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Negli ambienti che costituiscono l'area Critica, le particolari condizioni dei pazienti rendono
necessari, in molte occasioni, approcci di tipo diagnostico e terapeutico specifici.
Le due procedure di accesso vascolare al paziente critico di pi comune riscontro sono:
-la cannulazione arteriosa
-cannulazione venosa centrale
La cannulazione arteriosa
Il posizionamento di un catetere in sede arteriosa riveste una notevole importanza nel
paziente in condizione critica, in quanto consente:
- il monitoraggio diretto e continuo della pressione arteriosa sistemica, e una riduzione dei
margini di errore rispetto ai metodi tradizionali
-la possibilit di eseguire prelievi per vari controlli ematochimici e colturali (realizzabili
con procedure particolari).
La cannulazione arteriosa indicata in tutti i pazienti affetti da insufficienza delle funzioni
vitali; in particolare va utilizzata:
-in sede intra-operatoria, nei soggetti sottoposti a interventi particolarmente impegnativi,
oppure se le condizioni di base del paziente appaiono compromesse;
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Vie d'accesso
Sedi principali di cannulazione arteriosa nell'adulto sono:
Arteria radiale
L'arteria radiale un ramo terminale dell' arteria brachiale
Prima di procedere alla sua cannulazione, si dovr valutare:
-la perviet dell' arteria ulnare,(lesioni ischemiche alla mano secondaria a trombosi)
Nei pazienti collaboranti, la perviet del circolo ulnare pu essere rilevata eseguendo il test
di Allen nella seguente maniera: l'operatore comprimer le arterie radiale e ulnare, mentre
il paziente viene invitato ad aprire e chiudere ripetutamente la mano, per alcuni secondi.
Quindi, si rimuove la pressione dall' arteria ulnare: a questo punto, la superficie palmare,
ischemizzata nella fase precedente, andr incontro a un diffuso arrossamento.
La normalit del test di Allen si basa sul tempo necessario alla rivascolarizzazione della
mano che potr essere:
Nella cannulazione dell' arteria radiale, vengono usati cateteri di piccole dimensioni;
preferibile impiegare cannule da 20 gauge, di lunghezza pari o inferiore a 5 centimetri.
L'arteria radiale viene cannulata posizionando:
-il polso in iperestensione, fino a formare un angolo di circa 60 tra mano e tratto
terminale dell'avambraccio, sar opportuno poggiare il polso su un rotolo di telini, fissando
avambraccio e mano.
-palpare con indice e medio l'arteria, una volta individuata, pu essere cannulata,
muovendo il catetere a formare un angolo di circa 30 con la cute.
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Arteria femorale
Origina dall'iliaca esterna ed facilmente reperibile subito al disotto del legamento
inguinale, decorrendo di lato alla vena femorale nel triangolo di Scarpa.
La cannulazione dell' arteria femorale rappresenta una scelta fondamentale nei pazienti in
scadenti condizioni emodinamiche, nei quali non sono palpabili altri polsi arteriosi.
Il suo ampio diametro consente di posizionare cateteri di dimensioni pi grandi e l'elevato
rapporto diametro vasale/diametro del catetere riduce il rischio di complicanze
trombotiche e ischemiche, rendendo possibili cateterismi di lunga durata.
Nonostante questi vantaggi, l'approccio femorale gravato da un rischio non trascurabile di
infezione da catetere.
L'uso dell'arteria femorale andr evitato nei pazienti affetti da vasculopatie degli arti
inferiori.
-la palpazione dell' arteria, al di sotto del legamento inguinale, e la sua cannulazione.
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Nel caso si debba, in ogni modo, ricorrere al cateterismo brachiale, bisogner rispettare
alcune norme di sicurezza:
-impiegare sempre il vaso del braccio non dominante; .
Arteria ascellare
L'arteria ascellare rappresenta la prosecuzione della succlavia e si continua nella brachiale.
La cannulazione dell' arteria ascelllare gravata da svantaggi quali:
-la posizione anatomica poco agevole;
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Arteria pedidia
Costituisce il ramo terminale dell' arteria tibiale anteriore, decorre sul dorso del piede,
superficialmente, e risulta quindi facilmente reperibile.
L'arteria pedidia spesso congenitamente assente e talora, negli anziani, assume un
andamento serpiginoso.
Ne sconsigliata la cannulazione nei pazienti affetti da vasculopatie degli arti inferiori ed
preferibile verificare la perviet dell' arteria tibiale posteriore prima di posizionare il
catetere.
In ogni caso, il cateterismo della pedidia gravato da un' elevata incidenza di fenomeni
infettiivi correlati al catetere.
Per procedere alla manovra, bisogner porre:
-il piede in iperestensione
il vaso situato di solito in posizione mediale, sul dorso del piede, subito al di sotto della
superficie cutanea.
I cateteri arteriosi
I cateteri arteriosi di uso comune sono principalmente costituiti da:
-poliuretano e suoi derivati (teflon, vialon);
-polietilene.
La scelta dei materiali appare importante soprattutto in termini di prevenzione dei
fenomeni trombotici, che i cateteri possono provocare, la formazione di trombi legata,
anche alle dimensioni del catetere.
I criteri di scelta dell' arteria da cannulare sono seguenti:
-diametro sufficiente;
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La metodica percutanea
La metodica percutanea, di maggiore impiego in area critica, pu fondarsi sull'uso di due
modelli:
-la puntura con agocannula: l'arteria viene cannulata con un ago metallico attorno al quale
si trova il catetere, di solito realizzato in poliuretano o suoi derivati.
La tecnica sostanzialmente analoga a quella utilizzata nel cateterismo delle vene
periferiche.
Il reflusso di sangue all'interno dell'ago evidenzier la penetrazione nell' arteria: a questo
punto, l'ago metallico viene tenuto fermo e si fa procedere la cannula all'interno del vaso,
con movimenti di lieve rotazione, per evitare la lesione dell'endotelio parietale.
Si sfila quindi l'ago-guida e si connette il catetere al sistema di lavaggio.
Con questa tecnica, vengono posizionati di solito i cateteri da 18-20 gauge, di lunghezza
compresa tra 3 e 5 centimetri.
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Complicanze
Senza dubbio la complicanza pi temuta :
-la trombosi vasale: cui pu conseguire un'ischemia pi o meno estesa a carico della mano.
Pu manifestarsi mentre il catetere ancora in sede, oppure a distanza di tempo dalla sua
rimozione.
Il trombo ha origine a livello dell'intima vasale, in seguito alla lesione provocata dal
catetere.
In seguito, esso si accresce sia sulla superficie del catetere, sia sulla parete del vaso.
Tra i fattori che possono favorire la trombosi, ricorderemo:
-l'et (la trombosi pi probabile in et pediatrica a seguito delle minori dimensioni vas
ali) ;
-il sesso
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consigliabile, quando il catetere viene rimosso, operare con le dita una spremitura del
vaso in prossimit del punto di ingresso della cannula, per eliminare eventuali trombi che si
fossero formati.
Tra le altre complicanze della cannulazione radiale, si pu segnalare:
-la formazione locale di ematomi dopo la rimozione del catetere;
-la comparsa di dolorabilit locale;
-la presenza di parestesie alla mano omolaterale;
-l'embolizzazione (di materiale trombotico o di aria).
La prevenzione di queste complicanze nasce soprattutto dall' accuratezza nella scelta del
vaso arterioso, dalla cannulazione non traumatica, dal corretto nursing del catetere e delle
vie che ad esso afferiscono.
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Indicazioni
Le categorie di pazienti che beneficiano del posizionamento di un catetere venoso centrale
sono:
-soggetti nei quali la cannulazione venosa periferica risulta difficoltosa o impossibile
(pazienti in shock, ustionati, obesi);
-pazienti che necessitano di una rapida espansione volemica;
-pazienti in condizioni emodinamiche instabili
-soggetti nei quali si prevede l'inizio di un programma di nutrizione parenterale totale;
-pazienti sottoposti a trattamento emodialitico;
-soggetti nei quali si deve posizionare un catetere-elettrodo per la stimolazione cardiaca;
-pazienti nei quali devono essere infusi farmaci gravati da un elevato rischio di lesivit
venosa.
Un catetere venoso centrale si definisce come tale in quanto il suo estremo terminale si
posiziona in prossimit dello sbocco nell' atrio destro di una delle grandi vene:
-intra toraciche
-la cava superiore
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Per giungere a livello cavale, il catetere pu seguire due tipi di accesso venoso:
- superficiale: quando la vena decorre a livello soprafasciale ed visibile o palpabile.
Le vene superficiali in questione sono:
-basilica e cefalica
-giugulare esterna.
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Origina posteriormente all' angolo mandibolare, scende obliqua verso il basso lungo la
superficie laterale del collo, scorrendo al di sotto del muscolo.
Sbocca all'interno della succlavia.
Le metodiche di cannulazione prevedono che:
-il paziente sia supino e in Trendelemburg, con la testa iperestesa e ruotata dal lato
opposto a quello della cannulazione;
-l'operatore si ponga al di dietro della testa del paziente;
-sia di preferenza utilizzata la tecnica di Seldinger.
La cateterizzazione della vena giugulare esterna presenta una modesta diffusione, poich
di frequente riesce difficile posizionare correttamente il catetere.
Inoltre, la mobilit della cannula in prossimit del punto di ingresso pu favorire la genesi
di fenomeni flogistici cutanei da cui, talora, originano infezioni vere e proprie.
Vena succlavia
La vena succlavia segue la ascellare e si conclude al di dietro della clavicola a formare, con
la giugulare interna, il tronco anonimo (l'accesso venoso preferenziale)
Numerose sono le tecniche che consentono il cateterismo di questo vaso: globalmente, si
possono riassumere in sopraclaveari e sottoclaveari.
Nella procedura, si dovr ricordare di:
-porre il paziente supino, in Trendelemburg, con le braccia distese lungo il corpo;
-posizionare la testa in iperestensione, ruotata dal lato opposto a quello in cui si opera;
-porre al disotto delle spalle del paziente un rotolo di telini, per esporre meglio l'area
interessata alla venipuntura.
Vantaggi:
-facile individuazione dei punti di reperimento anatomico;
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Non si deve dimenticare infine che la cannulazione della vena succlavia costituisce una
scelta fondamentale in corso di rianimazione cardio-polmonare per arresto
cardiocircolatorio.
Complicanze
-lesione accidentale dell' arteria succlavia;
-lesione del dotto toracico (da cateterizzazione della vena succlavia sinistra);
-lesione del plesso brachiale;
-lesione del nervo frenico (da cui eventuale paralisi omolaterale del diaframma);
-lesione del nervo vago
-malposizionamento del catetere
-pneumotorace
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In tale triangolo la vena scorre nel suo tratto terminale ed relativamente superficiale.
Per cateterizzare la vena giugulare interna:
-il paziente sar supino, in Trendelemburg, con il capo iperesteso e ruotato verso il lato
opposto a quello prescelto.
-ponendo un rotolo di telini al di sotto delle spalle
-l'operatore si pone al di dietro della testa del paziente.
Vantaggi:
-facile individuazione dei punti di repere anatomici ;
-possibilit di elevati volumi infusionali;
-decorso pressoch retto del vaso
-riscontro immediato di un eventuale sanguinamento da puntura accidentale della carotide.
Complicanze
-puntura accidentale dell' arteria carotide comune;
-pneumotorace;
-lesione del ganglio stellato;
-lesione del dotto toracico
-malposizionamento del catetere
Vena femorale
Decorre all'interno del triangolo di Scarpa, facendo seguito alla vena poplitea e
continuandosi nell'iliaca esterna.
facilmente cannulabile pungendo subito al di sotto del legamento inguinale, ove si
posiziona medialmente rispetto alla arteria femorale.
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Complicanze
-lesione dell' arteria femorale;
-trombosi vasale (tardiva).
-insorgenza di turbe del ritmo in corso di cannulazione
-perforazione della parete venosa, a seguito della quale il catetere pu raggiungere i
tessuti molli
circostanti, o penetrare all'interno di una cavit
-perforazione cardiaca, evento raro, ma sovente mortale;
-embolizzazione di un frammento di catetere;
-embolia gassosa
-trombosi venosa,
Vena ascellare
Origina dalla confluenza delle vene brachiali, proseguendo poi nella succlavia.
La sua cannulazione prevede che il paziente vennga posto in posizione supina, con il
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Le dimensioni del catetere venoso centrale sono egualmente importanti, per quanto
concerne sia il diametro sia la lunghezza.
L'elemento lunghezza del catetere egualmente importante, per almeno due motivi:
-il catetere dovr essere sufficientemente lungo, per raggiungere correttamente una
posizione cenntrale
-15-20 centimetri vena succlavia o giugulare interna
-40-50 per la femorale
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quindi evidente che flussi massimali saranno ottenibili con cannule corte di ampio
diametro interno.
La disponibilit di cateteri a pi lumi, consente oggi di utilizzare un solo accesso venoso per
realizzare infusioni diversificate, in vie distinte
Le dimensioni dei lumi in queste cannule sono variabili, ma di solito oscillano tra i 16 e i 18
gauge.
L'impiego dei cateteri a pi lumi estremamente diffuso, poich essi consentono un
risparmio, sia in termini di procedure invasive, sia di costi.
Tuttavia alcuni autori non consigliano di usarli in modo routinario, poich tali cannule
sarebbero gravate in modo particolare da fenomeni infettivi, locali o sistemici.
-relazionabili al paziente
-alla sua patologia
-al catetere e al modello di inserzione.
Lo studio del processo infettivo correlato a catetere prevede sempre che, alla sua
rimozione, frammenti diversi vengano inviati al laboratorio microbiologico per l'esecuzione
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-i germi possono giungere al catetere anche dal l'interno, procedendo lungo le vie di
infusione che ad esso afferiscono, utilizzando soprattutti punti di interruzione dei vari sets
che sono oggetto di numero manipolazioni.
-una ultima ipotesi, meno probabile, prevede che focolai di infezione di altra natura
possano
produrre gittate batteriche ematiche e che i germi localizzino a livello della superficie del
catetere La cannula, quindi, pu essere a sua volta il punto di origine di successive
disseminazioni batteriche.
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-eseguire le infusioni estemporanee, lungo una via venosa centrale, utilizzando un tappo
perforabile e un filtro antibatterico e trattare preventivamente il tappo con sostanze
iodate;
-alla rimozione del catetere, inviare sempre un frammento del suo tratto intermedio e uno
del terminale al laboratorio di microbiologia per l'esecuzione dei controlli colturali.
Port-A-Carth
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Possono essere:
-monolume: una camera
-bilume: due camere (in disuso)
Indicazione
-trattamenti chemioterapici (farmaci lesivi)
-non c` possibilit di avere un accesso periferico
-terapie endovenose a lungo termine (dura piu di due anni)
Vantaggi
-assenza di trombosi e infezioni
-rimane aperto anche se usato in modo discontinuo
- composto da materiale bicompatibile
-miglior risultato estetico
-meno sofferenza
-comodit di gestione
Svantaggi
-necessita l`utilizzo di staff preparato
-possibilit di dislocazione
-rottura della camera
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Nellutilizzo dell ago GRIPPER mantenere SEMPRE una pressione positiva chiudendo il set di
prolunga durante liniezione degli ultimi 0,5 ml di soluzione eparinata
-clampare i morsetti
-deconnettere la siringa
-chiudere il sistema con un tappino sterile o collegare set infusionale con sistema luer-lock
Procedere con il posizionamento di garze sotto la base dellago Gripper se non poggia sulla
cute e apporre il cerotto tipo Surgifix o se poggia utilizzare al cerotto trasparente sterile
Lintubazione Endotracheale
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Preparazione
Materiale occorrente
-Cannule di Guedel
-Laringoscopi
-Lame per laringoscopio
-Pinza di Megill
-Tubi endotracheali
-Lubrificante
-Mandrino
-Anestetico locale
-Sondini per aspirazione
-Sistema centralizzato daspirazione
-Fascetta di fissaggio
-Siringa da 20 ml
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-Fonendoscopio
-Guanti sterili
-Raccordi per connettere il tubo al ventilatore
Esecuzione
Intubazione oro-tracheale
Spostando la lingua verso sinistra, la lama del laringoscopio verr mossa verso lalto e in
avanti, fino a visualizzare lepiglottide.
Lestremo della lama verr posizionata in corrispondenza della sua radice al fine di
sollevarla e di visualizzare la glottide e le corde vocali.
Dopo aver aspirato le eventuali secrezioni presenti, si introdurr il tubo tra le corde vocali,
dopo di che, si procede al gonfiaggio della cuffia.
Una volta verificato lesatto posizionamento del tubo, auscultando il torace con il
fonendoscopio, verr fissato il tubo con una fascetta o con del cerotto; nel caso in qui il
paziente tende a mordere il tubo, pu risultare utile posizionare una cannula di Guedel nel
cavo orale.
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Intubazione naso-tracheale
Per quanto riguarda lintubazione naso-tracheale si proceder posizionando il tubo nella
narice del paziente e viene fatto procedere fin quando, con lausilio del laringoscopio, non
lo si vedr comparire in faringe.
A questo punto, visualizzando le corde vocali come gi detto sopra, si introdurr tra di esse
il tubo, aiutandosi con le pinze di Magill.
Riordino
Non di minore importanza il riordino sia dellunit del malato sia del materiale utilizzato,
quindi riposizionare e, nel caso sia stato utilizzato, riordinare il carrello dellurgenza,
sistemare il letto e il paziente, lavare e mandare a sterilizzare lame e pinza di Magill, il
manico delllaringoscopio invece va soltanto lavato, prima per opportuno togliere le
batterie.
Complicanze
possibile, che a causa dellimminente urgenza della manovra o dellinesperienza
delloperatore o anche della durata dellintubazione, si presentino delle complicanze come
per esempio:
-fratture dentali
-emorragie nasali o a carico di faringe o laringe
-vomito
-turbe del ritmo cardiaco,
-lintubazione del esofago facilmente riconoscibile sia visibilmente sia allauscultazione, in
quanto si ha una iperestensione gastrica e lassenza di ventilazione a livello polmonare.
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La Tracheostomia
Controindicazioni
Non consigliabile lesecuzione della tracheostomia in casi dove si presentano deformit del
collo, nelle gravi patologie della coagulazione (C.I.D.) e in caso di piastrinopenia.
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Scopi
La tracheostomia si propone i seguenti scopi:
-realizzare una linea diretta tra aria ambiente e vie aeree inferiori, superando eventuali
ostacoli presenti nelle alte vie respiratorie
-ridurre lo spazio morto migliorando la ventilazione alveolare
-diminuire il carico respiratorio facilitando lo svezzamento dal respiratore
-consentire un accurata perviet delle vie aeree, permettendo una valida pulizia
bronco/tracheale
-migliorare il rendimento della fisiokinesiterapia (FKT)
-stabilire una netta separazione tra vie aeree e vie digestiva, evitando linalazione di
materiale presente nella cavit orale
-rendere possibile un corretto e sicuro collegamento del paziente ad un respiratore
automatico per una V.A.M. di durata variabile
-permettere, nei pazienti coscienti, la ripresa di un alimentazione per via orale
Tecniche
Si distinguono tre tecniche fondamentali per lesecuzione di una tracheostomia elettiva:
Tracheostomia convenzionale classica:
Il paziente viene posizionato in decubito supino, col capo iperesteso.
Si pratica un incisione cutanea orizzontale di 3-4 cm, i vasi e le superfici di taglio
danneggiati dallincisione vengono suturati.
A livello tracheale si reseca la parete anteriore tracheale, di solito a livello del 2-3 anello
tracheale.
Dopo aver retratto il tubo translaringeo, si inserisce nella tracheotomia una cannula
tracheale, dopo aver constatato il funzionamento della tracheostomia il tubo translaringeo
viene rimosso.
Tracheostomia dilatativa percutanea(pdt), secondo ciaglia
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La posizione del paziente uguale alla precedente, si palpa la trachea per identificare
lesatto punto da pungere con la cannula, prima di pungere la zona identificata si retrae il
tubo endotracheale.
La corretta posizione intratracheale della punta della cannula pu essere verificata
aspirando aria in una siringa riempita con soluzione fisiologica e collegata alla cannula
stessa.
Dopo lintroduzione di un filo guida a J di Saldinger, si pratica un incisione di circa 1,5 cm.
Sul filo guida si fanno avanzare dilatatori in plastica, ampliando gradualmente il lume
tracheale, a questo punto possibile lintroduzione della cannula tracheale.
Tracheostomia translaringea(tlt), secondo fantoni :
La differenza pi importante rispetto la PDT consiste nella dilatazione della trachea e dei
tessuti molli del collo dallinterno verso lesterno.
La posizione del paziente sempre supina con la testa leggermente iperestesa.
In primo luogo si aspira lo spazio orofaringeo, si sgonfia la cuffia del tubo endotracheali e si
retrae fin quando la cuffia non raggiunge laltezza della glottide.
Controllando la trachea tramite broncoscopio, la si punge con una cannula curva sulla linea
mediana del collo, tra il 2 e il 3 anello tracheale.
Nella cannula viene introdotto un filo guida a J di Saldinger, che viene spinto in direzione
retrograda lungo il tubo.
Non appena il filo abbia raggiunto lorofaringe. Viene afferrato tramite una pinza di Megill,
condotto allesterno del cavo orale e connesso ad una cannula tracheale con estremit
conica.
Si sostituisce ora il tubo orotracheale con un tubo endotracheali pi sottile posizionando la
cuffia del tubo direttamente davanti la carena tracheale.
Tirando ora lestremit del filo dalla parete del collo, si fa passare la cannula tracheale
lungo la faringe e laringe penetrando poi con la sua estremit conica attraverso la parete
tracheale anteriore e le pareti molli del collo. Normalmente necessaria un incisione di
alleggerimento di 0,5-1 cm.
Dopo aver tagliato lestremit conica della cannula si estuba il paziente, si ruota
immediatamente di 180 la cannula tracheale con lausilio di un otturatore intratracheale e
la si connette al respiratore automatico.
In terapia intensiva la PDT e la TLT sono le due tecniche pi usate, in tutti e tre i casi per
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TARDIVE
-fistola tracheo-esofagea
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-fistola tracheo-arteriosa
-stenosi tracheale
-infezioni respiratorie
Lincidenza infettiva correlata pi elle condizioni di base del paziente che alla procedura
tracheostomica in s.
Le canule tracheali
Si distinguono due grandi gruppi di cannule tracheali:
-Rigide
-Flessibili
I parametri di riferimento sono solitamente la lunghezza che si misura dal punto di contatto
(posteriore) della flangia sino allestremit distale, il diametro esterno (E.D.) e il diametro
interno (I.D.) comunemente espressi in millimetri.
Le cannule sono costituite dalla:
Flangia: in genere in forma ortogonale/rettangolare flessibile, ha la funzione di mantenere
un corretto posizionamento della cannula, evitando dislocazioni accidentali durante
movimenti del capo, colpi di tosse o durante la deglutizione.
Connettore: permette il collegamento del paziente al circuito dei dispositivi di ventilazione,
inoltre consente lapplicazione di valvole fonatorie, umidificatori, tappi.
Cuffia: costituita da un tubicino di collegamento e da una valvola unidirezionale di Luer, la
quale consente il controllo delladeguato stato di gonfiaggio della cuffia stessa.
Gran parte delle cannule dispongono di una controcannula interna, anchessa cava che pu
essere asportata periodicamente senza rimuovere la cannula, alla quale si connette di solito
per avvitamento.
Esistono diversi tipi di cannule tracheostomiche:
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Cuffiate: sono provviste di una cuffia, gonfiabile a bassa pressione per mezzo di una siringa
e consentono di mantenere una buona tenuta alla parete tracheale.
Fenestrate: presentano un foro ovoidale a livello della porzione superiore e posteriore della
cannula, esso consente il passaggio dellaria attraverso le corde vocali con essa la fonazione,
generalmente sono dotate di una contro cannula che ne consente lutilizzo in ventilazione e
riduce il rischio di lesioni della mucosa durante la broncoaspirazione.
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Monitoraggio Cardiaco
La funzione cardiaca viene valutata in termini di:
-Frequenza cardiaca -Ritmo cardiaco
Le metodiche piu diffuse sono rappresentate da:
Palpazione del polso: possiamo valutare la frequenza, che consente di verificare aspetti di
bradicardia e tachicardia, e il ritmo, la sua alterazione indicativa di alterazione
dell`attivita elettrica
Monitoraggio eletrico continuo: si fonda sulla base di tre elettrodi, posizionati sul paziente,
che inviano, attraverso un cavo, gli impulsi a un monitor, dotato di un sistema di
amplificazione e filtraggio dei segnali elettrici.
I monitor presentano:
-su video: tracciato, indicatore frequenza, derivazioni, attivazione e disattivazione degli
allarmi
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-sulla consolle: regolazione di velocita ed arresto della traccia, regolazione segnale acustico
e delle dimensioni dell`onda QRS, test di calibrazione.
Molti monitor sono dotati, inoltre, di:
-registratore su carta
-centralizzazione di vari segnali
Gli elettrodi sono posizionati in base ad un codice colore:
-elettrodo RA rosso sotto clavicolare dx
-eletrodo LA giallo sotto clavicolare sx
-eletrodo RL nero tra il 6 e il 7 spazio intercostale, sulla linea medio claveare sinistra
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Questo tipo di sondino viene introdotto attraverso la vena cava superiore, l`atrio e il
ventricolo destro fino all`arteria polmonare a posizionarsi in uno dei suoi rami.
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La Nutrizione
La nutrizione nel paziente critico quasi sempre attuata attraverso una via artificiale, le vie
principali sono:
Nutrizione parenterale
Si intende la somministrazione di elementi attraverso la via venosa, viene utilizzata spesso
nel
post-operatorio o per periodi lunghi come apporto nutrizionale completo.
Tecniche di somministrazione
La scelta della via venosa dipende dal tipo di miscela da somministrare.
Potremmo parlare di nutrizione:
-periferica: non si possono infondere soluzioni troppo ipertoniche
-centrale: si possono infondere miscele iperosmolari, mediante i CVC
Questi tipi di nutrizione si servono di alcuni dispositivi per essere infuse:
Pompe peristaltiche
Si basano sul principio dello schiacciamento, da parte di un rullo mobile, di una sezione del
deflussore
Pompe volumetriche
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