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Talk show, solo urla e finti litigi

Ai telespettatori non importa quel che dicono gli ospiti dei programmi tv, ma solo gli scontri e gli insulti
che si lanciano. E se qualcuno ha il coraggio di definire queste arene 'la Terza Camera', non stupisce che
nessuno vada pi a votare.

Spero che il direttore de "l'Espresso" non me ne voglia se affermo che la rivista che leggo
ogni settimana con maggior interesse e rispetto la "Settimana enigmistica", anche perch non mi
impone soltanto i propri contenuti, ma mi chiede di collaborare al completamento delle sue 48
pagine.
Molto istruttive sono le definizioni delle parole crociate. La tradizione italiana diversa da
quella francese, dove la definizione si pone come un enigma, e celebre rimane l'esempio citato da
Greimas per cui "l'amico dei semplici" doveva essere decrittato come "erborista" (il che prevedeva
che il solutore sapesse che i semplici sono tradizionalmente piante con virt curative, usate dai
medici di un tempo). Le definizioni delle nostre parole crociate sono piuttosto richiami a opinioni
diffuse e comunemente accettate per cui (a esempio) "contempla pasta e ortaggi" va inteso come
"dieta mediterranea" e "serpente americano" va letto come "boa".
Ora accade che in una pagina di parole crociate abbia trovato "vivacizzano i talk show", e a
prima vista pensavo che la definizione rimandasse alla presenza di personaggi celebri, o ai
riferimenti all'attualit. Niente affatto, la soluzione era "scontri". Il compilatore della definizione si
era rifatto dunque all'opinione corrente per cui quello che rende interessante un talk show non
che sia condotto da un personaggio popolare come Vespa, che vi partecipino Vladimir Luxuria o
un esorcista, che ci si occupi della pedofilia o di Ustica. Tutti questi elementi sono accessori
certamente importanti, e noioso sarebbe un talk show condotto da un filologo bizantino, che
esibisse come ospiti una monaca di clausura affetta da mutismo secondario o si occupasse del
papiro di Artemidoro. Per ci che lo spettatore realmente vuole lo scontro.
Mi capitato di assistere a un talk show accanto a un'anziana signora che, ogni volta che i
partecipanti si parlavano addosso, reagiva con: Ma perch s'interrompono a vicenda? Non si
capisce quel che dicono! Non potrebbero parlare a turno? - come se un talk show italiano fosse
una delle memorabili trasmissioni di Bernard Pivot nel corso delle quali il conduttore con un
impercettibile cenno del mignolo avvertiva il parlante che era ora che cedesse la parola al vicino.
La verit che gli spettatori dei talk show godono solo quando la gente litiga, e non
importa tanto quel che dicono (che di solito gi inteso come irrilevante) ma del modo in cui
fanno la faccia feroce, urlando mi lasci finire, io non avevo interrotto lei (e questa reazione fa
ovviamente parte del gioco dell'interruzione), o si insultano con epiteti desueti come "vaiassa", che
da quel momento sono ripresi dall'ultima edizione dei dizionari come dialettalismi laureati. Si
assiste a un talk show come a una lotta di galli, o a una sessione di wrestling, dove non importa se
i contendenti facciano finta, cos come non importa nelle comiche di Ridolini che una torta in
faccia sia finta, quel che conta far finta di prenderla per vera.
Tutto questo andrebbe benissimo se i talk show fossero presentati come meri programmi di
intrattenimento tipo "Il Grande Fratello". Ma qualcuno ha definito la trasmissione "Porta a Porta"
come la Terza Camera - o l'anticamera del tribunale. Quello che sar discusso in parlamento, o il
giudizio finale su chi abbia strangolato la tal fanciulla, ormai anticipato dal talk show a tal segno
da rendere irrilevante, e in ogni caso predeterminata, la seduta parlamentare o la sentenza di Corte
d'Assise.
Pertanto, se quel che conta non sono i contenuti bens la forma dello scontro, come se
una lezione universitaria sulla "consecutio temporum" fosse anticipata e resa quindi inutile da un
discorso in "grammelot" di Dario Fo o da una farneticazione di Troisi. E poi ci lamentiamo se la
gente si disinteressi sempre pi a quanto avviene a Montecitorio o a Palazzo Madama, o a quanto
dir la Cassazione sulle olgettine, e non vada a votare.

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