'altra il magnifico ingrelfo del' Pontefi
ce Paolo , donde prefe immantinente la fala il nome di
Far-

D F

P 1 T TO R I.

157

Farnefe.Grande fu per molti mef il concorfo del popolo.,


de' cittadini, della nobilt, de' profeflbri,e degl'intenden
ti y che in folla correvano ad ammirar la vaghezza dell'
opera , che piacque tanto allo fteflfo cardinale, che in fine
della legazione lo men feco in Roma con animo deter
minato di fargli dipignere la faladel proprio palazzo j e
dipinta certamente l'avrebbe , f l'. S. non fofle fia
ta da maggiori , e pi premurofe occupazioni diftolta .
Non lafciarono per altri perfonaggi primarj Carlo oziofo , e fervir volendoti, dell'occafone del fuo arrivo , e
di fua dimora , gli Gommifro diverfi lavori . Dipinfe d'
ordine d'alcuni i due laterali della cappella maggiore di
S. Andrea della valle ; e memorabili fono due Veneri ,
che dipinfe per alcuni altri . Dipinf nella bafilica Vati
cana un quadro per l'altare , ove fi vede oggi la prefentazione di Maria vergine al tempio , colorita dal Roma
nelli , perch quello fu mefTo altrove a cagione dell'umi
dit, che l'aveva tutto lacerato . Stette in Roma Carlo
tre anni fempreindefeffo lavorando, per foddisfare a' defiderj di coloro , che a ogni cofto volevano qualche me
moria della maeftrevol fuam<*n<* * & terminati che egli
ebbe gl'incominciati lavori , f ne ritorn per particolari
fuoi affari alla patria . Inefplicabjli fono le liete , e cor
tefi accoglienze , che generalmente ricev nell'arrivo ,
ed innumerabili le commeffioni . Ebbene per la chiefa di
S. Michele in bofco , e vi ftori quattro medaglioni J
Ebbene dal fenator Davia ; e gli color una Circe in_>
mezza figura , ed una Carit al naturale in intera , altra
ne color pelfenatore Angelelli , altra pel conte Jacopo
Rofl , per cui color ancora un Mos con molte figure .
Ebbene dal fenatore Albergati , e gli effigi due tek ;
efprefle in una S. Giufeppe col Bambino , in altra ua_>
Bertoldino . Ebbe una Danae Marcello Malpighi , una
flora il eavaliei Sampieri 3 una Pomona il conte Zanar-*

di.

158
V i T E
di . Ma f tanto egli fece dopo il fuo arrivo per i Bolognefi in Bologna , non punto meno , f anche forfe non
pi fece per diverf perfnaggi di fuori . Celebre fi fu la
Madonna con S. <Jiufeppe , e col Bambino, fatta pel
cardinale Archinto arcivefcovo di Milano. Di non mi-'
nor fama furono l'altre fatte al Forni fegretario di quel
fenato , al conlc Maffei ^ ed al Gorelli , che oggi fi confrva qual gioja preziofa tJal cardinal Ottoboni . Singo
lare fu ancora una Carit con cinque putti fatta pel car
dinal Pallavicni ; e fingolari furono i tre baccanali fatti
per monfignor Giandemaria , pel conte dell'Afte , e_j
pel principe Adamo di Liecieftein , per cui fece ancora
altri quadri . Ma men trecch fpediva Carlo fue pitture
in varie parti d'Italia , ne voleva in Parma anche quel
duca ; e per .farle maggiormente rifplendere , pens di
metterle al paragone di quelle , che fatte avea in un fuo
cafno Agoftino Caracc . Chiamato dunque Carlo alla
corte , ed immediatamente trasferitovifi , gli ordin il
dipignere nelle pareti d'una ftanza , ove dipinta aveva la
volta Agoftino. E perch quefti rapprefentato v'aveva
con pellegrine m-veir/.iunlitv-jaaflknZiLd'Amore ; volle ^
egli fguitare lo fteffb fuggetto con diverfi altri pellegri
ni penfieri . Rapprefentovvi Amore affifo fur un magnifi
co carro d'oro in compagnia di Venere col dardo in ma
no , che l'arme fulminante , con cui vince i petti pi
forti , e pafla eziandio i cuori degli eroi , con tutte l'altre
ftore , che vi fi vedono in prova del foggetto rapprefentato da lui , che io per non efler troppo lungo , quan
tunque l'abbia vedute ,-mi rimarr di defcriverle , e ram
mentarle . Dir bene , che egli ne ricev dalla genero/
mano -di S. A. diftinti premj , >e voleva onninamente ri
tenerlo alla corte con grofTo ftipendio . Ma non potendo
Carlo accettare l'onorevol invito -, perch gl'interefl di
cafa fua lo richiamavano in patria , volle le promettere,
Tic-

D ' P 1 T T O R /.
fccome le promife di farle un quadro per l'altar maggio
re del fontuofa tempio deli'immaculata Concezione , che
l'A. S aveva fatto fabbricare in Piacenza .. Part egli
dunque carico di regali , di finezze, e d'onori; e que
lli furono, in s gran numero , che parendo a lui , che 1'
eccedeflero , non volle riceverli tutti ; perch modeftamente ricus il titolo di cavaliere , e di conte , con cui
il duca onorar voleva lui , il figlio Felice , che condotto
avea feco , ed i fuoi difcendenti .. Arrivato che fu in pa
tria Carlo ne diede /bito parte a S. A. che benignamen
te del /eguente. tenor gli rifpof .:
Signor Carlo . Pu ejjer ella certa in ogni tempo y
ed in qualunque occorrenza del nojlro vero affetto , e_>
non folo ella , ma il fuo "figlio , e la di hi cafa tutta \
foicch come nella no/Ira fon quafi eterne le memorie ,
che -Sanno lafciata della fua gran virtt'^ cos eterna_i
far femprc in noi , e ne' nojlri fucceffor la gratitu
dine , // benefizio della quale godr lla , e godranno
fempre i fuoi . Attendiamo di fentire , ehe colla maeJlria folita del fuo felice pennello Ja fatto il quadro ,
che le abbiamo cammejjo ; t> godenti* i tanto del loro arri
vo confaIute alla patria , e dell"1avoifo , che con efpreflo
tti tanto amorevoli ci ha ella dato , lepreghiamo da Dio
perfette contentezze .
Parma 7. maggio i"8i..

Alpiacerfuo
Ranuccio Farnefe .
Mife egli immediatamente mano all'opera , ed eA
prefla avendo al vivo in una gran tela la Vergine fantinima , che calpefta la tefta del ferpente in atto di ringra
ziare l'eterno Padre , e lo Spirito fanto per l'ineftimabil
grazia a niun'altra 3 che a lei conceduta dell'originale

inno

y i r fi
innocenza con molte altre figure rapprefentaievi per or^
namento dell'iftoria dall'erudita fua intelligenza , a S. A.
la trafmife . Indicevole fi il gufto , che ebbe S. A. in
ricevere il quadro , e fu tale il gradimento , che non
contento d'avergli nel riceverlo mandato ricco regalo t
volle altro a lui non pure, ma al figlio mandarne in occafione , che fped a Bologna per altri affari un fuo fami
gliare . Reft a5 nuovi regali tutto forprefo Carlo , ed
umilmente S. A. ringraziandone , cortefemente ella cos
gliri/pofe^
Signor Carlo . Intendiamo dall'amorevoli efprejfioni%
che ella ci fa colla lettera de* 3 . ilgradimento , con cui ha
accolto ilfaluto ^ che mandammo alci, ed alfuofiglio per
IJlcfano Loli ; e benchJtaflato un piccolo incontro dell"af
fetto , che abbiamo per lei , e per loftejjo fuo figlio , ad
ogni modo dee cffcre all'uno , ed ali'altro un chiaro argo
mento d'averne a ricevere de* maggiori nell*accorrenze^ che
tifiprefenteranno de'fuoi vantaggi , oscurandola , e#e_
noifaremofempre per promuoverli volentieri , eperfecon*
dare le loro giujlefoddhfazioni . intanto le confermiamo
laftima^ ehe facciamo tffut 3r_^e^ preghiamo con
vera cordialit da Dio ogni bene .
Parma 1 1. maggio 16*8}.

Alpiacerfuo
.Ranuccio tarnef
N qui 'finirono i favori , che a Carlo fucceffivamente di/pens la fereniffima cafa ; imperocch volle*
onninamente il duca Francesco , ch'egli accettafTe per /
e per ifigli-fuoi il titolo di conte, che aveva ricufato
prima , giacch fapeva , che la modeftia fua non l'ave
va potuto rifiutare dalla munificenza d'altri principi ,
e dello fleflb Papa^.che per maggiormente onorarlo,

con-

conferir gli vollero ancora quello di cavaliere . Quefti


nuovi onori uniti a' nuovi applaufi, che per le belle opere
fue ogni d gli s'accrefcevano , gli accrebbero in Bologna
non meno , che da pertutto fuori talmente la ftima , ed
il credito, che da ogni parte giugnevano giovani per
iftudiare fotto fua difciplina , e perfonaggi per aver qual
che fuo quadro , e per godere dell'amabile , edottafua
convenzione ; e chi andar non vi poteva , gli fcriveva
per averne. Color pel procurador Contarini il cafto
Giufeppe ; altro ne color pel marchefe Niccolomaria_>
Pallavicini , altro per un mercadante , che a forza di da
naro pafs pure in mano dello fleflo Pallavicini , altro
pel Re Giovanni di Follonia, per cui color ancora ICmaelle , ed Agarre . Effigi in rame una Madonna per
lo fpeziale Fortuzzi , lo fpofalizio di S. Caterina per la
contefla Caddi , altra Madonna pel cardinal Ottoboni,
ed in due rami per Luigi il grande , Crifto depofto dalla
croce, e la Maddalena quando lo vide in figura d'orto
lano. Per la fuddetta contefla Caddi fece un quadro
con molti fanti , due ne fece pel principe di Schlevemburgo ^rapprefentante l'uno la Maddalena nel deferto , e
l'altro la Maddalena con Marta fua forella , e con Ges
loro ofpite , due pel conte dell'Afte, rapprefentante l'uno
la Vergine col Bambino, e l'altro una Danae, ed -uno
pel principe Adamo di Liefteftein, rapprefentante S.An
tonio di Padova . N l'indefeflb , e continuo dipigner
di Carlo per tanti fecolari nelle lor cafe, per quanti ne ho
fin ora numerati , rimaner lo facevano dal dipignere per
i fecolari , e per gli ecclefiaftici ne' fagri tempj . Dipinf nella chiefa principale de' Gefuiti di Bologna la tavola
per l'altare Davia , che rapprefenta la Madonna col Bam
bino , S. Giovanni , e S. Terefia . Per i padri Oflervanti di Bologna parimente l'altra , che rapprefenta S. Pie
tro d'Alcantara : Per le monache Domenicane , l'altra

che

162

r i T E

che rapprefenta S. Rofa : Per i padri dell'Oratorio di


Forl , l'altra che rapprefenta S. Giufeppe : Per i mona
ci Benedettini di Claffe in Ravenna , l'altra che rappre
fenta S. Benedetto : E per M affa Lombarda l'altra che
rapprefenta S. Rocco, e S. Baftiano , ove dipinfe an
cora una cappella con molte belle invenzioni . Dipinfe
pofcia per fua particolar divozione fotto il portico de'
padri de' Servi di Bologna, in concorrenza d'altri profeffori , che pur vi dipinfero alcuni miracoli de' molti fatti
da S.Filippo Benizzi , e vi rapprefent quelli del fan
ciullo rifufcitato , .e del cieco illuminato } ma non fenza
fo difturbo ; perch gli fu per difpetto unto di notte.-
il muro col fapone , ed abbruciati i cartoni che v'aveva
lafciati . Voleva in quefto mentre l'elettor di Baviera
ornare un tempio di fua metropoli con quattro riguardevoli quadri , fcelfe quattro de' pi efperti pitto
ri , e traquefti il noftro Carlo pel primo. Si dichiar
POI S. A. , che oltre il pagamento , che dar voleva_
ugualmente a tutti trabocchevole , voleva altres diftinguere , chi meglio fi foffe portato con genero/a ricogni
zione . Qu.ai foflfero gli altri tre profeffori a me non e
noto ; n noto m' pure qual fggetto nelle lor tele rapprefentaffero . So bene, che la fgra famiglia rapprefen
t Carlo nella fua , e che molto s'adoperarono gl'invidiofi per torgli il premio , fin coll'avervi fatto un lungo
taglio, lo che fa credere, che f egli veramente avuto
non l'abbia , meri t affe d'averlo . Voleva parimente il
Granduca di Tofcana qualcof di fuo j e primacch alcu
na gliene richiedeffe , volle il ritratto , per collocarlo in
un cogli altri nella famofa fua galleria . Scriffe perci a
Carlo , ed avendolo egli fatto con tutta diligenza , a_j
S.A. R. limand. Con che gradimento firiceveffe da
lei , e con qual regalo s'accompagnaffe , comprender di
leggieri fi pu dalla feguente fua lettera

S-

DF

PITTORI.

Signor Carlo . Il Signor conte Lodovico Carrara m'


haprefeiitato a nome di lei la bella immagine difefejTa ,
cffellafece per compiacermi con tutta Parte delfuo pennel
lo , che ben merita d'aver luogo tra gli altri pi celebri
profejfri , nellaferie che io ne vfacendo nella miagalleria\ onde ejfendomi accettiamo il dono , quanto pia de/iderato per Fopinione , che me ne fece concepire ilfgnor
marchefe Cofpi , veggo che FoperafteJJa vince anche Vafpettafiva , e m'obbliga d'averne flima corrifpondente all-L^
fua perfezione , che molto/ingoiare . Non lafcio dunque
di ringraziamela colpi vivofentimento , n di ejibirle la
mia corrifpondenza , ovitnyue pojja aver campo di mojlrare
anche cogli effetti il conto , cioe fo dellafua virt j e Diff
la confervi lungamente infalute , e profferita .

Pirenze4. maggio 1686.


Suo amoretole__*
II Gran duca .
Quindi gli ordin una Venere , che fu immediatamente fatta da lui , e fucceffivamente a S. A. R. man
data . Correva l'anno 1686'. allorch Carlo paft in_j
Porl a dar principio alla maggior opera , che fia fiata
mai fatta da lui 9 e tra le maggiori che abbia fatte mai
alcun altro j ed la cupola della Madonna del fuoco.
Lafci nel partir da Bologna la direzione della fua /cuo
ia a due de' fuo principali fcolari , e volle che fteffe_
aperta a fue fpefe nell'ampio, e nobile appartamento,
che egli gi per tale effetto riteneva nel palagio Pafelli a benefzio , e comodo de' numerofi giovani , che
da molte cittadi d'Europa concorfi erano per iftudiar
fotto lui nella fua patria . Stette la fcuola aperta_,
qualch'anno , e vi fi ftudiava continuamente di genio,
e per gara ; e ftata farebbe aperta tutto il tempo di
fua vita , f un oltramontano contraffatta non ave
X 2
f

1 54

VITE

f la chiave d'una ftanza , che portata feco avea Car


lo , e non avefle rubate le pi belle pitture , che egli
vi confrvava , lo che indufle Carlo a frrarla , ed a_,
tra/portarla a Forl . Ed ecco Forl divenuto nido per
manente , e ftanza fiflfa di Carlo ! Imperocch vedendo
egli che il lavoro della cupola frebbe riufcito aflai lun
go , vi fece trafportare diverfe altre robe , e quivi con
tutta la famiglia agiatamente s'accomod . N l'appli
cazione ftraordinaria , e le fatiche continue , che far do
veva intorno alla cupola gl'impedivano, che egli non_
adoperale la mano indefefTa per altri , che fue pitture
bramavano. Volevane onninamente ilmarchefe Albiccini, e glie ne replicava ognora l'iftanze . Gli compiac
que Carlo , e gli compiacque in modo , che rend , e
render memorabile a' poderi la bella , e grande fua^
abitazione fatta maggiore dal fuo pennello , colla cele
bre aurora dipinta da lui nella fala , e col non men cele*
bre S. Antonio di Padova , che vi dipinfe in una tela .
Volevanne altri fignori di Forl, e tutti alcune ne ebbero.
Volevane lo fteffo magiftrato per memoria nel Tuo palaz20 , e dipinfe vagamente al fuo folito Apollo nella fala .
And a trovarlo un gentiluomo Bolognefc per averne ;
ed ebbe un S. Antonio di Padova ; un Ecce homo , ed
un'Erminia col paftore, che in oggi fi vedono, e fi con
fervano tra i quadri pi preziof , e tra i pi rari difegni
diRaffaello, di Michelagnolo, diTiziano, del Vinci,
del Veronefe , e del Coreggio nella ricca galleria del
conte Tardini . Pafs per Forl il cardinal S. Cefareo ,
e bramando egli pure qualche dipintura da Carlo , ne
ottenne in dono l'Adamo, e l'va , che egli colorito avea
per puro genio con quel gufto , e con quella fquifitezza ,
con cui lavorar fogliono i bravi profeffori , allorch lavoran di voglia , e di vena . Fu eftremamente gradito
dal cardinale > che gli diede cinquecento doppie di pro
pria

D & PITTORI.
pria mano , proieftandoli di pagargli /blamente la tela ,
e di ricevere la pittura per regalo . Scrififegli per un_>
S. Gio. Batifta l'elettor Palatino , e gli fu follecitamente mandato da Carlo - Piacque tanto a S. A. , che non
poteva ritirar gli occhi dal quadro , allorch alla fua vifta comparve ; n li ritir mai , finch portato da intimo
affetto verfo, l'autore none/clam i Perch non qui #
bravopittore ^fioch iapotefflinfegno diJlima teneramen
te abbracciarlo ? E fattoci fcriver fotto a caratteri d'oro:
Opera delprimo pittore del mondo: lo fece appiccare in
una ftanza , che pi dell'altre frequentava , per poterlo
vedere ogni giorno y ed ognora . Prepar poi groffi re
gali , e fped a pofta il Fifcher fuo pittore a portarglieli.
Coftui per a Forl non giunfe mai , n mai fu fputo ove
s'andafte . Diedene parte Carlo a S. A. > e l'A* S del feguente tenor gli rifpofe . .

llujlre Signor conte Cgnan * Ho gradito alfegno


maggiore nell'amorevolefua lettera i contrafegni dellafo^
lita cordialit di V. S. per li quali lefinofemprepi tenu
to . Io veramente avrei dejtderato. , che il Fifcher aiejjeprofittatofitto la disciplina d'un sgran maejlro ; ma dac
ch egli purti di qui con qualche contrajjegno del miogra~
dimento per lei , non hapili lafciatofaper dif nuova alcu~
9ia , e al Davena- , e al Zannetti mieifervidori , chefono
Jati in Italia , e che tenevano da me commejjtone d^nter*
quifone ^flato impoff&ile rinvenirlo . In ordine al quaaro del Giove lattante^ V.S. falche hofattofempre dell'ope
refue queil'altaJima^ che meritano^ egodr poterne adornar la mia galleria , quando lopermettera una congiun
tura un poco pi favorevole \ con che le auguro ogni pia
perfetta contentezza .
DufTeldorf 28. gennaro 1702

Di V. S.

Affezionatijfmofempre
Gio, Guglielmo, Elettore *
Ri-

166

VITE
\

Richiefelo d'una Madonna Clemente XI. , ed aven


do rapprefntata in una gran tela la Nativit , a S. S. la_,
mand , e ne fu largamente ricompenfato . Rapprefent in altra l'immagine del beato Pellegrino Laziofi ,
ed in fegno di fuo vero gradimento la fece dal P. Filip
po fuo figliuolo , che allora era in Roma prefentare al
Pontefice . L'accolfe S. S. benignamente , e dopo mille
efprefloni gli difTe : P. Filippo noi potremo far molto ,
ma non potremo mai fare abbajlanza per corrifponderlc :
Ed augnatagli grotta penfione, con pubbliche dimoftrazioni d'amore , e di ftima il licenzi . Stette quefto gentil padre qualche tempo in Roma , ed io pure ebbi occafone di conofcerlo , e di trattarlo; e molto godei al
lorch fepp , che dal governo della congregazione di
S. Filippo di Forl era flato promoflfo a un calonicato
della cattedrale di Parma ; ed affai pi mi rallegrai ancora quando ebbi avvif , che dal marchef Santi fegretario di flato del duca gli fu raffegnato l'arcipretado .
Datofi quindi Carlo interamente 41! compimento deli'
opera della cupola , che tutti i Forlivefi agognavano di
vederla finita, per foddisfazlone del voto Sblenne fatto del
1670. da loro , per averli la beatilfima Vergine nel d 28.
di maggio liberati dal tremuoto , che indi a non molto
fu terminata da lui , e nel d 28. di maggio del 1706.
difcoperta . Incredibile era il numero de'breflieri , che
in un, co' cittadini concorfi erano a vedere il bel lavoro ,
che non coft punto meno all'autore di ventanni , e__
quantunque fignorile , maeftrevole , e maeftofo , furono
contro effo fparfe per invidia alcune fatire . Riport pe
r l'applaufo univerfale de' profeflbri intendenti, e de'
primarj letterati , che anche fuori per l'altrui relazioni
s'unirono in teffere all'autore molti diverf encomj , rac
colti poi dall'erudito conte Fabrizio Monfignani in uru
volume j e que' pochi , che cercavano di fcreditarlo col

pro-

D F p / TT o R /.

167

procurare di torgli il credito glielo accrefcevano . Io non


iftar a defcriverlo; perch credo di nonfaperlo cos
ben defcrivere , come l'autor l'ha dipinto . Dir folo ,
che contiene un mondo di figure di Santi , e che par di
vedere il Paradif . Vide queft'opera il marefcial Marti
ni , quando condottiere delle truppe Alemanne pafs per
Forl , e ne reft cos innamorato , che conofcer volle
l'autore 5 ed a fuo riguardo diftinfe la citt da tutte l'altre per dove era paflato , e per dove paflar doveva nella
diftribuzion de' quartieri . E quefta non favola inetta ,
ed infipida ,. o racconto incredibile , e inverifimile , co
me quel di Plutarco , e di Plinio , nell'aver riferito , che
Demetrio s'aftenne d'efpugnar Rodi,, e di bruciarlo *
perch non bruciale. ilGialif^ che. dipinto v'avea Pro
togene . Imperocch , e le pitture regalate da Carlo al
Martini per la riguardevole diftinzione , ed i fufTeguenti
favori compartiti dal Martini a Carlo per fegno di fuo
gradimento, fin coll'averlo fatto ascrivere alla nobilt ,
e ammetterlo nel configlio di quel Pubblico, indubitata
mente ce Patteftano v e pienamente lo comprovano . Vol
le a queft fpeziofi onori aggiugnerne anclie. il Pontefice
un altro , e lo dichiar principe perpetuo dell'accade
mia, che ad imitazion di quella de' Caracci avea gi
molto prima iflituita in Bologna Carlo coll'alTftenza_>.
dell'eloquente autor della Felfina , e col fuflfeguente ajuto del Mecenatico genio del General Marfigli , che le__>impetr ifnome di Clementina dal Pontefice .. Di quefta
illuftre accademia , che non invidia a Parigi , ed a Lon
dra le fue , fu per dieci anni principe Carlo , bench dimorafif a Forl, ove tuttocch giunto alla decrepit, non
tralafciava d'operare col fenno , e colla mano, e ben_.
lo fece vedere nel quadra del Giove lattante , che per l'
impegno gi contratto terminar volle nel ottanzeefimo>
anno di fua et per l'elettor Palatino , che con impazien
za

VITE

za l'afpettava . Mandoglielo Carlo per mezzo di Gio.


Batifta Rotfi fuo difcepolo , che non trovato l'elettore
alla corte , l'and a trovare alla caccia per prefentargliele . Lafci S. A. E. per quel giorno la caccia , n altra
occupazione aver volle , che quella della vifta del qua
dro , e regal d'un belliflimo fchioppo il portatore^ ;
Tornato pofcia alla corte , gli fece sborzare grofla fomma di -danaro per le fpefe , xhe avea fatte nell'andare , e
per quelle che far dovea nel ritorno , colle fteflfe fue_>
inani gli don ricca collana d'oro con un gran medaglio
ne , ritenendolo fco molti mefi . N afpettar volle il ri
torno per moftrar l'eftremo fuo gradimento a Carlo ; pofciacch perurfuo fedel famigliare gli mand fubitoun
nobil fornimento d'argento fine , di quei che oggi fi chiaman Sort, con dodici groffi medaglioni d'oro , ed altri
grofl pelli d'argento , tutti ugualmente con maeftria la
vorati . Verf natale giunfe il meflb a Forl , ed aven
done Carlo umilmente S. A. E. per lettera ringraziata ,
ed aggiuntovi infieme il felice augurio delle fefte , ne_
ottenne k feguente ri/pofta .
llluftre fignor conte Carlo Cfenani . Qualunque fitt
il dono con cui ho voluto riconofcere quello delfuo bellffiwo quadro , fajjcuri , che infinitamente maggiore lajli-,
ma , e rob'bligo , che profejjb alla fua virt' , ed alle di
lei finezze . Devo ringraziarla ancora di quella , che_J
meco ha ufata in occa/tone delfanto Natale ^ riaugurandole
unita a ogni altro contento lunghezza di vita , eprofferita
di falute per gloria della pittura . Avr cura che il Rojp
alfuo partire trovi ogni JcurezzapoJJlbile , e di cuore in
tento me le ratifico .

Duflfeldorf20. gennaro 1715.


Pi V. S.

eparzialijfmoper compiacerla
Gio. Guglielmo Elettore .
Coo

D ff PITTORI.
Con quefta bell'opera coron Carlo tutte l'altre , e
con quefti ultimi onori termin la fua vita . Imperocch
privo quafi affatto di forze , bench con piena cognizio
ne di mente, cadde a mezzo l'anno 1715. infermo d'un
oftinato catarro , per cui cagione eflcndo anche ftato da
varj accidenti forprefo, fi ridufle del tutto inabile , e_*
dopo una faftidiofa ; e lunga malattia fullo fpuntare del
giorno 6. di fettembre dell'anno 1710. dell'et fua no- 1719
vantaduefimo lafcio quefto mondo , paflando alla gloria"1dell altro. Sontuofe, e magnifice furon l'efequie fat
te dal figlio Felice alla memoria del padre ; mt troppo
lugubri , e mefte per lui , per i profefTori , e per ali ami
ci , che non fi potevano dar pace della gran perdita. Fu
il cadavere r^oofto fotto la cupola da lui dipinta, ed il
dotto , ed erudTfer^adre D. Floriano Amigoni abate Camaldolefe , vi fece la feguente ifcrizione .
D. O. M.
Ubi refercttum line Clum totumque in excipienda depari
Effufum fufpexeris
N grcwerh inde viator ad hurnum rroerfus re/picere
Puherem
Caroli Cignani Comiti* Equitifque Bononzenfa
Ex antqu/tma^ ac nobili fumilia de Cignano
Ejus olim diffionis in Etruria Oppido
Pfffor/s toto Orbe celeberrimi
Pifforum$ue omnium Patris
lile fcilicef eft , qui modico pufaere
Ingentemtriumplyum Mariam 'Beatofque gnes
Ac magnai animas
Ad miraculum nobis con/picuas exhibuit

Hanc d circo Koc in loco facri hujus facelli Cufodes


In grati animi monumentum

Cuftodiendum duxerunt
X

Suum

I7o

VITE
Suum "bine lubentim, estrema mundi die
Rediturum ad fpiritum
illas inter cvlcftei Formas Volitarliem
Pene oculis intuers
Qbiit. die 6. Septembrh M. D. CCXIX..
ute XCIL.

Un* anno dopo onorarono la memoria del morto lor


principe gli accadmici di Bologna con nuove fu ntuofe
efequie , e con eloquente, orazion. funebre, l'accompa
gn il ]?. D. rcole Corazzi abate, Ulivetano ben noto
nella repubblica delle.lettere , e nelle univerfita d'Eu
ropa, per effere flato maeftro nelle pi. celebri .. Ebbe_jCarlo diciotto figli , ma due. foli vivi ne lafci , cio i:
gi altre volte, nominati Felice, e Filippo, che pure
fonmortipoi, vivendo ora: fblo i figli del primo , uno
de' quali attende come l'avolo , ed il padre con molta fualoda alla pittura , e gode, in un cogli altri i grofl avanzi
lafciati da loro .. Fece Carlo diverfi allievi , e quantun-que alcuni affai abili,, niunoper da paragonarf con lui..
Spicca, traquefti Marcantonio Francefchhi , che ha fat
te, molte opere in diverfe citt d'Italia , e fmgolare
quella della.fala: del gran configlio di Genova , ove la
vor ancora Luigi Qu^aini fuo cognato , e condifcepolo ,
che. del 1 7 17. mor in Bologna fua patria. Acquiftavie
pi grido iaRoma. Francefco Mancini , ove venuto do
po la morte del maeftro, ha fatto diverfi quadri anche per
ifuori , ed fiato ultimamente da' padri Filippini di Pe-.
rugia chiamato a dipignere la cupola della lor chiefi; ..
Fu Carlo d'alta , /e proporzionata ftatura, d carnagio
ne, dilicata, e vermiglia , d'avvenente ,, e -nobile afpetto , con ifpaziofa fronte 3 nafo grande , occhi acuti-, e.
brillanti', labbra aride , e rolfe , e mento feflfo .. Era_
candidiffimo di coflume , nimico delle menzogne y amo

re^

D ' P J T T O R I.

i7t

Tevole verfo i poveri , defderofo d'imparare .altrui in


poca d'ora , ciocch egli imparato avea nel lungo corfo
dell'et fua, inclinatiflmo a far fervizzi generalmente
a tutti , affabile , ameno , cortefe , arguto ne' detti a
liberale nello fpendere , ritenuto nel domandare , e tan
to modefto , che non chiefe mai prezzo di fue pitture ad
alcuno, lodava chi diceva male dilu, e faceva bene a
chi l'odiava, che il fommo de' pregj , che rende im
mortali coloro , che gli hanno . Mantennefi fino all'ulti
mo qual egli fu Tempre rifoluto , e pronto , quantunque
incontentabile nell' operare, vario, fignorile , .e proprio-nell^arie de' volti ,-graziofo nell'attitudini , ingegnofo , e facile nelle pieghe , naturale nell'efprefloni .
Seppe maravigliofamente ingrandire l'anguftia de' fti .
Us particolar artifizio nel rilevar le figure , e le color
con tanto gufto , e Tapore , con quanto altro profeflbre le
,coloriffe mai

DI CIRO FERRI.
IUN altro difcepolo pi di Ciro imit
la maniera del maeftro Cortona ; e_>
niun altro pi di lui s'accoft alle fue_
belle idee , e bizzarre invenzioni . Niun
di loro lo fuper nel difeg-no , e niuno
B==S5=iiiia-B-I-lll ard di metter mano , e di termirnirelP
opere lafciate imperfette da lui . E per poterf dar vanto
d'efifere flato in tutto, e per tutto vero Tuo imitato
re , e Teguace , volle apprender anche -da lui l'archi
tettura . .Nacque quefto degno fuggetto negli anni 1634.
in Roma , , e nacque perTender.col fuo pennello pi lluftre , pi ornata , e pi celebre la patria . Imperocch
efTendo ftato molto tempo nella fcuola de! mentovato
Cortona, dipinf prima d'uTcirne varie piccolecofe, ed

Y 2

uTci-

,17*

T . E

ufcito che ne fu mife mano adipigner le grandi; ed io


far Col menzione delle pi fingolari , fenza di/tinguere i
tempi, o cominciar dalle prime. Dipinfe nella chiefa di
S. Marco in una delle cappelle nell'entrate a mancina il
quadro a che rapprefenta Maria vergine col Bambino, e
/anta Martina : Nella chiefa delle monache di S. Ambrogio il quadro dell'altar maggiore rapprefen tante il
Santo : In S. Martina il quadro dell'altar della cappelletta , donde /i fcende a' fotterranei , rapprefentante San
Lazzaro ; In S. Praflfede nella cappella del Crifto morto
le due lunette: In S.Andrea del Noviziato a Montecavallo nell'ultima cappella la Madonna con Ges ed al
tre figure rapprefentanti ilripofo d'Egitto, che fu poi
trafportato nelle ftanze del collegio , e ve ne fu meflb al
tro maggiore in /u luogo , che quello , che prefentemente vi fi vede . Rapprefent nella galleria del palazzo
Quirinale la ftoria del Re Ciro , ed in un ovato la fanti
fma Nunzata Fin di dipignere nella cappella Gavotti
a S. Niccola di Tollentino la cupoletta che lafciata_
avea imperfetta il Cortona . Color molti quadri per
dverfe perfne di Roma : Uno in tela d'imperadore__
non ben finito venuto in mie mani ; Pochi ne man
d fuori , e di quefti forfe il pi bello 4 che parini rapprcfenti S. Antonio , fi vede in una cappella del duomo
di Monteporzio , fatto da lui d'ordine del principe Borghefe ^ con cui egli ebbe ftretta confidenza , e frvi tu .
Fece diverf cartoni per diverfi mufaici della bafilica Va*
ticana . Invent molti di/gni per varie fabbriche , e_j
per varj altari 5 e con un di quefti fi termin l'altar mag
giore di S. Giovanni de' Fiorentini cominciato dal Borromini ; e con altro fu fatto il ciborio dell'altar maggio
re della Chiefanuova . Varj altri ne invent per ifcudi
di conclufioni , e per frontifpizzi di libri , di mefali , e
d'altro ; e f ne vedono quali di tutti i rami 3 e le /lam
pe 5

D' PITTO R I..


in
pe; e maravigliofi fon quegli intagliati dallo Spierre*
particolarmente la circoncifione del Signore pel melale
d'AIeffandro VII. , la foggiogazione. dell'Affrica col fagrificio fatto da Augufto per la conclufone, che.foftener
dovea un figliadi Paola Falconieri , i cui fucceffori ne i
confervano ancora il rame ,. perch non, fu pubblicato
colla ftampa , la caccia del falcone: per altra conclusone
per lo medefimo ,. il Giove co? quattro pianeti , ritrova
ti dal Galileo per la conclufione ,, che foftenne l'abate_j
Rimbaldefi , il carro trionfale, tirato da' lioni per la con
clufione del conte Zanobio. Veneziano .. N men maravi
gliofi fon quelli , che intagli.il Bloemart,, ed in ifpezie
molte. delle figure pel breviario in foglio , che fece /ram
pare Aleffandro.VIL , la refurre^ione di N. S. ,, e la ve
nuta dello, Spirito; Santo r il S.. Antonio di- Padova , il
frontefpizio delle prediche del P. Segneri ,, edaffai altri,
che tralafcia di rammentare ,. perch fon troppo noti .
Cominci trattanto a dipignere , ma non pot finire la
cupola diS. Agnef in Piazzanavona; perch nell'anno
i6"8o. gi da altre indifpofizion aggravato 9 glrfopraggiunfe una fira- idropifia di petto , per cui; termin ad.
13. d fettembre il corto di.fua vita ., Ciocche pi d'ogni
altra cofa prima di morir l'affliggeva ,. fi fu il rammarico
di lafciar imperfetta queft'opera ,, fui dubbio ,, che non fi
compilfe da' profeffor poco pratico , che gliela guaftaffe .
Non f ne afflifle lenza ragione ,. ed ebbe certamente iu-<
fto motivo di dubitare : E quantunque egli; ne aveffe ^
iftantemente pregato il Maratti , e che quefti gli promet
teflfe di finirla ,. fir prefgo veridico- di ciocch accadde j
perch- per particolari: fuoi fini , f ne aftenne poi il Maratti, troppo- ne pretendeva il Gaulli ,, che ne fu dopo
fua morte ricercato , e fi fin dal Corbelline fuo fcolare
non mezzanamente , ma male . Se egli, in vece di pre
garne il Maratti , pregato ne avelie il Gaulli , quefti
cer-

174

certo per quel che egli fteflfo agli amici diceva , ne avreb
be prefo l'impegno j e l'avrebbe egregiamente compita j
perch era in quefto genere eccellente , ed efperto maeftro , e che dipinto v'aveva gi molto^rima.con fngolar
maeftria, e con armoniofo colore diverfe Virt.fidenti
ne' peducci . Vogliono alcuni , -che non lo pregale ;per
emulazione , e per gelofia ; ,e dicono che mentre egli fla
va dipignendo la cupola , e che volgeva gli occhi a' pe
ducci , f ne affliggeva , e diceva.: .Se non J dar .(T.intonaco a quc' peducci , e nonjridipigneranno da me , ./e_j
pitture della cupola non potranno accordar mai con quel
le : E Lazzaro Baldi fuo .condifcepolo raccontava .a'
fuoi amici , che incontratofi con lui un giorno , .e__
domandatogli , come ajidava il lavoro della .cupola_, ,
gli difTe , 'che quando lo guardava dal ponte gli pareva ,
fhe andafTe beniffimo , ma che diverfo effetto gli faceva
nel guardarlo di fotto , allorch n'era fcef . Quindi di
ceva , che le feguenti precife parole foggiunfe : Quelle
pettegolette , cioe ha dipinto ne"1 peducci Baciccia mi datici
fa/lidio : E pretendendo con tal nome d'avvilirle , le in
nalzava . Checch fi foflfe , checch fi dicefle , io per me
qualunque volta mi fifTo con feriet a confiderar le cofe
di quefto mondo , veggo anche nelle menome , e menomiflme ladifpofzion dell'Altiffimo , che eziandio in_,
quelle , che alle menti pi fublimi , ed a' pi-perfpicaci
intelletti , pare d'aver prefe giufte mifure , fuccedono
poi diverfmente , per infegnarci credo io a confidare un
poco pi nella Aia provvidenza , ed a rimetterci pi vo
lentieri al Tuo volere . N fon le ftelle , che decidon le
liti, n la fortuna, che diftribuifce le cariche, n il caf, che d le ricchezze, n la difgrazia , che fa viver
mendico , n il fato , che conduce a morir.vergognofo .
Ma Iddio Iddio , che fenzafaperfi il perch cos djifpo.se ; e bench talora femori ad alcuni, che fa per loro ma-

D F

PITTO R I..

75

le , tutto egli fa per loro bene . Cos f Ciro rimeflo interamente fi fofle al Tuo volere , e che. non avefle voluto
penfare r come, tanti altri penfano giornalmente a quel
che far fi deggia delle cofe loro dopo la morte ,. penfando forfe pi aquefte, che all'eternit fui capezzale , 1'
opera fua ,. chi fa , che finita non fi foffe egregiamente ?
Si port il corpo dalla parrocchia di S..Celf ,. ove egli
abitava ,. a S. Maria in traftevere; e dopo magnifico
mortorio fattogli coll'aflftenza di tutti gli accademici di
S. Luca , fi ripofe nella /poltura di fua cafa , fovra cui fi
legge i'iferitone , che qui fotto trafcriver , benche_j
aon faccia menzione alcuna di lui"..

Di o. M:.
*jo. Baptiftte , & Annidali in ipfo exitu infantiae pio mortis raptu in cboros Angelorum translats Lelite "urginl
honeftijfimte , qute III. lujlro nondum. exaffo <eterntat
inhcfns d'iem clau/t extremum.lfabellte Panzana?famimefummte probitattS cui LXIV> est. an. vit^ ja^uram^
fpei -Ditte, melioris compenfauit ^jul. C<efar Ferrus 'Januen. pro Apoftalica Sede Cyrneorum miltum Dux , ^
*Jo. Stephanusfrafresfratribus, forori , &matri'unice diletti^ Jbiquc, & pofterh P.P.A.D. MDCXXXIV..
Fu egli d'illibato coftume , amantiffimo della profefllone, e corle anche fuori di Roma di lui tal grido, che
il Granduca lo f chiamare a compir, l'opera lafciata nel
pttlazzo de' Pitti imperfetta dal Cortona , come nella vi-tu di lui narrai , lodichiar con groflfa penfione maeftro
della fcuofa Fiorentina, per comodo di que' giovani , che
dalla Tofcana venivano in Roma per iftudiare , e lo ten
ne finche 'vitfe in gran' conto .. In gran conto lo tenne an
che Aleflandro VII. , e gli altri tre Pnt-efici immediatamente a lui fucceduti , co' quali ebbe particolar /rvitu-,
e domeftichexza . Andavano a cafa fua ogni giorno perfnaggi', ed era continuamente da loro regalato , e con
dotto.

i76

VITE

dotto a fpaflb . Guadagn molto , perch in molto prez


zo teneva l'opere fue j ma pochi avanzi lafci rifpetto a'
molti , che lafciar poteva ; perch generofamente fpendeva , ed era affai liberale . Teneva carrozza , mandava
ben veftila la famiglia , *e faceva buona tavola , Conferv per fempre intatto il patrimonio di trenta , e pi
mila fcudi , che .lafciato gli avea Gio. Stefano padre_ ,
con cui decentemente fi mantiene Pietro fuo figlio , che
rimafto alla morte fua fanciullo con cinque frelle , due
ne monac a Tivoli , altra ivi al Cocanari ne marit ,
altra ne marit al Catucci a Collefcipoli , avendo ambe
due avuti diverfi figli , che vivono colle loro entrate co
modamente bene , e l'altra ancor zitella fta infieme con
lui , che non ha prefa mai moglie . Era Ciro di bafla_> ,
ma forte ftatura , di compleffion fana , e robufla , f in
debolita non l'avefle col fverchio fumar del tabacco , e
col generolb greco , che indifpenfabilmente fempre poi
vi beveva . Avea , bench non fofle molto bello di fac
cia , molta grazia nel parlare , e particolare attrattiva
nella prefenza . -Amava la converfazione degli amici,
verfo de' -quali fu ugualmente fmpre grato , e benefico .
Voleva di quando in quando divertirfi , e ftare in alle
gria ; ma r divertimenti non gli facevan perder l'amore
alla fatica ,'a cui infallibilmente ritornava dopo eflrfi di
vertito . Pi gli piaceva per il difegnar , che il dipignere , -e pi credo guadagnato abbia ne' difegni , che
nelle pitture , comecch aveffe potuto pi guadagnar in
quefte , che in quelle , f v'avefTe avuto ugual genio .'
Non ebbe gran forte cogli fcolari j perch quantunque
ne fofTe fempre piena la fcuola , e che egli aveffe defderio , e modo d'ammaeftrarli , niuno vi fece quel profit
to y che egli avrebbe voluto , e che meriti , che io d'al
cuno faccia menzione . In lui dunque quefta fin 3 ed i/i-
lui fin ancor quella ^el fuo maeftro Cortona .

DI

DE' PITTORI.

177

DI PIETRO MULIER.'
OMP A uva negli anni 16*27. aqueftaluce in Harlem citt ftuata fui fiume_
Sparen a tre leghe d'Amfterdamo in_>
Olanda , ben nota per Tua fortezza non
meno , che per effere frata patria di mol
ti illuftri artefici un bambino , cui i ge
nitori , che erano mercadanti pofro nome Pietro . Crefciuto egli in et volevano cfl , che s'impiegafle alla_,
mercatanzia, che era la lor profeflone , ed in cui fin dalla
fanciullezza iftrurto l'avevano col fargli imparare l'arit
metica , la formazione d'un, bel carattere, e le regole_
della fcritturainercantile . Ma mentrech egli imparava
a fcrivere , e che gli raccomandava il maefrro l'imrtazione dell'efemplare , cominci ad imitare eziandio le malufcole, le cifre, ed i frontefpizzi de' libri, che in poco
tempo mirabilmente colla penna copiava . Pafs da' frontifpizzi a copiar anche certe marine , che i genitori te
nevano appefe in fala , n contento di delincarle colla_
penna , fi provvide di matita , e con quefta le difegnava.
Crebbe poi tanto in lui l'avidit deldifegno, e fpezialmente di rapprefentare al naturale i diverfi effetti delle
tempefte del mare , che ufciva /ovente a buoniffim'ora di
cafa , e f ne andava alla /piaggia difcofta dalia citt po
co men d'una lega a di/cgnare; e vedendo per iftrada paicere m que' verdi prati il belliflmo beftiame bovino , di
cui abbonda l'Olanda , quefto pure cominci a difgnare . Credendo i genitori , che in quel tempo gli fi tratteneflfe a fcuola , e tra/curando il maeftro di far loro fapere , che non vi andava , molto fi rallegravano dell'
applicazione fiffa , e lunga del figliuolo; ma vedendo fi
nalmente , che per applicare , n pure alle volte fi cu
rava di tornare per tempo a pranzo , entrarono in gran

178

VITE

ffpetto , non egli andafle cogli altri ragazzi a difviarfi ,'


ed a giuocare . Gli tennero dietro , ed accortifi di quel
che era, tuttocchc non foiremale, agramente lo ram
pognarono , e col maeftro fortemente f ne lamentaro
no , e da indi in poi accompagnar lo fecero a fcuola_> .
Veduto ci egli allora , e molto fpiacendogli di non po
ter andar pi alla marina , e per i prati a di/gnare pen
s d'ingannare il maeftro , ed i genitori , ed aguzzando
l'ingegno trov fpeflb ora con un pretefto , ora con un
altro modo d'ufcir di /cuoia , e ratto correndo fuori del
la porta della citt , difegnava per breve tempo in lon
tananza ciocch vietato gli era di difegnar da vicino .
Accortofene il maeftro , e vedendo che anche in ifcuola,
tuttocch fpeflflmo lo fgridaffe, a ogni modo fempre di
fegnava, confgli il padre a lafciare nella fua vocazione
il figliuolo ; ed effb prendendo il fvio fuo confglio ,
chiamandolo un giorno gli difle : Giacch hai queflogran
genio al difegno , e d'andar lungo il mare a difegnare , sfo
gati pure , e va dove vuoi j ma voglio , che tu anche in ci
abbi il tuo direttore : E lo raccomand a certo fuo ami
co pittore , che gli diede lezion di difegno, e cominci
a fargli difgnar figure , per infegnargli poi a dipignere , ed a ftoriare. Egli per portato dal natural fuo ge
nio agli animali , a' paefi , ed al mar tempeftof , fece
pi da f col vedere il vero , che cogl'infegnamenti del
direttore , e divenne in progreffo di tempo quell'eccel
lente , e bravo profeflbre , che per la fingolar maeftria
di rapprefentare al vivo , ed al vero , e animali , e paefi,
e marine , e particolarmente i diverfi oggetti delle tempeftej fu chiamato non pi Pietro Mulier , ma Pietro
Tempefta. Stette quafi fino all'et di trentanni in Olan
da fempre girando da un luogo all'altro di quelle belle ,
ricche , e popolate provincie , e fempre dipignendo , e
lafciando da per tutto fuoi quadri , fiiioacch andato in

An-

D ' P / rro R i.

179

Anvcrfa per defio di conofcere certi profefTori , co' qua


li -i carteggiava, e per vedere la patria, ed il nido del
Rubens , dei Vandich , e d'altri intigni pittori prodot
ti da quella feconda madre , ftrinfe per fua ventura con
fidente amicizia con un padre Carmelitano fcalzo , che
cominciatolo a poco a poco con bella, ed infinuante_
maniera a perfuadere , l'induflfe finalmente a lafciare i
dogmi di Calvino , con cui era flato allevato , e ad ab
bracciare quelli di noftra fede . Quindi configliatolo an
che per vantaggio di Tua profelfione a venire in Italia *
lo raccomand a diverfi religiofi di diverfi luoghi , e par
ticolarmente ad alcuni di Roma, che fubitocch vi fu
arrivato , lo fecero conofcere al duca di Bracciano , che
ne prefe immediatamente la protezione , ed in fua pre.fenza abjur . Grande fu l'applaufo , che ebbero in Ro
ma i primi fuoi quadri ; e toftocch furon veduti dal du
ca , molto god d'efTerlofi mcflb a proteggere , e lo face
va continuamente per f lavorare . Crebbe poi fmifuratamente col crefcer degli anni , e dell'efperienza , COJLJ.
cui raffinato s'era Pietro, l'applaufo; e nel crefcer di
quefto fempre eziandio crefceva verfo di lui l'affetto , e
la ftima del duca , che gli proccur altre protezioni , ed
altri lavori . Molti per molti ne fece , e fingolari furon
gli ultimi, che per lo duca , e pel Conteftabile dov fare .
N io far d'altri menzione per effer quafi innumerabili ,
ed in cafe private , che veder non fi poflbno da' curiof
a voglia loro . Dir bene che egli ne aveva tanti conti
nuamente framarjo, che per arrivare per tempo a com
pirli , fi faceva ajutare dagli fcolari , epiucch di tutti
gli altri, fi valeva d'uno, che fi chiam poi il Tempeftino,
con cui di continuo trattava , e converfva, e colconverfar feco s'introdufife anche nella converfazione della.*
trcila; e talmente poi f ne innamor } che volle fpofarla. Ma come i matrimonj , che fi contraggono fol
2 2
per

i8o

VITE

per amore, partorifcono fovente ombre , e ffpetti , ap


pena l'ebbe fpofta , che ne divenne gelofb , e fi convertirono a poco a poco in acerbe amarezze 5 ed in continui
difturbi le gelefie . Fremeva Pietro , e /frane cofe feco
fleflb , fcondo il coftume di coloro , che fon prefi da^
tale fpecie di pazia meditava , e difcorreva , e da varj
funefli penfieri agitato , rifblv di lafciar Roma v e ne
dimand immediatamente al duca la permiltone r che
malvolentieri conceduta gliel'avrebbe , f veduto nollo
avefle veramente rifoluto a partire ,. e che non gli avefle
promeflfo fra breve tempo di ritornare.. Non fpeva nulJbdimeno, tuttocch mai gliela- negafife dargli l'ultimo
s-; e proccurava con nuove commeloni di fr.aftornarlo;
ma nel tempo ftefTo, che Pietro lo ferviva- rerterava_p
pifervorofe lefappliche j n il duca fapev.a pi. trovar
modo da fchermirfene .. Fattolo finalmente un giorno a
fe venire, gli difTe : Da quefta ftejfit renitenza , che ho
10 d'accordarvi la tante volte da. voi a me richiefta per1"
mijjon d partire. , potrete voi comprender il dijpiacere , che riabbia. Pure b'tfagner per compiacervi , che'I
/offra , quantunque ilcuor mi dica , che nonfar pi per
rivederii , e che voipatir deggiate altrove infiniti difaftri*
Se io non l'amaff^ fe quefli di eafa mia. vijtrapazzajjero ,
fe contro voi iprofejjori congiuraffer , fi Roma tutta non
vefaceffe quel conto , che il vo/lro buon naturale , e ItL-s
Jngolar vojlra virt giuflamente richiede' , fi vi mancaffe
11 danaro , fi non av.efte amici , fi fojle fenza protezioni ,
io dir vi vorrei andatepurf^ andate a cercar d'altrofoggiorno , e fuggite da quejlo che per voi troppo crudo .
Ma voi che nulla pi negli altriJperar potete \ parmi che
troppo malefacciate a cangiarlo . benfateci dunque meglio^
efappiate che le rifoluzioniprecipitofeportano qua/fempre
dietro loro ilpentimento . Per me vi lafcio in piena liber
t 5 e ve ne d ampia fermifione : E prefa una bella cro
ce ,

n E1 P I T T Q R I.
ce , che.aveva>con collana d'oro fatta fare a pofta , gliele
appefe al collo , e lo dichiar cavaliere, facendogli an
che altri regali . Mutalo, e penff rimafe. Pietro a queile nuove finezze , e genero/ dimoftr.azioni fattegli dal
duca; e fortemente combattuto era da due paffioni: L'una
lo /limolava affolutamente a partire, parendogli mille an*
ni ogni momento d'indugio ; perch troppo a malincuore
vi flava : L'altra lo con figliava a reftarvi per non abufrf
de' favj configli , e delle continue amorevolezze del du
ca... Vinfe per la prima; perch pref dalui congedo
part , dicendo alla moglie , che tofto l'avrebbe mandata
a pigliare, e and a dirittura a Venezia, dove flato al>cuni giorni s'incammin alla volta di Milano ,. e d'ivi a
<3enova . Arrivato che vi fu ; perch arrivata n'era la fa*ma prima., fu fubito da diverfi di quei cavalieri impiega
to, ed ebbe nel medefimo tempo da altri diverfe commefrfioni . Lavorava dunque indefeffamente , e fpeffo fpeflb ,
perch aveva contratte varie amicizie , in quelle converlzioni fi divertiva . Avvenne , che nel trattare fovente in
una con una giovane f ne innamor , e non fpendo in_>
che modo foddisfare alle fue voglie , come per l'accen
nate gelofie aveva poco genio colla moglie, determi
n di farla ammazzare , per quindi accafarfi con quella^ ;
ed accordatofi con un fcario , lo mand a Roma a pren
derla con ordine , che per iftrada , ove pi gllcadffe in
acconcio l'uccidefTe . Giunto in Roma il'manigoldo fu
/bito a trovarla , e prefentatele le lettere del marito ,
le diflfe , che piuppreflo che per lei fi potefle s'accignefle
a partire; perch egli poco trattener fi poteva , e per
ci bramava di fpedirfi . S'infofpett nel vedere quell'
orrida faccia la mefchina , perch l'era ben noto il. poco
genio, che feco aveva il marito , e piucch poteva diffe
riva la partenza . Ma ricevuto anche- per la pofta fuo or
dine efpreflb di follecitamente partire , fi:difpofe tuttocch

i8a

VITE

che mal volentieri al viaggio , e part collo fcellerato


carnefice, che ne' confini di Sarzana barbaramente Tuecife . Sparfafi per Genova l'orribil nuova , e follecitando Pietro imprudentemente lo fpofalizio , diede a tutti
motivo di fofpettar di quello che era; e coloro eziandio,
che in pubblico cercavano di difcolparlo, e di difenderlo,
fecoftefl dicevano, che egli era reo. Tanto f ne difcorfe , tanto f ne mormor , che finalmente vi mife_
mano la Giuftizia , e fu Pietro condotto in prigione_ .
Formatofi il procedo , reft non flo indiziato, ma piena
mente convinto, e dopo qualche tempo condannato anche
a morte. Molti furono gli amici, che in tal occafione pro
curarono che non fi efeguifTe colla folita prontezza la fentenza; ma come gli aderenti del fifco, che pur ve n'erano,
non tralafciavano di Fortemente infiftere , e di fpronar
continuamente il tribunale , s'andava procraftinando T
efecuzione j ma non fi revocava la condanna . N l'eccel
lenza dell'arte, per la difpofizione del tefto nella legge ad
beftasff. de pxnh i /campato l'avrebbe dalla morte , f
l'interceffione del conte di Melgar governator di Milano,
e del conte Borromei non gli avefle dopo cinque anni di
prigionia ottenuta la grazia . Dipinfe egli in tutto quel
tempo fempre continuamente, ed allora fu 5 che emp
col regalarne parte, e parte col venderne, la citt de'
foi quadri ; e quefti dicono effere i pi belli , che abbia
fatti . Io per non fo comprendere , come egli col lac
cio alla gola avefle cuor da dipignere ; ma tale ne' mo
ribondi anche fino agli eftremi momenti la fperanza di
poter vivere , e talmente natura , che vorrebbe che viveffero lilufinga, che pochiffimi credono quegli dover
effere gli ultimi . Quante volte per in quel miferabile
flato , o piuttofto in quella Junga agonia fofpir il foggiorno di Roma , e ripens a' ricordi datigli nel parti
re dal duca ; e piucch volentieri andato farebbe a tro
var-

D F PI TTO R I.
,83
vario, fe le obbigazioni contratte, con chi l'aveva li
berato , che niente meno valevano di fua vita , non T
avefTero a Milano chiamato . Ufcito dunque di carcere
poco fi ferm in Genova , per andare a ringraziare il con
te di Melgar , ed il conte Borromei, da* quali fu benigna
mente accolto , ed entr in tal grazia del primo , che lo
fece per fe molto lavorare, ed ebbe per fuo mezzo tanti
altri lavori da altri , particolarmente dal conte Pietro
Scorri , che guadagn fomme immenfe di danaro , ma_.
colla medefima facilit , che il guadagnava , col trattarli
alla grande allegramente fenza metterne n poco n pun
to da parte lo /pendeva Teneva carrozza, e ftaffieri ,
flava in una belliflma cafa , e fatto v'aveva un bel ferraglio , che empiutolo d'animali a f ne ferviva per dipignerli , eli dipigneva cos bene , e tanto naturali , e_
vivi, che pochi uguali ha avuti. Mentre per chte ei
con magnificenza ^ e con ifplendore viveva , la povera
fconda moglie , che era gi fiata abbandonata da lui
andava quafi limofinando ; ed egli fenza farne alcuii_
conto con nuove amiczie fi fpaflfava tranquillamente^ >
e fi divertiva . Cominciarongli poi a mancar le faccen
de , perch eflndo gi vecchio non godeva per i difordini fatti perfetta falute, e non poteva col primiero vigo
re applicare Si ridufl perci in fin della vita egli pure
miferabile , e feguitando non dimeno a far continui difordni , ed a fpendere quel poco , che o gli fi preflava_*
dagli amici , o che egli ritraeva da' pegni , che andava
or d'una cofa , or d'un'altra facendo , fu fopraggiunto
nell'et de' 64. anni da acuta febbre , e ne' 1701. adi 29 1701
di giugno and all'altro mondo . Fu portato il cadavere
nella chiefa parrocchiale di S. Calimero , ove fu fotto
bianca pietra colla feguente ifcrizione feppellito .

184

V I T B
Eque* Petrus Mulicr
Cognomento Tempejla
Qui maritimeli & campejlra fingens
Colorum eleganti*:
Amtrabilem fuavitatem adjunxit
Vel in parvis maximus
lllujlrata eruditis laboribus Italia
Nomen immortalitati
Corpus buie tumulo
Commenda-Hit Anno Domini MDCC1.

Lafci un'unica figlia .di quindici anni ; e quefta fi


-diceva efler naturale^ .che prefo dopo;fua morte quel po
co , che a' creditori avanz , f ne part con un'amica_
che il padre aveva , e con uno /colare, che teneva in cafa,
ed arrivata che fu a Piacenza lo fpos . Molti furono e'
giovani , che frequentaron fua /cuoia , ma niuno che io
fappia , ne ufc cos abile , che degno fa di memoria_. .
Era Pietro: ben fatto di volto , e di corpo , econferv la
naturai fua avvenenza , garbo, e brio anche nella -vecchiaja. L'amo in giovent la fortuna, ma egli -non la_
conobbe , ne f ne feppc per la fua imprudenza , -e^olutilit approfittare. Sdegnoflegli per qualche tempo nela. virilit , e lo ripre/ poi con maggior forza ad.amarc ;
ma poco dur , perch egli lufingato anzi dalPamore_j .,
che intimorito dallo fdegno, pi da quello j che da qudilo (i la/ci regolare.

D *

PITTORI.

185

DI NICCOLO' BERRETTONI.
E nelle fcuole nonTegnafle l'emulazione,
pochi frebbono quegli fcolari , che fludierebbero . E quando nella repubblica
litteraria - mancata la gara , fon man
adivenuto
cati i fuggetti
, ed adiviene
di gran valore.
anche nelle
Cos
bel
le arti , ed in tutte le profeffioni . Imperocch , chi f
rebbe quel malavvi/to, chc correndo sforzar fi volefle.
di giugner prefto alla meta , feegli correfle fblo j e non
fi fen.ti.ffe alle fpalle chi proccurafflfe di paflarlo , o non fi
vedefle fugli occhi , chi paflato l'aveffe . Hanno perci
gli uomini grandi quafi fempre nell'et loro .avuti i com
pagni , e rare volte in un fecolo fono -flati fbli . None
dunque maraviglia , f il .noftro Niccol fia flato infgne
nell'arte ; perch ebbe oltre il fecondo fuo maeflro molti
altri intigni competitori . Nacque egli ad 14. di dicem
bre degli anni 1637. in Macerata di Montefeltro nello 1637
Stato d'Urbino , ed entr da fanciullo nella fcuola di Simone da Pefaro , Ma mortogli prefto il maeftro, feguit
per alcun tempo i fuoi fludj nell'opere fue , e quindi s'at
tacc frtemente a quelle di Guido. And poi in Roma
ltto la direzione del .Maratti ; e v'and pittore ; poicch appena arrivatovi dipinfe due quadri, rapprefen tante
l'uno l'amor divino , l'altro il profano , di tanto guflo , di
tanta correzione , e di tanta vaghezza, che alcuni non
avendo ancor cognizione del fuggetto , f non foflro fla
ti cos frefchi , prefi gli avrebbero per fatti da Guido .
Scorgendo fua non ordinaria abilit il Maratti lo teneva
fmpre indietro , e gli faceva fin macinare i colori . Lo
che vedendo un giorno Giufeppe Ghezzi profeflre beiu
noto , e degno padre di quello , che vive , e fi diflingue
per le molte fue belle cognizioni , e maniere dagl'altri ,
A a
ne

iS6

VITE

ne lo rimprover bellamente . ScufofT egli col dire , che


niuno glieli fapeva macinar cos bene , e che egli voleva
onninamente di fua mera volont macinarglieli. Checch
fi fofle, vero certamente fi , che ne aveva gran gelofia,
e pafs in progrelfo di tempo tant'oltre , che fu final
mente cagione , che tra effi nafcelfero gravi difgufti , e
diffenfioni . Dipigneva egli trattanto con applaufo univerfale , e crefcendo fempre in lui ugualmente il credito,
ed il fapere , crefceva a proporzione ancora il numero
delle perfone , che gli ordinavano i lavori , e che bra
mavano i quadri . Fecene uno in tela da tefta coll'effigie
della Madonna per Gio. Batifta Cefalaffi , che lo vend
venti doppie a un cavaliere oltramontano. Fece una._>
Piet in tela d'imperatore per l'abate Paolucci , che do
po fua morte fu con altri quadri venduta al duca di Medinaceli , che li mand tutti in Ifpagna . Fece in tela d'
imperadore altres un quadro rapprefentante una favola
pel conte Maffe . Molti ne fece pel marchefe del Car
pio , che due , e tre volte la fellimana l'andava a trova
re a cafa ; e l'aveva gi indotto ad andare con grofTo an
nuale ftipendio in qualit di pittor primario al fervigio
di Carlo II. . Altro ne fece rapprefentante S. Filippo
Benizzi per i padri di S. Marcello, altro per l'altar mag
giore della chiefa di S. Lorenzo in borgo 3 che rappre?enta lo fpofalizio di Maria , altro che rapprefenta S. An
na con altre figure neii' altare della terza cappella a_,
deftra mano nella chiefa della Madonna di Montefanto
al popolo , e vi dipinfe la volta , e le lunette . Dipinfe al
tres la volta deH'ultima cappella a manritta vicino alla
fagreftia nell'entrare nella chiefa del Suffragio a ftrada_,
Giulia . La volta d'una ftanza dipinfe a frefco nel palaz10 Altieri al Ges , che veramente con gufto cos fquifito dipinta , di s profondo intendimento , con tal maeftria , ed artifizio 5 che gli intendenti non fanno levar
vi

D E'

P I T T 0:R I.

187

vi mai gli occhi , allorch fi fiffano a riguardarla . Non_>


inferiori a quefte fon le pitture da lui fatte nel palazzo
della Rufina a Frafcati , celebre, e noto per gli altri infigni pittori , che v'an dipinto . Tutte queft'opere ficcome gli aumentavano l'eftimazione , e la fama, aumen
tarono ancora tra lui , e '1 Maratti l'amarezze , e le
gelofe , in modo che quefti , per quello che alcuni fuirravano , cercava fempre di fcreditarlo matfmamente nell'opere grandi , perch quelle lo potevano mag
giormente fare /piccare, e rifplendere . E di fatto e
fndo egli ftato chiamato dalla badeffa del moniftero
di S. Silveftro in capite per dipignere la volta della_,
chief , e fattone in concorrenza del Brandi il difegno ,
tanto piacque il fu o alle monache , che immantinente s'
aggiuft il partito , fi convenne del prezzo , e fu poi
fenzacch Niccol ne fapeffe il perch , e ne fofle a tem
po debito avvifato , al Brandi dato a fare il lavoro . DiPfero alcuni , che avendo di tal lavoro , e de' due difegn
la badeffa parlato al Maratti , le aveffe quefti infinuato ,
come trattar fi doveva d'opera molto importante , da reftare a perpetua , e pubblica vifta , di fentire il parere de*
profeflfori , e di convocare una congregazione per rifolvere . Piacque per quel che poi fi vide tal propofizione
alla badeffa , perch la congregazione fi convoc , e por
tati vifi i due difegni , fcelfe il Maratti , che n'era il capo
quello del Brandi ; e difTe che non a Niccol giovine_
ancor non efperto dar fi doveva il lavoro j ma al Brandi
gi vecchio, e confumato nell'arte. Onde richiamato
dalla badeffa Niccol , che lieto credendo di dover met
tere in ifcritto ci che riabilito avea in voce , intefe_> ,
che ella s'era aggiuftata col Brandi . Molto , come ognun
pu comprendere , reft a tal avvifo forprefo Niccol ;
e chieftane alla badeffa la cagione , vollero alcuni , che
gli diceffe , che n'era ftato il Maratti . Comunque fi fo-

Aa 2

i8S

VITE

fe certfflmo , che Niccol & Centi pugner allora mol


to nel vivo , e che da indi in poi non ebbe pi bene , ed
andando Tempre di male in peggio , f ne and nel mef
1682 i febbrajo deiranno 1682. per acuta , e maligna febbre,
~~
che gli fopravvennc nel pi verde fiore dell'et all'altro
mondo . Quefta fua morte immatura di/piacque comune
mente a .tutti, e tutti vivamente la ripntirono . Se ne
affliflero gli amici pel favio , e modefto fuo coftume . Se
ne rammaricarono i dilettanti , perch tutti fperavano
di poter avere qualcof dal fuo pennello . Non poter
vano darf pace gi'intere/Tati nel pubblico bene ; perch
confederavano- il grave danna, che ricevuto aveva per la
Jfa perdita k profelfioae . Pianfero i congiunti- , pianfe10 i profeflfori , pian /ero- gli emulf, e piang Roma. Fu
11 cadavero dal cafino , ove a Capo le cafe abitava, porta
to con mediocre accompagnamento a S. Sufaana , ed ivi
effende flato fcondo il folito efpofto , vi fu, fenza akun
fafto fepoho; perch pochi danari gli furon trovati , e
poco eziandio da poterne fare , che certamente non fa
rebbe baftato per maritare una figlia , che nata era un
anno prima della fua morte , f ta Divina provvidenza ,
che fa far ricchi i patrimon) de' poveri non avefi larga
mente fupplito alla mancanza . Necefifario dunque a_,
iperi, che Niccol per l'ottime fue qualit ebbe molti
amki ; e molti bramarono di contrar leco parentela fjjirituale, allorch con Francefca CriveLlf fua moglie ebbe
il primo figlio ; e Lodovico Rivaldi tra tutti egli fcejfe ,
che lo tenne abattefimo, ponendogli noare Lodovico .
Mor queft poco prima che gli nafcefTe la figlfa , che_
volle onninamente il Rivaldi; tener pure abattefimo, e
le pofe nome Lodovica ^ Era eglr fratello di monfignor
Rivaldi fondatore della cafa delle zittelle mendicanti iu
torre de' Conti , che premorto a Lodovico in tempo che
egli era andalo molti anni prima i l da' monti , che , o

che

D ' P I TTO>R I.

i,89

che il'prelato credcffe morto , o che giudicale dTere il


patrimonio lafciatogli dal padre tutto fo , non lo confir
der in modo alcuno nel teftamento allorch pafs a mir
gliorvita. Torn non.guari dopo in Roma Lodovico;
e mentrecch litigava col luogo pio la/ciato erede dal
fratello^, anche di fua parte , venne a morte , e lafci fua
creda univerfle Lodovica , che ebbe dodici mila fcudi in
tanti luoghi di monti dal luogo pio per amichevole aggiuftamento , e fi marit a Filippo Gambi decentemente.
Ebbevi due figli un malchio , ed una femmina , che am
bedue morirono , vivendo Colo ora Francefca in et de
crepita, ed in non molto-giovanile Lodovica. Lafci due
fratelli carnali in patria , Gio. Francefco , , e Marincarlo. Mor del 1 686. Marincarlo due anni prima d'Aga
ta Maffeoli fua moglie , con cui ebbe ftte figli , quattro
.mafchi, e tre femmine . Due de' mafchi s'-accafarono s
Vuno in Bologna , e l'altro a Morro i valle nel vefcova
do di Fermo , che vivono ancora , partirono gli altri due
in fin dell'ultimo fecola dalla patria , e non fen' avuta
pi- nuova : Delle femmine una f ne monac , e l'altre
due fi maritarono , l'una dopo la morte d Gio. Francei?:o,,cne mor dei' 1712. fenza aver mai prela moglie , e
l'altra prima . Era Niccol alto di ftatura , ma macilen
te r e /cco , di vi/o lungo , con naf grande , e fronte
piccola, occhi neri , e capelli caftagni , naturalmente
alquanto innanellati , e di carnagione olivaftra . Parla
va poco , ed era molto-apprenfivo . Fiflavafi nelle fue cof
pi di ci che doveva j e perci ftava continuamente ma
linconico-. Fu difintereflato , efmcero, ed amico dell'
amico. Trattava fpeflb con Gafparo Dughet , e fpeflfb
anche andavano a paleggiare infieme or fuori d'una por
ta, or fuori d?un?altra , ed aveva tanto genio /co , che
gli volle fare , e donare il ritratto . Tenne in gran con
to la profeflone , ntralafci mai fatica alcuna, per ter
mina-

i(?o

minare a fuo gufto l'opere, che far dovea . La grazia


particolare per , la femplicit , e la franchezza , che vi
il vede , fa credere a chi non lo fa , e che non l'ha vedu
to operare ^ che pochiflma ve ne fa . E quefta fiata 1'
arte fngolare de' bravi profeflfori ; a* quali per niente
fcema il pregio della perfezione de' loro lavori la fatica 5
che vi fi conofce eflerfi fatta nel farli perfetti .

DI PIERFRANCESCO CAROLI.
A NT o pi maravigliofane' pittori mo
derni l'arte della profpettiva , quantocch non cos bene fu intefa dagli ami-'
chi , i quali poteron pure vantare le_j
loro fcene d'Atene ; perch da noi non
fi vedono , e forfe differo pi di quel ,
che fecero; ma pochi autori Greci fi trovano , che ne
abbiano fcritto , e dir fi pu, che e' profeffori faticato
abbiano con molta difficolt , e con poca fcurezza , fin
ch non venne da Vignola il Barozz ad ifpianarne la via
con agevolarne le regole , che prima del Barbaro , .del
Serlio , dell'Andreotti , del Cufin , del Vinci , del Durer , e d'altri molti ci diede Pietro della Francefca_> .
A lui dunque deggiono quafi tutti gli obblighi i proget
tivi , ed a lui deve i fuoi Pierfrancefco , fenza i cui lu
mi , e precetti divenuto non farebbe quel celebre , ed
efperto profefTore , qual io nello fcriver ora la vita fua
far conofcere . In Torino madre , ftanza , e cava di
1638 vivi, chiari , e rari ingegni , venne egli negli anni 1638.
a quefta noftra luce , ed in Torino ebbe in un colla gramatica , della geometria , e del difegno i principj . Quin
di avido di vedere altri paefi , giufta il nobil coflume__
della nazione , pafs a Venezia , e vi fi trattenne molti
anni fempre impiegato alla pittura ed al difegno , e_^
fpe-

DE

PITTORI.

fpezialmente a delinear profpettive , colle quali s'anda


va comodamente mantenendo, quantunque folle incon
tentabile , ficcome ordinariamente fno tutti coloro ,
che pi degli altri fanno , e conofcono , e perci confumafTe gran tempo in dipignerle . Lafci poi Venezia ,
ed and a Bologna j ma non vi flette molto; perch
bramava di veder Roma , ove fhbilito aveva in Tuo cuo
re , f nimica fortuna impedito non glielo avefle di far
/ggiorno . Partitone dunque , e prefa la via di Firen
ze , che pur veder voleva , vi fi ferm alcuni giorni ,
dopa i quali arriv ,, ma non totalmente fano per le fefle
di Natale in Roma; perch molto avea patito nel viag
gio per i gran freddi della Magione .. Stette tutto l'in
verno indifpoflo , e fi rimife perfettamente in falute di
primavera , nel qual tempo fin alcuni quadretti , che__
cominciati aveva nell'indifpofizione . Abitava egli allo
ra in cafa d'un fendale , che dava anche camere guarnite
a pigione , e come quefli avea molte amicizie di pittori,
e di dilettanti di pitture , a divert di efl li fece vedere ,.
e glieli trov nonfblo fubito a vendere al prezzo , che
egli ne dimandava , ma per altri ne ebbe varie. commeffioni . Cominciatofi in queflo modo a far conofcere , e
divenuto anche pi efperto , e perfetto coll'operare_ ,
crebbe grandemente, in iftima , e f lento , e tardo non
fofle flato, e come ho detto fopra, incontentabile_* ,
avrebbe per le molte , e continue richiefle , che gli li
facevano, avanzato del gran danaro .. Fe.ce nondimeno
per dverfi dverfi quadri ; ed in alcuni rapprcfent mi
rabilmente le vedute al di dentro delle tre primarie bafiliche , che ebbero fommo applaufo , gliene furono or
dinate parecchie copie , ed ognuno de' diletttanti ne_j
bramava . Stretta aveva frattanto con alcuni primarj
profeflfori forte amicizia*, e di quefli amichiflmo gli era
Luigi Garzi ; che gli faceva di quando , in quando nelle

pro

VITE
profpettive le figure . Fu ammeflfo ncll' accademia di
S. Luca , e d'ottobre del 1679. dichiarato perpetuo
maeftro di profpettiva , e d'architettura dalla medefima,
ove diede pubbliche lezioni lungo tempo , ed iftru affai
bene molti de' fuoi fcolari . Non tralafci nulladimeno
mai di dipignere, ed ltre a' quadri, che dipJnfe pel
curiale Dalmazzi , per lo fpedizioniere Laurenzi , pel
medico Sinibaldi , per l'abate Paoluoci , e per altri fuoi
amici , uno ne don alla fuddetta accademia , due ne_->
fece pel marchef Spada , che fi vedono prefentemente
nel fuo palazzo di Roma , due pel marchefe Torri , che
li mand al cafino della fila villa fuori di porta S. Pancrazio, e fuori della medefima dipinfe anche-nel cafino di
villa Carpegna. Meditava in quefto mentre di far .edifica
re la facciata di S. Giovanlaterano Clemente XI. , e co
me non aveva trovato alcuno de' moki difegni , che ave
va fatti fare d'intero fuogenio, due ne furono a-Pierfrancefco dall'abate Graffi d'ordine del Papa ordinati,
che fatti da lui, e portati dall'abate al -Pontefice , ne
reft pienamente /ddisfatto, e deput una congrega
zione per ri/blvere . Dovevano a juefta intervenire al
cuni cardinali, Pabate Graffi , ed il Fontana architet
to i ma perch ufc all'abate >di mente d'avvi fare , co
me doveva la fera innanzi Pierfrancelco , e 4a mattina ,
che mand ad avvitarlo , non era in cafa , fu fatta la con
gregazione fenza lui i ed il Fontana prefe il contrat
tempo , e G. valfe opportunamente ddl'occafione di fua
aflfenza per ifcreditare i difgni , e gli venne fatto ; per
ch Tare-volte fallirono i colpi, quando non v' chili
para . Molto, come ognun pu ben credere , difpiacque
ci a Pierfrancefco ; e fi lamentava folo di fua fortuna ;
giacch vedeva , che effa fola gli mancava per farfi conofcere eccellente architetto , come conosciuto gi era
per infigne pittore . E di fatto anche a chi non vorrebbe
con

DF

PITTORI.

convien confeflare, che egli aveva delle gran cognizio


ni , e le fece in varj rincontri vedere ; e particolarmen
te, allorch alzar fi doveva la.celebre colonna Antonina
per trafportarla dalla fabbrica della Miffione nella piaz
za di Montecitorio ; perch difle pubblicamente , che i
caftelli non eran fatti a dovere , e fpezialmente ad alcuni
prelati , che non farebbe mai potuta riufcire l'operazio
ne , edifTe vero, perch le prime volte, che fu fatta...
non and bene . Davafi egli con tutto ci pace j e fi di
vertiva in far nuovi difegni per nuove fabbriche ; tutto
ch non vi folfe chi ne metteffe in opera alcuno, e che
anche que' profeflfori, che egli aveva veduti nafcere_.
operaflfero pi di lui . Seguitava a dare a' fuoi fcolari
continue lezioni., e diceva, che il ripenfre fpefl fiate
al fonno del pero dell'Arioso gli era di fomma eonfolazione . Ite erano in tanto in varie parti d'Italia le fue_>
profpettive; e da ognuna ne riceveva foventi commef^
fami ; quando gi indefeffamente lavorava per quelle ,
che avute aveva di Piemonte, per dove piucch per qualu-nque altra provincia lavor finch ville , e finch noni
fu impedito dalle indifpofizioni , e dalla vecchiaja_> .
Giunto era all'eta de' ittantott'anni , allorch grave
mente inferm , e refifter non potendo alla gagliardia
del male in pochi giorni , e ne' 5. di gennajo del 1716.
dopo breve agonia fpir j e fu in quel modo , che ordinato aveva nel teftamento , dalla fua abitazione di Capo le
cafe , portato il cadavere alla parrocchia di S. Andrea
delle fratte , ove fu decorofamente efpofto , e feppellito . Poco capitale lafci ; e quefto fu da lui fecondo la_,
difpofizione teftamentaria in varie opere pie diftribuito .
Fu d'animo fchietto , e libero, am al maggior fegno
la pudicizia , /offr pazientemente la povert ; n fi av
vil mai nelle difgrazie . Viveva per lo pi fblitario, e
ritirato, difprezzava le vanit del mondo, e fi rideva
Bb
de'

194

de' divertimenti . Frequentava le chiefe , piacevangli


le divozioni; ed ogni giorno , bench non foflfe ricco
faceva qualche limofma . Non volle mai moglie , quan
tunque molte volte gli fofle fiata propofta dagli amici ,
che veder non lo potevano in cafa tanto folo , come vi
flava . Egli per diceva , che cos non aveva mai , che
dire con alcuno, di niuno lamentar fi doveva , dove lafciava una cofa la trovava , e godeva quella quiete_* ,
che per neceflt difturbano a coloro , che molti ne ten
gono , i famigliari . N altro di quando in quando al
quanto l'affliggeva , che il penfare , che non avrebbe-*
tmpre potuto far tutto da f , e che gli farebbe alla fin
convenuto di lafciarfi da altri fervire . Era piccolo di ftatura, veftiva abiti mediocri , e la piccolezza dell'una ,
eta mediocrit degli altri gli fninuivanoqueU'avvenenteijza , che non troppo lo favoriva .

DI CIO. BATISTA GIULLI.


O M a al creder mio fon male avvi/ti co
loro , che braman di vivere affai ! E
quanto mi par che s'ingannino quelli ,
che dicono, che certi uomini infigni , o
non dovrebbero mai effer nati , o non,
mai dovrebber morire I Imperocch_j
quanti , e quanti morti farebbono pi gloriofi , f viffuti
fofTer meno . Se confidero i fortunati , pochi , ma po
chi aflai ne trovo , che nella vecchiaja non fano ftati ab
bandonati dalla fortuna; e quefta verit fu ben tra i gran
di imperadori conofciuta dal primo de' Cefari , dal quin
to de' Carli: Se rifletto alla robuftezza, alle forze, al
la falute , niuno v' , che invecchiando , o non la perda
affatto , o almeno almeno non gli fi indebolfca: , e fcemi;
e ci ben noto a tutti que' vecchi , che a poco a poco
de-

D E'

P I T T O R I.

i9S

declinano : Se mi rivolgo all'abilit , allo fpirito , ali'


attitudine, che gran differenza generalmente fcorgo dal
le operazioni fatte da' profefTori nella virilit a quelle..
che fecero nella vecchiezza ; e quefto pur troppo fi vede ,
e da chi le fue fenza paflone mifura , e da chi efamina_,
con attenzione l'altrui , e ad evidenza il noftro Gio. Batifta ce lo dirnoftra . Pofciacch f egli morto fofle , do
poch dipinf i peducci della cupola di S. Agnef in_
Piazzanavona , la volta , i peducci , la cupola , e la_,
tribuna del Ges , e gli altri lavori , che fece in quel tem
po , e poco dopo allorch ancor giovane dipigneva ve
ramente di gufto , e ftava interamente attaccato alla for
te , bizzarra , e vaga fua maniera , invidiar non dovrebbe
alcun altro infignifTimo profeffore . Staccatofi poi da_>
quefta , e datofi all'imitazione di quegli , che an fuggi
to i colori ofcuri la cambi , e l'opere che fece dopa
quantunque belle affai , perderono tutto quello , che le
faceva effer belliflme ; e dovech prima era uguale a' pi
celebri, divenne pofciaminor di f frcffo. Quefta trovo
io che foffe la vera cagione della mutazione di fua manie
ra 5 tuttocchc vi fia chi dica , che ci derivaffe dalla per
dita delfaflftenza, che e' riceveva dalBernini, che__
mentre viffe gli diede per verit de' gran lumi , e Fiftru,
e l'atnmaeftr , venuto che fu non troppo efperto di Ge
nova , affai bene. N manchi chi afferifca , che ci ave
f origine dalla fmoderata afflizione che ebbe nella mor
te del fuo caro , ed amato primogenito Lorenzo , che
col fuo nome nominar lo volle il Bernini , allorch lo
tenne a battefmo , che veramente per le fue belle qua
lit era amabiliffimo , feguita nel modo , che per appunto
racconter , come raccontata pi volte m' ftata da' gio
vani del banco 5 che Gio. Maria Baldinucci aveva allora
nelle cafe del baron Circi a S. Andrea della valle , ove_
fucceffe U fatto . Era Gio. fiat ifla amico intrinfeco di

Bb 8

Ci.

196

VITE

Gio. Maria, e fpefl andava il dopo pranzo a trovarlo;


quando incontratovi un giorno il figlio in tempo , ehe_j
credeva dovelfe effere allo ftudio dell'avvocato , s'accefe
nel vederlo tanto nell'ira , che contener non fi pot di
dargli alla pretnda di tutti i giovani un calcio . Parve
&\ figlio d'aver ricevuto col fblenne , e pubblico colpo
graviamo affronto , quantunque affronto non fia la cor
rezione bench impropria , e violenta del padre j e tan
to al vivo lo fcnt , che fuor di modo inviperito ,. ed ar
rabbiato gli diffe , che non l'avrebbe veduto mai pi .
Dide veramente troppo , ma diflfe vero , conciofiech
tutto furibondo partitofi , quantunque gli fi fpedifle_>
dietro un lacch , e s' affacciaflTero fubito alle fineftre i
giovani , non fu pi veduto, e qual baleno difparve . Cer
cato , e ricercato per alcuni giorni dagli amici , e dal pa
dre , fii finalmente al governatore dinunziata, ch'era-,
flato trovato annegato nel Tevere , ove credettero alcu
ni , che difperato fi gettafle , altri che itovi per divertir
la collera , e la malinconia a bagnarli , giacch la ftagiorne era affai calda , accidentalmente, e per ifven tura vi
fi annegafle .. Chech fi fofe , ed a qualunque de' due
/atali modi guiffe il fatto , s'accor tanto il padre al
lorch ricev dal governadore l'orribil nuova della mor
te del figlio , che nel vedere i fuo' panni ebbe egli pure a
morire ; e fe ritenuto non foffe flato da molti , che pre
meditatamente il governatore vi fece affiftere , fi fareb
be ienza dubbio gettato dalle finefire . Stette pi d'un
.anno , come fuor di f tutto fffopra fenza toccar mai
pennello, e fenza trattar mai con alcuno, combattendo
Tempre col dolore, col rammarico, e col pentimento .
Quindi ricominciando a dipignere , ed oflrvate da alcu
ni pi minutamente , e con maggiore attenzione di pri
ma le fie pitture , come d'ordinario pi a minuto , e pi
attentamente $'ofrvano Je operazioni di chi ha avuta ai

fre-

D '

PITTORI.

frc/co qualche dfgrazia , parve loro , che giufto allora


cangiata avefife la maniera , che aveva cominciato a can
giar prima- E' ben per vero che viepi nell'avanzarf
in et l'indebol , come ben fi ravvi/ dall'opere , che
and, facendo, e particolarmente dall'ultima , che fu
quella della volta della chiefa di Santi apoftoli . Ma ben
ch il racconto m'abbia ingannato col guidarmi infenfibilmente a poco a poco nell'ultima , mancar non voglio
di dar notizia, della maggior parte dell'altre fatte innanzi
da lui, e cos, riafiumere il primo filo, e rientrar nella
primiera orditura del diicorfo.. Parendomi non efTer biafmeyole per ifvariare il lettore il condurlo alle volte__
fuori di ftrada , ed efler eziandio conveniente a chi fcrive,per non iftar fempre con foverchia fervir attaccato a'
precetti, ed alle regole l'ufcire del filo, e del metodo . Di.r dunque primieramente che Giovambatiia fuo avo par
tito in gjovenil et da Venezia y ove egli nacque d'onefti
civili, e ricchi genitori, caduti poi perle vicende del
mondo in bafTa fortuna , rmafe alla morte loro miferabile ; e vergognandoli di vivere abbietto in quel luogo ,
ove nato era con ifplcndore , determin di lafciarlo , e
di cercar fua forte altrove. Pafs a Verona , anda_,
Milano, fferm alcun rmenV a Torino, efinalmente s'
incammin ver/b Genova , dove giunto fenza andar pi
in altre cittadi vagando, gli piacque di fiffare il foggiorno , s'accomod con un ricco banchiere , vi fi accas ,
e v'ebbe un figlio , cui pofe nome Lorenzo , che prefe_*
moglie, ed ;ebbe diveifi figli . Morti in-breve tempo turti per lo contagio, e reftato /blamente in vita il noftro
Gio. Batifta , andava fvente penfando di trovar modo
da mantenerti;, dacch fi trovava /nza ajuto , fenzafoHanze , e. fnza fpefanza di poterne avere. Girando
un giorno , che ufcito era di fcuola , colla cartella_>
fotto braccio per la Muraglietta,, e vedendo che una^,
ga-

VITE
galea, che portar doveva a Roma l'Inviato , ftava in
procinto di Tarpare , vi s'introduffe egli pure colla fami
glia . Ma , come niuno lo conofceva , voleva il capita
no mandarlo fuori , quando lo chiam l'Inviato , che_j
gi imbarcato era , e lo ricerc del meftiere , de' pa
renti , ^ del perch egli cos fanciullo abbandonar voleffe la patria , e partire fenza n pur fapere per dove_j .
Raccont all'Inviato il povero fanciullo le Aie fciagure ,
e gli diife , che egli applicava alla pittura , e che bra
mava d'andare a Roma . Ordin l'Inviato , cui non di/piacque la maniera , il brio , e lo fpirito del fanciullo ,
<:he vi fi conduceffe, che foffe come gli altri pi civili di
fua famiglia trattato , e frvito . Arrivato in Roma , vol
le , che fteffe feco finch i'accomod con un pittore Franzefe , che gli diede a copiare un quadro ; e conofciuta la
non ordinaria abilit del fanciullo affai corretto nel difegno, ed alquanto pratico de' colori , gli pofe partico
lare affetto , e lo faceva continuamente lavorare- Ave
va egli allora per appunto compiuti i quattordici anni j
3639 perch nacque ne' 1639. adi 8. di maggio, ed a' io. fu
battezzato in S. Ciro ; ma per quel che faceva , affai pi
nemoftrava; ed il maftro tutto lieto, e .contento per
aver fatto tale acquifto , credeva , che Ceco in cotal guifa ftar doveffe lungo tempo . Stettevi finch flette^
in Roma l'Inviato , e poi lo la/ci , ed entr in caf di
certo Pellegrino Peri Genovefe ricco mercadante di qua(
dri, che gi gli ftava appreffo per tirarvelo, per cui
molto lavor ; ftrinfe .con tal occafione amicizia con
Mario de* Fiori , e col Bernini , che Tintroduffero in_.
'varie cafe , e gli fecero fare diverfi ritratti , ne' quali
gi era eccellente . Fattof cos conofcere , e vedutif
oltre i ritratti alcuni quadretti d'invenzione francamen
te condotti , ed iftoriati da lui , ebbe ordine di fare un
quadro d'ahare per la chiefa di S. Rocco a ripetta , che

D * P'ITTO R I.
fpediramente lo fece per lo defiderio , che aveva di met
tere qualch'opera al pubblico , ed quell'ifteffo , che fi
vede nella feconda cappella a mano deftra rapprefentante la Madonna , S. Rocco , e S. Antonio abate . Gran
de , ed universle fu l'appaufo , che riport di quefF
opera fatta da M in et di poco pi di ventanni, in_,
tempo , che aveva gi pref caf da f vicino alla chiefa
di Ges , e Maria al corfb j e fi trovava gi con qualche
avanzo ; perch i lavori gli abbondavano , viveva parca
mente , ed affai bene fi mifurava , e come provate aveva
Pafprev.ze della miferia, dalle comodit del danaro non fi
lafciava ingannare. Aveva dunque tuttocch affai giovi
ne acquiftato nome non folo di bravo pittore , ma dr coftumato , favio , prudente , ed economo j e perci non.
mancava chi gli flava d'intorno- per dargli moglie , ed!
egli avea gi pofta la mira in una giovane fua vicina affai
onefla , e civile , d'origine per parte della madre Franzefe , del padre Romana di caf- Murani , ma trovava...
qualche non piccola difficolt ne' genitori , non perch
ricufaffero d'i dargliela ; ma perch pretendevano , che
la prendelfe (n'7.a dote, ficcome egli , che innanwrata
n'era , dopo eflerfi fatto da' mezzani molto pregare , fi
nalmente la prefe , e v'ebbe , come a fuo luogo narrere
mo diverfi figli . Voleva trattanto il principe Panfilj far
dipignere i nominati peducci della cupola di S. Agnefe r
ed a lui bench giovane, di ventiijuattr'anni , ad efclu fion d'ogni altro concorrente , ne diede l'ncumbenza . Fi
niti queft , e- diverfi altri lavori , che ebbe a fare fi
no all'et eie' venzei , crebbe grandemente in iftima_> 4
ed acquift tanto nome , e tanto credito , che PiftefToAleffandro VII. lo volle conofcere , e vi fu introdotto
dal Bernini . Vedendo S. S. il bel tratto , il garbo , e
l'avvenenza del giovine , ordin , che qualunque volta
aveife voluto parlargli y fi lafciaffe anche per lafalafegre*

200

T . E

greta paflare , e fi fece fare immediatamente il ritratto ,


che ancor fi conferva in cafa Ghigi in un col celebre Endimione, che fece pel cardinale. Quindi dipinfc alla
Minerva il quadro di S. Lodovico Bertrando , e la lu
netta fopra l'altare della cappella Altieri. Dipinfea.,
S. Niccol di Tollentino il quadro di S. Gio: Batifta ; e
le monache .di S. Marta dirimpetto al collegio Romano
gli diedero a dipignere la volta della lor chiefa , che_>
egli fbllecitamente dipinf . E fcoperta , che fu , pia
cque talmente agl'intendenti , ed al P. Oliva generale
de' Gefuiti , che volendo far dipignere la mentovata_,
chief del Ges., inchiufe fra i foggetti , che gli erano
ftati propofti anche lui., ed a quattro /blamente fi riftrinfe, cio al Maratti , al Ferri , al Brandi, ed a Gio:
Batifta . Prima.per di determinarfi , fentir volle il pare
re di diverfi profeffori/uo "amici , e del Bernini partico
larmente, .cui piucch ad ogni altro credeva, onde fentitili tutti , gli diffe ilJkrnini francamente , che fi fervifA
f dell'ultimo , -e che non dubitaffe , che egli ne frebbe
flato il mallevadore. Fu dunque ftabilito il contratto,
edei, che era molto fllecito di natura vivo, e tutto
fuoco, mifefubito mano al lavoro; e nel lavoraife con
nobbe., che fecondo il concertato farebbarriufcito a/ffai;
mifero , e da non poter ben guarnire .i fili ,. CQme il
P. generale fupponevaj e coine egli fteffo aveva credun
to . Dfcorfofi pertanto d <:i tra lui , ilP. generale , ed
il Bernini fi conch'iufe , che s'accrefceffe , e -che egli lavoraffe pure allegramente , che frqbbe ftata lorcura a_>
proporzione del di pi; di ricompenfarlo ; ed ei da ma
gnanimo fenza alcun'pmbra di dubbio , tutto affidato
nella lor parola , fecondo il bifgno l'accrebbe. Andava
quafi ogni giorno il P. generale a vederlo lavorare ; e_
ne reftava cos /oddisfatto , che fpeffo fpeffo lo regala
va , ed in modo particolare , e fpeziof di zuccheri , di
pa-

D '

PITTORI.

2or

pafte , d'agrumi , di polli , e d'altre cofe limili all'agoilo , ed al Natale . Ma volle una volta , che il lavoro
era gi affai avanzato paflare il fegno , ed in un gran ba
cino fotto groflfo pafticcio vi mile lecento piaftre, e glie
lo mand a or di pranzo a cafa . Veduto Gio: Batifta il
regalo , e contate le piaftre, credendo, che quefto folfe
il pagamento del lprappi della mercede , divenne di
fuoco , e gett alla prefnza di chi l'aveva portato , e il
bacino , ed il pafticcio , e le piaftre per le leale ; e quafi
tutte pofcia, o le regal agli artieri fuoi amici, o Ie_j
diftribu per limofna a' poveri . Reft a tale avvilo forprefo il P. generale , cui niente di ci , che Gio: Batifta
creduto aveva , paffato era per la mente , e lo mand
per difmgannarlo a chiamare. Itovi Gio: Batifta, che
proccurava di fare il difinvolto , ma non poteva , fu im
mediatamente dal P. generale prevenuto , e gli fece con
bella maniera conofcere il torto , che gli aveva fatto nel
non gradire una dimoftrazione , che aveva avuto Ibi per
oggetto il defderio di fargli conofcere il fuo buon ani
mo , e che in niun modo andar doveva in conto del mol
to , eh'e. far voleva . Rimile allora lolpirito in calma_
Gio: Batifta , e di fuo fallir pentito f ne fcus col P. ge
nerale , e profgu col lblito calore il lavoro . Diedegli
indi a non molto il P. generale , cui forte fortitfmo pre
meva di non dilguftarlo , e di fargli vedere , cheei di
ceva davvero , e non lo lufingava , una borfa con mille
doppie effettive , dicendogli , che avrebbe poi in miglior
forma proccurato al lo dovere di foddisfare . Ma cadu
to gravemente infermo , e non potendolo fare in vita ,
gli lafci entro un biglietto carta bianca , acci gli l folfe
pagata quella fomma , che egli v'aveffe fcritta . Morto
poi , e vedutofi il biglietto da' Gefuiti , e curiofi di fapere ci, che conteneva , mandarono fubito a chiamar
Gio: Batifta , da cui effendo ftato alla prefenza loro aperCc

to,

>oa

VITE

to, e letto, cominciarono tutti a brontolare, e chi a


dire una cofa , echi un'altra , fecondocch fuggerita gli
era dalla paflone , e tante tutti infieme ne diflero , che
Gio: Badila annojato , ed anche dal folito Tuo fuoco in
viperito ne fece mille pezzi , e come altiero era , e puntigliofo, poco manc, che non lafciaffe beli' e imperfetto
il lavoro ; e lafciato fenza dubbio l'avrebbe f non fbffe
fiato il Bernini , che glielo avefle fatto finire . Nient'altroper ebbe di pi del convenuto 3 che in tutto , e per
tutto a ben dodici mila fcudi dovette afcendere . Scoper
tati quefta gran mole , tutta Roma concorfe a vederla^ ,
e bench molti v'andaffero per criticarla , l'opinione univerfale prevalile , ed ognuno accordava , che a lui dovuta
era allora per fimiglianti lavori la precedenza . Dell'et
di ventinove anni cominci l'opera , e di quarantaquattr
la fin ; n fu la fbla che egli facefle in detto tempo; impe
rocch fece il quadro di S. Francefco Saverio per S. An
drea del noviziato , quello della Madonna con S. Anna ,
e col bambino per la cappella Albertoni in S. Francefco
a ripa , alcuni per Inghilterra , ed alcuni altri per Ro
ma fino alla /mata di ftte mila feudi , ch diceva avervi
guadagnati . Bramavano i padri di S. Andrea della val
le , veduta che egli ebbero l'opera del Ges , di far dipignere la volta della loro chiefa , e ne richiesero Gio. fia
tila , che f ne fcus, pel rifpetto , che aveva all'egregie
fatture del Zampieri , e del Lanfranco . Gli ordin al
cuni quadri il cardinal Imperiali vecchio , alcuni altri
glie ne ordin il principe Altieri ; ed uno dopo la libera
zione di Vienna , glie ne ordin il Re Giovanni , e fu
rono tutti puntualmente fatti da lui , ma con qualche.-
particolare amore quello del Re , che ne reft appieno
fddisfatto . Terminato gi aveva il quadro della Con
cezione per le monache di S. Margherita , e lo flava ac
comodando full'Altare 5 perch fcoprir fi doveva il gior
no

D '

P I T T O R I.

203

no della fefta ; ficcome fu fcoperto con gran concorfo di


profeffori , e di patteggiarli contrar); che invidiandogli
i continui lavori, che giornalmente faceva, differotali
cofe contro quefto , che diedero motivo a' favorevoli di
pubblicare in fua loda varj fonetti , e letti ne furono de'
belliflmi , che ancora da molti fi confrvano . Morto
alcuni anni dopo Innocenzo XI. , e /lito fui trono Ale
/ndro Vili, fece alcuni quadri pel cardinal Ottoboni ni
pote di S. S. , e Angolare fu quello della Diana , che_j
S. E. diede poi con altri tre non men fingolari del primo
all'abate Adami , da cui quali gioje preziofe con gran_
gelofia fi cuftodifcono . Fabbricava!! trattanto la cappella
Paluzzi alla Madonna di campiteli, e la Torri alla_.
Maddalena , ed egli fece nell'una , e nell'altra i qua
dri per gli altari . Fecene pofcia alcuni per monfrgnore
Spinola poi cardinal S. Cefreo , che molto l'amava , e
voleva , che in tutti i modi dipigneffe la fala del palazzo
del Pubblico di Genova, eve lo mand ariconofcerla;
acciocch far poteffe i fiioi fcandagli , e prender le dovu
te mifure . Ma avendo confiderato , arrivato che fu il
lavoro , ne chicle un prezzo , che parve a que' fignori af
fi diforbitante, n effendofi da quello voluto mai rimuo
vere , fu non guari dopo data a dipignere al Francefchini . Volle per il Doge prima che partile , che gli fa
cete il ritratto , e fattoglielo puntualmente , n'ebbe un
bel regalo , e cento dobble . Tornato in Roma, e giuntovi
quaf nel tempo fteflb il marchefe Lorenzo Centurioni ,
con cui aveva in Genova contratta buon'amicizia, l'an
d fubito a vifitare , e con tale occafione maggiormente
tra loro ella fi ftrinfe . E come il marchefe l'andava fovente a veder dipignere , gli cadde un giorno in penfiero ,
mentrecch ftava difcorrendo feco del ritratto , che egli
faceva per Innocenzo XII. di fargli far quello cTlpolito
fuo zioj che morto era vent'anni prima generale delle

Ce 2

ga-

204

VITE

galee; ed avendolo comunicato a Gio. Batifta, che non


l'aveva mai veduto , f ne rife , e gli diflfe che lo burla
va , e che voleva fcherzar feco Ma il marchefe , che__
parlava con tutto il fenno , e daddovero reiterava l'iftan2e , e gli diceva , che talmente glielo defcriverebbe__ ,
che per neceflt lo farebbe fimile . Prefe pi per ifpaflfo ,
e per dargli nel genio Gio. Batifta , che per veramente
fare il ritratto, alcune tele , e fattati minutamente defcrivere la fifnomia , cominci a delineare in una la tefla , e
condottala in quel miglior modo , che per lui concepir fi
potea a fine , ne rchiefe del parere il marchef . Diffegli
egli dove difettava , e Gic. Batifta pref un'altra tela fe
ce un'altra tefta , ed avendone fatte fino a quattro , refl
finalmente coll'ultima foddisfatto il marchefe , ed afficuratolo , che era flmiliflma , e che gli pareva di veder lui,
lo dipinfe in pi in una gran tela , veftito di ferro a viftaj.
del mare colla fquadra delle galee . Ementrecch lo fla
va dipignendo, tutti que' cavalieri Genovef, che anda
vano giornalmente a trovar Gio. Batifta , /qza faper che
ritratto egli foffe , dicevano, che era d'Ipolito , ed eb
be oltre cinquanta libbre di cioccolata trecento (cudi dal
marchefe. Chi fa poi , che non l'avefTe, primacch morifle, veduto, e riveduto, e fi ricordaffe beniiTimo dell'
afpetto . Faceva in quefto mentre Luca Capocaccia com
pire la fua cappella alla Vittoria; e volendo far dipignere la volta , ne richiefe Gio. Batifta , che avendo volen
tieri accettato l'invito , convenne anche del prezzo , e
mifefubito mano- all'opera . Fatti ne aveva gli ftudj , e
flava terminando Tabbozzetto , quando fu a vederlo il
Capocaccia ? e dopo averglielo molto lodato , gli diffe
che credeva , che quello pure doveflfe entrar nel contrat
to . Gett via allora la tavolozza , ed i pennelli Gio. Ba
tifta , e divenuto una furia lo caric di mille male paro
le , diede di pie al cavalietto 3 sfond la tela , e non vol
le

r> E1 p j r T o R i.

305

le pi dipigner la volta . Mi/ quindi mano ad alcuni al


tri quadri , che cominciati avea pel cardinal S. Cefareo ,
e tra quefti quello di S. Trofimo, che fu a S. Teodoro
collocato. S. E. per foffrir non poteva , ch'ei lafciar
non doveflfe qualche memoria in Genova fua patria ; propofegli perci l'opera , 'che far fi doveva in un'altra fala
del palazzo del Pubblico , e tanto gli diffe , che vel im
pegn , e meditava i penfieri per farne i difegni , quan
do i padri diSantiapofloli l'impegnarono al lavoro del
la volta della lor chiefo , e vi fegu un fatto degno da_.
rammentarfi .. Imperocch accordatofi per due mila fcu
di il prezzo , ed ito Gio. Batifta , che cinquecento ri
cevuti ne aveva a conto , per iftipulare il contratto , ftipulato che fu , tir fuori un foglio da lui fottofcritto ,
.con cui donava alla chiefa il rimanente,, e lo confegn.a' padri , che quivi erano capitolarmente congregati ,,
che recarono a tale inafpettata generoft ftupefatti .
Corrrgli tutti addoffo ad abbracciarlo , chi lo prendeva
da una parte,, e chi lo tirava da un'altra, chi voleva rin
graziarlo , e non poteva, perch di giubbilo gli cadevan
d_agli occhi le lagrime, chi gli dava mille benedizioni , e
tutti uniti gli fecero tante finezze , e gli diedero tali fgnidi gradimento , d'affetto, che l'ebbero a fpremer
co' baci . Mi/vi fubito mano , n mai ve la lev , fin
ch non l'ebbe finito ; e fu tale l'applicazione di due meli
continui , che per compirlo v'impieg , che non poco
difcapito- ricev nella, (lute . Giunto era allora all'et
de' feffantafette anni , e flava terminando i due laterali
della cappella di S. Francefco Saverio per S. Andrea del
noviziato y faceva gli ftudj per i mufaici della cupoletta
^i S. Pietro , che cominciar dovea fin dal pontificato di
Clemente X, , ohe glie ne dette l'ordine,, e finiti le_j
bozze per la mentovata fala di Genova , che furon l'ul
time col 3- che fece . N dopo di quefte bench avefla
mol-

VITE
molti impegni in Roma , non meno che fuori per galle
rie , per Tale , e per chief , pot far altro che il ritratto
del generale Ottan Avignonefe . Pofciach andato il venzei di marzo del 1709. a S. Pietro per provare i nomina
ti ftudj nella cupola , ed eflendovifi fortemente rifcaldato , torn a cafa eolla febbre , che notabilmente rinfor7ando la notte , fi trov la mattina aggravato da non leggiero mal di petto , di cui avendo fatto poco conto i me
dici, non gli fecero per tempo cavar fangue , e datagli be
re tant'acqua gelata , quanta egli ne volle , gli foprag1709 giunf l'infiammazione, ed a' 2. d'aprile pafs a miglior
vita. Fu il cadavero portato aS.Tommafo inparione,
ove con /bienne pompa funebre fu efpofto , e fepolto ln
za alcuna ifcrizione , o memoria . Lafci un capitale di
quaranta e pi mila fcudi a' figli , che erano allora in nu
mero di tre tutti bene, e nobilmente impiegati. Impe
rocch Aleffandro il maggiore dopo aver fatto il corfo
della filofofia , e della matematica , come difegnava beniflmo, ed alquanto ancor dipigneva , tutto fi diede_
all'architettura , e mor il d 7. di maggio dell'anno pafc
fato 1728.. Giulio il mezzano era aiutante di ftudio di
monfignor Lancetta uditore di Ruota, che poi fi mife a
far l'avvocato , prefe moglie , v'ebbe diverfi figli , e vi
ve con tre fble femmine prefentemente , avendo per la fua
capacit , e fviezza, tuttocch fpenda, e fi mantenga con
decoro , di molto accrefciuto il patrimonio lafciatogli
dal padre , a cui ha gi deftinato d'ergere in un qualche
fito adattato il ritratto di marmo , acciocch viva perpe
tuamente a pubblica vifta l'effigie di profeflbr cos degno.
Lodovico il minore aveva il fegreto del prefato monfi
gnor Lancetta ; e f un anno dopo del padre non fofTe_*
morto , fatta avrebbe gran paffata . Era Gio. Batifta alto
proporzionato, ed affai ben fatto di corpo , bello, bianco,
e vermiglio di faccia , con occhi lucidi , e neri , nafo

prof-

D JT PITTORI.
207
profilato , e lungo , fronte fpaziofa , ed aria fimpatica , e
gentilefca ; n la fignoria del tratto , e del coftume cedeva
punto alla nobilt deLTa/petto , e dell'animo . Am fvi
fceratamente gli amici , ftim grandemente i profeflfori ,
e foftenne valorofmente la profffione . Ebbe molti icolari ,. ma Col Giovanni Odazzj di grido , che oltre alla_
gran facilit con cui di vaga , e forte maniera dipigne ad
olio , fi fatto affai celebre anche nel vagamente dipignere a frefco , come ben fi conoice nel quadro di S. Brunone alla Madonna degli angeli , e nella caduta de'demonj a Santapoftoli . Lavor Gio. Batifta afTaiflmo , e_>
piucch lavorato non avrebbero dieci pittori inficine, baftando dire, che gli appartamenti di caia fua, oltre l'ope
re non nominate dame, che iparf ino per Roma, e
quelle che mand nelle chiefe di Rieti , d'Afcoli , di Perjno, di Portofinoa per la Tofcana , per l'Umbria, e
per la Romagna , di fue pitture fn pieni . Innumerabili fono i ritratti , avendone fatti di tutti i cardinali , di
tutti i perfnaggi , che viflero in tempo fuo , e che capitarono in Roma , e de' fette Pontefici che regnarono
da Aleflandro VII. fino a Clemente XI. ; ed in quefti eb
be per verit grande arte , e fingolar maeftria , potendoli
con ragione annoverare fra i pi celebri , ed efperti maeftri che fieno ftati giammai. Aveva nel fargli uno itile tutto contrario al generale , e comune j e diceva averlo apprefo dal Bernini , il quale nel ritrar le perfbne, non vo
leva che fteffero ferme , e chete , ma che parlaffero , e
fi moveffero . Perch giufto in que' moti , e' diceva eflfer
le perfone pi fimili a f fteflfe , e ne' pi galanti , e graziofi doverfi prendere , e dar tutta la /omiglianza al ritratto, e rilevare in cotal guifa il pi vago , e il pi vezzofo del volto , nascondendone il men piacevole , e '1 meo
gioviale per farlo fimpatico , ed avvenente . Tratt generofamente , e di genio con chi feppe prenderlo j ma_,
au-

208

aufteramente , e con rigore con chi gli and con rigiri ,


e proccur in altro fimil modo il buon mercato . Fu ameno , urbano , e faceto nel converfare , pronto , libero,
ed arguto ne' detti non meno che ne' fatti ; ed io tralafciar non voglio di narrarne alcuni . Correva gi la fa
ma , fccome ho accennato di /opra , di fua maeftria nel
ritrarre dal vivo le perfone , e fparfa generalmente da_,
pertutto , cadde a un giovine cavaliere in penfiero di farfi
fare il ritratto , -e non riflettendo al prezzo , o creden
do d'averlo per pochi paoli , ito a trovarlo fnza alcuna
preventiva convenzione gliele ordin; e terminato che fu,
and fubito a prenderlo . Quando fent che non valeva_>
punto meno di cento fcudi reft di faflb , e ftato cos per
un pezzo frprefo , difTegli poi , o di ritornare , o di
mandarlo a prendere . Ma vedendo Gio. Batifta , che e'
non faceva n l'uno , n l'altro , e forte fofpettando non
l'avrebbe fatto mai , per non vederf reftare in mano un'
opera , che probabilmente non avrebbe trovata a vendere
ad altri , dipinfe fovra il ritratto una grata , e fotto vi
fcriflfe : Sfaprigione per debito^ e quindi l'efpofe nel luogo
pi eminente, e pi vifbile dello ftudio. Giunto ci a no
tizia dello zio del cavaliere, che coftituito era in alto gra
do^ parendogli che la fua eftimazrone n'andafflfe al di fot
to, f ne and a trovar Gio. Batifta j e fngendo di non faper cofa alcuna di ci , che paffato era tra lui , ed il nipo
te, rivolf gli occhi al ritratto , edilfe: Quello mipare ,
di mio nipote i E" vero , rifpofeGio. Batifta , ma ilpovero
cai)altere i ficcarne ella vede , perfaafienturajla in pri
gione per debito : Ors , replic il zio , ditemi quanto e*
jta queftv debito , che io lo voglio pagare , e liberarlo , e
datigli i centoicudi, e fatta cancellare la grata lo prefe,
e f lo port via . Piccavafi un certo padrafi d'una reli
gione di grande architetto, e credendoti gi eccellente
nell'arje con quella facilit , conche coftruiva in ari a le
fab-

D E* P I T T O R I.

209

fabbriche , le difegnava poi nelle carte . Avvenne , che


avendo fatta un giorno una pianta d'un palazzo la moftr
a Gio. Batifta , ma perch il povero religiof dimentica
to s'era di farvi le fineftre , gli diffe Gio. Batifta : QueJa^ padre mio->faruna bellafabbrka^ mafervirfiloper
la notte : Vedendo un fuo fcolare dipignere con pennelli
d'ebano guarniti d'argento, affai bene aggiuftati , e_>
puliti , e pi faftof , che a pittor convenivano , gli diA
f : Giacch nonfapete far belle pitture , abbiate beipen
nelli : Difle ad un altro , che ne aveva un gran mazzo ,
e che pochifl mo dipigneva : Chi ne ha pi , meno ne ado
pera : Molti altri narrar ne potrei ; ma non parendomi
n necefflfario , n "proprio , e dubitando anche di poter
annojare il lettore , con quefti finir di parlare dell'ope
re , del coftume , e di tutt'altro che appartiene alla vita
di quefto valente uomo , intefo fecondo l'idioma Genovef , piucch per Gio. Batifta Gaulli , per Baciccio .

DI GIUSEPPE CHIARI.
A fatica , e lo ftudio in chi veramente ha
volont d'imparare, e di renderfi anche
raro , ed infgne , fupplifcono alla man
canza del talento , e dell'attitudine_.
Niuno creduto avrebbe , quando in et
di dieci anni fi diede il noftro Giufeppe
alla pittura 5 tuttocch Carlantonio Galliani pittore , e
negoziante di quadri , da cui ebbe i principj del difegno
Fintroduceflfe di dodici nella fcuola del Maratti ,che foA
f riufcito quel bravo profeifor che divenne ; perch in_,
realt il naturale non lo portava a quella grandeZ7a di fapere , dove ginnfe coll'applicazione , -e co' fudori . On
de io per me fempre pi credo , e trovo veriflmo , che
nulla all'uomo difficile , purch egli voglia , e la falute

Dd

gli

210 .

VITE

gli affifta.. Ma neppur quefta negli anni pi teneri favor


1654 Giufeppe i concioffiech nato ne' 1654. .ad x. di marzo
"
in Roma, ebbe in tempo del contagio un Bubbone ; fu me
dicato dalla madre di nafcofto * e lo raccomand tanto a
Iddio, che le fece la grazia di liberarnelo . Ebbe non.
guari dpo altra mortal malattia , e fino agli ott'anni non
iftette mai bene. Tantoch Stefano fuo padre, che era
Fiorentino di nazione ,, poco contava nella vita di lui ; e
pi penfava a mandarlo a Firenze , per proccurare colla
mutazione dell'aria di fargli cangiar compleffione , che a
farlo andare a fcuola , o a metterlo ad alcun altro impie
go in Roma . Iddio per , che deftinato l'aveva per un_>
de' primi lumi , che abbian fatta rifplendere in quefti ul
timi tempi la bell'arte della pittura , gliela cambi fenza che ne ufciffe ; e da indi in poi cominci a rimetter
in falute , e vi fi ftabil pofcia talmente , che la god perfettiffima , e pot non pure alla profeffione applicare , ma
refiftere di quando in quando agli firapazzi della caccia ,
fenza Mentirne mai alcun male . Lavorava dunque alle
gramente, copiava l'opere delmaeftro, eveniva anche
facendo qualche quadro d'invenzione,: fecorrdocch da'
fuoi amici n'era richiefto , quando morto Niccol Ber
rettoni , che dipigneva la volta della cappella Marcaccioni al Suffragio , ed avendo lafciati affatto imperfetti i
laterali , dfT il Maratti , che niuno meglio di Giufeppe dipigner li poteva , acci non fi vedeffe qualche defor
mit nell'opera , ed a lui furon dati , che maeftrevolmente dipinf in uno la nativit di Maria vergine , nell'altro
I'adora7.ione de' Magi. E quefta fu la prima opera pubbli
ca ch'egli fece , con cui acquift ftima , ed applaufo , e s'
apr la ftrada a diverte altre . Imperocch dipi n/ a chiarofcuro in S. Maria in pofterola due fantf dirimpetto al
la porta , in concorrenza d'altri profeffori . Dipinfe il
quadro fopra la porta della chiefa della Madonna di Loreto

Z> ' f I T T O R I .

zii

reto a colonna Trajana, che rapprefentailfuo fpofalizio.


E dipinf l'affunzione nella volta della cappella Montiorni alla Madonna di Montefanto , ed il quadro della Pie
t nella piccola fagreftia della medefima. Voleva il ca
nonico Sabatini- far dipignere a frefco la volta , e i late
rali d'una cappella a S. Maria in Cofmedin , ed a lui ne
diede l'incumbenza ; ed egli rapprefnt in uno il battefimo d noftro fignor Ges Grifto , nelPaltro la predica.*
nel deferto, e quantit d'angeli nella volta . Himafe co
s foddisfatto il Montoni del lavoro, che egli fece_
nella mentovata fua cappella , che bramava gli face
te alcuni quadri , per metterli infieme cogli altri d'altri
infigni profelfori ne'.nobili appartamenti di fua cafa ; o
due foli per allora, che aveva altri pi forti impegni glie
ne fece . Rapprefento in uno Tiillia , che pafflfa col carro
fopra il cadavero del padre ; e nell'altro Coriolano , che
perle preghiere della madre , e della moglie s'aftiene di
muover l'armi contro Roma.Correva gi per tutta la cit
t la fama del fuo valore, e pochi perfonaggi v'erano, che
non .voleffero ne' loro palag) qualche memoria di fuo pen
nello. CbnduflTelo un giorno il principe di Paleftrina_> ,
con cui egli aveva particolar fervit a vedere il fignoril
fuo appartamento ; e veduto che l'ebbetutto , nel tem
po fteffo, che ei gli lodava le cofe pi rare , e magnifT
che , gli difle il principe : A tutte quejle rarit , e magnjfoenze nicnfaltro manca perfarle maggiori , che yual~ cbefegno d lojlra mano . Sceglietevi dunque una /&//_
Jlanze , che pi vi piace ^ perch voglio la dipigniate . ?Scelfene Giufeppe una che gli parve la migliore di. tutte l'al
tre , che dipnte non erano , pel lume , e promeflpgli di
cominciare con preftezza il lavoro fi licenzi ; ed ito im
mantenente a trovare il Bellori , che era fuo grande ami
co , gli confer l'impegno contratto col principe , e lo
preg a fuggerirgli qualche vago , e pellegrino penfiero,

Dd t

per-

aia
VITE
perch incontrar potefle il fuo genio . Diverfi egli gliene
propof , ed uno di confenfo comune preferirono a tutti
gli altri , fecondo cui ordin Giufeppe gli ftudj , e difpofe l'opera . Rapprefentovvi Apollo nel carro , che colla
fcorta dell'aurora conduce le ftagioni , ed il tempo , che
o/cura le cofe paffete con diverfi (imboli appartenenti ali'
arme Pignattella , e Barberina . Piacque eftremamente
al principe allorch fu finita , e piacque a tutti coloro ,
che andarono a vederla . Comp in queflo fteffo tempo il
lavoro , che cominciato aveva del cupolino d'una cap
pella nella chiefa di S. Agnef fuori di Portapia , ove_>
teneramente fi vede efpreffo lo Spirito fanto con diverfe
tefte di cherubini . Vedute tutte queft'opere dal cardina
le Spada , e fentendo l'applauf uni verfale che riporta
to ne aveva , egli pure f ne invogli , e fatto chiamare
Giufeppe , gli ordin quattro quadri , di cui avendogli
data la mifura , gli diffe , che lafciava in fuo arbitrio 1'
elezione de' fggetti , purch vi mettefTe fubito mano , e
li tirafTe con fbllecitudine a fine . Pens Giufeppe a quat
tro favole d'Ovidio > e fattene le bozze , le conduffe fu
feguentemente nelle tele , che teneva gi preparate fe
condo la mifura , che avuta ne aveva dal cardinale , che
f le vide condotte in cafa prima affai che l'afpetta/fe_j .
Rimafene S. E. pienamente foddisfatta , e largamente ri
compens a Giufeppe la mercede non meno che la preftezza . Facevano le monache di S. Silveftro in capite or
nare di belle , e rare pitture le cappelle della lor chefa ,
e diedero la prima a mano deftra nell'entrarvi a Giufep
pe , il quale rapprefent nel quadro dell'altare S. Anto
nio , S. Stefano, e la Madonna : In uno de' laterali S.Ste
fano condotto all'adorazione dell'Idolo , ed il fulmine ,
che lo fpezza , e nella lunetta di fopra , il fuo martirio :
Nell'altro S. Antonio , che rifufcita un morto , e nella_,
lunetta di fopra, il medefmio , che predice ad uno il mar
tino:

B F P 1 TT O R I.
21$
tlrio : Ne* quattro angoletti divert putti : E nella volta
un coro d'angeli . Ornava pure di belle , e rare pitture
il cafino di fua villa fuori di porta S. Pancrazio il marchefe Torri , e diede a fare un quadro di venzei palmi di
lunghezza a Giufeppe , che quello , in cui fi vede rco
le 5 che mena la Virt avanti ad Apollo, con diverfe al
tre figure . Fu trattanto chiamato dal Conteftabile a dipignere nella maeftofa , e vaga fua galleria j e come ella
era gi piena d'opere celebri , e che egli godeva in forma
particolare di fua protezione , molto gli premeva di ben
frvido , e di diftinguerfi . Penfando , e ripenfando au
ciocch colorir vi poteva , gli cadde in mente d'effigiar
vi D. Marcantonio Colonna condotto da rcole all'im
mortalit con molti altri eroi ; e fattone il diftgno lo
port al Conteftabile , cui offendo eftremamente piaciu
to * fu fubito da lui principiato il lavoro, e poi maeftrevolmente finito . Piacque tanto anche alla Conteftabileffa * che volle dipignefle la cappella , che ella fa
ceva fabbricarla S. Erancefco di Paola ^ed egli puntual
mente la fervi . Imperocch efprefle in un laterale il fanto, cherifiifcita i muratori caduti dalla fabbrica , Bell'
altro il Canto , che fa gli occhi, il nafo , e la bocca ad
un bambino , che nato era fnsa , e nella volta il fanto
con molti angeli , che va alla gloria del Paradifo . Ve
dendo il Maratti di non poter finire i cartoni , che co
minciati aveva per i mufaici d'una delle cupolette di
S. Pietro , ne diede a Giufeppe l'incumbenza ; ed effendo
fegli ito a finirli nelle ftanze del palazzo Cniirinale , 1'
nndava giornalmente a vedere Clemente XI. , con cui
in tale occafione ftrinfe maggior fervit , e domeftichezza ; ed ebbe allora ordine di metter mano al lavoro del
la foffitta della chiefa di S. Clemente , ove faceva S. S.
lavorare con altri profeflfori di credito Sebaftiano Con
ca , fhe avendo alla nobilt 3 alla franchezza , ed alla_.
mae

214
VITE
maeftria dell'arte aggiunta la fincerit , h modeftia e
'1 buon coftume , prefentemente degno principe dell'ac
cademia . Lavorovvi dunque Giufeppe , e vi figur il
Tanto, chefale al ciclo. Ebbe anche ordine di fare un_>
de' dodici profeti , che da dodici /celti profeffori fi
facevano per ornare la chief -di S. Giovanlaterano ,
che fvra la ftatua di S. Bartolommeo fu collocato.
Fece in quello fteffo tempo per S. S. "due altri quadri :
Rapprefent in uno la venuta dello Spirito fanto, elle_j
fervi per fabbricare un arazzo , e fi conferva nelle ftanze
del palazzo Quirinale : Nell'altro la nave di S. Pietro
con mlte , e diverf figure , che S. S. regal al Re d'In
ghilterra . Quindi gli ordin il cardinal Sagripanti un_>
quadro per laiua cappella a S. Ignazio; ed egli vi colo
r la B. Luca da Narni in atto d'andare in eftafi , che_j
vedutofi da' Gefuiti , gli fecero anch'efl dipignere la vol
ta della prima cappella a mano manca nell'entrare in_>
S. Andrea del noviziato . Alcuni glie ne ordino il cardi
nale Ottoboni , e celebre fi l'adorazione de' Magi , ed
una Piet . Uno ne fce pel principe di Ca/rta , che fu
mandato in Una fua cappella aCifterna, e rapprefenta_*
S. Francefco , che riceve le Stimate. Altro ne fece dopo
pel duca di Zagarla , che fu collocato nella di lui cap
pella a S. Francefco a ripa; e rapprefenta S. Pietro d'
Alcantara , e S. Pafquale col Padre eterno , e quantit
d'angeli . Fecene un altro per la volta d'una ftanza della
nuova fabbrica del marchefe de Carolis , che rapprefen
ta Cerere n'e Bacco . Altro pel Conteftabile , che fu meffo nella fua cappella a Santapofloli , e rapprefenta San_>
Francefco, che fi vien meno per la vifta della gloria celefte , foftenuto da un angelo con molte altre figure . Al
tro per la Madonna delle fornaci , che rapprefenta la /gra Famiglia; e quefti furono gli ultimi , che fece . Mol
ti ne aveva mandati prima in Inghilterra , per la cui nobil-

I>F P i rro R i.

215

bilt lavor pi di vent'anni continui ; e Tempre avevs_,


lo ftudio pieno, di cavalieri Inglefi , che andavano a ri
chiederlo, di. pitture , ed a vederlo dipignere . Molti ne
aveva mandati in Erancia , ed a diverfi fovrani di Germa
nia , e. tre affai grandi' al principe di Saffonia , rapprefentante. l'uno la ftragc degl'innocenti ,, l'altro il marti
rio di Santo Stefano , e l'altro la Samaritana .. E molti
mandati; ne. aveva per la Marca , per laRomagna, per
la Lombardia ,. e per la Tofcana .. Ne i fli perfnaggi
foreflieri l'andavano a veder lavorare ; conciofiecch non
paflava giorno , che non v'andafle eziandio qualche perfonaggio Romano , e qualche, cardinale , dacch aveva_,
frvila, e famigliami con moltiffimi .. PafTava egli gi
i fettant'anni ; e tuttocch fofle ne* fetfant afette flato at
taccato dalla gocciola , godeva buona falute , edera af
fai pro/pero , quando fu dal cardinal Camerlengo impe
gnato ad: andare a collocare nella metropolitana d'Urbino i cartoni , che egli fatti avea per i nominati mufaici di
S. Pietro .. N quantunque diverfi fuoi amici lo fconfigliaflero', e che egli differifTe il metterf in viaggio pot
difpenfrfi dall'andare ; onde prefo da S. E. congedo vi
s'incammin , ed arrivato che fu , proccur con quella^,
follecitudihe , che per lui maggior fi pot di sbrigarfi } e
fubito sbrigato part , e torn a Roma . Correva l'anno
1,726'. all'orch egli nel mefe di novembre con un poco di
rogna non totalmente , neppur per. altro fano v'arriv , e
non iftette pi bene ; ' ed andando fmpre declinando , fi
mife finalmente a letto , e forprefo indi a non molti d ,
e nella notte degli 8. di fettembre del 1727. in men d'unv 1727
ora , e mezza di quattro colpi d'apoplefTa, nella ftefTa fin"
con univerfal di/piacere di ftar male , e di vivere. Si por
t il cadavero a S. Sufnna , ove /tette tutta la mattina_,
efpofto coll'intervenimento degli accademici di S. Lucaj
che iti erano ad afllftere alle di lui folenni efequie , che
era

VITE
era ftato tre volte lor degno principe ; finite le quali i
luogo a parte fi feppell , e fotto bianco faffo coliateguente ifcrizione ripof .
D. O. M.
fjofeplao Ciarlo Romano . ' - ,
Morum probitate mirabili
Humilitate cunffis accepto
Pingendi arte nulli fecundo
Qui in Principem injtgnh
Accademia Pittorum Urbis
Comm. fuffragii ter eleffius
De ipfa Accademia
Optme merititi
tejtderiumfui
Moriem reliquit
Obiit anno falutis MDCCXXVII.
jtatis fu* LXXIIL
Stephanus S. Marte
Et Carolus ff't
In Cofmedm Canonicus
Cum lacrymis PP.
E cos in quefta chief ficonfervano TofiTa, la me
moria, e le ceneri di tre infigni pittori , che in 52. anni vi
fono ftati fepolti , effondo gli altri due Gafparo Dughet,
e Niccol Berrettoni , ficcome narrato abbiamo nelle lor
vite. La/ci Giu/ppe un capitale di venti , e pi mila_
fcudi a Tommafo fiio fratello , ed a due fuoi figli , aven
done avuti con Lucrezia fua moglie , che ancor vive , fi
no ad otto , cinque ne morirono , fi pu dir nelle fafce 9
e tre ne fon vivi . Stefano il maggiore calonico di
S. Maria in Cofmedin affai capace , e favio , e di buona
legge d'amicizia . Carlo il minore attende alla pittura ,
ed giovine di bel coftume , d'afpettazione , e di fpirito , avendo nell'ultimo concorfo avuto il fecondo pre-

* " ' '*"

mio

D I?

P I T T O.R

217
mio della prima claffe all'accademia . E Terefa fi mari
t a Gaetano Gelbi ricco negoziante di gioje . Era_>
Giufeppe alto , e pieno di ftatura , di color olivaftro ,
occhi bianchicci , nafo grande , vifo tondo , e tutto
infieme di bell'afpetto , e veneranda prefenza . Fu ot
timo di coftume , /chietto , e fncero , fempre indefeA
fo alla fatica , gelof del .proprio decoro , ed amante ^
d fua profeflone .

DI GIUSEPPE PASSERI.
A e QJJ B ad 1 2. di marzo degli anni
1654. il noftro Giufeppe in Roma, e 1654
nacque pittore; poicch e fin da fanciul- lo per la fua gran facilit d'imparare ne
diede i fegni , ed egli fteffo lo conobbe;
_ perch piccola parendogli la fcuola di
Gio. Batifta Tuo zio , a cui era flato appoggiato dal pa
dre, ben prefto la lafci , entrando in quella del Maratti ,
che conofceva efler molto , e molto maggiore . E conofcendo ancora, che per farvi quel follecito profitto , che
bramava , fi richiedeva colla fua anche l'attenzion del
maeftro , cominci fubito ad efTere cos diligente , ed af
fidilo a /Indiare , non meno che a fervido , chenoniftette^guari a guadagnarne l'amore , e fu veramente l'unico
de' fuoi fc9lari, eccettuatone il Calandrucci , che egli
amaflfe per genio , e che gl'infegnafife di cuore . Fecegli
copiare a fue fpefe tutte l'opere maggiori del Lanfranco;
perch imitando lui , poteffe ben apprendere a concepir
con facilit , a comporre con magnificenza , ed a panneg
giar femplicemente fenza affettazione , e fenza flento .
Mandollo a ftudiare fulle pitture pi rare di Michelagnolo , e d'Annibale , perch prendeffe da loro la correzion
del difegno , e s'imieveflfe della grandezza , della manieEe
ra,

3i3

.VITE

ra , e dello ftile. Conducevalo ad oflfervare i quadri pi


celebri di Guido ; perch s'imprimeflfe nell'immaginati
va la nobilt , e la vaghezza de' volti , l'acconciatura_
delle tefte , la modeftia de' veli , l'attitudine delle mani,
la propriet , la politura , ed il contorno de' piedi . Moftravagli le tavole di Domenichino , e del Puffino , e_j
T avvertiva a ftar tmpre come efli attento , e fiflb al
naturale , ed al vero . Additavagli quelle di Tiziano ,
e del Coreggio, e gli diceva, che l'uno efier dovea_>
fuo maeftro per la (ingoiar bellezza del colorito , e_j
l'altro per la fublime maeftria , ed angelica purit del
dipignere . Fcrmiancipoi^ gli foggiugneva , nelle divi
ne diRaffaello , perch quefti ejjer dovr tuo maeftro per
petuo , e universale , che quantunque poffedute non abbia
cos perfettamente alcune qualit , come i mentovati maeJlri lepojjederono , ne ha avute tante altre non pojjedute d*
loro , che tutte in/temefopra tutti loro lofanno/piccare , e
rifplenderc . Vedi come egli hafcelto ilpiliperfetto ne' cor
pi performare coil'armonofa diversit delleparti l&per~
fetta unione de"* membri di fue figure . Mira come flato
in effe attaccato attafodezza^ allaforza , ed al rilievo fenza
jaccar/ mai dalla tenerezza , dalla grazia , e dal bro ,
come ha accordata torrido colpiacevole , il fevero col mite^
il gioviale col tetro , Guarda la bizzarra de"* pcnfieri , //
giudiziofo modo di comporre , la propriet de' contrajli , l'
eleganza de* caratteri , la copia de' concetti , lafecondit
dell'invenzioni . OJfcrva eh'egli ha eccellentemente intefa
la dijlanza de' piani , la diftribuzione de'fot , la pojtzzone , e diminuzion degli oggetti , le ragioni dell'ombre , e
de' lumi . E nota bene^ che niunpdi lui hafaputo efprimere col pennello le azioni del corpo , e lepajjoni deiraniino , Tutti quefti infegnamenti non furono male impiega
ti dal maeftro ; perch ben Teppe fervirfene lo /colare,
ed egregiamente lo dimoftr nell'opere che fece , e che
io

DE"

PITTORI.

210

io fno per rammentare . Ritratte lutto che giovinetto


cos al vivo , e maeftrevolmente filo padre , che i profeP
fori pi efperti fe ne ftupirono ; n punto men l'ammira
rono in alcuni quadri , che ebbe a fare per perfone priva
te , finch fparffi per tutta Roma il nome del fuo valo
re, cominci a lavorare in luoghi pubblici . Dipinf a frefco fpra la porta della chiefa di S. Caterina da Siena P
immagine della fnta . In S. Tommafo in Parione il qua
dro dell'altare della Concezione : In un cantone della_.
piazzetta dietro alla chiefa di S. Vincenzio , ed Anaftafio a Fontana di Trevi la beata Vergine : Nel coro di
S. Francefca Romana alcuni medaglioni : Nella chiefa_,
d'Araceli due gran quadri fotto il foffitto : Nell'altare
maggiore di S. Niccol de' Lorenefi due angeli con tre
tefte di cherubini : Sulle tavole del coro della chiefa de'
fornari Tedefchi a S. Andrea della valle , quattro fanti
Greci , e nelli due angoli dirimpetto all'altar maggiore
due Evangelifti con due ftoriette del teftamento vecchio
fotto di effi . In alcune nicchie delle mura laterali della_t
chiefa di S. Eufepio alcune virt : Sovra le porte della
fagreftia della chicca delle monache di S. Caterina da_.
Siena a Montemagnapoli due ovati , ed un quadro che
pafla tra i migliori , che egli abbia fatto . Nella cappel
la del batifterio a S.Pietro il quadro laterale rapprefentante ilfanto, che in carcere con acqua fatta miracolo-,
famente fcaturire battezza S. Proceffo, e S. Martiniano , che fu cos gradito , e ftimato , che oltre il prezzo
di cinquecento fcudi , ebbe per regalo cinquanta doppie:
Cinquecento fcudi ebbe altres pel quadro da lui dipinto
nella cappella Albani a S. Baftiano, e furono i due qua
dri, di cui egli piucch d'ogni altro fu ricompenfato .
Color S- Tommaf , che tocca il coftato a noftro Si
gnore nella prima cappella di S. Croce in Gerufalemme
a fmiftra nell'entrare in chiefa : Li due quadri latera-

Ec 2

li

220

VITE

li della cappella Filippis iti S. Jacopo degl' incurabili r


Li due fopra gli archi della navata grande in chiefa nuo
va, de' quali maravigliofo fi quello del Mos dirim
petto al pulpito: La cupola, e gli angeli della chief_>
dello Spirito fnto de' Napolitani a ftrada Giulia : La_>
volta della chie/ di S. Anna de' funari : La cappella_,
Altieri in S. Maria in campiteli! : La cappella Papi a
S.Francefco a ripa: In S.Niccola in arcione la foffitta , ed
alcuni putti per ornamento dell'altar maggiore : In cafTrulli a S. Andrea della valle un foffitto , ed un ovato :
In caf Patrizxj diverfe ftanze , e nel palazzo di Caftelgiuliano loro feudo la galleria : In cafa Muti a Santiapoftoli la foffitta della fala ,. ed un gran quadro , ed in una
fanza la foffitta d'un'alcova : Nel cafino Vidman un'al
tra /affitta : Nel cafino di villa Corfini fuori di porta~
S. Pancrazio alcune ftanze : Nel cafmo di villa Torri vi
cino alla fuddetta la volta della galleria : La volta d'una
ftanza del cafino del cardinal OttobonJ a S.Pietro in_>
montorio,.edi lui mentrecch vifTe, S. E. fi fervi fempre per dipignere le.fntuofe, e pellegrine macchine del
le Quarantore nella fua chiefa di S. Lorcn?.o in Damafo .
Molte altre opere, e quadri fece per molti altri perfonaggi , e Romani., e foreftieri . Fecene in Roma pel marchefe Pallavicini > per il come Marefcotti , e per lo m ar
chef Mellint .. Fecene a Spoleto per gli Ancajani , a Pe
rugia pel Montefperelli, a Viterbo per lo Capitolo della
cattedrale. Molte ne mand in-Inghilterra,ed in Ifcozia,
molti ne' regni di Napoli, e di Cicilia. Mandonne a Fer
mo, a Veroli , a Firenze , ed in Arpino . Ebbe gran maeftria nel fare i ritratti , e fervi molti , e molti cavalieri ,
e private perfne . Quando poi annojato era di lavorare
per altri, faceva per.fe copie, e macchie delle pitture
pi infigni di Roma , e tante a poco a poco ne ragun ,
che avendole guarnite tutte di cornici di finiflmo inta
glio

D ' P j rr o R i.
glio lavorate da efperta mano y e riccamente indorate*
ed eflendofi anche proveduto di fedie magnifiche , e di
preziofr tavolini , vi adorn un appartamento degno da
cflfer veduto per la rarit, pel gufto , e per la pulitez
za. Teneva di continuo^a pubblica vifta in ogni ftanza
varj pezzi d'argento pieni di radiche odorofe , e d'agru
mi : a ogni fineftra i canarj: iin ogni vafo ogni d fi rin-r
novavano e' fiori. Era amono i, e faceto , parlava COR,J
propriet, e con argutezza, ed aveva cos pronte , e cos
adequate le ri/pofte alle propofte , ed a' /oggetti , che
f ne raccontano delle belliffime , e graziofimme ., ed io
narrar ne voglio una, che i varr per tutte ..Fermato
una notte dagli sbirri, fu dal caporale per pittor cono?
fciuto , e fattegli picortefie di quelle , che. da tal raz*
2a di gente fi ibglion fare , gli; duTe ,, che. bramato
avrebbe , che gli avefTe fatto il ritifatto : 1^;, .egli rifpo-
f, piucch volentiri vi fervire ; ma cftremamcnte'. mi
difpiacc di -non potervi forvire j perch non fa dipignerc
gli animali , e gli volt le. fpalle . E come alla fignoria..
del tratto, e del parlar graziofo aggiugneva la generrofit, la me^cflla, rorudizione.,!.e.il buon coftume.,
aveva /mpre perfbne diftinte per riafcita , per carica_, y
e per dottrina in fua compagnia , ed In fua converfazione . PrequentaronJa fenrpre finch fletter in Roma Lorenzo Maga'lotti , e Maffeo Capponi . Scelfelo il Pi Re-i
fta prete della congregazione di S. Filippo per fuo com
pagno , quando per fui interefl and a Milano fua pa
tria -, e tuttocch avefflfe premura d tornar preflo , vol
le fermarfi in Firenze , in Bologna , a Modena , a Par
ma , ed in;oni altro luogo ove erano pitture famofe , ed
in-figni , .^cci foddisfar fi potefle a,fziet , e a bene
placito . Ebbe diverfi altri (amici T che cercavano di di
vertirlo dall'applicazione , e dal lavoro ; poicch quan
tunque vj fi mettefle affai tardi la mattina 5 perch. mol
to

222

to gli piaceva lo ftare a letto , e levato che s'era il cian


ciar colla moglie, e colla figlia, ed il trattenerfi poi
non poco a preparare la tavolozza , che preparava irtdifpenfabilmente Tempre colle fue mani . Dipigneva_,
nondimeno molte ore continue 5 perch pranzava affai
tardi , e fubito che pranzato avea , fi rimetteva a dipignere , e dipigneva fino all'imbrunir della fera . La not
te poi dipinto avrebbe fino all'ora di cena , f da detti
fuoi amici non ne fbfle ftato diftolto , che non fenza ra
gione per Tuo bene nel diftoglievano . Ma tardi fi corre
a' rimedj qualora il male invecchiato . Imperocch
tormentato egli fin da' primi anni da continuo dolor di
capo , e forprefo negli ultimi da affanno , e da podagra,
1714 talmente inferm , che a' 2. di novembre del 1714. pa
" ""s a miglior vita con fommo di/piacere di tutti gli ami-*
ci , di tutta Roma , e dello fteffo Pontefice , che nella fua
malattia lo mand pi volte a vedere, e a regalare .
Mand altres a vedere, e a regalar la moglie , e la figlia
dopo (ua morte di'non piccola/mma di danaro , acci
lo fpendeffero nel 'mortorio, j; che la fteflfa Santit Tua
bramava gli fi faceffe con piena magn&eenza , ficco*
me pienamente magnifico gli fu fatto in S. Caterina del-,
la ruota fua parrocchia . N quefto fu l'ultimo fegno di
beneficenza , che S, S. moftrar volle alla grata memoria
di Giufeppe ; conciffiech' uflegn loro immediatamen
te una congrua , e decente annualpenfione , per /upplir
alla fcarfzza dell'eredit da1 lui lanciata , che confifteva
folo in alcuni pezzi d'argento, in molti quadri , ed in diverfi altri mobili di cafa . Quefto fu l'unico capitale , che
un profeffore fuo pari con tante opere fatte 'daini, quan
te ne ho annoverate di fpra,Iafci agli eredi. E ci pro
venne, perch avendo egli cofl'operare, e cogli anni per
duta quella prefunzion di fpere , che hanno in giovent
i giovani di talento , affai ben comprendeva , che la_f

ma-

D '

PITTORI.

.22$

mano non fa mai con perfezione cfeguire ciocch le detta


la mente i e perci non aveva di f& quel concetto , che
ne avevano gli altri , e non le vendeva al prezzo , che__*
giuftamente valevano, ed il prezzo regolava pi a fecon
da del genio , che aveva cl compratore ,. che del valo
re , e quel che ne ritraevamo fpendeva. Per qiieflo ftefla
poco concetto , che egli' ebbe di f, non volle, mai pia
di due giovani Jn ifcuola ; ne volle mai , che copiai
fero l'opere fuc^ perch gli pareva , che perdeflfero il
tempo, e diceva, che. copiar dovevano quelle di mi
glior profetTore.. Ninno perci ne ufc.cos.efperto , che
fi fa potuto dire, quefti degno difcepolo di s eccel
lente maeftro . Era piccolo di flatura , macilente di cor
po , pallido di volto , bianco di carne , caftagno di
crine , con occhi neri , e, fronte, non molto grande. j e
bench non aveflfe troppo vantaggiosi prefnza , era fim-patico , avvenente , e venerando . '

-:. DI PIETRO DE' ' RIETRI&J:,


'I.' O

A. Premia terra non molto grande nel


Novaref , .ove tratti aveva negli anni
i66:j;addi.2Q.difebbrajoi natali, venne 1 66$
in et'di quindici in Roma il noftro Pietro . E perch era naturalmente incli
nato alla pittura, ed avuti aveva i prin
cipi dd difegno da certo fuo vicino 9 che di quefta beli'
arte fi dilettava nella patria , ci venne a pofta a pofta_>
per Imparare. Arrivato che fu, and fubito a trovare
Gio: Antonio de* PietriTuo cugino , che era negoziante
di vino, aveva moglie, e, figli , ed in lor compagnia_,
volle che fteffe . Quindi fentita l'intenzione che aveva d'
applicare alla pittura , lo raccomand a Giufeppe Ghezzi fuo amico , che indi a non molto , perch potefTe pi
co-

224

comodamente applicare , lo pref in cafa . Stettevi


qualche tempo, e poi part , ed and da Angelo MaA
irotti pittor Cremonese, con cui effondo flato poco
men di due anni lolafci, e ritorn di bel nuovo in ca
ia Ghezzi .Ma -.non molto vi flette ; poicch vedutolo un
giorno , che and Carlo Maratti a trovare il Ghezzi , difegnare , gli piacque tanto la buona difpofz ione del gio
vine , che onninamente lo volle feco . Itovi dunque_> ,
e feguitando col folito fervore ad applicare , ed a valerli
degli ottimi infegnamenti del nuovo maeftro , non guari
tempo pafs , che diede a conofcere il profitto ordina
rio , che fatto v'aveva, e la gran pafTata ch'era per fa
re . Onde perch meglio i'abilitafle , e perfezionar fi
poteffe nel difegno, lo mand Carlo a difegnar l'opere
fatte daRaffaelo nel Vaticano. Tenutolo per qualche
tempo a queflo fludio applicato , e fattigli gettare in cotal guifa i fondamenti principali , ed effenziali dell'arte.,
facile gli fu di moflrar tofto l'attitdine , ed il buon gufto , che aveva nel comprre , e helicolorire , in modo 3
che cominci ad effere con molta riputazione in opere__
pubbliche , e private impiegato . Ebbe primieramente
commeflone dal paefe di fare un quadro per l'altare? del
la cappella del Santiffimo della chiefa parrrocchiale di
S. Rocco , ove egli era flato battezzato , ed avendo
cfprefTo in una tela di dodici palmi d'altezza, e d'otto
di lunghezza S. Pietro , S. Paolo , e S. Giufppe con.
molti angeli, ve Io mand. E come comunemente da
ognuno fi brama pi nella patria , che in qualunque al
tro luogo di far rifplendere quella; virt , che s' fuori
acquiflatit , v'impieg tutto lo fludio per farlo bene__ ;
ficcome lo fece , e ne riport anche in Roma dagl'inten
denti , e dallo fleffo fuo maeflro grande applau/o . Ave
va egli i^uel tempo fatta amicizia col P. abate Califli
di S. PieiiQ in vincoli , che l'andava fpeffo eziandio a_,

veder

D F

PITTORI.

Veder dipignere , e gli ordin quattro quadri in tela fli


quattro palmi . Rapprefent nel primo S. Lorenzo , nel
fcondo S. Agnefe , nel terzo S. Emerenziana , e nel
quarto un Tanto Pontefice , giufta i foggetti , che da lui
gli erano ftati dati , che ne rimafe pienamente foddisfatto , e glieli pag affai bene . Faceva trattanto il cardinal Imperiali dipignere da Francefco Civalli una Ibffitta
d'una ftanza nel palazzo di Piazzacolonna : e volle , che
la met ne dipignefle , conforme la dipinf , il noftro
Pietro . Fugli non molto dopo ordinato il quadro del
crocififlfo , che fi vede nella chief di S. Vincenzio , ed
Anaftafio a fontana di Trevi in uno di quegli altari , e
fuffeguen temente l'altro della Madonna, S. Lorenzo ,
e S. Antonio , che fi vede nella chiefa di S. Maria in via
lata. Quindi mife mano all'opera , che far doveva in_,
una fala dell'ofpizio de' padri Ciftercienfi vicino all'arco
di Carbognani , e vi color diverfe Virt . Finita quefta
vollero i medefimi padri , che facefle un quadro , che_*
fervir doveva per la lor chiefa di Milano; e fubitocch
fu fatto ve lo trafmifero > e fu con pieno gradimento ri
cevuto da quc' rcligofi . N con minore ricevuto fu l'al
tro., che mand in una chiefa a Pavia , e rapprefentava
la beatiffima Vergine , S. Anna , e S. Giufeppe . Un
altro ne mand in un'altra nella Marca , e rapprefn
tava S. Lucia . Vedutofi quefto da' Marcheggiani , glie
ne fecero fare diverfi altri. Uno rapprefentante Taffunzion di Maria , S. Filippo Neri , e S. Giovanni, ne fe
ce per Antonio Solidali . Fecene quattro in tele di quat
tro palmi per Aleflo Simonetti , rapprefentante l'uno
David , che mozza la tefta a Golia , l'altro Giuditta , che
moftra il tefchio d'Oloferne al popolo Ebreo , l'altro
Giaele , che inchioda il capo a Sifara, e l'altro Dalila , che taglia e' capelli a Sanfone. Piacquergli tanto tut
ti quattro , che elfendogli flato fcritto da' priori d'una

ff

di

226

VITE

di quelle confraternite per uno flendardo , a Pietro ne_>


diede l'ncumbenza ; ed ei v'effigi da una part. la ro
furrezione di Ges Crifto co' confratelli , dall'altra la_>
fantiffima Trinit, di cui porta il nome la confraternita,
Due ne mand inlfpagna, che gli furon fatti fare dal
P. proccurator generale della Trafpontina . Molti ne_
mand in Inghilterra , ove mand anche diverfe copie
de' pi celebri , che fono in Roma , e talmente fi fparfe in quel regno la fama del fuo pennello, che chiama
to vi fu con dugento fcudi il mefe di fti pendio ; ma ricu
s d'andarvi per izelo di Religione . Prefe intanto fervit con Clemente XI. , e gli diede a fare diverfi lavori .
Diedegli a fare il quadro per l'altare della cappella del
palazzo Quirinale , e vi figur la fantiffima Trinit , che
frvi poi per fabbrica d'un arazzo, nella nuova arazzeria_
di S. Michele . Faceva S. S. ammodernare , riftorare, e
dipignere la chief di S. Clemente , e Pietro fu compref nel numero de' dieci profelfori, che S.S. fcelti aveva, e
dipinfe la prima ftoria a mano manca fovra gli archi del
la navata grande. Dipinfe alla Madonna delle fornaci
la volta della cappella a deftra dell'aitar maggiore_ .
Dipinf alcuni quadri pel cardinale Ottoboni , alcuni al
tri pel marchefe Pallavicini , e quattro degli ovati , che
nella chiefa di S. Maria in via lata rapprefentano alcune
iorie dell'iftefla Maria , che furono l'ultime opere_* ,
che egli fece . Imperocch per le troppe fatiche , che
faceva col pennello , perd a poco a poco fenza avvederfene lafalute; e tuttocch proibita gli aveffero i medi
ci Papplicazione , egli , che affuefatto ci era non poteva
aftenerfene ; e diceva, che pi l'affliggeva il non pote
re applicare , che lo ftar male ; e s'anda>va divertendo
negl'intagli de' rami col bulino . Ma perche queflo era_.
anzi pafaggio da un'applicazione ad un'altra , che di
vertimento , and fempre peggiorando finch cadde

gra

T> E'

P ITT O R I.

227

gravemente infermo . Fu d'ordine del Pontefice por


tato allo fpedale de' nobili in finto Spirito , acci (of
fe , come egli viveva da filofofo , meglio che, in cafa_*
fervito ; e veramente que' famigliar! con tutta l'atten
zione , e con tutto l'amore lo trvirono . Corfero in
folla per fargli dell'efbizoni gli amici . S'affrettarono
per dargli animo i profelfori . Andarono a viftarlo per
fbllevarJo perfone qualificate . Mandovvi alcune volte__>
lo fteffo Papa , che -moftrava fomma premura di fua faIute . Ma tutto in darno, perch quel fupremo Signo
re , che reg'iftra l'operazioni , ed i giorni ugualmente_
di tutti , vedendo effer giunto quel termine, che preterii!
non fi pu , lochiam ad 20. di dicembre del 1716". a_> ij16
miglior vita. Fatto gli fu d'ordine del Pontefice un funerale onorifico coll'intervenimento degli accademici di
S.Luca , e de' virtuofi della compagnia di S. Giu/eppe , e
fu il cadavero ripofto in quella chiefa . Poco capitale lafci a Bartolommeo fuo nipote, che figlio era- di Gio. Batifta fuo fratello carnale, e ftava in Roma infieme con lui,
ed alla medefima profeffione applicava . Ora poi l'ha lafciata affatto , e tutto fi dato ad intagliare i rami , che
^l'intaglia affai bene , e far quegli che intaglier quefti,
che fio preparando , f trovar potr i ritratti di que' profeffori , che mi mancano , e vo cercando . Era Pietro di
giufta ftatura , di pelo caftagno , magro di faccia , non
grande , ma tondetta, con occhi neri, nafo acuto, e_
piccolo, di natura malinconica, di pochiffimo fonno,
e di non molte parole . Am la fblitudine ; e perci non
volle mai nfcolari, n moglie. Poco conobbe f fte
fo , e meno affai l'opere fue . Port tmpre amor parti
colare al maedro , ed a lui moftr fempre, prima di pub
blicarle, fue pitture. Ebbe ftretta amicizia con diverf
profefTori , e ftrettiffima con Camillo Rufconi . L'elefTero di comun confenfo gli accademici di S. Luca cuftode
Ff 2
deil'

228

VITE

dell'accademia , e l'avrebbero eletto anche principe , f


foffe viffuto . Stim fmpre tutti , e fu egli pure Tempre
filmato Vener affai la profetinone, e tem fmpre Iddio.

DI BENEDETTO LUTI.
N e H fi Tenza maeftro , e quel che pi
non f f maraviglioff , o difficile , an
che con maeftro mediocre divenir Ti pu
uomo grande . E quantunque i difetti
del maeftro s' attacchino qual morbo
contagioff allo Tcolajo , e che pi malagevol gli fa il diftaccarTene , che il cominciare a impa
rare , pu non dimeno , f giunga per fua Torte ad averne
cognizione col tempo , colla pazienza , e colla fatica liberarTene . Benedetto Luti ci ha Tatto chiaramente conofcere quanto fa vero ciocch finora fno andato dicendo.
1666 Conciofiech nato in Firenze negli anni i666.ad 17. novembre giufto in tempo , che quella Tccondiflma madre
di tutte le facolt , e di tutte le arti era divenuta fterile
nella pittura , e raccomandato al Gabbiani da Jacopo Tuo
padre, fino all'et di ventiquattr'anni ftudi Totto lui.
Ma divenuto tuttocch giovane fuperiore al maeftro , ve
dendo che dal maeftro niente pi poteva imparare , e non
potendo pi a lungo fffrire , che la fua patria non aveffe
alcun di quegli uomini, che allora avea Roma, determin
di partire , e d'andare a trovarli , per ritornarvi uguale a
efl Te non maggiore. Partinnedunque,e ne part con ani
mo determinato dimetterf toftocch giuntovi foffe Totto
la direzione di Ciro Ferri . Quando arrivatagli a mezzo
il cammino la nuova di fua morte , credendo quafi TataJe s Tatto accidente , e giudicandolo come preludio di
qualche imminente Tventura , ToTpeTe il profeguimento
del viaggio, e flette in procinto di ritornare alla patria.
Ma mentre ancor pendea dubbioTo penTando , e ripenTan-

do

DE"

PITTORI.

do al caibftranojfattofi animo,e rincoratoti, profegu Tuo


cammino.Giunto inRoma,e poftofi attentamente a confiderare le maravigliofe pitture,che fparfefono per lechiefe,e l'altre opere ftupende,che fi vedono per i cortili, per
le ftrade , e per le piazze , fin di conoscere i pregiudizzi,
che portati aveadal paefe.Meflbfi perci fenz'altra guida
a ftudiar fiflamente fovra di effe , tanto ftudi , e talmente
fi correfle, che divenne cos efperto , e bravo, checorfane la fama anche fuori d'Italia , dipinfe molti anni per
la Francia , per l'Inghilterra , e per la Germania . N
flette poi guari ad efler fatto cavaliere da Cefare , ed a_>
riceverne dall'elettor di Magonza la croce riccamente
tempeftata di diamanti , ed il diploma . Onorato l'aveva
molto prima il Granduca delle ftanze nel fuo palazzo di
Campomarzo , ove avendo po/eia avuto io pure l'onore
.d'alcune vicino alle fue , ebbi eziandio occafione di ftrigner feco confidente , e lunga amicizia . Onde per la pie
na , eminuta cognizione, che ho avuta di quefto valente
uomo y dovrei dir molto ; e tuttocch parr forfe ad al
cuni che dica troppo , ne dir poco . Aveva egli fatta_,
una maniera tenera , e Bilicata , di vago , e gentil colo
rito con perfetto difegno , e con armoniofa compofizione cos bene aggiuntata al fuo fquifito gufto , che niuno
l'ha ben /puta imitare , e coloro , che copiano i qua
dri fuoi lo fanno , e lo difcernono . Era cos profon
do nel fapere , che fpeva ancor pi di ciocch dall'ope
re lue fi ritrae , quantunque attaiffimo vi fi ritragga_. ^
E perch fapeva molto , non fi contentava mai , e mu
tava , e rimutava fpefle fiate , e penfieri , e figure , e__
difpofizioni , ed atteggiamenti , avendoglieli io veduti fi
no a tre , e quattro volte mutare . Ma la /lefla inconten
tabilit , che fovente in altri pafla a vizio ; perch alle
volte il peggio fi fceglie, in lui fu virtj perch s'appigli
fempre al meglio , Pigro era di natura nell'operare , e

ben-

VITE
bench levar non fapefle le mani di fui lavoro , niuno dir
potr , che l'opere Tue condotte fieno a ftento ; anzi vi fi
vede la franchezza; j ed il maeftro . Avea grandiffima co
gnizione; dell'altrui in-aniere, ed a nefifuno meglio che a
lui moftrar fi potevano per averne certezza . Lavorava_
eccellentemente di paftelli di tanta forza ., e di tanta bel
lezza , che pajon dipinti . Dilettavafi di (lampe , di difegni ) di modelli , e di baffi rilievi , e ne rann per la fublime /ua intelligenza quantit cos copiofa , e rara, che
non capitava intendente /tramero in Roma, che non l'andafTe a vedere per defiderio anche di conofcerlo . Quefte
cognizioni per l'avevano talmente diftolto dal pennello,
che dipigne va meno affai di quel che poteva; e che avreb
be per vantaggio della boria , non meno che della ftima_i
dovuto.. Ed io mi ricordo d'averlo pi volte avvertito ,
allorch , o egli veniva colle /lampe , e colle forbici in_>mano a trovarmi , o che io andava da lui ., e Io trovava
a dar fefto a' difgni . Poche opere perci fi veggono per
le chiefe di Roma delle fue , e tre fole che io /appia . Ve
defne una'rapprefentante la Maddalena , che fi comuni
ca nel primo 'altare a man diritta nell'entrare in S. Ca
terina da Siena a Montemagnanapoli . Altra, che rapprefenta il profeta Ifaia in un grande ovato , pofto Topra la^
ftatua di S. Paolo , fe ne vede nella bafilica di S. Giovanlaterano dipinta da lui a concorrenza d'altri undici profeflfori di grido , che viene di comun parere tra le miglio
ri annoverata ; tuttocch fia ftato tacciato di non aver
faputo bene adattare la figura nel fito ; perch parte d'.
una gamba refta di fuori . E la terza rapprefentante_*
S. Antonio di Padova fi vede nell'altare della cappella
Odefcalchi a Santiapoftol, contro cui vvente fi /catena
rono gli emuli "per invidia ; morto pofcia , anche coloro
a* quali ibi piacciono le maniere rifentite ; e gagliarde la
lodano ; e l'ammirano . Ma f poche f ne vedono per le

chie-

DE'

PITTORI.

2gi

chiefe di Roma , non troppe fe ne trovano per i palagi,


e per le caie . Ed io che neppuc avr, notizia di tutte^far
di quelle fble , che ho vedute menzione .. Ebbene una aA
fai bella Arcangelo Gorelli , che rapprefjitava.Caino in
atto di percuotere Abele. Una ne anno nel lor palazzo al
le quattro fontane gli Albani , rapprestante un miraco
lo di S. Pio , che per verit /uperbiffima .. Due ne ebbe
per la fua villa fuori di porta S.Pancrazio il marchefe_>
Torri, una di cui rapprefenta Angelica, e Medoro, e l'al
tra un Narcifo .. Quattro in diverfe tele con quattro mez
ze figure ne ho ancor io , che pur ho due paefi con due fi
gurine, ed un chiarofcuro. Dipinfe la foffitta d'una ftanza
del palazzo del Conteftabile , ed altra ne color in una_
della nuova fabbrica del marchefe de Carolis . Pfiche effi
gi in una gran tela pelcardinal Ottoboni,che prefentementedaHvabate Adami fi poffiede. Alcune altre. opere fe
ce per fuori , e memorabili fon le due ,che mand a Fifa ,
ed a Piftoja. EfprefTe per un altare del duomo della prima
S.Raniere,e la Nunziata per un altro d'una chiefa di cer
te monache della feconda. Una d'una Madonna addolorata,ne mand a Malta, e fi colloc nella chiefa della lingua
Italiana . Molte ne lafci imperfette ; e tra l'altre quella ,.
che faceva per Torino , e vi aveva figurato S. Eufepio vefcovo di Vercelli, S. Rocco, e S.Baftiano con un angelo a
feder Tulle nuvole,che fiata egregiamente poi terminata
da Pietro Bianchi fuo degno difcepolo, giovane non infe
riore ad alcun de' viventi , e che ha il fapor nel pennello.
Quefta per acceler non poco fua morte j perocch
avendo non guari prima perduta la falute , ed eflendo
girato il tempo prefiffo , e pattuito con impegno di ca
parra , e di parola , furonvi tra lui , e chi gliel'aveva_,
in Roma ordinata , tali contrafti , che non la volle pi,
e fu poi reftituita dagli eredi la caparra , e cos belF e__*
imperfetta per quattrocencinquanta fcudi venduta a un

Por-

v i T e
Portughef .~ Molto egli di ci allora s'affliffe , e tanto
pi feguit ad affliggerli , quantocch conofceva , che
l'avrebbe potuta finir prima della perdita della falute , fe
aveffe voluto , e non fofle , come ho accennato di fopra ,
da men neceflfarie occupazioni flato diftolto . Non f ne
poteva perci dar pace , e mentrecch di f folo conti
nuamente fi doleva , e fi lagnava , il male prendeva mag
gior pi, e maggiormente l'opprimeva, e '1 confuma
va . Andando in cotal guifa fempre peggiorando , fu da'
medici , acciocch fi fvariafTe, configliato a mutar ariaj
ma perch fi vedeva gi in iflatp di non poter ufcire di
Roma , prefe per ifpediente d'andare ad abitare alla Tri
nit de' monti nella villa del Granduca , ove io andai diverfe volte a vederlo. Ma poco vi pot ftare , perch il
male , che prima fembrava curabile , ed anzi malinco
nia , e paflon d'animo , che altro , diede in idropifia_j
di petto , e fu coftretto per efler meglio frvito al prin
cipio di giugno del 1724. a ritornare acafa . Quivi fempre pi aggravando , e nulla giovandogli i rimedj , che
giornalmente gli preparavano i medici , ben conobbe da
f d'effere al fin de' fuoi giorni, ed al gran paflfaggio fi difpofe. Fece leftamento , domand il fantiffimo Viatico,
ebbe l'Olio fanto , e da quel vero , e buon criftiano ,
1724 ch'egli era viflfuto mor ne' 17. del fuddetto mefe di giugno . Fu il corpo portato nella chiefa parrocchiale di
S. Niccola de' Perfetti in Campomarzo , ove fattegli
coll'intervenimento degli accademici di S. Luca , e de'
virtuofi della compagnia di S. Giufeppe decenti efequie ,
fu fenza alcun'altra memoria feppellito . Era di giufUu
ftatura, piuttofto pieno che no , di colore olivaftro, e
crine nero , occhi alquanto incavati , e criftallini , vif
grande , e ritondo . Di/correva faviamente , e proccurava d'effere appieno informato di quel , che per la cit
t , e pel mondo accadeva per difcorrere . Molto gradiva

la

D ' PITTORI.

233

la converfazion degli amici , ma in cafa . Ufava tutte le


convenienze nel trattare con loro , ftava fmpre con rifpetto, e l'efigeva . Conofceva f fteflb , e non preJumeva . Stim i profeffori , e parlar rie ibleva con van
taggio , e non poco alle volte efaltava Antonio David
per i ritratti , ne' quali per verit celebre , e /ingoiare.
Non s'addimeftic per mai con alcuno, e per quefto non
fu troppo applaudito nell'eflfere ftato eletto principe dell'
accademia . N pur cerc mai protezioni de' Grandi ,
e ficcame egli andava poco da loro , efl di rado givan da
lui . Diceva , che la protezione dell'uomo dabbene effer
doveva quella fbla del bene oprare . Lafci quattro figli,
due malchi , e due femmine con mediocre capitale , ri
getto al grande , che lafciar poteva un profeffore fuo
pari , che riceveva continue commeffioni da ogni parte ,
che fapeva ben vendere i quadri fuoi , ed ancor quelli ,
c;he per traffico , e per negozio comperava da altri , e_*
che fenza pagar pigione viveva con tutta la famiglia da
accorto , e lodevol economo aflai mifurato- Sono di fua
fcuola ufciti oltre il mentovato Bianchi altri fcolari ,
e tra quefti Domenico Piaftrini , che ha non ordinaria_,
facilit nel creare , comporre , ed unire . Placido Coftan2i , che fin dagli anni, pi teneri dava fegni d'queii'abilit , che ilfufleguente operar fuo, bench ancor affai
giovane va dimoftrando in opere piccole non meno , che
nelle grandi . S'ingegna altres Gaetano Sardi di far
onore al maeftro , ed egli pure giovine d'afpettazione , e di talento . Non ifdegn di frequentarla Gianpaolo Pannini per alcun tempo, allorch venne in Roma
eccellente maeftro , ed infigne pittore di profpettive , di
paefi , e d'architetture, per renderfi anche infigne , ed
eccellente nelle figure , e fcelfe lui per fuo particolar di
rettore . Quefto quanto di che rammentato mi fono
nello fcrivere in compendio la vita di quefto valent'uo-

Gg

234

VITE

mo ; e niente pi , quantunque a minuto la memoria ne


ricerchi mi /ovviene . Se quello non ho perfettamente
compiuto , che a ftorico amico fi convien fare , o f quel
che narrai fi giudicher da taluno narrato con pafione 5
perdoner l'amico , f pur dagli amici nell'altro mondo
(i rifanno le cofe , che accaggiono in quefto, i difetti del
la penna : perdoneranno gli altri il trafcorfo dell'amore;
ed io creder fmpre , che in qualunque modo ci fi difcorra , e fi prenda , di non aver ben foddisfatto n ali'
obbligo dell'amicizia , che mi ftringe, n al debito,
che deggio all'iftoria .

FINE
DELLE VITE
D E"

PITTORI.

VITE

VITE
DEGLI

SCULTORI

PERGOLE FERRATA:
Hi dicefle, che la natura non fia maeftra
dell'arte , fi dilungherebbe fenza dubbio
affatto affatto dal vero ; e mentirebbe
eziandio chi affermafl , che gli artieri
pi eccellenti non l'abbiano in ogni ope
razione imitata , e che andati non fieno
continuamente , e colla barba canuta alla fua fcuola^ .
Quindi troppo /cioccamente parlerebbe chi volefl anche
dire , che quefta non fia pi antica di quella ; non poco
ridico! frebbe , chi fftener volefTe , che non fi deggia
nelle fue pi belle parti imitare come principio delle co
l pi perfette , che da efk fbla anno origine 9 e per lo
cui mezzo ella fbla muove , e rifcalda la fantafia negli ar
tefici a concepire l'intera , e vera idea delle lor opere_.
Onde le fatture , che men fi difcoftano da tali parti , fon
le pi ben formate, e quelle che pi f ne allontanano fon
le men belle . Dicanlo i Laocoonti , gli Apolli , gli Antinoi di Belvedere : Dicanlo la Venere de' Medici . l'r
cole de' Farncfi , il Gladiatore di Villapinciana : Dicanlo
il Mos di S. Pietro in vincoli , e tante altre famofe .ftarue di Michelagnolo : Dicanlo la S. Sufanna della chief
de' Pornari , e l'altre venerande fculture del Fiammingo:
Dicanlo laS.Terefia di S.Maria <Iella vittoria,e tanti maravigliofi gruppi del Bernini : E ce lo attefti la viva, e va
ga ftatua della Fede , fcolpita dal noftro rcole in un de'
lati della cappella maggiore di S. Giovanni de' Fioren
tini , opera veramente fingolare , ed infigne , e delle pi
riguardevoli , che ufcite fien dalle fue mani : Opera , che
merit l'applauf univerfale di tutti gl'intendenti , e l'
approvazione particolare , e le lodi diflinte dell'intendentiflmo Bernini . Io dunque nello fcriver la vita di queil efjperto maeftro 3 che con tante fue rare fatiche ha or
nata

nata, maggiormente , e Roma , e Napoli , e Venezia_ ,


e Firenze , ed altre cittadi d'Italia , e d'Europa , ho vo
luto cominciare non dalla prima ; ma dalla pi bella_, .
Non voglio per far menzione dell'altre , f innanzi non
favello della nafcita , dell'origine , e de' progreft , con
cui egli s'apr quella via, che mena gli uomini d'ingegno,
e di ftudio all'immortalit del nome , e della gloria . In
Pel/tto nel vefcovado di Como venne rcole d'affai cilo'io vii parentado del 1 6 io. alla luce del mondo j e fin dall'
~~ et pi tenera , diede a vedere al padre , che li chiamava
Gio. Pietro, la naturale inclinazione , che aveva al difegno . Fu perci da lui , e da un parente fuo interrogato,
f aveva voglia d'applicare all'arte della fcultura ; e ve-
dendovelo affai difpoflo , prefe il padre per ifpediente di
condurlo a Genova , e d'appoggiarlo a Tommafo Orflino {cultore , e cognato di detto fuo parente , ficcome
fece. E tuttocch foffe affai a/pro , e crudo il maeftro ,
flette il volonterof , e fofferente giovinetto Cotto fua ifciplina pi di fett'anni , nel cui tempo s'applic indefeflamente fempre a modellare , levare , e pulire ; _
qualora fatta avea qualche ftatua ilrnacftro, prendeva-
rcole un pezzo di marmo , ed una fimile in piccolo ve
ne fcolpiva , che vendeva poi per mantenerli a chi gliele
richiedeva . Annojato finalmente dallamiferiadel vitto y
e dalla rigidezza della fcuola , rifolv di partire , e d'/ncamminarfi verfo Napoli , ove intef avea che vi ffle_a
molto da lavorare . Imbarcatofi dunque fopra una feluga,
a quella volta s'incammin ; e giunto che vi fu, trov fubito impiego nel lavoro d'alcuni capitelli , che fi faceva
no per la chiefa della fapienza . Ma pochi giorni vi lavo
r ; imperocch , o foffera i difagj , ed i patimenti fo>
frti per mare , o Pafprezze , e le crudelt , che rice
vute avea in Genova dal maeftro , cadde ammalato d'un-
male, che per tre mefi Io coftrinfe $ ilare a letto . Indi

ri-

DEGLI SCULTORI.
239
rimeffofi , tuttocch non ben bene in flute , proccur di
finire una ftatua, che fu trovata rozzamente abbozzata in.
un marmo coll'immagine di Maria , nel cavarfi le foflfa del
nuovo caftello , che finita da lui , fu in una cappella della
chiefa dello fteffo caftello collocata . Lavor fuffeguente-:
mente /opra certi feftoni , ed in altre piccole cofe , che
fi facevano per la citt , e in cotal guifa s'and per un an
no intero parcamente foftentando ; giacch dal padre.*
aver non potea alcun foccorfo . Principiatoli trattanto a
eonofcer da molti il fuo valore , gli furon da un capomaeftro muratore, che lavorava nell' altar maggiore..
della chiefa di S. Domenico di Soriano , dati a fare due
putti in travertino , che fatti follecitamente da lui, fervirono d'ornamento al medefmo altare . Veduti quefti da
un perfnaggio , altri due gliene ordin per la compa
gnia di Ges , ove ebber luogo . Fece pel marchefe di
Taraguf la ftatua del figlio , che morto era in Ifpagna_>
valorofmente fotto le mura di Barcellona : due con fei
putti , e due ritratti ne condufTe per D.Tommafo cPAquino, che furon da lui mefTe nella propria cappella : altre ne
fcolp con una Venere pel duca di S. Giorgio , alcune di
cui furono poi dall'almirante di Caftiglia portate in_>
Ifpagna ; ed acquiftato avea tanto credito , e tanto gri
do , che refifter non poteva alle commefloni continue ,
che a gara gli eran date da quei baroni . Ebbene dal mar
chef del Vafto , dal principe di Caferta , dal duca di
Matalona : ne ebbe da altri perfnaggi di fuori ; e par
ticolarmente dal marchef Corfini , per cui fece nn grup
po di divert animali con Orfeo j che mand in un giar
dino d'un fuo fcudo . Una Venere con un putto , fece_j
pel cardinal Savelli arcivefcovo di Salerno , che fu da
lui mandata in Roma all'altro cardinale di caf fua : Ed
un S. Antonio di Padova fece per un cavaliere Gerofblimitano, che af&i n'era divoto* Fu poi chiamato ali'
Aqui-

240

ITE

Aquila da un certo Fabrizio Colantonio mercadante__ ,


che ornar voleva di fculture una cappella della chiefa di
S. Maria di Roe; e mentrech egli , che gi andato
v'era , lavorava allegramente , e che compita aveva una
.ftatua , che rapprefentava S. Rocco , fall il mercante,
ed aver non pot un quattrino del Tuo lavoro , quantun
que molto gliene foffe flato offerto da lui nel principio ,
che ei per far da ricco , e generofo fi riferb di prenderlo
tutto infieme in fin dell'opera. Caddegli in quefto mentre
in penfero di veder Roma j e tofto s'incammin a quella
volta . Stettevi molti mefi , nel cui tempo nient'altro
fece , che ftudiare full'opere antiche ; e di mano in ma
no , che andava vedendo le pi rare , fempre pi gli crefceva il defiderio di fermarvi fi . Torn perci all'Aquila
con anima determinato di fpacciarfi pi prefto , che_>
aveffe potuto da ogni impegno ivi contratto ; e quando
gi fpacciato f n'era, e che ftava in fui partire con_>
mezzo il pi nella ftaffa , certi fcarpellini , che a niun
cofto l'avevano potuto trattenere per fargli fare alcune
cofe, lo trattennero con un'aftuzia . Fecero capitare,
ove egli era , come f capitato vUoTT a cafo un famofo
novelliere , che ricercato da altro , che pur ivi a bella..,
pofta fi tratteneva , di qualche nuova , letfegli una lette
ra , in cui fingeva , che gli fi avvifafTe di Roma , che vi fi
era fcoperto certo mal contagiofo , e lettala in modo al
to, acciocch intender fi potefTe anche da rcole, baft
per difTuaderlo dal partire ; e gli fcarpellini , che noi
perdevan di vifta , al bramato lavoro l'impegnarono ; e
dopo che fatte ebbe alcune tefle di cherubini per loro
gli fcopriron l'inganno , e f ne rifero . Part egli im
mediatamente per Roma ; e fu da un prete di S. Filippo
caldamente a monfignore Spada raccomandato , che lo
raccomand al Bernini , il quale volendo fperimtntarlo , gli ordino che facefTe il modello d' alcuni di que'

put

DEGLI SCULTORI,

141

putti, che fi veggono ne' pilaftri di S.Pietro; ne fece


rcole fino a quattro , due colla medaglia , e due colle
chiavi, che piacquero tanto al Bernini , che fubito gli die
de i marmi ; acci terminar poteffe l'incominciato lavo
ro . Prima per di rammemorare gli altri fatti in Roma
da lui , mi convien dire; perch molto necefTario a faperfi
mi pare , che quantunque rcole ave/Te tanto operato ,
quanto da me fi detto di /opra , non venne in Roma co
s efperto , e valente , come coll'ajuto , e coll'afllftenza
del Bernini , e dell'Algardi vi divent . Imperocch
avendo fatto d'ordine del primo molti altri modelli , ed
una medaglia rapprefentante S. FranceTca Romana con
un angelo , che le fftiene un libro , collocata poi nella_,
chiefa di detta Tanta , fu da' difcepoli del fcondo intro
dotto nella Tua Tcuola giufto in tempo , che ei per fua
ventura lavorava al celebre bafTorilievo dell'Aitila . E
datagli a conofcere la pratica , -che egli aveva nel ma
neggiar lo /carpello, e nell'imitare i modelli , fu dali'
Algardi impiegato non pure in quel lavoro ; ma in altri
molti Tatti da lui; e gli poff tanto amore, chegl'infgn quanto fapeva } e lo fece conofcere a tutta Roma per
capace ad intraprendere , e condurre da f qualunque^
opera grande ; e tante ne condufTe poi , quante n'andr
per compimento del mio racconto , e per maggior cogni
zione della maeftria del profefTore rammentando . Fece
nella volta della Chiefnuova dipinta dal Cortona alcuni
putti di flucco , e due ftatue : fece in S. Maria della pa
ce la ftatua del S. Bernardino in marmo , ed i puttini ;
ad imitazion del Tepolcro Tatto dall'Algardi a S.Gio
vanni de' Fiorentini per monfignor Corfini , ed a fua_>
Timiglianza vi fece egli quello d'Ottaviano Acciajoli :
Tece di tutto rilievo in marmo nell'altare di mezzo a ma
no deftra entrando in S. AgneTa di Piazzanavona , l'im
magine della Tanta tra le fiamme con puttini fopra ; nell'

Hh

alta-

242

VITE

altare , che fegue vicino alla porta della fagreftia di baf


fo rilievo in marmo , altres rapprefent il martirio di
S. Emerenziana con molte altre figure : e nell'ultimo al
tare dall'altra parte comp il baflb rilievo , che rapprefenta S* Euftachio,ed i figli dati a divorare a' lioni , che
per morte, lafciato aveva imperfetto Melchior Caf fuo
/colare : Termin la ftatua del S. Tommafo di Villanuova
nell'altare della, cappella del principe Panfilj a S. Agoftino principiata, e perla fuddetta cagione non finita dal
detto Melchiorre; fopra il cui frontefpizio fcolpi la ftatua
di Dio padre con due angeli : altra (colpita da lui a con
correnza d'altri profefTori di grido , e. dello fteflb Berni-r
ni , che quella appunto , che tiene la croce , fu innal*
7ata fra le dodici' , che fi vedono fu i piedeftalli delle__*
Sponde di ponte S. Angelo : due delle ftatue de' fanti , e
quella della Fama nelle nicchie della facciata di S. Andrea
della valle Con. opere di fuo fcarpello : opera altres di fuo
(carpello, trattane la Carit, e l'altra figura , che piange,
il fepolcro del cardinal Pimentelli alla Minerva vicino
alla porticella , che conduce al collegio Romano , rimpetto a quello del cardinal Aleffandrhio nipote di S. Pio
V: opera parimente fua lafcultura dimezzo del fepol
cro del cardinal Bonelli fov.ra la medefima porticella_, ;
opera fimilmente di fuo fcarpello, fi il ritratto del prin
cipe Giuftiniani, che con altre celebrile preziofe fculture^
e pitture fi conferva dal principe vivente nel fuo maeftofo
palazzo : fua fattura fi il ritratto della moglie del marehefc Paravicini colli due putti fopra il fuo fepolcro in_>
S.Francefco a Ripa : fua fi la ftatua di D. Tommafo Rofpigliofi, che per onorarne la memoria, fu dal popolo Ro
mano eretta in Campidoglio: fua il ritratto di monfignor
Gualtiert nella chiefa dell'Anima; fua la figura in abito fenatorio nella cappella Spada in S, Girolamo della carit ;
fua l'elefante 3 che e in fulla piazza della Minerva , Ve-

deft

DEGLI

SCULTORI.

cfefi nel Sepolcro di Clemente IX. in S. Marla maggiore


la ftatua della Carit fcolpita da lui : vedonfi diverf ftucthi fatti da lui in S. Niccola di Tollentino a capo le .
cafe fopra l'altare di S. Gio: Batifta dipinto da Bacio
cio ': vedonfene altri nell' altro a dirimpetto , ove
S. Agnef martirizzata col fuoco : e Ci vede nella cap
pella della Madonna di Savona nella ftefla chiefa a^
un de' lati la ftatua di S. Giufppe, incontro a quel-*
la di S. Gio: Batifta, fcolpita da Antonio Raggi . Evvi nella chiefa di Ges -, e Maria al corfo, nell'entrare_j>
a fniftra il primo fepolcro, ove efprefle in marmo il
tempo con due putti , e fovra effi altri due , che foftengono un medaglione con un ritratto : Evvi alla Ma
donna del popolo l'angelo di marmo dalla parte del van
gelo nell'altare di S. Lifabetta di D. Agoftino Ghigi : e
vi fono due ftatue di ftucco fopra l'arco della prima cap
pella nell'entrare nella medefima chiefa a mano manca,
e due angeli fopra la porta maggiore . E mentrecch fta
va affannato per le richiefte di molti , e molti perfonaggi j che anfiofamente bramavano aver /ue /culture, fu dal
Granduca per iuc/.o Ji Paolo falconieri primo gentiluo
mo di fua camera , che fi trovava allora in Roma , chia
mato a Firenze , dove fubito andato, vi fi ferm qualche
tempo; ed ebbe tra l'altre mlte per principale incumbenza di riftorare alcune belle ftalue , e le tre , che di
tjuel tempo appunto v'erano ftatetrafportate dalla villa_
della Trinit de' monti di Roma, che per verit le riflor a maraviglia con quella maeftria , che forfe fopra_,
ogni altro fpiccar lo fece in cotal genere . Quindi torna
to a Roma carico d'onori , e di premj, ebbe ordine di fa
re la ftatua d'Innocenzo X. che collocar fi dovea fui Tuo
fepolcro in S. Agnefa di Piazzanavona ; e gi tirato ave
va a fine il bel modello , allorch il principe Panfilj dubi
tando di fua avanzata et ritir I'rdine3 lo che non poco
Hh 2
<li

244

difturb , ed afflifle il noftro rcole con quella ftefla affli2one , che delle maggiori che affliggono i valentuomi
ni nella vecchiaja, quando penfano d'efTer confiderati per
inetti, e incapaci a poter operare. Ma come a' difgufti, ed
alle difgrazie vanno alle volte dietro i piaceri , e le fortu
ne , ebbe rcole ordine di far la ftatua di Clemente X. ,
che fece in pochi mefi,per far vedere a chi avefle avuto ge
nio di fervirfi dilu , che f era vecchio, fapeva ancora la
vorare da giovane. Eflfendogli nondimeno mancati in Ro
ma i lavorijfi mife a terminar quelli,che far doveaper fuo
ri, e che lafciati aveva imperfetti,quando part per Firen
ze . Termin il Nettunno , li quattro Tritoni , i fei Del
fini , ed altri pefci , che fervir dovevano d'ornamento a_,
una fontana in Portugallo : Fin la ftatua d'Aleffandro
III. pel duomo di Siena : Quella di S. Caterina per la_r
cappella d'AlefTandro VII. nel medefimo duomo : Quel
la di Ges in atto di dar la benedizione per Cicilia_j :
Quella di S. Antonio abate per Marino .. Un baflbrilievo
rapprefentante S. Romano , S Sabina , e molti angeli
per Nepi : Un gruppo rapprefentante S. Lifbetta regi
na d'Ungheria con molti putti , e duv glandi angeli per
la nobil cappella del cardinal Langravio in Uratislavia :
Un altro gruppo rapprefntante un Ercolino fedente in
culla in atto di sbranare il ferpente per Venezia : Un al
tro gruppo rapprefntante una lotta di due putti pur per
Venezia . Finiti quefti lavori cominci il ritratto del car
dinal Alderano Cibo , che non pot terminare , e lo lafci /blamente fubbiato : Abbozz per D. Agoftino Chigi un putto in atto di deftarfi con una mano agli occhi , e
l'altra fopra una cofcia , che fu egregiamente da lui ter
minato . Volle poi per fua particolar divozione compire
la ftatua della Santa , che Ct vede in vaga attitudine diacere fotto l'altar maggiore nella chiefa di S. Anaftafis^ ,
che Francefto Aprile aveva abbozzata , e con un'opera,
pia

DEGLI SCULTORI.

245

pia quafi.prefag del morir fuo diede fine ad ogni altr.Lj.


Imperocch quantunque fi fentifle pi oppreflo dagli an
ni , che da alcun altro male , s'incammin verfo M'ilano
per dar l'ultimo a Dio a' parenti , ed alla patria . Era egli
giufto allora entrato nel fettantacinquefimo anno di fua_.
et , che tutto il pafs lieto , e contento fra gli amici ,
e congiunti , e nel fettanzeefimo tornato in Roma in
ferm , e dopo alcuni giorni di febbre negli 1 1. 'di luglio
del 1686. pafs a miglior vita . Furongli fatte coll'iater-. 1 6$6
veniaiento degl'accademici di S. Luca, e de' virtuofi
della compagnia di S. Giufeppe frituofe efequie nella_,
chiefa nazionale di S. Carlo al corfo, ove fu ripofto il
fuo corpo /otto una lapide colla feguente ifcrizione .
D. O. M.
i,
Mortuu hoc marmare tegitar
'
''
H* fiulptoriti arth excettentia
Marmoribus- oitam dare ajfue"vcra^
Herculei Ferrata Comenfa
"
Ferro quod fculpendo trattabat
ADeftam Jbt nomini's eternitaeni comparavif
Sculptora ars ingemutt
Quoti natura legibus cejjerit
}ui artem natur parem
ingerofo Jcalpri magifierio reddeba(
taud tamen ipfe fatiti nteriit
Qui plurcs fu<e artis cxmios
Injlruxit imitatore^ i oc magijlros
6}uos in Romana Academa
Ad preclara arth documenta
Plafticis plurimi* ditavit exemplaribus
Obiti feptuagenario major A. D. M. DC. LXXXVt.
Sexto Idus ^ulia
Viro clarijjmo , ac cari(fimo

246

V J T '&
Carolai Bariti. Abb. "Platea Mediolan.

Tejamenti nterprei idem , $- executor


Ad artis fculptorite ornamentimi > ac fplendorem
Monum. Pofuit
Poco lafci per quello che lafciar pot ; perch fa
ticato avea molto; e non molto aveva fpefo j 'perch era
parco nel vitto , e nel veflito , e men liberale per f , che
per altri . Lafci nulladimeno un capitale di dodici in_/
quindici mila fcudi all'erede , che fu il nipote : Riconob
be largamente tutti i fuoi famigliar! : Diftribu i model
li , gliftudj, i ge0 , ed altre limili cofe tra gli fclari ,
e gli amici . Tocc a Ciro Ferri un putto di terra cotta in
atto di volare di proporzione affai grande fatto dall'Algardi : A Carlo Maratti un ritra'tto d'un cardinale fatto
dell'ifteffa terra ctta dallo ftefTo Algardi : Al Granduca
un modello d'un Santo Francefcano fatto dal medefmo
Algardi della medefima terra cotta , in fegno della vene
razione , che aveva per quel real perfonaggio . Molto toc
c all'accademia di S. Luca ; acci fervi/Te di ftudio a'
giovani profeffori dell'arte , per iftruzTohe de' quali gi
rano ancora getti di cera d'un modello dell'Aitila fatto
da lui in terracotta, cheformatofi dopo fua morte , fu
gettato in argento , e mandato fuori d'Italia , che io non
fo , n dove , n a chi . Fu maravigliofo nel fare i ritrat
ti , per la facilit di lavorare il marmo non cedette ad al
cuno; e quantunque non avefle tutto l'eftro Dell'inventare,
egli che benne conofceva il difetto, faceva in ogni opera,
che intraprender doveva , fare diverfi di/gni a' fuoi fcolari pi abili , e levandone il fuperfluo , ed aggiugnendovi il manchevole, e correggendone il difettoio li riduceva
all'intero fuo gufto . Ebbe pochi eguali nella cognizione
delle ftatue antiche , e niuno forfe il pafs nell'imitazio
ne delle migliori. Fu umile, modefto , rifpettofo , e
lon

DEGLI SCULTORI.

247

lontano dal procacciarli quegli onori , che pi fi proccurano da chi meno, li merita . Era nel biafimare affai rite
nuto, nel parlar molto, accorto , e da uomo CnCer, e
favio nel lodare, ancora moderato : Di ftatura giufh , e
riquadrata, di non troppo vantaggiofa avvenenza , e__
nel tempo fteflb che quella il portava a qualche fpezie di
rozzezza , diceva , che gli nomini non fi mifurano dall'
afpetto , e dall'apparenza . Amava laf converfazione , e
l'allegria, e di quando in quando interrompeva anche ^
ne' d di lavoro con qualche divertimento l'indefelfo fuo
lavorio . Inclinava fuor di modo alla caccia , ove andava
quafi fcmpre ne' giorni di fefta ; ed il dono d'uno ichioppo fattogli da due volponi , che l'attaccaron fui debole ,
per cavargli certo danaro di mano a titolo di preftito,con
condizione. d'intereffarlo in una fementa di groffa tenuta,
ove fperar gli facevano, fmifii rato guadagno , fu cagione ,
che ne riceveffe non poco di perdita . Fece diyerfi allievi
di grido, e furono CamillaRufconi Milanefe , Melchior
Ca-B Mate/ ,. Gio. Batifta Foggini Fiorentino , Carlo
Marcellini Fiorentino , Michel Maglia Borgognone-^ ,
Lorenzo Ottom Komano , Filippo Carconi Romano ,
Giufeppe Mazzuoli Sanefe , ed altri , che per brevit
non nomino, e perch veramente non fo che fieno di que-*
il a vaglia

;> :-:!!

248

VITE
!>' ANTONIO RAGGI.

I ACCHE' da altri fono fhrte copiofamen-*


te fcritte le vite dell'Algardi , e del Bernini due moderni lumi della fultura ,
andr io trattenendomi fu quelle degli
fcolari . Imperocch avendo comincia
to da quella del Ferrata , die fu degno
fcolaro del primo , e del fecondo , profeguir con quefta
del Ragfifi , che fu egli pure degno fcolare d'ambedue .
Ne' confini dello ftato di Milano in Vicomorc luogo
1624 foggetto
venne in Roma
agli Svizzeri,
con qualche
dell'anno
principio
1624.
di nacque
difegnoAntonio;
; e prin
cipi i Tuoi ftudj nella fcuola dell'Algardi . Ivi fu , che gli
altri fcolari lo cominciarono a chiamare il Lombardo ;
e cos fu poi comunemente da tutti chiamato . Morto
l'Algardi , entr nella fcuola del Bernini ; e quantunque
gi foflfc alfai efperto nell'arte ; perch oltre 5 documenti
che apprefi aveva dal maeftro, fi trovava aver fatti ezian
dio lunghi ftudj full'antico, vi fi perfezion; e lo fe
ce ben conofcere colla ftatua che ti vede nella maravig-lioft fonte di Piazzarravona , che de' quattro fiumi
principali del mondo rapprefenta il Danubio, ed in tut
te l'altre opore fue , che di mano in mano s'andranno da
me defcrivendo . Fece nella chiefa di S. Agnefa in Piazzanavona il bafforilevo dell'altare vicino al maggiore.^
dalla parte del vangelo , che rapprefenta S. Cicilia con
molte altre figure : fece il bafforilievo altres dell' al
tare nella ricca , e vaga cappella de' Ginnetti in_>
S. Andrea della valle , che la prima alla deftra_i
nel!' entrare in chief , e rapprefenta un angelo , con
S. Giufeppe , il Bambino, e Maria vergine; e fecevi
ancora il ritratto del cardinal vecchio , e Ja Fama coli'
arme della cafa fovra un de' lati di effa . Scolp la fta
tua

DEGLI SCULTORI.

4p

tua della Carit nel fepolcro del cardinal Pimentali! alla


Minerva vicino alla porticella , d'onde s'efce per andare
a S. Ignazio : di Tua mano fono alcuni putti , e ftatue di
ftucco } che fi vedono nella volta dipinta da Baciccio , ed
a' lati de' fineftroni della chiefa del Ges : fuo il f
polcro del cardinal Bragadino in S. Marco : fue le ftatue
di ftucco, che fono fovra l'altar maggiore della chief_>
di S. Adriano in Campovaccino i Cuoi gli angeli, che
fono nell'arco della tribuna di S. Giovanlaterano coli'
ifcrizione d'Aleffandro VII. : fua la ftatua con angeli ,
e putti , che rapprefenta l'apoftolo S. Andrea nella chief del Noviziato de'-Gefuiti . Anno le monache di S. Do
menico , e Sifto a Montemagnanapoli nella prima cap
pella della lor chiefa a man diritta le ftatue di marmo di
Ges Crifto , e della Maddalena : ne anno di ftucco
nelle nicchie della lor chiefa le monache dell'Umilt^
Da lui fu fcolpita la ftatua di S. Gio: Batifta, nella^
cappella della Madonna di Savona in S. Niccola di
Tollentino : da lui fu fatto il bafforilievo di ftucco
fopra la porta grande di S. Marcello al corfo , rapprefentante S. Filippo Benizzi nell'eflfergli offerto il trire
gno . Molte altre opere fi vedono in diverfe altre chiefe
fatte da lui : vedonfi alla Madonna de' miracoli al Popo
lo divert angeli, e putti, che foftengono l'immagine
di Maria fvra l'altar maggiore, ed a' lati del medcfimo
due ftatue, che rapprefentano due Virt con due putti
coll'arme di cafa Gaftaldi , e fuori della cappella nell'
arco due angeli parimente coll'arme di detta cafa: ve
donfi alla Madonna del popolo due altri angeli fopra F
arco corrifpondente alla cupola , che foftengono l'arme
d'Alefflfandro VII. , e l'angelo dalla banda del vangelo
nell'altare del cardinal Ghigi : nella nave traverfa della
medefima chiela fotto li due organi altri angeli , e putti,
che parimente foftengono l'arme dello fteffo Aleffandro :
li
nella

25o

VITE

nella nave grande di mezzo le due ftatue fovra il fecon


do arco nell'entrare in chiefa a fintftra, e le due del
quarto , ed ultimo arco dalla fletta banda nella medefima chiefa . Si vede in S. Giovanni de' Fiorentini l'altare
nella cappella maggiore, rapprefentante il battefimo di
N. S. Ges Crifto : e finalmente fi vede fu i piedeftalli delle fponde di ponte S. Angelo , la ftatua , che__
tiene la colonna , fatta da lui a concorrenza d'altri profeffori di grido , e dello fteffo Bernini , in tempo , che__
d'ordine di Clemente IX. fu adornato , ed abbellito il
medefimo ponte . L'opere di quefto efperto, e bravo
maeftro , che ho fin qui defcritte , come ognun vede_>,
non fono poche; e quantunque molte fieno , nonfaran_>
tutte. Io per me ho ufata ogni diligenza in rinvenirle ,
n altre giunte fono a mia notizia di quefte , che ha fat
te in Roma . N ho potuto fapere precifmente quante
ne abbia fatte per fuori , a riferva di quelle , che fono ora
per nominare. Mand a Subbiaco la ftatua di S. Bene
detto , che fu collocata nella lor chief da' monaci di
fua religione . Una ne mand per la cappella Ghigi nel
duomo di Siena, che rappcefntaJLJ*nar<tno , ed un'
altra per lo fleffo duomo , che rapprefenta un Pontefice,
una pel fepolcro Bonacorfi alla fanta cafa di Loreto ;
una rapprefentante una Maddalena in Francia , dite rapprefentanti due angeli nella chiefa delle monache delhi_/
Vittoria di Milano , ed alcune di fhicco nel duomo di
Caftelcandolfo . Donde tornando poi un giorno, per
ch andar vi foleva fpeflflmo , cadde di caleflo , e poco
pot ne' due fufleguenti anni , che gli rimafer di vita , la
vorare . Imperocch non god pi quella perfetta falu16S6 te, che godeva prima , e nel mefe di luglio de' i6S6.
attaccato da acuta febbre fe ne and il primo d'agofto in
Paradifo . Fu il corpo portato nella chiefa parrocchiale
di S, Francefco di Paola a' monti , ove con decorofo fu-

nerakj

DEGLI S C U L T O R I.

251

nerale , e coll'affiftenza degli accademici di S. Luca fu


fepolto, e compianto perle fue belle, e buone qualit
non meno, che per la fngoiar Tua maeftria da tutti i profeffori , e da tutti gli amici . Incontr poca forte cogli
fcolari ; perch pochi n'ufciron di fua fcuola , e niuno
di talento , e di grido . E pure egli aggiugneva alla ben
fondata dottrina de' precetti , ed al modo facile d'infiruarli , l'inclinazione , e l'amore . Ma in vano fatica_j ,
fuda , e ftenta l'agricoltore , allorch il terreno fterile , e magro ; ed in vano picchia , batte , e lavora l'ar
tefice , quando la materia non refifte al martello , e pro
porzionata non al lavoraggio . Non lafci , bench ,
come s' detto , lavorante moltiflmo, che una cafa , una
vigna , ed alcuni Luoghi di Monti , che poterono afcender in tutto al valore di dodici mila fcudi . Ebbe con_>
Giovanna Francefconi fua moglie , che era di Caftelcandolfo dieci figli quattro mafchi , e fei femmine . Pietro
Paolo de' ma/chi mor di quattordici anni prima del pa
dre , e prima , che entraffe nella compagnia di Ges 8
in cui era accettato . Andrea mor di diciannove pari
mente prima del pndrfi ; e faceva progrefl confderabili
nella fcultura . Francesco , che di trent'anni perd la_.
vifta , andando ne' 1724. in campagna cadde in un poz
zo, donde tuttocch fubito tratto foffe, poco dopo le ne
mor , e fu fpolto alla Riccia . E Giufeppe , che non_>
godeva tutta la falute , mor agli 8. di marzo ne' 1726'.
di rivoluzione di bile , e fu fepolto in S. Tommafo irt*.
Parione , avendo avuta moglie , e figli , ma i figli mo
rirono prima di lui . Due delle femmine morirono mo
nache a Nepi , e dell'altre quattro , che vivono , tre_^*
f ne maritarono , ed una zittella , che reftata creda
della madre morta nonagenaria adi 8. di fcbbrajo del corrent'anno 1729. Aveva Antonio anche due fratelli car
nali. AttefeBernardo all'architettura , ed Alberto alla
li 2

U~

,52
VITE
curia , e morirono dopo di lui ambedue fenza figli . Era
Antonio di giufta ftatura , ma alquanto pieno anche di
volto , di color vivo , di pelo caftagno , fimpatico , ed
avvenente , ed al pari d'ogni altro profeffor di fuo tempo
finccro-, liberale, grato, affettuofo, ed onorato.
DI DOMENICO GUIDI.
E cos folte in bala degli nomini il dimenticarfi, come e il tacere , certo che
alcuni dilicati profeflfori , ed alcuni zelofi intendenti dell'arte della /cultura^
voluto avrebbero difperder dal mondo
.
la memoria del Guidi , anzi che favol
arne . Io non dimeno , tuttocch ben conofca non effer
lui da metterfi in mazzo con quegli fcultori , d cui ho
finora favellato , e di quei, di cui faveller nel profeguimento di quefta ftoria , che detto abbia nel proemio di
voler folo ferver le vite degli eccellenti , e che mi fien_
note le favie , e giufte ragioni addotte dal Bellori nel
principio delle fue vite,. eenui-ancUMntalmente foftiene, che fcriver fi deggia folo di quefti , credo non- far
gran peccato , f tra tante , che di egregj ne ho ferine ,
queft'una ne feriva d'un mediocre, e mezzano . Anzi aftenuto per avventura me ne farei , f egli in tutte folfe^ flato
mediocre . Ma perch ufcito deIla mediocrit , e s' ac-
coftato all'eccellenza in alcune , e che ha lavorato in altre
a concorrenza di que' bravi profeffori , onde ho fcritto ,
f efl non hanno fdegnato d'averlo nell'opere per com
pagno ; perch fHegnar dovr io d'unirlovi neH'iftoria ?
Certo , che f egli tutte le molte , che ha fatte , Pave
f fatte folo , e che tramifchiato non fi foffe con quegli ,
che lavoravan meglio , e pi attentamente , e diligente
mente di lui 5 perch non imprendevano a far talora tan
to ,

DEGLI SCULT OR I.
to, quanto egli faceva con maggior avidit, ed^.minor
prezzo, che ad artefice di decoro , di punto , ediftima
?ia fpediente , e convenga , forfe che le fue niediocri tok
te dal confronto dell'altrui eccellenti', moftrate non_
avrebbero quella mediocrit , che eflta , e rilieva il pa
ragone. Senzacch pofTo giuftamente credere, per efTermi
flato detto da perfone degne di fede , che l'an ben conofciuto, che le mediocri foflero ritoccate , e non fatte da
lui ; perch per la quantit grande che ne aveva , aftretto
era a ridarle ad altri} e come egli le prendeva a fare ad af
fai buon mercato , doveva di neceflit ridarle a profeflforimediocri, che a buon mercato lavorano . Checch fi
fa , e comunque ci s'intenda , pare a me anche giufto ,
perch ha avuto mano, come ho fpra accennato, in alcu
ne cogli altri di cui flato fcritto, che di lui pure fi feri
na , acciocch in progrelfo di tempo refti la memoria di
tutti coloro , che v'an lavorato, e non fi pofla mai du
bitare dell'autore . Da Mafia di Carrara , ove egli nell?
anno 1628. nacque, venne giovinetto in Ronivi , e feppe 1628
Scegliere una delle fcuole migliori ; perch s'introduffe in""
quella dell'Algard . .Sotto l'amorevole , e dotta di fcipli
eia di cos infgne maeftro , e colle molte, e molte fati
che, che egli volontariamente , e per particolar genio
faceva , s'impadron talmente dell'arte , e fi ammaeftr
nel difegno , che mife molte opere al pubblico} ed una_>
veder ne f nella chiefa di S. Aleflo al monte Aventino,
colla ftatua del cardinal de' Bagni allogata da lui nel
fuo fepolcro : Da lui fu fcolpita la ftatua di Clemen
te IX. , che fta a federe fovra il fpolcro in S. MariaJ
maggiore : Da lui la ftatua di S. Giufeppe fopra l'altare
della cappella Capocacci nella chiefa della Madonna del
la vittoria alleTerme, dirimpetto alla fanta Terefa del
Bernini : Da lui la ftatua della beata Vegine fopra l'altar
maggiore di S. Niccola di Tollentino a capo le cafe : Da

Jui

254

-VITE

lui due flatue nella cappella Cerri al Ges : Da lui il ri


tratto in marmo dell' Algardi , che fi vede nel fuq fepolcro in S.Giovanni de' Bolognefi . Fece ildifegno, e le
/culture del fepolcro di monfignor Ronda-nini vicino alla
cappella de' principi Ghigi nella chiefa della Madonna_>
del popolo : Fece il difegno , e le {culture , che rapprelntano la morte , il tempo , la fama , ed il ritratto del
cardinal Imperiali vecchio nel fuo fpolcro a S. Agoftino : Fece il difegno del fepolcro del cardinal degli Albizi
nella chiefa della Trafpontina : Fece il baffo rilievo dell'
altar maggiore nella chiefa di S. Agnefa in Piazzanavona
a concorrenza d'altri profeffori , che rapprefenta la beatilfima Vergine , il Bambino , S. Giovanni , S. Giufeppe , e S. Gioacchino con diverfi putti . Con fuo difgno fu
fatto il fepolcro del conte Tieni di Vicenza in S. Andrea
della valle , e vi fcolpi due Virt , ed il bufto del conte..
Scolp le due flatue diS.Gaetano,e di S.Baftiano,cheftanno nella facciata della medefima chiefa alla fnitra dell'
altre due fcolpite dal Ferrata ; ed in quefte fu tacciato di
non aver faputo mai farle guardare allo 'ns , e negar non
fi pu che fen goffe : Scolp ILha&a rilievo dell'alta
re nella piccola chiefa del monte della Piet : Scolp la_,
flatua della Carit in un de' lati della cappella maggio
re della chief di S. Giovanni de' Fiorentini rimpetto ali'
altra del Ferrata : Scolp la ftatua , che tiene la lan
cia, a concorrenza dell'altre fatte da altri profelfori fu'
piedeftalli delle fponde di ponte S. Angelo, d'ordine di
Clemente IX. Tutte quefl'opere fece egli in Roma fenza molte altre, che a me non faran note , e fenza alcun'
altre , che tralafcio di rammentare , per dire qualcofLj
di quelle , che fece per fuori . Form il difegno del
fpolcro di monfignor Oddi , che fi vede fuori di fua cap
pella nella chiefa di S. Agoftino di Perugia , e fu tut
to lavorato da lui . Mand in Francia Io fmifurato mar
mo ,

DEGLI SCULTORI.

255

mo, in cui d'ordine del Re fcolpito avea in figure mag


giori affai delle naturali la Fama , che fcrive fugli omeri
del Tempo le fue glorie . N fu per lui piccol'onore , che
un Re di tanto buon gufto , ed intendente della pittura , e
della /cultura, non meno che di qualunque altra cofa, fceglieflfe lui tra' profeflffori non folo di Roma , e d'Italia ,
ma di tutta Europa . Vedefi queft'opera , bench non_
molto bene intagliata, infieme con quella del monte della
Piet da me nominata di fopra, anch'oggi in iftampa . E
vedonfene ancora molte altre fatte da lui,che unite a que
fti miei fogli renderan tmpre od eccellente , o mediocre
che e' fia , immortale il fuo nome . Giunto in tanto al fettantatreefimo anno di fiaet, fino acu fempre lavor,
cadde infermo; e non potendo per la debolezza della vecchiaja vincere la forza della febbre, che l'opprimeva, do
po non qualche breve refiftenza fin ad 28. di marzo del
1701. di refifterle . Furongli fatte onorevoli efequie_ 1701
nella chiefa delle Stimate ove fufepolto, quantunque "
morifTe nella parrocchia di S. Niccola degl'Incoronati ,
in cui abitava . Iflitu creda l'unica fua figlia, che fi ma
rit a Vncenzio Felici fuo allievo , che dopo fua morte
rimafe nello ftudio , e fece poi la flatua della S. Agnefa >
che fi vede nella nicchia finiftra dell'altare di S. Giufppe
alla Rotonda.Poco per ebbe di dote; perch pochi avan7 le lafci ; concioffiech fi tratt , finch pot lavorar
con vigore, nobilmente , efpefe con generofit maggiore
di quella , che fi conveniva al fuo grado . Tantocch fe
venduta non avefife negli ultimi anni a. poco a poco una^
bella raccolta di libri , che aveva fatta in giovent , e
non foflfe flato foccorfo largamente dal Pontefice, non l
farebbe potuto mantenere col folito fuo fplendore nella
vecchiaja . Fu di buon coftume ; ma poco amico de' profeflbri y perch diceva , che l'invidiavano , e che ne_j
fparlavano . Ei per non parlava troppo bene di loro .

256

II maggior amico , che avefle fu Pierfanti Bartoli , di


cui nella vita di Gio. Prancefco Grimaldi feci menzione 3
e con quefto piucch con ogni altro fi divertiva , e con-
verfava; perch molto amava la converfazione partico
larmente la fera , che la paffava in racconti curiofi , ed
in facezie ; e talora anche in difcorfi ferj d'iftorie , in_.
cui era affai verfato ; perch molto gli piaceva la lettu
ra . Era di natura allegro, loquace, e libero, e libe
ramente parlava , e trattava. anche con que' perfonaggi ,
di cui godeva la protezione . Imperocch ebbe/mma_>
confidenza co' cardinali Ottoboni , ed Albani , ancor do
po che faliron fui trono a governare la Chiefa : L'ebbe-
coVcardinali Cibo, Bafadonna , e Franzoni, e fu diftinto , & riconofciuto dall'ultimo con un legato d'un ba
cino d'argento con diverf pietre di valore nel fu o teftamento. L'ebbe ancora con diverfi altri perfonaggi /co
lari , che per brevit m'afterr di nominare . Fu di bel
lo affetto, di vi/o pieno , e tondo , di crine tutto canu
to , netto , e pulito di biancheria , e di panni , diffintereffato , gentile, ed urbano; tutte qualit , che lo fe
cero effer fempre amabile , gradito , cvenerando ,

DI MELCHI0J C A F A\.
Oco parlar deggio d quefto valentuo
mo ; perch poco oper , e poco viffe.
Ma affai parlano , e parleranno immor
talmente fempre di lui alcune belle ftatue , che ci ha lanciate , cui per parlar
daddovero manca /blamente la voce. Da
16*35 Malta , ove egli negli anni .-1635. nato era, venne affai
"""""" giovine in Roma , e fi mife fotto la celebre di/ciplina del
Ferrata. Poco ebbe a faticar con lui il maeftro ; perch
era tale 0 e tanta l'abilit fua , e l'apertura di Tua mente,

che

DEGLI SCVLTOR1.

257

che appena aveva veduta fare una cof , che cos ben T
apprendeva, che avrebbe potuto infegnarla agli altri.
Non.pafs molto , che avendo gi ajutato in diverfe ope
re ilmaeftro, e conofcendofi capace a poter intrapren
der da f qualunque groffo lavoro, prefe l'impegno di fa
re alcuni difegni per alcuni altari , che far fi dovevano
in alcune chiefe , e varj variamente ne fece . Fecene_>
uno per S. Maria in campitel-li , ed un altro per S. Ca
terina da Siena a monte Magnanapoli , ove fece anche Ja
ftatua della fanta , che l'ornamento pi bello della chicl . Ma l'opera principale , e la pi ftimata , che fia fiata
fatta da lui fu la (tatua di lama Rofa , che fece per Lima .
Abbozz nella cappella Panfilj in S. Agoftino la ftatua_
di S. Tommafo di Villanuova : abbozz nella chief di
S. Agnefa in Piazzanavona il bafTorilievo dell'altare_? ,
che rapprefenta S. Euftachio co' figliuoli dati dal tiranno
in preda aMioni , che colla mentovata ftatua di S. TomHiai, fu terminato dal Ferrata . Fu poi chiamato a_.
Malta dal Granmaeftro , che meditava di far rapprefentare in marmo il battefmo di N. S. Ges Cnflo ; ove_>
giunto, e ricevuti da lui gli ordini opportuni, torn tofto
a Roma per dar principio al lavoro j e fubito arrivatovi
vi mi/mano. Stette continuamente applicato intorno
a' modelli , e condotti gli avea in piccolo , e in grande ,
e per maggior comodo ito era a lavorarli nella fonderia_,
della Camera a Belvedere . Ma mentrecch finiva quello
dell'arme di S. E. fi fiacc dal muro , ove attaccato l'ave
va , ed eflendogli caduto addoffo , fece cadere anche lui ,
che non iftette pi bene , non pot pi lavorare , ed indi
a pochi mefi negli anni 1680. mor di febbre , che fprag- 1680
giunta gli era non molto prima . Lafci oltre quefti , altri modelli , e celebre fu quello del ritratto d'Aleffandro
VII. , che fervi per getto di metallo , e rimalo pofcia_,
in cafa Ghigi fervi per formarne, e gettarne altri molti .
Kk
Gran

2J8

Gran cof afpettava Roma da quefto artefice ; e gran cofe fatto avrebbe , f morte nimica, tolta nonl'avefle in_>
et troppa immatura dal mondo , perch oltre i doni 4
che ricevuti aveva da natura , era pieno di quella volon
t , che non isbaglia mai nel condurre gli uomini di talen
to alla gloria . Stava dunque continuamente al lavoro ap
plicato; e qualora adoperar non poteva lo fcarpello, pren
deva il matitatojo , e difegnava . Difegn perci eccel
lentemente, ed eccellentemente altres imit il naturale;
ed era folito. dire , che non fi poteva mai tanto difegnare, che difegnar fipotefTe abbaftanza .. Modell al pari
d'ogni altro ,. nell'inventare non cedette ad alcuno ; ma
nel lavorare it marmo glibifgn alle volte l'aflftenza..,
del maeftro ,. non perch lavorar noi fapefife \ ma perch
troppo portato dal vivo fuoco 5 che aveva , voluto, avretn
be tutto finire in pochi colpi . Ebbe ftretta amicizia, coti
molti bravi profeflbri , e fpezialmente col pittore Baciccio, che teneramente l'amava. Fu d'ottima natura
le, e co fiume, tut to fiaccato dalla prefunzione, cdall'
interefle; e fuperava colla gentilezza dell'animo un non
f che d'innata rozzezza , che gli fivUnrai5U'afpetto *
Era di batfa ftatura , di colore olivaftro , magro piuttofto , che graffo, penfierof a e d'umor malinconico Avea
piccola fronte i occhi neri, ed incavati* capelli crefpi ,
corti^ folti , e morati; e godeva buona flute . Difprezz fempre le grandezze , e gli onori ;, e quando fu
ammefifo nell'accademia di S Luca , gli difpiacquelj .
Non lafci avanzi ; perch generofmente fpendeva la
maggior parte di ciocch guadagnava per f , e per ami
ci , e faceva grandi , e continue limoline della rimanen
te , fenza punto riflettere all'avvenire, tutto rimeflb nella
diyina providenza .
>

DI

DEGLI SCULTORI.

259

DI ZAM1LLO RUSCON1.
I A N G A pure con me la Scultura , perch
m ella trover per un pezzo un profeffore di fimil vaglia , n io un amico di
tanta legge . Pianga pur pianga meco ,
n di pianger mai fi rimanga .finch un
nuovo Gannito (non ri/brga ! Ma tdove ,
e quando riforger potr un di quegli uomini , -di cai ftati
fono fcarf i fecoli , eziandio pi fortunati , fecondi , e
non ne ann'avuta abbondanza i protettori pi generofi , e
pi fplendidi! Ond', che qualunque volta mi porta il penfiero a confiderar {iflamente quella recente, ed improvvi/a
perdita, che in niun modo poflo allontanar dalla mente,
ntpre pi me ne affliggo^ lento trafiggermi il cuore.Pure con fiderando ancora , che f morto Camillo , vivono
di Gamillo Topere , e l'azioni , che fon giufto quelle , che
come parti dell'animo , che morire non pu , amar negli
amici Ti devono , e che fono anche quelle, che gli uomini
di valore , e di fenno diftinguono da' dappoco , e da nul
la, di cui dopo morte nuno ne parla , ripiglio lena, e
dando bando al dolore , di quefte , acciocch vada la fa
ma , ove elle andare non-poflbno , e f ne perpetui da per
tutto la memoria, vo' favellare . Nacque egli ad 14. di
luglio dell'anno 1658. nella parrocchia di S. Raffaello di 1658
Mikno; e fu fua ventura al nafcere in citt bella , nobi~
le, ricca, popolata, e piena di maeftri , e di fcuole;
per lo cui mezzo aver pot tutto il comodo di ftudiare , e
d'applicare a qualunque profetinone , che fcelta avefle , e
che foflfe ftata in grado anche a Carlo fuo padre , che_s
molto., e molto'amava . Studi primieramente la gramaric>a, -e gualchero' di retorica al collegio de'Gefuiti i et! ebbe per due anni lezion di difegno da certo Vol
pini pittore . Quindi pi della fcultura , che della pittuKk 2
ra

VITE
ra invogliatofi lafci fua fcuola , e di quindici anni entr
in quella di Giufeppe Rufhati fcultore . Fino a' vendette
(lette feco , nel qua! tempo molto profitt di fua direzio.
ne , e guadagn l'intero fuo cuore . Ma il maeftro , che
contro il folito amava pi i vantaggi dello fcolare , che
i propr j , non fi cur di privarfene , tuttocch affai gli difpiaceffe , e lo eonfgli a lafciar la patria , e la fcuola , e
ad incamminarf alla volta di Roma. Abbracci Camillo,
che n'era gi defiderofo fenza punto farfi pregare il configlio , e prefe da lui efficaci lettere di raccomandazione
per rcole Ferrata , ch'era fuo ftretto amico , perch fla
to era anche Tuo maeftro, immediatamente parti, ed arri
vato che e' fu , fubito gliele prefent , ed entr immanti
nente nella fua fcuola . Diedegli il Ferrata per far prova
di fua abilit , e per vedere } f veramente eorrifpondeva alle favorevoli , e vantaggiofe relazioni avutene di
Milano dal maeflro , a fare alcuni modelli , che affai bene
furon fatti da lui . Seguit poi a farlo continuamente la
vorare nell'opere fue , dandogli fecondo il bifogno ade
quati precetti per raffinarlo * Lavor particolarmente*
nella ftatua del S. Antonio , che uwuvd^ a Marino, nel
gruppo , che mand a Uratislavia , e ne' due , che man
d a Venezia gi da me nella ftoda di fua vita defcritti .
E pi lavorato avrebbe per lui , perch lavorava fcon
do Fintero fuo genio ^ f pi foffe viffuto. Morto, dun
que del 1686. refl Camillo fenza maeflro j di che noru
poco s'affliffe, quantunque egli foffe allora non minor
maeflro di lui . Era gi ben noto a tutta Roma il nome
fuo , e niuno degl'intendenti , e de' profefifori ignorava
il fuo valore . Pi d'ogni altro per Carlo Maratti il co
nobbe , fin da quando Giufeppe Chiari fuo; intimo,, ;e, fido
amico'a lui il condufTe prima della morte del maeflro,eda
quell'uomo grande ch'egli era, molti avvertimenti intor
no alla profelfone Ii dette , Da lui apprefe la facilit di

pan-

DEGLI SCULTORI.

261

panneggiare , e piegare , la nobilt dell'arie delle tefte , e


la. grazia dell'attitudini dellejnani ,; e psafuo confgl.io feguit poi fin quafi alla vecchiaia a frequentar l'accademie,
ed a difegnare dal vero, che il ficuro modello , e l'infallibil maeftro . Stette non dimeno qualche tempo fenza.,,
poter avere alcun'opera n privata , n pubblica j perch
non ebbe fu quel principio gran fortuna , e per invidia fi
proccurava di tenerlo indietro T ficcome far fi fuole agli
uomini , che. agli altri dan fggezione . Egli, per che__
flar non poteva mai in ozio , principi per fuo ftudio un
* modello del Laocoonte di Belvedere , e qualche tempo
dopo un altro d'un gruppo , che rapprefentar dovea Fiu
tone in atto di rapire Proferpina , e terminatolo lo don
poi nell'effervi ammeffb.aii'accademia . Fu finalmente^
impiegato in diverfi ftucchi , e fece le quattro Virt , che
.fi vedono nelle nicchie del fepolcro di Gregorio XV. a_^
S.'Ignazio, due angeli fopra l'arco dell'altar maggiore
della Trinit d' pellegrini, quattro nella chief delle mo,nache di S. Silveftro , e fon quelli delle volte de' due al
tari , che a' lati del maggiore fon collocati ,. ed il gruppo
di. putti nella fecnda cappella a manritta della medefixna.chiefa a dirimpetto dell'altro dell'altra , che fu fatto
da Lorenzo Ottoni . E feguitando fempre pi ad aver
comineffioni drlavori diflucco, fece due putti fopra il
frontefpizio dell'altar maggiore in S. Vito , due angioli
nella cappella delta Piet in S. Salvatore in lauro , e due
nell'oratorio. Quindi lafci ato lo ftucco di principio a'
lavorii idi marmo, e fece a S. Francefco a ripa il fepol
cro di monfignor Paravicini, quello di monfignor Fabbretti alla Minerva , ed il ritratto di monfignor Sacrifta
in una medaglia a-S. Agoftino . , Stretta trattanto avea_/
forte amicizia col marchefe Niccol Maria Pallavicini ,
che molto fi dilettava di pitture, e fculture , e volle ,
che gli facelfe quattro putti , che rapprefenta0ero le^
quat

s6*

VITE

quattro ftagioni , che prontamente furon fatti da lui infeme con un modello d'un crocifilfo di tre palmi , fu cui
gettati nc furon poi due in argento , funo per lui , *^>
l'altro per Francefco Lelmi fuo complimentario. Ofnavafi in quefto mentre di flatue di tutto rilievo , di batfTiliev, e di gruppi la ricca cappella di S. Ignazio al -Ge
s , ed i primi profefibri *i lavora vatro . Ebbe Onnillo
ordine di farvi -due angeli , <:he diligentemente fcolpiti
da lui furono collocai fotto Porgano della tnedefhna_,
cappella , per i quali rportl'ap^laufo di tutta Roma ,
e la particolar protezione del cardinale Albani-, che fu
degno fucceflfore d'Innocenzo XII. E volendo 'egli qualch'anno dopo fua elezione far adornare di dodici groffiffimeftatue la navata grande di S.'Giovanlaterano, quat
tro delle principali a lui, e l'altre otto ad altri bravi /cul
tori le commife . Tutti Dunque fi miferoia gara a lavora
re , ed ognun procurava d fu-perare i compagni ; per
ch come quefta era una dell'opere pi grandi, 'che da_.
un pezzo 'in qua i foffe imprefa , da queftk dipendeva
il credito , ed il difcredifo di ciafcuno , Rappreferitar dovean le ftatue i dodici apoftli , edBfleraavevano-di di
ciannove palmi d'altezza . Rapprefent Camilf S.:Andrea , 5. Giovanni , S. Matteo , 'C S. Jacopo 'maggiore
nelle fue ; 'e non avea>en ancor terminata la.prima ^ che
in occafone , che ito era del 1711. per la fefta di S. Brunone il Papa alla Certofa, fu a vederla con Kuttp; il cor
teggio . 'Compite che furon tutte quattro ,.e mefTa o-gnuna al fuo luogo ^ grande fu per qualche tempo il concorfo degl'intendenti , che giornalmente andavano^ ve
derle, ed ognuno l'ammirava, e le lodava, n fapea finir d'
ammirarle , e di lodarle ; -perch eflendo in eflfe riforta la
correzione, e laTenerabilit degli antichi , e la vivezza ,
l'efpreffiva , e la bizzarria de' moderni , vedea Roma ri
nato il morto gufto della fcultura . Pu ogni ftatua paga
ta

JD E G Z. I S C li L T ORI.

ta dalla generofa beneficenza del Pontefice 4ue fnila feu


di , e dagli altri profeffori diftinto CaniilJo. con due Va
cabili , l'uno Pio, e l'altro Lauretano , che gli ha go
duti fino, alla morte* L'onor S. S. della croce dell'or
dine di Crifto, l'impiega in altri lavori, come a fuo.
luogo diremo , e lo tenne da. indi in poi in maggior con
to . Era grande amico di monfgnor Jacoacci Camillo, e
non aveva fino allora potuta fare alcuna cofa per lui, far
gli volte perci due putti ed un ritratto in bufto veftita
all'antica , e non contento di quefti, f gettare in metallo
il gruppo * che ei donato avea all'accademia , e glielo
diede . Il ritratto di fua moglie ia una medaglia affai
grande volle pure Carlo Maratti T per mandarlo in un_>
oratorio a Camerano ..Mife poi mano al fepolcro,di Gregorio XIII. , che erger fi doveva in S. Pietro ,, e mentre
.vi lavorava non lafci di condurre altre opere per altri , e
particolarmente un rcole tratto, del celebre de' Farneft
per un; Inglef , che veduto dal mentovato marchefe_>
Pallavicini , ne volle egli pure per f altro fimile; e vol
le ancora un Apollo , che trafle Camilla dal famofo. di
Belvedere , i ;quali dopo fua morte, fron cov nominati
quattro putti a caro prezzo venduti , e trasportati DL.
Inghilterra ^Quello per dell'lnglfe reft lungo tempo,
in man- di Cammo j perch l'lnglefe non. ritorn pi in
Roma ,- ed avendo guadagnata la caparra Camillo , il
vend a un Genovefe , che lo mand parimente in Inghil
terra . Glf ordin quindi il Papa chefaceffe il ritratto di
D Grazio fuo fratello , che fatto da lui in un medaglio*
ne di quattro palmi , piacque tanto a S^S. 3 che volle
fflcefl anche il fepolcro di'D. Giulia fua zia . Feceno^
immediatamente Camillo il modello , e fubito finito co*
minci a. lavorare nel marmo, perch S. S. moftrata_*
gliene aveva gran premura . Lavoravavi dunque indefef*
amente y e ftava quafi in fine dell' opera , quando la_^
S. S.

*54

ITE

S. S. and a vederla , e vide anche il modello del nomi


nato fepolcro di Gregorio-, che giufto allora era ftato
compito. Jrquefta fu la feconda volta , che il Papa non
ifdegn d'onorare colla ftia prefenza lo ftudio di Cam ilio,
e la terza , in cui gener-ofamente lo regal , ejrgamente terminatal'opera , che fu fubrtatrafmeffa a Pefaro, lo
fece pagare; Rimifefi pofcia al lavoro del fepolcro di
Gregorio , n vi lev- pi \ mani , finch non fu finito .
Andarono a vederlo prima ^ che:fi:trrafporta,ffe a S. Pie
tro i primarj perfonaggi^ fochi cardinali fi rimafero d'
andarvi , e niun foreftiere.intendente part di Roma fen7a vederlo . Ma come qfta era per Camillo una gran.
Sggezione , e una gran .briga , fi rifolv pr prefto , che
non avrebbe voluto , di cavarlo dello ftudio'^ e d'ergerlo
nel fito deftinato in S. Pietro . Scoperto che fu, and tut
ta Roma a vederlo , e quantunque lume particolarmen
te della mattina , e del giorno fino alle ore ventuna non
gli fia troppo van.taggiofo , fi guarda femore con mataviglia , n dopo veduti quegli del Porta , dell'Algardi ,
e del Bernini , ufcir gl'intendenti poflbn -di. chaefa feRza
tornar dell'altro a guardarlo . Termin poi il baffo rilie
vo del B. Francefco de Regis di dicfotto palmi , e mezzo
d'altezza , che fu trafmeflb.inlfpagna; ed il modello del
fpolcro del principe Aleflfahdro Subbielchi , >che innal7ar fi doveva nella chiefa del convento nuovo de' Cap
pucci ni i E mentrecch ftava d'intorno al lavro del marr
mo , i Gefuiti , che eran reftati pienamente foddisfatti
dell'anzidetto baffo rilievo , gli>commifero la ftatua del
S. Ignazro , che metter fi dovea in una delle nicchie a_>
S. Pietro , -infieme coll'altre degli altri Santi fondatori
delle lor religioni , ficcome gi ve f ne vedono alcune ,
Voleva Camillo fpacciarfi interamente prima del fepol
cro , per cominciar poi il modello della ftatua j e fi fpaci di quello , ma far non pot 7 ficcome narrer , che
in

DEGLI SCULTORI.

265

in cera quefto . Terminato dunque il fepolcro , facile gli


fu , per la vicinanza della chiefa allo ftudio, di farlo trafportare , e comporre j e bench non rapprefenti , che
l'urna , e '1 ritratto del principe in una medaglia fftenuta da due putti con un'aquila fotto , vi fi vede il buon_
gufto , e l'uomo grande , e non reca minor venerazione
dell'altre opere , che egli ha fatte, e che io ho rammen
tate.. Imperocch ha faputo cos bene adattarli alla po
vert della chiefa , che non pu eflfer ricca , per effer , co
me ho detto , de' Cappuccini , alla piccolezza del fito ,
che e affai angufto , al denaro da fpenderfi , che non era
molto , alla qualit del foggetto , che figlio di Re , che
fenza leggerfil'ifcrizione, che vi fta flto, fubito fi vede,
che ivi ripofn le fpoglie d'un gran fignore . Comincia
to trattanto aveva un Fauno di tre palmi d'altezza , che
regalar voleva ad un fu o. caro amico, e l'avea gi condot
to a fine , perch pochi colpi gli reftavano a dare , quan
do principi un piccol modello di cera della fuddetta_.
ftatua di S. Ignazio, ed un'altro per gli flucchi d'un
angolo della cupola del belliifimo tempio di S. Martina,
che egli efibito s'era di fare a fue fpefe , per lafciare una
gualche-memoria laddove la fede dell'accademia, e tan
te altre ve ne fono d'infigni profeffori, e li comp. Ma co
me non troppo facilmente fi contentava, altri due del pri
mo non guari dopo ne fece, e voltati,e rivoltati gli atteg
giamenti in varie guife, parendogli finalmente d'efiferfen e
appieno fddisfatto , defift dal lavoro , ed in cotal guif
li lafci fenza vederli mai per qualche giorno . Correva
l'anno 1728. , ed egli era flato confermato di comun confnf degli accademici principe dell'accademia , ove al
principio di dicembre desinato aveva il concorfo de' gio
vani profeffori delle tre belle arti, per la diftribuzione de'
prem j, che far fi doveva addi ^-fcondo il folito nella gran
(ala di Campidoglio . Aveva perci invitati cardinali ,
L 1
pre-

266

VITE

prelati, ed altri molti perfonaggi, che ordinariamente


intervengono a tal funzione /blita afarfi ogni tre anni ,
per ifpronar detti giovani allo ftudio , ed alla gloria d'effcr preferiti a' compagni . E come egli affanto ne aveva
tutto ilpefo, e che bramava , cheriufciffe al pari dell'
antecedenti fgnorile , e magnifica , e che non fi facefife
parzialit nella diftribuzione de' premj, molto vi fi appli
c , e non poco vi fi agitava . Ne fui io teftimonio di vifta , che efTendo in un di que' giorni ito a trovarlo per diicorrer fco d'alcune cofe , fecondacen eravam. reftati
poco prima in appuntamento , lo vidi fuor di modo in
quieto, ed alterato. Proccuraidi di vertirlo, e fletti a pofta buon'ora feco, di tutto difcorrendo da quello in fuori,
che era flato da noi appuntato , che fu rimeflo a un altro
giorno; n mi farei immaginato mai , che quefto non_>
foffe per giugnore , e che quello dovefle effer l'ultimo .
Rimeflo che fi fu in calma , me ne partii , e la mattina
degli 8. mi mand per un fuo giovine alcuni bollettini per
diftribuire agli amici , acci poteffero aver ingreflb alla_>
funzione , che fi fa fempre a porte ferrate con cancelli , e
con guardie . Me ne flava il giorno de' 9. lieto a Pafquir
no nella libreria del Pagliarini a veder certi libri, quando
egli dalle ftanze di fpra calato a quelle di fotto , mi di
f, che la notte pafifata era morto improvvifmente il noftro Camillo.Niente in vero poteva pi di quefta funefta,e
dolorof nuova forprendermi , ed a chi nota la famiglia
re , e vera amicizia , che tra noi paffava , pu ben capire
quanto me ne affliggefl ; e tanto pi me ne affliifi , quantocch faper non poteva in che modo precifo era accadu
to il cafo ftrano . Mi fu raccontato poi dall'abate Cizoni
fuo gentile, e fvio nipote , e daGiufeppe Rufconi fuo
antico , e degno fcolare , ambedue miei altres cari ami
ci , che vi fi trovaron prefenti , che io narrer nella fte
fa maniera ; che ru'c fiata narrata da loro . Svegliofl la
me-

D 'E G L<L

S:C V L T O R I.

26.7,

medefima mattina degli 8. acanti giorno, e fguitando


a ftare a letto, riandava col penfiergi interzo modello di
cera , che fatto aveva .della detta ftatua di S. Ignavio 5 e
parendogli , tuttocch due aJtri , come teft narrai ne
avefflfe fatti, di non efferfi neppure in qnefto abbaftan7a_,
foddisfatto, fi lev , e cominciandogli a /lare apprefib ,
lo riduflfe finalmente ali' intero fuo gufto , e diffe egli
fteflb primacch lafciaffe di lavorarvi , che n'era contentiffimo. Pafs tutto il refto del giorno in moto conti
nuo , ed aveva in alcuni precedenti pranzato eziandio
affai tardi , e fuori dell'ora foli t a , cen la fera , e man
gi fecondo il fuo coftume parcamente , and a quattr'
ore a letto, fi fvegli alle fei , ed alzatofi chiam il men
tovato Giufppe , che dormiva in una ftanza vicino alla
Tua ; quindi pieno di fmania , e d'affanno fi gitt a fe
dere fui letto , finch tofto giunfe Giuseppe , e fentito10 gridar , che moriva , deft prefto il nipote , che__
dormiva nell'appartamento di fopra , ed immantenente
corfe al rumore . Abbracciato lo zio, proccurava di lbllevario , ed infieme infieme gli fuggeriva atti di contrizio
ne, e di fede, roentrecch egli con un crocififlb alla mano,
a cui aveva particolar divozione; raccomandava di cuo
re l'anima a Iddio , ed a S. Buonaventura fuo particolar
protettore , And Giufeppe a' Cappuccini per cercare
del confefTbre , che trov iubtt, ma non giunfe a tempo;
poicch dette alcune cofe al nipote , e raccomandatogli
11 fuo diletto difcepolo ,1 fu dal catarro , dalla bile , ,
dal fargue , e da altro umore ftravafato , che per lo
petto con moto violento, e rotnorofo gli fi ravvolgeva ,
parlando ,a tre quarti delle dette fi ore foffogato . Cos 1728
fin il-noftro efperto, celebre, e raro fcultore i fuo'
giorni j e cos finir forfe per lungo tempo d'averne_j
uno uguale la Scultura ! Fu il cadavero portato proceA
rionalmente di notte , accompagnato dalle due confra-

Ll 2

ter-

2<J8

ternile di S. Sufanna , e del nome di Maria , in cui


era aggregato , e eia cinquanta , e pi profeflfori con_>
quantit grande di cera a' Cappuccini , come egli aveva
avuta fempre intenzione , e diceva, bench foffe della_>
parrocchia di S. Sufanna . S'appar tutta di bruno la_,
chiefa, e fvra coltre di velluto nero ftefa per terra vi
flette la mattina tra folto numero di grofie torce accefe
efpofto con continue meffe a tutti gli altari, finch cantate
furon l'efequie coll'affiftenza di tutti gli accademici , che
in atto mefto , e lugubre tra quelle funefte gramaglie ren
devano gli ultimi omaggi al morto lor principe . Sta in_>
tanto in luogo a parte ripofto in forma di depofito , per
effer trafportato in altro pi proprio , allorch far fat
to un bel fepolcro di marmo col fuo ritratto , che gi va
meditando il nipote . E ficcome io , che non mi fcorder
mai di lui ne fono flato il promotore , cos non cefTer
mai di follecitarlo finch non fia compito j acci nello
fleffo marmo , con cui egli ha renduta immortale l'ef
figie degli altri , s'immortali anche la fua . Rimaf a_>
Francefca fua forella carnale , che dimora prefentemente
in Milano un valfente di dodici mila feudi 5 troppo di ve
ro miferabile , e tenue per un valent'uomo fuo pari , che
affai fcarfo farebbe ,. {e anche foffe di cento mila . Lafci
per il nome , e- la' fama del fuo buon cofhime , di fua_>
virty del fuo onore.; .che quel ricco capitale, che
non ha prezzo , e che reftarcon gloria perpetua nelle fa
miglie , fenzacch poffaLeffer mai diffidato da' pofteri .
Aveva animo nobile ,.- .e generofo , tutto pieno di rifpetto , e di convenienza y e quantunque affai ben conofceffe
i prgi particolari , che compartiti gli avea la natura , e
quegli eziandio , ch'e' .icquiftati avea coll'arte-, era_,
modeftiflmo .'N fi e intef: mai , tuttocch :ne. avefle
-avute molte , e. foventi occafioni , e che vi, foflfe flato
provocato , che abbia fcreditati i Javori degli altri , e__>
che

DEGLI SCULTORI.

269

che ne abbia cercati ; anzi gli fono ftati pi d'una volt a


con preghiere , e con fuppliche efibiti , e gli ha Tempre
rifiutati . Lavorava fol per la gloria , n gli caleva dell'
interefTe . Amava gli amici , e non la fortuna ; e fi moftr cos verfo i benefattori , come verfo loro tutt'ora^
grandimo . Parlava affai bene , ed aggiuftatamente con
quell'energia, acu lo portava il naturale fuo fuoco ; e
bench non fofle molto facondo , fpiegar fi fapeva egre
giamente. Deferitemi un giorno a minuto tutte le fati
che, e tutti gli ftudj , che fin da giovinetto fatti avea_,
nell'arte; e pafs poi cos dottamente a parlar de' pre
cetti , che da quel folo difcorf , ognun che intef l'aveff , detto avrebbe , che egli era un fublime , e raro maeftro . E di fatto fenza far torto ad alcuno , pochi , ma po
chi an faputo come egli efprimere le azioni del corpo , &
le pacioni dell'animo nelle ftatue : ve ne fono dell'ani
mate , che par che parlino , ve ne fono delle vive , che
par che fi muovano ; e neffuno nella facilit , che quel
la che difficile , nella nobilt delle pieghe , e nella_,
belt, e maeft de' fembianti l'hafuperato . Era alto 3
fvelto , e ben fatto affai di corpo ; e tuttocch vecchio
/cos diritto, robufto, e nerboruto, che pareva campar
dovefle cent'anni . Tanto prometteva l'ottima fua com
piendone ajutata chi! regolato , e parco vitto, e da efat
ta continua continenza . Severo , e ferio pareva d'afpetto, e pure era allegro, e faceto. Aveva larga fronte ,
occhi neri , e vivaci , nafo lungo , ed acuto , ed alquan
to nell'aprir la bocca , il labbro di fatto torceva , non per
natura , ma per accidente d'apopleffia , che nell'et de'
trentacinque anni lo forprefe ; e quantunque quefto terri
bile, ed oftinato male faccia tregua, e non pace , egli
non fu pii da effo moleftato . Gl'imped bens , come_
ftabilito gi aveva, l'accafarfij ed era giunto tant'oltre l'impegno 5 che nonminor motivo fi richiedeva per
ri-

270

ritirarfne ; e cosi in lui fin la fua cafa . Imperocch norv


aveva, che la detta /creila , e due nipoti figli della medefima , l'un mafchio , e l'altra femmina . Il maichio il
prefato abate Cizoni , che fi gi incamminato per la_>
via ecclefiaftica , Laura Camilla la femmina entr giovi
netta nel monaftero della Vittoria a Milano , ove prefe
l'abito , e fece fufleguentemente prfeflone , n altra_>
memoria refta neppure per linea femminina di fua. cafa .
Oltre l'anzidetto Giufeppe Rufconi , che comp il Fauno
da lui lafciato imperfetto , ebbe un altro bravo difcepolo , che fi chiama Gio. Batifta Maini . Quegli flette fot
to fua direzione ventitr , e pi anni , e finch mor ,
come ho gi narrato . Quefti intorno a diciotto , fin
ch nel 1725. ne part, perch prefe moglie. Nacqueu:
il primo in Tremona nel vefcovado di Como ad 9. di
novembre del 1687. , e dell'et di diciotto , venne in_i
Roma , ed entr fubito nella fua fcuola . Nacque il fe
condo in Cafano magnago , terra ben ventiquattro mi
glia lontana da Milano adi 6. di febbrajo 1690. , e dell'
et di diciannove venne parimente in Roma, ed entr
fubito altres nella fia fcuola . Ne altri -am pva. dv<\uefti ; poicch veduta Tottima difpofizione, il talento,
l'affiduit , il coftume d'ambedue, a effi folo s'attacc >
ed effi fbli volle abilitare , e tirare innanzi . Ed gi
qualch'anno , che an cominciato a dar faggio con alcune
opere fatte , e con altre , che van facendo , del fingolac
profitto , con cui proccurano di ravvivare in loro il ce
lebre nome dell'infigne maeftro ; ficcome ho procurato io
con ifcriver fua vita di perpetuare in quefti fogli la preziofa memoria d'un vero amico .

DEGLI SCULTORI.

$71

PIETRO LE GROS.
i
ATURALB generalmente fi ne' figli 1'
inclinazione al coftume de' padri . N
cofa nuova , che di padre in figlio , d'
avo in nipote , fieno in una famiglia paffate d'una fleffa fpezie le profeffioni. On_ de Pietro nato di padre fcultore ad 12.
d'aprile del 1666. in Parigi, fu naturalmente portato dal
genio alla /cultura ; e fin nell'et pi tenera vedendo lavorare il padre, egli pure metter fi voleva al lavorio .
Anzi entrato un giorno nello Audio , e trovatolo tutto
folo, dio di piglio al mazzuolo, e allo fcarpello , e comin
ci a picchiar d'intorno ad una piccola ftatua , che vedu
ta avea ritoccare dal padre j ed ebbe tanto tempo , e_
tanto agio di ftarvi fopra , che glie la conci pel d delle
fefte , e tutta la gli guaft . Sin d'allora proccur il pa
dre di fargli comprendere la neceflt che aveva del difegno ogni profeffore , che voleva efler celebre nella fcultura ; e fin d'allora vietandogli qualunque altro finimen
to y gli mi/e inaiano il matitatoio , e principi a darglie
ne lezione j e per ammaeftrarlo poi meglio, lo fece ftudiare fulle cof pi rare , che in quell'infigne metropoli
fi confervano . Con quefti principi, coll'innata volont,
e coll'applicazione continua faceva Pietro tali progrefll ,
che ebbe pi volte il premio nella reale accademia de'
pittori , ove riport anche il primo in concorrenza d'al
tri profeffori , per un baffo rilievo che fece , in cui rapprelnt No entrante colla famiglia nell'arca , che fi con
ferva ancora in una fala dell'accademia . Ed avanzandoti
fempre pi di meglio in meglio, era nell'et di vent'anni,
quando avea gi grido di non mediocre fcultore , e che
da M. Louvois fu mandato in Roma , acci diveniffe ec
cellente. Giuntovi appena entr nell'accademia di Fran
cia ,

273

VITE

eia, e f i anni vi flette tmpre indefefTamente ftudiando


fulle ftatue antiche , ed in altre rare, che ei fi fceglieva^
col fuo buon gufto per maeftre , che fecero divenir maeftro anche lui. La prima opera chemettefTe al pubblico
fu quella del gruppo di marmo rapprefentante la Reli
gione , che fi vede a un de' lati della ricca cappella di
S. Ignazio al Ges , e modell la ftalua del Santo . Fe
ce poi la ftatua del S. Stanislao in 5. Andrea del novi
ziato , il cui modello fi conferva tra l'altre fue cof pi
rare da M- Croifat a Parigi ; ed in S. Ignazio nella cap
pella Lancellotti il baffo rilievo di S. Luigi , per le cui
opere, e particolarmente per l'ultima che belliflma_, ,
acquift tanto applaufo , e tanto credito , che ne ebbe
per diverfe altre moltiflime commefloni . Fece il baffo
rilievo di Tobia nella chiefina del monte della Piet : Fe
ce in S. Giovanlaterano a concorrenza d'altri profeffori
famofi due delle ftatue de' dodici apoftoli , che fi vedo
no nelle nicchie della maggior navata, e fno quelle di
S.Bartolommeo, e di S. Tommafo : Fecevi il fepolcro del
cardinal Cafanatta ; e fece la ftatua dello fteffo cardinale
nella libreria della Minerva . Tutte le fculturc , che fi
vedono entro la cappella Antamori in S. Girolamo della
carit fon di fua mano . Scolp la ftatua di S. Francesco
Savero nella chiefa di S. Maria dell'Apollinare . Scol
p la ftatua del S. Domenico nella bafilica diS. Pietro.
Ed in S. Ignazio la vafta mole del fepolcro Lodovifi .
Vennegli trattanto voglia di rivedere la Francia ; e par
tito di Roma f ne and a dirittura a Parigi , ove fubito
giunto , ebbe ordine di fare il fepolcro del padre , e della
madre del cardinal di Bovillon ; e con tale occafone fi fe
ce cavare la pietra , che era qualch'anno , che non poco
l'incomodava. Torn poi a Roma, e principi il ba
fo rilievo dell'altare della nuova cappella nella chiefa di
S.Jacopo degl'incurabili , fatta tutta con Tua direzione , e
dife-

D E G L:l S C V L T O R i:

373

flifegno ., e vi fcolp S. Francefco di Paola , la beatiffma Vergine , e molte altre figure . Diede il difgno del
frperbiffi mo funerale , che fu fatto inS. Luigi de' Franzefi per la morte del Delfino: Altri difegni dette fuori
in altre occafioni , ed a molte altre bell'opere lavorava_,,
e particolarmente ad alcune per Montecafno , allorch
giunto era all'auge della gloria , della fama , e della for
tuna , che giufto allora comincia a fcendere , che arri
vata alla cima . Perd dunque la flute; e andando di
giorno in giorno Tempre pi il male aggravando , gl'impediva non folo l'applicare , ma anche il reggerfi in pi .
Sopraggiunfegli finalmente un'infiammazione di petto,
che lo coftrinfe a metterfi a letto , ed indi a poco a laftiare negli anni 1719. di fua et 5g. il d 3 . di mag- 1719
gio anche il mondo . Furongli fatte onorevoli efeqnie *- "
coll'intervenimento degli accademici di S. Luca, e
de' virtuofi della compagnia di S. Giufeppe nella chiefa
.di S. Luigi , ove fu feppellito . Ebbe della prima moglie
cinque figli , tre mafchi , e due femmine , ed uno ne__>
ebbe colla fconda , a' quali lafci non mediocre val^
ftnte . Era affai ben fatto di corpo , di giufta ftatu
ra , bello di volto , e piacevole nel difcorf , tuttocch
fofle alquanto per natura malinconico. Fu fempre nelle
Tue operazioni molto confiderato , e ritenne fino all'ulti-*
mo quella faviezza, che moftr nel principio . Am il
ripolo , ma non ifdegn la fatica . Stim affai la profefione , e fece;gran conto de' profeffori eccellenti . Trat-.
t nobilmente fempre con quella fincerit , e fchiettezza,
con cui ordinariamente trattar fogliono gli uomini di va
lore , e di merito . E per maggior onore del fuo qual
che tempo , che medita di fargli fcolpire in marmo da_,
egregia mano il ritratto , e di collocarlo in nuovo fepoicro M. Wlcugles degno direttore dell'accademia di Fran
cia, e cavaliere .dell'ordine, di S. Michele ,. che avendo
. ..j
M m
uni-

274
'VITE
unite all'efercizio della pittura , ed alla profeflon delle
lettere molte altre belle cognizioni , proccura di rendere
immortale non pure il fuo , ma ogni altro nome d'ogni
altro illuftre profeffore delta nazione

DI ANGELO >' ROSSIACCIAHO finalmente quanto vogliono ,


e quanto fanno i profefTori delle belle_
arti della pittura , della /cultura , e
deirarchitettura , che per perfezionarvif andar deggiono in Roma - Ella n'
la madre fconda , ella la /cuoia prima
ria , ella la fngoiar macftra ! Angelo de*Roffi * che na1671 to era negli anni 1671. in Genova, che per l'abbondanza
- de' marmi rare volte fta fenza fcultori : e tuttocch ne__
aveffe allora alcuni , e che tra quefK non faceffe piccol
numero Filippo Parodi , fcelto da Angelo per direttore ,
e maeftro , fu forzato, dopo eflere ftato fotto fua difciplina qualch'anno , e qualche altro fott'altra a Venezia , a
trasferirvi!: nell'et de' diciotto per maggiormente abilitarfi . Quivi fu , che egli col continuo vedere , coll'attento confiderare , e collo ftudiare indefeflb nell'accade
mie , divenne bravo difegnatore e fcultore . Vedef tral
le altre bell'opere , cui lavor in concorrenza d'altri valorofi profeflbri il fine , e corretto fuo fcarpello , il bafforilievo della magnifica , e ricca cappella di S. Ignazio
nella chiefa del Ges , ed quello , che rapprefenta la_,
confermazione dell'iftituto di fua religione , e vi model
l il balforilievo di metallo rapprefentante un energu
meno liberato dal fnto . Vedef in S. Giovanlaterano la ftatua dell'apoftolo S. Jacopo minore , /colpita_
da lui , che non l'inferiore dell'altre undici lavorate da
altri accreditati profeffori , Si vede in S. Pietro in vati
cano

DEGLI SCULTORI.

275

tano il Spolcro d'Aleffandro Vili, fatto da lui d'ordine


del cardinal Ottoboni fuo fingolar Mecenate, che aflegnate gli avea le ftanze nel Tuo palazzo con annual penfone . E fi vedrebbe il baflbrilevo delfaffunzion di Maria
full'altar maggiore della Rotonda , di cui aveva gi quafi
finito il modello , f da alcune differenze , che infrmero,
non ne foflc flato impedito . .Molte private opere fece_*
per diverfi , oltre le pubbliche gi da me nominate , e
Specialmente per Arcangelo Gorelli un baflbrilevo rapprefentante Ges Crifto nell'orto , che diede poi al car
dinal Ottoboni; perch con lui non convenne del prez
zo. E 'pi fatte ne avrebbe, e per lo pubblico, e_>
pel privato, f lung*, e1 penofa idropifa troncato non
avelie adi 15 di giugno dell'anno 1715- il felice corfo 1715
de' fuoi progrefii , di fua vita . Tahto'fu pi inafpettalo , e nuovo il fio mate , quanto- j&i difpiacque al cardi
nale , ed agli.amici , che ppr lo fuo buon coftume no^ me
no ,. che pel non ordinano fuo talent'ol'amnvano tenera
mente . Furongli fatte orrevoli efequie in S. Lorenzo in
damafo , ove coll'aflftenza degli accademici di S. Luca ,
e de' virtuofi della compagnia di S. Giufeppe flette efpoflo il cadavere , e quivi fu fepolto . Non lafci all'erede,
che fu il fratello carnale grofl avanzi ; perch non gua
dagn molto : non lafci figli j perch non ebbe moglie:
non lafci fcolari di grido , trattone Francefco Modera
ti , perch non ne volle , che pochi. Aveva, quantun
que gialliccio , anzi che pallido di colore , vago , e fmpatico afpetto , occhi neri , e vivaci . Era dimediocre,
e proporzionata ftatura , affai leggiadro , e faceto , per le
fpiritofe , e piacevoli burle , e barzellette , che faceva ,
e diceva j e la grazia , ed i vezzi di Francefco Trevifni, con cui ftretta avea particolare amicizia, facevano
dolce , e fave lega co' fuoi . N ne' foli curiof , e fajporiti difcorf finiva l'amabile , e dilettof loro converMm 2
fa-

276

VI

TE

fazione ; perche fi sfidavano alle volte a far delle carica*


ture colla penna ; e come erano eccellenti ambedue_J ,
quelle, che o dell'uno , o dell'altro fi riguardavano pri
ma 5 parevan le pi grazio/e , e pi belle ,

F / N E
D E L L E V
I T E
.
JD EGLI

S C U L T O R I.

' : '''i-' ,;. '


I .

VITE

VITE
DEGLI

ARCHITETTI.

DI GALEAZZA ALESSIO
A fcarfezza de' bravi architetti , che nev
tempi noftri ha avuta l'Italia , e l'aver
ne d'alcuni pochi braviffimi , altri fcrittori diffufamente gi fcritto, obbliga_
me, per noa ifcriver folo di quattro ,
che rimaf! fono alle lor penne, a cercarli
negli altrui, ed a cominciar da uno , che in quefti non me
no che in quelli, pochiflmi eguali ha avuti ; di cui quan
tunque alcuni abbian parlato , niuno per baftev.olmente
fi ftefoin darne le neceflarie notizie, ed in i(eri verne in
teramente la vita .. Giorgio Vafari cominci dal collo , e
fi ferm nel bufto :. Raffsello Soprani nient'altro fce__ 9
che ricopiarlo .. Cefare Crifpolti gli aggiunfe le braccia ,
gli abbozz parte del corpo , e. fall fu i piedi per iftroppiargliele .. E tutti e tre lafciaron uno de' maggiori giganti , che abbia l'architettura partorito /nza capo,
fenza vifcere , e fenza la maggior parte der membri . Io
dunque bench non poco diffidi fia , proccurcr prender
altrove il mancante , e m'ingegner d'unire con propor
zionata diftribuzione al tutto le parti, per non lafciar dif
forme , ed in pezzi divif la fua vita , dacch mi fono ac
cinto all'impref.. Ne1 colli augufli dell'antica Perugia,
di non ofcura famiglia negli anni 1500. nacque Galeaz- 1500
zo , che fin da' pi teneri dette al padre ficuri fegni del
la ftraordinaria pa0ata, che era per fare ne' primi ftudj , che da' fanciulli fi fanno , e nel tempo fteffo che_
indefeflamente applicava alle lettere umane , non tralafciava di divertirfi cogli elementi d'Euclide . Quindi
internatofi nelle meditazioni pi profonde della mate
matica , fi trattenne anche non poco fulle fublimi offervazioni aflronomiche , e nelle cognizioni delle buone
filoffie . Con cos alti principi , e con cos ftabili fonda
menti mefifo da parte ogni altro ftudio di teorica , fi diede

tut-

VITE
tutto alla pratica dellsarchitettura civile , e militare . E
vedendo quanto per quefta profetinone foffe necefTario an
che il difegno , s'accoft a Gio. Batifta Caporali architet
to , e pittor Perugino , che traduffe , e coment \Titravio , e fu fcolare di Pietro-, col cui ajuto , e configlio
s'iftru in poco tempo cos bene , che operava , tuttocch giovane con qualche particolare ftima in Perugia , e
fi aggiuntarono colla fua direzione alcune fabbriche . Ma
confderando di non poter far mai in patria quel progre
fo , che egli s'era pofto in cuore , per arrivare alla prefiA
fa. meta , deliber di portarf per meglio iftruirfi , e per
meglio farf conofcere in Roma; ed arrivato che fu, ftrinfe forte amicizia con Michelagnolo , e lo fcelfe per maeftro . Stettevi qualche tempo, fece molti .difegni per diverfe fabbriche , ma pochi f ne mifero in opera; perch
infinuatofi nella grazia del cardinal Campeggio , e dei
cardinal Chinucci , per fei anni continui fu da loro parti
colarmente impiegato , n per altri applicar pot , che
per loro . Conofciutofi poi dal cardinal Parifani il Tuo
talento , ed il fuo /pirito , lo volle feco, facendolo opera
re folo per f , e feco ritenendolo per qualche tempo , nel
corfo di cui feppe egli talmente guadagnarfi il fuo affetto,
e la fua protezione, che S.E. proccur, che e' guadagna^
f quella del Pontefice , e che in molte occafoni fi valefle
piucch d'ogni altro,di lui. Ebbe il cardinale la Legazione
di Perugia , e feco and d'ordine del Pontefice Galeazze
ad aflftere alla fabbrica della Fortezza , che cominciata
v'avea il S. Gallo , e coll'affiftenza fua fu finita , e con fuo
difegno furono riedificate molte ftanze, e particolarmen
te il nobile appartamento del caftellano , ove pi volte al
loggi con tutta la corte l'ifteffo Pontefice . Stato cos
per qualche tempo in patria, e moffi dal genio i cittadini,
gli propofero varie fabbriche, alcune delle quali furorU
mirabilmente condotte da lui , e fono le principali , eie
pi

-DEGLI ARCHITETTI.

281

pi belle , che anch'oggi la fan rifplendere . Sparfa gi


era per Italiana fama del fuo valore , allorch fu chiamato
dalla repubblica di Genova , che determinato avea d'in
grandire^ d'abbellir la citt,ove indi a poco trasferitoli,
ebbe tali,e tante incumbenze,che vi fi trattenne molti an
ni , e la ridufTe in parte a quella magnificenza cos dentro,
come fuori, per cui fenza far torto ad alcuna, a niun'altra
infigne cede forfe prefentemente al di dentro, e tutte fen2a dubbio al di fuori le fupera . Imperocch apr, e /pian
oltre le altre la diritta, larga, e vaga ftrada nuova, e l'or
n di tanti, e tanto fuperbi palagi fabbricati di gufto cos
fquifito,e con cos giudizios proporzione,che per la loro
ben concepita diverfit, e vaghezza fervir pu di norma
ad ogni altra . Fece nel colle di Carignano fabbricare il
fontuofo tempio della Madonna, che per la fua ben intefa
coftruttura , e maeftofa magnificenza tira a f la vifta di
tutti i foreftieri , che in groflb numero ogni d vi sbarca
no^ vi concorrono. Fu con fua direzione riftorata,ed ag
grandita la metropolitana , che non delle pi piccole ,
n delle me-n belle , che altrove s'ammirino , e diede il
difegno della cupola , e della tribuna . Ampli , e ridufle nel fignorile , e dilettevole ftato , in cui fi vede pre
fentemente il porto, v'apr un gran portone, e v'alz
a' lati colonne ruftiche; l'orn d'un portico ampjflmo
d'ordine dorico ; lo fortific di ben intefi baluardi con_>:
ifpaziofa piazza d'arme da maneggiarvi anche l'artiglie
ria /^editamente , e fenza intoppo , che a guifa di cava
liere difendendolo dentro , e fuori , frve di difefa alla_>
citt medefima . Si ftefe col molo pi di fecento pafl en
tro il mare ; e l'alz fovra alto monte di pietre, che_j
fenz'altro materiale gittate a baffo, gli fervono di faldo ,
e ficuro fondamento . Fu di cos grofTa fpefa alla repub
blica , che l'iftefTo Galeazzo diffe , che f ella in progreflfo di tempo aveflfe voluto fpignerlo innanzi , non le
Nn
fa

VITE
farebbe coftato meno di mille fcudi il palmo. Riftor
tutte le mura della citt verfo il mare ; e lafci mol
ti modelli , e difegni per ampliarla , e moltiffimi per
adornarla di nuove fabbriche , che fono ftati poi mefft in
opera dal buon genio , e dalle ricche borfe di que' cava
lieri , che trattandofi di fabbriche non guardano a fpefe.
Ma f tutto quefto , ed altro , che troppo lungo farei
a rammentare , opr egli dentro la citta; molto pi
oper fuori , ove molti luoghi di fua architettura fi
pregiano , e per eflfa fono infigni , e famofi . Vanta_,
Bifagno tra l'altre la fabbrica di Gio. Batifta Grimaldi
celebre per Partificiofb , e bizzarro bagno diflfufamente
defcritto nella vita di Galeazzo dal Vafari , e giuftamente deplorato per la perdita nella fua dal Soprani . Ergonfi faftofmente altieri in Albaro , in S. Pier d'arena ,
in Multedo i palagj degli eredi di Luca Giuftiniani , di
Tobia Pallavicini ; e d'Ottaviano Grimaldi , e contrafta
no il primato , e la maeft a' principali d'Italia . Rare
e memorabili fono le fabbriche , che additano Faffolo ,
e Pegli , e fpezialmente quelle del capitan Lercari , e__
d'Adamo Centurioni fingolarlfime , Tuna pel lago , l'al
tra per la fontana ; ed ambedue pafTate poi fono ne' preziofi capitali del principe Doria. N i paflfeggieri fi faziavan d'ammirare l'agi ataftrada , chedaPontedecimo
conduceva in Lombardia. Invidiofe l'altre belle cittadi.
d'Italia del troppo lungo fggiorno ," che Galeazzo face~
va in Genova , e foffrir non potendo , ch'ella fbla fofle
abbellita da lui, lo chiam Bologna, lo chiam Fer
rara , lo chiam Milano ; ed in tutte , e tre trasferitoli,
vi lafci fegni immortali deli' alto fuo intendimento ,
e della profonda fua maeftria . Molto per fi diftin/_
nell'ultima , imperocch fece il modello del magnifico
palazzo di Tommafo Marini duca di Terranuova , e coii'
aflflenza fua fu fabbricato ; fece il modello della prezio-

fa,

DEGLI ARCHITETTI.

283

fa , e rara facciata di S. Celfo , e fu da lui Signorilmente


condotta , come al pre/nte fi vede : edific di pianta il
venerando , e nobil tempio di S. Vittore : e di pianta^
altres edific il bizarro uditorio del Cambio. Tutte
fabbriche, che fon giuftamente confiderate tra le pi ra
re , che nel fuo vafto giro racchiude quel gran cittadone . Ebbe diverfe commeffioni di difegni per diverfi
edificj , che far fi dovevano nel regno di Napoli , ed
in Sicilia , e fecene tanti , che non effendofi adoperati
tutti in Italia, paffarono i monti , e fi /parlro per la_>
Francia , per la Fiandra , e per la Germania , ove ri
chiefto mand vaghe , e capricciof invenzioni , e mo
delli per laghi , per fonti , e per bagni , in cui fu quanto
negli edifizzi de' palagi , e delle chie/e fingolarilfimo .'
Per tante bell'opere , per cos rare fatiche , ficcome ri
cev Galeazzo generofe ricompenf , ricev eziandio diftintiffimi onori . I Sauli di Genova gli concedettero l'ar
me della lor ca/a , e l'arcivcfcovo di quefto cognome
volle aver /co continua corrifpondenza di lettere , e__
del 1564.. gli augur in una la /bprantendenza della fab
brica di S. Pietro , che vacata era per morte di Michela*
gnolo . Il duca di Terranuova lo fped in qualit d'invia
to al duca di Savoja , che gentilmente l'accolf , e_j
generofmente lo regal nel partire, avendo di fuo or
dine fatti prima diverfi difegni per diverf fabbriche, che
voleva fare , e gli fece anche la pianta delle riviere di Ge
nova , e del Piemonte . Ed il Re di Portogallo lo dichia
r cavaliere, e gli mand la croce . Meditava in quefto
mentre il Re di Spagna di far molte , e molto riguardevoli fabbriche ne' fuoi regni , e con annuale /tipendio
di mille fcudi , chiam Galeazzo alla corte , ove trasferitofi vi flette qualch'anno impiegato fempre con Comma.
foddisfazione del Re , che carico d'onori , e di ricchez
ze gli permil poi di ritornare alla patria . Ricev neli'
Nn 2
ar-

284

VITE

arrivo tanti lieti incontri, e tanto cortefi applaufi.,


ti in altra patria cittadino alcuno benemerito ne ricevefle
mai . Fu fubito ammeflb nel nobil collegio della Mercan
zia , e fpedito per gravi intereffi del pubblico a Pio V. ,
che gentilmente , e con fegni di diftinzioneTaccolfe , go
dendo affai della vifta d'un foggetto , che gi conofceva
per fama .. Compita quefta fua incumbenza ritorn in pa
tria con intera foddisfazione del pubblico j n quivi flet
te oziofcr, imperocch ebbe varie commefloni da varie
parti. Ricercollo il cardinal Odoardo Farnefe d'un diicgno per la facciata del Ges di Roma , che fignorilmente , e magnificamente al fuo folito- fatto , e mandato
da Galeazzo , non f ne fervi il cardinale per la. fpefa . Richiefelo il duca dalla Corgna, del difegno della gran fab
brica,, che eoa altro del Vignola far voleva a Cafb'glioa
del lago,, e lo fece Galeazzo, e riufc cosi mae(lofa,e nobi
le, che anch'oggi il primario ornamento del, TrafimenOj
e.d efler potrebbe regia ,, e fede di qualunque gran princi
pe . Altra edificar ne fece d'ordine del cardinale fratello,
del duca in un colle, poche miglia diftante dalla citt fulla flrada , che da Perugia mena alla Fratta, che dalla_>
nuova , e vafta mole dell'edifzio ha prefo il nome , chiamandofi il Colle del cardinale ; e di fuo ordine fopran-r
tefe all'altre di Perugia , e di Caftel della pieve . Fabbricavafi col difegno del Vignola il gran tempio della Ma"
donna degli angeli non lungi da AlTifij e fuGaleazzo chia
mato in compagnia di Giulio Danti altro Perugino ar
chitetto, di cui parler a fuo luogo., a ridurlo a forma mi
gliore , come in un con lui ve lo ridufle facendone anche il
modello; e pafla oggid tra i pi ben regolati, e ben intefi>
che in Italia fi veggiano. Voleva il Re di Spagna fabbrica
re il moniftero, e chiefa di S, Lorenzo all'Ecuriale , fece
perci fcrivere a' pi rinomati architetti d'Europa per i
e fcritto fu primieramente a Galeazzo pelfuo..

DEGLI ARCHITETTI*

285

Appena ricevuto n'ebbe l'ordine , che lo cominci pron


tamente, e fpeditamente compitolo al Re lo trafinife , e
fu poco dopo da S. M. richiamato alla corte. Ma norL_>
eflendovi per gravi occupazioni , e per non leggiere indifpofizioni potuto andar fubito , indugi tanto , che
non pot pi partire , perch da nuova indi/pofizione^
forprefo fi mif a letto , n d'ivi prima levar fi pot , che
Vi lafciafle la vita . Correva dunque l'anno 1572. quando 157*
Galeazzo dalle vane , e fragili glorie di quefto mondo ,
pafs nell'ultimo giorno di dicembre all'eterne ,. e ftabili
dell'altro ; e corfane da per tutto la voce , fu grande , ed
univerfale il cordoglio ; e maggiore in quegli , che 1"
avean praticato , e conofciuto . Concicflech oltre le
rare, e fingolari qualit della profeffione,concui acqurflato s'era fmmo pregio , era fommamen-te confiderato,
ed amato per lo gentil fuo tratto, per l'erudita, e dol
ce Tua converfazione , e per la capacit di trattare qua
lunque importante , e grave negozio . Io non iftar a_>
teflerne encomii perch altri, ferii tori gli anno per me
teffuti, e vaglion per tutti-, quelli, che in un'elegante
oraiion funebre epilog l'amica , ed addolorata eloquen
za d'Orazio Cardaneti , e quelli, che in alcuni eruditi manufcritti delle memorie della patria ,. lafci Filippo Al
berti fggetto ben conofciuto nella repubblica delle let
tere , baftando dire , che al fuo giudizio , e:cenfura non
ifdegn di fottoporre il poema della Gerufalemme il gran
Torquato. Furongli fatte fuBtuofiflme efequie nella chier
fa di S. Fiorenzp, oveconcorfe ogni forta di perfone a
vedere il cadavero , che in una Tepoltura-di cafa fua fu ripofto fenza veruna ifcrizione . Lafciad alcuni fuoi nipo*
ti i grofl avanzi ; e diede alla famiglia quelle ricchezze ,
che non aveva ., Cos pot ella fuflfeguentemente mantenerfi in patria con maggiore fplendore , e dare alle letteie 5 ed all'armi foggetti di molta vaglia finch nel prinr

ci pio>

286

VITE

cipio del corrente fecolo s'eftinfe in Pompeo . Di quefta


famiglia fu Cefare braviamo giureconfulto , che ci lafci in iftampa gli elogj de' Perugini illuftri : di quefta_,
famiglia fuPieriacopo fratello di Cefare affai deftro ne'
maneggi politici , e fpedito da Urbano Vili, per gravi
affari ad vangelifta Tofti Generale della cavalleria in_>
Valtellina, che f ne frvi poi in militari fpedizioni fino
al fine della guerra : di quefta famiglia fu Grazio fonda
tore della cappella privilegiata in S. Francesco del mon
te : di quefta famiglia fu Niccol , che rinunciati i pri
mi gradi ecclefiaftici , milit valorofmente fotto l'infegne di S. Domenico , e coli' arte oratoria fece_
groffe conquifte . Dilettoffi molto di poefia , e compofe
in lingua Latina , e Tofcana affai bene , ebbe i pofti
maggiori nella religione, e quaf ottuagenario del 1583.
mor Inquifitor di Perugia: di quefta famiglia furono i
due Benedetti , l'uno de' quali nominato in pi d'un luo
go dal Varchi nella fua ftoria , e fu condotto fempre feco da Malatefta Baglioni celebre capitano, che f ne fr
vi in varie fpedizioni militari ; e l'altro dopo aver mili
tato gloriofamente molti anni in diverfe cariche fotto
AlefTandro Farnefe , e Ambrogio Spinola al fervizio del
Re di Spagna , mori Maftro di campo collo ftipendio di
cencinquanta fcudi d'oro il mefe in quello de' Veneziani
nel 16->j 3. in Verona ; e parlan di lui lo Strada , ed altri
fcrittori delle guerre di Fiandra : di quefta famiglia fu
Marcantonio, che andato giovinetto a militare in Pie
monte , mor di trentun'anno fergente maggiore in Tori
no : di quefta famiglia fu Bevignate affai rinomato ne'
tempi fuoi , per diverfe prerogative , che l'adornavano ,
e per la ricca raccolta di quadri rari , che aveva fatta , un
de' quali rapprefentan te la Maddalena convertita in atto
di lafciare le vanit mondane, con Marta , che fi maraviglia del fubitaneo fuo cangiamento vivamente efpreffo dal
cor-

DEGLI ARCHITETTI:

287

carretto pennello di Luca Cambiagio, fu da lui prima del


morir fio collocato a lato dell'altar maggiore nella chief de' Cappuccini fuori di Portatole : e di quefta fami
glia fu il beato Domenico Francefcano , il cui corpo intero fi conferva a Montereale in Abruzzo celebre per i
miracoli, che eccitando ognid devozione maggiore iti
quel popolo , eccita anche in me , come fuo divoto con
cittadino , e fcrittore delle glorie di fua caf la venera
zione ; e per maggiormente accrefcergliela in altri , l'ho
qui condotto qual degno , e proporzionato ligillo del
mio racconto .

DJ GIULIO DANTI.
EIBBRB far fempre , ed immortale il
nome della famiglia de' Danti non fblo
in Perugia , donde trafle l'origine , ma
nella repubblica littcraria, ove port
fua fede . Molti furono i fuggetti , che
v'occuparon pofti eminenti , e che fi
renderono affai rinomati per le belle lettere , e per le
belle arti non meno, che per le facolt pi fublimi , e
particolarmente per la matematica , e per l'architettura
civile, e militare, in cui non poco prevalfero , e non_>
ordinaria intelligenza moftrarono . Fu Piervincenzio pa
dre del noftro Giulio tra' primi a comparirvi , che verfa-.
to generalmente in tutte , in tutte fi fce onore . Inven
t varie cofe non pi vedute , e tra quefte maravigliof
fu un aftrolabio . Traduce , diftinfe in capitoli , ed illuftr d'annotazioni utiliffime la sfera del Sacrobofco
ftampata del 1571. da' Giunti di Firenze; e talmente
fpicc in componimenti poetici , che e' letterati coetanei
dandogli il cognome di Dante , lo coftrinfero a cangiar
con quefto il proprio 5 che aveva de' Rinaldi , che e'

con

2S8

VITE

confrv coftantemente fino alla morte , che fegu negli


anni 1 5 1 2., e pafs poi ne' pofteri . Di lui nacque Teodora , che divenuta fapientiffima nella matematica , merit,
che Ottavio Lancellotti in alcuni manufcritti , che aneh'
oggi fi confervano in quella pubblica libreria, dicefTe,
che Perugia invidiar non dovea alla Grecia l'Ipparcliie .
E di lui nacque negli anni 1500. il noftro Giulio , e fotto
la di lui difciplina fece i primi ftudj della gramatica , e
itto altri varj maeftri dell'univerfit della patria quegli
di retorica , di matematica , e delle buone filofofie . And
poi in Roma , e fi mife fotto la direzione d'Antonio da_>
S. Gallo . La volont, il talento, l'applicazione , e gli ftu
dj , che avea fatti in patria, uniti a' dotti precetti dell'inigne maeftro , fecero tofto conofcere in Roma la fingolare abilit deil'ammaeftrato fcolare . Ebbe diverf commeffioni da diverfi perfonaggi per i difegni d'alcune fab
briche , che volevan fare , e v'acquift fatti che e' furono
tanta fama, e tanto amore, che fu diftimamente protetto
da alcuni Pontefici, e da alcuni altri fovrani d'Italia. Vol
le condurlo feco il duca Pierluigi a Parma , ed a Piacenza
per far certe fabbriche ; ma egli , che tornato gi era in
patria , e che molto amava la quiete , gli agi , e le piu
me di cafa , non ne volle ufcire . And bens colPAleffi ,
Siccome nella di lui vita accennai , ad affiftere alla fabbri
ca del tempio della Madonna degli angeli , che fi coflruiva allora col difegno del Vignola , perch era vicina , e
da effi fi ridufe a miglior forma 3 ed a pi ben intefa ar
chitettura, e proporzione. N nella fola architettura , n
nell'altre fble mentovate cognizioni fi riftrigneva la virt
del noftro Giulio ; imperocch fu braviffimo intagliatore,
fonditore, gettatore, e tirator di metallo. Coni con
bdliflmo rovefcio le prime monete , che fece battere
in Parma , ed in Piacenza il duca Pierluigi : tir a mar
tello un crocififl d'argento pel Granduca Cofimo con tal
' di-

DEGLI ARCHITETTI.

289

difegno , che fu tra le cofe fue pi rare , e preziofe collocato : fece per la chief di S. Francefco d'Aflfi un ci
borio di rame dorato con tanta maeftria , e con tanto ar
tifcio , che da quei religiofi fi moftrava in tempo del
Perdono a' moltiflmi forestieri , che v'andavano per maraviglia non pi veduta : fece il bello , e raro vafo di me
tallo pel batifterio della cattedral di Perugia , e molte al
tre fimiglianti opere fece per divert altri principi , e__
porporati , e per dived altre chiefe , che paflar voglio
fotto filenzio , contentandomi per fuo maggior pregio, e
perch fien pi rare d'aver fatta menzione di poche . Ma.
mentrecch la fama lavorava per portar il nome fuo per
tutta
Europa
la morte
non iflava
concionicene
affralitolo
con ,fiero
, e acuto
male oziof
nell'et; fua
, che era .
gi molto avanzata , in pochi giorni , e negli anni 1575. IS7S
lo priv di vita. Furongli fatte folenni efequie nella_,
"*
chief di S. Domenico, e fu il corpo ripofto nella cap
pella di S. Vincenzip , ove ripofto fu anche quello del pa
dre . Lafci tre figli , e furon Vincenzo , Ignazio , e
Girolamo , e li lafci ricchi , e facoltofi , e gi adulti ,
e nelle lettere , e nelle fcienze affai verfati . Am pi di
tutti Ignazio , ed a lui lafci il preziofo legato de' fuoi
manufcritti , che come cofa rara conferve egli fempre_^
nella fua libreria; e celebre fi il trattato dell'alluvio
ne , nel cui genere fu intendentiffimo , e non men cele
bri le dotte annotazioni fopra gli ornamenti dell'archi
tettura .
Nacque Vincenzio del 1530. , ed attefe all'archi
tettura civile , e militare , alla pittura , alla /cultura ,
ed a fondere , ed a gettar metalli . And giovinetto in
Roma, vi flette qualche tempo } oper fempre /tto la di
rezione del Buonarruoti , e del Ricciarelli . Fu poi richia
mato dal magiftrato in patria , e nell'et di men di vent'
anni gett la ftatua di bronzo di Giulio III. , maggiore

Oo

S9o

affai del naturale,, che fi vede a man diritta d'una delle


porte del duomo fedente nel trono pontificalmente veftita con manto , e triregno, ornati di vaghi , e bizzarri
lavori , in atto di dar la benedizione , e appi vi fcriflfe :
Vincenti^ Dantei Perufinm adhuc Puber facicbat : IIL*.
fronte alla bafe poi la feguente ifcrizione fi legge .
III. Pont.. Max. oj rejituto Magiftrat*
Pie deprecai. *julio S. R. E. Cord. O1 Afcanio
Corneh ex jbror. nepot. ad munerh , grati^
Animi perpetuitatem P* Perus dedie.
Ad. un de' lati la fguente altra .
^utto Feltrio S. R. E. Card..
Peru/ite Umbriteq. Legato lllujlris .
"Borgarutm Rainerius , & Collega
Primi Xuri fumptu Pub.

Conflandam locar ..
Ed all'altro la leguente altra ..
<Jo. Thom.. Sanfelicio Epifiopo Caven.
Perufi<s , Umbriteq. fub Pauli I1I.
Pnefde dignif..
Binui Sgnorellm , & Collega? Xuri
Erigendam curav^A. D. M. D. LV.
Opera veramente prodigiofa per l'et dell'artefice
ed ammirabile, per la maeftria , con cui acquift credito,
e fama * Non molto dopo. fece alcune ftatue maggiori del
naturale parte veftite ,, e parte nude per la cappella di
S.. Bernardino nel- medefimo- duomo . Qiimdi con altre
ftatue , e con un quadro che vi dipinfe , orn l'altar mag
giore. della chiefa. di S. Fiorenzo^ in Portatole; ed a con
correnza di Ferrante dal Borgo , altre ne ereffe nella.
cappella di S. Andrea in S. Francefco de' frati Conven
tuali ^ Ritrov non lungi dal caftdlo di Lacugnano una_.
co-

DEGLI ARCHITETTI.
t:opiofacava di marmo giallo mifchio limile all'antico,
e ne furono ritrovate altre d'altri colori belli , e rari , in
terzati con ifcherzi di varie vene mirabilmente dalla na
tura , che renderan fempre celebre il nome del luogo , e
dell'inventore . Ritorn poi in Roma per defo di rive
dere le fue maravigliej e gli uomini maravigliof , che V
gliele accrefcevano ; ma poco vi fi pot trattenere ; per
ch gli convenne per urgenti affari di ritornare alla pa
tria , ed il magiftrato lo dichiar fubito fuo ingegnere ,
e architetto . Riduffe a bella forma gran parte del palaz
zo de' Priori , ed a pi forte difef le mura della citt
RicondufTe l'acqua nelle pubbliche fontane fenza far nuo
vi condotti , ed una ne fabbric di pianta . Fu chiamato
a Firenze dal Granduca Cofimo , ove arrivato ftrinf_ai
amicizia con Benedetto Varchi , ed ebbe dopo Tua morte
le ftanze , che e' aveva nel monaftero degli Angeli , do
ve quafi fempre lavor , e fece parte di quell'opere , che
andr rammentando. Fece il ritratto del prefato Bene
detto di bafforilievo . Fece due flatue , ed un quadro
pel celebre funerale di Michelagnolo : quelle rapprefentavano l' ingegno , e l' ignoranza . Quefto la fama te
nente ltto e' pi la morte 3 ed il tempo-, ed ebbero l'uno,
e l'altre non minore applauf di tutte l'opere , che in_>
quell'occafione fatte furono da' primarj artefici per ono
rare la di lui memoria . Altre due ne fece in marmo tutto
d'un pezzo per Isforza Almieri , rapprefentanti l'onore,
d'inganno. Ne reft egli cos fddisfatto, e talmente
piacquero a chi le vide 3 che lo condufle a Fiefble ad or
nare un fuo giardino , ove invent cofe rare , e bizzar
re . Tornato poi a Firenze fu impiegato dal Granduca ,
ed avendo in un gran marmo fcolpita l'arme fua, la collo
c nella facciata della fabbrica de' magiftrat i della zec
ca , e vi pofe a federe la (tatua di S. A. in mezzo ad altre
due rapprefentanti il rigore , e l'equit . Gett la grata
Qo 2
di

VITE
di bronzo nella nuova cappella , che fi fabbricava nelle
flanze del palazzo dipinte dal Vafari , ed un bafforilievo
per ferrare un armario, in cui S. A. teneva fcritture di
grande importanza . Condufle in concorrenza dell'Ammannati , del Cellini , e del Bologna egli pure il model
lo del gigante , che collocar fi doveva fulla nuova fonta
na della piazza . Comp le due ftatue di marmo abbozza
te dal Sanfovini , che furono erette fovra Ja porta di
S. Giovanni . Ne gett tre di bronzo erette altres Covra.
la medefima porta . Effigi in marmo la beatiffima Ver
gine col Bambino , che fu collocata nell'arcivefcovado ,
ed una Venere , parimente in marmo , che fu meflfa al
trove . Molti altri lavori fece di fuo ordine in diverfi ba
frilievi di bronzo , e di marmo , che fi ripofero in gal
leria , e tra quefti affai fpiccava un Mos circondato da
una corona di popolo , ponente il ferpe fovra del legno ;
ed una Venere in atto di rilegarli le trecce . Videfi per le
nozze della Granducheflfa Giovanna un cavallo di Aucco
fatto da lui con un gigante fopra , goffrando di voler fe
rire l'inganno , e la frode . Abbell la porta della fagreftia della pieve di Prato , e v'erefle il fepolcro di Carlo
Medici figlio naturale di Cofimo , e di tutto fu generofamente premiato primacch d'ivi partiffe per ritornare
alla patria . Giuntovi appena , fu richiefto per mezzo del
Granduca medefimo dal Re Filippo d'un difegno delk_
fabbrica , che far voleva all'Efcuriale , che fatto da lui
in forma ovata , fu fubito a S. M. trafineffo : e le piacque
tanto , che gli ordin altri difegni per altre fabbriche ,
che meditava far nel fuo regno , e lo chiam alla corte ;
e f ne farebbero alcuni mefiti in opera , f aveflfe voluto
trasferirvi!! , e non foffe flato impedita da' molti lavori ,
a cui era in patria pofitivamente impegnato . Lavoravavi dunque indefeffamente collo fcarpello non meno , che
col pennello ^ n altro divertimento aveva 3 che di ri

DEGLI ARCHITETTI.
tirarfi ne' giorni di fefta a godere la quiete nella fua villa
di Prepo . Ma poco lavorar pot, e poco pot divertirfi ; perch forprefo nella forza maggiore degli anni da
mortifero male, pafs ne' 1576. a miglior vita . Lafci
un trattato delle perfette proporzioni di tutte le cofeLj,
che imitare , e ritrar fi poflbno coll'arte del difegno , impreflb in quarto del 1567. in Firenze . Lafci dverf
manufcritti , e fra quefti alcuni ecotoni fopra il canzo
niere del Petrarca , e la vita fua in terza rima . Fu bra
vo anatomico , perfetto difegnatore, eccellente mate
matico , facondo letterato , e leggiadro poeta , e con_*
gran fuo vantaggio ne parla in varj luoghi delle vite de'
pittori ilVafari. Fu il corpo' portato con ricca pompa
a S. Domenico , e dopo fontuofeefequie fu ripofto nella
fuddetta cappella di S. Vincenzo , ove prefentemente fi
vede il ritratto fcolpito in marmo col feguente epitaffio
D. O. M.
Vincentio Danti
Scupt. Pil$. , atque Architelo exmto
GU preclari! multh , variifque operibus
uf fummopere Principum arbitrio
fabre fecit relifis
facile doeuit quantum ingenti
Ac folertite magnitudine
C<eteris fu<e tetatis artis pr<ectHuerit
Vixit annos XLVL menf. I. diei Vili.
Obiit ann. MDLXXVL Kal. Janii
*]ulio , & Petro Vincentio Danti
Viris integerrimi!
Et graphica item arte , & mathernatich doftr*
Eruditismis

propterca Pontificibus , & magnh Vrh


opcram nawrunt carijjlmh

VITE

Quorum lile obf anno MDLXXV.


Hic MDXIL
F. Ignatiut , & Hieronymus Danfei
Fratr^ Patrt , & Avo optime meritis
Anno MDLXXVH.
Scd heu Hieronyme
Ditm ambo monumentum majorbus no/lris
Faciendum curamm
Tu interea ann. natm XXXIII.
iffur , ac Familite noftrte cgrcgium decu*
Moriens frater fratri lacrymas
Parvulo filio detrmentum
Omnibus defidrium relinquh
Obiti Kal. Septembris M. D. LXXX.
Nacque Ignazio del 1537.,6 forfe pi degli altri figli di Giulio fi dilinfe ; perch lafciato il nome di Pelle
grino , clie gli era ftato pofto al facro fonte , ed entrato
nella religione Domenicana divent per la virt , e per
l'altre fingolari prerogative cos celebre , che fu , come
or or dir promoffo al vefcovado d' Alatri . Chiamollo prima in Firenze il Granduca, lo dichiar fuo cofmografo, e d'ordine fuo difegn tutte le tavole di To"
lomeo, fcondo le vere mifure , e defcrizioni , e fattele
fufieguentemente dipignere da egregia mano , 'volle che
fervilfero di /portelli a' fuperbi armar] della ricca fua_j
guardaroba . And lettore di sfera , e di matematica
nelFuniverfit di Bologna . Torn in patria a difegnare,
edefcrivere al naturale, fecondo le regole della geogra
fia, il vafto fuo territorio , e nella fala del Pubblico , ed in
iftampa altrove feneveggion le carte. Chiamato final
mente in Roma da GregorioXIII. per fuo matematico,
gli ordin l'opera della galleria , e delineatevi tutte le_j
jprovincie d'Italia, con fomma foddisfazion del Pontefice,
e con

DEGLI ARCHITETTI..

295

e con applauf univerfale di tutti gl'intendnti, fu del


1583. in premio da S. S. promofT.al vefcovato d'Alatri.
Ove alii 19. d'ottobre dell'anno 1586. dopo aver riftorato, ed abbellito il palazzo vefcovale, ornata di ricchi
paramenti la chief , convocato un finodo , riformata.*
la diocef , eretto per benefizio de' poveri un Monte di
piet , e fatte molte altre lodevoli , e degne cofe , nel ri
tornar che vi faceva , quando fu chiamato a delineare gli
equinozzi , ed i fblftizzi nella gran guglia da Sifto V. s'
ammal , e mor gloriofo , e nella cappella di S. Antonio
della cattedrale fu fepolto fenza altra memoria , che d'un
ritratto dipinto nelle pareti interne della chief. Anno
veramente fatale, e notabile per la citt diPcrugia_>j
perch in pochi giorni perd tre digniflmi Tuoi cittadini,
e prelati , e furono VincenzioErcolani vefcovo della medefima , Francefco Cantucci vefcovo di Loreto , e come
gi s' detto il noftro Ignazio . Fu egli pure intendenti^
fimo della pittura ,. amico de' virtuofi , e fingolar protet
tore di Giu/eppe d'Arpino , che lo fece conofcere a Gregorio XIII-, ed ebbe per fuo mezzo la Parte per f , e
per tutta la famiglia , e dieci fcudi il mefe , ed uno fcudo
d'oro il giorno , allorch nel pontifical palazzo dipigneva. Lafci molti manufcritti affai rari, concernenti diverfe materie , ed in iftampa la profpettivard'Euclide , e d''
Eliodoro Lariffeo , la sfera del mondo ridotta in cinque
tavole, l'annotazioni intorno all'aftrolabio , e planisferio univerfale , le tavole di matematica , i comentar j fopra le due regole di profpettiva di Jacopo Barozzi , la di
lui vita , e l'ufo , e la fabbrica dell'aftrolabio .,
Nacque nel 1547. Girolamo , e coll'efempio dell"
avolo, del padre , e de' fratelli fi diede egli pure allo
ftudio delle belle lettere , e delle belle arti , e feci f par
ticolarmente quello della pittura . Ma come aveva in ani
mo, di prender moglie , ficcome la prefe , non ufc mai

di

296

VITE

di patria , e perci quivi falo fi vedono alcune fue pittu


re , e le pi belle nella fgreftia di S. Pietro, dipinta tut
ta a frefco da lui , quantunque vogliano alcuni , che h_i
Vergine fantini ma attorniata da faftofo coro d'angeli j
che fu dipinta fulla facciata interna della porta di San_>
francefco della Fratta fi a opera fua. E mentrecch per
far pompa di fuo valore s'accigneva a dipignere il chioftro di S. Domenico , mor di trentatr anni ne' 1580.
lafciando un piccol figlio , e gran difpiacere al paren
tado , ed alla patria , che lo confideravano per un for
te foftegno della cafa , e della pittura ; e fu egli pure do
po orrevoli efequie nella fuddetta cappella di S. Vincen2o fepolto , e nominato 9 come fi vede , nel detto epi
taffio . Fa il cavalier Buglioni nella vita dlgnazio men
zione d'un altro fratello per nome Antonio j e dice_
che era pittore , e che mor giovine . Ma credo abbia
fatto equivoco ; perch egli pure aflferifce , ficcome_j
tutti i manufcritti di quel tempo affermano , che Giu
lio ebbe folamente tre figli , e qualora avelfe avuto il
quarto , ei fi contradirebbe nel racconto , e trafcurato
non.avrebbe Ignazio di rammentarlo nell'epitaffio , tan
to piucch fi fuppone pittore . Fu bens di quefta famiglia
Gio. Batifta , che per la rarit , e bizzarria del fiiolevatiflmo ingegno Dedalo fu nominato , ma vero , e non
favolofo , pel nuovo , ed inafpettato /pettacolo che fece
vedere, e che io brevemente narrer . Celebravanfi iri_i
Perugia-con gran magnificenza , e concorfo di perfonag-
gi foreftieri , e paefani , e d'infinita altra gente le nozze
diGiampaolo Baglioni il vecchio , ed allorch correvano
un giorno per la via di S. Sovino le lance , fi molfe improvifamente Gio. Batifta da una torre delle pi alte , e
con certe ale , che lavorate aveva a proporzione della-,
gravezza del corpo ., felicemente con orribil fibilo , e fifchio volava ; quando l'inafpettata novit fu interrotta..
da

DEGLI ARCHITETTI.
da pi inafpettato accidente . Imperocch volato noaj
aveva egli ancora lo fpazio di trecento pafl , che rotto-.
glifi un ferro principale , che reggeva l'ala finiftra , n
potendofi pi foftener colla deftra , cadde in fine di detta
via fovra i tetti di S. Maria delle vergini , ove oggi la
Sapienzanuova non lungi dalla prefifia meta ; giacch
nel cortile del medefimo moniftero preparate aveva mor-
bide piume per lafciarvifi cadere . Pu ognun credere ,
bench da varie paflloni reflaflero gli animi degli fpettatori agitati, e con qual maraviglia, e con qual ter-*
rore , e con qual fufurro finifle la fefta . Ratti corfero
molti ad ajutarlo , e comecch credeflero , che fofle mor
to , lo trovarono offef folamente in una gamba ; per
ch volle fecondo il fuo folito favorire anche queft
ardir la fortuna . Maraviglia certamente non ordina-
ria convien credere , che recaflfe la vifta del volo , e_*
non minore la compofizione , e l'ofTatura dell'ali , e del
loro artificio . Fu fama , e fi legge , che e' pi volte fi
provalfe fovra l'acque del Trafimeno , per trovar mo*
do di calarvifi a poco a poco; e che con tutta l'indu-
ftria , e forza del fuo fublime ingegno non lo potefflfe_*
mai rinvenire , quantunque mutafle , e rimutaffe gli or
digni , e che li lavoraffe tutti d fua mano per non fi
darfi dell'altrui . Checch fi fofle , come e' fi facefle-j }
io preci/amente noi fo , s fo io bene , che il fatto veri(fimo,per leggerfi in manufcritti di gravi autori di quel
tempo . Ne fa nella fua ftoria ftampata menzione il Pelliili , nella Perugia augufta lo narra il Cri/polti , e tra i
fuoi elogj l'Alefi il defcrive . Certiflmo ancora fi , che
egli fu in altre invenzioni , e macchine matematiche ingegnofiffimo , e tenuto in gran conto da' primi perfonaggi d'Italia . Lo dichiar fuo primario ingegnere Giampaolo fuddetto , e con tal carattere lo conduffe poi feco
alla guerra in Lombardia , ove andava a comandare j e i
P p
por*

VITE
jport bravamente per l'invenzioni de' bellici ftrumenti i
e. delle macchine militari ; ma cadutovi d'acuta febbre
ammalato fini negli anni i5L7.non avendo ancor compiu
ti i quaranta di vivere. Ed io- perch imprefi a fcriver folo
la vita di Giulio , finir di dar notizie di fua illuftre profpia, quantunque ella nonfiniffe di dar fuggetti di va
glia alla repubblica delle belle arti , e delle lettere, n
finirebbe di darlene , le per ifventura, della patria non fi
foffe poi eftinta ..

DI FRANCESCO BQ-RROMINI^
EGN A talmente tra' profeffori di qua
lunque facolt , e di qualunque arte_
l'emulazione , che paffa il pi delle vol
te a gelofia . N male alcuno farebbe,
f. ella qui fi fermafTe , e non .giugneffe
fovente a. odio-, a livore , ad inimicizie ,
a contefe , e talora anche, a fpargimenta di fangue . E*
troppa nota la- malk corrifpondenza- , che pa/s tra il
Borrpmini ,, ei il Bernini ; e troppo- note fono le. gare,
continue, che. ebbero/ quefti due valenti, uomini per la_>
profeffione. tra loro .. Contraftaronalungo tempo chi far
poteva pi belle fabbriche ; e come efl. eran di vifi tra lor-o nel fentimento-^ divif eran anche gii animi degl'in
tendenti qual per quefto-, qual per quello in fazioni ..
Chi. diceva, una cofa.,; e chi un'altra, fecondbcch era_>
portato.dai genio ; e tali , e tante ne diflen> , che alcuni
Jion fi rimafer anche di dire che il Borromini per foperchio defio di voler negli ornati troppo innovare , ufciva.
alle volte di regola . Se ci fa , o non fa , io per me nongiungo a conofcerlo ;.e f lo conofcefl , direi eflerc in luiftate graziofe le Regolatezze , in quella guifa appunta,
cto.l'efpertftfcrittoi?e per noadare a vedere d'avec trop
pa

"DEGLI ARCHITETTI.
limati i fuoi fcritti , filaccia a bella pofta cadere n_j
qualche fcorrezione; e che natura maeftra dell'arte , e del
tutto per far comparire pi avvenente , e pi bella la bel
lezza d'un volto , che vuoi fopra gli altri editare , o gli
fende il mento , o gli fcorda il nafo , o gl'ingrandifce
gli occhi, o vi fparge qualche neo . Checch fi fia , cer
to che s fatte voci , che tali difTenfioni furon per lui ,
come nel profeguimento della ftoria narrer , troppo furefte, e fatali. Nacque egli negli anni 1 5<?<?. in Biffane i5p<)
diocefi di Como di padre architetto , che molto oper
per la cafa Vifconti , e nell'et di nove anni fu da lui
mandato a Milano ad imparar l'arte della fcultura , in
cui s'impiego con molta lode per lo ipazio di fette__ .
Quindi defiderofo di maggiormente abilirarfi fi port iti
Roma ; e fi mile in cafa il Garogo capomaftro fcarpellino fuo paefano , e congiunto , che abitava non lungi da
5. Giovanni de' Fiorentini . Fu da quefto , come lavo
rava nella fabbrica di S. Pietro ivi introdotto , e per
qualche tempo vi fi trattenne a lavorare con lui ne' mar
mi , e nelle pietre . Ma mentre indefeffo attendeva al
lavorio , ardeva di voglia di poter difegnare , e mifurare
le col pi belle di quella gran fabbrica ; lo che non po
lendo fare che nell'ore avanzate , toglieva bene Ipeffo
anche agli occhi il Ibnno neceffario per ifvogliarfi. Aven
do ci veduto pi, e pi volte il Maderno architetto
della fabbrica , che non lo perdeva di vifta ; perch era
Tuo parente , e vedeva in lui particolar difpofizione-j ,
cominci a dargli da fe precetti d'architettura , e lo
mand a prender quegli di geometria da altri >. Iftruito
poco a poco in cotal guifa ftim bene il Maderno per
maggiormente iftruirlo , di fargli mettere in pulito tutti
i difegni , che di mano in mano e' faceva , finch lo fece
operare in tutte le commefloni , che dopo la morte di
Gregorio ebbe da Urbano . Non tralafciava per egli in

300

VITE

quefto mentre d'applicar anche alla /cultura ; e fece per


S. Pietro i cherubini , che vi fi veggono ne' lati delle_>
porticelle con panni , e feftoni , e fopra gli archi delle
jnedefime porticelle, e fopra l'arco del baflbrilievo dell'
Attila . N altre opere giunto a mia notizia , che ab4>ia fatte collo /carpello . Imperocch fu talmente occu
pato dal Maderno intorno a' di/gni , e modelli , che__>
d'ordine d'Urbano ftava facendo pel palazzo Barberi no ,
che nulla pi far poteva , e fu coftretto a metter da par
te ogni altra occupazione , e tutto darfi a quella dell'ar
chitettura . Aggravato trattanto il Maderno dagli anni
non meno , che da altri mali , fi mife a letto , e nel d
30. di gennajo del 1629. rend lo fpirito a Dio , ed ebbe
il Bernini la carica d'architetto della fabbrica di S. Pie
tro , che vacata era per morte fua . Facile dunque fu al
Borromini , come n'era gi molto pratico, echedifua
invenzione , e difegno v'avea anche fatte alcune cofe , e
tra quefte la cancellata di ferro avanti la cappella del
Santiflmo , di reftarvi impiegato , e di metterfi con tale
occafione fbtto la direzione del Bernini , da cui nou_,
guari dopo s'allontan per varie differenze , che nacquer
tra loro . Godeva per egli prima la grazia , e la prote
zione d'Urtano, e gi per S. S. molto operava , ed
operar dovea . Fece d'ordine fuo cavar le fondamenta ,
ed alzar la chief della Sapienza , che continu Cotto il
pontificato d'Innocenzio , e termin fotto quello d'Aleffandro . D'ordine d'Urbano altres fece fabbricare la_,
chiefa , la facciata, ed il convento- di S. Carlo alle quat
tro fontane; e feguit ad aver tuttavia mano nella fab
brica del fuo palazzo ; quantunque la direzion principa
le fof appoggiata al Bernini . Ed ecco il Borromini gi
conofciuto per gran maeftro , e divenuto competitore-
fcoperto del Bernini ; di cui , ficcome di mala voglia
fotfr d'efiqre anche per poco temj?o flato juafi fcolare ;
per-

DEGZI ARCHITETTI.

3oi

perche era fuo coetaneo , dacch il Bernini nato era il


d 7. dicembre del 1598. mefi prima di lui , god poi di
potere fpacciarfi fuo emulo, e d'aver forfe anche piu
commeffioni di lui . E di fatto ne ebbe molte, emoltiA
fime . Fece il difegno dell'abitazione per i PP. di S. Fi
lippo ; e coll'aflftehza fua fu fabbricata ; e con fua affiftenza , e difegno fi fabbric l'oratorio , e la fcciata . Fe
ce il difegno della chiefa del collegio depropagandafide t
q della'facciata,e furon condotte da lui maeftrevolmente,
come ognun vede : ma lafci imperfetti gli ornati delle
cappelle , e de' quadri , che furon poi colta direzione
del Fontana terminati . Fece edificare la fagreftia , la_
facciata , la cupola , e tutto il di fpra del cornicione
della chiefa di S. Agnefe in Piazzanavona ; effendo il refto del cavalier Rainaldi , ed il palazzo di Girolamo fuo
padre . R-iduflfe nel nobile , e vago ftato in cui fi trova
la chiefa di S. Giovanlaterano , e diede il difegno del
la facciata; ma non quello, che va rn giro prefentemente , che fi crede di Bernardo fuo nipote . Quefti fon
tutti capi d'opere , che acquiftar gli fecero tanta fama ,
e tanta ftima , che anche rl Re di Spagna , che medita
va di far aggrandire il fuo palazzo di Roma , gliene ordi
n il difegno , che quantunque non fi metteffe poi in
opera , piacque affai a S. M. , da cui fu onorato della_>
croce dell'ordine di S.Jacopo, oltre mille doppie di rega
lo . Volle onorarlo ancora della croce dell'ordine di Crifto il Pontefice, e per maggiormente moftrargliene il godimento,che ne aveva, mettergliela volle con ricca collaila d'oro al collo di propria mano,dandogli tre mila fcudi
contanti , ed un Vacabile di penfione; e fu fatta pubblica
mente la funzione ilddeVenzei di luglio dell'anno 1652.
nel palazzo di Montecavallo . Godeva in tanto i frutti del
fuo valore, e di fua fortuna il Borromini , ed in f non ca-
pea per le molte altre opere che doveafare . Affi/te alla

fab

503

fabbrica di S. Andrea tfclle Fratta -fer lo marchefe del Bafalo ; e fabbricar vi f la croce , la cupola , e la tribuna
avendo lafciato il modello de.1 campanile -, e d'ogni altra
cofa che refl imperfetta : Fabbric la chiefa , e moniftero delle monache della madonna de' /tte dolori a $ Pie
tro in montorio per la duchefTa Latera ; e della facciata ,
<:he rimafe imperfetta ne lafci il modello . S^ua architet
tura la cappella del cardinale Spada in S. Girolamo del
la carit ; -e fua la galleria , e la profpettiva cheii vede
nel palazzo : Sua architettura il palazzo del principe di
Scavolino a fontana di Trevi , e la fcala : Sua il por
tone del palazzo del principe Giuftiniani : Sua la cappel
la maggiore di S. Giovanni de5 Fiorentini di cala Falco
nieri , per cui ammodern anche il palazzo di Roma , e
fabbric a Frafcati quello della Rufina : Sua il cafino del
la vigna del medico MhTori fuori di porta Pia : Sua il
piccol tempio di S. Giovanni avanti porta Latina : E fuo
il difegno della cappella della Nunziata , che il cardinal
Filomarino fece coftruire in una chief di Napoli . Man
d anche fuori per commeffione precif di diverf altri
iignori varj altri difegni per varie fabbriche , e ne ricev
regali , onori , e ftima . Ma /embrando a lui affai poca
ri/petto alla molta , che gli pareva avefle il Bernini ; ed
efTendo certa fabbrica , che dovea effer condotta da lui ,
come quegli , che fatto ne avea il difegno , fiata data a_
condurre al Bernini , tanto f ne accor , e f ne afflifle 4
che per divertire la fiera malinconia , che l'opprimeva ,
rifblv di fare un viaggio; e 'f ne and in Lombardia,
Tornato poi in Roma gli torn anche la malinconia , per
cui cagione flava le fettimane intere frrato in caf fenza
mai ufcire, facendo per fempre nuovi difegni di groffe
fabbriche di.capriccio , e per genio . Cos s'andava egli
fvariando , e pafceva l'elevato fuo ingegno di nuove noJbili idee , di pellegrine invenzioni , e di vaghi , e biz-

zari

DEGLI ARCHITETTI*
ari penfieri ^ ed avendone fatta, copiofa raccolta , de-.
termin di farli tutti intagliare 5 perch veder fempre_j
poteflro gli emitli , ed i pofter te maravigliofe fue ope
razioni *. E men.treoch flava attorno alla bell'opera.^ ,
che era ftata con alcune ftampe , che prefentemente fi ve
dono, e vanno in giro, gi cominciata, fu nuovamente aCflito con maggior forza dall'ipocondria , che a tal lo riduffe. tu pochi giofni, che niuno= lo riconofceva pi pel
itofrmini, tanto era disfatto di corpo, e fpaventofo
(i i volto . Torceva in mille orride guife la bocca , ftralunava di quando in quando /paventevolmente. gli occhi ,
tratto, tratto qu*l indragato lione fremeva , e ruggiva :
Chiam il nipote a confulta i medici, fent il parere_
degli amici , lo fce pi volte vifitare da' religiof; e tut
ti unitamente conchufero , che non ft lafciafle mai folo ,.
che gli fi foglieffe ogni occafion d'applicare , e che in_>
ogni m<Io fi precuralfe di farlo dormire, acci rimette^
f-lo fiiiritaJn calma . Qjjefto-fu rbrdine prcifo, che eb
bero dal nipote tfervldori , e queflo e(Ti efeguirn . Ma
quefto che /gravargli dovea il male glielo accrefceva^imperoceh vedendo^ egli non ubbidito , perch, tutto ci
che chiedeva glh fi negala ,- eredendo che anzi che pefr
fo bene , foffeper iftrapaZ' ,dava.fpe(raf^efro in-ifmanie maggiori,e l'ipocondria fi cangi in progreffodi tem*
p-ircoppreflorie d petto, "in* efftti afmatiei , ed-in una
fjteeie riteiroft df ffenefih^Erafi finalmente gettato unaIfera nel'cuore del. lblli<Mienfiai 'letto, e dormiti non^aveva,
afftc0^un'traj ,; che defatfi? chiam il fervidotfe affiftente,
egli chiefe iPlume, da-^crivererDicendogl'iLlrvidore,
che ci gli etfa fiato' proibito da' medici , e dalnipfe. , fi:
fimi / a: letto, eproccurdi ridormire; ma non poten
do^, cominci a1 ravvolgerviff in- quell'ore calde , ed info^rate colle 'foUw fhiaiie ,, fint fu /ntito- /clamare , fe
dire : E quando mai finirete; ff affiggermi o meifuncjlt

$04

VE

fenferi Quando I*animo mo cejjer'a d''agitar/i'?


partiran da me tantepene ? Cerco ilfanno , e non lo tro-<
DO ; parlo collafamiglia , e non m 'intende ; cheggio il lu
me , e non lo vedo ; vogliofcrhere , e mifi niega , bramo
difollevarmi , e nonpeffi ; 0/00 la quiete , ? <?# lafpero ;
fggfl /a; ^(?r/^ , tf #<?# ?/ prende ! Chefa iopid in queftcL
cruda> ed efecrabil vita? E furibondo alzatofi corfe a pren
der una fpada , che per fua fventura con poca avverten
za di chi lo /rviva, ftava ivi fvra d'un defco, e rivolto al
pavimento il pomoJfenz'altro dire , o riflettere , fi lafci.
barbaramente cader fopra la punta , e mi/ramente fi tra-
pafs da .banda a banda allo 'nfu verfo ia fchiena . Corfe
il frvente al rumore, e vedendo il crudo fpettacolo,
chiam gli altri in ajutoa e cosi mezzo morto j e fvenato
tutto coperto di fangue lo rimifero a letto , e tofto cercaron del medico , e del cerufico.. Conofcendo egli allo-
ra d'efler veramente giunto al fine di fua vita ; e da quel
la fletta morte , che difprezzava lontana , da vicino atter
rito , ed inficine illuminato, ordin che gli fi chiamafl il
confeffore , quindi fecei teftamento ; e dopo poche ore
con fegni di fanta contrizione il d 3. d'agofto dell' anno
1667 1667 pafs a miglior yita.. ta/ci erede del ricco-capi"""" tale Eiernardo fuo di fratello nipote, col vincolo di pren-*
dere una delle nipoti di Carlo Maderno per moglie , cin*
queceqto fcudi al fervidore, :che negato gli avea il lume ,
e da fervere j -per puro defideriq di fuaialute , e due mila
fcudi eoo tutti gli argen i ' e}le due collane d'oro, cui
ftayano appefe le due croci , che aveva avute dal Re di
Spagna , e dal Papa 9 come fi detto da me di fopra , al
cardina) di Carpegna ,, e fece divert altri legati . Volle
che il corpo fi portafle a S.Giovanni de' Fiorentini, e che
ivi fenza effereefpofto,e fenza alcun'altra pompa nella /poltura dell'anzidetto Maderno fofTe fepolto . Fu di tem
peramento fano 3 e robufto , di non brutto afpetto , benrche

DEGLI ARCHITETTI.

305

che torbido alquanto , e capricciof , alto , pieno , e


nerboruto , nero di crine , e bronzino di faccia , caftoj
ed illibato ; e conferve fin all'ultimo l'innata nobilt del
generofb fuo tratto , e del fignoril fuo animo . Veft tm
pre di nero , e quafi alla fpagnuola , ma con parrucca^ ,'
e bafette . Fatic continuamente con irvifcerato amore
verfo la profetinone ; n difprezz mai le fue convenien
ze , e il fuo decoro . In materie d'interefTe era affai dilicato , non dimand mai prezzo di fue fatiche ad alcuno 4
n volle unirfi mai co' capimaftri per isfuggire ogni om
bra di fofpetto d'intelligenza , e di partecipazione . Gra
d fommamente i benefizzi , n fi rimafe neil'occafioni di
dimoftrarlo . Perci lafci al prefato cardinal di Carpegna i due mila fcudi , gli argenti 5 e le collane : Perci
ricever non volle dal cardinale Spada una bella credenza
d'argenti , che gli mand a regalare ; e molto gli difpiacque , che con iftratagemma lafciar gli faceffe poi fpra un tavolino di fua camera una cedola di grofla fomma
in contraccambio , che ftette fullo Iteffo tavolino alcuni
mefi , e fu dopo la morte fua efatta dal nipote . bbe_j
troppa gelofia de' fuoi difegni , e per timore, che non
fi deffero fuori da altri proreffori per proprj , e che da'
medefimi non fi mutalfero , li fece tutti prima del morir
fiio bruciare . Ricus di farne a loro concorrenza , di
cendo che non gli parea conveniente il metterli al ci
mento del paragone con pericolo di rifiuto , e di biafimo , allorch foli ricevevano tutto l' applauf . Quefti
furon tra gli altri i ricordi che dava al nipote , che fu 1'
unico allievo , che volle fare . Ma come quefti era , quan
do quegli mor nell'et de' vent'anni ,poco avea operato,
e meno oper poi i perch eflfendofi accafato con Madda
lena figlia di Giovanna Maderni, e del capitan GiovanfrancefcoPupi,tutto fi diede agli affari domeftici,ed a go
dere i pingui avanzi lafciatigli dal zio , finch nel d 25

Qjl

gen

VITE
gennajodel 1709. egli pure mor , e fu /polto alla Ma
donna del popolo . Lafci tre figli Lodovico , Giufeppe
e Pietrantonio : Lodovico entr nella religione Benedet
tina, ove tra i monaci di S. Paolo di Roma vive prefentcmente , e gli altri due ancora fcapoli abitano in una buo
na cafa alla falita di S. Onofrio , e comodamente di loro
entrate fi mantengono .
DI CARLO RAINALDI.
1 1 pochi , e forfe di niun architetto fi
veggiono tante fabbriche in Roma_, >
quante veder ce ne fa il Rainaldi . E f
rare volte ricevono dell'opere loro le
acclamazioni i profeflbri nelle lor pa
trie , egli molte , e moltiflme ne ri
cev nella fua . Ed io che di quefte , e di quelle_
nello fcriver la vita di lui dovr trattare, fe non po
tr far menzione di tutte , proccurer almeno , che
non reftino occulte le maggiori . Di Girolamo chia
ro architetto anche da metterf a paragone col figlio ,
\6i i nacque egli negli anni idi i. in Roma : ftudi al collegio
"""Romano l'Umanit: alla Sapienza la geometria: l'ar
chitettura fotto la difciplina del padre . Era ancor gio^
vinetto allorch cominci a dar faggio di fuo valore con
alcuni be' difgni , che fece per giardini , per fonti , e
per fuochi artificiali . N guari pafs , che molti fe_j
ne videro anche per fabbriche ; di modoch null'altro
all'ammaeftrato garzone mancava , che chi principiaffe a metter in opera le fue giovenili s , ma ben fon
date invenzioni . Tofto gli arrife in guifa fpecial la_>
fortuna ; condoflcen moltiffmi furon quegli , che_
nel tempo medefimo gliene diedero le commeffoni .
Qualch'anno impieg egli in quefte , tuttoch non fofTe-

ro.

DEGLI ARCHITETTI.
ro di gran confeguenza , finch impiegato fu da Innocenzio X. in una di molta confiderazione . Voleva egli far
riedificare l'antica chiefa di S. Agnefa in Piazzanavona
celebre per lo fito , ove fece la fanta tanti miracoli , e ^
ipecialmente per avervi rifufcitato l'eftinto figlio del pre
fetto di Roma , e verfo il Rainaldi rivolfe lo /guardo ,
ed a lui dopo aver lungamente difcorf /co ne diede_j
l'ordine principale . La fabbrica dunque della chiefa fino
al cornicione , i due campanili , e la lanterna della cu
pola fono architettura del Rainaldi , che gett le fon
damenta , il refto del Borromini , fccome nella di lui
vita accennai ; giacch la fabbrica del palazzo contiguo
opera di Girolamo padre del medefimo Rainaldi , il
quale gi affai ben veduto dal Pontefice era da lui fpeflf
chiamato , ed introdotto a fegrete conferenze . Ardeva
allora piucch mai il fuoco , che gli emuli del Bernini accefo avevano molto prima per la nota fabbrica de' cam
panili di S.Pietro; e molto il fuppofto pericolo , che
la facciata avefle patito,' e che potefle anche cadere,
l'agitava. E quantunque il Rainaldi proccuraffe di far
gli conofcere T infufiftenza del rapprefentatogli dagli
emuli di quel gran profeflfore , e che S. S. temeva ove timor non era , rifblv di deputare una congregazione de*
pi efperti architetti, e di quefti il Rainaldi fu capo.
Intervenne egli dunque tmpre a tutti i congrefl in un_
cogli altri profeffori , e co' cardinali deputati . Quindi
dopo molti difcorfi contrarj non meno , che favorevoli
all'opera , fu rifoluto per maggior ficurezza della faccia
ta, e per ornamento pi bello, che ognuno degli archi
tetti ne faceflfe un difegno ; e il Rainaldi fece il fu o , che
/pra tutti gli altri piacque con ragione al Pontefice j
perch niun meglio di lui avea trovato modo d'ornarla ,
e d^allegerirle il pefo, che era ci , che bramava verainente il Pontefice . Imperocch fondar fi dovevano fe-

Qq 2

condo

3o8

VITE

condo iidfegno i campanili fu ipilaftroni principali del"


la medefima , e per allegerirla , levar fi doveva un or*
dine antico fatto dal Rernini a' campanili ; ed in cotal
guWa reftava pi fvelto , e gentile l'ornato , di maggior
accordo colle cupole laterali , di pi armoniofo concer
ta con quella di mezzo , di minore fpefa , e di maggior
faldezza i fondamenti , a che per verit niun altro avea
penfato . Soddisfattiflmo di tali progetti il Pontefice_j
ordin al Rainaldi , che facelfe un difegno per l'anfitea
tro , che far fi doveva nella gran piazza j e ne fece fina
a quattro; e per maggiormente dargli nel genia ne fece
anche i modelli; l'uno quadro, l'altro sferico , l'altra
ellittico r e l'altro efagono", tutti per circa l'ornato
uniformi, e pieni d'abitazioni fopra il portico ,. cheli
circondava per uf della famiglia , e del conclave - Ma
ninno ne fu mefifo in opera ,. perch mor Innocenzio , e
di niunofervir fi volle AlefTandro fuo fucceflbre . Non_i
iftava trattanto il Rainaldi oziofo ; imperocch falito
gi all'auge del credito , e della ftima , malte bell'opere
avea fra mano , ed a molte aflfteva . Con fua direzione
fu fatta la fabbrica della cappella dell'altar maggiore di
S. Girolamo della carit : con fua direzione il fepolcro
del cardinal Bonelli eretto fopra la porticella della chief
della Minerva , donde s'efce per andare al collegio Ro
mana: con fua direzione il blliflmo ciborio dell'altar
maggiore della chiefa della fcala ; e quello dell' altar
maggiore di S. Silveftro in capite : con fua direzione_
l'altar maggiore , e la cappella di S. Antonio di Padova
in S. Lorenzo in lucina : egli ammodern la cappella de'
Mancini in S. Maria d'Araceli , e rifece del tutto l'alta
re : egli riftor, ed adorn d'ordine del cardinal Lauria
la chiefa , e la facciata di Samiapoftoli , che fu poi per
.euove crepature per la debolezza antica de' fondamenti.,
la. fragilit delle mura, che anche pofavano, inu

fai-

DEGLI 'ARCHITETTI.
falfo, riedificata in principio del corrente fecolo dal Fon
tana . Egli rinnov la cappella maggiore nella chiefa del
le monache Benedettine di S. Anna . Egli coltrili la cap
pella Spada in Chiefa nuova. Egli comp la chiefa di
Ges , e Maria al corf kfciata imperfetta da Carlo Mitanefe , e vi fece la facciata , l'altar maggiore , e varj
Spolcri . Fece nel medefimo corfo il difegno per la fac
ciata di S. Carlo ; ma i direttori non f ne fervirono , e
vollero, che fi rabbricafle con altro fatto da profeffori pocoefperti; dimodoch quefto bel tempio piantato da_>
Onorio Lunghi- alzato dal figlio Martino, coperto,
ed ornato dal Cortona, fi fin per fua fventura da un pre
te , e da un cappuccino . Fece il difgno dell'altare ove .
dipinto il martirio di S. Liagio nella chiefa di S. Carlo
de' catenari : fece il difegno della cappella maggiore_
nella chiefa delPAngiolcuftode : fece il difegno , e maeftofamente cortdufTe la facciata di S. Andrea della valle ..
Riedific da' fondamenti la chiefa della compagnia del
Suffragio y e v'alz la facciata , e due cappelle . Termi
nati non avea ancora detti lavori , che ebbe ordine da_r
Aleffandro VII. d dar principio alla riedificazione della
chiefa di S. Maria in campitelli , a cui indcfefiamente__9
applicando, tanto piacque al Pontefice il lavoro della fab
brica , e l'invenzione del difgno della facciata , che con
cep particolare ftima di lui ; e lo fped alle Chiane con
monfignor di Carpegna , per le differenze che gi infr
te erano tra la fanta Sede , ed il Granduca . E quivi egli
lette nuovi faggi di fuo valore^ ed avendo uniti in ua_>
bel libro i difegni , i livelli , le piante , ed ogni altra cofa fpettante a quell'affare , io prefent nel fuo ritorno al
Pontefice , che ne. reft foddisfattiflmo ; e gli ordin che
metteffe marra alla fabbrica dlie due chiefe della Madon
na di Montefanto , e de' Miracoli al Popolo , di cui ave
va gi fatti, i difegni ^ che oggi pure fi vedono in iftam

3iO

VITE

pa , avendo fatto fabbricar dentro la prima anche la cap


pella degli Aquilanti . Mor Aleflandro , e gli fucceffero i
due Clementi . Per la breve vita del nono niente operar
pot il Rainaldi d'ordine fuo, mentrecch vifTe, e conduffe folo in S. Maria maggiore il fepolcro dopo fa morte.
Molto oper pel decimo ; imperocch oltre all'ordine
datogli di perfezionare la chiefa di S. Maria in campitelli, gli ordin che aflftefle alla fabbrica della parte efteriore della tribuna della chiefa di S. Maria maggiore , che
riccamente orn con fio difegno . Avea gi patito , e
minacciava ruina la chiefa del fanto Sudario de' Piemontefi, quando da' Superiori fu pregato il Rainaldi a ridurla in miglior forma , e la ridufTe nello ftato in cui prefentemente fi vede . Se tanto egli oper nelle chiefe per Ro
ma , non meno oper certo per la medefma in altre fab
briche . E f tanto egli oper in chiefe , ed in altre fab
briche per Roma , pi ancora mi fi dice , che operafle co'
fuoi difegni per fuori . Ma la difficolt , che ho trovata
in aver le notizie, mi permette di far folamente menzione
di poche . And a Ronciglione , e vi la/ci il di/gno del
duomo , che vi fu poi fabbricato : And a Monteporzio ; e d'ordine del principe Borghefe fabbric il belliflmo tempio nel caftello , e nel palazzo il nuovo apparta
mento terreno : And a Frafcati , e d'ordine del medelmo principe elev , ed orn il giardino /greto di Mondragone ; e volle che uno ne faceffe a Villapinciana , ove
fi vedono altre fue belle , e bizzarre invenzioni . Mol
to fu impiegato da Carlemanuel di Savoja per le fabbri
che di Piemonte ; e molto dal cardinal Maurizio nel tem
po che flette in Roma; ed oltre i riguardevoli donativi
ricevuti pi volte da loro , ricev anche l'onore della_>
croce del nobil ordine de' fanti Maurizio , e Lazzaro
.avuta dalle fleffe mani del cardinale , che fece h funzio
ne pubblicamente . Serv di varj difegni il Re Luigi > e

con-

DEGLI ARCHITETTI.

3n

concor/ in quegli del palazzo del Louvre col Bernini , e


col Cortona . Regalollo il Re in fegno di gradimento del
proprio ritratto riccamente temperato di diamanti
Quefto quanto ho potuto faper con certezza , che egli
abbia fatto per fuori , e con quefto finir di parlare di fue
architetture , e parler d'ogni altra cof che neceflfaria fia
al compimento del racconto . Grande era , come ognun
pu credere la firma , e Fapplaufo , che per tante belle
fatiche s'era acquiftato il Rainaldi nella patria j e tanto
grande era , che i primarj (ignori fi pregiavano d'inter
venire nelle fue domeftiche , e famigliari converfazioni r
e d'ufcire con lui la fera a panneggiare ora per una villa_> v
ora per un'altra fuori delle porte, e di ritornar poi feco a
cafa neii'iftefle fue converfazioni. Era continuamente_*
regalato de' pi rari , e fquifiti commeftibili , che capi
tavano nelle piazze , e fvente anche delle gioje pi preziofe , che fi trovavano al Pellegrino . Chi gli propone
va partiti vantaggiofi.per accafarfi : Chi gli efibiva pofti
onorevoli per innazarlo : Ognun gli faceva cortefie per
eflfergli amico . E f quefte difttnzionr , e finezze riceve-
va giornalmente da' pi diftinti perfonaggi , maggiori
ne ricev dall'alta generofit de' Pontefici , che in tem
po fuo faliron fui trono a governare la Chiefa . Eb
be tuttocch giovane un'annual pendone da Innocen*
20 . Tutte le grazie che chiefe ottenne da Aleflandro :
Lo regalarono pi d'una volta largamente i due Cle
menti : Ed affai lo ftim, quantunque, non avefTegran
genio alle fabbriche , il venerabile Innocenzio . Maraviglia dunque non , che egli aveflfe di ricchi addobba
menti ornata la cafa , e di groffe fomme di doppie riem
piute le borfe . E pure maraviglia ella fu , che per i conti
nui non mediocri difpendj, a cui lo portava la fignoril fua
generofit, riempiere le potefTe.Imperocch teneva caval
li in iilullaj fervido: i in lala 5 carrozze nelle rimeflfe, e tut
ta

3i2

VITE

ti infieme componevano un nobile , e beh intef treno .


Veftiva panni Sniffimi , era affai vago di biancheria , e
la menfa non parca , n mai apparecchiata /blamente per
lui . Ma o che foffe la cura foverchia , che egli aveva di
fa falute , che bene fpeffo inganna gli avidi di viver lun
gamente , o che fofle la fcelta rarit del companatico , di
cui fi cibava , che pi affai del comune al viver pregiudi
ca , o che foffero gli anni , che finalmente con ugual fato
tutti ugualmente a morire conducono , cadde ammalato .
Corfero fubito i medici -co* rjmedj : furon fempre pron
ti gli amici coll'affiftenza : fi fecero replicate confulte_
Goll'intervenimento di perfnaggi ; e tutto fu vano ; per
ch giunta era l'ora . Imperverfando perci fempre pi
di giorno in giorno il male , mor nel decimoquarto agli
8. di febbrajo dell'anno -i 69 1. dopo breve agonia coro
pii , e cattolici fentimenti conforme era viffuto * Ecco
come finifcono le glorie di quefto mondo , che di niun_
prezzo fono nell'altro j ove il pezzente pi vile quel
che pi confiderabile , anche il pi infame manigoldo
far , ( muore pentito , figura fenza paragone maggiore
del pi gran potentato , fe morto fia impenitente . Fu il
cadavero portato dalla parrocchia della Madonna del po
polo , in cui vicino al Babbuino abitava , alle Stimate , e
con ifplendida pompa feppellito . Lafci del non medioere fuo capitale erede ufufruttuaria la /orella carnale_j ,
che era monaca in S. Apollonia, e dopo la morte fua_j
la nipote figlia d'altra forella carnale , che mor prima
di lui . Si marit' poi la nipote , ed effendo morta lafci
una figlia , che fi marit ella pure , -ed ha avuti diverfi fi
gli , che vivono ancora . Viveva, quando Carlo mor , un
fuo fratello cugino , che fi chiamava Domenico , che attefe egli pure , ficcome molti altri de' fuoi antenati , nel
modo che dir per pi diftinfta notizia dell'opere^
fotte da ognuno di loro , alla profejfione dell'architet
tura.

DEGLI ARCHITETTI.

ftg

Imperocch architetto , e pittore fu Tavolo


Adriano , che con fuo difegno f coftruire l'altar maggiore di S. Luigi de' Franzefi ; e dipinf a frefco nel co
ro i laterali . Nacquero da lui Tolomeo, Gio. Batifta , e Girolamo j e tutti tre efrcitarono la medefina
profeflone d'architettura . Stette Tolomeo fotto la difciplina del Buonarruoti ; ed oper non poco nella ci
vile , e militare . Si dilett anche di profpettiva , ed
ebbe nome di gran dottore, e filofofo . Part da Roma
per trasferirli a Milano ; ed effendo flato fatto archi
tetto della real Camera , vi prefe moglie , e v' eb
be due figli Domizio , e Giovanleo , che furon affai
bene iftruiti nell'architettura da lui . Gli fuccederono
nelle cariche , molto operarono nelle fortificazioni della
citt , e dello ftato , e cangiato il nome del padre in co->
gnome , furon poi fempre chiamati i Tolomei . Rimafe in
Roma Gio. Battila , e molto oper per la cafa Orfni ,
di cui era architetto . Fu anche architetto della congre
gazione del Buongoverno ; e fu fpedito a Ferrara ad a
lftere a quelle fortificazioni , Tornato in Roma fu /pedi-.
to a Velletri , vi conduffe l'acqua , e vi fabbric la fon-'
tana . Ritorn in Roma 3 e fu fpedito al Borghetto aJ
dar principio alla coftruzione del ponte, che compito
pofcia da lui , ebbe il nome di Felice . Molte altre fabbri
che fece dentro , e fuori di Roma , ove dipinf eziandio
qualche poco perch dedito era anche alla pittura . Vi
fi accas , e lafci un figlio , che fi chiam Domenico ,
che applic pure all'architettura , e alla pittura /tto la
direzione prima dell'Arpino, poi del Cortona . Dipinte
a frefco in S. Lorenzo fuori delle mura una nave laterale,
ed a olio la cappella Nunez in S. Lorenzo in lucina . Fu
egli pure architetto di cafa Orfni , e d'altri perfnaggi
di Roma , i quali tutti in varie fabbriche l'impiegarono .
Rimafe altres in Roma Girolamo 7 che nato era del

Rr

1570.,

314

VITE

1570. , ed applic parimente all'architettura , e fu de


gno padre, fccome di (Ti, del noftro Carlo . Ebbe Do
menico Fontana per maeftro : fi diede quantunque gio
vane con alcuni be' difegni che fece . a conofcere per pro
vetto, e lo mand a Montalto a edificare una chiefa il
Pontefice Sifto , che lo tenne fatto fua protezione fin
ch vifle . Fecelo fuo architetto il fnato di Roma, per
cui gett immediatamente le fondamenta d'uno de' por
tici della piazza di Campidoglio ; e comp l'altro non_
interamente finito da Michelagnolo . Fecelo fuo archi
tetto Clemente Vili. , e lo fped per l'accennate dif
ferenze alle Chiane . Fecelo fuo architetto Paolo V. ^
e Io fped a coftruire il porto di Fano . . Tornato, in Ro
ma affift alla fabbrica dell'altare della cappella Paolina in S. Maria maggiore ; ed adorn con fuo djfegno la
chiefa , e facciata di S. Pietro per la fefta della canoniz
zazione di S.Carlo, che pur oggi fi vedono in iftampa
con intaglio del Grcuter . Di lui fi fervirono i Gefuiti
nella fabbrica della loro abitazione della cafa profeffa j e
lo fpedirono pofcia a Bologna a fabbricare Ja chiefa di
S. Lucia per quel loro collegio; ove ebbe occafione di
fare altre fabbriche . Quindi pafs a Parma al fervigiodeiduca , e l'impieg nella fabbrica del palazzo nuovo ,
che per la di lui partenza non fu finita . Ritorn in Ro-.
ma chiamato da Innocenzio X., ed and fubito di fuo or~
dine in compagnia di monfignor Corrado per la fconda
volta alle Chiane .. Tornato in Roma fu da' padri Scalzi
mandato a Caprarola per la fabbrica della lor chiefa ; e
poco dopo dal principe Borghefe a Frafcati per quella del
fiio palazzo . Aggravato intanto dagli anni 4 fu coftretta
alafciare i lavori; e quindi forprefo da mortifero ma-s
te, alafciare ne' 165 5- anche il mondo. Fu funtuofamentefepolto in S. Martina, avendo lafciatomoltiffimi
avanzi a Carlo fuo figlio 3 ed all'architettura * e4 a Ro
ma.

DEGLI ARCHITETTI.

315

ma quell'eccellente profeflre , che da me ftafo delcritto . A lui dunque dopo s lunga , ma neceffaria digre
fone tornando , dir , che fu ottimo di coftumi , e con
fervo fino all'ultimo la caftit ; e perci non prefe mai
moglie . Faceva continue limoline , e frequentava fpe
f le chiefe , particolarmente quelle ove era efpofto il
Santifiimo , a cui ebbe tanta divozione , che di tut
te le gioje , che fi ritrovava , fenza aver avuto riguar
do neppure a quelle , che gli regal il Re di Francia ne!
fuo ritratto , come di fopra accennai , ne orn un belliA
fmo oftenlbrio , e lo don vivente alla confraternita_
delle Stimate , di cui egli era , e volle , che avefife do
po morte anche la croce, che portava al petto, che_*
prefentemente ad altro oftenforio appefa. f vede neli'
efpoftzioni . Fu grato verfo i profeflbri , e gli amici ;
e proccur lempre d' ajutarli . Am il parlar libero,
e (incero , ed odi le finzioni . Era affai ben fatto di
corpo , alto , fvelto , e deftro , bianco , candido di
volto , con nafo lungo , e larga fronte , molto avve-.
nente , fmpatico, e gioviale, venerando, egraziof.
Piacevagli eftremamente la mufica , e fonava a perfe-.
zione varj ftrumenti , particolarmente l'arpe doppia , e
la lira. Difegn ava da pittore, inventava con fecondia ,
efeguiva con facilit , ed ornava con fodezza . Ebbe in
fomma tutte le qualit , che aver deve un bravo 3 efperto,
d ingegnofo architetto ,

Rr 2

VITE
DI GIO. ANTONIO D' ROSSI:
E vero e , come veriflmo , che delle
tre belle arti della pittura , della fcul-,
tura, e dell'architettura padre ne fia_j>
il difgno , e che qual primogenito fi*
glio all'ultima il primato fi deggia , niu_^___^____ no fenza eflere in eflb perfettamente_
fondato creder li dovrebbe , che divenir potefle bravo ar
chitetto. E pure Gio. Antonio de' Rofl , le cui belle_>
fabbriche al pari dell'altre fignoreggiano in Roma e
fon regolate , e graziofe , non fapeva troppo ben difegnare ? Quefto fuo difetto per fi fa da noi per tradizione di
chi l'ha veduto operare , e conofcer non lo poflamo dall'
opere, che difegnate fono a perfezione. Imperocch non
avendo avuta la mano cos ubbidiente , ed efatta , che
fcondar /apefle , come voluto avrebbe gli alti > e nobi
li pen fieri della fu-a mente, ad altri ricorreva per farli de
lineare , e poi da f al gufto fuo , e fcondo il proprio geuio li riduceva - N qui finifce la maraviglia , che reche^
l a' pofteri la vita di quefto ammirabile artefice j poicch divenne , ficcome or or nell'orditura del raccontodir , eccellente fenza maeftro . Dalla terra di Brembato
diocefi di Bergamo fi port giovinetto Lazzaro de' Rofli
(n Roma , ove ftato qualche tempo vi prefe moglie , e
r\616 v'ebbe del 1616. un figlio , cui pof nome Gio. Antonio*
che il medefimo , di cui ho io ora imprefo a fcrivere .
Mandollo il padre fubito che lo conobbe atto a poter im
parare , a fcuola da un fcerdote fuo amico , che non lun->
gi da caf fua abitava : Quivi apprefe a leggere , ed a ieri-
vere , ed i primi precet tirella gramatica . Ma vedendo il
maeftro , che lotto di lui niente pi apprender poteva ,
configli il padre a mandarlo al collegio Romano,ove ftutfi l'umaniticla rettorica. Quindi vedutafi l'ottima in-

dole,

DEGLI ARCHITETTI.
dote, la vivezza , e la difpofzione del gravine da certo
Peparejli architetto non molto conofciuto, che era ami
co confidente del padre, gli dimand il figlio per iftruirlo.
nella profeffione , che glielo conced . Da quefto ebbe
Gio. Antonio i principj} ma. vedendo il poco-profitto che
vi faceva j. e non volendo per altro abbandonarlo', per
ch ben conosceva l'amore che gli portava , per metterfi
btto la direzione d'altri , che pur ve n'erano eccellenti^funi, cominci a ftudiare da f, e col vedere , e rivedere le
fabbriche pi belle , che efl facevano, e le fatte prima da'
loro precettori, divenne quell'efperfo, ed eccellente maeftro, quale le molte, e molto riguardevoli opere , che fece,
e. che andr ora nominando , lodimoftrano.. Affift allafabbrica del palazzo Celfi vicino al Ges , e vi fece il por
tone , e la /cala . Ammodern la fabbrica del palazzo
Nari a Campomarzo ; e mut la fcala, il portone., ed il
cortile .. Gett i fondamenti del palazzo d'Afte al Corfo,.
l'alz, lo copr, e k> termin. Edific il palazzo Al
tieri fulla piazza del Ges, quello d'Aft aldi a Araceli y
e quello di Muti ivi vicino . Fabbric il palazzo Baccel*
li a' Cefarini ,, quello di Baldinotti alla Sapienza , quella
di Nunez a ftrada de' Condotti, quello di Gomez a ftrada,
della Croce .. Fu fatto architetto di S. Jacopo degli Spagnuoli,e fece i due coretti degli organi nella chiefa,e quafi tutte le cafe a eflfa contigue . Fece lo -(pedale delle donne aS. Giovanlaterano, e la cappella di S..France/conella chic/a . Opera fua la chiefina del monte della Piet :
Opera fua la chiefa di S. Maria in pubblicolis : Opera'
fua la chiefa di S. Pantaleo . Sua architettura la chiefi
della Maddalena., che lafciaf a imperfetta da lui , fu ter
minata da altro profeffore non molto bene :;Sua architet
tura fi la chiefa della Concezione delle, monache di
Campomarzo : Sua architettura la chiefa di S. Rocco a
Kipe.ua, MoUe altre, fanole ohiefe^che ha rilbiateiMol-

ti

gii

VI

ti gli altari , che ha per entro elevati : Mohiltmie le fab*


briche che ha aggrandite : nnumerabili le cafe che ha_
edificate . Servi attualmente d'architetto i prfmarj perfonaggi di Roma , e tale fu eletto da' luoghi pii pi ric
chi ; e fu da quefti , e da quelli diverfe volte mandato
fuori a far fabbriche ; e tiaomata quella che fece coftruire nella contea di Carpegna . Con tante belle , e_*
continue fatiche avea ammaliata gran quantit di dana
ro , e celebre era divenuto , e dentro , e fuori di Roma
anche in parti remote il fuo nome . Aveva lo ftudio pienodi rare cofe , abitava una cafa ben tapezzata , numerofa era la famiglia, teneva carrozza , faceva buona_>
favola , ed affai civilmente fi trattava . Ma molto l'in
quietavano alcune fue indifpofizioni , e la vecchiaja_, ;
n poco l'affliffe la morte d'una forella , che teneramen
te amava , quandunque ella pure vecchia foffe , e che
continuamente di fue indifpofizioni fi lagnafflfe . Molto
s'affliggeva altres per vederli fenza fucceffione , e fenza prole , che una delle pene pi crude , che d'ordina
rio affliggono i vecchi , maffmamente quando fon ricchi*
Tastacen que' figli , che o col non accafarfi in giovent,
da alcuni non fi curano, o nell'efrfi accafati fi difprezzaITO , fi cercano, e fi fofpirano nella vecchiaja . Quindi crefcendctgli femprepi le indifpofizioni , e gli anni , ed andiindo di giorno in giorno maggiormente di male in peg
gio , vedendof quafi condotto al fine ., cominci a pen/are feriofamente alla morte . And a trovare il P. Oli
va Generale de' Gefuiti , che era fuo grande amico } e__
lo preg a volergli concedere il fito per una fepoltura_.
nella <?hiefa del Ges , e gliel'affegn per farvela . Ringraziandonelo vivamente Gio. Antonio , che anche nelle
cofe pi importanti , e pi ferie vi tramezzala alle volte
le facete , ifoggiunfe : ' ben dovere reverendi/fimo padre ,
the uji architetto par mio , dopo che ha fatte tante emi~

nen-

DEGLI ARCHITETTI.

3 t?

tentifabbriche injttijgnoriliper altri ^ pwfi &farne un a


per fi fittemi in una buca : e da lui fi. parti ; ma eflendo fUto indi a paco da nuovo male forprefo non pot
farla fubito . Guarito poi ebbe varie occupazioni , che lo
diftraffero . Quindi inferm gravemente Agnef del Be->
ne fua moglie , che eflndo addi 24. di marzo del 1686.
paflata a miglior vita , lo lafci per alcun tempo inconfo-
labile ; n per altri penfieri , che il divertirono , tuttocch ftefle ben di falute , pens pi a farla . Ma_
caduto dopo alcuni anni di bel nuovo ammalato , no
preferire la forma nel teftamento , efpreflamente agli
eredi ordinando, che fubito /guita la fua morte fi Tacefle , e che vi fi trafportafle il corpo d'Agnefa , che
nella medefima chiefa era ftato fepolto . Fece molti
legati , ed iftitu eredi univerfali del grofTo fuo valfente ) che a/cendeva a pi d' ottanta mila fcudi tut
ti guadagnati colla profeflone , gli fpedali del fantiffimo Salvatore ad Sanala Sanfforum , e della beata^.
Vergine della, confplazione , con obbligo d' impiegar
parte dell'entrate in fovvenimento de' poveri infer
mi, ed il refiduo in tante doti da darfi a povere, ed
onefte zittelle per.elemofina E perch fi defife alla vo
lont fu a piena , e pronta efecuzione , volle, cheilcar-dinal diCarpegna, il marchef Santacroce , e Tiberio
Cenci ne foffero gli efecutori^ colla facolt al primo di
poter nominare ogni anno due zittelle, alle doti , ed una
per uno durante la vita d'ognuno agli altri due . Fece__
ifutfeguentemente due codicilli con divedi altri legati,
ed in ifpezie a Francefco Pozzoni , e a Carlantonio
Terzaghi fuoi difcepoli , a' quali, lafciato avea diverfe
altre robe nel teftamento , che in un co' codicilli tra
i rogiti del Paccichelli notajo capitolino fi confrvano .
Tanto avanzar pot colle proprie fatiche, un architetQ ! Ta^to avanzar potrebbero altri limili artefici oggi
d;

320

VI

d ; f Pefempio delle ricchezze avanzate da quello fingolar maeftro, ferviffe ioro di ftimolo per imitarlo nella
maeftria. Imperocch effondo l'architettura delle tre_-*
belle arti la -pi necefTaria; ed avendo di effa in pace
non meno , che in guerra piucch d'ogni altra bifogno e'
fvrani , non permette mai , che reftmo fenza avanzi ,'
fenza onori ,e lnza ftima i fuoi valorofi profeflbri Fat
to il teftamento , fatti i codicilli , aggravando fempre__*
PIU il -male, mor finalmente a' 9. d'ottobre dei i do5,
Gio. Antonio , e fu nel modo prefiffo da lui nel teftamen
to portato , .esofto , e fepolto con giudiziofa , emodefta decenza nella fuddetta chiefa del Ges il fuo corpo,
ove flto lapida di marmo colla feguente ifcrizioue ri-

D. O. M.
Wc jacet Jo. Antonini de Rubeis Romanusfama proltatis
Architeffi.perinde claruspatrimoniumfat'n amplii laborib,
Suh honefte partuw inpuellarung dotem relquit
Cauta* alien pudiciti<e quia cuftos integcr fune
Agnetem dt Bene olm conforter tbaiami mox , & -ciner'n
Volutt memoria celiati benefiziifupra tumulum rscafata
Cuftodei tamen Archiofp. SS. Salvatoris ad San&a Sanffor*
Et SS. Conf.bgredeii& admnijlratorcs monumenti}pofiterc
Mnus gratifaati bemfa&oris modejlite : .
Piuspietatiapudpofterosmanfura.
' \ T
y

Piccolo egli era di ftatura , magro , ed adufto , ma vivo,


e tutto fuoco, calvo, e canuto, ed alquanto fevero d*
afpetto . A-veva gli;occJri incavati , acuti, brillanti , e_-
bianchicci: il nafo lunghetto pendea nell'aquilino , e
portava le bafette . Parl fempre libero , e difle il /o
fntimento con franchezza . Non ebbe fogge7.iotie d'al
cuno 3 e ne' congrefl parve altiero j e dii(prezzante_u V
tan-

DEGLI ARCHITETTI.

32*

fantocch gli altri profeflfori non troppo inclinavano a_,


conferire con lui; bench foffe per altro cortes , generofo , e pieno di convenienze . N voglio lajfciar di rac
contare a quefto propofito una nobil'azione fatta da lui
al pittore Bacicelo . Offeriva quefti a una cala , che fi
vendeva allo'ncanto , e v^offeriva quegli altres : Reft a Gio. Antonio per trafcuraggine di Bacicelo, che__a
pronto non fu prima della deliberazione a coprire Pultima fua offerta ; ma molto f ne rammaric , perch mol
to gli piaceva , e perch ftabilito gi aveva , come era_.'
capaciffima , d'andarvi con tutta la famiglia ad abitare .
Pens di fare offerire a Gio. Antonio qualche non picco
la /tnma di danaro di pi di quello pagata l'aveva ; ac
ci gliela rivendefle. Sentitafi da Gio. Antonio l'offer
ta , tuttocch ben conofceffe d'aver avuta a boniffimo
mercato la cafa , e che defiderofiffimo n'era Bacicelo , tofto a chi gliela fece , rifpofe : Dite pare aljgnor Baciccia>
che io hoprefa per lai la cafa , e qualunque volta la vorr
v'far prontiJJtmo a cedergliela per lo JleJJo prezzo che V'ho
pagata , n voglio mezzo quattrino di pi , perch I1hopre
fa per lui". Accetto Bacicelo la cortefe efibizione ; ed
immediatamente gli fu da Gio. Antonio rivenduta ; ed
la medefima , che dall'avvocato fuo figlio prefentemenle
in Parione fi abita. Am la lindezza, e la pudicizia , odi
i rigiri , e le menzogne , e mantenne fino all'ultimo net
ta , e pulita l'anima , e '1 corpo . Divife , e /part giudiziofamente , e con fimmetria le fue fabbriche , e vi
fece comodi adattatiflmi con lumi proporzionati . L'or
n con grazia , e con fodezza : Cav , e conduffe con_>
arte particolare le fcalej e s'accomod cos mirabilmen
te a' fiti , che pareva nato a pofta per far comparir gran
di anche i piccoli .

Sf

VITE
DI MATTIA DF ROSSI.
RA l'opere pidiftinte, che perpetuar
poflbno le glorie de' Grandi , una avvifo io , e credo di non m'ingannare , efler
quella delle fabbriche . Imperocch f le
pi necefiarie efler deggiono le pi gloriofe qual altra pi neceflaria di quefte
far ne pu un fovrano , qual ora tende al comodo , ed ha
per oggetto il benefizio de' fudditi ? Se anno conofciuta
quefta verit gl'Imperadori pi bellicofi , ed i Re pi diftratti dalla milizia , molto pi la conobbero i Pontefi
ci , che non folo dalla guerra , ma da ogni altra fmiglievole diffrazione fon liberi . E di fatto di molti , e
molti ne vive per cagion loro pi florida la memo
ria , f ne fa fovente menzione , fpeflb f ne difcorre , e perci fare , non v' ha uopo alcuno d'iftorie_ .
Poicch pur troppo parlano , e parleranno perpetua
mente per loro e i ponti eretti fu' fiumi , e l'acque con
dotte nelle fontane , e le ftrade aperte nelle campagne ,
e gli fpedali fondati nelle citt , e le fabbriche fattevi per
l'introduzioni dell'arti , e de' meftieri . Tutte glorie do
vute a' moderni Pontefici , che a gara fra loro la mag
gioranza ne an contraftata, e perci veggiamo con quali
premj , ed onori hanno ricompenfato gli architetti , e gli
artefici . Il noftro Mattia ci fuggerir quanti ricevuti ri1
abbia da loro , e fpezialmente da Innocenzio XII. ; mentr'io nello fcrivcre la fua vita , dir quante fabbriche fie
no fiate erette , e fondate da lui . Nacque egli addi 14. di
gennajo dell'anno 1637. in Roma di Marcantonio de'
'Rofl Romano , e non mediocre architetto . Ebbe i pri
mi principj dell'arte da lui , e nel tempo fteflb che glieli
dava , gli faceva ftudiare la gramatica , il difegno , e la
geometria . Era Marcantonio molto amico del Bernini ,
e ben

DEGLI ARCHITETTI.
e ben conofceva il genio , e l'inclinazione che egli natu
ralmente aveva con Mattia : perche fmpre gli ricorda
va che applicafle , e ftudiaflfe, e fpeflfe fiate anche di pic
cole cofe confacevoli all'et giovanile il regalava . Mo
fo da quefto genio Marcantonio , e dall'affetto partico
lare , che portava al figlio per l'indole graziof non me
no, che per la natural volont , che aveva d'applicare, lo
condufTe un giorno in cafa del Bernini , e lo preg a ri
ceverlo nella fua fcuola , ed a volerne prendere particolar protezione . Accett l'offerta il Bernini , e gli pofe poi tanto amore , che niun altro fcolare am pi diftintamente di lui ; e di niuno pi di lui nell'opere fie fi
valfe . Molto egli fece Cotto fua direzione per molti anni;
e gi divenuto era efperto maeftro , allorch del 1665.
fu condotto da lui in un con Paolo fuo figlio a Parigi .
Stette feco durante tutto il fuo /ggiorno , e fino a che
foddisfece a' defiderj di quel gran Re , da cui di due mi
la , e cinquecento fcudi fu nel partir regalato, e gli promife di ritornare alla corte , qualunque volta fofle occorfo , per efeguire i progetti , e per mettere in opera i difgni lafciativi dal Bernini , ficcome indi a non molto v'an
d nel modo , che a fuo luogo diremo . Giunto in Roma
Mattia , avendo tmpre nel lungo viaggio feguitato il
maeftro , fu egli pure con dimoftrazioni di ftima , e d'af
fetto accolto da AlefTandro , quando dopo lui , e del figlio
pafs al bacio del piede . Morto Aleflandro , e flito fui
trono Clemente , fecero i nipoti gran fefte , e fi recita
rono per fegno di giubilo molte commedie j ed effendofi
ferviti per principal direttore delle profpettive , e dello
macchine del Bernini , fiterv egli fempre diMattia_,.
Quindi avendo il Bernini avuto ordine di compire il brac
cio del portico della piazza di S. Pietro verfo il S. Uffi
cio , e la fcala a baftoni avanti la chiefa , ne appoggi a
Mattia la cura , e la direzione ; e volle appoggiargli anSfa
che

che quella della balauftrata di ponte S. Angelo , che d'or


dine altres di Clemente colle dodici ftatue , che vi fi ve
dono ornava, ed abbelliva. Ebbe parimente ordine di
fare il difegno d'un palazzo, che S. S. fabbricar voleva in
una fua villft a Lamporeccio, poche, miglia lontana da Piftoja; ed avendolo fatto il Bernini, vrfu mandato Mattia
a edificarlo . Mor intanto Clemente ; e fucceflfogli altro
Clemente, ebbe ordine il Bernini dal cardinal Altieri fuo
nipote , perch il papa aggravato dagli anni , non poteva
nell'et fua decrepita attendere alle fabbriche , di fare il
pavimento di marmo del porticale di S. Pietro-, il cibo
rio di metallo, e di lapislazzalo per la cappella del Sagramento , ed il folajo ; e tutto dir fi pu che facefle
Mattia . Voleva il principe altro nipote del Papa far fab
bricare una chiefa per li padri: delle Scuole pie a Monterano, ne ordin il difegno alBerninf, che fatto da lui
con tutto il refto del comodo per l'abitazione de' padri ,
vi mand Mattia ad aflftervr, e fi port egregiamente *
Inforto.in quefto mentre il rumore dell'ideali nuove cre
pature della cupola di S..Pietro ,. inventate dagli emuli
del Bernini , perle, fcale, e per le nicchie fatte da lui fi
dal tempo d'Urbano ne' quattro piloni', ove impoftano i
quattro arconi , che foftengono la cupola , e vi fi veggo
no i quattro coloffi di marmo del S. Andrea , del Longino , della S- Elena , e della Veronica , vario era il cica
leccio della gente minuta , ed il bisbiglio de' maligni
profeflri ; e tanto da quella , e da quefti fu detto , che fi
fparfe non flo per Roma, ma per Italia , e per Europa;
e da per tutto s'afpettava fentire di giorno in giorno la_>
mina della cupola.. Ma il Bernini, che anche nella ftagion
pi canuta moftrava cuor giovanile , preg Innocenzio
he fucceduto era a Clemente a far riconoscere i lavori ,
e la cupola , e S. S. fcelfe Mattia , che vi flette molto fbpraj e vi fec.e mpltiflme ofTervazioni } e fatiche. N
i

dir

DEGLI ARCHITETTI.
dir fi pu quanto le faceffe di cuore , per ubbidire a' fupremi comandi del Pontefice , per mettere in chiaro la_,
verit , e per fi vare dall'impofture la ftima , ed il cre
dito dell'amato fo maeftro . Finite che l'ebbe , in diflfufa , e diftinta relazione le ridtifTe , che avendola prefenta.ta al Pontefice , la pubblic poi con molte copie ; acci
gnuno-ne reftaflfe pienamente informato. Adduceva pec
difef dell'opera tra l'altre molte ragioni-, che non era
ella ftata invenzion del Bernini il far le nicchie , e le fcale ne' piloni , ma di Bramante Lazzari , che in tempo di
Giulio IL. ne fece la prima pianta ^ di BaldafTarre Peruz2J, che nel medefimo tempo ne fece il difegno , d'Anto
nio da S. Gallo , che nel pontificato di Paolo III. altro
ne fece , di Michelagnolo Buonarruoti che vi mife mano
dopo lui, e di Carlo Maderne , che fatto Paolo V. T
ampli > e fece il piede alla Croce . Tantocch diceva_
egli , che. cinque profefTori di cotal grido , difficilmente,
tutti fi farebbero potuti ingannare , e quando -ingannati'
fi foflfero , niuna colpa v'avrebbe avuta il Bernini , che-*nient'altro fece , che eflferne efecutore. Ma non conten
to di ci il Pontefice , ordin che fi chiamaflero due altri
architetti , per riconofcere fovreffo il luogo infieme conr
Mattia il rapprefentato nella relazione da lui , e furono.
Carlo Fontana y e Gio. Antonio de' Roffi , i quali aven
dolo riconofciuto in tutto , e per tutto l'approvarono . .
Correva l'anno 1680. quando ceffato il rumore r il pove
ro Bernini , che gi oppreffo era , non fa f pi dalle indifpofiz-ioni , o dagli anni , cadde in una mortale , che:
nel d 2 8. di novembre lo priv di vita , affiftito fino ali'
ultimo momento da Mattia-, a cui egli fin all'ultimo par*
l , raoftrandogli il genio particolare che ebbe fmpre 5.
e che aveva ancora con lui . Morto il Bernini gli fucced.
.Mattia in molte cariche , e tra l'altre in quella d'archi
, ejfbgrantendente della fabbrica di.S, Pietro . Da.

ci?

r i r
ci pu ben gnun comprendere in che credito , ed iru
quale ftima fofle allora Mattia , che fu preferito confimil
diftinto onore a tutti gli altri profeflbri , e concorrenti.
Era egli ftato venticinque anni continui col Bernini , e fi
pu dire, che tutte l'opere (ue foflfer condotte da lui negli
ultimi , di cui avendo data gi alcuna contezza , molto
neceflfario fia ora il darla di quelle, che egli fece da f
come fue proprie , e prima , e dopo fua morte . Termi
n la fabbrica del collegio di S. Andrea del noviziato, e
diede' i difegni per tutti gli altari della chief . Etfe ;n_
S. Pietro il fepolcro di Clemente X. , ed in S. Maria-
maggiore quello di monfignor Liberati . Gett i fon
damenti della chief di S. Francefca Romana a capo le__
cafe , l'alz , e la copr . Gitt le fondamenta della chicfa di S. Galla , e la ridufTe in un col refto della fabbrica a
perfezione . Meditava il cardinal d'Efte , con cui Mattia
contralta avea particolar Srvit fin dal principio, che
giunfe in Roma , di fare un palazzo nello ftefTo fito ove
era il fuo; e Mattia ne fece il di/gno, che molto piacque
a S.E. Ma da altre maggiori cure diftratto non lo pot far
fabbricare . Fece il difegno per la chief del padre Garavita vicino a S. Ignazio, che non fumeflfo in opera per
la fpefa ; ebbe per un bel quadro del Baflano di regalo i
Fece i difegni per gli ftucchi ; e cappelle della chiefa di
S. Silveftro in capite , e colla fua direzione fi edificaro
no : Fece il difegno della tribuna , e dell'altar maggio
re della chiefa degli Orfanelli , e coii'alfiftenza fua coftruirono : Fece il difegno della cappella Torre nella_,
chiefa della Maddalena , e fu condotta da lui ; Fece
il difegno della cappella Capizucchi nella chiefa della
Madonna di campiteli! , e la termin . Diede il modello
del coretto dell'organo , che fi vede fopra la porta mag
giore della chiefa della Madonna della vittoria . Ammo
dern la chiefa di S. Francefco a ripa facendovi le volte ,
eia

DEGLI ARCHITETTI.

327

e la facciata. Aggrand la chiefa, e moniftero di S. Maria


delle vergini fotto Montecavallo. Diretfe il lavoro della
cupola di S. Andrea delle fratte , che fi faceva con difegno del Borromini . Volt la cupola , edific la tribuna,
e comp la fabbrica della chief di Montefanto fulla piaz
za del Popolo . Riftor la chief dell'Angiolcuftode , e
vi alz la facciata . Sua architettura era l'altar maggiore
di ftucco nella chiefa di S. Agnefe in Piazzanavona , che
fu gettato a terra per farvi l'altro , che oggi vi fi vede :
Sua architettura il portone di dietro nel palazzo del
principe Altieri , e ancor la ftalla . Sua architettura la_>
dogana di Ripa grande . Molto oper d'ordine d'Innocenzio XII. in altre fabbriche fatte fare da lui , e parti
colarmente in quella di Montecitorio . Conduffevi la fcala, alzovvi il portico, e vi fabbric l'ultimo apparta
mento . Parlava fpeffffimo col Pontefice , era tenuto in
gran conto da lui , e molto di lui fi fidava nelle materie
architettoniche . L'onor della croce dell'ordine di Crifto : e prima era ftato fatto principe dell'accademia d
S. Luca da que' profeffori . Tutto quefto , e non pi giun
to a mia notizia , che egli fatto abbia dentro Roma ;
far omai tempo che parli di ciocch fo , che ha fatto
fuori . E primieramente dir , che fu richiamato in Fran
cia dal Re ad ifpianare alcune difficolt , che inforte era
no nel lavorio delle fabbriche^che ficcome teft accennai,
difegnate , ed ordinate v'avea il Bernini . Stettevi qual
che tempo fempre fervendo il Re in tutte le cofe , che_
gli comandava , ed avendo in tutte minutamente incon
trato il fuo genio , volle anche S. M. fargli fare il model
lo del palazzo del Louvre , primacch partitile per Fiandra,ove andava a comandare l'armatale trattanto in varie
altre opere s'impieg per varj (ignori del regno . M a di
vertito dopo il ritorno il Re dagli affari di guerra , non
potendo applicare alle fabbriche ^rifolv Mattia di pren
der

32*

r j r

der congedo,e carico di danaro,e di prem] torn a "Roma;


ove giunto and d'ordine del principe Panfilj , di cui^ra
architetto , a fabbricare il duomo di Valmontone 3 che in.
figura ellittica vi fu condotto da lui con proporzionato
portico, -e bel campanile . And d'ordine del medefimo
diverfe volle a Nettuno ad aflftere al rifarcimento di
quel palazzo , e Io rifarci . Fu mandato dal cardinal Marefcotti aVignanelloj e v'opr molto- Fu mandato da
Innocenza XII. alle Chiane -a riconofcere i danni fattivi
dall'acque, e tornato in Roma diede il modo di ripa-
rarli . <juefto fu l'ultimo viaggio che fece ; imperocch
cilndo >poi ftatoibrprefb da fiera ritenzione d'orina , d
1605 cui gi pativa , fi mi f alla fine di luglio del 1695. a let ' to , e ad 2. d'agofto vi lafci la vita . Et veramente_*
frefca 5 ed immatura , e dir fi pu nel fiore per i profe
fori , in cui giufto allora da efl fi comincia a godere il
dolce frutto di loro /tentate fatiche. Ma giufto allora che
ci fiamo in quefto mondo accomodati , e che ci pare di
ftarci bene, e con quiete , ci arriva allo'mprovif l'intimaziondi partire . Di/piacque eftremamerrte al/a mogliea
a' parenti , a' profeflbri , ed agli amici quefto inafpettato accidente, -, e generalmente da tutti fi compatile fi
compianfe-, Furongli fatte fontuofiflme efequie coll'intervenimentodi tutti gli accademici nella chiefa di S.Andrea delle fratte , ove fotto lapida di marmo colla /guen-,
feifcrizione giace il fuo.corpo-

T>. O. M.
Eque*
Mafthias de Rubeis -Romanzu
Archite&us
Adhac v'ruem neccffart mortts
ncertum diem prue oculi* habent
Se pfum fuamy* Conjugem
Suop-

DEGLI ARCHITETTI:

329

3uofque omnei confanguinitate


Propinquos in Dno obdormientes
Sub hoc lapide
Vfque ad extremum borrendo
Tub# clangorem excitandos
Honorijce ajjervari curavit
. Anno Domini MDCLXXXXIV.
Sepulcrum Viventium .
Rimafe un valfente di ben venti mila fcudi , che in
danari , che in argenti , che in gioje , e che in cafe a_>
Domenico Tuo fratello, ed a cinque fuoi nipoti figli d'An
gelo altro fuo fratello , che prefe moglie in Venezia , ove
prima di lui mor con detti cinque figli , due mafchi , e
tre femmine : Due delle femmine fi monacarono in Ro
ma, e l'altra fi marit ad Ulifle Vincenti curiale di grido,
e v'ha avuti alcuni figli , che vivono al prefente affai de
centemente: 5'accafarono i mafchi ambedue, ed ambedue
anno avuti parecchi figli . Il maggiore chiamato Mar-.
cantonio dimora in Bologna : II minore chiamato Mat*
ria efercita nel foro Romano la curia . Trovavafi gi
con tre figlie , e colla moglie Domenico , in tempo
che mor Mattia , ed era egli pure architetto , che_>
molto fi efercit fotto fina direzione vivente lui , e molto
s'efercit da f <Jopo fua morte, fino a che facendo nel
mefed'agofto dell'anno 1 703. d'ordine del Pontefice al
zare alcune flatue fui portico della piazza di S.Pietro, falendo nel d 23. un ponte, fi ftrapp certo canapo 3 e cad
de miferamente . Fu portato per la vicinanza in cafa di
Marco Carpine figlio della forella , ove addi 28, in et di
44. anni, poich nato era a' io. di gennajo del 1639.
mor , avendo lafciate erede di buon capitale le dette tre
figlie , che furono poi affai civilmente maritate da Maria
Felice Bartoli fua moglie , che effendofi rimaritata a GiuT t
fep

r i T E

'

feppe Melchlorri , vive in fua compagnia , e di Francefco


Sangeniefuo genero con tutto il decoro prefentemente ^
Ebbe moglie Mattia, ma non v'ebbe figli; e mor poi
adi 13. di giugno del 1696. Fu intendentiflmo della_>
profeffione, difegn affai bene, non ufc mai delle rego
le , che avute aveva dal maeftro , e fi mantenne fmpre
uguale, nella. /blita fua facilit , e correzione . Fu inte
gro dicoftume umile, docile, rifpettof , efincero.
Era di ftatura alta anzi che no , bianco, e bello di fac
cia , con capelli caftagni , e colle bafette , che gli con
ciliavano maggior venerazione . Amava la feriet , tuttocch la naturale fua avvenevolezza comparir lo faceffe
allegro, e giocondo. Strin/e condiverfi profeflbri va
rie amicizie; e per la Mia generofit , e per le gentili
fue maniere , e per l'ottima legge, che aveva , le conferv fino alla morte .. Ma con. niun altro convers pi
di genio , che con Gio. Batifta Gaulli , che fu fuo amiciffimo , ed a lui folo permii , che gli facefle il ri
tratto. , che vivo , e naturale anch' oggi fi vede in_j
cafa degli eredi .. Pochi fcolari credo , che la/cialle_ ;
e fola I-ilippo Barigioni ch'io fappia , il quale avendo
fatte edificare, diverf fabbriche , e in Roma , e fuori ,
fa molto onore al maeftro ; ed in oggi uno de' miglio
ri profeffori ,. che, abbiamo , effendo anche bravo cono-,
fcitore delle maniere de* pi ttori antichi , e moderni , ed
i erudito in varie altre, materie

FINE
PELLE VITE DEGLI ARCHITETTI
e del primo Volume .

TA

T A V O L A
PER ORDINE D'ALFABETO

De' nomi * e cognomi de' profefTori , di cui in


quefto pruno volume fi fono fcritte k vite.

A Marea Saech. a car. 1 5


Reale Ferrata . 257'
Andrea CamaJJei. 3 8 E"
Aiigelo de^Rofl*
274
Antonio Raggile?to il Lom
bardo .
248 FRancefco Rorromini .

B
Luti .
GAleazzo Alejj'.
Gafparo Dughet , det
to Goff)aro Toujjtn . 57
CAmillo Rufconi
Giacinto
Brandi .
1 29
259
Carlo le Britn
105. Gio. Antonio de* Rojfi, 316
Carlt Marattt .
34 Cio. Batifta Gaulti ? detto
Carlo Cignoni .
Baciccia .
194
155
Carlo Rainaldi,
3 od Gio.Domenzco Cerrini^detto
Ciro Ferri .
il cavalier Perugino . 51
171
Claudio Gellee^detto Claudio Gio. Francesco Grimaldi ,
detto Gio. Francefco BoLorenefe,
20
ognefe .
45
Gio. Francefo Romanelli,^
Giulio Danti
287
209
\jQmenico Guidi > 252 Giufeppe Chiari .
Tt 2
Giu

Giufeppe Pa/er*.
2 1?
Guglielmo Corte/t ) detto il
'Borgognone.

fatto MtcMagnok- delle


battaglie.
.g

Iccol Berrettoni, i $5
N.
Acopo Corte/i^ detto il P.
fZnrnviai) .

|>

112

J
LJ*~J

Plerfrancefco Caroli, i9
Pierfrancefco Mola .122
Pietro Berrettini , ^/fl /i

Vizi Scaramuccia . $7

n.Corto!2a '

Pietro de Pietn .
223
"X/i"
P/^;-o /^ Gros .
271
1 A
P/^rc Mulier detto.il Te,mMAttia de"* Rojjt . 332
pejla.
177
MeIchior Cofanetto
C
HMaltcfe\
256 ^

Mifbelagnolo Cerquoz , \Ahator Roja

. .

i,

Fine della tavola de' nomi) e cognomi.


'

TA-

T A V O
PER ORDINE D'ALFABETO

Be' cognomi , foprannomi., e nomi de' profeffori ^ de' quali in quefto primo volume.
fi fono fcritte le vite.
A

Cevrini Gio. Domenico-> det


to ilCavaler Perugino. 5 1
A Leffl Galeazze-, aear. Chiari Giufeppe-.
209
-279 Cignoni Carlo..
1 55
Cortej Guglielmo , detto il
TfBorgognone.
... 149
"-**' "
Cortej ^acopo i..dtto il P
BAcicf Gio. BfJJ3
Giacomo. ,
'mz

G/tf . .

1 94 Cortona Pietro Berrettini '. 3 .

Berrettini Pietro .
3
berrettoni Niccolo . , i55
^Borgognne. Guglielmo Or,.
149
Sorromini Francefco . 298
brandi Giacinto .
129
-.-n
f]- ; l

~T*\ Anti Giulio .


287
JL/ De" Pietri Pietr.o.2^
De' Rojfi'Angelo-.
274
J)f' RojfiGio. Antonio . 16
^Rof Mattiti.
322

' '

'Dughet Gafparo PuJ/fa . 57

C Afa Melchior Maltefe.


^ .
256 . , ,
p
^iAndrca^'
$$
Cavaier Perugino Gio. <De- "V^Errata rcole .
menico Cerrini .
5 1 J/ Ferri Ciro.
Cerquozzi Micheognolo del,
g
, le battaglie ..

,
23 7
17^

Pietro, detta ti Temt.


177
T>
*
T) Adre Giacomo , *jacopo
JL Cortejt .
u
PaJJeri Giufeppe .
217
Poujfin Gajparo Dughet . 57

GAroli Pierfrancefco .
190
Canili Gh.Batifla^detto Baciccio.
194
Gellee Claudie^dctto Claudio
Loreuffe .
20
Grimaldi Gio. Francfio ,
detto Gio. Franeefio Bolognefe .
45
Guidi Domenico .
252. "1^ Aggi Antonio , detto il
J\_ Lombardo.
248
Rainaldi Carlo .
3 06
Romanelli Gio.Francefio. 9 ?
L JBr Or/fl .
105 Rofa Salvatore .
Le Gros Pietro . 271 Jtufconi Camillo .
Lombardo Antonio Raggi .
24S

Luti Benedette.

Syfc^fr; Andrea . '


15
Scaramuccia Luigi , 87

__

M' -

C, .

.2^8

Melcw&r

Maratti Carlo .

j J4 'T^ Empeja Pietro Mu-

,Mol Pierfrancefco .

.122

f-|_

//<?/.

177

.Fine della tavola de' cognomi 3


.
*

TA-

T A V O L A

PER ORDINE D'ETA' , E DI PROFESSIONE


De' nomi , cognomi , patrie , nafcte , e morti de'profeflorlv
onde in quefto primo volumefifonofcritte le vfe .
D

'

Nome Cognome--

ijp5
jypp
1600
j5o2
i5o2
itfotf
i5op
i<5 15

j
J<5z8
1628

PITTO
Patria

Pietro Berrettini
Cortonefe
AndreaSacchi
Romano
Claudio Gellee
di Chamagnc
Michelangelo Cerquozzi Romano
Andrea Camaflei
Bevanato
Gio. Francefco Grimaldi Bolognefe
Perugino
Gio. Domenico Cerrini
Gafparo Dughet
Romano
SalvatorRoft
Napoletano
Luigi Scaramuccia,
Perugino
,Viterbefe
Gio.Francefco Romanelli
Parigino
Carlo le Brun
di S. Ipolito
Jacopo Cortefi
di Coldr
Pierfrancefco Mola .
di Poli
Giacinto Brandi
di Camerano
Carlo Maratti
di S. Ipolito
Guglielmo Cortefi
Carlo Cignani
Bolognefe
Romano
Ciro Ferri
d'ArlemPietro Mulier
di Monte Feltro
Niccolo Berrettoni
Torinefe
Pierfrancefco Caroli
Genovefe
Gio. BatiftaGaulli
Romano
Giufppe Chiari
Romano
Giufeppe Pafleri
Pietro de' Pietri
di Premia
Fiorentino,
Benedetto Luti.

I.

Morte Etti

1.669 7; acar. 3
\66\

52
82
58
.- 47
i58o 74
72

15
20
31
?8
45
51

52
.-58
l58o 54
i552 45
i5po 71
1575 55
i55<J 45
1691 58
1713 88
i57P 51

57
tfj
87
pj
105
j 12
i2Z
I2p

55

171
177
185
i p
IP4

1701

45
171(5 78!7Op 5p

1727 73
1714 5o
1716 53

J7M 57

J4P

32J
228

D E G I I -S C V I T O R 1.
rcole Ferrata
Antonio Raggi
Domenico Guidi
Melchior Caf
Camillo Rufconi
\666 Pietro Je Gros
1671 Angelo de' Rofii

di Pelfotto
di Vicomorc
di Maflacarrara 1701 73
Maltefe
i58o 45
Milanefe
1728 70
Parigino
1719 5*
Genovefc
1715 44

2*7
348

271
274

DEGLI ARCHITETTI.
Galeazzo Alefl
1500 Giulio Danti
Francefco Borromini
3611 Cario Rainaldi
Gi. Antonio de* Rodi
Mattia de' Rodi

JJOO

.Perugino
.Perugino
di Biffone
Romano
Romano
Romano

1572 72
75
<J8
80

275
287

58

322

Fitte della Tavola delle nafcite , nomi) cognomi)


morti) e patrie.
ERRORI, E CORREZIONI.
LEU. iti. a taluni , leg. ad alcuni . 'eoi agl'eoceni; , I. agli cncom; . E cos l dona legger Tempre i I
guaiola fi trover altrove apoftrofato , purch non intoppi in voce cominciata dall'I. Preti, ao i llufirau , /. aan'illuftrata , ivi.d.i Caiacci , /-da' Caiacci . E cos legger fi dovranno Tempre quefti , ed altri si
fatti articolati fogni , o proporzioni, ,juando cos l troveranno ferini, ivi. dai Zimpieri, /.dagli Campieri.
fot. 4. .-.ics Barberi oa ,V.J&des Barberinx.-/.;. rinnomaii, /.rinomati./ 7. Cartel candolfo . /. Caftelgan>
dolfo. /;i3.XXICC. /.XXIII./.is.Andrcuccia, /. Andreuccio./.iS.de' Cappuccini nuovi, <.de' Cappuccini.
f.-l pocanx, <.pocoanzi./.z.niinichiflmo, /.niniicitTmo. f. ji.delli dieci, /.de' dieci. f.\1 3-pel lo, /.pelle.
/.J4.oe voglio, ^ne vo'./. 3 sballi frati, {.da' fraii./4i. dalli parenti, /.da' parenti./ 4*. ricnomata, /.rno
mata, f.si un'altro ,/.un altro /.s^.pi largo,/. pi lungo./. 5 7. meraviglia, /mtraviglia;/'.{;.a un'anno ,/.atl
un anno /.6.in figura di vefcovo,/.per vefcovo./.y j.efarruto./.efarrutto /.r&ucellatori./.uccellatorl./.yp.
da altro, /.ad altro, ivi che melica, /.che f]tta( merita, /.ss.per le fue belle, /.per le belle. /. 90. raffreddarci ,
/.intic-pid;to./.s4.de' Dei, / degli Dei.ivi.dal mandargltele,/.dal man'darvelo./.6.de' Dei, /.degli Dei. ivi
S Bono,/.S.Buono/'.p7-ohegli pareva,/ che gibpme/.s* n puntone poco,/. n puntolo poco. /.loi.alU
patria,/ in patria. /. io j.fpirindo tra le braccia, /.fpirando quali tra le braccia. ^.104. graziole foflcro,/.graziofe fieno./. 1 26. d'acceture./.ad accettare.il/> femila,/. tremila./, i jj.a'bofcherecci./.allebofcaglie./. ij.
nell'altare della cappella dello Scaramelli, /.nell'altare dello Scaramelli/. 148. ogn'altro,/. ogni altro./. 150.
tome che,/.comc./.i 4. gentiruomo,/. pi-ntiluomo. /. i66.a S.S.la mand, /.gliela mand. /.All'imparare
altrui,/ d'inlgnare altrui. /.ipi.amichiflmo, /.amiciffimo./.izo. gli angeli, /.li angoll./.ii&perize/oX.
per iizeIo./.23).Gianpaoloi/.GiampaolpJr.237.tomc principio/.quando i principio /..**.con una mano,
/.tenente una mano./. 145. 1 1. di luglio,/, (.di luglio./.2^.ve fc ne,/.vi f'ne./.zSi.lovnalro monte,/, fur un
monte./. 283 bizaro,/Aiiiarrc./.jo+.arfincdt fua vita-,/ al fin de' fuo'd.jT.jti.cAeaeceffaTiafia./.neceli
faria /. ) l. guel clie./.c quel chc./.223. avendo il Bcrnini,/.avendo quegli, //.oc appoggi a Mana, /-ne
appoggiai qucfr0,

Airri o ooo oflcrraii , o di minwc imponania , a tiineuono ali difcteteu del cottele lettore .

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