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Storia e storiografia della musica

Tesina di Federico Passaro:

Farinelli
e la negazione della donna

Nasce il soprano.
Nacque ad Andria (allora nel Regno di Napoli)nel 1705, in una famiglia agiata della
noblesse de robe locale; il padre Salvatore, che ricopriva cariche amministrative feudali,
fu un grande appassionato di musica e volle indirizzare entrambi i figli a professioni del
settore, facendo studiare Riccardo, il maggiore, da compositore e Carlo da cantante. Fu
il fratello Riccardo a volere per Carlo la castrazione, eseguita poco dopo la morte del
padre, avvenuta nel 1717.
Il giovane fu mandato a Napoli, per studiare canto con Niccol Porpora che cur
l'affinamento del suo naturale talento di soprano. In effetti la sua tessitura vocale
potrebbe pi correttamente essere definita di mezzosopranista molto esteso, sia verso il
basso, fino a tessiture da contralto profondo (Vinci gli fa toccare il do2, nota tenebrosa
per una voce bianca), sia verso l'alto dove arrivava, nei vocalizzi, a toccare il do5, nota
da sopranista effettivo.

Gli anni di studio.


Il corso di studio durava in media sei anni. Porpora insisteva molto sulla precisione
dell'intonazione, nel solfeggio, sulla capacit di variare il ritmo, di dominare variazioni
e abbellimenti improvvisi sui quali si esaltava o frantumava l'abilit del virtuoso.
Secondo l'esperienza di Caffarelli l'impegno di studio giornaliero era cos suddiviso:
Mattina
Un'ora di passaggi di difficile esecuzione
Un'ora di lettere
Un'ora di esercizi di canto davanti allo specchio per apprendere i vantaggi della
parsimonia e i rischi dell'abbondanza nei gesti e nelle espressioni da fare in scena
Pomeriggio
Mezz'ora di teoria musicale
Mezz'ora di contrappunto improvvisato su cantus firmus
Un'ora di lettura dei libretti che gli allievi avrebbero in seguito intonati
Infine esercizi di respirazione. (Petto e polmoni si sviluppavano normalmente nei
castrati e gli esercizi respiratori portavano quegli organi a dimensioni eccezionali; il
risultato era quello di ottenere una grande potenza sonora, quasi surreale rispetto al
timbro di voce, ed una lunghezza di fiati spropositata rispetto agli standard moderni).

Il debutto
Il suo debutto avvenne a Napoli, nel 1720, nella serenata Angelica e Medoro (del
Porpora), al fianco di Marianna Benti Bulgarelli, detta la Romanina, di Domenico Gizzi,
Musico Soprano della Real Cappella e del Contralto Francesco Vitale, in una soire in
onore dell'Imperatrice d'Austria. Il libretto era la prima prova teatrale di Pietro
Metastasio, che strinse col Broschi un'amicizia che durer per tutta la vita.

Una vita in viaggio.

Cant, negli anni successivi, a Roma, Vienna, Venezia, Milano, Bologna.


Nel 1734, Carlo Broschi si trasfer a Londra e cant presso l'Opera della Nobilt al
Lincoln's Inn Fields, che era diretta da Porpora e vedeva Francesco Bernardi, detto il
Senesino, come cantante principale. La sua fama era immensa, e i proventi che ottenne
durante i tre anni in cui soggiorn in Inghilterra superavano le 5.000 sterline. Questi
anni, che segnano l'apice della sua gloria come artista di scena, furono gli anni della
cocente rivalit tra i due gruppi teatrali residenti a Londra, da una parte quello di Georg
Friedrich Hndel, sostenuto dal re Giorgio II, e dall'altra parte quello di Porpora,
sostenuto dal Principe di Galles e dalla nobilt.
Nel 1737, senza dubbio stanco delle incessanti acredini che opponevano i due gruppi
teatrali, Farinelli accett l'invito che aveva appena ricevuto da Elisabetta Farnese,
moglie di Filippo V di Spagna. Durante il viaggio dovette passare per la Francia, e l
cant per Luigi XV. Il re spagnolo, che soffriva di nevrastenia e melanconia, aveva di
fatto abbandonato la vita pubblica, disinteressandosi degli affari di Stato e manifestava
segni di incipiente follia. La regina Elisabetta invit quindi Farinelli ad esibirsi davanti
al marito, nella speranza che la sua voce prodigiosa potesse risvegliarlo dalla grave
apatia. La voce di Farinelli fece un tale effetto sul malinconico Filippo V, che
quest'ultimo non volle pi separarsi dal cantante. La "terapia" quotidiana consisteva nel
far cantare al castrato ogni sera sempre le stesse otto o nove arie, di cui la prima era
"Pallido il sole", dall'Artaserse di Johann Adolf Hasse da una stanza diversa da quella
del sovrano: le prime volte dalla stanza pi lontana e via via sempre pi vicino fino ad
arrivare giusto dietro la porta. Il cantante riusc a far uscire di sua spontanea volont il
sofferente Filippo, a farlo lavare e radere. Il re gli fece promettere di restare alla corte di
Spagna, corrispondendogli uno stipendio di 2000 ducati, con l'unica richiesta di non
cantare pi in pubblico.
Morto Filippo V nel 1746, sale al trono Ferdinando VI fino al 1759. In questi anni di
regno, la permanenza di Farinelli, si rivela particolarmente interessante, per la qualit
musicale della corte: da Maria Barbara di Braganza a Domenico Scarlatti.
Maria Barbara di Braganza
Maria Barbara di Braganza (Maria Madalena Brbara Xavier Leonor Teresa Antnia Josefa; Lisbona, 4
dicembre 1711 Aranjuez, 27 agosto 1758) fu una principessa portoghese, primogenita di Giovanni V del
Portogallo e di sua moglie Maria Anna arciduchessa d'Austria. I suoi genitori si sposarono nel 1708, ma
per i tre anni successivi non ebbero figli: il re fece un voto secondo cui se avesse avuto un erede avrebbe
edificato un grande convento. Il 4 dicembre 1711 nacque una infanta e per questo venne costruito il
convento di Mafra. Rimase erede presuntiva al trono per due anni, quando sua madre partor un maschio,
Pietro. Questi mor all'et di due anni, ma intanto era nato un altro maschio, Giuseppe. Bench Barbara
non fu mai pi erede presuntiva, pass gran parte della sua vita come seconda in linea di successione
dinastica. La principessa venne battezzata come Maria Madalena Brbara Xavier Leonor Teresa Antnia
Josefa, nomi che onoravano vari santi e parenti, ma venne sempre chiamata Barbara o Maria Barbara,
nome mai impiegato prima nella famiglia reale portoghese, ma dato in onore alla santa titolare del giorno
in cui era nata. Fu educata in modo consono al suo rango e mostr amore per la musica, materia in cui
ebbe come maestro Domenico Scarlatti, famoso suonatore di clavicembalo e compositore, dai nove o
dieci anni d'et. Nel 1729 all'et di diciotto anni spos il futuro Ferdinando VI di Spagna di due anni pi

giovane. Scarlatti la segu a Madrid e rimase con lei, componendo centinaia di sonate per clavicembalo
per lei. Barbara, che soffr di una grave forma d'asma per la maggior parte della sua vita, mor ad
Aranjuez, in Spagna, nel 1758, anche a causa del suo peso eccessivo.

La solitudine e la morte.
Morta Maria Barbara, e successivamente Ferdinando VI, nello stesso 1759 il Farinelli si
ritir a Bologna, dove termin la sua esistenza nella sontuosa villa che aveva fatto
costruire in vista del suo ritiro (fuori Porta Lame, oggi distrutta). Malgrado le numerose
visite che vi ricevette (tra cui quelle di Wolfgang Amadeus Mozart allora adolescente, e
di Giuseppe II d'Austria), Farinelli soffr di solitudine e di malinconia fino alla sua
morte nel 1782.

Gli evirati.
Cantori ai quali, mediante l'evirazione, veniva impedita la mutazione della voce, onde a
questa rimaneva il carattere delle cosiddette voci bianche. Senonch, sviluppandosi
intanto il resto dell'organismo, la voce, mentre conservava il colore infantile o
femminile, acquistava un'estensione e un'intensit molto maggiori e si poteva
agevolmente educare ai pi complicati virtuosismi.
Sembra che in Europa, e a scopo musicale, quest'uso sia stato introdotto alla fine del
Cinquecento e che sia derivato dalla consuetudine delle liturgie orientali di adoperare
certe voci artificiali dette falsetti. Concorse alla sua diffusione il veto posto da var
pontefici contro il canto femminile non soltanto in chiesa, ma anche in teatro: onde
convenne affidare le parti di donna a uomini che per la speciale qualit della voce le
potessero sostituire. Ne deriv, come era naturale, che i "musici" (come pur si
chiamavano) fossero molto ricercati e lautamente pagati: e purtroppo lo spirito di
speculazione prevalse spesso sui sentimenti umani, e i genitori non si ritrassero dal
sacrificare i loro figli, sottoponendoli, da bambini, alla barbara e immorale operazione.
Vi furono allora chirurghi che si dedicarono a questa specialit, e che, chiamati ad
operare presso le principali corti d'Europa, ammassarono ingenti fortune. N, ad
estirpare questa mala pianta, valsero per oltre due secoli le proteste degli onesti, come
non valsero le invettive del Parini e del Foscolo. Dai primi del Seicento fino ai primi
dell'Ottocento chiese e teatri furono popolati da una folla di cantori evirati che
suscitarono gli entusiasmi di tutti i pubblici e perfino di uomini quali il Goethe, il
Maffei ed altri, poich la maggior parte di essi possedevano voci stupende ed arte
squisita.
Ma col mutare dei tempi, l'avversione contro il barbaro uso crebbe a tal punto che anche
i governi se ne interessarono. La Repubblica romana, nel 1798, escluse i musici dai
teatri; a Milano, dopo la caduta di Napoleone, un simile divieto fu fatto da Francesco I.
Tuttavia i castrati continuarono ad esistere ancora per tutto l'Ottocento e fino al Motu

proprio di Pio X (1903) come cantori della Cappella Sistina. L'ultimo fu Domenico
Mustaf (direttore della cappella sistina prima di Lorenzo Perosi) morto a Montefalco
nel 1912.
Carlo Broschi (Farinelli), Baldassare Ferri, Gaetano Majorano (Caffarelli), Gioacchino
Conti (Gizziello), Giovanni Francesco Grossi (Siface), Luigi Marchesi, Loreto Vittori,
Domenico Annibali, Giovanni Carestini, Gaetano Guadagni, Francesco Bernardi
(Senesino), il Grimaldi (Nicolino), il Fontana (Farfallino), Gaspare Pacchiarotti e molti
altri furono celeberrimi "musici" nel teatro musicale; tra gli ultimi ricordiamo Giovanni
Battista Velluti, attivo negli anni Venti dell'Ottocento.
Biblio:
Enciclopedia Treccani online.
Wikipedia.

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