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Lione Pascoli - Vite de Pittori, Scultori, Ed Architetti Moderni. Volume 1
Lione Pascoli - Vite de Pittori, Scultori, Ed Architetti Moderni. Volume 1
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HARVARD COLLEGE
LIBRARY
CHARLES SUMNER
CLASS OF l83O
VITE
DE'
PITTORI, SCULTORI,
ED
ARCHITETTI
MODERNI
VOLUME PRIMO.
*'V -r
V
VITE
DE'
PITTORI> SCULTORI,
ED
ARCHITETTI
MODERNI
SCRITTE, E DEDICATE
ALLA MAEST'
VITTORIO
AM ADEO
Re di Sardegna
DA LIONE PASCOLI
ROMA, MDCCXXX.
per Antonio de' Roffi , nella Strada del Seminario Romano
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SIRE
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Lione Pafcoli .
IMPRIMATUR,
Si videbitur Reverendifs. P. Mag. Sac. Pal. Apoft.
L' A U T O R E
A chi legge .
UESTA la prima volta amato
Lettore, che a fronte (coperta vi
comparifco davanti , avendovi
per I addietro fotte altro nomo
cogli fcritti miei dalla lettura <f
altri migliori fraftornato non per
altro fine , che per andar fentendo con certezza dame medefimo di nafcofto cioc
ch voi n'andavate dicendo , che io alla palef^
per i rifpetti , che voi aver folete agl'autori nel di(correrci, non avrei mai potuto precifamente fapere , n me ne farei mai potuto finceramente ac
certare . E bench affai poco detto abbiate del
motto che dir (i poteva, mi farei indifpenfabilmente fempre contenuto ne' limiti di mia fegretezza j
perch il tfmore d'aver potuto sbagliare, e di non
efler gradito in altri , che era per darvi a leggere,
non me ne avrebbe giammai fatto ufcire , fe la_
neceffit precifa d'un accidente, che m' accadu
to, e che ora vi narrer, non mi ci avefle a forza
tirato . Stava fotto la rivifione d'illuitri , e dotti
cenfori una ma opera , quando veduta , e rive
duta da effi , e con encomj maggiori di quegli ,
che merita approvata, nacquero- alcune difficolt
nel darla alle ftampe. And ella, che mefi prima
flati
T UT O LO.
Tleftamento politico d'un Accademico Fiorentino
tnceMdi&i-propafizJumi tlvi/, in cui con nuovi , e ben
fondati princip) fifanno varj, e rverfi progetti , per iftabilir un betr regolato commercio nello flato della. Cbigfa , e per aumentar notabilmente le rendite della Ca
mera con molti altri necejjarj avvertimenti ) ed effendiaK ricordi, cbff viji danno pel buon governo del medefimo.
AP
APPROVAZIONI.
JUflfu ReverendiflmKP. Gcegorii Selleri Sac. Piiat.-Ap.
Magiftri accurat pcrlegi infcriptunrhQc opus : 'Ttftamento poiitico , i:nihi 1 in - Religi onem , in bonos more s ,
rnPrincipesd/tunt; fcdpuriflma Etrufcilrmouis elocufio , 'fngttkre in Audtore"ftudium juvandse ditionis , ex
,qua ipfe dft . Nam A ingenii' fui nervos.,. & notiones cum
cogitando, tum ufu rcrum , habendffqueiti.neribus.con>paratas in hoc volumen non mediocri labore contulit . Roma- ex ^Edibus meis xvi. kal. Majas ciD
Ita cenfui Anfelmits Dandinus Sac. Congreg. Indicit
Confultor , & Signatura *]ujlttte Votam .
PROE?
P R O E M I Or
Ei tanti , e tanfuomini , che dopo Li
creazione del Mondo fon nati , quegli
foli an conjtderato glifcrittori , e/&e_i
dijinti fifono collazioni , Qujfti fu
rono , e faran gl'oggetti delle lor men
ti , quefligl'eroi delle lor'opere . A chi^
o tocc inforte di rammemorar i fatti
in/igni della Romana Repubblica , e le
gloriofe ge/le de'' Cefari , od a chi lafventura difcriver le
malvage de' tiranni , e le congiure dei fudditi . Ebbero pe
r gFuni , non men che gl'altri il vantaggio di trattar cofe grandi , largo campo da raggirarvi l'ingegno , e dafar
vi giuocare lo fpirito . lo , che non di fortezze abbattute ,
non di citt Jorprefe , non diprovincie conquiftate ^ non di
popoli ridotti all'ubbidienza , non di fanguinofe giornate ,
non d'efcreiti po/li infuga , non di governi , e di ragioni di
flato , non de' maneggi ^ e delle politiche de'fovrani trattar
dovr ', ma di difegni , di contorni , di colori , di digrada
zioni , di sbattimenti , di marmi , d bronzi , di Jlatuc y
di profpettive , di fabbriche , editutfaltro^ che alla pit
tura , allafcultura , ? ali'architettura appartiene , />0/r
<#r r0# /v^ ragion di Cornetto a"averfra mano una fatica-*
angu/ia , efenza gloria : Mihi in ar<to , & inglorius labor
Ma o cheforte , o fventura fia , o che la materia : che ho
imprefa a trattare pi per ijlimolo altrui , che di mia ele
zione Jta ampia , o rijlretta , per quel che ella , e per i
modernifuggctti , che anche in tempo mio l'an illujlrata ,
fiiuno invidiar dovr de' molti , e molto egregjfcrittori , che
le vite de' pittori , degli fcultori , e degl'architetti hanno
fcritto ; perch mi riftrigner afcriver folo de' pi eccellen
ti , ed illujlri , alcuni, de* quali , fefono inferiori di tempo,
e
giu*
ter-
c 2
tiajjer
non
che
che non guar dopo uftir dovrebbe alla luce del primo , giugnerpure quandoccheja a compier l'opera , ed afar locotanto da me bramata unione . Vivo almeno con s fatto dejderio ; n ne forre giu mai lafperanza ; fe gTamici , che me
Vqnpromeffe non mi mancheranno . Ed allora parler ezian
dio degl'altri profejjbri Italiani , che nonfon compreji nel
primo ; perch non mifon voluto partir dall'anzianit delle lor nafcite , fecondo cui mifon regolato nelFordine , da me
nellofcrivcr efattamente tenuto i efcritto che avr di tutti
i morti , fcriver a parte di que* pochi eccellenti , che vivo
no . Sar ogni vita dijefa con i/lile piano , pulito , efacile',
c quantunque nerboruto , eflorico , privo per delpi vago^
delpi vivo , e del pi dilettofo , che porta feco fijoria nei
precetti dell'ari'e , che qui nonponno aver tutto il luogo . Mi
conterr nellafemplice , e nuda narrativa , fenza vejlirla
tferudizioni vane , d'allegagioni inutili , di defcrizioni nojofe , d'autoritfuperflue ; perch comefono flatofempre^*
poco inclinato agli fludjfervili , cosi non avrei feritia , n
fcriverei mai cofa alcuna , qualora lofcriver mio ridurfi dovefle afervit . Ragioner prima de'pittori , pofcia degli
fcultori , quindi deg? architetti , annoverer tutte le lor
opere a una a una , e non tralafcer di dir qualunque mini
ma cofa , che neccffariafia afaperfi^ e she appartenga al
racconto.) edalle tre profejjfoni .
VITE
VITE
D E 1
PITTORI*
DI PIETRO BERRETTINI.
|!BTRO BERRETTINI chiamato pi co
munemente Pietro da Cortona , per
ch da Cortona egli tratte nel primo
giorno di Novembre degl'anni 1596. 1596
i natali far il primo fuggelto non pur"
grande , ma raro , che fomminiftri copiofa materia di fcrivere alla mia penna . Ed in vero chi
in maggior copia pi di lui , e con maggior^fcr, e
franchezza ha dipinto cofe grandi ? Chi ha av^jf pi
feconda di penferi vafti , e fublimi la fantafia rShi
flato pi rifoluto , e pi pronto nell'intraprendere , e
nell'efeguire ? Aveva il fuoco ne' colori , la veemenza_,
nelle mani , l'impeto nel pennello . Era aperto di men
te , perfpicace d'ingegno , feliciffimo di memoria . E
come gli fu con tante , e diftinte grazie cos benefica la
natura , volle eflfergli anche propizia con non minori la
forte . Imperocch lanciata Firenze , e la /cuoia d'Andrea Comodi pittor Fiorentino , a cui raccomandato
l'aveva il padre , fi port in Roma tutto pieno di volont,
e di defo d'imparare ; e giuntovi appena girando per
efTa cafualmente s'avvenne in Baccio Ciarpi pittor al
tres Fiorentino in tempo , che egli attentamente olfervava certi quadri . Da qufta ftraordinaria attenzione
prefe Baccio motivo d'interrogarlo , e fntendo che alla
profeflone applicava , e vedendo in lui fpirito , e brio,
l'invit , e lo condufle nella fua fcuola . E mentrecch
d'ora in ora s'andava maravigliofmente avanzando nel
lo ftudio delle pitture pi rare, e fpezialmente di quelle
di Raflfaello, di Michelagnolo, di Polidoro , e delle
ftatue antiche , pacando un giorno per certa ftrada fu da
un indoratore pregato a volergli fare alcune figurine in_>
alcuni fgabclli. Accett Pietro il partitoj e trattante che
A a
le
VITE
di-
D F P I TTO R I.
VITE
DE* PITTORI.
della fallita dell'accufa . Ma nel tempo fleflo che efternamente con pazienza /offriva i rimproveri , ardeva in
ternamente di furor , e di fdegno ; perch accorto s'era
dell'artificio . Seguit nondimeno , tuttoch non con_>
quel buon cuore di prima a dipignere , finoacch aven
do compite certe pitture , che erano pi avanzate dell'
altre, dimand licenza al Granduca di poter trasferir
per breve tempo a Roma , che gli fu conceduta ; e
quantunque gli faceto dare dieci mila fcudi per i lavori
perfezionati, arrivato che vi fu,non pens pi al ritorno;
e tmpre ditfe di non poter ritornare a compir gl'imper
fetti , allorch ne fu ricercato , e v'and poi a compir
li , come a fuo luogo dir , Ciro Perri . Ri/bluzione in
vero non troppo lodevole ; ma propria , ed innata agi'
nomin d'onore , quando fono ingiuftamente tacciati . L'
innocenza una grand'arme, n d'altro ajuto ha bifogno
per rifentirfi qualor offefa . E l'onor in ognuno, che
l'apprezza s delicato , che paffa fopra i pi alti riguar
di , niente che e' fia punto , e toccato . Cos ricomin
ciando Pietro con pi calore di prima a dipigner opere
grandi , giacch in folla , ed a gara correvan coloro ,
che a man giunte l'avevano fin allora appettato, e che
bramavano , che in verun modo mai pi ne partiflfe . Dipinfe la volta della navata dimezzo, la cupola, i pe
ducci , e la tribuna della Chiefa nuova de' Padri dell'ora
torio , la volta della fagreftia , e la volta d'una delle_
ftanze di fopra , ove celebrava S. Filippo . Dipinf d*
ordin d'Innocenzo X. la galleria del fuo palazzo di Piaz
za navona, e v'efpreffe alcuni fggetti deii'Eneide di
Virgilio . E dipinfe molti quadri per diverfi per/naggi
di Roma , che nelle loro gallerie s^ammirano , e f confervano . Molt'altri f ne vedono per le chiefe , molti
ne mand per Italia .. Evvene uno nell'altar maggiore
<iel duomo di Caftel candoifo; uno ve n'c nella chied
de'
VITE
rio
: fua la cappella del Santiffimo a. S. Marco_ :
- al Ges_.-*.
143
D E' PITTORI.
fua la cappella Cavotti a S. Niccola di Tollentino;
molt'altre ve ne faranno , che giunte non fono a mia_>
notizia, che unite a quelle gi nominate da me faran
fmpre piena fede della fquifitezza del iignoril fuo gufto , e della profondit del raro fuo intendimento . Di
ranno ch'egli flato franco , e facile nei difgno , eru
dito, e copiof nell'invenzioni . Diranno , che ha_>
avuto tutto il giudizio nell'unir i fiti , e nel contrapporli d'accidenti proprj , e di lumi : diranno che ha_.
adoperata tutta l'arte, e tutta l'eleganza ncll' ornar
d'architetture , e di paefi le fue pitture : diranno , che ha
maravigliofamente accordato col forte , fnza fiaccarli
dal tenero i colori a tempra non meno che a olio , che
ha ugualmente ben intefo il dipignere in grande , e in
piccolo , ~ in alto , e in baffo , da vicino, e da lontano,
e quel che , non fo f pi difficile , o ftupendo , il fotto
in fu : diranno finalmente , che egli ha cos bene accop
piati agli ftupori della natura i prodigj dell'arte , che
flato inventore d'una vaga , e nobil maniera , e d'una
dotta, ed armoniofi compofizione , bench alcuni fopraffini intendenti dell'arte defiderata v'abbian queli'
efatta correzione , e quella compiuta efpreflone, che
ei in niun modo aver vi poteva . Maraviglia dunque_j
non fia , f della fcuola di cos intelligente , e verfato
maeftro, ne fen ufciti bravi , ed efpertifcolari . Ufcironne il Ferri , il Romanelli, il Borgognone , il Gior
dani , ed il Tefta , oltre tant' altri , che tralafcio di no
minare , che da diverfe parti venivan in Roma per en
trarvi . Non ebbe per gran forte con alcuni , perch
con quella maggior ingratitudine , con cui pagar fi fogliono dai beneficati i benefizzi pi grandi , fu corrifpo-fto particolarmente dall'ultimo , che gonfio , pregno , e
fuor di modo invaghito di fua maniera , credendo aver
gi fuperato il maeftro , andava giornalmente fue opere,
B
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VITE
evna-
JD E' P I TT O R I.
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V i T E
D ' PI TTO R I.
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Coli'
14
VITE
D E' P I TT O R I.
&ANDREA SACCHI.
fa mai nel mondo lafortuna J ed pur vero ,, che per effer
dagli fcrittori, e dalla fama celebrato,,
non bafta alle volte l'eccellenza , e la_^
maeftria de. profeffori 2 n la morte ,
che nello fciorre ogni vincolo fhoda_r
eziandio l'invidia dall'emulazione,, e fa che venga dalle
ceneri la dovuta rinomanza , fufficiente far render
fempre il diritto y che fi deve alle perfne . Per Andrea
Sacchi , che meritevolmente chiamar fi pu maeftro di
color, che fanno, fi fon perdute le penne , non fi e trova
ta la carta , e mutoli divenuti fn gli fcrittor. E pure
per effer vifluto in un fecolo flici filmo forfe de' pi fe
condi , che abbia mai avuti la pittura , non inferiore ad
alcuno d que' grand'uomin che l'illuffrarona , e di
cui alcuni anno fcritto , dovea fomrainiftrarloro degna
materia,, perch anche di lui fcriveffero > Ma f fiata
difgrazia fua Tefferf fin qui trafcurata quella giufta com
memorazione , che gli fi doveva , ben partrcolar ven
tura mia il trarre*! profeguimcnto di qucfta ftoria dalla
vita d'un fuggetto- cos raro -cos meritevole, e cos
venerando . Nacque egli ih Roma negl'anni 1599ve il primo latte dell'arte da Benedetto fuo padre ,,
quindi s'allev , e crebbe nella fcuola dell'AIbano1 . Era
si benfatto, s avvenente, s fpiritof,, e s abile a. tut
to, che il maeftro gli pofe tant'amore, che niun altro
difcepofo amava' pi dilu; e quantunque non molto
Fapplicazon gli piaceffe } diceva , che pi profittoiaceva egli in unTora , che tutti gl'altri in un gornof Pro
curava perci quanto poteva di non difguffarlo , e con
bella maniera , perch conofceva la gran paffata , che
dovea fare } chiamandolo fempre il fuo Andreuccia, l'al-
let
16
V I T E
VP PITTORI.
17
oe
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V 1 TE
D. O. M.
D ' PITTO* /
19
V I T E
i' .'-
DI CLAUDIO GELLEE.
URIOSA non pure, ma degna da fcriverfi f la vita di Claudio , per l'ec
cellenza non meno dell'arte ,, con cui
s'acquift quel nome immortale , che i
paefi , le marine , le prospettive di
pinte da lui gli confrveranno fempr ,
che per la variet de'-di&ftri che fbffr per arrivarvi .
Imperocch combattuto per molt'anni dall'avverfa for
tuna v appena compariva la profpera per ajutarlo, che
quefta vinta era , e mefla in fuga da quella . N conten
ta d'attaccarlo per impedirgli i progred, che proccurava di fare nell'arte ; l'attacc ancora diverfe volte ne'
Tuoi viaggi, acci col cangiar egli i paefi, non can
giale effa il coftume . Ma Claudio , che s'era ben ar
mato di fofferenza, e che ben fapeva, che quando il
mare maggiormente agitato dalle procelle , pi vi
cina la bonaccia , e che per giugnere alla gloria ,' varcar
fi deono vie prunofe , afpre , e icofcefe , 'le refi/leva_,
coftantemente tmpre , e talora eziandio la difprezzava.
Cos
21
A
Ro-
22
VITE
D ' P i r r o * /.
*j
24
VITE
pren-
DE'. PITTORI.
25
chio.
26
VITE
D E" P I T T O R I.
27
va erano i pi belli : L'uno quello che rapprefenta il bofco di villa Madama gi da me nominato pocanii : L'al
tro che rapprefenta la regina Efter fupplicante pel po
polo Ebreo il Re Affilero, compi efo tra quelli chc mand
a Monpellieri , come diffi di fpra . Raccontava con_.
gran fddisfazione le difgrazie , ed i pericoli corf da lui
in giovent , le perfecuzioni fattegli da' profeffori nel
la virilit , ed i lacci, e l'infidie tefegli dagli invidiof
per guadagnar fulle fatiche fue , e per ifcreditarle nella
vecchiaja . Diceva tra l'altre, che v'eran di quegli che
fingendof fioi amici l'andavano fpeflb a trovare allorch
dipingeva , gli rubavano i penfieri , ed imitandone la
maniera li conducevano nelle tele , e quindi vendevano
i quadri per fuoi . Cos ingannavano nel tempo medefimo i compratori, e ne fcreditavano l'autore j perch
dipinti non erano con quella maeftria , con cui egli li di
pingeva . Tantocch non fapendo di chi guardarli , per
ch innumerabili eran coloro , che lo Itudio fuo frequen
tavano , e vedeva ogni giorno portarli quadri a riconofcere , per dire , f fofTer fuoi , perch per fuoi erano flati
venduti, rifolv di fare un gran libro, e quivi delineare, e
regiftrar tutti quelli, che faceva prima di dargli fuori,per
farne vedere il regiftro , ed il rincontro a* compratori..
Curiofo io divedere s fatto libro lafciato da lui agli ere
di me n'andai a parlare al nipote, che mi di fife d'averlo
tre anni fono per dugento fcudi venduto a certi Franzef, che l'avevano poi portato in Fiandra , e contene
va circa ducento difgni . Raccontava ancora un'impoftura fattagli da altri invidiof , che fparfero per Roma,
chV niente pi operava di fua mano ; ma che tutto fa-
ceva fare a certo Gio. Domenico fuo giovine ; comec
che egli prefoi'aveflfe in cafa pi per lo macinio de' colo
ri, che per dipingere; ed avendo artificiofme-nte fat
to ci pervenire all'orecchie del giovine 3 che vile era.,,
D 2
in-
28
VITE
D. O. M.
Claudio Gelke Lotartngv
Exi loco de Ctumagne nyto
Ptffor eximo
Qui ipfes orientis , fr occidentis
Soli* rad'tos in cawpeftribui
Mirifice pingendh effinxit
Wc in Urbe ubi artem coluit
Summam laudem inter magnates
Confecutm ejl
Qbiit IX. Kalend. Decembris M. DC. LXXXIL
sEtatis fu* ann. LXXXIL
<Joan. ^Jofephu Gellec
Patruo carijpmo Monumentum hoc
Sibi Pofterifque fuis
Poni.curarunt ,
La-
D v P 1 T T O R I.
29
al-
|0
VITE
alii paef , piani , e monti , e valli , e fabbriche , gli orncxTarchitetture bizzarre , e di proiettive ben i ntef ,
frappeggi ad eccellenza : ma fu alquanto /cco , e_j
non troppo corretto nelle figure . N ei , che lontano
era da ogni frta di prefunzione fi vergognava di confeffarlo . Virt tanto rara , che gli uomini anche piu
modefti , non l'ebbero quaf mai , allorch furono in
alcuna profetinone eccellenti. Anzi dir fbleva , chp .
vendeva i paefi , e donava le figure , e non ifdegnava di
farvele alle volte fare da Filippo Lauri , con cui avea
ftretta confidente amicizia . Ma f ufciva di contorno nel
dipigner le figure , era cos regolato nel rimanente , che
niente faceva mai a occhio , ma tutto efttamcnte con
proprie, e particolari fie regole , con divifoni , e con
linee. Fu boniffimo di coftume , e tanto amante della_,
pudicizia , che non *dipinfe 'mai cofe lafcive . Era ben
fatto , e proporzionato di corpo , afciuto , e nerboru
to , di giufla ftatura , bruno , e quadro di faccia , con
occhi neri , capelli , e bafette , fronte , e nafo largo ,
fevero d'afpetto , ed alquanto incurvato dagli anni , e
dalla podagra .
DI
D E* P I TT-Q R I.
DI MICEELAGNOLQ
N qualunque arte, ed in qualunque mo-
do , che l'uom vi f efrciti , purch vi
fi efrciti bene deve aver le Tue lodi , e
la fuaftima. Perch f parlar vorremo
dell'oratoria , tanto era bravo oratore,
colui , che nel foro Romano con ner-
boi eloquenza , e con forte energia difendeva un reo
vililfimo , quanto chi colla fteflfa. eloquenza , ed energia
altro ne difndeva d'illuftre profapia . N di maggior
pregio al creder mio farebbe la penna di Crifpo , che con,
tanta pulitezza, con tanta eleganza, con tanta arguzia,
e con tanto artificio Icriflfe la congiura di Catilina nobi
le cittadino di Roma , di quella di qualunque altro , che
in fim il guifa Icrivelfe la /dizione di Mafo Aniello vii
pefciaiuolo, di Napoli .. Cos vada il lettor difcorrendo
di qualfifia altra facolt, arte, e profetinone; giacch
io , che trattar deggio della pittura , su quefta lafci an
do di far fafto d'amplificazioni, e d'erudizioni fenza alr
trove fvagarmi mi va' fermare; e fermerommi! nell'opere
di Michelagnolo , di cui ferivo era lavila, tuttoch in
maggior parte rapprcfentino bettole, macelli, ofterie ,
villanelli , donniccluole , e la pi vii gentaglia . E' ben
per vero , ed io non lo contrafto , che qualora fia libe
ra l'elezione, e che il genio fia indifferente , far meglio
attaccarfi all'eroico , che mena il profeffore in campo va
fto, efublime, che al ridicolo, che lo riftrfnge in fto
vile , ed angufto . Ma Michelagnolo che fin dagli anni
pi teneri ebbe particolare inclinazione a difegnar bam
bocci , e guerrieri , e che perci fi chiam poi Michela
gnolo delle bambocciate , o delle battaglie , non avrebbe
fatto bene ad applicare all'eroico; perch acquietato non
avrebbe quel grido , che s'acquift col ridicolo , come
32
VITE
D '
P J T TO R 1.
33
utili
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VITE
DE1 PITTORI.
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E 2
gli ami-
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VITE
Z> '
P I T T O R I.
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jnQ.efeeutori teftamentarj monfignor Salve.tti , Raffaello Marchefi , e Domenico Viola , che deput anche
tutore del nipote, rimafto gi prima fenza padre , e fenza
madre unico germoglio della fua ftirpe.. Imperocch egli
non volle mai moglie , e di tre fratelli che aveva , e che
morti erano prima dj lui , ficcorae morti pur erano Mar
cello fuo padre , e Lucia V'affolli fua Madre , un folo la
prefe, che v'ebbe detto Carlo Marcello , n aveva altre
lrefle che le due gi da me nominate . Fu d'ottimi coftumi , efattiffrmo di parola , e tanto puntuale in man
tenerla a chi la dava , che non s'impegnava mai a nuovi
lavori, f compiuti non avea prima gli incominciati . Era
di bella prefnza v giufto , e proporzionato di corpo ,
amante della cotiverfazione , allegro ,. faceta, efuordi
modo iporito , e graziofo. Formava cos forte impreA
fione del portamento dell'abito ,. dell'appetto , e del na
turale delle perfone , anche in femplice racconto fattogli
da altri fenza vederle , che rapprejentato avrebbe un vil
lano pi rozzo , pi mal meffo , pi /contraffatto , e__
pi goffo d'un voto, un birbone pi cenciofo y pi rap
pezzato, pi fucido , e pi fchifo d'un, ebreo , ed un
ofte pi {garbato , pi svenante , pi ftucchevole , e
pi odiofo d'un corteggiano affettato ; effendo quafi impolfibile a chi ben ftfifTa a riguardar tali pitture a tener
le ri/ . Non faceva quafi- mai bozze di fue opere ; ma fat
te che l'aveva alla prima l'efaminava minutamente poi ,
e rivedeva fino ad ogni minima parte dal naturale . Era
veramente cofa guftofiffima a vederlo dipignere , ed avea
nell'ore dififocupate fempre pieno lo ftudio di perfonaggj
Romani , non meno che foreftieri,, che andavano a vifitarlo . Onori ben dovuti al fuo merito, e pregio , e for
te di chi ha prefo a defcriverlo . E tanto bafti d'avere
icritto del celebre pittore delle bambocciate , e delleu
battaglie .
DI
38
V I T E
DI ANDREA
DE' PITTORI.
39
40
VITE
za
JD ' P I TTO R I.
41
ora
42
V I T E
ora in ora lo trafiggevano , da ftorti coniigli di falfi ami
ci , che lo tenevano continuamente irrifoluto , e penfojfb , e da patimenti , e da difagi , che a poco a poco il
confumavano . Perd per certa riforma fatta a Palazzo
dopo la morte d'Urbano l'aflegnamento della cuftodia_, :
Fall un negoziante , cui preftato avea confiderabil Com
ma, d'i danaro : S'inferm gravemente la moglie , e foffr una lunghiflma malattia ; Morirongli due figliuoli,
che aveva; ed in qualunque parte volgea lo /guardo , ve
deva qualche cofa , che l'affliggeva . Rifolv dunque di
tornare al paefe , ove era gi chiamato a dipignere alcu
ni quadri , e dipigner dovea ancora la cupola della cat
tedrale di Foligno , che poi non dipinfc ; perch concor
dar non pot mai il prezzo , Arrivato a Bevagna , fi mif fubito a dipignere per le monache di S. Margarita^ :
E dipinfe due quadri , che furono collocati nella lor
chiefa, rapprefentante l'uno il martirio della fnta , e
l'altro la Goncezion di Maria con diverfi fanti padri , che
/tanno fpeculando fopra il prodigiofo , ed impenetrabil
mifterio . Dipinfe anche nella cappella di S. Filippo Neri
dellamedefimachief; e vi rapprefent alcuni miracoli
fatti dal fnto . Ma mentrech dipgneva, fi fuppofe ,
che faceflfe baftonare un non fo chi; e perci gli convenne
partire alla volta di Roma , ove appena giunto , fu mefTo
in prigione; ed avrebbe avuti de' guai , f donn'Olimpia , che il proteggeva, non l'avefie fatto ufcire . Ufcito ch'e' fu , fi rimife a dipignere , ed egregiamente , a
xlifpetto della frte , de' profeffori , de' nimici , e de' pa
renti , dipigneva , e dipinfe alcuni quadri per diverfe
citt d'Italia, fenzach io abbia potuto faper mai n che,
n dove, n a chi. S bene, che molti ne mand anche
in Francia , in Ifpagna , in Inghilterra , ed in Germa
nia . Quindi moltiplicando fuor di modo i difgufti par
ticolarmente quegli , che riceveva dalli parenti , che__?
erano
D E'
P I T T ORI.
43
erano i pi fenfibili , non potendo pi refiftere col priinier coraggio , diede in fiera malinconia , s'avvil , e
quafi prefago del fin de' Tuoi d , non guari flette a ter
minarli. N manca chi dice, che ci fguifife pi per
aftio ., e crudelt di traditrice , e fratricida mano , che
di febbre , o d'altro alcun male , io per non poffo con
Scurezza affermarlo. Vedendo la povera moglie, che
era per i difgufti non men del marito accorata , morto
lui , ella pure dopo pochi giorni nel mef d'agofto del
1649. f ne mor: Quegli d'anni quaranzette ne' iS. 16*49
Quefta di trenzei ne' 24. , la/ciando l'unico figlio , che
era lor rimaf nelle fafce , e furon ambedue fepolti nella
lor parrochia di S. Agoftino . Era Andrea alto , e ma.gro di corpo , di compleflon forte , e robufta , bianco
di carne , nero di crine , e di occhi , di bella , e grazios'aria di faccia, e di nobile, e venerando afpetto*
Ebbe buon naturale , e coftume ; e quantunque pendefle
pi al maninconofb, che al gajo amava fuor di modo la
converfzione , andava le fefte a divertiri! quafi fempre
co* fuoi fcola-ri-, je godeva al maggior fegno di vedere in
Piazza navona i burattini , e a ftrada felice a fare a' ia(fi,.
Macome il numero de* falfauoli era compofto pi d'uo
mini , che di ragazzi rare volte le faffate finivano fenza_>
riflc , e fenza fangue , perch da' fafifi paffavano all'arme,
e fpefTe fiate anche gli fpettatori ne bufcavano . Ne fu
pi volte dagli fcolar avvertito, ma egli anzi che defiftefTe dall'amato fpettacolo s'appaflonava talmente ora_,
per una fazione , ora per l'altra , che n gli avvertimenti
degli fcolari , n i configli degli amici , n il proprio
roflore tener lo potevano, che talora non vi fi tramifchiaffe, e lo port tant'oltre una /ra la pafTone , che
fu folennemente percoffo nella fchiena da un ciottolo.
Cadde fubito in terra tramortito , n di quivi alzar fi po
t fin che non lo prefero di pefo gli fcolari , ed il portaE 2
rono
44
VITE
DE'
PITTORI.
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D '
P I T T O R I.
47
48
VITE
dell'ac-
Dff- PITTORI.
49
ritegno
50
VITE
D * p / rro R i.
si
52
Ave-
D - P ITTO R I.
?$
Aveva allora Gio. Antonio un figlio, che fi chiamava^
luigi, che quantunque minar- di qualch'anno di Gio*
Domenico a lui non cedeva punto nella volont , nel ta
lento , e nella difpofzione ; pens' perci di mandarli
ambedue in Roma, ed efplorata l'intenzion di Francefco, convenne feco del modo di manteneteli; e come
egli era grande amico di Guido ; perch egli pure__*
ufcito era della fcuola d'Annibale , bench frequentale
poi quella delRoncalli, a lui li raccomand , e Guidoarrivati che furono , vedendoli avvenenti , cotumati ,
civili , e affai ben fatti , concep per efl uguale inclina
zione, ed inggnava ad ambedue di tutto cuore. Avven
ne che nacque dopo qualche tempo tra etf per gara di
profetinone qualche non leggier differenza , che coftrinf Guido a fpararli , fino a che fi rappacificarono, e fece
ro pi /tretta , e fedele amicizia drprima ; e lo fte/To Lui
gi fu cagione , che Gio. Domenico vende/Te certi teftoni,
di pi un quadretto , in cui rapprefntato avea un'a/Tunzione . Dipigneva dunque Gio. Domenico , dacch al
trove parler di Luigi , Tottola difciplina di Guido d'in*
venzione ; e Guido , ficcome far fogliono i maeftri amo*
rofi , k fue pitture per accrefcerne il credito , e '1 pre*
gio ritoccava ; e Gio. Domenico avido dell'uno , non_>
men che dell'altro , indefeffamente lavorava , ed imme^
diatamente le vendeva. Part pofcia Guido per certe ma
le foddisfazioni di Roma , e Gio. Domenico , che pafTava
gi per maeftro , ftim fuo /vantaggio d'andar feco a
Bologna , anzi di fuo confenfo fi rimafe in Roma , ove
fece molt'opere , e molti quadri . Pecene uno per l'alta*
re di S. Maria Maddalena de' Pazzi alla Tirafpontina :
Ne fece un'altro per un'altare della chiefa di S. Carlo al
le quattro fontane : Altro ne fece per i padri della Chicfa nuova, che prefentemente fi vede nella lor fagreftia ,
e rapprefenta la beatiflma Verdine con molti angeli:
Altro
54
di
D * P / TY O R I.
di Putfarre i cui refia in mano il manietto
fe io dico vero , e lo mife tra gli fcatti . Divenne a ci di'
fuoco Gio. Domenico a efoftenendo il decoro del maeftro dal Cortona oltraggiato , ne lo rimprover altamen-'
te , e con tali parole pungenti , che fece reftare attoni
to non Jfblo lui , ma tutta l'anticamera , e particolarmen
te Angiolmichel Colonna pittore ben noto, che v'era_i
prefnte . Sparfofi il fatto per la citt , e giunto all'orec
chie di que' profeflbri, che con poco buon occhio il Cor
tona vedevano , andarono a far mille efibizioni a Gio.
Domenico , e l'avrebbero voluto innalzare alle ftelle per
lo gufto , e per la gioja . Si ferm egli qualche tempo in
Firenze, e pi fermato vi fi farebbe, f non foflfe ftato
a Roma richiamato . Arrivato che vi fu ebbe molt'altre
commefloni , e feguit fempre a dipignere col folito applaufb , ed ognun degli amici voleva aver feco il cavalier Perugino . Caddegli trattanto in penfiero d'andare a
Napoli , e partito a quella volta poco vi fi trattenne_* ;
perch vedute ''opere fattevi dallo Zampieri , e dal
Lanfranco, etutij l'altre pi rare di quel nobilpaefc,
ritorn a Roma con animo di non partirne pi ; perch
gi cominciava ad invecchiare , e notabilmente gli fcemavano le forze y e lo fpirito . VifTe nulla di meno molti
altri anni fenza quafi mai lavorare , perch calata gli era
anche la vilta, e caduto finalmente ne' i 68 1. infermo dopo
pochi giorni di malattia fin nell'ultimo d'aprile di vivere
con fommo difpiacere di tutti quelli che l'avevan trattato,e conofciuto,e-fu fepolto a S. Salvatore in campo, e regiftrato in que' libri col nome di pittore infigne.Poco lafci di capitale, perch egli tuttocch guadagnato avefle
molto , molto eziandio fempre generofamente fpendeva
col fignorilmente trattarfi; e quel poco, che gli rimate
nella vecchiaja , quafi tutto allora , che non era pi atto
al guadagno lo fpefe . Era di bella ftatura , e prefenza ;
e con'
$6
DI
D '
P I T T O R I.
57
DI GASPAHO DU GHET.
fono ftati i pittori , che egregia
mente , ed al vivo anno rapprefentato
ne' loro quadri i diverfi maravigliofi par
ti della natura . E molti an faputo al
tres darci affai bene ad intendere co' co
lori , anche i diverfi effetti pi difficili
della medefima j purch flati fieno f non del tutto in_>
parte almeno agli occhi noftri vifbili . Niun per s'era
fin all'et di Gafparo trovato , che avefl faputo intro
durre con tanto artifcio , e cos naturale il vento tra le
frondi , tra le frafche , e tra gli alberi , che quafi ingan
ni chi fiffamente i fuoi dipinti riguarda . Mirabil cofa fi
certamente il vedere in una tela rapprefentar varj pia
ni , o nello fpuntare dell'alba , o nel comparir dell'au
rora , o nel nafcer del fole , o di fitto meriggio, o Tuli'
imbrunir della fera , od in qualunque altr'ora del giorno
in vago , ed ameno paefe a ciel fereno , o l'aura gentili
che mormorando tra gli alberi , qual nebbia vi s'interni 4
e s'aggiri dall'uno all'altro di ramo in ramo, di fronda
in fronda , e le biade agitando non altramente ondeggiar
le faccia , che il mare ; O il fiero aquilone , che in tem
poral tempeftof tra orride rupi , ed in nere bofcaglie riftretto con tuoni , baleni, e fulmini, qual furibonda_
furia fom, fibili , urli, ftrida , e frema roveri , cafe,
e monti fvellendo , diroccando , ed aprendo. Non pun
to meno , e fen^a dubbio affai meglio di quello abbia io il
vento colla penna defcritto ,cel ha efpreftb nelle tele Ga
fparo col pennello ; e meraviglia non fia f dir , che tra
i pittori di paefi , ei non cede il pofto ad alcuno , e che
fngagli anni pi teneri moftr quel ch'effer dovea fotto
la dotta , e celebre difciplina di Niccol Pduffin, a cui
in Roma , ove egli negli anni 1613. venne al Mondo , lo 1 6 1 3
rac-
VITE
faccomand Jacopo fuo padre ,- che lafciato avendo mol
to prima Parigi fua patria , quella- fcelta s'era per fede .
Vide Niccol il genio, che il fanciullo aveva alfa profefc
fibne; e conobbe altres la facilit , con cui i fuo i pre
cetti apprendeva . E perch gli premeva il farlo- di venire
eccellente , ogni fua operazione minutamente oflervava.
OfTerv che inclinava' pi a difegnar paefi , che figure ; e
perci pi a quelli , che a quefte lo fece applicare. E co
me era fuor di modo inclinato anche alla caccia, gli dice
va , che confiderai fiflamente in cacciando cos da vici
no, che di lontano qualunque fito-, e veduta che gli fi rapprefentafle allo /guardo , e che delle pi' belle ne faceffe e'
difegni .- Avendolo cos per alcun tempo iftruito , volle ,
che cominciafie a adoperare i pennelli , e gli fece fare al-cimi paefetti . 'Furono quefii da lui s ben condotti , che
dilfe Niccol ad alcuni fuor amici in vedendoli : Sete non'
glieli aveJjt vedittifare i e che nonfoJjipiuccMJtcuro"? che'
diqui' nonfono mai ufciti'y non crederei certo ^ cKefoJJero
flatifatti da lui : Notovvi nondimeno" alcuni difettuzzi;
efenzacch ei metter vi vokflfe le mani fopra , gli ordin
che da f li correggere , - li fece- poi' per proprj iuoi
parti , come e' erano' j. vendere alfai Bene . Animato il
giovinetto dalle lodi del maeftro , e divenuto avido del
guadagno, divenne eoi continuo operare in pochi anni
celebre in Roma non.meno, che fuori non col proprio
fo cognome, ma con quello del Puflno , don cui v e -*
perch egli era fuo fcolare , e perch quegli avea fua forella per moglie , fu fempre poi chiamato, e prefentemente ancora fi chiama. Non avea finiti i ventanni,
quando lafciar volle lafggezione della fcuola di Nic
colo , ed aprirne una da f , ficcome fece . Ma nel tem-
po, che lavorava di vena , e che innamerabili erano le
commeffoni, che giornalmente' da diverfrfignori rice
veva-, altri proccmavano di fargli abbandonar Roma ,
e di
DE" PITTORI.
di condurlo fuori . Tanto gli flette d'intorno , tanto
l'importun, e tanto gli Teppe defcrivere le deliziof,
ed abbondanti cacce d'Arino .nel Regno un cavalier Milanefe , che n'era governatore, che gli riufc finalmente
nel partire di menarlo /co ; poco per vi flette ; perch
ritornar volle all'amata fua ftanza di Roma . Ove appena
giunto , gli furono dal duca della Oornia ordinati due__
quadri , che in pochi giorni glieli fece . Piacque tanto al
duca tal puntualita, e preftezza, che avendoglieli generofamente pagati , Tolle in un co' quadri condurre..
eziandio l'autore a Perugia , e d'indi a Caftiglion del la
go fuo deliziofo fcudo . O qui s che pot divertirli , e
Daziare il genio intenfo , ^he aveva alla caccia ! Preffo a
un'anno vi fi ferm ; e pi affai fermato vi fi farebbe , fe
l'amene delizie delTrafimeno non l'aveffero .quafi,fatto
dimenticar del pennello j perch al divertimento dells_>
.caccia aggiunto s'era quel della pefca ; ed egli non pen/va pi :in .modo .alcuno .a dipignere . Per .rimetterti
dunque daddovero al lavoro,determin di partire, e fatti
alcuni quadri pel duca, nel licenziarf] da lui glieli regal,
,e con difpiacere reciprocopart immediatamente per Ro
ma . Lo fece il duca ,a tutte fue fpefe da due fuoi fami
gliar! fervire per viaggio , dopo avergli donato un bello
fchioppo , un pajo di piftole , un cavallo , ed un anello.
Tenne Gafparo .continua corrilpondenza feco , e l'and ,
coine a fuo luogo narrer,anche.dopo qimlch'anno a tro
vare . Arrivato a Roma , rincominci (bito a lavorare ,
e per poter meglio ritrarle vedute pi vagne al naturale,
prefenel medefimo tempo quattro cafe a pigione : .Due
ne' fili pi eminenti di Roma , una a Tivoli , -a Frafcati la quarta , facendo ora nell'una , ora nell'altra i fuoi
ftudj , ed ogni giorno fi vedevano nuovi fuo' quadri .
Fecene alcuni pel marchefe di Caftelrodrigo imbafciadore allora del Re di Spagna . Fecene per gl'imbafciaH 2
dori
VITE
dori di Francia , e dell'Impero E ne fece per diverti aliri perfnaggi foreftieri, che allora erano in Roma_,,
ognun di cui a qualunque cofto ne voleva. Dipinfe aU
cimi fregi in alcune ftanze dell'abitazione del celebre_
Gianlorenzo Bernini . Dipinfene altri nel palazzo del
marchefe Muti vicino a Campidoglio. Dipinfe tutte P
impofte delie fineftre , e porte d'un appartamento del paJazzo del marchefe Coftaguti , alcune delle quali , che
fon le meglio confervate con belle figure dell'Allegrini
ridotte in quadri , fi vedono oggi nella nuova fabbrica
del marchefe de Carolis a S. Marcello . E dipinfc le fcejne del teatro del colleggio Romano. Ma mentre che per
tanti fignori dipigneva , e che puntualmente per la fua_>
velocit d'operare con ognun riufciva , non fi rimane
va d'andare tutti i giorni di fefh a caccia, in cui fa
ceva fatiche da beftia . Onde tra per quefte , e per quel
le, cadde gravemente ammalato ; e poco manc che non
vi lafciafife la vita . Dopo lunga convalefceriza , al fin fi
riebbe; ed and a trovare il fuo duca della Cornia a Pe
rugia per meglio riftabilirfi in quell'aria faluhre . Riftabihto chV fu , lo conduffe il duca a Caftiglione , e d'ivi
infua compagnia a Firenze, ove non iftette oziofo ; per
ch ebbe diverfe commefiloni , compite le quali ritorn
di bel nuovo a Perugia col duca , e s'incammin poi fubito alla volta di Roma con animo di pafTare a Napoli ,
fccome arrivato che vi fu, immediatamente v'and ; e vi
fi trattenne poco meno d'un anno fempre or per l'uno,
or per l'altro di que' cavalieri dipignendo . Quindi tor
nato a Roma fi mife a dipignere a frefco alcuni paefi nel
la chiefa di S. Martino de' monti , e guadagn oltre il
prezzo che non fu tenue , l'affetto di tutti que' buoni reJigiofi . Entr poi a dipignere a frefco pure in alcune-
ftanze del palazzo del Conteflabile , per cui colori an
che a olio alcuni quadri . Ne color ancora pel principe
Bar
61
D ' P i r r o R /.
6$
<a/paro affai modefto nel tratto, e nel difcorfo , rifluto , e coftante, nella fatica, amante non meno della pro*
feffione(, che de' pr'ofefloTi ,' con ctli trattava veramente
di genio. Parlava bene di-tutti 4 e non difprezzava mai
alcuno . Ebbe per molte eontroverfie con Salvator Rofa , e pel quadro , che fece a concorrenza d'un altro
fatto da lui per un gran perfonaggio , a cui non lo volle
dare a meno di quello l'avea pagato al Rofa , ed il medefimo , che fu. cortTprato poi dal mentovato conte Berk,
corfa avrebbe qualche fieri burrafca , f la protezione dr
un altro perfnaggio , che lo mand a' fuoi fcudi non 1'
aveffe falvato . Era rifpettofo, e umile , allegro, e faceto;
e conferve fino alla morte inalterabilmente fempre il fuo
naturale , e coftuftie . Aveva non molto alta flatura , ma
corpulenta!, grave , faccia pi graziofa, efimpatica,
che veneranda , e bella , vifta acutiffima , e carnagione
colrita , e viva y dall'afpetto per non fi poteva conofcer quel fuoco , e quel brio , che egli moftr nel pen
nello .
SALVATOR ROSA.
',
$4
'V
T ,
D tf
PI T T O R I.
<fr
66
VITE
derfela benevola per altro ver(b , e s'accomod al fervi'/io del cardinal Brancacci Tuo paefano . Fu da lui con
dotto indi a non molto aViterbo, dove egli rifedeva in
figura di vefcovo j e /bito arrivatovi gli ordin che di"
pignefie un quadro , che metter fi dovea full'altar mag
giore della chiefa della Morte , e vi dipinfe S. Tommafo
in atto di toccare la piaga fantiffima del coftato di noftro
Signore . E quivi le mufe d'Antonio Abati , con cui
itretta avea forte amicizia , /vegliarono il canto anche
alle fiie , e paffarono ogni giorno qualch'ora-infieme_j ,
finche egli vi fi trattenne . Partito poi volle aver feco
continua corrifpondenza di lettere, epafstanto oltre
l'amore , che egli :md molte volte a trovar Salvatore , e
fpezialmente , come in progreffo del racconto a fiio luo
go dir , anche a Roma . Stette quefti alcun tempo col
cardinale a Viterbo , e fattevi alcune altre opere ad olio
non meno che a tempra gli cadde in animo di rivedere
la patria , e prefo da lui congedo , fi mife in cammino .
Ma appena arrivato accorgendoti di non aver quella ftima , che egli fi^figurava , poco vi fi trattenne , e torn
a Roma,; ove n pur l'incontr fu quel principio, come
ci fi credeva . Determin nondimeno di volervifi ferma
re , e fatto acquifto di molti libri , co' quali piucch
co' pennelli , paflando allora fuo tempo tir per mezzo
di fue rime , e della foave , e dolce fila converfazione_j
alcuni giovani coetanei a un'intima amicizia , e fi rend
talmente padrone degli animi loro , che ne faceva ci
che voleva . Si mafcheravano infieme il carnevale , ed
inventavano cofe graziofiffime da far ridere chiunque in
loro s'abbatteva. Facevano commedie allo'm provi fo,
ed eran piene di vezzi , e di fali . Andavan la fiate can
tando , e improvifndo ora in una converfazione , ora_>
in un' altra , ed egli , che era intendente ancora di
mufica , e non poco fi dilettava di fuono , maravi
DE' PITTORI.
67
<ss
VITE
DFP'ITTORl.
69
VITE
canzoni , che cantava in lingua Napolitana graziofment-e fui liuto . Paflato l'inverno lo condufTero i Maffei a_,
Monteruofbli altra loro villa , ove flette preffo ad un_>
anno , e vi compof la maggior parte di quelle fatire ,
che ora fi vedono imprefle; e che alcuni invidiofi di fua
gloria s'ingegnavano di dare ad intendere, che non_.
eran fue , nominando letterati capaci a poterle aver fat
te , per dar maggior credito all'impoftura . Non fi rimaf per egli, contuttocch la maggior fua appljlc aziona
folle in quel tempo la penna , d'adoperare anche il pen
nello , e dipinf per dar qualche fegno di fuo gradimen
to a detti fuo' amici varie cofe nell'una , e nell'altra lor
villa; a' quali, perch gi premeditava dipartire per
tornarfne a Roma , lafci per memoria di fue obbligaxioni , ed in pegno del Tuo amore il proprio ritratto , che
rappre.fntate aveva vivo, e naturale in una tela. Quin-i
di tornato a Firenze , ove comecch fi foflfe licenziato
prima dalla corte , pref nuovo congedo , e fi part alla
volta di Roma con fommo , e general difpiacere degli
amici , ed inifperle de' letterati , che lafciar non lo po
terono lnza lagrime . Vollero t*^? contnuo carteggio
/co, ficcome fecero arrivato che fu in Roma , ove era
con anfiet dagli altri fioi amici afpettato . Non aveva_
egli portato gran danaro da Firenze i perch quantun
que guadagnato ne aveflfe moltiflmo , troppo , come
difl , ne fpef . Si iiiif nondimeno fubito in pofto , pre
te buona cafa a pigione , la veft .coli' ajuto di Carlo
de Ro0 di nobili , e ricchi arnefi , e trattandoli alla_f
grande, e da fignore riandava col penfiero alcune ingiuftisie , che gli erano ivi prima fiate fatte , ed i nn_
pochi torti , che v' aveva ricevuti , per cui fi fntivi
d'ora, in ora darfi di pungentiflmi colpi nel cuore_s^
e determinato gi aveva di vendicarfne ; e fi. vendi*
c. col mettere i quadri .Tuoi a prezzi alti, ed eccedi vn
Non
D '
P I T T O & /.
7*
di-
7a
D ' P / TTO R I.
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74
VITE
m*
jD ' P I TTO R /:
7j
Iff/ff,
76
VITE
lefe , allorch rjlrette fono o tra lacci , o nelle gab
He ? Se voifojle cacciator come poeta , non crederejle tali
frottole a e tali baje . Ne ho tenute io lungo tempo in ben
aggiujati ferragli de"* mafchi , e dellefemmine alla rinfufa , e degli uni , e dell'altrefeparatamente appojote ; ed
avendole per lungo tempo altrei di nafco/to guatate , non
lio veduto mai , chefjen tra loro addomejiicate , N la_
nata concupifcenza , che di primavera in tutti gli animali
D J? P I T T O R I.
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78
? I T E
colomba n*femnati , .e,non vede la. veccia, che ricoperta
fu dal bifolco ~ Razzola ilpollo a lato al pagliajo^ e non
sede la pula che .vi fia dentro . Gettafi ne' querceti il
germano , e non vede la ghianda , .che v* caduta-^ percb Dfigetta ordinariamente di notte . Ma quando anche
tirati fodero dalla vija -, e .non .dal? odorato , .dovuto
avrebbero veder prima il putto .maggiore dell?uva , e_j
di quello aver paura , e non agprejfarvifi . E fe mi fi di
r , che il putto dipnto non era con quella perfezione^ ,
con che dipinta era tuva^ e non aver perci potuto farlo
comparire s naturale , e s vivo , che gfingannajje , che
fa , come ho letto il di/piacere di Zeufi ^ rifponder fubito - ** che .avrebbero in, /fmil cafb
dovuto aver timere^J
.J
.della pittura , e del quadro } perch temono di qualunque
cofa , che veggiono infoiita . Non scacco/la ilcalderino al
canapeto , o-ve dal?ortolanofu mejja alcunaparraccacci a .
Fugge il rigogolo dalfico , cui afpefo fu dal vignaiuolo un
qualcheJlraccio . Refta preferitalo ilciriegio da'furti.del
merlo ufcito dal nido , per. riportare cf figli .V'imbeccata ,
fe vi vede i rami neri*> od in altro -modo coloriti. Orafe non
poterono gli uccelli privi delfeffenziale delle potenze per
D r P j rro R i.
\ la differenza 3 ehe i?e tra un eccellente pittore difar7,
tti-t e d'animali^ da altro., eccellente, djimmagini uma
ne , else merita tanto maggiore ftima. , quanto pi fil
mato del corpo, lo fpirito . Per altro fo ancor. io./gnor
Abati , clic tra le glorie, delfortunato fecolo, dell"1invitto
domatore deil'oriente, fa numero molto grande quella d'ef.
fervi abbondantemente fiorite le belle arti .. Mafo ancora
quanto a*fatti veri di quelfecolo abbiano g"1incredibili , e
fal/t pregiudicato . Tantocch , fe io non vedej]t cogli occhi
miei le. lorojatue , niente crederei: delie-pitture .. ' egli
forfe credibile i che dipigner fi poffano e" tuoni ^ come ,
Jlatofcritto , che Jt dipignevan da Apelle ?. Chepojja, rapprefentarj un oggettofiero > epetofo<> allegro, e mejlo ,
altiero , ed. umile, in un mede/imo tempo , come Jtato
fcritto , ehe dipgnejje il genio degli Atenie/ Parra/io ?
^ajjlefon cofejgnor Abati impcjjbili \ Efc voi tralafciato avete di rammentarle , o perche, io non v'ho dato tempo ,
o perch a voi non fon note , ho voluto in ogni modofuggertrvelei acci pojjtate unirle ali"1altre ^ che tej rammcn^
taje , per indurre in miglior occaftone gli afcoltanti a uniJbrtnar/t al vojlro giudizio ; giacch , n io , n alcuno d,
guefti infgm letter.at ckc l'anjentite , vi concorrono , anzt lo difapprovano , e lo mettono in un. con me , come ben.
vedete , in. ridicolo -.
ene
v e P i TT O.R /.
D. O. M.
Care*
Expofuit
rAnno Domini M.. DCLXXVll.
Gli altri dopo la morte di Carlo fi divifero tra'l Valtori, l'Ulivetani , ed il Tarpinoti fuoi eredi , da' quali poi
fono ftati ugualmente difperfi , e venduti . Ne rimafo era
al Vallori , che il famofo della Fortuna , che pi comuneinente intefo era per la Satira , per cui Salvatore .ebbe ?
allorch lo mife in moftta -a S. Giovanni decollato tanti
guai , che non vi volle meno dell'autorit di D. Mario
Ghigi fratello dell'allora regnante Pontefice per liberarnelo j che fu venduto per fecento fcudi mefi fono al duca
di Beaufort, e lo port con altri molti comperati da lui
in Inghilterra^ ra queffo un quaxWgrande con figure
minori delle vere ; e vi fi vedeva nel pi alto in capricciofa attitudine la Fortuna, che verfando da un cornucopia
coferare, epreziofe, indifferentemente cadevano quali
fovra il porco , quali fovra l'afmo , quali fovra il bue ,
quali fovra il bufolo , quali fovra il caftrone , e ne. ave
vano la parte loro il lupo, la volpe , la faina , l'alloc
co , e l'avoltojo , tutti animali rapaci armoniofamente
difpofti nella parte inferiore calpeftando l'altre , che ca
dute eran nel fuolo . E fi vedeva il porco grufolare lei
perle , l'afino peftar libri , penne , e pennelli , il bue
fdraiarfi fulle rofe , il bufolo tritar corone d'alloro , il
caftrone in ricchi drappi giucare 3 e cos 3 fe non cre-
defl
D PI TT R 1.
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lo
34'
fu
D F P I T T O R I.
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86*
VITE
DE' PITTORI.
87
DI LUIGI SCARAMUCCIA.
E fra le citt di Tofcana fi diftinta fempre al pari dell'altre nelle belle arti Pe
rugia , niuna ftata pi di eflfa trafcurata nel tener conto de' cittadini , che la
diftinfro . Tantocch di molti , e_>
^
molti perduta le ne farebbe la memoria ,
f le ftraniere non Faveflfero confervata . E Luigi Scara
muccia , di cui ora ferivo la vita , a Milano deve , ficcome dimoftrer , la fortuna , la fama , e Tapplauf , e non
a lei che fu fuapatria . Nacquevi egli add 3. di dicem
bre dell'anno 1616. ; e nacque di padre pittore, che_
quantunque affai bene nell'arte ammaeftrato , volle per
meglio ammaeftrare il figlio mandarlo in Roma nella
fcuola di Guido , dopoch gli ebbe nella fa infognati i
principj , e che dato avea a conolcere quella paffata , che
dovea fare colle pitture , che.fece in due lunette della^
fgreftia della chiefa di S. Girolamo . Era Guido , come
nella vita del Cerrini accennai a ftato fuo coadifcepolo ,
ed
SS
VITE
DE1
PITTORI.
89
5,0
VITE
in
D '
P I T T O R I.
9l
VITE
mente altres dipigneva, n dimand mai n prima , n
dopo d'aver fatti i lavori prezzo ad alcuno , e molti
eziandio anche a piccole perfone , ed a poveri religiof
ne regalava ; e diceva , che fccome egli non comperava
il tempo , e che poco fpendeva ne' colori , volentieri da
va via quel capitale , che quaf nulla gli coftava . Quefti,
ed altri innumerabili generof fentimenti , con cui dir fi
pu , che nafceflfe , confervo egli fmpre fin all'ultimo di
fa vita , n travi mai dal buon coftume , che pure gli
era innato, e famigliare. Imperocch ebbe fempre un aniino fnceriftmo, lontano da gare , da controverfie , e da
inimicizie , odiava la maldicenza, ed il parlare ofceno ,
ne dipinfe mai cof impudica . Era alto , e pieno di cor
po, di faccia maeftofa , e gioviale , con occhi grandi , ne
ri , e vivaci , di color vermiglio , larga fronte , e capelli
canuti , lunghi , e folti . Amava etemamente la pulitez
za, e veftiva nobilmente. Tutte qualit che unite al nobil
fuo tratto , ed al venerando fuo portamento gli conciliai*
rono quella ftima, quale da me ftata brevemente defcritta.Lafci non pochi fcolari di grido,e tra quefti i primi fu
rono ilcavalicr AndreaLanzanijche dopo aver fatti molti
be' lavori in patria , e per la Lombardia , fu chiamato ali'
Impero , ove ricev la croce , e diede non poche prove
di fuo valore , e Pietro Mozzina, che pur molto dipinfc
in patria , e fuori . N altro ho potuto fapere di certo
della vita di quefto infigne profeffore .
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P I T T O R I.
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VITE
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PITTORI.
96
VITE
D ' P I TT OR I.
07
di
VITE
di contentarvi tutte , e niuna di me aw occafone di la*
mentarf-. Ma le dame , che n punto, n poco intendevano il linguaggio Italiano j ed egli tuttocch l'intendefle, fpiegar non fi fapeva ancora nel Franzefe , feguitavano tutta via di mala maniera a rampognarlo , finch
giunfero alcuni cavalieri , che fecero da interpreti , e fi
quietarono; ed egli di tutte fece nel profeguimento deli'
opera i ritratti : E mentrecch cos con loro s'andava_
fovente divertendo , e che tra effe fpefle volte nafcevano delle calde controverfie per chi efiTer dovefle la prima ,
camminando inavvertentemente un giorno per lo palco,e
non vedendo che giunto era al fine , cadde precipitofo in
terra ; e fu obbligato a ftare molte fettimane a letto . In
credibili furon le cortefie , e le finezze , ch'egli ebbe in
tal occafione dal Re , dalla Regina , e da' primar j figaori della corte , che tutti a gara procuravano di follevarlo , e di farlo ftare allegramente , perch men fenfibili
gli foffero i difagj del male , e perche guarir potefle pi
preftamente . Guarito alla fine, ritorn al fuo lavorio ,
ed in vece di lagnarfi de' fofferti travagli della caduta, gli
agognava, e diceva, ficcome difTe poi fempre, Banche
a' fuoi amici in Italia , che giorni pi lieti, e pi felici
di quelli non aveva mai in vita fua paflati . Terminato
il lavoro , e fattine anche altri per altri perfonaggi , ri
tra al vivo il Re, e la Regina , che vollero eflere ritrat
ti da lui , primacch tornafle in Italia , dacch fi prepa
rava alla partenza , perch era anche il cardinale con_>
tutta la cafa Barberina fui partire . Di mala voglia per
s'induceva il Re a dargli licenzia , gliela conced poi per
la promefia fattagli dal cardinale, non meno che da lui di
ritornare ben prefto alla corte . Ebbe quindici mila fcu
di di regalo dal Re , ebbe un oriuolo tutto tempeftato di
gioje dalla Regina , ebbe un anello con un groflfo diaman
te dalcardR-alMazzarini3 ed ebbe moltiflmi altri re
gali
D ' P I TT O R I.
99
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dun-
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P 1 T T 0-R I.
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102
VITE
fefc*
D ' p j TT o R i.
febbre , e dal folito Tuo male della podagra , che l'at
tacc nel petto , fu ad io. di novembre dell'anno 1662. 1662
coftretto a lafciar gli agi , le piume , Ja fortuna , e le_>
ricchezze , ed a pagare alla morte il debito contratto
.'co nel nafcere da' viventi , fpirando tra le braccia_
del cardinal Brancacci , che l'affifte continuamente con
non ordinario fuo difpiacere , de' parenti , della nobilt , e degli amici , Fu il giorno feguente il cadavere efpoflo con nobil pompa nella chiefa de' padri Carmelitani
fcalzi , ove egli fabbricar faceva una cappella a proprie
fpefe, che compita poi dagli eredi,fu negli anni 1711. dal
luogo dove allora era ftato ripofto , trafportato nella fpoltura della medefima dedicata con un quadro fatto da
lui alla fantiflma Nunziata , fenza alcuna ifc.rizione , o
memoria . Era egli benfatto di corpo , e di faccia , bruno
di colore , nero di crine , e alquanto calvo ^ di propor
zionata ftatura , di temperamento macilente , e afciutto , di non perfetta falute , tuttocch vivo , e focofo ,
di natura allegro, gioviale, e faceto, affatto lontano
dall'interefle , e dalle doppiezze , vero amico , elemofiniere , grato , ferviziato , e di buon cuore . Pi di cin
quanta mila feudi di capitale lafcio a dieci figli , che eb
be con Beatrice Tignofini fua moglie , che era delle prin
cipali famiglie di Viterbo . Le quattro femmine prefero
l'abito di S. Francefco nel monaftero di fanta Rofa , due
ne fn morte , e due ancor vivono . De' fei mafchi Mar
co j e Carlo che eran gemelli, moriron giovani , il primo
canonico della cattedrale , il fecondo Gefuita . Giufeppe cadde da un'alta loggia di feno alla balia, che l'allatta
va, ed in cotal guifa , prima quafi che cominciati gli aveA
fe fin i Tuoi giorni Antonio entr nella compagnia di
Ges ; ma poco per la debolezza della compiendone vi
pot (lare; ed ufcitone venne in Roma, s'addottor
nella Sapienza , attefe alla curia per far l'avvocato , per
d
104
VITE
P 1 T T O R I.
105
DI CARLO LE BRVN.
RALLE glorie del fortunato fecolo del
gran Luigi non la maggiore, n l'infima
quella d'avervi avuti uomini nelle beli'
arti della pittura , e della fcultura eccellcntilimi , E di vero, quando mai nel
fioritiflmo regno di Francia alcun altro
Re n'ebbe di quefta razza ? Secolo per i fudditi tanto fe
lice , quanto pel Re gloriofo , ed abbondante per la ma
teria, che ho imprefa a trattare , nello fcrivere le loro vi
te . E quantunque io non {feriva quella del Poufln , che
meritevolmente chiamar fi pu il Raffaello della Francia,
perch diffufamente il Bellori la fcriflfe , e d'altri bravi
profeflfori , che tralafcio eziandio di rammentare , per
non ne aver le neceflfarie notizie , riftrignerommi a po
che , ed ora a quefta di Carlo , che acquift col pennel
lo tante ricchezze , tanta fama , e tanti onori , che il
nome fuo far fempre celebrato per illuftre , infigne , ed
Q
ini
VITE
immortale. Nacque egli negli anni 1619. ad 22. marzo
in Parigi , e nell'et de' tre fu veduto dal padre che era
fcultore, difgnar pi volte intorno al fuoco co' carboni .
Ebbe i primi principj da Simon Vovet ; e talmente avan
zar fi feppe in quella fcuola , che in breve tempo fuper
tutti gli altri fcolari , e di quattordici anni fece il ritrat
to del padre , e dipinte un rcole pi maeftrevolmente ,
che da giovinetto fcolajo s'afpettaffe , e che per i pochi
giorni , che v'impieg gli fi dovefle . Quindi fempre pi
abilitandoli coll'operare , e dipignendo per varj fignori
del regno, curiofo di vedere i prodigj dell'arte, preg il
cancelliere Seguier , che gi prefo l'avea a proteggere ,
a permettergli il venire in Italia . Gli fmminiftr il
cancelliere il danaro neceffario pel viaggio , lo racco*
mand in Roma al Pouffin , e gli promife d'ajutarlo .
Giuntovi egli felicemente, l'and fubito a trovare, e
flette fotto fua direzione per alcun tempo , fempre ve
dendo , confderando , e ftudiando full'opere pi rare ,
e particolarmente fu' baffi rilievi , e fulle ftatue .: N fi
content folo di quefto fhidio ; perch acquift moltiffime belle cognizioni colla lettura di buoni libri , che gli
furono di gran vantaggio nell'iftoriare . Molti quadri
fece in Roma, ma niuno , che io fappia ve ne lafci ;
perch era tale , e tanto il concetto , con cui di Fran
cia part , e cos fmifuratamente anche crebbe nell'
avervi mandate alcune fue opere , che que' fgnori volle
ro tutte l'altre , che ei vi fece per loro , eccettuatene al
cune, che ne mand al Granmaftro di Malta. N po
tendo pi a lungo foffrire fua lontananza, lo fecero ri
tornare alla patria , ove arrivato, fu diftintamente accol
to dal cancelliere , e da tutti loro , e ne ebbe varie commefloni . Si mife dunque fubito a dipignere con calore ,
e mentrecch intento dipigneva per dar gufto a tutti a
propofe d'iftituire un'accademia , che coll'ajuto del cancel-
D '
P I T T O R I.
107
celliere idi ftabilita . Conofciuto poi dal cardinal MazZarini , fu da lui fatto conofcere al Re , e dichiarato fuo
primo pittore , e foprantendente generale di tutte quell'
arti , che d'ordine regio con particolar gloria del Re ,
e con fmmo benefizio del regno s'efercitano nella real
fabbrica de' Gobelini . Fu fuffeguentemente da S M.
impiegato in abbellire i reali palazzi , ove opr afTaiffimo . Ma nelle gallerie del Louvre , e di Verfilles fece
veramente vedere quanto l'arte f far col pennello ; e_
quanto il buon gufto inventar poflfa in genere d'argente
ria , di tappezzerie , di mobili , di fcultura , e d'archi
tettura ; perch egli fu il direttore di tutto ci , che vi
fi vede di pi (ingoiare , e di pi bello. Oltre l'opere_j
fatte da lui pel Re , e per la Regina , molte ne fece per
lechiefe di Parigi . Vedonf nefla metropoli tana xlue__
quadri , di cui l'uno rapprefenta il martirio di Santo
Stefano , e l'altro la crocififlone di S. Andrea . Vedonfene alcuni nella chiefa, e negli oratorj delle monache
Carmelitane del borgo di S.Jacopo , rapprefentanti di
vert nobili , e divotifoggetti , Un altro fe ne vede a*
Cappuccini del detto borgo , in cui efprefTe la Prefenta^.ione al tempio. Dipinf la cappella del Seminario di
S. Sulpizio; e dipinf nel refettorio de' padri di Picpus.
N tralasci di dipignere per diverf cavalieri . Dipinfe
nel palazzo dell'abate della Riviere a piazza Reale . Di
pinfe nel palazzo de la Baziniere, avendo rapprefentato
in una ftanza Pandora , e nella fala le Mufe . Dipinfe la
galleria del palazzo di Lambert . Dipinfe gli apparta
menti del palazzo de Vaux , che in oggi appartiene al
marefcial di Vilars ; e dipinfe in varj altri palazzi di Pa
rigi , e del regno. Jnnumerabili fono i quadri , che in
diverf tempi fece per fuori . Ne anno alcuni gli Inglef ,
altri ne fono in Ifpagna , non pochi f ne confervano in
Italia , di molti fi pregia la Germania , e tutti inficine
O a
s'am-
io8
VITE
D Pi TTO'R I.
tlrefteur-CljanceUer de VAccademie royale 'de periture '
& fiulpture .
3
Son genie nafte , *fupcreur le mit enpeu de temps
tilt defui de toui lei peintrei de fon /cele . C fut luy
qui forma la celebre Academie de pcinture ^ & de fiui
pture que Lov'n le Grand a depuis honore de fa royalz_j
protezioni qui a fourn dei peintrei ^ & dei fiulpteurs
a toute P Europe , ou elle a toujorus tenu le premkr
rang.
VAcademie da dejfiin de eette fuperfa Rome , qui
avoit eu juffa prefcnt Fawantage dei beaux Artsfur iotitei lei autrei Nationi le reconnut pourfin Prince en 1 676.
e en 1677. Ce fint fii dejjeim qui vnt repandu le boi-t^j
gout dam toui lei Arti , &fiui fa direftion Icifameufis
Manufaffurei dei Gobelini ontfourn lei plm predeux me-<
ubici , & le plm magnifiquvi ornemem dei maifim ro*
yalei .
Pour marque etemette defon merite Lovis le Grand
le ft fin premier peintre luy donna dei letrei autentiques
de Nobleffe , & le cambia defei bienfaiti . Il eft ne' a faris le 2 3 . de Mari 1619., & y eft mori dam lefein de la
piet le 12. defeurier 1690.
Sufanne Butay fa veuve apra auoir lev afin illuftre epoux ce monument defon eftime , & defa reconnoif*
fance fa rejoint dam le tombeau le 26. de 'Juin 1690.
-no
. -T: l-.-
DE*. flTTO.R /.
Vl|
che flato il primo de' tre,che collo fteflo nome nello fte
i tempo in Europa fiorirono per gloria del fetolo , per
vanto delle nazioni , per vantaggio della pittura , e per
pregio di quefti fogli . Imperocch fior in Parigi Carlo
le Brun , di cui abbiam gi fcritta la vita , fior tn Roma
Carlo Maratta , e fior in Bologna Carlo Cignani , de'
quali la priveremo .
JACOPO CORTESI.
i
D tf PITTORI.
iij
ra,
DE*
PITTORI.
115
n6
..VITE
D ff PT'TOR I.
giore della lor chiefa , in cui rapprefent la fnta coiiJ
molte altre figure , e poi part per la patria . Giuntovi fe
licemente , e divertitof] qualche tempo cov parenti , e
cogli amici , riprcfe il cammino d'Italia , e pafs a Ve
nezia . Fu quivi coftretto a trattenerli da un di que' no
bili di cafa Sagredo , quantunque molto gli premefle il
ritornare a Firenze , per non mancare alla parola data al
fio principe. Dipinfegli la galleria, e vi ^prefnto
le battaglie pi fanguinofe , che rammemorino lefagro
carte. Quindi eflendo flato-, e generofainente pagato
e largamente regalato , and a Padova , e per la via di
Bologna fi riconduce a Firenze , ove molto oper per
S. A. , e per altri , finch dovendo ella tornare a Siena ,
egli pure and feco . Conofceva gi , ed era fuo amica
il P. Girolamo Santi Ceduta rettore allora di quel colle
gio , e con lui piucch con alcun altro tratt dopo il ri
torno in quel luogo . Difcorreva fempre feco di divozio
ni , lodavagli molto le religioni , gli faceva conofcere il
genio particolare , che aveva alla vita ritirata , e folitaria 5 ma non s'induceva mai a manifeftargli i lgreti del
cuore . Andatolo finalmente a trovare un giorno, gli diff : E" qualche tempo P. rettore , che conferir deggio feco
un alto affare , e di tanta confeguenza , che non importa,
meno dellafalute del?anima mia . Iddio , gran pezzo ,
che miftapicchiando alcuore^ e mi chiama-, eparmi che
or or chiaramente mi dica , che io lafci il Mondo , ed iit_3
una qualche religione ajlar pi attentamente con lui mi
ritiri. Non diedi mente in principio alle chiamate^ e_
quindifacendone poco contofeguitai afare dafordo , Ora
fot , fbe torna a battere con violenza maggiore , non poffo pirefiftere , ed hofermamente ftabilito d"*ubbidirlo.
Il trentafettejttfio anno corre , chefervo il mondo ; e tutto
ehe altri creda dolcijjtmo ilfervirmio^ leconfeffo^ chfLjfono fempreftafo il farfuglio di mille agitazioni. Spiacemi
li8
VITE
la
JD fi' P / T'TO R I.
no
l ftefTa mifura del grande la ftrage degl'innocenti , cl
compagno del piccolo, che rapprefenta la mdeima^
ftrage. E quefti quattro furon cos di mifura fatti apofta per adornare il fito, ove di Natale fi faceva da' padri
il prefepio , Si vede nel quinto la refurrezione del Sal
vatore , che quafi della fteffa grandezza de' piccoli .
Finiti che gli ebbe, fentendo il P. generale le richiefte
continue, che egli avea dadiverfi intendenti dell'arte ,
gli difTe che dipigneffe pure all'avvenire per chi voleva_> ,
e lo mand al collegio Romano di ftanza . Quivi tofto
riprefe a dipigner battaglie , e vedute , ed eran tante le
commefloni , che da per tutto ne aveva , per la ftima univerfale che s'era meritevolmente acquiftata , che fddi
far non poteva a chi con anfiet gliele richiedeva , e le_j
bramava, tuttocch fofle affai prefto , e pronto nell'efprimere , e rapprefentar in tela col pennello , ciocch la_,
feconda fua mente andava nell'immaginazion partoren
do . Con tal prontezza, e colla continua applicazione
tanti bei quadri dipinfe poi , che per effer quafi innumerabili , affai malagevol farebbe i'imprendere a rammen
tarli ;. Nulla dimeno mancar non voglio d'indicare al
lettore alcune opere fatte da lui per Roma, non meno
che per fuori; e dirogli , che dipinfe nella principal
congregazione del collegio RomanoTei lunette, e vi
rapprefent alcune iftorie della Scrittura fagra . Compi>t'a qufta , fu dal P. generale mandato alla Cafa profeffa>,
t drpinfe i parapetti di cinque feneftre , cio quattro den
tro' , ed uflofuori del corridojo , donde fi va alle cappel
le, e ftafze che abitava S. Ignazio ; e vi rapprefent
'^leuni fuoi miracoli . pipinfe alcuni quadri pel cardinal
:Uldrigdi;Carpegnai altri pel cardinal Antonio Bar"bermi , ed' uno pel cardinal Carlo de-' Medici , -in cui
!raplprefent il paffaggio fatto dal popolo Ebreo del mar
jrpflo colla fmmerfione di Faraone . Mandonne due al
duca
***
r i r B
r> * 'PITTORI,
ut
dri Gefuiti , agli amici, ed a',profe/Tori , alcuni de' quaJi pi appaffionati degli altri giunfero fino a dire , che_
tre foli pittori ftati erano in fuperlativo grado eccellenti*
Raffaello per Je figure-, XJafparo, per i paefi, ilP.Jacopo per le battaglie . Nelle quali ben ficonofce , che egli
eraftato delmeftiere .; perch ha rapprefentata nudai,
femplice ., e pura la verit , ed in ifpecie ne' fumi , ne*
fuochi , negli /pari della mofchetteria , e delle bombar
de , negl?incontri , negli attacchi, e ne' fervori dell** *
minchie con tanti varj accidenti cos ben efprefl , ed
iinitati , che par di vedere i veri guerrieri fieramente inieme azzuffati combattere, ferire, cadere, fuggire, gron
dar fangue , morire, vincere, e trionfare : Era egli di
naturai ,piuttofto malinconico , -che allegro , di corpo
anzi pieno, che magro, di proporzionata ftatura, di
non brutto afpetto , e di temperamento Snguigno . Non
lafci fcolari degni da rammentarfi, bench di moki
giovini fi-ftrvifTe nell'opere grandi , come di non pochi
/ervir fi voleva in quella della tribuna del Ges , f la_
morte impedito non gli aveffe il cominciarla . Giacch
fatto n'aveva dopo diverfi ponderi, e fchizzi , il difegno , e vi fi vedeva, delineato il miracolo di Giof nell'
arrefto del Sole^ -Ebbe due altri fratelli pittori , che.parimente vennero a ftudiare in Italia^ -Entr l'uno tu et
ancor frefca nella religione de' Cappuccini , c<iipinfe-j
nel convento , -che eifi hanno a capo le cafe alcune ope
rette di divozione . Viffe , e mor fecolare , e bravo pit
tori'altro , ed io ne fcriver a fuo luogo la vita;per mag
gior lume del lettore .
19-2
VITE
DI PLERFRANQESCO MOLA.
R A i bravi profeflbri , che pel merito di
lor fatiche an ricevuti premj , ed onori,
numero molto grande fa Pierfrancefco .
Concioffiech pochi , ma pochi , e forfe
mente,
forfe ninno
riconolciuto
ftato, com'egli,
e nobilmente
generofatrat
DE* PITTORI.
tlufTe /co anche il figlio , e nel tempo che vi fi ferm , Io
niand a fcuola da Giu/pped'Arpino. Ito pofcia a Bo/ogna per dar principio alla fabbrica, ed avendo pari
mente condotto feco il figlio, lo raccomand all'Alban;,
che ivi allora, fi tratteneva . Qumdi cre/ciuto nellaTua-.
/cuoia , ed acquiftato colla maniera anche il genio del
maeftro, piacque tanto a lui il talento, la volont, il
.coftume dello fcolare, che gl'offerf per moglie una figlia
Ma egli che s'era pofto in cuore di divenire quel bravo
profeffor , che divenne , dubitando non troncafle la mo*
glie i paffi .alle fue brame , modeftamente la ricus , e_j
and a Venezia a cercar del Quercino . Stette alcun:tempo con lui , e da lui pre/e quella gran forza di colore ^
che l'opere /ue ci dimoftrano . Vedendoci maeftro la_
maeftrevol maniera dello fcolajo , e la gran franchezza
del dipignere j e fentendo , che vieppi fi /pargeva per
la citt , e per la Lombardia la fama del nome fuo , entr
in gelofia , ^cominci ad averne fggezione , e a 'non_>
guardarlo pi coll'occhio benigno di prima . Accortofene egli , prudentemente , e con buon modo prefe da lui
congedo , e dopo aver copiate alcune pitture di Tiziano,
e di Paolo, f ne ritorn ratto ratto , e volentieri alla ca
ra Tua Roma . Stava ognuno de' profeflfori con attenzio
ne oflervando, arrivato che vi fu, gli andamenti di Pierfrancejfco; ed ognuno aveva non ordinario 'defiderio di
veder fue pitture , per chiarirfi ,'fe meramente corrifpon<devano al grido, ed alla fama , che n'era corfa . 'Qu^ando gli fu data al Ges a dipignere la cappella de' Raven
na*, ed a tmpra vi dipnfe i due laterali vivamente, e
di gufto , efprimendo in uno il miracolo di S. Pietro nel
la carcere , nell'altro la converfion di S. Paolo . Dipin
te .pofcia in S. Marco la tavola dell'altare di S. Michelarcagnolo, ed il martirio di due Santi fopra gli archi del
la navata . Quefte due opere , e non pi , 'baftarono per
con
t*4
V l T
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confermare negli animi degl'intendenti kgprecorik>
vantaegiofa opinione; e per quefte fole ne fece poi molte
altre per altri , finch dov farne anche pel Pontefice In
nocenzo, che fucceduto era ad Urbano, con cui- ebbe
pur particolar fervit finch vifle-, e fu da S. S. magnifi-
<amente pi volte regalato. Voleva Innoeenzio far ri
toccar certi quadri , che avevano alquanto patito ; fat
to perci chiamar Pierfrancefco glieli fece tutti vedere -|
e mentrecch li ftava in fua prefcnza nettando , e veden
da, non potendo da f ben reggerne uno , lo foccorfe col*
Je proprie mani il Pontefice . Morto quefto-, che tanto 1?
;nor, e tanto lo tenne in conto, non incontr -minor
fortuna col;fucce/Tore Aleffandro , n minore n'incontr
<oll'a Regina di Svezia-, che allora era giunta in Roma .,
Imperocch veduti daS. Mi, che -ella pure intendeva^,
' fi difettava di quefta bell^arte, alcuni fuoi quadri , ordi
nati gliene furono immantenente diverfi altri , e pagati
poi eoii'innata fua generofit affai pi del valore , dichia
randolo con grofla penfione fuo gentiluomo , o maeftro *
Era ancor giovine, allorch ricev quefti onori , od allor
ch glieli aument con groffi regali Aleflfandro, oltre il
Sovrabbondante pagamento , per aver nella galleria del
Quirinale dipinta Tiftoria diGiufeppe adorato da' fra
telli. Ed allora fi fu, che facendogli il ritratto, lo fece co*
prire, e federe. Quindi in folla, ed 'a gara correvano
lerichiefte, e fortunato fi reputava chiunque aver pote*
va qualche bench piccok fattura di fuo pennello. Vol
lero fe monache de' SS. Domenico , e Sifto , che onnina
mente, ed- a qualunque eofto dipignefle nella -lorchiefk
di Montemangianapoli , e dipinfvi l'immagine di San
Domenico portato a Soriano da tre fante nella terzao
appella a deftra mano . Volle il cardinal protei tor del
la ohiefa di S. Garlo al corfo , che dipigneffe in ima cap
pella inquadro di S, Ba^naba predicante, evoluto avreb
be.
D f P'TTO-R I.
be, che dipinto averte , f aveffe potuto anche la volta .
Volle che dipigneffe nel fuo palazzo il marchefe Coftaguti , e color nella volta d'una ftanza afrefco Arianna , e
Bacco, ed in tela a-olio Giuditta che taglia latefta ad
l'oferne . Volle che dipignefle ne' fuoi di Roma , d
Valmontone, e di Nettunno il principe Panfilj , e vi dipinf-, e ftanze , e fale , e gallerie , e tele , e fgnorilniente fu premiato , e riconofciuto . Ma nell'eflfer toN
nato a dipignere una ftanza in quello di Valmontone
ove avea gi cominciato a rapprefentare i quattro prin^
cipali fiumi del mondo, con Pallade introducente lejquattro arti della pittura, della /cultura , dell'architettura,
e della poefia nel tempio della gloria, paffarono tra lui , e
il principe tali- difapori-, che abbandon l'opera, e f
ne part; n vi fu modo che tornar pi voleflfe a termi
narla-. Afpett qualche tempo il principe, credendo di
potervel a forza di danaro indurre ; e poi perch vani
furono i nuovi tentativi, la fece buttar gi, e da altro
profefTore dipignere . Fece trattanto diverfi quadri per
Bonaventura Argenti , che era fuo grande amico , ed uno
ih tela di fette palmi , e cinque , che rapprefentava En.
dimione. Fecene diverfi altri pel principe Ghigi , edin
iipezie uno , ove in tela di nove palmi i, e-fei rapprefent S. Brunone . Fecene molti pel Conteftabile , tra' quali
due in tela d'Imperadoxe , rapprefentante l'uno Lot col
le figlie , e l'altro Rebecca . Dipinf le volte di due ftan2e nel palazzo del principe d Sonnino ; ed effigi in una
Adamo * ed va nell'effer difcacciati d'al Paradifo terreftre j e nell'altra Caino , che ammazza Abele . Brama
vano i Gefuiti , che dipigneffe la volta della chiefa del
Ges, e^giornalmente gli ftavano appreffo per impegnar
celo , pricnacch impegnato foffe in altri lavori da altri'i
che molti eran quelli , che anche di Napoli , di Sicilia,
diTofcana 3 e di Lombardia lo ricercavano . Ma la fa
ma
DE" PITTORI.
1*7
pit-
D ff P ITTQ-R 1.
pittura, d affai bene dipigne ad ufo d'arazzi , tele con
colori tratti da fughi d'erbe , ed ha alcuni figli . Gio.
Batifta s'accas egli pure, ed ha figli . Ed Anna fi ma
rit a Vincenzio Rota , con cui ebbe cinque figli tre mafchi , e due femmine , che fon tutti vivi , trovandoli prefentementeil primogenito Antonio, in Francia uditore
del Nunzio, che fi fa fommo onore , effendo uomo di /pirito , di talento , e di vaglia . Fece Pierfrancefco diverfi
allievi , e tra quefti ebber non piccol grido Giovanni Bo
nati autore del bel quadro , che fi vede nella cappella_,
Spada in Chiefanuova,X2io. Batifta Buoncuori, ed Anto
nio Gherardi, che anno pure ambedue fatti diverfi qua
dri nelle chicle di Roma-
DI GIACINTO BRANDI.
I H i vuoi far troppo , non pu mai far
i tutto bene : E chi lavora pi per intereffe , che per la gloria , perde bena_j
/peffo la rinomanza , e '1 guadagno .
Se Giacinto aveflTe fatto meno , .e con
tentato fi fflfe di fervirfi ugualmente in
tutte l'opere di quel gran talento , che ricevuto avea dal
la natura , e di quel profondo lapere , che acqui/tato s*
era collo ftudio , ed egli affai pi avrebbe guadagnato ,
ed affai meno avrebbe fentito parlar di fuo nome con_,
ifvantaggio da coloro, che vedutene alcune , formar non
potevano di lui quel concetto , che fi formava da quegli ,
che avendo notizia di tutte, diftinguer le fapevan dall'al
tre 3 che lo fann'effere infigne, e bravo profefore . Io dun
que andr annoverando alla rinfufa quelle , che giunte f
no a mia cognizione , lafciando a chi le vedr il giudizio
di^diftinguere l'eccellenti dalle mezzane . E prima di co
minciare dir 5 che egli da Poli fcudo dell' antica , e
R
cele-
ip
VITE
D r p i rro R i.
131
R 2
avreb-
i32
San-
D E": P 1 TTO R I.
Santa Rofa di Viterbo ; e l'altra fi marit contro fua vo
glia a Jacopo Rof nel modo curiofo, che dir, ficcome
da perfone degne di-fede , e domeftiche di Giacinto , mi
fu raccontato . Era quefti di bell'afpetto , bizzarro , ed
avvenente , e forfe il pi abile , e fpiritof de' fuoi fcolari , che lafciato poi il dipignere eroico , tutto fi diede
a' bofcherecci , e agli animali . E come era affai ben ve-
duro, da Giacinto , volentieri lo vedeva ancor la figlia_> ^
/peflb feco parlava, e converfva , ed egli con mille fi
nezze , oneftamente le corrifpondeva . Arriv pofcia__
tanto oltre la corrifpondenza , che s'erano per quel che fi
diflfe , e per quello , che il fatto fuffeguentc comprov
xkta parola di fpofarfi . Ma non fapendo trovar modo
proprio da foddisfare il lor defiderio; perch col confenio di Giacinto era imponbile, ed egli che accorto s'era
di qualche amoretto, non li perdeva di vifta ; pens Ja
copo eli prendere con un-'aftuzia il tempo d'appagarlo.
Andato in Ghetto compr una livrea fimiliflma a quella
d'un perfbnaggio , con cui aveva Giacinto particolar fervit , e veftitone un fuo dipendente , mand dire a Gia
cinto , che il perfonaggio bramava di parlargli . Appe
na fu egli ufcito di cala , che Jacopo^ la figlia andarono
a cercare in chiefa del Curato per ifpofarfi . Ma mentrecch ftavano /ntendo meffa per afpettarlo , perch tro
var non lo poterono fubito , come avrebber voluto , GiaJcinto chefaputo aveva dal perfnaggio, che l'imbafciata non gli fu mandata da lui , torn fubito a cafa j e non
rivendo trovata la figlia , entr in ffpetto di ciocch era
fucceduto . Corfe immantinente in diverfi luoghi , e_^
per cattiva frte de' novelli fpofi , entr ancora in quel
la chief . Quando Jacopo il vide reft frprefo ; e laiciata per timore di Giacinto , che era divenuto di fuoco
la fpofa , n'ufc immediatamente , e fi pofe a fuggire, che
quantunque il feguitaife Giacintp , non lo pot mai rag-
434
v * ? &
DI CARLO MARATTI*
OK una, n due delle molte qualita,
che fi richiedono in una profeifionei_j ,
baftano per fare infigne un profeffore !
Ma ficcome rare volte tutte in uno s'
unifcono; perch rade volte Ianatura,
come f dubitaffe , che in dandole tutte a uno , non le reftaffe ad altri che dare, tutte.a uno
le concede Cos quantunque a' profeffori ne manchino
alcune , meritano ad ogni modo il nome d'infigni , e di
grandi . Ninna per n' mancata al noflro Carlo , che
per ifpezial privilegio, e con particolar diftinzione P
ebbe
D F PI TTO R I.
135
ebbe tutte. Imperocch fu correttiflmo nel di/gno,
che il principal fondamento, della pittura : Maneggi
a meraviglia: i colori : Intefe'per eccellenza le digradazioni y le diftanze , l'ombre , ed i lumi ;. Moftr non_>
ordinaria. erudizione nell'iftoriare : Imit nelle forme
affai bene il naturale, ed il vero : Arriv alla perfezione
del gufto , e della nobilt, nel panneggiare , e nel piega
re : Per la venerazione , e vaghezza non meno , che per
la. modeftia, e femplrcit <ie' fembianti, non cedette ad al
cuno , ed i tanti > e tanti angeli , e le tante , e tante ma
donne dipinte da lui, talmente ce l'atteftano , che elle
ci pajono quafi venute, dal ciclo , ed ei divino .. Seppe
prendere da' pi. e/perti profeffori il migliore, e form
una maniera cos graziof , aggiuftata, elegante , e for*
te , che non dov alcun altro invidiare. Da Camerano
piccol caftello nella Marca traffe egli ad 13. di maggio
nell'anno 1625. i natali , e fu tenuto al facro fonte da Eu- 162$
fepio Coraducci , con cui Tommafo fuo padre , e Giuftinafua madre fatta avevano amicizia fin da quando ven
duti; gli effetti , che vender poterono in ifchiavonia , ed
abbandnati i lidi narii sbarcarono con altri compagni a
PortonuoYQ folto il monte d'Ancona, e nel territorio
di Camerano fi. fermarono . E come ognun di loro porta
to avea del danaro , ognuno l'invefl in quel terreno , vi
fabbric cafa , e fu divifo in poffetfoni . Fabbricaronvi
poi andie.upa chief , /la dedicarono a S. Germano , e vi
mi/ro. con congnio affegnamento per la celebrazione de'
fcrificj un cappellano . Quindi di cappellania ridotta a
Cura rimafe a cfl l'elezione del cappellano , al vefcovo
l'approvazione , e vi fu battezzato il noftro Carlo . Pa
fendo dopo qualch'anno nell'andar a caccia per Ja lor
poffeflonc il Coraducci j che givi fianco era di cacciare ,
and a trovare a cafa il compare ; e vedute le pareti in_>
gran parte dipinte dell'immagini di Maria, gli doman
d
r r T E
d di chi fofife il lavoro . Rifpofegli -che era di Carlo , il
quale andava ogni giorno, ficcome ito v'era in quello
fteflfo a cercar erbe , e fiori , per trame dal fugo i colori,
co' quali ledipigneva. Tornato trattanto anche Carlo,
yolle il Coraducci vederlo 'dipignere ; e parendogli prodigiofo quel che faceva da f, fenza alcun a minima altrui
direzione , gli difle , che fe voleva andare a Roma ad im
parare la profeflone , egli , che v'aveva buoni amici ,
ve l'avrebbe volentieri mandato , e per lor mezzo fareb
be facilmente entrato incafa di qualche bravo pittore,
giacch ei fapeva, che allora ve n'eran molti . Accett
Carlo di buona voglia le cortefiefibiz.ioni , e prefe le__
lettere , che egli per detti amici gli diede , part indi a
non molti giorni per Roma . Giunto ch'e' vi fu , ricapit
/bito le lettere , ed un .di quegli , a cui eran dirette ,
che fhetto amico .era *d'-Andrea Sacchi , con lui. Taccomod . Stup Andrea nel fentire dalla propria fua bocca
il racconto di tutto ci , che .egli fatto aveva al paefeper
puro genio; e molto pi ftup , allorch lo vide ope
rare . Gli proib per fubito non jfolo fi dipignere , nra_j
il guardare a' colori , e gli dette le prime leziorn di di/gno. Tenutolo cos per qualche tempo, evedendo.il
non ordinario profitto, che giornalmente vi faceva, ,e
l'anfiet che aveva di ricominciare a dipignere , gli rimife in mano i pennelli , e gli diede a copiare rerto fuo
quadro . Carlo che vide allora il vantaggio , che tratto
avea dagl'inlgnamenti del maeftro , e la differenza del
fuo operare , maggiormente della profeffrone s'innamo
r , e con maggior gufto indefeffamente vi fi applicava .
Stette molti , e molti anni fotto la di lui direzione , -n
ine allontan -mai finch vifTe, tuttocch potelfe me-
glio altri dirigere , che etfer diretto . Ma come era po
co amico del Bernini , e de' fuoi parteggiani Andrea_> ,
poco genio avevan quefti con Carlo 7 e cercavano di te
ner-
Dff PITTORI.
1n
VITE
l'umidit gli faceva molto danno; e prefentemente vi fi
vede la copia. Fece in uno degli, altari della chiefa di
S. Giufeppe fopra S.Pietro in carcere a Campovaccino
il quadro , che rapprefenta la nativit di N. S. . Faceva
in quefto mentre Aleflandro VII. abbellire di rare pittu
re la chiefa della Pace, e volle che vi cntribuifle Carlo
colle fue . Rapprefent egli fopra gli archi della cappella
di mezzo la vifitazione di Santa Lifabetta, e fece un_
quadretto per la fagreftia . Avevagli nel medefnno tem
po ordinato Aleflandro di dipignere nella galleria del pa
lazzo di Montecavallo , e Carlo vi rapprefent il Prefepio. Morto Andrea Sacchi , che per la cafa Barberina_>
aveva gi cominciata l'opera de' dodici Ap^ftoli , che in
figure in pi di giufta grandezza rapprefnjar doveva^
in dodici tele , delle quali fol una ne lafi compita , el'
altre undici furon dipinte da Carlo. Vedonfi. prefnte
mente tutte nel nobile, e maeftofo appartamento del
cardinal Francefco , ove tutto raro ye-preziofo ; nien
te per v' pi venerabile , e raro della fu$ bella acme ,
che non quivi men rara , che in qu.ilinque altro Juogo.
Ebbe Carlo nello fteflb tempo ordine d ritoccare uaa pit
tura antica , che colorita a frefco fi conferva nel palaz
zo, e dopo averla ritoccata v'aggiuole alqum putti ,
che le fervono di vago , e bizzarro ornaflTCAto . mentrecch flava lavorando intorno a.qefta,' layoiwva an
cora in una tela- aflai glande , in .cui en%Q> &f,Ro/alia_,,
con un angelo , che rimette kfp'ada -nella guaina , e_>
molte altre figure che fta in oggi ne.l'ap>pamraento del
principe . Quindi ricominci a operare pel Pon-tefice_j
Aleflandro , da cui;fu variamente impiegato, finch ihojr),
e gli fucced Clemente 5 che non lo lafio :faEoeo(S) .
Imperocch, oltre il.rimtto, che volle;g'll/accdJe(fiabitor
?h fu creato , fecegli anche farealoniiquadrj . Valew.
no i Silv-a ornare lalor cappella a S. iL6afepCri>. che fi co-
finii-
DE' PITTORI.
130
S 2
il
140
VITE
D F
P I T'T OMt I.
i4l
D. O. M.
Carolus Maratti Piffor
Non procul a S. Lauretana Domo
Camerani natus
Rema inftitutm , & in Capitolinh jdibus
Apoftolico adjlante Senatu
'.[> , ,
Clementis XL P. M.
Bonarum artium Reftitutoris
Munificenza
Creata* Equcs
.
Ut fuam in Virginem pictatem
Ab ipfo natali folo cum "vita bauftam
Ac innumeris expreflam tabulis .
Qua gloriofum et cognomentum
Compararunt
Mortala quoque farcinte depoffto ... . .
f>
- Cvnjrmaret
di-
D F: P:J rxro R t.
14J
144
mento
D E'
P ITT O R L
ca
146
VITE
gru-
D '
PITTORI.
147
i48
F T
''I
D E* PI TT 0<J? I.
149
150
VITE
operare . Finite che furono , volle l'ambafciadore * chi
feco andafTe a vederle il Cortona , che quantunque appie
no conofcefle l'abilit del giovine profeffore ,, reft forprdb , e difl : Signor imbafciatorc , Guglielmo miofc^lare$ ma in quejla opera hafatto quello , cheforfe non^^
avrebbefatto ilmaeftro. E quindi rivoltofi a Guglielmo,
che pur v'era prefente , foggiunfe : Nonpojfoameno Guglielmo di rallegrarmi teco , e dirti attaprtfenza di quejo
perfonaggio > che mi glorio d'aver fatto unofidare della
tua vaglia . Non finfuperbire ^feguita a dpgncr co^ e di
che cerchinpare di torti il credito gli emuli: Ito era l'imbafciatore , che aveva buon gufto , ed intendeva, pi vol
te per curioilt , come che alcuni gliene avevan.parlato
con poco 'vantaggio , a vederlo dipignere , e conofceva
dalla franchezza , e dall'armonia della compofiaione , e
de' colori , che Guglielmo , bench giovine fofle , dipigneva da provetto; ma n pur egli afpettava di veder
quel die vide >. e quei che ognun pu vedere ; perch
non furono altrimente buttate gi; mavi fconfervano
ancora . Oltre il prezzo traboccante , che ne ebbe dall'
imbafciatore ^ Guglielmo , ne fu anche generosmente re
galato , e ipezialmente protetto , finch S. E. flette in
Roma; e l'avrebbe condotto anche /co a Venezia , fe
egli avefife potuto partire ed impegnato non fi fofle_->
in altri grofl lavori , dopocch qiiefto fu fcoperto, e
veduto . Imperocch cominciato avea a dipignere a_^
frefco in una cappella a S. Giovanlaterano , che felice
mente poi termin ; ed aveva avuto ordine da Aleifandro
VII., con cui avea gi contratta particolar fervit , di
dipignere nella galleria del palazzo Quirinale . Mi/vi
fubito mano , e vi rapprefnt la battaglia di Gio/ ,
che molto piacque al Pontefice, ed oltre il prezzo gli
don una bella collana d'oro . Gli ordin poi S. S. altri
lavori , e tra quefti , quello che fi vede nella tribuna.>
del
D '
P J TT O R I.
to
52
tc
DE PITTORI.
153
te mai quafi bene. Si marit la figlia , che fi chiama.;
Margherita ad Antonio Beilotti maftro d camera del
principe Borghefe , che vi ha avuli cinque figli , de' qua
li tre foli prefentemente fon vivi . Ilmafchio frequenta
lo ftudio d'un avvocato , e fi diletta di difegno . Una_,
delle femmine, che fi diletta non falo di difegno , ma
di miniare , ftata maritata in Albano al Cecchini , che
de' pi ricchi di quel paefej e l'altra fta in cafa co' geni
tori ancor zittella .Si rimarit Felice molti anni dopo la
morte di Guglielmo a un curiale , e gli port in cafa un
capitale di ben diecimila fudi, che eredit per morte
del fratello , che efflfendo morta due anni fno , ancor
ella lo lafci-a Margherita , che ereditato ne aveva altro
di circa quindici mila alla morte di Guglielmo, nel cui
tempo vivevano due fue forelle monache con efemplarrt
particolare a Friburgo ; ma morirono pofcia elleno an
cora . Aveva mlto guadagnato Guglielmo; perch mol
to , e continuamente, finch non ne fu diftolto dalla_,
podagra , lavorava . E come i lavori non gli mancava
no , ed. erano in Roma , 'non tnen che fuori ricercati ,
f li faceva ben pagare . Fu l'ottimo cortame , modefto ,
ed umile; e tuttocch aveffeavuti, come ho fopra ac
cennato degli emuli , parlava di loro con tal tranquillit
vd'animo fenza alcuna alterazion cos bene, che chi nojvne
foffe ftato informato , detto avrebbe che eran fioi amici .
Tratt indifferentemente con tutti i profeffori , ma con
'Carlo Maratti particolarmente , e di genio , ed ebbe per
:lui maggiore ftima di quella , che aveva pel fuo maeftro
Cortona . Poco fi divertiva ; perch non aveva vizio ,
n di giucco , n di oflerie , n di caccia ; e tutto il fuo
fpaflo fi riftrigneva in camminare fuori di qualche porta ,
.o tutto folo , od in andare a qualche vigna col Maratti il
giorno di fefta . Amava la feriet , ed il natural fuo ma
linconico 3 non lo portava ad alcuna allegria . Spendeva
V
ge-
154
VITE
DI
P I T T O R I.
155
DI CARLO CIGNANI.
O E o G N A , a cui tanto devono le belle
arti , per elfcre fiata patria di tanti gran
di uomini , non ha lafciato anche a tem
pi noftri d'efier feconda , avendo ad 15.
di maggio negli anni 1628. di chiaro, e
_____
conosciuto lignaggio prodotto ilnoftro
Carlo , che datoli allo fludio della pittura , ebbe Gio.
Batifta Cairo per maeftro , e quindi pafs nella famofa
fcuola dell'Albani , e divenne celebre al pari d'ogni altro
fuo coetaneo . Di quefto valente uomo, quantunque ne
fia fiata .da elegante , e pulita penna fcritta la vita , ho
ftimato doverla fcriveie ancor io ; perch avendo l'auto
re fcritta fblamente la fua , pofla maggiormente fpargerfene la fama tra le mie , che per efler molte , "franno
f non per altro per curiofit ricercate da molti . E tuttocch io non far cos diffufo , com'egli flato , non traJafcer di narrar l'eflenziale ; e rimetter per tutto il refio il lettore all'autore medefmo, per non privarlo di
quel guflo , che ho nel leggeri ? -rileggerla fempre_>
ugualmente provato vincor io ."Vide il padre , che fi chia
mava Pompeo fin da fanciullo inclinato il figlio alla pit
tura , per i .continui difegni , che faceva delle figure , che
gli parevan pi belle tra quelle , che rapprefentavano i
quadri di cafa fua ; -e vide, che non da fanciullo difegnava fconfideratamente , e fenza elezione , ma con giudi
zio , e di guflo , 'Volle perci fecondare l'inclinazione
di lui ^ e perch iflruir fi poteffe nel bel principio , con
maggior agio fi tir in cafa il Cairo , che, come ho
accennato di fopra, fu fuo primo maeftro . Pofegli poi
tanto amore l'Albani , lafciato , che egli ebbe il Cairo s
che piucch figlio l'accarezzava, e l'amava , emoriva_.
'di voglia di far conofcere al pubblico l'abilit fingolare
V 2
del
156*
D F
P 1 T TO R I.
157
di.
158
V i T E
di . Ma f tanto egli fece dopo il fuo arrivo per i Bolognefi in Bologna , non punto meno , f anche forfe non
pi fece per diverf perfnaggi di fuori . Celebre fi fu la
Madonna con S. <Jiufeppe , e col Bambino, fatta pel
cardinale Archinto arcivefcovo di Milano. Di non mi-'
nor fama furono l'altre fatte al Forni fegretario di quel
fenato , al conlc Maffei ^ ed al Gorelli , che oggi fi confrva qual gioja preziofa tJal cardinal Ottoboni . Singo
lare fu ancora una Carit con cinque putti fatta pel car
dinal Pallavicni ; e fingolari furono i tre baccanali fatti
per monfignor Giandemaria , pel conte dell'Afte , e_j
pel principe Adamo di Liecieftein , per cui fece ancora
altri quadri . Ma men trecch fpediva Carlo fue pitture
in varie parti d'Italia , ne voleva in Parma anche quel
duca ; e per .farle maggiormente rifplendere , pens di
metterle al paragone di quelle , che fatte avea in un fuo
cafno Agoftino Caracc . Chiamato dunque Carlo alla
corte , ed immediatamente trasferitovifi , gli ordin il
dipignere nelle pareti d'una ftanza , ove dipinta aveva la
volta Agoftino. E perch quefti rapprefentato v'aveva
con pellegrine m-veir/.iunlitv-jaaflknZiLd'Amore ; volle ^
egli fguitare lo fteffb fuggetto con diverfi altri pellegri
ni penfieri . Rapprefentovvi Amore affifo fur un magnifi
co carro d'oro in compagnia di Venere col dardo in ma
no , che l'arme fulminante , con cui vince i petti pi
forti , e pafla eziandio i cuori degli eroi , con tutte l'altre
ftore , che vi fi vedono in prova del foggetto rapprefentato da lui , che io per non efler troppo lungo , quan
tunque l'abbia vedute ,-mi rimarr di defcriverle , e ram
mentarle . Dir bene , che egli ne ricev dalla genero/
mano -di S. A. diftinti premj , >e voleva onninamente ri
tenerlo alla corte con grofTo ftipendio . Ma non potendo
Carlo accettare l'onorevol invito -, perch gl'interefl di
cafa fua lo richiamavano in patria , volle le promettere,
Tic-
D ' P 1 T T O R /.
fccome le promife di farle un quadro per l'altar maggio
re del fontuofa tempio deli'immaculata Concezione , che
l'A. S aveva fatto fabbricare in Piacenza .. Part egli
dunque carico di regali , di finezze, e d'onori; e que
lli furono, in s gran numero , che parendo a lui , che 1'
eccedeflero , non volle riceverli tutti ; perch modeftamente ricus il titolo di cavaliere , e di conte , con cui
il duca onorar voleva lui , il figlio Felice , che condotto
avea feco , ed i fuoi difcendenti .. Arrivato che fu in pa
tria Carlo ne diede /bito parte a S. A. che benignamen
te del /eguente. tenor gli rifpof .:
Signor Carlo . Pu ejjer ella certa in ogni tempo y
ed in qualunque occorrenza del nojlro vero affetto , e_>
non folo ella , ma il fuo "figlio , e la di hi cafa tutta \
foicch come nella no/Ira fon quafi eterne le memorie ,
che -Sanno lafciata della fua gran virtt'^ cos eterna_i
far femprc in noi , e ne' nojlri fucceffor la gratitu
dine , // benefizio della quale godr lla , e godranno
fempre i fuoi . Attendiamo di fentire , ehe colla maeJlria folita del fuo felice pennello Ja fatto il quadro ,
che le abbiamo cammejjo ; t> godenti* i tanto del loro arri
vo confaIute alla patria , e dell"1avoifo , che con efpreflo
tti tanto amorevoli ci ha ella dato , lepreghiamo da Dio
perfette contentezze .
Parma 7. maggio i"8i..
Alpiacerfuo
Ranuccio Farnefe .
Mife egli immediatamente mano all'opera , ed eA
prefla avendo al vivo in una gran tela la Vergine fantinima , che calpefta la tefta del ferpente in atto di ringra
ziare l'eterno Padre , e lo Spirito fanto per l'ineftimabil
grazia a niun'altra 3 che a lei conceduta dell'originale
inno
y i r fi
innocenza con molte altre figure rapprefentaievi per or^
namento dell'iftoria dall'erudita fua intelligenza , a S. A.
la trafmife . Indicevole fi il gufto , che ebbe S. A. in
ricevere il quadro , e fu tale il gradimento , che non
contento d'avergli nel riceverlo mandato ricco regalo t
volle altro a lui non pure, ma al figlio mandarne in occafione , che fped a Bologna per altri affari un fuo fami
gliare . Reft a5 nuovi regali tutto forprefo Carlo , ed
umilmente S. A. ringraziandone , cortefemente ella cos
gliri/pofe^
Signor Carlo . Intendiamo dall'amorevoli efprejfioni%
che ella ci fa colla lettera de* 3 . ilgradimento , con cui ha
accolto ilfaluto ^ che mandammo alci, ed alfuofiglio per
IJlcfano Loli ; e benchJtaflato un piccolo incontro dell"af
fetto , che abbiamo per lei , e per loftejjo fuo figlio , ad
ogni modo dee cffcre all'uno , ed ali'altro un chiaro argo
mento d'averne a ricevere de* maggiori nell*accorrenze^ che
tifiprefenteranno de'fuoi vantaggi , oscurandola , e#e_
noifaremofempre per promuoverli volentieri , eperfecon*
dare le loro giujlefoddhfazioni . intanto le confermiamo
laftima^ ehe facciamo tffut 3r_^e^ preghiamo con
vera cordialit da Dio ogni bene .
Parma 1 1. maggio 16*8}.
Alpiacerfuo
.Ranuccio tarnef
N qui 'finirono i favori , che a Carlo fucceffivamente di/pens la fereniffima cafa ; imperocch volle*
onninamente il duca Francesco , ch'egli accettafTe per /
e per ifigli-fuoi il titolo di conte, che aveva ricufato
prima , giacch fapeva , che la modeftia fua non l'ave
va potuto rifiutare dalla munificenza d'altri principi ,
e dello fleflb Papa^.che per maggiormente onorarlo,
con-
che
162
r i T E
S-
DF
PITTORI.
1 54
VITE
D & PITTORI.
pria mano , proieftandoli di pagargli /blamente la tela ,
e di ricevere la pittura per regalo . Scrififegli per un_>
S. Gio. Batifta l'elettor Palatino , e gli fu follecitamente mandato da Carlo - Piacque tanto a S. A. , che non
poteva ritirar gli occhi dal quadro , allorch alla fua vifta comparve ; n li ritir mai , finch portato da intimo
affetto verfo, l'autore none/clam i Perch non qui #
bravopittore ^fioch iapotefflinfegno diJlima teneramen
te abbracciarlo ? E fattoci fcriver fotto a caratteri d'oro:
Opera delprimo pittore del mondo: lo fece appiccare in
una ftanza , che pi dell'altre frequentava , per poterlo
vedere ogni giorno y ed ognora . Prepar poi groffi re
gali , e fped a pofta il Fifcher fuo pittore a portarglieli.
Coftui per a Forl non giunfe mai , n mai fu fputo ove
s'andafte . Diedene parte Carlo a S. A. > e l'A* S del feguente tenor gli rifpofe . .
Di V. S.
Affezionatijfmofempre
Gio, Guglielmo, Elettore *
Ri-
166
VITE
\
pro-
D F p / TT o R /.
167
VITE
eparzialijfmoper compiacerla
Gio. Guglielmo Elettore .
Coo
D ff PITTORI.
Con quefta bell'opera coron Carlo tutte l'altre , e
con quefti ultimi onori termin la fua vita . Imperocch
privo quafi affatto di forze , bench con piena cognizio
ne di mente, cadde a mezzo l'anno 1715. infermo d'un
oftinato catarro , per cui cagione eflcndo anche ftato da
varj accidenti forprefo, fi ridufle del tutto inabile , e_*
dopo una faftidiofa ; e lunga malattia fullo fpuntare del
giorno 6. di fettembre dell'anno 1710. dell'et fua no- 1719
vantaduefimo lafcio quefto mondo , paflando alla gloria"1dell altro. Sontuofe, e magnifice furon l'efequie fat
te dal figlio Felice alla memoria del padre ; mt troppo
lugubri , e mefte per lui , per i profefTori , e per ali ami
ci , che non fi potevano dar pace della gran perdita. Fu
il cadavere r^oofto fotto la cupola da lui dipinta, ed il
dotto , ed erudTfer^adre D. Floriano Amigoni abate Camaldolefe , vi fece la feguente ifcrizione .
D. O. M.
Ubi refercttum line Clum totumque in excipienda depari
Effufum fufpexeris
N grcwerh inde viator ad hurnum rroerfus re/picere
Puherem
Caroli Cignani Comiti* Equitifque Bononzenfa
Ex antqu/tma^ ac nobili fumilia de Cignano
Ejus olim diffionis in Etruria Oppido
Pfffor/s toto Orbe celeberrimi
Pifforum$ue omnium Patris
lile fcilicef eft , qui modico pufaere
Ingentemtriumplyum Mariam 'Beatofque gnes
Ac magnai animas
Ad miraculum nobis con/picuas exhibuit
Cuftodiendum duxerunt
X
Suum
I7o
VITE
Suum "bine lubentim, estrema mundi die
Rediturum ad fpiritum
illas inter cvlcftei Formas Volitarliem
Pene oculis intuers
Qbiit. die 6. Septembrh M. D. CCXIX..
ute XCIL.
re^
D ' P J T T O R I.
i7t
DI CIRO FERRI.
IUN altro difcepolo pi di Ciro imit
la maniera del maeftro Cortona ; e_>
niun altro pi di lui s'accoft alle fue_
belle idee , e bizzarre invenzioni . Niun
di loro lo fuper nel difeg-no , e niuno
B==S5=iiiia-B-I-lll ard di metter mano , e di termirnirelP
opere lafciate imperfette da lui . E per poterf dar vanto
d'efifere flato in tutto, e per tutto vero Tuo imitato
re , e Teguace , volle apprender anche -da lui l'archi
tettura . .Nacque quefto degno fuggetto negli anni 1634.
in Roma , , e nacque perTender.col fuo pennello pi lluftre , pi ornata , e pi celebre la patria . Imperocch
efTendo ftato molto tempo nella fcuola de! mentovato
Cortona, dipinf prima d'uTcirne varie piccolecofe, ed
Y 2
uTci-
,17*
T . E
174
certo per quel che egli fteflfo agli amici diceva , ne avreb
be prefo l'impegno j e l'avrebbe egregiamente compita j
perch era in quefto genere eccellente , ed efperto maeftro , e che dipinto v'aveva gi molto^rima.con fngolar
maeftria, e con armoniofo colore diverfe Virt.fidenti
ne' peducci . Vogliono alcuni , -che non lo pregale ;per
emulazione , e per gelofia ; ,e dicono che mentre egli fla
va dipignendo la cupola , e che volgeva gli occhi a' pe
ducci , f ne affliggeva , e diceva.: .Se non J dar .(T.intonaco a quc' peducci , e nonjridipigneranno da me , ./e_j
pitture della cupola non potranno accordar mai con quel
le : E Lazzaro Baldi fuo .condifcepolo raccontava .a'
fuoi amici , che incontratofi con lui un giorno , .e__
domandatogli , come ajidava il lavoro della .cupola_, ,
gli difTe , 'che quando lo guardava dal ponte gli pareva ,
fhe andafTe beniffimo , ma che diverfo effetto gli faceva
nel guardarlo di fotto , allorch n'era fcef . Quindi di
ceva , che le feguenti precife parole foggiunfe : Quelle
pettegolette , cioe ha dipinto ne"1 peducci Baciccia mi datici
fa/lidio : E pretendendo con tal nome d'avvilirle , le in
nalzava . Checch fi foflfe , checch fi dicefle , io per me
qualunque volta mi fifTo con feriet a confiderar le cofe
di quefto mondo , veggo anche nelle menome , e menomiflme ladifpofzion dell'Altiffimo , che eziandio in_,
quelle , che alle menti pi fublimi , ed a' pi-perfpicaci
intelletti , pare d'aver prefe giufte mifure , fuccedono
poi diverfmente , per infegnarci credo io a confidare un
poco pi nella Aia provvidenza , ed a rimetterci pi vo
lentieri al Tuo volere . N fon le ftelle , che decidon le
liti, n la fortuna, che diftribuifce le cariche, n il caf, che d le ricchezze, n la difgrazia , che fa viver
mendico , n il fato , che conduce a morir.vergognofo .
Ma Iddio Iddio , che fenzafaperfi il perch cos djifpo.se ; e bench talora femori ad alcuni, che fa per loro ma-
D F
PITTO R I..
75
le , tutto egli fa per loro bene . Cos f Ciro rimeflo interamente fi fofle al Tuo volere , e che. non avefle voluto
penfare r come, tanti altri penfano giornalmente a quel
che far fi deggia delle cofe loro dopo la morte ,. penfando forfe pi aquefte, che all'eternit fui capezzale , 1'
opera fua ,. chi fa , che finita non fi foffe egregiamente ?
Si port il corpo dalla parrocchia di S..Celf ,. ove egli
abitava ,. a S. Maria in traftevere; e dopo magnifico
mortorio fattogli coll'aflftenza di tutti gli accademici di
S. Luca , fi ripofe nella /poltura di fua cafa , fovra cui fi
legge i'iferitone , che qui fotto trafcriver , benche_j
aon faccia menzione alcuna di lui"..
Di o. M:.
*jo. Baptiftte , & Annidali in ipfo exitu infantiae pio mortis raptu in cboros Angelorum translats Lelite "urginl
honeftijfimte , qute III. lujlro nondum. exaffo <eterntat
inhcfns d'iem clau/t extremum.lfabellte Panzana?famimefummte probitattS cui LXIV> est. an. vit^ ja^uram^
fpei -Ditte, melioris compenfauit ^jul. C<efar Ferrus 'Januen. pro Apoftalica Sede Cyrneorum miltum Dux , ^
*Jo. Stephanusfrafresfratribus, forori , &matri'unice diletti^ Jbiquc, & pofterh P.P.A.D. MDCXXXIV..
Fu egli d'illibato coftume , amantiffimo della profefllone, e corle anche fuori di Roma di lui tal grido, che
il Granduca lo f chiamare a compir, l'opera lafciata nel
pttlazzo de' Pitti imperfetta dal Cortona , come nella vi-tu di lui narrai , lodichiar con groflfa penfione maeftro
della fcuofa Fiorentina, per comodo di que' giovani , che
dalla Tofcana venivano in Roma per iftudiare , e lo ten
ne finche 'vitfe in gran' conto .. In gran conto lo tenne an
che Aleflandro VII. , e gli altri tre Pnt-efici immediatamente a lui fucceduti , co' quali ebbe particolar /rvitu-,
e domeftichexza . Andavano a cafa fua ogni giorno perfnaggi', ed era continuamente da loro regalato , e con
dotto.
i76
VITE
DI
DE' PITTORI.
177
DI PIETRO MULIER.'
OMP A uva negli anni 16*27. aqueftaluce in Harlem citt ftuata fui fiume_
Sparen a tre leghe d'Amfterdamo in_>
Olanda , ben nota per Tua fortezza non
meno , che per effere frata patria di mol
ti illuftri artefici un bambino , cui i ge
nitori , che erano mercadanti pofro nome Pietro . Crefciuto egli in et volevano cfl , che s'impiegafle alla_,
mercatanzia, che era la lor profeflone , ed in cui fin dalla
fanciullezza iftrurto l'avevano col fargli imparare l'arit
metica , la formazione d'un, bel carattere, e le regole_
della fcritturainercantile . Ma mentrech egli imparava
a fcrivere , e che gli raccomandava il maefrro l'imrtazione dell'efemplare , cominci ad imitare eziandio le malufcole, le cifre, ed i frontefpizzi de' libri, che in poco
tempo mirabilmente colla penna copiava . Pafs da' frontifpizzi a copiar anche certe marine , che i genitori te
nevano appefe in fala , n contento di delincarle colla_
penna , fi provvide di matita , e con quefta le difegnava.
Crebbe poi tanto in lui l'avidit deldifegno, e fpezialmente di rapprefentare al naturale i diverfi effetti delle
tempefte del mare , che ufciva /ovente a buoniffim'ora di
cafa , e f ne andava alla /piaggia difcofta dalia citt po
co men d'una lega a di/cgnare; e vedendo per iftrada paicere m que' verdi prati il belliflmo beftiame bovino , di
cui abbonda l'Olanda , quefto pure cominci a difgnare . Credendo i genitori , che in quel tempo gli fi tratteneflfe a fcuola , e tra/curando il maeftro di far loro fapere , che non vi andava , molto fi rallegravano dell'
applicazione fiffa , e lunga del figliuolo; ma vedendo fi
nalmente , che per applicare , n pure alle volte fi cu
rava di tornare per tempo a pranzo , entrarono in gran
178
VITE
An-
D ' P / rro R i.
179
i8o
VITE
n E1 P I T T Q R I.
ce , che.aveva>con collana d'oro fatta fare a pofta , gliele
appefe al collo , e lo dichiar cavaliere, facendogli an
che altri regali . Mutalo, e penff rimafe. Pietro a queile nuove finezze , e genero/ dimoftr.azioni fattegli dal
duca; e fortemente combattuto era da due paffioni: L'una
lo /limolava affolutamente a partire, parendogli mille an*
ni ogni momento d'indugio ; perch troppo a malincuore
vi flava : L'altra lo con figliava a reftarvi per non abufrf
de' favj configli , e delle continue amorevolezze del du
ca... Vinfe per la prima; perch pref dalui congedo
part , dicendo alla moglie , che tofto l'avrebbe mandata
a pigliare, e and a dirittura a Venezia, dove flato al>cuni giorni s'incammin alla volta di Milano ,. e d'ivi a
<3enova . Arrivato che vi fu ; perch arrivata n'era la fa*ma prima., fu fubito da diverfi di quei cavalieri impiega
to, ed ebbe nel medefimo tempo da altri diverfe commefrfioni . Lavorava dunque indefeffamente , e fpeffo fpeflb ,
perch aveva contratte varie amicizie , in quelle converlzioni fi divertiva . Avvenne , che nel trattare fovente in
una con una giovane f ne innamor , e non fpendo in_>
che modo foddisfare alle fue voglie , come per l'accen
nate gelofie aveva poco genio colla moglie, determi
n di farla ammazzare , per quindi accafarfi con quella^ ;
ed accordatofi con un fcario , lo mand a Roma a pren
derla con ordine , che per iftrada , ove pi gllcadffe in
acconcio l'uccidefTe . Giunto in Roma il'manigoldo fu
/bito a trovarla , e prefentatele le lettere del marito ,
le diflfe , che piuppreflo che per lei fi potefle s'accignefle
a partire; perch egli poco trattener fi poteva , e per
ci bramava di fpedirfi . S'infofpett nel vedere quell'
orrida faccia la mefchina , perch l'era ben noto il. poco
genio, che feco aveva il marito , e piucch poteva diffe
riva la partenza . Ma ricevuto anche- per la pofta fuo or
dine efpreflb di follecitamente partire , fi:difpofe tuttocch
i8a
VITE
D F PI TTO R I.
,83
vario, fe le obbigazioni contratte, con chi l'aveva li
berato , che niente meno valevano di fua vita , non T
avefTero a Milano chiamato . Ufcito dunque di carcere
poco fi ferm in Genova , per andare a ringraziare il con
te di Melgar , ed il conte Borromei, da* quali fu benigna
mente accolto , ed entr in tal grazia del primo , che lo
fece per fe molto lavorare, ed ebbe per fuo mezzo tanti
altri lavori da altri , particolarmente dal conte Pietro
Scorri , che guadagn fomme immenfe di danaro , ma_.
colla medefima facilit , che il guadagnava , col trattarli
alla grande allegramente fenza metterne n poco n pun
to da parte lo /pendeva Teneva carrozza, e ftaffieri ,
flava in una belliflma cafa , e fatto v'aveva un bel ferraglio , che empiutolo d'animali a f ne ferviva per dipignerli , eli dipigneva cos bene , e tanto naturali , e_
vivi, che pochi uguali ha avuti. Mentre per chte ei
con magnificenza ^ e con ifplendore viveva , la povera
fconda moglie , che era gi fiata abbandonata da lui
andava quafi limofinando ; ed egli fenza farne alcuii_
conto con nuove amiczie fi fpaflfava tranquillamente^ >
e fi divertiva . Cominciarongli poi a mancar le faccen
de , perch eflndo gi vecchio non godeva per i difordini fatti perfetta falute, e non poteva col primiero vigo
re applicare Si ridufl perci in fin della vita egli pure
miferabile , e feguitando non dimeno a far continui difordni , ed a fpendere quel poco , che o gli fi preflava_*
dagli amici , o che egli ritraeva da' pegni , che andava
or d'una cofa , or d'un'altra facendo , fu fopraggiunto
nell'et de' 64. anni da acuta febbre , e ne' 1701. adi 29 1701
di giugno and all'altro mondo . Fu portato il cadavere
nella chiefa parrocchiale di S. Calimero , ove fu fotto
bianca pietra colla feguente ifcrizione feppellito .
184
V I T B
Eque* Petrus Mulicr
Cognomento Tempejla
Qui maritimeli & campejlra fingens
Colorum eleganti*:
Amtrabilem fuavitatem adjunxit
Vel in parvis maximus
lllujlrata eruditis laboribus Italia
Nomen immortalitati
Corpus buie tumulo
Commenda-Hit Anno Domini MDCC1.
D *
PITTORI.
185
DI NICCOLO' BERRETTONI.
E nelle fcuole nonTegnafle l'emulazione,
pochi frebbono quegli fcolari , che fludierebbero . E quando nella repubblica
litteraria - mancata la gara , fon man
adivenuto
cati i fuggetti
, ed adiviene
di gran valore.
anche nelle
Cos
bel
le arti , ed in tutte le profeffioni . Imperocch , chi f
rebbe quel malavvi/to, chc correndo sforzar fi volefle.
di giugner prefto alla meta , feegli correfle fblo j e non
fi fen.ti.ffe alle fpalle chi proccurafflfe di paflarlo , o non fi
vedefle fugli occhi , chi paflato l'aveffe . Hanno perci
gli uomini grandi quafi fempre nell'et loro .avuti i com
pagni , e rare volte in un fecolo fono -flati fbli . None
dunque maraviglia , f il .noftro Niccol fia flato infgne
nell'arte ; perch ebbe oltre il fecondo fuo maeflro molti
altri intigni competitori . Nacque egli ad 14. di dicem
bre degli anni 1637. in Macerata di Montefeltro nello 1637
Stato d'Urbino , ed entr da fanciullo nella fcuola di Simone da Pefaro , Ma mortogli prefto il maeftro, feguit
per alcun tempo i fuoi fludj nell'opere fue , e quindi s'at
tacc frtemente a quelle di Guido. And poi in Roma
ltto la direzione del .Maratti ; e v'and pittore ; poicch appena arrivatovi dipinfe due quadri, rapprefen tante
l'uno l'amor divino , l'altro il profano , di tanto guflo , di
tanta correzione , e di tanta vaghezza, che alcuni non
avendo ancor cognizione del fuggetto , f non foflro fla
ti cos frefchi , prefi gli avrebbero per fatti da Guido .
Scorgendo fua non ordinaria abilit il Maratti lo teneva
fmpre indietro , e gli faceva fin macinare i colori . Lo
che vedendo un giorno Giufeppe Ghezzi profeflre beiu
noto , e degno padre di quello , che vive , e fi diflingue
per le molte fue belle cognizioni , e maniere dagl'altri ,
A a
ne
iS6
VITE
D E'
P I T T 0:R I.
187
Aa 2
i8S
VITE
che
D ' P I TTO>R I.
i,89
i(?o
DI PIERFRANCESCO CAROLI.
A NT o pi maravigliofane' pittori mo
derni l'arte della profpettiva , quantocch non cos bene fu intefa dagli ami-'
chi , i quali poteron pure vantare le_j
loro fcene d'Atene ; perch da noi non
fi vedono , e forfe differo pi di quel ,
che fecero; ma pochi autori Greci fi trovano , che ne
abbiano fcritto , e dir fi pu, che e' profeffori faticato
abbiano con molta difficolt , e con poca fcurezza , fin
ch non venne da Vignola il Barozz ad ifpianarne la via
con agevolarne le regole , che prima del Barbaro , .del
Serlio , dell'Andreotti , del Cufin , del Vinci , del Durer , e d'altri molti ci diede Pietro della Francefca_> .
A lui dunque deggiono quafi tutti gli obblighi i proget
tivi , ed a lui deve i fuoi Pierfrancefco , fenza i cui lu
mi , e precetti divenuto non farebbe quel celebre , ed
efperto profefTore , qual io nello fcriver ora la vita fua
far conofcere . In Torino madre , ftanza , e cava di
1638 vivi, chiari , e rari ingegni , venne egli negli anni 1638.
a quefta noftra luce , ed in Torino ebbe in un colla gramatica , della geometria , e del difegno i principj . Quin
di avido di vedere altri paefi , giufta il nobil coflume__
della nazione , pafs a Venezia , e vi fi trattenne molti
anni fempre impiegato alla pittura ed al difegno , e_^
fpe-
DE
PITTORI.
pro
VITE
profpettive le figure . Fu ammeflfo ncll' accademia di
S. Luca , e d'ottobre del 1679. dichiarato perpetuo
maeftro di profpettiva , e d'architettura dalla medefima,
ove diede pubbliche lezioni lungo tempo , ed iftru affai
bene molti de' fuoi fcolari . Non tralafci nulladimeno
mai di dipignere, ed ltre a' quadri, che dipJnfe pel
curiale Dalmazzi , per lo fpedizioniere Laurenzi , pel
medico Sinibaldi , per l'abate Paoluoci , e per altri fuoi
amici , uno ne don alla fuddetta accademia , due ne_->
fece pel marchef Spada , che fi vedono prefentemente
nel fuo palazzo di Roma , due pel marchefe Torri , che
li mand al cafino della fila villa fuori di porta S. Pancrazio, e fuori della medefima dipinfe anche-nel cafino di
villa Carpegna. Meditava in quefto mentre di far .edifica
re la facciata di S. Giovanlaterano Clemente XI. , e co
me non aveva trovato alcuno de' moki difegni , che ave
va fatti fare d'intero fuogenio, due ne furono a-Pierfrancefco dall'abate Graffi d'ordine del Papa ordinati,
che fatti da lui, e portati dall'abate al -Pontefice , ne
reft pienamente /ddisfatto, e deput una congrega
zione per ri/blvere . Dovevano a juefta intervenire al
cuni cardinali, Pabate Graffi , ed il Fontana architet
to i ma perch ufc all'abate >di mente d'avvi fare , co
me doveva la fera innanzi Pierfrancelco , e 4a mattina ,
che mand ad avvitarlo , non era in cafa , fu fatta la con
gregazione fenza lui i ed il Fontana prefe il contrat
tempo , e G. valfe opportunamente ddl'occafione di fua
aflfenza per ifcreditare i difgni , e gli venne fatto ; per
ch Tare-volte fallirono i colpi, quando non v' chili
para . Molto, come ognun pu ben credere , difpiacque
ci a Pierfrancefco ; e fi lamentava folo di fua fortuna ;
giacch vedeva , che effa fola gli mancava per farfi conofcere eccellente architetto , come conosciuto gi era
per infigne pittore . E di fatto anche a chi non vorrebbe
con
DF
PITTORI.
194
D E'
P I T T O R I.
i9S
Bb 8
Ci.
196
VITE
fre-
D '
PITTORI.
VITE
galea, che portar doveva a Roma l'Inviato , ftava in
procinto di Tarpare , vi s'introduffe egli pure colla fami
glia . Ma , come niuno lo conofceva , voleva il capita
no mandarlo fuori , quando lo chiam l'Inviato , che_j
gi imbarcato era , e lo ricerc del meftiere , de' pa
renti , ^ del perch egli cos fanciullo abbandonar voleffe la patria , e partire fenza n pur fapere per dove_j .
Raccont all'Inviato il povero fanciullo le Aie fciagure ,
e gli diife , che egli applicava alla pittura , e che bra
mava d'andare a Roma . Ordin l'Inviato , cui non di/piacque la maniera , il brio , e lo fpirito del fanciullo ,
<:he vi fi conduceffe, che foffe come gli altri pi civili di
fua famiglia trattato , e frvito . Arrivato in Roma , vol
le , che fteffe feco finch i'accomod con un pittore Franzefe , che gli diede a copiare un quadro ; e conofciuta la
non ordinaria abilit del fanciullo affai corretto nel difegno, ed alquanto pratico de' colori , gli pofe partico
lare affetto , e lo faceva continuamente lavorare- Ave
va egli allora per appunto compiuti i quattordici anni j
3639 perch nacque ne' 1639. adi 8. di maggio, ed a' io. fu
battezzato in S. Ciro ; ma per quel che faceva , affai pi
nemoftrava; ed il maftro tutto lieto, e .contento per
aver fatto tale acquifto , credeva , che Ceco in cotal guifa ftar doveffe lungo tempo . Stettevi finch flette^
in Roma l'Inviato , e poi lo la/ci , ed entr in caf di
certo Pellegrino Peri Genovefe ricco mercadante di qua(
dri, che gi gli ftava appreffo per tirarvelo, per cui
molto lavor ; ftrinfe .con tal occafione amicizia con
Mario de* Fiori , e col Bernini , che Tintroduffero in_.
'varie cafe , e gli fecero fare diverfi ritratti , ne' quali
gi era eccellente . Fattof cos conofcere , e vedutif
oltre i ritratti alcuni quadretti d'invenzione francamen
te condotti , ed iftoriati da lui , ebbe ordine di fare un
quadro d'ahare per la chiefa di S. Rocco a ripetta , che
D * P'ITTO R I.
fpediramente lo fece per lo defiderio , che aveva di met
tere qualch'opera al pubblico , ed quell'ifteffo , che fi
vede nella feconda cappella a mano deftra rapprefentante la Madonna , S. Rocco , e S. Antonio abate . Gran
de , ed universle fu l'appaufo , che riport di quefF
opera fatta da M in et di poco pi di ventanni, in_,
tempo , che aveva gi pref caf da f vicino alla chiefa
di Ges , e Maria al corfb j e fi trovava gi con qualche
avanzo ; perch i lavori gli abbondavano , viveva parca
mente , ed affai bene fi mifurava , e come provate aveva
Pafprev.ze della miferia, dalle comodit del danaro non fi
lafciava ingannare. Aveva dunque tuttocch affai giovi
ne acquiftato nome non folo di bravo pittore , ma dr coftumato , favio , prudente , ed economo j e perci non.
mancava chi gli flava d'intorno- per dargli moglie , ed!
egli avea gi pofta la mira in una giovane fua vicina affai
onefla , e civile , d'origine per parte della madre Franzefe , del padre Romana di caf- Murani , ma trovava...
qualche non piccola difficolt ne' genitori , non perch
ricufaffero d'i dargliela ; ma perch pretendevano , che
la prendelfe (n'7.a dote, ficcome egli , che innanwrata
n'era , dopo eflerfi fatto da' mezzani molto pregare , fi
nalmente la prefe , e v'ebbe , come a fuo luogo narrere
mo diverfi figli . Voleva trattanto il principe Panfilj far
dipignere i nominati peducci della cupola di S. Agnefe r
ed a lui bench giovane, di ventiijuattr'anni , ad efclu fion d'ogni altro concorrente , ne diede l'ncumbenza . Fi
niti queft , e- diverfi altri lavori , che ebbe a fare fi
no all'et eie' venzei , crebbe grandemente in iftima_> 4
ed acquift tanto nome , e tanto credito , che PiftefToAleffandro VII. lo volle conofcere , e vi fu introdotto
dal Bernini . Vedendo S. S. il bel tratto , il garbo , e
l'avvenenza del giovine , ordin , che qualunque volta
aveife voluto parlargli y fi lafciaffe anche per lafalafegre*
200
T . E
D '
PITTORI.
2or
pafte , d'agrumi , di polli , e d'altre cofe limili all'agoilo , ed al Natale . Ma volle una volta , che il lavoro
era gi affai avanzato paflare il fegno , ed in un gran ba
cino fotto groflfo pafticcio vi mile lecento piaftre, e glie
lo mand a or di pranzo a cafa . Veduto Gio: Batifta il
regalo , e contate le piaftre, credendo, che quefto folfe
il pagamento del lprappi della mercede , divenne di
fuoco , e gett alla prefnza di chi l'aveva portato , e il
bacino , ed il pafticcio , e le piaftre per le leale ; e quafi
tutte pofcia, o le regal agli artieri fuoi amici, o Ie_j
diftribu per limofna a' poveri . Reft a tale avvilo forprefo il P. generale , cui niente di ci , che Gio: Batifta
creduto aveva , paffato era per la mente , e lo mand
per difmgannarlo a chiamare. Itovi Gio: Batifta, che
proccurava di fare il difinvolto , ma non poteva , fu im
mediatamente dal P. generale prevenuto , e gli fece con
bella maniera conofcere il torto , che gli aveva fatto nel
non gradire una dimoftrazione , che aveva avuto Ibi per
oggetto il defderio di fargli conofcere il fuo buon ani
mo , e che in niun modo andar doveva in conto del mol
to , eh'e. far voleva . Rimile allora lolpirito in calma_
Gio: Batifta , e di fuo fallir pentito f ne fcus col P. ge
nerale , e profgu col lblito calore il lavoro . Diedegli
indi a non molto il P. generale , cui forte fortitfmo pre
meva di non dilguftarlo , e di fargli vedere , cheei di
ceva davvero , e non lo lufingava , una borfa con mille
doppie effettive , dicendogli , che avrebbe poi in miglior
forma proccurato al lo dovere di foddisfare . Ma cadu
to gravemente infermo , e non potendolo fare in vita ,
gli lafci entro un biglietto carta bianca , acci gli l folfe
pagata quella fomma , che egli v'aveffe fcritta . Morto
poi , e vedutofi il biglietto da' Gefuiti , e curiofi di fapere ci, che conteneva , mandarono fubito a chiamar
Gio: Batifta , da cui effendo ftato alla prefenza loro aperCc
to,
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VITE
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P I T T O R I.
203
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204
VITE
r> E1 p j r T o R i.
305
VITE
molti impegni in Roma , non meno che fuori per galle
rie , per Tale , e per chief , pot far altro che il ritratto
del generale Ottan Avignonefe . Pofciach andato il venzei di marzo del 1709. a S. Pietro per provare i nomina
ti ftudj nella cupola , ed eflendovifi fortemente rifcaldato , torn a cafa eolla febbre , che notabilmente rinfor7ando la notte , fi trov la mattina aggravato da non leggiero mal di petto , di cui avendo fatto poco conto i me
dici, non gli fecero per tempo cavar fangue , e datagli be
re tant'acqua gelata , quanta egli ne volle , gli foprag1709 giunf l'infiammazione, ed a' 2. d'aprile pafs a miglior
vita. Fu il cadavero portato aS.Tommafo inparione,
ove con /bienne pompa funebre fu efpofto , e fepolto ln
za alcuna ifcrizione , o memoria . Lafci un capitale di
quaranta e pi mila fcudi a' figli , che erano allora in nu
mero di tre tutti bene, e nobilmente impiegati. Impe
rocch Aleffandro il maggiore dopo aver fatto il corfo
della filofofia , e della matematica , come difegnava beniflmo, ed alquanto ancor dipigneva , tutto fi diede_
all'architettura , e mor il d 7. di maggio dell'anno pafc
fato 1728.. Giulio il mezzano era aiutante di ftudio di
monfignor Lancetta uditore di Ruota, che poi fi mife a
far l'avvocato , prefe moglie , v'ebbe diverfi figli , e vi
ve con tre fble femmine prefentemente , avendo per la fua
capacit , e fviezza, tuttocch fpenda, e fi mantenga con
decoro , di molto accrefciuto il patrimonio lafciatogli
dal padre , a cui ha gi deftinato d'ergere in un qualche
fito adattato il ritratto di marmo , acciocch viva perpe
tuamente a pubblica vifta l'effigie di profeflbr cos degno.
Lodovico il minore aveva il fegreto del prefato monfi
gnor Lancetta ; e f un anno dopo del padre non fofTe_*
morto , fatta avrebbe gran paffata . Era Gio. Batifta alto
proporzionato, ed affai ben fatto di corpo , bello, bianco,
e vermiglio di faccia , con occhi lucidi , e neri , nafo
prof-
D JT PITTORI.
207
profilato , e lungo , fronte fpaziofa , ed aria fimpatica , e
gentilefca ; n la fignoria del tratto , e del coftume cedeva
punto alla nobilt deLTa/petto , e dell'animo . Am fvi
fceratamente gli amici , ftim grandemente i profeflfori ,
e foftenne valorofmente la profffione . Ebbe molti icolari ,. ma Col Giovanni Odazzj di grido , che oltre alla_
gran facilit con cui di vaga , e forte maniera dipigne ad
olio , fi fatto affai celebre anche nel vagamente dipignere a frefco , come ben fi conoice nel quadro di S. Brunone alla Madonna degli angeli , e nella caduta de'demonj a Santapoftoli . Lavor Gio. Batifta afTaiflmo , e_>
piucch lavorato non avrebbero dieci pittori inficine, baftando dire, che gli appartamenti di caia fua, oltre l'ope
re non nominate dame, che iparf ino per Roma, e
quelle che mand nelle chiefe di Rieti , d'Afcoli , di Perjno, di Portofinoa per la Tofcana , per l'Umbria, e
per la Romagna , di fue pitture fn pieni . Innumerabili fono i ritratti , avendone fatti di tutti i cardinali , di
tutti i perfnaggi , che viflero in tempo fuo , e che capitarono in Roma , e de' fette Pontefici che regnarono
da Aleflandro VII. fino a Clemente XI. ; ed in quefti eb
be per verit grande arte , e fingolar maeftria , potendoli
con ragione annoverare fra i pi celebri , ed efperti maeftri che fieno ftati giammai. Aveva nel fargli uno itile tutto contrario al generale , e comune j e diceva averlo apprefo dal Bernini , il quale nel ritrar le perfbne, non vo
leva che fteffero ferme , e chete , ma che parlaffero , e
fi moveffero . Perch giufto in que' moti , e' diceva eflfer
le perfone pi fimili a f fteflfe , e ne' pi galanti , e graziofi doverfi prendere , e dar tutta la /omiglianza al ritratto, e rilevare in cotal guifa il pi vago , e il pi vezzofo del volto , nascondendone il men piacevole , e '1 meo
gioviale per farlo fimpatico , ed avvenente . Tratt generofamente , e di genio con chi feppe prenderlo j ma_,
au-
208
D E* P I T T O R I.
209
DI GIUSEPPE CHIARI.
A fatica , e lo ftudio in chi veramente ha
volont d'imparare, e di renderfi anche
raro , ed infgne , fupplifcono alla man
canza del talento , e dell'attitudine_.
Niuno creduto avrebbe , quando in et
di dieci anni fi diede il noftro Giufeppe
alla pittura 5 tuttocch Carlantonio Galliani pittore , e
negoziante di quadri , da cui ebbe i principj del difegno
Fintroduceflfe di dodici nella fcuola del Maratti ,che foA
f riufcito quel bravo profeifor che divenne ; perch in_,
realt il naturale non lo portava a quella grandeZ7a di fapere , dove ginnfe coll'applicazione , -e co' fudori . On
de io per me fempre pi credo , e trovo veriflmo , che
nulla all'uomo difficile , purch egli voglia , e la falute
Dd
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210 .
VITE
Z> ' f I T T O R I .
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VITE
perch incontrar potefle il fuo genio . Diverfi egli gliene
propof , ed uno di confenfo comune preferirono a tutti
gli altri , fecondo cui ordin Giufeppe gli ftudj , e difpofe l'opera . Rapprefentovvi Apollo nel carro , che colla
fcorta dell'aurora conduce le ftagioni , ed il tempo , che
o/cura le cofe paffete con diverfi (imboli appartenenti ali'
arme Pignattella , e Barberina . Piacque eftremamente
al principe allorch fu finita , e piacque a tutti coloro ,
che andarono a vederla . Comp in queflo fteffo tempo il
lavoro , che cominciato aveva del cupolino d'una cap
pella nella chiefa di S. Agnef fuori di Portapia , ove_>
teneramente fi vede efpreffo lo Spirito fanto con diverfe
tefte di cherubini . Vedute tutte queft'opere dal cardina
le Spada , e fentendo l'applauf uni verfale che riporta
to ne aveva , egli pure f ne invogli , e fatto chiamare
Giufeppe , gli ordin quattro quadri , di cui avendogli
data la mifura , gli diffe , che lafciava in fuo arbitrio 1'
elezione de' fggetti , purch vi mettefTe fubito mano , e
li tirafTe con fbllecitudine a fine . Pens Giufeppe a quat
tro favole d'Ovidio > e fattene le bozze , le conduffe fu
feguentemente nelle tele , che teneva gi preparate fe
condo la mifura , che avuta ne aveva dal cardinale , che
f le vide condotte in cafa prima affai che l'afpetta/fe_j .
Rimafene S. E. pienamente foddisfatta , e largamente ri
compens a Giufeppe la mercede non meno che la preftezza . Facevano le monache di S. Silveftro in capite or
nare di belle , e rare pitture le cappelle della lor chefa ,
e diedero la prima a mano deftra nell'entrarvi a Giufep
pe , il quale rapprefent nel quadro dell'altare S. Anto
nio , S. Stefano, e la Madonna : In uno de' laterali S.Ste
fano condotto all'adorazione dell'Idolo , ed il fulmine ,
che lo fpezza , e nella lunetta di fopra , il fuo martirio :
Nell'altro S. Antonio , che rifufcita un morto , e nella_,
lunetta di fopra, il medefmio , che predice ad uno il mar
tino:
B F P 1 TT O R I.
21$
tlrio : Ne* quattro angoletti divert putti : E nella volta
un coro d'angeli . Ornava pure di belle , e rare pitture
il cafino di fua villa fuori di porta S. Pancrazio il marchefe Torri , e diede a fare un quadro di venzei palmi di
lunghezza a Giufeppe , che quello , in cui fi vede rco
le 5 che mena la Virt avanti ad Apollo, con diverfe al
tre figure . Fu trattanto chiamato dal Conteftabile a dipignere nella maeftofa , e vaga fua galleria j e come ella
era gi piena d'opere celebri , e che egli godeva in forma
particolare di fua protezione , molto gli premeva di ben
frvido , e di diftinguerfi . Penfando , e ripenfando au
ciocch colorir vi poteva , gli cadde in mente d'effigiar
vi D. Marcantonio Colonna condotto da rcole all'im
mortalit con molti altri eroi ; e fattone il diftgno lo
port al Conteftabile , cui offendo eftremamente piaciu
to * fu fubito da lui principiato il lavoro, e poi maeftrevolmente finito . Piacque tanto anche alla Conteftabileffa * che volle dipignefle la cappella , che ella fa
ceva fabbricarla S. Erancefco di Paola ^ed egli puntual
mente la fervi . Imperocch efprefle in un laterale il fanto, cherifiifcita i muratori caduti dalla fabbrica , Bell'
altro il Canto , che fa gli occhi, il nafo , e la bocca ad
un bambino , che nato era fnsa , e nella volta il fanto
con molti angeli , che va alla gloria del Paradifo . Ve
dendo il Maratti di non poter finire i cartoni , che co
minciati aveva per i mufaici d'una delle cupolette di
S. Pietro , ne diede a Giufeppe l'incumbenza ; ed effendo
fegli ito a finirli nelle ftanze del palazzo Cniirinale , 1'
nndava giornalmente a vedere Clemente XI. , con cui
in tale occafione ftrinfe maggior fervit , e domeftichezza ; ed ebbe allora ordine di metter mano al lavoro del
la foffitta della chiefa di S. Clemente , ove faceva S. S.
lavorare con altri profeflfori di credito Sebaftiano Con
ca , fhe avendo alla nobilt 3 alla franchezza , ed alla_.
mae
214
VITE
maeftria dell'arte aggiunta la fincerit , h modeftia e
'1 buon coftume , prefentemente degno principe dell'ac
cademia . Lavorovvi dunque Giufeppe , e vi figur il
Tanto, chefale al ciclo. Ebbe anche ordine di fare un_>
de' dodici profeti , che da dodici /celti profeffori fi
facevano per ornare la chief -di S. Giovanlaterano ,
che fvra la ftatua di S. Bartolommeo fu collocato.
Fece in quello fteffo tempo per S. S. "due altri quadri :
Rapprefent in uno la venuta dello Spirito fanto, elle_j
fervi per fabbricare un arazzo , e fi conferva nelle ftanze
del palazzo Quirinale : Nell'altro la nave di S. Pietro
con mlte , e diverf figure , che S. S. regal al Re d'In
ghilterra . Quindi gli ordin il cardinal Sagripanti un_>
quadro per laiua cappella a S. Ignazio; ed egli vi colo
r la B. Luca da Narni in atto d'andare in eftafi , che_j
vedutofi da' Gefuiti , gli fecero anch'efl dipignere la vol
ta della prima cappella a mano manca nell'entrare in_>
S. Andrea del noviziato . Alcuni glie ne ordino il cardi
nale Ottoboni , e celebre fi l'adorazione de' Magi , ed
una Piet . Uno ne fce pel principe di Ca/rta , che fu
mandato in Una fua cappella aCifterna, e rapprefenta_*
S. Francefco , che riceve le Stimate. Altro ne fece dopo
pel duca di Zagarla , che fu collocato nella di lui cap
pella a S. Francefco a ripa; e rapprefenta S. Pietro d'
Alcantara , e S. Pafquale col Padre eterno , e quantit
d'angeli . Fecene un altro per la volta d'una ftanza della
nuova fabbrica del marchefe de Carolis , che rapprefen
ta Cerere n'e Bacco . Altro pel Conteftabile , che fu meffo nella fua cappella a Santapofloli , e rapprefenta San_>
Francefco, che fi vien meno per la vifta della gloria celefte , foftenuto da un angelo con molte altre figure . Al
tro per la Madonna delle fornaci , che rapprefenta la /gra Famiglia; e quefti furono gli ultimi , che fece . Mol
ti ne aveva mandati prima in Inghilterra , per la cui nobil-
I>F P i rro R i.
215
VITE
era ftato tre volte lor degno principe ; finite le quali i
luogo a parte fi feppell , e fotto bianco faffo coliateguente ifcrizione ripof .
D. O. M.
fjofeplao Ciarlo Romano . ' - ,
Morum probitate mirabili
Humilitate cunffis accepto
Pingendi arte nulli fecundo
Qui in Principem injtgnh
Accademia Pittorum Urbis
Comm. fuffragii ter eleffius
De ipfa Accademia
Optme merititi
tejtderiumfui
Moriem reliquit
Obiit anno falutis MDCCXXVII.
jtatis fu* LXXIIL
Stephanus S. Marte
Et Carolus ff't
In Cofmedm Canonicus
Cum lacrymis PP.
E cos in quefta chief ficonfervano TofiTa, la me
moria, e le ceneri di tre infigni pittori , che in 52. anni vi
fono ftati fepolti , effondo gli altri due Gafparo Dughet,
e Niccol Berrettoni , ficcome narrato abbiamo nelle lor
vite. La/ci Giu/ppe un capitale di venti , e pi mila_
fcudi a Tommafo fiio fratello , ed a due fuoi figli , aven
done avuti con Lucrezia fua moglie , che ancor vive , fi
no ad otto , cinque ne morirono , fi pu dir nelle fafce 9
e tre ne fon vivi . Stefano il maggiore calonico di
S. Maria in Cofmedin affai capace , e favio , e di buona
legge d'amicizia . Carlo il minore attende alla pittura ,
ed giovine di bel coftume , d'afpettazione , e di fpirito , avendo nell'ultimo concorfo avuto il fecondo pre-
mio
D I?
P I T T O.R
217
mio della prima claffe all'accademia . E Terefa fi mari
t a Gaetano Gelbi ricco negoziante di gioje . Era_>
Giufeppe alto , e pieno di ftatura , di color olivaftro ,
occhi bianchicci , nafo grande , vifo tondo , e tutto
infieme di bell'afpetto , e veneranda prefenza . Fu ot
timo di coftume , /chietto , e fncero , fempre indefeA
fo alla fatica , gelof del .proprio decoro , ed amante ^
d fua profeflone .
DI GIUSEPPE PASSERI.
A e QJJ B ad 1 2. di marzo degli anni
1654. il noftro Giufeppe in Roma, e 1654
nacque pittore; poicch e fin da fanciul- lo per la fua gran facilit d'imparare ne
diede i fegni , ed egli fteffo lo conobbe;
_ perch piccola parendogli la fcuola di
Gio. Batifta Tuo zio , a cui era flato appoggiato dal pa
dre, ben prefto la lafci , entrando in quella del Maratti ,
che conofceva efler molto , e molto maggiore . E conofcendo ancora, che per farvi quel follecito profitto , che
bramava , fi richiedeva colla fua anche l'attenzion del
maeftro , cominci fubito ad efTere cos diligente , ed af
fidilo a /Indiare , non meno che a fervido , chenoniftette^guari a guadagnarne l'amore , e fu veramente l'unico
de' fuoi fc9lari, eccettuatone il Calandrucci , che egli
amaflfe per genio , e che gl'infegnafife di cuore . Fecegli
copiare a fue fpefe tutte l'opere maggiori del Lanfranco;
perch imitando lui , poteffe ben apprendere a concepir
con facilit , a comporre con magnificenza , ed a panneg
giar femplicemente fenza affettazione , e fenza flento .
Mandollo a ftudiare fulle pitture pi rare di Michelagnolo , e d'Annibale , perch prendeffe da loro la correzion
del difegno , e s'imieveflfe della grandezza , della manieEe
ra,
3i3
.VITE
DE"
PITTORI.
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220
VITE
D ' P j rr o R i.
glio lavorate da efperta mano y e riccamente indorate*
ed eflendofi anche proveduto di fedie magnifiche , e di
preziofr tavolini , vi adorn un appartamento degno da
cflfer veduto per la rarit, pel gufto , e per la pulitez
za. Teneva di continuo^a pubblica vifta in ogni ftanza
varj pezzi d'argento pieni di radiche odorofe , e d'agru
mi : a ogni fineftra i canarj: iin ogni vafo ogni d fi rin-r
novavano e' fiori. Era amono i, e faceto , parlava COR,J
propriet, e con argutezza, ed aveva cos pronte , e cos
adequate le ri/pofte alle propofte , ed a' /oggetti , che
f ne raccontano delle belliffime , e graziofimme ., ed io
narrar ne voglio una, che i varr per tutte ..Fermato
una notte dagli sbirri, fu dal caporale per pittor cono?
fciuto , e fattegli picortefie di quelle , che. da tal raz*
2a di gente fi ibglion fare , gli; duTe ,, che. bramato
avrebbe , che gli avefTe fatto il ritifatto : 1^;, .egli rifpo-
f, piucch volentiri vi fervire ; ma cftremamcnte'. mi
difpiacc di -non potervi forvire j perch non fa dipignerc
gli animali , e gli volt le. fpalle . E come alla fignoria..
del tratto, e del parlar graziofo aggiugneva la generrofit, la me^cflla, rorudizione.,!.e.il buon coftume.,
aveva /mpre perfbne diftinte per riafcita , per carica_, y
e per dottrina in fua compagnia , ed In fua converfazione . PrequentaronJa fenrpre finch fletter in Roma Lorenzo Maga'lotti , e Maffeo Capponi . Scelfelo il Pi Re-i
fta prete della congregazione di S. Filippo per fuo com
pagno , quando per fui interefl and a Milano fua pa
tria -, e tuttocch avefflfe premura d tornar preflo , vol
le fermarfi in Firenze , in Bologna , a Modena , a Par
ma , ed in;oni altro luogo ove erano pitture famofe , ed
in-figni , .^cci foddisfar fi potefle a,fziet , e a bene
placito . Ebbe diverfi altri (amici T che cercavano di di
vertirlo dall'applicazione , e dal lavoro ; poicch quan
tunque vj fi mettefle affai tardi la mattina 5 perch. mol
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PITTORI.
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VITE
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P ITT O R I.
227
228
VITE
DI BENEDETTO LUTI.
N e H fi Tenza maeftro , e quel che pi
non f f maraviglioff , o difficile , an
che con maeftro mediocre divenir Ti pu
uomo grande . E quantunque i difetti
del maeftro s' attacchino qual morbo
contagioff allo Tcolajo , e che pi malagevol gli fa il diftaccarTene , che il cominciare a impa
rare , pu non dimeno , f giunga per fua Torte ad averne
cognizione col tempo , colla pazienza , e colla fatica liberarTene . Benedetto Luti ci ha Tatto chiaramente conofcere quanto fa vero ciocch finora fno andato dicendo.
1666 Conciofiech nato in Firenze negli anni i666.ad 17. novembre giufto in tempo , che quella Tccondiflma madre
di tutte le facolt , e di tutte le arti era divenuta fterile
nella pittura , e raccomandato al Gabbiani da Jacopo Tuo
padre, fino all'et di ventiquattr'anni ftudi Totto lui.
Ma divenuto tuttocch giovane fuperiore al maeftro , ve
dendo che dal maeftro niente pi poteva imparare , e non
potendo pi a lungo fffrire , che la fua patria non aveffe
alcun di quegli uomini, che allora avea Roma, determin
di partire , e d'andare a trovarli , per ritornarvi uguale a
efl Te non maggiore. Partinnedunque,e ne part con ani
mo determinato dimetterf toftocch giuntovi foffe Totto
la direzione di Ciro Ferri . Quando arrivatagli a mezzo
il cammino la nuova di fua morte , credendo quafi TataJe s Tatto accidente , e giudicandolo come preludio di
qualche imminente Tventura , ToTpeTe il profeguimento
del viaggio, e flette in procinto di ritornare alla patria.
Ma mentre ancor pendea dubbioTo penTando , e ripenTan-
do
DE"
PITTORI.
ben-
VITE
bench levar non fapefle le mani di fui lavoro , niuno dir
potr , che l'opere Tue condotte fieno a ftento ; anzi vi fi
vede la franchezza; j ed il maeftro . Avea grandiffima co
gnizione; dell'altrui in-aniere, ed a nefifuno meglio che a
lui moftrar fi potevano per averne certezza . Lavorava_
eccellentemente di paftelli di tanta forza ., e di tanta bel
lezza , che pajon dipinti . Dilettavafi di (lampe , di difegni ) di modelli , e di baffi rilievi , e ne rann per la fublime /ua intelligenza quantit cos copiofa , e rara, che
non capitava intendente /tramero in Roma, che non l'andafTe a vedere per defiderio anche di conofcerlo . Quefte
cognizioni per l'avevano talmente diftolto dal pennello,
che dipigne va meno affai di quel che poteva; e che avreb
be per vantaggio della boria , non meno che della ftima_i
dovuto.. Ed io mi ricordo d'averlo pi volte avvertito ,
allorch , o egli veniva colle /lampe , e colle forbici in_>mano a trovarmi , o che io andava da lui ., e Io trovava
a dar fefto a' difgni . Poche opere perci fi veggono per
le chiefe di Roma delle fue , e tre fole che io /appia . Ve
defne una'rapprefentante la Maddalena , che fi comuni
ca nel primo 'altare a man diritta nell'entrare in S. Ca
terina da Siena a Montemagnanapoli . Altra, che rapprefenta il profeta Ifaia in un grande ovato , pofto Topra la^
ftatua di S. Paolo , fe ne vede nella bafilica di S. Giovanlaterano dipinta da lui a concorrenza d'altri undici profeflfori di grido , che viene di comun parere tra le miglio
ri annoverata ; tuttocch fia ftato tacciato di non aver
faputo bene adattare la figura nel fito ; perch parte d'.
una gamba refta di fuori . E la terza rapprefentante_*
S. Antonio di Padova fi vede nell'altare della cappella
Odefcalchi a Santiapoftol, contro cui vvente fi /catena
rono gli emuli "per invidia ; morto pofcia , anche coloro
a* quali ibi piacciono le maniere rifentite ; e gagliarde la
lodano ; e l'ammirano . Ma f poche f ne vedono per le
chie-
DE'
PITTORI.
2gi
Por-
v i T e
Portughef .~ Molto egli di ci allora s'affliffe , e tanto
pi feguit ad affliggerli , quantocch conofceva , che
l'avrebbe potuta finir prima della perdita della falute , fe
aveffe voluto , e non fofle , come ho accennato di fopra ,
da men neceflfarie occupazioni flato diftolto . Non f ne
poteva perci dar pace , e mentrecch di f folo conti
nuamente fi doleva , e fi lagnava , il male prendeva mag
gior pi, e maggiormente l'opprimeva, e '1 confuma
va . Andando in cotal guifa fempre peggiorando , fu da'
medici , acciocch fi fvariafTe, configliato a mutar ariaj
ma perch fi vedeva gi in iflatp di non poter ufcire di
Roma , prefe per ifpediente d'andare ad abitare alla Tri
nit de' monti nella villa del Granduca , ove io andai diverfe volte a vederlo. Ma poco vi pot ftare , perch il
male , che prima fembrava curabile , ed anzi malinco
nia , e paflon d'animo , che altro , diede in idropifia_j
di petto , e fu coftretto per efler meglio frvito al prin
cipio di giugno del 1724. a ritornare acafa . Quivi fempre pi aggravando , e nulla giovandogli i rimedj , che
giornalmente gli preparavano i medici , ben conobbe da
f d'effere al fin de' fuoi giorni, ed al gran paflfaggio fi difpofe. Fece leftamento , domand il fantiffimo Viatico,
ebbe l'Olio fanto , e da quel vero , e buon criftiano ,
1724 ch'egli era viflfuto mor ne' 17. del fuddetto mefe di giugno . Fu il corpo portato nella chiefa parrocchiale di
S. Niccola de' Perfetti in Campomarzo , ove fattegli
coll'intervenimento degli accademici di S. Luca , e de'
virtuofi della compagnia di S. Giufeppe decenti efequie ,
fu fenza alcun'altra memoria feppellito . Era di giufUu
ftatura, piuttofto pieno che no , di colore olivaftro, e
crine nero , occhi alquanto incavati , e criftallini , vif
grande , e ritondo . Di/correva faviamente , e proccurava d'effere appieno informato di quel , che per la cit
t , e pel mondo accadeva per difcorrere . Molto gradiva
la
D ' PITTORI.
233
Gg
234
VITE
FINE
DELLE VITE
D E"
PITTORI.
VITE
VITE
DEGLI
SCULTORI
PERGOLE FERRATA:
Hi dicefle, che la natura non fia maeftra
dell'arte , fi dilungherebbe fenza dubbio
affatto affatto dal vero ; e mentirebbe
eziandio chi affermafl , che gli artieri
pi eccellenti non l'abbiano in ogni ope
razione imitata , e che andati non fieno
continuamente , e colla barba canuta alla fua fcuola^ .
Quindi troppo /cioccamente parlerebbe chi volefl anche
dire , che quefta non fia pi antica di quella ; non poco
ridico! frebbe , chi fftener volefTe , che non fi deggia
nelle fue pi belle parti imitare come principio delle co
l pi perfette , che da efk fbla anno origine 9 e per lo
cui mezzo ella fbla muove , e rifcalda la fantafia negli ar
tefici a concepire l'intera , e vera idea delle lor opere_.
Onde le fatture , che men fi difcoftano da tali parti , fon
le pi ben formate, e quelle che pi f ne allontanano fon
le men belle . Dicanlo i Laocoonti , gli Apolli , gli Antinoi di Belvedere : Dicanlo la Venere de' Medici . l'r
cole de' Farncfi , il Gladiatore di Villapinciana : Dicanlo
il Mos di S. Pietro in vincoli , e tante altre famofe .ftarue di Michelagnolo : Dicanlo la S. Sufanna della chief
de' Pornari , e l'altre venerande fculture del Fiammingo:
Dicanlo laS.Terefia di S.Maria <Iella vittoria,e tanti maravigliofi gruppi del Bernini : E ce lo attefti la viva, e va
ga ftatua della Fede , fcolpita dal noftro rcole in un de'
lati della cappella maggiore di S. Giovanni de' Fioren
tini , opera veramente fingolare , ed infigne , e delle pi
riguardevoli , che ufcite fien dalle fue mani : Opera , che
merit l'applauf univerfale di tutti gl'intendenti , e l'
approvazione particolare , e le lodi diflinte dell'intendentiflmo Bernini . Io dunque nello fcriver la vita di queil efjperto maeftro 3 che con tante fue rare fatiche ha or
nata
ri-
DEGLI SCULTORI.
239
rimeffofi , tuttocch non ben bene in flute , proccur di
finire una ftatua, che fu trovata rozzamente abbozzata in.
un marmo coll'immagine di Maria , nel cavarfi le foflfa del
nuovo caftello , che finita da lui , fu in una cappella della
chiefa dello fteffo caftello collocata . Lavor fuffeguente-:
mente /opra certi feftoni , ed in altre piccole cofe , che
fi facevano per la citt , e in cotal guifa s'and per un an
no intero parcamente foftentando ; giacch dal padre.*
aver non potea alcun foccorfo . Principiatoli trattanto a
eonofcer da molti il fuo valore , gli furon da un capomaeftro muratore, che lavorava nell' altar maggiore..
della chiefa di S. Domenico di Soriano , dati a fare due
putti in travertino , che fatti follecitamente da lui, fervirono d'ornamento al medefmo altare . Veduti quefti da
un perfnaggio , altri due gliene ordin per la compa
gnia di Ges , ove ebber luogo . Fece pel marchefe di
Taraguf la ftatua del figlio , che morto era in Ifpagna_>
valorofmente fotto le mura di Barcellona : due con fei
putti , e due ritratti ne condufTe per D.Tommafo cPAquino, che furon da lui mefTe nella propria cappella : altre ne
fcolp con una Venere pel duca di S. Giorgio , alcune di
cui furono poi dall'almirante di Caftiglia portate in_>
Ifpagna ; ed acquiftato avea tanto credito , e tanto gri
do , che refifter non poteva alle commefloni continue ,
che a gara gli eran date da quei baroni . Ebbene dal mar
chef del Vafto , dal principe di Caferta , dal duca di
Matalona : ne ebbe da altri perfnaggi di fuori ; e par
ticolarmente dal marchef Corfini , per cui fece nn grup
po di divert animali con Orfeo j che mand in un giar
dino d'un fuo fcudo . Una Venere con un putto , fece_j
pel cardinal Savelli arcivefcovo di Salerno , che fu da
lui mandata in Roma all'altro cardinale di caf fua : Ed
un S. Antonio di Padova fece per un cavaliere Gerofblimitano, che af&i n'era divoto* Fu poi chiamato ali'
Aqui-
240
ITE
put
DEGLI SCULTORI,
141
Hh
alta-
242
VITE
deft
DEGLI
SCULTORI.
244
difturb , ed afflifle il noftro rcole con quella ftefla affli2one , che delle maggiori che affliggono i valentuomi
ni nella vecchiaja, quando penfano d'efTer confiderati per
inetti, e incapaci a poter operare. Ma come a' difgufti, ed
alle difgrazie vanno alle volte dietro i piaceri , e le fortu
ne , ebbe rcole ordine di far la ftatua di Clemente X. ,
che fece in pochi mefi,per far vedere a chi avefle avuto ge
nio di fervirfi dilu , che f era vecchio, fapeva ancora la
vorare da giovane. Eflfendogli nondimeno mancati in Ro
ma i lavorijfi mife a terminar quelli,che far doveaper fuo
ri, e che lafciati aveva imperfetti,quando part per Firen
ze . Termin il Nettunno , li quattro Tritoni , i fei Del
fini , ed altri pefci , che fervir dovevano d'ornamento a_,
una fontana in Portugallo : Fin la ftatua d'Aleffandro
III. pel duomo di Siena : Quella di S. Caterina per la_r
cappella d'AlefTandro VII. nel medefimo duomo : Quel
la di Ges in atto di dar la benedizione per Cicilia_j :
Quella di S. Antonio abate per Marino .. Un baflbrilievo
rapprefentante S. Romano , S Sabina , e molti angeli
per Nepi : Un gruppo rapprefentante S. Lifbetta regi
na d'Ungheria con molti putti , e duv glandi angeli per
la nobil cappella del cardinal Langravio in Uratislavia :
Un altro gruppo rapprefntante un Ercolino fedente in
culla in atto di sbranare il ferpente per Venezia : Un al
tro gruppo rapprefntante una lotta di due putti pur per
Venezia . Finiti quefti lavori cominci il ritratto del car
dinal Alderano Cibo , che non pot terminare , e lo lafci /blamente fubbiato : Abbozz per D. Agoftino Chigi un putto in atto di deftarfi con una mano agli occhi , e
l'altra fopra una cofcia , che fu egregiamente da lui ter
minato . Volle poi per fua particolar divozione compire
la ftatua della Santa , che Ct vede in vaga attitudine diacere fotto l'altar maggiore nella chiefa di S. Anaftafis^ ,
che Francefto Aprile aveva abbozzata , e con un'opera,
pia
DEGLI SCULTORI.
245
246
V J T '&
Carolai Bariti. Abb. "Platea Mediolan.
DEGLI SCULTORI.
247
lontano dal procacciarli quegli onori , che pi fi proccurano da chi meno, li merita . Era nel biafimare affai rite
nuto, nel parlar molto, accorto , e da uomo CnCer, e
favio nel lodare, ancora moderato : Di ftatura giufh , e
riquadrata, di non troppo vantaggiofa avvenenza , e__
nel tempo fteflb che quella il portava a qualche fpezie di
rozzezza , diceva , che gli nomini non fi mifurano dall'
afpetto , e dall'apparenza . Amava laf converfazione , e
l'allegria, e di quando in quando interrompeva anche ^
ne' d di lavoro con qualche divertimento l'indefelfo fuo
lavorio . Inclinava fuor di modo alla caccia , ove andava
quafi fcmpre ne' giorni di fefta ; ed il dono d'uno ichioppo fattogli da due volponi , che l'attaccaron fui debole ,
per cavargli certo danaro di mano a titolo di preftito,con
condizione. d'intereffarlo in una fementa di groffa tenuta,
ove fperar gli facevano, fmifii rato guadagno , fu cagione ,
che ne riceveffe non poco di perdita . Fece diyerfi allievi
di grido, e furono CamillaRufconi Milanefe , Melchior
Ca-B Mate/ ,. Gio. Batifta Foggini Fiorentino , Carlo
Marcellini Fiorentino , Michel Maglia Borgognone-^ ,
Lorenzo Ottom Komano , Filippo Carconi Romano ,
Giufeppe Mazzuoli Sanefe , ed altri , che per brevit
non nomino, e perch veramente non fo che fieno di que-*
il a vaglia
;> :-:!!
248
VITE
!>' ANTONIO RAGGI.
DEGLI SCULTORI.
4p
25o
VITE
nerakj
DEGLI S C U L T O R I.
251
U~
,52
VITE
curia , e morirono dopo di lui ambedue fenza figli . Era
Antonio di giufta ftatura , ma alquanto pieno anche di
volto , di color vivo , di pelo caftagno , fimpatico , ed
avvenente , ed al pari d'ogni altro profeffor di fuo tempo
finccro-, liberale, grato, affettuofo, ed onorato.
DI DOMENICO GUIDI.
E cos folte in bala degli nomini il dimenticarfi, come e il tacere , certo che
alcuni dilicati profeflfori , ed alcuni zelofi intendenti dell'arte della /cultura^
voluto avrebbero difperder dal mondo
.
la memoria del Guidi , anzi che favol
arne . Io non dimeno , tuttocch ben conofca non effer
lui da metterfi in mazzo con quegli fcultori , d cui ho
finora favellato , e di quei, di cui faveller nel profeguimento di quefta ftoria , che detto abbia nel proemio di
voler folo ferver le vite degli eccellenti , e che mi fien_
note le favie , e giufte ragioni addotte dal Bellori nel
principio delle fue vite,. eenui-ancUMntalmente foftiene, che fcriver fi deggia folo di quefti , credo non- far
gran peccato , f tra tante , che di egregj ne ho ferine ,
queft'una ne feriva d'un mediocre, e mezzano . Anzi aftenuto per avventura me ne farei , f egli in tutte folfe^ flato
mediocre . Ma perch ufcito deIla mediocrit , e s' ac-
coftato all'eccellenza in alcune , e che ha lavorato in altre
a concorrenza di que' bravi profeffori , onde ho fcritto ,
f efl non hanno fdegnato d'averlo nell'opere per com
pagno ; perch fHegnar dovr io d'unirlovi neH'iftoria ?
Certo , che f egli tutte le molte , che ha fatte , Pave
f fatte folo , e che tramifchiato non fi foffe con quegli ,
che lavoravan meglio , e pi attentamente , e diligente
mente di lui 5 perch non imprendevano a far talora tan
to ,
DEGLI SCULT OR I.
to, quanto egli faceva con maggior avidit, ed^.minor
prezzo, che ad artefice di decoro , di punto , ediftima
?ia fpediente , e convenga , forfe che le fue niediocri tok
te dal confronto dell'altrui eccellenti', moftrate non_
avrebbero quella mediocrit , che eflta , e rilieva il pa
ragone. Senzacch pofTo giuftamente credere, per efTermi
flato detto da perfone degne di fede , che l'an ben conofciuto, che le mediocri foflero ritoccate , e non fatte da
lui ; perch per la quantit grande che ne aveva , aftretto
era a ridarle ad altri} e come egli le prendeva a fare ad af
fai buon mercato , doveva di neceflit ridarle a profeflforimediocri, che a buon mercato lavorano . Checch fi
fa , e comunque ci s'intenda , pare a me anche giufto ,
perch ha avuto mano, come ho fpra accennato, in alcu
ne cogli altri di cui flato fcritto, che di lui pure fi feri
na , acciocch in progrelfo di tempo refti la memoria di
tutti coloro , che v'an lavorato, e non fi pofla mai du
bitare dell'autore . Da Mafia di Carrara , ove egli nell?
anno 1628. nacque, venne giovinetto in Ronivi , e feppe 1628
Scegliere una delle fcuole migliori ; perch s'introduffe in""
quella dell'Algard . .Sotto l'amorevole , e dotta di fcipli
eia di cos infgne maeftro , e colle molte, e molte fati
che, che egli volontariamente , e per particolar genio
faceva , s'impadron talmente dell'arte , e fi ammaeftr
nel difegno , che mife molte opere al pubblico} ed una_>
veder ne f nella chiefa di S. Aleflo al monte Aventino,
colla ftatua del cardinal de' Bagni allogata da lui nel
fuo fepolcro : Da lui fu fcolpita la ftatua di Clemen
te IX. , che fta a federe fovra il fpolcro in S. MariaJ
maggiore : Da lui la ftatua di S. Giufeppe fopra l'altare
della cappella Capocacci nella chiefa della Madonna del
la vittoria alleTerme, dirimpetto alla fanta Terefa del
Bernini : Da lui la ftatua della beata Vegine fopra l'altar
maggiore di S. Niccola di Tollentino a capo le cafe : Da
Jui
254
-VITE
DEGLI SCULTORI.
255
256
DI MELCHI0J C A F A\.
Oco parlar deggio d quefto valentuo
mo ; perch poco oper , e poco viffe.
Ma affai parlano , e parleranno immor
talmente fempre di lui alcune belle ftatue , che ci ha lanciate , cui per parlar
daddovero manca /blamente la voce. Da
16*35 Malta , ove egli negli anni .-1635. nato era, venne affai
"""""" giovine in Roma , e fi mife fotto la celebre di/ciplina del
Ferrata. Poco ebbe a faticar con lui il maeftro ; perch
era tale 0 e tanta l'abilit fua , e l'apertura di Tua mente,
che
DEGLI SCVLTOR1.
257
che appena aveva veduta fare una cof , che cos ben T
apprendeva, che avrebbe potuto infegnarla agli altri.
Non.pafs molto , che avendo gi ajutato in diverfe ope
re ilmaeftro, e conofcendofi capace a poter intrapren
der da f qualunque groffo lavoro, prefe l'impegno di fa
re alcuni difegni per alcuni altari , che far fi dovevano
in alcune chiefe , e varj variamente ne fece . Fecene_>
uno per S. Maria in campitel-li , ed un altro per S. Ca
terina da Siena a monte Magnanapoli , ove fece anche Ja
ftatua della fanta , che l'ornamento pi bello della chicl . Ma l'opera principale , e la pi ftimata , che fia fiata
fatta da lui fu la (tatua di lama Rofa , che fece per Lima .
Abbozz nella cappella Panfilj in S. Agoftino la ftatua_
di S. Tommafo di Villanuova : abbozz nella chief di
S. Agnefa in Piazzanavona il bafTorilievo dell'altare_? ,
che rapprefenta S. Euftachio co' figliuoli dati dal tiranno
in preda aMioni , che colla mentovata ftatua di S. TomHiai, fu terminato dal Ferrata . Fu poi chiamato a_.
Malta dal Granmaeftro , che meditava di far rapprefentare in marmo il battefmo di N. S. Ges Cnflo ; ove_>
giunto, e ricevuti da lui gli ordini opportuni, torn tofto
a Roma per dar principio al lavoro j e fubito arrivatovi
vi mi/mano. Stette continuamente applicato intorno
a' modelli , e condotti gli avea in piccolo , e in grande ,
e per maggior comodo ito era a lavorarli nella fonderia_,
della Camera a Belvedere . Ma mentrecch finiva quello
dell'arme di S. E. fi fiacc dal muro , ove attaccato l'ave
va , ed eflendogli caduto addoffo , fece cadere anche lui ,
che non iftette pi bene , non pot pi lavorare , ed indi
a pochi mefi negli anni 1680. mor di febbre , che fprag- 1680
giunta gli era non molto prima . Lafci oltre quefti , altri modelli , e celebre fu quello del ritratto d'Aleffandro
VII. , che fervi per getto di metallo , e rimalo pofcia_,
in cafa Ghigi fervi per formarne, e gettarne altri molti .
Kk
Gran
2J8
Gran cof afpettava Roma da quefto artefice ; e gran cofe fatto avrebbe , f morte nimica, tolta nonl'avefle in_>
et troppa immatura dal mondo , perch oltre i doni 4
che ricevuti aveva da natura , era pieno di quella volon
t , che non isbaglia mai nel condurre gli uomini di talen
to alla gloria . Stava dunque continuamente al lavoro ap
plicato; e qualora adoperar non poteva lo fcarpello, pren
deva il matitatojo , e difegnava . Difegn perci eccel
lentemente, ed eccellentemente altres imit il naturale;
ed era folito. dire , che non fi poteva mai tanto difegnare, che difegnar fipotefTe abbaftanza .. Modell al pari
d'ogni altro ,. nell'inventare non cedette ad alcuno ; ma
nel lavorare it marmo glibifgn alle volte l'aflftenza..,
del maeftro ,. non perch lavorar noi fapefife \ ma perch
troppo portato dal vivo fuoco 5 che aveva , voluto, avretn
be tutto finire in pochi colpi . Ebbe ftretta amicizia, coti
molti bravi profeflbri , e fpezialmente col pittore Baciccio, che teneramente l'amava. Fu d'ottima natura
le, e co fiume, tut to fiaccato dalla prefunzione, cdall'
interefle; e fuperava colla gentilezza dell'animo un non
f che d'innata rozzezza , che gli fivUnrai5U'afpetto *
Era di batfa ftatura , di colore olivaftro , magro piuttofto , che graffo, penfierof a e d'umor malinconico Avea
piccola fronte i occhi neri, ed incavati* capelli crefpi ,
corti^ folti , e morati; e godeva buona flute . Difprezz fempre le grandezze , e gli onori ;, e quando fu
ammefifo nell'accademia di S Luca , gli difpiacquelj .
Non lafci avanzi ; perch generofmente fpendeva la
maggior parte di ciocch guadagnava per f , e per ami
ci , e faceva grandi , e continue limoline della rimanen
te , fenza punto riflettere all'avvenire, tutto rimeflb nella
diyina providenza .
>
DI
DEGLI SCULTORI.
259
DI ZAM1LLO RUSCON1.
I A N G A pure con me la Scultura , perch
m ella trover per un pezzo un profeffore di fimil vaglia , n io un amico di
tanta legge . Pianga pur pianga meco ,
n di pianger mai fi rimanga .finch un
nuovo Gannito (non ri/brga ! Ma tdove ,
e quando riforger potr un di quegli uomini , -di cai ftati
fono fcarf i fecoli , eziandio pi fortunati , fecondi , e
non ne ann'avuta abbondanza i protettori pi generofi , e
pi fplendidi! Ond', che qualunque volta mi porta il penfiero a confiderar {iflamente quella recente, ed improvvi/a
perdita, che in niun modo poflo allontanar dalla mente,
ntpre pi me ne affliggo^ lento trafiggermi il cuore.Pure con fiderando ancora , che f morto Camillo , vivono
di Gamillo Topere , e l'azioni , che fon giufto quelle , che
come parti dell'animo , che morire non pu , amar negli
amici Ti devono , e che fono anche quelle, che gli uomini
di valore , e di fenno diftinguono da' dappoco , e da nul
la, di cui dopo morte nuno ne parla , ripiglio lena, e
dando bando al dolore , di quefte , acciocch vada la fa
ma , ove elle andare non-poflbno , e f ne perpetui da per
tutto la memoria, vo' favellare . Nacque egli ad 14. di
luglio dell'anno 1658. nella parrocchia di S. Raffaello di 1658
Mikno; e fu fua ventura al nafcere in citt bella , nobi~
le, ricca, popolata, e piena di maeftri , e di fcuole;
per lo cui mezzo aver pot tutto il comodo di ftudiare , e
d'applicare a qualunque profetinone , che fcelta avefle , e
che foflfe ftata in grado anche a Carlo fuo padre , che_s
molto., e molto'amava . Studi primieramente la gramaric>a, -e gualchero' di retorica al collegio de'Gefuiti i et! ebbe per due anni lezion di difegno da certo Vol
pini pittore . Quindi pi della fcultura , che della pittuKk 2
ra
VITE
ra invogliatofi lafci fua fcuola , e di quindici anni entr
in quella di Giufeppe Rufhati fcultore . Fino a' vendette
(lette feco , nel qua! tempo molto profitt di fua direzio.
ne , e guadagn l'intero fuo cuore . Ma il maeftro , che
contro il folito amava pi i vantaggi dello fcolare , che
i propr j , non fi cur di privarfene , tuttocch affai gli difpiaceffe , e lo eonfgli a lafciar la patria , e la fcuola , e
ad incamminarf alla volta di Roma. Abbracci Camillo,
che n'era gi defiderofo fenza punto farfi pregare il configlio , e prefe da lui efficaci lettere di raccomandazione
per rcole Ferrata , ch'era fuo ftretto amico , perch fla
to era anche Tuo maeftro, immediatamente parti, ed arri
vato che e' fu , fubito gliele prefent , ed entr immanti
nente nella fua fcuola . Diedegli il Ferrata per far prova
di fua abilit , e per vedere } f veramente eorrifpondeva alle favorevoli , e vantaggiofe relazioni avutene di
Milano dal maeflro , a fare alcuni modelli , che affai bene
furon fatti da lui . Seguit poi a farlo continuamente la
vorare nell'opere fue , dandogli fecondo il bifogno ade
quati precetti per raffinarlo * Lavor particolarmente*
nella ftatua del S. Antonio , che uwuvd^ a Marino, nel
gruppo , che mand a Uratislavia , e ne' due , che man
d a Venezia gi da me nella ftoda di fua vita defcritti .
E pi lavorato avrebbe per lui , perch lavorava fcon
do Fintero fuo genio ^ f pi foffe viffuto. Morto, dun
que del 1686. refl Camillo fenza maeflro j di che noru
poco s'affliffe, quantunque egli foffe allora non minor
maeflro di lui . Era gi ben noto a tutta Roma il nome
fuo , e niuno degl'intendenti , e de' profefifori ignorava
il fuo valore . Pi d'ogni altro per Carlo Maratti il co
nobbe , fin da quando Giufeppe Chiari fuo; intimo,, ;e, fido
amico'a lui il condufTe prima della morte del maeflro,eda
quell'uomo grande ch'egli era, molti avvertimenti intor
no alla profelfone Ii dette , Da lui apprefe la facilit di
pan-
DEGLI SCULTORI.
261
s6*
VITE
quattro ftagioni , che prontamente furon fatti da lui infeme con un modello d'un crocifilfo di tre palmi , fu cui
gettati nc furon poi due in argento , funo per lui , *^>
l'altro per Francefco Lelmi fuo complimentario. Ofnavafi in quefto mentre di flatue di tutto rilievo , di batfTiliev, e di gruppi la ricca cappella di S. Ignazio al -Ge
s , ed i primi profefibri *i lavora vatro . Ebbe Onnillo
ordine di farvi -due angeli , <:he diligentemente fcolpiti
da lui furono collocai fotto Porgano della tnedefhna_,
cappella , per i quali rportl'ap^laufo di tutta Roma ,
e la particolar protezione del cardinale Albani-, che fu
degno fucceflfore d'Innocenzo XII. E volendo 'egli qualch'anno dopo fua elezione far adornare di dodici groffiffimeftatue la navata grande di S.'Giovanlaterano, quat
tro delle principali a lui, e l'altre otto ad altri bravi /cul
tori le commife . Tutti Dunque fi miferoia gara a lavora
re , ed ognun procurava d fu-perare i compagni ; per
ch come quefta era una dell'opere pi grandi, 'che da_.
un pezzo 'in qua i foffe imprefa , da queftk dipendeva
il credito , ed il difcredifo di ciafcuno , Rappreferitar dovean le ftatue i dodici apoftli , edBfleraavevano-di di
ciannove palmi d'altezza . Rapprefent Camilf S.:Andrea , 5. Giovanni , S. Matteo , 'C S. Jacopo 'maggiore
nelle fue ; 'e non avea>en ancor terminata la.prima ^ che
in occafone , che ito era del 1711. per la fefta di S. Brunone il Papa alla Certofa, fu a vederla con Kuttp; il cor
teggio . 'Compite che furon tutte quattro ,.e mefTa o-gnuna al fuo luogo ^ grande fu per qualche tempo il concorfo degl'intendenti , che giornalmente andavano^ ve
derle, ed ognuno l'ammirava, e le lodava, n fapea finir d'
ammirarle , e di lodarle ; -perch eflendo in eflfe riforta la
correzione, e laTenerabilit degli antichi , e la vivezza ,
l'efpreffiva , e la bizzarria de' moderni , vedea Roma ri
nato il morto gufto della fcultura . Pu ogni ftatua paga
ta
JD E G Z. I S C li L T ORI.
*54
ITE
DEGLI SCULTORI.
265
266
VITE
D 'E G L<L
S:C V L T O R I.
26.7,
Ll 2
ter-
2<J8
DEGLI SCULTORI.
269
270
DEGLI SCULTORI.
$71
PIETRO LE GROS.
i
ATURALB generalmente fi ne' figli 1'
inclinazione al coftume de' padri . N
cofa nuova , che di padre in figlio , d'
avo in nipote , fieno in una famiglia paffate d'una fleffa fpezie le profeffioni. On_ de Pietro nato di padre fcultore ad 12.
d'aprile del 1666. in Parigi, fu naturalmente portato dal
genio alla /cultura ; e fin nell'et pi tenera vedendo lavorare il padre, egli pure metter fi voleva al lavorio .
Anzi entrato un giorno nello Audio , e trovatolo tutto
folo, dio di piglio al mazzuolo, e allo fcarpello , e comin
ci a picchiar d'intorno ad una piccola ftatua , che vedu
ta avea ritoccare dal padre j ed ebbe tanto tempo , e_
tanto agio di ftarvi fopra , che glie la conci pel d delle
fefte , e tutta la gli guaft . Sin d'allora proccur il pa
dre di fargli comprendere la neceflt che aveva del difegno ogni profeffore , che voleva efler celebre nella fcultura ; e fin d'allora vietandogli qualunque altro finimen
to y gli mi/e inaiano il matitatoio , e principi a darglie
ne lezione j e per ammaeftrarlo poi meglio, lo fece ftudiare fulle cof pi rare , che in quell'infigne metropoli
fi confervano . Con quefti principi, coll'innata volont,
e coll'applicazione continua faceva Pietro tali progrefll ,
che ebbe pi volte il premio nella reale accademia de'
pittori , ove riport anche il primo in concorrenza d'al
tri profeffori , per un baffo rilievo che fece , in cui rapprelnt No entrante colla famiglia nell'arca , che fi con
ferva ancora in una fala dell'accademia . Ed avanzandoti
fempre pi di meglio in meglio, era nell'et di vent'anni,
quando avea gi grido di non mediocre fcultore , e che
da M. Louvois fu mandato in Roma , acci diveniffe ec
cellente. Giuntovi appena entr nell'accademia di Fran
cia ,
273
VITE
D E G L:l S C V L T O R i:
373
flifegno ., e vi fcolp S. Francefco di Paola , la beatiffma Vergine , e molte altre figure . Diede il difgno del
frperbiffi mo funerale , che fu fatto inS. Luigi de' Franzefi per la morte del Delfino: Altri difegni dette fuori
in altre occafioni , ed a molte altre bell'opere lavorava_,,
e particolarmente ad alcune per Montecafno , allorch
giunto era all'auge della gloria , della fama , e della for
tuna , che giufto allora comincia a fcendere , che arri
vata alla cima . Perd dunque la flute; e andando di
giorno in giorno Tempre pi il male aggravando , gl'impediva non folo l'applicare , ma anche il reggerfi in pi .
Sopraggiunfegli finalmente un'infiammazione di petto,
che lo coftrinfe a metterfi a letto , ed indi a poco a laftiare negli anni 1719. di fua et 5g. il d 3 . di mag- 1719
gio anche il mondo . Furongli fatte onorevoli efeqnie *- "
coll'intervenimento degli accademici di S. Luca, e
de' virtuofi della compagnia di S. Giufeppe nella chiefa
.di S. Luigi , ove fu feppellito . Ebbe della prima moglie
cinque figli , tre mafchi , e due femmine , ed uno ne__>
ebbe colla fconda , a' quali lafci non mediocre val^
ftnte . Era affai ben fatto di corpo , di giufta ftatu
ra , bello di volto , e piacevole nel difcorf , tuttocch
fofle alquanto per natura malinconico. Fu fempre nelle
Tue operazioni molto confiderato , e ritenne fino all'ulti-*
mo quella faviezza, che moftr nel principio . Am il
ripolo , ma non ifdegn la fatica . Stim affai la profefione , e fece;gran conto de' profeffori eccellenti . Trat-.
t nobilmente fempre con quella fincerit , e fchiettezza,
con cui ordinariamente trattar fogliono gli uomini di va
lore , e di merito . E per maggior onore del fuo qual
che tempo , che medita di fargli fcolpire in marmo da_,
egregia mano il ritratto , e di collocarlo in nuovo fepoicro M. Wlcugles degno direttore dell'accademia di Fran
cia, e cavaliere .dell'ordine, di S. Michele ,. che avendo
. ..j
M m
uni-
274
'VITE
unite all'efercizio della pittura , ed alla profeflon delle
lettere molte altre belle cognizioni , proccura di rendere
immortale non pure il fuo , ma ogni altro nome d'ogni
altro illuftre profeffore delta nazione
DEGLI SCULTORI.
275
276
VI
TE
F / N E
D E L L E V
I T E
.
JD EGLI
S C U L T O R I.
VITE
VITE
DEGLI
ARCHITETTI.
DI GALEAZZA ALESSIO
A fcarfezza de' bravi architetti , che nev
tempi noftri ha avuta l'Italia , e l'aver
ne d'alcuni pochi braviffimi , altri fcrittori diffufamente gi fcritto, obbliga_
me, per noa ifcriver folo di quattro ,
che rimaf! fono alle lor penne, a cercarli
negli altrui, ed a cominciar da uno , che in quefti non me
no che in quelli, pochiflmi eguali ha avuti ; di cui quan
tunque alcuni abbian parlato , niuno per baftev.olmente
fi ftefoin darne le neceflarie notizie, ed in i(eri verne in
teramente la vita .. Giorgio Vafari cominci dal collo , e
fi ferm nel bufto :. Raffsello Soprani nient'altro fce__ 9
che ricopiarlo .. Cefare Crifpolti gli aggiunfe le braccia ,
gli abbozz parte del corpo , e. fall fu i piedi per iftroppiargliele .. E tutti e tre lafciaron uno de' maggiori giganti , che abbia l'architettura partorito /nza capo,
fenza vifcere , e fenza la maggior parte der membri . Io
dunque bench non poco diffidi fia , proccurcr prender
altrove il mancante , e m'ingegner d'unire con propor
zionata diftribuzione al tutto le parti, per non lafciar dif
forme , ed in pezzi divif la fua vita , dacch mi fono ac
cinto all'impref.. Ne1 colli augufli dell'antica Perugia,
di non ofcura famiglia negli anni 1500. nacque Galeaz- 1500
zo , che fin da' pi teneri dette al padre ficuri fegni del
la ftraordinaria pa0ata, che era per fare ne' primi ftudj , che da' fanciulli fi fanno , e nel tempo fteffo che_
indefeflamente applicava alle lettere umane , non tralafciava di divertirfi cogli elementi d'Euclide . Quindi
internatofi nelle meditazioni pi profonde della mate
matica , fi trattenne anche non poco fulle fublimi offervazioni aflronomiche , e nelle cognizioni delle buone
filoffie . Con cos alti principi , e con cos ftabili fonda
menti mefifo da parte ogni altro ftudio di teorica , fi diede
tut-
VITE
tutto alla pratica dellsarchitettura civile , e militare . E
vedendo quanto per quefta profetinone foffe necefTario an
che il difegno , s'accoft a Gio. Batifta Caporali architet
to , e pittor Perugino , che traduffe , e coment \Titravio , e fu fcolare di Pietro-, col cui ajuto , e configlio
s'iftru in poco tempo cos bene , che operava , tuttocch giovane con qualche particolare ftima in Perugia , e
fi aggiuntarono colla fua direzione alcune fabbriche . Ma
confderando di non poter far mai in patria quel progre
fo , che egli s'era pofto in cuore , per arrivare alla prefiA
fa. meta , deliber di portarf per meglio iftruirfi , e per
meglio farf conofcere in Roma; ed arrivato che fu, ftrinfe forte amicizia con Michelagnolo , e lo fcelfe per maeftro . Stettevi qualche tempo, fece molti .difegni per diverfe fabbriche , ma pochi f ne mifero in opera; perch
infinuatofi nella grazia del cardinal Campeggio , e dei
cardinal Chinucci , per fei anni continui fu da loro parti
colarmente impiegato , n per altri applicar pot , che
per loro . Conofciutofi poi dal cardinal Parifani il Tuo
talento , ed il fuo /pirito , lo volle feco, facendolo opera
re folo per f , e feco ritenendolo per qualche tempo , nel
corfo di cui feppe egli talmente guadagnarfi il fuo affetto,
e la fua protezione, che S.E. proccur, che e' guadagna^
f quella del Pontefice , e che in molte occafoni fi valefle
piucch d'ogni altro,di lui. Ebbe il cardinale la Legazione
di Perugia , e feco and d'ordine del Pontefice Galeazze
ad aflftere alla fabbrica della Fortezza , che cominciata
v'avea il S. Gallo , e coll'affiftenza fua fu finita , e con fuo
difegno furono riedificate molte ftanze, e particolarmen
te il nobile appartamento del caftellano , ove pi volte al
loggi con tutta la corte l'ifteffo Pontefice . Stato cos
per qualche tempo in patria, e moffi dal genio i cittadini,
gli propofero varie fabbriche, alcune delle quali furorU
mirabilmente condotte da lui , e fono le principali , eie
pi
-DEGLI ARCHITETTI.
281
VITE
farebbe coftato meno di mille fcudi il palmo. Riftor
tutte le mura della citt verfo il mare ; e lafci mol
ti modelli , e difegni per ampliarla , e moltiffimi per
adornarla di nuove fabbriche , che fono ftati poi mefft in
opera dal buon genio , e dalle ricche borfe di que' cava
lieri , che trattandofi di fabbriche non guardano a fpefe.
Ma f tutto quefto , ed altro , che troppo lungo farei
a rammentare , opr egli dentro la citta; molto pi
oper fuori , ove molti luoghi di fua architettura fi
pregiano , e per eflfa fono infigni , e famofi . Vanta_,
Bifagno tra l'altre la fabbrica di Gio. Batifta Grimaldi
celebre per Partificiofb , e bizzarro bagno diflfufamente
defcritto nella vita di Galeazzo dal Vafari , e giuftamente deplorato per la perdita nella fua dal Soprani . Ergonfi faftofmente altieri in Albaro , in S. Pier d'arena ,
in Multedo i palagj degli eredi di Luca Giuftiniani , di
Tobia Pallavicini ; e d'Ottaviano Grimaldi , e contrafta
no il primato , e la maeft a' principali d'Italia . Rare
e memorabili fono le fabbriche , che additano Faffolo ,
e Pegli , e fpezialmente quelle del capitan Lercari , e__
d'Adamo Centurioni fingolarlfime , Tuna pel lago , l'al
tra per la fontana ; ed ambedue pafTate poi fono ne' preziofi capitali del principe Doria. N i paflfeggieri fi faziavan d'ammirare l'agi ataftrada , chedaPontedecimo
conduceva in Lombardia. Invidiofe l'altre belle cittadi.
d'Italia del troppo lungo fggiorno ," che Galeazzo face~
va in Genova , e foffrir non potendo , ch'ella fbla fofle
abbellita da lui, lo chiam Bologna, lo chiam Fer
rara , lo chiam Milano ; ed in tutte , e tre trasferitoli,
vi lafci fegni immortali deli' alto fuo intendimento ,
e della profonda fua maeftria . Molto per fi diftin/_
nell'ultima , imperocch fece il modello del magnifico
palazzo di Tommafo Marini duca di Terranuova , e coii'
aflflenza fua fu fabbricato ; fece il modello della prezio-
fa,
DEGLI ARCHITETTI.
283
284
VITE
DEGLI ARCHITETTI*
285
ci pio>
286
VITE
DEGLI ARCHITETTI:
287
DJ GIULIO DANTI.
EIBBRB far fempre , ed immortale il
nome della famiglia de' Danti non fblo
in Perugia , donde trafle l'origine , ma
nella repubblica littcraria, ove port
fua fede . Molti furono i fuggetti , che
v'occuparon pofti eminenti , e che fi
renderono affai rinomati per le belle lettere , e per le
belle arti non meno, che per le facolt pi fublimi , e
particolarmente per la matematica , e per l'architettura
civile, e militare, in cui non poco prevalfero , e non_>
ordinaria intelligenza moftrarono . Fu Piervincenzio pa
dre del noftro Giulio tra' primi a comparirvi , che verfa-.
to generalmente in tutte , in tutte fi fce onore . Inven
t varie cofe non pi vedute , e tra quefte maravigliof
fu un aftrolabio . Traduce , diftinfe in capitoli , ed illuftr d'annotazioni utiliffime la sfera del Sacrobofco
ftampata del 1571. da' Giunti di Firenze; e talmente
fpicc in componimenti poetici , che e' letterati coetanei
dandogli il cognome di Dante , lo coftrinfero a cangiar
con quefto il proprio 5 che aveva de' Rinaldi , che e'
con
2S8
VITE
DEGLI ARCHITETTI.
289
difegno , che fu tra le cofe fue pi rare , e preziofe collocato : fece per la chief di S. Francefco d'Aflfi un ci
borio di rame dorato con tanta maeftria , e con tanto ar
tifcio , che da quei religiofi fi moftrava in tempo del
Perdono a' moltiflmi forestieri , che v'andavano per maraviglia non pi veduta : fece il bello , e raro vafo di me
tallo pel batifterio della cattedral di Perugia , e molte al
tre fimiglianti opere fece per divert altri principi , e__
porporati , e per dived altre chiefe , che paflar voglio
fotto filenzio , contentandomi per fuo maggior pregio, e
perch fien pi rare d'aver fatta menzione di poche . Ma.
mentrecch la fama lavorava per portar il nome fuo per
tutta
Europa
la morte
non iflava
concionicene
affralitolo
con ,fiero
, e acuto
male oziof
nell'et; fua
, che era .
gi molto avanzata , in pochi giorni , e negli anni 1575. IS7S
lo priv di vita. Furongli fatte folenni efequie nella_,
"*
chief di S. Domenico, e fu il corpo ripofto nella cap
pella di S. Vincenzip , ove ripofto fu anche quello del pa
dre . Lafci tre figli , e furon Vincenzo , Ignazio , e
Girolamo , e li lafci ricchi , e facoltofi , e gi adulti ,
e nelle lettere , e nelle fcienze affai verfati . Am pi di
tutti Ignazio , ed a lui lafci il preziofo legato de' fuoi
manufcritti , che come cofa rara conferve egli fempre_^
nella fua libreria; e celebre fi il trattato dell'alluvio
ne , nel cui genere fu intendentiffimo , e non men cele
bri le dotte annotazioni fopra gli ornamenti dell'archi
tettura .
Nacque Vincenzio del 1530. , ed attefe all'archi
tettura civile , e militare , alla pittura , alla /cultura ,
ed a fondere , ed a gettar metalli . And giovinetto in
Roma, vi flette qualche tempo } oper fempre /tto la di
rezione del Buonarruoti , e del Ricciarelli . Fu poi richia
mato dal magiftrato in patria , e nell'et di men di vent'
anni gett la ftatua di bronzo di Giulio III. , maggiore
Oo
S9o
Conflandam locar ..
Ed all'altro la leguente altra ..
<Jo. Thom.. Sanfelicio Epifiopo Caven.
Perufi<s , Umbriteq. fub Pauli I1I.
Pnefde dignif..
Binui Sgnorellm , & Collega? Xuri
Erigendam curav^A. D. M. D. LV.
Opera veramente prodigiofa per l'et dell'artefice
ed ammirabile, per la maeftria , con cui acquift credito,
e fama * Non molto dopo. fece alcune ftatue maggiori del
naturale parte veftite ,, e parte nude per la cappella di
S.. Bernardino nel- medefimo- duomo . Qiimdi con altre
ftatue , e con un quadro che vi dipinfe , orn l'altar mag
giore. della chiefa. di S. Fiorenzo^ in Portatole; ed a con
correnza di Ferrante dal Borgo , altre ne ereffe nella.
cappella di S. Andrea in S. Francefco de' frati Conven
tuali ^ Ritrov non lungi dal caftdlo di Lacugnano una_.
co-
DEGLI ARCHITETTI.
t:opiofacava di marmo giallo mifchio limile all'antico,
e ne furono ritrovate altre d'altri colori belli , e rari , in
terzati con ifcherzi di varie vene mirabilmente dalla na
tura , che renderan fempre celebre il nome del luogo , e
dell'inventore . Ritorn poi in Roma per defo di rive
dere le fue maravigliej e gli uomini maravigliof , che V
gliele accrefcevano ; ma poco vi fi pot trattenere ; per
ch gli convenne per urgenti affari di ritornare alla pa
tria , ed il magiftrato lo dichiar fubito fuo ingegnere ,
e architetto . Riduffe a bella forma gran parte del palaz
zo de' Priori , ed a pi forte difef le mura della citt
RicondufTe l'acqua nelle pubbliche fontane fenza far nuo
vi condotti , ed una ne fabbric di pianta . Fu chiamato
a Firenze dal Granduca Cofimo , ove arrivato ftrinf_ai
amicizia con Benedetto Varchi , ed ebbe dopo Tua morte
le ftanze , che e' aveva nel monaftero degli Angeli , do
ve quafi fempre lavor , e fece parte di quell'opere , che
andr rammentando. Fece il ritratto del prefato Bene
detto di bafforilievo . Fece due flatue , ed un quadro
pel celebre funerale di Michelagnolo : quelle rapprefentavano l' ingegno , e l' ignoranza . Quefto la fama te
nente ltto e' pi la morte 3 ed il tempo-, ed ebbero l'uno,
e l'altre non minore applauf di tutte l'opere , che in_>
quell'occafione fatte furono da' primarj artefici per ono
rare la di lui memoria . Altre due ne fece in marmo tutto
d'un pezzo per Isforza Almieri , rapprefentanti l'onore,
d'inganno. Ne reft egli cos fddisfatto, e talmente
piacquero a chi le vide 3 che lo condufle a Fiefble ad or
nare un fuo giardino , ove invent cofe rare , e bizzar
re . Tornato poi a Firenze fu impiegato dal Granduca ,
ed avendo in un gran marmo fcolpita l'arme fua, la collo
c nella facciata della fabbrica de' magiftrat i della zec
ca , e vi pofe a federe la (tatua di S. A. in mezzo ad altre
due rapprefentanti il rigore , e l'equit . Gett la grata
Qo 2
di
VITE
di bronzo nella nuova cappella , che fi fabbricava nelle
flanze del palazzo dipinte dal Vafari , ed un bafforilievo
per ferrare un armario, in cui S. A. teneva fcritture di
grande importanza . Condufle in concorrenza dell'Ammannati , del Cellini , e del Bologna egli pure il model
lo del gigante , che collocar fi doveva fulla nuova fonta
na della piazza . Comp le due ftatue di marmo abbozza
te dal Sanfovini , che furono erette fovra Ja porta di
S. Giovanni . Ne gett tre di bronzo erette altres Covra.
la medefima porta . Effigi in marmo la beatiffima Ver
gine col Bambino , che fu collocata nell'arcivefcovado ,
ed una Venere , parimente in marmo , che fu meflfa al
trove . Molti altri lavori fece di fuo ordine in diverfi ba
frilievi di bronzo , e di marmo , che fi ripofero in gal
leria , e tra quefti affai fpiccava un Mos circondato da
una corona di popolo , ponente il ferpe fovra del legno ;
ed una Venere in atto di rilegarli le trecce . Videfi per le
nozze della Granducheflfa Giovanna un cavallo di Aucco
fatto da lui con un gigante fopra , goffrando di voler fe
rire l'inganno , e la frode . Abbell la porta della fagreftia della pieve di Prato , e v'erefle il fepolcro di Carlo
Medici figlio naturale di Cofimo , e di tutto fu generofamente premiato primacch d'ivi partiffe per ritornare
alla patria . Giuntovi appena , fu richiefto per mezzo del
Granduca medefimo dal Re Filippo d'un difegno delk_
fabbrica , che far voleva all'Efcuriale , che fatto da lui
in forma ovata , fu fubito a S. M. trafineffo : e le piacque
tanto , che gli ordin altri difegni per altre fabbriche ,
che meditava far nel fuo regno , e lo chiam alla corte ;
e f ne farebbero alcuni mefiti in opera , f aveflfe voluto
trasferirvi!! , e non foffe flato impedita da' molti lavori ,
a cui era in patria pofitivamente impegnato . Lavoravavi dunque indefeffamente collo fcarpello non meno , che
col pennello ^ n altro divertimento aveva 3 che di ri
DEGLI ARCHITETTI.
tirarfi ne' giorni di fefta a godere la quiete nella fua villa
di Prepo . Ma poco lavorar pot, e poco pot divertirfi ; perch forprefo nella forza maggiore degli anni da
mortifero male, pafs ne' 1576. a miglior vita . Lafci
un trattato delle perfette proporzioni di tutte le cofeLj,
che imitare , e ritrar fi poflbno coll'arte del difegno , impreflb in quarto del 1567. in Firenze . Lafci dverf
manufcritti , e fra quefti alcuni ecotoni fopra il canzo
niere del Petrarca , e la vita fua in terza rima . Fu bra
vo anatomico , perfetto difegnatore, eccellente mate
matico , facondo letterato , e leggiadro poeta , e con_*
gran fuo vantaggio ne parla in varj luoghi delle vite de'
pittori ilVafari. Fu il corpo' portato con ricca pompa
a S. Domenico , e dopo fontuofeefequie fu ripofto nella
fuddetta cappella di S. Vincenzo , ove prefentemente fi
vede il ritratto fcolpito in marmo col feguente epitaffio
D. O. M.
Vincentio Danti
Scupt. Pil$. , atque Architelo exmto
GU preclari! multh , variifque operibus
uf fummopere Principum arbitrio
fabre fecit relifis
facile doeuit quantum ingenti
Ac folertite magnitudine
C<eteris fu<e tetatis artis pr<ectHuerit
Vixit annos XLVL menf. I. diei Vili.
Obiit ann. MDLXXVL Kal. Janii
*]ulio , & Petro Vincentio Danti
Viris integerrimi!
Et graphica item arte , & mathernatich doftr*
Eruditismis
VITE
DEGLI ARCHITETTI..
295
di
296
VITE
DEGLI ARCHITETTI.
da pi inafpettato accidente . Imperocch volato noaj
aveva egli ancora lo fpazio di trecento pafl , che rotto-.
glifi un ferro principale , che reggeva l'ala finiftra , n
potendofi pi foftener colla deftra , cadde in fine di detta
via fovra i tetti di S. Maria delle vergini , ove oggi la
Sapienzanuova non lungi dalla prefifia meta ; giacch
nel cortile del medefimo moniftero preparate aveva mor-
bide piume per lafciarvifi cadere . Pu ognun credere ,
bench da varie paflloni reflaflero gli animi degli fpettatori agitati, e con qual maraviglia, e con qual ter-*
rore , e con qual fufurro finifle la fefta . Ratti corfero
molti ad ajutarlo , e comecch credeflero , che fofle mor
to , lo trovarono offef folamente in una gamba ; per
ch volle fecondo il fuo folito favorire anche queft
ardir la fortuna . Maraviglia certamente non ordina-
ria convien credere , che recaflfe la vifta del volo , e_*
non minore la compofizione , e l'ofTatura dell'ali , e del
loro artificio . Fu fama , e fi legge , che e' pi volte fi
provalfe fovra l'acque del Trafimeno , per trovar mo*
do di calarvifi a poco a poco; e che con tutta l'indu-
ftria , e forza del fuo fublime ingegno non lo potefflfe_*
mai rinvenire , quantunque mutafle , e rimutaffe gli or
digni , e che li lavoraffe tutti d fua mano per non fi
darfi dell'altrui . Checch fi fofle , come e' fi facefle-j }
io preci/amente noi fo , s fo io bene , che il fatto veri(fimo,per leggerfi in manufcritti di gravi autori di quel
tempo . Ne fa nella fua ftoria ftampata menzione il Pelliili , nella Perugia augufta lo narra il Cri/polti , e tra i
fuoi elogj l'Alefi il defcrive . Certiflmo ancora fi , che
egli fu in altre invenzioni , e macchine matematiche ingegnofiffimo , e tenuto in gran conto da' primi perfonaggi d'Italia . Lo dichiar fuo primario ingegnere Giampaolo fuddetto , e con tal carattere lo conduffe poi feco
alla guerra in Lombardia , ove andava a comandare j e i
P p
por*
VITE
jport bravamente per l'invenzioni de' bellici ftrumenti i
e. delle macchine militari ; ma cadutovi d'acuta febbre
ammalato fini negli anni i5L7.non avendo ancor compiu
ti i quaranta di vivere. Ed io- perch imprefi a fcriver folo
la vita di Giulio , finir di dar notizie di fua illuftre profpia, quantunque ella nonfiniffe di dar fuggetti di va
glia alla repubblica delle belle arti , e delle lettere, n
finirebbe di darlene , le per ifventura, della patria non fi
foffe poi eftinta ..
DI FRANCESCO BQ-RROMINI^
EGN A talmente tra' profeffori di qua
lunque facolt , e di qualunque arte_
l'emulazione , che paffa il pi delle vol
te a gelofia . N male alcuno farebbe,
f. ella qui fi fermafTe , e non .giugneffe
fovente a. odio-, a livore , ad inimicizie ,
a contefe , e talora anche, a fpargimenta di fangue . E*
troppa nota la- malk corrifpondenza- , che pa/s tra il
Borrpmini ,, ei il Bernini ; e troppo- note fono le. gare,
continue, che. ebbero/ quefti due valenti, uomini per la_>
profeffione. tra loro .. Contraftaronalungo tempo chi far
poteva pi belle fabbriche ; e come efl. eran di vifi tra lor-o nel fentimento-^ divif eran anche gii animi degl'in
tendenti qual per quefto-, qual per quello in fazioni ..
Chi. diceva, una cofa.,; e chi un'altra, fecondbcch era_>
portato.dai genio ; e tali , e tante ne diflen> , che alcuni
Jion fi rimafer anche di dire che il Borromini per foperchio defio di voler negli ornati troppo innovare , ufciva.
alle volte di regola . Se ci fa , o non fa , io per me nongiungo a conofcerlo ;.e f lo conofcefl , direi eflerc in luiftate graziofe le Regolatezze , in quella guifa appunta,
cto.l'efpertftfcrittoi?e per noadare a vedere d'avec trop
pa
"DEGLI ARCHITETTI.
limati i fuoi fcritti , filaccia a bella pofta cadere n_j
qualche fcorrezione; e che natura maeftra dell'arte , e del
tutto per far comparire pi avvenente , e pi bella la bel
lezza d'un volto , che vuoi fopra gli altri editare , o gli
fende il mento , o gli fcorda il nafo , o gl'ingrandifce
gli occhi, o vi fparge qualche neo . Checch fi fia , cer
to che s fatte voci , che tali difTenfioni furon per lui ,
come nel profeguimento della ftoria narrer , troppo furefte, e fatali. Nacque egli negli anni 1 5<?<?. in Biffane i5p<)
diocefi di Como di padre architetto , che molto oper
per la cafa Vifconti , e nell'et di nove anni fu da lui
mandato a Milano ad imparar l'arte della fcultura , in
cui s'impiego con molta lode per lo ipazio di fette__ .
Quindi defiderofo di maggiormente abilirarfi fi port iti
Roma ; e fi mile in cafa il Garogo capomaftro fcarpellino fuo paefano , e congiunto , che abitava non lungi da
5. Giovanni de' Fiorentini . Fu da quefto , come lavo
rava nella fabbrica di S. Pietro ivi introdotto , e per
qualche tempo vi fi trattenne a lavorare con lui ne' mar
mi , e nelle pietre . Ma mentre indefeffo attendeva al
lavorio , ardeva di voglia di poter difegnare , e mifurare
le col pi belle di quella gran fabbrica ; lo che non po
lendo fare che nell'ore avanzate , toglieva bene Ipeffo
anche agli occhi il Ibnno neceffario per ifvogliarfi. Aven
do ci veduto pi, e pi volte il Maderno architetto
della fabbrica , che non lo perdeva di vifta ; perch era
Tuo parente , e vedeva in lui particolar difpofizione-j ,
cominci a dargli da fe precetti d'architettura , e lo
mand a prender quegli di geometria da altri >. Iftruito
poco a poco in cotal guifa ftim bene il Maderno per
maggiormente iftruirlo , di fargli mettere in pulito tutti
i difegni , che di mano in mano e' faceva , finch lo fece
operare in tutte le commefloni , che dopo la morte di
Gregorio ebbe da Urbano . Non tralafciava per egli in
300
VITE
DEGZI ARCHITETTI.
3oi
fab
503
fabbrica di S. Andrea tfclle Fratta -fer lo marchefe del Bafalo ; e fabbricar vi f la croce , la cupola , e la tribuna
avendo lafciato il modello de.1 campanile -, e d'ogni altra
cofa che refl imperfetta : Fabbric la chiefa , e moniftero delle monache della madonna de' /tte dolori a $ Pie
tro in montorio per la duchefTa Latera ; e della facciata ,
<:he rimafe imperfetta ne lafci il modello . S^ua architet
tura la cappella del cardinale Spada in S. Girolamo del
la carit ; -e fua la galleria , e la profpettiva cheii vede
nel palazzo : Sua architettura il palazzo del principe di
Scavolino a fontana di Trevi , e la fcala : Sua il por
tone del palazzo del principe Giuftiniani : Sua la cappel
la maggiore di S. Giovanni de5 Fiorentini di cala Falco
nieri , per cui ammodern anche il palazzo di Roma , e
fabbric a Frafcati quello della Rufina : Sua il cafino del
la vigna del medico MhTori fuori di porta Pia : Sua il
piccol tempio di S. Giovanni avanti porta Latina : E fuo
il difegno della cappella della Nunziata , che il cardinal
Filomarino fece coftruire in una chief di Napoli . Man
d anche fuori per commeffione precif di diverf altri
iignori varj altri difegni per varie fabbriche , e ne ricev
regali , onori , e ftima . Ma /embrando a lui affai poca
ri/petto alla molta , che gli pareva avefle il Bernini ; ed
efTendo certa fabbrica , che dovea effer condotta da lui ,
come quegli , che fatto ne avea il difegno , fiata data a_
condurre al Bernini , tanto f ne accor , e f ne afflifle 4
che per divertire la fiera malinconia , che l'opprimeva ,
rifblv di fare un viaggio; e 'f ne and in Lombardia,
Tornato poi in Roma gli torn anche la malinconia , per
cui cagione flava le fettimane intere frrato in caf fenza
mai ufcire, facendo per fempre nuovi difegni di groffe
fabbriche di.capriccio , e per genio . Cos s'andava egli
fvariando , e pafceva l'elevato fuo ingegno di nuove noJbili idee , di pellegrine invenzioni , e di vaghi , e biz-
zari
DEGLI ARCHITETTI*
ari penfieri ^ ed avendone fatta, copiofa raccolta , de-.
termin di farli tutti intagliare 5 perch veder fempre_j
poteflro gli emitli , ed i pofter te maravigliofe fue ope
razioni *. E men.treoch flava attorno alla bell'opera.^ ,
che era ftata con alcune ftampe , che prefentemente fi ve
dono, e vanno in giro, gi cominciata, fu nuovamente aCflito con maggior forza dall'ipocondria , che a tal lo riduffe. tu pochi giofni, che niuno= lo riconofceva pi pel
itofrmini, tanto era disfatto di corpo, e fpaventofo
(i i volto . Torceva in mille orride guife la bocca , ftralunava di quando in quando /paventevolmente. gli occhi ,
tratto, tratto qu*l indragato lione fremeva , e ruggiva :
Chiam il nipote a confulta i medici, fent il parere_
degli amici , lo fce pi volte vifitare da' religiof; e tut
ti unitamente conchufero , che non ft lafciafle mai folo ,.
che gli fi foglieffe ogni occafion d'applicare , e che in_>
ogni m<Io fi precuralfe di farlo dormire, acci rimette^
f-lo fiiiritaJn calma . Qjjefto-fu rbrdine prcifo, che eb
bero dal nipote tfervldori , e queflo e(Ti efeguirn . Ma
quefto che /gravargli dovea il male glielo accrefceva^imperoceh vedendo^ egli non ubbidito , perch, tutto ci
che chiedeva glh fi negala ,- eredendo che anzi che pefr
fo bene , foffeper iftrapaZ' ,dava.fpe(raf^efro in-ifmanie maggiori,e l'ipocondria fi cangi in progreffodi tem*
p-ircoppreflorie d petto, "in* efftti afmatiei , ed-in una
fjteeie riteiroft df ffenefih^Erafi finalmente gettato unaIfera nel'cuore del. lblli<Mienfiai 'letto, e dormiti non^aveva,
afftc0^un'traj ,; che defatfi? chiam il fervidotfe affiftente,
egli chiefe iPlume, da-^crivererDicendogl'iLlrvidore,
che ci gli etfa fiato' proibito da' medici , e dalnipfe. , fi:
fimi / a: letto, eproccurdi ridormire; ma non poten
do^, cominci a1 ravvolgerviff in- quell'ore calde , ed info^rate colle 'foUw fhiaiie ,, fint fu /ntito- /clamare , fe
dire : E quando mai finirete; ff affiggermi o meifuncjlt
$04
VE
DEGLI ARCHITETTI.
305
Qjl
gen
VITE
gennajodel 1709. egli pure mor , e fu /polto alla Ma
donna del popolo . Lafci tre figli Lodovico , Giufeppe
e Pietrantonio : Lodovico entr nella religione Benedet
tina, ove tra i monaci di S. Paolo di Roma vive prefentcmente , e gli altri due ancora fcapoli abitano in una buo
na cafa alla falita di S. Onofrio , e comodamente di loro
entrate fi mantengono .
DI CARLO RAINALDI.
1 1 pochi , e forfe di niun architetto fi
veggiono tante fabbriche in Roma_, >
quante veder ce ne fa il Rainaldi . E f
rare volte ricevono dell'opere loro le
acclamazioni i profeflbri nelle lor pa
trie , egli molte , e moltiflme ne ri
cev nella fua . Ed io che di quefte , e di quelle_
nello fcriver la vita di lui dovr trattare, fe non po
tr far menzione di tutte , proccurer almeno , che
non reftino occulte le maggiori . Di Girolamo chia
ro architetto anche da metterf a paragone col figlio ,
\6i i nacque egli negli anni idi i. in Roma : ftudi al collegio
"""Romano l'Umanit: alla Sapienza la geometria: l'ar
chitettura fotto la difciplina del padre . Era ancor gio^
vinetto allorch cominci a dar faggio di fuo valore con
alcuni be' difgni , che fece per giardini , per fonti , e
per fuochi artificiali . N guari pafs , che molti fe_j
ne videro anche per fabbriche ; di modoch null'altro
all'ammaeftrato garzone mancava , che chi principiaffe a metter in opera le fue giovenili s , ma ben fon
date invenzioni . Tofto gli arrife in guifa fpecial la_>
fortuna ; condoflcen moltiffmi furon quegli , che_
nel tempo medefimo gliene diedero le commeffoni .
Qualch'anno impieg egli in quefte , tuttoch non fofTe-
ro.
DEGLI ARCHITETTI.
ro di gran confeguenza , finch impiegato fu da Innocenzio X. in una di molta confiderazione . Voleva egli far
riedificare l'antica chiefa di S. Agnefa in Piazzanavona
celebre per lo fito , ove fece la fanta tanti miracoli , e ^
ipecialmente per avervi rifufcitato l'eftinto figlio del pre
fetto di Roma , e verfo il Rainaldi rivolfe lo /guardo ,
ed a lui dopo aver lungamente difcorf /co ne diede_j
l'ordine principale . La fabbrica dunque della chiefa fino
al cornicione , i due campanili , e la lanterna della cu
pola fono architettura del Rainaldi , che gett le fon
damenta , il refto del Borromini , fccome nella di lui
vita accennai ; giacch la fabbrica del palazzo contiguo
opera di Girolamo padre del medefimo Rainaldi , il
quale gi affai ben veduto dal Pontefice era da lui fpeflf
chiamato , ed introdotto a fegrete conferenze . Ardeva
allora piucch mai il fuoco , che gli emuli del Bernini accefo avevano molto prima per la nota fabbrica de' cam
panili di S.Pietro; e molto il fuppofto pericolo , che
la facciata avefle patito,' e che potefle anche cadere,
l'agitava. E quantunque il Rainaldi proccuraffe di far
gli conofcere T infufiftenza del rapprefentatogli dagli
emuli di quel gran profeflfore , e che S. S. temeva ove timor non era , rifblv di deputare una congregazione de*
pi efperti architetti, e di quefti il Rainaldi fu capo.
Intervenne egli dunque tmpre a tutti i congrefl in un_
cogli altri profeffori , e co' cardinali deputati . Quindi
dopo molti difcorfi contrarj non meno , che favorevoli
all'opera , fu rifoluto per maggior ficurezza della faccia
ta, e per ornamento pi bello, che ognuno degli archi
tetti ne faceflfe un difegno ; e il Rainaldi fece il fu o , che
/pra tutti gli altri piacque con ragione al Pontefice j
perch niun meglio di lui avea trovato modo d'ornarla ,
e d^allegerirle il pefo, che era ci , che bramava verainente il Pontefice . Imperocch fondar fi dovevano fe-
Qq 2
condo
3o8
VITE
fai-
DEGLI 'ARCHITETTI.
falfo, riedificata in principio del corrente fecolo dal Fon
tana . Egli rinnov la cappella maggiore nella chiefa del
le monache Benedettine di S. Anna . Egli coltrili la cap
pella Spada in Chiefa nuova. Egli comp la chiefa di
Ges , e Maria al corf kfciata imperfetta da Carlo Mitanefe , e vi fece la facciata , l'altar maggiore , e varj
Spolcri . Fece nel medefimo corfo il difegno per la fac
ciata di S. Carlo ; ma i direttori non f ne fervirono , e
vollero, che fi rabbricafle con altro fatto da profeffori pocoefperti; dimodoch quefto bel tempio piantato da_>
Onorio Lunghi- alzato dal figlio Martino, coperto,
ed ornato dal Cortona, fi fin per fua fventura da un pre
te , e da un cappuccino . Fece il difgno dell'altare ove .
dipinto il martirio di S. Liagio nella chiefa di S. Carlo
de' catenari : fece il difegno della cappella maggiore_
nella chiefa delPAngiolcuftode : fece il difegno , e maeftofamente cortdufTe la facciata di S. Andrea della valle ..
Riedific da' fondamenti la chiefa della compagnia del
Suffragio y e v'alz la facciata , e due cappelle . Termi
nati non avea ancora detti lavori , che ebbe ordine da_r
Aleffandro VII. d dar principio alla riedificazione della
chiefa di S. Maria in campitelli , a cui indcfefiamente__9
applicando, tanto piacque al Pontefice il lavoro della fab
brica , e l'invenzione del difgno della facciata , che con
cep particolare ftima di lui ; e lo fped alle Chiane con
monfignor di Carpegna , per le differenze che gi infr
te erano tra la fanta Sede , ed il Granduca . E quivi egli
lette nuovi faggi di fuo valore^ ed avendo uniti in ua_>
bel libro i difegni , i livelli , le piante , ed ogni altra cofa fpettante a quell'affare , io prefent nel fuo ritorno al
Pontefice , che ne. reft foddisfattiflmo ; e gli ordin che
metteffe marra alla fabbrica dlie due chiefe della Madon
na di Montefanto , e de' Miracoli al Popolo , di cui ave
va gi fatti, i difegni ^ che oggi pure fi vedono in iftam
3iO
VITE
con-
DEGLI ARCHITETTI.
3n
3i2
VITE
DEGLI ARCHITETTI.
ftg
Rr
1570.,
314
VITE
DEGLI ARCHITETTI.
315
ma quell'eccellente profeflre , che da me ftafo delcritto . A lui dunque dopo s lunga , ma neceffaria digre
fone tornando , dir , che fu ottimo di coftumi , e con
fervo fino all'ultimo la caftit ; e perci non prefe mai
moglie . Faceva continue limoline , e frequentava fpe
f le chiefe , particolarmente quelle ove era efpofto il
Santifiimo , a cui ebbe tanta divozione , che di tut
te le gioje , che fi ritrovava , fenza aver avuto riguar
do neppure a quelle , che gli regal il Re di Francia ne!
fuo ritratto , come di fopra accennai , ne orn un belliA
fmo oftenlbrio , e lo don vivente alla confraternita_
delle Stimate , di cui egli era , e volle , che avefife do
po morte anche la croce, che portava al petto, che_*
prefentemente ad altro oftenforio appefa. f vede neli'
efpoftzioni . Fu grato verfo i profeflbri , e gli amici ;
e proccur lempre d' ajutarli . Am il parlar libero,
e (incero , ed odi le finzioni . Era affai ben fatto di
corpo , alto , fvelto , e deftro , bianco , candido di
volto , con nafo lungo , e larga fronte , molto avve-.
nente , fmpatico, e gioviale, venerando, egraziof.
Piacevagli eftremamente la mufica , e fonava a perfe-.
zione varj ftrumenti , particolarmente l'arpe doppia , e
la lira. Difegn ava da pittore, inventava con fecondia ,
efeguiva con facilit , ed ornava con fodezza . Ebbe in
fomma tutte le qualit , che aver deve un bravo 3 efperto,
d ingegnofo architetto ,
Rr 2
VITE
DI GIO. ANTONIO D' ROSSI:
E vero e , come veriflmo , che delle
tre belle arti della pittura , della fcul-,
tura, e dell'architettura padre ne fia_j>
il difgno , e che qual primogenito fi*
glio all'ultima il primato fi deggia , niu_^___^____ no fenza eflere in eflb perfettamente_
fondato creder li dovrebbe , che divenir potefle bravo ar
chitetto. E pure Gio. Antonio de' Rofl , le cui belle_>
fabbriche al pari dell'altre fignoreggiano in Roma e
fon regolate , e graziofe , non fapeva troppo ben difegnare ? Quefto fuo difetto per fi fa da noi per tradizione di
chi l'ha veduto operare , e conofcer non lo poflamo dall'
opere, che difegnate fono a perfezione. Imperocch non
avendo avuta la mano cos ubbidiente , ed efatta , che
fcondar /apefle , come voluto avrebbe gli alti > e nobi
li pen fieri della fu-a mente, ad altri ricorreva per farli de
lineare , e poi da f al gufto fuo , e fcondo il proprio geuio li riduceva - N qui finifce la maraviglia , che reche^
l a' pofteri la vita di quefto ammirabile artefice j poicch divenne , ficcome or or nell'orditura del raccontodir , eccellente fenza maeftro . Dalla terra di Brembato
diocefi di Bergamo fi port giovinetto Lazzaro de' Rofli
(n Roma , ove ftato qualche tempo vi prefe moglie , e
r\616 v'ebbe del 1616. un figlio , cui pof nome Gio. Antonio*
che il medefimo , di cui ho io ora imprefo a fcrivere .
Mandollo il padre fubito che lo conobbe atto a poter im
parare , a fcuola da un fcerdote fuo amico , che non lun->
gi da caf fua abitava : Quivi apprefe a leggere , ed a ieri-
vere , ed i primi precet tirella gramatica . Ma vedendo il
maeftro , che lotto di lui niente pi apprender poteva ,
configli il padre a mandarlo al collegio Romano,ove ftutfi l'umaniticla rettorica. Quindi vedutafi l'ottima in-
dole,
DEGLI ARCHITETTI.
dote, la vivezza , e la difpofzione del gravine da certo
Peparejli architetto non molto conofciuto, che era ami
co confidente del padre, gli dimand il figlio per iftruirlo.
nella profeffione , che glielo conced . Da quefto ebbe
Gio. Antonio i principj} ma. vedendo il poco-profitto che
vi faceva j. e non volendo per altro abbandonarlo', per
ch ben conosceva l'amore che gli portava , per metterfi
btto la direzione d'altri , che pur ve n'erano eccellenti^funi, cominci a ftudiare da f, e col vedere , e rivedere le
fabbriche pi belle , che efl facevano, e le fatte prima da'
loro precettori, divenne quell'efperfo, ed eccellente maeftro, quale le molte, e molto riguardevoli opere , che fece,
e. che andr ora nominando , lodimoftrano.. Affift allafabbrica del palazzo Celfi vicino al Ges , e vi fece il por
tone , e la /cala . Ammodern la fabbrica del palazzo
Nari a Campomarzo ; e mut la fcala, il portone., ed il
cortile .. Gett i fondamenti del palazzo d'Afte al Corfo,.
l'alz, lo copr, e k> termin. Edific il palazzo Al
tieri fulla piazza del Ges, quello d'Aft aldi a Araceli y
e quello di Muti ivi vicino . Fabbric il palazzo Baccel*
li a' Cefarini ,, quello di Baldinotti alla Sapienza , quella
di Nunez a ftrada de' Condotti, quello di Gomez a ftrada,
della Croce .. Fu fatto architetto di S. Jacopo degli Spagnuoli,e fece i due coretti degli organi nella chiefa,e quafi tutte le cafe a eflfa contigue . Fece lo -(pedale delle donne aS. Giovanlaterano, e la cappella di S..France/conella chic/a . Opera fua la chiefina del monte della Piet :
Opera fua la chiefa di S. Maria in pubblicolis : Opera'
fua la chiefa di S. Pantaleo . Sua architettura la chiefi
della Maddalena., che lafciaf a imperfetta da lui , fu ter
minata da altro profeffore non molto bene :;Sua architet
tura fi la chiefa della Concezione delle, monache di
Campomarzo : Sua architettura la chiefa di S. Rocco a
Kipe.ua, MoUe altre, fanole ohiefe^che ha rilbiateiMol-
ti
gii
VI
nen-
DEGLI ARCHITETTI.
3 t?
320
VI
d ; f Pefempio delle ricchezze avanzate da quello fingolar maeftro, ferviffe ioro di ftimolo per imitarlo nella
maeftria. Imperocch effondo l'architettura delle tre_-*
belle arti la -pi necefTaria; ed avendo di effa in pace
non meno , che in guerra piucch d'ogni altra bifogno e'
fvrani , non permette mai , che reftmo fenza avanzi ,'
fenza onori ,e lnza ftima i fuoi valorofi profeflbri Fat
to il teftamento , fatti i codicilli , aggravando fempre__*
PIU il -male, mor finalmente a' 9. d'ottobre dei i do5,
Gio. Antonio , e fu nel modo prefiffo da lui nel teftamen
to portato , .esofto , e fepolto con giudiziofa , emodefta decenza nella fuddetta chiefa del Ges il fuo corpo,
ove flto lapida di marmo colla feguente ifcrizioue ri-
D. O. M.
Wc jacet Jo. Antonini de Rubeis Romanusfama proltatis
Architeffi.perinde claruspatrimoniumfat'n amplii laborib,
Suh honefte partuw inpuellarung dotem relquit
Cauta* alien pudiciti<e quia cuftos integcr fune
Agnetem dt Bene olm conforter tbaiami mox , & -ciner'n
Volutt memoria celiati benefiziifupra tumulum rscafata
Cuftodei tamen Archiofp. SS. Salvatoris ad San&a Sanffor*
Et SS. Conf.bgredeii& admnijlratorcs monumenti}pofiterc
Mnus gratifaati bemfa&oris modejlite : .
Piuspietatiapudpofterosmanfura.
' \ T
y
DEGLI ARCHITETTI.
32*
Sf
VITE
DI MATTIA DF ROSSI.
RA l'opere pidiftinte, che perpetuar
poflbno le glorie de' Grandi , una avvifo io , e credo di non m'ingannare , efler
quella delle fabbriche . Imperocch f le
pi necefiarie efler deggiono le pi gloriofe qual altra pi neceflaria di quefte
far ne pu un fovrano , qual ora tende al comodo , ed ha
per oggetto il benefizio de' fudditi ? Se anno conofciuta
quefta verit gl'Imperadori pi bellicofi , ed i Re pi diftratti dalla milizia , molto pi la conobbero i Pontefi
ci , che non folo dalla guerra , ma da ogni altra fmiglievole diffrazione fon liberi . E di fatto di molti , e
molti ne vive per cagion loro pi florida la memo
ria , f ne fa fovente menzione , fpeflb f ne difcorre , e perci fare , non v' ha uopo alcuno d'iftorie_ .
Poicch pur troppo parlano , e parleranno perpetua
mente per loro e i ponti eretti fu' fiumi , e l'acque con
dotte nelle fontane , e le ftrade aperte nelle campagne ,
e gli fpedali fondati nelle citt , e le fabbriche fattevi per
l'introduzioni dell'arti , e de' meftieri . Tutte glorie do
vute a' moderni Pontefici , che a gara fra loro la mag
gioranza ne an contraftata, e perci veggiamo con quali
premj , ed onori hanno ricompenfato gli architetti , e gli
artefici . Il noftro Mattia ci fuggerir quanti ricevuti ri1
abbia da loro , e fpezialmente da Innocenzio XII. ; mentr'io nello fcrivcre la fua vita , dir quante fabbriche fie
no fiate erette , e fondate da lui . Nacque egli addi 14. di
gennajo dell'anno 1637. in Roma di Marcantonio de'
'Rofl Romano , e non mediocre architetto . Ebbe i pri
mi principj dell'arte da lui , e nel tempo fteflb che glieli
dava , gli faceva ftudiare la gramatica , il difegno , e la
geometria . Era Marcantonio molto amico del Bernini ,
e ben
DEGLI ARCHITETTI.
e ben conofceva il genio , e l'inclinazione che egli natu
ralmente aveva con Mattia : perche fmpre gli ricorda
va che applicafle , e ftudiaflfe, e fpeflfe fiate anche di pic
cole cofe confacevoli all'et giovanile il regalava . Mo
fo da quefto genio Marcantonio , e dall'affetto partico
lare , che portava al figlio per l'indole graziof non me
no, che per la natural volont , che aveva d'applicare, lo
condufTe un giorno in cafa del Bernini , e lo preg a ri
ceverlo nella fua fcuola , ed a volerne prendere particolar protezione . Accett l'offerta il Bernini , e gli pofe poi tanto amore , che niun altro fcolare am pi diftintamente di lui ; e di niuno pi di lui nell'opere fie fi
valfe . Molto egli fece Cotto fua direzione per molti anni;
e gi divenuto era efperto maeftro , allorch del 1665.
fu condotto da lui in un con Paolo fuo figlio a Parigi .
Stette feco durante tutto il fuo /ggiorno , e fino a che
foddisfece a' defiderj di quel gran Re , da cui di due mi
la , e cinquecento fcudi fu nel partir regalato, e gli promife di ritornare alla corte , qualunque volta fofle occorfo , per efeguire i progetti , e per mettere in opera i difgni lafciativi dal Bernini , ficcome indi a non molto v'an
d nel modo , che a fuo luogo diremo . Giunto in Roma
Mattia , avendo tmpre nel lungo viaggio feguitato il
maeftro , fu egli pure con dimoftrazioni di ftima , e d'af
fetto accolto da AlefTandro , quando dopo lui , e del figlio
pafs al bacio del piede . Morto Aleflandro , e flito fui
trono Clemente , fecero i nipoti gran fefte , e fi recita
rono per fegno di giubilo molte commedie j ed effendofi
ferviti per principal direttore delle profpettive , e dello
macchine del Bernini , fiterv egli fempre diMattia_,.
Quindi avendo il Bernini avuto ordine di compire il brac
cio del portico della piazza di S. Pietro verfo il S. Uffi
cio , e la fcala a baftoni avanti la chiefa , ne appoggi a
Mattia la cura , e la direzione ; e volle appoggiargli anSfa
che
dir
DEGLI ARCHITETTI.
dir fi pu quanto le faceffe di cuore , per ubbidire a' fupremi comandi del Pontefice , per mettere in chiaro la_,
verit , e per fi vare dall'impofture la ftima , ed il cre
dito dell'amato fo maeftro . Finite che l'ebbe , in diflfufa , e diftinta relazione le ridtifTe , che avendola prefenta.ta al Pontefice , la pubblic poi con molte copie ; acci
gnuno-ne reftaflfe pienamente informato. Adduceva pec
difef dell'opera tra l'altre molte ragioni-, che non era
ella ftata invenzion del Bernini il far le nicchie , e le fcale ne' piloni , ma di Bramante Lazzari , che in tempo di
Giulio IL. ne fece la prima pianta ^ di BaldafTarre Peruz2J, che nel medefimo tempo ne fece il difegno , d'Anto
nio da S. Gallo , che nel pontificato di Paolo III. altro
ne fece , di Michelagnolo Buonarruoti che vi mife mano
dopo lui, e di Carlo Maderne , che fatto Paolo V. T
ampli > e fece il piede alla Croce . Tantocch diceva_
egli , che. cinque profefTori di cotal grido , difficilmente,
tutti fi farebbero potuti ingannare , e quando -ingannati'
fi foflfero , niuna colpa v'avrebbe avuta il Bernini , che-*nient'altro fece , che eflferne efecutore. Ma non conten
to di ci il Pontefice , ordin che fi chiamaflero due altri
architetti , per riconofcere fovreffo il luogo infieme conr
Mattia il rapprefentato nella relazione da lui , e furono.
Carlo Fontana y e Gio. Antonio de' Roffi , i quali aven
dolo riconofciuto in tutto , e per tutto l'approvarono . .
Correva l'anno 1680. quando ceffato il rumore r il pove
ro Bernini , che gi oppreffo era , non fa f pi dalle indifpofiz-ioni , o dagli anni , cadde in una mortale , che:
nel d 2 8. di novembre lo priv di vita , affiftito fino ali'
ultimo momento da Mattia-, a cui egli fin all'ultimo par*
l , raoftrandogli il genio particolare che ebbe fmpre 5.
e che aveva ancora con lui . Morto il Bernini gli fucced.
.Mattia in molte cariche , e tra l'altre in quella d'archi
, ejfbgrantendente della fabbrica di.S, Pietro . Da.
ci?
r i r
ci pu ben gnun comprendere in che credito , ed iru
quale ftima fofle allora Mattia , che fu preferito confimil
diftinto onore a tutti gli altri profeflbri , e concorrenti.
Era egli ftato venticinque anni continui col Bernini , e fi
pu dire, che tutte l'opere (ue foflfer condotte da lui negli
ultimi , di cui avendo data gi alcuna contezza , molto
neceflfario fia ora il darla di quelle, che egli fece da f
come fue proprie , e prima , e dopo fua morte . Termi
n la fabbrica del collegio di S. Andrea del noviziato, e
diede' i difegni per tutti gli altari della chief . Etfe ;n_
S. Pietro il fepolcro di Clemente X. , ed in S. Maria-
maggiore quello di monfignor Liberati . Gett i fon
damenti della chief di S. Francefca Romana a capo le__
cafe , l'alz , e la copr . Gitt le fondamenta della chicfa di S. Galla , e la ridufTe in un col refto della fabbrica a
perfezione . Meditava il cardinal d'Efte , con cui Mattia
contralta avea particolar Srvit fin dal principio, che
giunfe in Roma , di fare un palazzo nello ftefTo fito ove
era il fuo; e Mattia ne fece il di/gno, che molto piacque
a S.E. Ma da altre maggiori cure diftratto non lo pot far
fabbricare . Fece il difegno per la chief del padre Garavita vicino a S. Ignazio, che non fumeflfo in opera per
la fpefa ; ebbe per un bel quadro del Baflano di regalo i
Fece i difegni per gli ftucchi ; e cappelle della chiefa di
S. Silveftro in capite , e colla fua direzione fi edificaro
no : Fece il difegno della tribuna , e dell'altar maggio
re della chiefa degli Orfanelli , e coii'alfiftenza fua coftruirono : Fece il difegno della cappella Torre nella_,
chiefa della Maddalena , e fu condotta da lui ; Fece
il difegno della cappella Capizucchi nella chiefa della
Madonna di campiteli! , e la termin . Diede il modello
del coretto dell'organo , che fi vede fopra la porta mag
giore della chiefa della Madonna della vittoria . Ammo
dern la chiefa di S. Francefco a ripa facendovi le volte ,
eia
DEGLI ARCHITETTI.
327
32*
r j r
T>. O. M.
Eque*
Mafthias de Rubeis -Romanzu
Archite&us
Adhac v'ruem neccffart mortts
ncertum diem prue oculi* habent
Se pfum fuamy* Conjugem
Suop-
DEGLI ARCHITETTI:
329
r i T E
'
FINE
PELLE VITE DEGLI ARCHITETTI
e del primo Volume .
TA
T A V O L A
PER ORDINE D'ALFABETO
B
Luti .
GAleazzo Alejj'.
Gafparo Dughet , det
to Goff)aro Toujjtn . 57
CAmillo Rufconi
Giacinto
Brandi .
1 29
259
Carlo le Britn
105. Gio. Antonio de* Rojfi, 316
Carlt Marattt .
34 Cio. Batifta Gaulti ? detto
Carlo Cignoni .
Baciccia .
194
155
Carlo Rainaldi,
3 od Gio.Domenzco Cerrini^detto
Ciro Ferri .
il cavalier Perugino . 51
171
Claudio Gellee^detto Claudio Gio. Francesco Grimaldi ,
detto Gio. Francefco BoLorenefe,
20
ognefe .
45
Gio. Francefo Romanelli,^
Giulio Danti
287
209
\jQmenico Guidi > 252 Giufeppe Chiari .
Tt 2
Giu
Giufeppe Pa/er*.
2 1?
Guglielmo Corte/t ) detto il
'Borgognone.
Iccol Berrettoni, i $5
N.
Acopo Corte/i^ detto il P.
fZnrnviai) .
|>
112
J
LJ*~J
Plerfrancefco Caroli, i9
Pierfrancefco Mola .122
Pietro Berrettini , ^/fl /i
Vizi Scaramuccia . $7
n.Corto!2a '
Pietro de Pietn .
223
"X/i"
P/^;-o /^ Gros .
271
1 A
P/^rc Mulier detto.il Te,mMAttia de"* Rojjt . 332
pejla.
177
MeIchior Cofanetto
C
HMaltcfe\
256 ^
. .
i,
TA-
T A V O
PER ORDINE D'ALFABETO
Be' cognomi , foprannomi., e nomi de' profeffori ^ de' quali in quefto primo volume.
fi fono fcritte le vite.
A
G/tf . .
Berrettini Pietro .
3
berrettoni Niccolo . , i55
^Borgognne. Guglielmo Or,.
149
Sorromini Francefco . 298
brandi Giacinto .
129
-.-n
f]- ; l
' '
,
23 7
17^
GAroli Pierfrancefco .
190
Canili Gh.Batifla^detto Baciccio.
194
Gellee Claudie^dctto Claudio
Loreuffe .
20
Grimaldi Gio. Francfio ,
detto Gio. Franeefio Bolognefe .
45
Guidi Domenico .
252. "1^ Aggi Antonio , detto il
J\_ Lombardo.
248
Rainaldi Carlo .
3 06
Romanelli Gio.Francefio. 9 ?
L JBr Or/fl .
105 Rofa Salvatore .
Le Gros Pietro . 271 Jtufconi Camillo .
Lombardo Antonio Raggi .
24S
Luti Benedette.
__
M' -
C, .
.2^8
Melcw&r
Maratti Carlo .
,Mol Pierfrancefco .
.122
f-|_
//<?/.
177
TA-
T A V O L A
'
Nome Cognome--
ijp5
jypp
1600
j5o2
i5o2
itfotf
i5op
i<5 15
j
J<5z8
1628
PITTO
Patria
Pietro Berrettini
Cortonefe
AndreaSacchi
Romano
Claudio Gellee
di Chamagnc
Michelangelo Cerquozzi Romano
Andrea Camaflei
Bevanato
Gio. Francefco Grimaldi Bolognefe
Perugino
Gio. Domenico Cerrini
Gafparo Dughet
Romano
SalvatorRoft
Napoletano
Luigi Scaramuccia,
Perugino
,Viterbefe
Gio.Francefco Romanelli
Parigino
Carlo le Brun
di S. Ipolito
Jacopo Cortefi
di Coldr
Pierfrancefco Mola .
di Poli
Giacinto Brandi
di Camerano
Carlo Maratti
di S. Ipolito
Guglielmo Cortefi
Carlo Cignani
Bolognefe
Romano
Ciro Ferri
d'ArlemPietro Mulier
di Monte Feltro
Niccolo Berrettoni
Torinefe
Pierfrancefco Caroli
Genovefe
Gio. BatiftaGaulli
Romano
Giufppe Chiari
Romano
Giufeppe Pafleri
Pietro de' Pietri
di Premia
Fiorentino,
Benedetto Luti.
I.
Morte Etti
1.669 7; acar. 3
\66\
52
82
58
.- 47
i58o 74
72
15
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45
51
52
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l58o 54
i552 45
i5po 71
1575 55
i55<J 45
1691 58
1713 88
i57P 51
57
tfj
87
pj
105
j 12
i2Z
I2p
55
171
177
185
i p
IP4
1701
45
171(5 78!7Op 5p
1727 73
1714 5o
1716 53
J7M 57
J4P
32J
228
D E G I I -S C V I T O R 1.
rcole Ferrata
Antonio Raggi
Domenico Guidi
Melchior Caf
Camillo Rufconi
\666 Pietro Je Gros
1671 Angelo de' Rofii
di Pelfotto
di Vicomorc
di Maflacarrara 1701 73
Maltefe
i58o 45
Milanefe
1728 70
Parigino
1719 5*
Genovefc
1715 44
2*7
348
271
274
DEGLI ARCHITETTI.
Galeazzo Alefl
1500 Giulio Danti
Francefco Borromini
3611 Cario Rainaldi
Gi. Antonio de* Rodi
Mattia de' Rodi
JJOO
.Perugino
.Perugino
di Biffone
Romano
Romano
Romano
1572 72
75
<J8
80
275
287
58
322
Airri o ooo oflcrraii , o di minwc imponania , a tiineuono ali difcteteu del cottele lettore .
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Vite de' pittori, scultori, ed arch
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