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Prolusione 1769
Prolusione 1769
lata dagli ostacoli che dai divieti ; che si precipita ciecamente verso l'intere
sse presente
ed immediato, trascurante il futuro; amante la variet, e la mutazione, ma nel gir
o
delle consuete cose, dagli esempj delle quali piuttosto guidata che dai ragionam
enti ;
desiderosa del molto agire ma colla minor fatica possibile; dalla certezza sia d
el bene
sia del male animata e frenata, avvilita dall'arbitrio e dalla incertezza.
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Di questi, ed altri luminosi e grandi principj applicati con assidua, ed esatt
a
diligenza alle circostanze particolari di uno Stato, necessario che sieno imbevu
ti i
facili ingegni dell'ardente giovent, acciocch si rendano abituale quello spirito d
i
calcolo, e di paragone rapido e profondo, per cui si sorprende il vero ne' pi
complicati e difficili suoi inviluppamenti, e da cui solo la Scienza legislativa
pu
acquistare la sua perfezione.
Con queste viste l'Economa pubblica porter la sua luce ne' tortuosi ed oscuri
andirivieni della Giurisprudenza privata, onde chi giudica o tratta gli affari d
e'
Cittadini, fra' quali sono sovente frammisti affari di corpi pubblici, possa sco
starsi
dalle fallaci e fluttuanti regole d'equit particolare, ed aver sempre di fronte,
interpretando i casi dubbj ed incerti, la legge interminabile dell'utile, e le n
orme
eterne dell'equit universale tutte stabilite sulle massime della pubblica Economa.
Oltredich non sar mai grande ed illustre nella sua Scienza colui, che si restrin
ge
ne' limiti di quella, trascurando le Scienze analoghe e confinanti. Una rete imm
ensa
lega tutte le verit, ed esse sono pi variabili, incerte, e confuse a misura che so
no pi
ristrette e pi limitate : pi semplici, pi grandi, e pi sicure, quando si allargano i
n
uno spazio pi vasto, e si elevano ad un punto di vista pi eminente.
Per prova di questa verit basta richiamare alla mente i tempi, e i luoghi, dove
,
tacendo nell' anarcha feudale fra lo strepito delle armi sepolte le Scienze tutte
, la
Giurisprudenza privata era divenuta la pubblica legislatrice. Impedire la libera
interna
circolazione delle derrate ; incagliare gli affari spediti, e veloci del Commerc
io con
lente e simmetriche procedure; immaginarsi di rendere opulento uno Stato con
risecare con istoiche Prammatiche le spese de' ricchi particolari, e con ci inari
dire le
sorgenti dell'industria, ottondere gli stimoli al travaglio, ed ammortire la spe
ranza di
una miglior condizione, ch' il fuoco vitale d'ogni corpo politico; ridur quasi a
monastica disciplina i corpi degli Artigiani stringendoli in fazioni emule e lit
igiose,
che s'impongono tributi, che si prescrivono regole fra di loro,
per cui cadevano languenti le arti che si nutrono di libert, e di facilit ; lascia
re un
campo libero a disposizioni pi rispettabili pe' loro motivi, che salutari per le
naturali
loro conseguenze, ch' erano di stabilire un Canone antipolitico. = sia la inerzi
a
mantenuta dalla pubblica beneficenza, ed ottenga il premio dovuto alla fatica, e
d al
sudore. = Questi, ed altri sono gli effetti d' aver ristretti fra i limiti della
privata
giustizia la Giurisprudenza, che abbracciar dovrebbe tutt'i i pi grandi principj
della
Morale e della Politica.
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Pi. Le Scienze di pubblica Economa non possono non ingrandire e nobilitare le
mire stesse private dell' Economa domestica, suggerendo i mezzi di riunire l'util
it
propria con quella del Pubblico. Avvezzandosi a considerare gli affari della soc
iet, e a
rimaneggiare le idee di bene universale, l'amor naturale che noi portiamo ai nos
tri
ragionamenti, ed agli oggetti che eccitano in noi tanti piaceri intellettuali, r
iaccende
l'illanguidito amore della Patria ; non ci consideriamo pi come parti isolate, ma
come figlj della societ, delle leggi, e del Sovrano ; la sfera dei nostri sentime
nti
diventa pi grande e pi viva ; le passioni esclusive si diminuiscono; le affezioni
sociali
si dilatano, e si rinforzano pel potere dell'immaginazione e dell'abitudine ; e
misurando gli oggetti nelle vere loro dimensioni ci allontaniamo da ogni bassezz
a e
vilt, vizj che nascono sempre dalla falsa misura delle cose.
Quindi che paragonando le diverse professioni degli uomini vediamo con
tenerezza e con meraviglia la mutua catena de' reciproci servigi, onde divengono
per
noi care e rispettabili, non a misura del fasto e della pompa, che ostentano ; m
a in
proporzione dell'utilit che arrecano, e delle difficolt che superano : impariamo
quanto debba rispettarsi l'orgogliosa indolenza di chi lacero poltrisce fra le s
drucite
immagini degli Avi, e l'industria operosa e benefica del ruvido agricoltore ; ed
ammirando il solitario, ed austero Cenobita, non disprezzeremo l'umile Padre di
famiglia che divide un pane bagnato di sudore fra i teneri allievi della nazione
.
Finalmente, non piccolo vantaggio pu arrecare lo studio di una Scienza non
rinchiusa nella solitudine di un Gabinetto, non versante intorno ad oggetti remo
ti
dall' uso promiscuo della vita, ma della quale tutt' i circoli e le radunanze ri
suonano,
e gli avvenimenti giornalieri ci richiamano a continue applicazioni : onde giove
r
studiate c'infondono, sia dai venerati pregiudizj che per domestica tradizione c
i
vengono tramandati, sia da quell'abituale querulit e malcontentezza, che non cess
a in
ogni tempo ed in ogni luogo d' esser soffiata sulla diffidente e docile ignoranz
a.
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Eppure una Scienza cos necessaria ed utile stata delle ultime a svilupparsi nel
lo
spirito umano, e non ancor giunta a quell'ultimo grado di perfezione, di cui sem
bra
suscettibile. Tutte le Arti e le Scienze sono nate dai nostri bisogni, siano da'
primarj,
cio da quelli che l'uomo anche solitario ed abbandonato a se stesso risente
necessariamente ; siano da' secondarj, cio da quelli che sentono gli uomini riuni
ti in
Societ osservandosi ed imitandosi reciprocamente, come per esempio la curiosit, la
voglia di distinguersi, la fuga della noja ; mentre dall'una parte si rende pi fa
cile il
soddisfare alle naturali necessit, e cresce dall'altra l'attivit dello spirito
coll'addensamento degli esseri pensanti. Vi sono dunque sempre state fra gli uom
ini
in qualunque maniera riuniti Economa pubblica e Commercio ; in ogni tempo vi
stato cambio di cose con cose reciprocamente superflue e necessarie, di azioni c
on
cose, di azioni con azioni. Eccovi il principio d' ogni traffico. In ogni tempo
gli
uomini riuniti per qualche motivo sono stati forzati, per mantener l'unione ed
ottenere il fine di concorrere con un certo numero di operazioni al bene comune,
e di
consegnare sia la direzione sia il prodotto di tali operazioni ad un Supremo
Magistrato. Eccovi il principio di ogni sorta di Finanze, e dell'amministrazione
di
esse. Ma queste cognizioni erano guidate solamente dalla disordinata e contraria
opportunit de' tempi, dalla presenza sollecita del bisogno, e dal timore istantan
eo e
precipitoso dei mali, non da una catena di riflessioni e di verit dedotte
ordinatamente le une dalle altre, e prese sulla somma totale de' bisogni sociali
.
Era dunque necessaria una moltitudine di secoli, ed una infinita serie di fatt
i e di
esperienze per supplire al confuso e lento progresso degli uomini verso le Scien
ze
Economiche, e per produrre quella folla di minute circostanze che determinasse
l'ingegno ardito e felice a portar la luce in simili materie attraverso le tante
resistenze
degl'interessi privati, e le fantastiche illusioni della prevenzione e dell'erro
re. In fatti,
se noi portiamo lo sguardo ai primi tempi, noi vedremo gli uomini rari sulla ter
ra
Cartagine, in epoca pi certa, Colonia de' Fenicj sul Mediterraneo s'innalza dal
le
rovine di Tiro, e di Sidone. Abbraccia per mezzo del mar rosso, e dei Porti dt E
lath e
di Esiongaber le Coste Orientali d'Affrica, diviene la distributrice dell'oro, e
dei
profumi pi preziosi, spinge le sue flotte nelle Coste Occidentali e nel Mediterra
neo,
leva dalle Spagne le lane, il ferro,
il cottone, l'oro, e l'argento ; arriva fino alle Isole Cassiteridi ora Britanni
che per
prendere lo stagno. Frattanto la Grecia fiorisce per la libert, e per le invenzio
ni le pi
sublimi dello spirito umano; ma squarciata in Repubbliche gelose, e divise
continuamente, fuorch nel difendere contro a Barbari la propria indipendenza,
sembra non aver fatto del Commercio la prima occupazione fra la Democratica
turbolenza, e la Spartana, e disdegnosa severit di militari costumi.
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I Focei Colonia d'Atene fondano Marsiglia emula costante di Cartagine, mentre
Roma da oscuri principj si eleva ; ma si eleva ambiziosa e conquistatrice, profi
tta
dell'alleanza dell'emule Repubbliche di Cartagine per distruggerla, e distrutta,
rende
le alleate a poco a poco soggette e tributarie : Politica da Roma in ogni tempo
conservata.
Prima di quest'epoca Alessandro aveva fondato un nuovo Impero. Al suo Genio
conquistatore si apre l'Egitto incomunicabile, e l'India antichissima : i suoi m
ari
sentono il peso di straniere flotte. Alessandria secondo Emporio dei due Commerc
j
d'Oriente, e d'Occidente, si edifica. Dura fino sotto i Tolommei una tale opulen
za :
ma Roma alla fine passa col ferro trionfatore su tutti i monumenti dell'antica
industria, ingoja tutte le ricchezze, e i tributi immensi di tante Provincie for
mano la
sola Economia pubblica del Romano Imperio. La traslazione di questo a Bizanzio
fatta da Costantino, epoca feconda di tante conseguenze, stabil intorno
all'Ellesponto una grande fermentazione d'affari politici ed economici ; ma la m
ole
immensa dell'Impero, la maest di un popolo Conquistatore (tacendo intorno ad un
centro in cui gravitavano i tributi della terra la voce imperiosa del bisogno)
circondato da popoli barbari o avviliti, mancava di quello stimolo, che nasce da
l
paragone con nazioni emule e pi felici. Ma la miseria, e la schiavit riaccese in t
utt' i
cuori la disperazione, ed il coraggio. Cadde interamente l'Impero d'Occidente
mietuto e lacerato dai popoli Settentrionali. Tutte le arti, ed ogni sorta d'ind
ustria
restano sepolte : solo in Italia si conserva fra quel popolo attivo ed inquieto
una
navigazione ed un commercio. L'antico spirito repubblicano cova sotto le ceueri
del
Romano Impero. Rompe l'Italia appoco appoco parte delle sue catene postele da un
popolo feroce, ma ignorante. Sorge dalle paludi dell'Adriatico la libert e l'indu
stria
Veneta, Genova, Pisa, Firenze si combattono, ma conservano a confronto di tutta
Europa il dominio del mare, e la superiorit delle manifatture. Le flotte Italiane
per
mezzo d' Ales-
fondatore di questa Scienza in Italia, Antonio GENOVESI, oltre parecchi altri l'
hanno
spinta a quel segno, a cui non mancano che gli ultimi e non meno difficili linea
menti
per renderla perfetta, e di uso comune e sicuro.
Vauban (1633-1707)
Jean-Franois Melon (? -1738)
Montesquieu (1689-1755)
Ma rivolgendo lo sguardo da cose a noi lontane alla nostra Provincia, si vedre
bbe
da quale stato di antica floridezza fosse caduta non solo pel fulmine di guerra
che
pass tante volte sopra di essa ; ma ancora per la disuguale distribuzione de' tri
buti, e
per la moltiplicit, e confusione delle amministrazioni ; rianimata dappoi ed eret
ta ad
un nuovo e felice ordine di cose sotto il Regno immortale di MARIA TERESA con
leggi, ed ordini altrettanto semplici, che universali, per le quali tolto l'arbi
trio
distruttore sono dati alla legislativa mano del Principe i mezzi ristoratori
dell'industria e della pubblica felicit. Ma la brevit del tempo, e la lunghezza de
'
dettagli necessaria dove si tratti non solo di cose proprie, ma ancora di tante
Auguste
BeneficenAntonio de Ulloa (1713-1795)
ze, mi costringono a serbare una s consolante discussione al progresso delle mie
lezioni.
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Restami solo a qui promettere selennemente, che nell'esporsi da me i principj
pi
sicuri intorno all'Agricoltura, Commercio, Manifatture, Polizia interna, Finanze
, non
dimenticher giammai il sacro dovere imposto a tutti quelli che sono incaricati de
lla
pubblica istruzione, di parlare mai sempre il linguaggio della verit chiaro, semp
lice,
energico. Richiamando gli oggetti alle origini loro primitive, ove si trovano me
no
intralciati fra tanti rapporti e modificazioni, le definizioni riusciranno esatt
e e non
arbitrarie ; l'evidenza nascer dal discioglimento delle nozioni complesse ne' suo
i
elementi, e da un'ordinata deduzione delle proposizioni pi semplici, alle verit pi
generali, e pi complicate. Nel medesimo tempo realizando le massime Economiche
colla continua applicazione alle circostanze nostre, mi sforzer di allontanarmi d
alle
sterili ed astratte speculazioni, e da tutto quell'apparato imponente di termini
scientifici, onde le scienze tutte sembrano ed inaccessibili, e con uguale premu
ra
schiver le magistrali e dogmatiche decisioni, sotto il giogo delle quali l'origin
ario
vigore degli spiriti si rallenta dietro una servile imitazione, e le Scienze div
engono un
artifizioso accozzamento di termini cenvenuti.
Diffidando di me medesimo, e sgomentandomi dell'importanza d' una Scienza, che
versa intorno agl' interessi delle intere Nazioni, spero di essere animato ed as
sistito
dall'illustre Giovent Milanese. Il docile ingegno, l'animo fervido ed instancabil
e, la
vivace curiosit loro contribuiranno a dileguare il sempre imminente e pieghevole
errore, ad abbattere i barbari pregiudizi, e le anticipate opinioni, che ad onta
della
timida e sfuggevole verit; potrebbono opporsi in questo suolo ai doni immortali
della natura ; e bench invano, alle magnanime provvidenze di chi ci governa. Ma
beato, se le sollecite mie cure arriveranno ad accrescere il numero de' Sudditi
illuminati alla sempre Augusta Sovrana Nostra, de' veri Cittadini alla Patria, d
egli
Uomini virtuosi e di sode cognizioni avvalorati alla societ del Genete Umano.