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LA MOTIVAZIONE

COS LA MOTIVAZIONE
Motivazione una parola composta da motivo e azione. Essa dunque una spinta interna
prodotta da un immagine chiara relativamente alla destinazione verso cui si tende.
Ecco perch la motivazione pu essere considerata il vero segreto del successo: le persone di
successo infatti sanno cosa vogliono, perch e soprattutto si attivano per ottenerlo, in sintesi
sono motivate.
Il termine motivazione contiene dunque in s il rimando ad un perch, uno scopo. Ci che ci
spinge ad agire in un determinato modo infatti non propriamente lobiettivo che dobbiamo
conseguire, bens lo scopo per cui lo perseguiamo. La nostra motivazione non mai legata
allobiettivo in s, ma a ci che ci dar raggiungerlo, a come ci far stare, alle sensazioni che ci
far provare.
Pensa ad una situazione in cui sei stato particolarmente motivato e la tua determinazione non
venuta meno nel tempo: sicuramente quellobiettivo per te era davvero importante e
raggiungerlo aveva un significato speciale, ti avrebbe fatto stare incredibilmente bene, cos
come non raggiungerlo sarebbe stato un dolore insopportabile. In poche parole, valeva la pena
impegnarsi per quello, cerano dei validi motivi che ti spingevano allazione. Se sai ci che vuoi
e questo per te veramente importante, agirai di conseguenza e con la giusta motivazione.
Mentre un obiettivo porta a concentrare il focus mentale, uno scopo procura la spinta
necessaria.
DA DOVE NASCE LA MOTIVAZIONE?
Da quanto premesso deriva che, in ultima istanza, allorigine della motivazione vi sono le
nostre emozioni, in particolare le due emozioni fondamentali: il piacere ed il dolore. Tutti gli
esseri umani sono spinti da queste due forze e compiono azioni per fuggire dal dolore o per
raggiungere il piacere.
Il nostro cervello un meccanismo che svolge costantemente e in maniera perfetta questo
processo di valutazione di piacere e di dolore. Ad esempio, quando rimandiamo qualcosa, lo
facciamo, perch lidea di compiere una determinata azione ci provoca dolore, magari per
paura di quello che potrebbe succedere (vogliamo in tal caso evitare un potenziale dolore)
oppure semplicemente perch ci annoia. Quando le conseguenze di non farlo diventano pi
dolorose dellidea di farlo allora ci mettiamo in azione. un po come se nella nostra testa ci
fosse una bilancia che soppesa con precisione piacere e dolore. Un fumatore, ad esempio,
decide di smettere di fumare quando il dolore associato al farlo (la paura per le possibili
conseguenze negative sulla salute, le spese per il fumo troppo elevate, innamorarsi di una
persona che non sopporta il fumo, la paura di intossicare il bimbo in arrivo ecc.) diventer
maggiore delle sensazioni piacevoli che il fumo gli d.
A breve termine il dolore un fattore di motivazione ben pi potente del piacere: siamo infatti
disposti a fare molto di pi quando dobbiamo tirarci fuori da un guaio piuttosto che per
migliorare una situazione gi ottimale. A lungo termine per i veri cambiamenti avvengono
solo quando il nuovo comportamento o la nuova situazione diventano piacevoli, ossia quando
non dobbiamo sforzarci per mantenerli.
UN ESEMPIO: LE DIETE
Per la maggior parte della gente mettersi a dieta un dolore psicologico enorme, rappresenta
una costrizione, un sacrificio. La persona che si mette a dieta, quindi si sforzer, se dotata di
una buon forza di volont, di seguire una corretta alimentazione, evitando di mangiare come in
realt desidererebbe. Se con grande disciplina continuer a farlo, arriver, ad un certo punto,
allobiettivo di peso prefissato allinizio della dieta. Ecco che finalmente, felice per il risultato
raggiunto, potr porre fine ai suoi sforzi, tornando a mangiare senza privarsi delle leccornie
adorate! Ovviamente, riprendendo lo stesso regime alimentare, riacquister in breve tempo
anche lo stesso peso e sar pronta a rimettersi nuovamente a dieta. Dallaltra parte le
statistiche parlano chiaro: questo schema cos diffuso che oltre il 97% delle persone che si
sottopongono ad una dieta entro tre anni dal risultato raggiunto arrivano addirittura a superare
il peso che avevano prima del di sottoporsi al trattamento. Le poche persone che, dopo essersi
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messe a dieta mantengono per sempre e senza alcuno sforzo il peso raggiunto sono quelle che
hanno pian piano associato il piacere al nuovo stile di vita: alimentarsi correttamente e fare
esercizio fisico con regolarit le fa stare bene, estremamente piacevole e non rappresenta in
nessun modo qualcosa che richieda un intervento eccezionale di volont.
COME GESTIRE IL PIACERE ED IL DOLORE
Ora, proprio perch piacere e dolore hanno una cos grande influenza nello spingerci allazione,
possiamo utilizzarli per trovare la motivazione che ci mancata finora per prendere una
determinata decisione ed attuarla. La maggior parte delle persone cos bloccata nella propria
zona di comfort (ovvero quella situazione che, magari non ottimale, ma che d sicurezza)
che, prima di decidere di cambiare una situazione aspetta fino a quando non pu farne a
meno, ovvero quando il dolore diventato cos grande da obbligarla ad agire! Aspetta di avere
il mal di denti prima di andare dal dentista oppure che il dottore le dia cattive notizie per
smettere di fumare, o, ancora che un rapporto sia allo sbando per cercare di migliorarlo.
Ebbene, noi possiamo evitare di dover correre ai ripari, possiamo consapevolmente
associare dolore a ci che vogliamo cambiare e piacere alla situazione desiderata, in
modo che possa diventare pi facile agire di conseguenza.
evidente, per esempio, che la decisione che vuoi prendere porta con s delle conseguenze di
sicuro positive, perch altrimenti non la riterresti in grado di migliorare la qualit della tua vita.
Spesso chi deve prendere delle decisioni, anche importanti per il proprio futuro ed esita lo fa
perch si concentra molto di pi sulle difficolt che potrebbe incontrare nellattuarla (il dolore)
rispetto ai vantaggi che potrebbe portare in futuro (piacere), facendo s che sui piatti della
propria bilancia interna il primo aspetto sia pi pesante del secondo. Se vogliamo invece
rendere pi facile prendere la decisione e passare immediatamente allazione necessario
invertire queste due forze, focalizzandoci molto di pi su quanto ci coster continuare a
rimandare quella decisione e, al contrario, su tutto ci che di buono ci dar lagire in quella
direzione.
UN PO DI PRATICA
Trova quante pi risposte alle seguenti domande:
Cosa ti potrebbe costare non prendere questa decisione o continuare a rimandarla?
Quali opportunit potresti perdere? A cosa dovresti rinunciare? Cosa vorrebbe dire per la tua autostima? Quali sono le
peggiori conseguenze alle quali potrebbe portare il non decidere? Come ti farebbe stare?

Cosa ti dar il prendere questa decisione e agire di conseguenza?


Quali sono i benefici di cui godrai? Come ti far stare? Come migliorer la tua vita? Quali sono gli effetti positivi per
le persone che ami? Cosa avrai in pi che adesso non hai?

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COME MOTIVARE GLI ALTRI


I principi sopradescritti valgono anche quando si tratta di motivare gli altri, (una squadra
sportiva o un gruppo di collaboratori) e da essi possibile dedurre anche alcune regole
fondamentali per il buon team-leader:
Condividere una Mission
Se ci che motiva veramente non sono gli obiettivi, bens lo scopo importante che il gruppo
possieda una mission condivisa da tutti e soprattutto che non entri in conflitto con lo scopo dei
singoli.
Far leva sulle emozioni
Se pensiamo ai leader del passato, coloro che sono stati in grado di trascinare delle folle,
scopriamo che sono state tutte persone capaci di suscitare forti emozioni con le proprie parole
e le proprie azioni. Pensa ai grandi personaggi come Abraham Lincoln, Ghandi, Madre Teresa di
Calcutta.
Essere abili comunicatori
Tutte le persone di successo dimostrano utilizzano sapientemente questo prezioso strumento.
Saper ascoltare, trasmettere i propri pensieri nel modo pi chiaro e diretto possibile, saper
rispondere, dare dei feed back capaci di valorizzare ma al tempo stesso orientare meglio il
proprio interlocutore sono gli elementi che contraddistinguono la comunicazione del team
leader.
Lascoltare in modo attivo significa dimostrare reale interesse nei confronti del proprio
interlocutore, cogliendo anche i messaggi di tipo non verbale. Questa forma di ascolto
permette di capire anche i bisogni delle persone e ci che per esse fonte di piacere e di
dolore. Allinterno di un gruppo non tutti sono mossi dai medesimi bisogni. Una delle doti del
team leader quella di capire i bisogni dei propri collaboratori e di comportarsi di
conseguenza.
Le parole esercitano un vero e proprio potere sulla mente delle persone, tanto da influenzare
le loro azioni. Un buon motivatore colui che sa utilizzare le parole opportune nei momenti
opportuni. egli sa che il frequente utilizzo della parola problema poco fruttuoso, mentre la
sua sostituzione con espressioni come Sfida o situazione da risolvere stimola il team a
mettersi allopera, concentrandosi sullobiettivo e non sulla difficolt.
Infine il team leader sa fornire giusti feed back. Il feedback pi frequentemente usato dai veri
motivatori quello a Sandwich.
Il feed back a sandwich diviso in tre parti (proprio come un sandwich): prima una lode su
ci che andato bene, i punti positivi; dopo viene la parte pi delicata, ci che potrebbe
essere fatto meglio - la vera farcitura del sandwich; infine chiudiamo il panino con il come si
potrebbe fare meglio, ossia la soluzione.
In questo modo non si colpisce direttamente lEgo della persona e si raggiunge facilmente
lobiettivo. E di fondamentale importanza non limitarsi a criticare solamente, ma proporre
soluzioni concrete, evidenziando il buon lavoro eseguito e il margine di miglioramento a
disposizione.

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IL DENARO PRINCIPALE STRUMENTO DI MOTIVAZIONE DELLE RISORSE UMANE?


Infine riportiamo il risultato di alcuni studi condotti su uomini e donne di successo per scoprire
ci che cosa spinge veramente ad ottenere performance superiori in ambito professionale.
Ebbene, tali studi hanno dimostrato che, contrariamente a quanto siamo soliti pensare, il
desiderio di eccellenza offre una spinta motivazionale maggiore di quella data dalla
prospettiva
di
arricchimento
o
di
elevamento
del
proprio
status
sociale.
Certo, Thomas Edison, Bill Gates, Walt Disney, Estee Lauder sono diventati ricchi, ma la vera
chiave del loro successo non rintracciabile nel desiderio di diventare ricchi, bens nella
volont di creare prodotti o servizi eccellenti.
Ray Kroc, il fondatore di McDonald's Corporation, durante un intervento presso la Business
School dellUniversit del sud della California, disse che la prima cosa di cui ha bisogno un
business man lamore per unidea.
Se non ami ci che fai, difficilmente otterrai buoni risultati e se ti accontenti di un lavoro solo
perch spinto da prospettive di guadagno, rinunciando alle tue reali aspirazioni ed interessi, ti
precluderai la possibilit di crescere, rimanendo magari parcheggiato a vita nello stesso posto,
verso cui ti trascinerai stancamente ogni mattina.
Chi si occupa di gestione delle risorse umane sa che performance eccellenti non sono
necessariamente connesse allaumento di stipendio o al conferimento di una carica superiore.
Le persone pi motivate in azienda sono solitamente quelle che lavorano per progetti,
condividono con il proprio team una vision e degli obiettivi di crescita comuni, sono persone
che lavorano come se lo facessero per se stesse, perch, in questo modo, soddisfano alcuni dei
bisogni fondamentali: crescita, contribuzione, unione ed importanza.
Se ti stai chiedendo come puoi motivare i tuoi collaboratori presta ascolto ai loro bisogni e fai
in modo che si innamorino della tua idea!

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