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Farinelli
e la negazione della donna
Nasce il soprano.
Nacque ad Andria (allora nel Regno di Napoli)nel 1705, in una famiglia agiata della
noblesse de robe locale; il padre Salvatore, che ricopriva cariche amministrative feudali,
fu un grande appassionato di musica e volle indirizzare entrambi i figli a professioni del
settore, facendo studiare Riccardo, il maggiore, da compositore e Carlo da cantante. Fu
il fratello Riccardo a volere per Carlo la castrazione, eseguita poco dopo la morte del
padre, avvenuta nel 1717.
Il giovane fu mandato a Napoli, per studiare canto con Niccol Porpora che cur
l'affinamento del suo naturale talento di soprano. In effetti la sua tessitura vocale
potrebbe pi correttamente essere definita di mezzosopranista molto esteso, sia verso il
basso, fino a tessiture da contralto profondo (Vinci gli fa toccare il do2, nota tenebrosa
per una voce bianca), sia verso l'alto dove arrivava, nei vocalizzi, a toccare il do5, nota
da sopranista effettivo.
Il debutto
Il suo debutto avvenne a Napoli, nel 1720, nella serenata Angelica e Medoro (del
Porpora), al fianco di Marianna Benti Bulgarelli, detta la Romanina, di Domenico Gizzi,
Musico Soprano della Real Cappella e del Contralto Francesco Vitale, in una soire in
onore dell'Imperatrice d'Austria. Il libretto era la prima prova teatrale di Pietro
Metastasio, che strinse col Broschi un'amicizia che durer per tutta la vita.
giovane. Scarlatti la segu a Madrid e rimase con lei, componendo centinaia di sonate per clavicembalo
per lei. Barbara, che soffr di una grave forma d'asma per la maggior parte della sua vita, mor ad
Aranjuez, in Spagna, nel 1758, anche a causa del suo peso eccessivo.
La solitudine e la morte.
Morta Maria Barbara, e successivamente Ferdinando VI, nello stesso 1759 il Farinelli si
ritir a Bologna, dove termin la sua esistenza nella sontuosa villa che aveva fatto
costruire in vista del suo ritiro (fuori Porta Lame, oggi distrutta). Malgrado le numerose
visite che vi ricevette (tra cui quelle di Wolfgang Amadeus Mozart allora adolescente, e
di Giuseppe II d'Austria), Farinelli soffr di solitudine e di malinconia fino alla sua
morte nel 1782.
Gli evirati.
Cantori ai quali, mediante l'evirazione, veniva impedita la mutazione della voce, onde a
questa rimaneva il carattere delle cosiddette voci bianche. Senonch, sviluppandosi
intanto il resto dell'organismo, la voce, mentre conservava il colore infantile o
femminile, acquistava un'estensione e un'intensit molto maggiori e si poteva
agevolmente educare ai pi complicati virtuosismi.
Sembra che in Europa, e a scopo musicale, quest'uso sia stato introdotto alla fine del
Cinquecento e che sia derivato dalla consuetudine delle liturgie orientali di adoperare
certe voci artificiali dette falsetti. Concorse alla sua diffusione il veto posto da var
pontefici contro il canto femminile non soltanto in chiesa, ma anche in teatro: onde
convenne affidare le parti di donna a uomini che per la speciale qualit della voce le
potessero sostituire. Ne deriv, come era naturale, che i "musici" (come pur si
chiamavano) fossero molto ricercati e lautamente pagati: e purtroppo lo spirito di
speculazione prevalse spesso sui sentimenti umani, e i genitori non si ritrassero dal
sacrificare i loro figli, sottoponendoli, da bambini, alla barbara e immorale operazione.
Vi furono allora chirurghi che si dedicarono a questa specialit, e che, chiamati ad
operare presso le principali corti d'Europa, ammassarono ingenti fortune. N, ad
estirpare questa mala pianta, valsero per oltre due secoli le proteste degli onesti, come
non valsero le invettive del Parini e del Foscolo. Dai primi del Seicento fino ai primi
dell'Ottocento chiese e teatri furono popolati da una folla di cantori evirati che
suscitarono gli entusiasmi di tutti i pubblici e perfino di uomini quali il Goethe, il
Maffei ed altri, poich la maggior parte di essi possedevano voci stupende ed arte
squisita.
Ma col mutare dei tempi, l'avversione contro il barbaro uso crebbe a tal punto che anche
i governi se ne interessarono. La Repubblica romana, nel 1798, escluse i musici dai
teatri; a Milano, dopo la caduta di Napoleone, un simile divieto fu fatto da Francesco I.
Tuttavia i castrati continuarono ad esistere ancora per tutto l'Ottocento e fino al Motu
proprio di Pio X (1903) come cantori della Cappella Sistina. L'ultimo fu Domenico
Mustaf (direttore della cappella sistina prima di Lorenzo Perosi) morto a Montefalco
nel 1912.
Carlo Broschi (Farinelli), Baldassare Ferri, Gaetano Majorano (Caffarelli), Gioacchino
Conti (Gizziello), Giovanni Francesco Grossi (Siface), Luigi Marchesi, Loreto Vittori,
Domenico Annibali, Giovanni Carestini, Gaetano Guadagni, Francesco Bernardi
(Senesino), il Grimaldi (Nicolino), il Fontana (Farfallino), Gaspare Pacchiarotti e molti
altri furono celeberrimi "musici" nel teatro musicale; tra gli ultimi ricordiamo Giovanni
Battista Velluti, attivo negli anni Venti dell'Ottocento.
Biblio:
Enciclopedia Treccani online.
Wikipedia.