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N.

1 anno XVI

9 marzo 2008

SOMMARIO
PETIT Á PETIT L’OISEAU FAIT SON NID
Una frase in francese che racchiude un significativo concetto. ”A piccoli passi l’uccellino
costruisce il suo nido”. Impianti sportivi 4
Riguardando indietro al lavoro fatto in questi anni vedo come questa frase sia vera. Le
cose che si fanno devono essere costruite a poco alla volta. Spesso al fuori sembra che
si stia facendo poco, oppure che ci si trovi a grande distanza dagli obiettivi attesi, ma il Mbo 5
nido cresce poco alla volta.
Posso dire che tutti i settori del nostro Consiglio hanno lavorato bene e stanno portando
avanti il lavoro un passettino alla volta, per dare sempre il meglio a voi tutti. Qualche
Go right, young
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volta il vento della polemica ha rischiato di fare volare quella fragile costruzione, ma poi man
tutta la squadra del Consiglio ha continuato a migliorare e terminare i progetti in opera,
cosicché speriamo di lasciare in eredità al prossimo Consiglio Regionale una costruzione
solida per continuare a valorizzare il nostro sport. Appuntamenti
9
Questa giornata è anche l’occasione per trovarci alla Consulta dei presidenti di società, 2008
un appuntamento che alla fine si è aperto a tutti i tesserati e sarà il primo “incontro di
inizio anno” con tutti voi; vi presenteremo i bilanci e valuteremo insieme le cose che si
sono realizzate, ed ascolteremo le vostre critiche sui nostri errori di percorso. Vi aspet-
Allenamenti
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to numerosi per fare una bella chiacchierata insieme con tutti voi. invernali
L’anno 2008 è iniziato con il nuovo direttore tecnico Mario Ruggiero che ha organizzato Minna, Pasi, Ales-
gli allenamenti invernali, un classico rendez-vous per tutti i tesserati lombardi per inizia- 13
sio e...
re a togliere i grassi delle vacanze e tornare con la testa nel bosco. Per questo numero
Mario ci ha regalato alcune pagine che ci ricordano che ormai la stagione è iniziata.
Abbiamo poi un contributo di Angelo Bozzola, che da poco entrato in Consiglio ha preso
le redine della MBO ed è riuscito a rinfoltire il nostro Trofeo Lombardia di specialità,
riuscendo a trovare ben 5 gare in Lombardia; per fare ciò, d’accordo con Angelo, è stato
deciso di rendere più semplice e snella l’organizzazione delle gare: forse si potrebbe
perdere un po’ in valore tecnico, ma abbiamo riportato il Trofeo di MTB-O in Lombardia. NEWS
Anche nel settore scuola Anna Riva ha lavorato per coinvolgere sempre più i delegati
provinciali, i quali insieme alle società locali sono i motori principali del nostro movimen-
to; sono previsti quest’anno interventi all’interno dei plessi scolastici, inoltre nel mese di
maggio ci sarà la prova regionale dei Giochi Studenteschi Scolastici sulla carta di Me-
naggio (Como) e il CRL sarà presente per supportare questa importante manifestazione
che coinvolge molte scuole di tutte le province lombarde.
Così hanno progredito gli altri settore, con Remo Madella che ci tiene aggiornati sulla All’interno troverete
nostra parte informatica (software, sport ident, ecc). Paolo Ferrari (il nostro segreta- anche:
rio) che a piccoli passi aggiorna il nostro sito. Paolo Bocchiola, anche lui subentrato in
corso d’opera, si è preso l’incarico di cercare i premi e organizzare la Festa del Lanterni-
no: non è facile cercare ogni anno qualcosa di nuovo rispettando i budget imposti all’inizio - Dove stiamo andando?
dell’anno; Stefano Gottardi con tanta pazienza ha organizzato tutto l’archivio delle no-
stre cartine ed ogni anno ha portato un piccolo mattoncino per tenere sempre aggiornato
per tutti voi il settore cartografico. Infine, (solamente per una casualità di inserimento) - Risparmiare secondi, e
Giuseppe Bambozzi, che si è impegnato ogni anno per redigere il calendario regionale, fra non dovremmo preoccu-
ritardi di comunicazioni e incastri di date.
parci dei minuti
Tutte queste persone hanno fatto si che “PETIT Á PETIT L’OISEAU FAIT SON NID” e
oggi alla Consulta potete incontrarli e parlare con loro; per questo vi invito ad essere
presenti e a fare questa bella chiacchierata tutti insieme. - Una favola
Ciao a tutti, Beppe Ceresa

- Giochino!
F.I.S.O.— Comitato Regionale Lombardo
Via G.G. Mora 22— Milano tel. 335/5800304
info@fisolombardia.it — www,fisolombardia.it
Qualche notizia storica
sul paese che ci ospita
I primi segni della presenza umana risalgono all’epoca preistorica, periodo al quale risalgo-
no i resti di alcune abitazioni su palafitta rinvenuti sulle sponde del fiume Brembo.
In seguito il territorio venne interessato da piccoli insediamenti stabili di popolazioni appar-
tenenti al gruppo dei Liguri, a cui subentrarono gli Etruschi nel periodo dell’età del bronzo
ed i Galli Cenomani tra il V ed il IV secolo a.C.. Questi caratterizzarono fortemente il territo-
rio, inserendolo nel contesto dell’insediamento di Lemine.
Successivamente si verificò la dominazione romana, i cui abitanti si fusero con quelli di ori-
gine celtica presenti precedentemente. Anche gli insediamenti ebbero un notevole sviluppo,
favoriti dalla costruzione di un’importante strada di comunicazione, utilizzata principalmente
dai militari, che collegava la città orobica con quella di Lecco, da cui poi era possibile rag-
giungere il nord Europa.
La costruzione di questa via prevedeva anche la costruzione di un ponte, denominato ponte
della Regina, che superava il fiume Brembo collegando il borgo di Almè alla piana di Almen-
no.
Questa favorì notevolmente la trasformazione del sito da postazione militare a centro demi-
co, rinominato quindi pagus Lemennis. Altri sono i resti del periodo romano, tra cui spicca
un’incisione su pietra, attualmente conservata presso il Museo archeologico di Bergamo, re-
cante la seguente iscrizione:
Con il termine dell’impero romano il territorio visse un periodo di scarsa antropizzazione,
terminato con l’arrivo della popolazione dei Longobardi nel VI secolo, che diede vita alla cur-
tis lemennis, inserita nel ducato di Bergamo.
A questa popolazione subentrarono, a partire dall' VIII secolo, i Franchi, con i quali Lemine
diventò un beneficium entrando nell’ordinamento e nel costume feudale. Inizialmente i ter-
ritori vennero dati in feudo ai conti Gisalbertini di Bergamo, a cui subentrò il vescovo di Ber-
gamo, il quale in seguito li diede in gestione ai monaci della valle di Astino, come citato in
documenti del 1234.
Il toponimo ebbe a formarsi in questi anni derivante dal nome della zona, Lemine, poi di-
ventato Lemen in Plano e successivamente abbreviato in Almè.
Nel corso del XIV secolo il territorio venne interessato dalle violente lotte di fazione tra guel-
fi e ghibellini, con Almè schierato con questi ultimi e conseguentemente soggetto alle incur-
sioni guelfe.
In quegli anni il borgo di Almè vide un progressivo ma inesorabile declino, e la sua impor-
tanza andò scemando già nel XIV secolo, dovuta al sempre minore utilizzo della strada per
Lecco, favorita dal crollo del ponte della regina, avvenuto nel 1493.
Poco interessato dai regimi che si susseguirono nella provincia di Bergamo, passò alla Re-
pubblica di Venezia nel XV secolo, con la quale terminarono gli scontri tra fazioni avverse,
alla Repubblica Cisalpina nel 1797, al Regno Lombardo-Veneto nel 1815 ed infine al Regno
d'Italia nel 1859, durante i quali venne più volte unito amministrativamente al vicino paese
di Villa d’Almè, l’ultima delle quali avvenuta nel 1927, con la definitiva autonomia soprag-
giunta soltanto nel 1948.

Fonte Wikipedia

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Il nuovo LANTERNINO
DOVE ERAVAMO RIMASTI ???

Questa volta la pagina di storia recente ci porta indietro di 6 anni. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti (e
sopra le teste degli orientisti…) ma perché non ricordare una bella edizione del Trofeo Lombardia al Parco dei Colli?
Era la gara di fine stagione del 2002, quasi 6 anni fa… In che categoria gareggiava la nazionale Federica Maggioni?
In che squadra militavano Alessandro Di Pace e Mario Ruggiero?
*****
Quando si avvicina il giorno della gara gli orientisti interrogano con frequenza ed attenzione maggiore le previsioni
del tempo, scambiandosi le informazioni raccolte ed arrestando la visione non appena qualche sconosciuto commen-
tatore di una oscura televisione privata accenna alla possibilità di bel tempo (ha detto che sarà bello! Ha detto che
sarà bello!)
Quando il calendario prevede la gara al Parco dei Colli (Bergamo) lo sguardo volge al cielo per tutta la settimana pre-
cedente la gara: il terreno di gara, infatti, e' caratterizzato da un fondo argilloso ben noto agli orientisti lombardi,
terreno che resta impregnato d'acqua anche quando le precipitazioni sono già finite, rendendo improbe le salite e
particolarmente sdrucciolevoli le discese.
Per l'edizione 2002 Giove Pluvio ha riservato acqua per tutta le settimana, ma almeno il giorno della gara le nuvole
sono state clementi e solo qualche goccia ha accompagnato la fatica dei 160 partecipanti, convenuti per l'ultima pro-
va "boschiva" del Trofeo Lombardia. A questi vanno aggiunti gli oltre 60 iscritti nelle categorie di contorno
(Esordienti, Scuole ed Open).
All'apparenza proprio questi ultimi hanno affrontato, sui tracciati disegnati da Ivan e Tommaso Civera e Moritz Et-
ter, le maggiori difficoltà dovute al fango che si addensava copioso proprio sui sentieri, mentre nel bosco gli atleti
hanno dovuto fare i conti con canalette asciutte divenute improvvisamente "bagnate" (e le cabalette bagnate si sono
comportate di conseguenza... divenendo allegri fiumiciattoli).
Apprezzata la scelta dell'organizzazione del S.Alessandro Koala Bergamo che ha provveduto, in extremis, ad annul-
lare una lanterna dei percorsi HA e DA che, per la sua localizzazione al di là del fiumiciattolo che scorre nella parte
nord della carta, avrebbe potuto mettere in pericolo gli atleti. I percorsi non ne hanno risentito, e molti atleti anche
delle categorie inferiori hanno manifestato l'apprezzamento verso il lavoro del tracciatore.
Nella categoria HA si e' rinnovato il duello di fine stagione tra l'IKP e il Lombardia Orienteering; questa volta i pri-
mi hanno avuto la meglio, con il primo posto di Giaime Origgi, il terzo di Massimo Bianchi ed il quarto di Mario Rug-
giero.
Secondo posto (ma ad oltre 7 minuti dal primo) per Paolo Grassi e quinto per Emanuele Patton; per trovare il primo
"estraneo" a questo scontro si scende al sesto posto di Michele Caraglio (Oricuneo).
Tra le DA, e' indubbio che il finale di stagione fa bene a Daniela Poete (Interflumina) che come l'anno scorso piazza
una bella zampata vincendo con 3 minuti esatti di vantaggio su Emanuela Titoli (Punto Nord Monza) e 6 su Enrica
mantovani (Lombardia Orienteering).
Tra i giovani si nota la vittoria dell'Interflumina sia nella D12 che nella H12 (qui il podio e' tutto della società di Ca-
salmaggiore), mentre nella D14 Silvia Albrici emerge dal bosco dopo una prova maiuscola che le da il primato con
quasi 30 minuti di vantaggio sulla seconda. Federica Maggioni (Pol. Besanese) e Francesca Minetto (Vivaio) vincono
rispettivamente la D16 e la D18; Jacopo Benini (Pol. Besanese) vince la H14 con quasi 11 minuti di vantaggio, mentre
di 9 minuti e' il vantaggio di Andrea Bruno (Oricuneo) nella H18. Più contrastata la H16, con la vittoria di Davide Fu-
magalli (Nirvana Verde).
Tra i veterani vittorie per Cristina Turolla (Punto Nord Monza - D35), Marina Beltramo (Cus Torino - D40) e Lucia
Sacilotto (Unione Lombarda - D45) nelle categorie femminili; 5 regioni diverse si impongono invece tra i master ma-
schili: Liguria (Gianluca Di Stefano - S.Stefano Orienteering - H35), Lombardia (Massimo Accorroni - Atletica Va-
rese - H40), Veneto (Stefano Zonato - Erebus - H45), Trentino (Franco Tamanini - Orienteering Mezzocorona -
H50) e Piemonte (Giuseppe Anfossi - Oricuneo - H55).
Tra i "duellanti" di tutta la stagione di HB, Remo Madella (Unione Lombarda) ed Alessandro Di Pace (Cus Bologna) la
spunta il primo, ma e' un confronto di cui si sentirà ancora parlare a lungo nei prossimi anni.

Stefano Galletti

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IMPIANTI SPORTIVI PER ORIENTEERING
(IN LOMBARDIA)
........ che tradotto significa: dove praticare l'orienteering nella nostra regione?
Ecco una breve carrellata sulle aree toccate in quesa prima parte di stagione dall'attività lombarda!
Avevamo chiuso il 2007 con la CO "boschiva" nella zona di Sesto Calende, precisamente a Taino per
la staffetta regionale, e si ritorna proprio da quelle parti con gli allenamenti invernali in gennaio 20-
08.
La provincia di Varese rappresenta una zona molto interessante per noi orientisti, infatti ha gia' un
lungo elenco di cartine storiche per il Comitato Lombardo e per alcune società: da Sesto Calende-
Taino ci si muove (di poco) per arrivare a Monte della Croce, eppoi ancora Golasecca, Brinzio e Tra-
date. E non dimentichiamo che lì vicino la Sesto76 ha realizzato pochissimi anni fa una carta molto
bella e interessante nel vicino Piemonte, ovvero a Borgo Ticino.
E se come Comitato esiste la possibilita' di aggiornare Colle della Croce, attualmente inutilizzabile
per le gare regionali e "ferma" da ormai 10 anni, è alquanto verosimile che a breve (2009?) verrà u-
tilizzata una nuova cartina, appena realizzata, di proprietà di una storica società lombarda. Ma non è
finita qui, visto che altre due nuovissime cartine non lontano da Sesto Calende sono in produzione e
potrebbero ospitare gare lombarde nel giro di un paio d'anni. Non posso anticipare nulla di più ma
spero di lasciarvi un pò di curiosità e buone prospettive future.
Spostandoci verso est, gli allenamenti invernali hanno toccato la recente carta IKP di Barni e quella,
un pò più datata, della Brughiera Comasca: di quest'ultima, la zona Nord è in fase di aggiornamento,
mentre quella Sud potrebbe essere aggiornata a breve.
Infine, arriviamo al weekend di gare bergamasche: il S.Alessandro Koala, dopo la "sfortunata" espe-
rienza con la cartina del Monte Canto - ahimè generalmente poco apprezzata dagli atleti - torna nel-
lo storico teatro del Parco dei Colli, su una cartina realizzata originariamente ben 18 anni fa proprio
alle spalle della città di Bergamo. Il Parco venne istituito nel 1977 per rispondere all'esigenza di sal-
vaguardia (e valorizzazione) della natura vista la rapida e intensa antropizzazione del territorio; è il
terzo parco regionale dopo quelli del Ticino e delle Groane. La cartina del Parco dei Colli ha fatto da
scenario a numerose gare e allenamenti: ricordate anche il mitico Half-Marathon-Orienteering, ol-
tre 20 Kmsf, su tre diverse cartine? Correva l'anno 2004...
A margine di tutto ciò, voglio condividere questa osservazione: molte belle cartine lombarde realiz-
zate 10-12 anni fa hanno subito, per effetto dei cambiamenti climatici (forse) ma anche per muta-
menti delle abitudini dell'uomo, una variazione sostanziale della vegetazione, con "verdini" diventati
"verdoni" il che si traduce in una grossa difficoltà di avanzamento per noi orientisti. Insomma, molte
carte in bassa quota (a ridosso della pianura padana) stanno diventando sempre più intricate e meno
sfruttabili per il nostro sport.
Dicevo, "anche per mutamenti delle abitudini dell'uomo", e magari vi state chiedendo cosa intendo.....
Presto detto: lo sapete che sul Monte Maddalena (Brescia) venivano lasciate pascolare numerose ca-
pre le quali mangiando i rovi mantenevano il bosco pulito - e bellissimo per l'orienteering - ???
E la stessa cosa è successa in molte altre aree lombarde..... Forse il CRL dovrebbe valutare l'acqui-
sto di qualche centinaio di capre selvatiche da utilizzare quà e là? Ci potremmo pensare ;o) ....
S.G.

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Il nuovo LANTERNINO
MBO in Lombardia e in Italia:
semaforo verde
Il 16 marzo si accenderà, all’autodromo di Monza, il semaforo verde per la Ferrari di Raikkonen e
Massa…ops…in realtà a sfrecciare nel vecchio circuito monzese saranno le mountain bike alla ricerca
delle lanterne. Prima un po’ di storia: il circuito di Monza è il terzo circuito permanente realizzato al
mondo (1922), preceduto solo dalla pista americana di Indianapolis (1909) e da quella inglese di Bro-
oklands (1911), oggi non più esistente. Nel 1955 venne realizzato un nuovo anello di alta velocità, tut-
tora esistente, anche se non più utilizzato per le competizioni automobilistiche, con curve sopraele-
vate in cemento armato a pendenza crescente verso l'esterno: la fascia esterna ha una pendenza
dell'80%. Un'unica curva con sviluppo di 180 gradi, chiamata Parabolica per il suo tracciato a raggio
crescente, molto simile ad un arco di parabola.
Nello stesso anno, durante una sessione di prove private, perse la vita il pilota Alberto Ascari: la di-
namica dell'incidente, al quale non assistette alcun testimone, non è mai stata del tutto chiarita. La
curva dove avvenne il fatale schianto, in precedenza chiamata curva del Vialone, fu ribattezzata
curva Ascari, in ricordo del campione scomparso.
In attesa di una stagione (il 2009) agonistica che si preannuncia ricca di impegni nazionali nella no-
stra regione, prende il via il 5° Trofeo Lombardia di MBO, quest’anno in edizione più snella e sempli-
ficata per facilitare le società nell’organizzazione e per avvicinare un maggior numero di appassiona-
ti delle due ruote.
Rinnovato nella grafica il simbolo del circuito grazie a Cristina Turolla (ideatrice), le gare spaziano in
ben cinque differenti province. Alcune sono già state sedi di manifestazione, anche a livello naziona-
le, altre sono delle novità, Monte Canto e Tradate. Quest’ultima gara (sabato 24 maggio) sarà valida
anche per l’assegnazione del titolo Regionale Lombardo.
Un peccato che ci siano solo 52 domeniche! Anche quest’anno, infatti, ci saranno delle sovrapposizio-
ni tra gare regionali e nazionali, tra MBO e CO, d’altronde si può fare tutto? Appuntamento a fine
di giugno, per la squadra lombarda, in Toscana (dove si sono svolti gli ultimi Europei) per il Trofeo
delle Regioni che torna alla formula antica del punto K, molto spettacolare e che richiede un bel la-
voro di squadra. E’ vero che l’estate e le vacanze saranno alle porte, ma non per tutti (vedi esami per
i giovani e commissione per gli insegnanti) e posizionare due Trofei delle Regioni in giugno, a così
breve intervallo di tempo e con trasferte lontanissime, non è certo il massimo. Si auspica, in un futu-
ro prossimo, di tener conto di questi aspetti pratici, organizzativi che non facilitano certo il lavoro
dei Comitati.
Un augurio a tutti gli appassionati di MBO di divertirsi al Trofeo Lombardia e di invitare altri amici
a provare questa disciplina.
Angelo Bozzola

Il nuovo LANTERNINO n.4 anno XV

Periodico edito dal Comitato Lombardo della FISO - lanternino@fisolombardia.it


Direttore Responsabile : Giuseppe Ceresa - Capo Redattore : Stefano Galletti
Redazione : Giuseppe Bambozzi - Andrea Gianotti - Paolo Bocchiola
Hanno collaborato a questo numero :
Stefano Gottardi, Angelo Bozzola, Mario Ruggiero, Jacopo Benini

Il Nuovo Lanternino, periodico ufficiale del CRL, pubblica articoli (firmati) che possono non corrispondere al parere
della redazione o del CRL stesso, auspicando un sempre maggior contributo da parte di tutti gli orientisti.

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“Risparmiamo secondi,
e non dovremo preoccuparci dei minuti!”
L’articolo che segue scritto dal pluri campione regionale Hally Hardie (H60) è apparso nel febbraio 2004 su CompassSport,
rivista dell’orientamento Inglese ed è stato tradotto in italiano da un monaco tibetano residente in Costa Azzurra. Per caso l’ho
trovato anche sul sito del CSI Treviso e mi è sembrata una cosa carina pubblicarlo anche sul Lanternino. Buona lettura.
Si può pensare che sia fuori luogo parlare di come guadagnare qualche secondo in gara, quando normalmente
perdiamo svariati minuti. Dobbiamo però tenere presente che è molto facile sprecare 30 secondi o anche di più ad
ogni punto di controllo senza che ci rendiamo conto di fare effettivamente degli errori veri e propri. E se il nostro
percorso prevede 20 punti di controllo, i secondi persi si sommeranno provocando un ritardo di 10 minuti. Se però
possediamo un metodo efficace di procedere, del quale siamo pratici e di cui abbiamo acquisito quegli automati-
smi che ci fanno fare istintivamente le mosse giuste al momento giusto, allora potremo migliorare le nostre pre-
stazioni, salire in classifica oppure affrontare con fiducia un percorso di difficoltà superiore.
Come guadagnare secondi nel bosco
La prima cosa è quella di saper riconoscere i particolari che fanno da punto di controllo. Le nostre esperienze di vita e di atleti
nella natura e nell’ambiente in generale dovrebbero averci insegnato come riconoscere le caratteristiche del bosco e del territo-
rio, e quindi dovremmo essere in grado di riconoscere immediatamente le caratteristiche dei punti di controllo, oppure la loro
più probabile ubicazione sul terreno, in tempi inferiori a quelli di un novellino o di un osservatore meno accorto. Per essere più
veloci dovremo però allenarci ad essere più percettivi imparando a valutare quanto segue.
Depressioni/buche: dobbiamo tenere presente che potrebbero esserci meno alberi, fino ad una loro assenza completa, nelle
depressioni più piccole, accompagnata ad una vegetazione più fitta nelle immediate vicinanze, grazie alla maggior presenza di
acqua. Eventualmente è possibile un cambiamento repentino del sottobosco, spesso un “anello” leggermente sollevato intorno,
in confronto all’area circostante. Le depressioni più grandi e poco profonde, a causa del cambiamento della vegetazione, posso-
no sembrare delle radure. Non è necessario conoscere i nomi delle piante per rendersi conto del cambiamento della loro tipolo-
gia. Le depressioni più piatte, d'estate, a causa della deformazione del terreno, potranno quasi scomparire.
Radure: i raggi del sole riescono a penetrare meglio tra gli alberi, ed è probabile una variazione del sottobosco, che può essere
più denso, con cespugli o ciuffi d’erba più rigogliosi. Le radure possono cambiare radicalmente in dipendenza delle stagioni, e
una cartina che ha più di due anni molto probabilmente non è più in grado di definirle con precisione.
Paludi, pozze d’acqua: normalmente la diversità della vegetazione, per es. un canneto, è molto evidente e può essere ricono-
sciuta da una certa distanza. Ci sarà un evidente appiattimento del terreno e in caso di pozze sarà visibile una leggera scarpata
prima di arrivare allo specchio d'acqua. Se la pozza d’acqua serve per l’abbeveraggio, è facile incontrare tracce di animali, che
possono formare nuovi sentieri. Anche qui, nelle immediate vicinanze dello specchio d’acqua, gli alberi si diradano. Estati secche
ed inverni ricchi di precipitazioni possono radicalmente modificarne l'aspetto e le dimensioni.
In ogni luogo dove si raccoglie o scorre l'acqua dovremo aspettarci una vegetazione più rigogliosa che non in altri posti, con un
possibile cambio di tipologia.
Cocuzzoli: se coperti di vegetazione, la vegetazione bassa sembrerà salire, e anche l'altezza dei rami più bassi degli alberi sem-
brerà più alta. Una vegetazione rigogliosa renderà più difficile il riconoscimento dei cocuzzoli più piccoli.
Muri di terra: possono essere associati a canalette non molto pronunciate, e saranno cartografati solo se di dimensioni eviden-
ti. Saranno molto difficili da riconoscere se vecchi ed dissestati, ma i più recenti tendono ad avere una composizione o tipologia
di vegetazione differente dall'area adiacente. Per composizione si intende per es. 70% sottobosco e 30% altri tipi di piante con-
tro 90% di sottobosco e 10% di altri tipi di piante. Anche la velocità di crescita della vegetazione sarà diversa.
I muri di terra in genere hanno due lati mentre le
Scarpate: hanno un lato solo e spesso sono più ripide. Per trovarle, occorre cercare di individuare un repentino abbassamento
del terreno. Gli alberi potranno essere simili a quelli che troviamo nelle depressioni, vale a dire che la struttura dei rami tende a
riflettere l'altezza della crescita.
Ruscelli/canali di drenaggio: se non sentiamo scorrere l'acqua di un ruscello, allora probabilmente il terreno assomiglia mol-
to a una zona paludosa in terreno piatto o a un avvallamento in una zona collinosa. Ma potremmo trovarci anche in una estate
secca, oppure la zona potrebbe trovarsi vicino ad una strada trafficata che copre il rumore dell'acqua. In ogni caso, anche qui la
vegetazione bassa sarà più rigogliosa tutto attorno, ed è probabile che gli alberi lungo il corso d'acqua crescano meno fitti. In
queste zone vengono spesso scavati dei canali di drenaggio che, se contengono acqua, aumenteranno la rigogliosità della vege-
tazione ai loro lati.
Fosse/fosse di erosione: le fosse di erosione sono molto simili a canali di drenaggio o a ruscelli secchi. Infatti, in zone ad ele-
vata piovosità possono essere pieni di acqua o può scorrervi acqua. Nelle piantagioni potremo trovare un sistema composto da
canali di drenaggio e argini per l'irrigazione, in cui gli alberi solitamente vengono piantati sopra gli argini. Può essere molto diffi-
cile correrci di traverso, ma potrà altresì essere facile percorrerle in senso longitudinale. Possono infatti rappresentare un facile
passaggio attraverso un terreno altrimenti contraddistinto da un intenso verde tre.
Avvallamento: certamente sappiamo tutti che cos’è un avvallamento, ma siamo certi di essere sempre in grado a riconoscer-
lo? Dovrebbe essere un luogo nel quale la curva di livello che vi passa fa una stretta curva e poi ritorna nella direzione iniziale,
indicando così una piccola valletta. Sembra essere di moda posare il punto di controllo nella parte alta della valletta, se non indi-
cato diversamente. Trattandosi di un luogo di drenaggio naturale, il sottobosco potrà essere più rigoglioso e diverso dalla zona
circostante.

Pagina 6 Il nuovo LANTERNINO


Cespugli e rovi: sono in genere facilmente riconoscibili a distanza, a seconda della stagione, grazie all'intensificarsi del tono
del colore generale del bosco. Sembra non esistere uno standard nell'altezza dei cespugli, quindi aspettiamoci di trovare qual-
cosa con altezze tra uno e i quattro metri.
Recinti, muri, particolari lineari: frequentemente potremo trovare tracce lasciate da animali che corrono lungo tali partico-
lari. Queste tracce solo raramente sono riportate in cartina. I muretti sono spesso coperti da piante rampicanti o dalla vegeta-
zione in genere.
Tracce/sentieri: quando non stiamo correndo su un sentiero o su una traccia, vediamo altri orientisti correre velocemente
come se stessero correndo su un sentiero? Dovremmo essere in grado di stimare correttamente la nostra distanza da un parti-
colare lineare per localizzare un punto di controllo, tenere la rotta o correggere la nostra direzione se necessario.
Siamo in grado di riconoscere le tracce degli animali? Siamo in grado di approfittarne? Il sentiero sarà stretto, magari appena
largo come il nostro piede, ma invece di occasionali interruzioni nella vegetazione potremo osservare una linea continua sul
suolo. E sebbene le tracce degli animali, a differenza dei sentieri fatti dagli uomini, sembrino andare a zig-zag, un insieme di
tali tracce potrà aiutarci a correre più veloci, in particolare in un terreno coperto da erica, rododendri o mirtilli. Lungo queste
tracce dovremmo essere in grado di procedere più velocemente che non nel bosco, a condizione di usare queste tracce con l’-
occhio attento alla direzione nella quale stiamo avanzando.
Le tracce di animali si trovano spesso parallelamente a particolari lineari quali muretti, recinti e ruscelli, spesso anche là dove il
cartografo ha indicato un bel verde tre. Nei pascoli montani, le tracce delle pecore e delle vacche seguono spesso le curve di
livello o procedono con pendenze molto lievi.
Strade: le strade trafficate possono esserci di aiuto anche quando non sono in vista, e senza correrci sopra. Il nostro udito do-
vrebbe essere in grado di indicarci quanto distanti possono essere. E la bussola o il sole, insieme al rumore proveniente da una
strada, possono essere una guida molto affidabile.
Le linee ferroviarie, nelle poche zone dove passano in cartina, possono servire allo stesso scopo. Altri rumori riconoscibili, ma
anche odori (in una gara, un allevamento di maiali mi fu di qualche aiuto), possono essere un'altra fonte di utili informazioni se
siamo in grado di relazionarli alla nostra cartina di gara.
Sottobosco morbido: erba, felci, erica, giovani piante di more, mirtilli. Quando qualche concorrente è passato sopra questo
tipo di terreno, esso appare leggermente più scuro di quello non schiacciato dai piedi. Lo schiacciamento delle foglie, foglie rot-
te o rovesciate, sia vive che secche, ramoscelli spezzati, strisciate sul terreno, cortecce lesionate con ferite di color chiaro, tutto
questo può indicare che qualcuno è passato di recente. Con il tempo, queste tracce possono diventare carrarecce da elefanti e
possono influenzare di molto la velocità di corsa e le nostre scelte di percorso. Ma attenzione, non dimentichiamo di mantenere
il contatto con la cartina!
Terreni aperti: a seconda della densità della vegetazione e della conformazione del terreno nel quale stiamo transitando, le
aree aperte possono essere visibili da una distanza di 300 m. Dobbiamo utilizzate il nostro senso della distanza e di direzione
per sfruttare queste informazioni aggiuntive.
La lanterna: nella maggior parte dei casi, il tracciatore/controllore posizionerà la lanterna sul lato opposto del punto di con-
trollo, visto dalla più probabile direzione di avvicinamento. Questo vale in particolare per punti che permettono un avvicinamen-
to con buona visibilità quali cocuzzoli, cespugli, ruderi, muri, edifici, scarpate, massi ecc. Quindi, se non vediamo la lanterna o il
particolare di riferimento trovandoci nella presumibile zona-punto, allora diamo un'occhiata proprio dietro di noi. Non si sa mai,
potrebbe trovarsi giusto dietro le nostre spalle! Se neanche così riusciamo a vedere la lanterna o il particolare, proviamo ad av-
vicinarlo da un punto di attacco che si trovi lungo la traiettoria individuata dal punto precedente. La descrizione del punto do-
vrebbe indicare con sufficiente precisione su quale lato dell'oggetto la lanterna dovrebbe trovarsi.
Altri orientisti: osservando il comportamento degli altri orientisti, possiamo notare diversi tipi di comportamento nei pressi di
un punto di controllo. I tipi che troveremo fermi nei dintorni si distinguono come segue:
a) quelli che stanno facendo la scelta di percorso per il prossimo tratto e la cui attività è abbastanza ovvia in quanto stanno leg-
gendo la cartina dando magari un rapido sguardo alla bussola. Queste persone possono rivelare la posizione di una lanterna,
aiutando NOI a guadagnare secondi.
b) quelli che sono “momentaneamente” insicuri della loro posizione (quelli cioè che si sono persi). Anche loro probabilmente
stanno studiando la cartina, ma per tentare di rintracciare l'oggetto al quale sono arrivati per sbaglio. Queste persone in genere
continuano a guardare un po' il terreno e un po' la cartina. Vagano intorno, probabilmente con l'intenzione di avvicinare qual-
che povero sfortunato che possa magari dare loro un aiuto. In genere hanno un'aria smarrita, indecisa. Non dobbiamo tentare
di avvicinarli! È sorprendentemente facile convincersi che loro sappiano dove si trovano, in particolare quando ci aspettiamo di
trovare il nostro punto di controllo.
c) infine ci sono quelli che vedono il punto di controllo o sanno esattamente dove si trovano. Le loro azioni sono sicure e deci-
se. Corrono dritti verso il punto, punzonano e lasciano il punto velocemente verso una direzione precisa, non facendo altro che
controllare rapidamente il codice della lanterna, dare uno sguardo veloce alla cartina e/o alla bussola e via. Se ci fermiamo ad
ascoltare non sentiremo altro che il beep della punzonatura elettronica!
Ora che NOI sappiamo che cosa aspettarci dagli altri quando si trovano intorno ai punti di controllo, potremo utilizzarli a nostro
vantaggio. Potremo anche fare i finti tonti se stiamo cercando di staccare qualcuno dalle nostre calcagna. Avanti, proviamo,
potrebbe essere divertente!
Nell’orientamento ci sono tre categorie di persone: quelle che guardano, quelle che vedono e quelle che osservano. Queste ulti-
me sono quelle che tendono ad approfondire ciò che vedono e a farsi una memoria mentale da richiamare in futuro, quando
dovesse servire.

N. 1 anno XVI Pagina 7


“Go right, young man”
Da giovedì 14 febbraio a domenica 17 febbraio si è svolto il primo raduno della squadra nazionale giovanile, do-
ve i convocati, Lorenzo Pittau, Adrienne Brandi, Seppi Andrea e Jacopo Benini, accompagnati da Origgi Giaime,
hanno avuto la possibilità di “tastare” il terreno svedese, terreno che quest’anno ospiterà i JWOC di Goteborg
dal 30 giugno al 6 luglio.
Sbarcati all’aereoporto di Skavsta verso le 23.30 di mercoledì sera e dopo aver ricevuto le “chiavi di casa” da
Henrik Skoglund, l’allenatore svedese che ci avrebbe seguiti durante la nostra trasferta, siamo saliti sulla no-
stra Volvo monovolume e ci siamo diretti alla volta di Åby.
Giunti a destinazione, e sistemate velocemente le nostre borse ci siamo infilati nei sacchiapelo, aspettando un
sonno che avrebbe tardato, considerato lo stato di eccitazione che ci dominava. Il giorno seguente, alla luce
del sole abbiamo potuto vedere cose che voi lombardi non potete neppure immaginare... la clubhouse, oltre a
concederci una ampia e notevole vista sul pittoresco laghetto (ghiacciato) situato dietro di essa, presentava la
comodità di essere immersa completamente nel bosco, naturalmente cartografato, ricco di dettagli e forme
che avrebbero facilmente soddisfatto le nostre voglie orientistiche.
Per familiarizzare con l’ambiente “ostile” abbiamo affrontato il primo allenamento, un percorso classico, pro-
cedendo a ritmo blando, e cercando di trarre quante più informazioni possibili sul terreno circostante e sul
metodo utilizzato dal cartografo per disegnare dettagli e forme.
Il pomeriggio ci siamo spostati su un tracciato in scala 1:10.000, decisamente più ricco di dettagli. A differen-
za della mattina, abbiamo proceduto ad un ritmo più sostenuto, ma comunque controllato, in modo da non per-
dere il contatto con la carta. La presenza dei numerosi dettagli e i continui cambi di direzione ci hanno messo
a dura prova, ma , nonostante ciò, duran-
te la riunione serale ognuno di noi ha ma-
nifestato buone sensazioni. (CARTINA
IN QUESTA PAGINA)

La mattina del giorno successivo, la tem-


peratura atmosferica non si avvicinava a
nulla di minimamente paragonabile agli
standard italiani : 0° centigradi, ma per
fortuna, a risollevare il morale avevamo il
nostro programma di allenamento che
presentava una bella long di 10.5km. L’al-
lenamento era composto da un percorso
classico, mirato alla pianificazione delle
scelte. Era importante partire dal punto
avendo pianificato tutto, sia la scelta che i punti di passaggio intermedi (possibilmente ben riconoscibili).
Da notare il tempo registrato dal migliore del nostro gruppo, circa 1.30h, e il tempo datoci come tempo di per-
correnza dei migliori juniors svedesi se il percorso fosse stato un percorso di gara: 1.05-1.10h…c’è ancora mol-
to da imparare. (CARTINA NELLA PAGINA SEGUENTE)
Durante le riunioni tecniche è risultata interessante l’analisi del tragitto tra punto 3 e 4, dove tutti abbiamo
optato per una scelta più lineare “under the red line”, con qualche variante a sinistra, ma ignorando completa-
mente la destra. Henrik ci ha fatto notare quale fosse secondo lui la scelta ottimale…e come dargli torto?! La
scelta migliore era decisamente scendere a destra, puntando grossolanamente alle due grandi paludi (punti di
passaggio facilmente riconoscibili), per poi costeggiarne l’ultima e attaccare il punto con orientamento fine;
durante tutta la scelta si sarebbe infatti riuscito a tenere una velocità elevata, sia durante la discesa alla pa-
lude più grande, sia seguendo il perimetro della stessa, a differenza invece delle nostre scelte, che oltre a non
essere del tutto in discesa, prevedevano l’attraversamento di zone sassose, a lenta percorribilità.

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Il nuovo LANTERNINO
L’allenamento del pomeriggio è stato probabil-
mente l’allenamento più noioso della settima-
na, ma non per questo il meno efficace. L’e-
sercizio proposto era un segui-linea, di per sè
monotono, ma reso interessante e molto impe-
gnativo della conformazione del terreno, dove
ogni piccola disattenzione o accelerazione di
ritmo poteva farti sbandare.
Sabato mattina invece è stata la volta di Ol-
intervaller (cosa saranno mai?!), che a mio pa-
rere è stato uno degli allenamenti più diver-
tenti della settimana: allenamento diviso in
mini “percorsi” da due punti ciascuno, con par-
tenza scaglionata ogni 10 secondi e velocità a
ritmo di gara. E’ risultato molto stimolante, il
correre più o meno a vista, considerato che
ognuno voleva limitare i danni evitando di far-
si superare da chi partiva dopo, ma allo stesso
tempo aumentare per superare chi stava da-
vanti. Nel pomeriggio si è ripresentato un al-
lenamento sulla stessa modalità e lunghezza
di quello di giovedì mattina, quindi percorso
classico, facilitato rispetto al primo dalla
maggiore sicurezza e dalle capacità di lettura acquisite, ma appesantito dalla fatica di cinque allenamenti.
Jacopo Benini

Appuntamenti 2008
Gli appuntamenti nazionali ed internazionali che vedranno al via la rappresentativa lombarda quest’anno saran-
no quattro. Si comincerà nel ponte del primo maggio con la partecipazione all’ALPE ADRIA a Graz in Austria. A
giugno poi ci saranno i Trofei delle Regioni di CO in Puglia e MBO in Toscana. Ad Ottobre infine concluderemo
con la partecipazione all’ARGE ALP.
L’ALPE ADRIA quest’anno è concomitante con i campionati austriaci middle e prevede giovedì 1 maggio una
sprint valida come WRE, venerdì 2 una staffetta, sabato 3 una middle e domenica 4 una long valida anch’essa
come WRE. Quattro giorni molto impegnativi dal punto di vista tecnico e fisico che ci vedranno al via speran-
zosi di ben figurare. La squadra selezionata sarà composta da 15 atleti cosi divisi: 21Elite (4 Men / 3 Women),
18E (2 Men / 2 Women), 35 (2 Men / 2 Women). La trasferta sarà comunque allargata agli altri atleti junior
meritevoli e desiderosi di fare esperienza internazionale.
Il TdR di CO che si terrà sul Gargano il 21 e 22 giugno e il TdR di MBO della settimana successiva a Mercata-
le Val di Pesa e Castelfiorentino saranno invece un’ottima occasione per cercare di dimostrare la completezza
del nostro movimento. I posti sono davvero molto tecnici e meritevoli della nostra presenza con il maggior nu-
mero delle forze in campo.
L’ultimo appuntamento della rappresentativa regionale è fissato per il 18/19 Ottobre 2008 nel cantone di San
Gallo in Svizzera dove parteciperemo all’ARGE ALP cercando di riscattarci agli occhi degli altri land dopo le
problematiche legate alla scorsa edizione.
I criteri di selezione della rappresentativa regionale, per quanto riguarda la corsa, non prevedono particolari
prove di selezione ma si baseranno su tutti i risultati che gli atleti otterranno prima delle prove.
Per concludere non dimentichiamo infine il raduno estivo dal 19 al 24 agosto che quest’anno si terrà in Svizze-
ra a San Bernardino e sarà sicuramente un’esperienza indimenticabile sotto tutti i punti di vista!
Mario Ruggiero

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Allenamenti invernali 2008
Tradate 64, Taino 69, Brughiera sud 60, Barni 5. Questi sono i numeri degli atleti lombardi e non
che hanno partecipato agli allenamenti invernali, che di invernale con i 25° che c’erano nell’ultimo
appuntamento di Barni avevano ben poco. La partecipazione considerando il periodo è stata im-
portante. Oltre ai “soliti noti” un cospicuo gruppetto di principianti soprattutto di giovane età ha
utilizzato questo appuntamento per muovere i primi passi nel bosco.
Ormai l’utilizzo di Ocad è entrato nel bagaglio di ogni istruttore e si è visto come possa permet-
tere di creare nello stesso luogo percorsi con caratteristiche diverse. Il bosco che ben conoscia-
mo, e nel quale abbiamo già corso parecchie volte, appare diverso ai nostri occhi se privato dei
sentieri…
In questa prima serie di allenamenti si è cercato di proporre costantemente un percorso facile
(BLU) che potesse essere fatto in sicurezza dai ragazzi meno esperti.
I due tracciati più impegnativi invece si sono basati sull’interpretazione corretta delle forme del
terreno che secondo me distingue un orientista “medio” da uno “esperto”. I percorsi ROSSO e
NERO hanno proposto costantemente la lettura delle curve di livello nelle loro diverse sfaccetta-
ture (terreno piatto-ondulato).
Le carte degli esercizi svolti sono state infine pubblicate sul sito regionale per poter permettere
a tutti di vedere l’attività svolta.
E’ chiaro a tutti che questi quattro appuntamenti sono pochi, ma spero siano serviti.
Una nota. Nel 2000 gli allenamenti si svolgevano a marzo ed aprile. Quest’anno il calendario regio-
nale e nazionale ha lasciato libere solo le domeniche di gennaio e la prima di febbraio e marzo.
Forse una pausa non sarebbe stata male, ma a cosa avremmo voluto-potuto rinunciare?
Mario Ruggiero

Giochino? >>>
Che bellezza!
E’ ricominciata la stagione 2008 di orienteering! Che voglia di ritornare a navigare
tra gli alberi del bosco, di trovare un passaggio nascosto tra due rocce per punzona-
re la lanterna che sta proprio in mezzo, di guadagnare terreno nel bosco slalomeg-
giando tra gli alberi…
Ecco, adesso che vi ho riportato alla ruvida e dura realtà dei giochino del Nuovo
Lanternino, provate ad indovinare quale “ruvidissima” cartina del nord Italia è na-
scosta nella sequenza di parole riportata nella pagina seguente.
Suggerimento: una delle parole rappresenta un “aiutino” per la soluzione del gioco…
ma non è “Orobie”!

Pagina 10
Il nuovo LANTERNINO
La città dei sogni intrappolati
In un lontano passato, in una terra di cui ormai nessuno si ricorda il nome, gli uomini, ogni volta
che facevano i sogni, di notte o a occhi aperti, li trasformavano in uccelli coloratissimi che poi te-
nevano in casa con loro, per illuminare la propria vita.
Ce n’erano di tutti i colori e forme e ogni volta che li guardavi il tuo animo si riempiva di felicita’.
Succedeva però che dopo poco tempo gli uccelli tendevano a volare via, magari a breve tornavano
oppure a volte non tornavano più.
Gli uomini di quel paese allora cominciarono a chiuderli in gabbie, attraverso le quali avrebbero po-
tuto continuare ad ammirarli ma in modo esclusivo e continuo.
Tempo dopo, nel paese vicino, altri uomini e donne cominciarono a non sognare più. Si addormenta-
vano e facevano sonni bui e vuoti. Anche la loro immaginazione stava morendo, la fantasia andava
perdendo tutti i suoi colori. Le persone cominciarono ad ammalarsi e i dottori non riuscivano a ca-
pire che malattia fosse. Avevano fatto tutte le analisi possibili ed erano ancora al punto di par-
tenza solo con una certezza in più: quelle persone non potevano continuare a vivere così.
Nel ”paese dei sogni intrappolati”, intanto, quei bellissimi uccelli colorati all’interno delle gabbie
cominciarono a diventare tristi, con la tristezza cominciarono a sbiadire i colori e guardandoli non
provavi più quel senso di felicità.
Una notte, un bambino, di nascosto dai suoi genitori, si avvicinò a una delle gabbie e liberò il bel-
lissimo uccello colorato che questa intrappolava .
Appena fu libero, l’uccello si diresse verso il cielo, riprendendo graduatamene i suoi colori e i suoi
contorni cominciarono a sfumare mentre saliva sempre più in alto nel cielo, fino a che non si vide
che una massa informe, ma dai colori stupendi.
Allora quel bambino la osservò e pianse lacrime di gioia, poiché stava sognando.
Contemporaneamente, anche nel ”paese dei sonni bui”, un altro bambino che dormiva nelle braccia
di Morfeo, vide quei colori e sorrise nel buio ormai colorato.

<<< Giochino!
TIMIDA
SLALOM
OROBIE
PANINO
ELENCO
BARILI
DEDICA
CIVILE
MUTATO
Pagina 11
Il nuovo LANTERNINO
Dove stiamo andando?
Ero molto indeciso su scrivere o meno questo articolo e sono perplesso che serva a muovere qualco-
sa. Io però ci provo.
Guardando il calendario Lombardo di quest’anno la prima sensazione che ho avuto è stata di grande
tristezza: 4 sprint, 5 middle e 1 long non sono secondo me quello che gli orientisti lombardi si a-
spettavano.
Le sprint mi hanno stancato. In occasioni particolari e in posti adatti come domenica scorsa al Parco
Lambro ci possono stare, possono essere un gustoso aperitivo ad una gara importante, ma poi basta.
Non è l’orientamento che i più vogliono, ne sono sicuro, comincio a leggerlo con continuità nei vari
blog.
Allora perché se come sembra queste sprint cominciano a stancare gli atleti non è così per le socie-
tà che invece ci credono? I motivi che portano l’IOF a credere nelle sprint li conosciamo, ma vedere
Tizio che corre 10’/km sforzo o Caio che si ferma a leggere la carta non è piacevole da vedere e
non credo che possa aumentare la visibilità del nostro sport. Qualcosa da rivedere c’è di sicuro, ma-
gari destinando questa formula sola alla categoria assoluta che realmente può raggiungere velocità
diverse nelle varie specialità.
Una società ormai si sente appagata ad organizzare gare con questa formula. Il terreno da rilevare
sarà minore, l’impegno tutto sommato minore, i polli che verranno a correre ci saranno lo stesso e
quindi l’incasso sarà salvaguardato. Anzi mettendo due sprint lo stesso giorno l’incasso aumenterà!
Altre ragioni io per ora non ne vedo.
Dopo la grande produzione cartografica dei primi anni 90 nulla di nuovo si è visto sul fronte lombar-
do. Anzi più e più volte si è continuato a riscaldare la stessa minestra e visti i buoni piatti che pos-
siamo mettere in campo forse è stato il minore dei mali! E non mi si venga dire che non ci sono posti
adatti! Forza riprendiamo a rilevare aree nuove!
Non si è più creduto nella produzione cartografica e i costi via via maggiori hanno fatto il resto.
Prima rilevavi la tua bella carta di diversi chilometri quadri, stampavi le tue 2000 copie, e nel giro
di un paio di gare con un buon numero di iscritti le “eventuali” spese sostenute venivano coperte.
Oggi considerando numero di iscritti e quote varie, di gare ne servono almeno 4. Con la vegetazione
che cambia continuamente già dopo il primo anno e talvolta nemmeno quello, la carta risulta da ag-
giornare, figuriamoci dopo 4! Cosa facciamo allora? Rileviamo 1 km2, omologhiamo la carta, ci orga-
nizziamo una gara regionale con tanto di punteggio Fiso ed è tutto risolto.
Carte sprint, omologazione e lista base sono oggi secondo me i mali più grandi dell’orienteering in I-
talia.
Se il punteggio di lista base si potesse acquisire solo in alcune gare in cui realmente si confrontano i
vari atleti, la classifica finale sarebbe di sicuro più veritiera. Alzi la mano chi non ha mai pensato la
stessa cosa. Se il punteggio di lista base si potesse acquisire solo in alcune gare non ci sarebbe la
necessità di omologare in continuazione le carte che potrebbero così essere aggiornate in continua-
zione. L’omologazione resterebbe solo per le carte delle gare nazionali. Se il punteggio di lista base
si potesse acquisire solo in alcune gare si potrebbero ridurre le categorie, aumentare la competiti-
vità tra atleti di età diversa e semplificare l’organizzazione da parte della società con benefici per
tutti. L’esempio delle categorie del nuovo Trofeo Lombardia di MBO mi sembra quanto di meglio
proposto negli ultimi anni. Se il punteggio di lista base si potesse acquisire solo in alcune gare forse
potremmo tornare a divertirci praticando questo bellissimo sport.
Mario Ruggiero

Pagina 12
Il nuovo LANTERNINO
Metti un giorno con Minna, Pasi e Alessio…
“I read the news today, oh boy
About a lucky man who made the grade…”
(A day in the life – J.Lennon & P. McCartney)
Metti che un giorno all’orizzonte si profili un’occasione come questa: Minna Kauppi e Pasi Ikonen passeranno
una giornata in Lombardia come prima tappa di un lungo tour che li porterà a campi di allenamento in Francia
ed in Ticino…
Metti che come base di appoggio per la loro giornata lombarda, Minna e Pasi chiedano ad Alessio Tenani di or-
ganizzare un paio di allenamenti…
Metti che Alessio Tenani chiami a dargli man forte un imbolsito non-addetto-stampa…
A questo punto dovrebbe scattare la domanda: sappiamo tutti chi sono Minna, Pasi ed Alessio? Se state leg-
gendo questo sito, dovreste saperlo! Ma per i meno attenti alle notizie di primo piano ricapitolo:
Alessio Tenani: due volte campione italiano a staffetta con i colori della Forestale, da
alcuni anni membro della squadra nazionale italiana; per inciso, compagno di disavven-
tura di un certo Pasi Ikonen in una staffetta di Coppa del Mondo (si erano persi insie-
me!)
Minna Kauppi: contende a Simone Luder il primato di orientista più famosa del mondo.
Non ha ancora vinto 14 titoli mondiali, ok, ma è già stata due volte campionessa del
mondo a staffetta per la sua Finlandia (2006 e 2007) ed è campionessa del mondo in
carica sulla lunga distanza (Kiev 2007). Uno dei personaggi più carismatici dell’univer-
so orientistico. E non solo femminile.
Pasi Ikonen: una autentica icona dell’orientamento mondiale. L’”uomo senza bussola”
nel parlare comune, quando gli orientisti si ritrovano davanti al caminetto nelle lunghe serate invernali a rac-
contare le storie delle gare, dei campioni e delle proprie avventure. E, anche, Pasi Ikonen campione del mondo
middle distance dell’era pre-Gueorgiou. Un’era, quella del francese, che proprio Pasi dichiarerà di voler cerca-
re di interrompere nel 2008 ad Olomouc! Sissignori, Pasi sta tornando in forma, e reclama quel titolo che fu
suo!
Bene, dopo una giornata con questi tre autentici fenomeni del nostro sport potrei uscirne con un ritratto di
Pasi Ikonen rappresentato come un vero gladiatore dei boschi, un atleta passato attraverso la disavventura di
un grave infortunio di cui riporta ancora le conseguenze ma fermamente deciso a tornare ai fasti di qualche
anno fa; un atleta che senz’altro si sarà stufato di sentirsi chiedere ogni volta “Ma come fai a correre senza
bussola?”, ma ogni volta la sua grande modestia, la sua affabilità che è anche un misto di timidezza e di genti-
lezza, lo portano a sorridere all’interlocutore, a rispondere che è una sua abitudine, che non ne sente la man-
canza, che il bosco e la carta gli danno elementi sufficienti per tracciare delle rotte sicure sia quando si trat-
ti di navigare nel bianco piatto o ripido di Borgo Ticino sia quando si tratti di identificare uno dei mille e mille
avvallamentini della ruvidissima carta del Parco Pineta di Tradate. Se posso permettermi, un autentico “toro”
del bosco, inarrestabile anche nel verde aggressivo di Tradate nel quale lo ho visto passare con lo stesso in-
cedere imponente e giganteggiante, petto in fuori e ginocchia alte,
con il quale lo vediamo sui video di Youtube o in alcune foto di
Orienteering Today. Pasi Ikonen che sorride raccontando come
abbia da poco preso la patente di guida a 27 anni; Pasi Ikonen che
nella sala del ristorante dove ci siamo concessi uno spuntino si
mette ventre a terra a mostrare uno dei mille esercizi che aiutano
la sua schiena infortunata, Pasi Ikonen che esce dal bosco di Bor-
go Ticino mandando lodi alla scelta di cartografare un bosco così
bello e così pulito; Pasi Ikonen che parte per l’allenamento di Tra-
date gridando fiero “Try to catch me!”, prova a prendermi! e che esce dal bosco e dai rovi di Tradate come un
gladiatore che esce dall’arena vincitore: “challenging”, dirà. Sfidante. E fosse anche solo un allenamento, è u-
na sfida che ha vinto.
Interludio con Alessio Tenani. L’approccio di Pasi Ikonen alla partenza del primo allenamento è stato “Alessio,
we go together…”. Come rifiutare? Prima lanterna con Pasi a tirare e Alessio
Continua nella pagina seguente

N. 1 anno XVI Pagina 13


Continua dalla pagina precedente
a seguire, seconda lanterna … viceversa: una traversata ad azimut del bosco bianco;
Alessio che con un po’ di emozione piazza la tirata sotto la linea rossa, il punto raggiunto con grande perizia, il
ghiaccio che si scioglie, la sicurezza che aumenta: da lì in poi Pasi ed Alessio proseguono insieme come se non a-
vessero mai fatto altro nella loro vita. Un Alessio Tenani che emerge dal bosco di Borgo Ticino come un atleta
con una nuova grande fiducia in se stesso, e che a Tradate sarà capace di pareggiare i tempi di Ikonen fino a due
lanterne dalla fine, quando solo un po’ di stanchezza gli appesantirà l’andatura.
Che dire di Minna Kauppi? Il quadro che potrei disegnare è quello di una ragazza sicuramente estroversa, sicura-
mente conscia del movimento mediatico che c’è attorno al suo nome e al suo volto. Minna che mi racconta dei suoi
inizi, con due genitori orientisti che la portano nel bosco fin da piccolissima finché, ad 8 anni, non è in grado di
andare da sola; Minna che mi parla di sua sorella, anche lei orientista che ora ha un bambino, il suo nipotino pre-
ferito; Minna che mi spiega come il suo carattere così estroverso non sia affatto una posa ma il suo vero modo di
essere, una voglia di socializzare che quasi le fa perdere la concentrazione anche in gara (mi dice anche che que-
sta cosa a Simone Luder, di cui è amica, non capiterebbe mai); Minna Kauppi che non nasconde un obiettivo legato
alla gara middle distance di Olomouc 2008, oltre al tentativo di tripletta con la staffetta della sua nazione, per il
quale però non sente una grande pressione personale; Minna che però aggiunge anche di sentire talvolta la pres-
sione dei fans di tutto il mondo che la vorrebbero sempre vedere vincente e sorridente, cosa ovviamente impos-
sibile; Minna che sorride quando le chiedo se in fondo il suo essere un’atleta umana che può commettere errori e
non una macchina non sia emerso in occasione delle due staffette mondiali vincenti, con errori apparentemente
marchiani proprio in vista del traguardo; la stessa Minna che mi risponde che lei stessa non sa ancora spiegarsi
l’origine di questi black-out (comunque andati sempre a finire bene) ma che uno dei ricordi più belli e più brutti
della sua carriera agonistica è legato alla “5 giorni della Val di Non 1998” (eh già! Il cronista la aveva scovata nel-
le classifiche D16) quando in uno dei più bei panorami frequentati come orientista la
sua giovane età non era venuta a capo di alcune tratte che l’avevano vista peregrinare a
lungo per il Monte Penegal. Minna Kauppi che durante l’allenamento continua a ripetermi
quanto sia bello correre e lasciar andare le gambe e l’andatura nel bosco di Borgo Tici-
no con una visibilità così ampia (“se non ci fossero queste colline si riuscirebbe a vede-
re da una lanterna all’altra”) e nel Parco Pineta di Tradate si fionda in mezzo ai rovi e
su e gli per gli avvallamenti anche se ammette subito di non essere a suo agio con una
vegetazione così aggressiva: “Ma se conosco Pasi, lui si che sarà contento!”.
La domanda forse sorge spontanea. Se c’erano solo loro tre, chi ha raccolto tutte que-
ste impressioni da una Minna Kauppi in corsa per il bosco? Ovviamente c’era anche l’imbolsito non-addetto-
stampa… no? Il quale ancora adesso scuote la testa incredulo ripensando al momento in cui, con Pasi ed Alessio
che si allontanano verso la partenza, Minna si è girata e ha detto “Noi andiamo insieme!”; al momento in cui, alla
lanterna 1, Minna si è parimenti girata e ha detto “Ok, le lanterne pari sono tue” (non ho fatto il tirone di Alessio
sulla 2 ma poco ci manca… e sui punti ci siamo arrivati anche noi!); ripensando all’ultima salita di Borgo Ticino, con
il cuore a mille e la nera signora con la falce che aspetta in cima alla salita ma… come fai a mollare il treno di Min-
na Kauppi a 300 metri dall’arrivo??? E ripensando a Tradate, a seguire in mezzo ai valloni ed ai rovi un folletto
biondo che scappa avanti appena il bosco lascia 10 metri di spazio aperto…
Minna e Pasi sono ora in viaggio per la Francia. Da parte di un atleta nazionale e dello scrivente visibilmente emo-
zionato, in bocca al lupo per la vostra preparazione al Mondiale. E grazie per il tempo, la pazienza, la freschezza
e la spontaneità che ci avete dedicato. E poiché le nostre cartine vi sono piaciute… perché non tornate a trovarci
e non vi fermate più a lungo?
Stefano Galletti
(altre foto e le cartine degli allenamenti sono pubblicate sul sito www.alessiotenani.it ) Stegal67@hotmail.com

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Il nuovo LANTERNINO

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