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Fosca della Forra

Fosca, quella diavola, aveva una figlia. Mite come acqua cheta, pronta al canto. E questo
anche se la madre cattiva come il tossico, rapida all'ingiuria e alle busse.
La Fosca, con qualunque tempo, in giro per le case a raccattar pane nero e farina di
formentone o lardo o frutta, tutto quello che la gente riesce a darle per i suoi servizi. Perch di lei da
qualche parte, tra il Brattello e il Taro, o tra il Brattello e Pontremoli c' sempre bisogno. E qui c' un
nodo da stringere e l ce n' uno da levare, e l bisogna far morir un vecchio, e laggi un peso da
strappare al ventre di qualche troia... Sempre in giro, peggio del demonio, peggio del medico e del
curato.
Invece la bimba era brava e buona, stava nel capanno d'inverno e in mezzo ai prati d'estate, a
intrecciar canestri, a pulir verdure. E cantava, anche se muta, mugolava nenie belle anche senza
parole, ed era cos bella di viso, che ti dimenticavi che era nata disgraziata: senza senno, senza lingua
e senza gambe. Le avresti fatto la ronda, se non fosse stato per la madre. Chi la vuole la figlia di una
cos! Com' Fosca la madre era Bianca la figlia. A quell'angelo puro nessuno avrebbe mai fatto del
male, si pensava. Ma stamane, all'alba, Fosca entra nell'osteria. "L'hanno presa! - grida - i ratti neri
hanno preso mia figlia!"
L'oste stip gli ultimi formaggi nella sacca e la pass a Tasca, che se la mise subito sulle
spalle. Il suo compagno, Noce, era gi pronto da un po' con le scorte di carne. Freccia, un novellino
di nemmeno ventanni, sostava poco lontano, guatava il bosco con il mitra spianato.
Stanno tornando, i fascisti, e pi cattivi di prima. Sanno che molti contadini, molti pastori e
boscaioli son con voi, e se la prendono con la povera gente. Con i deboli, le femmine, come i lupi
che attaccano una mandria. Se volete scacciarli, dovete farlo una volta per tutte. Massacrarli. Dovete
essere forti, e tanti. Cercare rinforzi.
Tu ci verresti nel bosco con noi, Biagio? - chiese il Noce, arrotolandosi una sigaretta -
pianteresti tutto, vero? L'osteria e la famiglia?
E come faccio? Gi vi aiuto come posso, e rischio la pelle.
Se tutti ragionano cos, dicci tu dove cercare rinforzi!.
Biagio fece un muso lungo, tra lo scontento e lo stanco.
Vi ho dato tutto quello che potevo buona fortuna, amici!.
Buona fortuna. Risposero il Noce e il Tasca.
Freccia era rivolto sempre al bosco e minacciava i castagni di fucilazione immediata. Senza
processo. Senza piet.
Tasca gli si avvicin. Era incantato. Dovette scuoterlo un paio di volte, prima di farlo girare
verso di lui. Proprio allora dalla boscaglia usc una donna.
Veniva da dove non c'era sentiero, lo scialle nero in testa, la veste straccia. Ciuffi di capelli
n grigi n castani le spuntavano da sotto il fazzoletto. Puzzava di patata rancida e di carne andata a
male e una puzza peggiore si lev quando apr bocca per gridare.
Me l'hanno presa! - restava immobile come un ciocco - Hanno preso mia figlia, i ratti neri.
Ma io so come fare, ora. E voi mi aiuterete!
Lasciaci stare, vecchia - le intim Noce, la sigaretta tra i denti - Se l'hanno presa te la
vendicheremo. Lasciaci andare dai compagni, ora.
Vecchia, s! Non sapete quanto. Ma sono pi svelta di tutti voi. Mi seguirete.
Seguirti? E dove?
Sulla Tomba del Lupo.
Vai in malora. - bisbigli Noce.
Partirono. Lei rimase ferma, in piedi presso il sentiero. Tasca abbass gli occhi passandole
accanto. Freccia la aggir per ultimo. Fosca lo prese per la manica.
Verrai tu sulla Tomba del Lupo?
Non rispose.
Lasciarono la pazza alle loro spalle e s'incamminarono sul sentiero del Duca. Un tempo era
una strada di confine e ogni tanto s'incontrava un cippo di pietra con la corona di Toscana da un lato,
quella di Parma dall'altro. La Repubblica era ancora salda. I ratti che la strega accusava, non erano
ancora abbastanza forti. Ci si poteva ancora concedere il lusso di percorrer le strade pi facili.
Oltrepassate due curve, sul versante nord, si entrava nella Forra dei Preti. Era un vallone ove il sole
non batteva e tra gli abeti spelacchiati non cresceva un filo d'erba. Che c'entrassero i preti con quel
luogo era un mistero. Ed era un mistero il perch la famosa Fosca avesse deciso di costruirsi il
capanno proprio l.
Biagio ha ragione - esplose la voce del Freccia - dobbiamo cercare degli alleati, e subito.
Noce lo guard male.
Parli con la voce troppo alta tu. E per fortuna una zona sicura questa. E che alleati
dovremmo cercare poi, in tutta fretta?
Alleati contro i fascisti...
Per strappargli la figlia della Fosca e trombarcela noi?.
Freccia si fece tutto rosso. Tasca sent un peso gelato nello stomaco.
Che ne dici Davide? - il Noce si rivolse direttamente a lui. - Da quanto tempo non vediamo
una donna? E il ragazzino, poi, per me non ha fatto neppure in tempo a conoscerne una.
Freccia s'era fatto tutto bianco, ora. Tasca le conosceva certe uscite di Noce. Servivano solo
a zittire gli altri, per procedere spediti. Questa per era stata una delle peggiori. Si cammin in
silenzio per un po, fin quasi alla fine del tratto che costeggiava la Forra. Poi Freccia ricominci.
Bisogna trovarli comunque gli alleati, scacciare i fascisti..
Chi avresti in mente, tu, gli americani?.
No. Pensavo ai compagni del Gap di...
I comunisti? Tendigli la mano e quelli ti prenderanno il braccio, ti sbatteranno contro un
muro e ti fucileranno. Io ho combattuto in Spagna. So bene che facevano. Se non ci fossero stati loro,
con la caccia all'anarchico e al troskista, Franco mica avrebbe vinto. Diventaci tu amico dei rossi.
Tasca sorrise.
Calmo, Alberto, non sar necessario allearsi con i rossi. Basta andare alla Tomba del Lupo.
Freccia si ringalluzz.
Che sarebbe questa tomba?
Non una tomba, ma una stele. Rispose sicuro Tasca.
Una steeele.. - lo prese in giro Noce
Una pietra antica, con uniscrizione cancellata dal tempo di cui stata decifrata una sola
parola:Hirpu. Lupo.
Eccolo, il professorino, se non fossi finito qui, saresti ad insegnare in qualche universit,
come quel tuo prozio di Pisa...
Non sarei a insegnare da nessuna parte, giacch porto anche il cognome, dello zio di Pisa, e
non sono battezzato.
Non si direbbe... disse Freccia con il muso lungo, come se Tasca gli avesse confidato un
lutto gravissimo.
Invece si direbbe - ribatt Tasca, accarezzandosi il naso.
Io, che ho pisciato con lui pi di una volta, posso confermare...
Disse Noce, per farla finita. La marcia prosegu in silenzio. Tasca cominci a mugolare una
canzonetta tra i denti. Se non fosse stato per le leggi razziali, la guerra e tutto quanto, forse ora
avrebbe davvero insegnato storia in qualche istituto. In un liceo, se non all'universit. E da tempo si
sarebbe trasformato in un tranquillo liberale, e un giorno, in vecchiaia si sarebbe persino iscritto al
Partito, chiss.
Meglio lanarchia allora, la libert conquistata a colpi di mitra, da condividere con un pugno
di compagni, con le fiere del bosco e i folli.

-II-

Adesso vieni!
Un ringhio femmineo e un grido. La strega li super di corsa. Trascinava Freccia con s,
tenendolo per mano.
Porca Eva! - grid Noce - lascia stare la vecchia, cretino! Torna indietro. Subito!
Che vuole quella pazza da noi? Inseguiamoli!
Macch inseguirli! Gli sparo, e se si fermano, meglio, se decidono di andarsene al diavolo
insieme peggio per loro.
Freccia un compagno... Freccia ha le munizioni.
Le munizioni, cazzo! Raggiungiamoli, avanti!
Il Noce inizi a correre zoppicando. Tasca lo super con pochi balzi. Freccia e la sua balia
erano gi spariti tra le foglie.
Dove saranno finiti?
Bisognava intuire il loro cammino dalle tracce lasciate nel bosco. Veloci pi di tanto non si
poteva andare, e poi la via da percorrere era un continuo saliscendi per la montagna. Si rischiava di
cadere in ogni momento.
Non ce la faccio pi - rantolava Noce - quant' falso Iddio non ce la faccio pi.
Eccoli! - disse Tasca con un fil di voce - lass. Quello il culo del Freccia. Sono fermi!
Rallentiamo.
Adesso lo ammazzo, quello.
Piano, ti ho detto...
Avanzarono lentamente. Tasca sentiva il cuore pronto a scoppiare. La strana coppia si faceva
strada tra i cespugli, in cima a un dosso. E quel dosso Tasca lo conosceva.
Lass cera la stele, celata da alberi rachitici. Era un idolo deforme: un corpo quadrato
sormontato da una testa di luna calante. Aveva due occhietti infossati, la mezzaluna, e una bocca, un
solco simile a una smorfia perplessa. Comunque si guardasse quel fantoccio di pietra non somigliava
a un canide. Eppure anche i pastori, i boscaioli, gente che in nessun modo avrebbe mai potuto sapere
il significato della parola "Hirpu" chiamava quel blocco di pietra "la tomba del lupo".
Tasca veniva in villeggiatura da quelle parti fin da bambino. La sua famiglia aveva un
poderetto (scarno) con tanto di villa padronale (una casa quadrata con cinque stanze buie) in quella
valle tranquilla (un mortorio). Suo padre gli diceva che far campagna lass era persino meglio che
andare al mare: l'aria era pura, l'acqua buona e il bosco vivo. E non c'era da lagnarsi per la noia. C'era
tanto da fare: leggere, esercitarsi nei componimenti, nelle versioni di latino, nei dialoghi in francese.
Erano di pi i pomeriggi passati chiusi in casa di quelli impegnati in passeggiate. Di gite
lunghe se ne faceva solo una, alla stele di Hirpu. Erano stati i racconti di suo padre riguardo a quella
pietra a suscitare in lui la fascinazione per le cose antiche. Per il resto il genitore non conosceva nulla
della valle. Sembrava che in fondo quei luoghi e la gente che li abitava non gli piacessero per niente.
Mai il piccolo Davide avrebbe immaginato di vagare armato di mitra per i sentieri che gli
erano stati proibiti con mille pretesti, quand'era un ragazzo. Mai avrebbe sognato di rincorrere una
vecchia popolana pratica di stregaria.
Li avevano raggiunti. Noce pose entrambe le mani sulle spalle del Freccia.
Adesso basta scherzi! Via di qui. Ma il ragazzo sembrava avesse messo radici, fissava la
vecchia, che stava abbracciata alla stele, la faccia ad un dito dalla mezzaluna. Sembrava che lei e il
fantoccio di pietra si guardassero dritti negli occhi.
Pensi che sia tua. Per questo ci massacri ancora, infame. Le hai tolto la lingua, e poi le
gambe. Per punir lei e me. Me che non stavo ai patti. Ecco cosa ne penso del mio patto con te.
Pppu!
Onor la stele di un abbondante scaracchio. Nel punto in cui la pietra ricevette l'offesa si
disegn un fiore nero che brill come una macchia di smalto e subito svan.
Credi di essere ancora tu, il padrone, di farmi paura, mandandomi le male genti. Ma ho i
miei soldati, con la mitraglia. Toccher a te la gran fregatura, vedrai. Se mi rifiuti aiuto, sei fregato.
Era pazzia pura, quella. Cosa credeva di costringerli a fare?
Andiamo, ora, andiamo a beccarli!
Mosse il braccio e li invit ad andare avanti. Noce rugg e part, come un fantoccio. Freccia si
mise in cammino senza dir nulla, le braccia come rami flaccidi attorno al mitra.
Tasca sent nelle gambe una stanca furia, che lo trascin gi per la collina, insieme agli altri.
Sono di certo alla cascina di Toti. Disse la donna.
Era un vecchio casolare abbandonato da tempo, due poggi sotto lo spiazzo della stele. Presso
la cascina c'era uno stagno, che negli anni s'era allargato, e s'era riempito di erbacce. Ora, con
l'estate, dalla palude venivano miasmi grassi di macerazione. Si sentiva fin lass quell'odore,
sembrava volerli guidare verso la meta. La strega avanzava a passi sicuri, ritmati. La fonte dei
miasmi sembrava sempre pi vicina.
Tra gli alberi si apriva una radura. La donna usc verso la luce per prima, pronta ad aggredire,
ma quando furono fuori tutti la strega urlava. Erano tornati alla tomba del Lupo.
Com possibile? sussurr Tasca.
E possibile s Noce aveva un tono sarcastico abbiamo camminato e camminato di buona
lena, girando in tondo. Succede, nei boschi. .
Si camminato in discesa per tutto il tempo. Non si pu tornare al punto di partenza
scendendo costantemente per un clivo.
La donna si scagli contro la pietra, una, due, tre volte. La roccia si segn di strie rosse. Il
sangue saddensava nei solchi scavati da mano ignota mille e mille anni prima. La parola Hirpu si
deline con chiarezza. Si colorarono di rosso altre righe irregolari di segni contorti. Hum si
leggeva, Lun sen era alfabeto etrusco, o forse greco.
Si sollev in piedi la strega, e colp la pietra con la mano. La colp ancora, con il palmo
aperto. Si sent rumore di ossa rotte. La vecchia lev contro il cielo un moncherino sanguinante.
Larto scintillava di sangue fresco. Luce rossa vibrava anche sulla colonna, emanando dalle lettere, si
faceva sempre pi intensa.
La pietra fu infine trasfigurata. Al centro della radura ci fu come un piccolo sole accecante.
Tasca si port le mani innanzi agli occhi.
No! - Grid la vecchia via le mani! Guardatevi bene intorno!
Guardare... Si rivel docile la luce, anche se potente. Si diffondeva in ogni angolo del bosco.
Ogni stelo d'erba brillava prezioso come diamante. Gli alberi si facevano trasparenti pi del cristallo,
e proiettavano vividi arcobaleni. Si poteva vedere attraverso i tronchi, seguire il pendio della
montagna, individuare i capanni dei boscaioli, spiare gli animali nei nascondigli. Quattro figurette
nere, deformate dallo schermo di cristallo, si muovevano poco distante. Due di loro trascinavano un
corpo bianco.
Raggiungiamoli! Prendiamoli!
Fosca sbraitava, roteando il moncherino. Il sangue cadeva tutto intorno come da un
aspersorio.

III

Fosca part. Tasca fu di nuovo coinvolto in una corsa furente, insieme ai suoi compagni. Pi
gi, sempre pi gi, dentro la montagna di cristallo. Mentre ci si allontanava dalla stele, l'effetto di
luce perdeva vigore. La foresta si serrava attorno a loro, sempre pi scura. La direzione era sicura,
per. La ragazza e i suoi rapitori erano qualche metro pi in gi, davanti a loro. Gi si coagulava tra
gli alberi la massa scura della cascina, e si avvertiva l'odore della palude.
La puzza divenne infine cos forte da sembrar solida: un muro contro il quale si rischiava di
schiantarsi con dolore. Fu realmente un urto doloroso a fermare la corsa del Tasca: si era schiantato
contro la Tomba del Lupo.
Per alcuni secondi vide tutto grigio, e quando i colori tutt'intorno tornarono a essere quelli del
bosco si trov seduto a terra, con il mitra in mano. L'odore di putrefazione veniva dal terreno sotto di
lui, dalla tomba.
Sent la risata isterica della strega, Noce tir un orcozzio. Freccia ansimava singhiozzando,
come un adolescente.
Brutta carogna - ringhi il Tasca - adesso ti faccio vedere io!.
La rabbia gli riempiva la bocca, ronzando come uno sciame di calabroni. Punt l'arma contro
la stele e spar. Nella roccia si apr uno squarcio. Non una crepa, ma un buco pulsante, che spruzzava
sangue. Penzolavan budella da quel buco. Da sotto terra veniva un ululato prolungato e acuto.
Sparategli ancora! - grid Fosca - deve capire con chi ha a che fare!
Noce tremava, appoggiato all'arma. Tasca non riusciva a togliere gli occhi dallo squarcio
innaturale che si era aperto nella pietra. Fu il Freccia a sparare, centrando l'occhio del mostro di
marmo. Per l'aria si diffuse uno spruzzo di materia rosacea. L'ululato si faceva ancora pi ferino.
Anche Noce finalmente spar un colpo dritto alla base del monumento. Ci fu un nuovo grido,
pi che umano. Il terreno sotto i loro piedi trem.
Hai capito, adesso? - il tono della strega era - hai capito? Ora non puoi pi giocare con me.
Devi stare ai miei ordini, ora, darmi nuova forza. Forza per trovarla, per riprendermela!
"Hirpu" soffriva. Il corpo squadrato di pietra era percorso da convulsioni.
Dalla ferita aperta dal colpo del Tasca sprizzava sangue nero.
Ora ci aiuterai!
PER QUEL CHE SERVIR VI AIUTER. Latr la voce dal profondo. ANDATE! FORSE
ANCORA VIVA. FORSE SI STANNO ANCORA DIVERTENDO CON LEI!
Per il bosco si diffuse un fruscio simile allo scricchiolio di un immenso ingranaggio. Gli
alberi cominciarono a girare su se stessi, a muoversi sulle radici per spostarsi dal loro cammino.
Allungavano i rami a indicar la strada. Dove fino a poco prima c'era una macchia impenetrabile allo
sguardo ora c'era una sorta di viale, che conduceva proprio alla cascina.
Andiamo!
Oh Cristo! -rantol Noce - intanto torneremo sempre qui. Qualunque strada faremo
torneremo in questo posto del cazzo!
Ah, strega, stavolta vai avanti da sola. - Tasca era d'accordo - se il tuo demonio vuole
aiutarti meglio, se vuole prenderti in giro, come ha fatto fin ora, io non voglio essere coinvolto e
nemmeno i miei amici.
Che dite... - la vecchia si fece bianca come un cadavere - io da sola non ce la faccio...
Saranno tanti, laggi.
Non sei sola... hai il tuo Hirpu. Ora ti aiuter! - Tasca le parlava con dolcezza, come si fa
con gli idioti - quindi vai!
Ve la fate nelle braghe, vedo! Avete proprio paura, voi, dei fascisti. Vi faranno tutti fuori,
voi cacasotto.
Vattene, strega, oppure ti faccio saltare la testa!.
Codardi, siete! Traditori!
Noce punt l'arma, e Tasca l'imit.
Sparate, e morirete anche voi. - sparate pure! grid Fosca.
No! Non possiamo. - la voce di Freccia era squillante, quasi bianca - non abbandoniamola,
ora. Sapere com' nelle fiabe? La terza volta l'impresa riesce sempre.
La strega sorrideva.
Io andr con lei - bisbigli il giovane rivolgendo il mitra contro i compagni - e non provate a
farle del male... non provateci!
La donna s'incammin per il corridoio dalberi. Freccia la segu. Ogni tanto si voltava, li
minacciava.
Stiamo impazzendo, impazzendo tutti- brontol il Noce - e allora vediamo di ammattire per
benino. Per stavolta lascio gi lo zaino. Pesa.
Si mosse anche lui per il nuovo sentiero. Tasca rimase da solo presso il pietrone. Non voleva
perdere un solo minuto di pi, con quella faccenda. Non voleva, ma sentiva le gambe stanche e la
testa pesante. Da solo non sarebbe andato da nessuna parte.
Anche lui si liber della sacca e part.
La strada infine non fu n semplice n breve. Il pendio bastardo della montagna non lo poteva
spianare neppure Hirpu. In alcuni punti era cos in discesa che le gambe tremavano. La strega era
avanti quasi duecento metri e procedeva a balzi. Solo il Freccia le stava dietro.
Tasca raggiunse Noce.
Eccolo l, il casale della malora!
Proprio una tana di ratti!
Non offendiamo le povere bestioline. detto questo Tasca arm il fucile. La vecchia e
Freccia li attendevano, ben nascosti dietro al loro cespuglio.
Due dei fascisti erano fuori. Uno fumava e guardava per aria, l'altro si puliva la suola di una
scarpa con il coltello.
Quella merda ovunque....
U-hum. - rispose il fumatore - guardati intorno, guarda che roba...
Che succede?
Gli alberi... Di solito il muschio non cresce dalla parte di tramontana?
Boh... E allora?
Qui gli alberi hanno la parte col muschio verso il centro della radura. Verso di noi.
Verso la palude. C' umido e il muschio cresce verso la palude.
Sar. Ma quando siamo arrivati il muschio cresceva dalla parte giusta.
Che vuoi dire, che vivo? O che gli alberi si sono girati?
L'esperto di botanica tir l'ultima boccata e gett via la sua sigaretta. Il mozzicone non era
ancora arrivato a terra che il colpo sparato dal Noce l'aveva gi ucciso.
Il suo camerata punt gli occhi verso di loro. Spalancati, stralunati, ciechi.
Non ci vede... - sussurr Freccia
Nessuno ci vedr - aggiunse la strega.
Tasca spar. Sul petto del nemico esplose un fiore rosso e vischioso.

-IV-

Cosa videro i loro nemici, durante quei pochi minuti di mattanza? Cosa sentirono? Spari che
sgusciavano fuori dal nulla, porte che, animatesi, sbattevano il loro legno marcio contro le pareti
luride. Era da codardi combattere, nascosti nelle pieghe del mondo, mentre la follia delle vittime, che
non potevano reagire in nessun modo, ululava impotente intorno a loro. I corpi cadevano, uno dopo
l'altro, il sangue sbocciava in crisantemi effimeri, l'aria tremava d'una febbre crepitante.
Colpi fantasma straziavano le carni vive. I fasci, sorpresi, cercavano di sfuggire alla vendetta
sparando contro il nulla, oppure nemmeno si difendevano. Restavano accucciati sui materassi,
abbracciati alle armi, e il loro viso pallido, era molle e urlante come quello di un bimbo che si trovi
nella carne i denti veri, grondanti bava e sangue, del mostro dei suoi incubi, e le sue unghie, taglienti
come coltelli. Furono l'incubo consacrato, il Vento armato. Dur dieci minuti, un quarto d'ora forse.
Si trovarono infine tutti e quattro, in quella che doveva esser stata la cucina. C'era un gran camino,
infatti, un forno nero e un tavolaccio lercio.
La Fosca aveva operato con un falcetto per lerba nella mano sana e sembrava portasse guanti
rossi.
Quanti ne abbiamo ammazzati? - sbrait Noce. -? Nessuno mi ha mai portato a fare una cosa
del genere. Neppure ne ho mai sentito parlare, di qualcosa di simile. .
Non si capiva se si stesse lamentando oppure fosse entusiasta.
La Fosca le pu fare, queste cose - sibil la donna - pu fare tutto, la Fosca. Sono una
buona capitana, vero? Meglio dei vostri comandanti.
"Sei una gran troia". Disse Noce a fior di labbra.
E ora che si fa? chiese Freccia, smarrito.
Gi. Che facciamo? - Tasca sent le sillabe affiorargli pesanti alle labbra - siamo venuti qua
per tua figlia. Dove cazzo ?
Quasi in risposta alla sua domanda si ud un mugolio gorgogliante. Veniva da dietro una
porta sprangata.
nella dispensa, Davide, la carne si tiene in dispensa. all'annuncio del Noce la donna
scatt, si avvent contro la porta e tolse la spranga. Dallo stanzino usc un afrore denso, che non era
odore di marcio, n odore di sangue, n puzza di piscio.
No! - si sent gridare - Bianca... Angelo mio! Portate luce! Luce!
Freccia frug nelle tasche, accese un cerino, lo gett nel caminetto. Mentre la fiamma si
sviluppava le grida della strega si facevano sempre pi forti, quasi fosse lei a bruciare l dentro. In
risposta alle grida venivano dei rantoli.
Noce estrasse uno dei tizzoni pi lunghi, a mo' di torcia.
Con quel lume improvvisato entrarono nello stanzino. La donna era aggrappata a un pezzo di
carne grondante sangue. Un quarto di bue con una mostruosa testa di bambola dai boccoli d'oro
poggiata sopra.
Dalla bocca del fantoccio uscivano bolle rosse.
Tasca si sforz di guardare Usare solo gli occhi. Ragionare su cosa avessero fatto alla ragazza
era pesante.
Togliti, Fosca!
Era nata senza gambe. Le avevano segato anche le braccia.
Qualcuno venga ad aiutarci a tirarla gi..
Era senza lingua la ragazza, e ne avevano approfittato.
Venite, forza. Usc a chiamarli. Freccia era in un angolo. Non si muoveva. Ovvero si
dondolava avanti e indietro, come fanno gli idioti. Noce doveva aver dato unocchiata alla dispensa,
visto che era piegato a vomitare.
Dai, vieni ad aiutarmi!
Bolle rosse affioravano alla bocca. Schiuma rosa striata di bianco scendeva in mezzo alle
natiche.
Tiratela gi, mentre ancora viva.
Gli uncini che la tenevano su erano ben conficcati nella carne. Due nelle tette. Due nelle
anche...
Fate piano vi ho detto...
La staccarono, infine. La madre la fece mettere sul tavolo della cucina.
Piccola mia... Ora...
Unultima bolla. Un improvviso odore di latrina. Fine.

Fosca sollev la testa, dopo un lungo silenzio. Li guard tutti e tre, con due occhi che non
avevano pi niente di terribile. Occhi vuoti, inebetiti.
Andiamo, forza! - ordin Noce -. Abbiamo obbedito a tutti i suoi ordini. Lei ha avuto quel
che cercava.
vero. - aggiunse Tasca. Provava piet per quella donna, e schifo - non rimaniamo un
minuto di pi.
Freccia continuava a dondolarsi.
Forsa, ragazzo, fuori di qui!
Il giovane non si mosse dal suo angolo, continu a cullarsi. Noce lo sollecit pi volte, lo tir
per la giacca, ma quello non si mosse.
E andiamo, imbecille! Muoviti!
Non adesso! - rugg la strega, di rabbia e dolore - non adesso! Ancora una cosa.
Nacosa... - ripet Freccia
Aiutatemi a portarla alla palude.
'lude
La palude? Che vuoi fare con quella povera figlia, alla palude? Seppellircela dentro?
un'ultima preghiera. Poi vi lascer stare.
Are...
Are Ere Ire... a far in culo andremo a finire. Aiutami a portar fuori la morta, Tasca.
Portar via quella bambola ripugnante fu difficile, non tanto per il peso, giacch era leggera
come una bambina, quanto per lo schifo. Il Noce la teneva per la testa e Tasca per le natiche.
Camminavano di sghimbescio, sforzandosi di non guardarla. La madre li seguiva muta. Lo stagno
era vicino, grazie al cielo. Deposero la morta.
Andate, ora, avete finito!
Gnito! ripet Freccia, dal suo angolo dentro la cascina.
Lo stagno era una lastra di piombo spalmata di melma.
Via di qui! - ribad la strega.
Felicissimi, madama, onorati di avervi servita! Tasca fece il gesto di togliersi il cappello e
s'inchin. Noce fece ben altro gesto.
Crepa, vecchia!
Si voltarono e s'incamminarono per la collina. Gli alberi erano tornati a posto, e il muschio
cresceva verso tramontana. Appena mossero i primi passi, dietro di loro ci fu un rumore di acque
rimescolate, e poi una cantilena stridula.
Tutto purifica, tutto rigenera, tutto rinasce..
ghh... Mmm
La voce del Freccia, lamento animalesco, ripeteva la nenia.
Dobbiamo andare a prenderlo! - Bisbigli Noce - Andiamo a prendere il ragazzo.
Tasca fece no con la testa.
Andiamo a recuperarlo.
Non possiamo! Non voltarti, Alberto!
Ma lui ancora l, come un cretino!
E l lo lasciamo.
Noce si ferm, lo trattenne per la giacca.
Dobbiamo salvarlo! - lo costrinse a voltarsi Chiamalo insieme con me. Ehi, ragazzo! Ehi,
Gianni! Giannino!
La strega puliva il corpo della figlia come una lavandaia lava i panni. Sfregava le carni con
l'acqua putrida.
Tutto purifica, tutto rigenera, tutto rinasce..
Freccia non ripeteva pi la melodia. La voce della strega veniva da ogni dove, strideva in
ogni angolo del bosco. Andatevene!
Recuperiamo il ragazzo, avanti, Davide!
Andatevene ! tuon la voce del monte e del vento, furiosa. Cess il clamore e si sent uno
sparo all'interno della cascina.
Andiamocene! -Ordin Tasca. -Via di qua! le stesse parole della vecchia.
Se fossero rimasti, sarebbero impazziti. Anche loro si sarebbero sparato un colpo in testa.

Salirono per il pendio. Ormai era superfluo persino sforzarsi di non pensare. Proprio non
veniva nulla in mente nulla.
Un passo dopo l'altro. Un passo. Un passo. La radura della Tomba lo aggirarono sulla destra,
senza nemmeno guardarla, arrampicandosi per sentieri stretti e scoscesi.
Le sacche con i viveri... Orcozzio! grugn il Noce.
L'effetto fu quello di una sveglia che strappa all'incubo. Freccia spalanc gli occhi e si tese in
un brivido freddo. La bocca era impastata, le guance intorpidite. La realt era l, nuda di ogni
incanto, nel suo incastro di particolari triviali.
Io dal Lupo non ci torno.
Davvero? Stamattina quella stele ti piaceva tanto
Una simile puzza sulle mani, lui, non l'aveva mai avuta. E le macchie di sangue, sui vestiti e
sulle scarpe, sarebbero state dure da pulire. Forse se le sarebbe dovute tenere fino all'inverno.
Gi.
Dovremo dare spiegazioni. Non solo per la fine del Freccia, ma per tutto il resto. Non penso
proprio che i fasci la lasceranno impunita.
Gi.
Per non dovremo parlar di lei.
Gi.
Ma tu soltanto "gi" sai dire?
Dovrei far salotto? Guarda.
Gli zaini. Erano sul costone, proprio sul ciglio della strada del Duca. Li raggiunsero di corsa.
Li aprirono. Sembravano intatti. Noce rideva.
Almeno un po' di fortuna in tutto sto casino ci vuole..
Controllarono di nuovo. Tutto a posto. Un miracolo. Si presero ognuno il proprio e si divisero
la roba del Freccia.
Le munizioni, cazzo... Noce ansimava come non mai - Ce le aveva lui. Che diremo agli
altri?
Diremo che uscito di senno e che si sparato. La verit diremo.
Dico delle munizioni!
Oh cazzo, Noce, mica le abbiam perse! Le abbiamo fatte fuori per ammazzarli. O forse
pensi che dai nostri fucili uscissero proiettili magici?
Certo che sar dura spiegar tutto. Andiamo... Occhio che pesano sti catafalchi!
Lo zaino era un macigno. Ce la fece comunque a caricarselo in spalla. Ce l'avrebbe fatta a
portarlo fino al rifugio, forse.
Uno. Due. Uno-due. Passi pesanti e secchi. Presero il ritmo. Si misero ad andare spediti. Fu
un canto inatteso a rallentare la loro marcia.
Veniva dalla forra, la canzone. Si fermarono. Per il tappeto di aghi scuri come se fossero
bruciati camminava una ragazza del tutto nuda. Nuda e bianca, cos candida che sembrava vestita di
luce. Sulle spalle ricadeva una chioma opalescente.
lei - sussurr Tasca - la figlia della strega.
Ma non era muta e senza gambe?
Se per quello era anche morta...
Bianca nel nome e nelle forme avanz fino al punto ove sorgeva la capanna della vecchia, e
quando entr la casupola s'illumin tutta, all'interno, e la luce si diffuse tutt'intorno, filtrando
attraverso ogni fessura nelle pareti, ogni buco nella paglia marcia del tetto.
Andiamo! Grid Noce
Tasca indugi. Giusto il tempo per vedere come la baracca si scioglieva in quel bagliore, e
ogni sua singola asse si faceva cristallo. Per vedere come, verso la capanna ardente di luce, si
muoveva una vegliarda brutta come il peccato. In testa aveva due ciuffi di capelli bianchi e radi. Non
aveva un solo dente in bocca, visto che la faccia era schiacciata come una prugna secca. Gli occhi
erano bianchi per la cataratta, il corpo piegato dalla malattia.
L'espressione per era dolcissima, commossa. Non avrebbe pi intessuto malie. Non avrebbe
pi avuto la forza per andarsene su e gi per le valli. Tutto aveva dato, per salvare la figlia. La sua
stessa forza, l'anima di venti carogne, il senno di tre uomini onesti. Ne era valsa la pena.

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