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©0989 U, CRISCUOLO. Libanio e Giuliano ESTRATTO DA Miscellanea di studi in memoria di Prancesco Aruatli VICHIANA N.S. Anno 11 - 1982 Fascicoli I-H-II LOFFREDO EDITORE — NAPOLI <8 LIBANIO E GIULIANO Nell'Ep. 97, sctitta in Anticchia sul finire del 362, Giuliano commenta con caldo entusiasmo un’orazione inviatagli da Libanio « Ho letto ieri quasi tutto il tuo discorso prima del pranzo, mi lasci i testo per il dopopranzo, prima del riposo. Te felice che riesci ad esprimerti in tal modo, ma ancor pitt felice perché a tanto spingi il tuo pensiero » (Ep. 97, 382 d). E. segue V'esaltazionc det valori for- mali ¢ contenutistici del componimento. La ptoduzione oratoria di Libanio pud avere — osserva aneéra Giuliano — Papprezzamento pieno di quelli che sono veri Elleni’, né la stima manchera nel futuro (oi 88 ool Abycu xai viv Ind voy BAnBlde "ENivey dvantiveat, ual sig wbv Erevan xedvev, ef uh ty oyahowm xploctag So0ije, dyamhcovras), poiché & egli i pit filosnfn ed il pid amante della yeritd fra i retori (7G quroscpwrdry xed orhahndecrder tv \rSptuv*). Giuliano, che non aveva alta stima della retorica del suo tempo, osservava certo negli scritti di Libanio la fede sincera nella verit8, nella sua stessa veritd, Pentusiasmo per appartenere alla « comunita degli Elleni », Ia tenace difesa della tadizione, messa alla prova negli anni difficili di Costanzo. Giunto in Antiochia nel luglio 1 Or. 14 xple Toumév, imbp ‘Apurromivons (arte 223362: a si mencionano infantil che a terry a] gaougio gi Arto in Dafoe, inucind opanty i qua Wi, Che pure Loans Epp. 160, 158 (epctinsents di acne ae Sie i sogricramectls 1134 Aetwottos di Cob gis di an nae ea ono swodes in ee. leno’, subt averse sono Cte Il, a cal us ates Mui ssuvloiche, compaato eco. Parga, in Egito mal 397, Ince ee ee 3B angie Pano Catena (ce Ava Mare XIX 32. 1) Re as eoa® oem bay lS re Cost I. es Chas tm ‘conpruo lca pet Guelf'aome pio e preita dagh Wl perce Gea ae the nine prestigo piviy 1 Cotig CE OSes gi, Pn asuae ors ets nla 8 a wel Eon foe sf ongine. Ct. Or. 14, 9B Te ir dt Arsotute ¢ she ‘pt un “Bteao', per fle edo a, 17 cf pro luogo & ell_un Elles, o Samana, cb eng sei ye Boe Oe sa an ne 4 EB. 27 (0, 333, 12s Bue Coumer (19221), Ginfano nella sua visions imepne [euaalenie (ct, i mio Cian e PEllenino:‘conerossone + sforaa x Omics s ‘nl, 4 ia coro sera) non pores exteporcaaucne dating fe Bein endo Puna e Talea alin vert, che © wcll concoaaut dog aki ee Ty See, veirem [= Or, BJ, 180b), _ Yala, ten Libaniv ¢ Gietiono a del 362, alVinizio della svolta decisiva del regno*, Giuliano vi aveva Seincontrato Pantico maestro, che con grande speranza ed entusiasmo dicinteressato aveva salutato ed accompagnato 1a sua ascesa, ed ora Si rendeva disponibile, con piena generesita, per la propaganda della hwova politica e dell'impresa persiane. Libanio & il « fratello catiss- mo ed amatissimo » (&Beho® Tobewecate xai TeespiMovae'), la sua opera retorica giova alla causa dell’Ellenismo non meno che la filosofia, poiché & essa, alla pari della filosofia, testimonianza di ve- iti, Giuliano forse sapeva che alla scvola di Libanio si erano recati anche i cristiani Basilio e Gregorio di Nezianzo, @ perfezionare la copia conseguita in Atene*, La missione del retoze che aveva eletto ta maaSeia a norma di vita, poteva contribuire in misuta decisiva alla vittoria dell’Ellenismo. ‘La stima fta i due Eleni era di data pid antica. Sul finire del 348, allorché Giuliano, liberato poco tempo prima da Macello, rag- giunse, dopo un periodo costantinopolitano, Nicomedia’, vi trovd anche Libanio. L’antica capitale dioclezianea ricordaya al giovane prin- cipe Vinfanzia infelice: qui egli aveva dimorato nella sua prima fan- rinllerza, per disposizione di Costanvo, affidato alla sorveglianza del yescovo Ensebio, ma gui aveva anche ricevuto [a sua prima vera ¢ Gucazione, aveva scoperto, grazie 2 Mardonto, Pamivy aiv astern, {1 valore paradigmatico della poesia di Omero e la necessitd della fi- Josofia, che consente di divenire migtiori*. Ora, a distanza di anni, vi trovava un ambiente fervido di studi, un cenacolo di neoplatonismo. Qui egli avrebbe presto avuto Ia sue illuminazione’, la vera defi- 4 Gis, Gintiono, ¢ PPllentamo x ct 3 Sea eaprecsione in Ep. 96,°374d (a Libero). @ Sea FPy esc ia Atenc, nel 395, Cfe. Grog. Naz, Or. 3, 23 (= PG 35, 632), Cor pare Seer 26, Seamnen VAT. Alfewo of Libero era perakao anche ff rane Ciovaand Cotmerome (ts, irs, a €2) St eiert cronalona Ot Js EMDEE, La vie de 'Emporcer Jule, Pais 1950 (xt, 1965), pp. 3850853, che concarcava a, sug volta con N, HL Bains, The Horly Lie of Juli tbe Pout, eJournal of Helesie, Stade » 43, 1925, pp. 251s, Il peziodo tascorm, da eGR Saleen ve collate fn il 342 « fl 347. Giclano fa poi a Nicomedis, Gt dove Galiano 2 Temnaverh sel 349. Cli, che W. KOGE, Comment Femperews fuer tiche de Fae er edleme, «Kev. Bela, @. Phil» 6, 1927, pp. 140s; A, Haomacora0, Mc i est de Femoret Iien, «Brion» 2 Bi, pp, io. Re Daownone, Fe te egy Tenor 1013 (hr, ia abs onal a p22) sau inves 18 Tee rede Gi Seat Goscichte des Untorgonge den amtiton Wale, TV, Detlin,1911, oma Sue poneve i peviodo. ot Macelo feel 345 ed L951, (i tel 'caso, Gialiaae Be 2 cee scons ci rerorica a Neomedia nol 344, ad appena dodic-nedil sibs Ghoclogls di Seree fu acctita da Ay, Fesrocteee, Antioche paieme, et chré Tam, Bade 1950 ps 64 La crosologia di Baas o Brows © seguits anche dt Potro ‘Ausineertne Fowsts, futon ont Helonicm, Oxiard 1981, p. 27. Phe Giulieno e fllertone nt, 3 E Glense sso a detri cost la sua ‘coavesione'. Linmifone det grande dio solare avste di faucllo (Cl. In solowe rogem (= Or. 11], 130 el) Camite fa conten 2 Tee Crscuolo nitiva salvezza. Libanio teneva allora in Nicomedia lezioni di reto- tica, ma al giovane Giuliano era stato fatto espresso divieto di fre gueatare quell’ostinato pagano. Secondo Socrate storie [HIT 1,15), il divicto partiva da Costanzo stesso, preoccupato dell’ortodossig cet stiana del congiuato, fratello, ota, del cesare per tutto TOrtente % ma @ Libanio stesso a darci un resoconto pit chiaro dell’episodio, che perde la motivazione politica ed & riportato a rivalie’ accademica, retote Eccholio avzebbe preteso da Ginliano, git soo alli link pegno di non frequentare Libanio, ma il giovane riesct allo siesco ma, do od usafroze delle fezfoni dllAnsiceheno, sicorrendo nel appuni presi da un allievo, « Egli (Giuliano) eta otmai adolescente dave mote notevol sepni della sua voctsione regale, C9 nom lascava se | pocare Costanzo, che temeva che lk grande eitta (Costantinopoliy, con | Jn sua notevole eapacta di doterminaze Loginione pubblica, polché | | | | fatta in tutto simile a Roma, potesse essere da lui attratta e prende. re cosi in considerazione le virti del glovane principe, con dolorose conseguenze per Ini stesso. Lo mand alloza alla citth di Nicomede, che non gli dava ragione di egual timore, e gli diede cost la possibilit3 di studiare (nauBedeoQax 58 BiBuew eoustav). A Nicomedia Gin. iano non frequentava le mie lezioni — io avevo infatti posto cold lu mia sede ¢ avevo preferito quella pacifica citta alla capitale cost piena di pericoli —, ma non trascuzd di prendere contatto con ie acquistando i miei scritti. Il motivo per cui eta costeetto a podere ugualmente della mia eloquenza, ma ad evitarne Pantore, stava nel fatto che quel veramente mitabile sofista (Ecebolio) aveva da lei pre- teso molti e seri giuramenti, perché giammai divenisse, 0 fosse chia, mato, mio discepolo, né fosse sctitto nella lista dei miei frequentanti abituali. Egli, pur malcontento per tale impegno, non velle viclarlo, na desiderando atdentemente conoscetmi, escogitd una coadotta che non Jo costringesse allo spergiuro, ma gli desse al contempo la possi bilitd di accedere ai miei discorsi. Pagd cost con molto dispendio un mio studente, che gli portava gli appunti delle lezioni giomnaliere » ". leone dalla nara (rat pscons dela ‘grmi pelfacich 4D. Noce, Conversion and Adolescence, 2. Sarwist (oa acient Worl, Oxtord 1972, mp. 400480), a eoncretms pak atten Reet ae fe BL eee Bt MED ey ad 2S pe a Oe seechovaiase ge fveod ve ani Sapte ta wy Uys 3p ache le vn oy dere wat eee a al dee A Byte sponta (te. det. 93) Cie anche Gndane ¢ Ties at 1 Gala de Set ct” Mace ae Sah Bt Ne oe a tae seve pet 1Osemte (DT331) con rsianes in Aatntic (at ee, nas ny 2 pul glustctm, same & oto, dr slow! dl Cota Th Se 380 dnian’ Ai ine Gp. 5), a71d273e Or 18,4, cit Te eecelenth papine gt Eas on Religion and the = Libenia ¢ Giuliano — = Tn tal modo Giuliano por’, secondo Libanio, dar prova delle sue qua- lich fuori del commune: riesef infati ad imitare alla perfezione, ed in misura maggiore degli allievi divetti, le virnd oratorie del maestro, cost che paté in séguito esserne dette discepolo ®, Ul periodo di Nicomedia fu certo una tappa fondamentale nel @icg giulianeos esso, come accenneto, segnd Ta sua conversione, Is scoperta della filosofia¥. Ma a cid non contribuirono certo i discorsi di Libanio e Ia sua visione dell’Ellenismo ", trappo legata ai valor! formali, A Nicomedia Giuliano chbe i primi contaiti col pensiero posi giamblicheo; da If prese avvio il sx0 ulteriore cammino verso altti centri culturali deil'Oriente 8. Libanio era destinato a narrare © ad esaltare le tape della naBelz pinlianen, ad esseme testimone, ma a comprenderla, forse, in modo molto superficiale. Ma 8 proprio per questi motivi che Ia sua testimonianza xetorica &, pitt che storia, cx naca di quegli eventi, alimentata da fede sincera nel consenso degli ci alla politica giulianea * c nella sicura vittoria. Quando poi la mor te fatale porter’ la disperata amatezza della sconfitta, il retore ricon- fermer’ con dignitosa fermezza, pur nella nuova temperie. politica, non certo favorevole all’Ellenismo. Ia libert® della sua scelta di un tempo, poiché, « se egli & morto, la verith tuttavia vive, ben pitt for- te delle molte menzogne » ". Labanio non aveva mat insegutto Ia pro- 2 bile, 15. Che, pure Orr. 1, 30. 15,7. 13 Giuliana actribuisce eperce alla filosotia il suo riscatto ¢ fe sua salverea. Cét. il mio Gintiano, ‘Scere e la filosofia, in Studi tele tarda entwohta In onore di S Cale one, (in corsa, dh stunpe). Uli, sserva, felicemente ‘BROWNING, 0. ey ps 53 «mas con distaste with the cimpiness of the litersry rhetoric of he ‘ime Me had a Sal foci "owas econ apd ie ems veal Hl He al touch philoscphy, a rected the Christisn view of the world, Bet philosophy 4s not something one reads, it is sometbing ene dacs. He needed to be texined in the usctee of philowphy. And’ ke longed to be fated iain. zhe soligus beliefs and tes Gf che pagan adnctents of philosophy .. so he soon tured from the shetorctans to the foncstante 1a profonda stima di Giulio per Lsbanio, t due uomini eroo molto divert, Libaaio aon ayers in procacch di sentero dt Ciano, ma sstcdhe inlosto teatttly com Browne, 9. 6 p. 52 coe up fieddo formalista (f suoi Mayon sercbbero cafattesaatl «by invariable ‘good taste, atcluizm, a Kind of dinicky relineroent.. 1 beolei cas He se Dat a is mesos: alse cla). Cement, Yama con Gi welled son oc Catto pin lee Ia nn 14 Libanio ne stimolaroco la eiflesione sullenismo. Clr, Fesroaiias, 29. 240s B Bev, Lbaoior tLe aie mamicinale 2 éniocbe we 1V* sels apres J.C. Pet 1955 (Gp 196 quello Libano forum pgnesimo ioral politic ) ad ‘few 0 Perewro, come spntendama soprattuto da Funai. Cfe. A. Ro- sr4cas, Gialtano CApostars Saigo ceo con Je opersie. pliicbe iratesie ® commentate, ‘Torino 1820, pp, 833 « Lo vediamo civencare scolar sppzisionato del neoplateniel Eaesio, risa, Matamo; corere dallico allaira alla reser delfalerss pesola esl vero. Aves icouso di qualenea ci grande, i cert, ci defintivo, che vsoveste in Tatil sisidioTasciato dill setiale towio dela Pa e dela erst daa coura = gli Gee, con Ie fee, fe Jace uNGie On, 1, 14 back Ob ehuvats ene Bp. 1430, 1 (noveribre 363) a Temistio. Ia Ep. 1452, defo steso petiodo © sempre m _ _ Ugo Crieuato spettiva della fortuna politica: la sua esaltazione di Giuliano era ali- meniata dalla fede nella navBela., Ta dimora di Giuliano in Antiochia (18 luglio 362-5 matzo 363) forn{ a Libanio Foccasione di alcuni interventi oratori pubblici, in cul Ja sua propria speranza diventa quella dell’umanita tutta, dove si esal- ta la nuova ett dell’oro e si auspica un futuro ancor phi benedetto dagii dei. Giuliano aveva appena impresso una syolta alla sua po. litica, di cui etano testimonianza gli scritei della primavera del 362, Egli credeva ora veramente di essere il diletto ci Flios, di avere otte. puto i cémpito di una missione provvidenzidle ®. Le difficolt con. tribuirono a rendere piti deciso il suo proposito, Tl trattato Sulla Ma. dre degli Dei®, il provyedimento sull’insegnamento™, accanto ad altri indizi che si desumono dalle letzere di quel periodo, dimostrano | pericolosa esaltazione che dominava anima dell'imperatoze, lan. sia della realizzazione della restauratia, fors’anche per un oscuro pre. sagio di morte immatura, Ad Antiochia Pimperatore trovd un ambien. te non facile*. La grande cittd conosceva da tempo la convivenza fra 1c due culture fondamentali, Pellenica e la cristiana, tesa « volte difficile dal carattere dinamico della vasa popalazione ®. Libanio, nel- LEpitafio che comporri qualche anno dopo la morte di Giuliano, fra i 364 & il 365 (= Or. 18), ¢, pitt tardi nell'Autobiografia (= Or. 1), & con Ammiano Marcellino, la fonte pid’ ampia per [a ricostruzione di quei mesi difficili. Nell’ Avtobiografia, scritta in parte nel 374 4 Temisto, ma anche slrove, Libanio lea intendere che per Iai la morte di Gialiago eeFs sepnato le fine dela sper (cf Ep. 1492, 1B eybhac ily Aosline bees breiigg Amazin trig BaSinaves) . ° ‘* Vattesa di Hlzhlo @ in tclaioue alla inminente spelisione persiang, La sicum vite tors sank cionfo dela Hert, Clr, Or. 42,1004. Gennso 369) ceca ayesha Se Faiea ethargy mpoatoxay, oy vo Ue adeat smomadieda, desing deck see {infarc rggolato da wn womo che ag” advod vik dhevtepias aptlunvoe nek oe ae Sinyorsticat i Wuxi viv Seoxetwlay stay java 2 Che. Cons Heras (= Or. 7) 234 de Giuleno ¢ PEllenioma .., cit, 2 Or. 8 (eguinocio di primavera del 362 % Glogno 362. oe Sxgiiiat ¢, Vblleniomo . cit. Che. anche Festuca, 0. o, pp. 6339; Isanmira Besenerni, Gialiano tn Antiochia mePoracone NET di Liban, ¢ Ateneo 39, TOR, pp. 166179. ® Aatiochiacllrien, per mumercsi motivl, « Cialano la possiblird deta verfce della aa reusuratio, Chr. Gialiato © PElleniomo .., ct. B Ghubano steno che Ge Mice yodernay me git ia det, 11, 19s. 13, 22% a, uf Ghanian Gane doce situs done di quella cits erccevia deltOriate. Liban si lagna speso det nol souritrstgt ce rr 23, 26; 35, 11 al) Giuliano eta tuttava in grizcipio ben dinposio weme Atte jit reudere Ia sug capitale (Alsop. 960d toxenavy gap Brie rain tw nal Buvaruoéea), Cir, aache Liban, Or, Id. $25; Prem’ oe * Raalgono a 374 i expp. 1-135 (ed, MavonePorrr, Pasi 1979). 1 succesivi capitol 6 ad oltre dieci anni dagli eventi, quando poteva essergli possibile ua giudizio pit seteno, Libanio informa sulle motivazioni del suo peguo per Giuliano, Al’arrivo dell'imperatote in Antiochia, il retore non s'attendeva una condizione di privilegio ed era suo proposito os- servare il silenzio, pur approvando pienamente Ia restauratio, « cui aveva gil dato entusiastico consenso*. Ma T'imperatore, avvertito della sta presenza nella Iegazione venuta ad incontrarlo”, gli chiese il byog mpscqevntixds (= Or. 13), Libanio accettd (Ep. 736,2 ddhevé us Meyer. xak eimev nagaxdmele) e Porazione resta, ac- canto all Epitafio, la pit notevele testimonianza sulla politica giu- fianea, C’era necessita che in Antiochia, come altrove, fosse ilhumi- nata ed esaltata la nuova politica, intetna ed esterna, ed annunziata la salvezza, che avrebbe presto valicato i confini dell’ectimene greco- romana e satebbe stata offerta, sia pure attraverso Ia guerra, ai vi cini Persiani *, «O imperatore, in una col ripristino del culto del sacro ritorna anche il rispetto pet la retorica, noa solo perché & essa parte non infi- ma di quello, ma anche perché tu sei stato guidato alla venerazione degli dai dalla tetoviea eteeea, Ed era, come io credo, doveroso che essa, che 2 causa dei beni presenti, avesse un posto al vertice del po- tere. I discorsi si presentanc ora acornati come per un trionfo, si con- gratulano con sé stessi e con gli vomini tutti ¢ rinviano Ta lunghewa ad altro tempo, volendo mostzarsi ora a te nella loro hellezza ed agi ith c donare la grazia di Ermes, delle Muse e della tua stessa anima. Tnfatti, se darai il tuo consenso, tutto andra bene » (Or. 13,1s,). Tl comune destino di cultura e religione”, Pattesa salvifica (@xov"), alle tappe in Ionia, a Pergamo ed Efexo, dove « conoscesti un uomo che appariva ed era filosnfo ed ascoltasti le sue dotirine su quelli che hanno generata © conservano tutto questo nostro mondo. Vale gesti allora lo sguarclo alla sublimitl della filosotia e attingesti alla pitt dole delle fonti, avendo scosso Perrore ed infranto, a guisa di leone, le catene. Liberato dalla tenebra conquistasti la verita invece dell'igncranza, il puro in Inogo dell’impuro, gli antichi signori — i nostri déi — in tuogo di chi solo ci recente s'era insinuato in questo nostro mondo »* [ibiders, 121). Ed allora si poté concretamente spe- rare nella rinascita dell’Ellenismo, nella nuova vita dei templi (ibidem, 13: « E gia prima che ti fosse possibile dare il tuo aiuto alla religione, desti segno che, quando i tempi te lo avessero concesso, non avresti trascurato i templi, Piangevi infatti sulle loro rovine, ti affliggevanc i saccheggi di cui crano vittime, soffrivi alla loro violazione. Cost tw devi a quanti ti erano intimi [a possibiliti di vedere, nellafflizione presente, Vaiuto futuro ») e attendere fiduciosi il compiersi della spe- 3 Cb. Bion, 0, ¢, p. 37, Lillasone alle mantica deriva cettameate in Libanio dalla su Sula con Ginliono, Te contesto giamblicheo la mantica aaa 8 una scienza, 0 uba hon, come le elie, ino ux dogo di dio, une virrd inuata del'snima protecica (eft, De anys. TIT 1 Dus Pincus), mandsta dallale, ows od ingonoraea (ee. pore Teli. I olen regere, 131d); essa petmmette Punione ean dia (De myst X 42h Qelng Gis jceer Sleaz4). Git in Plazone la mantin ha un posto di slieve: casa del “deenone (Apal 40 a B aiefice di amicicia fra gf Ab e gill somink (Symp. 188.2); & dono di Apollo (Symp. 197) ® SSpirta da dio (Poesdr. 24d b al) [1 suo cnrsisorncente negutvo © la yonela (magia ste Resp IK 3840 al Cie, anche Greg. Nex, Or. 3 (PG 8, 537), % “Ailssione a Cristo, copica, forse, nel’ Tgwuagaio deglt Eilat. Cis. anche ‘Temist., Or, 23, 295 b dove va EA indicherebhe M1 Ceistimesina). Ugo Crisonoto tanza. Grazie agli di, che avevaao gioito della sua conversione, Giu- ligno & mandato ad Atene, il Inqgo santo degli Elleni (dbidem, 18 «Fosti mandato nelVantichissima, dottissima ¢ beatissima Atene, amore comune degli déi e degli uomini ... ed il tuo guadagno fu anche suadagno per la citt8. Tu la vedesti, ed essa trovd un amico, vi furono impegni non seritti che sempre avresti opetata con benevolenza per Veredit’ di Atena ») e segut poi, dopo nuove aasie, Pinattesa eleva. zione al cesarato, il governo delle Gallie, la condotta valorosa delle guerre, Era, insomma, il segno del progressivo attuarsi del consenso divino, della costante custodia di Atena sul suo deyoto (ibiden, 28; « Giammai ti sarebbe stato possibile fare cid senza Vaiuto di Atena, ‘Tu, fin dal tuo soggiorno in Ateae, avesti la dea compagna del con- siglio ed alleata nelie tue opere »). F le cittd delle Gallie goderono con: cordia e prosperita, riscoprirono la libertA e compenso della pace fu il gano (*hiders, 31). Lentusiasmo delle tmappe e la successive accla. mazione ad augusto (Patigi, febbraio 360) segnarono Pinizio del tem. Po propizio git auspicato, dell’cta benedetta: « Queste cose essi, i soldati, fecero a seconda del loro giudizio, ma erano necessitd e fu. tono ratificate dagli déi con voto occulto. Essi si erano posti al 10 fianco © vegliavano datValto sulle tue baviaglic, Oh!, quella nore santa! Veramente ispitaio malcontento dei soldati e tumnltn pid gioio- 80 di ogni trionto! Oh!, lo scudo beato che si prestd al rito del? sce mazione ¢ a te piti conveniente di ogni altra usuale tribunal ... Elios, che tutto vede ed ascolta, conobbe quante cose noi allora pencavame © quale esito chiedevamo per la nuova guetta, E poiché egli & un dio generoso, concesse molto piti che la nostra speranza » ” ( ibidem, 34 s.). Infatti il dio evitd Jo scontro diretto fra le armate, le guerra civile ed una vittoria dolorosa anche pez i vincitori, restaurd pacificamente la siustizia®. E Libanio pud finalmente elevare il grido della giota, a nome di tutti gli Eleni: « Ora @ certamente il tempo in cul riecce di desiderare df vivere, di sacrificare per un’esistenza phi Kanga! Ora infatti & possibile vivere veramente, quando i venti della felicit’ spi- rano sulla tetra... quaado il faoco & innalzato sugli altati e Peters & pusificato dal sacto fumo! Gli uomini ricevono ora a commensali gli ei ed i d&moni colloguiano con gli uomini. Niente di pid grande pud esservi, a mio giudizio, per le cittd, se anche Zeus stesso scegliesse di governare direttamente le cose di quaggiti, prendendo forma di nemo. Egli userebbe infatti gli stessi metodi da cui ora siamo retti » (ibidem, 3 Libenio seme qui da vicino ta versione givlisnee dei fai in Ad Atbew., 284 0 oo % Si allude all repentina motte di Costtao TT (3 novembre 361) Libanio © Ctaliano _ 2 47), Tanta felicita @ anche frutto della giusta ssaaSele © Libanio stesso pud dire anche sua la vittoria: « Tu hai superato Ta grazia riconosciuta delle mie stesse lettere. Ma in cid comune @ il guadagno: questo bene io Pho seminato, tu lo hai fatto crescere, le cittd ora Io colgono » (ii dent, 52). Che gli déi conservino a lungo la vita del giovane imperatore! (ibidem, 53: « Date, 0 adi salvatori, la vecchiezea ci Nestore all no- stzo signore, dategit a hungo un’eloguenza quale quella di lui, © fight cosf come @ lui e che di tanto possa vincere in anni di regno tutti quelli che kanno imperato sui Romani di quanto li ha vint in virté »). Libanio aveva rizenuto che suo dovere di cultore dei hSyot fosse quello ci annunziate la buona novella del ritorno degli dai (Ep. 697,3: « Cosa di pitt ci si pud aspettare ora che i porti del cielo sono stati aperti all'umanita? ») e cost procurare che la salvezza giulianea, com prensibile nei contenuti e nelle motivazioni solo a pochi iniziati, i fi losofi, divenisse patrimonio, grazie alla retorica, delPumaniti tutta. Infatti compito della retorica & create la generale persuasione, Iaddove Ia filosofia procura Ia conoscenza del sublime”. Egli aveva cteduto fermamente, forse pi di ogni altro del tempo, nella provvidenzialita della missione di Giuliano, aveva fede negli dei « salvatori » e nei se- gai che da essi veuivany dati, aveva nutsiuy fa ceriezea nel buon esito, anche perché non rinsciva a cogliers, dal sno orivzonte scolastico, le reali esigenze dell’epoca. Exa anch’egli contro la storia, ma, a differen- za di Giuliano, senza eroicit’; ed isfatti il suo Giuliano non é elevato alla dimensione dell’eroicit’, almeno di quella che riesci a cogliere Ammiano Marcellino, Libanio non comprese nemmeno I'impoztanza dellostilita dei suoi concittadini al’azione giulianea ¢ volle interve- nite presso di essi per giustificare lo sdegno del sovrano, per adempicre al cdmpito della persuasione ”. Me Ia sua venetazione per Gitliano aveva ad essere riconfermata dopo la tragedia persiana, a trasforma! nella nostalgia di un’etA irripetibile, nella sofferta consapevolezza del fallimento dell’ultima occasione perché il vecchio mondo potesse ti vivere in pienezza, Tl retore meditd per qualche anno il significato del- a morte dell'imperatore, dové anch'egli conoscere le varie interpreta- rioni a cui essa aveva dato luogo, dové anch’egli avvettire, soprattutto nella sua cietd, in gran parte cristiana, 'esultanza per il defiaitivo crol- lo degli d’i. Accettd if lutto e Ia sconfitta, ma riteane suo dovere con 2 Ce. Or 1,30: Cinino (ide) «mie asiame ¢ fuse amu Ie ding, sca ddecdo pitt abe 1a tun intelligerza per Pupzrendimento delle cose eelest, cecrctendo Ta sus lingua # fuise grade olla sca deequetiaione dl neton “© Or. 16, sexta panllelamente ad Or. 1. il néyoe neeaBevunss, ra git in mastia contro Ia Persia. Cer. P. Patzr, RecBercber say ls publica des discours de Liborios, « Historia » 3, 1956, pp. 47958. yamilo Giuliano jon ola difasion Ugo Criscuale fetmate con dignitosa fermesaa la sua fede, ristbilire quella che eg [agneea la verita. Nel 364/365 8 pubblicata la Monodia (= Or. 17), Tanne seguenie composto !Epitafio (= Or. 18), scrtto pili per sé {issse © pechi intimi che per un pubblico che non veta, Ma & certs NOr. 17 che manifesta pis seuto lo sgomento, che registza pid fedel, ‘mente Pangoscia patita per Ja fine della grande speranza HT Tutto he colpito Ta terse vurta goverata dalle leggi romane, Mi fopratturto quanta parte di essa & abitata dagli Elleni, perce que, jit anno avuto maggior coscienza del disustro. Ora non ¢ pid per i miglioni desidetio di vita ®; Vecimene, la parte pid bella delle teens § ciel mare, Veredita di Enea, ha perso di un teatto le sue solide feat damenta. Peiché ali di hanno permesso cid, perché hanne abbacce Hip? uk womo che avrebbero dovuto invece custodite per la sua no. bile anima, la sua piet8, gli incessanti sacifici?. Grande ete site ip Speranza allorché Giuliano aveva lesciato Antiochia per la guetta pen. siene € cis attendevs che le vittoria sarebbe avvenuta mitacolosamente, per opera degli di stessi, che aviebbero colpito dal loto ciclo coc 7 imiai iI nemico. Me essi, gli dti, « tutto confusero, ei privarone ai tui, attirandolo con T'esca come un pesce >, ed egli ebbe fe mene per le mani di un nemico gia vinto % Costanzo, 1 nemico deyli cei e degli Uilent, ebbe lungo regno © morte-naturale (xal ubhig const an Aite Poze) sens egli « che aveva fatto rivivere le sacre legg! el seve fondato il bene in luogo del male, aveva sollevato le vost dimore, 0 an dato via, avendo appena dato alle terta la possibilia df degestare | swoi beni, senza avere il tempo di saziarla » *. Nel gaverno delle Colt cari fla core di Giullano mtimente di Libalo fx dt cipetecione (i Edna phe fz Taluo, pro, in considerate if suiido, season careers pred ie SEBO, €, ot Glalans cs Or. 153). De leans epee ae Rorimie igntneno per Vespleione i ecin ton cui ll tuoro ores eae PO meget (te Epp MD; AMET: MUAH, L2H; 1430), Das tag! poate Page? rearing te (Epp. 12105 1214; 1933), che an excuse la ea! denna i a ack Tomaepg conte temoll Epp, 1307; 1918). De lip. 1128 apprendiane te sake Ot nates anso Lisanio tprese a. shee & GE quanto deta in Or. 43, 47 (prsso supra tradotc), notes Carag, Homo midiiche presto (cr ifr) 1 suo peasiero elle cause dolla, morte di Gieliano, nie, Hick CE, mathe Thenist, Or, 13, 165 be cb BE ixDdacbay tig nat dn Team j_ Costa, Impcopis Gaon Yofat sell analy Sey feats et REE vicordo di aleunl senguestr miele Libanio ¢ Cialiano — at lie, nelle guerre, nella marcia verso Costantinopoli, nel trasferimento ad Antiochia per muovere contro i Persiani, tutta la vicenda di Giu- liano apparve guidate dal consenso divino. A Selinunte I'imperatore aveva sostato presso 1a gran madre degli dei, da cui ebbe segreti mes- saggi®; in Antiochia fu restauratote di giustizia, legislatore ¢ teologo, pellegtino e sactificatore. Questa meravigliosa vicenda fu interrotta dal. a guetta, Sarcbbe stato necessario, alla luce della delusionc, accetta- re in tempo Ie ptoposte di pace del nemico (Or. 17,19 &eu céte, & oidtare, wh dedoacten chy Lecovaiy mea Beiny onovBie te ai roloay nab oxtsEoucuy ols ywotn). Ora invece Ia sua morte & stata una sconfitta per la civilta, una vittoria per i barbati (ibidem, 30: « Ripteadete fiato voi, 0 Celti, danzate voi, o Sciti, clevate il vostro inno di trionfo, o Sauromati! Infranto & il giogo che eta su di voi liberi sono i vostti colli! Questo forse volle significare i tempio di Apollo divorato dal fuoco, Tl dio lasciava la terra che era per conta- minarsi. Questo vollero significare i terremoti che scosseto la terra tutta, nuinzi dello scompiglio ¢ del cisordine che era a venirel » *). Li- hhanio si era fatto lodatore di Giuliano, allorché questi era in vita, ave- ‘wa esetritatn trta la sua eapscita ozatoria, pet non essere da meno al suo cémpito. Altrettanto fara ora che egli morto, pur non avendo pitt speranza (ibidew, 31: « To dunque ora scrivo e scriverd, non fatd in- giustizia col mio silenzio alle sue gesta. Ma alti ascolteranno ora i miei canti, poiché I'artefice delle vittorie & stato sepolto e recisa 2 la bella © forte speranza dell’ectimene»). Ua destino crudele ba ucciso i signore del mondo, ancor giovane e senza eredi, per Ia mano di un oscuro persiano: « Quando ascoltai questa notizia, levai al cielo il mio sguardo, aspettando piogpia mista a sanguc, quale Zeus fece cadere su Sarpedonte. Ma non la vidi. Forse il dio la riversd sul suo cadavere, ma non fu vista Li, in battaglia, fra la polvere ed il sangue della stra. ge » (ibidem, 33). Nell’Epitafio Libanio parla ancéra dell’uccisione di Giuliano in bartaglia, ponendo ora il problema della responsabilita. Nessun nemi- co si atiribuf il merito di quella morte, nonostante che i re petsiano avesse promesso una forte ricompensa alPautore. « Percid noi siamo stati ai nemici, che non reclamarono la gloria di cid che non fecero, © Or. 17, 17, Of. anche Or. 12, 83 Tali, 16 161; Amm. Mare. XXIT 9, 2. ix, anche ffl 4 Ca, Get Sony dl roxio en usage ai bmibtt tae lene gl event dalle 36 ei, 18, 250), Cs Ames Bae KAVE 4,30 Zein 10 96 Nal paso whe dikine Sade Piselo delVsentin del tenpio ci Apollo in Datne (ef supra, ot Uy, of ed pal Mie ayo stesso ia Alsop. S6lb, mcsbcadane la sesponsbiita af Celsant (ima ei Aone XID 15, 1. 14, 3). Cir, Pesroother, 0. 2, p. a Ugo Criscuoo ana ci hanno fornite Ja possibilita di cercare Passassino fta di noi » (Or. 18,274 5.) *. Ea il delitto fu compiuto, secondo Libanio, da quelli @ cul & in odio Ia loro stessa vita », che vivono conto le legyi. Essi farono indotti ad agire perché sopravvivesse Ia loro stessa ingiustinia € per odio contro gli dai venerati e restaurati da Giuliano, Molti an. ai dopo PEpizafio, nel 379, Panziano setore ripigliexa caparbiamente Ia questione, chiedendo al cristianissimo ‘Teodosio che foste {atta giue stizia per Passassinio di Giuliano (= Or. 24) ®, Questa orazione & fon, se Ia testimonianza pit efficace dellatteggiamento libaniano verso il uo tempo, della sua chiusura alla realta, della sua patetica fede negli fei. Gli oxacoli — epli sostiene — sono motti e gli di non coma. fano pl con gli uomini, non illuminano col toro consigtio quelli che hanno responsabilita di governo, La ricerca dell’utile @ di conseguenca affidata ai ragionamenti umani, Quasi a colmare il silensio degi di, Libanio di ora, i loro vece, Poracolo, Ul discrimen dell'Tapero, Is {ragica morte di Valente, persecutore degli Elleni, nella baztaplia di Adrianepoli*, hanno Ia loro origine nel sangue versato di Givliano, Quel misfatto & resiato invendicato dagli oscuri sovrani a lui seguit, nonostante vari segui dellisa divina, Bisogaa ota sciogliere la cause del male, Se & fata ginstisia anche di delite di minor silo, perche non vendicare il migliore degli uomini? (Or. 24,27 xi 8 diplortes sty dobudiy 08 cyuefioney;). « Cost fo oggi a voi mi presento, in ap. Parenza pet dare i mio aiuto a Giuliano, nei fatti per aiutare voli ivi, Punendo il suo assassinio, non potrete restiuirgli la vita, ma po- trete alla fine salvate voi stessi » (ibidens, 28). Gli dai hanno a cuore il destino degli uomini, anche quando morti (bidem, 34), od ors « is enso che gli déi sovente nelle loro adunanze parlino di’ cid che eeli bbe a softrite, della sua sventura anche dopo Ia morte, manifesting il Toto sdegno e si esortino a vicenda perché sia fata giustizia » (idem, 35). Se Zeus ebbe pieta di Ettore, perché compiva saaificl, ¢ fu ace sato da Atena delle peregtinazioni di Odisseo, uomo pio, « che cosa 8 da atsendersi che essi, gli déi, possano dite di un uomo che in diee anni ha offerto pid sactifici di tucti gli altzi Elleni messi assicme? © nan, R220, 79 (263) Lihanio aera di essen informato sulle cmypagna di Persia SatcabOhe dl Chala da asuntredoc, Cs, anche Ep. 1434 a Hague a Ber wson Go ‘sel spews Seleuco a compar Ia soda del rent Atm, tae, XV SOO Gaede a voce che attribuiva la responsabiiid al Cisiani, non setee sare Cede Sat Aee; Or 3, 12. (PG 35, 677 ai allude slmifcativamence al protease wee SEG fu cote te es eg rye do lla eks So ead rns amen, heme Or. 18, 275. cone PHS, eles, ese 2 invece, per peice inti, destinatn a Teodot, soccessore i. Valente © Chi. On 24, 4. Cie. Amm. Marc, XXX 13, 12, Libesia @ Gialiano 8 (ibidem). Giuliano infatti ® stato autore di grandi doni (#bidene, 39 catco Tyiy Sioa "Toukuaved), la sua vita fu dedicata allo zelum rei publicae, alla pietas verso gli d&i, Colloquid con i démoni in numerose occasion’, respinse Ia nube che velava molte persone ¢ tutti avecbhe dh essa liberati, se non fosse stato ueciso (ibidem, 36). Egli @ ora ve- ramente a cuore agli déi ed ogni sovrano ha il dovere della gratitudine e della devozione per la sua memoria (ibidem, 37 s.). Questo del 379 non fu l'ultimo intervento di Libanio in difesa della memoria di Giuliano. Nel 386, ormai al tramonto della sua vita, Yostinato Elleno chiedera, ed ancéra a Teodosio, di salvare quanto si potesse dell’opera di quell’imperatore, di operare perché venisse 1i- spettato il diritto degli Elleni superstiti a custodire la loro antica ci- vilti, ad adorare i loro d&i ¢ a mantenere integti i templi secolazi ", Ed il ricordo di Giuliano torna straggente ancéra una volta: egli fu Vimperatore dotato di ogni virté, veramente degno di elogi (« La vita di un imperatote deve essere tale che egli viva andra dopo la morte, in virtd degli clogi ... Egli avrebbe vinto i Persiani, se i tradimenti non Jo avessero arrestato! Purtuttavia 2 grande anche da morto! Come Achille morf per inganno, come Achille @ celebrato per le gesta che ‘compt prima di morire ... anch’egli scelse con coraggio la gloria al prez zo della vita ... Tale era Pimperatore che restitut i templi agli dai, com piendo imprese piti grandi delloblic, perché egli stesso era pitt grande dell’oblio » 8), che non perseguits mai a mezzo dei suoi soldati quei sudditi che erano contrari alle sue credenze religiose “. Questa tarda orazione di Libanio, scritta quando la nuova teligione, i ‘ Galilei ’, ave- va gid celebrato il definitivo trionfo e della restauratio ellenica non sestava che il pallido ricordo, assurge a nobile epicedio della bella spe- zanza. Libanio era stato l’unico fra gli Elleni che aveva scelto di custo- dire e difendere la memoria di Giuliano oltre la morte. Negli anni in cui Libanio meditava ancéra sulla morte di Giuliano alla disperata ricerca di un colpevcle fra i ‘ Galilei’ e chiedeva con patetica dignita a Teodosio di salvare i templi, Ammiano Marcellino, Jo storico a cui solo conveniva vestire « l’abito di Tacito » si portava a Roma (citca 385) « per parlare al pubblico latino male informato di Giuliano PApostata, il piti grande e il piti greco degli imperatori re- centi » *. A Roma, nel cuore delle memoric ¢ della civilt& del mondo 3 OF. 30, Cis. Lmao, In diese det teal, a cu Al R, Romano, Napa 1982 (iste sly canine & pp. 1728). = 3 Or, 20, dO. na Romano, 6 ¢, pp. 318) 2 Toten, 34 (and. Roatao, 0.6, P38) 2B, Bows, monde todoanfieo, Tow 1974 (tad, ic) 9. 9, Sul vai probleat svtinaed, che’ non 2"Hcso df afzocare i, Tudo ai Cou” studi ci 'W. ENSSLIN Crtenolo antico, fra gli uomini dellaristcerazia senatoria teaacemente legati ai mores volgenti inesorabilmente al tramonto, il soldato greco di Antic. chia pene'r® con maggiore intellizenza quel breve repno che egli stesso, negli anni giovani, aveva vissuto con attenzione e speranza, Gluliane aveva realizzato, pur fra exrori ¢ coutraddizioni, la pit alta esperienen di regno, dopo quelle di Tito, Trsiano, Antonino e Mateo, sopratiut, to ora che Ammiano aveva anch'egli poruto conoscere il suo Tiberio ¢ i suo Nerone in Valentiniano ed in Valente, il cui torbido regno, agicamente chiuso sul campo di Adrfanopoli (378), pone fine alle Rex Gestae, ma non alla speranza nel destino di Rots, vistura ain, mento numinis divini (Aram. Macc. XXVT 1,14). Tl Blog ammianco cy Giuliano non trascura it muiliew culturale che certamente aveva dato impulso e vigore alle scelte politiche: gli Elleni erano intattl in attese della palingenesi salvifica © Giuliano stesso era convinto, per la mt dltazione anche della sua prodigiosa ascesa, di poter estere if salvatons, Evacstimabatur .. ut ipse dicebat assidue vetus ila iusttia .,insperante ¢o reversa ad terras (KXIL 10,6); ipse aiebat, vetus ila justitia, quam offensamn vitis bominum Aratus extollit in coelum, eo imperante re disse rursis ad terras (XXV 4,19): Pansia di tiscatto era ote acutamon, te avvertita dagli Flleni dopo'la pass Conseuntiniuma ed Il rego it Con stanzo, Libanio stesso ne eta stato testimone © partecipe”. Di ca Ammiano, torse post res, Temistio di certo in fier, avevan saputo co. gliete Ia peticolosa degenernzione integralista, che avrebbe potuto alla fine, generando una teazione contratia, minacciare la soli. seen dell'T:apero ®. Ammiano infatti, come & noto, non manea di condamare aspramente alcuni provvedimenti di Giuliano, cosi Teditto sullinee, gnamento, ixclemens, obruendum perenni silentio (XXII 10,7)", ma (Kilo » Bl. 16 1923), di, B, Pan (Mano 1934, 1996) « a yi een dl. Cuave, fees Mencia emai dex cours cull, et igeer 91 fy Ge Wee Por EA duns, The Bicol Work of Anita erin cost eate Rowan Slaten at Destlrgtbanse und Coatings der inca Meno Boon 1976; G. Sannicr, La metbode drain Mali Rechacher nats tein, de icons bitorique det et Rap Gasiae, Pat 1978, Salfrpee cae «eS eme Giuliano, ef pailae A, “Sates, ‘Laterlancue. serene ya, gH Gite le ciate dh Dale more Catone, SMe te ake ERG 4 ogee le eS he ons Goalie Tigue e'Uet, Latina» 1, 1989, 70; Gistiono PApostata tale Stirs of mp Rot 1b Sot ebhe date PRT TAY Clans Papo Buerta persian, ce. To, Fediteniote deltesecito dt Procopo © Sebasiano secondo: Ammisun VERT SS pe Ei fer Armen « rovst deli sedcone df Galore epeie' Weke ee 1975, . "Amu, Mate YE 1, 4 # Cir, p. er Libany' OF, 13, 14 Shiv Eouiete feng 3 eB sal che St aE gl fae Ip Ube, at at ema (Or iB teneva i hey e i lod, Gr §. Pricoon, Vedio di Ctra sub rae (C. The 1, 3, 3), e Orphans 1 oe og Ris ire Libasia @ Giana = soprattutto Vinvoluzione manifestata nel periodo antiocheno, Ia ca- parbia, quasi fanciullesca ostinazione di importe ad ogni costo la sta restanratio, che determind anche in lui, il pio, lantica colpa della tere {XXIL 9,1 at prosperis Tulianus clatior ultra homines iam spirabat). Ed & proprio codesta scrupolosa attenzione a cogliere gli errori e le con- traddizioni di una politica, in cui certamente lo storico stesso aveva al- ora creduto, in una con l'ammiraione e Paffetto mai smentiti per Pautore, la picta per il suo destino di biotbanatos * (ma ci sembta av- vertize dalle ultime pagine ammiznee su Giuliano, e soprattutto dal raccouto della socratica agonia [XXV 3,15-23], che Ia morte precoce fosse il necessario destino, la conditio optima per cui Giviiano stesso potesse recuperare Ia sua vera dimensione di ‘ contemplativo ”) a con: cedere ad Ammiano di cogliete l'unica possibile interpretazione di Giu- iano, Peroicitd come Ia sola dimensione che potesse dare una spiega- zione al Ouipa. della sua intera vicenda, Vir profecto heroicis connume- randus ingeniis (RXV 4,1); videtur enim lex quaedane vite melioris bunc invenern a nobilibus cunis ad usque spiritume comitata supremum (XVI 1,4); non era stato forse Giuliano stesso a vivendicace implicisa- mente a sé Vessere ere (Contra Galilaeos 229e med)ay piv yh, moby 8 inehOdv Uédaccay xal cols oavels typrstde), ad al Jermare orgogliosamente in Misopogor il suo essere diverso dagli uo- mini del suo tempo? I mesi di Giuliano in Antiochia avevan permesso, ad Ammiano come a Libanio, di seguire direttamente Pazione imperiale, di veri- ficare Yenorme difficolta che la restauratio ellenica incontrava, il ri- fiuto di gran parte degli Antiocheni alla nuova politica, alla iden- tificazione di tutto, anche dei 2.621, con i tepé.. Giuliano stesso era cosciente di agire in un contesto molto difficile, spesso ostile irrime- diabilmente ®, © aveva potuto constatate, nel corso del suo viaggio da Costantinopoli ad Antiochia, come il suo Ellenismo resultasse incom- preso anche in altri ambienti. A ‘Tiana di Cappadocia egli non aveva incontrato un solo womo vetamente Ellen, poiché tutti non sapevano © si erano riffutati di sactificare agli dai“, Libanio, di fronte a codesta teazione di rigetto, non sa fare altro che lamentarsi, trovare una con- ferma di quanto aveva occasione di affermare in un’epistola (1340,1) sui Méyor ouSnpot del suo tempo, di interrogarsi, ma senza V’intelli- genza del dubbio, sul perché gli c&i abbiano potato abbendonare i Toro protetto. Ammiano invece indaga sulle cause del fallimento, coglie 2 Tim I priucpalt motivi del Blog ammianeo. Cf. XV 8, 17 XK 5, 10 XRV 2, 36 ® Chr. Giuliano e FBilenismo wn cits 4 Ge Ep 78, 315 & 8% Use Criscuate a fondo gli errori di GiuTtano, anche nel campo, non ceztamente ideo- logico, della politica inflazionistica messa in atto in Antiochia, per far Gonte alla carestia, © di eni Giulizno stesso mena vanto in Misopagon 769 ab (XXIE 14,1 Inter praccipua tamen et seria illud agere super Haun videbatur, quod, nulla probabili ratione suscepta, popularitatis amore vilitati studebat venalinm rerum, quae non numquam seeus quam convenit ordinata inopiam gignere solet et famem), Ma ® acl tiferire ci che gli Antiocheni osservavano sul comportamento in ge- netale di Giuliano, senza peraliro manifestare una sua propria diseo. cisvione, che Ammiano esercita la sua critica pii feconda, L’impeta- tore, superstitiosus magis quam sacrorume legitinus observator (SXV 41), venta deriso st Cercops, homo brevis, bumeros extentans ung Gos ct barbam prae se ferens bircinam, grandiague incedens tamaquarn Oti frater et Epbialtis, quorum proceritatem Homerus in inmensum tollit, itidemgue victimarius pro sacricola dicebatur ud crebriteten bostiarum alludentibus multis, et culpabatur bine opportune, cum ostentationis gratia vebens licenter pro sacerdotibus sacra, stipatucgue (matiercults litabat (XXII 14,3), poiché innumeros sine parsimonia pe. cudes mactans, ut aestimaretur, sirevertisset de Parthie, hrwns jam dof furos, Marci dttus similis Caesaris, in quem id accipimus dictum o Biss of Mevnsl Méprw Kaloupy yoseew. dv néhiv vuchons, Samsec dew hépeda (XV 4,17), Giuliano stesso (Ep. 26,413 ¢) pork Yanto in una lettera a Massimo oi Efeso, certo il principale ispitatore ella sua degenerazione zeligiosa, dei sactifici: « Abbiamo offerto ia grazie agli dei innumerevoli eestombi. Essi mi ordinano di tutto puri ficare per quanto possibile ed io obbedisco ad essi con buona veloc Essi mi dicono che grande sara il raccol:o delle mie fatiche, se ron tal leati per pigrizia la mia devozione ». Libanio aneéra una volta si Tt rita a fare da eco alle affermaazioni del suo imperatote. Tn Or, 18,170 ¢ cali esalta gli austeri costumi di Giuliano in Antiochia, pur amteetten. do, fecendo certamente spazio alle ctitiche, che furono impiegate moh te risotse nei saczfici cruenti per la guerra persiana (170 ep! cauviyy Gir onoubliy obx devotua, motcoy avmdtcas iyo), ma teplican. dlo immediatamente, in riferimento cetto alle idee affermate in Aliso, Pogon, che era questo ‘ acto’ dispendio di molto piti locevole che Guello consueto per offtire al pepolo dannosi divertimenti biden reel <4 OLorepa: ual cobg thabyoue nal Eace ceraipiyeundvore amar, Tac Onelois). La pleas dell'imperatore non conoscevs riposo, egli sapeva onorare le diverse divinita (« Pan, Emmes, Tside e ogni, altra singolarmente ») nei diversi giorni ad esse consacrati, anche een last nenza dai cibi (171 éxéaen ovzluy), che tollerava con givia (ihidem Libenio ¢ Gian ” tig othtw nobhig davclag uct ABoviig tiverxe Veoig ouvehy; ®): elt meritava certamente la giusta ricompensa dapli dti. Giuliano, per la sua OeogéBera segnata principalmente dal molto sangue delle vittime versato incessantemente (Or. 17,4, supra citata), avrebbe potuto ¢ do- vato sperare nella vittoria, anche senza il supporto di un grande eser- cito (ibidem, 5 ERX Exo dup" arov vole Deals, Siyay orparsuty neya Syvauévny, d00ele toig Evavelong elect yeréaBar yynveds). Gli di non potevano ora aver dimeaticato i sacrifici goduti e avrebbe- ro manifestato Ie loro sollecitudine per il pbevng offeso dallingiusti- zia anche dopo Ia morte ®. Libanio insomma non tiescf mai ad elovare Ja sua testimonianza su Giuliano dalla cronaca alla storia. Use CxiscvoLo ©0890 & Sulla praia slisions di Gioliano i Anvachia eff sol iso fasschi_ informa ‘efficacemente anche |'Antiocheno ¢ discepolo di Libanio Giovanni Crisoscomo, De 5. Babyl. fonta Tuli, 17 (PG 5, 342), per eal Temperate st secre, vabments eompiagno, Peel sen ee le et ee mee (ae. tis Nate RIE La 3p it) £2 opal sor i gente toregevele» (an prova del popularetir

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