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Concorso Letterario Nazionale Guido Zucchi 2014

Gianluca Gaiardoni Diani


Castello d'Argile
347/2643168 - 3382247909
-- Parcheggio --
Mi trovavo in un parcheggio che riconosco, anche se probabilmente nella realt non esiste, ma nel
mondo onirico in zona Massarenti.
Passai deciso tra i clienti che aspettavano l'arrivo del custode: presi la sua sedia da computer dalla
scrivania e vi salii in piedi per aprire il distributore di lost&found fissato in alto alla parete (in modo
da essere raggiungibile solo con un rialzo che era accessibile esclusivamente all'impiegato).
Non feci in tempo a salire in piedi sulla sedia ed allungarmi con il braccio destro per cercare la
serratura dello sportello che mi sentii apostrofare dall'addetto "Cosa stai facendo scusa?" con tono
fermo ma gentile. "Cerco un oggetto che credo di aver smarrito, ma non ne sono sicuro" gli risposi
mentre scendevo a terra.
Tir a s il tavolo a rotelle, che si trasform quasi per magia, dicendo "Tanto senza questa non ci
saresti arrivato" ed io "Eh gi!" (quando invece ero riuscito a sentire il foto della serratura con le
dita) , e poi continu "E ad ogni modo senza la chiave esagonale non avresti potuto aprirlo".
"Giusto!" confermai per assecondarlo, mentre sapevo bene di avere in macchina un set di chiavi a
brugola universali fatto a coltellino svizzero".
Intanto che disponeva gli oggetti sul carrello, notai su questultimo una fessura creata
appositamente su misura per una forchettina da cocktail asimmetrica in plastica. Finito di disporre il
tutto mi chiese di dare un'occhiata per vedere se riuscivo a trovare ci che avevo perso, ma dopo
aver studiato gli articoli in bella mostra, gli feci di no con la testa aggiungendo "probabilmente mi
sono sbagliato, non sono pi cos convinto di averlo perduto qui".
Nel frattempo si erano avvicinati anche gli altri clienti, e tra di loro cera una ragazza con i capelli
neri corti ed un pizzetto curato con peli simili a setole. Anche lei stava pensando a cosa aveva perso
ed aveva un'espressione concentrata, mentre cercava di ricordare, ad occhi chiusi. La dovetti
osservare due volte controllare, anche perch la prima aveva un piccolo boccale in ceramica con
degli stuzzicadenti da cocktail che finivano una fila di setole gialle e nere, e lo teneva davanti al
viso.
Intanto mi guardai attorno e notai che la donna incinta che avevo visto prima con la coda dell'occhio
ora era sdraiata in terra di schiena, e teneva le gambe piegate e sollevate in aria. Sembrava
tranquilla e probabilmente aveva solo un po' di dolori causati dallo stare in piedi troppo a lungo:
nell'attesa che la gente si sfoltisse parlava e scherzava col marito che le stava vicino. Aveva dei
capelli lunghi ricci, di colore castano scuro, ed indossava degli occhiali da vista neri, una canottiera
blu scuro e dei pantaloncini color kaki. Bisbigliando all'orecchio del custode, mi offrii di portarli
all'ospedale pi vicino qualora avessero avuto bisogno, ma lui mi tranquillizz riferendomi che
avevano gi unauto e stavano semplicemente aspettando il loro turno.

-- I believe I can fly --
Subito dopo mi svegliai nella mia camera, ma in un letto pi piccolo: era almeno la seconda volta
che mi accadeva. (Ndr: avevo gi avuto un lucido volando fuori della camera attraverso le pareti)
Provai una sensazione di costrizione, come una pressione nella parte sinistra del costato.
Mi alzai per dirgermi ai piedi del letto e notai che anche se le stanza era molto simile alla mia,
mancava la porta, tutti i quadri e poster appesi alle pareti nel mondo reale, ed i comodini erano
Concorso Letterario Nazionale Guido Zucchi 2014

Gianluca Gaiardoni Diani
Castello d'Argile
347/2643168 - 3382247909
leggermente pi alti. Sorrisi e mi osservai le mani: alle solite indice ed anulare erano uniti fino
all'estremit dell'ultima falange dovera un lieve dislivello tra le due dita, come fossero due
collinette attigue, e mancavano le unghie. Non feci nemmeno in tempo a controllare che ero gi
schizzato fuori attraverso la parete della finestra, di puro istinto da onironauta. (Ndr: viaggiatore dei
sogni)
Quello che mi aspettava fuori era un vero e proprio paese dei balocchi, con giocattoli giganti, come
un immenso parco giochi: mentre lo sorvolavo vidi con la coda dell'occhio un dado per bambini alto
quanto un giocatore di basket, un bruco-mela, un carillon con la ballerina a grandezza naturale, e
una pletora di mille altri giochi a cui non prestai troppa attenzione. Mi fermai dalla ballerina e ci
parlai, per poi portarla via con me in volo.

Mi svegliai di nuovo nella mia camera, ma stavolta era differente: avevo un piccolo letto ad una
piazza o poco pi grande, e c'era una signora che stava ordinando la camera. Provai nuovamente
una sensazione di oppressione alle costole, ma questa volta c'era una vibrazione che
l'accompagnava ed il materasso cominci a chiudersi su se stesso, con me dentro, toccandomi prima
sulla parte sinistra. Tutto cominci a diventare scuro ma io mi lasciai chiudere nell'oscurit per poi
emergere decollando fuori dalla casa, per ritornare al paese dei balocchi. Notai subito che
nuvoloso e c'era poca luce: allora chiusi gli occhi e mi concentrai facendo uscire un po di sole. Vidi
un grosso edificio simile alle mie scuole superiori, bianco con gli infissi rossi, e ci entrai volando
attraverso le porte principali, chiuse. Non cerano aule, n divisori di alcuna sorta, ma era tutto un
grande open-space a due piani, pieno di giochi. Fluttuai all'interno dell'edificio osservando gli
oggetti sospesi a mezz'aria, quando qualcosa mi stup facendomi ridere: la mia gatta stava
muovendo le quattro zampe come per nuotare, avanzando in volo a mezzaria.
Poi comparve una volpe rossa sopra una specie di cubo verde e rosa: aveva un bagliore traslucido
sopra l'occhio destro, come un sopracciglio di luce, simile ad una fiamma o una piccola stella. Mi
guard per un momento come ad invitarmi, e salt fuori dalla scuola, anche lei attraverso le pareti.
La seguii e appena fuori vidi che era ancora un po' nuvolo: strizzai pertanto gli occhi e mi
concentrai ancor pi di prima, tanto da vedere la luce del sole che brillava attraverso le palpebre.
Quando le riaprii non cerano quasi pi nuvole ed era una bellissima giornata.
Spiccai nuovamente il volo e mi accorsi che l'acqua del bruco mela era azzurra, quasi trasparente.
Mi concentrai ancora, ma stavolta senza chiudere gli occhi e vidi che riuscivo a trasformarla in
acqua di mare, di un colore verde smeraldo, come nelle migliori spiagge.
Allora mi alzai in quota e perlustrai la zona: poco dopo vidi la mia amica Gemma, immobile
nell'acqua, come una statua. Mentre mi avvicinavo per controllare, una pinna di squalo nera e
minacciosa spunt per un attimo nel piccolo specchio d'acqua: comp un quarto di giro per poi
ritornare sott'acqua. Mi calai a picco e raccolsi la mia amica prendendola tra le braccia: la assicurai
in un posto protetto al sicuro da pericoli e predatori, e prosegu nella mia trasvolata.
Lungo il percorso trovai un cespuglio di lecca-lecca dall'aspetto spugnoso: ne vidi uno rosa e lo feci
diventare azzurro. Stavo per andarmene ma pensai che sarei stato curioso di assaggiarlo: mi
teletrasportai l direttamente e provai a dargli un morso. Mentre confermavo la mia teoria
dell'aspetto spugnoso, vidi che il colore stava come venendo via facendo riemergere dei puntini di
rosa, come fosse ruggine.
Curiosai ancora un po' in giro fino a svegliarmi, nuovamente nella mia camera, ma questa volta nel
mondo reale.

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