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13.2.

1 Introduzione
In questo capitolo saranno esaminate alcune delle que-
stioni legali e commerciali che si incontrano pi comu-
nemente negli accordi per limportazione e il trasporto
di gas. In particolare, verranno affrontati i problemi rela-
tivi agli accordi contrattuali per la produzione di gas natu-
rale e il suo trasporto in un gasdotto fino al punto di con-
segna, e alla liquefazione, al trasporto e alla rigassifica-
zione di Gas Naturale Liquefatto (GNL). Si fatto
riferimento a un certo numero di esempi concreti, riguar-
danti il settore dei gasdotti e quello del GNL, cercando
di individuare e di analizzare alcuni dei principii di pi
vasta applicazione.
In molti casi, i progetti di sviluppo di gas naturale
sono stati realizzati per soddisfare la domanda a livello
locale, e solo pi recentemente i sistemi di gasdotti hanno
assunto dimensioni regionali e il settore del GNL, in
alcuni casi, addirittura globali. Questo capitolo affronta
alcuni dei temi legali e commerciali che si incontrano
con maggiore frequenza negli accordi per il trasporto del
gas, prodotto in uno Stato, fino allacquirente o al con-
sumatore situati in un altro Stato, spesso attraverso il ter-
ritorio di uno o pi Stati interposti. Saranno analizzati
gli aspetti relativi agli accordi contrattuali per la produ-
zione di gas e il suo trasporto (in gasdotto o per nave)
fino al punto di consegna. Tali accordi sono stati strut-
turati tradizionalmente come contratti a lungo termine in
un contesto di certezza degli approvvigionamenti e mer-
cati garantiti. Ma le tendenze a una liberalizzazione dei
mercati, emerse recentemente in molti paesi consumato-
ri, si oppongono al mantenimento delle strutture tradizio-
nali e degli accordi che le accompagnano, caratterizzati
da mancanza di flessibilit e dal ricorso al finanziamen-
to creditizio. Allo stesso modo, la tendenza alla privatiz-
zazione o verso qualche altra forma meno radicale di se-
parazione degli interessi dello Stato da quelli privati o
commerciali ha prodotto un approccio pi sofisticato alla
concessione di diritti da parte di uno Stato, da un lato, e
alla sua partecipazione a progetti commerciali, dallal-
tro. Negli ultimi anni si assistito a un notevole aumen-
to del numero degli accordi o dei trattati stipulati tra gli
Stati in relazione a progetti transnazionali, nonch degli
accordi di attuazione o degli accordi del paese ospitan-
te tra singoli Stati e gli sponsor dei progetti.
Sebbene le grandi compagnie petrolifere siano sem-
pre state presenti in entrambi, il settore dei gasdotti e
quello del GNL sono rimasti sostanzialmente indipen-
denti luno dallaltro. Tuttavia, negli ultimi anni, lo svi-
luppo di mercati fluidi e trasparenti per il commercio di
gas negli Stati Uniti e nellEuropa nordoccidentale ha
contribuito ad avvicinare questi settori un tempo sepa-
rati. La dipendenza dalle importazioni di gas degli Stati
dellEuropa nordoccidentale ha recentemente favorito lo
sviluppo di molti gasdotti transnazionali e di nuovi impian-
ti di rigassificazione del GNL. Tradizionalmente, lap-
provvigionamento di questi mercati avveniva sulla base
di contratti non flessibili a lungo termine, mentre oggi
si tende a stipulare contratti con una durata pi breve e
a scegliere i termini contrattuali sulla base degli obbli-
ghi imposti dai regimi di regolamentazione vigenti, delle
leggi sulla concorrenza e di prezzi di mercato frutto della
concorrenza tra gas di diversa provenienza.
Conclusasi la fase in cui lo scopo principale del pote-
re politico e delle autorit di regolamentazione era quel-
lo di garantire a tutti i potenziali utilizzatori il diritto di
accesso agli impianti esistenti, ultimamente si assisti-
to a un cambiamento di prospettiva, dovuto al ricono-
scimento della necessit di creare condizioni che assi-
curassero lafflusso di nuovi investimenti. Le condizio-
ni commerciali e regolamentari che possono incoraggiare
maggiormente i nuovi investimenti nel campo della rea-
lizzazione di gasdotti transnazionali e di impianti di GNL
non coincidono necessariamente con la liberalizzazione
dei mercati e le incertezze riguardanti lo sviluppo dei
progetti sono state esacerbate dalla tendenza a valutare
859 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
13.2
Contratti di importazione
e trasporto di gas
caso per caso il quadro regolamentare di ogni nuovo pro-
getto. Questi cambiamenti hanno indotto molti a imma-
ginare che nel prossimo futuro lEuropa nordoccidenta-
le possa essere teatro di un riallineamento dei mercati
del gas, simile a quello intervenuto negli Stati Uniti intor-
no alla met degli anni Ottanta, nel corso delle cosid-
dette take or pay wars, o nel Regno Unito alla met del
decennio successivo, in seguito alla ristrutturazione del-
lex British Gas e dellindustria inglese del gas. A diffe-
renza per di questi riallineamenti, che interessarono
solo il settore dei gasdotti, la situazione in Europa nor-
doccidentale tale da far ritenere che il cambiamento si
estender anche al settore del GNL. Negli Stati Uniti e
nel Regno Unito i problemi avevano una dimensione
locale, mentre in Europa nordoccidentale hanno sostan-
zialmente un carattere transnazionale, e la posizione dei
contratti internazionali per la compravendita di gas di
gasdotto o di GNL quella potenzialmente pi fragile.
La ristrutturazione o la rinegoziazione di tali contratti
non si svolger nel contesto delle leggi nazionali, come
negli Stati Unti e nel Regno Unito, ma in quello della
legge applicabile e del forum arbitrale designati.
Queste sono alcune delle ragioni che giustificano la
scelta di trattare insieme in questo capitolo le materie
riguardanti i gasdotti e il settore del GNL.
13.2.2 Esame dei progetti
di gasdotti e di GNL
Progetti di gasdotti
Da molto tempo, ormai, i progetti nel settore del gas
naturale si collocano tra le pi importanti realizzazioni
nel campo dellingegneria e delle costruzioni a livello
mondiale. La caduta della produzione locale o regiona-
le nelle principali aree di consumo e laumento della
domanda in molte altre regioni (tra cui quella di econo-
mie emergenti come lIndia e la Cina) hanno posto le
premesse per la realizzazione di nuovi impianti e il poten-
ziamento di quelli esistenti. La ritrovata vitalit del set-
tore energetico e i piani per la realizzazione di nuovi
impianti di produzione di energia elettrica (in particola-
re in Asia) contribuiscono a questa proliferazione di nuovi
progetti di sviluppo. I progetti gi approvati o ancora in
fase di studio comprendono: un gasdotto Est-Ovest in
Cina; il progetto North Transgas per un gasdotto che col-
leghi la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico;
il gasdotto Balgzand Bacton Line (BBL) dai Paesi Bassi
allInghilterra; il progetto di un gasdotto da Papua Nuova
Guinea allAustralia.
Inoltre, in tutto il mondo si costruiscono, si poten-
ziano, si ristrutturano o si progettano nuovi sistemi per
la distribuzione del gas naturale. Tra i paesi che hanno
in cantiere o stanno progettando i pi grandi sistemi di
distribuzione del gas ci sono il Regno Unito, la Spagna,
la Polonia, gli Emirati Arabi Uniti, il Sudafrica, lIndia
e il Pakistan.
Anche questi recenti cambiamenti dipendono dal-
levoluzione della situazione politica, economica e giu-
ridica. Mentre i primi progetti per lo sviluppo di gasdot-
ti nella regione del Caspio avevano come obiettivo le
esportazioni verso i paesi dellEuropa occidentale (dove
lattuazione del Trattato sulla Carta dellEnergia, TCE,
svolse un ruolo centrale), pi recentemente lattenzione
si spostata a oriente e alla prospettiva di esportare gas
naturale da Russia, Kazakhstan e Turkmenistan verso i
paesi asiatici.
Nel 2005 esistevano circa quarantacinque terminali
di importazione di GNL e una ventina di impianti di
liquefazione, questi ultimi situati prevalentemente in
Asia, Africa, Australia, Medio Oriente e nelle due Ame-
riche. La maggior parte degli impianti di rigassificazio-
ne si trova invece in Asia settentrionale e, in numero cre-
scente, negli Stati Uniti, in America Latina e in Europa.
13.2.3 Struttura dei progetti
di gasdotti
La progettazione di nuovi gasdotti transnazionali riflet-
te le caratteristiche strutturali e il livello di sviluppo rag-
giunto dal settore energetico nella nazione produttrice,
in quelle di transito e in quella a cui il gas destinato.
Uno dei principali problemi di questo settore riguarda la
difficolt di conciliare la natura a lungo termine degli
accordi contrattuali e finanziari, necessaria per sostene-
re la costruzione iniziale del gasdotto, con le oscillazio-
ni del mercato nei paesi consumatori. un problema che
si presenta sin dalle fasi iniziali di qualunque progetto e
che lo accompagna lungo tutta la sua durata.
Le iniziative assunte da molti paesi consumatori (e
dalla Unione Europea nel suo complesso) a favore di una
liberalizzazione non solo del mercato del gas, ma anche
di quelli energetici, si troveranno spesso in contrasto con
le strutture commerciali e contrattuali tradizionalmente
adottate per la realizzazione e la gestione dei gasdotti
transnazionali. Ci valido in tutti i casi, ma lo parti-
colarmente in quello di progetti di gasdotti che aspirino
ad avere accesso a un finanziamento creditizio, sulla base
del classico project financing.
Lusuale richiesta delle banche finanziatrici di indi-
viduare tutti i rischi o le entrate e le uscite previste per
lintera durata del progetto, e quindi di fissarle o limi-
tarle su una base a lungo termine (e comunque fino alle-
stinzione del debito), mal si concilia infatti con due di
queste iniziative. La prima mira a garantire libert di
accesso alla capacit dei gasdotti, mentre la seconda
riguarda le azioni volte a creare mercati del gas lique-
fatto trasparenti e a favorire il libero commercio di gas,
o almeno la riapertura periodica degli accordi a lungo
860 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
termine sui prezzi. probabile tuttavia che la questione
pi importante per un gasdotto transnazionale sia quel-
la delle entrate derivanti dalla vendita di gas in uno o pi
paesi consumatori.
Nei mercati tradizionali, tali entrate (e i singoli prez-
zi del gas) saranno riferibili ai movimenti dei prezzi dei
combustibili concorrenti, cio, il pi delle volte, a quel-
li del greggio. Ma nei mercati liberalizzati questo approc-
cio tradizionale alla determinazione dei prezzi del gas
sta perdendo terreno e la tendenza alla liberalizzazione
appare destinata a manifestarsi con forza sempre mag-
giore nella gran parte dei mercati, indipendentemente
dal loro grado di sviluppo al momento della realizza-
zione del progetto. Quando il tradizionale legame con i
prezzi del greggio viene indebolito o abolito e si adotta
un sistema separato di determinazione del prezzo di mer-
cato del gas (basato sulla concorrenza tra gas di diversa
provenienza), allora probabile che siano rimessi in que-
stione anche gli accordi finanziari e la politica dei prez-
zi posti alla base del finanziamento del progetto, con il
ricorso al mercato azionario o creditizio. Nella maggior
parte dei casi, tali accordi finanziari saranno rappresen-
tati infatti da contratti a lungo termine, relativamente
privi di flessibilit, incapaci di rispondere rapidamente
ai cambiamenti che si manifestano in un mercato del gas
sempre pi dinamico e dominato dalle contrattazioni a
breve termine.
I fattori che possono militare a favore o contro la scel-
ta di una particolare struttura per quanto riguarda len-
tit destinata a realizzare, possedere e gestire il gasdot-
to, sono numerosi. Uno dei pi importanti lo scopo per
cui il gasdotto stato progettato. Se il gasdotto stato
progettato allo scopo di realizzare il valore del petrolio
e del gas prodotti a monte, allora probabile che i pro-
prietari del gasdotto siano gli stessi degli idrocarburi. Per
es., se stato concesso un contratto di partecipazione
alla produzione a favore di un certo numero di parteci-
panti a una joint venture contrattuale, allora probabile
che anche il gasdotto sia considerato parte dello svilup-
po a monte, e che anche lentit gasdotto assuma la
forma di una joint venture contrattuale. In sostanza, il
gasdotto fa parte in questo caso degli impianti a monte
necessari a rendere disponibile il gas sul mercato. Se
invece il gasdotto stato progettato come un sistema di
raccolta regionale o un gasdotto di trasmissione, con il
presupposto che i suoi soci possano avere o non avere
interessi nella fase produttiva, allora pi probabile che
il veicolo prescelto sia una societ di capitale. In questo
caso, i soci promotori del progetto saranno soggetti inte-
ressati a operare nel settore dei gasdotti, il gasdotto assol-
ver le sue funzioni allinterno dellinfrastruttura regio-
nale del gas e il suo assetto rifletter gli interessi e gli
obiettivi di chi opera nel campo delle infrastrutture, e
non nel campo delle attivit petrolifere upstream. Nel
primo caso, la propriet del gasdotto e le opportunit di
cessione a terzi dei diritti di accesso al gasdotto rappre-
sentano attivit secondarie rispetto alla commercializ-
zazione degli idrocarburi; nel secondo, sono la princi-
pale finalit dellimpresa.
Inoltre, le circostanze specifiche e, forse, il paese in
cui si desidera stabilire la sede del veicolo del progetto
possono consigliare la scelta di una societ in nome col-
lettivo o di una societ in accomandita semplice. Altri
fattori di cui occorre tener conto nella scelta dellentit
pi adeguata sono: a) il trattamento fiscale e quello con-
tabile; b) le restrizioni sulle propriet o sugli investimen-
ti esteri; c) gli obblighi di partecipazione di imprese loca-
li; d) la limitazione della responsabilit.
Qualora un gasdotto transnazionale attraversi terri-
tori diversi, dove sono previsti requisiti diversi (come nel
caso di due Stati, ciascuno con i propri requisiti di par-
tecipazione), pu verificarsi una separazione del gasdot-
to in vari tratti nazionali, collegati tra loro da un accor-
do ombrello. Allo stesso modo, trattandosi di strutture
per loro stessa natura internazionali, non si pu esclu-
dere che quello che materialmente un unico gasdotto
possa essere composto da due o pi entit separate. Per
es., pu esserci il requisito di partecipazione di una com-
pagnia di Stato in ogni paese attraversato dal gasdotto,
in relazione a quella parte di esso che passa sul suo ter-
ritorio. Oppure, pu essere previsto che le compagnie
che detengono una quota di un impianto petrolifero deb-
bano essere costituite nel paese in cui sorge limpianto.
13.2.4 Questioni legali relative
alla realizzazione di gasdotti
La costruzione di un gasdotto internazionale pu far parte
di un progetto pi vasto che abbraccia, da un lato, la pro-
duzione di gas e, dallaltro, il suo consumo. Per avere
successo, il progetto dovr funzionare come un tutto inte-
grato e ciascun anello della catena di accordi sar influen-
zato da tutti gli altri.
Nel caso di un gasdotto progettato per vendere il gas
prodotto a monte, probabile che si abbia una parteci-
pazione integrata delle compagnie produttrici in tutte le
fasi del progetto, in qualit di proprietarie del capitale
del gasdotto e della titolarit dello sfruttamento della sua
capacit, nonch di trasportatori della merce. anche
probabile che vengano conclusi con le stesse compagnie
accordi di produzione e di lavorazione del gas prima della
sua consegna al gasdotto e accordi di vendita del gas al
punto di uscita dal gasdotto. Nel caso di un gasdotto
regionale, al contrario, probabile che vi sia una mino-
re integrazione tra i proprietari e i gestori del gasdotto,
rappresentati da entit separate da quelle che utilizzano
il gasdotto per trasportare il proprio gas.
Se il progetto fortemente integrato, i suoi parteci-
panti possono sfruttare la possibilit di privilegiare un
861 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
certo anello della catena al posto di un altro. Per es., un
partecipante pu avere interesse ad aumentare gli utili
della sua attivit di produzione a monte, piuttosto che
quelli derivanti dalle sue attivit nel gasdotto.
Analoghe considerazioni possono essere applicate
anche al gasdotto in quanto tale, e una delle questioni
che saranno analizzate in seguito fino a che punto la
propriet del capitale del gasdotto coincida con la pro-
priet dello sfruttamento della sua capacit, o con il dirit-
to di utilizzarla. Per quanto riguarda il gasdotto in quan-
to tale, la separazione della propriet del capitale da quel-
la dei diritti di utilizzo della sua capacit consente di
distribuire rischi e vantaggi nel modo che meglio rispon-
de agli interessi complessivi dei partecipanti.
Due modelli a confronto: produttori di gas
o gestori del gasdotto
I fattori che possono influire su questa scelta com-
prendono: lallocazione del rischio in generale, gli effet-
ti sul piano fiscale e, nel caso di ricorso al finanziamento
creditizio, la necessit di creare un flusso finanziario pre-
vedibile a favore degli azionisti del gasdotto, per otte-
nere il quale si richiede spesso agli utenti del gasdotto
(shipper) di accettare accordi di tipo particolare, noti
come throughput o ship-or-pay commitments.
In alcuni casi, gli sponsor del gasdotto mettono a
disposizione di chi sia disposto a impegnarsi a preno-
tare una certa capacit di trasporto, una quota aziona-
ria dellimpianto e i relativi diritti di propriet, in pro-
porzione allestensione della capacit impegnata. Ben-
ch la situazione sia cambiata negli anni a causa del
trasferimento di quote di interessi, la struttura origina-
le dellInterconnector che unisce il Regno Unito al con-
tinente europeo era stata studiata in modo da far coin-
cidere il possesso di una certa quota della propriet
azionaria del gasdotto con il diritto di utilizzare in misu-
ra proporzionale la capacit dellimpianto. Tra laltro,
questo semplific il finanziamento dellinterconnec-
tor, dato che i proprietari del gasdotto sapevano di poter
contare su entrate garantite per tutta la durata del pro-
getto, grazie allimpegno, assunto da quegli utenti, a
versare annualmente una certa somma di denaro, a pre-
scindere dal fatto che i diritti associati ai gasdotti fos-
sero o meno effettivamente utilizzati per il trasporto
fisico del gas.
Accordi di trasporto e codici
La natura degli accordi di trasporto pu variare a
seconda delle condizioni del territorio attraversato da un
gasdotto transnazionale. Certi requisiti, come lobbligo
di partecipazione di un ente statale o il regime legale in
vigore nei singoli Stati, possono far s che laccordo sta-
bilito per il tratto di gasdotto che attraversa uno Stato
differisca da quello applicabile a un tratto dello stesso
gasdotto situato nel territorio di un altro Stato.
Oltre alla legislazione locale, possono esserci rego-
lamenti e licenze derivanti da quella legislazione. Inol-
tre, occorre tener conto delle competenze dellautorit
generale sulla concorrenza, sebbene, in pratica, esse siano
esercitate per lo pi in senso convergente con quelle del-
lorganismo regolatore competente. In alcuni paesi esi-
ste solo lautorit sulla concorrenza, mentre in altri si
possono trovare accordi di regolamentazione del setto-
re energetico o perfino regolamenti separati per i setto-
ri dellelettricit e del gas.
A volte si deve fare riferimento anche a leggi o a
norme valide a livello internazionale. Per es., gli Stati
membri della Unione Europea (UE) sono soggetti, per
quanto riguarda i gasdotti presenti sui loro territori, alle
disposizioni delle direttive comunitarie e agli altri stru-
menti eventualmente in vigore. Inoltre, lo Stato in cui
prevista la realizzazione di un gasdotto pu essere tenu-
to al rispetto di accordi internazionali o di trattati di pi
vasta applicazione.
La natura degli accordi stabiliti per i gasdotti influen-
zata da quella degli accordi legali e regolatori prevalen-
ti. Un ruolo importante sar giocato inoltre dalle carat-
teristiche economiche o commerciali di un territorio, dai
partecipanti e dallo stadio di sviluppo raggiunto dalla
relativa industria del gas lungo la cosiddetta time-line, o
linea del tempo, che nel caso dellindustria del gas tende
a svilupparsi da un iniziale modello di tipo monopoli-
stico (caratterizzato dal sostegno statale e dalla presen-
za di un mercato protetto) verso una struttura pi libe-
ralizzata che prevede laccesso regolamentato ai merca-
ti e agli impianti comuni. Pu essere utile offrire due
esempi per illustrare le principali differenze tra le due
situazioni.
Il primo riguarda il caso di un gasdotto per il tra-
sporto del gas prodotto (spesso in mare) al mercato loca-
le, realizzato sin dallinizio con un eccesso di capacit
o che dispone a partire da un certo momento di un ecces-
so di capacit a causa del declino dei volumi inizialmente
stabiliti dal contratto. Tali circostanze daranno origine a
un sistema di raccolta del gas, con lo svolgimento di
negoziati caso per caso e condizioni di trasporto slega-
te dalle condizioni commerciali applicate ad altri utenti
che utilizzino occasionalmente lo stesso sistema. Il secon-
do esempio riguarda invece un sistema di trasmissio-
ne/distribuzione sulla terraferma, gestito da una azien-
da di servizi pubblici in un mercato liberalizzato in cui
(a causa di provvedimenti legislativi o regolamentari) sia
stato stabilito di applicare condizioni non discriminato-
rie di accesso a tutti gli utenti del gasdotto, sottoposti,
come il trasportatore, a un costante controllo regola-
mentare.
Nel caso di un sistema di raccolta del gas, e in assen-
za di un controllo regolamentare locale o regionale, le con-
dizioni di trasporto saranno stabilite sulla base dei rap-
porti di forza commerciali tra il trasportatore e lutente
862 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
del gasdotto. In sostanza, il servizio che il trasportatore
si impegna a fornire consiste nellaccettare il gas con-
segnato in un certo punto (a condizione che soddisfi i
requisiti operativi e tecnici specificati) e nel consegna-
re a sua volta una quantit corrispondente di gas in un
altro punto. Il servizio fornito dal trasportatore sar pro-
babilmente un pacchetto di servizi, nel senso che il ser-
vizio fornito in blocco con un unico prezzo, in modo
non del tutto trasparente per lutente.
Tra le condizioni commerciali pi frequentemente
applicate in questo genere di accordi si possono citare le
seguenti:
gli accordi di trasporto saranno stabiliti tra i pro-
prietari del gasdotto o della sua capacit operativa e
coloro che desiderano avervi accesso;
gli accordi di trasporto indicheranno le quantit di
gas naturale che saranno spedite di volta in volta; for-
niranno verosimilmente lindicazione delle quantit
che dovranno essere riconsegnate e sar previsto il
bilanciamento periodico delle quantit consegnate e
ritirate dallutente;
probabile che lo schema di determinazione dei prez-
zi o delle tariffe preveda laddebito di un costo per
laccesso alla capacit e un costo, distinto dal primo,
per luso del gasdotto, che dipender dalla quantit
di gas trasportato;
potranno esserci anche disposizioni che impongono
il pagamento del trasporto di un certo volume di gas,
a prescindere dal fatto che il gas sia stato effettiva-
mente consegnato al trasportatore. Questo tipo di
accordo prender il nome di ship-or-pay commitment
o throughput commitment. Dato il carattere a lungo
termine degli accordi di trasporto, potr essere pre-
vista una correzione periodica del prezzo della capa-
cit e di quello della materia prima. Gli esempi di
questo tipo di approccio comprendono le correzioni
effettuate in riferimento al tasso generale di infla-
zione e al valore del gas che sar trasportato;
saranno descritti in modo particolareggiato alcuni
aspetti tecnici e operativi, come la qualit, la pres-
sione e altri parametri a cui il gas deve rispondere nel
punto in cui viene immesso nel sistema. Potranno
esserci inoltre analoghe disposizioni concernenti la
presenza, nel punto di riconsegna, di impianti com-
patibili con il sistema e capaci di gestire una quan-
tit di gas corrispondente a quella precedentemente
immessa nel gasdotto;
dato che il gas trasportato occasionalmente nel gasdot-
to apparterr a utenti diversi, sar necessario fornire
norme che regolino lallocazione e lattribuzione dei
diritti di propriet dei singoli componenti contenuti
nella miscela di gas trasportata. Tali accordi saranno
presumibilmente complessi e prevederanno, tra lal-
tro, che la valutazione dei diritti di propriet sia effettua-
ta facendo riferimento a quantit misurate di energia
e a tutti i componenti immessi, e rimossi, dalla misce-
la di gas trasportata. Vi potranno anche essere dispo-
sizioni relative a questioni come la sostituzione di vari
diritti e priorit con altri, nel caso si verifichino limi-
tazioni di capacit allinterno del sistema.
Al contrario, gli accordi di trasporto in un sistema di
trasmissione/distribuzione non saranno oggetto di trat-
tative separate tra i proprietari del sistema e i potenzia-
li utenti. Saranno fissate, invece, norme generali e appli-
cabili a tutti, con unalta probabilit che sia il trasporta-
tore a stabilire in modo autonomo le condizioni dellaffare,
le tariffe e i ricavi che pu ottenere dai propri impianti.
In un quadro giuridico liberalizzato, probabile che si
proceda alladozione di norme non discriminanti, appli-
cabili a tutti, volte a offrire condizioni di eguaglianza di
trattamento e di opportunit a tutti i potenziali utenti. In
generale, verr instaurato un sistema di controlli che
garantisca il rispetto di norme giuste, sia per i proprie-
tari degli impianti, sia per gli utenti. In certe giurisdi-
zioni, si andati oltre, sviluppando un regime legislati-
vo che proibisce la partecipazione alle attivit di tra-
sporto via gasdotto o di spedizione di gas, al di fuori dei
termini di concessione prescritti o dei codici approvati
applicabili a tutti.
13.2.5 Allocazione e attribuzione
Proseguendo lanalisi giuridica delle potenziali diffe-
renze tra i sistemi di raccolta di gas e quelli di trasmis-
sione/distribuzione, pu essere interessante considerare
pi da vicino le questioni relative allallocazione e allat-
tribuzione nei due schemi.
Il trasporto di gas nei gasdotti che coinvolgono una
pluralit di parti rende necessario mescolare i gas pro-
dotti da diverse fonti e appartenenti a diversi proprietari.
I sistemi di raccolta di gas sono utilizzati per rice-
vere gas da differenti fonti e per trasportarli, mescolati
insieme, agli impianti di lavorazione e infine a un punto
di consegna comune. Questo punto di consegna comu-
ne situato quasi sempre allintersezione con il siste-
ma di distribuzione di unazienda di servizi pubblici,
allinterno di un sistema di trasmissione/distribuzione.
Il gas proveniente dai diversi giacimenti viagger (suben-
do perdite e dopo essere stato utilizzato in parte come
combustibile) dal punto di immissione nel sistema fino
al punto di consegna comune. Questa la ragione per
cui di solito le disposizioni che regolano le questioni di
trasmissione della titolarit e della propriet rispecchiano
quelle contenute negli accordi di trasporto classici: lu-
tente trasferisce il possesso o il controllo al trasporta-
tore ai fini del trasporto, ma conserva la propriet del
gas anche mentre questo in possesso e sotto il con-
trollo del trasportatore. Uno dei possibili modi di vede-
re questo tipo di accordi quello di considerarli come
863 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
la fornitura di un servizio di trasporto da parte del gesto-
re del gasdotto, senza alcun elemento concernente lac-
quisizione di diritti di propriet sui beni trasportati o il
trasferimento di diritti di propriet al momento della
riconsegna.
La situazione dei sistemi di trasmissione/distribu-
zione diversa e gli accordi che riguardano tali sistemi
possono essere visti non come la fornitura di un servi-
zio di trasporto, ma come unacquisizione della titola-
rit sul gas nel punto di immissione e il trasferimento
della titolarit su una quantit corrispondente di gas nel
punto di uscita. I sistemi di trasmissione sono caratte-
rizzati in genere da un gran numero di punti di immis-
sione e di uscita. Al contrario di quanto accadeva nel-
lesempio dei sistemi di raccolta, improbabile che si
accenni in qualche modo al fatto che lutente ricever a
un certo punto di uscita il gas che ha immesso in prece-
denza nel sistema di trasmissione. Piuttosto, lutente rice-
ver al punto di uscita una quantit di gas corrispondente
alla quantit che ha introdotto nel sistema. Si tratta quin-
di di una questione assimilabile allo scambio di beni pi
che alla fornitura di un servizio di trasporto.
Questo tipo di accordo prevede in genere che il tra-
sportatore acquisisca la titolarit sul gas introdotto nel
suo sistema nel punto di immissione e la trasferisca allu-
tente quando questi riceve il gas al punto di uscita. Le-
sempio del gas immesso in un sistema di raccolta del gas
non , forse, cos inusuale dal punto di vista dellanali-
si giuridica quando lo si consideri come la creazione di
una massa accertabile di cui i rispettivi contributori diven-
gano tutti insieme titolari in un unico punto di consegna.
Presenta dei paralleli con la consegna allingrosso di
cereali o di olio e con i problemi legati alla consegna di
merci a un corriere e alla riconsegna delle rispettive quote
da un unico aggregato, che sono stati molte volte svi-
scerati nelle aule di giustizia. Invece, lesempio del gas
trasportato in un sistema di distribuzione non solo privo
di analogie pratiche, ma anche inusuale dal punto di
vista commerciale. Le transazioni di riporto o di scam-
bio vengono stimate in genere sulla base del valore dei
beni riportati o scambiati, mentre il prezzo che deve esse-
re corrisposto al proprietario di un sistema di trasmis-
sione fa riferimento ai costi e alla natura dei servizi di
trasporto offerti.
Nel caso dei sistemi di raccolta del gas, vengono sti-
pulati spesso accordi di allocazione, per regolare, tra lal-
tro, la ripartizione della produzione proveniente da diver-
si giacimenti. Le norme di legge applicabili nella mag-
gior parte delle giurisdizioni sono quelle relative alla
mescolanza di beni, quando non sia pi possibile distin-
guere tra loro i singoli contributi originali. Il risultato di
questa situazione che normalmente ciascun proprieta-
rio che ha contribuito alla formazione dellaggregato sar
considerato titolare di un diritto su di esso, in propor-
zione al contributo effettuato. I tipici accordi contrattuali
di allocazione sono in linea con questa analisi giuridica,
anche se raro che tale analisi sia espressamente enun-
ciata. Gli accordi di allocazione si spingono in genere
molto al di l di questi principii generali, per affrontare
in modo dettagliato i diritti spettanti ai vari proprietari,
laddove non solo i diversi proprietari abbiano contribui-
to alla creazione di una miscela indistinguibile, ma tale
miscela sia, a causa delle differenze di qualit e di carat-
teristiche tecniche dei gas, diversa da ciascuna delle parti
che la compongono.
Gli accordi di allocazione sono in genere molto pre-
cisi nellidentificare, nella miscela di gas risultante, i
diritti individuali di coloro che hanno contribuito alla
sua formazione. Giurisdizioni diverse hanno sviluppa-
to forme consuetudinarie diverse di accordi di alloca-
zione, ma forse il paese in cui tali accordi sono pi fre-
quenti e, probabilmente, pi complessi il Regno Unito.
Inoltre, le iniziative assunte a favore della liberalizza-
zione del mercato hanno prodotto la necessit di inte-
grare gli accordi contrattuali, che si riferiscono allal-
locazione nei sistemi di raccolta di gas, con i requisiti
dei codici e delle licenze applicabili al sistema di tra-
smissione/distribuzione a essi connesso. Tali accordi si
sono sviluppati nel contesto della legge inglese, che
spesso anche la legge scelta dalle parti nei progetti
riguardanti il settore del gas anche in altre regioni del
mondo. Per questi motivi, pu essere interessante esa-
minarli pi approfonditamente.
Nel Regno Unito, fino alla met degli anni Novanta,
esisteva un unico acquirente del gas, che era anche lu-
nico proprietario del sistema di trasporto del gas sulla
terraferma, ed era raro che si presentasse la necessit di
andare oltre le assegnazioni di diritti previste dagli accor-
di di allocazione (in cui lunico acquirente/proprietario
era una delle parti contraenti). Tuttavia, in seguito alla
liberalizzazione del mercato, allo sviluppo dei mercati
del gas e alla diffusione di accordi commerciali pi sofi-
sticati, sorse lesigenza di ridiscutere le assegnazioni di
diritti sulla miscela di gas naturale trasportata nel gasdot-
to, per permettere il commercio allingrosso del gas prima
dellimmissione nel sistema di trasmissione/distribuzio-
ne, e anche per stabilire i diritti sul gas naturale, in entra-
ta nel sistema di trasmissione/distribuzione, spettanti a
coloro che lo consegnavano al trasportatore.
Non sembrano esserci dubbi sul fatto che il gas possa
essere definito un bene, nel senso attribuito a questo ter-
mine nella legislazione applicabile, anche se lorigina-
lit delle sue caratteristiche pu creare delle difficolt
quando si tenti di applicare al gas alcuni principii gene-
ralmente applicabili ai beni, quali per es. il diritto di ispe-
zione o il diritto di accettare o rifiutare il gas che non
rispetti i parametri specificati nel contratto. Di conse-
guenza, le questioni relative al diritto di propriet, al pos-
sesso e alla consegna di gas non potranno essere giudi-
cate nel contesto della legislazione relativa alla vendita
864 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
di beni, cos come gli accordi di compravendita, quelli
di trasporto, quelli di allocazione e il pi recente codice
di rete, con i relativi accordi sussidiari.
Gli accordi di allocazione, che erano sufficienti a
individuare la titolarit e i diritti sul gas e a trasferirne
la propriet nel vecchio modello monopolistico, si dimo-
strarono inadeguati a risolvere le questioni di titolarit e
di consegna del gas nel regime frammentato e disaggre-
gato di autorizzazione, spedizione, fornitura e traspor-
to, emerso intorno alla met degli anni Novanta in segui-
to alladozione di misure legislative di liberalizzazione.
Per es., in un sistema di trasmissione/distribuzione il tra-
sportatore veniva informato della quantit complessiva
di gas immessa nel sistema a ciascun punto di entrata,
ma non conosceva lesatta ripartizione dei diritti di pro-
priet relativi a tale aggregato. I singoli utenti reclama-
vano ciascuno i propri diritti sullaggregato, ma non era
affatto certo che la somma di tali rivendicazioni corri-
spondesse al totale misurato. I gestori di ciascun siste-
ma di raccolta del gas sapevano quali erano i diritti dei
vari utenti nel punto di consegna comune, conforme-
mente agli accordi di allocazione e di attribuzione, ma
non potevano essere a conoscenza di eventuali trasferi-
menti, parziali o totali, di tali diritti, effettuati in segui-
to. Ogni produttore sapeva di quali diritti era titolare, ma
un produttore poteva non essere un utente. Per superare
questi problemi, fu creato un organismo separato, inca-
ricato di convalidare e certificare le quantit di gas spet-
tanti a ciascuno, sulla base delle relative informazioni
ricevute dai produttori, dai gestori del gasdotto e dei ter-
minali, e dagli utenti.
Se il risultato pratico della transizione dal modello
monopolistico a quello liberalizzato stato questo, la-
nalisi dei diritti e degli obblighi legali non , per certi
aspetti, altrettanto agevole. Sarebbe inusuale che le dispo-
sizioni contrattuali e regolamentari applicabili al com-
mercio liberalizzato di gas non considerassero questio-
ni quali la fornitura di garanzie di titolarit da parte dei
venditori ai loro acquirenti e da parte degli utenti al tra-
sportatore, e gli impegni a effettuare la consegna del gas.
Nella legislazione applicabile, la consegna defini-
ta nel seguente modo: la consegna il trasferimento
volontario del possesso da una persona a unaltra. Tale
definizione si applica ai contratti per la vendita di beni.
Un contratto per la vendita di beni descritto come un
contratto con il quale il venditore trasferisce o accetta di
trasferire la propriet di un bene allacquirente in cam-
bio di un corrispettivo in denaro chiamato prezzo.
Se appare chiaro che gli accordi per la vendita e lac-
quisto di gas sono contratti di questo tipo, lo stesso non
pu dirsi degli accordi di trasporto in un sistema di rac-
colta del gas o, ancor meno, di quelli applicabili in base
al codice di rete, e degli accordi di autorizzazione stipu-
lati in un sistema di trasmissione/distribuzione. In questi
casi, bench possa esserci effettivamente un passaggio di
propriet dei beni, questo non si verifica sulla base del
versamento di un corrispettivo in denaro.
opportuno che qualunque analisi del termine con-
segna sia effettuata nel contesto della definizione legi-
slativa e del riferimento centrale al trasferimento del pos-
sesso, in essa contenuto. In genere, si ritiene che il pos-
sesso sia dimostrato dal controllo su certi beni e
dallintenzione di escludere gli altri da tali beni. Ma nel
caso di una miscela di gas trasportati in un gasdotto, la
sua stessa natura si oppone allidea che un singolo uten-
te sia in possesso del gas, su cui pu tuttavia vantare un
diritto di propriet. Appare poco plausibile che un sin-
golo utente possa essere in possesso del proprio gas indi-
pendentemente dal gas appartenente agli altri utenti e
pi probabile, invece, che il possesso riguardi la misce-
la di gas trasportata come un aggregato e spetti in comu-
ne a tutti gli utenti.
Se questa analisi corretta allora sorge una diffi-
colt in base alla legislazione applicabile, poich una
parte indivisa della miscela trasportata non pu essere
fatta propria da un utente e, di conseguenza, lacqui-
rente o il trasportatore in rapporto con quellutente non
appaiono in condizione di acquisire la titolarit del gas
dellutente.
La sezione 16 della Legge sulla Vendita di Beni (Sale
of Goods Act 1979) dispone quanto segue: qualora vi
sia un contratto per la vendita di beni non accertati (unas-
certained) non vi alcun trasferimento di propriet al-
lacquirente a meno che e fino a quando i beni non siano
stati accertati.
Tali disposizioni hanno carattere obbligatorio e non
possono essere escluse da un contratto. Inoltre, sulla
base dei precedenti si pu affermare che, nel caso in cui
i beni venduti facciano parte di un aggregato, non c
accertamento di tali beni fino a quando non vi sia stata
una separazione fisica dellaggregato e una porzione
specifica di esso non sia stata allocata al relativo con-
tratto. Una conseguenza di questa analisi che in tali
circostanze non pu esserci passaggio di propriet dal-
lutente che ha effettuato la spedizione al compratore o
al trasportatore, dal momento che il gas dellutente non
viene mai accertato, ma rimane mescolato al resto. Tut-
tavia, questo non significa che tutti coloro che sono col-
lettivamente titolari dellaggregato non possano trasfe-
rire il diritto di propriet sullaggregato, per es. con la
consegna della miscela di gas nella sua interezza al tra-
sportatore.
La legislazione non contiene alcuna definizione del-
lespressione beni non accertati o del termine accerta-
to e questa analisi basata su precedenti riguardanti beni
come la farina, il vino e i metalli preziosi, che possono
essere separati fisicamente. Sembra che questo punto
non sia ancora stato affrontato direttamente dalle corti e
pu darsi che la differenza della natura del gas rispetto
a questi altri beni e lesistenza di accordi contrattuali
865 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
complessi ed esaurienti in rapporto alla vendita, lac-
quisto, il trasporto e lallocazione di gas indichino la pos-
sibilit di considerare le cose da un diverso punto di vista.
Per es., non sarebbe possibile vedere in questa transa-
zione non una consegna allingrosso di gas (che richie-
de una divisione o spartizione fisica di qualche tipo),
bens una consegna simultanea di molte porzioni sepa-
rate di gas, ciascuna delle quali, in virt dei dettagliati
accordi di allocazione e attribuzione stipulati, indivi-
duata o accertata separatamente prima o al momento
della consegna?
13.2.6 Struttura dei progetti di GNL
Lindustria del GNL poggia su almeno tre grandi pilastri
infrastrutturali:
il primo un progetto petrolifero upstream per le-
strazione e la produzione di gas e la sua consegna a
un impianto di liquefazione;
il progetto di liquefazione rappresenta il secondo gran-
de pilastro infrastrutturale: lo sviluppo di una instal-
lazione in grado di trattare e processare il gas natu-
rale proveniente dal giacimento e trasformarlo in GNL,
pronto per essere caricato sulle navi cisterna;
a loro volta, le navi cisterna consegneranno il gas a
unaltra grande infrastruttura: un impianto di rigas-
sificazione situato in un paese ricevente e progetta-
to in modo da ricevere il GNL e rigassificarlo, per
poterlo immettere nei gasdotti e distribuirlo ai con-
sumatori.
I progetti di GNL presentano in genere le seguenti
caratteristiche:
grande distanza delle fonti di produzione dai merca-
ti di consumo;
costi iniziali molto elevati per la realizzazione delle
infrastrutture richieste e necessit dei partecipanti al
progetto di recuperare queste spese e generare pro-
fitti (che si tradotta nella nascita di strutture rigide
ed esclusive, a volte con durate superiori ai 25 anni);
relativa scarsit dei partecipanti, dato che i produt-
tori di gas naturale destinato alla liquefazione sono
in genere le grandi compagnie petrolifere in societ
con unentit dello Stato ospitante; e i proprietari
degli impianti di rigassificazione (e acquirenti del
GNL) sono prevalentemente grandi aziende di ser-
vizi pubblici possedute dallo Stato ospitante o ope-
ranti in un regime di esclusiva concesso dallo Stato
ospitante.
Le strutture contrattuali tradizionalmente utilizzate
nellindustria del GNL erano caratterizzate da scarsa fles-
sibilit e lunga durata. Le dimensioni dellimpegno finan-
ziario richiesto e la natura essenzialmente interstatale
delle transazioni hanno portato alladozione di accordi
contrattuali di lungo termine, che hanno preservato la
natura sostanzialmente esclusiva della transazione e la
deliberata fedelt tra i produttori, in quanto venditori di
GNL, e i consumatori, in quanto acquirenti di GNL. Tali
contratti riflettevano in primo luogo il desiderio di garan-
tire la prevedibilit di costi e ricavi di ciascun elemento
del progetto nel corso del tempo. Se da una parte favo-
rivano il finanziamento (creditizio o azionario) del pro-
getto, dallaltra questi obiettivi hanno ostacolato la facolt
dei produttori di avere accesso ad altri mercati e quella
dei compratori di avere accesso ad altri fornitori. Inol-
tre, la natura del trasporto di GNL offre la possibilit di
effettuare vendite franco a bordo (FOB, Free On Board)
o franco a bordo nel porto di arrivo (ex-ship). Se in teo-
ria un contratto FOB consente una maggiore flessibilit
allacquirente, e un contratto ex-ship la offre al produt-
tore, probabile che le disposizioni contrattuali appli-
cabili, prevalse in passato, abbiano di fatto limitato que-
sta apparente flessibilit.
Una delle conseguenze del fatto che ogni progetto di
GNL composto da molti elementi infrastrutturali sepa-
rati che i diversi partecipanti possono intervenire in
misura maggiore o minore nelle diverse fasi del proget-
to complessivo. Molti degli accordi relativi a un proget-
to di GNL sono quasi sempre specifici a quel dato pro-
getto, sebbene si possano individuare alcuni punti di
carattere generale in rapporto alle entit che vengono
potenzialmente coinvolte:
il progetto per la produzione di gas naturale con-
ferito in genere a una joint venture contrattuale, che
lo realizza in conformit ai diritti che le sono stati
conferiti e vende il gas prodotto insieme e confor-
memente alla rispettiva quota di interessi nella joint
venture non costituita in societ;
il progetto di liquefazione affidato in genere a una
joint venture societaria, formata al solo scopo di acqui-
stare gas e vendere GNL;
i compratori di GNL sono in genere singole impre-
se societarie e la tradizionale struttura dei progetti
GNL richiede la partecipazione di compratori dota-
ti di notevoli mezzi finanziari. In molti casi, gli acqui-
renti sono societ di Stato o societ operanti su con-
cessione o con il sostegno dello Stato. Grazie alle
dimensioni dei loro bilanci, tali societ godono della
fiducia necessaria ad assumere impegni di acquisto
di lungo termine, sulla base della sicurezza delle loro
attivit, del loro giro di affari e della possibilit di
accedere in modo continuativo a un mercato di con-
sumatori di gas naturale.
Lapproccio tradizionale alla politica dei prezzi del
GNL stato quello di stabilire un prezzo iniziale (espres-
so tipicamente in dollari) concordemente riconosciu-
to come prezzo effettivo in una data precisa e recente.
Tale prezzo viene sottoposto in seguito ad aggiusta-
menti periodici, sulla base dei movimenti dei prezzi di
altri combustibili, di solito di quelli con cui il GNL
866 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
in competizione sul mercato. Il prezzo pi utilizzato come
riferimento sempre stato quello del greggio e sono state
elaborate diverse formule di aggiornamento basate su un
paniere o cocktail, composto da vari tipi di greggio o di
altri prodotti petroliferi.
Le norme previste per calcolare il prezzo corrente
del GNL sono sempre state piuttosto complesse. Tutta-
via, una delle caratteristiche degli accordi di compra-
vendita del GNL la presenza di uno schema di deter-
minazione dei prezzi che si riferisce non solo al prezzo
del prodotto, ma anche alle quantit di cui prevista la
consegna e il ritiro nel corso degli anni. Di solito, i con-
tratti di compravendita di GNL contengono una clauso-
la, detta take-or-pay, che impegna lacquirente a ritira-
re o, se non lo fa, a pagare comunque una quantit mini-
ma prestabilita di GNL (o un certo numero di carichi).
Questo impegno costituisce un obbligo in alternativa e
d al compratore solo due possibilit: ritirare il gas e
pagarlo oppure pagarlo senza ritirarlo. Di solito, lac-
cettazione di una clausola take-or-pay da parte dellac-
quirente comporta anche la possibilit per questultimo
di far valere in seguito il proprio diritto di propriet (dirit-
to di make-up), recuperando gratuitamente le quantit di
GNL precedentemente pagate, ma non ritirate.
Nella struttura tradizionale di un progetto di GNL, il
finanziamento del progetto di sviluppo upstream, come
quello dei progetti di liquefazione e di rigassificazione,
avveniva principalmente con il ricorso ai capitali di rischio.
Nella misura in cui il debito stato contratto ai fini dello
sviluppo, la tendenza prevalente stata quella di far svol-
gere la raccolta di capitale a livello societario dai singo-
li partecipanti e non dai progetti in particolare.
Dalla met degli anni Novanta, nel settore del GNL
si sono registrati alcuni importanti cambiamenti. Tra
le cause che hanno prodotto tali cambiamenti si pos-
sono citare linnovazione tecnica, la flessibilit com-
merciale, lingresso di nuovi partecipanti sul mercato
e laumento delle dimensioni delle navi cisterna. Inol-
tre, molti acquirenti di gas si sono impegnati sempre
pi a fondo anche sul fronte della produzione. Questi
cambiamenti hanno influito sulle forme dei contratti e
delle strutture attualmente utilizzati nel settore del GNL.
Per soddisfare le esigenze del mercato, sono state svi-
luppate condizioni contrattuali pi flessibili. In alcuni
casi il cambiamento ha interessato le condizioni degli
accordi di compravendita, in particolare in quei casi in
cui vi era un eccesso di disponibilit di GNL rispetto
agli impegni previsti dai contratti a lungo termine, e
dove esisteva la possibilit di accesso agli impianti di
distribuzione, consentendo la fornitura di gas ai con-
sumatori dei mercati liberalizzati. Sono cambiate anche
le condizioni riguardanti la spedizione, soprattutto in
quei paesi in cui le forze del mercato o la pressione
regolatrice delle leggi hanno stimolato le richieste di
maggiore flessibilit degli accordi di trasporto. Per es.,
nellinverno del 2000, il contemporaneo verificarsi di
due fenomeni, la disponibilit di grandi quantit di
GNL in Medio Oriente e gli alti prezzi del gas sui mer-
cati aperti dellAmerica settentrionale, cre le condi-
zioni per collegare la regione di produzione e quella di
consumo utilizzando le navi cisterna, non per sulla
base dei tradizionali impegni esclusivi e a lungo ter-
mine, ma attraverso la consegna di singoli carichi o
altri accordi a breve termine.
Questi cambiamenti sono stati favoriti anche dalla
nascita di mercati aperti, con prezzi del gas trasparen-
ti e accessibili. Per es., la possibilit di effettuare con-
segne a pronto sul mercato nordamericano durante lin-
verno del 2000 e i prezzi relativamente elevati rag-
giunti sui rispettivi mercati a termine indussero alcuni
operatori ad acquistare carichi di gas ai terminali di
liquefazione con la certezza di conoscere il prezzo a
termine a cui il gas avrebbe potuto essere ceduto e di
poter effettuare la consegna. Questa situazione pro-
dusse inoltre un collegamento tra i mercati regionali
del gas naturale e del GNL, fino a quel momento sepa-
rati tra loro. Nella misura in cui veniva consentito dagli
accordi contrattuali a lungo termine, le aziende di ser-
vizi pubblici francesi e belghe dirottarono verso gli
Stati Uniti le navi cisterna dirette nei loro paesi, sosti-
tuendo il gas esportato con quello acquistato, via gasdot-
to, dal mercato energetico completamente liberalizza-
to del Regno Unito.
Tra i risultati pi significativi di tutti questi cambia-
menti si segnalano lindebolimento del tradizionale rap-
porto di fedelt tra i partecipanti ai diversi stadi della
catena del GNL e lingresso di nuove controparti e di
nuovi partner in tutti gli anelli di tale catena. Larrivo di
queste nuove controparti stato accompagnato dalla com-
parsa di prezzi di mercato e di condizioni di mercato
anche in questo settore, prezzi e condizioni che natural-
mente non coincidono con quelli applicabili in base agli
accordi contrattuali a lungo termine, che hanno permesso
lo sviluppo iniziale di impianti e di mercati, divenuti oggi
accessibili anche ad altri operatori. Molte transazioni a
breve termine sono ispirate pi da motivi operativi che
da ragioni commerciali. I casi pi frequenti riguardano
il desiderio di un produttore di utilizzare la propria capa-
cit in eccesso, o la presenza di un impegno a mantene-
re operativa una flotta o variazioni occasionali della pro-
duzione e dei profili di ricezione.
13.2.7 Problemi
di carattere generale
Dopo aver analizzato alcune questioni riguardanti gli
accordi contrattuali e le strutture nei progetti di gasdotti
o in quelli di GNL, saranno affrontati ora alcuni proble-
mi che possono presentarsi in entrambi i tipi di attivit.
867 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
Partecipazione dello Stato
Lo sfruttamento delle riserve petrolifere e luso del
territorio per permettere il transito di beni, la distri-
buzione e lapprovvigionamento di gas sono materie
su cui i rispettivi Stati cercheranno inevitabilmente di
esercitare una forte influenza o un completo control-
lo. In altri termini, i gasdotti internazionali e i proget-
ti di GNL comportano altrettanto inevitabilmente la
partecipazione di investitori stranieri e influiscono col
tempo sulle relazioni politiche internazionali, e il ruolo
degli Stati o degli enti pubblici pu andare dagli inter-
venti volti a favorire linsediamento dei nuovi proget-
ti, allo sviluppo di nuove industrie e infrastrutture, alla
partecipazione ai vantaggi economici derivanti dagli
stessi progetti.
La sicurezza e la protezione accordate agli investi-
menti stranieri non sono le stesse in tutti gli Stati. Oltre
a considerare la situazione politica, economica e socia-
le di un paese, occorre tener conto anche della legisla-
zione interna applicabile e degli accordi internazionali
bilaterali o multilaterali in vigore, nonch delle prece-
denti esperienze di quello Stato in rapporto agli investi-
menti stranieri.
Una delle principali preoccupazioni degli investito-
ri stranieri riguarda il rischio di esproprio del valore reale
o economico delle attivit o, addirittura, dellintero pro-
getto. Un altro rischio non trascurabile quello di un
cambiamento sfavorevole che potrebbe riguardare il qua-
dro normativo, ma anche, pi indirettamente, il regime
fiscale, i controlli sul cambio, le norme sul lavoro e
ambientali, quelle sullabbandono degli impianti e la
regolamentazione delle importazioni e delle esportazio-
ni. Sar importante, per gli sponsor del progetto, capire
se tali rischi possono provenire dal governo centrale o
da quelli locali. Gli sponsor del progetto potranno fare
ben poco per impedire il verificarsi di modifiche sfavo-
revoli della normativa, e questo dovrebbe consigliarli di
concentrarsi sulla possibilit di ottenere un indennizzo,
nelleventualit che dovessero essere adottate modifiche
di questo tipo.
La partecipazione dello Stato a un progetto di un
gasdotto transnazionale sar ovviamente, in primo luogo,
una conseguenza della sua natura di soggetto dellinve-
stimento dallestero e, in genere, del ruolo di sostegno e
di agevolazione che potr svolgere nei riguardi della rea-
lizzazione del progetto e del suo funzionamento nel corso
degli anni. Ma spesso lo Stato ricercher forme pi diret-
te di partecipazione, riservandosi una quota del capita-
le azionario del progetto stesso. In questo caso, la sua
funzione non si esaurir nel concedere diritti in cambio
del versamento di canoni, tariffe o altri compensi, ma
assumer le dimensioni di una partecipazione a pieno
titolo, di solito attraverso il veicolo di unazienda petro-
lifera di Stato. In questo modo, lo Stato si espone (in pro-
porzione alla sua quota azionaria) ai rischi del progetto
e diventa beneficiario dei vantaggi economici prodotti
dalla sua attuazione.
Transito e trasporto
La libert di transito dei beni costituisce un fattore
di importanza cruciale per la riuscita di qualsiasi pro-
getto di gasdotto o di GNL. Le leggi internazionali hanno
riconosciuto gi da tempo il diritto di uno Stato di gode-
re di libert di transito nel territorio di un altro Stato.
Accanto a questo, e forse in contraddizione con questo,
vi il riconoscimento incondizionato del diritto sovra-
no di uno Stato sul suo territorio, che gli conferisce, tra
laltro, il potere di impedire o restringere il transito da
parte di altri soggetti.
La conclusione di accordi riguardanti progetti tran-
snazionali nel settore del gas e la loro attuazione com-
portano il riconoscimento degli interessi di ogni singo-
lo Stato e un loro bilanciamento a fronte degli interessi
di tutti gli altri Stati in rapporto allincremento degli
scambi commerciali nella regione di cui fanno parte.
Lattuazione e la regolamentazione degli accordi di tran-
sito avranno luogo sullo sfondo di un buon numero di
trattati relativi al transito di beni e, in particolare, al tran-
sito di energia. Inoltre, il transito pu assumere forme
diverse.
Il transito di attraversamento o transito classico il
movimento di beni, prodotti in uno Stato, che da qui ven-
gono trasportati, attraverso il territorio di un altro Stato,
fino al territorio di un terzo Stato. Lo Statuto sulla Libert
di Transito, approvata dalla Convenzione di Barcellona
nel 1921, fu il primo accordo internazionale ad affron-
tare la questione del transito, che veniva cos definito:
persone, bagagli e beni [] saranno considerati in tran-
sito attraverso un territorio [] quando il passaggio attra-
verso il detto territorio [] rappresenti solo una parte
di un tragitto pi lungo, i cui punti di partenza e di arri-
vo siano situati oltre le frontiere dello Stato attraverso il
cui territorio si effettua il transito.
La realizzazione del progetto di un gasdotto tran-
snazionale pu sollevare anche alcune questioni relati-
ve al transito di beni attraverso il territorio di un singo-
lo Stato. Questa situazione viene definita a volte transi-
to interno, ma il pi delle volte indicata con la parola
trasporto. Tuttavia, si tratta di espressioni da usare con
una certa cautela, in quanto prive di valore scientifico.
Fino a unepoca relativamente recente, il trasporto o
il transito di gas erano effettuati da poche imprese in
posizione di monopolio. Ma, negli ultimi anni, la libe-
ralizzazione delle politiche energetiche nei paesi del-
lEuropa occidentale ha portato allemanazione delle
direttive sul transito di gas, e creato le condizioni per la
stipula del TCE, avvenuta nel 1994. Mentre le direttive
europee sul transito si basano sul concetto di transito
transnazionale (stabilendo in questo modo la liberaliz-
zazione dei regimi di import/export nellambito di un
868 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
mercato energetico interno, piuttosto che in quello del
transito classico), il TCE applica i principii generali del
transito al caso specifico del commercio di energia. Inol-
tre, il TCE ha permesso di applicare i principii dellOr-
ganizzazione Mondiale del Commercio (OMC) anche
agli Stati che non ne fanno parte.
Imposte e struttura
Come in tutti i progetti industriali, importante valu-
tare con attenzione gli aspetti fiscali e strutturali, che
influiranno per sempre sulla natura dellentit che sar
costituita. Per es., la scelta di utilizzare una joint ventu-
re contrattuale o una societ semplice pu comportare
per gli sponsor maggiori o minori possibilit di detra-
zione dei costi, rispetto a quelli consentiti da una societ
per azioni. Bench sia priva di una personalit giuridica
separata, una joint venture contrattuale non offrir alcun
tipo di schermatura fiscale ai singoli partecipanti. Lo
stesso avverr in genere nel caso di una societ sempli-
ce, ma non sempre in quello di una societ a responsa-
bilit limitata, utilizzata come veicolo specifico (special
purpose vehicle) per la realizzazione e la gestione del
progetto. La scelta dellentit da utilizzare pu influire
sullammortamento dei costi e sul diritto a effettuare tale
detrazione, ma di solito non modificher lobbligo com-
plessivo di pagare le imposte sui profitti realizzati dal-
limpresa.
Mentre le regole fiscali possono variare nelle diver-
se giurisdizioni e secondo il tipo di progetto, probabi-
le che limpresa, nel caso sia stata costituita come azien-
da permanente, venga tassata nel paese dove si trova la
sua sede principale. Le considerazioni di carattere loca-
le possono essere soggette allinfluenza di normative pi
ampie, come la Convenzione Modello sulla Doppia Impo-
sizione Fiscale elaborata dallOrganizzazione per la Coo-
perazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), anche se
molti territori da cui si estrae gas, o attraversati dai gasdot-
ti, non sono membri dellOCSE e, di conseguenza, non
sono tenuti allapplicazione delle norme stabilite dalla
Convenzione Modello. Di norma, tuttavia, la societ di
joint venture soggetta al versamento delle imposte in
tutte queste giurisdizioni, sulla base della legislazione
interna di ciascuna di esse. Essa deve anche rispettare le
disposizioni di qualunque trattato internazionale o accor-
do locale a favore di un singolo progetto, che pu assu-
mere in molti casi la forma di un accordo del governo
ospitante o di un accordo di attuazione.
I proprietari dellimpresa possono essere soggetti a
tassazione anche sul territorio di un altro paese, in cui
siano residenti. A seconda del metodo adottato dal paese
di residenza per alleviare la doppia imposizione, che pu
essere quello dellesenzione oppure quello del credito di
imposta, il contribuente potr essere esonerato da ogni
ulteriore imposta, oppure gli sar riconosciuto un credi-
to di imposta nel territorio in cui residente, equivalente
alle tasse pagate nel paese in cui ha sede o in cui opera
lazienda produttrice di utili. Se nel paese di residenza
laliquota fiscale sugli utili maggiore, il contribuente
dovr versare allo Stato la differenza. Tuttavia, nel caso
della conclusione di un accordo di moderazione fiscale
tra il paese di residenza e quello in cui opera limpresa,
questa differenza potr non essere addebitata al contri-
buente, in toto o solo in parte.
Se il veicolo prescelto una societ per azioni, in
generale, questa la responsabile del pagamento delle
imposte sugli utili nella giurisdizione dove residente
(fermo restando quanto si detto sopra a proposito degli
obblighi fiscali nel luogo in cui si svolgono le opera-
zioni, se questo diverso dal luogo di residenza) ed
autorizzata, nel calcolare tali utili, a detrarre le spese
sostenute. Se non vi sono entrate da cui detrarre i costi,
la detrazione di questi ultimi sar rimandata al momen-
to in cui la societ comincer a produrre un reddito, cio
di solito al momento in cui avr inizio lattivit com-
merciale.
La procedura di detrazione dei costi pu essere acce-
lerata, ossia utilizzata dagli azionisti della societ, se il
paese di residenza dellazionista consente la cessione
effettiva di questi sgravi fiscali dalla joint venture in base
a disposizioni specifiche o al momento della dichiara-
zione dei redditi consolidata. Dato che in genere queste
disposizioni, per essere applicabili, richiedono che lat-
tivit commerciale abbia gi avuto inizio e anche che la
societ e lazionista abbiano la stessa residenza fiscale,
le occasioni di accelerare la detrazione dei costi sono in
pratica limitate.
Nel caso di una societ semplice, in base ad alcune
norme del diritto comune, le responsabilit della societ
sono responsabilit dei soci, cos come i redditi e i gua-
dagni della societ sono redditi e guadagni dei soci. Le
quote del reddito, dei guadagni e delle responsabilit
spettanti a ciascun socio sono stabilite nellatto costitu-
tivo della societ. Luso di una societ con tali caratteri-
stiche permette di attuare pi rapidamente la detrazione
dei costi, attraverso un rendiconto annuale del reddito,
dei guadagni e delle perdite effettivamente realizzati da
quando lattivit commerciale ha avuto inizio.
Nel caso di una joint venture contrattuale, limpresa
non ha obblighi fiscali distinti da quelli delle societ par-
tecipanti. In genere, ogni singola societ responsabile
di una quota percentuale dei costi e delle spese, ma gli
utili non vengono ripartiti. Ogni societ partecipante ha
diritto a detrarre le spese sostenute, in base alle norme
fiscali in vigore nel suo paese di residenza.
Trattati internazionali e sostegno dello Stato
Oltre allapplicazione generale dei trattati bilaterali
e multilaterali riguardanti linvestimento e il commercio
tra gli Stati, la realizzazione di un gasdotto transnazio-
nale pu comportare anche la conclusione di accordi
869 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
specifici tra gli Stati interessati, in relazione alla pro-
priet, alla costruzione e alla gestione dello stesso gasdot-
to, come avvenuto, per es., nella regione del Caspio.
probabile che gli accordi internazionali di questo tipo
facciano riferimento a principii esistenti, contenuti negli
accordi riguardanti gli investimenti e il commercio, gi
sottoscritti dagli Stati interessati. Il nuovo accordo inter-
nazionale servir ad applicare tali principii generali alla
situazione specifica dei progetti per il trasporto di gas
naturale, oltre a promuovere e proteggere gli investimenti
effettuati dagli investitori stranieri e a perseguire obiet-
tivi pi ampi, come la diversificazione e la sicurezza
degli approvvigionamenti energetici e lo sviluppo delle
infrastrutture regionali.
Anche nel caso in cui la legislazione dei singoli Stati
attraversati da un gasdotto non sia sufficientemente svi-
luppata, e gli stessi accordi relativi al progetto finisca-
no per essere incorporati nella legislazione locale, pu
ugualmente accadere che lo Stato in questione abbia sot-
toscritto uno o pi trattati bilaterali o multilaterali di por-
tata pi ampia, che produrranno effetti anche in materia
di costruzione e gestione dei gasdotti.
Uno dei trattati che interessa maggiormente il setto-
re dei gasdotti transnazionali il TCE, un accordo mul-
tilaterale stipulato nel 1994, che regola il commercio, gli
investimenti e molte altre materie nel campo energetico.
Ha sostituito la Carta Europea dellEnergia, promulga-
ta nel 1991. Al testo del Trattato si sono aggiunti nume-
rosi accordi, dichiarazioni e protocolli riguardanti la stes-
sa materia. Il suo campo di applicazione riguarda, come
stato definito, i prodotti e materiali energetici e lat-
tivit economica nel settore energetico.
In linea generale, il TCE punta ad applicare i princi-
pii dellAccordo Generale sulle Tariffe e il Commercio
(General Agreement on Tariffs and Trade, GATT 1994)
e altri strumenti analoghi che accompagnano laccordo
dellOMC agli accordi conclusi con le parti contraenti
dello stesso TCE, che non siano membri dellOMC, inse-
rendoli in una cornice giuridica tesa a promuovere la
cooperazione a lungo termine nel settore dellenergia.
Tale obiettivo comporta, per le parti contraenti del TCE
ma non appartenenti allOMC, precisi obblighi di appli-
cazione dei principii, stabiliti dal GATT, della nazione
pi favorita e del trattamento nazionale, al transito e agli
investimenti relativi ai materiali e ai prodotti energetici.
Inoltre, le disposizioni del TCE si applicano non solo
alle decisioni emanate a livello del governo centrale, ma
anche a quelle di altri organi dello Stato. Le procedure
di risoluzione delle controversie stabilite dal TCE si appli-
cano, tra laltro, alle questioni riguardanti gli investi-
menti, il transito e la concorrenza.
Oltre a questi trattati tra gli Stati interessati, la rea-
lizzazione dei progetti di gasdotti o di GNL pu com-
portare la conclusione di accordi tra i singoli Stati e gli
sponsor del progetto, sotto forma di accordi di sostegno
noti come accordi di attuazione (implementation agree-
ments) o, pi comunemente, accordi del governo ospi-
tante (host government agreements). La natura e la por-
tata di questo tipo di accordi dipender da numerosi fat-
tori: la situazione dello Stato ospitante e lo sviluppo del
suo regime giuridico e fiscale, la sua esperienza nel campo
degli investimenti stranieri e il suo grado di adesione a
concetti come il principio di legalit. Per es., la realiz-
zazione di un gasdotto transnazionale in Europa occi-
dentale, come lInterconnector tra il continente e il Regno
Unito, non richieder verosimilmente alcun trattamento
o sostegno specifici da parte dei governi ospitanti del
Regno Unito e del Belgio, alla luce dellelevato grado
di sviluppo delle economie e dei regimi giuridici di que-
sti due paesi. Diverso il caso della realizzazione di
gasdotti negli Stati dellex Unione Sovietica, dove sar
necessario ottenere uno specifico sostegno da parte dei
governi ospitanti.
probabile che gli accordi conclusi con un governo
ospitante riflettano gli obblighi stabiliti in un corrispon-
dente accordo intergovernativo, riguardante materie come
la protezione degli investimenti e il commercio. Gene-
ralmente parlando, tale accordo avr posto le basi del-
lazione di facilitazione e di sostegno al progetto di gasdot-
to svolta dal governo. Tra le materie regolate dallac-
cordo, vi saranno le concessioni di diritti sui terreni, gli
impegni ad azioni di sostegno da parte del governo e di
altri organismi statali, lassegnazione delle licenze e dei
permessi, limportazione e lesportazione di beni e di
persone, i diritti di transito, e i problemi relativi alla sicu-
rezza e alla protezione delle attivit collegate al gasdot-
to. probabile che siano affrontate anche le questioni
fiscali o altre forme di partecipazione dello Stato, cos
come quelle relative alla disponibilit e alla convertibi-
lit della valuta. Ogni accordo del governo ospitante
riflette le condizioni particolari del suo paese, anche se
si dovrebbe giungere in breve, grazie allopera di diver-
si organismi e istituzioni, alla pubblicazione di modelli
di accordo o di accordi quadro.
Inoltre, probabile che questo tipo di accordi si esten-
da anche alla partecipazione dello Stato ospitante (o di
un ente statale operante nel settore petrolifero o di unau-
torit locale, come pu essere un governo regionale) nella
societ che gestisce il gasdotto o nel progetto del gasdot-
to pi in generale.
Le leggi e i regolamenti del paese ospitante possono
trovarsi in una fase ancora iniziale di sviluppo (come,
per es., nella regione del Caspio), rendendo necessaria
ladozione di accordi del governo ospitante estremamente
dettagliati, senza escludere la possibilit di una promul-
gazione dei documenti relativi al progetto nella legisla-
zione locale. Oppure, le leggi e i regolamenti locali pos-
sono essere gi molto sviluppati, ma non sempre in modo
tra loro coerente. Per es., nel Regno Unito esistono mol-
ti strumenti legislativi e regolamentari applicabili alle
870 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
questioni relative alla costruzione e al funzionamento
dei gasdotti e allaccesso a tali strutture.
Espropriazione
Gli Stati hanno il diritto esclusivo di controllo sul-
lingresso e luscita dal loro territorio, nonch il diritto
di disporre delle loro risorse naturali: ci include il dirit-
to allesproprio e alla nazionalizzazione. Inoltre, uno
Stato sovrano ha il diritto di regolare lattivit economi-
ca sul suo territorio come meglio crede.
Londata di nazionalizzazioni e di rinegoziazioni for-
zate degli anni Settanta port allapertura di molte cele-
bri cause arbitrali, per lo pi tra la compagnia petrolife-
ra internazionale nazionalizzata e lo Stato che ne aveva
deciso la nazionalizzazione. I lodi arbitrali emessi nella
controversia tra le compagnie petrolifere e la Libia sono
quelli pi conosciuti; in tutti i casi (compreso quello
Kuwait/Aminoil), gli arbitri riconobbero la validit dei
diritti di propriet di fronte allazione di esproprio del
governo, ma anche e in particolare nei casi pi recen-
ti il diritto del governo a intraprendere legittimamen-
te tale azione. In tutti i casi, fu stabilito e liquidato un
indennizzo per la nazionalizzazione.
Anche se il mondo profondamente cambiato dai
tempi delle espropriazioni dirette e totali, il rischio di
unespropriazione del valore reale o economico delle
attivit o, addirittura, dellintero progetto, ancora in
cima alla lista delle preoccupazioni degli investitori inter-
nazionali nel settore petrolifero.
Da qualche anno, tuttavia, quello che preoccupa mag-
giormente gli investitori internazionali non tanto la
minaccia di unespropriazione diretta, quanto leffetto
composto di molte piccole misure che, sommate insie-
me, possono produrre un risultato analogo: la cosiddet-
ta espropriazione strisciante. Anche gli investitori inter-
nazionali nel settore petrolifero temono soprattutto que-
sto genere meno drastico di iniziative assunte dai paesi
ospitanti per modificare le condizioni fiscali e regola-
mentari applicabili a particolari progetti, come i gasdot-
ti. stato scritto che [i] cambiamenti al regime fiscale
negoziato e stabilito dalle parti, introdotti successiva-
mente, che vadano a detrimento del reddito e del flusso
di cassa della compagnia, cos come le restrizioni inat-
tese sul rimpatrio dei guadagni in valuta estera, rappre-
sentano forse i casi pi eclatanti di rischio politico e sono
molto pi frequenti delle nazionalizzazioni dirette
(Wlde, 1994).
La posizione attualmente prevalente che lespro-
priazione di una propriet straniera effettuata da uno
Stato sul suo territorio legale, se accompagnata da un
indennizzo pronto, adeguato ed effettivo.
Stabilizzazione
Le clausole di stabilizzazione (o di congelamento)
hanno lo scopo di impedire a un governo di abrogare o
di intervenire in altro modo, con lesercizio delle prero-
gative dello Stato, negli accordi di investimento conclu-
si con le compagnie straniere. Gli sponsor dei progetti
energetici a lungo termine hanno sempre cercato di otte-
nere una maggiore protezione dellinvestimento, oltre i
normali requisiti di stabilit validi per i progetti indu-
striali a breve-medio termine. Nei negoziati relativi agli
investimenti sulle risorse energetiche, come i progetti di
gasdotti, si tende quindi a utilizzare tutti i metodi con-
trattuali di gestione del rischio politico disponibili, com-
prese le clausole di stabilizzazione.
Con il termine stabilizzazione si indica la raccolta di
disposizioni in base alle quali lo Stato concorda con la
societ del gasdotto di non esercitare i poteri, di cui gode
in quanto Stato, per emendare o modificare gli accordi
contrattuali attraverso azioni legislative o amministrati-
ve. Tali disposizioni possono spingersi fino a stabilire le
misure di livellamento, che consentono ai soci promo-
tori di mantenere nel tempo il valore economico di un
gasdotto o di un progetto di GNL.
Lobiettivo tradizionale delle clausole di stabilizza-
zione di congelare la legge applicabile, il regime fiscale
o altre condizioni di investimento essenziali. Tali clau-
sole, cadute progressivamente in disuso negli anni Set-
tanta, sono tornate in auge negli anni Ottanta e Novan-
ta, e in particolare nei paesi caratterizzati da regimi eco-
nomici in transizione, come quelli gi appartenenti
allUnione Sovietica e i paesi in via di sviluppo, inte-
ressati a incoraggiare gli investimenti dallestero. A dif-
ferenza delle prime clausole di stabilizzazione (risalen-
ti agli anni Sessanta e Settanta), le clausole di stabiliz-
zazione moderne non impegnano il governo in quanto
tale, ma fanno ricadere sullimpresa di Stato la respon-
sabilit di unazione unilaterale da parte del suo gover-
no. Sebbene si riconosca che le imprese di Stato non sono
in grado di controllare loperato dei loro governi, si pensa
che possano assumersi il rischio finanziario di origine
politica nei loro rapporti contrattuali.
Nella pratica corrente sembra prevalere questa ten-
denza ad allocare il rischio politico alla compagnia di
Stato, poich si ritiene che essa si trovi non solo in una
posizione migliore per influire su questo rischio, ma
anche pi vicina alla fonte di questo rischio. In questo
senso, le moderne clausole di stabilizzazione funziona-
no in effetti come disposizioni di allocazione del rischio.
Anche se improbabile che lesistenza di una clausola
di stabilizzazione sia di per s sufficiente a impedire a
uno Stato sovrano di modificare i termini o lequilibrio
di un contratto mediante un atto legislativo o ammini-
strativo, la forma e la sostanza della clausola possono
assumere un peso significativo al momento di valutare
le dimensioni dellindennizzo spettante allinvestitore
straniero.
I lodi arbitrali finora emessi su tale materia indi-
cano che, a prescindere dai diversi termini utilizzati,
871 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
lidentit dellarbitro pu influire sulla decisione in meri-
to alla natura e agli effetti di una clausola di stabilizza-
zione. Sugli effetti legali delle clausole di stabilizzazio-
ne esistono numerose scuole di pensiero, che si sono
espresse nel contesto del conflitto di leggi (dove la clau-
sola di stabilizzazione vista sostanzialmente come una
clausola che limita la scelta della legge, stabilendo la non
applicabilit di certe leggi) o nel contesto del diritto
sostanziale, che esamina se lazione contraria a una clau-
sola di stabilizzazione condotta da uno Stato rappresen-
ti una violazione del diritto internazionale.
In termini generali, una clausola di stabilizzazione
rappresenta un compromesso tra gli interessi dellinve-
stitore straniero, che desidera un ambiente trasparente e
stabile per i suoi investimenti, e la sovranit dello Stato,
ivi compresa la sua libert di legiferare e di perseguire i
propri interessi. I precedenti pi recenti sembrano sug-
gerire un approccio alle clausole di stabilizzazione che
non cerca di congelare la legge e lesercizio della sovra-
nit per il periodo dellaccordo ma si concentra piutto-
sto sulle conseguenze dellesercizio dei diritti sovrani di
uno Stato, tra cui il diritto a nazionalizzare. In tali cir-
costanze, le parti ricercheranno insieme le disposizioni
pi idonee ad affrontare le conseguenze di un atto del
genere, che prevederanno il pi delle volte il versamen-
to di un pronto, adeguato ed effettivo indennizzo allin-
vestitore straniero o, in un numero minore di casi, la pos-
sibilit di rivedere i termini dellaccordo, per adeguarli
ai cambiamenti prodotti dalleventuale decisione dello
Stato di esercitare i propri poteri sovrani.
Liberalizzazione e regolamentazione
Nel considerare i processi di liberalizzazione, occor-
re tener conto delle diverse fasi attraversate da questi
processi e di quanto sia avanzato lungo la linea del tempo
lo sviluppo delle infrastrutture del settore del gas in un
dato paese. Infatti, mentre alcuni Stati hanno gi svi-
luppato un sistema di infrastrutture adeguato, altri sono
ancora alle prese con la sua realizzazione.
Sebbene tendenze alla liberalizzazione dei mercati
del gas siano affiorate in molte giurisdizioni, forse pre-
feribile esaminare tali processi nel contesto della UE. La
loro evoluzione non costituisce forse un precedente per
le altre giurisdizioni, ma pu aiutarci a individuare alcu-
ni principii di pi vasta applicazione. Tra i diversi Stati
membri della UE, la maggior parte ha sviluppato la pro-
pria industria del gas come unimpresa monopolistica
protetta o sostenuta dallo Stato. Alcuni di essi, tuttavia,
si sono orientati ultimamente verso un frazionamento
della propriet o della gestione degli impianti e dei siste-
mi, e ladozione di condizioni di accesso agli impianti
trasparenti e non discriminatorie. probabile per che
anche i paesi che si sono mossi in questa direzione con-
servino in futuro i propri campioni nazionali, con i quali
i nuovi partecipanti dovranno venire a patti se vorranno
approfittare delle nuove opportunit offerte dalla libe-
ralizzazione.
La costruzione di nuovi terminali di rigassificazio-
ne del GNL provoca necessariamente problemi a livello
locale, che comprendono le preoccupazioni per i possi-
bili danni ambientali e la formazione del consenso ammi-
nistrativo e politico. Una situazione di questo tipo si
presentata in seguito alla prevista vendita di GNL nige-
riano allitaliana Enel negli anni Novanta, quando il pro-
getto di costruzione di un impianto di rigassificazione
in Italia dovette essere abbandonato, per lopposizione
delle forze politiche e ambientaliste locali. Si pu pre-
vedere lemergere di analoghe difficolt in relazione a
tutti i nuovi terminali proposti; questo potrebbe valere
anche per lampliamento degli impianti gi esistenti,
anche se probabilmente in misura minore.
Al di l dei problemi locali, i contenuti del pi ampio
dibattito sulla struttura e lo sviluppo complessivi del set-
tore del gas in Europa sono mutati negli ultimi anni. Le
compagnie energetiche statunitensi, fortemente orienta-
te al mercato, si sono sostanzialmente ritirate dai mer-
cati europei, e la loro partenza ha coinciso con un inde-
bolimento della spinta iniziale verso la liberalizzazione
e la creazione di nuovi mercati. Senza rinnegare lim-
portanza di queste iniziative, sono stati rivalutati ulti-
mamente anche altri aspetti, come quelli relativi alla sicu-
rezza e alla diversificazione degli approvvigionamenti.
In tutta la UE esistono disposizioni che regolano lac-
cesso per i terzi agli impianti e alle infrastrutture, ma tali
requisiti sono temperati dalla presenza di esenzioni per
incoraggiare lo sviluppo di nuovi impianti e di deroghe
che riconoscono la diminuita capacit dei proprietari in
carica di rispondere alle domande di accesso, a causa di
impegni precedenti.
Alle spinte iniziali verso la creazione di mercati del
gas naturale come materia prima si sono affiancate oggi
quelle verso un cambiamento delle strutture e delle azien-
de. Per es., stato stabilito lobbligo, per tutti i paesi
membri della UE, di nominare unautorit di regola-
mentazione indipendente per il settore del gas naturale.
Inoltre, sono state introdotte norme relative al fraziona-
mento obbligatorio delle aziende, che costringeranno
molti degli attuali proprietari, come lolandese Gasunie,
a disaggregare le attivit legate alla propriet e alla gestio-
ne delle infrastrutture da quelle riguardanti la vendita,
lacquisto e il commercio del gas naturale.
Oltre a questi cambiamenti obbligati, molte imprese
esistenti hanno avviato spontaneamente una ristruttura-
zione delle loro attivit, quando hanno ritenuto che ci
potesse andare a vantaggio della loro azienda. Un esem-
pio di questa tendenza potrebbe essere la scissione di
British Gas (BG), avvenuta alla met degli anni Novan-
ta. British Gas decise di separare i suoi interessi nel set-
tore della vendita allingrosso e al dettaglio del gas (con-
fluiti in Centrica) da quelli riguardanti le attivit upstream
872 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
e la propriet dei sistemi (confluiti in BG). Il processo
di disaggregazione proseguito poi, sotto il controllo
della BG, con la separazione delle attivit relative alla
propriet dei sistemi e la loro fusione con National Grid,
proprietaria delle infrastrutture elettriche, che port alla
nascita di National Grid Transco. Questa tendenza stata
ulteriormente accentuata dalla recente cessione di alcu-
ne parti del sistema di distribuzione del gas effettuata da
National Grid Transco a favore di altri investitori, tra cui
alcune banche di investimento.
La seconda Direttiva europea sul gas (2003/55/CE)
fu adottata il 26 giugno 2003 e, sebbene sia generalmente
applicabile a tutti i paesi membri della UE, i modi e gli
effetti della sua attuazione nella legislazione dei vari
paesi possono variare. Per es., nel Regno Unito, le dispo-
sizioni applicabili relative agli interconnector sono sog-
gette al rilascio di una serie di autorizzazioni. Le dispo-
sizioni riguardanti i terminali GNL sono enunciate in un
regolamento, mentre non esiste un regolamento riguar-
dante la procedura di autorizzazione dei terminali dei
gasdotti, che soggetta alla supervisione del Ministero
del Commercio e dellIndustria. Questa differenza di
approccio pu apparire sorprendente, quando si consi-
deri che questi regimi separati si applicano a infrastrut-
ture fisiche, che producono lidentico effetto di immet-
tere gas naturale in un unico sistema di distribuzione.
Che differenza pu esserci infatti tra le molecole di gas
naturale introdotte nel sistema di trasmissione/distribu-
zione dal gasdotto BBL e le molecole di gas naturale
introdotte nello stesso sistema di trasmissione/distribu-
zione dal terminale GNL Dragon?
Tra gli obblighi previsti dalla seconda Direttiva sul
gas vi quello di consentire laccesso agli impianti di
gas naturale, compresi quelli di GNL, in modo obietti-
vo, trasparente e non discriminatorio. Tuttavia, tali obbli-
ghi possono essere soggetti a deroghe, in particolari cir-
costanze. Il primo caso riguarda leventualit che il rispet-
to della Direttiva contrasti con quello degli impegni
assunti in base ai contratti esistenti. Il secondo riguarda
le nuove infrastrutture, suscettibili di aumentare il livel-
lo di competizione ma che non potrebbero essere svi-
luppate in assenza di unesenzione di questo tipo.
Un esempio degli effetti pratici di tali disposizioni
fornito dalla storia del terminale di GNL Dragon a
Milford Haven, nel Galles. Questo impianto di rigassi-
ficazione, promosso da Petroplus, pass in seguito sotto
il controllo di BG e Petronas. In seguito a unindagine
condotta dallautorit di regolamentazione dellindu-
stria del gas nel Regno UNito, limpianto fu esentato
dagli obblighi previsti dalla seconda Direttiva sul gas in
base alle seguenti considerazioni: a) limpianto avreb-
be aumentato la concorrenza e la sicurezza degli approv-
vigionamenti; b) la separazione della propriet legale e
la struttura delle cariche non avrebbero ostacolato lo
sviluppo della concorrenza; c) il livello di rischio del
progetto giustificava lesenzione; d) lo sviluppo del-
limpianto non avrebbe diminuito lefficienza del mer-
cato interno del gas.
La seconda Direttiva sul gas considerata di solito
un passo importante verso la realizzazione di un merca-
to unificato e liberalizzato del gas naturale. Rimangono
tuttavia un certo numero di questioni che dovranno esse-
re oggetto di un ulteriore approfondimento, quali, per
es.: la natura e la portata del processo di disaggregazio-
ne (e se debba essere applicato alle attivit di gestione o
alla propriet degli impianti); lopportunit di introdur-
re disposizioni del tipo use it or lose it in relazione alla
capacit disponibile; la sovrapposizione, e in alcuni casi
il contrasto, tra le norme emesse dai vari organismi poli-
tici, enti amministrativi e garanti della concorrenza,
riguardanti il settore del gas naturale.
Nel luglio del 2005, il Consiglio e il Parlamento euro-
pei hanno approvato il Regolamento (CE) 1775/2005 (il
nuovo Regolamento), che contiene una serie di norme
supplementari relative allaccesso per i terzi alle reti di
distribuzione del gas nella UE. Il nuovo Regolamento
mira a stabilire regole non discriminatorie per le condi-
zioni di accesso ai sistemi di distribuzione del gas, che
tengano conto delle condizioni specifiche dei mercati
nazionali e regionali.
Il nuovo Regolamento affronta molti punti essenzia-
li: le tariffe per accedere alla rete, o i metodi con cui
devono essere calcolate; la garanzia dei diritti di acces-
so per i terzi; la gestione della congestione; la defini-
zione degli obblighi di trasparenza; le regole sul bilan-
ciamento e gli oneri di sbilancio; lagevolazione della
compravendita di capacit.
Leggi sulla concorrenza
Negli ultimi anni, la Commissione Europea ha assun-
to un atteggiamento pi risoluto nei riguardi delle prati-
che seguite nel settore del gas naturale, attraverso lap-
plicazione della legislazione europea sulla concorrenza.
Gli interventi che hanno interessato lindustria del GNL
e del gas di condotta sono stati:
nel 2001, la Commissione comunic ai produttori di
Corrib Field, in Irlanda, di non avere intenzione di
approvare il loro progetto comune per la vendita di
gas in Irlanda;
nel 2002, fu imposto al gruppo commerciale norve-
gese, noto come GFU, di rivedere gli accordi per la
commercializzazione e la vendita in comune di gas
naturale;
sempre nel 2002, i venditori di GNL nigeriano sui
mercati europei accettarono di cancellare le clauso-
le di destinazione dai loro contratti. Analoghe discus-
sioni, intavolate dalla Commissione Europea con i
produttori algerini, non portarono ad alcun risultato;
nel 2003, la russa Gazprom accett di emendare i con-
tratti a lungo termine per la vendita di gas in Italia,
873 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
eliminando le clausole di destinazione. Sia Eni che
Gazprom chiesero alla Commissione Europea di non
introdurre clausole di destinazione nei loro contrat-
ti a lungo termine. Le parti si accordarono invece su
una revisione dei prezzi. Nel 2004 e nel 2005, le clau-
sole di destinazione furono eliminate anche dai con-
tratti a lungo termine tra Gazprom e Ruhrgas (Ger-
mania) e OMV (Austria);
sempre nel 2003, la Commissione ordin il rilascio
della capacit degli impianti di rigassificazione ope-
ranti in Spagna, giudicando che la tesi che non vi
fosse capacit disponibile non potesse essere soste-
nuta nelle condizioni date, in cui la stessa capacit
era tenuta in riserva sulla base di un contratto di opzio-
ne concluso con una societ affiliata;
nel 2004, la Commissione apr unindagine riguar-
dante le clausole di destinazione contenute nei con-
tratti per il trasporto (e non per la compravendita) di
gas, sottoscritti da Gaz de France (il trasportatore) e
da Eni ed Enel (gli utenti). Lindagine fu chiusa dopo
che le parti accettarono volontariamente di cancel-
lare le clausole di destinazione dai relativi contratti.
Non si deve inoltre dimenticare che la legge europea
sulla concorrenza produce un effetto immediato sui mer-
cati. A differenza di molti regimi giuridici basati sulla
common law, che puntano a mantenere inalterati i ter-
mini concordati tra le parti per tutta la durata di un con-
tratto, le leggi europee sulla concorrenza possono dispor-
re una revisione delle condizioni contrattuali nel conte-
sto dei mercati e dei cambiamenti intervenuti nel corso
degli anni. In tal modo, un contratto a lungo termine, che
aveva avuto una funzione di stimolo della concorrenza
nelle condizioni legali ed economiche in cui era stato sti-
pulato, pu essere rimesso in discussione in seguito al
cambiamento di tali condizioni.
Oltre a questi elementi della legge europea sulla con-
correnza, che agiscono sul mercato del gas naturale e
sugli accordi che possono impedire, distorcere o limita-
re la concorrenza, lindustria del gas naturale influen-
zata anche dalle norme sulla concorrenza che riguarda-
no le joint venture, le fusioni e altre forme di concen-
trazione economica. Uno dei primi casi di questo tipo
stata la fusione tra Exxon e Mobil, quando, in confor-
mit alla legge europea sulla concorrenza, fu richiesto
allentit assorbita di cedere la propria partecipazione
nellolandese MEGAS, affiliata alla Mobil, come con-
dizione per lapprovazione della fusione.
Scelta della legge
In genere, le parti contraenti sono libere di pattuire
quali leggi e norme desiderano siano applicate al loro
affare e alla risoluzione di eventuali controversie, in ba-
se ai loro accordi contrattuali. Con la scelta di una leg-
ge regolatrice del contratto si tenta di solito di ridurre
al minimo il rischio che una corte o un altro tribunale
interpretino un accordo in modo diverso da quello indi-
cato dalla legge specificata. In assenza di motivi di ordi-
ne pubblico, il caso pi frequente nella maggior parte
delle giurisdizioni che le corti diano effetto alla scelta
di legge specificata dalle parti nei loro accordi. La rati-
fica della natura e delleffetto della legge scelta dalle
parti nel contesto di una particolare controversia sar
quindi oggetto di una specifica perizia. Anche se la legge
scelta quella di un sistema giuridico nazionale, sar
comunque necessario considerare se tale legge sia appli-
cabile in tutti i casi.
raro che lindicazione della propria legge dome-
stica, come scelta preferita di una parte, sia giudicata
accettabile dallaltra. In molti casi ci si orienta quindi
verso unalternativa neutrale, che pu essere rappresen-
tata dalla legge di un altro Stato o da una legge compo-
sita, che punti, per es., a ribadire i principii legali comu-
ni ai due sistemi giuridici nazionali. A volte ci si accor-
da sullapplicazione di una lex mercatoria, che faccia
riferimento allordinamento giuridico generale ricava-
bile dai trattati multilaterali, dalle regole seguite dagli
organismi arbitrali e dagli usi commerciali o, pi gene-
ricamente, dai principii applicabili a tutti i sistemi giu-
ridici sviluppati. Lopinione prevalente che sia comun-
que preferibile accordarsi su una chiara indicazione della
legge scelta, piuttosto che lasciare che siano le regole
della legge internazionale a determinare la materia.
Nel considerare le questioni riguardanti la legge appli-
cabile, occorre valutare anche il livello di sviluppo della
legislazione locale e del sistema giudiziario locale. In
certe condizioni, i soci fondatori del gasdotto possono
chiedere che i contratti stipulati con la controparte siano
trasformati in leggi, entrando a far parte della legisla-
zione dello Stato ospitante. In questa situazione, piutto-
sto frequente, si deve fare attenzione al rischio di sovrap-
posizioni o di veri e propri conflitti tra la scelta di una
legge neutrale, come pu essere la legge inglese, e lin-
corporazione del contratto nella legislazione locale, che
trasforma quella scelta in una parte della legge locale.
La soluzione della questione di quale legge debba
regolare un contratto e della libert delle parti di sce-
gliere la legge che preferiscono sar fortemente influen-
zata dalla situazione del paese ospitante e dalla natura e
dalle dimensioni del gasdotto o del progetto di GNL che
si intende realizzare.
Recentemente questi aspetti degli accordi contrat-
tuali sono diventati elementi importanti dei negoziati. A
volte, lunica condotta possibile accettare limposi-
zione della legge dello Stato ospitante. Nel caso di un
gasdotto transnazionale, questo pu portare alla seg-
mentazione di un unico gasdotto in tratti soggetti a leggi
applicabili differenti (a seconda del territorio in cui sono
situati i diversi tratti), limitando le possibilit di una strut-
turazione ottimale del progetto e riducendo in ogni caso
la flessibilit degli accordi finanziari.
874 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
Dal punto di vista della certezza, la scelta di un
sistema giuridico nazionale offre sicuramente le mag-
giori garanzie, ma non sempre una soluzione prati-
cabile. anche possibile che la legge scelta assuma
la forma di una legge ibrida, che pu inglobare i prin-
cipii comuni alla legge dellinvestitore straniero e a
quella dello Stato ospitante, oppure, in mancanza di
tali principii comuni, contenere una clausola per lap-
plicazione delle leggi di un sistema giuridico specifi-
cato. In ogni caso, lindicazione di qualche forma di
legge applicabile preferibile al silenzio su questo
punto. Quanto minore sar la certezza contenuta nella
clausola di scelta della legge, tanto maggiore sar il
grado di discrezionalit accordato al giudice o allar-
bitro. Di conseguenza, aspetti come la personalit del-
larbitro o la sua nazionalit possono diventare ele-
menti importanti del processo di risoluzione delle con-
troversie.
Qualora le parti contraenti si accordino per indicare
una legge nazionale come legge applicabile del contrat-
to, probabile che si svolgano ulteriori trattative per sta-
bilire quale particolare legge nazionale dovr essere appli-
cata. Ogni legge nazionale presenter aspetti vantaggio-
si e svantaggiosi, e la struttura complessiva del progetto,
cos come i suoi scopi, determineranno quale scelta sar
pi adatta alle circostanze (quella di un singolo sistema
giuridico nazionale o di un sistema composito). Tra gli
aspetti di cui si dovr tenere conto a tale riguardo, i prin-
cipali sono i seguenti.
Nelleventualit di una rottura del contratto, la legge
scelta prevede un normale risarcimento o un inden-
nizzo punitivo, con il pagamento di una somma supe-
riore al danno cagionato?
La legge scelta riconosce la personalit giuridica sepa-
rata e punta a proteggere i diritti di propriet?
Riconosce le garanzie mobiliari e gli accordi fidu-
ciari ed accettabile per le banche e gli altri istituti
di credito?
In che misura tale legge rispetta lesecutoriet di un
contratto in conformit con i suoi termini e si oppo-
ne al principio secondo cui il mutamento delle cir-
costanze pu giustificare un cambiamento degli obbli-
ghi contrattuali?
La legge scelta possiede un adeguato livello di cer-
tezza e affidabilit?
Viene comunemente adottata come fonte del diritto
o come autorit persuasiva, in particolare nei mer-
cati emergenti?
La legge scelta un sistema di common law, basato
sui precedenti, o di diritto civile, basato sullinter-
pretazione di un codice?
La legge scelta adeguatamente accessibile e vi un
numero sufficiente di legali in quella giurisdizione,
esperti nelle questioni relative ai gasdotti e agli impian-
ti di GNL?
Risoluzione delle controversie
Se un tempo le questioni relative alla risoluzione delle
controversie erano considerate un elemento secondario
degli accordi contrattuali e non venivano quasi mai discus-
se, oggi non pi cos. Infatti, nella documentazione dei
progetti saranno quasi sempre presenti disposizioni che
prevedono il ricorso a un arbitrato in una giurisdizione
esterna. Inoltre, spesso vengono inserite disposizioni
supplementari concernenti la possibilit di unificare le
controversie comuni in base ai diversi documenti del pro-
getto, e il raggiungimento delleliminazione delle incon-
gruenze esistenti tra le disposizioni sulla risoluzione delle
controversie, contenute nel documento di progetto e negli
accordi o nei trattati internazionali applicabili, come il
TCE. Nelle pagine seguenti saranno delineate alcune
delle questioni che si presentano pi frequentemente e
che occorre risolvere in relazione a tali disposizioni.
In primo luogo, occorre decidere se larbitrato debba
essere ad hoc (in cui le parti stabiliscono le regole e le
procedure da applicare), istituzionale, o amministrato e
pertanto soggetto alle regole e alle procedure di un corpo
arbitrale internazionale (come la Camera di Commercio
Internazionale, CCI, o il Centro Internazionale per la
Risoluzione delle Controversie sugli Investimenti, CIRDI).
La Commissione delle Nazione Unite sul Diritto Com-
merciale Internazionale (CNUDCI) ha elaborato un qua-
dro generale di regole appositamente concepite per gli
arbitrati ad hoc. Nella misura in cui il successo di un
arbitrato ad hoc dipende dalla disponibilit delle parti a
collaborare per stabilire le necessarie procedure, in un
momento in cui il loro rapporto potrebbe risultare gi
compromesso, questa soluzione pu dare origine a lun-
ghe (e costose) richieste di ricusazione, nei confronti
della corte interessata o del tribunale. Nel complesso,
difficile stabilire regole generali riguardo al metodo pi
opportuno: ogni decisione dovr tener conto inevitabil-
mente delle caratteristiche particolari di ciascun caso.
Nellipotesi che le parti si accordino su un arbitrato
di tipo istituzionale, importante che listituzione pre-
scelta sia indicata correttamente. Per es., in un caso si
fatto riferimento alla Camera di Commercio Internazio-
nale di Ginevra, mentre la sede centrale della CCI a
Parigi. Per evitare dubbi, e costosi ritardi, consigliabi-
le utilizzare la clausola di arbitrato standard fornita dalle
varie istituzioni. Le parti si accorderanno inoltre in anti-
cipo sul numero degli arbitri e sul modo di designarli.
I principali vantaggi della designazione di un arbitro
unico sono: maggiore facilit di organizzazione delle
udienze, semplificazione della gestione dellazione lega-
le e minori costi. La scelta di un arbitro unico, tuttavia,
comporta anche inconvenienti non trascurabili, sia per
la designazione sia per il raggiungimento di una deci-
sione. A parte i casi in cui la natura della controversia
sia tale da indurre le parti a dare la precedenza al rispar-
mio di tempo e di denaro, si preferisce quasi sempre
875 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
designare un tribunale composto da tre membri, in cui
ciascuna delle parti designa un arbitro e i due arbitri desi-
gnati si accordano sullidentit del terzo. preferibile
che le parti specifichino cosa accadrebbe nel caso di
mancata designazione di un arbitro. Per es., nellaccor-
do di arbitrato, le parti possono indicare unautorit desi-
gnante incaricata di scegliere larbitro, nel caso in cui
esse non riescano a raggiungere un accordo entro un
tempo prestabilito.
Un altro aspetto che merita di essere preso in con-
siderazione la questione della riservatezza. Una delle
ragioni principali per cui si desidera ricorrere allarbi-
trato la convinzione e laspettativa che i procedimen-
ti arbitrali abbiano un carattere di riservatezza. Le corti
inglesi hanno reputato che gli accordi di arbitrato con-
tengano implicitamente la condizione della riservatez-
za, tranne alcune eccezioni, come nei casi in cui la divul-
gazione sia necessaria allesecuzione del lodo. In altre
giurisdizioni (per es., in Svezia e in Australia), le auto-
rit hanno ritenuto al contrario che la riservatezza non
sia un requisito essenziale dellarbitrato e non dovreb-
be quindi essere considerata implicita per legge. Anche
se lobbligo della riservatezza contemplato da alcuni
regolamenti istituzionali (come lart. 30.1 delle Regole
arbitrali della Corte Arbitrale Internazionale di Londra,
LCIA - London Court of International Arbitration),
quasi sempre preferibile includere espressamente tale
condizione nellaccordo arbitrale.
Anche la possibilit di disporre misure cautelari
stabilite dagli arbitri o dalla corte competente pu esse-
re presa in considerazione, allo scopo di evitare ritardi e
incertezze non necessari. Molti regolamenti istituziona-
li, compreso quello della CNUDCI, forniscono agli arbi-
tri la possibilit di accordare misure cautelari di questo
tipo. Tuttavia, considerata la riluttanza di molti arbitri
alla concessione di tali misure, pu essere comunque
utile inserire nellaccordo di arbitrato una clausola che
le preveda espressamente.
Molti regolamenti istituzionali (compresi quelli della
CCI e della LCIA) prevedono che le parti rinuncino a
qualunque ricorso o diritto di appello, nella misura in cui
tale rinuncia consentita dalle leggi. Tale disposizione
manca, tuttavia, dal regolamento CNUDCI. Il carattere
definitivo del lodo arbitrale pu avere un effetto positi-
vo laddove si richieda soprattutto una rapida risoluzio-
ne delle controversie, ma la presenza di una clausola di
questo tipo limita seriamente il diritto delle parti in causa
di ricorrere contro una decisione sbagliata.
consigliabile inoltre specificare sempre la lingua
ufficiale dellarbitrato, includendo possibilmente la con-
dizione che tutti i documenti scritti in una lingua diver-
sa siano accompagnati da una traduzione nella lingua
ufficiale dellarbitrato.
La scelta della giurisdizione o della sede dellarbi-
trato non dovrebbe essere compiuta con leggerezza.
probabile che la legislazione della sede fornisca, quan-
to meno, la legge procedurale dellarbitrato. Pertanto,
sar opportuno valutare attentamente le caratteristiche
di quel sistema giuridico, che possono avere conseguenze
decisive su questioni procedurali di importanza fonda-
mentale, quali il diritto delle parti di ricorrere contro una
sentenza o la capacit delle corti locali di interferire con
il processo arbitrale o di integrarlo. La scelta della sede
arbitrale pu influire anche sulla scelta degli arbitri e, in
particolare, sulle probabilit di avere a che fare con arbi-
tri dotati di una formazione basata sul diritto civile piut-
tosto che sulla common law. Lidentit degli arbitri svol-
ge un ruolo di fondamentale importanza nel determina-
re le caratteristiche e laroma di un arbitrato.
Ottenere una decisione favorevole in un arbitrato e
non avere la possibilit di far eseguire o rispettare quel
lodo arbitrale significa conseguire una vittoria priva di
valore. Per questa ragione, tra gli aspetti presi in con-
siderazione dalle parti figurano molto spesso quelli
relativi alla possibilit e alla facilit di esecuzione delle
decisioni, a cui dovrebbe affiancarsi una valutazione
dei trattati internazionali e della loro applicazione ai
singoli Stati.
Anche se larbitrato rappresenta uno dei mezzi pi
comuni di risoluzione delle controversie riguardanti gli
accordi contrattuali di un progetto di GNL o di un
gasdotto, in certe condizioni possibile anche il ricor-
so ad altri mezzi. Nel caso di controversie riguardanti
materie tecniche, o comunque di natura meno legale e
pi legate a problemi di calcolo o di valutazione eco-
nomica, pu essere utile prevedere un meccanismo com-
plementare di perizie.
Finanziamento
Come per molti altri elementi della strutturazione di
un progetto di GNL o di un gasdotto transnazionale, lo
scopo del progetto e la natura dei partecipanti influir
fortemente sulla natura del suo finanziamento.
Si prenda lesempio di un gasdotto realizzato soprat-
tutto per trasportare il gas dal punto di produzione fino
a quello di vendita. In questo caso, probabile che tra i
partecipanti vi siano le societ che si occupano delle atti-
vit petrolifere upstream e che sia strutturato come una
joint venture contrattuale, conformemente a questi inte-
ressi produttivi. In tali circostanze, lapproccio tradizio-
nale nellindustria petrolifera upstream (ovvero, la rac-
colta di fondi effettuata a livello societario e non del pro-
getto e linvestimento dei fondi nei singoli progetti come
capitale netto) prevarr sul classico project financing.
Se il gasdotto transnazionale stato concepito invece
come parte costitutiva di uninfrastruttura regionale, e
lo scopo principale dei partecipanti quello di operare
insieme nel campo dei gasdotti, e non quello di far arri-
vare sul mercato il gas prodotto dai loro impianti, allo-
ra pi probabile che il veicolo del progetto sia una
876 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
societ per azioni (in cui gli sponsor possiedono una
quota di partecipazione in qualit di azionisti). In que-
sto caso, sar pi agevole applicare i principii del project
financing classico.
Il procedimento pi comune che le modalit di
finanziamento entrino a far parte sin da subito del pro-
cesso di strutturazione e delle trattative riguardanti il pro-
getto, e che vengano sviluppate diverse opzioni finan-
ziarie, per evitare che la scelta di seguire certi percorsi
possa causare in seguito problemi in rapporto a una forma
preferita di finanziamento. In genere, i produttori di idro-
carburi non sono interessati alla costruzione di gasdotti
per il trasporto del gas a grande distanza. Anche se raro
che i ricavi potenziali costituiti dal pagamento delle tarif-
fe per lutilizzo del gasdotto da parte di terzi siano esclu-
si dai loro calcoli, altrettanto improbabile che siano
considerati un fattore commerciale di primaria impor-
tanza. Il trasporto del gas a grande distanza gestito
quasi sempre in un regime di monopolio, e viene perce-
pito spesso come unattivit a basso rischio e a basso
margine di profitto.
Nei mercati sviluppati, il mercato del trasporto del
gas a lungo termine dominato dalle societ di servizi
pubblici o dei gasdotti, che fanno ricorso al finanzia-
mento creditizio a condizioni che riflettono uno scarso
livello di rischio per gli investitori. La costruzione di un
nuovo gasdotto o il potenziamento di uno gi esistente
avvengono di regola solo quando vi sia la certezza della
loro redditivit economica. Questultima assicurata di
solito grazie alla conclusione di contratti di capacit o
di volume minimo a lungo termine, in grado di coprire
i costi operativi fissi e variabili, la redditivit del capi-
tale e il rimborso del debito.
Nei paesi emergenti, raro che i gasdotti transna-
zionali siano realizzati dalle societ di servizi. Di soli-
to, infatti, sono i produttori a promuovere la realizza-
zione dei gasdotti, di cui hanno bisogno per convertire
la propria produzione in valuta pregiata sui mercati este-
ri. Tali progetti sono in genere molto costosi e vengono
realizzati da un gruppo di partecipanti, sia per ripartire
i rischi, sia a causa delle norme vigenti sul territorio in
cui si svolgono le attivit di produzione.
Nel caso dei progetti di GNL, il project financing offre
diverse opzioni di finanziamento del progetto di liquefa-
zione. Tuttavia, questa diversificazione delle forme di
finanziamento pu essere pagata con una minore flessi-
bilit del progetto di liquefazione, in rapporto alla sua
strutturazione complessiva e alle condizioni di vendita
del GNL. Per es., nel caso del progetto Ras Laffan, le
obbligazioni furono emesse sulla base di un contratto di
vendita soggiacente, con un prezzo minimo specificato.
Quando questo prezzo minimo fu abbassato in seguito a
un aumento dei volumi di produzione, gli obbligazioni-
sti protestarono e alcuni degli sponsor del progetto avan-
zarono la richiesta di un sostegno finanziario aggiuntivo.
C il rischio che la documentazione richiesta per il
project financing e il ruolo intrusivo dei finanziatori pro-
vochino un aumento dei costi diretti del finanziamento.
anche probabile che il project financing sia pi lento
e provochi un allungamento dei tempi di realizzazione,
che di solito si verificher proprio nel momento in cui i
partecipanti al progetto ne avrebbero fatto volentieri a
meno.
Per i sostenitori del project financing, i suoi prin-
cipali vantaggi sono rappresentati dalla possibilit di
escludere il debito del progetto dai propri rendiconti
finanziari, di limitare lesposizione del progetto, e di
liberare risorse per le attivit di produzione, potenzial-
mente pi redditizie. Queste societ possono servirsi
dei finanziatori come di un ulteriore strumento al tavo-
lo delle trattative, sostenendo in pratica che, per otte-
nere il finanziamento, siano necessari particolari accor-
di commerciali (vantaggiosi per la societ). Per quan-
to riguarda i progetti nei mercati emergenti, lanalisi
degli accordi finanziari sar basata non solo su consi-
derazioni di natura finanziaria, ma anche sulla valuta-
zione della gestione del rischio, sia politico sia com-
merciale. Molti nuovi progetti sono situati in regioni
afflitte da tensioni etniche o con un passato coloniale.
anche ragionevole presumere che molti progetti saran-
no realizzati in aree ad alto rischio di instabilit politi-
ca e nazionale.
in queste circostanze che lintervento delle istitu-
zioni finanziarie internazionali pu avere un peso che va
al di l dellerogazione di un finanziamento. Molte isti-
tuzioni finanziarie internazionali offrono tra i loro ser-
vizi unassicurazione del rischio politico ma, oltre a que-
sti servizi formali, portano con s un valore aggiunto (il
cosiddetto effetto alone), in grado di scoraggiare gli Stati
o i territori interessati dallassumere azioni o decisioni
ostili al progetto. Nel caso si verifichino avvenimenti ad
alto rischio politico, la partecipazione delle istituzioni
finanziarie internazionali al progetto permette ai suoi
sponsor di disporre di un formidabile alleato. Il gover-
no ospitante sar infatti obbligato a tener conto del fatto
che una sua eventuale iniziativa costituirebbe non solo
una rottura degli accordi contrattuali nei riguardi degli
sponsor del progetto, ma anche uninadempienza nei
confronti delle istituzioni finanziarie internazionali e
una violazione dei trattati. La presenza delle istituzioni
finanziarie internazionali non impedir agli Stati ospi-
tanti di assumere iniziative in relazione al progetto, ma
probabile che produca il risultato di collocare la societ
del progetto in compagnia di alleati molto utili in tali
circostanze. La preferenza riservata alle istituzioni finan-
ziarie internazionali pu offrire una certa protezione agli
sponsor del progetto; se si considera che probabilmen-
te i mercati emergenti non potranno fare a meno del-
lassistenza internazionale per molti anni a venire,
ragionevole infatti presumere che i prestiti accordati
877 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS
dalle istituzioni finanziarie internazionali si trovino in
fondo alla lista degli impegni che il governo ospitante
pu permettersi di violare.
13.2.8 Conclusione
Lo scopo di questo capitolo era quello di esaminare
alcuni temi relativi al commercio transnazionale di gas.
In questo settore vengono realizzati progetti di grandi
dimensioni, ad alta intensit di capitale, estesi attra-
verso molte giurisdizioni e sostenuti da una pluralit di
partecipanti. Inoltre, la loro collocazione geografica
comporta a volte lassenza di regimi giuridici stabiliti
o consolidati nei territori nei quali si sviluppano e le-
sigenza di un sostegno solido e durevole da parte dei
governi ospitanti. Il settore dei gasdotti sempre stato
limitato per necessit allambito locale o, al massimo,
regionale. Il settore del GNL, al contrario, interna-
zionale e collega Stati molto distanti tra loro, anche se
sulla base di accordi a lungo termine e, in una certa
misura, non flessibili. La trasformazione del settore di
distribuzione del gas negli Stati sviluppati, avvenuta
negli ultimi anni, ha avuto un notevole impatto sulla
natura delle strutture e sulla documentazione contrat-
tuale dei progetti di GNL.
Queste tematiche sono state affrontate in una pro-
spettiva giuridica, ma non bisogna dimenticare che le
considerazioni legali sono solo una categoria di consi-
derazioni. Le questioni politiche ed economiche rive-
stono un ruolo altrettanto importante o, molto probabil-
mente, ancora pi importante nello sviluppo di molti pro-
getti transnazionali in questo settore. Se vero che, una
volta uscito dalla bottiglia, il genio della liberalizzazio-
ne difficilmente vi fa ritorno, sembrano esserci poche
ragioni di dubitare che questi processi di cambiamento
siano destinati a proseguire.
Bibliografia citata
Wlde T.W. (1994) Stabilising international investment
commitments: international law versus contract interpretation,
Dundee, University of Dundee, Centre for Energy, Petroleum
and Mineral Law and Policy.
Paul Griffin
Partner, Studio legale Herbert Smith
Londra, Regno Unito
Silke Muter Goldberg
Associate, Studio legale Herbert Smith
Londra, Regno Unito
878 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

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