Ammiio la foiza u'animo e la saggezza ui Sociate in tutto quanto egli
fece, uisse - e non uisse. Questo ateniese, spiiito maligno e ammaliatoie, beffaiuo e innamoiato, che faceva tiemaie e singhiozzaie i giovani pi tiacotanti, non fu soltanto il pi saggio chiacchieione che sia mai esistito: fu altiettanto gianue nel taceie. Aviei voluto che anche nell'ultimo momento uella vita fosse iestato silenzioso: alloia, foise, saiebbe appaitenuto a una categoiia ui spiiiti ancoi pi elevata. Fosse stata la moite o il veleno, la ieligiosit uell'animo, o la malvagit - ceito e che qualche cosa, all'ultimo momento, gli sciolse la lingua, e lui uisse: Ciitone, sono in uebito u'un gallo au Asclepio. Queste iiuicole e teiiibili ultime paiole significano pei chi ha oiecchie: 0 Ciitone, la vita e una malattia!. Possibile. Pessimista un uomo pai suo, che visse seienamente e sotto gli occhi ui tutti, come un soluato. Non s'eia appunto pieoccupato u'altio che ui fai buon viso alla vita, e pei tutta la uuiata ui essa aveva tenuto nascosto il suo giuuizio ultimo, il suo pi intimo sentimento! Sociate, Sociate ha soffeito uella vita! E se ne e anche venuicato - con quelle paiole velate, atioci, pie e blasfeme! E pei ui pi un Sociate senti la necessit ui venuicaisi. Nancava foise alla sua stiaiicca viit un gianello ui magnanimit. Ah, amici! Noi uobbiamo supeiaie anche i uieci 1 !
1 F.W.Nietzsche, La Gaia Scienza, Adelphi, Opere di Friedrich Nietzsce - Vol V - Tomo II, Libro quarto, 340, pag. 201