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RELAZIONE DI TOPOGRAFIA
INDICE.
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ARGOMENTO.
INTRODUZIONE, CENNI STORICI.
CENNI STORICI.
STUDIO E VALUTAZIONE DELLIMPATTO AMBIENTALE,
LEGISLAZIONE COMUNITARIA E NAZIONALE.
METODOLOGIE DI STUDIO DELLIMPATTO AMBIENTALE.
ANALISI DEL TRAFFICO.
STUDIO DEL TRACCIATO, PROFILO LONGITUDINALE.
SEZIONI TRASVERSALI.
PIANO DI OCCUPAZIONE.
RELAZIONE DI TOPOGRAFIA
INTRODUZIONE.
Il luogo interessato dalla realizzazione dellopera quello nelle vicinanze della cittadina di
Gallio (VI), nel territorio comunale della Valle dellAstico. La planimetria, di cui si dispone,
rappresentata da una serie di isoipse (linee i cui punti hanno quota costante) aventi un
dislivello (equidistanza) di 1 m luna dallaltra. La strada oggetto della progettazione del
VI tipo nel rispetto delle norme dettate dal C.N.R., quindi abbiamo una larghezza totale di
8 m (4 m per carreggiata), e una velocit di progetto pari a 40-60 km/h. Tale relazione
oltre a dare dei riferimenti di natura prettamente tecnica per quanto concerne il progetto
stradale, fornisce degli elementi di natura generale sulla storia della strada, e soprattutto
delinea i principali procedimenti per la valutazione dellimpatto ambientale che una simile
opera potrebbe provocare sullambiente. Dopo di che si passa allesposizione di tutti quei
problemi che possono scaturire da una tale progettazione, primo fra tutti lo studio del
traffico nelle sue linee guida. Ed infine si arriva allesposizione di tutte quelle parti
puramente tecniche che riguardano il progetto stradale: lo studio del tracciato, il profilo
longitudinale, le sezioni trasversali ed infine il piano di occupazione.
CENNI STORICI.
Lorigine della strada si perde nelle radici stesse della civilt mediterranea ed
intimamente legata allinvenzione della ruota. Sicuramente le prime vie di comunicazione
furono fluviali o marittime; soltanto in un secondo tempo, quando si infittirono i rapporti
tra popoli e aggregati diversi, vennero creati dei collegamenti terrestri.
Le prime reti viarie ,di notevoli dimensioni ,furono quelle romane, create per agevolare il
controllo e la sorveglianza del vasto impero.
armonioso delle attivit economiche e condizioni equilibrate di vita alle popolazioni della
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Comunit. La direttiva precisa, inoltre, che la valutazione deve avere per oggetto gli
effetti che le opere progettate hanno sui fattori costituenti lambiente, ossia su luomo, la
fauna e la flora, il suolo, lacqua, laria, i fattori climatici e il paesaggio, linterrelazione tra i
suddetti fattori, i beni materiali e il patrimonio culturale. La direttiva dispone limmediata
applicazione della VIA solo ai singoli progetti di opere pubbliche e private di rilevante
incidenza ambientale. La direttiva indica inoltre le opere i cui progetti sono da sottoporre
alla VIA solo se gli Stati membri lo ritengono opportuno, in base alla natura delle opere
stesse, alla loro dimensione e alla loro collocazione nel territorio. La direttiva prevede che
lo SIA di un progetto sia fatto dal proponente dellopera, ossia il soggetto privato che ne
chiede lautorizzazione o dallEnte Pubblico che ne assume liniziativa. In Italia, prima della
direttiva europea, esistevano gi delle leggi in materia ambientale ma listituzione di una
procedura vera e propria di valutazione a livello nazionale avvenuta prima, attraverso la
legge 349/88, e successivamente integrata con due decreti del presidente del consiglio dei
ministri. Questi decreti dettano norme generali e integrative utili per la redazione della VIA
da parte dei tecnici incaricati. Inoltre stata istituita la Commissione per le valutazioni
dellimpatto ambientali operante presso il Ministero dellAmbiente che controlla sotto ogni
aspetto la compatibilit dellopera. Liter da seguire per lapprovazione del progetto si
divide nella fase di presentazione e in quella di giudicazione. Il proponente deva
consegnare il progetto, lo SIA, sintesi non tecnica ma illustrativa del progetto, la
documentazione che provi la pubblicazione contenente tutte le caratteristiche di interesse
per la comunit, la dichiarazione giurata dellesattezza della documentazione presentata.
La Commissione ha 90 giorni, prorogabili di altri 90, per la fase istruttoria di controllo della
correttezza del progetto e per eventuale richiesta studi integrativi, la commissione si
esprime con parere favorevole, sospensivo con richiesta di modifiche o contrario. Al
termine di 180 giorni dalla presentazione, senza che la commissione abbia espresso
giudizio, lopera viene considerata idonea.
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9Matrici
Una matrice , in generale, una tabella a doppia entrata, con la quale possibile
evidenziare le relazioni esistenti fra due gruppi di dati. Nello SIA si usano matrici in cui
nella colonna verticale si riportano tutte le componenti ambientali suscettibili dinfluenza di
modificazione, e nella fila orizzontale tutte le azioni derivanti dallopera in progetto capaci
di indurre modificazioni su una o pi delle componenti stesse. Ne risulta un quadro che
presenta tante caselle dintersezione quante sono le possibili combinazioni fra componenti
ambientali e azioni considerate.
9Grafi
Un grafo , in generale, una rete di linee orientate (frecce), le quali individuano la
concatenazione delle sequenze causa-effetto che, a partire dagli eventi scatenati,
generano un certo risultato finale. In uno SIA, un grafo ha come punto di partenza le
azioni connesse alla realizzazione dellopera in progetto. Da tali punti si diramano frecce
che indicano gli effetti delle azioni dellopera sulle componenti ambientali direttamente
influenzate (impatti primari); dalle componenti ambientali direttamente influenzate si
diramano frecce che indicano gli effetti delle loro modificazioni su altre componenti
ambientali (impatti secondari), e cos via.
RELAZIONE TECNICA.
STUDIO DEL TRACCIATO.
Lo studio del tracciato planimetrico rappresenta, sicuramente, una parte molto importante
nella progettazione di un tronco stradale. Infatti, in questa fase che si tiene conto
dellorografia e della vegetazione del territorio, della presenza di corsi dacqua e di
manufatti. Considerata la zona collinare, dove verr realizzata la nuova via di
comunicazione, si deve valutare attentamente, anche, laspetto altimetrico, per evitare di
superare la pendenza longitudinale massima, che nel nostro caso dell7,5%. Dovranno,
quindi, essere rispettati i seguenti requisiti:
le pendenze della strada devono essere minori o uguali al valore massimo prefissato;
le pendenze non devono subire sensibili variazioni lungo il tracciato.
Per soddisfare tali requisiti ci si basati sulla planimetria, che consente di avere
unimmediata visione dinsieme dellandamento altimetrico del territorio che la nuova
strada dovr attraversare.
Nella realizzazione del tracciato si cercato, inoltre, di evitare quelle zone dove le curve di
livello fossero molto vicine, perch l vi sarebbero stati sicuramente tratti ad elevata
pendenza.
Poich il dislivello tra due ipotetici punti A e B da collegare sarebbe uguale
AB=QB-QA
si dovrebbe costruire una strada con una lunghezza minima di
Lmin = AB /pmax
Il tracciato definitivo, per, potrebbe risultare leggermente pi corto del tracciolino, si
preferisce, quindi, realizzare questultimo con una pendenza inferiore (togliendo il 10-15%)
alfine di garantire le condizioni precedentemente esposte.
Il disegno del tracciolino stato eseguito considerando che esso si sviluppa superando il
dislivello esistente tra una isoipsa e la successiva con pendenza costante pari a pmax15% . Risulta
d = e / (pmax (pmaxx0,15) = 15,686 m
dove
d la lunghezza dei tratti che compongono il tracciolino tra due isoipse
e lequidistanza, cio il dislivello tra due isoipse.
Scelto il tracciolino, che risponde al meglio alle esigenze del futuro tronco stradale, lo si
sostituito con una poligonale dasse che consiste in tratti rettilinei che approssimano
landamento planimetrico dei tratti del tracciolino, successivamente raccordati con
opportune curve. La poligonale dasse rappresenta lasse definitivo della strada.
PROFILO LONGITUDINALE.
Una volta definito il tracciato planimetrico della strada si deve progettare anche
landamento altimetrico della strada stessa, che non pu certamente seguire quello del
terreno a causa delle continue variazioni di pendenza che ne risulterebbero. Si proceduto
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SEZIONI TRASVERSALI.
Le sezioni sono state disegnate in scala 1:100, e come se fossero viste da un ipotetico
osservatore che percorre la strada a ritroso.
Sulle tracce delle sezioni indicate in planimetria si individuano due punti, posti a una certa
distanza dallasse, dei quali si determina la quota. Tali punti sono stati riportati assumendo
una linea di riferimento posta a quota opportuna e sono stati congiunti con il punto in
corrispondenza dellasse, la cui quota stata calcolata per il tracciamento del profilo
longitudinale. Per questo calcolo si considerata uniforme la pendenza del terreno lungo
le linee di massima pendenza, e la linea della traccia delle sezioni che risulta irregolare
stata approssimata con una spezzata.
Sono state considerate le scarpate con pendenza di 1:1 fino ad intercettare il terreno per
le sezioni in trincea e di 3:2 fino ad intercettare il terreno nel caso delle sezioni in rilevato,
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dove il terreo ha minor consistenza. Le cunette sono state dimensionate con una larghezza
di 80 cm e una profondit di 20 cm.
Delle 20 sezioni solo la prima e la seconda sono miste, mentre tutte le altre sono di sterro.
Le parti di sterro sono state indicate in giallo, mentre quelle di riporto sono state indicate
con un riempimento di colore rosso.
Con uno spessore maggiore stato indicato il profilo stradale, mentre con uno spessore
minore stato indicato il profilo del terreno. Per ogni sezione sono state indicate le quote
di terreno, di progetto, le distanze del terreno e le distanze di progetto.
PIANO DI OCCUPAZIONE.
Nel grafico delle zone di occupazione sono state riportate in ascissa (in scala 1:250) le
varie sezioni disposte secondo la distanza progressiva lungo lasse stradale rettificato e in
ordinata (in scala 1:100) la larghezza di occupazione del solido stradale.
E stato cos possibile determinare la quantit di terreno che dovr essere soggetta ad
esproprio (anche se dovr essere considerata un ulteriore fascia a ridosso dei cigli di
scarpata per la possibilit di realizzare ampliamenti della sede stradale, costruzione dei
fossi di guardia, passaggi per il personale addetto alla manutenzione e per rettificare il
profilo irregolare).
Il diagramma stato eseguito considerando che in ogni sezione si pu ricavare la zona di
occupazione, data dalla distanza dallasse dei cigli delle scarpate. Se due sezioni sono
ambedue di sterro o di riporto si semplicemente congiunto gli estremi delle sezioni
stesse per ottenere la zona in quel tratto, altrimenti si determinato il punto di passaggio
ottenuto ribaltando in corrispondenza dei rispettivi cigli le quote rosse, unendo i due
estremi e ottenendo sullintersezione dei cigli il punto cercato.
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