sto che tutti i programmi di fotoritocco per personal computer offrono una miriade di strumenti tramite i quali intervenire in mo- do pi o meno pesante sugli attributi cro- matici della nostra immagine. Talvolta l`u- tilizzo di tali strumenti pu addirittura mi- gliorare o salvare` alcune immagini che sa- rebbero altrimenti da scartare: entro certi limiti si pu infatti recuperare qualche mez- zo stop di sovra o sottoesposizione sfug- giti` in sede di ripresa, cos come possi- bile aggiustare` un`illuminazione troppo calda o troppo fredda anche dopo lo scat- to. indubbio che l`uso del colore abbia del- le forti valenze psicologiche nelle imma- gini che osserviamo, facendo talvolta la dif- ferenza tra un`immagine gradevole ed una appena passabile. E` quindi utile imparare a conoscere i limiti ed i modi di gestione nel mezzo digitale, che cos profonda- mente diverso da quello chimico, nella ge- COME NASCE IL COLORE NEGLI STRUMENTI DIGITALI Capire come si generano i colori utile per intervenire sullimmagine. Vediamo quindi i diversi spazi di colore, in particolare HSB, RGB, CMYK. "#$%&' ()*)+'&, stato aggiunto magenta alla chitarra per farla sembrare pi arancione, mentre nelle magliet- te rosse delle persone della fila posteriore il giallo il giallo stato eliminato e il magenta sta- to aumentato. La disomogeneit del magenta (rosso e blu) delloriginale viene rimossa met- tendo punti bianchi, neri e grigi in zo- ne dove il magenta predominante. Le curve caratteristiche mostrano co- me il rosso e il blu vengono allegge- riti rispetto al verde. La maglietta della persona che suona il sassofono nella fotografia originale era viola. La maggior parte del magenta stata eliminata e il cyan stato alleggerito per simulare il blu denim. ROSSO VERDE BLU nesi e nel trattamento dei dati relativi ad es- so. Allo stesso modo fondamentale com- prendere come, malgrado tutte le questio- ni di gusto personale, vi siano situazioni in cui il colore deve rispettare certi canoni (sia estetici che tecnici) e, a tale scopo, deve po- ter essere sapientemente controllato da chi vi interviene. HSB Vediamo come sia possibile iniziare a da- re una definizione pi o meno standard dei colori che ci si presentano; in altre parole cerchiamo un metodo che ci permetta, par- lando con un ipotetico straniero, di spie- gargli a quale colore ci riferiamo senza ri- schiare di dire giallo e fargli intendere blu. La definizione pi comprensibile che sia possibile dare di un colore si avvale della codifica HSB, che la medesima utilizza- ta in molti programmi di fotoritocco digi- tale, nonch in taluni ambiti della colori- metria. HSB l`acronimo di Hue, Satura- tion e Brillance, termini che identificano ri- spettivamente la tinta, la saturazione e la luminosit del colore cui ci riferiamo. esperienza comune il riferirci ad un co- lore osservato con termini quali rosso chia- ro` piuttosto che verde scuro`. Un po` me- no frequente, ma comunque perfettamente comprensibile, l`attributo saturo` riferi- to ad una tonalit cromatica. La tinta (Hue) viene generalmente espres- sa in gradi, da 0 a 360, riferendosi alla di- stribuzione dei colori sulla ruota cromati- ca, dove compaiono tutte le tinte generate dalla sintesi dei colori primari magenta, cia- no e giallo oppure rosso, verde e blu. Va chiarito che questa duplice possibilit di in- tendere un colore come generato dalla sin- tesi di due diverse terne ha origine dalla possibilit di descrivere i colori attraverso la sintesi additiva (RGB ovvero rosso, ver- de e blu) o sottrattiva (CMYovvero ciano, magenta e giallo). La saturazione di un colore indica, trami- te valori percentuali da 0% a 100%, l`am- montare della tinta di base rispetto al bian- co. ovvio che tutti i colori a saturazione 0% saranno dei grigi, comprendenti tra di essi gli estremi del bianco e del nero. L`ultimo parametro, la luminosit o Bril- lance, identifica appunto l`apparente bril- lantezza del colore, da 0% a 100%, dove 0% corrisponde al nero e 100% al bianco. Abbiamo dunque trovato un metodo per ri- durre un colore ad una terna di valori: lo stesso avviene in una fotocamera digitale o in un computer, sebbene con terne diffe- renti, pi adatte ad una rappresentazione oggettiva e digitale delle immagini. Pi avanti vedremo esattamente come. Va con- siderato il fatto che, potendo disporre di una codifica numerica dei colori presenti nel- Queste palette sono state create pren- dendo varie sezioni o strati dallo spa- zio cromatico. Nella maggior parte delle palette, il colore pu essere se- lezionato facendo clic su un punto nello strumento per la selezione del colore o specificato numericamente digitando i valori dei relativi com- ponenti primari (RGB o CMYK). Sotto: le frecce indicano la varia- zione di colore in base alla regola- zione di tonalit (Hue), saturazione e illuminazione (Brillance). Luminosit Tonalit Saturazione l`immagine, scopriamo di avere a disposi- zione uno strumento che, nella gestione dei numeri, se la cava veramente bene: il per- sonal computer. questo un alleato della nostra fotocamera digitale, cos come la ca- mera oscura lo era, e lo ancora, delle fo- tocamere tradizionali. Dallanalogico al digitale Dobbiamo ora capire quali possano essere le differenze nel trattamento dei dati colo- re in digitale rispetto alla tradizionale pro- cedura chimica. Quando riprendiamo un`immagine con una buona fotocamera, dotata di buone ottiche ed equipaggiata con una pellicola chimica di qualit, possiamo asserire che i colori ri- prodotti dalla nostra fotografia saranno, po- tenzialmente, tanti quanti l`occhio umano ne pu percepire. In base alla pellicola che utilizziamo, a seconda della sua qualit e sensibilit, potremo inoltre notare o meno i granuli di argento che ne costituiscono la parte sensibile, e che saranno tanto pi vi- sibili quanto pi andremo ad ingrandire il negativo originale. Se ora andiamo a scan- sionare il nostro originale potremo notare che, sempre proporzionalmente alla qua- lit dei materiali e degli strumenti che ab- biamo utilizzato, la qualit finale della fo- to ottenuta avr subito una certa riduzione. Questo vale sia per ci che riguarda la de- finizione dei dettagli pi piccoli, sia per ci che concerne le transizioni di colore ed il colore stesso. I passaggi da un colore al- l`altro potrebbero risultare meno fluidi, i colori pi smorti o comunque diversi e la definizione dei particolari potrebbe risen- tirne in modo drastico. Questo effetto pu anche verificarsi quan- do andiamo ad effettuare una ripresa con una fotocamera o una videocamera digita- li. Va notato per che nel caso si parli di vi- deocamera, la diminuzione della qualit ge- nerale in genere nascosta` dal continuo movimento delle immagini video, che non permette un`analisi statica di un dettaglio o di una sfumatura di colore, impedendo in tal modo di notare delle grosse anomalie nel flusso di fotogrammi. Il motivo di questo decadimento presta- zionale dovuto al fatto che gli apparec- chi digitali (scanner o fotocamere che sia- no) hanno la necessit di trasformare i da- ti colore e grafici in numeri per poterli ge- stire ed quindi necessario approssimare gli infiniti punti dello spazio e le infinite sfumature di colore della realt ad un qual- che numero intero gestibile dal calcolato- re. Molto tecnicamente i processi che per- mettono questa approssimazione vengono detti campionatura e quantizzazione. La campionatura Si pu facilmente intuire come, avendo a disposizione una grande quantit di nume- ri per definire i dettagli o i colori di una scena, essa non potr che risultare pi rea- listica, essendo sempre meno visibile lo La successione delle tre immagini indica il decadimento prestazionale dalla realt, alla scansione, alla foto digitale. Laspetto di un omino rappresentato su una griglia di 4x4 quadretti molto pi approssimativo rispetto a quello dello stesso soggetto dise- gnato utilizzando una base di 300x300 punti. Qui le giunzioni tra le tonalit si possono vedere. Il termine quantizza- zione viene spesso usato per criticare la qualit, implicando passaggi digitali eccessivamente grandi che causano la posterizzazione. Lesposizione di un elemento del CCD alla luce produce un aumento cor- rispondente della carica elettrica allinterno dellelemento. Il numero di livelli generati dal convertitore A/D dipende dalla sua struttura. Un con- vertitore a 3 bit limita lintero gamut a 8 livelli di grigio, come mostra- to. stacco` presente tra un colore ed un altro o tra un punto e l`altro. Le immagini digi- tali generate da fotocamere, scanner e vi- deocamere vengono descritte qualitativa- mente in termini di risoluzione e profon- dit di bit colore, altrimenti detta profon- dit di pixel. Si pu immaginare di dover rappresentare un uomo su un foglio a quadretti, riem- piendo completamente ogni quadretto o la- sciandolo vuoto: se abbiamo un foglio di 4x4 quadretti sar difficile dare l`idea di una persona, a differenza del caso in cui avessimo a disposizione una superficie di 300x300 riquadri. In questo caso la risolu- zione del nostro foglio ci permetterebbe la rappresentazione del nostro omino. Allo stesso modo una scritta giallo scuro su sfondo giallo limone risulta impossibi- le da tracciare avendo a disposizione una sola matita gialla. Un solo colore in tal caso una profondit di colore insufficiente per il nostro scopo. stato fatto riferimento ai termini bit e pixel ed forse il caso di chiarire finalmente questi concetti. Il computer, e quindi anche le fotocamere digitali, pensa` in termini di bit (binary di- gits), cio di cifre binarie 0 e 1. Tutti i da- ti che un computer sa gestire, di qualsiasi tipo, sono un ammasso monotono di zeri ed uni, che all`elaboratore piacciono mol- to. Ogni bit pu dunque assumere solo due valori: 0 oppure 1 che, a livello dell`elet- tronica del personal computer equivalgo- no grossomodo a piccoli interruttori acce- si o spenti. Se pensiamo allo 0 come al ne- ro e al bianco come 1, abbiamo un modo per rappresentare sullo schermo delle im- magini composte solo di due colori: dove l`immagine bianca scriviamo 1 e dove nera scriviamo 0. Diremo in questo caso che la nostra immagine ha una profondit colore di un bit, poich ogni singolo pun- to dell`immagine pu essere descritto tra- mite un solo bit di valore 0 o 1 (bianco o nero). Se vogliamo utilizzare due bit (cio numeri composti da due cifre binarie) per descrivere il colore di un pixel, dobbiamo vedere quante possibili combinazioni di ze- ri e di uni si possono ottenere utilizzando questi due bit: esse sono 00, 01, 10 e 11 cio quattro in tutto, ovvero 2 elevato alla 2. infatti la stessa cosa che facciamo con- tando, solo che noi utilizziamo le dieci ci- fre da 0 a 9, riuscendo cos a contare 100 numeri con l`uso di due cifre: 10 elevato alla 2 fa infatti 100. In tal modo possibi- le calcolare a quanti colori corrispondono i vari bit di rappresentazione. A3 bit equivarranno dunque otto colori, a 4 bit sedici colori e a 24 bit oltre sedici mi- lioni di colori. Il numero dei bit colore gestibile molto spesso utilizzato come termine di qualit per i vari dispositivi digitali, ma non va scordato che dobbiamo sempre avere pre- sente l`uso che vogliamo fare di tali appa- recchi, oltre al fatto che una cosa il nu- mero di colori rappresentabile e cosa ben Maggiore il numero di bit usati e maggiore il nu- mero di colori diversi che possono essere memoriz- zati dal computer. Un pixel descritto da un so- lo bit pu essere uno solo tra due colori, nero o bian- co. Man mano che si ag- giungono bit, il numero di colori che possono essere descritti aumenta in modo esponenziale. Una profondit di 2 bit ag- giunge due tonalit al ne- ro e al bianco, per un to- tale di 4 livelli. diversa la fedelt con cui lo strumento trasporta i colori dalla realt all`elaborato- re. Anche per ci che riguarda la risoluzione, una corrispondenza simile pu riscontrar- si tra il numero di bit con cui l`elaboratore in grado di gestire i dati ed il numero di punti (pixel) visualizzabili sullo schermo. Quest`ultimo aspetto per pi comples- so ed implica ulteriori parti hardware per cui verr accennato alla risoluzione in ter- mini pi sintetici pi avanti. Altri spazi colore Ci torna ora utile il discorso fatto sulla pos- sibilit di dare ad un colore una descrizio- ne tramite tre valori distinti, tre coordina- te. Abbiamo citato lo spazio colore HSB, molto utilizzato nei programmi di fotori- tocco, ma meno congeniale all`elaborato- re rispetto ad un altro spazio: il modello RGB. Nella stragrande maggioranza dei ca- si, infatti, i personal computer immagazzi- nano i dati delle immagini come una serie uniforme di valori che si riferiscono alla quantit di rosso, verde e blu presente in ogni singolo pixel dell`immagine. Essi pen- sano dunque ad un colore come ad una sin- tesi dei tre primari additivi, ai quali gi stato fatto gi riferimento prima Le fotocamere digitali ed i monitor misce- lano le tre componenti cromatiche prima- Nel sistema additivo le luci rossa, verde e blu si sommano creando gli altri co- lori. La combinazio- ne al 100% dei tre co- lori primari genera la luce bianca. IL SISTEMA ADDITTIVO COLORI SULLO SCHERMO Il monitor funziona eccitando tre tipi di fosfori, in modo che questi emetta- no una luce rossa, verde e blu. rie per ottenere tutte le possibili tinte ge- nerabili dalla loro unione: il modello HSB quindi solo un passo in pi fatto dal pro- gramma di fotoritocco al fine di dare al- l`utente una descrizione alternativa della tonalit voluta. Da quanto detto sinora si pu evincere che, se il totale dei colori che la nostra fotoca- mera in grado di visualizzare corrispon- de a 24 bit colore, ovvero oltre 16 milio- ni di colori, dovremo dividere questi 24 bit nei tre canali principali (rosso, verde e blu, ovvero Red, Green, Blu: RGB) otte- nendo per ogni canale 8 bit disponibili, ov- vero 256 tonalit di quel colore (2 eleva- to alla 8). questo il motivo per cui nei software dedicati alla grafica si pu mol- to spesso trovare il controllo dei primari espresso come indice che va da 0 a 255 per ognuno dei tre colori. Un valore pari a 0 per un dato canale in- dica che il colore risultante non contiene nessuna parte di quel primario: per esem- pio un viola puro avr il valore del cana- le verde sicuramente a 0, visto che ge- nerato miscelando solamente rosso e blu. Pu comunque essere interessante riflet- tere sul fatto che, malgrado abbiamo a di- sposizione 16 milioni di colori, saremo in grado di creare` solo 256 tonalit di ros- so puro (nero.rosso scuro.rosso chia- ro.rosa.bianco), non essendo possibi- le destinare i bit non utilizzati dagli altri canali al solo canale di interesse. Allo stesso modo, se decidiamo di utiliz- zare per la nostra immagine la sola scala dei grigi, che non corrisponde ad altro che all`equivalente del canale Brillanza del- l`HSB, potremo usufruire di sole 256 sfu- mature di grigio su di un computer che la- vora con 24 bit colore. Quanto detto finora si riferisce al modo in cui il computer o la fotocamera digitale gestiscono i dati colore. Ben diversa la tecnica utilizzata per racchiudere le im- magini nei file che siamo abituati a vede- re salvati sul nostro PC. Sebbene pi avan- ti verremo a contatto pi specificamente col problema del salvataggio dei dati, be- ne accennare a qualche particolare. I formati di file che maggiormente rispet- tano la codifica RGB utilizzata dall`ela- boratore sono i formati bitmap: a mappa di bit. Essi si basano sull`elencazione esau- stiva delle componenti RGB di ogni sin- golo punto dell`immagine. I file generati da essi sono molto dettagliati, ma estre- mamente ingombranti. Una ulteriore possibilit, al fine di utiliz- zare meno bit per descrivere i dati colore di un`immagine, pu essere quella di de- cidere a priori i colori che verranno mag- giormente utilizzati nell`immagine, per esempio 256 colori, di memorizzare la ta- bella che contiene la solita codifica a 24 bit dei 256 colori in memoria e quindi di riferirsi a questa tabella con indici che van- no da 0 a 255 ogni volta che ci occorrer un colore di questa tavolozza virtuale. Ta- le metodo prende il nome di color lookup table` ed il sistema che ne fa uso prende il nome di indexed color`. Questo metodo utilizzato dalla codifica delle immagini GIF, ampiamente utilizza- ta nel web: di contro vi , in tale caso, l`e- ventualit che, se fosse necessario inseri- re nello stesso contesto pi immagini di- verse, la tavolozza andrebbe decisa me- diando le necessit delle varie immagini, cosa non sempre facile da realizzarsi. Al- tri metodi per il salvataggio delle imma- gini verranno esaminati oltre. Attualmente la codifica delle immagini di- gitali viene sempre pi spesso eseguita tra- mite l`utilizzo di 24 bit colore, se non an- che di 32 bit, essendo praticamente tutti i monitor in grado di supportare tale profon- dit colore ed essendo ormai scesi drasti- camente i prezzi delle schede video true- color, che sono in pratica uno standard nel- la dotazione di serie di qualsiasi elabora- tore sul mercato. Una nota interessante ri- guarda il fatto che, nel caso di utilizzo di una profondit colore di 16 bit, vengono destinati dall`elaboratore 5 bit ai canali ros- so e blu mentre al canale verde ne sono as- segnati 6. Questo avviene poich il nostro sistema visivo molto pi sensibile agli stimoli colore di composizione giallo - ver- de che non agli altri Fino a questo punto abbiamo accennato praticamente ai soli metodi RGB e HSB per la descrizione delle immagini. Basti pensare alle stampanti ink-jet che creano le sfumature utilizzando colori primari dif- ferenti, ciano, magenta, giallo, con l`ag- giunta del nero. Vi sono poi altri metodi che vengono uti- lizzati a seconda del dispositivo di visua- Sistema di numeri binari. I computer digitali usano milioni di interruttori elettronici collegati per eseguire calcoli ed ela- borare tutti i dati. Ciascun interruttore pu esse- re ON oppure OFF e rappresenta rispettivamen- te il valore di uno o zero. Per eseguire i calcoli con numero uno e zero si deve utilizzare il siste- ma binario. Con il sistema decimale standard, ogni cifra aumenta da zero a nove prima di tornare al- lo zero e di incrementare la cifra a sinistra (09 di- venta 10). Le cifre binarie, detti bit, aumentano solo da zero a uno prima che la cifra successiva venga incrementata. Un numero binario a 2 bit (22) ha solo quattro valori possibili: 00,01,10,11 (che rappresentano 0, 1, 2, e 3 in valori decima- li). Un numero binario a 8 bit (28) fornisce 256 valori diversi. Mappe di bit e dimensioni dei file. Dimensioni, risoluzione, profondit dei bit e tipo di colore influenzano le dimensioni del file digi- tale di unimmagine e determinano lo spazio su disco necessario per memorizzarlo. Le dimensio- ni del file sono anche in stretto rapporto con il tempo di calcolo usato dal processore del com- puter durante la riproduzione dellimmagine. Se la risoluzione di unimmagine viene raddoppiata, le dimensioni del file vengono quadruplicate, poi- ch il numero di pixel raddoppia sia in larghezza che in altezza. Un file CMYK a 32 bit ha una di- mensione 32 volte superiore a una versione al trat- to a 1 bit della stessa immagine. Il nostro sistema visivo molto pi sensibile agli stimoli colore di composizione giallo verde. I file di immagini digitali possono usare da 1 a 48 o pi bit per memorizzare il colore per ciascun pixel dellimmagine. Quando un file di immagini si basa su pi di 24 bit per pixel, qualche softwa- re pu sfruttare le informazioni supplementari per determinare quali sono i colori che appaiono con maggior frequenza e quindi usare i colori pi im- portanti quando avviene la riduzione a 24 bit dei dati. Una procedura similare viene completata quando limmagine a colori viene visualizzata su un monitor che non in grado di gestire lintero gamut di colori del file di immagini. In questo ca- so, il monitor deve fare affidamento sul colore in- dicizzato per creare una palette personalizzata usando un numero inferiore di bit per pixel. lizzazione verso cui il colore definito di- retto. Modelli colore utilizzati, o meglio spazi colore, sono il CIELuv, il CIELab, il CIEXyz, HSV, HSI e l`Ac1c2 oltre agli standard utilizzati dalla televisione PAL o SECAM. Il solo accennare a questo insieme di vari modelli per la gestione del colore ci porta inevitabilmente ad una considerazione. Al giorno d`oggi siamo ormai abituati a trat- tare con una miriade di mezzi d`informa- zione. Allo stesso modo siamo assuefatti all`idea di poter trasferire immagini, suo- ni o quant`altro da un sistema di informa- zione, o media, all`altro: quasi normale pensare di videoregistrare un film d`ani- mazione senza considerare che esso na- to su carta, dipinto magari a pennello, fo- tografato su pellicola, scansionato, tra- smesso via satellite, videoregistrato su na- stro magnetico e forse riacquisito tramite personal computer. Ma come facciamo a sapere se, in tutti que- sti passaggi di mezzo (e anche di spazio colore), esso sia giunto a noi come era sta- to pensato? Questo annoso problema del- la corrispondenza cromatica tra i disposi- tivi di visualizzazione riguarda anche chi si interessa di fotografia digitale, visto che sulle nostre scrivanie facile che siano or- mai presenti, oltre alla onnipresente stam- pante ink-jet, uno scanner e forse una fo- tocamera digitale. Sar certo capitato a mol- ti di riprendere una scena con la digitale e vederla con tonalit diverse sullo schermo, per poi avere un`immagine naf stampata dalla ink-jet Eugenio G. Tursi (3-Continua) Il disegno mostra la differente possibilit cromatica di dispositivi che operano con genesi cromatica differente. In seguito affronteremo, ap- profondendoli, i seguenti argo- menti strettamente correlati alla gestione del colore: risoluzione, corrispondenza cromatica e cali- brazione, gamut, formato dei file, stampa delle immagini. I disegni di questo articolo sono tratti dai manuali Agfa e disponibili in Foto- libreria . LA REALT IL MONITOR Lo spettro effettivo della luce composto da milioni e milioni di colori. Lo spettro visibile e composto da molti milioni di colori, non tutti vi- sibili a occhio nudo. Un monitor a colori in grado di visualizzare oltre 16 milioni di colori. I colori visualizzati sui terminali dei computer sono composti da fosfori rossi, verdi e blu che, insieme, generano la luce bian- ca. Molti colori creati per rifrazione del- la luce attraverso uno schermo non possono essere riprodotti combi- nando inchiostri sulla carta. Allo stesso modo, molti colori CMYK o di processo non possono essere mostrati nello spazio RGB. I componenti del colore per la stam- pa sono il cyan, il giallo e il ma- genta. Il nero viene aggiunto per accentuare le ombre e come nero puro per caratteri e tratti. LASTAMPA SORGENTI DI LUCE GAMMACROMATICA COMPONENTI